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Allegato B
Seduta n. 65 dell'8/11/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
ADOLFO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comune di Breil Sur Roya (Francia), e precisamente in località Piena Alta ai confini con il comune di Olivetta S. Michele, intende realizzare un centro di raccolta e smaltimento dei rifiuti all'interno dei Dipartimento delle Alpi Marittime;
l'area è ricca di corsi d'acqua che defluiscono nel torrente Bevera, maggiore affluente del Roya;
la zona interessata costituisce una zona di particolare pregio paesaggistico-ambientale, sito protetto in ragione della vegetazione esistente;
il comune di Olivetta S. Michele e l'Amministrazione provinciale hanno già espresso parere negativo anche in ordine ai possibili rischi geologici -:
se non intenda intervenire nei confronti dell'omologo Ministro francese, manifestando la contrarietà al progetto di realizzazione del centro di stoccaggio di rifiuti, che contrasta con il contesto geologico, idrogeologico e ambientale dell'area.
(5-00365)
LOMAGLIO, MARIANI, GENTILI, VIOLANTE, LUMIA e LONGHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nell'area portuale di Trapani, interessata dallo svolgimento delle pre-regate della Coppa America, è stata disposta la non esecuzione dei lavori di dragaggio del porto appaltati dell'Autorità Portuale di Trapani, a seguito di analisi svolte sulla caratterizzazione del materiale presente nei fondali dell'area portuale;
sulla stampa sono più volte comparse notizie sull'alto grado di contaminazione dei sedimenti marini e dei fanghi di dragaggio del porto di Trapani;
nell'ambito di un procedimento giudiziario una perizia ha provato in maniera chiara la presenza di sostanze pericolose (come Idrocarburi, PCB, IPA) tra i materiali di scavo posti sotto sequestro, l'avvenuta escavazione dei fondali marini senza la preventiva caratterizzazione prevista dal decreto ministeriale del 24 gennaio 1996 e
contro le stesse disposizioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -:
quali provvedimenti intenda assumere il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, dinnanzi all'accertata movimentazione dei sedimenti marini nell'ambito dei lavori di costruzione delle opere portuali appaltate in occasione della Coppa America.
(5-00366)
PICANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella popolosa contrada di Panaccioni del Comune di Cassino, alcuni anni fa, sotto l'emergenza, si è costruita una discarica per Rifiuti sociali urbani, con conseguenti rischi per l'ambiente, e con la necessità di provvedere alla modifica del relativo sito -:
se non intenda adottare iniziative volte ad inserire il sito in questione tra quelli da bonificare di interesse nazionale, in modo che il medesimo possa essere bonificato e i moltissimi cittadini che abitano nelle vicinanze possano essere tranquillizzati.
(5-00367)
Interrogazioni a risposta scritta:
SGOBIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei Ministri ha reso noto di aver istituito una «cabina di regia» per coordinare le decisioni sulle richieste di autorizzazione pervenute per la realizzazione di impianti di rigassificazione di GNL (Gas Naturale Liquefatto) da localizzare nel nostro Paese;
da notizie in possesso dell'interrogante risulta che presso i Ministeri competenti e alcune Regioni è stato già consegnato un discreto numero di domande di realizzazione di nuovi terminali marittimi e di relativi stabilimenti per la rigassificazione di GNL - oltre al potenziamento di quello già esistente a Panigaglia alla Spezia - per iniziativa di varie società [Adriatic Lnc della Qatar Petroleum, Exxon-Mobil e Edison a Porto Viro (Rovigo); Brindisi LNG (British Gas Italia ed Enel) a Brindisi; OLT Offshore LNG Toscana a Livorno; Edison, BP e Solvay a Rosignano Marittimo (Livorno); LNG Med Gas Terminal s.r.l. a San Ferdinando (Reggio Calabria); Petrolifera Gioia Tauro a Gioia Tauro; società Nuove energie s.r.l. di Erg Power & Gas e Shell Energy Italia ad Augusta Melilli-Porto Empedocle (Agrigento); Gas Natural International (MEDEA) a Taranto; Gas Natural International a Trieste; Alpi Adriatico s.r.l. (Endesa Italia s.p.a.) nel golfo di Trieste; Erg e Shell a Priolo; Edison Stoccaggio a San Potito e Cotignola (Ravenna)] per un totale stimabile in oltre 90 miliardi di Nm3 (normal metro cubo) anno di rigassificazione;
il nostro Paese è già interconnesso alla rete internazionale dei gasdotti dalla Algeria (TTPC), dalla Federazione Russa transitando per l'Austria (Tag) e dal Nord Europa (Tenp/Transitgas) tramite i quali è fino ad oggi stata possibile la fornitura di circa 74 miliardi di Nm3 di gas all'anno, necessari a soddisfare la domanda nazionale eccedente le modeste riserve interne (circa 12 miliardi di Nm3);
i giacimenti di gas naturale esistenti in Russia e nel Nord Africa costituiscono le riserve tra le più ricche del pianeta e l'unico impedimento fisico ad un loro maggiore utilizzo deriva da alcune strozzature nelle linee dei metanodotti esistenti che comunque sono in fase di potenziamento con una aggiunta di 13 miliardi di Nm3/anno;
è in fase di ultimazione un nuovo metanodotto dalla Libia alla Sicilia (la cui potenzialità sarà già il prossimo inverno di 8 miliardi di Nm3);
è in fase di avvio la realizzazione di un metanodotto dall'area del Caspio transitando
per la Grecia (la cui potenzialità al 2008 sarà di 10 miliardi di Nm3);
è in fase di avanzata progettazione un gasdotto (Galsi) dall'Algeria alla Toscana transitando per la Sardegna (con una potenzialità di altri 10 miliardi di Nm3);
sono in fase di progettazione due nuovi gasdotti dall'Albania (Tap) e dall'Austria (Interconnector Tyrol);
da un rapporto sui futuri scenari energetici preparato dell'ENI si evince che, in Italia, già nel 2007, l'offerta risulterà in eccesso, tanto che alcuni analisti hanno parlato dell'esistenza di una «bolla del gas» sui mercati;
l'Autorità Antitrust ha inflitto una multa all'Eni di 290 milioni di euro per abuso di posizione dominante sul mercato del gas naturale per aver ostacolato l'ingresso dei suoi concorrenti sul mercato nazionale e in particolare perché gli atteggiamenti di Snam Rete Gas (ancora controllata da Eni) avrebbero determinato un mancato afflusso di gas naturale ritardando il potenziamento delle condotte dal Nord Africa;
l'Autorità per l'Energia ha denunciato l'esistenza di «una strategia di contenimento dell'offerta posta in atto negli ultimi anni dall'operatore dominante»;
tale sistema definito di gaming the market (manipolazione dei mercato) al fine di aumentare i prezzi all'ingrosso e, di riflesso, le tariffe all'utenza finale, tant'è che in Italia si è registrato un aumento del 14 per cento in meno di due anni;
la modalità di utilizzazione del gas naturale tramite procedimento di liquefazione e trasporto con navi metaniere criogeniche, che consentono il mantenimento di temperature a -161o, è sicuramente il più dispendioso in termini di impieghi energetici e tale, quindi, da dissipare maggiormente, a parità di utilizzo energetico, le riserve di gas naturale e di accelerarne l'esaurimento;
il bilancio energetico negativo della tecnologia prescelta verrebbe in parte mitigato solo sfruttando il salto entalpico tramite recupero del calore disperso nel processo di rigassificazione attraverso «pozzi di calore»;
secondo alcuni studi tecnici, il trasporto del gas naturale via mare sarebbe anche il più economicamente oneroso contribuendo fino al 30 per cento del costo complessivo della fornitura e il vantaggio economico del GNL rispetto al tradizionale metanodotto si verificherebbe solo per distanze superiori ai 3.800 chilometri;
il 70 per cento circa dell'energia elettrica italiana è prodotta utilizzando come fonte primaria il gas naturale, quota destinata ad aumentare con la realizzazione di una moltitudine di nuove centrali turbogas;
i «picchi» di domanda di gas metano in Italia si verificano nei periodi invernali, durano dai 15 ai 20 giorni (400 milioni di metri cubi al giorno) e richiedono, quindi, un surplus di forniture pari a circa il 10 per cento del fabbisogno annuale (lo scorso anno i consumi hanno superato 85 miliardi di Nm3), quantità che sembrano compatibili con le capacità di stoccaggio e di modulazione del sistema di distribuzione nazionale (anch'essi gestiti da Snam rete gas);
i nuovi terminali di rigassificazione di cui si parla in Italia sono per lo più piattaforme e strutture di stoccaggio off shore di enormi dimensioni, vere isole artificiali (nel caso di Porto Viro la piattaforma sarà lunga 180 metri, larga 88 e alta 57, per una superficie di 15.000 mq), collocate a varie distanza dalla costa e collegate alla terraferma tramite gasdotti. Attualmente nel mondo sono in funzione una cinquantina di tali impianti, ma di dimensioni diverse e quasi mai collocati in mare aperto;
tali strutture costituiscono una seria limitazione alla navigazione e alla pesca per alcune decine di chilometri quadrati all'intorno;
le molecole di metano presentano una fortissima instabilità chimica e la loro concentrazione tramite liquefazione aumenta la rischiosità di esplosione. Gli effetti di una esplosione su una superficie marina sono stati studiati e documentati dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente del governo degli Stati Uniti, concludendo che la collocazione a mare di tali impianti appare come la più rischiosa;
il transito delle navi gasiere crioniche dovrà essere regolato da apposite norme internazionali di sicurezza, così come va ricordato che i relativi approdi e stoccaggi rientrano nell'elenco degli impianti definiti a rischio di grandi incidenti industriali, secondo le direttive Seveso;
gli impianti di rigassificazione usano nei circuiti di riscaldamento enormi quantità di acqua marina addizionata con sostanze inibenti la vegetazione (cloro) e restituita al mare con una temperatura inferiore di oltre 6 gradi centigradi rispetto al normale marino con effetti non facilmente prevedibili sulla flora e la fauna;
nella procedura di esame ed autorizzazione (conferenza dei servizi e VIA) di tutti i progetti presentati non è stata applicata la Convenzione di Aarhus (recepita con legge n. 108 del 2001) e la normativa Seveso II che prevedono la più ampia informazione al pubblico e coinvolgimento delle popolazioni interessate, in alcuni casi nemmeno degli organi elettivi locali rappresentativi della sovranità popolare -:
se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze e salvaguardando l'autonomia delle regioni:
utile e necessario che il nostro Paese si doti di un piano energetico-ambientale, propedeutico a qualsivoglia decisione operativa, tale da costituire per tutti gli operatori pubblici e privati un quadro di riferimento strategico attendibile circa i fabbisogni reali di energia di cui necessita il sistema economico italiano, articolato per le diverse fonti di approvvigionamento possibili (petrolio, carbone, gas naturale, idroelettrico, geotermico, rinnovabili) a seconda delle diverse domande di utilizzazione finale (industriali, trasporti, civili, eccetera) mirando, principalmente, a porre in atto quelle strategie che orientino i consumi riducendo i fabbisogni e allunghino la durata delle riserve energetiche primarie non rinnovabili, ovunque esse si trovino;
evitare, nel delicato quadro geopolitico internazionale, di alimentare una guerra commerciale dei prezzi del gas naturale esacerbando la concorrenza tra i diversi paesi fornitori (Qatar, Nigeria, Indonesia, Trinidad e altri, da una parte, Federazione Russa, Algeria e altri dall'altra), dimenticando gli insegnamenti di Enrico Mattei sulla necessità di mantenere nel lungo periodo rapporti collaborativi e di reciproca convenienza con tutti i paesi fornitori di energia e di materie prime, quando auspicava il raggiungimento di un patto «volto al mantenimento della pace, al benessere di chi quella risorsa (i combustibili fossili) possiede per dono della natura e chi la utilizza per forza della sua industria»;
escludere che l'Italia possa diventare una piattaforma di transito, gestita e controllata da imprese straniere, per l'approdo, lo stoccaggio e la commercializzazione di gas naturale ad uso e consumo delle aree economiche del centro Europa;
assumere iniziative normative per sottoporre l'intero processo tecnologico di utilizzazione del gas naturale tramite liquefazione e rigassificazione ad una attenta valutazione strategica di impatto ambientale in modo da poter confrontare i diversi sistemi di approvvigionamento, trasporto e distribuzione sia in termini di rischiosità che di costi;
assumere iniziative normative per sottoporre ogni singolo progetto di nuovo impianto ad una procedura rigorosa di valutazione di impatto ambientale, escludendo pericolose semplificazioni, come quelle previste dalla «legge obiettivo» sulle grandi opere;
evitare che il mare possa essere oggetto di colonizzazione e lottizzazione per l'insediamento di stabilimenti industriali ritenuti pericolosi e potenzialmente nocivi, già rifiutati dalle comunità locali in terraferma; per di più gestiti da imprese private la cui missione è massimizzare i propri profitti;
opportuno sospendere per autotutela legale l'efficacia delle autorizzazioni ministeriali già rilasciate per la realizzazione degli impianti di rigassificazione nei casi in cui su di esse gravi un contenzioso giurisdizionale che possa concludersi con il loro annullamento; ciò per evitare la realizzazione di impianti che potrebbero essere ritenuti illegittimi dai tribunali, e per evitare che i destinatari delle autorizzazioni annullate possano richiedere il risarcimento dei danni allo Stato, per i denari inutilmente spesi;
opportuno sospendere l'iter delle autorizzazioni in corso onde verificare la conformità delle procedure autorizzative in ordine al mancato rispetto delle procedure seguite nelle autorizzazioni nei riguardi delle Direttive Europee in particolare della Convenzione di Aarhus e della Seveso II che prevedono la consultazione della popolazione, «qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti» rispetto una procedura;
informare le procedure di autorizzazione degli impianti di rigassificazione ai criteri della concorsualità e della par condicio tra gli interessati, così da evitare l'autorizzazione «a domanda» e l'assegnazione di aree demaniali, addirittura marine, secondo il criterio di chi le richiede per primo.
(4-01525)
CRAPOLICCHIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 30 ottobre 2006, nel corso di un'esercitazione interna all'Istituto Enea nella sede della Casaccia a Roma, a causa di un disguido tecnico, si è verificata un'esplosione per eccessivo rilascio di anidride carbonica;
da quanto si apprende da organi di stampa, nel corso dell'esercitazione interna della squadra aziendale dei vigili del fuoco, durante una prova di «spegnimento», è stato utilizzato l'impianto fisso e c'è stato «un eccesso di rilascio che ha provocato un sovrappressione»;
l'eccesso di anidride carbonica, provocando l'esplosione avrebbe causato l'abbattimento di due porte di disimpegno non lontane dal deposito di plutonio;
gli esperti sostengono che non c'è stato alcun allarme, visto che non è stato chiesto nemmeno l'intervento dei Vigili del fuoco del Comando Provinciale di Roma;
il 4 ottobre 2006 era già stata denunciata una fuoriuscita di plutonio dalla Casaccia, a seguito di un incidente avvenuto la scorsa primavera durante alcune operazioni di bonifica;
tale incidente è avvenuto in un deposito dove erano presenti centinaia di bombole antincendio piene di CO2, insieme a numerosi contenitori di plutonio, con conseguenti elevati livelli di rischio ambientale;
da parte della Sogin, società che gestisce l'impianto, non si è verificata alcuna anomalia e non c'è nessun pericolo di contaminazione;
da notizie in possesso dell'interrogante, risulta che sono stati predisposti prelievi sul personale e su i tutti i lavoratori presenti, per accertare se si sia verificata la contaminazione -:
come il Ministro, secondo le proprie prerogative, intenda intervenire per fare piena luce sull'accaduto e, in particolare, per verificare se si sia trattato di un semplice errore procedurale o se si tratti di inadeguata preparazione del personale addetto allo svolgimento di tali esercitazioni.
(4-01533)