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Allegato B
Seduta n. 71 del 14/11/2006
TESTO AGGIORNATO AL 15 NOVEMBRE 2006
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la provincia autonoma di Bolzano, con delibera dell'11 agosto 2006, ha previsto l'istituzione di un servizio di informazioni telefoniche cosiddetti call center finalizzato ad una campagna informativa definita «Missione Aria pulita»;
vi è esplicita previsione che il servizio debba essere svolto da operatori che conoscano le lingue ufficiali (italiano e tedesco) e il dialetto locale, ossia un idioma
tedesco molto particolare che si caratterizza per la specificità territoriale che varia a seconda delle valli in cui esso viene parlato;
la non comprensione del dialetto locale da parte del personale del call center produce la risoluzione del contratto da parte dell'amministrazione appaltante;
dalla vicenda è facilmente desumibile che i futuri operatori del call center potranno essere soltanto i cittadini di lingua tedesca che comprendono il dialetto locale, creando una evidente ingiustizia agli aspiranti lavoratori italiani;
l'articolo 99 dello statuto di autonomia parifica la lingua tedesca a quella italiana;
a quanto risulta all'interrogante, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato ad impugnare la delibera della Provincia autonoma di Bolzano davanti al TAR, ai sensi dell'articolo 32-ter del Decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976 -:
se l'Avvocatura dello Stato abbia provveduto ad impugnare la delibera della Provincia autonoma di Bolzano dell'11 agosto 2006.
(4-01630)
FORGIONE e DIOGUARDI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la gestione del sistema idrico integrato, nell'ambito territoriale di Ragusa, comprende la presenza di un socio privato, dei comuni di zona e della provincia di Ragusa;
la scelta della gestione mista del sistema idrico integrato in ambito territoriale ragusano, presenterebbe delle anomalie legate prevalentemente alla grande massa di denaro pubblico finanziato con cui si dovrà ristrutturare e gestire la rete idrica provinciale;
si tratta di un finanziamento complessivo di 63,8 milioni di euro dei quali 44,6 a fondo perduto;
nel luglio del 2006 venivano nominati dal Presidente della provincia di Ragusa, i componenti del seggio di gara per la scelta del socio privato dell'Ambito territoriale ottimale idrico di Ragusa e, successivamente, venivano chiamati a far parte del seggio di gara il professor Gianfranco Polillo, (università di Napoli), il professor Francesco Patania (università di Catania) e l'ingegner Giuseppe Patti (comune di Modica);
i tre componenti venivano nominati su proposte avanzata dai sindaci dei comuni iblei, componenti la conferenza, ma per tale nomina non esisteva e non esiste a tutt'oggi nessun atto deliberativo;
le imprese che presentavano la documentazione relativa all'offerta per far parte della futura società erano un Raggruppamento Temporaneo d'Imprese (RTI) a cui faceva capo la spagnola Aqualia, un RTI a cui faceva capo la Acoset di Catania ed un RTI a cui faceva capo la Saceccav di Desio;
il 30 ottobre 2006 il professor Francesco Patania si è dimesso da componente del seggio di gara per i forti contrasti che si sono acuiti dopo la decisione di non ammettere alla gara pubblica il RTI Saceccav;
il presidente della provincia di Ragusa, in qualità di coordinatore della conferenza dei sindaci - pur rimanendo in attesa di una relazione da parte del dirigente preposto all'Ato - starebbe per nominare il professor Renato Gavasci dell'università Tor Vergata di Roma al posto del dimissionario, professor Francesco Patania;
il professor Francesco Patania successivamente all'accaduto inviava alla procura della Repubblica di Ragusa tutti gli atti afferenti l'esclusione del RTI Saceccav;
con l'esclusione della Saceccav sono rimasti in gara l'Acoset (già socia privata dell'Ato 2 di Catania) e l'Aqualia (già socia privata dell'Ato di Caltanissetta);
pezzi strategici di rete dei sistemi idrici della provincia di Caltanissetta, ed in particolare il dissalatore di Gela, sono gestiti dalla società Di Vincenzo S.p.A., di proprietà dell'ingegner Pietro Di Vincenzo, azienda avente rapporti con le imprese della famiglia Pisante che controlla la Galva S.p.A. impresa che a sua volta appartiene all'RTI di Aqualia che detiene il 49 per cento dell'Ato di Caltanissetta;
la famiglia Pisante oltre ad essere presente nella Galva S.p.A. è anche presente nella Sicil Power S.p.A., tramite la controllata Altecoen, dove è presente anche la D.B. Group che, a quanto consta all'interrogante, fa parte del RTI Acoset contrapposto, per l'ATO idrico di Ragusa, al RTI Aqualia;
le imprese della famiglia Pisante sono oggetto di inchiesta in diverse procure italiane (Milano, Monza, Catania e Savona), per reati di associazione mafiosa, così come si evince da notizie apparse sulla stampa;
l'ingegner Di Vincenzo è stato arrestato e condannato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa alla pena di un anno e otto mesi con la sospensione condizionale, ma, a quanto risulta all'interrogante, soggetto a sorveglianza speciale;
l'impresa Di Vincenzo S.p.A. e la CG Costruzioni s.r.l., di proprietà del geometra Santo Cutrone, nel 2005 costituivano una Associazione Temporanea d'Impresa (ATI) con cui partecipavano a diverse gare d'appalto: comune di Mistebianco, Porto di Pozzallo e altri comuni viciniori;
il geometra Cutrone, presidente provinciale dell'ANCE, si è più volte espresso a favore della società mista Ato idrico Ragusa e la sua impresa sarebbe vicina alla cordata Acoset, in quanto lo stesso è componente del consiglio d'amministrazione della Banca Agricola Popolare di Ragusa che fa parte del RTI Acoset;
gli evidenti punti di contatto tra le RTI partecipanti alla scelta del socio privato dell'Ato idrico di Ragusa, hanno fatto scaturire quei dubbi che inducevano uno dei componenti del seggio di gara, professor Francesco Patania, a dimettersi -:
quali interventi urgenti il Ministro dell'interno intenda porre in essere in merito alla vicenda suddescritta;
se i Ministri interrogati, nelle rispettive competenze, non intendano attivarsi perché si proceda alla sospensione della gara al fine di avviare tutti i controlli necessari che possano far luce sui reali rischi di infiltrazione mafiosa.
(4-01633)
NUOVA FORMULAZIONE
FORGIONE e DIOGUARDI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la gestione del sistema idrico integrato, nell'ambito territoriale di Ragusa, comprende la presenza di un socio privato, dei comuni di zona e della provincia di Ragusa;
la scelta della gestione mista del sistema idrico integrato in ambito territoriale ragusano, presenterebbe delle anomalie legate prevalentemente alla grande massa di denaro pubblico finanziato con cui si dovrà ristrutturare e gestire la rete idrica provinciale;
si tratta di un finanziamento complessivo di 63,8 milioni di euro dei quali 44,6 a fondo perduto;
nel luglio del 2006 venivano nominati dal Presidente della provincia di Ragusa, i componenti del seggio di gara per la scelta del socio privato dell'Ambito territoriale ottimale idrico di Ragusa e, successivamente, venivano chiamati a far parte del seggio di gara il professor Gianfranco Polillo (università di Napoli), il professor Francesco Patania (università di Catania) e l'ingegner Giuseppe Patti (comune di Modica);
i tre componenti venivano nominati su proposta avanzata dai sindaci dei comuni iblei, componenti la conferenza, ma per tale nomina non esisteva e non esiste a tutt'oggi nessun atto deliberativo;
le imprese che presentavano la documentazione relativa all'offerta per far parte della futura società erano un Raggruppamento Temporaneo d'Imprese (RTI) a cui faceva capo la spagnola Aqualia, un RTI a cui faceva capo la Acoset di Catania ed un RTI a cui faceva capo la Saceccav di Desio;
il 30 ottobre 2006 il professor Francesco Patania si è dimesso da componente del seggio di gara per i forti contrasti che si sono acuiti dopo la decisione di non ammettere alla gara pubblica il RTI Saceccav;
il presidente della provincia di Ragusa, in qualità di coordinatore della conferenza dei sindaci - pur rimanendo in attesa di una relazione da parte del dirigente preposto all'Ato - starebbe per nominare il professor Renato Gavasci dell'università Tor Vergata di Roma al posto del dimissionario, professor Francesco Patania;
il professor Francesco Patania successivamente all'accaduto inviava alla procura della Repubblica di Ragusa tutti gli atti afferenti l'esclusione del RTI Saceccav;
con l'esclusione della Saceccav sono rimasti in gara l'Acoset (già socia privata dell'Ato 2 di Catania) e l'Aqualia (già socia privata dell'Ato di Caltanissetta); pezzi strategici di rete dei sistemi idrici della provincia di Caltanissetta, ed in particolare il dissalatore di Gela, sono gestiti dalla società Di Vincenzo S.p.A., di proprietà dell'ingegner Pietro Di Vincenzo, azienda avente rapporti con le imprese della famiglia Pisante che controlla la Galva S.p.A. impresa che a sua volta appartiene all'RTI di Aqualia che detiene il 49 per cento dell'Ato di Caltanissetta;
la famiglia Pisante oltre ad essere presente nella Galva S.p.A. è anche presente nella Sicil Power S.p.A., tramite la controllata Altecoen, dove è presente anche la D.B. Group che, a quanto consta all'interrogante, fa parte del RTI Acoset contrapposto, per l'ATO idrico di Ragusa, al RTI Aqualia;
le imprese della famiglia Pisante sono oggetto di inchiesta in diverse procure italiane (Milano, Monza, Catania e Savona), per reati di associazione mafiosa, così come si evince da notizie apparse sulla stampa;
l'ingegner Di Vincenzo è stato arrestato e condannato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa alla pena di un anno e otto mesi con la sospensione condizionale, ma, a quanto risulta all'interrogante, soggetto a sorveglianza speciale;
l'impresa Di Vincenzo S.p.A. e la CG Costruzioni s.r.l., di proprietà del geometra Santo Cutrone, nel 2005 costituivano una Associazione Temporanea d'Impresa (ATI) con cui partecipavano a diverse gare d'appalto: comune di Misterbianco, Porto di Pozzallo e altri comuni viciniori;
il geometra Cutrone, presidente provinciale dell'ANCE, si è più volte espresso a favore della società mista Ato idrico Ragusa e la sua impresa sarebbe vicina alla cordata Acoset, in quanto lo stesso è componente del consiglio d'amministrazione della Banca Agricola Popolare di Ragusa che fa parte del RTI Acoset;
gli evidenti punti di contatto tra le RTI partecipanti alla scelta del socio privato dell'Ato idrico di Ragusa, hanno fatto scaturire quei dubbi che inducevano uno dei componenti del seggio di gara, professor Francesco Patania, a dimettersi -:
quali interventi urgenti il Ministro dell'interno intenda porre in essere in merito alla vicenda suddescritta;
se i Ministri interrogati, nelle rispettive competenze, non intendano attivarsi perché si proceda alla sospensione della gara al fine di avviare tutti i controlli necessari che possano far luce sui reali rischi di infiltrazione mafiosa.
(4-01633)
PATARINO, ANTONIO PEPE, AMORUSO, LISI e BUONFIGLIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la declaratoria di dissesto finanziario del Comune di Taranto ad opera del Commissario prefettizio sta provocando pesantissimi danni all'economia ed alla qualità della vita del Capoluogo jonico e, per inevitabile conseguenza, della sua intera Provincia, colpendo anche diritti elementari alla retribuzione del lavoro ed al conferimento di pubblici servizi;
tale declaratoria, ripetutamente reclamata dalle forze politiche della locale sinistra molto prima che il Commissario ne verificasse le condizioni, e decisa successivamente ad una serie di infruttuosi approcci con i Governi nazionale e regionale che, secondo l'interrogante, si sono nella sostanza defilati rispetto alle gravi conseguenze sul presente e sul futuro della Comunità tarantina che essa comporta, sembra essere viziata da talune incomprensibili omissioni o discutibili valutazioni di cui di seguito si elencano soltanto quelle accertate e condivise da più parti:
a) nella elencazione delle cifre riportate della delibera di dissesto, che richiamano quelle della delibera commissariale
n. 227 del 13 ottobre 2006, attestante l'impossibilità di procedere al riequilibrio della gestione 2006, è indicata la somma di Euro 64 milioni 793.689 quali «debiti fuori bilancio in corso d'istruttoria per il riconoscimento», e cioè in sostanza debiti allo stato non riconosciuti che potrebbero anche non sussistere;
b) con deliberazione commissariale dell'11 ottobre 2006, è stato disposto il trasferimento all'AMIU SpA di beni per l'ammontare di 65 milioni di Euro, che risultano essersi misteriosamente dileguati solo pochi giorni dopo, quando si è ritenuto di non conferire alcun valore in sede di valutazione dell'attivo al 49 per cento delle azioni sociali della stessa AMIU, soltanto perché l'eventuale vendita di tali beni è stata inopinatamente ritenuta «non praticabile a breve»;
c) il patrimonio disponibile del Civico Ente è stato macroscopicamente sottovalutato ad Euro 44 milioni 385.413, a fronte di una stima, peraltro ancora parziale, per 276 milioni 355.866;
d) sono stati riportati a disavanzo di gestione per il 2006 almeno 20 milioni di euro che sono in realtà frutto della mancata attuazione, ad opera della gestione commissariale, del «Piano di risanamento» adottato dal Consiglio Comunale prima del suo scioglimento;
a fronte di questi e di altri analoghi gli interroganti avanzano il dubbio che la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Taranto, con le sue pesantissime conseguenze, sia stata in realtà affrettata e fors'anche ingiustificata tal da far pensare che su di essa abbia svolto una funzione decisiva la grande spinta impressa da talune forze politiche;
tale inquietante dubbio degli interroganti pare sia avvalorato dalla nomina alla guida della Commissione di liquidazione del prof. Francesco Boccia, già aspirante alla candidatura dell'«Unione» per la Presidenza della Regione Puglia ed Assessore nella Giunta di sinistra del Comune di Bari ed attualmente diretto collaboratore del Presidente Prodi -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere per verificare la fondatezza della dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Taranto a fronte delle suddette comunicazioni, e comunque per rimuovere i pesanti dubbi che su di essa stanno crescendo in significative componenti della popolazione tarantina, secondo gli interroganti con gravissimo nocumento per la credibilità ed il prestigio complessivo delle nostre Istituzioni.
(4-01634)