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Allegato B
Seduta n. 53 del 17/10/2006
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
DE ZULUETA, SASSO e ZANOTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nel luglio scorso, in qualità di parlamentari nazionali, insieme ai colleghi del Parlamento europeo e agli attori e rifugiati del Teatro di Nascosto (Hidden Theatre) coinvolti nel progetto teatrale RIFUGIA-TI, esprimemmo attraverso una lettera al Primo Ministro turco, Recep Tayyp Erdogan, la nostra seria preoccupazione per il divieto a viaggiare fuori dalla Turchia imposto al signor Mehdi Zana, a seguito di una inchiesta di polizia di cui l'interessato stesso non ne conosce né i tempi e né i motivi. Ciò non ha consentito la sua partecipazione al progetto di teatro reportage, di cui egli è parte in qualità di attore;
Medhi Zana (eletto Sindaco di Diyarbakir), come sua moglie Leila Zana (eletta al Parlamento nazionale turco), hanno trascorso gran parte della loro vita in carcere per reati di opinione. Mehdi ha ottenuto lo status di rifugiato in Svezia, dove ha vissuto alcuni anni e, appena le condizioni politiche lo hanno consentito, ha preferito rientrare in patria per essere vicino alla sua gente e continuare la sua democratica lotta politica per l'affermazione
dei diritti fondamentali della comunità kurda. Il Parlamento italiano e quello europeo si sono ampiamente occupati dei coniugi Zana, ambedue pervicacemente perseguitati e puniti per le loro posizioni politiche dai governi turchi: in 20 anni di matrimonio hanno potuto vivere insieme e liberi solo per 5 anni -:
se non ritenga convocare urgentemente l'ambasciatore della Repubblica di Turchia per avere rassicurazioni circa il destino, e la possibilità a viaggiare, del signor Mehdi Zana e chiedere risposta alle preoccupazioni espresse precedentemente dai membri del Parlamento italiano;
se non ritenga, altresì, esprimere nelle sedi nazionali e comunitarie la sua preoccupazione per il processo di avvicinamento e aggregazione all'Unione europea della Turchia, di cui il rispetto dei diritti umani, l'abolizione della pena di morte e la libertà di opinione sono requisiti imprescindibili.
(3-00334)
Interrogazioni a risposta scritta:
CASSOLA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la giornalista russa, Anna Politkovskaya, nota per i suoi critici reportage nei confronti della guerra in Cecenia e dell'amministrazione di Vladimir Putin, è stata assassinata nella sua abitazione a Mosca;
in passato era stata arrestata e anche più volte minacciata per la sua opposizione al governo e per le sue denunce di violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia;
da resoconti giornalistici si apprende che sul luogo del delitto la polizia avrebbe trovato una pistola Pm e quattro bossoli;
nel 2004 la giornalista riportò sintomi da avvelenamento da cibo dopo aver bevuto tè su un volo diretto da Mosca nel sud della Russia, per seguire la crisi degli ostaggi a Beslan, e già allora si parlò di tentativo di assassinio;
non è il solo caso di un giornalista «scomodo» ucciso in Russia -:
se non ritenga, attraverso gli opportuni canali ministeriali, di voler invocare chiarezza in merito all'efferato omicidio di una scomoda testimone, sollecitando in tal senso le autorità russe a ciò preposte.
(4-01285)
RAMPELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 12 ottobre 2006 l'Assemblea parlamentare francese ha approvato in prima lettura una proposta di legge che punisce con un anno di carcere e un'ammenda di 45.000 euro chiunque neghi il genocidio armeno compiuto dall'impero ottomano nel 1915;
la tragedia degli armeni - seppure poco presente nei testi scolatici, come sottolineato dalla comunità armena di Roma - ha rappresentato una delle pagine più tristi e dolorose del Novecento;
proprio qualche giorno fa l'Accademia svedese ha assegnato il premio Nobel 2006 per la letteratura allo scrittore turco Orhan Pamuk, già incriminato nel suo paese per le dichiarazioni sullo sterminio di circa un milione e mezzo di armeni ed autore di un romanzo che esplora la complessa identità turca attraverso il suo ricco passato imperiale;
l'iniziativa legislativa francese, approvata a larga maggioranza, non ha mancato di provocare vivaci polemiche e numerose reazioni anche in altri paesi europei;
nella giornata di ieri, un rappresentante della chiesa armena di Chaville, nei pressi di Parigi, ha denunciato la distruzione di una scultura in bronzo che commemora il genocidio degli armeni;
la Turchia non ha mai riconosciuto il genocidio perpetrato, nonostante le numerose richieste del Parlamento europeo e di svariati Stati membri;
nella Risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 27 settembre 2006 -
sui progressi della Turchia verso l'adesione - si afferma che la Turchia continua ad esercitare un blocco ingiustificabile contro l'Armenia e che tale blocco minaccia la stabilità della regione, ostacola lo sviluppo regionale di rapporti di buon vicinato ed è in contrasto con le priorità del partenariato di adesione;
si ha notizia della proposta da parte turca dell'istituzione di una commissione di esperti, che dovrebbe essere sotto l'egida delle Nazioni Unite, per superare la tragica esperienza del passato;
il Parlamento europeo ha sollecitato i governi turco e armeno a proseguire nel processo di riconciliazione per raggiungere una proposta accettabile da entrambe le parti e si è detto compiaciuto del fatto che in Turchia si è dato avvio ad una discussione sulla dolorosa storia con l'Armenia;
sebbene il riconoscimento del genocidio armeno in quanto tale non costituisca uno dei criteri di Copenaghen, secondo l'istituzione comunitaria è indispensabile che un paese che si avvia all'adesione accetti e riconosca il proprio passato;
è stato chiesto, in proposito, alle autorità turche di facilitare il lavoro dei ricercatori, degli intellettuali e degli studiosi che lavorano sulla questione del genocidio armeno, garantendo loro l'accesso agli archivi storici e fornendo tutti i documenti utili;
la Turchia è stata sollecitata a compiere, senza condizioni preliminari, i passi necessari a stabilire relazioni diplomatiche e di buon vicinato con l'Armenia, a ritirare il blocco economico e ad aprire la frontiera terrestre quanto prima, per rispettare le priorità contenute nel partenariato per l'adesione nonché gli obblighi del quadro negoziale sulla «composizione pacifica delle controversie sui confini», che sono entrambi vincolanti ai fini dell'adesione all'Unione europea;
il genocidio degli armeni è stato riconosciuto, oltreché dal Parlamento europeo e dalla sottocommissione per i Diritti umani dell'Onu, da altri paesi europei, quali la Francia, il Belgio, la Svizzera e la Grecia -:
quale sia la valutazione del Governo in merito a tale questione e se non ritenga necessario che lo Stato italiano - nei rapporti diplomatici con la Turchia - inviti le autorità di questo paese a compiere gli sforzi necessari per riconoscere il genocidio degli armeni e per aprire un serio negoziato con le minoranze etniche, come richiesto dal Parlamento europeo.
(4-01290)