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Allegato B
Seduta n. 65 dell'8/11/2006
...
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
II Commissione:
COSTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 223 del 2006 (cosiddetto decreto Bersani) all'articolo 21 ha revocato l'anticipazione a mezzo posta dei pagamenti delle spese di giustizia che oggi sono liquidate - previa istruttoria - a livello centrale, dalla Banca d'Italia;
tale disposizione ha dilatato enormemente i tempi di liquidazione con pesanti
disagi per i professionisti/imprenditori (medici legali, custodi giudiziali, traduttori, consulenti tecnici...) interessati;
questi infatti sono chiamati ad assolvere con puntualità, anticipando addirittura le relative spese, incarichi che saranno pagati solo a distanza di mesi o anni -:
appare essere necessario sapere quanti professionisti/imprenditori che il Ministero con il tramite di Procure e Tribunali ha incaricato e che devono ancora ricevere le rispettive spettanze nell'anno 2006;
a quanto ammonti il credito complessivo vantato da questi soggetti nei confronti del Ministero.
(5-00368)
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della giustizia ha dichiarato all'Assemblea della Camera il 18 ottobre 2006, rispondendo all'interrogazione n. 3-00344 presentata dall'onorevole Mazzoni, che il procuratore della Repubblica di Milano gli ha riferito che «nell'ambito del procedimento penale relativo all'indagine Telecom, non risultano allo stato acquisite conversazioni telefoniche illegalmente raccolte»;
lo stesso Ministro della giustizia ha ribadito tale dichiarazione presso la Commissione Giustizia della Camera nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del dicastero svoltasi il 25 ottobre 2006;
quindi non sembra aver avuto alcuna applicazione la vigente disposizione di cui all'articolo 1, comma 2, deldecreto-legge recante disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche, relativa all'immediata distruzione dei documenti, dei supporti e degli atti concernenti dati e contenuti di conversazioni e comunicazioni, relativi al traffico telefonico e telematico, illecitamente formati o acquisiti -:
quali dati riservati illecitamente acquisiti, alla data odierna risultino, in qualunque procedimento, agli atti dell'autorità giudiziaria e sotto quale formato, in relazione a quanto dichiarato dalla procura della Repubblica di Milano con nota del 20 ottobre trasmessa al Ministro della giustizia e da quest'ultimo resa nota alla Commissione giustizia nella seduta dell'8 novembre 2006.
(5-00369)
LUSSANA e COTA. Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'Organizzazione Sindacale Nazionale del Corpo della Polizia Penitenziaria, O.S.A.P.P., già da diversi mesi e sin dal suo insediamento al Dicastero della Giustizia, le inoltra diverse segnalazioni circa lo stato di grave crisi in cui versa il personale della Polizia Penitenziaria delle Regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e Veneto, determinato in particolare dalle enormi disfunzioni in essere nei relativi istituti penitenziari;
rispetto al resto del territorio nazionale, infatti, in tali realtà regionali si assiste da tempo al ripetersi di gravi disattenzioni per quanto riguarda l'osservanza delle regole di equità nel trattamento del personale, in riferimento soprattutto agli orari di lavoro, alle turnazioni, ai servizi notturni o di particolare gravosità, alla copertura delle festività, alla corresponsione degli straordinari e degli emolumenti necessari a coprire i servizi di missione o altre adempienze;
l'O.S.A.P.P. ha avuto modo più volte di segnalare come spesso l'assegnazione di mansioni di responsabilità appaia avvenire in dispregio delle regole di trasparenza nella determinazione degli incarichi;
l'amministrazione penitenziaria provvede troppo spesso a dirimere le vertenze di lavoro ricorrendo a procedimenti disciplinari piuttosto che operando un'attenta valutazione e gestione del personale disponibile;
in assenza di ogni confronto, sono impedite le relazioni sindacali e la conclusione di specifici accordi di categoria e
nemmeno sembra definita l'attuazione del C.C.N.L. approvato con decreto del Presidente della Repubblica 164/2002 e dell'Accordo Quadro nazionale del 24 marzo 2006;
a fronte delle continue segnalazioni di malcontento e disagio espresse dal personale delle circoscrizioni penitenziarie del Piemonte, della Valle d'Aosta, della Lombardia e del Veneto, rispetto alle realtà di altre Regioni, i Dirigenti Generali ivi preposti in qualità di Provveditori Regionali rispondono invece con inerzia e indifferenza, finanche inadempienza, negando l'esistenza di problematicità e omettendo i dovuti controlli, soprattutto quando le richieste provengono da alcune sigle sindacali piuttosto che da altre; nonostante «proclami» propagandistici e campagne dirette ad esaltare i benefici del recente provvedimento di indulto anche per quanto riguarda la situazione lavorativa del personale addetto alle carceri, in realtà nessun miglioramento si è verificato in molte realtà territoriali quanto a vivibilità e condizioni di impiego degli addetti del Corpo;
nonostante sia da più parti ribadita la necessità che la Polizia Penitenziaria sia eretta verso nuove e più qualificate professionalità, nell'interesse della collettività e a fini di tutela della sicurezza negli istituti di detenzione, nessuna iniziativa è stata mai intrapresa onde individuare le precise responsabilità nella determinazione dello stato di fatto segnalato -:
si chiede al Ministro interrogato se sia a conoscenza delle gravi disfunzioni presenti presso gli istituti penitenziari delle Regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e Veneto e della conseguente situazione di preoccupante crisi in cui versa il personale del Corpo di Polizia ivi impiegato e quali indefettibili urgenti misure ed interventi risolutivi intenda adottare onde riparare ai problemi segnalati e ripristinare la regolarità nella gestione dell'amministrazione penitenziaria.
(5-00370)