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Allegato B
Seduta n. 65 dell'8/11/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta scritta:
COSTA e CAMPA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e della previdenza
sociale, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'Italia è estremamente estero-dipendente per l'energia, e da fonti in prevalenza fossili;
il prezzo del petrolio è in crescita da alcuni anni;
questo perché, secondo esperti sempre più ascoltati, il petrolio sta per raggiungere - o ha raggiunto - il suo cosiddetto «picco»; cioè il momento in cui ne è o ne sarà stata estratta metà di quello disponibile sul pianeta, a costi di estrazione accettabili;
ciò ha avuto ovvie conseguenze sui prezzi delle altre fonti fossili e dell'uranio e sulla loro stessa disponibilità;
in Italia, la quota di elettricità prodotta da fonte rinnovabile (tema di grande rilievo in relazione non solo agli impegni formali presi con la firma del Protocollo di Kyoto, ma anche alla sostanziale tutela dell'ambiente) è tutt'ora dovuta in larghissima parte a grandi centrali idroelettriche realizzate nella prima metà del secolo scorso, mentre lo sfruttamento dell'energia solare, da sempre trascurata nel «Paese del Sole», è oggi appena agli inizi e al momento di fatto bloccata perché le norme in vigore, ancorché recenti, si sono rivelate inadeguate alle potenzialità del mercato e non sono ancora state riviste;
tutto ciò è accaduto e accade quantunque da ben 14 anni gli utenti dell'energia elettrica italiani paghino pesanti sovrapprezzi, gli «A3», in favore proprio delle fonti rinnovabili, in forza della Legge n. 9/1991 e della delibera n. 6/1992 del Comitato Interministeriale Prezzi, delibera nota come «Cip6»;
nella XIV legislatura, nella seduta del 6 novembre 2003, la Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, ha denunciato politicamente che la maggior parte del gettito di quei sovrapprezzi, per un totale stimato in 60.000 (sessantamila) miliardi di vecchie lire è in realtà sempre andato a finanziare produttori di elettricità da fonti niente affatto rinnovabili ed anzi molto inquinanti; una grave stortura, tutt'ora in atto, le cui origini sono dettagliate nel verbale di quella seduta e dalla quale sono derivati casi clamorosi di sostanziale distrazione di denaro pubblico;
il 5 ottobre 2005, rispondendo a un lettore dell'Unità che lo aveva interrogato per lettera sui temi dell'energia, il prof. Romano Prodi aveva risposto scrivendo, fra l'altro, queste parole: «Poi, un grande programma per il solare: arrivare agli indici tedeschi non mi sembra un sogno. Eppure comporta più di centomila addetti in più in questo settore. Poi un po' di eolico, ma solo un po'. Quindi ricerca sulle biomasse»;
il successivo 9 ottobre, a Roma, intervenendo alla Convention dei «Verdi», l'attuale Presidente del Consiglio aveva ribadito la sua opinione favorevole all'energia solare, e al modo in cui la promuovono i tedeschi, dichiarando: «Sul solare fotovoltaico bisogna almeno eguagliare la Germania»;
la Germania, quantunque dotata di 20 centrali nucleari e di enormi giacimenti di carbone, ha iniziato a promuovere la produzione diffusa di elettricità da fonte solare fin dal 1991-92 (la stessa epoca di inizio, in Italia, del malaugurato «regime Cip6»), con un primo programma per 1.000 tetti fotovoltaici», poi con un secondo per 10.000 tetti fotovoltaici» e poi con l'attuale, che l'ha portata a essere seconda solo al Giappone come produttrice di materiali FV (fotovoltaici) - essendo partita praticamente da zero - e la prima come mercato FV; il che le ha anche consentito di creare effettivamente nel settore molte decine di migliaia di nuovi posti di lavoro;
la Germania ha finanziato tutto ciò imponendo ai propri utenti elettrici sovrapprezzi di scopo simili agli «A3» italiani nel tipo, ma non nell'importo, molto minore (pari a poco più della metà), né nell'impiego del gettito, là sempre gestito in rigorosa conformità alle finalità dichiarate;
alla fine del 2005, la diffusione di impianti fotovoltaici funzionanti in Germania era di 17,32 Watt per abitante; in Italia era di soli 0,64 Watt per abitante;
in Germania, le norme più recenti sul finanziamento degli impianti a fonti rinnovabili sono contenute nella norma EEG - Erneuerbare Energien Gesetz - versione 21 luglio 2004; essa riguarda il sovvenzionamento «in conto energia» di tutte le sette fonti rinnovabili definite tali dalla Direttiva 77 del 2001/CE, pur occupando uno spazio tipografico di poco superiore alle norme italiane vigenti per il «conto energia», che riguardano il solo fotovoltaico;
la legge EEG, pur essendo stata scritta per la terza potenza economica mondiale, o forse proprio per questo, è di una semplicità esemplare e la dimostrazione più chiara della sua efficacia sta negli eccezionali risultati raggiunti: la Germania è non solo seconda al mondo nel fotovoltaico, è anche prima al mondo nell'eolico -:
se per gli interessi energetici e ambientali italiani non si ritenga opportuno promuovere iniziative legislative finalizzate ad introdurre nel nostro ordinamento i principi e le norme che, mutuate dalla legislazione tedesca, si rendessero utili ed opportune per uno sviluppo delle fonti di energia rinnovabili.
(4-01540)