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Allegato B
Seduta n. 59 del 25/10/2006
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
organi di stampa locali e nazionali, nonché servizi televisivi, hanno riferito di gravi avvenimenti accaduti ai danni di persone trattenuto nel CPTA di Pian Del Lago, in provincia di Caltanissetta;
a parere degli interroganti, oltre che apertamente in violazione dell'ordinamento giuridico, ogni forma di privazione delle libertà personali è inaccettabile, soprattutto in presenza non di reati ma di mancato rispetto di provvedimenti amministrativi ed è ciò che accade nei CPTA, luogo in cui tali privazioni vengono esercitate -:
per quali ragioni esista ancora - malgrado le norme lo vietino - una coesistenza fra spazi adibiti a CPTA e spazi utilizzati per i richiedenti asilo, tanto che anche a questi è proibito uscire dalla struttura del centro;
quali siano le convenzioni vigenti nel CPTA nisseno e in quale maniera si proceda all'assunzione di mediatoti e interpreti i quali sono stati accusati di aver operato discriminazioni e di essersi prestati a forme di corruzione in virtù delle proprio mansioni;
quali forme e modalità il Governo intenda utilizzare per garantire protezione e accoglienza ai denuncianti, tenuto conto del fatto che se ad alcuni di questi è stato concesso lo status di rifugiati, ad altri è stata concessa unicamente una protezione umanitaria temporanea che li espone a rischi maggiori e a minacce;
quali siano le ragioni per cui alcuni dei denuncianti siano stati fermati secondo gli interpellanti arbitrariamente da agenti delle forze dell'ordine e quindi interrogati nel centro di accoglienza di Agrigento, in cui attualmente risultano essere ospitati, alla presenza ed anzi con il contributo di dipendenti del centro, struttura di cui hanno criticato la qualità e il funzionamento.
(2-00207)
«Frias, Migliore, Mascia, Giordano, Mantovani, Franco Russo, Smeriglio, Dioguardi, De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Folena, Falomi, Rocchi, Ferrara, Zipponi, Provera, Lombardi, Sperandio, Burgio, Khalil, Siniscalchi, Duranti, Cardano, Deiana, Locatelli, Mario Ricci, Olivieri, Acerbo, Perugia, Boato, Cogodi, Licandro, Pagliarini, Vacca, Venier, Cesini, Sgobio, De Angelis, Marcenaro, Bellillo, Ferdinando Benito Pignataro, Mariani, Attili, Aurisicchio, Bandoli, Maderloni, Gentili, Di Salvo, Zanella, Poretti, Pettinari, Fluvi, Ferrari, De Zulueta, D'Antona, Tranfaglia, Crapolicchio, Cancrini, Napoletano, Scotto, D'Elia, Turco, Beltrandi, Mancini, Buemi, Crema, Schietroma».
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in un articolo pubblicato sabato 21 ottobre 2006 dal quotidiano La Repubblica a cura di Giovanni Maria Bellu, emerge un quadro preoccupante di abusi e corruzione a danno dei migranti trattenuti nel CPT Centro di permanenza temporanea di Caltanissetta gestito dalla cooperativa «Albatros 1973»;
in particolare, una decina di loro di nazionalità somala, eritrea e sudanese, hanno inteso denunciare al giornalista episodi di razzismo e discriminazione subiti durante il loro trattenimento presso il centro di Caltanissetta, ad opera di mediatori culturali e traduttori addetti al campo. L'articolo cita le testimonianze precise e circostanziate di casi di fughe a pagamento organizzate da alcuni dipendenti della cooperativa e a fronte dei quali la polizia addetta alla vigilanza esterna non avrebbe fatto nulla per contrastare tali attività pure evidenti. Altri episodi narrati riguardano discriminazioni di tipo economico, a danno degli africani subsahariani;
il centro per migranti di Caltanissetta parrebbe essere di natura «ibrida»: centro di permanenza temporanea e assistenza;
centro nel quale vengono effettuate le identificazioni (CdI), senza peraltro essere dotato dello statuto dei centri di identificazione; centro di accoglienza e ospitalità per richiedenti asilo a cui è precluso uscire dal centro, al pari degli altri trattenuti, nonostante la legge disponga diversamente. Il trattenimento dei richiedenti asilo, inoltre, si è protratto per un tempo - 55 giorni - decisamente lungo e irragionevole;
a seguito dell'ottenimento dello status di asilanti e rifugiati (protezione umanitaria), i migranti sono stati trasferiti ad Agrigento in uno dei centri del «Sistema nazionale di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati». Tale centro, gestito dalla cooperativa «Acuarinto», progetto «Tarik», avrebbe dovuto accoglierli, assicurando loro assistenza e supporto psicologico in quanto vittime non solo del naufragio del 20 agosto scorso a largo di Lampedusa, ma anche per le violenze e le torture subite nei loro paesi (condizione all'origine della loro fuga);
queste persone lamentano che nessuna assistenza e supporto psicologico gli sia stato fornito presso il centro di Agrigento a cui, peraltro, sembrerebbe in via di revoca (non rinnovo alla scadenza) la convenzione stipulata con la Prefettura in quanto luogo non idoneo ai requisiti minimi di assistenza materiale e sanitaria;
dopo la denuncia giornalistica il Ministero dell'Interno ha aperto un'inchiesta amministrativa in proposito e la Procura della Repubblica di Caltanissetta ha avviato un'indagine penale. In un successivo articolo gli stessi denuncianti, tutti con lo status riconosciuto di rifugiati hanno riferito di essere stati intercettati in strada, nel centro di Agrigento, da alcuni agenti in borghese e invitati a salire su vetture «civetta». Non fidandosi, i migranti, hanno proseguito a piedi fino alla sede del centro «Progetto Tarik» dove sono stati interrogati da funzionari della questura di Caltanissetta alla presenza di una dirigente della stessa cooperativa, Natalia Gro, che, nell'occasione, ha svolto anche la funzione di interprete dall'inglese. I giovani africani hanno confermato le dichiarazioni fatte al quotidiano La Repubblica. Alla fine, alla richiesta di sottoscrizione del verbale d'interrogatorio redatto in lingua italiana, molti di loro si sono rifiutati di firmare poiché gli venivano contestate dagli agenti dichiarazioni mai fatte alla stampa -:
a chi il Ministro abbia affidato l'inchiesta amministrativa sulla gestione del Centro di Caltanissetta e l'acquisizione di testimonianze presso il Centro per i rifugiati di Agrigento, in seguito alle violazioni denunciate a mezzo stampa;
chi abbia autorizzato i funzionari di polizia di Caltannissetta a recarsi ad Agrigento per gli interrogatori e se il Questore ne fosse a conoscenza. Ancora, per quale motivo, gli agenti di cui sopra non abbiano ritenuto opportuno portare con loro un interprete di lingua madre scelto negli elenchi della Questura (così prevede la legge), ma abbiano invece, secondo l'interpellante, arbitrariamente preferito chiedere l'interpretariato (peraltro in lingua inglese) ad un'assistente della cooperativa «Acuarinto», peraltro coinvolta nelle lamentele dei dichiaranti. Ne è risultato un clima intimidatorio che ha spaventato queste persone esasperate dai tanti torti subiti;
se il Ministro non intenda assicurare l'immediato trasferimento di queste persone in un luogo sicuro e idoneo di tutela aggiuntiva nonché di assistenza psicologica qualificata e continuativa. In particolare cosa osti al rilascio del certificato di morte, della moglie di uno dei rifugiati eritrei, certificato che consentirebbe l'immediata scarcerazione dei suoi suoceri detenuti dalle autorità eritree, in quanto genitori di una espatriata;
se il Ministro non intenda riferire circa lo status del CPT di Caltanissetta al fine del pieno rispetto della normativa vigente, così come recentemente integrata con il recepimento delle direttive europee sull'asilo, superando definitivamente la
pratica, secondo l'interpellante, incivile della detenzione dei richiedenti asilo.
(2-00208) «De Zulueta».
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Bergamo il rapporto tra il numero dei Vigili del fuoco presenti sul territorio e la popolazione risulta allarmante: un Vigile ogni 4.000 abitanti, in raffronto ad una media nazionale di uno ogni 1.500 abitanti contro una media europea di uno ogni 1.000;
l'organico è rimasto inalterato numericamente dal 1997, senza adeguamenti significativi della struttura, mentre la popolazione bergamasca ha superato il milione di abitanti;
la provincia di Bergamo è composta da un numero di comuni elevato, con notevoli presenze industriali e densità abitative molto alte a cui si contrappongono estese e popolate zone montane;
nella bergamasca hanno sede oltre 60 aziende ad elevato rischio incendio, la provincia di Bergamo risulta quinta in Italia per la presenza di industrie considerate ad alto rischio;
il personale dei Vigili del fuoco bergamaschi gestisce circa 85.000 pratiche di prevenzione incendi, con un incremento annuale approssimativo di 6000 nuove pratiche;
il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco gestisce un organico di 248 unità, di cui 88 distaccate all'aeroporto di Orio al Serio non destinate al servizio di soccorso sul territorio. Le rimanenti 160 unità sono distribuite su quattro turni. Esclusi i volontari, 40 Vigili del Fuoco per ogni turno, ossia 32 effettivi (tolto il 20 per cento di carenza programmata). Nella sede centrale di Bergamo l'organico effettivo è di 20 Vigili per ogni turno, 6 per turno Clusone e Zogno, 17 per turno nell'aeroporto di Orio al Serio. Nella nuova sede di Dalmine, dove per ora non è previsto organico, vengono distaccati 3 Vigili del fuoco per turno da Bergamo -:
quali misure il Ministro, con i poteri che gli sono propri, intenda adottare per il necessario potenziamento degli organici dei Vigili del Fuoco nella provincia bergamasca, con particolare riguardo per i rinforzi attesi nell'unità di Dalmine, per far fronte alle crescenti esigenze di sicurezza del territorio;
i modi ed i tempi entro i quali il Ministro intenda riorganizzare il personale dei Vigili del fuoco al fine di destinare più agenti in servizio sul territorio.
(4-01392)
CAMPA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le manifestazioni di grande rilevanza, così necessarie all'immagine internazionale di Venezia, comportano un notevole sacrificio da parte delle forze dell'ordine, sottoposte a turni di grande impegno per la necessità di ordine pubblico e di protezione delle numerose autorità e personalità che giungono in occasione degli eventi. Ma da quanto ha denunciato il sindacato autonomo di polizia SAP, non vengono pagati gli straordinari agli agenti di Polizia di Stato;
la questura di Venezia, accanto ai normali compiti istituzionali, deve fare fronte ad una notevole straordinaria mole d'interventi, proprio a causa di un fitto calendario di manifestazioni culturali e artistiche -:
quali siano i motivi per i quali quest'anno non ha previsto un fondo straordinario per coprire le molte ore straordinarie.
(4-01393)
PICANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli agenti di polizia locale non godono di una normativa uniforme che li regoli su base nazionale;
tale mancanza di normativa uniforme deriva dal loro essere dipendenti da enti territoriali;
questa mancanza di legislazione uniforme se per talune situazioni può esser giustificata, in prima istanza, dall'articolo 118 della Costituzione, e quindi dalla necessità di un decentramento amministrativo su larga scala, per altre provoca invece oggettive difficoltà per gli agenti di polizia locale;
un esempio di difficoltà che si produce con questa mancanza di uniformità normativa è a riguardo della possibilità o meno (a seconda dei comuni) per gli agenti di polizia locale di portare armi da fuoco;
la conseguenza che si crea con l'applicazione di tale normativa è che, in buona sostanza, gli agenti di polizia locale, varcando i confini del proprio ente territoriale di appartenenza per necessità, possono ritrovarsi fuori legge e quindi esser perseguiti penalmente;
nella scorsa legislatura la I Commissione permanente della Camera predispose un testo unificato per modificare alcune disposizioni in materia di polizia locale (precisamente l'articolo 57 del codice di procedura penale, la legge n. 65 del 1986 e la legge n. 121 del 1981);
tali modifiche, oltre a riguardare la sopra citata problematica relativa al porto d'arma da fuoco, prevedevano tra l'altro una contrattazione collettiva separata dagli altri dipendenti comunali e diverse nuove tutele;
detto testo non venne approvato dalla Camera dei deputati perché inserito troppo tardi nei lavori dell'Assemblea -:
quali soluzioni ha intenzione di prevedere il signor ministro, anche mediante apposite iniziative normative nell'ambito della potestà legislativa statale per una sì vasta problematica.
(4-01401)
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Montevarchi (AR), nel pomeriggio del 17 ottobre 2006, nei pressi di un supermercato, un brigadiere dell'Arma dei Carabinieri è stato aggredito e selvaggiamente picchiato da tre giovinastri risultati poi di origine albanese;
trattasi di un ulteriore episodio che testimonia la gravità della situazione della sicurezza pubblica nel Valdarno;
si rileva da un lato l'urgenza di una ulteriore presenza organizzata delle forze dell'ordine e dall'altro la fine di atteggiamenti sociologici di sottovalutazione di una situazione di grave difficoltà e preoccupazione per la cittadinanza -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere per garantire a Montevarchi ed al Valdarno elementari certezze di tutela della sicurezza pubblica.
(4-01403)
HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 21 dicembre 2004, in occasione delle olimpiadi invernali di Torino, è stato stipulato il contratto 600/C MOT. 1002.F.377 tra McM ed il Ministero dell'interno Dipartimento Pubblica Sicurezza per la fornitura 7 motoslitte, 7 carrelli con toboga e 7 rimorchi;
nel mese di gennaio 2006, i mezzi completi vengono regolarmente consegnati all'Amministrazione e viene emessa la fattura di euro 145.372.= che ai sensi del contratto l'Amministrazione avrebbe dovuto pagare entro 90 giorni;
nel mese di febbraio arriva ad McM una stranissima richiesta di consegnare a proprie spese in vari posti d'Italia da Napoli a Pescara e quant'altro, i singoli mezzi;
interviene l'avv. Venturi per conto di MCM che ai sensi del contratto fa presente che la richiesta è arbitraria, che la consegna è regolarmente avvenuta ai sensi dell'articolo 8 del contratto e che a quanto consta i mezzi dovrebbero essere in uso alle olimpiadi invernali;
il Ministero revoca tutti gli ordini di trasferimento e consegna dei mezzi nei vari posti d'Italia;
in data 3 luglio l'avv. Venturi invia raccomandata con richiesta di pagamento immediato dei mezzi poiché la ditta McM, per acquistare i materiali necessari alla fornitura, aveva acceso un finanziamento presso una banca, con durata all'incirca pari ai tempi di pagamento previsti dal Ministero e che quindi il saldo diveniva fondamentale per poter coprire il mutuo; tale ritardo ha costretto McM a chiedere alla banca una proroga per alcuni mesi ma ogni ulteriore ritardo potrebbe costringere la piccola azienda anche alla chiusura;
dopo il sollecito di pagamento il Ministero risponde che non vi è disponibilità di cassa e che non è in possesso della documentazione relativa alla liquidazione;
l'avv. Venturi ancora una volta interviene e spedisce al Ministero copia della lettera dei loro stessi uffici (a lei pervenuta) che già tempo prima confermava l'invio della documentazione a Roma;
a questo punto, McM incaricava l'avv. Sonja Venturi di predisporre ricorso per ingiunzione di pagamento. Il Tribunale di Trento sez. distaccata di Cavalese emetteva in data 3 agosto 2006 decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo per euro 150.982,74.= regolarmente notificato al Ministero;
nello stesso tempo il Ministero scriveva ancora e diceva di non poter pagare per mancanza di disponibilità di cassa;
dopo telefonate ripetute, richieste di spiegazioni anche presso il Ministero dell'Economia e Finanze e preso atto di dover procedere con l'esecuzione coattiva verso il Ministero (con notevoli difficoltà dovute alla peculiarità del debitore) con notevole protrarsi della procedura (oltre i tempi della proroga bancaria), McM contatta anche Striscia la Notizia -:
quali ragioni impediscono il regolare pagamento della fattura alla ditta McM che ha regolarmente fornito le motoslitte richieste secondo quanto stabilito contrattualmente;
se è prassi del Ministero lasciar decorrere i termini contrattualmente pattuiti per i pagamenti ai fornitori, nel caso in specie di 90 giorni;
se ci si rende conto che l'ingiustificato ritardo potrebbe comportare la chiusura della piccola ditta fornitrice;
se si tiene in considerazione il danno d'immagine per il Ministero e per lo Stato, visto che la notizia è stata divulgata da una trasmissione come «Striscia la notizia» che ha un vastissimo ascolto nazionale;
se risulti agli atti del Ministero interrogato la notizia secondo la quale il Ministero avrebbe acquistato successivamente un altro lotto di motoslitte da una ditta altoatesina che avrebbe partecipato alla gara d'appalto vinta dalla McM, e in caso affermativo se questa successiva fornitura è già stata pagata e se le condizioni di aggiudicazione erano effettivamente le migliori rispetto alle altre offerte.
(4-01411)
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da tempo alcune centinaia di cittadini stranieri stanno occupando la struttura pubblica (ex sanatorio) denominata Luzzi in Comune di Vaglia (Firenze) -:
quanti siano effettivamente i cittadini stranieri occupanti e quanti di loro siano clandestini;
quali iniziative urgenti intenda assumere per garantire la sicurezza pubblica in tale area;
se non si reputi opportuno porre fine ad una intollerabile situazione di illegalità palese.
(4-01413)