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Allegato B
Seduta n. 51 dell'11/10/2006
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DIFESA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
nella notte fra il 5 ed il 6 agosto 2004 a Nassiriya si sono verificati violenti scontri fra i miliziani sciiti di Moqtada Al Sadr e i militari italiani del Reggimento Lagunari Serenissima, schierati in difesa dei tre ponti sull'Eufrate;
nel corso di tali scontri, secondo notizie riportate da tutti i mezzi di informazione, i militari italiani che presidiavano il ponte Charlie avrebbero bloccato un'autobomba diretta contro di loro, facendola esplodere;
nei giorni immediatamente successivi è stato trasmesso dal Tg3 delle 19 e poi dal Tg2 delle 20,30 un filmato girato dal giornalista americano Micah Garen, in cui veniva intervistato il conducente di un'ambulanza (e mostrato il veicolo semidistrutto), il quale sosteneva che i militari italiani avevano sparato contro l'ambulanza che trasportava una donna partoriente all'ospedale di Nassiriya causando la morte della donna e di altre persone;
nella precedente legislatura il Governo, più volte sollecitato sull'accaduto, non ha mai fornito una versione chiara e precisa degli avvenimenti avvenuti nella battaglia del 5 e del 6 agosto 2004, anzi hanno smentito la veridicità della notizia;
non si è mai giunti ad un accertamento definitivo del numero reale delle vittime civili della battaglia;
nel febbraio 2006 molti organi di stampa hanno riportato la notizia delle ammissioni del caporal maggiore del Reggimento Lagunari Raffaele Allocca il quale davanti al procuratore militare di Roma avrebbe affermato: «Sparai contro il mezzo perché così mi fu ordinato dal maresciallo superiore [...]. Se mi fossi accorto che si trattava di un'ambulanza mai e poi mai avrei sparato [...]»;
è di questi giorni l'uscita di un libro scritto dal corrispondente del Corriere della Sera Andrea Nicastro, il quale riporta un colloquio avuto con il presidente della sezione di Nassiriya della Human Rights Organization Adnan Sharifi dove si afferma che i parenti delle quattro vittime (l'uniche ad essere ufficialmente riconosciute) avrebbero ricevuto 1.500 dollari a titolo di compensazione definitiva per la morte dei congiunti e che sarebbero stati convinti a firmare una carta, in inglese o in italiano, di cui però, ingenui, non avrebbero né compreso il significato né ricevuto copia;
sempre secondo le affermazioni contenute nella recente pubblicazione nelle province sciite del sud Iraq (dove vige una sorta di diritto tribale) in base alla diyah, una vita umana viene in genere valutata attorno ai 3-4 mila dollari, ma quel che conta è che, all'atto del pagamento, l'intera società riconosce come chiuso il contenzioso e cessa il diritto alla vendetta;
la decisione di non pagare ufficialmente alcun risarcimento ha conseguenze morali, ma anche pratiche, molto importanti; in particolare in questo modo si evita una esplicita ammissione delle nostre eventuali responsabilità nel coinvolgimento di vittime civili, ammissione che, viceversa, comporterebbe una definitiva pacificazione con la popolazione dell'intera provincia -:
se in base alla documentazione deposita presso il Ministero interrogato, il Governo italiano sia in grado di fornire una definitiva e chiarificatrice versione relativamente agli avvenimenti del 5 e 6 agosto 2004, con particolare riferimento al numero delle vittime civili;
se dalla documentazione depositata presso il Ministero interrogato, risultino questi presunti e informali risarcimenti effettuati ai parenti di quattro delle vittime della battaglia del 5 e del 6 agosto 2004;
se intenda porre in essere tutti gli strumenti necessari al fine di provvedere ad un risarcimento danni, trasparente, pubblico e congruo, nei confronti di tutte le vittime civili della battaglia.
(2-00175) «Deiana, Migliore».