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Allegato B
Seduta n. 56 del 20/10/2006
ATTI DI CONTROLLO
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Parco Nazionale del Gargano, in Puglia, è interessato dalla presenza di un diffuso abusivismo edilizio che minaccia seriamente l'integrità ambientale del territorio protetto, come peraltro confermato dall'ex Ministro dell'ambiente Matteoli il quale, nel corso del convegno «Ambiente e legalità» tenutosi a luglio 2005 nel Parco del Vesuvio, confermava che il Gargano è fra i parchi del meridione a più alto tasso d'abusivismo edilizio. Molti abusi sono inoltre concentrati all'interno delle ZPS e pSIC, in chiara violazione delle direttive comunitarie «Habitat» 92/43 e «Uccelli» 79/409;
il Gargano ha una notevole importanza per la conservazione della biodiversità detenendo ben il 29 per cento degli anfibi, il 46 per cento dei rettili, il 69 per cento degli uccelli nidificanti e il 56 per cento dei mammiferi presenti in Italia. L'area è stata inoltre identificata come IBA (important bird area, cioè zona importante per l'avifauna). La mancata applicazione delle direttive «Habitat» e «Uccelli» sta gravemente minacciando la sopravvivenza di ameno 34 habitat di importanza comunitaria, 8 dei quali prioritari, nonché di numerose specie animali e vegetali incluse nell'allegato II della direttiva habitat e nell'allegato I della direttiva uccelli;
gli ultimi dati messi a disposizione dall'Ente parco relativamente al fenomeno dell'abusivismo edilizio risalgono al settembre 2003 da cui risulta che fino ad allora erano stati 623 gli abusi edilizi verbalizzati a partire dal 2000 e 20 gli abbattimenti eseguiti in 4 comuni, anche grazie ad un finanziamento del Ministero dell'Ambiente. In seguito a quegli interventi l'Ente parco inoltrò altre due richieste di finanziamento al Ministero dell'Ambiente per 1 milione di euro, di cui 500 mila successivamente accordati, per proseguire con l'attività di demolizione degli abusi edilizi per i quali si era giunti al decreto di abbattimento. A seguito di questo finanziamento l'Ente parco aveva provveduto a stilare un nuovo elenco di opere abusive da abbattere e a individuare l'impresa a cui affidare le demolizioni. Restava solo da definire l'ordine di priorità, considerata la scarsità dei fondi, ma la successiva scadenza, nel marzo 2004, degli organi direttivi del parco bloccò la procedura;
da allora, nonostante siano trascorsi oltre due anni dal rinnovo degli organi direttivi, nessun ulteriore abbattimento è stato eseguito dall'Ente parco e le somme a disposizione giacciono ancora inutilizzate. Per contro, sembra che il Consiglio direttivo dell'Ente parco abbia posto in essere una complessa procedura burocratica volta a coinvolgere i comuni nella definizione delle priorità degli abbattimenti, proprio gli stessi comuni che, con la loro mancata vigilanza, avevano consentito di commettere gli abusi e che ora con la loro inerzia hanno bloccato la procedura. Nel frattempo sono stati approvati o sono in corso di approvazione da parte dell'Ente parco numerosi piani di recupero territoriale (PIRT) che secondo gli interpellanti consistono essenzialmente in una sanatoria degli abusi edilizi, sopratutto lungo la costa, mentre risulta completamente fermo l'iter per l'approvazione del Piano del Parco -:
se non ritenga che si debbano conoscere quali azioni di controllo e di vigilanza abbia intrapreso o intenda intraprendere il Ministero dell'Ambiente nei confronti dell'Ente parco, relativamente alle disponibilità economiche non ancora
utilizzate, al fine di riprendere le attività di contrasto dell'abusivismo edilizio sul Gargano e, in particolare, se il Governo ritenga che l'inerzia dell'Ente sia riconducibile ad una volontà politica degli organi direttivi di conseguire - attraverso l'approvazione dei piani di recupero territoriale, il blocco delle procedure di abbattimento e la mancata approvazione del Piano del Parco - una sanatoria generalizzata degli abusi edilizi nel Gargano;
quale sia lo stato dell'iter per la formazione del Piano del Parco Nazionale del Gargano, avviato ormai da tre anni e non ancora conclusosi, e quali siano le azioni che il Governo intende intraprendere nei confronti dell'Ente parco per giungere alla sua approvazione in tempi brevi;
se risponda al vero la notizia che l'Ente parco ha recentemente rifiutato un ulteriore finanziamento da parte del Ministero dell'Ambiente per l'esecuzione degli abbattimenti e, se confermata, quale sia la valutazione del Governo in merito alla questione.
(2-00196) «Lombardi, Cacciari, Duranti».
Interrogazione a risposta scritta:
MELLANO, D'ELIA e BELTRANDI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
diverse regioni italiane accoglieranno nuovamente migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti dal Meridione e in particolare dalla regione Campania;
questo fatto ha provocato la reazione di vasti settori del mondo politico, non riconducibili solamente al centro-destra, riassumibili nello slogan: «Ognuno smaltisca i rifiuti a casa sua»;
tale reazione è da rigettare sia in nome del principio di solidarietà che cementa l'unità nazionale sia sulla base della consapevolezza che una porzione rilevante dei rifiuti che hanno trasformato e stravolto il territorio campano proviene da altre regioni, in particolare del Nord Italia;
proprio nel nome della solidarietà concreta e non ipocrita con chi vive in Campania, occorre affrontare finalmente in modo sistematico il problema dello smaltimento rifiuti in tale regione, pena il ripetersi in futuro di altri «viaggi della spazzatura»;
l'indispensabile punto di partenza è costituito da una verifica approfondita e completa della situazione esistente sul territorio, chilometro quadrato per chilometro quadrato indispensabile per qualsivoglia iniziativa politica successiva;
gli interroganti richiamano, a tal proposito, quanto scritto da Roberto Saviano nell'ultimo capitolo del suo libro «Gomorra» (pag. 310-331); l'autore - peraltro sottoposto a un regime di protezione personale dopo le minacce delle cosche camorristiche conseguenti alla pubblicazione del suo libro - delinea in modo accurato le dinamiche del sistema illegale di smaltimento rifiuti e indica precisamente alcuni territori della Campania interessati da tali attività illegali: «... la zona più colpita dal cancro del traffico di veleni si trova tra i comuni di Grazzanise, Cancello Arnone, Santa Maria La Fossa, Castelvolturno, Casal di Principe - quasi trecento chilometri quadrati di estensione - e nel perimetro napoletano di Giugliano, Qualiano, Villaricca, Nola, Acerra e Marigliano. Nessun'altra terra nel mondo occidentale ha avuto un carico maggiore di rifiuti, tossici e non tossici, sversati illegalmente...» (pag. 311);
la sinergia perversa fra attività illegali del sistema camorristico e inazione delle autorità a ciò preposte rispetto allo smaltimento dei rifiuti «legali» si ripercuote in modo drammatico non solo sull'ambiente, non solo sulla salute di chi abita quei territori ma anche sulle attività economiche esistenti, in particolare l'agricoltura; rispetto a tal ultimo aspetto, la recente vicenda dei caseifici controllati dal sistema camorristico così pervasivamente da influenzare
la qualità delle mozzarelle prodotte costituisce la classica punta dell'iceberg -:
se intendano esprimere una valutazione complessiva sulle considerazioni in premessa che prefigurerebbero una vera e propria bomba ecologica attualmente presente nel territorio della regione Campania e che ogni giorno produce danni all'ambiente, alle persone, all'economia di quel territorio;
se non ritengano opportuno adoperarsi, anche tramite il commissario straordinario, per istituire una vera e propria «task force» in grado di compiere un check up approfondito e completo del territorio campano interessato.
(4-01355)