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Allegato B
Seduta n. 68 dell'11/11/2006
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
SCOTTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la privatizzazione della quasi totalità del sistema delle Partecipazioni Statali doveva rispondere ad una serie di obiettivi, tra i quali:
1. Riduzione del Debito Pubblico;
2. Il generale sviluppo dell'economia italiana;
a distanza di quasi venti anni dall'avvio del processo di privatizzazione, nessuno di questi obiettivi appare raggiunto. Il debito pubblico, che risultava enormemente superiore ai potenziali introiti delle privatizzazioni, è ripreso a crescere; alcuni importanti settori di attività produttive o di servizio sono passati o stanno passando sotto il controllo di centri decisionali non italiani (SME, Autostrade), o hanno registrato fallimenti (Cirio), in altri casi (Siderurgia, Banche e Telecomunicazioni) l'aumento di redditività è stato conseguito con drastiche riduzioni occupazionali o con il blocco degli investimenti. Non sembra quindi che il processo di privatizzazione abbia dato i risultati sperati;
appare dunque lecito chiedersi a quale logica risponda la ipotizzata privatizzazione di Fincantieri. Limitando l'analisi ai dati più recenti si può notare come il valore della produzione nel periodo 1999/2004 sia passato da 1.778 a 2.177 milioni di euro, con un incremento del 22,4 per cento superiore, sia pur di poco, all'inflazione, allo stesso tempo il valore aggiunto è aumentato da 236 a 567 milioni di euro + 40,2 per cento. Più che raddoppiato il valore aggiunto per addetto: da 25.000 a 61.000 milioni di euro. Questi positivi risultati sono stati conseguiti senza consistenti riduzioni di occupazione, passata dal 1999 al 2004 da 9.693 a 9.266 unità (- 4,4 per cento). Consistente è stato anche il miglioramento economico. La privatizzazione della Fincantieri potrebbe essere realizzata secondo diverse modalità:
a) Quotazione in Borsa della maggioranza delle azioni;
b) Cessione diretta ad un investitore «strategico»;
c) Cessione ad un investitore «speculativo»;
nell'ipotesi a) gli effetti della eventuale quotazione in borsa del pacchetto in possesso del Ministero del Tesoro sarebbero sicuramente negativi sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista occupazionale e sociale. Infatti, se da un lato tale vendita potrebbe portare ad un ricavo dell'ordine di 1.500 milioni di euro, cifra la cui entità non è sufficiente a ridurre sensibilmente l'indebitamento dello Stato, dall'altro si avrebbero gravi conseguenze sia per l'occupazione diretta (9.250 addetti) sia per la consistente occupazione indotta (15/18 mila lavoratori);
l'ipotesi b) consiste nella cessione diretta ad un socio strategico interessato alla continuazione dell'attività cantieristica. A parte la difficoltà di trovare un investitore di questo genere, che difficilmente potrebbe essere italiano, si possono prospettare scenari diversi, ma tutti sfavorevoli ad una permanenza dell'attività cantieristica italiana nelle sue dimensioni attuali. La Fincantieri opera oggi su una molteplicità di unità produttive sia pure diversamente specializzate; è evidente che il nuovo investitore provvederebbe ad una razionalizzazione e ad una concentrazione di attività, con inevitabili perdite occupazionali. Per le commesse civili non si può
escludere che l'eventuale investitore provveda a delocalizzare verso paesi a minor costo del lavoro progressivamente sempre più ampie fasi di lavorazione, mantenendo in Italia le sole attività di progettazione; realizzando allo stesso tempo liquidità non irrilevanti con la cessione e la valorizzazione del consistente e pregiato patrimonio immobiliare della Fincantieri;
nell'ipotesi c), infine, con la possibilità di cessione ad un investitore speculativo, l'attività cantieristica verrebbe gradualmente abbandonata, con il completamento delle commesse a portafoglio, mentre verrebbero valorizzate le consistenti attività patrimoniali della Fincantieri: come già avvenuto in molti casi in altri paesi le installazioni cantieristiche verrebbero trasformate in attività turistiche, o comunque cedute per essere destinate ad attività diverse. Nel caso della Fincantieri, operazioni di questo genere potrebbero risultare estremamente proficue, data la presenza della società in località di grande potenzialità turistico/commerciale (Castellammare di Stabia, Marghera, etc.);
in conclusione, tenendo conto dei deludenti risultati delle privatizzazioni realizzate negli ultimi anni, si può ritenere che l'eventuale privatizzazione della Fincantieri, tramite quotazione in Borsa o cessione diretta, non solo non porterebbe ad una apprezzabile riduzione del Debito Pubblico, ma comporterebbe con ogni probabilità un degrado produttivo ed occupazionale del sistema paese, ed una consistente nuova riduzione della sua base industriale -:
se il Ministro intenda esprimere con chiarezza quali iniziative ha intenzione di assumere il Governo in merito alla questione proposta nella presente interrogazione.
(4-01604)