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Allegato B
Seduta n. 72 del 15/11/2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
CASTIELLO e NESPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da quanto riferito (e riportato dagli organi di stampa), in occasione del suo intervento alla 23a Assemblea annuale dell'Associazione italiana dei comuni italiani (ANCI), del Ministro dell'interno, onorevole professor Giuliano Amato, dichiarava: «... Agli amici delle province ho detto: siete di fronte ad una zona grigia. Attenti a non caderci dentro, "stateve accuorte", perché se le province sono troppo piccole la concorrenza delle "Unioni comunali" può mettere a repentaglio la loro stessa esistenza...»;
quanto sancito all'articolo 3 (commi 3 e 5) ed all'articolo 32 del decreto legislativo n. 67 del 2000 (testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) circa le funzioni delle province ed i fini delle Unioni dei comuni, queste ultime nate, secondo lo scopo del legislatore, per ridurre la pletora dei piccoli comuni attraverso l'incentivazione all'accorpamento tra questi, così da costituire enti di maggiori dimensioni, capaci di un'organizzazione strutturale più efficiente ed in grado di meglio rispondere alle esigenze dei cittadini consentendo, inoltre, anche una maggiore razionalizzazione dei servizi conseguendo, in fine, notevoli economie di spesa;
le province, senza alcuna distinzione demografica, differentemente dalle «Unioni di comuni», sono enti autonomi costitutivi della Repubblica italiana (titolo V, articolo 114, della Costituzione italiana, così come sostituito dall'articolo 1 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3) e, pertanto, salvo modifiche costituzionali, queste resisteranno ad ogni nuova minaccia e pericolo di scioglimento o abolizione -:
se il Governo e, per esso, il Ministero dell'interno, abbia già assunto o stia per assumere provvedimenti circa il ridimensionamento delle funzioni amministrative delle province (di grandi o piccole dimensioni) procurandone di fatto una, seppur dolce, eutanasia (vista la «tutela» costituzionale che, ad oggi, non ne consente lo scioglimento) e se abbia comunicato o intenda comunicare alla Camera dei deputati documenti o notizie in merito a tale questione sulla quale, solamente pochi giorni fa, il Ministro onorevole Giuliano Amato ha voluto egli stesso riferire alla platea dell'Associazione nazionale dei comuni Italia.
(3-00393)
Interrogazioni a risposta scritta:
PISCITELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 29 del decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto Visco-Bersani), convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ha disposto la riduzione del trenta per cento della spesa rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005 «per organi collegiali ed altri organismi, anche monocratici, comunque denominati operanti nelle amministrazioni pubbliche» salvo alcune eccezioni espressamente previste;
le commissioni tributarie non sono comprese tra gli organi esclusi dall'applicazione della citata norma tanto che il Dipartimento delle politiche fiscali ha già bloccato sia pure in via provvisoria, in applicazione della anzidetta legge, la corresponsione ai giudici tributari dei compensi dovuti per il primo semestre 2006;
per realizzare le finalità di contenimento delle spese imposto, dalla citata legge, sono previsti regolamenti da emanarsi,
a breve scadenza, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 -:
se non ritengano i Ministri interrogati di dover assumere iniziative normative o formulare atti esplicativi per escludere la riduzione dei compensi, peraltro già eccessivamente modesti o addirittura irrisori, spettanti ai giudici tributari e di provvedere, invece, per il contenimento della spesa pubblica, alla soppressione e/o all'accorpamento di alcune Commissioni tributarie e la riduzione del numero dei giudici tributari, corrispondenti alle reali esigenze della giustizia tributaria;
se non ritengano opportuno, anche a tutela dell'indipendenza delle Commissioni tributarie, che le competenze concernenti le segreterie e l'organizzazione degli anzidetti organi di giurisdizione, come peraltro è previsto per altri organi di giurisdizione amministrativa, vengano trasferite alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
(4-01642)
PEDRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in Italia resta alta l'emergenza relativa al problema dell'incidentalità stradale che continua a far registrare un numero imbarazzante - per un paese civile - di morti e feriti sulle nostre strade;
il 50 per cento dei decessi causati da incidenti stradali colpisce persone con meno di 41 anni e il 25 per cento prima dei 23 anni;
negli ultimi 30 anni sono morti in Italia per incidente stradale circa 300 mila persone, di cui un terzo aveva tra 15 e 29 anni;
si calcola che i costi complessivi a carico del Servizio sanitario nazionale e dell'intero sistema paese si aggirino intorno 35 miliardi di euro l'anno;
nonostante l'Unione europea e i singoli Stati membri si siano impegnati a dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime della strada, l'obiettivo è ancora lontano e molto rimane da fare in particolare in Italia dove si è accumulato un consistente ritardo rispetto agli altri Paesi europei;
nonostante l'impegno del Governo, continua purtroppo a registrarsi una sostanziale carenza di azioni concrete atte a garantire una maggiore efficacia nella prevenzione dell'incidentalità stradale e una scarsa ottimizzazione di quelle già adottate;
tra queste rientra senza dubbio l'obbligo di evidenziare la sagoma dei mezzi lunghi e pesanti con strisce retroriflettenti che, introdotto nella passata legislatura anche grazie all'attuale maggioranza, rischia di essere sospeso a tempo indeterminato;
tale disposizione, già prorogata per ben tre volte a seguito di forti pressioni di alcune associazioni di categoria di autotrasportatori, può garantire un risparmio in termine di incidentalità, e quindi di morti e feriti, tra il 21 per cento e il 42 per cento come dimostra il recente rapporto promosso dalla Commissione europea al fine di misurarne l'efficacia -:
se il Governo intenda sospendere una misura - attesa ormai da molto tempo da milioni di cittadini utenti della strada - alla quale oltre il 60 per cento del parco circolante, del resto, ha già provveduto ad adeguarsi;
se si intendo procedere con l'attuazione di quanto previsto dalla legge italiana e dimostrare all'elettorato che la sicurezza stradale è tra le priorità dell'agenda politico-istituzionale del Paese.
(4-01649)