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Allegato A
Seduta n. 75 del 18/11/2006
TESTO AGGIORNATO AL 29 NOVEMBRE 2006
DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2007) (A.C. 1746-BIS)
(A.C. 1746-bis - Sezione 1)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria all'articolo 198 prevede che per incrementare il sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti è istituito presso il ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per le non autosufficienze», al quale è assegnata la somma di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009;
la legge 5 febbraio 1992, n.104 (articolo 39/1-ter) come modificata dalla legge 162 del 1998, prevede che «le regioni possono provvedere, sentite le rappresentanze degli enti locali e le principali organizzazioni dei privato sociale presenti sul territorio, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio (.,.) 1-ter) a disciplinare, allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell'autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici, le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, gestiti in forma indiretta, anche mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia»;
esiste una differenza fra l'assistenza personale e la tradizionale «assistenza», fra il modello medico e il modello sociale (appunto quello di Vita Indipendente) della disabilità. È dunque importante che il disabile possa esprimere quello che veramente vuole o di cui necessita. Vivendo una Vita Indipendente è in grado di dare e prendere coscienza delle proprie capacità e potenzialità. Disabili gravissimi mediante l'accesso ad Internet e grazie a programmi vocali riescono a socializzare e ad avere una vita propria ancorché dipendente da macchine e programmi per computer -:
impegna il Governo
affinché il Fondo per le non autosufficienze sia diretto anche a sostegno dei progetti e tecnologie che possano consentire la libertà dì parola, lettura, scrittura e comunicazione, nonché una vita indipendente, per consentire una piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica di persone che vivono con vari tipi di invalidità.
9/1746-bis/1. Poretti.
La Camera,
premesso che:
il capo IV del disegno di legge finanziaria in esame contiene misure di
riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica riferita agli enti territoriali, che incidono in diverse direzioni, sia attraverso la riduzione delle dimensioni territoriali degli enti locali, sia mediante la diminuzione dell'ammontare dei compensi e delle indennità dei componenti degli organi rappresentativi degli enti locali;
l'articolo 76 del disegno di legge finanziaria, nel recare norme sull'assetto organizzativo degli enti locali, rinvia alla riforma del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, con la finalità di una riduzione degli organi rappresentativi e di governo degli stessi;
il Governo presenterà un apposito disegno di legge delega collegato alla legge finanziaria, per la riforma del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e che dagli orientamenti dell'Esecutivo risulta che si procederà ad una drastica revisione dell'assetto organizzativo degli enti locali, con la soppressione degli organi collegiali e la conseguente concentrazione di funzioni negli organi monocratici e segnatamente nei sindaci;
riforme come quelle ventilate appaiono suscettibili di mettere a rischio sia la democraticità che l'efficienza dell'azione amministrativa degli enti territoriali -:
impegna il Governo
ad assicurare che le politiche di razionalizzazione dell'ordinamento degli enti locali non compromettano la sopravvivenza degli esecutivi collegiali nei piccoli comuni.
9/1746-bis/2. Maroni, Cota.
La Camera,
premesso che:
i commi 1, 2,3, 4, 5, 6 dell'articolo 16 del disegno di legge finanziaria. 2007 recano alcune disposizioni in materia di canoni demaniali marittimi finalizzate ad una revisione organica ed unitaria della materia;
le citate statuizioni assoggettano le strutture permanenti costituenti pertinenze demaniali marittime destinate ad attività commerciali a canoni annui commisurati ai valori correnti di mercato, secondo i parametri forniti dall'Osservatorio del Mercato immobiliare praticati nella zona debitamente e significativamente abbattuti;
tra le strutture permanenti possono rientrare anche impianti inamovibili nell'ambito delle attività. balneari e sportive dilettantistiche che assolvono a funzioni di pubblico interesse e favoriscono il turismo e la diffusione della pratica dello sport;
vi è la necessità di favorire e promuovere le predette iniziative, stante il rilievo sociale delle stesse;
impegna il Governo
ad assoggettare le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative aventi ad oggetto strutture e impianti pertinenziali nell'ambito delle attività balneari e sportive dilettantistiche, alla misura del canone annuo tabellare prevista all'articolo 1, lettera b), punto 1.3, dell'articolo 16 del disegno di legge finanziaria 2007,
9/1746-bis/3. Milana.
La Camera,
premesso che:
nella legge finanziaria all'attenzione dell'Aula sono state previste disposizioni inerenti all'edilizia universitaria;
tali disposizioni vanno nella direzione di facilitare la realizzazione o all'acquisto di immobili destinati alle esigenze di edilizia universitaria, e degli istituti pubblici di ricerca;
questo tipo di intervento non può che essere considerato lodevole e meritorio;
l'università e la ricerca hanno bisogno di essere sostenuti e difesi, è necessario andare incontro alle legittime richieste di una realtà complessa sulla quale comunque poggia il futuro del nostro Paese;
le strutture e gli strumenti di cui l'università necessita vanno continuamente mantenuti su un livello alto di prestazioni sufficientemente competitivo ;ed aggiornato, il nostro sistema Paese ha, infatti, proprio nelle università e nella ricerca uno strumento fondamentale per il suo concreto sviluppo;
è necessario, dunque, mettere in campo una serie di interventi mirati e di politiche attive finalizzati allo sviluppo di un sistema universitario coerente e capace di competere a livello internazionale;
il mondo universitario è, però, come detto, una realtà complessa che va affrontata tendendo presente le sue pèculiarità e le sue diversità legate al territorio su cui opera;
è necessario tenere presente che diverse Università hanno le loro sedi in strutture anche di carattere storico, e dunque, esposte, come altro non potrebbe essere, all'usura dei tempo che ne compromettono l'efficienza e la funzionalità,
in questo contesto non è fuorviante comprendere esplicitamente nelle misure a favore dell'edilizia universitaria anche il sostegno ad interventi di riqualificazione e ristrutturazione degli edifici interessati dalla presenza di sedi universitarie;
come detto molte strutture universitarie italiane hanno le loro sedi in palazzi storici o comunque d'epoca, tra queste sicuramente la Seconda Università degli Studi di Napoli (S.U.N.) di cui nel prossimo futuro una componente della facoltà di medicina sarà trasferita a Caserta, mentre la restante parte verrà trasferita nel complesso «Leonardo Bianchi» sito nella città di Napoli;
a tale scopo è stato necessario predisporre un progetto di ristrutturazione del sito in questione, progetto già approvato dagli organi competenti della Regione Campania,
impegna il Governo
ad esplicitare la necessità che rispetto alle esigenze dell'edilizia universitaria siano ricomprese non solo la facilitazione della realizzazione o dell'acquisto di immobili destinati alle esigenze di edilizia universitaria, ma anche le necessarie opere di riqualificazione e ristrutturazione ed in particolare a prevedere un apposito stanziamento finalizzato alla realizzazione del progetto relativo alla seconda università degli studi di Napoli, con particolare riferimento alle opere di ristrutturazione necessarie a seguito del trasferimento della Facoltà di medicina.
9/1746-bis/4. Ossorio, Raiti, Donadi.
La Camera,
premesso che:
anche per il corrente anno si è provveduto attraverso la legge finanziaria ad istituire una franchigia per i cittadini italiani, lavoratori transfrontalieri operanti in zona di frontiera ed in paesi limitrofi, al fine di mitigare la doppia imposizione fiscale.;
la materia è già regolata, oltre che ovviamente per i paesi dell'Unione europea anche per i lavoratori frontalieri verso la Svizzera e la Città del Vaticano esentati attraverso apposita convenzione da imposizione in Italia Non esiste convenzione analoga sulla materia con la Repubblica di San Marino;
oltre la materia relativa ai lavoratori transfrontalieri vi sono altre e più importanti ragioni che suggerirebbero la revisione e/o la stipula di nuove convenzioni
con la Repubblica di San Marino per favorire la maggiore collaborazione in campo economico, culturale e sociale;
tale collaborazione potrebbe coinvolgere le confinanti regioni di Marche ed Emilia Romagna con particolare riferimento all'area del Montefeltro storico nella quale la Repubblica di San Marino è integrata.
impegna il Governo
ad esperire nel minor tempo possibile tutte le azioni idonee ad addivenire ad un nuovo accordo bilaterale teso a regolare i rapporti fra l'Italia e la Repubblica di San Marino nello spirito delle premesse.
9/1746-bis/5. Vannucci, Pini.
La Camera,
premesso che:
lo Stato riconosce l'assistenza legale gratuita, per promuovere un giudizio o per difendersi davanti al giudice, alle persone che non sono in grado di sostenerne le spese. Al pagamento delle spese (avvocati, consulenti ed investigatoti autorizzati) si provvede mediante il patrocinio a spese dello Stato;
l'istituto del gratuito patrocinio trova il suo fondamento nell'articolo 24 della Costituzione, il cui III comma stabilisce: «Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ogni giurisdizione»;
la nostra Costituzione, pertanto, con la predetta norma, nel garantire a tutti la possibilità di «agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi», sancisce l'inviolabilità del diritto di difesa ed introduce un vero e proprio obbligo per lo Stato di garantire realmente ed effettivamente a tutti l'esercizio di tale diritto;
il diritto alla difesa trova, inoltre, un suo importante riconoscimento nell'articolo 6, comma terzo, lettera c), della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (sottoscritta a Roma nel 1950), che riconosce a ciascun accusato che non ha i mezzi per remunerare il proprio difensore «di essere gratuitamente assistito da un difensore d'ufficio», nonché nell'articolo 14 comma terzo, lettera d), del Patto Internazionale sui diritti civili e politici di New York del 1960, ratificato dallo Stato italiano con legge n. 881 del 1977, che riconosce ad ogni perso accusata di un reato, il diritto «ad avere l'assistenza di un difensore di sua fiducia; se essa è priva del difensore, ad essere informata sul diritto di averlo, e ogni volta che l'interesse della giustizia lo esiga a vedersi attribuito di ufficio un difensore senza oneri, se esso non ha i mezzi per pagarlo»;
nella Tabella 5 del disegno di legge 1747, «Stato di previsione del Ministero della Giustizia per l'anno finanziario 2007», sono previsti tagli ingenti per effetto della decurtazione di ben 499, 9 milioni di curo dal settore affari di giustizia, tagli che, in parte, potrebbero anche riguardate l'istituto dei gratuito patrocinio;
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie affinché possa essere sostenuto e promosso l'istituto del gratuito patrocinio e affinché sia garantita, ai cittadini non abbienti, la possibilità di poter esercitate il diritto alla difesa, così come previsto dalla Costituzione Italiana.
9/1746-bis/6. Cirielli, Frassinetti.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo n. 460 del 1997 all'articolo 10, comma 8 stabilisce che «Sono in ogni caso considerati ONLUS, nel rispetto della loro struttura e delle loro finalità, gli organismi di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritti nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di
Trento e di Bolzano, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, e le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381 nonché i consorzi di cui all'articolo 8 della predetta legge n. 381 del 1991 che abbiano la base sociale formata per il cento per cento da cooperative sociali. Sono fatte salve le previsioni di maggior favore relative agli organismi di volontariato, alle organizzazioni non governative e alle cooperative sociali di cui, rispettivamente, alle citate leggi n. 266 del 1991, n. 49 del 1987 e n. 381 del 1991»;
la legge 381 del 1991 all'articolo 8 prevede che: «Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano ai consorzi costituiti come società cooperative aventi la base sociale formata in misura non inferiore al settanta per cento da cooperative sociali»
l'articolo 2527 C.C. in materia di requisiti dei soci di cooperative sociali sancisce che «L'atto costitutivo stabilisce i requisiti per l'ammissione dei nuovi soci e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori coerenti con lo scopo mutualistico e l'attività economica svolta. Non possono in ogni caso divenire soci quanti esercitano in proprio imprese identiche o affini con quella della cooperativa.»;
l'intento del legislatore di evitare che operatori economici possano in malafede avvalersi a fini speculativi delle particolari agevolazioni fiscali, tributarie e contributive previste per le cooperative sociali dal decreto legislativo n. 460 del 1997, appare evidente nell'imposizione, per il riconoscimento di Onlus di diritto dei consorzi, di una base, sociale composta al cento per cento da cooperative sociali;
l'intento del Legislatore, superato dal disposto dell'articolo 2527 C.C. in materia di requisiti dei soci di cooperative sociali, genera una disparità di trattamento tra imprese con prevalente finalità mutualistiche: i consorzi di cooperative sociali si trovano di fronte all'obbligo di scegliere se usufruire dei benefici delle Onlus di diritto o di valersi del capitale dei soci di partecipazione, sovventori o finanziatori di cui alla legge 31 gennaio 1992, n.59, ma le cooperative sociali possono usufruire di entrambi i vantaggi contemporaneamente;
sulla base del combinato disposto delle norme su richiamate, le cooperative sociali di primo livello sono comunque Onlus di diritto anche se nella base sociale sono presenti persone giuridiche con status diverso dalle cooperative sociali, mentre si possono trovare casi in cui un consorzio di cooperative sociali composto al 100 per cento da consorzi di cooperative sociali, e quindi Onlus di diritto, abbia fra i suoi soci soggetti che non siano Onlus e perda di conseguenza la qualità di Onlus di diritto. Può anche darsi il caso di consorzi di cooperative sociali, in cui soci, consorzi a loro volta di cooperative sociali, abbiano soci diversi dalle cooperative sociali perché in questo caso, il consorzio di cooperative sociali nel quale confluiscono gli altri consorzi sia Onlus di diritto, nonostante la sua compagine sociale sia formata al 100 per cento da cooperative sociali e per lo 0 per cento da Onlus;
appare evidente che allo stato di fatto, l'incongruenza tra le norme richiamate, determina un sistema di scatole cinesi tra operatori caratterizzati da finalità mutualistiche e senza fine di lucro, generando altresì mancanza di trasparenza nel settore -:
impegna il Governo
ad eliminare la disparità di trattamento tra cooperative e consorzi sociali attivandosi per rimuovere la previsione restrittiva prevista nell'articolo 10, comma 8 del decreto legislativo n. 460 del 1997 concretatasi nell'obbligo per i consorzi di cooperative sociali di essere costituiti da una base sociale composta al 100 per cento da cooperative sociali.
9/1746-bis/7. Chiaromonte, Zanotti.
La Camera,
premesso che:
in data 17 ottobre 2006 il Commissario Prefettizio del Comune di Taranto, con propria delibera, dichiarava lo stato di dissesto del predetto civico Ente;
tale provvedimento discutibile quanto a motivazioni e a dati e annunciato alla città sin dai primi giorni della gestione commissariale, aveva da tempo determinato una condizione di oggettivo panico nei creditori, fornitori, prestatori di servizi, istituti di Credito, ecc, provocando, così, una disperata «caccia » alla liquidità del tutto inesistente;
la drammaticità della situazione (1. non vengono pagati gli stipendi ai dipendenti comunali e a quelli di alcune aziende municipalizzate rendendo difficilissima la sopravvivenza di tante famiglie, soprattutto quelle monoreddito; 2. non vengono erogati i servizi di assoluta necessità con conseguenti pericoli per la salute pubblica) sta creando gravi disagi all'intera comunità e seri rischi di ordine pubblico;
impegna il Governo
ad adottare, nel più breve tempo possibile, ogni idoneo provvedimento e/o iniziativa al fine di venire incontro, così come è stato fatto per altri comuni in analoga situazione, alle primarie esigenze dei cittadini con assoluta priorità per il pagamento degli stipendi ai lavoratori.
9/1746-bis/8. (Testo modificato nel corso della seduta) Patarino, Gianfranco Fini, La Russa, Filipponio Tatarella, Amoruso, Buonfiglio, Lisi, Antonio Pepe.
La Camera,
premesso che:
risulta ancora necessario provvedere al completamento degli interventi di ricostruzione nelle zone della Campania e della Basilicata colpite dal terremoto del 23 novembre 1980;
la Basilicata è stata successivamente oggetto di ulteriori gravi eventi sismici, nel 1990 (Bradano, Vulture, Potentino) e nel 1998 (lagonegrese), a fronte dei quali i finanziamenti sono stati insufficienti;
le risorse finanziarie individuate dal Governo con l'emendamento 139.0500 si riferiscono al solo evento del 1980, e, pur denotando un apprezzabile attenzione per le aree coinvolte, risultano esigue, in particolare per quanto riguarda il 2006 -:
impegna il Governo
a porre in essere ogni strumento per stimare, di concerto con la Regione Basilicata, le somme effettivamente necessarie per portare a totale compimento la ricostruzione relativa ai tre suddetti eventi sismici;
ad adottare, nell'ambito delle prossime sessioni di bilancio di questa legislatura e delle compatibilità finanziarie le opportune conseguenti inizative.
9/1746-bis/9. Margiotta, Luongo, Carta.
La Camera,
premesso che:
anche ai sensi del Documento di programmazione economica e finanziaria è necessario intervenire per ridurre il peso del costo dei dipendenti statali sul Bilancio dello Stato, anche alla luce dei confronti internazionali;
in questi anni il loro peso è invece cresciuto anche perché al trasferimento di deleghe alle Regioni ed agli Enti Locali non ha corrisposto il trasferimento dei dipendenti già destinati alle attività delegate;
in questi anni è cresciuto a dismisura il ricorso da parte delle Regioni e degli Enti locali a supplire alla carenza di personale con contratti di servizio e consulenze; -che la mobilità è uno strumento indispensabile per il riequilibrio territoriale
della corrispondenza tra carichi di lavoro e personale, anche nel più ampio quadro dei dipendenti pubblici (e non solo statali) -:
impegna il Governo
ad emanare entro il mese di giugno del prossimo anno uno o più provvedimenti sulla base delle seguenti linee-guida:
imporre all'Amministrazione centrale e le Amministrazioni periferiche dello Stato la predisposizione, a livello regionale, liste di dipendenti in esubero suddivise per competenze (tecniche, amministrative), da definirsi anche in termini di obiettivi quantitativo sulla base di confronti internazionali;
imporre agli enti locali territoriali che intendessero ricorrere all'acquisizione di servizi o consulenze esterne, giustificate dalla mancanza delle specifiche professionalità richieste all'interno dell'Ente, a ricorrere preventivamente alle liste di cui al comma precedente assumendo nel proprio organico per trasferimento i dipendenti ivi iscritti;
prevedere che i dipendenti dello Stato così chiamati non possano rifiutare la mobilità (a livello regionale) pena la perdita del posto di lavoro;
nel caso in cui la procedura di mobilità così instaurata dovesse comportare il trasferimento del dipendente in altra regione, riconoscere al medesimo un contributo a titolo di copertura delle spese di trasloco.
9/1746-bis/10. Borghesi, Astore, Ossorio, Leoluca Orlando, Evangelisti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314 (Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 («decreto Scanzano») prevede che «la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi [...], degli elementi di combustibile irraggiati e dei materiali nucleari [...] è effettuata presso il deposito nazionale, riservato ai soli rifiuti di III categoria»;
l'articolo 3 dello stesso decreto-legge prevede che «il trattamento e il condizionamento dei rifiuti radioattivi» e la loro «messa in sicurezza» siano finalizzati alla loro trasformazione in «manufatti certificati, pronti per essere trasferiti al deposito nazionale»;
sempre l'articolo 1 dello stesso decreto-legge prevede che il sito «è individuato entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge [...] dal Commissario straordinario», e che trascorso tale termine di un anno «l'individuazione definitiva del sito è adottata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri»;
l'articolo 1 comma 100, della legge 23 agosto 2004, n. 239 (Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia) - legge che integra ma non abroga il decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 - prevede che anche «il sito per la sistemazione definitiva dei rifiuti di II categoria» deve essere individuato con le medesime procedure;
constatato che nei siti nucleari «provvisori» del Piemonte (Saluggia, Trino e Bosco Marengo) si stanno realizzando, a cura della Sogin Spa, gli interventi di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi anche ai sensi di specifiche ordinanze di protezione civile poiché l'attuale collocazione di tali rifiuti nei siti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo è totalmente inidonea per ragioni di tipo idrogeologico o antropiche e, pur in presenza degli interventi dì protezione fisica realizzati in forza alle ordinanze commissariali, restano comunque esposti a potenziali eventi bellici o terroristici;
rimarcato che gli interventi di trattamento e condizionamento in corso presso gli impianti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo devono essere finalizzati - secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 - non allo stoccaggio in loco, bensì al trasferimento dei manufatti al deposito nazionale;
constatato che ad oggi oltre agli interventi di messa in sicurezza sopra indicati, non è stata data alcuna attuazione, da parte del Governo, al decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 («decreto Scanzano») e alla legge n. 239 del 2004 circa l'individuazione del sito nazionale definitivo per il deposito dei rifiuti di III categoria e di quello per il deposito di quelli di II categoria;
constatato che ad oggi non si è ancora provveduto, da parte del Governo, alla erogazione delle «misure di compensazione territoriale» stabilite, fino al definitivo smantellamento degli impianti, a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, ... assegnate annualmente con deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica», in base all'articolo 4 dello stesso decreto legge n. 314 del 2003, convertito dalla legge n. 368 del 2003;
richiamato l'orientamento della regione Piemonte in merito all'energia nucleare, espresso negli «Indirizzi generali» del Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato dal consiglio regionale il 3 febbraio 2004;
occorre dare rapida attuazione alle leggi e direttive sopra citate, affinché la messa in sicurezza già avviata e la prevista disattivazione degli impianti piemontesi siano finalizzate all'immediata collocazione dei rifiuti radioattivi nel «deposito» nazionale al fine di diminuire il rischio che la popolazione sarebbe costretta ancora a subire a causa della loro mancata attuazione:
impegna il Governo
a reperire al più presto i fondi per le misure di compensazione territoriale previsti dalla legge anche ai sensi dell'articolo 35-quater della Legge Finanziaria 2004, che sinora, pur essendo previsti da precise disposizioni di legge, non sono ancora stati erogati ai comuni avente diritto;
a garantire annualmente l'erogazione dei fondi per le misure di compensazione territoriale, sino al completo smantellamento dei siti e creazione del Deposito Nazionale Unico, previsti dalla legge attivandosi perché siano evitate riduzioni o abrogazioni ad opera delle Leggi Finanziarie future.
9/1746-bis/11.Nuova formulazione Zacchera.
La Camera,
premesso che:
gli articoli 157 e 158 del disegno di legge finanziaria 2007 contengono alcune disposizioni in materia di tutela dell'ambiente marino;
in data 14 novembre il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione europeo sulla strategia tematica per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino nella quale si incoraggiano gli Stati membri a individuare nuove aree protette;
il tratto marino antistante il comune dì Acireale è una zona ricca di fondali caratterizzati dalla presenza di una grande prateria di posidonia oceanica che offre rifugio a molte specie ittiche, anche rare;
in prossimità di questa zona sorge altresì la riserva naturale orientata «La Timpa» di Acireale, un'area protetta di circa 260 ettari costituita per salvaguardare il patrimonio naturalistico;
si rende necessaria l'istituzione da parte del Ministero dell'ambiente e del mare di un'area protetta marina capace di tutelare, conservare e valorizzare questo importante ecosistema Marino;
in particolare occorrerebbe istituire l'area marina protetta di «Acireale-Latimpa» o, in subordine, ampliare la delimitazione dell'area marina protetta «Isole Ciclopi» sino a ricomprendere il tratto di mare antistante il comune di Acireale e parte del relativo territorio costiero
impegna il Governo
a concorrere a valorizzare le più belle coste della Sicilia, con particolare riferimento al tratto marino antistante il comune di Acireale in parte confinante con la riserva naturale orientata «La Timpa».
9/1746-bis/12. (Testo modificato nel corso della seduta) Catanoso.
La Camera,
in relazione gli adempimenti attuativi derivanti al Governo dall'articolo 25 della legge finanziaria;
impegna il Governo
a privilegiare al momento dell'individuazione dei criteri di ripartizione del fondo di nuova istituzione per migliorare l'efficienza energetica e ridurre i costi di fornitura agli utenti finali, quei comuni che siano dotati o che intendano dotarsi di piani e programmi di intervento a sostegno dell'uso razionale dell'energia, del risparmio e dello sviluppo delle fonti rinnovabili ai sensi della legge n. 10 del 9 gennaio 1991 e ad organizzare una conferenza nazionale sull'energia e sul clima, in coerenza con gli impegni derivanti dalla undicesima conferenza internazionali delle parti sottoscrittrici del protocollo di Kyoto in corso a Nairobi, e traguardata all'aggiornamento del piano energetico nazionale.
9/1746-bis/13. Cacciari, Provera, Perugia, Realacci, Gentili, Camillo Piazza, De Angelis, Misiti.
La Camera,
premesso che:
con la riforma Berlinguer sulla scuola, alle insegnanti delle scuole materne veniva richiesta un'abilitazione all'insegnamento attraverso corsi abilitanti; per partecipare a tali corsi le insegnanti dovevano avere almeno 360 giorni di insegnamento e questo ha impedito a molte maestre di poter partecipare ai corsi;
allora i corsi erano stati di breve durata (non più di quattro mesi) e a carico dello Stato;
da allora non si sono effettuati altri corsi e pertanto molte insegnanti a tempo determinato hanno continuato ad insegnare con incarico annuale, pur essendo prive di abilitazione;
la riforma Moratti prevede la possibilità di partecipare a corsi abilitanti indetti dalle università con spese a carico delle maestre (2.500 euro) e della durata di circa due anni (800 ore);
impegna il Governo
ad attivarsi per rivedere la norma, ripristinando quanto prevedeva la riforma Berlinguer.
9/1746-bis/14. Nicchi, Longhi.
La Camera,
considerato che
le tariffe del gas metano per uso domestico (cottura cibi e acqua calda) e per riscaldamento sono in continuo aumento;
il costo complessivo sostenuto dall'utente corrisponde per circa il 60 per cento al prezzo del gas mentre il rimanente 40 per cento sono imposte (IVA, imposta sul consumo e addizionale regionale);
il decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972 n. 633 -
Tabella A stabilisce che gas, gas metano e gas petroliferi liquefatti, sono soggetti all'aliquota Iva del 10 per cento;
il C.I.P.(Comitato interministeriale prezzi) con suo provvedimento n.37 del 26 giugno 1986, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in data 1o luglio 1986, al penultimo comma del punto 2 letteralmente afferma che "Le tariffe saranno strutturate almeno su due livelli, riferiti uno agli usi domestici T1 (cottura di cibi e produzione di acqua calda) di cui sopra e l'altro, con valore inferiore al primo, all'uso di riscaldamento individuale (T2);
si stabilisce quindi, integrando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, non solo che per l'uso domestico del gas sarà applicata un'imposta sul valore aggiunto per la cottura del cibo e la produzione di acqua calda al 10 per cento, ma anche che il costo complessivo per il riscaldamento dovrà essere inferiore al primo; in realtà è accaduto l'esatto contrario di quanto stabilito per il riscaldamento: si paga un'Iva del 10 per cento sul gas per uso domestico, mentre per il gas da riscaldamento o per uso promiscuo (domestico e riscaldamento) si paga un'IVA del 20 per cento -:
impegna il Governo
a valutare eventuali iniziative, affinché sia applicata dalle aziende erogatrici di gas l'aliquota Iva del 20 per cento soltanto sul gas ad uso riscaldamento e non su tutta la fornitura comprensiva del gas utilizzato per gli usi domestici di cottura cibi e produzione di acqua calda;
a far sì che l'Iva del 20 per cento non sia applicata nei periodi durante i quali il riscaldamento è spento per legge o per disposizione del Sindaco;
a considerare il consumo medio di gas con riscaldamento spento quale consumo mensile medio nell'anno per uso domestico o ad adottare iniziative affinché siano applicati contatori che differenzino la misurazione del gas per i diversi usi.
9/1746-bis/15. (Testo modificato nel corso della seduta) Longhi, Motta, Lomaglio.
La Camera,
premesso che:
nel nostro ordinamento la tutela della persona con handicap è disciplinata da una articolata e complessa normativa, che definisce un quadro sufficientemente compiuto dei diritti di cittadinanza;
la legge n. 104 del 1992 non solo recepisce la definizione di disabilità e di handicap proposte dall'OMS ma pone al centro la persona nella sua globalità e nel suo sviluppo unitario, dalla nascita, alla presenza in famiglia, nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero;
la legge n. 104 del 1992 dedica una particolare attenzione alle esigenze dei minori con handicap con disposizioni di carattere generale e con norme specifiche. Prevede l'accoglimento da zero a tre anni negli asili nido e dispone una serie d'interventi per garantire l'integrazione nelle scuole di ogni ordine e grado. Oltre alle disposizioni relative alla prevenzione, alla cura alla riabilitazione e alla assistenza, individua servizi che assicurano l'integrazione sociale e lavorativa;
a distanza di anni dalla sua emanazione, gli sforzi compiuti per la sua attuazione sono notevoli e considerevoli, ma la sua completa attuazione specie in alcune realtà regionali e settoriali incontra serie difficoltà;
l'erogazione di diversi servizi rimane ancora una volta a discrezione delle singole amministrazioni, compatibilmente con le risorse disponibili. La legge n. 162 del 1998 e la legge n. 328 del 2000, mai applicata completamente non sono sufficienti comunque a riparare le gravi carenze che ancora il nostro paese registra nel rispondere ai bisogni concreti delle persone disabili;
numerose sono le battaglie che ogni anno i genitori devono intraprendere con
la scuola per avere un insegnante di sostegno che garantisca continuità, e per chiedere un lavoro mirato per i propri figli;
non minori disagi e difficoltà si registrano nell'affermazione concreta del diritto all'inserimento nel mercato del lavoro, in relazione alle corrispondenti capacità proprie delle persone con disabilità, compromettendo in tal modo la loro reale integrazione e gratificazione economica e intersoggettiva;
l'articolo 3 comma 2 della Costituzione, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli all'eguaglianza, non ha ancora avuto piena applicazione -:
impegna il Governo
attivare con gli strumenti più opportuni la verifica dell' attuazione della legge n. 104 del 1992, per la corretta integrazione sociale delle persone con handicap, e l'applicazione della legge n. 68 del 1999 per l'inserimento lavorativo degli disabili;
ad attivarsi per definire i livelli essenziali delle prestazioni, per garantire i servizi su tutto il territorio nazionale e omogeneità nella risposta personalizzata al bisogno per migliorare la vita quotidiana e raggiungere maggiori livelli di libertà e dignità della persona.
9/1746-bis/16. Schirru, Cinzia Maria Fontana, Zanotti, Smeriglio, Viola, Rampi, Sasso, Scotto, Sanna, Ruggeri, Rotondo, Burgio, Delbono, Farinone, Motta, Nicola Rossi, Di Salvo, Di Girolamo, Nicchi, Fadda, Intrieri, Ghizzoni, Lucà, Bellanova, Codurelli, Cuperlo, De Biasi, Fasciani, Dato, Villetti, Cassola, Ottone, Pagliarini.
La Camera,
premesso che:
con i decreti del 5 agosto 1994 e del 24 dicembre 1997 adottati dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (oggi: «dell'economia e delle finanze») si escludeva l'Abruzzo dal novero delle Regioni beneficiarie degli sgravi contributivi previsti dall'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 6 marzo 1978 (testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno);
con sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio - Sez. III bis - n. 8374/2003, in data 14 ottobre 2004 veniva annullato il decreto adottato in data 24 dicembre 1997 dall'allora Ministro del lavoro e della previdenza sociale con cui era stata esclusa la Regione Abruzzo dal beneficio degli sgravi contributivi previsti dal richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 6 marzo 1978;
avverso tale decisione proponevano rituale appello la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale ed il Ministro dell'economia e delle finanze, censurando la correttezza del giudizio di illegittimità pronunciato in prima istanza e chiedendone l'annullamento;
le originarie società ricorrenti resistevano, ribadendo la sussistenza dei vizi riscontrati a carico del decreto e contestando la fondatezza delle deduzioni assunte a sostegno dell'appello;
il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione IV) in data 13 gennaio 2006 ha deciso la reiezione dell'appello e la conferma della sentenza impugnata;
il TAR Lazio, con sentenza del 5 Ottobre 2006, ha accolto il ricorso per ottemperanza presentato dalle imprese della Provincia di Teramo, ordinando alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero del lavoro e della previdenza sociale ed al Ministero dell'economia e delle finanze di verificare la sussistenza dei presupposti per la concessione alla Regione Abruzzo del beneficio degli sgravi contributivi di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 6 Marzo 1978 n. 218;
nel caso in cui le Amministrazioni interessate non dovessero provvedere entro 70 giorni, l'attività sarà svolta in via sostitutiva dal Prefetto di Roma in qualità di Commissario -:
impegna il Governo
ad assumere iniziative atte ad evitare il prodursi di ulteriori, dannose controversie.
9/1746-bis/17. (Testo modificato nel corso della seduta) Crisci, Fasciani, D'Elpidio, Cialente, Tenaglia, Acerbo, Costantini, D'Ambrosio.
La Camera,
premesso che:
da anni i finanziamenti statali all'università italiana, pari allo 0,8 per cento dei Pil a fronte di una media europea dell'1,2 per cento, sono soggetti a continui drastici tagli e che, in conseguenza di una sciagurata politica di lesina, l'Italia è oggi, tra i Paesi Ocse, in coda nella graduatoria della spesa pubblica per l'Università in termini assoluti, figurando addirittura all'ultimo posto, tra i Paesi sviluppati, nella percentuale della spesa per l'Università;
i gravi effetti che tale politica - da ultimo giudicata dal governatore della Banca d'Italia «poco lungimirante in un mondo in cui l'innovazione è la chiave di volta dello sviluppo» - ha prodotto sia per ciò che riguarda la spesa pro capite a beneficio della popolazione studentesca (inferiore di circa un terzo rispetto alla Germania e di oltre un quarto rispetto alla Francia); sia per quanto riguarda le condizioni di lavoro del corpo docente (sempre più esposto alla precarietà, a riduzioni di organico e a decurtazioni retributive); sia, infine e soprattutto, per quanto concerne la spesa per la ricerca (pari a un 1,1 per cento del Pil lontanissimo dal 3 per cento fissato nell'Agenda di Lisbona), pure individuata nel programma dell'Unione quale «settore strategico» ai fini dello sviluppo economico, sociale e civile del Paese;
i provvedimenti assunti dal Governo con la legge finanziaria e già con il cosiddetto decreto Bersani-Visco impongono ulteriori riduzioni ai bilanci degli enti di ricerca delle Università;
i severi vincoli posti dalla politica di risanamento della finanza pubblica nel quadro della quale tali dolorose scelte vengono compiute -:
impegna il Governo
a fare ogni possibile sforzo per ripristinare adeguate risorse in favore del settore universitario e della ricerca.
9/1746-bis/18. (Testo modificato nel corso della seduta) Burgio, Tranfaglia, Balducci, Zaccaria, Tessitore, Testa, Bianco, Tocci, Volpini.
La Camera,
premesso che:
il sistema delle grandi imprese, con particolare riguardo a quelle del settore dei trasporti, nelle quali lo Stato è azionista di maggioranza o di riferimento presenta molteplici disfunzioni, inefficienze e, spesso, bilanci con forti disavanzi;
nonostante tali risultati, i responsabili delle maggiori cariche gestionali godono di trattamenti economici e benefit che risultano totalmente sovradimensionati, se paragonati con quanto corrisposto alle analoghe figure delle imprese operanti negli altri paesi dell'Unione europea, che, al contempo, spesso presentano bilanci e risultati di gestione ben più lusinghieri -:
impegna il Governo
ad intervenire, in qualità di azionista unico, di maggioranza o di riferimento, per arrivare ad una determinazione delle retribuzioni lorde complessive annue, comprensive di eventuali emolumenti o trattamenti accessori, dei membri dei consigli di amministrazione e degli amministratori
delegati sulla base della media delle retribuzioni riconosciute alle medesime figure in analoghe aziende dei paesi dell'Unione europea, e comunque attivandosi affinché si preveda che una quota di detta retribuzione, non superiore ad un terzo, sia riconosciuta in aumento o in diminuzione in ragione dei risultati di gestione, nonché che la retribuzione così determinata sia corrisposta esclusivamente in relazione al periodo di effettiva vigenza dell'incarico.
9/1746-bis/19. Attili, Velo, Beltrandi, Locatelli, Mario Ricci, Olivieri, Fiano, Lovelli, Rotondo, Boffa, Barbi, Aurisicchio, Allam, Baratella, Cialente.
La Camera,
premesso che:
l'accordo Stato-Regioni del 19 giugno 2003 e i successivi protocolli sottoscritti tra i Ministeri della pubblica istruzione, del lavoro e previdenza sociale e le singole Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale, già definiti negli standard di base e tecnico-professionali; Rilevati gli esiti positivi evidenziati dai monitoraggi ISFOL relativi al successo formativo conseguito da un numero crescente di studenti che, in uscita dalla terza media, si sono orientati al raggiungimento della qualifica e del diploma professionale; Tenuto conto che l'articolo 117 della Costituzione dichiara materia di legislazione concorrente la definizione del sistema dell'istruzione e della formazione professionale; Valutati gli impegni che l'Italia ha assunto nel Consiglio dei Ministri di Lisbona, nel qualificare il proprio sistema educativo e nel contrastare gli elevati tassi di dispersione che ancor oggi caratterizzano il nostro paese;
occorre prevedere una adeguata fase transitoria nell'introduzione dell'obbligo di istruzione per on vanificare i risultati positivi conseguiti dai percorsi triennali avviati nel 2003 -:
impegna il Governo
a consentire, d'intesa con le Regioni, fino alla completa attuazione del riordino del secondo ciclo, la prosecuzione dei suddetti percorsi triennali di istruzione -e formazione professionale per i giovani che, in uscita dalla terza media, intendano conseguire una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo;
ad attivarsi per definire un sistema formativo che, a conclusione dei predetti percorsi triennali, preveda un quarto anno per il conseguimento del diploma professionale.
9/1746-bis/20. Calgaro, Viola, Affronti, Adenti
La Camera,
premesso che:
il dissesto finanziario del Comune di Taranto ha assunto i contorni di un caso nazionale e richiede da parte del Governo uno sforzo che prescinde dalle misure contenute nel provvedimento in esame in favore dei comuni;
per far fronte all'emergenza legata al pagamento degli stipendi dei dipendenti comunali, dell'Amiu, dell'Infrataras, dell'AMAT, delle aziende di appalto si rende necessaria l'immediata erogazione, da parte del Governo, dei trasferimenti ordinari ancora in sospeso in favore del Comune di Taranto;
con decreto del Presidente della Repubblica è stata nominata la Commissione Straordinaria di liquidazione che gestirà la complessa vicenda del dissesto finanziario di Taranto -:
impegna il Governo
a verificare la possibilità di istituire un apposito fondo da destinare in favore dei comuni dissestati per consentire di dare
risposta alla grave situazione sociale ed occupazionale della città di Taranto.
9/1746-bis/21. Giordano, Migliore, Duranti.
La Camera,
premesso che:
la Regione Toscana soffre di una povertà di infrastrutture che ne rallenta lo sviluppo;
in particolare il completamento del tratto autostradale europeo Londra - Madrid - Palermo è ancora oggi non compiuto nel tratto costiero Rosignano - Civitavecchia per il quale il Ministero dell'ambiente ha già dato il proprio parere positivo al progetto-tracciato proposto dalla Regione Toscana;
inoltre il completamento della strada di grande comunicazione denminata «Due Mari» (Grosseto-Fano) rappresenta una essenziale infrastruttura di comunicazione trasversale nel nostro Paese -:
impegna il Governo
a considerare tra le priorità gli impegni finanziari e progettuali delle due opere in premessa come vera e propria ineludibile esigenza di interesse nazionale.
9/1746-bis/22. (Testo modificato nel corso della seduta) Martinelli.
La Camera,
premesso che:
nella prima stesura del disegno di legge riguardante la Legge Finanziaria è stata prevista la cancellazione di significative istituzioni dello Stato nelle sue articolazioni periferiche;
in particolare, si prevede la possibilità - non smentita dal Governo - di revisione del numero delle Province (con particolare riferimento a quelle con meno di 200 mila abitanti) mentre nel nuovo Testo unico degli Enti locali si prefigura la istituzione di una nuova provincia metropolitana che - per quanto riguarda la Toscana - potrebbe includere Firenze, Prato e Pistoia -:
impegna il Governo
a considerare la Provincia di Prato e la Provincia di Pistoia insostituibili strumenti di autogoverno, protagonisti di essenziali progettualità di pianificazione territoriale e indirizzo allo sviluppo, nell'ambito di un amio processo di delega dei poteri della Regione Toscana, così come costituzionalmente previsto.
9/1746-bis/23. Ulivi.
La Camera,
premesso che:
nel 2005 il Ministero dell'ambiente e la Regione Toscana hanno approvato il Piano di Assetto idrogeologico del Fiume Arno che prevede 200 milioni di intervento per la messa in sicurezza della Toscana, a 40 anni dalla catastrofica alluvione del 4 novembre 1966;
tali interventi, diversi dei quali già cantierabili, saranno gestiti dall'Autorità di bacino e richiedono certezze organizzative e tempistiche;
il 4 novembre 2006 il Ministero dell'ambiente e la Regione Toscana hanno siglato un nuovo accordo che prevede lo stanziamento di 7 milioni per l'Arno largamente insufficienti rispetto all'obiettivo del Piano per il fiume -:
impegna il Governo
a individuare, all'interno delle poste complessive inserite in bilancio, ulteriori risorse finalizzate alla messa in sicurezza dell'Arno.
9/1746-bis/24. Migliori.
La Camera,
premesso che:
prospettando una presunta interpretazione autentica dell'articolo 8,
comma 2, della legge 3 maggio 1999 n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico), il comma 218 dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2006 (legge 23 dicembre 2005 n. 266) ha avuto l'effetto di ridurre le retribuzioni del personale di ruolo proveniente dagli Enti locali e trasferito nei ruoli statali del personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata) e nei ruoli statali degli insegnanti tecnicopratici Itp ai sensi della sunnominata legge n. 124 del 1999; nonché di disconoscere i diritti acquisiti di questi lavoratori e di cancellare i procedimenti ancora pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria intentati da questi lavoratori al fine di ottenere il riconoscimento dei propri diritti;
la Corte di cassazione ha ripetutamente riconosciuto il diritto ad una giusta retribuzione per il servizio prestato e - secondo quanto disposto dall'articolo 2, comma 8, della legge 124 del 1999, che riconosce al personale in questione «ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza» - ha emesso numerose sentenze in base alle quali centinaia di lavoratori Ata e Itp della scuola hanno ottenuto uno stipendio corrispondente all'attività lavorativa prestata;
altre decine di migliaia di lavoratori nella stessa situazione giuridica, ma ancora in attesa di sentenza definitiva del procedimento da essi intentato, vedono a tutt'oggi negati (per effetto della citata norma inserita nella Finanziaria 2006) propri diritti acquisiti, con una perdita salariale e ripercussioni negative sul calcolo pensionistico stimabili in alcune migliaia di euro -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative finalizzate al riconoscimento ai fini giuridici ed economici del servizio prestato dal personale Ata e Itp presso l'Ente Locale di provenienza, e ad adottare immediatamente i provvedimenti necessari ad evitare il protrarsi di situazioni di disparità tra lavoratori.
9/1746-bis/25. (Testo modificato nel corso della seduta) Folena, Burgio, Rocchi, De Simone, De Cristofaro, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Di Salvo, Pagliarini, Buffo, Tessitore, Schirru, Sasso, Tranfaglia.
La Camera,
premesso che,
il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2006 ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Vibo Valentia colpito dagli eventi alluvionali del 3 luglio 2006;
con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3531 del 7 luglio 2006 si prevede l'adozione di tutte le iniziative necessarie al superamento dell'emergenza -:
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative necessarie affinché vengano destinate le risorse necessarie per il completamento degli interventi a favore del territorio colpito dagli eventi alluvionali del 3 luglio 2006 in Provincia di Vibo Valentia.
9/1746-bis/26. Amendola, Oliverio, Fincato, Bianchi, Strizzolo, Laratta, Ferdinando Benito Pignataro, Bellillo.
La Camera,
premesso che:
il testo degli articoli 42 e 47 del disegno di legge finanziaria 2007 introduce la trasformazione degli enti pubblici non economici in soggetti di diritto privato nonché azzera i vertici istituzionali di una serie di enti pubblici non economici;
le norme citate non escludono espressamente la possibile applicazione delle stesse nei confronti di tutti gli ordini professionali;
una tale previsione normativa, se confermata, costituirebbe un elemento di
destabilizzazione del vigente sistema professionale nonché, di riflesso, dei sistemi previdenziali di categoria e dei loro equilibri finanziari già, peraltro, consolidati in bilanci tecnici a medio e lungo termine;
la scelta operata dal Governo con il disegno di legge finanziaria 2007 potrebbe violare le funzioni e l'autonomia attribuite agli ordini professionali e in tal caso essere conseguentemente viziata di illegittimità costituzionale -:
impegna il Governo
a intraprendere ulteriori iniziative dirette a escludere gli ordini professionali dall'applicazione degli articoli 42 e 47 del disegno di legge finanziaria.
9/1746-bis/27. Lo Presti, Catanoso.
La Camera,
premesso che:
la richiesta di «dimissioni firmate in bianco» al momento dell'assunzione, ovvero nel momento in cui il rapporto di forza tra i contraenti è a favore del datore di lavoro, è una pratica vessatoria che mette la lavoratrice e il lavoratore nell'impossibilità di far valere i propri diritti e la propria dignità, pena la certezza di un licenziamento in tronco, ammantato dalla finzione della volontarietà;
seppure ne sono vittima anche i lavoratori maschi, nei confronti dei quali opera quale espediente per eludere la normativa fiscale o gli oneri relativi alla malattia o agli infortuni, tale pratica riguarda in particolare le donne, per le quali costituisce una vera e propria inibizione al diritto alla maternità. Dai dati degli uffici vertenza della sola Cgil, ogni anno circa 1.800 donne chiedono assistenza legale per estorsione di finte dimissioni volontarie, mentre si contano in poche decine i casi in cui l'onere probatorio, in capo al lavoratore o alla lavoratrice, si traduce in una prova (scritta o testimoniale) in grado di rendere nullo l'atto di cessazione del rapporto;
tale pratica, oltre a comportare una palese violazione dello spirito della legislazione nazionale e comunitaria in materia di comportamenti discriminatori e di tutela del diritto alla maternità e alla conservazione del posto anche in caso di malattie o infortuni, rappresenta, alla stregua dell'evasione fiscale, un ulteriore elemento distorsivo del mercato, a sfavore di quelle imprese che correttamente si attengono al rispetto delle leggi;
sarebbe necessario vincolare la validità delle dimissioni volontarie all'utilizzo di appositi moduli rinvenibili presso gli uffici provinciali del lavoro o per via telematica, assicurando che gli stessi siano contrassegnati da codici alfanumerici progressivi e da una data di emissione che ne garantiscano la loro non contraffazione, e al tempo stesso la non utilizzabilità, se non in prossimità della effettiva manifestazione della volontà del lavoratore di porre termine al rapporto di lavoro -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre una normativa che disciplini, nell'ottica della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, le dimissioni volontarie simulate.
9/1746-bis/28. (Testo modificato nel corso della seduta) Di Salvo, Nicchi, Gelmini, Bellanova, De Zulueta, Dioguardi, Buffo, Codurelli, Bandoli, Zanotti, Sasso, Samperi, Ravetto, D'Ippolito, Pelino, Prestigiacomo, Milanato, Fasciani, Schirru, Velo, Merloni, Bellillo, Cinzia Maria Fontana, Gardini, Lenzi, Cordoni, Motta, Moroni, Intrieri, Incostante, Ponzo, Santelli, Fedele, Fabbri, Carfagna, Bocciardo, Biancofiore, Ceccacci Rubino, Froner, Bafile, Boniver, Bertolini, Frias, Laganà Fortugno, Leddi Maiola, Zanella, Ghizzoni, De Biasi, Suppa, Fincato, Amici, Sereni, Bimbi, Rampi, Chiaromonte, Lussana, Cioffi, Dato, Poretti, Rossi Gasparrini, Provera.
La Camera,
premesso che:
la gestione sostenibile dei rifiuti si fonda sul principio delle 4 R (riduzione, riuso, recupero da materia e solo dopo recupero di energia) secondo cui il recupero energetico può essere praticato solo dopo aver attuato politiche di riduzione dei rifiuti e massimizzato il recupero di materia da raccolta differenziata;
il sistema di incentivazione nel ciclo dei rifiuti è oggi enormemente e impropriamente sbilanciato a favore della termovalorizzazione;
sono state le fonti assimilate, e tra queste i rifiuti, a beneficiare della maggior parte dei benefici economici previsti dal fallimentare programma di incentivazione Cip6 per le fonti rinnovabili;
l'istituzione dei Certificati verdi per promuovere le fonti rinnovabili non ha risolto i problemi emersi con il Cip6, visto che favorisce soprattutto le fonti più consolidate, e tra queste i rifiuti, a discapito di quelle meno mature, come ad esempio quella solare;
il decreto italiano di recepimento della direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili ha incluso tra le fonti incentivabili economicamente anche la parte non biodegradabile dei rifiuti, nonostante non fosse previsto dalla normativa europea -:
impegna il Governo
ad adoperarsi per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate fondato sui Certificati verdi con un meccanismo trasparente di sostegno economico riservato solo ed esclusivamente alle fonti pulite rinnovabili.
9/1746-bis/29. Mellano.
La Camera,
premesso che:
si sta approssimando la scadenza della Convenzione tra lo Stato italiano e il Gruppo Tirrenia di Navigazione SPA;
si ritiene necessario promuovere con urgenza un confronto con le Organizzazioni sindacali e gli amministratori Tirrenia in modo da valorizzare e garantire in Italia una robusta presenza della Flotta marittima pubblica, settore strategico per la stessa economia del Paese:
per assicurare i collegamento con e tra le isole per i passeggeri - per incrementare lo sviluppo del cabotaggio marittimo - per garantire la tutela dei livelli occupazionali;
per attrezzare la stessa compagnia pubblica a partecipare nel modo migliore possibile a gare per i servizi che venissero messi in competizione strategica -:
impegna il Governo
a valutare l'introduzione di eventuali proroghe delle convenzioni in atto, limitatamente al periodo previsto per il rilancio del Gruppo Tirrenia Spa, fermo restando il processo di ristrutturazione in corso.
9/1746-bis/30. Scotto, Aurisicchio, Iacomino, Incostante, Cesario, Pellegrino, Tessitore, Caruso, Attili, Boffa, Giuditta, Marone.
La Camera,
preso atto che:
ogni deputato riceve il vitalizio a partite dal 65o anno di età;
l'importo di tale vitalizio è variabile dal 25 all'80 per cento dell'indennità in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti;
il suo pagamento è sospeso qualora il deputato sia rieletto al Parlamento, o al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale;
il limite di età diminuisce fino al 60o vano di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti;
al fine di contenere i costi della politica,
impegna il Governo
a prendere le opportune iniziative affinché: ai parlamentari cessati dal mandato spetti un assegno vitalizio solo a partire dal sessantacinquesimo anno di età, e che tale erogazione sia finanziata da un apposito Fondo alimento da contributi mensili dei singoli parlamentari;
il pagamento dell'assegno vitalizio sia sospeso qualora il parlamentare sia rieletto al Parlamento o al Parlamento europeo o a un consiglio regionale;
l'importo dell'assegno vitalizio sia commisurato agli anni di mandato parlamentare;
l'ammontare dell'assegno vitalizio non superi annualmente, sommato agli altri redditi di cui è titolare l'ex-parlamentare, il limite massimo di retribuzione imponibile ai fini previdenziali di cui all'articolo 2, comma 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335;
l'assegno vitalizio non sia cumulabile con altri assegni vitali i maturati attraverso l'espletamento di altre funzioni pubbliche elettive.
9/1746-bis/31. Buffo.
La Camera,
premesso che:
le iniziative imprenditoriali femminili rappresentano una risorsa importante per lo sviluppo del Paese in termini sia qualitativi che quantitativi;
l'imprenditoria femminile in Italia, infatti, cresce ma il livello è ancora basso rispetto agli altri Paesi europei;
il tasso di disoccupazione femminile in Italia (9,7 per cento) supera di 3,7 punti percentuali quello maschile;
il tasso di occupazione femminile (45,4 per cento) è il più basso tra i 25 paesi dell'Unione europea e di 11 punti inferiore alla media europea;
la legge 25 febbraio 1992, n. 215 - «Azioni positive per l'imprenditoria femminile» - ha finora conseguito risultati positivi, rappresentando l'unico strumento di pari opportunità per lo sviluppo e l'innovazione delle imprese femminili, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a garantire un rifinanziamento della legge 25 febbraio 1992, n. 215.
9/1746-bis/32. (Testo modificato nel corso della seduta) Cioffi, Ottone, Codurelli, Benzoni, Bimbi, Sereni, Cordoni, Cinzia Maria Fontana, Rampi, Lenzi, Fabris, Adenti, Affronti, Capotosti, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta, Suppa.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1-ter, comma 4, del decreto legge 29 agosto 2003, convertito con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, come modificato dall'articolo 1, comma 373, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, stabilisce che ogni società operante nel settore della produzione, importazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica e del gas naturale, anche attraverso società controllate, controllanti, o controllate da una medesima controllante, e ciascuna società a controllo pubblico, anche indiretto, solo qualora operi direttamente nei medesimi settori non può detenere, direttamente o indirettamente, a decorrere dal 31 dicembre 2008, quote superiori al 20 per cento del capitale delle società che
sono proprietarie e che gestiscono reti nazionali di trasporto di energia elettrica e di gas naturale;
è necessaria l'emanazione, da più parti sollecitata, di una norma che differisca il termine di cui sopra al fine di valutare in modo più ponderato e in coerenza con il processo di liberalizzazione in sede di Unione Europea la questione della separazione gestionale e organizzativa della società che gestisce la rete di trasporto nazionale del gas naturale -:
impegna il Governo
ad osservare nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri i principi di diritto comunitario relativi al divieto di golden share e vendita al miglior offerente in materia di modalità di cessione e, soprattutto, a quello vincolante di proporzionalità il quale stabilisce che se esiste un'alternativa tra misure diverse, deve essere adottata quella che impone oneri minori o meno restrittiva;
ad emanare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non prima dell'approvazione dei criteri di delega per l'attuazione della direttiva 2003/55 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2003.
9/1746-bis/33. Saglia, Fava, Bernardo, D'Agrò, Zanetta, Rosso.
La Camera,
premesso che:
le donne sono tra i protagonisti più dinamici delle trasformazioni culturali, sociali ed economiche che stanno alla base dello sviluppo del nostro Paese;
il tasso di disoccupazione femminile si assesta in Italia al 9,7 per cento, ben di 3,7 punti maggiore di quello europeo;
il tasso di occupazione femminile è in Italia del 45,4 per cento, tra i più bassi all'interno dei 25 Paesi della Unione europea e di 11 punti inferiore alla media europea;
il tasso di occupazione femminile italiano appare molto lontano dall'obiettivo di Lisbona, che ha impegnato gli Stati membri a raggiungere, entro il 2010, un tasso di occupazione femminile europeo pari al 60;
il tasso di imprenditorialità femminile rimane, nel nostro Paese, ancora basso essendo di circa il 24 per cento, pur rappresentando una risorsa per lo sviluppo quantitativo e qualitativo del nostro Paese -:
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento della legge 215 del 1992, nella misura necessaria a soddisfare le domande giacenti, le esigenze di sviluppo economico del nostro Paese e quelle di rispetto delle pari opportunità lavorative per entrambi i sessi.
9/1746-bis/34. Ottone, Bimbi, Gozi, Cassola, Fasciani, Benzoni, Cinzia Fontana, Lenzi, Froner, Motta, Cordoni, Mariani, Bellanova, Codurelli, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Sereni, Trupia, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, D'Antona, Merloni, Suppa, Samperi, Ghizzoni, Intrieri, Bandoli, Bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Zanella, Rossi Gasparrini, Francescato, Bafile, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Duranti, Frias, De Simone, Cardano, Provera,.
La Camera,
premesso che:
un'adeguata presenza femminile nel mondo del lavoro è un importante indicatore dello sviluppo economico e dell'emancipazione
cultuale di un Paese e che pertanto deve essere adeguatamente garantito e sostenuto;
il rispetto del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego è generalmente riconosciuto in ambito comunitario e nazionale;
la decisione 2001151/CE del Consiglio ha stabilito un programma d'azione comunitario riguardante la strategia europea in materia di parità fra le donne e gli uomini individuando tra le misure da attuare a livello nazionale:
la sensibilizzazione nei confronti della problematica della parità di opportunità, segnatamente diffondendo i risultati del programma attraverso manifestazioni, campagne e pubblicazioni;
l'analisi dei fattori e delle politiche riguardanti la parità fra le donne e gli uomini tramite la raccolta di statistiche, la realizzazione di studi, la valutazione dell'impatto secondo il genere, l'utilizzazione di strumenti e meccanismi idonei, l'elaborazione di indicatori e la diffusione effettiva dei risultati. Tale azione comporta del pari il controllo della produzione e dell'applicazione del diritto comunitario in materia di parità fra le donne e gli uomini, in vista di determinarne l'impatto e l'efficacia;
la direttiva 2006154/CE del Parlamento e del Consiglio impegna gli Stati membri a garantire uguali condizioni, ad uomini e donne, di accesso al lavoro, alla promozione e formazione professionale, nonché uguali condizioni di lavoro e retribuzione -:
impegna il Governo
ad adottare tutti gli strumenti che consentano di misurare nella azione legislativa ed amministrativa l'impatto di genere dei vari provvedimenti assunti e, nel rispetto delle competenze, sostenere la diffusione di tali prassi nelle azioni delle istituzioni ed amministrazioni locali ai vari livelli.
9/1746-bis/35. Bimbi, Ottone,Gozi, Cassola, Fasciani, Benzoni, Cinzia Maria Fontana, Bellanova, Codurelli, Trupia, Lenzi, Froner, Motta, Cordoni, Mariani, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, D'Antona, Merloni, Suppa, Samperi, Bandoli, Ghizzoni, Intrieri, bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Bafile, Cioffi, Rossi Gasparrini, Zanella, Francescato, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Cardano, Provera, Sereni.
La Camera,
premesso che:
la presenza delle donne nel mondo del lavoro è fondamentale per lo sviluppo socio-economico generale del nostro Paese;
è importante promuovere un equilibrio tra i tempi di lavoro e di cura della famiglia e che pertanto è necessario prevedere congedi parentali a favore di entrambi i coniugi;
tali congedi permettono di ripartire equamente tra uomo e donna gli impegni e le responsabilità derivanti dall'assetto familiare, evitando quindi discriminazioni in ambito lavorativo solo a carico della parte femminile come fino ad oggi è stato -:
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento alla legge 8 marzo 2000, n.53 nella misura necessaria ad attuare le misure a sostegno della maternità e della paternità.
9/1746-bis/36. Bellanova, Ottone, Cinzia Maria Fontana, Lenzi, Motta, Codurelli, Merloni, Froner, Rossi Gasparrini, Leddi Maiola, Velo, fasciani, Benzoni, Bianchi, Schirru, De Biasi, Cordoni, Trupia,
Zanotti, Amici, Zanella, Buffo, Mariani, Rampi, Ghizzoni, Sam,peri, Cardano, Mascia, Duranti, Frias, De Simone, Perugia, Dioguardi, Siniscalchi, Cesini, Bellillo, Servodio, Nicchi, Suppa, D'Antona, De Zulueta, Di Salvo, Intrieri, sasso, Incostante, Mungo, Lobardi, Bandoli, Bimbi, Francescato, Poretti, Bafile, Cioffi, Fincato, Sereni.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 257 del 1992 recante «norme relative alla cessazione dell'impiego di amianto» prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dell'amianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure sulla tutela sanitaria e sulla previdenza sociale dei lavoratori ex-esposti ad amianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico;
esistono svariati siti e località nel nostro Paese interessati al problema in quanto sedi di stabilimenti Eternit:Casale Monferrato (AL), Cavagnolo (TO), Bagnoli (NA), Rubiera (RE), e la miniera di Balangero (TO), oltre a Monfalcone (GO) e Porto Marghera (VE);
sono in corso inchieste e procedimenti giudiziari, in particolare quella concernente lo Stabilimento Eternit di Casale Monferrato, per i danni irreversibili che l'amianto ha provocato e continua a provocare, il mesotelioma pleurico, l'asbestosi, il carcinoma polmonare, che colpiscono non solo chi ha lavorato nello stabilimento, ma i loro familiari o chi abita o ha vissuto nelle vicinanze della fabbrica;
i danni alla salute causati dall'amianto hanno la caratteristica di manifestarsi dopo un lunghissimo periodo di latenza (25-30 anni) e, per esempio, nel caso di Casale Monferrato, oltre alle 800 vittime già accertate, si registra un aumento dei casi di mesotelioma diagnosticati (35 all'anno) e si prevede che il picco della malattia si abbia intorno al 2015, con il rischio di rendere problematico l'effettivo accertamento del diritto al risarcimento dei danni da parte dei richiedenti;
sulla decorrenza del termine di prescrizione di cui agli articoli 2935, 2946, 2947 del Codice Civile, la giurisprudenza della Corte di cassazione si è espressa con orientamenti contrastanti -:
impegna il Governo
ad assumere iniziative, anche legislative, che, con riferimento alla decorrenza dei termini della prescrizione del diritto al risarcimento dei danni da parte di soggetti colpiti da malattie causate da esposizione amianto, prevedono il momento della piena conoscenza dell'insorgere della malattia o del nesso di causalità.
9/1746-bis/37. (Testo modificato nel corso della seduta) Lovelli, Marcenaro, Di Salvo, Fiorio, Chianale, Rampi, Leddi Maiola, Giulietti.
La Camera,
premesso che:
l'esperienza della sperimentazione del reddito minimo d'inserimento, introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo del 18 giugno 1998 n. 237, ha dimostrato che tale misura di contrasto della povertà e dell'esclusione sociale è senz'altro efficace nel perseguire l'integrazione sociale e l'autonomia economica dei soggetti e delle famiglie destinatari;
nelle realtà sociali e territoriali in cui la misura è stata introdotta in via sperimentale sono stati ottenuti consistenti risultati ai fini del superamento del bisogno economico e della marginalità sociale dei soggetti destinatari, con ricadute evidentemente positive, relativamente all'attività di lotta e contrasto alla criminalità
comune ed organizzata, che si alimenta del disagio sociale,
impegna il Governo
a promuovere ed attuare, ai sensi dell'articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, un' intesa in sede di Conferenza Unificata, avente ad oggetto un piano straordinario di intervento per la prosecuzione della sperimentazione dell'istituto del reddito minimo d'inserimento, di cui al Decreto Legislativo n. 237 del 1998.
9/1746-bis/38. Crisafulli, Samperi, Lomaglio, Tuccillo, Marinello, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
è importante conservare e valorizzare, anche per finalità sociali e produttive, il patrimonio culturale, i siti ed i beni con rilevante valore storico, culturale ed ambientale -:
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile, con gli strumenti normativi e finanziari di cui dispongono i competenti Ministeri per i beni e le attività culturali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per valorizzare i siti dell'archeologia industriale mineraria, in particolare quelli connessi all'industria solfifera siciliana, con rilevante valore storico, culturale e ambientale.
9/1746-bis/39. Lomaglio, Samperi, Crisafulli, Mariani, Longhi, Lumia, Marinello, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni le spese di giustizia hanno subito un considerevole incremento;
l'incremento di cui sopra è in parte dovuto ad un ricorso eccessivo alle forniture di dotazioni per i centri adibiti alle intercettazioni telefoniche:
un contenimento delle spese potrebbe essere assicurato attraverso la razionalizzazione, da parte degli uffici dell'amministrazione giudiziaria centrale e periferica, delle suddette dotazioni presso ciascuna procura;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a sollecitare gli uffici dell'amministrazione giudiziaria centrale e periferica al rispetto di principi di economicità ed efficienza nelle procedure di licitazione o trattative private, relative alle forniture delle dotazioni per i centri per le intercettazioni telefoniche
9/1746-bis/40. Capotosti, Fabris, Adenti, Affronti, Cioffi, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta.
La Camera,
premesso che:
l'occupazione femminile è uno dei principali indicatori dello sviluppo economico e culturale di un Paese;
il tasso di occupazione femminile è in Italia del 45,4 per cento , di 11 punti inferiore alla media europea, nonché lontano dall'obiettivo di Lisbona, che ha impegnato gli Stati membri a raggiungere, entro il 2010, un tasso di occupazione femminile europeo pari al 60 per cento;
nel nostro Paese non esiste ancora una piena parità di trattamento tra i sessi e che si rendono necessarie azioni «positive» atte a favorire l'occupazione femminile e la realizzazione di un'eguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro;
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento della legge n. 125 del 1991,
atte a favorire l'inserimento delle donne nei vari settori professionali e un'organizzazione del lavoro che permetta di conciliare responsabilità lavorative e familiari
9/1746-bis/41. Codurelli, Ottone, Fasciani, Benzoni, Cinzia Maria Fontana, Lenzi, Froner, Bellanova, Cordoni, Mariani, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Trupia, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, Merloni, Motta, Suppa, Samperi, Ghizzoni, Intrieri, Bandoli, Bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Bafile, Bimbi, Cioffi, Rossi Gasparrini, Francescato, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Frias, De Simone, Cardano, Provera, Sereni, D'Antona, Zanella.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2007, prevede una serie di disposizioni sugli enti locali di inadeguate e insostenibili in termini sia finanziari che di erogazione dei servizi essenziali per i cittadini;
in particolare sono necessarie profonde modifiche per una rimodulazione più equa della distribuzione degli oneri del contenimento della spesa pubblica;
gli effetti a breve termine della stretta per i comuni e le province creeranno forti sperequazioni fra gli enti locali con picchi difficilmente sostenibili per moltissime amministrazioni -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, previo attento monitoraggio dell'applicazione delle norme in esame, di modificare profondamente le disposizioni inserite nel disegno di legge finanziaria per il 2007 per gli enti locali e in particolare la norma sul contenimento del debito, che rischia di produrre una drastica riduzione degli investimenti con gravi conseguenze sullo sviluppo locae, sull'assetto del territorio e sulla crescita del sistema Paese.
9/1746-bis/42. Osvaldo Napoli, Berruti, Crimi, Giro, Moroni, Romele.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della manovra tesa a contrastare l'evasione fiscale è previsto che nei confronti dei contribuenti ai quali non si applicano gli studi di settore sono individuati specifici indicatori di normalità economica idonei a rilevare la presenza di ricavi o compensi non dichiarati ovvero di rapporti di lavoro irregolari;
a differenza di quanto previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146, per l'elaborazione e revisione degli studi di settore, per gli indicatori in argomento non è prevista alcuna forma di contraddittorio con le parti interessate;
l'assenza di contraddittorio costituirebbe un grave arbitrio nei confronti dei contribuenti ed un grave pericolo di violazione del principio costituzionale di rispetto della capacità contributiva;
impegna il Governo
ad aprire un tavolo di confronto con le categorie economiche interessate, al fine di definire una procedura trasparente per la definizione degli indicatori.
9/1746-bis/43. Leone, Berruti, Osvaldo Napoli.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle norme che inaspriscono la procedura di revisione degli studi di settore, è previsto che fino alla rielaborazione degli studi si tenga conto di
specifici indicatori di normalità economica, idonei alla individuazione di ricavi e compensi;
la norma non precisa che questa fase transitoria avvenga con la consultazione della commissione di esperti di cui all'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146;
qualora la definizione di nuovi parametri avvenisse senza l'intervento delle categorie interessate, si verificherebbe una dilatazione smisurata della discrezionalità dell'Amministrazione Finanziaria, che potrebbe, al limite, rendere del tutto inutile il lavoro della commissione di esperti che concorre all'elaborazione degli studi di settore e dei loro aggiornamenti;
sarebbe gravemente illegittimo ed inopportuno impedire qualunque forma di contraddittorio in una materia così delicata;
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della norma in questione, l'opportunità di modificarla in modo da prevedere una elaborazione fondata su un'istruttoria più approfondita e complessa, dei parametri applicabili nel periodo transitorio fra una revisione e l'altra dei suddetti studi.
9/1746-bis/44. Grimaldi, Berruti, Osvaldo Napoli.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della manovra tesa a contrastare l'evasione fiscale è prevista la definizione di indicatori di coerenza per la individuazione dei requisiti minimi di continuità dell'attività svolta dalle società di capitali di nuova costituzione;
a differenza di quanto previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146, per l'elaborazione e revisione degli studi di settore, per gli indicatori in argomento non à prevista alcuna forma di contraddittorio con le parti interessate;
l'assenza di contraddittorio costituirebbe un grave arbitrio nei confronti dei contribuenti ed un grave pericolo di violazione del principio costituzionale di rispetto della capacità contributiva -:
impegna il Governo
ad aprire un tavolo di confronto con le categorie economiche interessate, al fine di definire una procedura trasparente per la individuazione dei suddetti requisiti minimi.
9/1746-bis/45. Romani, Berruti, Osvaldo Napoli.
La Camera,
premesso che:
con il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, sono previsti benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in lavori particolarmente usuranti e cioè vi è l'opportunità di anticipare il pensionamento, mediante abbassamento del limite di età pensionabile nella misura di due mesi per ogni anno di attività, riduzione che non può comunque superare un totale di 60 mesi;
con il decreto ministeriale 19 maggio 1999 sono state individuate, nell'ambito delle attività elencate nella tabella A alcune «mansioni particolarmente usuranti in ragione delle caratteristiche di maggiore gravità dell'usura che esse presentano», prevedendo per esse il concorso dello Stato alla copertura degli oneri, in misura non superiore al 20 per cento;
con l'articolo 78 della legge finanziaria per il 2001 (legge 23 dicembre 2000, n. 388) è stata prevista una disciplina che ha trovato applicazione solo per 2 anni coinvolgendo 416 lavoratori (dati INPS) e le risorse successivamente stanziate annualmente - euro 129.114.225 (pari a 250 miliardi di lite) - sulla base dell'autorizzazione
di spesa prevista dall'articolo 1, comma 38, della legge di riforma del sistema pensionistico (legge n. 335 del 1995), non sono state attivate e sono andate interamente in economia a fine esercizio;
a partire dal 2004, inoltre, il capitolo di spesa specificamente dedicato ai lavori usuranti è stato soppresso e lo stanziamento è confluito, insieme ad altri, in un nuovo capitolo del Ministero del lavoro, relativo a «Oneri derivanti da pensionamenti anticipati» -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a riattivare, nell'ambito dei futuri provvedimenti in materia pensionistica annunciati per il 2007, la concessione dei benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti affinché queste norme possano trovare piena attuazione.
9/1746-bis/46. Cordoni, Franci, Mario Ricci, Fluvi, Velo.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle misure a favore dello sviluppo, dagli interventi di riduzione del cuneo fiscale sono stati esclusi gli enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e smaltimento rifiuti;
nella relazione di accompagnamento non viene fornita alcuna spiegazione per l'esclusione delle cosiddette utilities e, quindi, si può solo ipotizzare che la limitazione sia rivolta a quelle imprese che gestiscono investimenti realizzati con fondi pubblici e che operano nei settori finanziari a sempre più basso impiego di manodopera;
non essendo esplicita la volontà del legislatore, la norma appare di difficile interpretazione, perché il mero riferimento al regime della concessione appare eccessivamente generico, in assenza di indicazioni sulle fonti normative di riferimento che ne specifichino la reale natura, e l'esistenza di una tariffa non è elemento sufficiente per qualificare con precisione i soggetti esclusi;
per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, la manovra, nel suo complesso, potrebbe risultare contraddittoria, perché da un lato sussisterebbe l'anzidetta penalizzazione nei confronti dei concessionari e dall'altro si intenderebbero promuovere nuove opere pubbliche, grazie all'istituzione di un'imposta locale di scopo ed alla destinazione a spese di investimento delle risorse giacenti presso l'INPS, per effetto della devoluzione all'Istituto delle quote del TFR dei lavoratori dipendenti;
l'eliminazione della genericità della norma ed il superamento della contraddizione devono necessariamente passare attraverso la presa d'atto che il generico riferimento al regime concessorio potrebbe coinvolgere anche la finanza di progetto, lo strumento più moderno per realizzare opere pubbliche con l'intervento di capitali privati;
le imprese che utilizzano la finanza di progetto nelle opere infrastrutturali non possono essere assolutamente equiparate alle imprese finanziarie, perché svolgono attività autenticamente industriali (produzione di beni e servizi), che danno impulso a ricadute ad alto impiego di manodopera, attraverso tale particolare strumento finanziario;
senza un intervento chiarificatore sorgerebbero gravi dubbi interpretativi, che potrebbero trovare soluzione solo in lunghi ed estenuanti contenziosi, con l'effetto di scoraggiare l'impiego di capitali privati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche -:
impegna il Governo
ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della riduzione del cuneo fiscale, provvedimenti amministrativi univoci al fine di chiarire che fra i soggetti
esclusi dal beneficio non rientrano le imprese che realizzano, ancorché in regime concessione con conseguente applicazione di una tariffa, opere pubbliche in finanza di progetto.
9/1746-bis/47. Berruti, Osvaldo Napoli.
La Camera,
premesso che:
è ormai noto come nei primi anni di vita dei bambini si sviluppino i più importanti legami affettivi, ovvero quelli con i genitori, indispensabili elementi del processo di crescita e di sviluppo armonico dell'individuo;
si ritiene opportuno attuare politiche per la famiglia che affermino il valore sociale della maternità e della paternità;
in tal senso è opportuno valorizzare il legame affettivo che si crea tra genitori e bambino in particolare nei primi anni di vita attraverso soluzioni che incentivino la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita;
tale scelta contribuirebbe a contenere il problema della disponibilità di posti negli asili nido, che sempre più risultano limitati rispetto alle effettive esigenze e pongono numerosi problemi economici e organizzativi alle madri lavoratrici e ai padri lavoratori;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di includere tra le attività per cui il Ministro delle politiche della famiglia può avvalersi del Fondo istituito con il comma 1 dell'articolo 192 della presente Legge anche iniziative finalizzate all'obiettivo di incentivare la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita.
9/1746-bis/48. (Testo modificato nel corso della seduta) Adenti, Picano, Li Causi, Giuditta, Satta, Del Mese, Capotosti, Rocco Pignataro, Affronti, D'Elpidio, Fabris, Pisacane, Cioffi, Morrone.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge n. 1746-bis prevede all'articolo 96 (Interventi per l'alleanza degli ospedali italiani nel mondo), oltre al trasferimento dall'Italia all'estero di attrezzature sanitarie in donazione, nonché alla tenuta dell'inventario aggiornato delle attrezzature disponibili, di cui alla legge 23 dicembre 2005, n. 266, e per consentire la partecipazione alla rete del tele consulto e della formazione a distanza di ospedali appartenenti a Stati nei quali non vi siano ospedali italiani, la concessione di un contributo nella misura di 1 milione di euro per l'anno 2007 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 in favore dell'associazione Alleanza degli ospedali italiani del mondo.
impegna il Governo
a stanziare una cifra incrementata di 1 milione di euro per ogni singolo anno indicato, per un totale di 8 milioni di euro anziché 5 milioni.
9/1746-bis/49. Angeli.
La Camera,
premesso che:
l'industria manifatturiera è coinvolta da estesi processi ristrutturazione, che derivano dai processi di globalizzazione dell'economia, dalla sfida de le nuove frontiere tecnologiche e scientifiche e da una maggiore consapevolezza degli utilizzatori finali, che sempre più pretendono tracciabilità e trasparenza nei prodotti di consumo;
rilevato che i distretti industriali, i sistemi di piccola impresa industriale e
artigiana, sono investiti , e lo saranno per i prossimi anni, da rilevanti problematiche occupazionali; Rilevato che per gli occupati nelle imprese industriali e artigiane al di sotto dei 16 dipendenti sono carenti o assenti misure di sostegno al reddito, e rilevato, altresì, la necessità di politiche attive del lavoro mirate al reinserimento lavorativo e all'avvio di nuove attività lavorative -:
impegna il Governo
a definire misure volte a assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori dei Distretti Industriali e ai dipendenti di imprese industriali e artigiane dei settori manifatturieri il necessario sostegno al reddito, finalizzato anche al reinserimento lavorativo ovvero all'avvio di nuove attività lavorative o professionali.
9/1746-bis/50. Delbono, Lulli, Giacomelli, Ghizzoni, Miglioli, Bellanova, Frias, Rocchi.
La Camera,
premesso che:
considerati gli accordi siglati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero della Pubblica Istruzione e le Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006; valutati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, come attestato dal censimento ISFOL per il 2006; tenuto conto degli impegni assunti in sede europea dal nostro Paese, che prevedono, in coerenza con gli obiettivi di Lisbona, l'attuazione di strategie volte al contenimento della dispersione scolastica e formativa;
occorrerebbe prevedere una adeguata fase transitoria nell'introduzione dell'obbligo di istruzione per non vanificare i risultati positivi conseguiti dai percorsi triennali avviati nel 2003 -:
impegna il Governo
a consentire, d'intesa con le Regioni, fino alla completa attuazione del riordino del secondo ciclo, la prosecuzione dei suddetti percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per i giovani che, in uscita dalla terza media, intendano conseguire una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo;
ad attivarsi per definire un sistema formativo che, a conclusione dei predetti percorsi triennali, preveda un quarto anno per il conseguimento del diploma professionale.
9/1746-bis/51. Colasio, Frigato, Fistarol, Rusconi, Viola, Fincato, Bimbi, Fogliardi, Volpini.
La Camera,
premesso che:
la legge 24 dicembre 1993, n. 560, recante «Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica» dispone una serie di misure che intendono promuovere, a condizioni di particolare favore, l'alienazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, acquisiti, realizzati o recuperati a totale carico o con concorso o con contributo dello Stato, della regione o di enti pubblici territoriali, nonché con i fondi derivanti dai contributi dei lavoratori ai sensi della legge n. 60 del 1983, da enti pubblici territoriali, nonché dagli Istituti autonomi per le case popolari e dai loro consorzi comunque denominati e disciplinati con legge regionale;
per gli alloggi degli Ater (o Iacp) ai quali sia stato apposto il vincolo previsto dalla legge n. 1089 del 1939, si produce un impedimento per gli inquilini interessati all'acquisto, di beneficiare delle condizioni previste dalla predetta legge 560 del 1993,
introducendo un elemento di evidente disparità tra gli inquilini, senza che ciò sia giustificato da esigenze di tutela storico-architettonica;
nel corso della passata legislatura furono presentate specifiche proposte di legge che approdarono ad un testo unificato, approvato dalla Commissione VIII -:
impegna il Governo
per quanto di sua competenza, ad affrontare la questione enunciata individuando meccanismi e procedure adeguate.
9/1746-bis/52. (Testo modificato nel corso della seduta) Velo, Zunino, Cordoni, Mariani, Franci, Froner, Fluvi, Nicchi.
La Camera,
premesso che:
la comunità degli italiani all'estero in molti paesi ha raggiunto una perfetta integrazione, ha conseguito risultati di eccellenza e di prestigio e rappresenta un grande patrimonio di ricchezza culturale ed economica sia per i paesi di destinazione che per l'Italia;
nei paesi che hanno vissuto o stanno vivendo gravi crisi economiche vi è una questione sociale che coinvolge un rilevante numero di cittadini italiani residenti;
in alcuni paesi con importanti collettività italiane ed oriunde esistono sacche di indigenza, in particolare tra gli emigrati anziani, che spesso vivono in condizioni di estrema povertà, talora al limite della sopravvivenza;
si tratta di italiani che, senza lavoro e privi di altri mezzi di sostentamento, hanno scelto la via dell'emigrazione per necessità e che, da quando hanno avuto un'occupazione stabile all'estero, hanno inviato con regolarità rimesse alle famiglie di origine, contribuendo in modo significativo alla ripresa economica dell'Italia negli anni del dopoguerra;
i paesi con scarse garanzie in materia di tutela e assistenza sociale, le famiglie più giovani, a causa di licenziamenti dal lavoro o degli oneri connessi a problemi di salute, vivono gravi difficoltà economiche, che hanno serie conseguenze sulle condizioni di vita, sull'educazione e sull'istruzione dei minori;
sovente in tali paesi le scuole pubbliche sono sovraffollate, e incapaci di garantire un adeguato livello di istruzione;
le scuole private, che hanno un migliore rapporto alunni/docenti e hanno maggiori dotazioni tecniche e professionali, richiedono il pagamento di una retta mensile, che rappresenta una spesa del tutto insostenibile per famiglie che affrontano serie difficoltà economiche;
in molti paesi dove vivono comunità di italiani la sanità pubblica è gravemente carente, quella privata accessibile a pochi, in considerazione dell'alto costo delle prestazioni sanitarie;
una malattia grave o cronica che richieda ricoveri o una lunga degenza o l'assunzione sistematica di medicine, spesso implica spese insostenibili per la famiglia del malato o del disabile che si trova sovente costretta, anche con un reddito medio, a vendere ogni proprietà fino a trovarsi in una condizione di indigenza;
non di rado i Consolati italiani hanno segnalato «nuove povertà» tra le comunità di italiani per le necessità economiche connesse alla malattia di un familiare;
l'assistenza diretta contribuisce a far fronte a tali necessità, ma appare insufficiente ad affrontare il fenomeno delle nuove povertà conseguenti a problemi di salute -:
impegna il Governo
in materia di solidarietà sociale, a individuare strumenti efficaci per la protezione
delle fasce più deboli delle collettività italiane all'estero, come gli anziani, garantendo il diritto alla salute ed all'assistenza sociale anche mediante forme di integrazione al reddito che possano contribuire ad affrontare situazioni di particolare indigenza;
in tema di diritto allo studio, a contribuire - anche con opportuni sussidi - all'educazione e all'istruzione dei bambini e degli adolescenti italiani all'estero, in particolare quando, per le condizioni disagiate dei genitori - anche temporanee, conseguenti a periodi di disoccupazione - o per il sovraffollamento delle strutture scolastiche pubbliche, non sia possibile garantire una frequenza regolare ed un adeguato livello di istruzione;
ad affrontare il fenomeno delle nuove povertà conseguenti a problemi di salute.
9/1746-bis/53. (Testo modificato nel corso della seduta) Bafile, Bucchino, Fedi, Gianni Farina, Narducci, Picchi, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria 2007 prevede, all'articolo 3, comma 1, lettera e), la esclusione di lavoratori e lavoratrici residenti all'estero dalla possibilità di accedere alle detrazioni per i carichi di famiglia;
tale esclusione, già prevista dall'articolo 24 del testo unico delle imposte sui redditi, per quanto concerne le deduzioni per famigliari a carico e la determinazione dell'imposta dovuta dai non residenti, è particolarmente discriminatoria nei confronti di chi produce un reddito tassabile in Italia;
questa esclusione ha posto e pone i residenti all'estero, che producono un reddito assoggettabile ad IRPEF in Italia, in una condizione di sostanziale disparità nei confronti dei residenti nel territorio nazionale ed è ingiusta in particolare per coloro i quali non godono, nel paese di residenza, di benefici connessi ai carichi famigliari;
impegna il Governo
a non discriminare i cittadini italiani residenti all'estero per quanto riguarda il carico fiscale, e ad effettuare una attenta verifica ed un monitoraggio degli effetti pratici derivanti dall'applicazione della norma, tenuto conto delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall'Italia.
9/1746-bis/54. Fedi, Narducci, Gianni Farina, Bucchino, Bafile, Benzoni, Ricardo Antonio Merlo, Picchi, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
la rete diplomatico-consolare è stata sistematicamente sottoposta a drastiche riduzioni dei capitoli di bilancio relativi al suo funzionamento sia nelle ultime finanziarie che nelle manovre aggiuntive e/o di assestamento di bilancio;
la rete diplomatico-consolare è oggi dotata di organici che sono inferiori al minimo previsto e non consentono un'adeguata azione di servizio e tutela; la rete diplomatico-consolare rappresenta il punto di contatto tra i cittadini italiani all'estero e lo Stato italiano, sia per quanto attiene alla rappresentanza che ai servizi ed alla tutela internazionale;
la rete diplomatico-consolare è stata chiamata ad una mole di lavoro straordinaria in occasione delle consultazioni politiche e referendarie e non è stata ancora in grado di realizzare un serio aggiornamento dell'elenco elettorale degli italiani all'estero ed in alcuni Consolati, a causa della carenza di fondi e personale, le operazioni di aggiornamento sono state sospese dopo l'ultimo referendum;
la rete diplomatico-consolare adotta prassi amministrative, con una rigida
gestione di competenza e per singoli capitoli di spesa, che limitano una razionale gestione della spesa;
la situazione ha raggiunto i livelli dell'emergenza ed in alcune circoscrizioni i Consolati ed i Consolati Generali non saranno neanche in grado di pagare le bollette dell'energia elettrica;
questa situazione si traduce in lunghe attese per i servizi alle comunità italiane nel mondo, oltre a dare una pessima immagine dell'Italia all'estero; ogni ipotesi di riorganizzazione della rete consolare non deve tradursi in chiusura di Consolati o riduzione di personale o meno diritti per il personale e le soluzioni debbano comunque essere individuate con il metodo della concertazione;
questa generale precarietà e queste carenze strutturali della rete diplomatico-consolare hanno da tempo suscitato le preoccupazioni e le proteste delle comunità italiane emigrate;
impegna il Governo
ad effettuare una attenta verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare, a presentare alle competenti Commissioni della Camera dei Deputati una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all'estero prima di procedere alla fase di riorganizzazione delle sedi consolari.
9/1746-bis/55. Narducci, Fedi, Gianni Farina, Bucchino, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Picchi, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 85, comma 6, del disegno di legge finanziaria per il 2007, stabilisce un nuovo meccanismo di liquidazione delle pensioni dei lavoratori i quali hanno già trasferito presso l'assicurazione generale obbligatoria italiana i contributi versati ad enti previdenziali di Paesi esteri in conseguenza di convenzioni ed accordi internazionali di sicurezza sociale (Svizzera in particolare);
la norma in oggetto interpreta con efficacia retroattiva l'articolo 5, primo comma, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n.488, e successive modificazioni;
l'Inps liquida le prestazioni pensionistiche di questi lavoratori prendendo a riferimento come base di calcolo la retribuzione percepita in Svizzera, ma riparametrata sulla base dell'aliquota contributiva svizzera notevolmente più bassa rispetto a quella vigente in Italia, con conseguente riduzione della retribuzione pensionabile;
la Corte di Cassazione (sentenze 4623/04, 20731/04, 7455/05) ha riconosciuto invece il diritto del lavoratore alla determinazione del suo trattamento pensionistico sulla base della effettiva retribuzione percepita nell'ultimo periodo lavorativo indipendentemente dall'aliquota contributiva applicata;
i lavoratori possibili beneficiari delle sentenze della Suprema Corte sono circa 167.000 ovvero circa 95.000 nell'ipotesi di una prescrizione decennale;
i lavoratori interessati hanno cominciato a presentare ai Comitati provinciali dell'Inps i ricorsi ed i Comitati di gestione centrali dell'Istituto hanno confermato i provvedimenti dei Comitati provinciali favorevoli ai ricorrenti;
il mantenimento della norma in oggetto avrà invece come conseguenza il disconoscimento delle sentenze della Suprema Corte e l'adozione da parte dell'Inps del meccanismo di calcolo meno favorevole per i lavoratori, adottato prima delle sentenze della Corte;
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile, anche concordata con le parti sociali che risponda
alle eque aspettative ed esigenze dei lavoratori che hanno trasferito la contribuzione dalla Svizzera in Italia.
9/1746-bis/56. Gianni Farina, Fedi, Narducci, Bucchino, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
la particolare situazione di emergenza ambientale in cui versano alcuni territorio della Calabria, come ad esempio Vibo Valentia e le zone recentemente colpite dalla recente tragica alluvione
impegna il Governo
a prevedere che il dieci per cento dei fondi ricavati dal recupero di risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti da Fintecnaspa nei confronti di Stretto di Messina spa e destinati a specifiche attività di tutela ambientale siano destinati prioritariamente a completare gli interventi di emergenza ambientale attualmente in atto.
9/1746-bis/57. Laratta, Oliverio, Laganà Fortugno.
La Camera,
premesso che:
la situazione economica e sociale della regione Abruzzo è caratterizzata dalla grave crisi del polo elettronico dell'Aquila e di Chieti, oltre che del settore del tessile nella provincia di Teramo;
in particolare si evidenzia la situazione di grave crisi del «polo elettronico» costituito da aziende del comparto dell'elettronica e delle telecomunicazioni dotate di elevati livelli tecnologici;
il «polo elettronico» ha costituito e costituisce il nucleo dello sviluppo, anche occupazionale, dell'intera zona assumendo un ruolo fondamentale per il futuro dell'intera economia dell'area e insieme dell'intera regione;
il settore tessile e abbigliamento della provincia di Teramo, trainante per l'intera economia locale, versa in una forte crisi dovuta ai processi di delocalizzazione dei sistemi produttivi e alla conseguente difficoltà nel rispondere alle nuove esigenze del mercato sempre più spinto verso l'evoluzione tecnologica e l'internazionalizzazione;
le risposte da dare all'emergenza devono intrecciarsi con l'apertura di nuove prospettive di sviluppo e di nuova industrializzazione, nel settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni, oltre che nel settore tessile-abbigliamento;
gli articoli 104, 105 e 106 della Legge Finanziaria contengono un insieme di misure rilevanti ai fini di affrontare le crisi sopra evidenziate, dal Fondo per la competitività e lo sviluppo, a quello sulla finanza d'impresa, al Fondo per gli interventi nel capitale di rischio, alle risorse per contrastare il declino dell'apparato produttivo anche mediante la salvaguardia e il consolidamento di attività e livelli occupazionali, agli interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica -:
impegna il Governo
a utilizzare le predette risorse per porre in essere, nel breve termine, interventi finalizzati a sostenere e sviluppare questi importanti comparti dando vita a una politica nazionale per le telecomunicazioni e l'elettronica, nella quale anche l'Abruzzo deve giocare un ruolo centrale, e a politiche di innovazione del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero, anche al fine di tutelare l'occupazione nella regione.
9/1746-bis/58. (Testo modificato nel corso della seduta) Cialente, Crisci, Costantini, Fasciani.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 reca norme che inaspriscono la pressione fiscale
sui redditi di cittadini appartenenti al ceto medio -:
impegna il Governo
a riferire alla Camera entro dieci mesi dall'entrata in vigore della legge finanziaria sugli esiti determinatisi per l'economia a seguito dell'introduzione delle nuove disposizioni fiscali.
9/1746-bis/59. Verro.
La Camera,
premesso che:
sono insufficienti le risorse destinate dalla manovra di finanza pubblica al settore scolastico e la loro inadeguata allocazione, cui conseguirà inevitabilmente una dequalificazione del servizio scolastico reso ai cittadini, con evidenti disagi per le famiglie e gli studenti;
si assiste al deprecabile fenomeno della richiesta, da parte di numerose istituzioni scolastiche, alle famiglie degli studenti, di intervenire direttamente nel sostegno delle attività scolastiche, per una spesa media annua, per ogni genitore, tra i 70 e i 100 euro, il che viola il principio di gratuità dell'istruzione pubblica -:
impegna il Governo
ad assumere iniziative idonee a contrastare tale fenomeno, che comporta un ulteriore aggravio per le famiglie, e ad attivarsi per prevedere la detraibilità di queste spese ai fini IRPEF.
9/1746-bis/60.Colucci.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 finalmente riporta la questione del Mezzogiorno al centro dell'agenda degli impegni del Governo e del Parlamento;
nei cinque anni della precedente legislatura, con il Governo Berlusconi vi sono stati continui e pesanti tagli nelle risorse destinate al Mezzogiorno, con il progressivo e grave indebolimento di tutta una serie di istituti e misure per incentivare e promuovere le attività economiche ed i processi di sviluppo nel Mezzogiorno;
nella legge finanziaria per il 2007 sono previsti interventi fondamentali e qualificanti per il Sud, quali il credito di imposta per i nuovi investimenti ed i nuovi assunti a tempo indeterminato, il cuneo fiscale più ampio con una riduzione del costo del lavoro nelle Regioni meridionali raddoppiata rispetto al resto del territorio nazionale, gli incentivi per l'occupazione femminile, le zone franche urbane, l'attribuzione delle risorse del Fondo centrale di garanzia per le autostrade e ferrovie metropolitane al completamento dei lavori di ammodernamento della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, il definanziamento dei fondi di provenienza Fintecnica destinati fino ad oggi al progetto non prioritario del Ponte sullo Stretto di Messina (circa 1,5 miliardi di euro) con la loro assegnazione per grandi priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno, n Calabria e Sicilia, quali la statale Jonica n. 106, la rete autostradale e ferroviaria in quelle zone;
è stato, altresì, incrementato il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS), garantendo per la prima volta la copertura finanziaria per un arco di sette anni, con il cofinanziamento statale dei fondi europei e con un maggior e ben più adeguato coordinamento nella programmazione nazionale;
tuttavia in alcuni emendamenti presentati dal Governo, nel corso dell'esame parlamentare della legge finanziaria, interventi rilevanti e sicuramente degni di attenzione, sono stati finanziati attingendo proprio alla dotazione finanziaria del Fondo (FAS) benché estranei ai territori meridionali;
il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri onorevole Enrico Letta e il relatore alla finanziaria onorevole Michele Ventura, durante la seduta pomeridiana della Camera del 14 novembre 2006 ed il Ministro allo sviluppo economico onorevole Bersani nella seduta del 16 novembre 2006, hanno chiarito che talune copertura sul Fondo FAS sono meramente provvisorie e transitorie, introdotte per ragioni solo t4ecniche e, quindi, da sostituire integralmente, conservando, così l'integrità del Fondo Fas;
pertanto le medesime coperture vanno modificate, restituendo così al Fondo FAS tutte le risorse ad esso originariamente assegnate dalla legge finanziaria e consentendogli di svolgere il ruolo strategico ad esso spettante -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte ad introdurre tutte le modifiche necessarie per garantire la integrità e la totalità delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, restituendo così a questo fondo tutti i finanziamenti ad esso originariamente assegnati dall'articolo 105 del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo il 1o ottobre 2006.
9/1746-bis/61. Iannuzzi, Cesario, Margiotta, Tuccillo, Suppa, Squeglia, Oliverio, Bordo, Boffa, Bianchi, Burtone, Pellegrino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 142 reca disposizioni relative al finanziamento dell'Anas ed all'obbligo di predisposizione del piano economico-finanziario e all'introduzione della convenzione unica;
i piani finanziari all'interno dei rapporti tra Anas e società concessionarie costituiscono parte integrante della convenzione unica;
nella determinazione dei componenti che concorrono all'adeguamento periodico tariffario occorre tener conto anche nella «dinamica dei costi»;
a tutta evidenza nella definizione da ultimo richiamata rientrano certamente sia le spese direttamente sostenute dal concessionario per lo svolgimento del servizio, sia gli oneri oggettivamente comunque gravanti sullo stesso e in questa veste determinanti ai fini della composizione del risultati economico finale, quale il tasso di inflazione - per lo meno nei termini di tasso di inflazione programmato - e che tale componente non è soggetta a valutazione discrezionale ai fini predetti;
la regola secondo la quale i concessionari sono soggetti alla disciplina del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, può ritenersi già assolta allorché il concessionario sia stato comunque scelto all'esito di u a procedura di gara nel cui bando fosse già prevista una quota di attività da destinare a partecipanti al raggruppamento stesso
impegna il Governo
ad assicurare l'interpretazione delle disposizioni in esame nei termini di cui in premessa.
9/1746-bis/62. Sanga, Quartiani, Misiani, Tolotti, Pedica, Ferrari, Delbono, Rusconi, Farinone, Viola, Saglia.
La Camera,
premesso che,
risulta avviata e quasi conclusa, da parte dell'INPS, nei confronti dei pensionati italiani residenti all'estero, una nuova richiesta di accertamento reddituale relativa agli anni 2004 e 2005 onde aggiornare le prestazioni pensionistiche collegate a limiti di reddito;
non sono stati ancora esperiti gli adempimenti della precedente rilevazione
reddituale del 2002 e molte sono le situazioni di pensioni già ridotte o per le quali è stato comunicato un indebito;
gli indebiti sono stati di norma determinati dai ritardi dell'INPS nell'approntare un sistema efficace ed efficiente di verifica reddituale annuale;
l'INPS non ha ancora a regime un sistema di verifica e accertamento dei redditi e le campagne RED per l'estero si sono svolte a molti anni di distanza l'una dall'altra, creando situazioni di gravissimo disagio per pensionati che sono chiamati a restituire quote di pensione all'INPS;
l'inesigibilità di questi indebiti, in assenza di dolo, risponde ad una esigenza di giustizia in termini di puntualità delle verifiche, di trasparenza amministrativa e di rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione;
impegna il Governo
ad affrontare il problema della inesigibilità dell'indebito per i pensionati INPS residenti all'estero.
9/1746-bis/63. (Testo modificato nel corso della seduta) Bucchino, Fedi, Narducci, Gianni Farina, Bafile, Ricardo Antonio Merlo, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
già nel 1996, per iniziativa dei Socialisti Democratici, è stata presentata proposta di legge per l'abolizione dell'imposizione fiscale IRPEF ed ICI sulla prima casa;
nel periodo 1999-2001 i Governi di centro-sinistra hanno provveduto dapprima alla riduzione e, successivamente, alla eliminazione dell'IRPEF sulla prima casa;
a tutt'oggi, non si sono verificate, purtroppo, le condizioni economiche e finanziarie per l'abolizione dell'ICI sulla prima casa; -che, comunque, per ovvie intuibili ragioni, l'ICI sulla prima casa è un'imposta palesemente ingiusta -:
impegna il Governo
ad esperire, nel corso della legislatura, ogni iniziativa tesa a ridurre e, possibilmente, ad eliminare l'ICI sulla prima casa
9/1746-bis/64. Schietroma, Crema.
La Camera,
premesso che:
considerato che gli stanziamenti per il funzionamento della giustizia sono stati ridotti del 6 per cento;
ritenuto che la situazione venutasi a creare con la riduzione degli stanziamenti sia particolarmente grave, perché non permette un'efficace e razionale amministrazione della giustizia con forti ricadute sui bisogni effettivi dei cittadini che chiedono una giustizia più celere e più organizzata;
ritenuto che sia necessario aumentare lo stanziamento per la giustizia in modo da motivare di più anche il personale amministrativo e giudiziario che la finanziaria per il 2007 penalizza fortemente -:
impegna il Governo
ad attivarsi a destinare maggiori risorse alla giustizia per dare risposte credibili ai cittadini costretti troppe volte a subire ritardi nei processi divenuti ormani intollerabilmente lenti.
9/1746-bis/65. Vitali.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 prevede interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, incrementando gli stanziamenti in favore del relativo Fondo;
il Fondo per le aree sottoutilizzate, istituito dall'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ha come scopo precipuo il conseguimento di finalità di riequilibrio economico e sociale delle aree depresse;
le problematiche di sviluppo economico che affliggono queste aree hanno spesso delle ricadute importanti anche nell'economia delle aree territoriali ad esse limitrofe;
si ritiene quindi necessario prendere in adeguata considerazione le difficoltà di queste ultime, in particolare quando esse presentino un tasso di disoccupazione allargato superiore alla medianazionale e un ritardo di sviluppo economico;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte ad estendere i benefici previsti dalla legge finanziaria per il 2007 in favore dello sviluppo delle aree sottoutilizzate anche ai comuni appartenenti all'obiettivo 2, confinanti con le aree obiettivo 1, nei quali si registri un tasso di disoccupazione allargato superiore alla media nazionale, nonché un ritardo di sviluppo economico.
9/1746-bis/66. Antinucci, Schietroma, Picano.
La Camera,
premesso che:
premessa l'impossibilità ormai quasi strutturale, della maggior parte dei comuni e delle province di poter sostenere le spese di acquisto, costruzione, manutenzione, messa a norma di sicurezza, eccetera di edifici adibiti all'istruzione scolastica -:
impegna il Governo
a valutare l'esigenza di precisare l'applicazione delle aliquote IVA per il gas ad uso domestico o di riscaldamento, tenendo conto dell'uso promiscuo e dei periodi di mancato uso del riscaldamento.
9/1746-bis/67. (Testo modificato nel corso della seduta) Ruggeri, Burchiellaro.
La Camera,
premesso che:
l'immobile adibito a tribunale di Mantova, come risulta dalla documentazione inviata al ministero della giustizia, da parte del sindaco del comune di Mantova e del presidente dello stesso tribunale, versa in uno stato di grave degrado conpromettendo la stessa attività giudiziaria e ritenendo non più rinviabile la realizzazione di un nuovo palazzo di giustizia
impegna il Governo
a porre la costruzione del nuovo tribunale di Mantova, secondo i progetti presentati dal comune di Mantova e già accolti ed approvati dallo stesso ministero della giustizia, quale priorità.
9/1746-bis/68. (Testo modificato nel corso della seduta) Burchiellaro, Ruggeri.
La Camera,
premesso che:
la Conferenza ministeriale europea della OMS sulla salute mentale tenutasi ad Helsinki dal 12 al 15 gennaio 2005 impegna gli stati membri della regione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ad adottare una legislazione relativa ai diritti delle persone con disabilità, affinché anche la salute mentale vi figuri in modo equo e giusto
impegna il Governo
ad assumere iniziative per chiarire che nel novero delle persone destinatarie delle risorse del «Fondo per le non autosufficienze»
di cui all'articolo 198 della presente Legge rientrano i soggetti in condizione di disabilità, intendendosi per disabilità ogni limitazione dell'attività o restrizione della partecipazione alla vita sociale, subita nel proprio ambiente da una persona a causa di una alterazione sostanziale, duratura o definitiva di una o più funzioni fisiche, sensoriali, intellettive, cognitive o psichiche.
9/1746-bis/69. (Testo modificato nel corso della seduta) Stramaccioni, Tolotti.
La Camera,
premesso che:
in questi anni è emersa con evidenza la necessità di sostenere politiche attive a sostegno della famiglia;
i modelli tradizionali di convivenza sociale sono stati messi in discussione e sono soggetti ad una fase di notevole evoluzione;
resta fondamentale nella società italiana il peso specifico, l'importanza e la centralità della famiglia, quale punto di riferimento costante, nucleo vitale, e luogo di crescita e di sviluppo per le nuove generazioni;
siamo tutti consapevoli della necessità di promuovere politiche di concreto sostegno alla famiglia intesa appunto come centro vitale della nostra società,
tali politiche e scelte governative non possono andare nella direzione di nuove forme di discriminazione tra i cittadini;
pur apprezzando lo sforzo del Governo, che ha modificato la prima stesura della finanziaria in senso maggiormente favorevole ai nuclei familiari va purtroppo sottolineata una non sufficiente attenzione verso la famiglia monoreddito che si trova a doversi far carico dei costi della collettività attraverso una maggiore e più incisiva tassazione;
le famiglie monoreddito non possono essere sacrificate o in alcun modo penalizzate, come invece avviene nelle disposizioni previste dalla legge finanziaria attualmente all'attenzione della Camera -:
impegna il Governo
ad assumere in tempi brevi norme che non siano discriminanti, ma eque e coerenti verso i nuclei familiari che vivono con un solo reddito.
9/1746-bis/70. (Testo modificato nel corso della seduta) Rossi Gasparrini.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 257 del 1992 recante «Norme relative alla cessazione dell'impiego di amianto», prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dell'amianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure sulla tutela sanitaria e sulla previdenza sociale dei lavoratori ex esposti ad amianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale di malattia professionale e del danno biologico;
per quasi un decennio sono rimaste inattuate molte delle misure previste dalla suddetta legge, come la mappatura della presenza dell'amianto nel nostro Paese, la previsione dei piani regionali di bonifica, la creazione del registro degli ex esposti e dei mesoteliomi; almeno di 32 tonnellate di amianto e di prodotti che lo contengono permangono ancora oggi nel nostro Paese e in special modo in Piemonte (le cave di Balangero e l'Eternit di casale Monferrato), Friuli Venezia Giulia (Monfalcone) e in Veneto (Porto Marghera); il registro nazionale dei mesoteliomi, realizzato nel marzo 2004, registrava 3670 casi di decesso, ma si trattava comunque di dati ancora parziali sia perché, a quella data, molte regioni non avevano ancora provveduto alla creazione del registro (ad oggi solo 5 regioni l'hanno redatto) e sia perché
trattatasi di decessi avvenuti in strutture ospedaliere rimanendo così sommerso o sconosciuto il numero dei decessi cosiddetti `non ufficiali'; nell'arco di 12 anni (1992-2004) la lotta contro l'amianto è stata incentrata sul tentativo di dare piena applicazione della legge 257 del 1992, istituendo processi civili e penali che hanno portato alla chiusura di fabbriche e miniere, avviando conseguentemente percorsi di bonifica e tutela sanitaria e previdenziale per i lavoratori esposti alla `fibra killer';
tuttavia, stime attendibili prevedono che nei prossimi decenni - essendo il periodo di latenza della malattia anche superiore ai trenta anni - si avrà un incremento molto consistente dei decessi provocati dall'amianto, che toccherà l'apice tra il 2015 e il 2025 e, secondo esperti, anche nel 2040;
Il 12 e 13 novembre 2004 a Monfalcone la Conferenza Nazionale sull'amianto ha fissato gli obiettivi fondamentali nella lotta all'amianto, focalizzando in particolare l'attenzione sulla completa eliminazione della cosiddetta 'fibra-killer' dall'Italia entro il 2015;
la Conferenza Europea sull'amianto, tenutasi a Bruxelles il 22 e il 23 ottobre 2005, ha individuato nell'amianto la causa principale dei tumori determinati dallo svolgimento di attività professionali, evidenziando la diretta proporzionalità tra la presenza di prodotti contenenti amianto in abitazioni, uffici pubblici e privati, infrastrutture e l'insorgenza di malattie ad alto tasso di mortalità;
nel nostro Paese è maturata molto in ritardo la coscienza dell'alta pericolosità derivante dalla produzione di amianto, che solo nel 1992 ha portato al relativo divieto per legge; a livello nazionale sono oltre 600.000 le domande di risarcimento presentate dai lavoratori ex esposti all'amianto in ambiente di lavoro, alle quali per un terzo è stata data risposta negativa e per una metà non è stata ancora data una risposta; vi sono, inoltre, 3600 persone su tutto il territorio nazionale (di cui ben 1700 lavoratori del porto di Genova), che hanno subito i danni derivanti dal continuo contatto con l'amianto e che, essendo andati in pensione prima dell'entrata in vigore delle legge 255 del 1992 non hanno potuto godere delle agevolazioni sanitarie e previdenziali ivi previste -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di predisporre una nuova normativa, che preveda l'applicazione rigorosa della legislazione europea e nazionale in materia di amianto, in particolare finalizzata a:
introdurre in tempi brevi verifiche obbligatorie sugli edifici pubblici, sulle residenze private e sui mezzi di trasporto;
istituire registri nazionali dei lavoratori esposti all'amianto e di lavoratori con malattie causate da esposizione ad amianto;
riconoscere tutte le malattie relative ad attività lavorative collegate all'amianto come malattie professionali, nel quadro di un'armonizzazione degli schemi di indennizzo delle malattie professionali nell'Unione Europea;
istituire un Fondo nazionale per il risarcimento sia dei famigliari ex esposti che dei cittadini esposti in ambienti contaminati;
istituire un Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici dall'amianto, per il finanziamento degli interventi finalizzati ad eliminare i rischi per la salute pubblica derivante dalla presenza di amianto negli edifici pubblici;
applicare il coefficiente moltiplicatore, sulla base della scelta del lavoratore, ai fini dell'anticipazione dell'accesso al pensionamento o ai fini della determinazione dell'importo delle prestazioni pensionistiche;
applicare i benefici previdenziali anche ai lavoratori che siano stati esposti. all'amianto per un periodo inferiore a
dieci anni, commisurando il coefficiente roltiplicatore proporzionalmente al periodo di esposizione;
9/1746-bis/71. (Testo modificato nel corso della seduta) Cesini, Diliberto, Sgobio, De Angelis, Pagliarini, Cancrini, Ferdinando Benito Pignataro, Tranfaglia, Bellillo, Crapolicchio, Bandoli, Napoletano, Vannucci, Vacca, Venier, Francescato, Di Salvo, Oliverio, Cacciari, Perugia, Lion, Lovelli, Longhi, Galante, Soffritti, Merloni, Giovanelli, Maderloni, Franci, Provera, Fiorio.
La Camera,
in considerazione della rilevanza dell'evento sportivo dei XVI Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 e dei conseguenti ritorni economici e di immagine non solo per la regione Abruzzo ma per tutto il paese
impegna il Governo
a verificare la possibilità di reperire ulteriori fondi per la manifestazione almeno nella misura di 10 milioni di euro per le spese organizzative da assegnarsi al Comitato Organizzatore dei XVI Giochi del Mediterraneo Pescara 2009 e di almeno 20 milioni di euro per la realizzazione e l'ammodernamento degli impianti sportivi (10 milioni di euro) e delle infrastrutture (10 milioni di euro) necessari allo svolgimento dell'evento da assegnarsi al Commissario Governativo, che provvederà a ripartirlo fra i soggetti pubblici che hanno la proprietà, la gestione o la competenza sulle suddette strutture.
9/1746-bis/72. (Testo modificato nel corso della seduta) Aracu.
La Camera,
premesso che:
in base ai dati Istat la povertà nel Mezzogiorno colpisce una famiglia su 4;
in Calabria il 25 per cento delle famiglie vive al di sotto della povertà, in Basilicata il 28, in Puglia il 25, in Sicilia il 30 per cento;
negli anni precedenti si è interrotta l'azione positiva prodotta dal reddito minimo di inserimento varato dal governo di centrosinistra nel 1998;
nei cinque anni del governo della destra è stato soppresso il RMI ed è stato varato, senza mai essere applicato, il reddito di ultima istanza;
negli anni del governo della destra la povertà delle famiglie è cresciuta in particolare nel Mezzogiorno;
le famiglie povere sono quelle con più figli, soprattutto numerose, e con anziani non autosufficienti a carico;
occorre intervenire al più presto per sostenere le famiglie con i redditi bassi e in condizione di indigenza con programmi di reinserimento sociale e professionale;
nella finanziaria 2007 si intravedono le prime azioni di attenzione alle fasce deboli della società.
impegna il Governo
ad istituire un tavolo permanente con le regioni del Sud, gli enti locali, le parti sociali e le associazioni del terzo settore per monitorare attraverso l'Osservatorio per la famiglia la condizione delle famiglie in difficoltà nel Mezzogiorno;
a predisporre piani d'azione per il reinserimento sociale delle famiglie povere in particolare nei piccoli comuni.
9/1746-bis/73. D'Ambrosio, Oliverio, Margiotta, Grassi, Ruta, Fadda, Burtone, Cesario.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 152 del disegno di legge finanziaria reca diversi interventi per
l'agricoltura italiana, finalizzati, in particolare, a favorire l'imprenditoria giovanile in agricoltura e a sostenere la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole colpite da grave crisi di mercato;
è opportuno che gli interventi di cui all'articolo 152 siano destinati in misura prevalente ai settori che, nell'ambito della produzione agroalimentare del paese, rivestono un particolare rilievo, tra i quali senza dubbio una posizione molto importante, con particolare riferimento alla produzione delle regioni meridionali, spetta al settore ortofrutticolo;
in generale la produzione agroalimentare nelle regioni meridionali e, in modo specifico, la produzione ortofrutticola necessita di essere valorizzata e sostenuta, al fine di non disperdere un patrimonio di risorse e competenze che assume per numerosi e importanti territori un valore economico strategico;
per la regione Calabria, in particolare, una delle componenti trainanti del settore ortofrutticolo è costituita dalla produzione delle cosiddette «clementine», che caratterizza vaste aree di territorio regionale;
con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 9 giugno 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2006, è stato riconosciuto il Consorzio per la tutela della Indicazione geografica protetta (IGP) «Clementine di Calabria», con l'incarico di svolgere le funzioni di cui all'articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 -:
impegna il Governo
a sostenere in via prioritaria, anche nell'ambito di applicazione degli interventi per l'agricoltura italiana di cui all'articolo 152 del disegno di legge in esame, i settori di particolare rilievo e, tra questi, il settore ortofrutticolo, che nelle regioni meridionali assume una valenza economica strategica;
in particolare, a porre in essere tutti gli interventi idonei:
a garantire la presenza e l'attività sul territorio di personale tecnico qualificato in relazione alle specificità del prodotto, nonché la concreta disponibilità di mezzi per lo svolgimento delle attività di controllo sulla produzione;
a definire apposite direttive per assicurare l'individuazione, da parte del Consorzio e degli enti territoriali competenti, di aree vocate alla produzione di «Clementine di Calabria», anche prevedendo forme di incentivazione alla riconversione delle colture, con l'obiettivo di sostenere standard uniformi ed elevati di quantità e qualità del prodotto su tutto il territorio regionale;
a considerare l'opportunità di individuare risorse finanziarie aggiuntive, da destinare al perseguimento delle finalità di cui alle lettere a) e b).
9/1746-bis/74. Oliverio, Servodio, Laratta, Laganà Fortugno.
La Camera,
premesso che:
per la conservazione ed il recupero dei rioni Sassi di Matera è stata approvata la legge 11 novembre 1986, n. 771;
il sito è stato inserito nel patrimonio UNESCO;
l'interesse di turisti, studiosi e ricercatori per Matera ed i Sassi cresce esponenzialmente;
la legge è allo stato priva di finanziamenti;
impegna il Governo
ad adottare, nell'ambito delle prossime sessioni di bilancio della XV legislatura e delle compatibilità finanziarie, le opportune iniziative per la copertura di un
apposito progetto di legge per il rifinanziamento del recupero e della conservazione dei Sassi di Matera.
9/1746-bis/75. Luongo, Margiotta, Carta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 71 interviene in materia di programmazione universitaria introducendo per il triennio 2007-2009, il divieto per le università di istituire e attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quella legale e amministrativa;
le università devono inoltre provvedere, per le facoltà e i corsi di studio decentrati già esistenti, ad integrare le convenzioni con gli enti locali e gli altri enti sottoscrittori, in modo da assicurarne il funzionamento, per almeno venti anni, in termini di risorse finanziarie, strumentali e di strutture edilizie;
le predette convenzioni devono acquisire il parere di congruità del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario. In caso contrario, i corsi di studio sono disattivati, fermo restando il diritto, per gli studenti iscritti, di completare il corso entro la durata legale dello stesso -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a prevedere che per le sedi distaccate, ove già esistano attività didattiche, di poter attivare facoltà o corsi di studio aggiuntivi laddove essi siano già stati autorizzati dai competenti organi accademici.
9/1746-bis/76. (Testo modificato nel corso della seduta) Carta, Margiotta.
La Camera,
premesso che:
il trattamento di fine rapporto - TFR - è sottoposto ad un regime di tassazione separata, ma agganciata alla progressività dell'Irpef (articolo 19 del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica. n. 917 del 1986) articolato nel modo seguente:
fase di accumulazione: la somma corrispondente alla rivalutazione annua dell'importo accantonato dal datore di lavoro è assoggettata ad un'imposta sostitutiva in misura pari all'11 per cento (articolo 11, comma 3 del decreto legislativo n. 47 del 2000);
fase della percezione del TFR da parte del lavoratore: in questa fase l'imposta è determinata in via provvisoria, applicando al reddito di riferimento al netto degli importi già assoggettati ad imposta sostitutiva, l'aliquota individuata con riferimento all'anno in cui è maturato il diritto alla percezione (articolo 19, comma 1, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);
riliquidazione dell'imposta da parte degli Uffici finanziari: l'imposta definitiva dovuta sul TFR viene determinata in sede di riliquidazione da parte degli uffici finanziari, in base all'aliquota media di tassazione dei cinque anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione, iscrivendo a ruolo o rimborsando le maggiori o minori imposte entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione del sostituto d'imposta (articolo 19, comma 1, ultimo periodo del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);
il TFR ha subito negli ultimi anni un progressivo aggravio di tassazione iniziato con la riforma prevista dal decreto legislativo n. 47 del 2000 e culminato con la legge n. 289 del 27 dicembre 2002 che a decorrere dall'1 gennaio 2003, ha elevato l'aliquota del primo scaglione Irpef dal 18 al 23 per cento con effetti penalizzanti in modo significativo sui contribuenti con redditi medio - bassi;
il meccanismo previsto con la legge di riforma dell'Irpef (legge 289 del 2000) ha stabilito che la modifica degli scaglioni e l'innalzamento delle aliquote, fino ad una determinata fascia di reddito, sia compensata dal riconoscimento di una deduzione dall'imponibile (c.d. deduzione per assicurare la progressività dell'imposizione) che tuttavia, si applica solo con riferimento ai redditi ordinari mentre, per il trattamento di fine rapporto assoggettato a tassazione separata rileva solo l'effetto dovuto all'innalzamento dell'aliquota sui redditi che fino al 31 dicembre 2002 subivano un tassazione del 18 per cento mentre dal 1 gennaio 2003 sono passati al 23 per cento;
secondo i calcoli del Ministero dell'economia e delle finanze l'aggravio ha riguardato tutte le indennità di fine rapporto il cui reddito annuale di riferimento non sia superiore a 31.855 euro;
il maggior gettito derivante dall'aggravio della tassazione del TFR a seguito della riforma fiscale del 2003 è stato calcolato in 520 milioni di euro nel 2003, in 468 milioni di euro nel 2004, in 312 milioni di euro nel 2005 e in circa 170 milioni di euro nel 2006 per un totale di oltre 1500 milioni di euro in 4 anni;
un'ulteriore penalizzazione che riguarda tutti i rapporti di lavoro cessati entro il 31 dicembre 2005, è intervenuta in conseguenza della fine dell'applicazione, con decorrenza 1 gennaio 2006, della norma transitoria prevista a seguito della riforma della tassazione del trattamento di fine rapporto avvenuta con il decreto legislativo 47 del 2000 che dava diritto ad una detrazione pari a 5,6 euro per ogni mese di maturazione corrispondente ad un importo annuale di 61,97 euro;
con il disegno di legge finanziaria per il 2007 (A. C. n. 1746 bis) nella sua formulazione originale, la tassazione del TFR avrebbe subito un ulteriore aggravio evitato dal Governo con la presentazione di un proprio emendamento all'articolo 3, con il quale è stata introdotta una clausola di salvaguardia destinata a produrre effetti per i soli trattamenti di fine rapporto maturati successivamente al 31 dicembre 2006, per i quali è possibile applicare, se più favorevoli, le aliquote e gli scaglioni di reddito vigenti nel 2006. Questo provvedimento tuttavia, non è intervenuto a risolvere il rilevante aggravio di tassazione che ha inciso i trattamenti di fine rapporto sui redditi bassi maturati antecedentemente e che, come precedentemente evidenziato, è quantificabile in oltre 1.500 milioni di euro -:
impegna il Governo
a riesaminare in modo sistematico le modalità di tassazione del TFR, previste dall'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 e, compatibilimente con i soldi di finanza pubblica, a realizzare l'obiettivo di un superamento dell'aggravio fiscale sui trattamenti di fine rapporto, come determinato dall'aumento dell'aliquota dal 18 per cento al 23 per cento della riforma Irpef ex-lege 27 dicembre 2002, n. 289.
9/1746-bis/77. (Testo modificato nel corso della seduta) Musi.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame stanzia 2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 a copertura degli investimenti relativi alla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria nazionale;
il Ministero delle infrastrutture ha sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni un documento sulle «priorità infrastrutturali» del Paese -:
impegna il Governo
a far sì che una quota adeguata per ciascuno degli anni 2007 e 2008 sia destinata al finanziamento degli interventi oggetto di protocolli di intesa tra gli enti locali e Rfi relativi alla logistica e alla «permeabilità» della linea Av/Ac Genova-Milano
(Terzo valico dei Giovi) il cui progetto definitivo è stato approvato dal CIPE nella seduta del 29 marzo 2006.
9/1746-bis/78. (Testo modificato nel corso della seduta) Barbi, Lovelli.
La Camera,
premesso che:
la legge 289 del 2002, per ovviare al fenomeno della doppia tassazione dei lavoratori frontalieri con la Francia e la RSM, prevede una quota esente di 8000 euro (mentre appostiti accordi internazionali regolano la stessa materia con gli altri Stati confinanti);
la Commissione Finanze ha approvato all'unanimità un emendamento presentato da quasi tutti i gruppi all'articolo 30 comma 9 della legge finanziaria elevando la quota esente a 12.000 Euro;
il relatore ha proposto con apposito emendamento di elevare la quota esente a 10.000 Euro, dando corpo cosi alle intese intercorse con il Governo e con i gruppi;
per mero errore materiale, il nuovo ammontare delle quota esente non appare nel maxiemendamento presentato dal Governo -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a recuperare la modifica della quota esente a 10.000 euro.
9/1746-bis/79.Vichi, Vannucci, Crosetto, Sposetti, Alessandri, Fincato, Mungo, Barbieri, Germontani, Pagliarini, Villari, Chicchi, Raiti, Camillo Piazza, Pini, Pizzolante.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 23 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, «Modernizzazione del settore pesca e dell'acquacoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 marzo 2003, n. 38» ha abrogato la legge n. 41 del 1982 e le sue successive integrazioni;
con l'approvazione di tale decreto legislativo è venuta meno la norma che applicava il canone meramente ricognitorio per le concessioni demaniali marittime, nonché le zone di mare territoriale, e relative pertinenze richieste da imprenditori ittici o da organizzazioni di produttori o loro Consorzi per iniziative di pesca ed acquacoltura, finalizzate al ripopolamento, protezione della fascia costiera, realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, la depurazione, l'eventuale trasformazione del prodotto;
l'abrogazione di tale norma potrebbe determinare un aggravio di costi per le imprese di produzione ed allevamento ittico; tenuto conto che le attività di acquicoltura e maricoltura rappresentano una risposta qualificata alla riduzione dello sforzo di pesca ed alla riorganizzazione del settore investito da un processo di riorganizzazione che va avanti ormai da anni e che può consentire lo sviluppo delle aree marine interessate;
l'applicazione del canone ricognitorio consentiva di allineare i costi delle nostre imprese con i competitori internazionali sempre più aggressivi;
l'abrogazione di essa rischia di creare serie difficoltà al settore dell'allevamento ittico nel nostro Paese e di rendere più difficile la maggiore competitività acquisita -:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di ripristinare, in coerenza con la normativa comunitaria, il canone meramente ricognitorio così come definito dall'articolo 27 ter della legge 41 del 1982 e successive modificazioni od ad introdurre altre forme di sostegno al settore.
9/1746-bis/80.(Testo modificato nel corso della seduta) Zucchi, Franci, Brandolini, Servodio, Baratella, Maderloni, Fiorio, Fogliardi, Pertoldi, Oliverio, Bellanova.
La Camera,
premesso che:
il telefono cellulare può costituire un utile strumento di comunicazione e di soccorso per le persone con disabilità e che il legislatore, riconoscendo questo ha con il decreto ministeriale del 28 dicembre 1995 all'articolo 21, comma 3, previsto una specifica esenzione da pagamento della relativa tassa di concessione governativa;
la suddetta tassa ammontava a 10.000 delle vecchie lire per le utenze cosiddette residenziali («family») e a 25.000 per i contratti «affari»;
alla fruizione di tale beneficio sono tuttavia ammessi i soli disabili «invalidi in seguito alla perdita anatomica o funzionale di entrambe gli arti inferiori nonché i non vedenti», escludendo così le persone sorde o sordomute;
con i cellulari attuali si ha la possibilità di trasmettere SMS, MMS, e-mail e fax, aprendo così alle persone sorde la possibilità di comunicare a distanza con chiunque, contribuendo in maniera determinante all'abbattimento delle barriere alla comunicazione fino ad oggi esistenti.
quasi la totalità delle persone non udenti oggi possiede un telefono cellulare che gli consente la comunicazione tramite SMS, MMS eccetera -:
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile ad agevolare la comunicazione dei soggetti non udenti.
9/1746-bis/81. Burtone, Trupia, Zanotti.
La Camera:
premesso che:
l'Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI) a norma delle disposizioni di cui alla legge 7 luglio 1901, n. 306, e del conseguente suo statuto di fondazione, provvede al mantenimento, alla educazione ed alla istruzione così degli orfani che delle orfane bisognosi dei medici, chirurghi veterinari e farmacisti;
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a chiarire, anche al fine di evitare possibili contenziosi, a quali soggetti si riferisce la categoria dei «sanitari pubblici dipendenti», su cui grava l'obbligo delle contribuzioni alla succitata Onaosi.
9/1746-bis/82. Di Girolamo.
La Camera,
premesso che:
i disabili in situazione di gravità che vivono in famiglia sono in Italia circa 700 mila e che il 15 per cento delle famiglie italiani sono interessate alla disabilità e che una delle preoccupazioni principali è il futuro di queste persone quando i loro genitori invecchieranno e verranno a mancare;
si tratta di un problema socialmente molto rilevante che richiede una molteplicità di interventi necessariamente integrati tra i diversi soggetti operativi siano essi istituzionali o meno, a fronte della condizione di assenza della famiglia d'origine, in genere primo e insostituibile ambito di accoglienza, cura e assistenza per il disabile, fin dalla nascita;
sulla prospettiva del «dopo di noi» si concorda sul fatto che tale evento debba essere preparato con un programma «del durante noi», avendo così un tempo utile per un distacco graduale tra la famiglia e il figlio disabile«dopo» la morte dei genitori;
tutto questo crea tensione e non produce cambiamenti, ma chiusure, regressioni e una forzata ricerca di soluzioni individuali che spesso si rilevano inadeguate, costose e a volte del tutto negative -:
impegna il Governo
a reperire fondi adeguati affinché, nella more della definizione dei livelli essenziali
delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale, sia possibile finanziare programmi d'intervento promossi dai comuni, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni, dalle fondazioni o da altri organismi senza scopo di lucro, a favore di persone con disabilità grave che restino prive di un adeguato sostegno familiare.
9/1746-bis/83. Zanotti, Di Girolamo, Trupia, Burtone.
La Camera:
premesso che:
con l'articolo 1, comma 480, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 si è previsto che - con decreto del Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali - siano approvati i progetti di investimento per il rafforzamento delle dotazioni infrastrutturali presentati da Regioni, Province autonome ed Enti locali, da finanziare anche a valere con le risorse iscritte nel bilancio dell'INAIL che risultino disponibili per investimenti;
a seguito di contatti intercorsi tra il Dipartimento della Ragioneria e il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione è stato concordato che all'attuazione di detto comma 480 provvedesse il Servizio Centrale di Segreteria del CIPE; Il vice Direttore dell'Istituto, successivamente ha evidenziato l'opportunità di trattare l'argomento unitamente a quello concernente l'attuazione di altra disposizione, relativa ai programmi di investimento dell'Istituto stesso (articolo 1, comma 380, della medesima legge n. 266 del 2005) e seguita dal Dipartimento della R.G.S., ma dapprima i tempi necessari per una previa disamina delle richieste pervenute e poi il sopravvenire delle disposizioni legislative non hanno consentito di dar seguito all'ipotesi di creare un tavolo tecnico comune per i due argomenti. Con il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con legge 233 del 2006, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministri, la segreteria del Comitato per la programmazione economica è stata trasferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
nei termini previsti sono pervenute n. 440 istanze di richiesta di finanziamento, che sono state catalogate in modo da acquisire gli elementi necessari per la successiva procedura di valutazione.
impegna il Governo
a definire nel più breve tempo possibile la ripresa della istruttoria con l'individuazione dell'ufficio competente dopo la diversa attribuzione del CIPE;
a dar corso al finanziamento delle opere che verranno ammesse a valere del bilancio dell'INAIL.
9/1746-bis/84. Morri, Vannucci.
La Camera,
premesso che:
l'eccesso di contenuti della Legge finanziaria, che si ripete e si accentua ogni anno, è dovuto anche all'insufficiente utilizzazione di altri strumenti nell'ambito della manovra (segnatamente il bilancio dello Stato) e nel corso dell'anno;
il Parlamento dovrà adeguare le proprie procedure ampliando il ruolo delle Commissioni, semplificando le votazioni in Assemblea, rafforzando le procedure di urgenza insieme alle garanzie per le opposizioni;
considerato che:
il livello del debito pubblico, della spesa pubblica e della pressione fiscale nel nostro Paese sono assai elevati;
in prospettiva le risorse derivanti dalla riduzione dell'evasione fiscale dovranno essere destinate a ridurre la tassazione in modo da disincentivare ulteriormente l'evasione;
di fronte alle innumerevoli esigenze, la risposta non può essere di elevare le spese, ma di spendere meglio le risorse disponibili con riferimento alle
singole amministrazioni, ai grandi settori di spesa e ai diversi livelli territoriali di governo;
rilevato che
i commi 175 e seguenti dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria, introdotti su impulso della Commissione bilancio, contengono un insieme di strumenti volti a migliorare la trasparenza e la capacità di controllo e gestione dei conti pubblici;
il comma 181 dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria prevede per il 2007 un piano straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali sotto il profilo dell'economicità e della qualità; una attenta valutazione della spesa pubblica nei diversi settori di intervento deve associarsi alla definizione di strumenti e procedure per migliorare la sua produttività e la distribuzione ottimale delle risorse all'interno di ciascuna amministrazione e tra le amministrazioni:
impegna il Governo
a) ad avviare fin dall'inizio del 2007 una riforma del bilancio dello Stato basata sulla integrale revisione e riorganizzazione delle poste di spesa e della sottostante base legislativa e diretta a recuperare al bilancio la massima trasparenza e una quota significativa di potere decisionale alleggerendo la Legge finanziaria;
b) a cooperare con il Parlamento per pervenire, anche attraverso modifiche della legislazione vigente in materia di contabilità dello Stato, a una distribuzione tra una pluralità di strumenti decisionali delle funzioni alle quali attualmente fa fronte la Legge finanziaria;
c) a indirizzare, nell'ambito del programma straordinario di cui al comma 181 articolo 16, le singole amministrazioni verso la necessità di individuare strumenti e procedure idonee a utilizzare al meglio le risorse esistenti e a competere per l'assegnazione di limitate risorse aggiuntive sulla base di progetti innovativi, da concentrare sul miglioramento dei risultati a vantaggio dei cittadini;
d) a concentrare la funzione della Legge finanziaria sulla regolazione dei saldi e delle altre grandezze della finanza pubblica nonché sulla allocazione delle risorse aggiuntive per grandi finalità;
e) ad avviare fin dall'inizio del 2007 l'impostazione della manovra di bilancio per il successivo triennio in modo che si distribuisca su tutti i possibili strumenti legislativi, anche nella fase precedente all'avvio della sessione di bilancio, accompagnando la strategia dei contenuti con una adeguata strategia e programmazione degli strumenti decisionali;
f) a predisporre, nel corso dell'anno e, comunque, prima della Legge finanziaria, i provvedimenti volti a riordinare e contenere i flussi di spesa e a predisporre, successivamente alla presentazione del disegno di Legge finanziaria, appositi provvedimenti collegati volti a definire le modalità di utilizzo delle risorse complessivamente stabilite per ciascun settore dal disegno di Legge finanziaria;
g) valorizzare la capacità di gestione, monitoraggio e sintesi della Ragioneria generale dello Stato, avvalendosi degli strumenti e delle risorse di cui ai commi 175 e seguenti dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria in esame.
9/1746-bis/85. (Testo modificato nel corso della seduta) Duilio, Ventura.
La Camera,
premesso che,
con la legge finanziaria del 2001 (legge n. 388 del 2000) per ovviare agli effetti distorsivi dei riallineamenti stipendiali venne ridefinito - per fini di perequazione retributiva nei confronti di coloro che non avevano mai usufruito degli indicati riallineamenti - il trattamento economico spettante all'atto del conseguimento della qualifica di magistrato di
cassazione e qualifiche equiparate delle altre magistrature (consiglieri di stato, consiglieri del tar, corte dei conti ed avvocatura dello Stato);
successivamente, accogliendo le istanze della magistratura, alla fine della legislatura del 2001, fu approvato alla camera dei Deputati un disegno di legge di iniziativa governativa Governo Amato, proponenti Ministro della Giustizia Fassino e Ministro della Funzione pubblica Bassanini) che attuava un'iniziale perequazione nel trattamento retributivo delle diverse magistrature, attraverso la rideterminazione dei tempi di progressione giuridica ed economica della magistratura ordinaria e la loro parametrazione ai tempi, molto più celeri, delle altre magistrature, cui sono riconosciuti benefici figurativi di anzianità convenzionale all'atto della immissione in ruolo;
in quella occasione, la scadenza della legislatura impedì di approvare definitivamente il provvedimento legislativo che ricollegava gli indicati benefici perequativi a «verifiche» di produttività;
all'inizio della scorsa legislatura il precedente Governo condivise un progetto di « riparametrazione stipendiale», già positivamente valutato anche nelle competenti sedi tecniche, allo scopo di ridurre il rilevante divario creatosi tra le retribuzioni delle magistrature ed i trattamenti retributivi della dirigenza pubblica; il progetto venne, poi, inspiegabilmente abbandonato;
in questo quadro, la volontà del Governo di ridefinire la carriera economica delle magistrature mediante modifiche della disciplina degli automatismi stipendiali deve basarsi sulla riconosciuta delicatezza della problematica della retribuzione delle magistrature, che si presenta come un tema che è strettamente collegato alla garanzia delle prerogative costituzionali ad esse attribuite;
impegna il Governo
a porre le basi di una nuova disciplina del trattamento retributivo sin dall'attuazione della nuova disciplina dell'accesso in magistratura e della progressione economica e di funzioni la predisposizione della quale deve avvenire entro il termine di sospensione dell'efficacia del decreto legislativo n.160 del 2006, la cui efficacia è stata sospesa dalla recente legge n.269 del 2006;
a definire entro il 2009, anche sul piano economico, una completa disciplina delle retribuzioni della magistrature tenendo conto, in particolare, della indicata determinazione, in via di definizione, delle modalità e dei tempi della progressione giuridica ed economica della magistratura ordinaria nonché della tendenziale omnicomprensività della sua retribuzione.
9/1746-bis/86. Tenaglia, Palomba, Capotosti, Maran, Buemi, Forgione, Balducci, Suppa.
La Camera:
premesso che:
la legge n. 62 del 2000 ha riconosciuto la funzione pubblica e sociale delle scuole paritarie come risorsa educativa fondamentale per l'istruzione italiana con il riconoscimento di contributi statali, in particolare per le scuole dell'infanzia;
dette scuole dell'infanzia paritarie sono in tanti piccoli comuni le uniche per poter dare una risposta concreta nella prima fase dell'educazione e dunque una loro eventuale chiusura, per problemi economici, creerebbe disagi notevoli a tante famiglie; nella finanziaria 2006 ammontava a 532.310.844 euro la quota di risorse destinata alla voce «scuole non statali» di cui 356.421.834 per le scuole dell'infanzia; il governo Berlusconi, nell'unità previsionale del 2007, aveva previsto una riduzione del contributo a 378.047.000 (articolo 1 comma 15 - elenco 3, legge finanziaria 2006); nella prima bozza della finanziaria 2007, il fondo, grazie all'intervento del Ministro Fioroni era integrato
di 100 milioni di euro destinati prioritariamente per le scuole dell'infanzia; sulla base della situazione in essere, mancherebbero 55 milioni di euro affinché il fondo tonni almeno ai livelli dello scorso anno;
inoltre in questi anni è notevolmente aumentata nelle scuole paritarie la presenza di alunni con handicap, senza un adeguato aumento del sostegno, segno comunque di un'attenzione particolare ai più deboli;
anche nell'ultimo anno è aumentato il numero degli Enti e delle classi accreditate, in modo che la quota per sezione sia comunque più ridotta e gli stessi accreditamenti sono normalmente pagati con notevole ritardo con oneri evidenti di interessi bancari e costi per gli enti;
i rinnovi contrattuali in itinere porteranno un conseguente aumento dei costi del personale, gravato per lo più in molte scuole cattoliche dalla sostituzione di personale religioso con personale laico;
impegna il Governo
a reperire risorse adeguate sul fondo delle scuole non statali prioritariamente per quelle dell'infanzia, in misura non inferiore allo scorso anno.
9/1746-bis/87. Giacomelli, Rusconi, Oliverio, Lusetti.
La Camera,
premesso che:
considerato che il distretto tessile pratese vive una fase di profonda trasformazione;
un continuo ed imponente flusso migratorio fa di Prato la sede della seconda comunità cinese, per grandezza, d'Europa;
esistono ormai poco meno di duemila imprese gestite da cittadini cinesi;
la realtà economica e sociale, costituita da piccole e piccolissime imprese risulta per questo più esposta a fenomeni di lacerazione della legalità;
un complesso di fattori determina oggettivamente un abbassamento della soglia di sicurezza urbana, chiaramente percepito dalla comunità civile;
esiste un elevato rischio di opacità ed inquinamento dei processi finanziari che sottostanno all'attività produttiva -:
impegna il Governo
a definire sollecitamente un protocollo d'intesa su sicurezza e legalità con la regione Toscana il Comune e la Provincia di Prato con gli obiettivi:
di realizzare un coordinamento pieno ed efficace tra le risorse ed i mezzi dello Stato e degli Enti locali interessati, verificandone l'adeguatezza rispetto ai parametri del contesto in cui operano, al fine, anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, di rafforzare l'efficacia dell'azione di controllo e contrasto all'illegalità;
di intervenire, con i mezzi adeguati ed in concorso con tutte le autorità competenti, nel contrasto dell'usura e delle illegalità finanziarie;
di prevedere un potenziamento dell'attività di controllo, in considerazione del rilevante aumento del numero delle aziende registrato e dell'elevato turn-over delle stesse, tendente ad assicurare il rispetto dei diritti del lavoro, combattere la piaga del lavoro minorile, contrastare l'evasione fiscale e la contraffazione e la concorrenza sleale.
9/1746-bis/88. (Testo modificato nel corso della seduta) Lulli, Giacomelli, Frias.
La Camera,
premesso che:
l'Unione europea ha adottato negli anni passati la strategia dei corridoi di
trasporto transeuropei per facilitare gli scambi «multimodali» (merci, persone, servizi) tra Stati, quali complesse reti infrastrutturali che rivestono una importanza strategica per i paesi interessati, sia dal punto di vista geopolitico che geoeconomico;
in particolare, il Corridoio di trasporto trans-europeo numero 8 (Trans-European NetworksT.E.N.) si sviluppa lungo una direttrice ovest-est nell'area dell'Europa sud-orientale ponendo in collegamento i flussi di trasporto del Mar Adriatico e del Mar Ionio con quelli che interessano il Mar Nero. Il Corridoio tracciato collega in particolare i porti italiani di Bari e di Brindisi con l'Albania, la Macedonia e la Bulgaria. Dal porto di Durazzo (Albania) l'asse paneuropeo si dirige verso Skopje, passando attraverso Tirana (Albania), per poi proseguire verso Sofia (Bulgaria) e raggiungere, quindi, i porti di Burgas e Varna sul Mar Nero, per un totale di quasi 1.300 km di rete ferroviaria e 960 km di rete stradale;
questo asse di comunicazione ha assunto maggiore importanza nel sistema dei collegamenti paneuropei grazie anche alla definizione di un ulteriore corridoio (10) che crea un nuovo collegamento diretto tra Austria e Grecia. Nel tratto tra Sofija e Plovdiv, altresì, i corridoi 8 e 4 coincidono. Questo ha permesso di coinvolgere sia la Grecia che la Turchia nel progetto;
questa direttrice di traffici non appare semplicemente una importante inftrastruttura stradale e ferroviaria, al pari di altri corridoi, ma rappresenta altresì un decisivo contributo a nuove relazioni tra popoli che in passato hanno vissuto gravi conflitti e, quindi, contribuisce ad una nuova fase di reciproca comprensione e di cooperazione politica, oltre che economica;
l'Italia ha assunto un ruolo guida, trattandosi di un'area geopolitica nevralgica per gli interessi nazionali, in gran parte economicamente depressa ed al cui sviluppo sono interessate importanti imprese pubbliche italiane e, più in generale, l'economia del nostro Mezzogiorno;
l'ormai prossimo ingresso dal 1 gennaio 2007 di Romania e Bulgaria nell'Unione Europea, i cui confini si estenderanno così dall'Atlantico al Mar Nero, nel rendere ancora più strategica tale direttrice, rappresenta per l'Italia la possibilità di svolgere un ruolo centrale nello sviluppo dell'intera area balcanica;
la realizzazione del Corridoio presenta una significativa valenza strategica, sia come asse di trasporto vero e proprio che pone in collegamento con l'area balcanica i porti dell'Adriatico Meridionale (Bari e Brindisi) e quindi le Regioni del Mezzogiorno; sia come strumento di integrazione economica tra queste aree geografiche favorendo lo sviluppo delle attività economicocommerciali e produttive dei paesi interessati;
la recente sottoscrizione del protocollo d'intesa che avvia la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità/capacità Napoli-Bari consentirà di collegare il Tirreno all'Adriatico e di, conseguenza, i due grandi Corridoi n. 1 (Berlino-Napoli-Palermo) e n. 8;
la previsione sostenuta da autorevoli centri studi internazionali che il completamento e la messa in esercizio del Corridoio 8 comporterà un forte incremento dell'export italiano verso i Balcani che passerebbe, così, dagli attuali 850 milioni di euro a circa 2 miliardi di euro;
manca un coordinatore europeo per il Corridoio 8 come invece avviene per altri tracciati paneuropei, ad esempio per il Corridoio 5. A tale figura l'Italia attribuisce particolare rilievo per lo sviluppo dell'intero progetto;
nei mesi scorsi si è tenuta, su richiesta bulgara, a Plovdiv (Bulgaria) una Conferenza dei Ministri dei Trasporti dei Paesi interessati all'iniziativa, conclusasi con una Dichiarazione comune nella quale
si ribadisce l'importanza prioritaria della realizzazione dello stesso e l'impegno comune ad agire in tal senso;
il DPEF 2007-2011 definisce come prioritario lo sviluppo delle capacità logistiche che interessano il territorio nazionale, attraverso in particolare il potenziamento delle grandi direttrici strategiche e dei relativi nodi di rango internazionale e dei corridoi di rilevanza nazionale e tranfrontaliera;
impegna il Governo a
sostenere presso l'Unione europea il reinserimento nei progetti di valenza strategica degli interventi previsti dal Corridoio 8;
ad adottare iniziative in sede comunitaria volte all'istituzione del coordinatore europeo, per avviare concretamente la realizzazione di questo vitale corridoio per lo sviluppo dell'economia italiana e meridionale in particolare;
promuovere il rafforzamento dei porti di Bari e Brindisi, che rappresentano i punti di snodo nazionali ed europei del Corridoio, per consentire lo sviluppo di attività intermodali e logistiche, in considerazione della disponibilità di banchine ed aree retroportuali presenti nei porti pugliesi, che rappresentano un sistema portuale integrato in grado di fronteggiare i volumi di traffico attesi dall'attuazione del Corridoio 8.
9/1746-bis/89. Tomaselli, Meta, Carbonella, Attili, Bellanova, Bordo, Caldarola, Nicola Rossi, Sasso, Vico.
La Camera,
premesso che:
il Centro Storico di Napoli è dal 1995 «Patrimonio dell'umanità» protetto dall'UNESCO in quanto conserva nel suo territorio di circa 700 ettari, edifici di straordinario valore storico, artistico e culturale, espressione di epoche diverse;
il degrado del tessuto urbanistico complessivo della città, ogni anno più accentuato, rischia di deteriorare irrimediabilmente e definitivamente un Patrimonio che non è solo motivo di orgoglio nazionale, ma costituisce la base su cui si fondano l'economia e la sopravvivenza stessa di una delle capitali più famose del mondo, che sta attraversando il più difficile momento della sua storia, stretta com'è tra degrado socioeconomico e criminalità organizzata -:
impegna il Governo
a porre in essere ogni possibile intervento per il recupero sociale, residenziale ed ambientale del !' Centro Storico di Napoli, in una prospettiva di risanamento degli edifici monumentali e di sostegno alle attività artigianali e commerciali tradizionalmente in esso presenti.
9/1746-bis/90. (Testo modificato nel corso della seduta) Laurini.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 199, prevede un fondo con finalità generiche e confuse, per far fronte a situazioni di degrado sociale relative essenzialmente ai migranti, senza specificare quali misure si prevede di realizzare per facilitare i processi per una loro inclusione sociale e per la loro regolarizzazione;
nessuna misura è invece prevista per i centri, di permanenza temporanea che invece hanno necessità di finanziamenti per essere ampliati e resi più vivbili per consentire migliori condizioni di vita al loro interno -:
impegna il Governo
a destinare le risorse del fondo citato in premessa per migliorare e potenziare i centri dì permanenza temporanea, che risaltano necessari secondo l'accordo
Shengen per garantire la sicurezza del nostro Paese e degli altri Paesi aderenti a tale importante trattato.
9/1746-bis/91. Bertolini, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Garagnani, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
perdura la pesante crisi del compatto tessile ed abbigliamento pugliese, che comprende 10 mila aziende e più di 51 mila addetti, nonostante l'Accordo del luglio 2004 siglato tra la regione Puglia e le organizzazioni imprenditoriali e sindacali al fine di rilanciare il settore tessile, abbigliamento e calzaturiero, fondamentale per l'assetto economico e sociale dell'area salentina -:
impegna il Governo
ad attivarsi al fine di individuare ulteriori risorse destinate al settore del tessile, abbigliamento e calzaturiero nella regione Puglia e di incrementare gli stanziamenti per l'attuazione dell'accordo di programma quadro del luglio 2004 al fine di consentire il riposizionamento competitivo del settore, la tutela dei livelli occupazionali, nonché il rilancio economico dell'intera area salentina.
9/1746-bis/92. (Testo modificato nel corso della seduta) Licastro Scardino, Carlucci, Aracu, Campa, Craxi, Fabbri, Giudice, Lupi, Osvaldo Napoli, Mario Pepe, Rosso, Valentini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 152 del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 reca interventi nel settore agricolo;
il settore della produzione agricola nelle regioni meridionali necessita di interventi di valorizzazione e sostegno, al fine di non disperdere un patrimonio di risorse e competenze che riveste per alcuni territori un valore economico strategico;
in Calabria, quasi tutti i settori agricoli, versano oggi in uno stato di grave difficoltà, e in particolare quello vitivinicolo con denominazione di origine controllata, che rappresenta una tra le componenti primarie dell'intera economia locale;
per la particolarità dei territori e le favorevoli condizioni climatiche, le produzioni vitivinicole calabresi rappresentano, visto anche la qualità del prodotto, una fonte di sviluppo primario per l'intera regione anche dal punto di vista di occupazione giovanile;
le misure finora adottate in materia, di «interventi urgenti in agricoltura e per gli organismi pubblici del settore, nonché per contrastare andamenti anomali dei prezzi nelle filiere agroalimentari», colpiscono però solo gli effetti della crisi, ma poco incidono sulle cause della crisi stessa, visto il perdurare delle difficoltà dei produttori -:
impegna il Governo
nell'esercizio delle sue prerogative e competenze, ad individuare tempestivamente nuove e più efficaci misure strutturali, che affrontino le cause della crisi del settore vitivinicolo, con particolare riferimento alla Calabria e al settore uva da tavola: misure volte a sostenere le attività e le iniziative per la valorizzazione del prodotto vitivinicolo, in armonia con gli obiettivi delle politiche di sviluppo rurale, e allo scopo di incentivare l'associazionismo tra i produttori, coinvolgendo anche gli enti locali, nella costituzione di cantine sociali e consorzi per la produzione di vino, al fine di garantire ottimi standard di qualità e quantità del prodotto, nonché reperire risorse finanziarie aggiuntive da destinare a tali finalità.
9/1746-bis/93.Laganà Fortugno, Pertoldi, Servodio, Fogliardi, Oliverio, Laratta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 47 del testo del disegno di legge in esame detta norme sui «riordino, trasformazione e soppressione di enti pubblici»;
nonostante la natura privata che deriva loro dai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509, e 10 febbraio 1996, n. 103, le Casse di previdenza dei professionisti -- in .virtù della loro funzione - sono state inserite nell'elenco degli enti pubblici stilato nel 2005 dall'ISTAT;
l'evidente discrepanza tra i fondamenti normativi della natura privatistica delle Casse e l'applicazione concreta che questi hanno (si ricorda anche una sentenza della Cassazione che nel 2005 ha dichiarato nullo l'affidamento di un incarico da parte di una Cassa perché fatto senza, concorso pubblico) è alla base della richiesta dell'Associazione degli enti previdenziali privati al legislatore di riconoscere definitivamente la loro autonomia normativa e gestionale;
alla vigilia della discussione della Legge finanziaria, le Casse sono pubblicamente intervenute, sulla base dei presupposti sopra richiamati, chiedendo al Governo di essere espressamente escluse dalla normativa dell'articolo 47 del testo;
impegna il Governo:
adottare gli opportuni interventi normativi e regolamentari perché la previsione dell'articolo 47 del testo dei disegno di legge in esame non si applichi agli enti previdenziali privati di cui ai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996, in quanto non qualificabili quali enti pubblici.
9/1746-bis/94. Amoruso.
La Camera,
premesso che:
i fondi di cui agli articoli 192 per le politiche per la famiglia, 194 fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, 198 fondo per le non autosufficienze, 204 fondo per le politiche giovanili, 205 fondo nazionale per le comunità giovanili, sono destinati a migliorare direttamente la qualità della vita dei soggetti beneficiari;
spesso si utilizzano gran parte di fondi, con le finalità sopracitate, per finanziare apparati e strutture che drenano buona parte delle risorse, limitando conseguentemente
i benefici per le categorie che direttamente dovrebbero essere le destinatarie degli interventi previsti -:
impegna il Governo
a destinare in massima parte tali fondi ad interventi di cui possano usufruire direttamente i beneficiari previsti dai fondi stessi.
9/1746-bis/95. (Testo modificato nel corso della seduta) Paoletti Tangheroni, Bertolini, Licastro Scardino.
La Camera,
premesso che:
il testo del Disegno di Legge n. 1746-bis Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) si prefigge quale obiettivo la lotta all'evasione fiscale;
oggi in Italia vi sono 13 milioni di cattivi pagatori e/o protestati censiti dalle centrali dei rischi della Banca d'Italia ovvero da centrali dei rischi private;
la segnalazione di un cliente del sistema bancario in uno di questi sistemi informativi se da una parte consente alle banche di avere tutte le informazioni inerenti la propria clientela in modo da ridurre i rischi del sistema bancario, dall'altra può comportare per quest'ultimo significative ricadute economiche, che talvolta possono sfociare nella sua definitiva espulsione dal mondo produttivo, giacché la segnalazione viene interpretata dal sistema creditizio come un «indice pregiudizievole» per cui a tali soggetti viene negata ogni attività creditizia;
molti di questi operatori economici, risultano debitori nei confronti del sistema creditizio per importi minimi, ovvero inferiori a 20.000 curo dovuti peraltro ad una situazione di crisi momentanea della loro impresa;
impegna il Governo
a considerare la necessità di adottare, attraverso un'autonoma iniziativa legislativa, un provvedimento che, senza voler essere un condono, possa facilitare questi cittadini, con debiti inferiori a 20.000 curo, a restituire le somme, da essi dovute, mediante una dilazione temporale; così disponendo, si consentirà loro, di accedere nuovamente alle linee di credito e conseguentemente di essere reinseriti nel sistema produttivo del nostro Paese.
9/1746-bis/96. Mazzocchi.
La Camera,
premesso che:
la città di Vibo Valentia il 3 luglio 2006 è stata colpita da una devastante alluvione che, ha provocato gravissimi danni agli abitanti delle zone marine limitrofe alla città (Vibo Marina, Bidona, Porto Salvo, Longobardi e San Pietro) alle strutture pubbliche e private, che ha distrutto o danneggiato molte aziende produttive e provocato tre vittime;
lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri on. Romano Prodi, giunto prontamente sul posto, si è reso personalmente conto della gravità e dell'entità dei danni causati;
a fronte dei danni suddetti, vi è stato un primo finanziamento di cinque milioni di euro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai quali si è aggiunto un altro finanziamento di un milione di euro da parte della Giunta Regionale della Calabria, per opere di primo intervento e di somma urgenza;
si è ancora in attesa degli ultimi finanziamenti per i danni cagionati e la ricostruzione delle strutture e delle infrastrutture distrutte;
nella legge finanziaria varata dal Governo, nessuna previsione vi è stata in merito all'evento calamitoso, nonostante i danni causati costituiscano un ennesimo e
serissimo ostacolo al processo di sviluppo territoriale
impegna il Governo:
ad adottare adeguate misure volte alla ricostruzione delle strutture e delle infrastrutture distrutte; alla messa in sicurezza del territorio, alla bonifica della fascia costiera, per la ripresa dell'attività turistica, unico sostentamento per centinaia di cittadini e per la salvaguardia di un migliaio di posti di lavoro.
9/1746-bis/97. (Testo modificato nel corso della seduta) Mancini.
La Camera,
premesso che:
la necessità inderogabile di garantire azioni concrete per la tutela della salute e dell'integrità dell'ambiente ai cittadini dei territori su cui insistono servitù militari ed impiegati per le attività addestrativa delle forze armate, in tutto il territorio nazionale ma in particolare in Sardegna, terra gravata, in misura proporzionalmente di molto superiore a tutto il resto del Paese, da servitù militare destinate agl impieghi citati
impegna il Governo
ad adottare misure adeguate per il soddisfacimento delle necessità di bonifica di terreni e zone di mare tra i siti di importanza comunitaria (SIC) e soggetti a servitù militare.
9/1746-bis/98. (Testo modificato nel corso della seduta) Cicu, Cossiga, Marras.
La Camera,
premesso che:
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007, premesso che:
il disegno di legge interviene opportunamente non solamente per fronteggiare gli stati di emergenza conseguenti al verificarsi di calamità naturali, ma anche allo scopo di prevenire tali emergenze;
il completamento delle opere di ricostruzione nelle aree colpite da eventi calamitosi appare un obiettivo di politica generale sul territorio, allo scopo di riportare le economie delle aree colpite a una situazione di normalità;
in tale contesto, appare anche necessario affrontare alcune questioni legate allo stato di emergenza proclamato in occasione del verificarsi di eventi calamitosi, con particolare riferimento all'introduzione di norme specificamente volte a disciplinare le modalità di restituzione, da parte dei cittadini e delle imprese, dei tributi e dei contributi il cui versamento è stato sospeso;
impegna il Governo
a valutare positivamente la possibilità di estendere ai territori delle regioni Umbria e Marche, colpite dal sisma del settembre 1997, la normativa concernente la definizione in maniera automatica della posizione relativa ai tributi e contributi sospesi, attraverso il versamento del 10 per cento delle somme dovute, già prevista in occasione di taluni eventi calamitosi.
9/1746-bis/99. (Testo modificato nel corso della seduta) Bocci, Stramaccioni, Merloni, Lusetti.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), premesso che:
il pagamento del canone istituito da un regio decreto del 1938 è dovuto per la semplice detenzione di uno o più apparecchi TV indipendentemente dalla quantità e dalla qualità dei programmi ricevuti. L'abbonato che non intenda o non possa, per qualsiasi ragione, ricevere il segnale, ma continui a detenere presso di sé (apparecchio, deve presentare una denuncia all'ufficio del registro, specificando il tipo
di apparecchio di cui è in possesso, e lo stesso deve essere sigillato, per non poterlo più utilizzare;
la Corte costituzionale ha riconosciuto al canone la natura sostanziale di imposta, per cui la legittimità dell'imposizione è fondata sul presupposto della capacità contributiva e non sulla possibilità dell'utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo al cui finanziamento il canone è destinato. Quindi il canone di abbonamento è da riconoscere in forza della mera detenzione di un apparecchio televisivo indipendentemente dall'utilizzo che ne venga fatto o delle trasmissioni seguite oche per motivi orografici non sia possibile ricevere uno o più canali della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;
l'ISTAT stima che in Italia sono 5 milioni le famiglie che non pagano il canone Rai pani al 28 per cento delle famiglie in possesso di apparecchi televisivi;
il canone è un'imposta socialmente iniqua perché colpisce tutti indiscriminatamente, indipendentemente dal reddito, dall'età e dall'utilizzo colpendo in particolar modo le fasce più deboli della popolazione.
la diffusione della tecnologia di ricezione terrestre digitale promossa dal Governo consente di stabilire una correlazione puntuale fra quanti trasmettono e quanti ricevono consentendo, come già avviene per alcuni operatori, la visione dei programmi esclusivamente a coloro che lo richiedono e dietro il pagamento del servizio;
il direttore generale della Rai Claudio Cappon ha annunciato una previsione negativa per il risultato di bilancio 2006 che «sarà il peggiore dalla crisi del '92-'93» e rischia «di rompere quell'equilibrio che va avanti da 15 anni - perdite e utili sono sempre nell'ordine del 2 per cento del fatturato» (il Sole 24ore);
la valutazione relativa alla separazione contabile per il 2005 ha evidenziato uno squilibrio tra costi del servizio pubblico e introiti da canone pari a 221 milioni;
il Ministro delle comunicazioni audito dalla Commissione bicamerale di indirizzo e vigilanza del servizio pubblico radiotelevisivo ha ipotizzato un aumento del canone Rai per il 2007 di 15 euro -:
impegna il Governo
nell'ambito delle politiche per la diffusione della tecnologia di ricezione televisiva digitale terrestre a trasformare il canone Rai in un corrispettivo per l'uso di un apparato ad accesso condizionato al pagamento dei servizi richiesti.
9/1746-bis/100.Caparini.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746-bis recante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)»;
tenuto conto che, la linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione è situata nel cuore del «Corridoio 5» e per la sua posizione strategica rappresenta per l'Italia una grande opportunità di sviluppo, in grado di restituire al nostro Paese un ruolo di primo piano nello scenario economico europeo;
preso atto che, l'inserimento della linea ferroviaria AV/AC Torino-Lione all'interno delle opere prioritarie per la rete europea dei trasporti consente il finanziamento dell'Unione europea di un miliardo di euro circa;
preso altresì atto che, se il Governo non decide in tempi brevi in merito alla realizzazione della suddetta opera ferroviaria, l'Unione europea non potrà iscrivere le somme relative nel bilancio 2007-2013 e senza finanziamento europeo l'opera non verrà realizzata
impegna il Governo
ad individuare gli opportuni finanziamenti diretti alla realizzazione di zone verdi e
parchi nel territorio della Val di Susa a titolo di compensazione per la realizzazione dell'opera ferroviaria AV/AC Torino-Lione, che vede nella data del 31 settembre 2007, il termine ultimo di conclusione delle procedure autorizzative dei lavori, evitando la perdita dei fondi stanziati dall'Unione europea.
9/1746-bis/101. Allasia.
La Camera,
esaminato l'AC 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007);
preso atto che la legge finanziaria, articolo 16 comma 552, prevede ulteriori finanziamenti per la prosecuzione delle opere strategiche della legge obiettivo;
tenuto conto dell'importanza che investe per lo sviluppo economico del Paese la realizzazione dei grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei e delle loro diramazioni e trasversali peninsulari, nonché dei collegamenti transalpini;
visto l'ammontare delle disponibilità economiche che impone una selezione delle opere da finanziare in via prioritaria;
tenuto conto che il finanziamento di alcune opere improcrastinabili per il nord del Paese si ritiene indispensabile al fine di evitare di rendere vulnerabile la competitività economica dell'Italia e prevenire fenomeni di marginalizzazione del Paese nel contesto europeo e mediterraneo;
impegna il Governo
nell'ambito della ripartizione delle risorse destinate agli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale della legge obiettivo, a garantire l'attribuzione di risorse alla progettazione definitiva e realizzazione del Corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, alla ristrutturazione dell'Autostrada A4 - tratto Novara-Milano e degli interventi connessi e complementari di competenza dell'ANAS S.p,A, al proseguimento della riqualifica dell'ex S.S. 415 - Paullese, alla progettazione e realizzazione delle opere viarie di cui al «sistema accessibilità della Valtellina», al completamento del "sistema accessibilità Valcamonica, strada statale 42, alla realizzazione dell'Asse Autostradale Brescia-Milano, al completamento della progettazione e realizzazione della Valdastico Nord e Sud, alla realizzazione dell'Asse viario Pedemontana Lombarda, al completamento dell'asse stradale del Corridoio 5, alla realizzazione dell'Asse viario Pedemontana Veneta, al potenziamento del Passante di Mestre e dei collegamenti dello stesso con i capoluoghi di provincia interessati, al completamento della A28 e delle relative opere esterne, al completamento dell'Asse autostradale A27 Autostrada Alemagna.
9/1746-bis/102. Gibelli.
La Camera,
premesso che:
nel settore calzaturiero la produzione nazionale ha evidenziato un calo non trascurabile (-11 per cento in quantità e -4,6 per cento in valore) attestandosi a 250,2 milioni di paia (erano 281 nel 2004) per un valore dì 6.974 milioni di euro. L'export ha subito una ulteriore battuta di arresto (-10,8 per cento in quantità), scendendo a 249 milioni di paia (30,3 milioni in meno rispetto ai livelli già bassi del 2004) per un valore di 6.093 milioni di euro (-1,7 per cento). Sono state particolarmente colpite le fasce di prodotto economico e medio, come testimonia anche il sensibile incremento dei prezzi medi, seppure appare inequivocabile, che il calo è stato generalizzato coinvolgendo tutte le merceologie di prodotto;
sul fronte dei singoli mercati, sono significative le flessioni registrate nei principali paesi importatori di calzature made in Italy: al calo dell'11,2 per cento in quantità per Germania e Francia si è
aggiunto il forte ridimensionamento del mercato statunitense (-26,5 per cento), anche a causa dì un sfavorevole andamento del rapporto di cambio. Gli unici segni positivi si registrano per la Spagna (+3,3 per cento) e la Russia (+19,9 per cento) mentre sono risultate pressoché stabili le vendite in Giappone (-0,8 per cento, in quantità e +1,9 per cento in valore);
le importazioni (331, milioni di paia, +6,7 per cento) hanno invece raggiunto l'ennesimo record. I flussi in arrivo dalla Cina, dopo il +81 per cento del biennio 2002-2003 e il +27 per cento del 2004 (pur in presenza di quote), nel 2005 sono saliti a 164,2 milioni di paia: 36,6 milioni in più rispetto all'anno precedente (+29 per cento);
le calzature con tomaia in pelle importate dalla Cina sono cresciute nel complesso del +188 per cento, con incrementi esorbitanti; per alcune tipologie, pur in presenza di una domanda sul mercato interno da tempo stagnante (+0,3 per cento);
i successi ottenuti sul fronte politico, con l'introduzione recente dei dazi, da parte dell'Unione europea, possono solo parzialmente compensare l'amarezza di vedere disperso questo patrimonio industriale che frutta al nostro Paese un saldo attivo non trascurabile. Dopo i 3,6 miliardi di euro del 2004, nel 2005 il saldo in valore (seppure in calo dell'11,1 per cento) ha registrato un attivo di 3,2 miliardi di curo. In un'Italia che nel 2005 ha chiuso con un passivo della bilancia commerciale di oltre 10 miliardi di euro, il calzaturiero rappresenta da sempre una delle poche positive eccezioni;
finalmente la UE rientra nella legalità, il dumping da parte di Cina e Vietnam era infatti già stato accertato, e già esisteva una legge per la protezione dal dumping che sinora non era applicata, ma i danni per il settore sono difficili da restaurare;
nell'economia dei sentori ad alta riconoscibilità del made in Italy un altro settore in forte crisi è quello delle rubinetterie e valvolame;
il problema dei rincari dei prezzi di alcune materie prime riguarda tutte le imprese italiane dei settori produzione metalli e fabbricazione di prodotti in metallo. Non a caso, in soli 150 giorni, vale a dire dal 1o gennaio al 1o giugno 2006, i rialzi hanno fatto segnare un +5,24 per cento per l'alluminio highgrade, fino al +72,7 per cento dello zinco;
l'impatto degli aumenti delle materie prime nei primi 5 mesi dell'anno sulle 83.984 imprese artigiane con 354.865 addetti appartenenti ai settori della produzione e lavorazione metalli e' pani ad un maggior costo di 1,3 miliardi di euro (tra l'altro, se l'impennata delle materie prime proseguisse con questo trend, l'impatto su base annua arriverebbe a 3,14 miliardi, pari ad un maggior costo per impresa di 37.400 euro);
i rincari delle materie prime equivalgono - viene sottolineato - ad un aumento del costo del lavoro per le aziende del settore pari al 26,3 per cento e in una perdita di competitività pari al 7,3 per cento dei prezzi medi di vendita;
è ormai largamente noto che qualità, ricerca, innovazione e, sempre di più, il servizio sono gli ingredienti base della ricetta che ha portato il Made in Italy ad essere riconosciuto nel mondo come uno status symbol.
impegna il Governo
a prevedere che, nelle disposizioni attuative dei commi 468 e 469, il Ministero dello Sviluppo economico, preveda importanti interventi a favore dello sviluppo tecnologico e della finanza d'impresa sia nel settori del tessile abbigliamento calzature sia nel settore delle rubinetterie e del valvolame.
9/1746-bis/103. Cota.
La Camera,
esaminato il provvedimento in titolo, con particolare riguardo alle disposizioni
in materia di TFR di cui all'articolo 16, commi 393 e 394, del provvedimento medesimo;
valutate le modifiche che il Governo ha apportato alla formulazione originaria del citato articolo 84;
preso atto delle ripetute correzioni e dei continui chiarimenti che il Governo ha dovuto fare in merito alla norma sul, TFR da ultimo quello di specificare, dopo l'allarme lanciato dai sindacati, che la domanda per ottenere la propria liquidazione, qualora non si sia optato per la previdenza complementare, dovrà essere rivolta al datore di lavoro e non all'istituendo Fondo presso la Tesoreria centrale dello Stato e gestito dall'Inps, come previsto nella prima stesura dell'emendamento governativo;
osservato che il Governo intende utilizzare il soldi confluiti nel nuovo Fondo Inps per finanziare una serie di interventi concernenti l'Alta velocità, l'Anas, le Ferrovie, eccetera;
considerati ancora poco chiari taluni aspetti dell'operazione «smobilizzo del trattamento di fine rapporto», al punto da ritenere che possa trattarsi di un vero e proprio scippo del TFR a danno dei lavoratori e delle imprese;
ritenuto, altresì, preoccupante il voto contrario del Ministro Ferrero sull'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto sulla previdenza complementare varato lo scorso 10 novembre, in quanto segnala l'assenza di una posizione comune dell'attuale compagine governativa su un argomento così delicato quale appunto i soldi dei lavoratori;
tenuto conto dell'impegno che il Governo ha assunto con l'accordo stipulato con le parti sociali di riesaminare la disposizione sul TFR nel 2008;
impegna il Governo
a garantire che i soldi sono dei lavoratori e tali resteranno anche se per un certo periodo di tempo il Governo li affiderà allo Stato o all'Inps prima che siano restituiti ai medesimi lavoratori con la rivalutazione prevista dalle norme in materia di TFR.
9/1746-bis/104. (Testo modificato nel corso della seduta) Bodega.
La Camera,
in occasione dell'approvazione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,
il decreto ministeriale 28 dicembre 1995, recante l'approvazione della nuova tariffa delle tasse sulle concessioni governative, al punto 3 della tariffa 21 prevede - giustamente - l'esenzione sulle licenze o i documenti sostitutivi correlati all'uso di telefoni cellulari, se i medesimi sono intestati a non vedenti o invalidi;
il decreto nulla prevede per i soggetti affetti da sordomutismo, pertanto si è creata una disparità dì trattamento fra portatori di handicap;
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile ad agevolare la comunicazione dei soggetti non udenti.
9/1746-bis/105. Garavaglia.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007);
preso atto che tra gli obiettivi della politica del Governo rientra l'agevolazione della realizzazione degli impianti sportivi e la promozione dello sviluppo della pratica sportiva;
tenuto conto dei disagi cui sono sottoposti gli atleti italiani di ciclismo a causa delle carenze di infrastrutture sportive sul territorio italiano;
preso atto che la mancanza di un velodromo per gli allenamenti sul territorio nazionale, costringe i nostri atleti di allenarsi in Svizzera;
preso atto altresì che la provincia di Treviso rappresenta un importante punto di riferimento per il ciclismo italiano, in quanto dimostra il più alto numero di atleti in proporzione al totale degli iscritti sul territorio italiano;
impegna il Governo
nell'ambito delle proprie politiche generali a favore dello sport, ad individuare gli opportuni finanziamenti per la realizzazione di un velodromo nella provincia di Treviso, diretto a consentire un adeguato allenamento degli atleti italiani sul territorio nazionale.
9/1746-bis/106. Dussin, Dozzo.
La Camera,
premesso che:
il contenuto nell'articolo 16 comma 309 del disegno di legge 1746-bis è lesivo della raggiunta e irrinunciabile autonomia degli Atenei, molti dei quali vantano potenziale scientifico e primati raggiunti nella didattica, comparabili a quelli delle principali università europee;
il suddetto punto critico riguarda, nella fattispecie, la preclusione di attivare facoltà e corsi di studio in luoghi diversi dalla relativa sede legale e amministrativa:
considerato che:
nell'ambito di tale decisione, sarebbe opportuno consentire agli Atenei di poter cambiare la denominazione dei corpi di laurea già istituiti;
la maggior parte degli Atenei sono sostenute dalle Fondazioni Universitarie, che rappresentano un eccellente veicolo d'integrazione tra ricerca universitaria e sistema delle imprese;
sarebbe devastante per taluni Atenei i cui insediamenti decentrati costituiscono autentici nuclei operativi, dotati di strumenti e laboratori sperimentali per le attività di ricerca, e la cui gestione implica, peraltro, notevoli costi, sottostare all'imposizione di termini di durata delle Convenzioni stipulate con gli enti locali, pubblici o privati sottoscrittori;
gli Atenei saranno penalizzati dal taglio dei consumi intermedi che, inevitabilmente porterà alla riduzione dei servizi al personale e agli studenti;
il vincolo al turn over vanifica la politica di ringiovanimento ed espansione del numero di ricercatori, innestando, in questo modo, la cosiddetta «fuga dei cervelli»;
l'intervento sugli scatti stipendiali è destinato a ridurre in modo consistente e ingiustificato la retribuzione dei docenti che operano nell'ambito della ricerca e dell'alta formazione;
le Università italiane sono ornai diventate meta di «immigrazione culturale» da parte di studenti stranieri che preferiscono completare i propri studi in un Paese considerato da tutti come la «culla della civiltà», tanto da registrare, per l'anno accademico 2006-2007, la presenza di 40.300 studenti stranieri;
impegna il Governo
ad aprire un tavolo di attuative con le Università statali e non statali per discutere sui predetti punti critici, effettuando un monitoraggio dell'attuazione della citata norma anche al fine, eventualmente, di apportarvi dei correttivi onde evitare di precludere il rapporto tra offerta formativa e offerta lavorativa privata e pubblica territoriale, nonché di innestare la regressione dell'Università italiana che, attraverso ogni singolo Ateneo mantiene e tramanda all'estero il proprio prestigio formativo culturale e scientifico.
9/1746-bis/107. Goisis.
La Camera,
premesso che:
l'ordinamento comunitario stabilisce in modo inequivocabile che gli Stati membri hanno l'obbligo di risarcire i loro cittadini, qualora questi si trovino a subire i danni determinati da violazioni del diritto comunitario imputabili agli stati medesimi;
per quanto riguarda l'applicazione del regime comunitario delle quote latte, la sesta sezione della Corte di giustizia europea con sentenza del 25 marzo 2004 emessa in relazione ai procedimenti riuniti C-231/00, C-303/00 e C-451/00, ha riconosciuto le inadempienze dello Stato italiano ed ha indicato ai produttori ricorrenti la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni che ritengono di avere subito a seguito di tali inadempienze;
da quanto sopra discende il non eludibile obbligo di dare corretta attuazione alla succitata sentenza e, conseguentemente, di estenderne gli effetti a tutti gli altri produttori che si trovano in situazioni analoghe a quella dei ricorrenti nei procedimenti di cui sopra, ossia a tutti coloro che, certi delle inadempienze dello Stato in materia di quote latte, non hanno rinunciato, in nessuna sede o circostanza, alle opposizioni ai provvedimenti di pagamento emessi a loro carico, né hanno aderito alla rateizzazione di quanto imputato a titolo di prelievo supplementare dal 1995-1996, in avanti;
anche a seguito delle suddette inadempienze, il settore lattiero caseario italiano è gravato dall'onere insostenibile di un prelievo supplementare progresso che, inclusi gli oneri derivanti dalla campagna conclusa il 31 marzo dell'anno in corso, ha ormai superato gli 1,6 miliardi di euro, determinando uno stato di cose pericolosamente pregiudizievole per il futuro del settore:
impegna il Governo
ad adottare tutti i provvedimenti necessari per promuovere il settore lattiero-caseario con misure a sostegno degli allevatori, anche adottando tutte le iniziative necessarie affinché agli stessi siano corrisposte le somme loro dovute a titolo di risarcimento del danno da loro subito.
9/1746-bis/108.(Nuova formulazione) Alessandri, Dozzo, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dussin, Fava, Fugatti, Filippi, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Maroni, Montani, Pini, Pottino, Stucchi.
La Camera,
esprimendo preoccupazione per l'oggettivo deterioramento delle condizioni dell'ordine pubblico, evidenziato dalla recente impennata dei reati e dei crimini registratasi sull'intero territorio nazionale;
ricordando la complessità delle sfide affrontate sul piano interno ed internazionale dalle Forze armate e dell'ordine nel nostro Paese;
osservando come il personale delle Forze armate e dell'ordine reclami da tempo un provvedimento che riordini ed armonizzi le carriere del personale addetto al comparto difesa e sicurezza, ponendo fine una volta per tutte alle disparità di trattamento ereditate dal passato;
sottolineando altresì come nella scorsa Legislatura questo ramo del Parlamento avesse approvato una Proposta di legge organica per soddisfare queste aspettative, mai giunta alla conclusione del proprio iter al Senato a causa dello scioglimento anticipato delle Camere;
impegna il Governo
ad assumere le iniziative legislative opportune per procedere al predetto riordino delle carriere.
9/1746-bis/109. (Testo modificato nel corso della seduta) Bricolo.
La Camera,
in occasione dell'esame del progetto di legge finanziaria per l'anno 2007, premesso che:
il testo della legge finanziaria in esame contiene una serie di norme più stringenti ai fini del contrasto dell'evasione fiscale;
in particolare, l'articolo 5 propone la revisione degli studi di settore, inasprendone l'applicazione e adottando, nei confronti dei contribuenti, a cui non si applicano gli studi di settore, ossia i titolari di reddito di impresa e o di lavoro autonomo, «specifici indicatori di normalità economica»;
le nuove disposizioni risultano carenti di qualsiasi considerazione delle problematiche correlate alle nuove attività sia individuali che di impresa, che nei primi anni sono caratterizzate dalla prevalenza dei costi sugli utili, nonché necessitano di sgravi sia fiscali che burocratici sostanziali, attualmente non previsti né proposti;
il Governo e la maggioranza che lo sostiene in più occasioni hanno pubblicizzato il proposito di adottare provvedimenti per «favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro», e per consentire la nascita di nuove aziende;
l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro deve essere inteso soprattutto nel senso di favorirne fattività imprenditoriale individuale o l'accesso alle libere professioni, in quanto la garanzia del posto di lavoro a tempo indeterminato nella situazione attuale di crisi delle aziende diventa sempre più improbabile;
è evidente e opportuno per chi deve intraprendere una nuova attività ottenere supporti da parte dell'Amministrazione finanziaria almeno nei primi tre anni di vita dell'attività, nel senso di non essere sottoposto a presunzioni di redditi, che in realtà non si realizzano nel suddetto pe riodo, a causa della mancanza dei benefici dell'avviamento;
impegna il Governo
ad adottare iniziative incentivanti per i giovani, con una età non superiore a trenta anni, che intraprendono una attività in proprio o una libera professione, sia in forma individuale che in forma societaria, almeno per i primi tre anni di attività.
9/1746-bis/110. Filippi.
La Camera,
considerato che:
il presente disegno di legge non interviene con misure a favore della famiglia finalizzate al sostegno della Maternità e della paternità;
il trend demografico negativo vede il nostro Paese diventare inesorabilmente sempre più vecchio;
nel presente disegno di legge non soltanto non viene nuovamente finanziato il «bonus bebè» ma al contempo vengono sanate le indebite percezioni di tali contributi da parte degli extracomunitari andando così a cancellare definitivamente la ratio del provvedimento che determinava sotto il profilo dell'impatto sociale e comunicativo una risposta alla denatalità;
impegna il Governo
a far sì che vengano adottate in tempi brevi misure dirette al sostegno della natalità e della famiglia al fine di invertire il trend demografico negativo che vede l'Italia tra i Paesi Europei e mondiali con il più basso tasso di natalità.
9/1746-bis/111. Lussana.
La Camera,
esaminato il provvedimento in titolo;
osservate, in particolare le disposizioni di cui all'articolo 5;
valutata l'intenzione dei Governo di ampliare la gamma dei soggetti sottoposti alla disciplina degli studi di settore;
impegna il Governo
a porre allo studio le misure necessarie a ridurre il carico fiscale sui commercianti e sugli artigiani sottoposti alla disciplina degli studi di settore.go di emettere lo scontrino fiscale.
9/1746-bis/112. Fugatti.
La Camera,
rilevando la circostanza che è in atto un incremento notevole delle attività criminali in tutto il territorio nazionale;
sottolineando come non esista soltanto l'emergenza napoletana, alla quale l'esecutivo ha deliberato di far fronte inviando nel capoluogo campano mille uomini di rinforzo ai reparti della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, ma sia invece in atto un processo di degrado dell'ordine pubblico che investe numerose Province del Paese, nelle quali è sempre più evidente l'insufficienza delle risorse organiche disponibili in rapporto alla pressione criminale creste;
osservando che esistono Province, specialmente nel Nord Italia, nelle quali l'organico delle Forze dell'Ordine è fermo ai livelli che vennero stabiliti nei primi anni novanta, in presenza di una situazione del tutto differente rispetto a quella attuale;
impegna il Governo
ad accrescere gli organici delle Forze dell'ordine prioritariamente nelle province, come quelle di Treviso e Bergamo, dove le relative piante organiche risultino non essere mai state significativamente aumentate negli ultimi, dieci anni.
9/1746-bis/113.Dozzo, Stucchi, Dussin.
La Camera,
esaminato l'Atto Camera 1746-bis, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato-Legge finanziaria 2007;
premesso che fra le numerose nuove disposizioni aggiunte dal Governo alla manovra dì bilancio alcune comportano la previsione di nuovi stanziamenti finanziari destinati ad intervenire in settori diversi dell'ordinamento;
a fronte della annunciata esigenza di dover imporre nuovo rigore e di dover ricorrere ad un improcrastinabile contenimento della spesa pubblica, si assiste invece al conferimento di ingenti benefici mirati, fra gli altri ad esempio quelli per lo sviluppo economico delle zone del Belice o di Roma capitale;
che è stato previsto l'inserimento nella legge di bilancio di un nuovo fondo per riparare alle esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo, per il quale è previsto lo stanziamento di tre milioni di curo a decorrere dall'anno 2007, da ripartire con successivi decreti ministeriali fra i diversi centri di responsabilità amministrativa del Ministero dell'Interno;
considerato che stanziamenti simili sono già previsti nel nostro ordinamento e peraltro in diversa misura già contenuti nel presente provvedimento di bilancio e che sembra invece più urgente concentrare l'attenzione e le maggiori risorse possibili, economiche e strumentali, sulla necessità di far fronte e contrastare il fenomeno ormai indefettibile dell'immigrazione clandestina, per le connesse ripercussioni anche quanto a democraticità ed efficienza dell'azione amministrativa degli enti territoriali;
impegna il Governo
ad assicurare che le politiche di immigrazione intraprese siano rivolte ad interventi mirati in materia di contrasto all'immigrazione clandestina.
9/1746-bis/114. (Testo modificato nel corso della seduta) Stucchi.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746-bis recante «disposizioni per la Formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)»;
tenuto conto che, l'articolo 16 commi 568-572 autorizza un contributo di 100 milioni di euro per l'anno 2008, per lo sviluppo degli hub portuali di interesse nazionale;
tenuto conto altresì che, il comma 569, del citato articolo, destina il cinquanta per cento delle suddette risorse allo sviluppo del porto di Gioia Tauro, quale piattaforma logistica del Mediterraneo ed incentiva 1a localizzazione nella relativa area portuale di attività produttive anche in regime di zona franca in conformità con la legislazione comunitaria vigente in materia;
impegna il Governo
nell'ambito della ripartizione delle risorse che le leggi dello Stato destinano alla realizzazione delle infrastrutture per lo sviluppo degli hub portuali, a tener conto del finanziamento straordinario riservato al Porto di Gioia Tauro, dì cui all'articolo 16 comma 569, ripartendo le risorse disponibili tra gli altri Porti di rilevanza nazionale.
9/1746-bis/115. Grimoldi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 16, comma 419, lett. b) istituisce per il triennio 2007-2009, un Fondo transitorio di 1.000 milioni di euro per l'anno 2007, di 850 milioni di euro per l'anno 2008 e di 700 milioni di euro per l'anno 2009 destinato alle Regioni interessate da maggiori disavanzi sanitari;
tale intervento straordinario dello Stato rappresenta una palese violazione della regola generale, di recente ribadita anche nel Nuovo Patto per la salute, per cui le regioni sono responsabili delle eventuali eccedenze di spesa rispetto ai trasferimenti di risorse statali concordati in sede di Conferenza Stato-Regioni (il punto 1.1. del Nuovo Patto per la Salute parla al riguardo di «inderogabile responsabilità di bilancio da parte delle Regioni»);
il ripiano statale dei disavanzi regionali rappresenta una misura che, soprattutto nel lungo periodo, non favorisce la responsabilizzazione delle Regioni in merito all'efficienza nell'utilizzo delle risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario;
impegna il Governo
a valutare l'impatto della normativa citata anche al fine di evitare per il futuro di ricorrere a nuove operazioni di ripiano statale dei disavanzi sanitari delle Regioni meno virtuose o alla concessione di contribuzioni straordinarie alle Regioni che presentano maggiori criticità nella gestione dei bilanci sanitari.
9/1746-bis/116. Montani.
La Camera,
premesso che:
il territorio nazionale italiano è costituito per il 76,8 per cento da zone collinari e montane e per più dell'80 per cento da aree rurali, dove l'agricoltura, anche quando non è in grado di svolgere un ruolo economicamente decisivo, contribuisce, comunque, a determinare le caratteristiche sociali, ambientali e paesaggistiche;
in queste aree, la presenza attiva e vitale dell'agricoltura sul territorio è spesso indispensabile per garantire la tenuta, non solo economica, ma anche sociale, ambientale e culturale dei sistemi locali; per tali motivi, il mantenimento delle attività agricole nelle aree montane finisce, spesso, per coincidere con il mantenimento della presenza umana che, come noto, è la condizione prioritaria per
limitare i fenomeni di degrado, i cui costi - espliciti ed impliciti - ricadono inevitabilmente sull'intera collettività.
da quanto sopra, ne discende che la tenuta dei sistemi socio-economici delle aree montane è da considerare a tutti gli effetti un interesse nazionale di prioritaria rilevanza;
la legge finanziaria per il 2007 destina solo 25 milioni di curo per lo stesso anno 2007 al rifinanziamento della legge sulla montagna, mentre prevede che per l'istituzione di un non meglio precisato (nelle funzioni e nelle modalità operative) fondo per l'inclusione sociale degli immigrati siano stanziati ben 50 milioni di euro l'anno per tre anni;
è da ritenere inaccettabile che i problemi inerenti la montagna ed il ruolo che essa riveste per il sistema sociale, economico ed ambientale nazionale, siano ritenuti meritevoli di una considerazione largamente inferiore rispetto a quella che è riservata all'istituzione di un non ben definito fondo per l'inclusione sociale degli immigrati.
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al finanziamento della legge per la montagna, affinché, ad essa, sia assicurata una dotazione finanziaria congrua;
a prevedere specifici interventi volti a favorire la permanenza delle attività agricole nei territori montani, attraverso la eventuale diminuzione ulteriore dell'accisa sul gasolio impiegato, in tali aree, per lo svolgimento dei lavori agricoli.
9/1746-bis/117. (Testo modificato nel corso della seduta) Pottino.
La Camera,
in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007; premesso che:
l'articolo 16 del testo originario detta una nuova disciplina in materia di demanio marittimo;
al comma l, la lettera e), prevede «l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il transito gratuito all'arenile»;
con l'emendamento, n. 16.600 a firma del Governo si propone la modifica in senso estensivo della predetta norma, per consentire addirittura «il libero e gratuito accesso e transito della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione»;
tale disposizioni si presta alla contrarietà non solo dei gestori di stabilimenti, a causa del rischio di dover sopportare un uso improprio e gratuito delle strutture dei relativi stabilimenti, ma soprattutto della clientela dei medesimi stabilimenti, che, pur pagando a volte esosi abbonamenti, sono soggetti a maggiori rischi di sicurezza, ad un affollamento non previsto , ma gratuito e al rischio di furti da parte di individui non conosciuti e individuabili dal gestore, a cui la norma consente il transito gratuito;
nella realtà succede che il transito gratuito di trasformi in un vero e proprio accampamento sulla battigia, il cui uso diventa grottescamente difficile e godibile proprio per gli abbonati;
altro rischio che deriva dalla suddetta nonna é il transito dei venditori ambulanti clandestini, le cui vendite sono vietate dalla legge, ma di difficile prevenzione e punibilità immediata;
l'accesso a pagamento negli stabilimenti è uno strumento utile per evitare e scoraggiare i suddetti fenomeni;
dal lato della sicure è opinabile una restrizione agli accessi in strutture a pagamento;
impegna il Governo
nell'adozione della nuova normativa sul demanio marittimo a valutare gli impatti negativi delle norme citate al fine di valutare l'opportunità di apportarvi modifiche
per assicurare la tutela dei contribuenti utenti a pagamento delle strutture balneari e per proporre norme che consentano eventualmente l'accesso libero all'arenile da parte dei titolari delle concessioni solo nei casi in cui per un lungo tratto non esista un transito libero da strutture balneari.
9/1746-bis/118. Fava.
La Camera,
premesso che:
settemilioni di persone e tremila comuni e centinaia di migliaia di piccole aziende delle aree montane non hanno oggi a disposizione un canale veloce di trasmissione dati on-line;
il Governo italiano ha più volte ribadito che la banda larga «é una condizione essenziale per lo sviluppo economico del Paese»;
secondo quanto disposto dall'articolo 37, comma 49, del DL Bersani-Visco, i titolari di partita IVA dal 1o ottobre 2006, o per alcuni soggetti, dal 1o gennaio 2007, sono obbligati ad effettuare i versamenti fiscali e previdenziali esclusivamente mediante modalità telematiche, operazione che richiede supporti di trasmissione massimamente efficienti;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre norme finalizzate al finanziamento della sperimentazione della banda larga wi-fi o wi-mix ed un piano di investimenti specifico per tale sperimentazione nelle aree montane anche attraverso il coinvolgimento di provider locali privati.
9/1746-bis/119. Pini.
La Camera,
premesso che:
tenendo conto che per quanto riguarda le esigenze della Marina Militare è già stata riconosciuta nelle sedi competenti la necessità di un sostanziale processo di ammodernamento degli Arsenali di Taranto e La Spezia, per realizzare il quale sono necessari investimenti per le infrastrutture e gli impianti, per la formazione e la riqualificazione del personale e l'inserimento di figure professionali qualificate;
considerato che i due Arsenali oltre che essere un polo strategico per la Marina Militare, rappresentano anche un punto di eccellenza industriale competitivo ed anche una realtà insostituibile nel tessuto economico e sociale delle città dove sono collocati;
tenendo conto che le ristrettezze finanziarie degli ultimi anni hanno avuto un impatto negativo in molti settori della Difesa, determinando effetti ancor più negativi proprio in ragione delle particolari esigenze di queste realtà, al punto di metterne a rischio la funzionalità;
preso atto che con le risorse assegnate, anche a questo fine, alla Difesa nella Legge Finanziaria 2006 con l'articolo 16 comma 756 deve essere sostenuta una situazione che, per quanto riguarda l'esercizio, nonostante l'inversione di tendenza, rimane critica e impone quindi la definizione di alcune priorità-:
impegna il Governo
a garantire che la ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tenga conto dell'importanza che assume il piano di ammodernamento degli Arsenali, provvedendo quindi a garantire concreti interventi per il rinnovamento delle infrastrutture, degli impianti, per le politiche del personale civile e per i servizi resi mediante appalto esterno, con particolare riguardo alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali sul territorio.
9/1746-bis/120. Andrea Orlando, Pinotti, Vico, Duranti, Olivieri.
La Camera
premesso che:
sulla politica nazionale in campo energetico gravano diversi fattori di difficoltà relativi sia all'approvvigionamento delle materie prime sia alle all'andamento dei prezzi;
questi stessi fattori di difficoltà si traducono al momento del consumo in disagi che colpiscono i consumatori e in primo le famiglie rispetto al consumo di gas metano per uso domestico;
preso atto dell'aumento del 4,28 per cento delle tariffe del gas per uso domestico che ripropone con particolare evidenza la questione dell'applicazione dell'IVA al 20 per cento sul consumo di gas metano;
tali tariffe sono aumentate del 17,8 per cento negli ultimi 30 mesi, con un pesante aggravio dei costi per gli utenti;
sul costo complessivo sostenuto dall'utente, il 60 per cento corrisponde al prezzo al contatore mentre il 40 per cento sono imposte varie-:
impegna il Governo
al fine di corrispondere all'esigenza di ridimensionare - per quanto possibile - l'incidenza di questa voce nel bilancio famigliare, tanto più significativo quanto più è modesto il reddito, a mettere in atto iniziative adeguate a contenere e ridurre il costo del gas per uso domestico e riscaldamento.
9/1746-bis/121. Benvenuto, Pinotti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 16, comma 14, nel modificare la disciplina in materia di dismissioni di immobili del Ministero della difesa non più utili alle finalità istituzionali, ne prevede il trasferimento all'Agenzia del demanio per un valore complessivo pari a 2.000 milioni di euro nell'anno 2007 e a 2000 milioni di euro nell'anno 2008;
dal citato trasferimento potrebbero derivare notevoli introiti ove gli immobili siano adeguatamente valorizzati con il concorso degli enti locali;
per coinvolgere efficacemente gli enti locali nel processo di valorizzazione, è necessario predisporre nei confronti di questi ultimi adeguati incentivi-:
impegna il Governo
ad adottare nel procedimento di dismissione degli immobili della difesa gli accordi di programma di cui all'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.'267. prevedendo il riconoscimento in favore degli enti locali di una quota del maggior valore degli immobili determinato per effetto delle valorizzazioni assentite.
9/1746-bis/122. Pinotti.
La Camera,
premesso che:
la tabella D, di cui all'articolo 216, comma 3, del disegno di legge finanziaria per il 2007 reca, alla rubrica Ministero della Giustizia, il rifinanziamento per 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009, degli investimenti per l'edilizia penitenziaria e giudiziaria;
l'esercizio dei servizi relativi alla giustizia è un compito essenziale dello Stato, previsto dall'articolo 110 della Costituzione, che attribuisce al Ministro della Giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;
condizione essenziale per garantire una amministrazione della giustizia efficace e adeguata è rappresentata dalla disponibilità di strutture e immobili idonei;
sotto questo profilo è emblematico lo stato di disagio in cui versano gli uffici adibiti alle attività giudiziarie della città di
Bari, capoluogo di Regione, a causa delle gravi carenze strutturali ed infrastrutturali, sotto il profilo degli edifici in cui viene amministrata la giustizia, con pesanti conseguenze, in termini di disservizi, per gli operatori e i cittadini;
la grave situazione che si è determinata nella città di Bari deriva da cause risalenti nel tempo; più precisamente, fin dagli anni novanta, a Bari emerge, senza trovare soluzione, la questione dell'ampliamento e adeguamento delle sedi giudiziarie; negli anni novanta si pervenne a prospettare il progetto del polo giudiziario nel quartiere «Libertà», nell'ambito del piano di riqualificazione del suddetto quartiere, con il conferimento dell'incarico per il progetto del secondo palazzo di giustizia, approvato nel marzo 2000 dalla commissione di manutenzione presso la corte di appello; nel giugno 2000 la commissione di manutenzione approvò il progetto «definitivo» del primo stralcio per un importo di 36 miliardi di lire, finanziato dal Ministero; lo stralcio fu quindi approvato dal Provveditorato alle opere pubbliche per la Puglia, competente per i limiti di importo, e successivamente, dalla giunta municipale con delibera n. 763 del 23 giugno 2000; nell'ottobre del 2000 il Ministero ha stanziato ulteriori 50 miliardi di lire, per il finanziamento del secondo stralcio, che sono andati ad aggiungersi ai 36 miliardi destinati al finanziamento del primo stralcio; le opere progettate non sono mai state realizzate, per cui, in conclusione, sono stati perduti sia il finanziamento del primo stralcio per 36 miliardi, che già era stato concesso, sia il finanziamento del secondo stralcio per 50 miliardi, che era stato stanziato;
a partire da ottobre 2001 prende consistenza il progetto alternativo della «cittadella della giustizia», da realizzarsi fuori della città, su suoli con destinazione agricola sulla base del vigente piano regolatore del comune di Bari;
nella città si è sviluppato un ampio dibattito sulla questione, con la costituzione di un comitato formato da numerosi cittadini ed associazioni a sostegno di iniziative finalizzate a garantire l'esercizio della giustizia in strutture adeguate;
il 10 ottobre 2006 si è tenuto a Roma, presso il Ministero della Giustizia, un incontro, promosso dal Ministro, con i rappresentanti del Comune e della Provincia di Bari, nel quale il Ministro stesso, dopo aver preso atto della situazione di gravità dell'edilizia giudiziaria a Bari, ha prospettato la possibilità - già realizzata per l'edilizia giudiziaria a Milano - di pervenire alla stipula di un accordo di programma tra Ministero ed istituzioni locali al quale il Governo partecipa sia mediante finanziamenti, sia mediante gli immobili demaniali rappresentati dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale siti in Bari;
il disegno di legge finanziaria in esame prevede altresì al comma 13 dell'artico o 16 l'inserimento di due commi aggiuntivi all'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, con i quali si prevede, tra l'altro, la possibilità, da parte del Ministero della Difesa, di individuare beni immobili di proprietà dello Stato, mantenuti in uso al suddetto dicastero per finalità istituzionali, che siano suscettibili di permuta con gli enti territoriali;
nella città di Bari sussiste un numero considerevole di immobili di proprietà dello Stato che potrebbero essere individuati nell'ambito dei processi di razionalizzazione di cui al comma 15-ter del citato decreto-legge n. 351 del 2001, aggiunto dal disegno di legge finanziaria in esame, e che di conseguenza potrebbero essere oggetto di operazioni di permuta con il Comune di Bari; in particolare, alcuni di tali immobili, anche per la loro collocazione, risulterebbero molto utili per potenziare il complesso di strutture che potrebbero essere destinate allo svolgimento dei servizi della giustizia;
impegna il Governo:
a provvedere all'adeguamento e all'ampliamento dell'edilizia giudiziaria di
Bari, che versa in condizioni di grave carenza, in modo da adempiere al compito, sancito costituzionalmente, di garantire una adeguato funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;
a tal fine, a destinare una quota dei finanziamenti previsti per l'edilizia giudiziaria dal disegno di legge finanziaria per il 2007 all'ampliamento e all'adeguamento delle strutture destinate nella città di Bari allo svolgimento dei servizi relativi alla giustizia;
contestualmente, ad adottare tutte le opportune iniziative, in collaborazione con gli enti territoriali interessati, per pervenire tempestivamente alla definizione e stipula di un accordo di programma tra lo Stato e gli Enti Locali (Comune e Provincia di Bari, Regione Puglia) al quale, analogamente a quanto è accaduto per il potenziamento dell'edilizia giudiziaria a Milano, lo Stato concorra sia mediante finanziamenti, sia mediante immobili demaniali, rappresentati in particolare dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale;
a promuovere opportune forme di concertazione tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Giustizia, al fine di individuare, nella città di Bari, immobili di proprietà dello Stato che possano essere oggetto di permuta con gli enti territoriali per essere adibiti all'esercizio dei servizi relativi alla giustizia.
9/1746-bis/123.Servodio, Balducci, Belisario, Duranti, Grassi, Sasso.
La Camera,
premesso che:
i commi 13 e 14 dell'articolo 16, tra l'altro, modificano la disciplina in materia di dismissioni di immobili del Ministero della difesa non più utili alle finalità istituzionali;
le citate dismissioni si inseriscono nel quadro della riorganizzazione delle Forze Armate che ha comportato, tra l'altro, l'esigenza di una nuova dislocazione delle strutture militari sul territorio nazionale;
in questa prospettiva appare necessaria l'individuazione di nuovi immobili da destinare alla Difesa nazionale;
a tal fine un prezioso contributo può essere offerto dagli enti locali, come ad esempio nel caso del trasferimento in Lombardia del 2o Reggimento Artiglieria Terrestre Vicenza, già deciso nel corso della precedente legislatura, purché l'amministrazione statale appronti le necessarie risorse finanziarie per concorrere con le amministrazioni locali alla individuazione di nuovi immobili,
impegna il Governo
a reperire le necessarie risorse finanziarie per concorrere con le Amministrazioni locali alla ricerca in tempi brevi di nuovi immobili da destinare al Ministero della Difesa e in particolare per provvedere al trasferimento in Lombardia del 2o Reggimento Artiglieria Terrestre Vicenza.
9/1746-bis/124. Gregorio Fontana, Jannone.
La Camera,
premesso che:
occorre quanto prima individuare nel Lazio una serie di interventi volti a superare il problema dell'inadeguatezza del sistema infrastrutturale viario,
impegna il Governo
nella distribuzione delle risorse che attengono ai settori delle infrastrutture e i trasporti, a destinare parte dei finanziamenti agli interventi atti alla realizzazione del Corridoio Tirrenico e della bretella Cisterna-Valmontone, alla messa in sicurezza della Strada Statale 148 (Pontina), alla prosecuzione di potenziamento della
Strada Statale n. 156 dei Monti Lepini e della variante alla Statale n. 7 Appia Pedemontana di Formia.
9/1746-bis/125. Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
la Finanziaria in esame autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, cui le regioni e gli enti locali concorrono rispettivamente nella misura di un terzo;
il 50 per cento delle predette risorse da parte dei competenti enti locali è destinato al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento normativo degli edifici scolastici;
le risorse previste per i piani di edilizia scolastica sono del tutto insufficienti per risolvere le reali esigenze delle scuole, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, relativamente alle opere di messa in sicurezza e di adeguamento a norma, è stata rinviata la scadenza del termine per il completamento delle opere al 31 dicembre 2009, previa sottoscrizione di un «patto per la sicurezza» tra il Ministro della Pubblica Istruzione, le regioni e gli enti locali della medesima regione,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a prevedere in un settore così importante per la sicurezza e la qualità dell'educazione dei giovani, ulteriori risorse.
9/1746-bis/126. (Testo modificato nel corso della seduta) Frassinetti.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007, disciplina, al comma 776, l'istituzione, del «Fondo per le non Autosufficienze», con una dotazione di 50 milioni di Euro per l'anno 2007 e 200 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009;
la fissazione dei criteri per la ripartizione degli stanziamenti del Fondo è affidata al Ministro della Solidarietà Sociale, che vi provvederà con proprio decreto;
interventi in favore di soggetti non autosufficienti sono previsti anche a carico del «Fondo delle Politiche della Famiglia» - istituito dall'articolo 19 del decreto-legge 4 luglio 2006 in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - e del «Fondo Nazionale per le Politiche Sociali», gestito dal Ministero della solidarietà sociale;
la comunanza d'intenti, almeno parziale, di questi Fondi, rischia di determinare dei «doppioni», negli interventi e nelle spese, in materia di sanità e di sociale, ai quali conseguono uno spreco di risorse e una disarticolazione nelle strategie operative;
dette disarticolazioni determinano, inoltre, gravi incertezze e disagi nei soggetti che dovrebbero poter fruire dei benefici e servizi previsti dai Fondi,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere che, ai fini dell'emanazione del decreto ministeriale per la ripartizione del Fondo per le non autosufficienze, sia creato un efficace coordinamento con il Ministro per la Famiglia ed il Ministro della salute, nonché con la Conferenza Stato Regioni e con l'ANCI, anche istituendo in seno al Ministero delle Politiche Sociali un organismo di rappresentanza delle associazioni di volontariato più rappresentative delle componenti sociali più fragili (anziani, disabili, eccetera);
ad attivarsi, inoltre, per prevedere forme integrative di finanziamento del Fondo, ponendo, se del caso, contributi a carico di istituti assicurativi sia pubblici, sia privati.
9/1746-bis/127. Lisi.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria dispone ogni anno dettagliate norme in favore degli enti locali, finalizzate a consentire il rispetto, da parte degli stessi, del cosiddetto patto di stabilità interno,
impegna il Governo
ad attivarsi per introdurre delle disposizioni per la salvaguardia degli enti che hanno sempre rispettato il patto di stabilità e, in particolare, per la incentivazione degli investimenti per lo sviluppo che sono finanziati da entrate proprie e non comportano un aumento complessivo del debito, al fine di consentire, a questi enti, di completare le opere infrastrutturali già approvate.
9/1746-bis/128. De Corato.
La Camera,
premesso che:
in ordine agli interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, non si comprende bene quale sia l'ammontare delle risorse effettivamente ripartibili dal CIPE ed impegnabili dalle amministrazioni assegnatarie, con obbligazioni giuridicamente vincolanti già a partire dal 2007,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a fare chiarezza in merito alla questione di cui in premessa, così da precisare quali siano le risorse immediatamente utilizzabili per gli interventi nelle aree sottoutilizzate già a partire dal prossimo anno.
9/1746-bis/129. Lamorte, Proietti Cosimi.
La Camera,
premesso che:
il Governo, nel disegno di legge finanziaria 2007 ha destinato 50 milioni di euro per ciascun anno del triennio, al «Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati», al fine di finanziare le spese sostenute per affrontare situazioni di degrado sociale ed abitativo degli extracomunitari;
lo stesso Governo ha ritenuto di finanziare con 3 milioni di euro, a partire dal 2007, il «Fondo per le esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo», volto a far fronte alle spese relative alla gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a destinare una parte dei Fondi al finanziamento delle operazioni di rimpatrio dei soggetti entrati clandestinamente nel territorio nazionale.
9/1746-bis/130. Murgia, La Russa.
La Camera,
premesso che:
il contratto di lavoro per il personale del comparto Difesa-Sicurezza è scaduto il 31 dicembre 2005;
in luogo dei miglioramenti economici auspicati dal citato personale è corrisposta, a decorrere dal 1o gennaio 2006, una inadeguata indennità di vacanza contrattuale;
le risorse economiche attualmente previste nei disegno di legge in esame risultano insufficienti a garantire un equo incremento delle retribuzioni in argomento,
impegna il Governo
a promuovere le opportune iniziative, anche normative, necessarie alla prosecuzione degli obiettivi concernenti il riconoscimento della specificità delle funzioni di sicurezza e di difesa cui è preposto il
personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, così come impone l'articolo 7 della legge 29 marzo 2001, n. 86.
9/1746-bis/131. Ascierto, Ronchi.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2005 ha previsto tra gli obiettivi che le regioni devono conseguire, al fine di ottenere il conguaglio del 5 per cento dal Fondo sanitario nazionale, l'attivazione del «Piano Nazionale della Prevenzione», la cui definizione nasce a causa della crescente incidenza delle patologie croniche e delle loro complicanze, in larga misura prevenibili, tenendo conto anche del peso finanziario di queste patologie, a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
il piano nazionale è volto alla prevenzione delle patologie cardiovascolari, delle patologie oncologiche e degli incidenti, nonché alla predisposizione di un piano delle vaccinazioni, su base nazionale, al fine di effettuare un coordinamento degli interventi di prevenzione primaria e secondaria, e di educazione e promozione della salute, attualmente effettuati in Italia con modalità diverse da regione a regione;
nei principali Paesi europei la spesa destinata alla prevenzione delle patologie prevede un più diffuso ricorso alle vaccinazioni, sia attraverso interventi di somministrazione diretta a carico delle strutture sanitarie pubbliche, sia attraverso disposizioni per la deducibilità delle spese sostenute dai cittadini che si sottopongono a vaccinazioni volontarie;
nel nostro Paese, ai fini della determinazione dell'imposta sul reddito, è riconosciuta, per le spese relative all'acquisto di farmaci non erogati dal servizio sanitario nazionale, una detrazione dei 19 per cento con una franchigia iniziale di euro 129,11;
le strategie di politica sanitaria hanno indicato come prioritarie le iniziative atte a ridurre o eliminare tutte le forme morbose che possono essere positivamente influenzate da interventi di prevenzione primaria;
il diritto alla tutela della salute pubblica trova la sua piena attuazione attraverso azioni di prevenzione primaria, che possano determinare significativi vantaggi non solo sulla qualità della vita ma anche in termini di contenimento della spesa;
è necessario e strategico, sia dal punto di vista sanitario che nell'ottica del contenimento della spesa, permettere l'accesso alle vaccinazioni al maggior numero di cittadini,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere che una quota fissa della spesa sanitaria destinata al capitolo della prevenzione sia utilizzata esclusivamente ai fini della prevenzione primaria, attraverso una maggiore e più incisiva diffusione delle prestazioni di vaccinazione;
nonché a prevedere delle deduzioni dalle imposte sui redditi in favore di persone fisiche e giuridiche per le speserelative all'acquisto e alla somministrazione di vaccini.
9/1746-bis/132. Mancuso.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 prevede una riforma del sistema di determinazione dei canoni annui per le concessioni demaniali marittime rilasciati con finalità turistico ricreative;
la Federazione Italiana Vela ha segnalato negli scorsi annui, a più riprese, che sul territorio nazionale non vengono applicate in maniera omogenea le norme sul riconoscimento del canone ricognitorio
per le concessioni demaniali marittime assentite a favore delle associazioni sportive in argomento;
il riconoscimento del canone ricognitorio in favore delle associazioni sportive che non svolgano un'attività lucrativa è stato da ultimo ribadito dalla Direzione generale per le infrastrutture della navigazione marittima ed aerea del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con una lettera del 3 aprile 2006,
impegna il Governo
in sede di rideterminazione dei canoni annui per le concessioni demaniali marittime, a prevedere una disciplina omogenea relativamente alle associazioni sportive velistiche.
9/1746-bis/133. Germontani.
La Camera,
premesso che,
attualmente per i soggetti non residenti che dichiarano i redditi in Italia non è previsto il beneficio delle detrazioni per carichi di famiglia. I non residenti sono infatti esclusi dal beneficio in questione in quanto si presume che gli stessi usufruiscano di una deduzione o detrazione per carichi di famiglia nello Stato in cui sono considerati fiscalmente residenti, ovvero ove producono e dichiarano i loro redditi;
in realtà esiste la particolare situazione lavorativa del personale a contratto del Ministero degli Affari esteri, il cui unico reddito (per legge esso non può svolgere altra attività lavorativa) è quello prodotto dal rapporto di lavoro con il MAE. Visto che il personale a contratto non può di fatto usufruire delle detrazioni presso il Paese estero di residenza e che è soggetto a fiscalizzazione in Italia, ne risulta un palese trattamento discriminatorio dei suddetti lavoratori;
detto personale consta di circa 2.000 lavoratori impiegati presso le rappresentanze diplomatiche, consolari e gli Istituti italiani di Cultura;
l'articolo 3 del disegno di legge finanziaria prevede consistenti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 917 del 1986 relativo al testo unico delle imposte sui redditi, tra cui la ridefinizione delle detrazioni per carichi di famiglia, senza però dare soluzione all'incongruenza suesposta;
impegna il Governo
a valutare l'esigenza di assicurare pari trattamento ai cittadini residenti all'estero per quanto riguarda il carico fiscale e ad effettuare un monitoraggio degli effetti delle norme introdotte, anche al fine di apportare in futuro modifiche al sistema fiscale volte a prevedere che per i soggetti non residenti nel territorio nazionale spettino le detrazioni per carichi di famiglia allorché gli stessi dimostrino, di non possedere altri redditi oltre a quello prodotto nel territorio dello Stato, ovvero, in ogni caso, di non godere nel Paese di residenza di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi di familiari.
9/1746-bis/134. (Testo modificato nel corso della seduta) Cassola, Francescato, Boato, Camillo Piazza, Bonelli, Zanella, Romagnoli.
La Camera,
premesso che,
ai lavoratori emigrati in Svizzera che trasferivano i contributi previdenziali dell'AVS presso l'assicurazione generale obbligatoria italiana, in coerenza con le convenzioni ed accordi internazionali, l'INPS ha determinato la retribuzione pensionabile relativa ai periodi di lavoro svolto all'estero non sulla base della retribuzione effettiva, bensì applicando massimali di gran lunga inferiori;
tale metodo di calcolo ha prodotto, nel tempo, un notevole differenziale di
trattamento, tanto che la suprema Corte di Cassazione è intervenuta riconoscendo il diritto di detti lavoratori ad un trattamento previdenziale determinato sulla retribuzione effettiva e non su quella convenzionale
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziative utile per rispondere alle eque aspettative ed esigenze dei lavoratori emigrati in Svizzera che hanno trasferito i contributi previdenziali in Italia, valutando la possibilità di addivenire, già a partire dal prossimo tavolo di confronto relativo alla rivisitazione del sistema previdenziale, ad una modifica della normativa introdotta.
9/1746-bis/135. Cinzia Maria Fontana, Bellanova.
La Camera,
premesso che,
il 31 ottobre 2002 il Molise e la Puglia sono stati colpiti da un terremoto che ha devastato il comprensorio interessato provocando ingenti danni, nonché purtroppo diversi morti tra cui 29 bambini deceduti per il crollo della scuola Iovine di San Giuliano di Puglia;
i danni hanno di fatto paralizzato la vita dell'intera area coinvolta dal sisma, e sono stati talmente ingenti che la Regione Molise in accordo con le stime della Protezione civile ha richiesto la cifra di seimila miliardi di vecchie lire per la ricostruzione;
un intera comunità dal 31 ottobre è costretta a vivere in condizioni di continua emergenza, le attività economiche e produttive della zona risultano, ancora oggi a distanza di anni, quando non completamente paralizzate, gravemente compromesse;
la costruzione è iniziata solo nel comune di San Giuliano di Puglia e relativamente all'edilizia privata, mentre nel resto del comprensorio si registra la ricostruzione di sole poche opere pubbliche;
ad oggi ancora nessuna famiglia è rientrata nella propria casa, la casa è il bene primario, insostituibile di ogni nucleo familiare, il riparo, il ricovero, la dimensione più intima di ogni cittadino, deve essere protetta e garantita;
gli interventi previsti nella legge finanziaria, in relazione all'emergenza delle zone interessate dal sisma in Molise e Puglia, si reputano totalmente insufficienti a far fronte alle esigenze legittime della popolazione, insufficienti anche se li si considera in relazione al solo 2007;
in Umbria a 4 anni di distanza dal sisma che ne ha interessato diverse zone, si registra, fortunatamente, il rientro a casa dei 50 per cento della popolazione;
è stato previsto l'abbattimento dei contributi solo per alcune zone del Sud interessate anche esse da fenomeni emergenziali, alcuni contemporanei a quelli verificatesi in Molise; senza un intervento sufficiente il comprensorio della Regione Molise e Puglia interessato dal sisma del 2002 è destinato al definitivo e completo esaurimento di ogni sua risorsa;
impegna il Governo
a reperire le risorse necessarie e non appena saranno disponibili a provvedere di conseguenza dando la giusta priorità all'emergenza della Regione Molise e della Regione Puglia, stanziando una cifra adeguata per far fronte alle necessità di ricostruzione cosiddetta «pesante» cioè al rientro a casa dei senza tetto, e per il rilancio complessivo dell'intera area interessata, e sempre a tal fine ad emanare le previste ordinanze in relazione alla sospensione di tributi e contributi dovuti dalla popolazione del comprensorio ed al successivo abbattimento anche con i necessari provvedimenti di legge amministrativi, della restituzione dovuta in quote
non inferiori a quelle previste in altre parti del Paese.
9/1746-bis/136. (Testo modificato nel corso della seduta) Astore, Bordo, Rocco Pignataro, Narducci, Raiti.
La Camera,
in sede di esame della Legge Finanziaria 2007;
premesso che:
i commi 2 e 4 dell'articolo 38 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n, 248, prevedano l'attivazione di «nuovi punti di vendita» per la distribuzione del gioco su base ippica e su eventi diversi, in numero rispettivamente non inferiore a 10.000 ed a 7.000;
il 28 agosto 2006 sono stati conseguentemente pubblicati nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee i bandi di gara per l'affidamento dei predetti punti di vendita;
considerato che:
le disposizioni sopraccitate impongono giustamente l'adozione di «modalità di salvaguardia» dei preesistenti operatori, consistenti in migliaia di piccole imprese a conduzione prevalentemente familiare, che operano da oltre mezzo secolo sull'intero territorio nazionale come tradizionali punti di accettazione del gioco legale;
in questo senso si eviterebbe il rischio di produrre effetti devastanti e non riassorbibili sulle migliaia tra ricevitori, concessionari e loro dipendenti già in attività;
a garanzia dell'impegno professionale ed economico dei titolari dei vecchi punti di vendita, potrebbe essere loro richiesto il pagamento di un canone forfetario una tantum in misura equivalente alla base d'asta minima stabilita dalla legge per i bandi di gara, vale a dire euro 7500,00, oltre ai canoni annui di concessione ed alla presentazione di idonee fidejussioni, demandando a ciascun operatore la facoltà di individuare il provider di riferimento,
impegna il Governo
a garantire la prosecuzione delle attività da parte degli operatori di gioco in esercizio alla data di entrata in vigore della legge 223 del 2006 e dotati di autorizzazione ex articolo 88 del T.U.I.P.S., subordinando il mantenimento delle attività al pagamento del canone forfettario e dei canoni annui di concessione, nonché alla presentazione delle idonee fidejussioni di cui in premessa.
9/1746-bis/137. Tolotti, Nannicini, Fincato.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria,
premesso che i commi 210 e 211 (ex articoli 54 e 55) recano disposizioni per il contenimento della spesa e per il controllo della finanza pubblica, attraverso un nuovo meccanismo in forza del quale per dare attuazione alle disposizioni che autorizzano contributi pluriennali a carico del bilancio dello Stato è necessario un decreto del Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa verifica dell'assenza, di effetti peggiorativi su fabbisogno ed indebitamento rispetto a quelli previsti a legislazione vigente;
premesso, altresì, che in presenza di effetti peggiorativi non previsti, il comma 210 (ex articolo 54) citato prevede la possibilità di intervento mediante un apposito Fondo di compensazione, al quale attingere con decreto del solo Ministro dell'economia e delle finanze;
preso atto che la dotazione del fondo ammonta a soli 420 milioni di euro, con i quali verosimilmente occorrerà far fronte alle esigenze dl compensazione di tutti i contributi pluriennali previsti da disposizioni di legge anteriori alla presente finanziata, ed in qualunque settore di intervento (con esclusione di quelle del settore della difesa), purché ancora in corso di erogazione;
rilevato che tale meccanismo, in considerazione della palese insufficienza del predetto fondo finisce di fatto per paralizzare l'ulteriore attuazione di tutti gli investimenti finanziati con i predetti contributi pluriennali;
rilevato, altresì, che tale situazione in particolar modo rischia di travolgere la prosecuzione di interventi in settori essenziali per l'economia e la vita del paese, quali - e con elencazione non esaustiva - tra gli altri:
1. interventi a valere sulla quota dei FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate), così finanziata;
2. reindustrializzazione aree depresse (anche nel centro nord);
3. legge obiettivo;
4. ricostruzione zone terremotate (Belice, Irpinia e Basilicata, Marche ed Umbria, Molise e Puglia) e tutti gli altri interventi in materia di protezione civile;
5. edilizia sanitaria;
6. realizzazione di infrastrutture per la banda larga;
7. trasferimenti alla Regione Sicilia;
ritenuto assolutamente inaccettabile, tra l'altro, che attraverso il meccanismo prefigurato si consenta al solo Ministro dell'economia, ripartendo le risorse del fondo predetto, di adottare misure suscettibili di alterare profondamente la scelta di allocazione delle risorse finanziarie stabilita con legge cosa completando il processo di espropriazione del Parlamento dei poteri allo stesso attribuiti a costituzione vigente;
preso atto, altresì, che i meccanismo sopra descritto, come se non bastasse, si fonda su criteri volutamente non espressi nella legge o comunque dalla stessa individuabili, sia pure sulla base di una qualificata lettura tecnica, in quanto fondati sull'imprescrutabile dato del «tendenziale», così da non consentire alcuna possibilità di preventiva comprensione e valutazione dei suoi reali esiti a nessuno dei soggetti istituzionalmente e politicamente responsabili (Capo dello Stato, chiamato a promulgare la legge, Parlamento, chiamato ad approvarla, le diverse amministrazione coinvolte, deputate allo loro attuazione);
considerato che gli investimenti sopra citati costituiscono altresì la parte più significativa di PIL che possa essere direttamente sorretta da risorse pubbliche diversamente rispetto a spese improduttive demagogiche o clientelari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di modificare immediatamente la disciplina prefigurata, eventualmente previo monitoraggio dell'applicazione, prevedendo adeguate forme di compensazione finanziaria e riportandone le decisioni di utilizzo ai soggetti politicamente ed istituzionalmente responsabili.
9/1746-bis/138. Casero.
La Camera,
premesso che:
il comma 62 (ex articolo 21 della legge finanziaria recante misure a sostegno delle zone franche urbane istituisce un Fondo per «favorire lo sviluppo economico e sociale, anche tramite interventi di recupero urbano, di aree e quartieri degradati del Mezzogiorno...»;
considerato che la città di Messina è caratterizzata da fenomeni di particolare degrado ed esclusione sociale tali da richiedere un mirato e risolutivo intervento;
considerato altresì che tale grave situazione di degrado urbano, sociale, ambientale e abitativo ha richiesto l'individuazione di sette grandi ambiti di riqualificazione urbana che sono stati oggetto di piani particolareggiati di risanamento già approvati dalla Regione Siciliana. Ciò al fine di disporre un progetto organico ed integrato di rigenerazione urbana capace di contribuire a rimuovere le particolari condizioni di squilibrio territoriale che la
città di Messina presenta anche rispetto alle altre grandi città della Sicilia e del Mezzogiorno;
rilevato che tale situazione di degrado è aggravata dalla presenza di tremila baracche e manufatti fatiscenti, in parte ancora eredità del terremoto del 1908 e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, nei quali vivono almeno 15mila persone in assenza di urbanizzazioni primarie e secondarie;
ritenuto che le risorse a disposizione dell'Amministrazione Comunale di Messina sono insufficienti rispetto alle necessità di un territorio fortemente compromesso, nel quale il protrarsi dell'emarginazione ed esclusione sociale di interi gruppi produce tensione,
impegna il Governo
ad inserire la città di Messina tra le «aree franche urbane» e di destinare una parte significativa delle risorse del Fondo, di cui in premessa, ad interventi da concertare con la stessa Amministrazione Comunale di Messina, finalizzati alla realizzazione delle seguenti opere:
1) costruzione e/o acquisto di alloggi;
2) urbanizzazioni primarie e secondarie;
3) riqualificazione ambientale di aree all'interno dei piani particolareggiati di risanamento.
9/1746-bis/139. Violante, Crisafulli.
La Camera,
premesso che
sul territorio italiano già incide un numero considerevole di grandi impianti di raffinazione che interessano ben 17 comuni (Augusta, Busalla, Cremona, Falconara Marittima, Gela, La Spezia, Livorno, Mantova, Milazzo, Pantano-Roma, Porto Marghera, Priolo Gargallo, Ravenna, Sannazzaro, Sarroch, Taranto e Tricate), con vistosi effetti urbanistici, viari ed ambientali;
l'articolo 113, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 prevedeva la possibilità di riconoscere un diritto di compartecipazione degli enti locali, sedi di impianti di produzione e di stoccaggio, ai tributi erariali gravanti sui prodotti combustibile di origine fossile per finalità ambientali e commisurata in ragione degli oneri necessari alla gestione del territorio interessato dalla presenza di detti impianti;
tale disposizione non ha trovato applicazione e le amministrazioni interessate si sono trovate a dover far fronte esclusivamente con i propri bilanci agli conseguenti alla presenza di dette strutture industriali -:
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziative volta a dare attuazione alla citata disposizione o, comunque, a individuare misure alternative che consentano alle amministrazioni locali di rispondere alle esigenze della cittadinanza e alla salvaguardia del territorio.
9/1746-bis/140.Maderloni, Vannucci, Andrea Ricci, Cesini, Galeazzi, Morri, Attili, Lomaglio, Misuraca, Marinello.
La Camera,
premesso che:
la 1o Facoltà di Medicina (Io Policlinico) dell'Università degli Studi Federico Il di Napoli è ubicata nel cuore del suo Centro Storico, in edifici in gran parte fatiscenti e nella situazione di degrado comune alla maggioranza degli edifici circostanti, dovuto alla vetustà e ai danni causati dal terremoto del 1980, che rese addirittura necessario l'abbattimento di un intero padiglione;
si tratta di una struttura che costituisce il primo nucleo della storica e
frequentatissima Facoltà di Medicina di una Università giunta al suo 783o anno dalla sua fondazione; l'attuale Piano regolatore prevede la destinazione di quell'area - sede di antichi insediamenti greci - a Parco Archeologico, con la conseguenza che le strutture del Policlinico ivi esistenti dovranno necessariamente trovare altra collocazione -:
impegna il Governo
a sostenere - nell'ambito dei ripristinandi fondi per l'edilizia universitaria e sanitaria -il reperimento di altri idonei siti e complessi nei quali trasferire la storica Facoltà.
9/1746-bis/141. Alfredo Vito, Laurini.
La Camera,
premesso che:
dal 2001 ad oggi i settori della musica e dello spettacolo hanno subito una costante e gravissima flessione, rispetto alla quale il progetto di legge finanziaria 2007 (A.C. 1746-bis) purtroppo non prevede i correttivi complessivamente auspicati;
l'articolo 165 del progetto di legge finanziaria per l'anno 2007, concernente le norme di razionalizzazione e risparmio in materia di spettacolo, prevede infatti disposizioni che incidono negativamente sulla promozione e la ricerca nel campo musicale (e, dunque, sul futuro stesso della produzione musicale), nonché sulle agevolazioni tariffarie stabilite per i trasporti di singoli artisti e dei complessi musicali;
in particolare, è prevista l'abrogazione dell'articolo 37 della legge 14 agosto 1967, n. 800, che attiene alla concessione di sovvenzioni a istituzioni ed associazioni senza scopo di lucro che effettuano concorsi di composizione ed esecuzione musicale, corsi di avviamento e perfezionamento professionale, stagioni liriche sperimentali e rassegne musicali, nonché l'abrogazione dell'articolo 40 della medesima legge, che riguarda un fondo speciale destinato a sostenere iniziative intese alla diffusione della cultura musicale, alla concessione di borse di studio, alle facilitazioni tariffarie per trasporti di artisti e di materiali o attrezzature per l'allestimento di spettacoli, e contributi per i complessi bandistici (fondo esiguo che, in ogni caso, una volta soppresso, consentirebbe un risparmio trascurabile, pari a circa 100.000 euro);
inoltre, il medesimo articolo 165 del progetto di legge finanziaria 2007, stabilisce l'abrogazione dell'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1994, n. 394, nonché dei titoli III e IV del decreto del Ministero per i beni delle attività culturali 21 dicembre 2005 che, rispettivamente, attengono esclusivamente all'autorizzazione per l'esercizio di parchi di divertimento e alla concessione di contributi in favore dello spettacolo viaggiante;
all'articolo 165, comma 3, vengono poi modificati i criteri di ripartizione della quota del Fus (Fondo unico dello spettacolo) destinata alle Fondazioni lirico-sinfoniche che, in particolare, si prevede che siano determinati esclusivamente sulla base degli elementi «quantitativi e qualitativi della produzione offerta» e, fatto ancora più preoccupante, che tengano conto degli «interventi di riduzione delle spese» (dunque, senza alcuna salvaguardia della qualità del lavoro, del risultato culturale e della diffusione della produzione);
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative tese a reintegrare i fondi tagliati ai settori della musica e dello spettacolo;
a procedere ad una iniziativa normativa di revisione della legge istitutiva delle fondazioni lirico-sinfoniche, da concertare con le categorie direttamente interessate, come richiesto unanimemente più volte dagli operatori del settore;
ad introdurre nuovi criteri per l'attribuzione della quota del Fondo unico per
lo Spettacolo destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche che, in particolare, siano ispirati alla salvaguardia della qualità del lavoro, del risultato culturale e della diffusione della produzione.
9/1746-bis/142. Guadagno detto Vladimir Luxuria, De Simone, Folena.
La Camera,
premesso che:
al comma 1 dell'articolo 193 del disegno di legge in esame si prevede un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, al fine di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000;
la realizzazione del piano è affidata ad una specifica intesa in sede di Conferenza unificata, promossa dai ministri interessati, al fine di raggiungere posizioni unitarie e obiettivi comuni in tutte le Regioni;
al comma 2 del medesimo articolo, è prevista la possibilità di utilizzare per le medesime finalità parte delle risorse stanziate per il fondo per le politiche per la famiglia di cui all'articolo 192;
la Strategia di Lisbona, nel 2000, ha identificato lo sviluppo delle strutture per l'infanzia come uno degli snodi principali per l'incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro in modo da raggiungere l'obiettivo del 60 per cento entro il 2010;
nel marzo 2002, il Consiglio europeo di Barcellona ha invitato gli stati membri ad elevare l'offerta di asili nido, in modo di consentire la frequenza al 33 per cento dei bambini sotto i tre anni entro il 2010;
la copertura territoriale di asili nido, al 31 dicembre 2005, era pari al 9,9 per cento;
il Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza stima che per ogni incremento del 5 per cento della copertura nazionale sia necessario uno stanziamento di due miliardi di euro;
il fondo previsto, di conseguenza, rischia, stante l'attuale congiuntura economica, di risultare nettamente inferiore alle risorse che sarebbero necessarie al raggiungimento dell'obiettivo-:
impegna il Governo
a verificare la possibilità, pur nelle ristrettezze imposte dall'attuale stato dei conti pubblici, di reperire ulteriori risorse atte al raggiungimento dell'obettivo dei 100 mila nuovi posti in asili nido;
a stabilire un rapporto di cooperazione tra Stato, Regioni e Autonomie locali, nell'ambitol delle rispettive assunzioni di responsabilità, affinché si possa concretamente raggiungere l'obiettivo previsto dal Consiglio europeo di Barcellona di consentire al 33 per cento dei bambini al di sotto dei tre anni di poter usufruire di asili nido.
9/1746-bis/143. Smeriglio, Dioguardi, Caruso.
La Camera,
premesso che:
l'impianto redistributivo previsto dalla manovra finanziaria a favore delle fasce meno abbienti della popolazione, con particolare riguardo alle posizioni reddituali che prevedono carichi di famiglia, appare assolutamente positivo;
nel modificare le disposizioni relative all'IRPEF, tuttavia sono rimaste inalterate norme inerenti la materia che rischiano di vanificare o depotenziare - rispetto ad alcune situazioni specifiche - i benefìci previsti dalla legge finanziaria 2007 attinenti
alle detrazioni che sono state introdotte per carichi di famiglia e agli aumentati assegni familiari;
in particolare, si segnala la mancata modifica del comma 2 dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917, che fissa in euro 2840,52, al lordo degli oneri deducibili, la soglia oltre la quale non è possibile beneficiare delle detrazioni e degli assegni familiari;
tale disposizione, in astratto comprensibile, non prevedendo distinzioni tra le tipologie di reddito, può dar luogo a possibili paradossi applicativi;
tra le tipologie di reddito che meriterebbero una differenziazione o una diversa considerazione, vi è la pensione di reversibilità per la quota parte devoluta ai minori, rispetto alla quale opera il principio della automatica rivalutazione;
impegna il Governo
ad assumere iniziative normative per trovare i necessari correttivi, onde evitare che un intervento positivo, quale quello concernente la nuova disciplina fiscale sul reddito, ponga in condizioni di svantaggio proprio le situazioni che, con tale intervento normativo, si intendono tutelare.
9/1746-bis/144. Mungo, Andrea Ricci.
La Camera
premesso che:
l'articolo 112 del provvedimento in esame autorizza uno stanziamento annuale di 10 milioni di euro per il triennio 2007-2009 finalizzato alla realizzazione di progetti per la società dell'informazione, attraverso un decreto del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione;
la tecnologia rappresenta un supporto fondamentale per favorire l'efficienza, la competitività e facilitare l'accesso alla conoscenza dei cittadini;
l'espressione «software open source» si riferisce alla possibilità per gli utenti di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software, mettendo il prodotto finale a disposizione di tutta la comunità;
l'accesso al codice sorgente del programma è la condizione necessaria per l'utilizzo del software libero;
lo sviluppo e l'applicazione di software open source o codice sorgente all'interno della pubblica amministrazione consentirebbe un notevole risparmio in termini economici e una maggiore efficienza del sistema;
impegna il Governo
ad adottare iniziative tese a sviluppare e applicare software open source nella pubblica amministrazione;
a disporre la creazione di un apposito sito internet dove eventualmente raccogliere i codici sorgenti, gli eseguibili e la documentazione dei software open source di proprietà della pubblica amministrazione al fine di metterli a disposizione delle altre amministrazioni ed enti pubblici.
9/1746-bis/145.(Testo modificato nel corso della seduta) Mascia, Cuperlo, Folena, De Simone, Falomi.
La Camera
premesso che:
l'articolo 165, comma 5, del progetto di legge n. 1746-bis «finanziaria 2007» pur introducendo positive modifiche al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, in tema di Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche, lascia pressoché inalterate talune norme gravi e dannose per la produzione cinematografica;
considerata:
l'inadeguatezza del contributo erogato per lungometraggi di riconosciuto interesse culturale e la mancata erogazione
di un anticipo dello stesso (anticipo peraltro spesso indispensabile per consentire l'avvio di una produzione);
la possibilità di revocare il contributo in caso di variazioni al trattamento o al cast tecnico-artistico, fortemente penalizzante per la creatività degli autori, in quanto l'impresa produttrice, in caso di revoca del contributo, non solo dovrebbe restituire l'intero importo del contributo, ma non avrebbe la possibilità di accedervi per 5 anni;
la potenziale congerie tra sostegno alla produzione filmica e alla scrittura di scenografie;
l'insufficiente specificazione dei criteri per l'inserimento di componenti nella giuria per i premi ai film qualitativamente eccellenti.
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a modificare in generale la normativa in materia cinematografica - segnatamente l'articolo 13 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28 - di talché essa favorisca effettivamente la produzione e quindi la fruizione di opere di pregnante qualità culturale ed eccellente fattura;
in particolare, a rivedere il quantum del contributo statale da assegnare ai lungometraggi e cortometraggi riconosciuti di interesse culturale, stabilendo che debba essere pari, rispettivamente, al 50 per cento e al 90 per cento del costo del film;
a prevedere che la restituzione del contributo statale eventualmente accordato abbia luogo solo a seguito dell'effettivo rientro economico da parte dei soggetti che hanno contribuito alla copertura del costo del film;
ad incentivare l'avvio della produzione cinematografica, anche stabilendo la possibilità di un acconto sui contributi;
a prevedere che, in caso di modifiche sostanziali alla sceneggiatura o al cast tecnico non approvate dalla sottocommissione di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28/2004, faccia seguito la modifica o la mera revoca del contributo statale accordato;
a fare un distinguo, nell'ambito della disciplina che regola il settore, tra il contributo statale concesso all'autore per lo sviluppo di sceneggiature di particolare rilievo culturale e sociale e il contributo erogato al produttore per lo sviluppo delle sceneggiature;
a rivedere i criteri di composizione della giuria chiamata a ad attribuire i premi di qualità, prevedendo che non debba essere genericamente composta da personalità della cultura, bensì da «personalità della professione e della cultura cinematografica».
9/1746-bis/146. De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Folena.
La Camera
premesso che:
la situazione del Mezzogiorno continua a presentare significativi elementi di criticità in termini di tassi di sviluppo ed indicatori sociali;
desta grande preoccupazione l'estensione delle condizioni di incapienza e, più in generale, la presenza di redditi bassi spesso inferiori alla soglia di povertà;
permangono tassi di disoccupazione e di sottoccupazione elevati che comportano non solo condizioni di emarginazione sociale, ma anche una propensione ai trasferimenti in altre realtà regionali, specialmente in fasce giovanili a più alto livello di scolarità;
risulta particolarmente grave la carenza di servizi sociali sia nel settore sociosanitario sia in quello educativo;
esiste un cronico deficit di infrastrutture a livello territoriale pregiudizievole non solo del godimento di elementari diritti - a partire da quelle alla mobilità - ma anche al rilancio economico;
lo sviluppo locale, disomogeneamente diffuso, è frenato dall'inadeguatezza delle risorse manageriali, dalla carenza finanziaria, dall'insufficiente riqualificazione delle produzioni tradizionali, dalle esiguità della presenza di settori innovativi;
la difficile situazione socio-economica alimenta un disagio sociale diffuso: cui si aggiunge la recrudescenza di fenomeni malavitosi che non consentono di garantire ai cittadini le indispensabili condizioni di sicurezza;
le misure adottate nella finanziaria sono positivamente ispirate all'obbiettivo di alimentare - attraverso gli interventi sul cuneo fiscale, il credito d'imposta e l'utilizzo delle risorse destinate alle opere infrastrutturali - una nuova fase di sviluppo;
lo sviluppo del Mezzogiorno richiederà un impegno e, in particolare, si renderà necessario programmare incisivi interventi in tema di:
1. sostegno all'incapienza (in particolare attraverso l'utilizzo di adeguate risorse da impiegare nel finanziamento del reddito di cittadinanza);
2. adeguamento della rete dei servizi sociali (potenziamento delle strutture, uniformità nella dotazione territoriale delle stesse e loro riqualificazione) riducendo i differenziali esistenti tra Nord e Sud del Paese;
3. sostegno all'occupazione (attraverso la stabilizzazione del precariato, l'attivazione di impegni di utilità sociale e il potenziamento dell'offerta di lavoro nel settore produttivo locale);
4. rilancio e attivazione dello sviluppo (attraverso la riqualificazione dei settori tradizionali, l'adeguamento della rete infrastrutturale, lo sviluppo di attività innovative e il rafforzamento del potenziale tecnologico);
5. potenziamento della funzione «cerniera» del Mezzogiorno fra Europa e Paesi del Mediterraneo (attraverso lo sviluppo di una offerta di buoni servizi e di un sodalizio nei settori della formazione, della ricerca, delle nuove tecnologie e delle produzioni di qualità);
impegna il Governo
a promuovere entro il primo semestre del 2007 una Conferenza nazionale sul Mezzogiorno con la partecipazione delle istituzioni nazionali e locali, le parti sociali nonché l'associazionismo al fine di definire un organico piano di rilancio dello sviluppo socio-economico del Mezzogiorno.
9/1746-bis/147. De Cristofaro, Migliore, Pegolo.
La Camera
premesso che:
è necessario dare effettiva attuazione a quanto previsto dalla direttiva UE/98/95 [articolo 7, (37), punti 2, 3], e già recepito dalla normativa nazionale, giacché tra gli elementi irrinunciabili di politica di valorizzazione delle produzioni di qualità dell'agricoltura italiana figurano le azioni in difesa dell'agrobiodiversità;
la Commissione Europea ha formalizzato un Documento di Lavoro (COMMISSION DIRECTIVE../.../EC «setting out implementing measures for the purposes of Council Directives 66/401/EEC, 66/402/EEC 2002/53/EC, 2002/54/EC, 2002/55/EC, 2002/56/EC and 2002/57/EC as regards the certification and marketing of seed and seed mixtures in the interest of conserving plant genetic resources») proponente la stesura di una direttiva specifica sulle cosiddette «varietà da conservazione»;
la suddetta direttiva è ancora sottoposta a negoziato tra i Paesi; sarebbe auspicabile un intervento da parte del Parlamento sulla materia;
il 31 marzo 2004, tra i primi 13 strumenti di ratifica del «Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura» depositati presso la FAO, figura quello della Unione
Europea - che anche l'Italia ha ratificato (legge 6 aprile 2004, n. 101, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 73/L del 23 aprile 2004), e che è entrato in vigore in data 29 giugno 2004 - finalizzato proprio alla difesa dell'agrobiodiversità e prescrittivo di obblighi sia per l'Unione Europea, sia per il nostro Paese, a cui occorre ottemperare;
tra tali obblighi, vi è quello concernente l'applicazione integrale dell'articolo 9 sui «Diritti degli Agricoltori» che prevede la messa in atto di misure concrete per la difesa di accesso alle risorse genetiche da parte degli agricoltori stessi;
un impegno in tal senso è anche desumibile a seguito della ratifica ed esecuzione del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, adottato dalla trentunesima riunione della Conferenza della FAO, svoltasi a Roma il 3 novembre 2001, e attuato con la legge n. 101 del 6 aprile 2004, G.U. n. 95 del 23 aprile 2004 suppl. ord.;
è comunemente noto ed ammesso che il materiale genetico - le sementi e gli animali - a disposizione dell'agricoltura biologica, e da questa acquistate sul libero mercato, per la natura della selezione stessa, non risponde alle esigenze e alle tecniche colturali adoperate da questo comparto che oggi, uscito dall'isolamento, vale almeno 2,5 miliardi di euro per l'economia nazionale,
impegna il Governo
a destinare almeno il 20 per cento della somma annualmente impegnata nell'attività di ricerca agricola, nonché a sostenere programmi e progetti realizzati dalle associazioni degli agricoltori biologici in collaborazione con appropriati istituti di ricerca agricola nazionale o internazionale tesi alla produzione in azienda di sementi e materiali di moltiplicazione, razze o popolazioni di animali specificamente adatte a questo sistema di produzione agricola, anche attraverso il recupero, la valorizzazione e la messa in produzione di razze, varietà e popolazioni dette «di conservazione»;
a sostenere altresì programmi o progetti della natura di cui sopra richiesti da Regioni o istituti di ricerca o associazioni di agricoltori e comunque destinati a sviluppare capacità delle aziende agricole a produrre le sementi necessarie al proprio fabbisogno, impegnando almeno il 5 per cento della somma disponibile per il finanziamento delle attività di ricerca agricola;
a riconoscere come appropriate tutte le attività di risemina di coltivazioni originate da sementi certificate o la selezione animale aziendale su animali iscritti ai libri genealogici condotte nelle aziende biologiche e pertanto valide a tutti gli effetti per mantenere il diritto ad accedere a qualunque sostegno pubblico, comunitario, nazionale e regionale fosse disponibile per tali aziende.
9/1746-bis/148. Lombardi, Sperandio, Lion, Fundarò, Zucchi, Cesini, Franci, Servodio.
La Camera
premesso che:
i commi 1 e 2 dell'articolo 15 del provvedimento in esame ampliano le ipotesi di utilizzo degli immobili confiscati alle persone indagate per il reato di cui all'articolo 416-bis (associazione di tipo mafioso);
la normativa vigente in materia di confisca dei beni si è rivelata inefficace aprendo insanabili contraddizioni rispetto all'utilizzo sociale dei beni confiscati;
pertanto beni dall'alto valore simbolico che potrebbero essere valorizzati e portare benefici alle casse dello Stato sono lasciati nell'abbandono e nel degrado;
l'ultimo periodo del comma 2 dell'articolo 15 del provvedimento in esame
prevede la nomina da parte del prefetto di un commissario con poteri sostitutivi se entro un anno dal trasferimento l'ente territoriale non ha provveduto alla destinazione del bene;
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative necessarie per rendere più trasparenti e snellire le procedure di confisca dei beni di proprietà delle persone indagate per il reato di cui all'articolo 416 bis (associazione di tipo mafioso);
ad adottare opportune iniziative affinché sia nominato un commissario con poteri sostituivi qualora il direttore centrale del demanio non provveda ad adottare il provvedimento di cui al comma 1 dell'articolo 2-nonies della legge 31 maggio 1965, n. 575, o qualora il competente ufficio del territorio non provveda alla formulazione della proposta di cui al comma 1 dell'articolo 2-decies della legge 31 maggio 1965, n. 575;
a censire i beni ad oggi confiscati al fine di quantificare il valore del patrimonio complessivo a disposizione dello Stato e il suo attuale utilizzo.
9/1746-bis/149. Daniele Farina, Dioguardi.
La Camera
premesso che:
è sempre più cospicuo il numero di adolescenti e giovani affetti da patologie mentali;
fronte di una simile emergenza, appaiono assolutamente inadeguati gli interventi a tutela della salute mentale degli adolescenti e dei giovani adulti;
impegna il Governo
ad istituire un apposito fondo da assegnare alle Regioni per il tramite del Ministero della Salute, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, finalizzato all' istituzione presso le ASL di Unità Operative Complesse per gli adolescenti e i giovani adulti, nonché al potenziamento di quelle esistenti, delle residenze temporanee protette, dei gruppi appartamento, dei presidi territoriali e centri diurni.
9/1746-bis/150. Caruso, Smeriglio.
La Camera
premesso che:
con l'approvazione dell'articolo 26 della legge finanziaria si è attuata un importante consolidamento delle politiche energetiche da fonti rinnovabili;
in questo contesto lo sviluppo dell'eco-diesel può risultare utile ad una politica di differenziazione delle fonti energetiche e di fuoriuscita dall'utilizzo esclusivo degli idrocarburi di origine fossile;
l'eco-diesel rappresenta una importante opportunità per il settore agricolo nazionale perché asseconda la tendenza alla multisettorialità delle imprese agricole rafforzando il concetto di produzione energetica finalizzata al «ciclo corto»;
tale scelta di sviluppo non appare sufficiente a riconvertire il sistema energetico attuale;
le filiere agro-energetiche ecocompatibili ed ecosostenibili dovrebbero essere rispettose del paesaggio dei territori;
i prodotti con cui si realizza l'eco-diesel non dovrebbero essere raccolti in Paesi con grave ritardo di sviluppo, in quanto impoveriscono di risorse primarie e desertificano la biodiversità negli stessi;
impegna il Governo
ad attuare una politica di sviluppo e sostegno delle filiere agro-energetiche che colleghi (anche integrando i redditi agricoli delle aziende associate e singole) la produzione e la trasformazione agro-energetica al territorio, e che vincoli a valutazione di impatto ambientale e paesaggistico la produzione in questione in accordo
e coordinamento con le Regioni, di talché venga contemperato il bilancio energetico del ciclo con l'analisi del «ciclo di vita», al fine della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in coerenza di quanto stabilito con il protocollo di Kyoto.
9/1746-bis/151. Sperandio, Lombardi, Satta, Cesini, Maderloni, Pertoldi, Lion.
La Camera
premesso che:
l'articolo 53 della Costituzione informa il sistema tributario al principio della progressività;
l'imposizione locale deve essere improntata al medesimo;
lo spirito redistributivo, che permea l'intera manovra finanziaria, va salvaguardato ove possibile anche a livello decentrato;
talune importanti Regioni hanno già introdotto, nell'applicazione dell'addizionale IRPEF, elementi significativi di progressività;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di poter modulare le aliquote addizionali IRPEF secondo criteri di progressività e di poter stabilire soglie di esclusione totale o parziale, fatto salvo il rispetto - per quanto riguarda l'ammontare complessivo del prelievo - del massimale dell'aliquota fissato nello stesso articolo 7.
9/1746-bis/152. (Testo modificato nel corso della seduta) Pegolo, Andrea Ricci, Mungo.
La Camera
premesso che:
l'articolo 5-bis della legge finanziaria novella il comma 12-bis dell'articolo 35 del decreto-legge 223/2006 (meglio noto come decreto Bersani-Visco) riguardo alla modalità e ai tempi di attuazione dello strumento della tracciabilità sui compensi dovuti per prestazioni professionali;
tale modifica rende più graduale, ma non per questo meno efficace, la misura di contrasto all'evasione fiscale, già disposta con il decreto Bersani-Visco, ma comporta un aumento del complesso delle operazioni bancarie, derivante dall'aumento dei pagamenti con mezzi diversi dal denaro contante;
detta previsione si traduce, da un lato, in maggiori spese per i cittadini che effettuano i pagamenti e per i professionisti che li ricevono e, dall'altro, in maggiori introiti per gli istituti bancari;
impegna il Governo
ad intraprendere una costruttiva relazione con l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) per la riduzione dei costi bancari per le operazioni e per l'aumento del numero delle operazioni esenti al fine di accompagnare e rendere effettivo il provvedimento sulla tracciabilità, affinché esso raggiunga gli scopi previsti per la riduzione dell'evasione fiscale senza recare nocumento agli utenti.
9/1746-bis/153. Ferrara, Mungo, Andrea Ricci.
La Camera
premesso che:
l'articolo 113 (fondo di investimento per le esigenze di difesa nazionale) prevede l'istituzione di un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della Difesa, con una dotazione di 1.700 milioni di euro per l'anno 2007, di 1.550 milioni di euro per l'anno 2008 e di 1.200 milioni di euro per l'anno 2009, per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti a accordi internazionali;
si tratta di uno stanziamento molto sostanzioso, soprattutto tenendo conto dei vincoli di bilancio sulla base dei quali è stata costruita la finanziaria 2007;
nella nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa per l'anno 2007 presentata al Parlamento dal Ministro della Difesa vengono individuati i relativi capitoli di spesa e investimento;
non emerge però con chiarezza quali siano le ragioni di fondo in termini di legittime strategie militari;
impegna il Governo
ad illustrare al Parlamento al più presto il quadro complessivo degli investimenti programmati, gli accordi internazionali ai quali corrispondono, le connessioni con le strategie di difesa nazionale, le ricadute in termini di spesa e di occupazione;
a valutare la possibilità di rivedere le scelte fino ad oggi operate anche al fine di ricalibrare gli impegni su programmi di investimenti derivanti da accordi internazionali che non risultassero non più prioritari;
a comunicare in tempi congrui al Parlamento le iniziative governative in materia di difesa al fine di lasciare alle Camere la possibilità di intervenire nelle decisioni finali.
9/1746-bis/154. (Testo modificato nel corso della seduta) Deiana, Duranti, Migliore.
La Camera
premesso che:
la possibilità per le persone immigrate di veder tutelato il diritto alla salute costituisce l'aspetto essenziale di una politica di accoglienza e di inclusione;
l'esercizio di tale diritto implica che le straniere e gli stranieri abbiano accesso e fruiscano dei servizi sanitari al pari degli altri cittadini;
il diritto alla salute, benché principio costituzionalmente garantito, fatica ad affermarsi nei confronti delle cittadine e dei cittadini immigrati in riferimento alle possibilità effettive di accesso ai servizi sanitari di prevenzione e di cura;
le difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari sono ancor più pesanti per gli stranieri presenti in Italia in condizioni di irregolarità, i quali si vedono garantire solo le urgenze e le cure essenziali;
l'articolo 99 del provvedimento in esame finanzia e promuove la creazione di un «Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà», rispondendo in maniera culturalmente sbagliata al problema del diritto alla salute, a partire dalla sua stessa denominazione;
non esistono, infatti, malattie delle popolazioni migranti in quanto tali, ma malattie derivate dall'impoverimento e dalle condizioni di svantaggio sistematico;
un serio progetto di sperimentazione gestionale dovrebbe garantire nuovi modelli di gestione che prevedano una efficace interazione tra strutture del Servizio sanitario nazionale e utenti stranieri secondo un approccio culturale che parta dal riconoscimento del diritto alla salute in condizioni di uguaglianza:
impegna il Governo
a rimuovere i principali ostacoli che impediscono il pieno esercizio del diritto alla salute, alla prevenzione sanitaria e alle cure mediche da parte di tutte le cittadine e di tutti i cittadini immigrati presenti sul territorio nazionale;
a prendere iniziative tese ad inserire nelle strutture sanitarie, con particolare riguardo al servizio di pronto soccorso e ai reparti di maternità e di pediatria, figure di interpreti e di mediatori linguistico-
culturali al fine migliorare la comunicazione tra servizi sanitari pubblici e popolazione immigrata.
9/1746-bis/155. Frias.
La Camera
premesso che:
nel provvedimento in esame sono stati stanziati fondi al fine di realizzare una migliore correlazione tra lo sviluppo economico, assetto territoriale e organizzazione dei trasporti, anche allo scopo di favorire il riequilibrio modale degli spostamenti quotidiani in direzione del trasporto pubblico locale, attraverso il miglioramento dei servizi offerti e per la finalità di sicurezza ferroviaria;
secondo i dati di Cento Stazioni (società del Gruppo FS) la stazione di Bergamo vanta 10 milioni e 300 mila presenze all'anno, pari a 28 mila viaggiatori in media al giorno;
i pendolari in partenza da Bergamo per Milano sono 7-8 mila in media al giorno;
la domanda di trasporto ferroviario sulla linea Bergamo-Milano è in continuo aumento in relazione alla congestione e pericolosità dell'autostrada A4 tra Brescia e Milano, e al traffico da e per l'aeroporto di Orio al Serio (5 milioni di presenze nel 2005);
è facilmente prevedibile un ulteriore incremento di passeggeri se il servizio offerto vedrà una riduzione significativa dei tempi di percorrenza (attualmente intorno ad un'ora) e una maggiore affidabilità (meno ritardi e soppressioni);
il progetto del raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio di fatto non è stato completato in assenze dei lavori di realizzazione di un cavalcavia per l'innesto sulla linea principale in direzione Milano («scavalco») finalizzato ad evitare l'attraversamento a raso dei 4 binari della Milano-Venezia (che non garantirebbe lo stesso livello di sicurezza ai convogli e ai passeggeri in transito),
impegna il Governo
a tener conto delle esigenze del necessario completamento del raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio, in particolare ad operare la realizzazione dello «scavalco» (o «salto di montone») al bivio Bergamo-Treviglio.
9/1746-bis/156. (Testo modificato nel corso della seduta) Locatelli, Misiani, Sanga, Mario Ricci, Olivieri.
La Camera
premesso che:
la possibilità per le persone immigrate di veder tutelato il diritto all'istruzione costituisce un aspetto essenziale di una politica di accoglienza e di inclusione;
l'esercizio di tale diritto implica che le straniere e gli stranieri abbiano accesso e fruiscano dei servizi sociali al pari degli altri cittadini;
la scuola italiana, nonostante la presenza degli alunni figli di genitori immigrati nelle scuole italiane sia in crescente aumento, non garantisce percorsi scolastici che tengono conto di esperienze di apprendimento plurale e di inclusione sociale;
l'insufficienza di risorse finanziarie si riflette in un aumento evidente del disagio sociale degli alunni stranieri, nell'aumento degli abbandoni scolastici, in nuove forme di segregazione culturale e sociale, nell'aggravamento generale delle condizioni di vita della popolazione immigrata;
anche le recenti «Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri», formulate dal Ministero per la Pubblica Istruzione al fine di individuare gli indirizzi essenziali sui quali costruire modelli di accoglienza scolastica, risultano fortemente penalizzate dalla mancanza o insufficienza di risorse finanziarie;
la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo prevede che sia riconosciuto il diritto all'educazione in base all'uguaglianza delle possibilità,
impegna il Governo
a realizzare interventi che, attraverso l'uso di strumenti didattici e organizzativi mirati a colmare il gap fra alunne e alunni di origine immigrate e alunne e alunni nativi, favoriscano il diritto allo studio;
ad adottare un piano di formazione per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua, rivolto ai docenti della scuola primaria;
ad inserire in ambito scolastico mediatori linguistico-culturali che sostengano l'inserimento sociale degli alunni e delle alunne immigrati, e favoriscano il rapporto scuola-famiglia.
9/1746-bis/157. Acerbo, Frias.
La Camera
premesso che:
4il provvedimento in esame prevede l'istituzione presso il Ministero della solidarietà sociale del «Fondo per le non autosufficienze» con la finalità di incrementare il sistema di protezione sociale e di cura delle persone non autosufficienti;
la cura delle persone non autosufficienti ricade sostanzialmente sulle famiglie, ed in particolare sulle donne;
l'assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti costituisce uno degli sbocchi in cui principalmente trovano collocazione lavorativa le donne immigrate;
appare opportuno che, specie alle famiglie con redditi bassi, possa essere garantito l'accesso all'assistenza domiciliare;
il controllo pubblico di questo aspetto dell'assistenza domiciliare garantirebbe contestualmente la regolarità dei relativi contratti di lavoro,
impegna il Governo
ad adottare ogni utile iniziative volta a:
prevedere forme di sostegno a favore delle famiglie a basso reddito che assumono le lavoratrici della cura;
prevedere, nell'ambito dei piani socio-educativi pubblici, interventi per il riconoscimento della valenza sociale del lavoro di cura e assistenza svolto prevalentemente dalle lavoratrici migranti.
9/1746-bis/158. Franco Russo, Frias.
La Camera
premesso che:
nel disegno di legge in esame sono previste misure a sostegno della maternità e paternità;
in particolare all'articolo 86 sono previste, se pur in maniera parziale, l'indennità di malattia e i congedi parentali per i lavoratori a progetto e categorie assimilate;
nel disegno di legge in esame, tuttavia, non si è entrati nel merito di quanto disposto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità» che all'articolo 34 (trattamento economico e normativo per i periodi di congedo parentale) risulta essere di difficile se non impossibile applicazione, e all'articolo 39 (riposi giornalieri delle madri) è oggettivamente restrittivo;
a conferma di ciò in una ricerca, effettuata dall'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, sulla fruizione del congedo parentale in Italia, effettuata in Italia nel 2004 su un campione di 242.725 dipendenti di Enti Pubblici, si affermava che solo il 4 per cento avevano usufruito di tale istituto;
tale percentuale, su un campione di 27 aziende private, risultava addirittura inferiore raggiungendo il 2,9 per cento;
quanto disposto dall'articolo 34 decreto legislativo in oggetto, infatti, pur riconoscendo dei diritti non tiene in alcuna considerazione la diversità di condizione economica, con il risultato di non rendere possibile, a chi percepisce un reddito basso, di potere usufruire di quanto previsto per legge e all'articolo 39 concede riposi giornalieri alle lavoratrici madri esclusivamente durante il primo anno di vita del bambino, non tenendo in considerazione una necessità delle madri che va ben al di là del primo anno di vita del bambino;
impegna il Governo
a prevedere la possibilità di modificare, con una percentuale di indennità diversificata a seconda del reddito percepito, il decreto legislativo di cui alle premesse per quanto riguarda il trattamento economico previsto per i lavoratori e le lavoratrici in caso di congedo parentale, al fine di consentire realmente a tutti di usufruire di un diritto previsto per legge;
a considerare la possibilità di consentire alle lavoratrici madri di potere usufruire durante i primi otto anni di vita del bambino dei riposi giornalieri, modificando in tal senso quanto previsto dall'articolo 39 del decreto legislativo di cui alle premesse, al fine di consentire alle stesse di poter vivere la propria maternità in maniera più serena;
ad attivarsi, pur avendo il merito di avere affrontato, nel disegno di legge in esame, per la prima volta i problemi dei lavoratori precari, affinché si arrivi nel nostro Paese ad una legislazione comune e agli stessi diritti per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e quelli precari.
9/1746-bis/159. Dioguardi, Smeriglio, Caruso.
La Camera
premesso che:
l'emergenza abitativa, nel nostro Paese, ha subito nell'ultimo decennio una crescita esponenziale, allargando il disagio sociale a fasce di popolazione sempre più ampie, aumentando insicurezza e vulnerabilità sociale;
i dati più recenti riguardo a tale delicata questione testimoniano addirittura che trattasi di un problema che rischia di uscire dall'emergenzialità per assumere carattere strutturale;
600 mila sono, sul territorio nazionale, le richieste di accesso alle case popolari dichiarate idonee e inevase;
dal 1997 ad oggi il 70-80 per cento degli sfratti avvengono per morosità;
nel 2004 il debito contratto dalle famiglie con gli istituti di credito per i mutui accesi per acquisto della casa ammontava a 180 miliardi di euro;
la liberalizzazione dei canoni di affitto e la vendita di gran parte del patrimonio abitativo degli enti pubblici, attraverso il sistema delle cartolarizzazioni, introdotte dalla legge n. 431 del 1998, ha da un lato innalzato - in particolare, nelle realtà metropolitane - l'incidenza dei canoni di affitto sui redditi familiari (superiore al 30 per cento) e, dall'altro, ridotto la disponibilità di edilizia residenziale pubblica, già molto sottodimensionata rispetto alla media europea;
in Italia infatti l'edilizia residenziale pubblica costituisce il 4 per cento del patrimonio abitativo complessivo, mentre la media europea di ERP è pari al 16 per cento dell'intero patrimonio abitativo;
in Europa, al di sotto della media italiana, si trovano soltanto Portogallo e Spagna, ma quest'ultima ha recentemente stanziato un fondo di 8 miliardi di curo da utilizzare nei prossimi quattro anni;
il diritto alla casa è un diritto primario che, in quanto tale, non va regolamentato unicamente dalle leggi del libero mercato;
appare evidente che per risolvere i problemi connessi alla questione abitativa
è necessario un intervento legislativo più articolato e un piano nazionale per le politiche abitative;
non solo la legge finanziaria si propone di tenere insieme elementi di risanamento strutturale della finanza pubblica con esigenze di crescita e sviluppo sostenibile e di equità sociale, ma il tema della casa è fondamentale dell'equità sociale,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a:
incrementare il fondo destinato all'Edilizia Residenziale Pubblica e, più in generale, a quella destinata alla locazione a canoni sociali;
adeguare gli stanziamenti per il fondo destinato al sostegno all'accesso alle locazioni quantomeno a quelli già previsti nella finanziaria 2006, pari a 310 milioni di euro.
9/1746-bis/160. (Testo modificato nel corso della seduta) Perugia.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2007 contiene numerose disposizioni che perseguono l'obiettivo di combattere l'evasione fiscale;
impegna il Governo
ad adottare provvedimenti che, in contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, riaprano i termini della legge n. 449 del 1897, articolo 29, per l'assegnazione agevolata degli immobili delle società «non operative», il cui regime fiscale è stato fortemente inasprito dal decreto-legge n. 223 del 4 luglio 2006, considerato che le modalità e le assegnazioni ai soci, persone fisiche, degli immobili posseduti da dette società «non operative» saranno altresì conformi alla auspicata razionalizzazione e perequazione degli accatastamenti dei fabbricati e che pertanto molte società «non operative» potrebbero fruire dell'agevolazione e liberarsi dell'inutile schermo societario.
9/1746-bis/161. Sanza.
La Camera
premesso che:
a Porto Marghera sono in corso importanti interventi interventi pubblici che hanno come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri) in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l'asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante;
il costo complessivo, per l'esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti e che debbono essere celermente completate per poter assolvere a fondamentali compiti, di protezione della salute delle popolazioni interessate e del prezioso ambiente lagunare veneziano, ammonta a circa 1022 milioni di euro;
Stato e Regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro;
una parte considerevole dell'importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'ambiente e delle tutela del territorio e del mare nonché dal Magistrato alle Acque con l'assistenza dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti in forza dei quali, a fronte degli ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali
incassate per il completamento delle opere pubbliche indispensabile, tra l'altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati;
nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986 che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche Amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte;
tale somma non ha potuto essere utilizzata per l'impiego cui era destinata dal momento che, con circolare n. 7 in data 10 febbraio 2006 del Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un'interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 per effetto della quale è stato impedito al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del Magistrato alle Acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle rassegnazioni fissato con la citata circolare;
l'effetto preclusivo della rassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria del 2006;
il comma 438 di detta legge, infatti, non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari;
con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un'opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto finire anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall'Accordo di Programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate il cui adempimento è stato cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato Accordo di Programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto;
è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale;
persino la invocata circolare n. 7 del 2006 del Ministero dell'economia e delle finanze, interpretando il comma 46 della legge finanziaria, non risulta affatto vietare la rassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (Cat. 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2);
non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle Amministrazioni dello Stato che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall'Avvocatura dello Stato di Venezia con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di marginamento dei canali industriali e di scavo e
trattamento dei loro sedimenti contaminati,
impegna il Governo
ad adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera che rischierebbero, altrimenti, di essere ingiustificatamente sospesi, con grave pregiudizio per la collettività, per l'ambiente e persino con rischi di grave responsabilità dei pubblici ufficiali cui il ritardo o il rifiuto fosse imputabile.
9/1746-bis/162. (Testo modificato nel corso della seduta) Fincato, Zanella, Martella, Viola, Cacciari.
La Camera
premesso che:
la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (articolo 1, comma 556) ha istituito presso il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'«Osservatorio per il disagio giovanile legato alle tossicodipendenze» nonché il «Fondo nazionale per le politiche giovanili»;
il Fondo, pari a 5 milioni di euro per il 2006, è destinato a favorire le attività dei giovani in materia di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno delle tossicodipendenze;
l'articolo 16, comma 791, dispone un incremento della predetta dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009,
impegna il Governo
in sede di emanazione del decreto attuativo dell'articolo 16, comma 791, ad adottare le opportune iniziative volte ad escludere dall'accesso al Fondo nazionale per le comunità giovanili e a non considerare tali i seguenti soggetti:
a) le associazioni nei cui statuti non siano esplicitamente previste le finalità di prevenzione del disagio giovanile e di contrasto all'uso di tutte le sostanze stupefacenti secondo le evidenze scientifiche nazionali e internazionali;
b) i partiti politici, le associazioni sindacali, le associazioni professionali e di categoria;
c) i gruppi che occupano abusivamente immobili di proprietà pubblica o privata;
d) i gruppi, le associazioni o le organizzazioni nelle cui strutture si fa uso di sostanze stupefacenti, si pratica la violenza o si promuovono attività illegali o antidemocratiche;
e) i gruppi, le associazioni o le organizzazioni che non garantiscono al proprio interno l'assenza di discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l'origine etnica o nazionale, la religione, le convinzioni politiche o la condizione sociale.
9/1746-bis/163. Meloni.
La Camera
considerato che il turismo è un settore trainante e con la maggiore capacità di crescita per il nostro paese, ricco del più grande patrimonio naturale, artistico ed architettonico del mondo;
ritenuto che sia necessario adeguare l'Iva sulle strutture alberghiere ai livelli di imposizione previsti in alcuni paesi nostro competitori, come la Spagna e la Francia (che applicano un'imposta rispettivamente del 7 per cento e del 5,5 per cento) per garantire un'efficace azione di politica turistica che possa attrarre nel nostro paese sempre più visitatori al fine di incentivarne lo sviluppo economico;
valutato l'orientamento positivo unanimemente espresso contro la tassa di soggiorno da questa Assemblea che ha fatto proprie le posizioni delle associazioni di categoria;
viste le pressanti richiesti da parte delle associazioni di categoria di intervenire per un allineamento sull'Iva con i paesi sopracitati,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a ridurre, negli anni 2007-2008 l'I.V.A. sulle strutture alberghiere portandola rispettivamente al 7 per cento per il 2007 ed al 5,5 per cento per il 2008 e ad estendere tali livelli di imposizione anche ai servizi turistici.
9/1746-bis/164. Pizzolante, Craxi, Boniver, Mario Pepe, Ricevuto, Tondo, Pini.
La Camera
premesso che:
la legge 20 maggio 1985, n. 222, ha stabilito che una quota pari all'otto per mille del gettito IRPEF venga destinata, in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica;
la quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta allo Stato, in base alla medesima legge, deve essere destinata ad interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali;
la legge finanziaria per il 2004 ha peraltro disposto, a decorrere dal 2004, la riduzione di 80 milioni di euro dell'autorizzazione di spesa relativa alla quota destinata allo Stato, destinando così tale importo a miglioramento dei saldi di finanza pubblica e distogliendolo dalle citate finalità di carattere sociale;
il decreto-legge n. 249 del 2004 ha inoltre disposto, a decorrere dal 2006, un'ulteriore riduzione, pari a 5 milioni di euro, della quota dell'otto per mille di pertinenza statale a copertura di disposizioni previdenziali concernenti gli iscritti al Fondo speciale di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea (cosiddetto Fondo volo);
nel corso dell'esame presso lo Commissione Bilancio dello schema di decreto di ripartizione per il 2006 quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta allo Stato, è emersa l'esigenza di provvedere quanto prima al reintegro integrale di detta quota e il Governo si è impegnato in tal senso;
il disegno di legge finanziaria 2007 ha risposto solo parzialmente a tale esigenza, prevedendo il reintegro per il 2007 di 35 milioni di euro della quota statale, anziché di 85 milioni di euro;
nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria è nuovamente emerso l'orientamento, condiviso da tutti i gruppi parlamentari, di procedere al ripristino integrale della quota dell'8 per mille di competenza statale,
impegna il Governo
ad adottare tempestivamente ogni ulteriore iniziativa normativa di sua competenza volta al ripristino integrale della quota dell'otto per mille di diretta pertinenza statale, possibilmente già a partire dall'anno 2007.
9/1746-bis/165. Ventura, Boato, Andrea Ricci, Napoletano, D'Elpidio, Bianco, Raiti, Garavaglia, La Malfa, Reina, Lo Monte, Duilio, Galletti, Alberto Giorgetti, Giudice, Peretti, Piro.
La Camera
premesso che:
i lavoratori deportati nei campi di sterminio nazista KZ hanno ottenuto un assegno vitalizio reversibile ai familiari come da articolo 1 della legge 28 gennaio 1994, n. 94,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di concedere l'assegno di reversibilità anche ai familiari di quanti sono stati deportati nelle circostanze di cui all'articolo 1 della legge 18
novembre 1980, n. 791, e non fruivano del beneficio in quanto non avevano prodotto domanda per ottenere il previsto assegno vitalizio.
9/1746-bis/166. Migliavacca, Longhi.
La Camera
in sede di esame del disegno di legge finanziaria,
premesso che:
la Pedemontana di Formia ha una valenza europea, costituendo parte del Corridoio plurimodale Tirreno-Nord Europa, avente la finalità precipua di far superare gli ostacoli infrastrutturali che rendono svantaggiate le aree del Mezzogiorno d'Italia, avvicinandole ai grandi mercati europei e favorendo ì flussi turistici;
il tracciato, riguardante la Variante alla strada statale n. 7 Appia, a monte dell'abitato del Comune di Formia, rappresenta un passaggio importante per lo sviluppo di tutto il sud Pontino ed in generale del sud d'Italia, in quanto arteria che, nel costituire un'infrastruttura essenziale e determinante per liberare dal traffico di transito, oggi intensissimo, i centri abitati, sarebbe uno strumento per far decollare lo sviluppo turistico, sociale e culturale di tutta l'aria;
attualmente l'assenza della Pedemontana di Formia incide sulla continuità della viabilità extraurbana ed interregionale determinando la riduzione degli spazi di vivibilità e la congestione delle aree urbane dei Comuni interessati e pregiudicando la connessione fra i vari nodi dell'area del Golfo e quindi l'efficacia del sistema infrastrutturale della zona a sostegno dello sviluppo e della funzionalità;
l'opera è inserita nelle previsioni programmatiche di realizzazione delle infrastrutture strategiche come individuate dalla Legge obiettivo e nell'intesa Generale Quadro tra il Governo e la Regione Lazio del 20 marzo 2002, quale completamento del corridoio tirrenico meridionale essendo stata peraltro già approvata al punto 1 della Delibera CIPE n. 98 del 29 marzo 2006,
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere la possibilità di destinare ulteriori finanziamenti per l'opera in premessa descritta, il cui procedimento progettuale per cantierabilità é stato già definito.
9/1746-bis/167. Gianfranco Conte.
La Camera
premesso che:
negli ultimi anni i processi di globalizzazione in atto hanno provocato modificazioni profonde nelle strutture portanti del mondo del lavoro e della produzione;
l'esigenze di sviluppo restano prioritarie rispetto alla competitività del Paese, ma devono essere declinate in maniera sostenibile senza incidere sui fondamentali livelli di equità e giustizia sociale;
i sistemi di Welfare state dell'intera comunità europea stanno vivendo proprio sotto l'influsso di una sempre più pressante globalizzazione del lavoro una fase di profonda riflessione;
l'Europa nel suo complesso sembra registrare particolari difficoltà ad assimilare le necessarie esigenze di flessibilità con quelle di equità sociale, tanto che persino i paesi scandinavi avvertono il disagio di ripensare il proprio avanzato sistema di Welfare;
la crescita produttiva che ha contrassegnato i 50 anni successivi alla seconda guerra mondiale caratterizzando molti dei cosiddetti miracoli nazionali nel vecchio continente si è oramai arrestata ed è destinata comunque a procedere su livelli più bassi che nel passato, fronteggiando tra l'altro la concorrenza di nuovi ed aggressivi mercati come quello asiatico;
il nostro Paese, contraddistinto da un debito pubblico troppo avanzato, è inevitabilmente esposto a rischi più alti in questo processo di modernizzazione e di necessario coordinamento tra le nuove esigenze di flessibilità ed il mantenimento di un adeguato livello di Welfare;
la nostra legislazione nazionale sta tentando, non senza contraddizioni e resistenze, di interpretare e governare una situazione profondamente diversa rispetto a quella tradizionale di un mondo del lavoro distinto tra lavoro subordinato e lavoro autonomo;
resta compito primario del legislatore promuovere politiche attive finalizzate allo sviluppo del Paese ed alla promozione dell'equità sociale, utilizzando i mezzi a sua disposizione e favorendo ove possibile soluzioni che vadano verso la stabilizzazione dei lavoratori precari;
nella legge finanziaria, con specifico riferimento principalmente agli emendamenti 57.500 e 59.600 nella loro ultima formulazione, si sono adottate misure consone e coerenti con l'obiettivo di garantire ai lavoratori specie a quelli più giovani, un lavoro più sicuro e dunque un futuro migliore, si è riconosciuta la possibilità a diversi livelli, sia centrale che decentrato, alla pubblica amministrazione di procedere alla stabilizzazione di lavoratori precari,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a permettere alle Province in regola con il patto di stabilità e con carenze di organico, di stabilizzare, secondo le proprie disponibilità, i lavoratori ex socialmente utili (LSU) in servizio presso la propria amministrazione con contratti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto, assunti comunque con specifica selezione.
9/1746-bis/168. Evangelisti.
La Camera
premesso che:
nell'ambito della manovra finanziaria 2007 si è registrato un taglio alla medicina penitenziaria di oltre 13 milioni di euro, compromettendo in tal modo uno dei settore più delicati dell'Amministrazione penitenziaria;
tale provvedimento rischia di suonare offesa e di ledere i diritti delle persone detenute che hanno comunque diritto alla tutela della salute;
con i tagli alla medicina penitenziaria non si colpiscono gli sprechi, né viene tolto il lusso o il superfluo, ma, talvolta, il minimo per sopravvivere;
con i tagli imposti viene penalizzato oltremodo un sevizio cruciale e si rischia il collasso dell'organizzazione e la paralisi dei servizi sanitari penitenziari;
da troppo tempo si ripetono solenni affermazioni di attenzione per migliorare le condizioni carcerarie e, nel contempo, vengono tagliati i farmaci salvavita, le protesi, le apparecchiature mediche e tutti i servizi sanitari;
non basta nemmeno la giustificazione della diminuzione della popolazione detenuta in seguito agli effetti dell'applicazione dell'indulto, in quanto il capitolo di bilancio copre solo le spese vive del personale sanitario il cui contratto, precario, è scaduto da due anni;
il taglio alla medicina penitenziaria provocherà un risparmio virtuale per lo Stato, in quanto questi tagli innesteranno, inevitabilmente una spirale perversa di spese, a causa del vertiginoso aumento delle ospedalizzazioni e dei piantonamenti della Polizia penitenziaria, senza contare i gravi problemi di sicurezza collegati alla gestione dei pentiti e del 41-bis-:
impegna il Governo
a sostenere adeguatamente i servizi di medicina penitenziaria come, del resto, era stato anche indicato nel dibattito preliminare ai lavori della stessa finanziaria..
9/1746-bis/169. Leoluca Orlando, Evangelisti.
La Camera
premesso che:
il decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni, ha istituito il «Registro internazionale». Tale provvedimento prevedeva per le imprese armatrici di navi iscritte nel Registro e impiegate in traffici internazionali benefici di natura fiscale e sgravi contributivi;
a seguito delle modifiche apportate alla predetta legge n. 30 del 1998 dalla legge 24 dicembre 2003, n. 326 (articolo 39, comma 14-bis), dal 2004 possono essere iscritte nel Registro internazionale anche le navi impiegate in servizi di cabotaggio fra i porti nazionali che effettuano «viaggi, ciascuno con percorrenza superiore alle cento miglia marine». Il regolamento CEE n. 3577/92 concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri, in vigore dal 1o gennaio 1993, ha progressivamente realizzato la liberalizzazione del cabotaggio marittimo. Per effetto del provvedimento citato la libertà di operare tra due porti di uno stesso Stato membro, prima riservato ai cittadini dello stesso, è stata riconosciuta a tutti gli armatori comunitari. Ciò ha determinato un innalzamento del livello di concorrenzialità del settore tra gli operatori del settore, anche dovuto alla ormai generale applicazione fra gli Stati membri di misure a sostegno dell'armamento;
appare opportuno estendere anche alle imprese che effettuano cabotaggio marittimo nazionale, indipendentemente dalla lunghezza delle tratte esercitate, la possibilità di iscrivere le proprie navi in detto Registro prevedendosi che all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni, dopo le parole: «le navi adibite esclusivamente ai traffici commerciali internazionali» siano inserite le seguenti: «e le navi che effettuano servizi di cabotaggio per i quali è operante la riserva di cui all'articolo 224 del codice della navigazione»;
tale modifica estenderebbe anche alle imprese che effettuano cabotaggio marittimo nazionale, indipendentemente dalla lunghezza delle tratte esercitate, la possibilità di iscrivere le proprie navi in detto Registro;
la misura proposta, che potrebbe considerarsi un intervento di sostegno al settore del trasporto marittimo, é in linea con gli orientamenti comunitari in materia di politica dei trasporti. Com'è noto, infatti, il Regolamento CEE n. 3577/92 concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi tra Stati membri, in vigore dal 1o gennaio 1993, ha progressivamente realizzato la liberalizzazione del cabotaggio marittimo;
il riconoscimento dello sgravio contributivo, in linea con gli orientamenti comunitari a favore dell'armamento e già dichiarato compatibile con il mercato dalla Commissione europea, è necessario affinché le imprese nazionali possano continuare a competere in condizioni più eque con gli operatori comunitari, che godono di trattamenti più favorevoli sotto il profilo fiscale e del costo del lavoro, anche ai fini della salvaguardia degli attuali livelli occupazionali della gente di mare;
l'articolo 34-sexies del decreto-legge 10.1.2006, n. 4, convertito dalla legge 9.3.2006, n. 80, già prevede che «i benefici di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, per il biennio 2006-2007 siano estesi nel limite del 50 per cento alle imprese armatoriali per le navi di cui all'articolo 21, comma 10, della legge 27 dicembre 2002, n. 289», autorizzando la spesa di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006 e 2007. Ciò farebbe sì che l'eventuale estensione degli sgravi, in particolare al gruppo armatoriale Tirrenia, comporterebbe solo un lieve aumento
dello stanziamento, che però servirebbe a mettere i vettori nazionali in condizione di competere con gli altri;
impegna il Governo
ad operare nel senso di favorire l'estensione dei benefici di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 457, alle imprese armatoriali per le navi non attualmente iscritte nel registro internazionali che esercitano attività di cabotaggio marittimo.
9/1746-bis/170. Palomba.
La Camera
premesso che:
il disegno di legge finanziaria contiene alcuna disposizioni in materia di tutela dell'ambiente e dei beni culturali;
si rende quanto mai opportuno ampliare gli interventi previsti allo scopo di tutelare il paesaggio e ridare nuova dignità urbanistica alle periferie delle città, rendendole vivibili e a misura d'uomo, e sviluppando nuove idee per riconvertire l'espansione edilizia in riqualificazione urbanistica;
gli interventi auspicati dovrebbero prevedere il risanamento e il recupero del patrimonio edilizio da parte di privati, la realizzazione o la sostituzione di opere pubbliche o di interesse pubblico, compresa la manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell'ente locale, nonché il miglioramento e l'adeguamento dei servizi urbani e gli interventi finalizzati al consolidamento statico e antisismico degli edifici storici;
impegna il Governo
ad attuare un programma triennale di riqualificazione ambientale ed urbanistica delle aree metropolitane, anche tramite interventi di sostituzione edilizia e recupero delle periferie degradate, tenendo conto dei seguenti criteri elaborati in sede europea:
a) l'alto valore della continuità storica, intesa come rispetto del contesto urbano in cui si inserisce l'opera nonché della cultura e delle tradizioni locali;
b) la combinazione del nuovo e dell'antico, come sintesi efficace tra conoscenza storica e progresso scientifico e tecnologico;
c) la qualità degli spazi edificati, costituiti da paesaggi urbani, architettura, alloggi, servizi e zone commerciali, condizione essenziale per un nuovo rinascimento urbano;
d) la convivenza di vari strati sociali, intesa come lotta all'esclusione e alla ghettizzazione di alcune parti della città;
e) la ricchezza della diversità urbana, nelle sue forme di diversità istituzionale, culturale, della forma urbana, del tipo di abitazione, di attrezzature e di servizi, quale risorsa contro la banalizzazione e per la valorizzazione dei diversi modi di vivere la città;
f) il rispetto dell'identità dei luoghi, costituita da edifici che assumono la forma delle linee morfologiche del territorio, dall'uso dei materiali locali, con conseguente differenziazione dei caratteri architettonici, dagli elementi stilistici e scultorei, dalle tecniche costruttive;
g) la gerarchia delle funzioni, che si concretizza nel riservare importanti localizzazioni ai palazzi rappresentativi, monumentali, pubblici e caratteristici con i quali gli edifici rispettano il loro contesto di appartenenza;
h) la riconfigurazione delle periferie in condizioni di degrado all'interno di una coerente regione urbana, nella quale i quartieri possono essere riorganizzati come città o villaggi con i loro propri confini urbani;
i) il concetto delle città come insieme di quartieri tradizionali, compatti, multifunzionali e organizzati;
l) la necessità dell'esistenza di una relazione tra arte del costruire e fare comunità.
9/1746-bis/171. Rampelli.
La Camera
premesso che:
in data 21 dicembre 2005 presso la presidenza del Consiglio dei Ministri fu sottoscritto l'Accordo di Programma per la riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo;
detto accordo prevede investimenti nel settore della petrolchimica da parte di imprese presenti nell'area, investimenti di nuove imprese in grado di favorire il bilanciamento del cracking, attività dirette a promuovere la nascita di nuove piccole e medie imprese, la realizzazione di un parco scientifico e tecnologico finalizzato alla nascita di imprese high-tech dirette a promuovere lo sviluppo competitivo dell'area;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a rendere disponibili i fondi previsti dall'Accordo di Programma sottoscritto ed a predisporre tutti gli atti conseguenti all'attuazione dello stesso.
9/1746-bis/172.Rotondo, Piscitello, Piro, Crisafulli.
La Camera,
con particolare riguardo alle misure contenute nell'articolo 18, e valutate le finalità che il medesimo intende perseguire;
ricordato il ruolo fondamentale che le cooperative svolgono nell'applicazione dei principi di solidarietà sociale, sanciti dalla Costituzione, ed il reale contributo che danno alla realizzazione del sistema sanitario, assistenziale, educativo e di reinserimento lavorativo del Paese, incorporando e garantendo, così, servizi propri del welfare;
preso atto che anche alle cooperative sociali, al pari delle altre imprese, deve essere assicurato il mantenimento dei requisiti riguardanti la competitività in generale;
considerato che la promozione della cooperazione è un obiettivo previsto tra i principi fondamentali della Costituzione, come condizione per l'uguaglianza sostanziale,
ricordato che la promozione della cooperazione, ed in particolare della cooperazione sociale, è un obiettivo che consente di conseguire quella partecipazione dei lavoratori all'organizzazione economica del Paese, prevista dall'articolo 3, comma 2 della Costituzione, come condizione per l'uguaglianza sostanziale;
valutato, altresì, che in concreto il favore legislativo per la cooperazione è collegato alla «mutualità aperta», cioè a quelle caratteristiche delle cooperative che ne indirizzano l'attività a beneficio non solo dei soci, bensì della intera categoria di appartenenza o dell'utilità pubblica in genere;
ricordato che anche nell'articolo 45 della Costituzione, lo Stato riconosce la funzione sociale della cooperazione, e la legge ne deve promuovere e favorire l'incremento;
provato che gli interventi del legislatore in materia di cooperazione non sono frutto di iniziative occasionali o asistematiche, ma s'inquadrano in un disegno generale cui lo stesso legislatore è evidentemente vincolato;
verificato che specifiche norme di favore per la cooperazione si pongono in armonia con i principi fondamentali della Costituzione, cioè con i principi generali dell'ordinamento italiano;
accertato che le cooperative sociali hanno costituito e costituiscono il rimedio
alle carenze dello Stato Sociale proprio nel momento in cui ampia è divenuta la crescita di iniziative solidaristiche su base comunitaria;
appurato che per definizione dell'articolo 1 della legge n. 381 del 1991, le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini;
osservato che talune Regioni, nel corso degli anni, hanno già deliberato in favore delle cooperative sociali, esenzioni e/o riduzioni dell'IRAP;
ritenuto che, pertanto, l'esenzione generalizzata dal pagamento dell'IRAP per tutte le cooperative sociali porterebbe ad una omogeneità fra le regioni e ad una equità fra le cooperative stesse;
tenuto conto che l'abolizione dell'IRAP per le cooperative sociali ne consentirebbe la migliore patrimonializzazione, permettendo di svolgere ancor meglio la propria funzione sociale verso la compagine di riferimento e la collettività in generale;
ricordato, altresì, l'impegno che il Governo si è assunto con l'accoglimento dell'ODG 9/1475/59, in particolare nel riconoscere non solo il determinante ruolo economico e sociale svolto dalla cooperazione ma anche la imprescindibile necessità di dotarla di strumenti diretti e congrui al raggiungimento di obiettivi di eccellenza finalizzati allo sviluppo e al rilancio competitivo dei Paese -:
impegna il Governo
contemplare la possibilità di esentare le cooperative sociali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettere a) e b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, dai pagamento dell'imposta regionale sulle attività produttive nel prossimo DPEF, prevedendola inoltre nelle corrispondenti disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.
9/1746-bis/173. D'Ulizia, Raiti.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007;
premesso che:
occorre rafforzare le politiche economiche e di sviluppo di carattere generale per incentivare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, rafforzare la protezione ambientale e, in questi ambiti, sostenere le filiere agroindustriali, con specifica attenzione al settore dei biomateriali;
in questo ambito, occorre porre in essere ogni possibile misura per rispondere agli obiettivi generali fissati dagli accordi europei e internazionali;
tra tali misure, rientra anche quella che tende ad individuare le misure da introdurre progressivamente nell'ordinamento interno al fine di giungere al definitivo divieto, a decorrere dal 1 gennaio 2010, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l'asporto delle merci che non rispondano, entro tale data, ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario -:
impegna il Governo
ad avviare un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili.
9/1746-bis/174. Realacci, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli.
La Camera,
premesso che:
gli obiettivi di un rafforzamento delle politiche abitative e di una riqualificazione
del patrimonio edilizio debbono costituire un impegno essenziale dell'azione di governo sul territorio;
in questi settori, occorre promuovere iniziative finalizzate, per un verso, a dare le necessarie risposte in termini di domanda sociale sulla casa e di ammodernamento delle strutture abitative, anche mediante l'utilizzo di tecniche costruttive di avanguardia, che possano incentivare - tra l'altro - il rispetto delle misure antisismiche;
una politica di forte rilancio delle politiche della casa e delle stesse ristrutturazioni edilizie nel nostro Paese avrebbe, per un verso, il fine di favorire una ricognizione dei profili di sicurezza abitativa sul territorio e, per altro verso, di fungere da elemento di sostegno per le classi sociali più svantaggiate;
in tal senso, appare essenziale operare - in primo luogo - sugli strumenti che la legislazione vigente mette a disposizione, anzitutto incrementando in misura consistente il capitolo 1690, relativo al «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione»;
occorre, inoltre, contribuire al consolidamento di incentivi e misure che hanno costantemente favorito una politica di miglioramento della situazione abitativa del Paese, dando impulso al settore dell'edilizia ed ai comparti collegati e consentendo l'adeguamento consistente del patrimonio immobiliare;
tra tali misure rientra anche il programma «Contratti di quartiere», che deve essere implementato e sostenuto, come già ribadito nella risoluzione n. 7-00067, approvata dalla VIII Commissione -:
impegna il Governo
a promuovere decise iniziative per la riqualificazione edilizia e urbana (anche attraverso il rifinanziamento del programma «Contratti di quartiere» e lo sblocco delle procedure relative al programma «Contratti di quartiere II»), che possano contribuire all'ammodernamento delle strutture abitative, anche mediante l'utilizzo di tecniche costruttive di avanguardia (incentivando - tra l'altro - il rispetto delle misure antisismiche), e possano dare vita ad una politica di forte rilancio delle ristrutturazioni edilizie nel Paese, tale da favorire, per un verso, una ricognizione dei profili di sicurezza abitativa sul territorio e da fungere, per altro verso, da elemento di sostegno per il miglioramento della qualità delle costruzioni, con indubbi effetti positivi anche in termini occupazionali;
ad affrontare con coraggio ed incisività il tema delle politiche abitative e della casa, anche mediante un rilancio degli strumenti di edilizia residenziale pubblica, l'introduzione di modelli innovativi di collaborazione pubblico-privato, nonché l'estensione della detraibilità delle locazioni a tutte le tipologie contrattuali, e non solo a quelle relative agli affitti per gli studenti, innalzandone il limite massimo.
9/1746-bis/175. Chianale, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.
La Camera,
premesso che:
occorre valutare positivamente le misure in esso contenute per il rilancio delle politiche di sostenibilità ambientale e di incentivazione in favore del rispetto dei parametri previsti dal Protocollo di Kyoto, che segnano una netta inversione di tendenza rispetto al passato;
vanno sottolineate la valenza particolarmente positiva di interventi in materia ambientale e il rilevante effetto che essi possono ottenere nel senso della promozione e del sostegno ai comportamenti ambientalmente sostenibili;
la Conferenza di Nairobi sui cambiamenti climatici obbliga, peraltro, ad implementare
gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto -:
impegna il Governo
a rafforzare ulteriormente le iniziative per la promozione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, operando con la necessaria flessibilità su un'impostazione comune delle politiche pubbliche in campo ambientale, che affronti in maniera trasversale la definizione di interventi per lo sviluppo sociale ed economico del Paese;
a garantire, a tal fine, che una apposita sezione del DPEF sia dedicata all'aggiornamento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti gli altri Ministri interessati, sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto, indicando in particolare gli indirizzi e le misure concrete che il Governo intende assumere per il raggiungimento li obiettiv' fissati dal medesimo Protocollo.
9/1746-bis/176.Gentili, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.
La Camera,
premesso che:
il sistema dei parchi nazionali rappresenta una risorsa di carattere strategico per l'intero Paese;
occorre liberare tutte le risorse a disposizione degli Enti parco nazionali, evitando di imporre a tali organismi inutili vincoli burocratici e di bilancio, attesa anche la non illimitata disponibilità economica ad essi riconosciuta dallo Stato;
in questo ambito, debbono essere valorizzati, anche sotto un profilo simbolico, i comportamenti virtuosi degli Enti parco, al fine di favorire una tendenza alla riduzione delle giacenze di cassa, che risultano tuttora troppo elevate, anche in ragione dei pesanti vincoli posti dalle regole previste dal «patto di stabilità» interno;
più in generale, occorre svolgere una riflessione complessiva sulle modalità di nomina dei responsabili degli Enti parco nazionali, che, dopo un periodo di difficoltà segnato da una prassi introdotta nella scorsa legislatura, caratterizzata da commissariamenti e da nomine imposte dal vertice amministrativo statale, dovrebbero tornare ad essere basate sulle intese con le realtà regionali e sul coinvolgimento degli enti locali sul territorio -:
impegna il Governo
ad individuare - in primo luogo - ogni possibile meccanismo che consenta di allentare i vincoli, eccessivamente stringenti, che derivano al sistema dei parchi nazionali, dalla rigida applicazione delle regole previste dal «patto di stabilità» interno e che costituiscono una delle principali cause della formazione delle rilevanti giacenze di cassa di tali enti;
a valorizzare il sistema dei parchi nazionali e a promuovere, in questo ambito, l'attivazione delle «politiche di sistema» previste dalla legge quadro sulle aree protette (legge n. 394 del 1991);
a favorire, per i parchi che dispongono di proprio personale addetto alla salvaguardia delle aree protette, la realizzazione di meccanismi che consentano ai parchi stessi di sostenere le spese per detto personale;
anche al fine di conseguire positivi effetti in termini organizzativi ed economici, ad affrontare con decisione e in maniera unitaria la questione del trasferimento agli Enti parco nazionali della responsabilità per la gestione delle riserve naturali statali ricadenti, in tutto o in parte, all'interno dei parchi stessi, secondo
le linee di indirizzo già indicate anche nell'ambito della Conferenza Stato-regioni.
9/1746-bis/177. Fasciani, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.
La Camera,
premesso che:
con la legge 11 dicembre 2000, n. 381 è stato istituito il «Parco nazionale della pace» a S. Anna di Stazzema (Lucca), allo scopo di promuovere iniziative culturali e internazionali, ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli;
con l'approvazione di questa proposta di legge il Parlamento ha voluto affermare una cultura politica, civile e sociale che, attraverso la memoria di un'immane tragedia sia sempre più in grado di radicare i valori della pace, della solidarietà e del fondamentale rispetto della vita umana;
il mancato rifinanziamento della legge n. 381 del 2001, comporta, per il piccolo comune di Stazzema, l'impossibilità di far fronte all'intensa attività programmata dall'ente -:
impegna il Governo
a dare nuovo impulso alle iniziative volte ad affermare la cultura della pace, della solidarietà e della collaborazione fra i popoli, sostenendo con ogni mezzo, anche finanziario, la meritoria azione del «Parco nazionale della pace» di S. Anna di Stazzema.
9/1746-bis/178. Mariani.
La Camera,
premesso che:
è necessario affrontare il problema dei soggetti cosiddetti «incapienti», cioè le persone fisiche che, per insufficienza del reddito personale, non possono fruire, in tutto o in parte, dei crediti d'imposta risultanti dalle dichiarazioni dei redditi;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative al fine di:
istituire un contributo straordinario di solidarietà a carico delle fondazioni bancarie da destinare al sostegno del reddito dei soggetti incapienti.
9/1746-bis/179.Garnero Santanché, Crosetto.
La Camera,
premesso che:
vi sono famiglie che affrontano serie difficoltà economiche;
fra le spese che gravano maggiormente sul bilancio delle famiglie vi sono quelle per l'alloggio, per il mantenimento dei figli, per le spese scolastiche e universitarie, e per la formazione di piccole imprese individuali e familiari;
appare necessario che a fronte di tali spese sia concesso un contributo straordinario alle famiglie di basso reddito, caratterizzate da un elevato numero di figli da mantenere, dalla presenza di familiari a carico affetti da handicap, o che sono monoparentali;
tale onere dovrebbe essere posto a carico delle fondazioni che hanno effettuato il conferimento di aziende bancarie ai sensi del decreto legislativo n. 153 del 1999, quale contributo straordinario di solidarietà -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative affinché sia istituito un contributo straordinario e temporaneo per le famiglie che si trovano nelle condizioni sopra descritte, anche a valere sul patrimonio degli enti conferenti di cui in premessa.
9/1746-bis/180. Alberto Giorgetti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede alcune misure in materia di sicurezza che risultano parziali rispetto alle esigenze complessive delle Amministrazioni e del personale direttamente interessati, anche in relazione agli attuali scenari, sia interni che internazionali, nonché agli impegni già assunti dal Governo, tra cui quello relativo alla stabilizzazione del rapporto di lavoro degli agenti ausiliari trattenuti della Polizia di Stato;
il tema in questione assume un ruolo prioritario, sia per la crescente domanda di sicurezza dei cittadini, sia per lo sviluppo economico e sociale del Paese, che richiedono un deciso impegno anche finanziario al fine di corrispondere con tempestività a tutte le esigenze, con specifico riferimento alla adeguata disponibilità di risorse umane e di mezzi, tenuto anche 'conto delle contingenti situazioni locali;
in assenza di adeguate e mirate integrazioni al provvedimento in esame, oltre a possibili e ingiustificate penalizzazioni per il personale delle Forze di polizia, potrebbero crearsi, a partire dall'inizio del 2007, seri problemi per la funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza;
appare esenziale, pertanto, definire da subito - anche per eliminare ogni possibile equivoco e incertezza sulle strategie poste in essere sul delicato tema in questione - le iniziative da assumere per il settore della sicurezza nel corso dell'esame del provvedimento nell'altro ramo del Parlamento, al fine di assicurare i necessari livelli di sicurezza interna e di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini -:
impegna il Governo
a) ad introdurre adeguate misure di sostegno finanziario al sistema della sicurezza, sia escludendo o ridimensionando la portata della riduzione dei precedenti stanziamenti, sia integrando le risorse già previste nel provvedimento in esame, anche con specifico riferimento all'attuazione di appositi piani operativi, anche di carattere strutturale e logistico, predisposti per fronteggiare situazioni contingenti da attuare in determinate aree geografiche;
b) a disporre l'assunzione in servizio degli agenti ausiliari trattenuti della Polizia di Stato del 63o e del 64o corso, a decorrere dal i gennaio 2007, nonché quella del personale dei corpi di Polizia del comparto sicurezzaa competenza generale da impiegare nell'attività di controllo del territorio e di contrasto della criminalità e del terrorismo, al fine di mantenere gli attuali livelli degli organici ed evitare ricadute negative derivanti dal mancato o insufficiente ripianamento del turn over;
c) a ripristinare il rimborso a carico delle Amministrazioni delle spese di cura sostenute dal personale delle Forze di polizia e delle Forze armate per lesioni e ferite riportate nell'espletamento dell'attività di servizio;
d) ad adotta ogni possibile iniziativa volta a prevedere risorse aggiuntive per il trattamento accessorio a favore del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, quale riconoscimento della specificità dei compiti espletati d medesimo personale.
9/1746-bis/181. Bressa.
La Camera,
premesso che:
gli articoli 69 e 70 del disegno di legge finanziaria, prevedono disposizioni in materia di università;
l'attuale normativa (legge 4 novembre 2005, n. 230) prevede che sulla base delle proprie esigenze didattiche, le università possono conferire incarichi di insegnamento gratuiti o retribuiti, a soggetti in possesso di adeguati requisiti scientifici
e professionali e a soggetti che abbiano svolto adeguata attività di ricerca debitamente documentata anche all'interno di strutture universitarie, ad esclusione del personale tecnico amministrativo delle università -:
impegna il Governo
ad estendere anche ai dipendenti delle università in possesso della qualifica di dirigente medico di «elevata professionalità» la possibilità di ricevere, da parte dell'Università, incarichi di insegnamento.
9/1746-bis/182.Pellegrino, Bonelli, Camillo Piazza, Zanella.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis);
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a prevedere che il finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie erogate dagli ospedali classificati, dagli ospedali classificati riconosciuti che svolgono l'attività di emergenza, e dai presidi, ivi compresi gli ospedali classificati riconosciuti a carattere scientifico, che hanno adeguato i regolamenti organici e dei servizi ai sensi dell'articolo 15undicies del decreto legislativo 502 del 1992, introdotto dal decreto legislativo 229 del 1999, venga definito dalle Regioni come per gli ospedali pubblici, garantendo la copertura degli oneri connessi ai rinnovi contrattuali del personale ed alla indennità di esclusività del rapporto, anche attraverso accantonamenti ai sensi dell'articolo 9, del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248.
9/1746-bis/183.Camillo Piazza, Pellegrino.
La Camera,
premesso che:
a seguito dell'indagine conoscitiva congiunta condotta dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e conclusa il 15 novembre u.s. appare necessario un intervento della stessa Authority in relazione agli elevati contributi di ricarica, per garantire tutte le fasce di clientela, specie quelle economicamente più deboli;
detti costi appaiono decisamente sproporzionati rispetto alle spese realmente sostenute in relazione alle operazioni di ricarica del credito della telefonia mobile;
sempre secondo le due authority appare necessario che gli operatori debbano inoltre fornire informazioni trasparenti in grado di permettere agli utenti scelte di consumo consapevoli;
per le due Autorità, la revisione o il totale abbattimento del contributo fisso di ricarica «renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità e, inoltre, verrebbe eliminato quel carattere di regressività del costo di ricarica, che incide in misura maggiore sui tagli inferiori, creando effetti distorsivi e penalizzanti per i consumatori piu' deboli;
nell'indagine conoscitiva, che verrà ora inviata alla Commissione Europea, si sottolinea come il costo di ricarica rappresenti un'anomalia italiana, non essendo applicato negli altri Paesi europei;
sempre secondo l'indagine appena conclusa, quello dei costi di ricarica è un affare molto sostanzioso per le società telefoniche visto che »si tratta di un contributo che ha permesso ai gestori di conseguire nel 2005 ricavi al lordo dei costi per circa 1,7 miliardi di euro, corrispondenti ad oltre il 15 per cento degli introiti complessivi delle SIM prepagate«, anche in considerazione del peso che hanno le ricaricabili il Italia (90 per cento del mercato contro il 50 per cento in Europa);
dall'indagine citata emerge peraltro che il contributo di ricarica non ha un diretto e trasparente rapporto con i costi sostenuti dagli operatori per la gestione dei servizi di ricarica, ma rappresenta una componente di prezzo inserita dalle imprese nell'ambito delle loro strategie di pricing;
in particolare, è stato stimato che il margine specificamente riferibile ai soli contributi di ricarica è nell'ordine del 50-55 per cento, per un valore di circa 950 milioni di euro nel 2005, costituendo di fatto una maggiorazione »occulta« del costo per minuto di conversazione;
l'effetto prodotto dal contributo di ricarica è infatti quello di elevare il prezzo al minuto di una percentuale costante: in sostanza, a parità di prezzo al minuto, l'acquisto di ricariche di piccolo taglio comporta un incremento del prezzo complessivo anche sensibilmente superiore rispetto a quello applicato per i tagli di importo maggiore rendendo, tra l'altro »più opaca la percezione del prezzo effettivo finale del servizio".
l'incidenza in percentuale del contributo di ricarica sul credito acquistato dagli utenti dei servizi di telefonia mobile assume misure del tutto inaccettabili e che possono variare, a seconda dell'importo ricaricato, dal 6 per cento a quasi il 50 per cento -:
impegna il Governo
ad individuare da subito le misure necessarie per garantire che il mercato della telefonia mobile sia ispirato ai principi di trasparenza e correttezza;
ad individuare una soluzione per garantire che agli utenti della telefonia mobile non siano imposte ingiustificate maggiorazioni di costo del servizio;
a valutare l'opportunità di varare un provvedimento per stabilire i criteri attraverso i quali i gestori di telefonia predispongono i propri piani tariffari nonché dei meccanismi di tutela per garantire che il costo pagato per la ricarica telefonica sia corrispondente al traffico telefonico reso effettivamente utilizzabile.
9/1746-bis/184.Bonelli, Poletti, Camillo Piazza, Zanella, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Francescato, Fundarò, Lion, Pellegrino, Trepiccione.
La Camera,
premesso che:
a Porto Marghera sono in corso importanti interventi interventi pubblici che hanno come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri) in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l'asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante;
il costo complessivo per l'esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti e che debbono essere celermente completate per poter assolvere a fondamentali compiti di protezione della salute delle popolazioni interessate e del prezioso ambiente lagunare veneziano, ammonta a circa 1022 milioni di euro;
Stato e Regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro;
una parte considerevole dell'importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'Ambiente e delle tutela del territorio e del mare nonché dal Magistrato alle Acque con l'assistenza dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti in forza dei quali, a fronte degli
ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali incassate per il completamento delle opere pubbliche indispensabile, tra l'altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati;
nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986, che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche Amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte;
tale somma non ha potuto essere utilizzata per l'impiego cui era destinata dal momento che, con circolare nr. 7 in data 10 febbraio 2006 del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un'interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 per effetto della quale è stato impedito al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del Magistrato alle Acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle rassegnazioni fissato con la citata circolare;
l'effetto preclusivo della rassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria del 2006, poiché il comma 438 di detta legge, non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari;
con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un'opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto fruire anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall'Accordo di Programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con DPCM 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate il cui adempimento è stato cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato Accordo di Programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto;
è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale;
persino la invocata circolare n. 7 del 2006 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, interpretando il comma 46 della legge finanziaria, non risulta affatto vietare la riassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (Cat. 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2);
non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle Amministrazioni dello Stato che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall'Avvocatura dello Stato di Venezia con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di marginamento
dei canali industriali e di scavo e trattamento dei loro sedimenti contaminati -:
impegna il Governo
ad adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera che rischierebbero, altrimenti, di essere ingiustificatamente sospesi, con grave pregiudizio per la collettività, per l'ambiente e persino con rischi di grave responsabilità dei pubblici ufficiali cui il ritardo o il rifiuto fosse imputabile.
9/1746-bis/185.(Testo modificato nel corso della seduta) Zanella, Fincato, Martella, Cacciari, Viola, Bonelli.
La Camera,
premesso che:
gli Istituti zooprofilattici sperimentali svolgono un'attività fondamentale di sorveglianza epidemiologica, di prevenzione e sperimentazione nel campo della sanità pubblica veterinaria riferita in particolare alla sicurezza alimentare;
il loro ruolo è stato determinante nelle recenti emergenze sanitarie riferite alla BSE mucca pazza, influenza AVIARIA, SCRAPIE ovina, la BLUE TONGUE ovi-caprina ed altre;
gli Istituti zooprofilattici vengono finanziati dal Ministero dell'Economia attraverso le Regioni di riferimento sulla base delle intese della Conferenza Stato-Regioni;
sulla base delle gravi emergenze richiamate e considerati i vincoli alle assunzioni nonché la carenza di risorse, gli Istituti hanno provveduto a richiedere la collaborazione di personale altamente qualificato a tempo determinato dovendo spesso ricorrere al credito;
considerato lo stato di difficoltà degli Istituti l'attività di sorveglianza prevista dalla legge 19 gennaio 2001 n. 3 risulta essere inficiata con grave rischio per la salute pubblica -:
impegna il Governo
ad affrontare il tema generale della sicurezza alimentare e del ruolo insostituibile degli Istituti zooprofilattici assumendo le azioni necessarie per il loro funzionamento dando così agli Istituti in parola certezza operativa in ordine alle risorse umane ed economiche necessarie per il loro funzionamento.
9/1746-bis/186.Giovanelli, Vannucci, Iacomino, Aurisicchio, Crisafulli, Napoletano, Fadda.
La Camera,
premesso che:
considerato che L'articolo 16 dell'atto Camera 1747-bis, ora comma 9 del maxiemendamento del Governo, prevede che i beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea siano gestiti dall'Agenzia del Demanio al fine di ottenere introiti per l'erario;
che questa norma inciderà su tutte le concessioni in essere creando molteplici contenziosi con le Società di gestione aeroportuali titolari delle medesime, ragion per cui gli introiti stimati rischiano di rimanere solo teorici;
che questa norma scardina il sistema delle concessioni e dei relativi contratti dì programma mettendo a rischio tutti i rapporti in essi previsti, compresi gli impegni relativi agli investimenti privati finalizzati allo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali;
che le società di gestione, già colpite dalla legge sui requisiti di sistema, ulteriormente in difficoltà per questa norma, potrebbero ridurre i loro piani di sviluppo con conseguenze gravi sui livelli occupazionali;
che esiste concretamente per l'erario la possibilità di ottenere gli stessi introiti stimati, agendo sul canone dovuto dalle Società di gestione e senza generare alcun contenzioso -:
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della suddetta norma l'opportunità di modificarla, utilizzando la leva dell'incremento del canone concessorio che consente di ottenere identici risultati in termini di introito per l'erario.
9/1746-bis/187.Chicchi, Attili, Boffa.
La Camera,
premesso che:
con il decreto legge 23 dicembre 2003, n. 347, recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza, si è offerto un primo strumento normativo per la gestione delle gravi crisi finanziarie e industriali che hanno interessato i grandi gruppi industriali, nonché migliaia di lavoratori e un numero ancor più consistente di risparmiatori;
un elemento che certamente conferirebbe continuità all'azione dell'assuntore è rappresentato dalla possibilità, ora riconosciuta al solo commissario straordinario, di costituirsi parte civile, ai sensi dell'articolo 240, primo comma, della legge fallimentare, prevedendo al contempo lapossibilità di subentrare, quale parte civile, nel processo penale -:
impegna il Governo
a favorire, per quanto di sua competenza, l'adozione di un intervento legislativo volto a consentire la facoltà di cui in premessa.
9/1746-bis/188.Motta.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame non assegna fondi alla prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone del Lagonegrese Pollino colpite dal sisma del 9 settembre 1998, pur permanendo in quelle aree problemi di ricostruzione dei paesi colpiti dall'evento sismico;
il medesimo provvedimento interviene a rifinanziare la prosecuzione degli interventi di ricostruzione in tutti i territori colpiti da calamità naturali, fatta eccezione per quelli del Lagonegrese Pollino;
l'area interessata dal sisma del 9 settembre 1998, pur essendo tra quelle più depresse del nostro paese, registra una penalizzazione che non trova alcuna giustificazione politica;
tale esclusione potrebbe essere intesa come una discriminazione ulteriore nei confronti di una parte del paese -:
impegna il Governo
a riconoscere anche ai terremotati del Lagonegrese Pollino la possibilità di proseguire la ricostruzione ancora nella sua fase iniziale al fine di dare risposta a quante e quanti attendono di rientrare nella propria abitazione.
9/1746-bis/189.Duranti, Lombardi, Margiotta, Luongo, Belisario.
La Camera,
premesso che.
visto i commi 552, 553 (ex articolo 135: finanziamento delle opere di preminente interesse nazionale) il comma 583 (ex articolo 142: finanziamento di Anas Spa) dell'articolo 16, nuova formulazione proposta dal Governo, del disegno di legge 1746-bis, legge Finanziaria per il 2007 vista la delibera CIPE dei 21 dicembre 2001 n. 121, in conformità a quanto previsto dalla Legge Obiettivo, legge n. 433 del 2001, con un investimento previsto relativo all'intera Infrastruttura Strategica è di
1.853.564.000 Euro, oggi aggiornato, con stime Anas, a oltre 3 miliardi di Euro;
considerato:
che con l'Accordo Europeo sulle grandi strade a traffico internazionale, concluso a Ginevra il 15 novembre 1975, e recepito dall'Italia con legge 29 novembre 1980, la SGC Grosseto-Fano è stata inserita tra gli itinerari internazionali con la sigla E78;
che la rilevanza nazionale della SGC Grosseto-Fano (E 78) e la sua validità sono state ripetutamente ribadite dai governi italiani che l'hanno inserita tra le priorità della intera rete italiana, al pari della variante di valico della Autostrada A1 o della A3 Salerno-Reggio Calabria;
che l'esigenza di un collegamento trasversale - tra i due corridoi longitudinali tirrenico ed adriatico è sorta alla fine degli anni '60 perché a tale periodo risalgono, infatti, alcuni dei progetti di massima redatti per la realizzazione dell'intervento
che l'itinerario prevede il collegamento tra la SS1 «Aurelia» presso Grosseto e l'autostrada Al 4 presso il casello di Fano;
che, in tutti gli studi Anas, viene ribadito che la E78 permette la realizzazione di una rete «a maglie» connettendo importanti arterie longitudinali: l'autostrada A1 Milano-Napoli, la SS1 Aurelia, la SGC Firenze Siena, la E45 Ravenna-Orte, l'autostrada A14 Bologna-Taranto e la strada statale n. 16 Adriatica che il tracciato si sviluppa collegando le città di Grosseto, Siena, Arezzo, l'asse longitudinale costituito dalla E45 presso Città di Castello, la valle del Metauro in provincia di Pesaro e Urbino, ed infine le città di Urbino e Fano, per una lunghezza totale di circa 270 Km interessando le regioni Toscana, Umbria, Marche;
che concentrando l'attenzione sulla zona di progetto, si può notare come caratteristica comune di tutta la costa adriatica sia la presenza di un fascio infrastrutturale costituito dalla SS 16 Adriatica, dalla A14 Bologna Canosa e dalla ferrovia Adriatica su cui si attestano le infrastrutture viarie trasversali che scendono dal crinale appenninico;
valutato:
che un tipo di rete infrastrutturale così concepito viene definito «a pettine» e non consente collegamenti rapidi né tra le valli né con il resto dell'Italia dovendo superare la catena degli Appennini i cui valichi sono tutti sui mille metri di quota superati con strade malagevoli e inadatte ai grandi mezzi di trasporto moderni;
aggiunto:
che, attualmente, dalla SGC E45 Ravenna-Orte fino alle autostrade abruzzesi non esistono vie trasversali che superino l'Appennino a quote che consentano un agevole transito soprattutto nei mesi invernali; in particolare nella Regione Marche esistono importanti strade (SGC Grosseto-Fano, strasa statale n. 3 Flaminia, strada statale n. 76 Vallesina, strada statale n. 77 Valdichienti e strada statale n. 4 Salaria) che giungono ai piedi della catena appenninica senza superarla agevolmente;
che un elemento di grande valore strategico per razionalizzare queste diseconomie è certamente rappresentato dalla possibilità di superare agevolmente la catena appenninica e collegarsi così ai grandi assi infrastrutturali italiani (A1 Autostrada del Sole e Grande velocità ferroviaria) passando così da una rete «a pettine» ad una rete «a maglia» il cui asse trasversale fondamentale è rappresentato dalla SGC Grosseto-Fano;
che a questo asse strategico di collegamento trasversale non esistono alternative di tipo ferroviario;
ricordato:
che l'itinerario si estende per complessivi 270 Km ed allo stato attuale più di metà dell'itinerario è già realizzata ed
aperta al traffico, una parte è in corso di realizzazione, una parte è in appalto e una parte è in fase di progettazione;
che in particolare più della metà del tracciato, per un totale di 153 Km, è aperta al traffico o in corso di realizzazione ed appalto - 30 per cento, ovvero 82 km in esercizio, 27 per cento, ovvero 64 restante parte 117 km è per il 28 per cento, ovvero 76 km, in fase di progettazione definitiva ed il 15 per cento, ovvero 41 km, in fase di progettazione preliminare;
che ad eccezione del lotto 3 della Grosseto-Siena, finanziato nel piano triennale Anas 2003-2005 ed appaltato nel 2004, i restanti lotti da realizzare dovranno essere finanziati;
sottolineato:
e rimarcato che per quanto riguarda la Regione Toscana i lotti n. 4, n. 5, n. 6, n. 7, n. 8, n. 9 sono tutti in condizione di essere appaltati entro l'anno 2007 e che nessun'altra opera si trovi in analoga situazione determinandosi pertanto per il Governo l'unica possibilità di allocazione di risorse spendibili, in Toscana, per l'intero anno 2007;
che per quanto riguarda la Regione Umbria per la realizzazione dei lotto n. 2, Comune di San Giustino, provincia di Perugia con la previsione del raddoppio della Galleria della Guinza, si prevede l'invio al Ministero delle infrastrutture
dei progetto preliminare, entro il 2006;
infine, che per quanto riguarda la Regione Marche per la realizzazione del lotto n. 4, variante esterna all'abitato di Mercatello sul Metauro, il consiglio di Amministrazione di Anas ha approvato il progetto definitivo ed il Ministero delle infrastrutture ha svolto la conferenza dei servizi l'8 settembre 2004 e che sui lotti dal 5 al 10, per un totale di circa 33 Km, il progetto definitivo è in corso di redazione -:
impegna il Governo
a considerare nelle priorità nazionali la E78, SGC Grosseto-Fano, che dovrà trovare inserimento nel documento dei Ministero delle Infrastrutture, titolato «Priorità infrastrutturali del Paese», che servirà ad individuare l'elenco delle opere prioritarie da realizzare e che sarà portato alla valutazione ed approvazione della Conferenza Stato-Regioni, in modo da poter finanziare, almeno in parte, l'avanzamento dei lavori e della progettazione della stessa E78.
9/1746-bis/190.Ceccuzzi, Vannucci, Franci, Filippeschi, Giacomelli, Mariani, Chicchi, Giovanelli, Morri, Lusetti, Stramaccioni.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per l'anno 2006, prevedeva ai commi 376 - 378 dell'articolo 1 la costituzione della Banca del Mezzogiorno con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno;
i soci fondatori dovevano essere prevalentemente soggetti pubblici; a questi si sarebbero potuto aggiungere altri enti e organismi anche privati;
il comma 378 autorizzava la spesa di 5 milioni di euro per l'apporto al capitale della banca da parte dello Stato quale socio fondatore;
la legge 23 dicembre 2005, n. 267, recante l'approvazione del bilancio dello Stato per l'anno 2006, iscrive il relativo capitolo 7285 nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, nell'unità previsionale di base 3.2.3.31;
non risulta che tale Banca sia mai stata costituita;
considerato che:
la somma iscritta alla citata UpB non è tale da potere comunque consentire il raggiungimento degli obiettivi descritti
nei commi dal 376 al 378 dell'articolo 1 della legge finanziaria per l'anno 2006;
le risorse del Fondo per le vittime dell'usura di cui alla legge 7 marzo 1996, n. 108, sono sottodimensionate rispetto alle esigenze derivanti dalla diffusione di tale fenomeno con particolare riguardo alle aree territoriali del Mezzogiorno -:
impegna il Governo
a prendere le opportune iniziative per destinare queste risorse al Fondo per le vittime dell'usura.
9/1746-bis/191.Tuccillo.
La Camera,
premesso che:
occorre considerare il positivo e notevole intervento, anche in termini economici, che la manovra di bilancio realizza in materia di opere infrastrutturali strategiche;
risulta in fase di trasmissione alla Conferenza Stato-regioni la ricognizione compiuta dal Governo sulle priorità infrastrutturali del Paese, che costituirà la base per il confronto con le autonomie territoriali e con il Parlamento per il rilancio della politica di infrastrutturazione del Paese -:
impegna il Governo
a compiere ogni possibile sforzo per la definizione di un quadro unitario e realistico delle priorità di ammodernamento infrastrutturale del Paese, che tenga conto delle prioritarie e grandi esigenze dei territori interessati, da individuare con il metodo del dialogo con le regioni e con il Parlamento;
a promuovere, in questo quadro, una rigorosa ricognizione delle risorse disponibili e dello stato di avanzamento delle opere comprese nelle numerose delibere adottate dal CIPE sin dal 2001, mediante la realizzazione di una regia unitaria, che metta insieme le informazioni e i dati esistenti e che possa costituire la base per la successiva indicazione delle priorità di investimento infrastrutturale;
a proseguire nel rafforzamento delle politiche di investimento nel Mezzogiorno, oltre che mediante il completamento del processo di metanizzazione delle regioni meridionali, anche attraverso la realizzazione delle opere infrastrutturali di maggiore rilievo, nel cui ambito si inseriscono, anzitutto, l'autostrada Salerno-Reggio Calabria (al cui completamento sono assegnati il Fondo di garanzia sulle autostrade e ferrovie metropolitane e, anche alla luce della risoluzione approvata dalla Camera dei deputati lo scorso 11 ottobre, le risorse di provenienza FINTECNA, sino ad oggi destinate al progetto del ponte sullo Stretto di Messina), l'ammodernamento della strada statale n. 106 «Jonica» e gli interventi di viabilità ed infrastrutturali in Sicilia, secondo le priorità definte dall'articolo 14 del decreto-legge n. 262 del 2006, collegato alla manovra finanziaria;
al contempo, a prestare la dovuta e massima attenzione agli investimenti pubblici nel Centro e nel Nord del Paese, che scontano un problema infrastrutturale gravissimo a causa della congestione di diversi nodi urbani, anche per la mole del trasporto merci su gomma;
ad identificare, in tal senso, le specifiche priorità nel confronto costruttivo con le regioni e sulla base dell' senza di creare un sistema organico di intermodalità, di mobilità e di trasporto.
9/1746-bis/192.Cesario, Iannuzzi, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.
La Camera,
premesso che:
la legge all'esame prevede l'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 docenti precari della scuola e di 20.000 precari ATA;
la legge all'esame prevede inoltre il superamento delle graduatorie permanenti secondo modalità che rischiano di penalizzare quanti hanno finora acquisito diritti -:
impegna il Governo
ad adottare, nel prosieguo dell'esame della legge finanziaria, interventi legislativi in grado di garantire il pieno mantenimento dei diritti acquisiti dei precari della scuola che non dovessero rientrare nel piano di assunzione triennale, attraverso il mantenimento delle graduatorie permanenti e la loro utilizzazione per le assunzioni nella misura del 50 per cento dei posti annualmente assegnabili anche oltre l'anno scolastico 2010/2011 e, in ogni caso, a prevedere il meccanismo del «doppio canale» per le assunzioni, attualmente in vigore, nel decreto di cui al penultimo periodo della lettera c) del comma 265 d'articolo 16.
9/1746-bis/193.Zipponi, Folena, De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Sasso.
La Camera,
premesso che:
il decreto fiscale n. 262 del 2006, collegato alla legge finanziaria per il 2007, modificando l'articolo 164 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, ha soppresso le norme sulla deducibilità delle spese per le auto aziendali, con evidenti finalità di compensazione delle spese sostenute dallo Stato, derivanti dalla sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha stabilito il rimborso al contribuente delle somme versate in virtù di una norma illegittima;
la norma introdotta dal collegato prevede in materia di deducibilità delle auto aziendali una differenziazione in merito all'attività svolta: in linea generale, per le imprese non è più deducibile alcun costo per l'acquisto o la gestione delle autovetture, salvo casi limitati, solo nel caso di attività di agenzia o di rappresentanza di commercio rimane possibile detrarre fino all'80 per cento delle spese (entro il limite dei 50 milioni di lire), mentre nel caso di esercizio di arti e professioni si prevede la riduzione dal 50 al 25 per cento della parte detraibile (entro un limite di 35 milioni di lire e per un solo veicolo in caso di società semplici o associazioni) -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di considerare la normativa in materia di deducibilità delle spese per le auto aziendali, introducendo un regime forfettario che tenga conto del fatto che l'auto aziendale rappresenta un costo effettivo di produzione per le aziende che, con le disposizioni attuali, sono aggravate di costi che le rendono meno concorrenziali sul mercato europeo e internazionale.
9/1746-bis/194.(Testo modificato nel corso della seduta) Widmann, Brugger, Zeller, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
il comma 15 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge 4 agosto 2006, n. 248, introduce misure volte a ridurre le condizioni rispetto alle quali una società si considera non operativa;
in particolare la predetta nonna aumenta le percentuali dell'1 per cento, da applicare al valore dei titoli di partecipazione, e quella del 4 per cento, da applicare al valore dello immobilizzazioni-costituite da beni immobili, rispettivamente al 2 e al 6 per cento; tali soglie di ricavi nonché le rispettive soglie di reddito (per gli immobili del 4,75 per cento) non sono economicamente realizzabili, come è dimostrato anche dalle rilevazioni dell'agenzia del territorio (osservatorio del mercato immobiliare);
inoltre, la predetta nonna prevede la possibilità di chiedere la disapplicazione delle nonne antielusive solo qualora il contribuente evidenzi situazioni straordinarie, mentre in precedenza le possibilità di disapplicazione erano più ampie, prevedendo anche il caso di soggetti che non si trovano in un periodo di normale svolgimento dell'attività;
considerata l'oggettiva impossibilità, salvo i possibili casi di elusione, di raggiungere in situazioni anche ordinarie i predetti limiti, bisogna rendere possibile la richiesta di disapplicazione della norma qualora il contribuente evidenzi situazioni oggettive, soggette a valutazione e verifica da parte dell'Ufficio -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di monitorare l'applicazione delle disposizioni sopra richiamate ed eventualmente ad adottare gli opportuni provvedimenti per rivedere le soglie minime, relative ai ricavi e al reddito, al di sotto delle quali le società non vengono considerate operative, riportandole a valori più realistici,
ma soprattutto
a prevedere la possibilità di chiedere la disapplicazione della nonna qualora il contribuente tramite interpello evidenzi situazioni oggettive che rendono impossibile il raggiungimento delle soglie minime previste.
9/1746-bis/195.Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
reti infrastrutturali di trasporto moderne ed efficienti sono condizione indispensabile per ogni politica di sviluppo;
in tale quadro svolge un ruolo di particolare rilievo il sistema ferroviario;
la Regione autonoma Valle d'Aosta è tuttora collegata alla rete ferroviaria nazionale ed internazionale da una linea caratterizzata da croniche carenze strutturali;
per porre rimedio a tale situazione, nel giugno 2004, è stato stipulato un accordo di programma quadro tra la Regione autonoma Valle d'Aosta, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'economia e finanze e RFI, a cui è seguita la redazione di uno studio di fattibilità che individua gli interventi necessari -:
impegna il Governo
a reperire una prima significativa parte dei finanziamenti necessari per l'ammodernamento ed il potenziamento della linea ferroviaria Chivasso-Aosta all'interno di quelli conferiti dalla legge finanziaria 2007 a Ferrovie dello Stato.
9/1746-bis/196.Nicco, Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi (decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986) dispone che i soli redditi derivanti dai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale, di natura non professionale, resi in favore di cori, bande musicali e filodrammatiche da parte del direttore e dei collaboratori tecnici ricadono sotto la disciplina dei redditi diversi;
già durante i lavori preparatori alla legge finanziaria per il 2005, che ha introdotto il periodo in questione, è stata segnalata la contraddittorietà del disposto «di carattere amministrativo-gestionale» rispetto al contenuto delle prestazioni che possono ritenersi caratteristiche del direttore e dei collaboratori tecnici di cori, bande e filodrammatiche nei riguardi delle medesime;
per riconoscere l'importanza socio-culturale dell'attività svolta dai direttori artistici e dai collaboratori tecnici si dovrebbero far ricadere i loro compensi nelle disposizioni di cui al primo periodo della lettera m), il quale prescinde dalla natura delle prestazioni effettuate dagli stessi. In questo modo costituiranno redditi diversi con il regime fiscale agevolato già in vigore per le indennità di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati nell'esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di includere nella determinazione dei redditi diversi ai fini dell'imposta sui redditi delle persone fisiche anche i redditi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici delle bande musicali, dei cori e delle filodrammatiche di carattere dilettantistico, senza prevedere il limite della natura amministrativo-gestionale delle loro prestazioni.
9/1746-bis/197.Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
il decreto legge n. 223 del 2006 e la legge finanziaria (articolo 5) prevedono sostanziali modifiche alle disposizioni riguardanti gli studi di settore ed il loro utilizzo in sede di controllo e di accertamento. In particolare:
è stata soppressa retroattivamente dal 2005 la disposizione che prevedeva l'applicazione degli studi solo nel caso in cui per due periodi d'imposta su tre consecutivi l'ammontare dei ricavi fosse inferiore ai ricavi considerati congrui;
le numerose modifiche previste nella legge finanziaria sembrano, tra l'altro introdurre disposizioni volte a dare validità ai risultati degli studi di settore per l'applicazione dell'accertamento induttivo;
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per abrogare i commi 2 e 3 dell'articolo 37 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 offrendo così maggiori garanzie alle imprese in contabilità ordinaria;
nonché ad introdurre norme appropriate che garantiscano l'utilizzo originario degli studi di settore, cioè quello di essere uno strumento di controllo e non di accertamento induttivo, anche considerato che l'accertamento ordinario deve essere possibile solo previa dimostrazione di una «grave incongruenza» e solo se fondato su altre presunzioni come, peraltro, chiarito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 2891 del 2002) e da diverse sentenze delle Commissioni tributarie di merito.
9/1746-bis/198.Bezzi, Brugger, Zeller, Nicco, Widmann.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 59, nel porre l'accento sulla importanza strategica del contenimento delle spese per il personale delle regioni e degli enti locali, sensibilizza questi ultimi ad una particolare attenzione nel controllare l'andamento e la dinamica di tale tipologia di spesa -:
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte al rispetto da parte delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001 che intendono avvalersi di consulenti od incaricati comunque denominati, anche al fine di limitarne il ricorso e conseguire risparmi di spesa, del principio della necessità del previo possesso da parte degli stessi di esperienza e titoli specifici legati all'incarico assegnato.
9/1746-bis/199.(Testo modificato nel corso della seduta) Napoletano.
La Camera,
premesso che:
riguardo agli interventi di politica sociale ed assistenziale presenti nella manovra, non si registra un adeguato investimento finanziario;
d'altro canto i tagli apportati dalle leggi finanziarie del precedente Governo agli enti locali hanno costretto gli stessi a dover limitare l'impatto di adeguate politiche sociali e a dover sospendere gli interventi di sostegno all'infanzia;
la legge n. 285 del 1997 recante «Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza» assume fra le proprie finalità la promozione sia di interventi rivolti alle situazioni di difficoltà, marginalità e disagio in cui si trovano molti minori e le loro famiglie (si veda in particolare l'articolo 4), sia di interventi che riconoscano i bambini come soggetti di diritti ed offrano loro opportunità nella vita quotidiana delle proprie comunità (articoli 5, 6 e 7);
l'approvazione della legge n. 285 del 1997 si colloca all'interno di un quadro normativo internazionale che manifesta una crescente attenzione al tema dei minori;
all'articolo 1 la stessa legge istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;
l'obiettivo della predetta legge è la realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, privilegiando la famiglia in attuazione dei principi della Convenzione sui diritti del fanciullo;
a norma della legge medesima, alle Regioni e Province autonome spetta il compito di definire, contestualmente agli ambiti territoriali d'intervento, le linee di indirizzo, i criteri di finalizzazione delle risorse e di priorità degli interventi, nonché gli strumenti di verifica cui devono attenersi gli enti locali nella predisposizione e presentazione dei progetti;
l'iter di attuazione della legge vede la partecipazione di diversi organi istituzionali ed enti locali. A livello nazionale, il Dipartimento degli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri garantisce il coordinamento generale della legge, cura il monitoraggio sulla sua applicazione ed effettua la verifica tecnico-politica della spesa;
le Regioni, dal canto loro, concorrono all'applicazione della legge garantendo la programmazione di settore; armonizzando la distribuzione delle risorse; sviluppando programmi di scambio e formazione interregionale; assicurando il monitoraggio e la verifica della spesa; definendo ogni tre anni gli ambiti territoriali di intervento;
ogni ambito territoriale definisce un Piano di intervento territoriale triennale. Gli Enti Locali (Comuni, Comunità Montane e Province), rappresentano i soggetti titolari di progetti immediatamente esecutivi che compongono il Piano di intervento territoriale triennale di ciascun ambito territoriale;
gli Enti Locali, ai quali è richiesto lo sforzo di avviare una progettazione e una gestione partecipata, sono i beneficiari ultimi delle risorse finanziarie stanziate per l'attuazione della legge;
dalla gestione delle risorse sono emersi dei problemi contabili legati all'esiguo intervallo di tempo riservato agli enti beneficiari e che intercorre tra l'erogazione delle somme e l'utilizzo delle stesse, che genera quasi sempre dei residui perenti -:
impegna il Governo:
ad adottare ulteriori iniziative normative affinché, a decorrere dall'anno 2007, la dotazione del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, di cui all'articolo 1 della citata legge n. 285 del 1997, venga determinata annualmente
dalla legge finanziaria, con le modalità di cui all'articolo 11, comma 3, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modifiche ed integrazioni;
a conservare le somme impegnate ma non liquidate entro la chiusura dell'esercizio finanziario in attuazione dell'articolo 1, comma 2, della legge 28 agosto 1997, n. 285 in favore dei comuni ivi indicati, nella dotazione dello stato di previsione del Ministero della Solidarietà sociale per cinque anni,
9/1746-bis/200.Cancrini, Napoletano, Sgobio, Diliberto, Bellillo, Cesini, Crapolicchio, De Angelis, Galante, Licandro, Pagliarini, Ferndinando Benito Pignataro, Soffritti, Tranfaglia, Vacca, Venier.
La Camera,
premesso che:
la programmazione 2007 degli investimenti nel settore mezzi aerei prevede un finanziamento di 139,2 milioni di curo per lo sviluppo del velivolo di attacco aria-suolo Joint Strike Fighter (JSF), facente capo ad un programma guidato dagli USA e con la partecipazione di altri paesi. Il programma Joint Strike Fighter è relativo allo sviluppo, industrializzazione e supporto alla produzione di un velivolo multiruolo in sostituzione, a partire dal 2015, degli attualmente in servizio Tornado, AM-X e AV8B. Gli oneri globali, relativi alla sola fase di sviluppo, sono pari a circa 1.028, 48 milioni di dollari;
le informazioni che provengono dagli USA e da altri paesi partecipanti al programma JSF, come l'Olanda, denunciano l'innalzamento e l'indeterminatezza dei costi. Secondo fonti del Pentagono, il costo di un singolo caccia è passato dai 4656 milioni di dollari iniziali addirittura ai 150-160 milioni. Secondo la Corte dei Conti olandese, invece, non si sa ancora il costo preciso del JSF, visto che il 65 per cento della fase dei test deve essere ancora completata. La Corte dei Conti USA ha suggerito al Congresso di posporre l'approvazione dello stanziamento dei fondi, finché non si dispongano di maggiori informazioni sul programma JSF;
a queste incertezze si aggiungono le preoccupazioni sul trasferimento di tecnologie avanzate. Il direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, ha dichiarato che gli USA stanno mettendo limitazioni alle tecnologie cui possono accedere gli altri governi partecipanti al progetto. Lo stesso governo britannico, sebbene sia, al contrario dell'Italia, un partner privilegiato dell'industria militare Usa, ha messo in forse, all'inizio dell'anno in corso, la propria partecipazione proprio per la difficoltà di accesso ai «codici sorgente». Tali codici permettono di effettuare modifiche al velivolo e, quindi, di adattarlo alle necessità delle singole aeronautiche;
nella programmazione degli investimenti nel medesimo settore si prevede anche un finanziamento di 450 milioni di curo all'Eurofighter 2000 (EFA 2000), programma in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna;
il programma Eurofighter rappresenta un importante passaggio nello sviluppo di una industria della difesa europea, che è un elemento centrale nella realizzazione di una maggiore integrazione, non solo economica ma anche politica, della UE, su un versante di grande rilevanza strategica. Inoltre, lo sviluppo di tecnologie di punta risulta fondamentale nella sempre più accesa competizione industriale della nuova realtà del mercato mondiale. Per questa ragione, è necessaria l'attuazione di economie di scala, che possono essere realizzate solamente mettendo insieme le risorse dei vari paesi europei;
esiste la possibilità di migliorare le capacità di attacco aria-suolo dell'EFA 2000, il cui costo, riferendosi ad un aereo già esistente, oltre che di altissimo livello tecnologico, presenta minori margini di incertezza. Nello stesso tempo i pochi velivoli (circa 40) con capacità di decollo ed atterraggio verticale, necessari alla portaerei
Cavour, potrebbero esser acquistati direttamente sul mercato. Le risorse così risparmiate, potrebbero essere impiegate nello sviluppo di velivoli più adatti alle tendenze future, come gli aerei senza pilota, ed in particolare al programma europeo Neuron, in cui siamo ai secondo posto come investimento, e che pub essere anche la base per lo sviluppo di aerei con pilota di sesta generazione -:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di ricalibrare le modalità di partecipazione del nostro paese in merito al programma JSF.
9/1746-bis/201.(Testo modificato nel corso della seduta) Galante.
La Camera,
premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha una dotazione organica teorica di 34661 unità, di cui, 29838 nell'area operativa e tecnica, 821 nell'area direttiva e della dirigenza, 4002 nell'area amministrativa ed informatica;
la dotazione organica reale, in particolare dell'area operativa dedicata all'attività ordinaria di soccorso tecnico urgente, di fatto assomma a circa 28 100 unità;
nel corso degli ultimi anni i potenziamenti della dotazione organica non hanno coperto, se non in misura residuale, gli avvenuti pensionamenti, tanto è vero che, allo stato attuale, ovvero, esaurite le disponibilità dei potenziamenti succitati, permane una carenza strutturale di circa 700 unità;
le dimissioni dal Corpo per raggiunti limiti di età o per pensionamento di anzianità per l'anno in corso ammonta a circa 1000 unità e almeno altrettante si prevedono per l'anno 2007;
il Ministero dell'interno, attraverso specifici studi tecnico-scientifici, al fine di garantire un adeguato e celere servizio in tutto il territorio nazionale ha accertato l'inderogabile necessità di incrementare di circa 15000 unità di vigili del fuoco le attuali circa 28000 unità in servizio, peraltro in piena sintonia con gli standard europei che prevedono un vigile del fuoco ogni 1500 abitanti;
l'amministrazione del Corpo utilizza, ormai in maniera stabile, lo strumento dei vigili del fuoco discontinui e precari (circa 15000 unità) per coprire carenze di organico conclamate e strutturali;
l'impiego di vigili del fuoco discontinui, di fatto, sta alimentando una forma inaccettabile di precariato anche in un settore che deve garantire l'incolumità dei cittadini attraverso un soccorso tecnico tempestivo ed efficace, oltre tutto, utilizzando stabilmente risorse che consentirebbero, senza ulteriori costi, l'assunzione di circa 2000 unità a tempo indeterminato;
sussiste una condizione di grave difficoltà operativa, destinata ad aggravarsi ulteriormente in mancanza di un potenziamento degli organici;
per fronteggiare le più urgenti esigenze del servizio in relazioni ai molteplici compiti istituzionali del Corpo in materia di soccorso tecnico urgente alla popolazione e di protezione civile, si rende necessario in via transitoria potenziare gli organici assumendo gli idonei di concorsi pubblici già espletati;
l'articolo 1, comma 96, della legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria 2005), prevede che le pubbliche amministrazioni, per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza, possono procedere ad assunzioni in deroga al blocco del tum over nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 120 milioni di euro a regime;
l'articolo 1, comma 97, della legge n. 311 del 2004, nell'ambito delle risorse stanziate dal comma 96 del medesimo articolo, dispone che si proceda prioritariamente all'immissione in servizio degli
addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale, di soccorso tecnico urgente, di prevenzione e vigilanza antincendio -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a definire un piano pluriennale di assunzioni di vigili del fuoco operativi che copra innanzitutto le attuali carenze di organico, un graduale incremento di operatori, al fine di rendere omogenee le dotazioni organiche del Corpo quanto meno agli standard europei;
tale piano dovrà prevedere, preliminarmente, il confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, avendo come obiettivo prioritario la stabilizzazione degli attuali vigili del fuoco precari con procedure e modalità da definirsi con specifico accordo sindacale, all'interno delle più generali regole del lavoro pubblico;
a valutare l'opportunità, nelle more dell'effettuazione dei concorsi pubblici che saranno previsti nel piano pluriennale succitato, di provvedere, sulla base del succitato comma 97 della legge n. 311 del 2004, per fronteggiare le più urgenti esigenze del servizio in relazione ai molteplici compiti istituzionali del Corpo e in particolare ai compiti di soccorso tecnico urgente e di protezione civile, a potenziare le attuali dotazioni organiche del Corpo, fatte salve le riserve di legge previste, attraverso il completamento dell'assunzione dei candidati risultati idonei nel concorso pubblico indetto con decreto del Ministero dell'interno in data 26 marzo 1998 per 184 posti di vigile del fuoco, nonché l'assunzione dei candidati risultati idonei nel concorso per titoli a 173 posti di vigile del fuoco, riservato ai vigili iscritti negli elenchi del personale volontario, indetto con decreto del Ministero dell'interno il 5 novembre 2001, e a tal fine ad attivarsi perché sia prorogata al 31 dicembre 2008 la validità delle graduatorie dei succitati concorsi, che scadrebbero altrimenti il 31 dicembre 2006.
9/1746-bis/202.(Testo modificato nel corso della seduta) Pagliarini, Diliberto.
La Camera,
premesso che:
la legge 5 febbraio 1992, n. 104, sancisce che la persona disabile ha il diritto al pieno rispetto della dignità umana, e ne promuove l'integrazione in tutti gli ambiti della società civile a partire dalla famiglia fino alla scuola ed al lavoro;
come risulta dall'indagine curata dall'Istat sulla «integrazione sociale delle persone con disabilità», il 91 per cento di queste ultime vive con la propria famiglia e soltanto il 6,2 per cento vive da solo;
la famiglia, pertanto, costituisce il perno dell'assistenza e della cura della malattia della persona disabile. Infatti laddove è presente una persona affetta da disabilità grave, oltre alla normale attività lavorativa fonte di sostentamento (e per la quale sono richieste presenza e professionalità), per le lavoratrici e di lavoratori si aggiunge anche il carico dell'accudimento quotidiano delle persone disabili, che provoca un logoramento ed uno stress fisico e psicologico di notevole portata, che equipara tale attività alla stregua dei lavori usuranti -:
impegna il Governo
ad estendere il beneficio della riduzione dei requisiti di età anagrafica e contributiva previsti dall'articolo 1 comma 1 del decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 e successive modificazioni, e dall'articolo 1, commi 36 e 37, della legge 8 agosto 1995, n. 335 agli assicurati che svolgono lavoro di cura ed assistenza continua a parenti in linea retta entro il quarto grado disabili, predisponendo le dovute modifiche alla tabella A allegata al predetto decreto legislativo n. 374 del 1993, al fine di inserire quelle attività tra i lavori usuranti.
9/1746-bis/203.Bellillo.
La Camera,
premesso che:
la manovra finanziaria nel suo complesso prevede un risparmio di spesa per la Pubblica amministrazione all'interno della quale, anche lo stato di previsione del Ministero della giustizia si colloca in una dimensione non facile. In particolare la riduzione dello stato di previsione per il 2007, in una quota pari al 3,8 per cento, è direttamente collegata all'intervento del Legge 4 agosto 2006, n. 248 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale», cosiddetto «decreto Bersani», che ha disposto il blocco delle anticipazioni delle spese di giustizia da parte delle Poste Italiane, al fine di meglio individuare gli andamenti delle singole poste di bilancio;
tale riduzione incide in maniera rilevante sulle spese riguardanti il gratuito patrocinio, con il rischio che tale istituto possa subire una notevole flessione in termini di disponibilità e sostenibilità da parte degli avvocati abilitati e iscritti nelle liste con la conseguenza di colpire direttamente le fasce deboli della società che usufruiscono, in termini di diritto alla difesa, di tale istituto -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte al reperimento di risorse economiche adeguate al fine di tutelare l'effettivo esercizio del gratuito patrocinio, in maniera tale da consentirne la sostenibilità economica degli avvocati abilitati e garantire il diritto alla difesa previsto dalla Carta costituzionale.
9/1746-bis/204.Crapolicchio.
La Camera,
premesso che:
la manovra finanziaria nel suo complesso prevede una generale riformulazione delle detrazioni a carico del contribuente con una redistribuzione delle risorse a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione unitamente ad un generale riesame del sistema della tassazione;
quest'ultimo aspetto è oggetto, nell'ambito della manovra di accompagnamento della legge finanziaria, del decreto-legge n. 262 del 2006, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, che incide sul sistema delle imposte sui redditi di cui al decreto del presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 prevedendo un aumento dal 30 al 50 per cento della percentuale da applicare per la determinazione del valore del benefit da includere nel reddito del lavoro dipendente;
in deroga a quanto previsto dallo Statuto dei diritti del contribuente, che all'articolo 6 dispone che «L'amministrazione deve informare il contribuente di ogni fatto o circostanza a sua conoscenza dai quali possa derivare il mancato riconoscimento di un credito», la norma fa decorrere gli effetti della disposizione dall'inizio del periodo d'imposta in corso, e non dalla data di entrata in vigore del decreto citato, 3 ottobre 2006, determinando altresì un recupero dei maggiori oneri calcolati sull'incremento della base imponibile per il periodo gennaio-settembre dell'anno in corso;
tale disposizione incide in misura rilevante su quella fascia di lavoratori che usufruisce dell'auto aziendale, quale forma aggiuntiva di reddito non altrimenti disponibile;
la norma, all'esame del Senato della Repubblica, rischia di indurre le imprese a non dotare più i propri dipendenti dell'uso dell'autovettura con un peggioramento complessivo del reddito disponibile per il lavoratore, considerato, inoltre, che mentre in precedenza i costi relativi alle autovetture in uso ai dipendenti erano
deducibili dal reddito d'impresa, la normativa attualmente in vigore ne limita la deducibilità solo a ciò che costituisce reddito imponibile per il dipendente, cosa che indurrà le imprese stesse a limitare la concessione delle auto aziendali;
la conseguenza di tali disposizioni rischia di incidere sensibilmente anche sul mercato delle auto a noleggio a lungo termine, utilizzate dalle aziende a beneficio dei dipendenti, con conseguente riduzione occupazionale del settore in cui insistono essenzialmente le auto di fabbricazione italiana;
il prevedibile minor utilizzo dell'auto aziendale avrà effetti negativi anche in termini di impatto ambientale trattandosi, generalmente, di auto nuove, con motori di tipo Euro 4 o Euro 5 con minori effetti inquinanti, rinnovate al termine del periodo di locazione, generalmente dopo tre anni -:
impegna il Governo
ad effettuare in sede di applicazione della norma in oggetto un monitoraggio sulla stessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a correggere la disposizione per rivedere la norma in oggetto al fine di non penalizzare la fascia di lavoratori che usufruiscono dell'auto aziendale quale forma aggiuntiva di reddito, anche al fine di adempiere alle disposizioni contenute all'articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente.
9/1746-bis/205.Ferdinando Benito Pignataro.
La Camera,
premesso che:
la nostra Costituzione, all'articolo 1, afferma la centralità dei lavoro come valore fondante della democrazia, essendo l'Italia una repubblica fondata sul lavoro e avendo come priorità quella di garantire ai suoi cittadini un lavoro stabile e sicuro, per un futuro sereno e pianificabile;
per garantire diritti e tutele nel nostro Paese, dove si contano ormai circa 4,5 milioni di persone, prevalentemente giovani e donne, che, a causa di una condizione lavorativa precaria, sono privi di diritti e tutele e vivono costantemente sotto ricatto;
per uscire dalla crisi economica nella quale versa il nostro Paese e favorire il suo sviluppo occorre reintrodurre il lavoro stabile e di qualità;
per garantire pari opportunità e diritti di cittadinanza, occorre potenziare la pubblica amministrazione, la sola capace di assicurare servizi sanitari, scuola, università e ricerca al servizio dei diritti e dei bisogni di tutti i cittadini;
per introdurre nel nostro ordinamento giuridico il principio del lavoro economicamente dipendente, affinché il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato torni ad essere la modalità di lavoro «normale» e per ridurre drasticamente le forme di precarietà, è necessario riscrivere complessivamente le norme sul lavoro nel nostro Paese;
per dare un segno tangibile ai cittadini, che indichi una netta inversione di tendenza rispetto al passato, attraverso cambiamenti forti e decisi, con l'apertura di una stagione di vera lotta alla precarietà nel mondo del lavoro -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di procedere ad una rivisitazione complessiva delle norme sul lavoro, al fine di concretizzare l'obiettivo di rendere il lavoro a tempo indeterminato quale forma di assunzione «normale» e ordinaria, e alla definizione di un piano pluriennale di stabilizzazione dei personale precario nella pubblica amministrazione prevedendo a tale scopo adeguate risorse e specifiche procedure.
9/1746-bis/206.Diliberto, Pagliarini, Burgio, Rocchi, Zipponi.
La Camera,
premesso che:
la legge 401 del 2001 ha provveduto alla stabilizzazione del personale contrattualizzato a tempo determinato per la redazione dei vari piani per l'assetto idrogeologico d'Italia. La norma, emanata nel 2001, consentì l'assunzione del personale citato attraverso la trasformazione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato, e venne utilizzata da tutte le regioni d'Italia ad eccezione della regione Sicilia che assunse il personale in questione solo nel 2002. La legge, infatti, faceva riferimento al personale già assunto alla data di entrata in vigore della legge, mentre il personale tecnico della Regione Sicilia, Assessorato ambiente e territorio, - per i colpevoli ritardi amministrativi della Regione stessa - nonostante fosse vincitore di concorso già nel 2001, venne contrattualizzato solo nel 2002 e dunque non potè beneficiare degli effetti della norme in questione;
al momento, solo i 45 tecnici della regione siciliana in materia di prevenzione e difesa del suolo non godono di un rapporto di lavoro stabile ma sono soggetti a contratti a tempo determinato che si protraggono nel tempo,
impegna il Governo
ad estendere i benefici conseguenti all'articolo 5, comma 3, della legge n. 401 del 2001, ai vincitori di concorso della Regione Sicilia già del 2001, ma contrattualizzati solo nel 2002.
9/1746-bis/207.Licandro.
La Camera,
premesso che:
il comma 281 della legge in questione prevede l'innalzamento dell'obbligo di istruzione per almeno dieci anni ed eleva l'età di ingresso nel mondo del lavoro da 15 a 16 anni di età;
tale obbligo si deve realizzare nel primo biennio della scuola secondaria superiore;
il biennio unitario deve essere interrelato con la scuola media ed avere valenza orientativa rispetto ai percorsi successivi;
detto biennio deve essere strutturato con l'obiettivo di contemperare le esigenze del completamento della formazione culturale di base, potenziare le capacità di scelta e la propedeuticità ai percorsi successivi e a tal fine deve essere impostato su metodologie didattiche rispettose delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili di apprendimento;
di conseguenza l'obbligo formativo dai 16 ai 18 anni, deve essere realizzato nei sistemi dell'istruzione, della formazione professionale e dell'apprendistato con un monte ore incrementato coerentemente con gli standard e gli obbiettivi formativi definiti sulla base di apposito decreto adottato dal Ministero della pubblica istruzione ai sensi dell'articolo 17, comma 4 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
la formazione professionale si configura come sistema distinto da quello dell'istruzione con il quale deve creare relazioni e progetti integrati;
le istituzioni scolastiche, inoltre, anche in rete tra loro e d'intesa con le regioni e gli Enti Locali, possono sperimentare forme di arricchimento dei percorsi scolastici avvalendosi delle risorse e delle opportunità formative presenti sul territorio -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a far sì che l'obbligo di istruzione gratuita fino a sedici anni sia realizzato nel primo biennio della scuola secondaria superiore.
9/1746-bis/208. Tranfaglia, Diliberto, Sgobio, De Simone.
La Camera,
premesso che:
le risorse assegnate agli enti pubblici nazionali di ricerca sono in termini nominali ferme da circa dieci anni e quindi progressivamente decurtate in termini reali;
la finanziaria per il 2007 prevede misure di contenimento della spesa che comportano, attraverso accantonamenti indisponibili, ulteriori riduzioni;
è da tempo prioritario l'obiettivo, confermato nel documento di programmazione economico finanziaria (DPEF), di aumentare gli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, come previsto dalla Strategia di Lisbona;
è altresì considerato prioritario:
sostenere le iniziative di collaborazione tra enti di ricerca nazionali e le autonomie regionali, già avviate da alcuni enti tra cui il CNR, che consentono di promuovere la collaborazione di attività di ricerca per lo sviluppo regionale;
promuovere la partnership pubblico-privato nelle attività di ricerca per la promozione dei processi innovativi;
l'imminente avvio delle azioni nell'ambito del VII Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea rende ancor più opportuno ed urgente investire per creare condizioni che possano favorire la competitività degli enti nazionali di ricerca italiani -:
impegna il Governo:
a considerare prioritario l'obiettivo di assegnare al Fondo ordinario per gli enti di ricerca previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998, le risorse accantonate in applicazione delle misure di contenimento della spesa previste dalla legge Finanziaria 2007 nella misura in cui si renderanno disponibili;
a favorire nelle destinazioni settoriali, stabilite in sede CIPE per l'utilizzo delle risorse del Fondo per le aree sotto utilizzate, gli interventi per la ricerca e lo sviluppo tecnologico promossi da enti nazionali di ricerca in collaborazione con il mondo produttivo;
a promuovere una concreta valorizzazione dell'apporto degli enti di ricerca, anche attraverso quote di finanziamento mirate, alle iniziative per la ricerca applicata e lo sviluppo tecnologico delle imprese o comunque ai programmi di investimento a contenuto tecnico-scientifico finanziati dai Ministeri dello sviluppo economico, dell'ambiente e tutela del territorio e del mare, delle politiche agricole, alimentari e forestali.
9/1746-bis/209.D'Agrò.
La Camera,
premesso che:
il Nord Ovest del Paese necessita di sviluppare una pluralità di collegamenti ferroviari verso la Francia, verso il Mediterraneo e verso il centro Europa;
la realizzazione del tunnel del Tenda, in questo contesto, rappresenta un nodo strategico per le comunicazioni commerciali e turistiche fra il Piemonte e la Liguria e tra l'Italia e la Francia -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere, nell'ambito delle risorse destinate alle opere infrastrutturali considerate prioritarie e strategiche per il Paese, un adeguato stanziamento finalizzato all'ammodernamento e all'ampliamento del Traforo Colle di Tenda.
9/1746-bis/210.Delfino, Tassone.
La Camera,
premesso che:
il decreto interministeriale 26 febbraio 2002, in forza della legge n. 266 del
1997, riordina il sistema di «ricerche in Antartide»;
nella note esplicative attinenti al ruolo assegnato al Consorzio per l'Attuazione del Programma Nazionale Ricerche in Antartide, è precisato che il Consorzio provvede anche «alla gestione delle infrastrutture polari in genere ed al coordinamento delle iniziative finalizzate alle ricerche antartiche e polari»;
le proposte legislative, presentate nella XIV e nella XV legislatura, ricordano che la Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide ha costituito il comitato nazionale per l'anno polare internazionale;
i ricercatori italiani hanno contribuito alla formulazione di oltre il 10 per cento dei progetti sottoposti all'International Polar Year (ICSU);
il relativo svolgimento è previsto debba interessare l'Artide e l'Antartide;
la comunità scientifica risulta favorevole alla gestione unitaria dei programmi suddetti, che l'Anno Polare consiste in un programma di ricerca con osservazioni nelle regioni polari del pianeta;
le stazioni polari sono in Antartide «Mario Zucchelli» e «Concordia» ed in Artide «dirigibile Italia» alle Isole Svalbard;
infine è altamente auspicabile uno sforzo di collaborazione a livello internazionale -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a concedere l'approvazione della partecipazione italiana all'anno polare internazionale, cogliendo questa occasione per introdurre tra i programmi di ricerca, in atto nei due poli del nostro Pianeta, il necessario coordinamento, valutando l'estensione delle competenze al Consorzio già operante, ovvero ad un organismo similare, opportunamente ridisegnato;
a considerare l'alto valore della suddetta iniziativa, anche dal punto di vista delle economie finanziarie, riconducendo ad unità competenze attualmente frammentate ed aumentando la qualità complessiva della ricerca;
a sostenere l'impegno della comunità scientifica che ha dotato l'Italia di un organismo capace di intervenire nei due emisferi;
ad individuare le risorse finanziare necessarie alla partecipazione dell'Italia all'Anno Polare.
9/1746-bis/211.Marcazzan.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria 2007 prevede, ai fini dell'Irpef, la trasformazione delle deduzioni in detrazioni ed un nuovo meccanismo di detrazione per carichi fiscali;
sono numerosissimi quei contribuenti che, pur presentando la denuncia dei redditi, dispongono di un reddito non molto alto e non debbono quindi allo Stato un imposta tanto alta da permettere di sfruttare appieno le detrazioni offerte dalla normativa fiscale;
tutti questi contribuenti trarranno un beneficio limitato, o non l'avranno affatto, da questa manovra finanziaria -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare in tempi rapidi gli opportuni provvedimenti normativi atti a consentire la facoltà ai cosiddetti contribuenti incapienti di utilizzare la detrazione per carichi familiari eccedente l'imposta dovuta per la compensazione dei debiti tributari e o di tasse dovute per servizi erogati al nucleo familiare a livello nazionale e o locale, ovvero per l'erogazione, da parte dell'Amministrazione
centrale dello Stato, su istanza dell'avente diritto di una somma di pari importo alla detrazione.
9/1746-bis/212.Drago.
La Camera,
premesso che:
a cura di un gruppo di studio del quale hanno fatto parte le università di Urbino, di Napoli, di Parma, nonché ricercatori degli Enti (European Intermodal Association; Ambrogio Trasporti; FITA-CNA, Rail Traction Company, Trenitalia Logistica, Italmondo Servizi ed Editoria, Lyon Turin Ferroviarie), coordinati dal COPIT, nel quadro del programma editoriale COPIT-MUR ex lege, è stato messo a punto un quaderno di divulgazione intitolato «Trasporto merci sull'Arco Alpino»;
nel detto rapporto si pongono in evidenza gli elementi maggiormente significativi dello scenario attuale, citando i dati Confetra che confermano come la scelta modale sia tuttora fortemente sbilanciata a favore della strada (negli ultimi anni, il trasporto per ferrovia è cresciuto del 9 per cento, duello su strada del 58 per cento); ed altresì che tende a posizionarsi il trasporto «combinato accompagnato» e maggiormente quello non accompagnato; ed infine che in relazione alla introduzione della tassa sul traffico pesante il trasporto delle merci, nella suddetta modalità, in Svizzera si è ridotto del 3 per cento;
gli scenari di sviluppo a breve termine saranno influenzati, nella opzione strada-ferrovia, dalle condizioni economiche, normative, tecnologiche, infrastrutturali e di riequilibrio modale che saranno instaurate e che pertanto lo scenario futuro - premesso che il trasporto delle merci condiziona la politica dei trasporti e si riflette sulla pianificazione del territorio, sulla gestione energetica e sulla sicurezza ambientale - è legato alla realizzazione di specifici investimenti infrastrutturali nonché sulla implementazione della politica comune dei trasporti;
per le ragioni esposte occorre prestare attenzione al sistema delle intese e dei poteri con specifico riferimento alla Commissione Europea e, nel caso dell'arco alpino, alla «convenzione delle Alpi» (trattato internazionale stipulato nel 1991 da otto Paesi alpini) cui sono allegati 10 protocolli dei quali uno dedicato ai Trasporti (sottoscritto nel 2001) nonché, a livello nazionale, al complesso dei provvedimenti che è sfociato nel Patto per la Logistica nel quale sono fissati gli impegni quadro (autotrasporto, ferroviario, combinato marittimo, terrestre, cargo aereo logistica urbana);
il rapporto ha enumerato ed efficacemente riassunto le politiche di intervento distinguendole in:
tipo tecnologico-organizzativo;
iniziativa delle Alpi - la borsa dei transiti;
progetto Bravo;
di tipo in infrastrutturale integrato;
di tipo normativo;
politica di sicurezza nelle gallerie;
e precisando che bisogna porre mano ad una politica di riequilibrio modale complessivo con interventi mirati (sulle prestazioni dei servizi, sulla riorganizzazione delle imprese, sulla incentivazione del trasporto ferroviario intermodale, sull'incremento della efficienza dei processi logistici -:
impegna il Governo
1. a definire le linee di una politica condivisa che, partendo dalla constatazione che il trasporto merci sull'arco alpino è la questione chiave per la politica dei trasporti della UE, assicuri l'armonizzazione delle esigenze, non sempre convergenti, dei soggetti coinvolti;
2. a predisporre una valutazione più realistica dell'onere finanziario connesso all'ipotesi di un sistema di trasporti efficiente dell'arco alpino, ben superiore ai dieci miliardi di euro attualmente considerati, in modo che occorrerà, fin da ora, individuare forme di intervento integrative dell'azione di Governo e dell'UE (Project Financing, tassazione sul traffico pesante, contributi delle Regioni direttamente coinvolte;
3. a procedere, alla integrazione degli attuali progetti ferroviari di attraversamento delle Alpi mediante un sistema ramificato che raggiunga le aree ad alta intensità logistica, specie per il Mezzogiorno;
4. a dare, quindi, maggiore importanza ai collegamenti locali con i corridoi transeuropei (I e V);
5. a concorrere alla maturazione di tutti i Paesi europei interessati di una visione complessiva dello spazio alpino e del suo sviluppo;
6. a riconoscere la priorità del Trasporto ferroviario procedendo, a migliorare le condizioni per favorire l'accesso dei privati alla rete finanziaria;
7. a garantire - allo scopo di agevolare la soluzione del trasporto combinato che richiede la cooperazione degli operatori della catena logistica e la coerenza dei decisori politici - la convenienza tra combinato e tutto strada mediante:
maggior rispetto delle norme di circolazione;
incremento del personale di controllo;
realizzazione di aree attrezzate;
armonizzazione della normativa europea;
costituzione di un registro internazionale delle infrazioni stradali;
8. a concedere l'importanza che merita alla armonizzazione dei dati sui flussi di trasporto tra i Paesi alpini, mettendo ordine nella frammentazione delle fonti informative e introducendo accettabili livelli di cooperazione tra Italia, Francia, Svizzera e Austria (congrui livelli ministeriali e attivazione dei gruppi di lavoro);
9. a considerare con favore la realizzazione di una Agenzia del trasporto merci sull'arco alpino ad essa assegnando i compiti di:
facilitare le scelte di piano e la loro condivisione;
attivare l'osservatorio sulla realtà logistico-trasportistica dei territori alpini;
mettere a sistema gli studi realizzati al riguardo da Ministeri, Università, Enti di Ricerca, società di consulenza, etc.
9/1746-bis/213.Compagnon.
La Camera,
premesso che:
è necessario disporre di mezzi finanziari adeguati per assicurare l'evoluzione positiva dello strumento militare e la sua efficienza come richiesto dal mutato quadro strategico ed in rapporto ai ruolo dell'Italia nello svolgimento della politica internazionale;
lo sviluppo tecnologico incide in misura decisiva sul successo della pianificazione, specie per quanto riguarda le capacità di mettere in rete le informazioni necessarie, rese possibili solo con l'impiego di strumenti innovativi (satelliti, sensori, radar, velivoli senza pilota, GNSS etc.);
richiamate le disposizioni di legge in vigore che definiscono compiti istituzionali e militari da riassumere essenzialmente in due proposizioni:
operazioni di mantenimento della pace, di soccorso umanitario, di cooperazione post conflitto ed altresì di salvaguardia delle pubbliche Istituzioni e dei concorso in caso di calamità;
operazioni di prevenzione della minaccia, di tutela degli interessi nazionali, di partecipazione collettiva;
richiamate le previsioni di carattere strategico formulate dalla pianificazione militare che sono principalmente tre:
A. sicurezza degli spazi nazionali;
B. partecipazione ad operazioni, in coalizione;
C. operazioni risolutive comprendenti la difesa della integrità nazionale, della integrità collettiva, la gestione della crisi;
sottolineato che essendo ammessi solo gli interventi nei suddetti scenari è decisiva l'apprestamento delle relative forze e con esse, sia dai supporti tecnologici, sia dalla base produttiva degli stessi;
ribadito che ponendo la dovuta attenzione al rapporto tra la domanda di sicurezza e il dinamismo dell'offerta scientifica e produttiva si pub constatare la eccellenza tecnologica posseduta dall'Italia, insediata in Regioni territoriali di grande valore per la tipologia industriale (velivoli, elicotteri, spazio, elettronica), con i seguenti totali (unità: Nord: 14920; Centro: 10223; Sud: 7236) -:
impegna il Governo:
1. adottare misure per definire strategiche talune aree territoriali ove sono presenti industrie e centri di ricerca, da salvaguardare e sostenere in quanto componenti essenziali del sistema di sicurezza e di difesa nazionale;
2. ad includere nelle misure suddette l'adeguamento strutturale, dei distretti tecnologici, con riferimento particolare a:
Distretto Aerospaziale del Lazio, (da integrare con l'obiettivo del coordinamento della industria a tecnologia avanzata della difesa), insediata nell'area della Tiburtina;
Distretto Tecnologico di Torino, di valore strategico per la Difesa;
3. ad identificare una politica capace di sostenere le filiere produttive per la difesa e per la sicurezza, da considerare incluse nei distretti tecnologici, assistiti da una «governante» tale da consentire la piena partecipazione delle forze produttive, scientifiche e sociali nella gestione del distretto;
4. a studiare rapporto di attori significativi dei sistemi finanziario a livello regionale, con iniziative riguardanti: fondazioni bancarie, fondazioni private, strutture di ventural capital, pianificando - in particolare con le Università di Roma e di Torino - l'utilizzazione degli Spin-Off.
9/1746-bis/214.Bosi, Tassone.
La Camera,
premesso che:
il comma 217 dell'articolo 16, consente, per gli anni 2008 e 2009, alle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi i Corpi di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le agenzie, incluse quelle fiscali, agli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4 del decreto legislativo 165 del 2001, di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, prima dell'espletamento di nuove procedure concorsuali, di procedere all'assunzioni degli idonei nelle graduatorie dei concorsi precedentemente banditi e ancora validi dalle Amministrazioni e dagli enti interessati.
9/1746-bis/215.D'Alia.
La Camera,
premesso che:
considerate le difficoltà incontrate nella ricostruzione delle aree delle regioni Umbria e Marche colpite dal terremoto del 1997;
constata la necessità di sostenere le famiglie impegnate a far fronte alle necessità post-terremoto;
viste le ordinanze del Commissario straordinario adottate negli anni scorsi;
impegna il Governo
a sollecitare il Commissario straordinario a farsi carico dei bisogni delle popolazioni delle regioni Umbria e Marche, e più in particolare che i soggetti colpiti dal sisma dei 26 settembre 1997, individuati dall'ordinanza del Ministro per il coordinamento della protezione civile del 22 dicembre 1997, n. 2728, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 1997, destinatari dei provvedimenti agevolativi in materia di versamento delle somme dovute a titolo di tributi e contributi, regolarizzino la propria posizione relativa agli anni 1997, 1998, 1999, a partire dal 1o gennaio 2008.
9/1746-bis/216.Forlani, Ronconi.
La Camera,
premesso che:
con la legge 21 dicembre 1999, n. 508, i Conservatori di Musica, insieme alle Accademie, sono stati riformati ed elevati (anche se in maniera ambigua e parziale e ancora incompleta) al livello universitario e denominati Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale;
i diplomi conseguiti con il previdente ordinamento sono stati equiparati alle lauree di primo livello dalla legge n. 268 del 2002 -:
impegna il Governo
a prevedere in tempi rapidi il completamento della riforma dell'Alta Formazione Musicale ed Artistica in maniera tale da agganciare in maniera chiara e definitiva il sistema delle Accademie e dei Conservatori di Musica al sistema universitario, sia per quanto riguarda i titoli rilasciati, sia per quanto riguarda lo stato economico e giuridico dei personale, equiparandolo definitivamente a quello universitario.
9/1746-bis/217.Barbieri.
La Camera,
premesso che:
la minorazione della vista è in allarmante aumento in tutto il mondo e dall'altro, la cultura della prevenzione in ambito visivo è quasi del tutto assente;
la legge n. 284 del 28 agosto 1997 ha affidato alla Sezione Italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB Italia), fondata nel 1977 per iniziativa dell'Unione Italiana Ciechi e della Società Oftalmologica Italiana, la promozione e la prevenzione della cecità, delle malattie oculari nonché la riabilitazione visiva degli ipovedenti;
tali finalità sono state ulteriormente riconosciute utili per l'interesse di tutta la collettività e confermate con la successiva legge n. 350 del 2003, che ha previsto anche interventi per la prevenzione della cecità nelle aree povere del mondo, nonché per lo sviluppo della ricerca e dei servizi per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva di oltre un milione e mezzo di cittadini ipovedenti;
tutta l'attività del citato ente è riconducibile alla creazione di una cultura della prevenzione in ambito visivo e all'effettivo riconoscimento e integrazione dell'ipovedente all'interno della società, attraverso una serie di interventi che si ripetano nel tempo, affinché ciascun individuo di qualsiasi età ed appartenenza sociale possa concepire la prevenzione come dovere ed interesse;
ai fini del contenimento della spesa pubblica, l'articolo 53 della Legge Finanziaria, ha accantonato e resa indisponibile
anche la quota delle dotazioni riguardanti il funzionamento della sezione italiana dell'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità;
la riduzione dell'importo operata dalla norma non consentirà di sostenere la ricerca e l'assistenza nel campo della prevenzione e cura della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti -:
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché nel corso dell'iter della legge finanziaria al Senato siano apportate le necessarie modifiche atte a ripristinare la quota della dotazione accantonata per il perseguimento delle finalità cui l'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità è stata deputata.
9/1746-bis/218.Volontè.
La Camera,
premesso che:
è stato recentemente illustrato dal Ministro delle infrastrutture, il piano «priorità infrastrutturali»;
il corridoio tirrenico meridionale ed in particolare la pedemontana di Formia non risulterebbe inserito tra queste opere prioritarie nonostante sia considerata una emergenza del Lazio e della Campania;
l'opera risulta in attesa di completamento nonostante il via libero del ministero dell'Ambiente, lo stato avanzato dei lavori dei rimanenti tratti in territorio campano e le intese con gli enti locali coinvolti -:
impegna il Governo
a prevedere che nell'ambito delle opere considerate strategicamente prioritarie sia inserito anche il completamento della variante SS Appia-Formia, lungamente atteso dall'intera economia del Centro, che faciliterà i collegamenti di merci e persone con il resto d'Italia e soprattutto con l'Europa, dando oltretutto una risposta anche alle sollecitazioni che vengono dall'Unione Europea per superare gli ostacoli infrastrutturali che rendono svantaggiate le aree del Mezzogiorno d'Italia, avvicinandolo ai grandi mercati europei e favorendone i flussi turistici.
9/1746-bis/219.Formisano, Ciocchetti, Dionisi.
La Camera,
premesso che:
l'uso di alcune medicine determina una diminuzione di attenzione nella guida degli autoveicoli -:
impegna il Governo
perché l'AIFA studi l'opportunità che le confezioni di medicinali a rischio e che possono determinare un calo di attenzione alla guida portino nelle stesse confezioni l'indicazione di un'auto stilizzata all'interno di un triangolo rosso e recante la dicitura «attenti alla guida» al fine di segnalare la situazione di pericolo. Tale indicazione deve essere altresì riportata sul foglietto illustrativo dei medicinale. Le disposizioni di cui sopra devono applicarsi in particolare ai farmaci sedativi, ipnotici, tranquillanti, antidepressivi, antistaminici, cardiovascolari, agli ormoni nonché ai farmaci per la vista, antinfiammatori, alle anfetamine e ai diuretici.
9/1746-bis/220.Lucchese.
La Camera,
premesso che:
Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per più di un milione di ragazzi ed adulti con ritardo mentale;
in Italia Special Olympics è stato inserito nell'ambito dell'attività della Federazione italiana Sport Disabili (FISD) per circa 15 anni;
ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei;
in continuità con quanto già assegnato con la Legge 189 del 2003 alla Federazione italiana sport disabili e con quanto stanziato dalla legge Finanziaria 2006, è stato incrementato il contributo al Comitato italiano paralimpico;
Special Olympics Inc è riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il Comitato Paralimpico -:
impegna il Governo
a prevedere che nell'ambito delle risorse assegnate al Comitato Italiano paralimpico venga destinata una quota delle stesse in favore della Special Olympics Italia.
9/1746-bis/221.Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
a distanza di quasi due anni dal verificarsi della frana del 4 febbraio 2005 nella città di Nero, alla luce delle indagini di monitoraggio effettuate dall'amministrazione comunale di concerto con gli altri enti preposti, è possibile fare una valutazione degli interventi effettuati e dell'evoluzione della fenomelogia, dai quali si evince la dimensione gravissima del dissesto idrogeologico e dei danni correlati che investono le imprese e i beni paesistici, storici e archeologici della zona;
rispetto alla dichiarazione dello stato di calamità, gli interventi necessari trovano una troppo lenta attuazione a causa della mancanza di risorse e questo ingenera nella cittadinanza un grave senso di disagio e di incertezza legato alla impossibilità di definire con chiarezza l'eventuale ritorno degli abitanti nelle loro case;
tutta la zona è stata sottoposta dall'assessorato regionale per il territorio e l'ambiente a vincolo idrogeologico, il cui dispositivo di attuazione prevede la demolizione degli edifici pericolanti senza la ricostruzione. La sorte dell'intera zona interessata è incerta;
è urgente un programma di misure e di controllo per progettare gli interventi correttivi e adottare i provvedimenti necessari a salvaguardia della città e dei cittadini di Naro -:
impegna il Governo
a predisporre un progetto di continuità sistematica alle misure atte ad affrontare, con la massima urgenza e in modo organico, i problemi del dissesto idrogeologico, dell'accessibilità al centro e della riqualificazione delle emergenze architettoniche e archeologiche, oltre alla messa a punto di progetti generali di intervento e alla realizzazione di interventi di bonifica e consolidamento.
9/1746-bis/222.Ruvolo, Lucchese, Mazzoni.
La Camera,
premesso che:
la delibera CIPE n. 74 del 27 maggio 2005 ha approvato il Programma nazionale degli interventi nel settore idrico;
si tratta di opere per le quali sono già stati istruiti dalle Regioni di intesa con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, i relativi progetti che hanno ormai conseguito tutte le autorizzazioni ed i pareri previsti dalla legge e che sono quindi esecutivi e cantierabili -:
impegna il Governo
a sollecitare l'avvio in tempi rapidi della realizzazione delle opere previste dal
Piano irriguo Nazionale garantendo l'immediato impiego delle somme già destinate da precedenti finanziarie.
9/1746-bis/223.Martinello, Ruvolo, Delfino.
La Camera,
premesso che:
il nodo autostradale genovese Voltri-Genova est (Gronda di Ponente), rappresenta una priorità infrastrutturale per tutta l'area nord-occidentale del Paese;
la variante al nodo autostradale genovese registra la prima criticità trasportistica stradale in Italia;
nella precedente legislatura regionale e nazionale per la realizzazione della citata variante, le risorse finanziarie erano già state indicate con l'intesa Governo-Anas-Società Autostrade per un totale di due miliardi di euro nella disponibilità della Società Autostrade,
impegna il Governo
ad intervenire in tempi rapidi affinché siano mantenuti gli impegni già assunti, accelerando la stesura finale del progetto ed a vigilare affinché le risorse non siano stornate per altre opere.
9/1746-bis/224. (Testo modificato nel corso della seduta) Adolfo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successive modificazioni ed integrazioni, prevede trattamenti particolarmente agevolati per alcune tipologie di utilizzazione del demanio marittimo per la cantieristica navale e la pesca ed altre misure più contenute per l'utilizzazione turistico ricreativa e per la portualità turistica;
risultano esclusi dalla disciplina agevolata dei canoni demaniali l'utilizzazione di aree e/o specchi acquei da parte di impianti industriali ai fini dello stoccaggio e la decantazione di fanghi e residui delle lavorazioni industriali ed estrattive;
generalmente queste aree sono zone acquitrinose e malsane o comunque di valore pressoché nullo, sia sotto il profilo marittimo che sotto il profilo agrario;
le imprese che impegnano questi spazi, non destinati alla produzione industriale, devono rendere compatibili sotto il profilo ambientale i residui delle lavorazioni prima che siano avviati allo smaltimento oppure a mettere a successiva disposizione dello Stato aree utilizzabili sotto il profilo commerciale;
le modifiche ai criteri di determinazione dei canoni apportate dalla legge n. 494 del 1993 ha generato incrementi di costi insostenibili per le aziende che utilizzano questo tipo di aree;
in particolare, per la Società Euroalluminia di Portovesme, che dal 1977 conferisce i propri residui di lavorazione in una discarica denominata «Sa Foxi» sita in territorio di Portoscuso e di cui una parte è di proprietà del Demanio Marittimo, l'applicazione della legge n. 494 del 1993 ha comportato un aumento del canone da 84 a 605 milioni di vecchie lire, a cui deve aggiungersi l'ulteriore aumento previsto dal presente disegno di legge;
nel pagamento dei canoni demaniali esiste una discrepanza tra coloro che traggono direttamente beneficio dall'area utilizzata e coloro, come nel caso di tali aziende, che pur essendo assoggettati a tale pagamento non traggono vantaggio dall'uso dell'area e per i quali un aumento del canone influisce sull'incremento dei costi di produzione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere il trattamento agevolato, previsto per la pesca e la cantieristica, nel senso di applicare
un canone minimo per le concessioni demaniali dovute da industrie minerarie o estrattive, prevedendo altresì una dilazione dei pagamenti per quelle aziende che registrino un pregresso non ancora versato.
9/1746-bis/225.Mereu, Oppi.
La Camera,
premesso che:
sebbene la famiglia svolga un'importantissima funzione sociale, peraltro confermata dal rilievo che ad essa viene attribuito dalla stessa Costituzione, nel nostro Paese la funzione storica e sociale della famiglia non ha mai ottenuto la necessaria attenzione da parte del legislatore, stante la perdurante incapacità nel trasformare in norme questi principi, nonostante le affermazioni pressoché unanimi, circa il riconoscimento che le spetta, non soltanto sul piano astratto delle affermazioni programmatiche, ma soprattutto in termini concreti, in primo luogo per quanto concerne l'assetto dell'ordinamento giuridico;
sotto questo profilo, risulta chiaramente come l'attuale ordinamento tributario, strutturato assumendo come elemento di riferimento il contribuente comè singolo, viola il principio costituzionale della capacità contributiva prescindendo da un'attenta considerazione delle condizioni effettive nelle quali si trova il contribuente: trattare in maniera eguale situazioni che sono profondamente differenti sul piano sostanziale oltre a porsi in contrasto con il principio della capacità contributiva di cui all'articolo 53 della Costituzione, costituisce altresì violazione del principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta costituzionale. È infatti evidente come la capacità economica di un soggetto che non ha figli o comunque familiari da mantenere sia di fatto diversa da quella del soggetto che, pur percependo lo stesso reddito, è l'unico a lavorare nell'ambito di una famiglia numerosa -:
nonostante le numerose sentenze della Corte Costituzionale (n. 179 del 1976, n. 358 del 1995 e n. 12 del 1998) in cui si è affermato che l'attuale trattamento fiscale della famiglia penalizza i nuclei monoreddito e le famiglie numerose con componenti che non producono (i figli) o che svolgono lavoro casalingo, nulla è cambiato nel regime fiscale delle famiglie e a poco valgono le detrazioni per i carichi familiari che, al di là della loro esiguità, cercano solo di correggere questa impostazione;
a ciò non sopperiscono altre politiche familiari per le quali l'Italia si colloca al penultimo posto in Europa;
si continuano a perpetrare ingiustizie a danno della famiglia la cui formazione e mantenimento sono diventati un lusso e non un diritto costituzionalmente tutelato con il risultato di un netto peggioramento del tenore di vita delle famiglie ed un preoccupante decremento del tasso di natalità;
è necessario operare una svolta in termini di reale considerazione della funzione sociale della famiglia facendo un passo deciso verso un nuovo regime fiscale della famiglia e per la famiglia;
l'esigenza di introdurre finalmente nel nostro Paese il cosiddetto «quoziente familiare» che è un meccanismo, già applicato in diversi Paesi europei, tra i quali la Francia, dove ha determinato una crescita dei consumi interni e un aumento consistente della crescita demografica, il cui andamento tendenziale in Italia determinerebbe invece una riduzione di 6 milioni di persone entro i prossimi 50 anni -:
impegna il Governo
ad incentivare il ristabilimento dell'equità orizzontale intesa come la rimodulazione dell'imposta anche secondo la dimensione del nucleo familiare ed a introdurre, pertanto, il sistema del «quoziente familiare».
9/1746-bis/226.Capitanio Santolini, Volontè.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 3, comma 15, della legge 28 ottobre 1986, n. 730 è stata stanziata, a favore dei comune di Ariano Irpino, la somma di 40 miliardi delle vecchie lire, da destinare all'opera di ricostruzione del centro urbano colpito dai terremoti del 1962 e del 1980;
con l'articolo 13-ter della legge 27 marzo 1967, n. 120, tale somma è stata aumentata di 10 miliardi, delle vecchie lire;
l'opera di ricostruzione non è ancora stata completata;
delle somme stanziate residuano attualmente 10 miliardi delle vecchie lire,
impegna il Governo
ad adottare le misure necessarie affinché sia garantito con puntualità e celerità il pagamento delle somme residue.
9/1746-bis/227.Mazzoni.
La Camera,
premesso che:
in Calabria, e soprattutto sulla linea ionica, in questi ultimi anni si è purtroppo rilevato, nel corso dei periodi estivi, la soppressione di fermate e di treni, sia a lunga percorrenza che di quelli locali, senza tenere conto dei bisogni e delle esigenze delle popolazioni;
oltre a causare gravi disagi alle popolazioni residenti tale politica adottata da Trenitalia arreca un significativo danno economico agli operatori turistici calabresi in generale e ionici in particolare,
impegna il Governo
a sollecitare la società Trenitalia affinché ripristini i treni e le fermate soppressi nei periodi estivi in maniera tale da garantire un servizio adeguato alle esigenze dell'utenza, anche stagionale, calabrese.
9/1746-bis/228.Tucci, Tassone.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria 2007 prevede il trasferimento della metà del trattamento di fine rapporto inoptato ad un apposito Fondo gestito dall'INPS;
tale misura non renderebbe disponibile in maniera rapida ai lavoratori le risorse per esigenze improvvise o particolari come nel caso di lavoratori con a carico figli affetti da gravi handicap che necessitano di cure e assistenza particolari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità che, con apposito provvedimento, vengano esclusi dall'applicazione della disposizione citata quei lavoratori con a carico figli affetti da gravi handicap.
9/1746-bis/229.Galletti, Compagnon.
La Camera,
premesso che:
la lotta all'evasione costituisce uno degli obiettivi prioritari e più volte ribaditi dal Governo Prodi in fase di campagna elettorale e confermati da alcune disposizioni contenute nella manovra economica;
tali misure debbono ritenersi inefficaci fintanto che non si riesce a realizzare un vero e proprio contrasto di interessi tra i fruitori di beni e servizi e i fornitori degli stessi ai fini dell'emersione di gran parte dell'imponibile attualmente non dichiarato,
impegna il Governo
a valutare in tempi rapidi l'opportunità di prevedere, senza oneri aggiuntivi per lo
Stato, un idoneo sistema di deduzioni dall'imponibile delle persone fisiche relative ad operazioni di compravendita di beni e servizi di quei settori maggiormente sensibili all'evasione, stabilendone le quote, le modalità di certificazione con particolare riferimento alla tracciabilità dei mezzi di pagamento, le modalità di controllo e di fruizione.
9/1746-bis/230.Peretti, Galletti.
La Camera,
premesso che:
le difficoltà delle comunicazioni e la carenza di infrastrutture sono state la causa dei problemi incontrati nello sviluppo economico della Calabria;
pur rappresentando l'unico valido collegamento delle regioni meridionali al resto del Paese, la riqualificazione della Salerno-Reggio Calabria, al fine di adeguarla al ruolo di saldatura con gli itinerari europei per il tramite di quelli nazionali, registra notevoli ritardi, così come l'adeguamento della statale ionica;
è necessaria una riflessione urgente sull'emergenza che vive da anni il sistema aeroportuale calabrese;
si continua a registrare, nei periodi estivi soprattutto, la soppressione di fermate e di treni, sia a lunga percorrenza che di quelli locali, senza tenere conto dei bisogni e delle esigenze delle popolazioni;
è auspicabile un rafforzamento del sistema di trasporto combinato ferro-gomma-mare anche al fine di decongestionare le arterie di collegamento stradale calabresi -:
impegna il Governo
a predisporre in tempi rapidi una piattaforma logistica, da presentare alle Commissioni parlamentari competenti per materia, che ridisegni complessivamente il sistema infrastrutturale della regione Calabria prevedendo in particolare:
1) completamento del raddoppio della Salerno-Reggio Calabria in tempi rapidi e potenziamento e ammodernamento della statale 106 Ionica Reggio Calabria-Taranto e avvio delle iniziative progettuali per la costruzione di una nuova autostrada Ionica Reggio-Taranto;
2) elettrificazione della tratta ferroviaria ionica, prolungamento del progetto di alta velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria, nuova trasversale Catanzaro Lido-Lamezia Terme con collegamento sino all'aeoroporto;
3) potenziamento del porto di Gioia Tauro attraverso raccordi e collegamenti ferroviari e stradali e costruzione della piastra logistica, interventi per realizzare il sistema portuale calabrese (Reggio-Gioia Tauro-Vibo-Crotone-Corigliano);
4) potenziamento con risorse e investimenti del sistema aeroportuale (Reggio-Lamezia-Crotone).
9/1746-bis/231. Tassone.
La Camera,
premesso che:
a Spoleto opera dal 1947 il teatro lirico sperimentale «A. Belli»;
il suddetto Teatro lirico svolge una importante e meritoria attività di formazione in favore di cantanti lirici;
numerosi fra i più noti cantanti lirici italiani e stranieri hanno seguito corsi di formazione presso il Teatro «A. Belli»,
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile, volta ad individuare risorse sufficienti per garantire una continuità formativa al teatro lirico sperimentale «A. Belli».
9/1746-bis/232.Ronconi.
La Camera,
premesso che:
la drammatica situazione in cui versano l'ordine e la sicurezza pubblici, particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia e, ancora più particolarmente, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia;
la prima e più efficace forma di contrasto al diffondersi della delinquenza comune ed all'espandersi del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata è rappresentato da una efficace e visibile presenza dello Stato;
il progressivo depauperamento degli organici delle strutture periferiche delle forze dell'ordine è stato interpretato come volontà di arretramento dello Stato rispetto alla sua istituzionale funzione di contrasto ad ogni forma di illegalità e di garanzia della sicurezza di ogni cittadino ed i coinciso, non casualmente, con un incremento delle attività criminose comuni e di tipo mafioso;
appare quindi necessario invertire una tendenza Che precipiterebbe il Mezzogiorno d'Italia in una situazione che farebbe impallidire anche il peggiore «Far West» più volte e, più a meno a proposito, richiamato per descrivere la quotidiana realtà.di molte città italiane -:
impegna il Governo
a garantire, attraverso una adeguata politica di mobilità del personale e attraverso una destinazione di personale la totale copertura dei posti in pianta organica delle strutture territoriali delle forze dell'ordine nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia ed a mantenere in funzione tutte le strutture territoriali in questione in atto operanti.
9/1746-bis/233.(Testo modificato nel corso della seduta) Oliva, Lo Monte, Neri, Rao, Reina.
La Camera,
premesso che:
i territori delle regioni in cui insistono impianti di raffinazione petrolifera, che si trovano dislocati in località costiere, sono stati nel corso degli anni fortemente condizionati da elementi negativi sotto il profilo del degrado ambientale, che ha influenzato anche quello storico-architettonico e della condizioni di salubrità dei cittadini; come confermato' da studi, 'indagini scientifiche, rapporti e pronunciamenti- della magistratura civile (fino ad arrivare addirittura a forme di risarcimento volontarie operate da imprese private prima di arrivare alla conclusione del procedimenti giudiziari), senza che siano mai stati intrapresi idonei seri e concreti accerti menti e condotte appropriate inchieste per apportare i dovuti correttivi migliorativi che la situazione impone e, comunque, senza che lo Stato abbia mai preso in considerazione 'la possibilità di adottare provvedimenti di natura risarcitoria par i danni conclamati subiti dalla popolazione interessata;
oltre il 30 per cento della raffinazione di prodotti petroliferi viene attualmente operata nei tre centri del territorio della Regione Siciliana (Milazzo, Gela o Nolo Gargallo) e la restante parte progressivamente ripartita la altri ambiti dei territorio nazionale -:
impegna il Governo
ad assumere conducenti iniziative allo scopo di ridurre i prezzi dei carburanti venduti sul territorio ove insistono impianti di raffinazione dislocati in località costiere delle regioni, assegnando una quota delle accise sulle benzine pari a 0,413 euro e dell'accisa sul gasolio per autotrazione pari a 0,26 euro per ogni litro venduto dalla rete di impianti di distribuzione nel territorio della regione e a dettare le disposizioni attuative nel merito della presente iniziativa con apposito decreto del Ministro del l'economia e finanze, d'intesa con le regioni interessate.
9/1746-bis/234.Lo Monte, Oliva, Neri, Rao, Reina, Marinello, Crisafulli.
La Camera,
premesso che:
la Commissione Europea, nel mese di Aprile del corrente anno, ha accolto favorevolmente il portato della relazione Hockmark in ordine ah possibilità per le aree di cui all'Obiettivo 1 di essere destinatarie di forme di fiscalità diverse e più vantaggiose per le attività d'impresa produttiva, alle fondamentali condizioni che detta fiscalità diversa fosse, in via esclusiva, riferita a soggetti d'impresa che promuovono nuovi insediamenti produttivi e che, pasimbnd, tale «vantaggio» venisse limitato nell'arco di un preciso ed individuato termine temporale, fauna restando, comunque, la necesàaria autorizzazione, caso per caso, da effettuarsi da parte della Commissione medesima;
il tessuto connettivo del sistema di imprese operante nei territori del nostro Paese rientràntl nelle area di cui all'Obiettivo 1 è caratterizzato, tra l'alttro, da un saldo fortemente negativo per quanto attiene la mortalità di nuove imprese, in ragione della conoomitante incidenza di molteplici ed eccessivi elementi di contrasto ad uno sviluppo equilibrato dei sistema economico locale e tra questi, inevitabilmente il livello di pressione fiscale;
anche in previsione dell'apertura dell'area di libero scambio nel Mediterraneo nel 2013 che acuirebbe in modo drammatlcsumente irreversibile la crisi dell'intero sistema economico meridionale, e dunque dell'intero Paese, senza che, per tempo, si sia provveduto a idonei correttivi finalizzati a corroborare - e rendere competitiva sul mercato la nostra impresa, appare opportuno ridare slancio allo capacità di nuove attività imprenditoriali a mezzo di un significativo alleggerimento della pressione fiscale;
sarebbe necessario apportare le seguenti modifiche all'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917:
al comma 1, dopo le parole « reddito delle società» sono aggiunte le seguenti, «salvo quanto disposto nei comuni 1 bis e 1 ter»;
dopo il comma 1 sono inseriti f seguenti:
«1-bis. Non sono soggetti all'imposta sul reddito delle società le nuove imprese di cui alle lettera a), b), a e) del comma 1 che aprano nuovi impianti produttivi nel territori delle regioni Mousse, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
»1-ter. L'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 bis è subordinata all'autorizzazione della Commissione delle Comunità europee ai sensi della normativa in materia di aiuti di Stato di cui agli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo delle Comunità europee.";
l'esenzione di cui all'articolo 73, comma 1 bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 11986, n. 917, si applica per cinque periodi di imposta, prorogabili per altri 3 in presenza di nuovi investimenti, a decrorrere da quello riferito all'anno 2007 -:
impegna il Governo
ad assumere le più conducenti iniziative al fine di promuovere forme di fiscalità di vantaggio nei territori del nostro Paese rientranti nelle aree di cui all'Obiettivo 1 alla luce di quanto esposto in premessa.
9/1746-bis/235.Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 1 comma 341 della legge n. 266 del 23 dicembre 2005 si prevedeva l'autorizzazione di spesa correlata .alla costituzione della 'Fondazione per la promozione dello sviluppo della Ricerca avanzata nel campo delle Biotecnologie;
il taglio del finanziamento, stabilito dalla predetta norma nella misura di 60
milioni di euro per ognuno degli anni 2007 e 2008 e di 180 milioni per l'anno 2009, impedisce la reali one di un importante Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RI.MED) che sarebbe dovuto sorgere a Carini;
il progetto, nato dalla collaborazione con l'Università di Pittaburg, il Centro Nazionale delle Ricerche, l'ISMETT, la Regione Siciliana, l'ASL 6 e la città di Carini, avrebbe portato a coprire 600 posti di lavoro, con la partecipazione di figure professionali altamente specializzate ed impegnate sulle frontiere della ricerca medica;
bloccare la realizzazione del RI.MED recherebbe un danno al Paese perché lo priverebbe di un Polo di ricerca di avanguardia e al territorio di Carini poiché verrebbe meno un indotto economico in grado di consolidare nel tempo uno scenario fortemente vitale e dinamico -:
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative e misure idonee per la realizzazione del Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RI.MED) dotando le Regioni dei Mezzogiorno di un fondamentale polo ricerca e di innovazione tecnologica indispensabili per lo sviluppo del territorio.
9/1746-bis/236. Rao, Neri, Lo Monte, Oliva, Reina.
La Camera,
premesso che:Ministero dell'Economia e delle Finanze, istituita dal decreto legislativo del 9 gennaio 1999 n. 1 (Riordino degli enti e della società di promozione e istituzione della società «Sviluppo Italia», a norma degli articoli 11 e 14 della legge 15 marzo 1997, n. 59), nell'ambito del più complesso riordino degli enti e delle società di promozione (vedi anche decreto legislativo 14 gennaio 2000, n. 3, Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1, concernenti la società «Sviluppo Italia»);
Sviluppo Italia, in particolare, nasce come Agenzia nazionale per lo sviluppo di impresa e l'attrazione degli investimenti, con la missione di accelerare e diffondere lo sviluppo produttivo ed imprenditoriale del Paese, per contribuire a sostenerne e migliorarne la competitività;
l'articolo 4 dello Statuto di Sviluppo Italia, nel definirne l'oggetto, prevede espressamente l'obiettivo di sostenere lo sviluppo del sistema produttivo italiano e della progettualità anche territoriale, favorendone l'accesso al mercato dei capitali nazionale e internazionale;
in tale contesto, la principale missione che la legge attribuisce a Sviluppo Italia è rappresentata dalle attività di attivazione degli investimenti tali attività si inserivano nel quadro degli indirizzi programmatici del precedente Governo fissati, inizialmente, nel Patto per l'Italia e nel DPEF 2003-2006. Essi individuavano in Sviluppo Italia il soggetto incaricato di promuovere l'attrazione di nuovi investimenti nel Paese attraverso la realizzazione del «Programma Operativo per l'Attrazione degli Investimenti» quale strumento di promozione, sul mercato degli Investimenti Diretti Esteri, del «Sistema Italia» e confermati dai successivi riconoscimenti normativi;
in realtà, a dispetto degli ohiettivi primari assegnati, le attività svolte fino ad oggi da Sviluppo Italia si sono focalizzatesu varie forme di contribuzione e finanziamenti alle imprese nazionali, trasformando di fatto il ruolo originariamente attribuito all'Agenzia;
in particolare, Sviluppo Italia opera prevalentemente mediante forme contributive diverse, tra cui interventi finanziari in aree industriali di crisi ovvero assunzioni di partecipazioni in capitale di imprese attive in vari settori economici e dislocate nel territorio nazionale;
nell'ambito dello svolgimento di tali attività, il Gruppo Sviluppo Italia b cresciuto notevolmente fuori da ogni controllo. Oggi, l'Agenzia controlla 17 società
regionali, 11 società focalizzate su business specifici (banda larga, porti turistici, poli turistici integrati, infrastrutture e ingegneria, riqualificazione di aree industriali), ed è presente nel capitale di 177 società, in 61 delle quali detiene una partecipazione di controllo;
attraverso le società regionali., controlla una vasta rete centralizzata di incubatori, la più grande presente oggi in Europa, di cui 24 sono operativi, 10 in fase di realizzazione e 7 programmati. In merito, vale la pena ricordaree clic gb incubatori già: in funzione denunciano un un forte contrasto con la sperata vocazione di sviluppo del meridione che avrebbe dovuto essere proprio dell'Agenzia, dal momento che sono prevalentemente localizzati nel nord e nel centro del paese;
le sue attività sono diventate negli anni, particolarmente variegate: si pensi, ad esempio, che le partecipazioni acquisite in una miriade di società, peraltro nei più diversi settori economici, hanno in molti casi attribuito all'Agenzia un ruolo di controllo sulle stesse, trasfigurando l'obiettivo iniziarle del proprio intervento in capitale;
in altri termini, l'Agenzia, a fonte di un'ipotesi di intervento meramente finanziario, ha di fatto acquisito un ruolo di controllo industriale sulle stesse società che certamente esula dalla mission sociale attribuitale dalla legge: si pensi, ad esempio, alle vicende di Napoli Sociale S.p.A., Frame S.p.A., Piaggio AeroIndustries S.p.A.; la catena alberghiera Raphael presente in Sicilia; Italia Navigando che avrebbe dovuto valorizzare il patrimonio delle coste italiane; Italia Turismo S.p.A.; Rete Autostrada Mediterranee S.p.A., e tante altre se ne potrebbero ricordare;
in tale contesto, appare difficile comprendere quale sia la logica progranunatica e strategica di una tale miriade di interventi e, soprattutto, in che modo essi possano effettivamente favorire l'attrazione degli investimenti e dei capitali esteri;
l'Agenzia, peraltro, presenta oggi costi di funzionamento elevati e, per certi aspetti, ingiustificati, a partire da quelli sostenuti per il personale (centinaia di dipendenti) ovvero sostenuti per il funzionamento del proprio Consiglio di Amministrazione, composto da ben 9 Consiglieri e che negli anni ha visto numerosi ricambi di vertice con evidenti interessenze politiche;
l'Agenzia, peraltro, nomina numerosi suoi rappresentati nei Consigli di Amministrazione delle varie società partecipate, con ulteriore aggravio dei costi sostenuti per pagare i cospicui emolumenti da essi percepiti.
l'ipotesi di riportare l'Agenzia e le suo finzioni entro gli originari confini ipotizzati dalla legge e di snellirne le strutture appare, oggi, praticamente inattuabile; e ciò con il rischio evidente di perdere tempo assistendo ad un nuovo, quanto inutile, giro e ricambio di nomine;
appare, invece, necessario porre fine a quello che può essere definito un gigantesco equivoco, riportando Sviluppo Italia nell'ambito della sua missione originale, nel rispetto di canoni di efftcienza ed efficacia, con l'obiettivo principale di realizzare e attrarre investimenti mirati soprattutto nelle aree aeree sotto utilizzate del Paese;
impegna il Governo
a procedere, in tempi rapidi, al fine di rilanciarne gli originari obiettivi, alla soppressione e alla relativa liquidazione dell'Agenzia Sviluppo Italia, nonché alla riconversione delle sue risorse creando, presso il Ministero dello Sviluppo economico, un apposito dipartimento che si occupi di rilanciarne gli originali obiettivi.
9/1746-bis/237.(Testo modificato nel corso della seduta) Raiti, Donadi.
La Camera,
premesso che:
la categoria dei docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali
della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena è legata all'Amministrazione della Difesa, senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni, previste dai Decreti Ministeriali 20 dicembre 1971 e 3 gennaio 1995 n. 165 emanati dal Ministero della Difesa;
nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta Amministrazione (per alcuni anche più di 30 anni), gli insegnanti in questione hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova eguali in nessun'altra categoria di dipendenti dello Stato;
ad una condizione di incertezza del lavoro si è aggiunto il disagio economico, derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti con quanto previsto per gli insegnanti della Pubblica Istruzione di prima nomina -:
impegna il Governo
a risolvere definitivamente il problema della precarietà che colpisce i docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena.
9/1746-bis/238.Sgobio, Satta, Duranti, Del Mese, Giuditta, Picano.
La Camera,
premesso che:
il problema dell'usura sta diventando ogni giorno sempre più drammatico, soprattutto nei centri grandi e piccoli del Mezzogiorno e che, pertanto, si rende necessario potenziare con risorse adeguate tutte strutture e strumenti, al fine di arginare questa autentica piaga;
ricordato, infine, l'impegno forte assunto recentemente al riguardo dal Ministero dell'Interno;
considerato che l'emendamento era stato fatto proprio dal relatore e dalla Commissione;
considerato che l'emendamento era stato fatto proprio dal relatore e dalla Commissione -:
impegna il Governo
a disporre, in relazione al rifinanziamento dell'articolo 15 della legge 108 del 1996, un importo congruo per l'anno 2007, destinato al risarcimento delle vittime dell'usura.
9/1746-bis/239.Satta, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, D'Elpidio, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
i comuni assumono tutti gli anni per lunghi periodi vigili urbani stagionali che svolgono un lavoro indispensabile per l'ordine e la sicurezza delle comunità locali;
dopo un lungo periodo di esperienza maturata, questo personale debba essere sistemato in via definitiva con l'assunzione a tempo indeterminato -:
impegna il Governo
ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché il personale in servizio presso gli enti locali con mansioni di vigile urbano, per un periodo di almeno 36 mesi, anche se non consecutivi, sia assunto a tempo indeterminato, a condizione che vi siano le necessarie disponibilità finanziarie nei relativi bilanci, e che sia rispettato il patto di stabilità interno, qualora obbligatorio.
9/1746-bis/240.Pisacane, Satta, Attili, Giacomelli, Del Mese, Fabris, Giuditta, Picano, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, D'Elpidio, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto), non contempla espressamente tra le cessioni all'esportazione le cessioni di beni effettuate negli speciali negozi cosiddetti «duty-free»;
l'articolo 16, paragrafo 1, punto B, lettera e), della sesta direttiva CEE in materia di Iva (direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977), come modificata dalla direttiva 95/7/CE del Consiglio del 10 aprile 1995, ammette il regime di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto anche per le cessioni di beni per viaggiatori che si recano in un Paese terzo con un volo o una traversata marittima;
l'ipotesi contemplata dalla predetta direttiva deve ritenersi inclusa tra le previsioni dell'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972;
la prassi amministrativa in materia di regime Iva già considera le cessioni di beni effettuate nei negozi «duty-free» come cessioni all'esportazione;
ciò nondimeno sul punto sono comunque insorti contenziosi ed è dunque necessario fornire un'interpretazione amministrativa univoca e risolutiva in materia;
impegna il Governo
ad adottare iniziative, anche normative, volte a chiarire la corretta interpretazione dell'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, ovverosia nel senso che rientrano tra le cessioni all'esportazione le vendite effettuate dagli speciali negozi di cui all'articolo 128 del T.U.L.D. in regime di esenzione di cui all'articolo 16, punto B, lettera e) della direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977.
9/1746-bis/241.D'Elpidio, Satta, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il problema dei figli maggiorenni con handicap grave richiede interventi mirati al sostegno della maternità e della paternità -:
impegna il Governo
a considerare la possibilità al fine di consentire ai genitori che assistono un figlio maggiorenne portatore di handicap in condizioni di gravità certificata, con invalidità del 100 per cento e non in grado di espletare autonomamente le attività fondamentali della vita quotidiana, che abbiano raggiunto il requisito minimo di ventiquattro annualità di contribuzioni versate, a prescindere dall'età anagrafica, di usufruire in qualsiasi momento del collocamento anticipato in quiescenza, con rendita incrementata di 1 anno per ogni 4 anni di contribuzione effettiva, versata in costanza di assistenza ai figli riconosciuti disabili gravi ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio n. 104 del 1992.
9/1746-bis/242.Fabris, Satta, D'Elpidio, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premessa l'importanza di continuare ad avere una particolare attenzione per gli esuli giuliano-dalmati e per i connazionali rimasti nei territori ex italiani attualmente facenti parte di Slovenia, Croazia e Montenegro -:
impegna il Governo
ad attivarsi per rifinanziare la legge 193 del 2003 che consente di svolgere le
attività istituzionali delle associazioni degli esuli e dell'unione degli italiani e di assumere le iniziative necessarie per velocizzare la liquidazione dei fondi già stanziati per il risarcimento dei beni abbandonati in quelle terre.
9/1746-bis/243. (Nuova formulazione) Giovanardi, Maran, Forlani, Borghesi, Menia.
La Camera,
premesso che:
la famiglia rappresenta, in qualunque società, il luogo primario e fondamentale ove si esplica la personalità di ciascuno individuo;
gli articoli 29 e 30 della nostra Costituzione sanciscono il riconoscimento, da parte della Repubblica, dei diritti della famiglia e, in particolare, del diritto/dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli;
l'articolo 31 della Costituzione stabilisce, altresì, che sia un dovere della Repubblica «agevolare, con misure economiche e altre provvidenze, la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»;
si ritiene quindi doveroso un intervento dello Stato affinché le famiglie ricevano un adeguato sostegno economico, indispensabile perché esse possano espletare al meglio la propria funzione educativa;
tale esigenza è ancor più sentita per le famiglie numerose, che spesso devono far fronte a notevoli esborsi al fine di garantire ai propri figli una vita e un'istruzione dignitose, che possano aiutarli nel loro futuro inserimento nel mondo del lavoro;
tutto ciò acquista una particolare rilevanza quando vi siano figli conviventi non percettori di reddito, o comunque percettori di redditi minimi, come spesso avviene nei casi di famiglie con figli che non abbiano ancora concluso il proprio corso di studi, o che comunque abbiano da poco fatto il loro primo ingresso nel mondo del lavoro;
l'articolo 3 della legge finanziaria per il 2007, pur prevedendo opportune risorse per l'incremento degli assegni familiari non affronta in maniera specifica il problema delle famiglie numerose con figli conviventi non percettori di redditi o percettori di redditi esenti dalle imposte sui redditi -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative, anche normative, volte a reperire risorse aggiuntive al fine di incrementare l'entità degli assegni per il nucleo familiare e di prolungarne la corresponsione, relativamente alle famiglie con almeno quattro figli, anche ai figli conviventi non percettori di redditi o percettori di redditi esenti dalle imposte sui redditi, fino al compimento del 25o anno di età.
9/1746-bis/244.Del Mese, Fabris, Satta, D'Elpidio, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
l'esigenza di mantenere e rafforzare il servizio di vigilanza e sorveglianza degli uffici giudiziari e dei tribunali appare sempre più evidente e necessaria;
per far fronte a questa esigenza in numerosi casi è stato, ed è, utilizzato personale dipendente di istituti di vigilanza privati;
tale soluzione non ha sempre garantito risultati efficaci e pienamente soddisfacenti, pur trovando la sua giustificazione nella oggettiva difficoltà a poter
utilizzare il personale delle forze di polizia dedicate alle funzioni di contrasto alla criminalità;
queste ultime, infatti, sono sempre più impegnate e utilizzate nei servizi di presidio del territorio, soprattutto nelle zone del Paese in cui maggiore appare la pericolosità delle attività criminali e dove l'allarme sociale per la presenza di tali fenomeni e attività risulta più alto e giustificato -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a rafforzare, per il possibile, la tendenza a dispiegare sul territorio tutte le forze dedicate alla tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, onde rendere più efficace e penetrante l'attività di contrasto nei confronti delle attività criminali; nonché a prevedere, a tal fine, la possibilità di utilizzare, per le funzioni di sorveglianza e vigilanza degli uffici giudiziari e dei tribunali, gli agenti del corpo di polizia penitenziaria, permettendo in tal modo un più razionale ed efficiente impiego del personale delle forze di polizia dedicate alle funzioni di contrasto alla criminalità.
9/1746-bis/245.Affronti, Del Mese, Fabris, Satta, D'Elpidio, Giuditta, Picano, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il 15 marzo 1944 la città di Cassino fu rasa al suolo da un violento bombardamento;
Cassino fu l'epicentro della linea Gustav, dove i tedeschi resistettero agli alleati per circa nove mesi;
il PRG della nuova Cassino previde lo sviluppo in pianura, per cui la Cassino medievale, posizionata a ridosso di Montecassino, fu lasciata sepolta sotto le macerie;
buona parte di quella zona non è stata più toccata, per cui sotto le macerie giacciono ancora morti e molte bombe e proiettili inesplosi;
durante vari incendi estivi nelle montagne di Montecassino sono intervenute varie esplosioni, il che significa che il sito ha bisogno di bonifica;
sarebbe opportuno accorpare la vecchia Cassino alla nuova città per utilizzarla come parco della memoria e museo della Guerra che potrebbe diventare di interesse turistico internazionale, avendo combattuto in quei mesi dei 43-44 i giovani di decine di nazioni -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative, anche normative, volte a reperire le risorse necessarie per bonificare il sito di Cassino per completare l'opera di ricostruzione post-bellica.
9/1746-bis/246.Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il terremoto del 31 ottobre del 2002 ha interessato una vasta area a cavallo tra le regioni Molise e Puglia;
tale evento sismico ha causato numerose vittime ed ingenti danni alle strutture pubbliche e private lasciando, al contempo, numerosi cittadini senzatetto;
è necessario assicurare continuità all'opera di ricostruzione in corso -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere un aumento degli stanziamenti previsti per l'opera di ricostruzione nella regione Molise e nella regione Puglia, nonché di prevedere la sospensione degli oneri tributari
e previdenziali per le aziende ed i lavoratori residenti in tali regioni in modo da garantire le stesse agevolazioni già concesse ad altre regioni italiane (Sicilia, Marche, ecc.) colpite da eventi calamitosi.
9/1746-bis/247.Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
la legge 23 febbraio 2001, n. 29 recante «Nuove disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali» ha erogato al Centro Nazionale di Studi Leopardiani un contributo di lire 500.000.000 per gli anni 2001-2002 e 2003;
la legge 24 dicembre 2003 n. 350 ha prorogato il contributo anche per gli anni 2004-2005-2006;
i contributi fino ad oggi erogati al Centro, sono stati utilizzati non soltanto per diffondere nel mondo l'opera di Leopardi, uno dei più grandi poeti e pensatori dell'epoca moderna, ma anche per perseguire altre finalità quali:
il recupero e la ristrutturazione dell'ex Monastero di S. Stefano assegnato come sede al Centro Mondiale dal comune di Recanati; e ancora, il restauro dei luoghi leopardiani, come la Villa delle Ginestre a Torre del Greco, il Teatro di Recanati e la Torre del Passero solitario; e ancora, l'acquisto del complesso di S. Stefano e la realizzazione dell'Auditorium e parte della biblioteca; e infine, importanti progetti, quali la realizzazione del Centro mondiale della Poesia sul Colle dell'Infinito, che purtuttavia ancora devono essere portati a termine;
si considera quantomai necessario prorogare l'erogazione del contributo previsto per gli anni 2004-2005-2005 al fine di completare la realizzazione dei suesposti progett --:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a rinnovare anche per il triennio 2007-2009 il contributo già previsto nello scorso triennio al Centro Nazionale Studi Leopardiani di Recanati, proprio al fine garantire il proseguimento di lavori relativi alla realizzazione delle finalità già perseguite dal citato Centro Studi.
9/1746-bis/248.Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo n. 146 del 2000 relativo all'adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione penitenziaria e dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile, nonché relativo all'istituzione dei ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria, disciplina le modalità di costituzione dei predetti ruoli, con la previsione di soli 12 posizioni dirigenziali;
si ritiene che la dotazione organica stabilita dal decreto legislativo n. 146 del 2000 non sia sufficiente rispetto alle attuali esigenze del Corpo di polizia penitenziaria, né equiparata a quella prevista per altri Corpi;
il decreto legislativo n. 334 del 2000 relativo al riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente della Polizia di Stato, prevede che i funzionari del ruolo direttivo ordinario della Polizia di Stato sono inquadrati nella qualifica superiore di commissario capo;
con l'emanazione del decreto legislativo n. 155 del 2001 relativo al riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente del Corpo forestale dello Stato, il Corpo ha potuto adeguare il proprio ordinamento a quello della Polizia di Stato;
si ritiene opportuno provvedere ad una seppur limitata razionalizzazione anche dell'inquadramento del personale direttivo del Corpo di polizia penitenziaria, al fine di renderne più efficiente l'operato -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a correggere la palese asistematicità normativa causata dalle citate sperequazioni di trattamento previste per il personale dei ruoli direttivi del Corpo di polizia penitenziaria rispetto alle progressioni in carriera stabilite per i funzionari delle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile, in particolare prevedendo che il personale già in servizio appartenente ai ruoli direttivi ordinari e speciali con qualifica di vice commissario in prova, vice commissario e commissario penitenziario sia inquadrato, anche in soprannumero riassorbibile, nella qualifica di commissario capo penitenziario dei medesimi ruoli, facendo peraltro salve le procedure e gli effetti relativi ai concorsi interni ed esterni già espletati e assicurando che il nuovo inquadramento avvenga secondo l'ordine delle qualifiche di provenienza e, nell'ambito di queste, secondo l'ordine di ruolo; nonché a stabilire una riduzione del cinquanta per cento dell'anzianità richiesta al personale appartenente al ruolo direttivo speciale ai fini della promozione alla qualifica di commissario coordinatore, nonché il criterio dello scrutinio per merito assoluto, anche in soprannumero rispetto alle dotazioni organiche, per l'accesso alle qualifiche superiori.
9/1746-bis/249.Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il territorio italiano è diffusamente interessato da percorsi utilizzati da coloro che sempre più numerosi praticano attività e discipline di tipo escursionistico;
tali percorsi escursionistici si collocano entro una dimensione nazionale ed europea ed abbisognano di una razionale ed univoca classificazione, trattandosi di itinerari turistici segnalati a livello europeo e mondiale;
i medesimi itinerari constano materialmente di sentieri, mulattiere, tratturi, carrarecce e tracciati che vanno costantemente mantenuti e dotati di adeguata segnaletica, di posti tappa fruibili anche in caso di emergenza(rifugi, bivacchi,capanne e posti di chiamata per interventi di pronta emergenza,posti di soccorso alpino, ecc.);
nel territorio montano nazionale (Parchi compresi) non è data sufficiente uniformità alle modalità con le quali i soggetti istituzionali a ciò preposti provvedono a dotare di tali infrastrutture di servizio, di informazione e segnaletiche, gli itinerari sopra descritti (trattasi di Vie Storiche quali la Via Francigena o la Via Micaelica, di grandi percorsi escursionistici quali la GEA-Grande Escursione Appenninica, la Via delle Alpi o il Sentiero Italia, di vie alpinistico-escursionistiche quali le Alte vie che interessano intere regioni alpine o gruppi montuosi);
la gran parte delle attività che alimentano la realizzazione e il mantenimento in buono stato di questi itinerari montani è svolta da associazioni senza scopo di lucro e da volontari ai quali va garantito un adeguato coordinamento operativo e supporto tecnico;
poiché alcune Associazioni come già avviene per il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, che per norma svolge un ruolo di coordinamento di tutte le attività di soccorso in montagna, in grotta e in ambiente impervio, sono assegnatarie di ruolo di coordinamento di attività secondo principi di adeguatezza e
sussidiarietà, disponendo di capacità e professionalità adeguate allo svolgimento dei compiti loro assegnati;
mancando nel nostro paese un catasto nazionale dei sentieri e degli itinerari escursionistici nei territori montani, premessa di un razionale intervento e di una conseguente programmazione delle necessarie misure atte a garantire il buono stato e la fruibilità dei medesimi sentieri e itinerari -:
impegna il Governo
a sostenere con le opportune iniziative il turismo e l'escursionismo montano, in particolare a dare vita al catasto dei sentieri italiani nonché, di concerto con le Regioni, al coordinamento nazionale delle grandi vie escursionistiche, attraverso le opportune deliberazioni e conseguenti disposizioni dei competenti ministeri e della Presidenza del Consiglio che, nell'ambito delle disponibilità finanziarie loro assegnate, per l'espletamento delle suddette funzioni e attività, si avvalgono di soggetti istituzionali la cui natura non privatistica contempli tra gli indirizzi statutari quello di favorire il turismo e l'escursionismo montano, dando tra essi priorità al Club Alpino Italiano.
9/1746-bis/250.Quartiani, Motta.
La Camera,
premesso che:
sono note le difficoltà che le persone disabili e i loro familiari si trovano a dover affrontare nella vita di tutti i giorni;
tali difficoltà investono ogni momento della loro vita, ivi compresi quelli dedicati al tempo libero;
si ritiene necessario assicurare ai portatori di handicap una dignitosa mobilità, tanto in ambito cittadino quanto al suo esterno;
uno dei mezzi considerati più comodi e funzionali onde consentire agevoli spostamenti alle persone disabili è rappresentato dall'autocaravan;
questo mezzo di trasporto consente ai portatori di handicap di beneficiare di momenti di svago, da poter condividere anche con i familiari, che la condizione di menomazione rende meno accessibili -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte ad estendere le agevolazioni in materia di Iva previste dalla Tabella A, parte II, punto 31 («Beni e servizi soggetti all'aliquota del 4 per cento») del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, e successive modificazioni ed integrazioni, per l'acquisto di autovetture a soggetti disabili, anche all'acquisto di autocaravan; nonché ad estendere anche agli autocaravan l'agevolazione prevista per il pagamento della tassa automobilistica erariale e regionale di cui all'articolo 8, comma 7, della legge della legge 27 dicembre 1997, n. 449.
9/1746-bis/251.Giuditta, Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Pisacane.
La Camera,
premesso che:
il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e la Legge Finanziaria prevedono misure volte a restringere l'area dell'evasione fiscale, che ha raggiunto in Italia livelli inaccettabili, specie in relazione ad alcune tipologie di reddito tra cui le locazioni immobiliari;
principi di equità fiscale ed efficienza economica suggeriscono di procedere verso l'uniformità dell'imposizione sulle rendite di capitale;
incrementare la mobilità delle persone e nell'utilizzo degli immobili esistenti è obiettivo fondamentale della politica economica e sociale -:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di giungere ad una riduzione dell'aliquota nella misura del 20 per cento, ove dagli accertamenti effettuati derivi un maggior gettito in favore dello Stato.
9/1746-bis/252.(Testo modificato nel corso della seduta) Turci.
La Camera,
premesso che:
la società Sviluppo Italia S.p.A. non ha svolto con adeguata efficacia gli obiettivi per i quali era stata istituita;
la stessa società appare caratterizzata da inefficienza in misura irrecuperabile, come stanno a dimostrare gli scarsi risultati ottenuti, a fronte di una cospicua liquidità che invece di essere destinata agli scopi statutari della società giace inutilizzata in forma di crediti verso enti creditizi o finanziari e titoli obbligazionari o del debito pubblico;
il necessario rigore nei conti pubblici, perseguito nella Legge Finanziaria, implica sacrificio per tante amministrazioni pubbliche e ha imposto a Governo e maggioranza di investire in obiettivi fondamentali come la ricerca scientifica palesemente meno di quanto è necessario e indispensabile per la competitività e lo sviluppo del Paese, e impone dunque di razionalizzare l'uso di risorse pubbliche e perseguire la massima efficienza in ogni amministrazione;
uno Stato moderno e democratico non può tollerare la permanenza di isole di privilegio e sperpero, particolarmente nell'ambito del Settore Pubblico -:
impegna il Governo
ad un'analisi e ad una verifica dell'efficacia di Sviluppo Italia e, dopo questo esame da compiere in tempi rapidi, dare la soluzione più opportuna al problema della sua liquidazione.
9/1746-bis/253.(Testo modificato nel corso della seduta) Villetti.
La Camera,
premesso che:
l'evasione fiscale e contributiva in Italia assurge a dimensioni di vera emergenza nazionale, e che la Legge Finanziaria e il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria fanno della riduzione dell'evasione priorità di Governo;
il Decreto Fiscale e la Legge Finanziaria contengono molte rilevanti misure di contrasto del fenomeno, alcune delle quali, se non pienamente efficaci, si risolverebbero solo in un vessatorio aggravio di adempimenti per i cittadini e di costi per le imprese;
la lotta all'evasione fiscale dovrebbe orientarsi e congiungersi alla semplificazione amministrativa e alla riduzione degli oneri per cittadini e imprese, con controlli rivolti ad affermare il principio della trasparenza -:
impegna il Governo
a esentare nel mese di Settembre 2007, in occasione della presentazione al Parlamento della Relazione Previsionale e Programmatica per l'anno 2008, una valutazione dell'efficacia e per cittadini e imprese delle disposizioni di contrasto dell'evasione fiscale e contributiva e di emersione della base imponibile contenute nella Legge Finanziaria e nel Decreto Fiscale.
9/1746-bis/254.Buemi.
La Camera,
premesso che
seguito di una serie interventi legislativi adottati a decorrere dalla legge
finanziaria per il 2004 le risorse dell'otto per mille dell'IRPEF destinato allo Stato sono state sensibilmente ridotte, e per l'anno 2006 ammontano - a fronte di un gettito complessivo di oltre 89 milioni di euro - ad appena 4,7 milioni di euro;
l'articolo 16, comma 750, del disegno di legge finanziaria, opportunamente interviene ad invertire tale tendenza, disponendo il ripristino, per un importo di 45 milioni di euro dal 2007 e integralmente a decorrere dal 2010, delle risorse dell'otto per mille dell'IRPEF destinato allo Stato;
negli ultimi anni la Chiesa cattolica ha investito risorse crescenti della quota dell'otto per mille dell'IRPEF ad essa destinata per la realizzazione di massicce campagne pubblicitarie, volte a sollecitare i contribuenti a scegliere la Chiesa cattolica in sede di dichiarazione dei redditi ai fini della destinazione dell'otto per mille;
le campagne pubblicitarie messe in atto dalla Chiesa cattolica, unitamente alla totale mancanza di informazione in ordine al funzionamento del meccanismo dell'otto per mille (con particolare riguardo alla destinazione delle quote dei contribuenti che non esprimono alcuna scelta) e sulle iniziative che lo Stato finanzia o intende finanziare con la quota ad esso spettante, hanno portato negli ultimi anni a un notevole aumento delle risorse assegnate alla Chiesa cattolica (rectius: alla Conferenza episcopale italiana), che nel 2006 ammontano a oltre 900 milioni di euro -:
impegna il Governo
a impiegare una somma comunque non inferiore al 10 per cento della disponibilità complessiva della quota annuale a diretta gestione statale dell'otto per mille dell'IRPEF, alla realizzazione di messaggi pubblicitari e al conseguente acquisto di spazi televisivi, radiofonici, della stampa periodica, nonché di altri mezzi di informazione, allo scopo di assicurare adeguata informazione ai contribuenti sul funzionamento del meccanismo dell'otto per mille, con particolare riguardo alla destinazione delle quote dei contribuenti che non esprimono alcuna scelta, sulla possibilità di scegliere di destinare la quota pari all'otto per mille a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione dello Stato, nonché sulle iniziative sociali e umanitarie che lo Stato finanzia o intende finanziare con le risorse ad esso assegnate.
9/1746-bis/255.Turco.
La Camera,
premesso che
l'assistenza farmaceutica a carico del SSN e dei pazienti, erogata tramite farmacie aperte al pubblico, escludendo gli acquisti diretti da parte delle aziende sanitarie, ha registrato uno sfondamento lordo di spesa di 380 milioni di euro nel 2005;
l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha più volte riportato la notizia di un esperimento effettuato in Galizia (Spagna) con la somministrazione di dosi individuali di antibiotici, con il medico che prescrive e il farmacista che consegna la dose idonea al paziente e non la confezione intera, che ha portato a risparmiare il 35 per cento della spesa per questo tipo di medicinali. In Italia tale modalità di somministrazione dei soli antibiotici consentirebbe di risparmiare circa 400 milioni di euro, superiore allo sfondamento di spesa registrato nel 2005 -:
impegna il Governo
per ridurre i costi e al contempo fornire la medesima assistenza farmaceutica, si avvii una sperimentazione che renda possibile, a fronte della prescrizione del medico, la somministrazione di dosi individuali sfuse di medicinali, in particolare di farmaci di fascia A, da parte del farmacista.
9/1746-bis/256.Crema.
La Camera,
premesso che:
la città di Foggia è afflitta da un elevato tasso di criminalità;
La scuola di Polizia di Foggia, struttura esistente da moltissimi anni, dovrebbe cessare la propria attività -:
impegna il Governo
a mantenere tale importante struttura nel territorio foggiano o in subordine riqualificarla come struttura di polizia.
9/1746-bis/257.(Testo modificato nel corso della seduta) Di Gioia, Antonio Pepe, Bordo.
La Camera,
premesso che
l'articolo 1, comma 555 (ex articolo 136, comma 2) reca disposizioni inerenti l'istituzione di un fondo perequativo per il finanziamento delle autorità portuali dell'importo complessivo di 50 milioni di euro, in particolare per rispondere all'esigenza di adeguamento infrastrutturale, la cui dotazione va annualmente ripartita, con decreto di altro Ministro, diverso da quello delle infrastrutture, e che a detto altro Ministro compete, altresì, il potere di indirizzo e verifica dell'attività programmatica delle autorità portuali;
premesso, altresì, che l'articolo 1, comma 566 destina 15 milioni di euro risorse per la realizzazione delle Opere strategiche di preminente interesse nazionale, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, quale contributo per i mutui contratti nell'anno 2007 per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino immediatamente cantierabili;
premesso, infine, che l'articolo 1, comma 568 (ex articolo 137) reca disposizioni relative all'istituzione di un muovo organismo interministeriale con competenze relative all'adozione del piano di sviluppo ed infrastrutturazione degli hub portuali di interesse nazionale, subordinando detta adozione alla proposta di altro Ministro diverso di quello delle infrastrutture;
rilevato che le norme del disegno di logge finanziaria vanno coordinato con le previgenti norme dettate dal decreto-legge del 18 maggio 2046, n. 181, convertito in legge 17 luglio 2406, n. 233 - recante norme in tema di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri;
tenuto conto della ripartizione di competenze delineata dal decreto-legge n. 181 del 2006, nonché dai successivi provvedimenti applicativi, in particolare tra il Ministero delle infrastrutture ed il Ministero dei trasporti, che affida al primo ogni attribuzione in tema di programmazione, progettazione, finanziamento, realizzazione e gestione dalle reti infrastrutturali di interesse nazionale, con esclusione di quelle in materia di difesa e di telecomunicazioni previste per legge, nonché delle infrastrutture necessarie per il funzionamento e la gestione delle opere marittime e portuali;
rilevato che è di tutta evidenza la necessità di collocare le norme del disegno di legge finanziaria nell'equilibrio istituzionale delineato per i vari dicasteri dalla normativa sopra richiamata e che, conseguentemente, al Ministero delle infrastrutture venga riconosciuto il ruolo primario assegnato per legge in relazione alle infrastrutture del Paese -:
impegna il Governo
a assicurare l'interpretazione delle disposizioni in esame nei termini di cui in premessa.
9/1746-bis/258.Misiti.
La Camera,
viste le disposizioni volte ad assicurare il rifinanziamento degli interventi infrastrutturali destinati alla realizzazione
di opere di preminente interesse nazionale, e, in seno a queste, di quelle specificamente destinate a risolvere le problematiche connesse con le principali problematiche viarie in Lombardia;
considerato che appare quanto mai opportuna la previsione riferita alla possibilità di subentro ad ANAS di un organismo di diritto pubblico, appositamente costituito, tra ANAS e regione Lombardia per la prosecuzione delle medesime attività già svolte dalla stessa ANAS, e cioè completamente dalla progettazione e relativa attività esecutiva;
ritenuto che tale facoltà di subentro non possa, a tutta evidenza, riguardare soggetti diversi del conducente sopra citato;
rilevato che può apparire opportuno, altresì, consentire la partecipazione al capitale sociale della società organismo di diritto pubblico appositamente costituita per la gestione delle residue attività proprie del concedente anche ad altri enti pubblici comunque istituzionalmente portatori di interesse pubblico in materia, previa comunque l'autorizzazione del Ministro delle infrastrutture -:
impegna il Governo
a adottare ogni misura interpretativa ed attuativa conforme a quanto specificato in premessa, nonché ad assicurare le dovute modificazioni volte a consentire la partecipazione al capitale sociale della società anche ad altri enti pubblici, nei termini di cui in premessa.
9/1746-bis/259.Mura, Saglia.
La Camera,
premesso che:
l'opera di ricostruzione delle zone della Campania e della Basilicata disastrate per effetto degli eventi sismici del 1980 e 1981 è stata dichiarata di preminente interesse nazionale dalle leggi della Repubblica;
a oggi, a seguito dei finanziamenti dello Stato, l'opera di ricostruzione degli edifici privati distrutti o gravemente danneggiati, pur in fase di notevole avanzamento, non è ancora completata;
come risulta dal monitoraggio costantemente aggiornato da parte del Ministero delle infrastrutture e delle Regioni interessate, il relativo fabbisogno ammonta per la Basilicata a circa 650 milioni di euro e per la Campania a circa 1.400 milioni di euro;
il richiamato fabbisogno si riferisce alla necessità di soddisfare le documentate e giacenti richieste avanzate dagli aventi titolo che, come riconosciuto dai giudici di merito e della Corte di Cassazione, si configurano come diritti soggettivi consolidati;
impegna il Governo
a garantire la prosecuzione ai sensi della legge n. 32 del 1992 del finanziamento pubblico necessario a completare l'opera di ricostruzione privata nelle regioni Basilicata e Campania anche a mezzo di specifici contributi quindicennali a favore delle Regioni interessate;
disporre proroga del termine di validità delle agevolazioni IVA connesse all'espletamento delle attività di ricostruzione privata in scadenza al 31 dicembre 2006.
9/1746-bis/260.Aurisicchio.
La Camera,
premesso che
il comma 309 del testo della legge finanziaria interviene in materia di programmazione universitaria introducendo per il triennio 2007-2009, il divieto per le università di istituire e attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quella legale e amministrativa;
il comma 1, articolo 36 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 206, istituisce l'Agenzia di Valutazione;
lcune grandi sedi universitarie hanno provveduto a realizzare il processo di decongestione attraverso l'articolazione in poli decentrati, ormai funzionanti da qualche decennio;
si condivide l'intento di evitare proliferazioni prive dei requisiti essenziali per un coordinato funzionamento -:
impegna il Governo
a assumere iniziative normative affinché l'eventuale divieto sia conseguente alla valutazione autonoma delle sedi distaccate da parte della costituente Agenzia di valutazione e affinché nelle more della piena funzionalità dell'Agenzia, la valutazione sia espressa in sede congiunta dal CNUSU e dal CIVR, secondo criteri stabiliti dal decreto ministeriale da adottare entro il 31 gennaio 2007.
9/1746-bis/261.Tessitore, Tocci, Ghizzoni, Froner, Sasso, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni, Intrieri, Lulli, Albonetti, Brandolini, Chicchi, Pedulli, Vichi.
La Camera,
premesso che:
il comma 265 della legge finanziaria prevede, per evitare la formazione di nuovo precariato, un blocco delle graduatorie permanenti dal 1 gennaio 2010 e l'attivazione di nuove regole di reclutamento del personale docente;
il comma 265 prevede, inoltre, un piano triennale di immissione di ruolo di 150.000 docenti;
la formulazione del testo così presentata non specifica che nel computare i posti per l'immissione in ruolo vanno conteggiati solo i posti assegnati a docenti con rapporti di lavoro precari e non quelli assegnati ai docenti già assunti a tempo indeterminato e la mancanza della suddetta specifica rischia di alterare il numero reale delle immissioni in ruolo;
il testo così formulato riduce la pianta organica dei docenti di sostegno -:
impegna il Governo
considerare la necessità:
1. che il ministero effettui un monitoraggio dell'applicazione del piano triennale e preveda una relazione, entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della legge, sull'andamento dello stesso alle commissioni parlamentari, anche al fine di individuare nuove modalità di formazione e abilitazione e di innovare e aggiornare gli attuali sistemi di reclutamento del personale docente.
2. di conteggiare, nell'attuazione del piano di immissione in ruolo esclusivamente i posti assegnati a docenti con rapporti di lavoro precari.
3. di aumentare l'organico di diritto dei docenti di sostegno almeno in misura corrispondente all'80 per cento del numero complessivo dei docenti di sostegno già in servizio nell'anno scolastico 2005-2006.
9/1746-bis/262.Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Tessitore, Benzoni, Folena, De Simone.
La Camera,
vista la legge n. 59 del 1997 e in particolare l'articolo 21 relativo al conferimento dell'autonomia alle istituzioni scolastiche;
visto il Decreto legislativo n. 59 del 1998 recepito nell'articolo 25 del decreto legislativo n. 165 del 2001 con cui è stata conferita la Dirigenza Scolastica al personale direttivo della scuola;
vista l'istituzione dell'autonoma area contrattuale della Dirigenza Scolastica ricompresa nell'Area V ai sensi del Contratto
Collettivo nazionale Quadro (CCNQ del 9 agosto 2000 modificativo del CCNQ 25 novembre 1998), come rinnovata nell'Accordo Quadro per la definizione delle autonome aree di contrattazione della Dirigenza sottoscritto il 23 settembre 2004;
considerato che già nell'emanare il primo Atto di indirizzo del 22 dicembre del 2000 all'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale (Arar) per il finanziamento del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) d'ingresso, 2000-2001, veniva utilizzato un primo non sufficiente stanziamento finalizzato al riallineamento retributivo della Dirigenza scolastica alle altre Dirigenze;
considerato, inoltre, che allo stesso fine, con apposita integrazione emanata il 30 aprile 2001 del predetto Atto di indirizzo all'Aran, il Governo allora in carica affermava «l'Aran dovrà tener conto che tali risorse, comportanti il riconoscimento di un consistente avvicinamento all'equiparazione della retribuzione dei Dirigenti dello stato, non consentono di realizzare l'obiettivo finale del completo riallineamento retributivo alla dirigenza pubblica di seconda fascia, obiettivo che sarà perseguibile nel prossimo contratto collettivo in relazione alle risorse che saranno rese disponibili dalla manovra finanziaria»;
considerato ancora che con un terzo atto di indirizzo all'Aran, emanato l'8 gennaio 2002, sempre riguardante il primo Contratto Collettivo della Dirigenza Scolastica 2000-2001, il nuovo Governo in carica, stanziando ulteriori insufficienti risorse riconosceva comunque che tale stanziamento faceva parte di un processo di «armonizzazione» della struttura retributiva di tali dirigenti con quella dei dirigenti delle amministrazioni dello stato", con ciò attestando che l'equiparazione non veniva comunque raggiunta;
visto infine l'atto di indirizzo all'Aran relativo al secondo Contratto Collettivo dell'Area V della Dirigenza Scolastica per il quadriennio 2002-2005 del 6 maggio 2005, con cui non sono state stanziate risorse al fine di perseguire l'equiparazione retributiva costringendo le organizzazioni sindacali a firmare l'11 aprile 2006 un Contratto privo di questo importante obiettivo;
considerato che la valorizzazione del personale dirigente della scuola ha valore strategico nell'ambito del più generale processo di sviluppo e rafforzamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche -:
impegna il Governo
a dare seguito alle intenzioni istituzionalmente espresse, nei sei anni trascorsi dall'acquisizione della dirigenza, in particolare nell'emanazione degli atti di indirizzo citati, al fine di realizzare, con appositi stanziamenti, il completo riallineamento retributivo dei Dirigenti Scolastici ai Dirigenti pubblici di seconda fascia, obiettivo da rendere perseguibile nel prossimo Contratto Collettivo Nazionale di lavoro 2006-2009 dell'Area V della Dirigenza Scolastica in relazione alle risorse che saranno rese disponibili dall manovra finanziaria.
9/1746-bis/263.Benzoni, Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti.
La Camera,
premesso che:
le associazioni sportive dilettantistiche rappresentano un elemento fondamentale per la formazione e l'educazione giovanile attraverso la pratica sportiva;
i servizi offerti dalle suddette associazioni sono da considerarsi un patrimonio prezioso per le famiglie e l'intera comunità sociale;
la prima applicazione del regime forfettario a queste società e il suo ampliamento con l'articolo 90 della legge finanziaria del 2003 ha determinato maggiori entrate per lo stato e nuovi problemi fiscali alle società, alle federazioni e agli enti di promozione sportiva -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di modificare l'imponibile su cui applicare il regime forfettario per le società dilettantistiche onlus, al fine di agevolarne l'attività e la diffusione sul territorio nazionale.
9/1746-bis/264.(Testo modificato nel corso della seduta) Giachetti, Rusconi, Ghizzoni, Sasso, De Biasi, Colasio, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Tessitore, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
la Fondazione per l'istruzione agraria di Perugia, istituita al fine di amministrare, conservare e incrementare lo sviluppo del patrimonio monumentale e fondiario appartenente alla Comunità Benedettina Cassinese di Perugia, è stata ritenuta dal Ministero dell'Università e della ricerca scientifica come un Ente morale;
la suddetta Fondazione soddisfancendo esigenze di interesse generale, perché dotata di personalità giuridica, con il Consiglio d'amministrazione costituito da membri dei quali più della metà è designato dallo Stato e dagli Enti pubblici territoriali, è in realtà a tutti gli effetti un organismo di diritto pubblico e non un Ente morale:
impegna il Governo
a promuovere ogni iniziativa utile a sostenere la formazione in materia agraria, anche verificando, in tale ambito, la possibilità di convertire la Fondazione per l'istruzione agraria in Perugia in Ente pubblico confluendo nell'università di Perugia.
9/1746-bis/265.(Nuova formulazione) Ruta, Rusconi.
La Camera,
premesso che:
il Ministero della pubblica istruzione, con decreti 17 dicembre 2002 e 3 ottobre 2006, ha proceduto alla indizione delle procedure concorsuali riservate a posti di dirigente scolastico;
i relativi corsi di formazione, a seguito dell'esame e colloquio, è prevista l'ammissione solo del numero di candidati pari a quello dei posti indicati dai bandi, maggiorati dell'aliquota del 10 per cento;
la nomina in ruolo è conseguita solo da un numero di candidati pari a quello dei posti messi a concorso;
il comma 278 in via transitoria prevede, per il concorso ordinario in atto, un sistema di accesso agevolato nonché un ampliamento dei posti rispetto a quelli previsti nel citato bando di concorso;
tale sistema agevolato e l'ampliamento dei posti non è previsto per il concorso per dirigenti scolastici riservato e che pertanto tale mancata previsione comporta una evidente disparità di trattamento;
il comma 278, che disciplina le nuove procedure per il concorso ordinario dei dirigenti scolastici, esclude ingiustificatamente coloro che hanno superato le prove iniziali e che sono stati ammessi al corso di formazione in virtù di un provvedimento di ammissione con riserva e che pertanto potrebbero risultare esclusi dalla nomina con provvedimento definitivo del giudice amministrativo, ovvero in sede di provvedimento decisorio in sede di ricorso straordinario -:
impegna il Governo
a adottare ogni utile iniziativa al fine di consentire, nel triennio 2007/2008-2008/2009 e 2009/2010, una volta completate le nomine di cui al concorso ordinario a posti di dirigente scolastico:
1. la nomina degli ammessi con riserva del concorso ordinario di cui al
comma 278 secondo l'ordine della graduatoria di merito.
2. la nomina in ruolo anche dei candidati del concorso riservato ammessi per effetto dell'aliquota aggiuntiva del 10 per cento;
3. la partecipazione a domanda per i candidati del concorso riservato ad un apposito periodo di formazione e a completare l'iter concorsuale sostenendo l'esame finale previsto dai bandi, ai candidati che hanno superato il colloquio, ma non si siano utilmente collocati nelle graduatorie per partecipare al corso di formazione;
4) la nomina di coloro che hanno superato il concorso riservato indetto con il decreto dirigenziale 17 dicembre 2002, ma che risultavano privi del requisito di almeno un anno di incarico di presidenza.
9/1746-bis/266. Rusconi, Ghizzoni, Sasso, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Benzoni, Tessitore, Cesario, Iannuzzi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2-octies del decreto legge 26 aprile 2005, n. 63, convertito con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2005, n. 109, ha stanziato, a decorrere dall'anno 2007 7 milioni di euro annui finalizzati a incrementare la produttività del personale del ministero della pubblica istruzione;
causa di una discutibili interpretazione della disposizione contenuta nel comma 189 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, tale finanziamento non è stato confermato per l'anno 2006;
il suddetto articolo 2-octies riveste per un verso, carattere di norma speciale pertanto non deve rientrare nel campo di applicazione del citato comma 189 della legge n. 266 del 2005 e che, proprio per questo motivo, risulta tuttora vigente se pur non operante;
il comma 189 citato fa riferimento ai trattamenti accessori derivanti da norme contrattuali e pertanto non abolisce l'indennità del personale del ministero della pubblica istruzione in quanto, come detto, è prevista da una norma di rango primaria -:
impegna il Governo
a trovare una idonea soluzione che garantisca, in via permanente, al personale del ministero della pubblica istruzione, l'indennità accessoria peraltro già percepita nell'anno 2005.
9/1746-bis/267.Volpini, Ghizzoni, Rusconi, Colasio, De Biasi, Sasso, Giachetti, Tocci, Villari, Froner, Giulietti, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
la legge 23 dicembre 2005, n.266 ha previsto nella Tabella C il finanziamento del Fondo di cui alla legge 18 dicembre 1997, n.440 pari a 181 milioni di Euro;
la ripartizione del Fondo si è provveduto secondo quanto stabilito dalla direttiva n. 33 del 3 aprile 2006 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
l'effettiva ripartizione non è stata totalmente effettuata dal precedente Governo e, pertanto l'autonomia scolastica rischia di perdere parte dello stanziamento previsto -:
impegna il Governo
far sì che le disponibilità iscritte nel Fondo di cui alla legge 18 dicembre 1997, n. 440, non utilizzate nel corso del corrente anno, siano utilizzate nell'anno successivo e che la quota del predetto Fondo non ripartita nell'anno 2006 è assegnata
nell'anno 2007 alle istituzioni scolastiche autonome, per il miglioramento dell'offerta formativa e per la formazione del personale.
9/1746-bis/268.Froner, Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
metà delle scuole non è ancora in possesso delle certificazioni di sicurezza e di idoneità scolastica;
la messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici rappresenta un obiettivo determinante e una priorità necessaria ad assicurare l'incolumità di utenti e operatori nonché a consentire ai responsabili delle istituzioni scolastiche di assolvere gli obblighi previsti dalle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro;
i 250 milioni di euro previsti dal comma 283 dell'articolo 16, pur rappresentando l'impegno del governo, non corrispondono completamente alle esigenze di adeguamento dell'edilizia scolastica -:
impegna il Governo
a prevedere nel triennio 2007-2009 maggiori risorse, destinandone il 50 percento al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento a norma degli edifici scolastici, e a considerare la possibilità di utilizzarne una quota per l'accensione di mutui da parte dei competenti enti locali per la messa in sicurezza degli edifici.
9/1746-bis/269.(Testo modificato nel corso della seduta) Ghizzoni, Froner, Sasso, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni, Mariani.
La Camera,
preso atto dell'avanzato stato della ricostruzione nei territori delle Regioni Umbria e Marche colpiti dal sisma del settembre 1997;
pprezzati gli stanziamenti previsti per gli anni 2007, 2008 e il 2009 previsti al comma 577 della legge Finanziaria 2007;
impegna il Governo
a riconvocare al più presto il Tavolo con le Regioni, gli Enti Locali e le forze sociali delle al fine di affrontare e risolvere positivamente le principali questioni legate sia alla programmazione delle ulteriori risorse finanziarie necessarie al completamento della ricostruzione, sia alla uscita dallo stato di emergenza;
disporre che i soggetti colpiti dal sisma del 26 settembre 1997, individuati dall'ordinanza del Ministro per il coordinamento della protezione civile del 22 dicembre 1997, n. 2728, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 1997, destinatari dei provvedimenti agevolativi in materia di versamento delle somme dovute a titolo di tributi e contributi regolarizzino la propria posizione - nelle forme e nella misura concordateattraverso il Tavolo di cui al punto precedente - a partire dal 1o gennaio 2008.
9/1746-bis/270.Sereni, Vannucci, Merloni, Bocci.
La Camera,
premesso che,
come ha spiegato il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi «Il deficit d'istruzione nel nostro Paese resta preoccupante per il ritardo con cui si è dato avvio alla scolarizzazione di massa»;
si sottolinea in particolare la carenza dimostrata nel proseguimento degli studi dal calo delle iscrizioni ai corsi di laurea di natura scientifica, fondamentali per lo sviluppo di adeguate conoscenze nell'ambito delle energie rinnovabili;
si impone come necessità, inoltre, l'incremento dei fondi destinati alla ricerca, al fine di arginare il fenomeno della «fuga dei cervelli»: il nostro Paese deve essere il luogo della sperimentazione e dell'innovazione scientifica;
la previsione di adeguate strutture e di strumentazioni è necessario supporto per garantire una migliore qualità d'insegnamento e un più proficuo apprendimento da parte degli studenti;
la delocalizzazione degli atenei a livello locale può contribuire a raggiungere in modo più capillare la totalità degli studenti sul territorio italiano, al fine di garantire in aggiunta una rimodulazione degli insegnamenti per venite incontro alle specificità produttive del territorio;
l'università di Rovigo, nel sud del Veneto, provincia agraria per eccellenza, potrebbe divenire un esempio per la realizzazione di questi obbiettivi, un laboratorio importante per lo sviluppo di studi di processi legati al mondo del primario e, più specificamente, delle bioenergie, settore in cui, in modo del tutto trasversale, la politica italiana ha identificato un campo strategico per l'incremento di fonti energetiche pulite e rinnovabili -:
impegna il Governo
a adottare tutte le misure di propria competenza affinché sia potenziato il numero e la qualità degli insegnamenti dell'università di Rovigo, soprattutto nella creazione di facoltà di agraria e di chimica, prevedendo, inoltre, l'istituzione di corsi di ingegneria ambientale ed ingegneria meccanica che più dì tutti, formando dei professionisti di settore, possono dare un notevole contributo per la risoluzione del deficit energetico del nostro Paese.
9/1746-bis/271.Bellotti, Baratella, Frigato, Giuseppe Fini.
La Camera,
premesso che,
il nostro Paese continua ad essere caratterizzato da un debito pubblico troppo marcato, che ne pregiudica la reale competitività a livello internazionale;
il Governo ha assunto come impegno quello di procedere ad una diminuzione del debito pubblico, operando scelte coraggiose sul versante della riduzione della spesa pubblica e dei costi della politica;
la manovra finanziaria nel suo complesso e la legge finanziaria si muovono in questa direzione, assumendo decisioni importanti per la razionalizzazione della spesa pubblica e la diminuzione dei costi della politica a diversi livelli;
tale sforzo non appare però esaustivo e sufficiente;
nell'ottica di una maggiore diminuzione dei costi della politica all'articolo 76 si sarebbe potuto intervenire in maniera più coerente diminuendo il gettone di presenza dei consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane al di sotto della soglia stabilita;
la politica deve continuare ad essere intesa come forma di servizio, di impegno sociale e civile, senza dovere essere resa attraente da remunerazioni che ne giustifichino o motivino la scelta -:
impegna il Governo
a attivarsi per fissare per i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane un'ammontare massimo percepito nel corso di un anno di attività, non superiore al 25 per cento dell'indennità percepita per il rispettivo sindaco o presidente di consiglio.
9/1746-bis/272.(Testo modificato nel corso della seduta) Porfidia.
La Camera,
premesso che,
gran parte degli operatori del sistema produttivo, insieme a numerosi esponenti della cultura, del sistema scientifico e della
sperimentazione, sono concordi nel sostenere che il riassetto idrogeologico e la manutenzione del territorio e del bosco costituiscono la più grande infrastruttura del Paese;
la gestione integrata del territorio e dell'ambiente, finalizzata alla difesa del suolo, alla regimazione idraulica ed al miglioramento delle foreste, per prevenire le calamità naturali, eliminare i rischi ambientali, conseguire gli obiettivi del Protocollo di Kjoto, valorizzare il paesaggio anche come condizione necessaria per rilanciare il turismo e lo stesso made in Italy, costituiscono la più cospicua ed organica infrastruttura strategica che oggi sia conveniente realizzare;
la foresta è un bene da gestire in maniera sostenibile per i benefici che apporta alla collettività e all'ambiente: il legno, la stabilità dei versanti, la regimazione delle acque, la salubrità, il contenimento dell'effetto serra, la disponibilità di spazi naturali e di un paesaggio per le attività turistico-ricreative, sono beni collettivi che necessitano di essere gestiti con lungimiranza ed efficacia, secondo piani di gestione che configurino ricchezza, nel senso più ampio del termine, alle collettività che le curano e ne usufruiscono;
in caso si desse inizio alla realizzazione di un piano di interventi strutturali in favore delle foreste e conseguentemente si puntasse concretamente su una politica per le montagne italiane, si potrebbero conseguire tangibili ritorni in favore del riassetto idrogeologico, del rilancio dell'occupazione e del lavoro, delle attività tradizionali e di quelle nuove come il turismo, dell'enogastronomia e della valorizzazione dei prodotti del territorio, tutte condizioni indispensabili per la permanenza delle popolazioni locali;
in Italia vi è un sistema della cooperazione ad indirizzo agro-forestale ed ambientale, presente capillarmente nelle aree montane di tutte le regioni, la cui incidenza consiste in circa 400 imprese, tra cooperative, consorzi regionali ed il consorzio nazionale Appennino Vivo Europa, 7.000 soci ed un volume di attività stimato in 300 milioni di euro. Tale realtà cooperativistica ha come principale finalità imprenditoriale la creazione del lavoro. Queste cooperative si occupano di interventi nel settore della silvicoltura, delle sistemazioni agricolo-forestali, idraulico-agrarie, del ripristino ambientale tramite gli strumenti delle bioingegnerie, della prevenzione degli incendi boschivi, della manutenzione ordinaria e straordinaria dei bacini idrografici;
per consentire il rafforzamento e lo sviluppo di questo importante settore della cooperazione, ma anche per favorire l'uso delle biomasse vegetali per produrre energia pulita e promuovere la certificazione forestale, è necessario destinare nuove e confacenti risorse in favore degli interventi forestali;
la legge finanziaria per il 2007, nel testo predisposto dalla Camera dei deputati, in particolare il relativo comma 627, dell'articolo 16, prevede di armonizzare l'attuazione delle disposizioni sopranazionali in materia forestale, in aderenza al Piano d'azione per le foreste dell'Unione Europea attraverso la realizzazione di un programma quadro per il settore forestale finalizzato a favorire la gestione forestale sostenibile ed a valorizzare la multifunzionalità degli ecosistemi forestali. Per l'attuazione ditale programma, limitatamente alle misure di carattere nazionale, potranno essere utilizzate quote specifiche di una spesa triennale corrispondente a 10 milioni di euro per il 2007 e 50 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009;
tali risorse non sono sufficienti a garantire l'attivazione ed il completamento del totale degli interventi che il nostro settore forestale richiede ai sensi delle necessità e delle opportunità sopra richiamate. Tuttavia vi è la possibilità di attivare ulteriori risorse già accantonate, ma non utilizzate, per finalità analoghe da strumenti differenti normativi facenti capo ad ambiti ministeriali diversificati;
il principale istituto giuridico attualmente esistente in grado di assolvere i
compiti di un programma quadro per il settore forestale quale quello indicato dal provvedimento in discussione e di conseguire efficacemente i corrispondenti obiettivi strategici, è il decreto del ministero dell'ambiente 16 giugno 2005, recante «Linee guida di programmazione forestale», di applicazione del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227 , articolo 3, comma 1, e successive modificazioni, aventi lo scopo di valutare lo stato di conservazione del settore in relazione alla tutela della biodiversità e di individuare elementi di indirizzo per la programmazione che le regioni devono attuare nel rispetto degli impegni internazionali e della normativa comunitaria e nazionale in materia ed in considerazione delle strategie, dei criteri e degli indicatori da essi individuati. Per la realizzazione dei piani previsti da tali linee guida è stimato un fabbisogno in termini programmatici di 250 milioni di euro in un biennio -:
impegna il Governo
a valutare la necessità di dare attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 16, comma 627 di cui al testo della finanziaria 2007 approvato dalla Camera dei deputati, secondo il criterio che preveda l'adozione, quale programma quadro per il settore forestale in tal senso previsto, delle linee guida di programmazione forestale di cui al decreto 16 giugno 2005, relative all' applicazione dell' articolo 3, comma 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227, e successive modificazioni e corrispondentemente rendere disponibili per i relativi fabbisogni, oltre le pertinenti risorse indicate in tale direzione dalla stessa finanziaria, anche gli ulteriori e confacenti finanziamenti che la finanziaria 2007 dispone in tabella D per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in favore del riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo di cui all'articolo 12 del decreto legge n. 398/1993 convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 493/1993 e alla legge n. 183/1989.
9/1746-bis/273.Lion, Bonelli, Pellegrino, Camillo Piazza, Fundarò, Francescato, Balducci.
La Camera,
premesso che:
il comma 442 dell'articolo 16 (ex articolo 102 del testo originario) relativo alla modifica del regime delle entrate della regione autonoma della Sardegna, costituisce nel complesso un indubbio passo in avanti rispetto alla rivendicazione storica di maggiore autonomia e adeguatezza finanziaria della regione, in funzione dello sviluppo e del riequilibrio territoriale e sociale da riconoscere alla comunità sarda;
le modifiche introdotte, peraltro definite in accordo con le primarie espressioni istituzionali della regione autonoma, abbisognano sicuramente di opportuna verifica in fase attuativa circa la congruità e la efficacia rispetto ai fini enunciati; conseguentemente l'intero regime delle entrate regionali dovrà essere, nel corretto rapporto Regione-Stato, migliorato, completato e coordinato specialmente in ragione del precetto costituzionale di solidarietà nazionale (articolo 13 dello Statuto di Autonomia) e delle speciali connotazioni della insularità:
impegna il Governo
alla più ampia e convinta esplicazione degli interventi statali in materia di solidarietà e di riequilibrio territoriale e sociale così come considerati nei punti a) e b) della parte espositiva del presente «Ordine del giorno».
9/1746-bis/274.(Nuova formulazione) Cogodi, Soro, Vacca, Sanna, Satta, Fadda, Schirru, Palumbo, Carta.
La Camera,
premesso che:
il Consiglio regionale della Sardegna ha sollevato un contenzioso relativamente al mancato gettito IVA e IRPEF per
gli anni 1993-2006 stimati dalla regione Sarda in oltre 5 miliardi di euro;
tale mancata definizione del contenzioso potrebbe costituire un grave potenziale danno erariale per la regione sarda;
vige l'impegno dello Stato a definire tale contenzioso nell'ambito di una commissione paritetica Stato-Regione;
la Sardegna uscirà per mere ragioni statistiche dall'obiettivo 1 e che il memorandum italiano prevedeva una compensazione equa con risorse interne del mancato introito:
impegna il Governo
a considerare le risorse iscritte al comma 442 come anticipazione relativa al contenzioso sollevato dalla regione Sardegna per un errato calcolo sia dell'IVA che dell'IRPEF relativo agli anni 1993-2006;
a definire il saldo relativo all'eventuale mancato trasferimento delle quote di compartecipazione IRPEF e IVA degli anni 1993-2006 entro e non oltre il 30 giugno 2007 da una commissione paritetica Stato- Regione;
a disporre anche per la Sardegna la stessa procedura di formale intesa per quanto riguarda la compartecipazione alla spesa sanitaria prevista nel comma 441;
a rivalutare per gli anni 2007-2009 la compartecipazione della regione Sardegna al finanziamento del Servizio sanitario nazionale pari alla percentuale media definita tra gli stanziamenti dell'ultimo triennio approvati dal CIPE per il riparto della spesa sanitaria nazionale;
a considerare il trasferimento delle funzioni di cui al comma 445 condizionato alla definizione degli oneri che lo Stato dovrà trasferire alla regione Sardegna relativamente ai servizi già svolti e quelli che riguardano la continuità territoriale, merci e passeggeri, da definire attraverso una verifica dei costi aggiuntivi conseguenti alla condizione insulare della regione Sardegna.
9/1746-bis/275.(Nuova formulazione) Pili, Murgia, Oppi, Porcu, Cossiga, Testoni, Mereu.
La Camera,
considerato che la dotazione finanziaria aggiuntiva prevista per la realizzazione di infrastrutture di interesse strategico è inferiore rispetto a quanto già disposto in passato e risulta assolutamente insufficiente a garantire il completamento del processo di infrastrutturazione del Paese pur previsto dal Programma di governo per la presente legislatura;
rilevato che, in relazione a questo, occorre prioritariamente non disperdere nulla delle risorse finanziarie comunque destinate alla predetta finalità e che, pertanto, bisogna preservare eventuali finanziamenti già previsti per legge, ma per i quali l'iter necessario alla utilizzazione effettiva non si sia definitivamente completato a causa della complessità burocratica delle procedure previste in materia;
considerato che, in alternativa, occorrerebbe prevedere ulteriori risorse finanziarie per il completamento di infrastrutture che, a tutta evidenza, non possono rimanere in uno stadio di incompleta attuazione, e che, peraltro, proprio questo evento si tradurrebbe in un ulteriore aggravio della procedura con conseguente lievitazione dei costi diretti (costi effettivi delle opere da completare in tempi successivi) ed indiretti, (costi sociali derivanti dalla prolungata assenza di fondamentali infrastrutture strategiche), e che, pertanto, la situazione paradossalmente rischia di provocare ulteriori e non altrimenti, sopportabili aggravi per le finanze pubbliche:
impegna il Governo
a adottare ogni misura necessaria per assicurare la conservazione, anche per il prossimo esercizio finanziario, delle
somme corrispondenti a contributi pluriennali, già previsti a legislazione vigente, riferiti a infrastrutture di interesse strategico non ancora impegnate.
9/1746-bis/276.Donadi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (c.d. decreto «Bersani»), all'articolo 19, comma 2, ha istituito presso la Presidenza del Consiglio il Fondo per le politiche giovanili, finalizzato a «promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale e all'inserimento nella vita sociale, anche attraverso interventi volti ad agevolare la realizzazione del diritto dei giovani all'abitazione nonché a facilitare l'accesso al credito per l'acquisto e l'utilizzo di beni e servizi»;
lo stanziamento previsto dalla normativa citata è pari a 3 milioni di curo per il 2006 e a 10 milioni di curo annui dal 2007;
il comma 789 dell'articolo 16 dispone un incremento del predetto stanziamento di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 -:
impegna il Governo
in sede di emanazione del decreto attuativo delle citate disposizioni - a ripartire gli stanziamenti nel nodo seguente:
1) il 40 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie sussidiane e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono mutui per l'acquisto in proprietà di unità immobiliari da adibire ad, abitazione principale da paste di soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
a) essere cittadini italiani o di un Paese appartenente all'Unione europea;
b) non avere superato il trentacinquesimo anno di età;
c) avere uno o più minori a carico;
d) non essere proprietari di altro immobile sull'intero territorio nazionale il cui valore catastale superi i. 50.000 euro;
e) non fruire di medesime agevolazioni previste da leggi regionali o da provvedimenti di enti locali;
f) non avere percepito, come nucleo familiare, nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di concessione del beneficio, un reddito complessivo annuo lordo, imponibile ai fini IRPEF, superiore a 25.000 euro.
2) il 20 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono finanziamenti ai giovani di età compresa tra 18 e 35 anni per operazioni di credito finalizzato all'avvio di nuove attività imprenditoriali o di lavoro autonomo e, in particolare:
a) per la realizzazione o la ristrutturazione di lini-nobili destinati allo svolgimento dell'attività lavorativa;
b) per l'acquisto o la locazione finanziaria di attrezzature, strumentazioni, materiali, pacchetti di programmi informatici;
c) per l'acquisto di servizi, abbonamenti, a riviste specializzate e l'accesso a banche dati e siti web;
d) per l'orientamento, la formazione e l'aggiornamento professionale, anche attraverso sistemi di informazione a distanza, e forme di assistenza e consulenza tecnico-progettuale.
3) il 20 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono prestiti d'onore ai giovani neodiplomati di età non superiore ai 21 anni:
a) per il conseguimento di un attestato professionale legalmente riconosciuto per un importo non inferiore a 10.000 euro;
b) per il conseguimento di un diploma di laurea presso un'università statale per un importo non inferiore a 30.000 euro.
9/1946-bis/277.Raisi, Meloni.
La Camera,
premesso che:
lo sviluppo del Mezzogiorno è fondamentale per la competitività del Sistema- Paese;
le misure previste in Finanziaria non sono cumulabili con le altre agevolazioni fiscali, come il credito d'imposta, o comunque si infrangono con l'obbligo del rispetto del limite stabilito dagli aiuti europei de minimis;
il «Fondo per le aree sottosviluppate» (FAS) noti risulta adeguatamente finanziato, in particolare per gli anni 2007-2008 e, tra l'altro, con le modifiche apportate dal Governo -:
impegna il Governo
a adottare le opportune iniziative normative volte ad eliminare tutte le incompatibilità derivanti da precedenti norme agevolative rispetto all'utilizzo del provvedimento relativo al cuneo fiscale;
valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative al fine di rifinanziare il FAS per gli anni 2007-2008 in misura almeno pari al Fondo 2006;
l aprire una seria trattativa in sede europea per l'ottenimento di misure di fiscalità compensative per il Mezzogiorno.
9/1946-bis/278.Bono, Alemanno.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in corso di approvazione contiene alcune disposizioni in materia di giovani;
il comma 13 dell'articolo 16 prevede che l'Agenzia del demanio possa individuare, d'intesa con gli enti territoriali interessati, una pluralità di beni immobili pubblici per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico;
nella predisposizione dei relativi programmi dovrà essere valutata con priorità la possibilità di valorizzare gli immobili pubblici mediante concessione d'uso o locazione e l'allocazione di funzioni di interesse sociale, culturale, sportivo, ricreativo, per l'istruzione, la promozione delle attività di solidarietà e per il sostegno alle politiche per i giovani, nonché per le pari opportunità -:
impegna il Governo
a escludere dai progetti di valorizzazione del patrimonio pubblico di cui al comma 13 citato del disegno di legge finanziaria i beni immobili pubblici che siano occupati abusivamente o al cui interno si faccia uso di sostanze stupefacenti, si pratichi la violenza o si promuovano attività illegali e antidemocratiche.
9/1746-bis/279.Menia, Meloni.
La Camera,
premesso che:
i risparmi di spesa, nell'ambito della pubblica amministrazione di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, devono essere perseguiti attraverso la riduzione delle consulenze e degli incarichi conferiti a soggetti estranei alle amministrazioni stesse:
impegna il Governo
a valutare, in sede di attuazione delle disposizioni della legge finanziaria relativa alla riduzione delle spese per consulenze,
con particolare attenzione la posiizione dei magistrati amministrativi e contabili) ed avvocati dello Stato che, a vario titolo, ricoprono incarichi di consulenza presso le amministrazioni di cui in premessa, senza essere stati posti in posizione di collocamento fuori ruolo dalle rispettive amministrazioni di provenienza.
9/1746-bis/280.Proietti Cosimi.
La Camera,
premesso che:
il trasferimento del trattamento di fine rapporto (TFR) è considerato da tutte le parti sociali la misura prevista dalla Legge finanziaria 2007 piu negativa per lo sviluppo del paese;
tale provvedimento crea una carenza di liquidita particolarniente negativa per tutte le imprese, in particolare quelle del Mezzogiorno, che hanno difficoltà di accesso al credito;
tale provvedimento rappresenta un disincentivo all'utilizzo del TFR nella previdenza complementare dei lavoratori;
le modifiche apportate a tale provvedimento, con l'introduzione dell'esenzione del trasferimento per tutte le imprese fino a 50 dipendenti e il trasferimento, totale per quelle superiori a tale limite, creano un pericoloso «effetto soglia» che impedirà la crescita dimensionale delle imprese e provocherà ridimensionamenti occupazionali in tutte le imprese che hanno un numero di dipendenti di poco superiore a questa soglia;
impegna il Governo
a monitorare l'attuazione delle disposizioni citate al fine di valutare l'opportunità di sopprimerle o ridimensionarne la portata;
a adottare le opportune iniziative volte, in via subordinata, a ridurre l'impatto negativo di tale norma sulle imprese e sui lavoratori dipendenti;
trasformare, in particolare, la soglia di 50 dipendenti in una franchigia che esenti tutte le imprese dal trasferimento forzoso del TFR dei primi 50 dipendenti.
9/1746-bis/281.Alemanno, Salerno.
La Camera,
premesso che:
per elevare il livello di sicurezza nelle città, si rende necessario attuare specifici programmi di valorizzazione e recupero dei territori maggiormente colpiti dalla criminalità;
la peculianta delle aree metropolitane, sia sotto il profilo dell'estensione territoriale, sia sotto quello della densità abitativa, richiede una elevata professionalità delle Forze dell'Ordine;
per la realizzazione dei suddetti obiettivi occorre, in particolare, reperire un maggior numero di risorse finanziarie per incrementare gli organici della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri e per corrispondere miglioramenti retributivi al medesimo personale;
ppare indispensabile assicurare il potenziamento degli strumenti tecnologici a disposizione delle Forze dell'Ordine, così da renderne ancora più incisivo l'operato -:
impegna il Governo
a prevedere che, nell'ambito delle risorse complessivamente stanziate per gli interventi in materia di sicurezza, una quota non inferiore al dieci per cento sia destinata agli obiettivi di cui in premessa.
9/1746-bis/282.Ronchi, Lamorte, Contento, Nespoli.
La Camera,
considerato che:
permane il ritardo strutturale ed economico della Sicilia nonostante i positivi
risultati raggiunti nel quinquennio 2001-2006 nel settore lavoro, con l'aumento degli occupati nell'isola da 1.360.000 a 1.461.000. Allo stesso modo i disoccupati che erano 421 mila, oggi sono 288 mila. Il tasso di disoccupazione si è ridotto del 7,1 per cento ma resta circa il doppio (15,2 per cento), rispetto a quello nazionale;
desta preoccupazione la diminuzione delle persone in cerca di occupazione (-4,7 per cento pari a -13 mila unità), in gran parte donne, la riduzione degli occupati nell'industria (-10 mila nel 2004) che peraltro contribuisce al Pil regionale con appena l'11 per cento, mentre quota consistente del Pil (33 per cento), è riconducilile alla pubblica amministrazione;
con la risoluzione in Assemblea n. 6-00004, approvata il 26 luglio 2006, sono state determinate le direttive per l'azione di Governo pei il trierinio 2007-2009. Tra le previsioni approvate si è ritenuto prioritario «verificare la praticabilità del ripristino - nelle aree svantaggiate - di crediti d'imposta automatici per le assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato e per gli investimenti e della fiscalità di vantaggio»;
impegna il Governo
a adottare le opportune iniziative volte ad individuare le risorse necessarie per il rilancio economico-produttivo della Regione Sicilia in particolare prevedendo, compatibilmente con le disposizioni comunitarie, azioni volte a consentire:
l'esenzione parziale IRES nei confronti delle imprese che si costituiscono in forma societaria;
l'esenzione parziale IRAP per gli stabilimenti industriali insediati in Sicilia sui relativi redditi industriali;
l'esenzione sugli utili reinvestiti in iniziative industriali;
la rideterminazione degli studi di settore per le imprese siciliane nel senso di escludere tassativamente qualsiasi generico ed acritico aggiornamento ISTAT e tenendo conto delle difficili condizioni economiche in cui si opera, a causa delle notevoli deficienze strutturali, ambientali e finanziarie.
9/1746-bis/283.Angelino Alfano, Marinello, Prestigiacomo, Baiamonte, Fallica, Germanà, Giudice, Grimaldi, Martino, Minardo, Misuraca, Mormino, Palumbo, D'Alcontres, Ricevuto.
La Camera,
considerata:
la consolidata e positiva collaborazione fra intermediari e amministrazione finanziaria finalizzata a migliorare e semplificare il rapporto dei contribuenti con la stessa amministrazione, in coerenza con i principi dello statuto del contribuente;
la prevista istituzione della consulta degli intermediari finalizzata a migliorare e qualificare il rapporto di reciproca proficua collaborazione con l'Amministrazione finanziaria -:
impegna il Governo:
a adottare le opportune iniziative normative volte ad una razionalizzazione del sistema delle sanzioni amministrative previste a carico degli intermediari in materia di visto di conformità e di trasmissione telematica delle dichiarazioni reddituali, estendendo alle violazioni imputabili ai responsabili dell'assistenza fiscale e ai centri di assistenza fiscale le disposizioni generali sulle sanzioni amministrative tributarie;
ripristinare la facoltativìtà da parte del contribuente di eleggere domiciliazione fiscale presso gli intermediari.
9/1746-bis/284.Gioacchino Alfano, Boscetto, Costa, Palmieri, Picchi, Floresta, Milanato, Vitali.
La Camera,
premesso che:
sussistono gli accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero
della pubblica istruzione e le Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006;
sono stati rilevati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, tosi come attestato dal censimento ISFOL per il 2006;
vi sono impegni assunti in sede europea dal nostro Paese, legati agli obiettivi di Lisbona, che prevedono l'attuazione di strategie volte al contenimento della dispersione scolastica e formativa -:
impegna il Governo:
a consentire, d'intesa con le Regioni, la prosecuzione dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per il conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo, fino alla completa attuazione del secondo ciclo di istruzione secondaria, assicurando a tal fine le necessarie risorse;
a agevolare e finanziare adeguatamente la prosecuzione dell'istruzione e della formazione professionale attraverso corsi per il conseguimento di diplomi di istruzione e formazione professionale di durata almeno quadriennale e la successiva frequenza dei percorsi di Alta Istruzione Tecnico-Professionale.
9/1746-bis/285.Aprea, Garagnani, Palmieri, Carlucci, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato, Garavaglia.
La Camera,
premesso che:
la manovra di finanza pubblica per il 2007 è completamente sbagliata sotto il profilo macroeconomico e non tiene affatto conto dello straordinario aumento delle entrate fiscali che si sta verificando, rispetto alle previsioni iniziali, nel corso del 2006, grazie agli effetti della politica economica e finanziaria del governo Berlusconi che ha avviato una ripresa significativa della crescita del P.I.L.;
sottolineato che tale incremento delle entrate, stimato in 12-15 miliardi di curo, avrà effetti di trascinamento anche nel 2007 il che riduce notevolmente la necessità di interventi correttivi sull'andamento della finanza pubblica;
rilevato che malgrado questi eventi favorevoli propiziati dall'azione del precedente governo di centro destra, l'ammontare della stretta fiscale prevista della legge finanziaria e dai provvedimenti collegati è
pesantissimo e tale da mettere in pericolo la ripresa economica in quanto l'aggravio fiscale deprimerà inevitabilmente la domanda interna;
impegna il Governo
a monitorare le applicazioni delle disposizioni di cui alla Finanziaria 2007, in considerazione delle maggiori entrate di cui in premessa al fine di valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al sostegno dello sviluppo.
9/1746-bis/286.Armosino, Gioacchino Alfano, Brusco, Fabbri, Giro, Lenna, Sanza, Uggè, Vitali, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2007 contiene, al comma 758 dell'articolo 16 il rifinanziamento delle missioni internazionali di pace per il triennio 2007-2009; considerato che le missioni internazionali di pace, prima del disegno di legge Finanziaria per il 2007, venivano previste con decreto-legge ogni sei mesi e valutate e approvate dal Parlamento;
ritenuto che la predisposizione in finanziaria 2007 di una norma come l'articolo 188 espropria il Parlamento della sua funzione fondamentale e che tale scelta sia dettata da ragioni prettamente politiche dì concessione all'ala più radicale e massimalista della disomogenea e variegata coalizione che sostiene il Governo Prodi;
impegna il Governo
a monitorare l'attuazione della citata disposizione al fine di valutare opportuni correttivi, eventualmente anche prevedendo il ritorno alla presentazione di appositi provvedimenti in modo che il Parlamento non sia espropriato ((ella sua funzione fondamentale di decisione e riassuma, in pieno, il suo ruolo centrale nelle problematiche di politica estera.
9/1746-bis/287.Azzolini, Brusco, Fallica, Lenna, Moroni, Mario Pepe, Tondo.
La Camera,
premesso che,
spesso vengono diffusi dati allarmanti su presunti casi di malpractise, o di «errori medici» che suscitano comprensibili reazioni di tutto il mondo medico e non solo, provocando lo stupore e la preoccupazione in tutti i cittadini, e minando in modo irreversibile il rapporto di fiducia tra medico e paziente;
certamente non si può negare la possibilità di errori medici, imprevedibili e comunque sempre involontari, non valutabili secondo le dimensioni allarmistiche diffuse dai dati riportati, ma è necessario ricordare anche le condizioni non ottimali in cui a volte il medico è costretto a lavorare: organici insufficienti, basse risorse economiche, mancanza di posti letto, eccetera;
impegna il Governo
a attivarsi per istituire un osservatorio nazionale sui problemi inerenti questo argomento coinvolgendo i rappresentanti dei sindacati medici, i direttori sanitari, i direttori generali, le società scientifiche e i rappresentanti delle regioni per evitare che questa problematica provochi un accanimento ed una strumentalizzazione sul personale assistenziale e sulle strutture sanitarie in genere.
9/1746-bis/288.Baiamonte, Di Virgilio, Palumbo, Mazzaracchio, Moroni.
La Camera,
premesso che,
la Legge Finanziaria per il 2007 (A.C. 1746-bis) prevede, fra l'altro, un aumento generalizzato della contribuzione dovuta dai datori di lavoro per gli apprendisti;
lo stesso articolo, come successivamente emendato dal Governo, introduce una serie di riduzioni agli aumenti per i datori di lavoro che occupano alle dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, ponendo di fatto un limite oltre il quale il datore di lavoro è costretto a pagare la nuova aliquota con il conseguente impatto negativo sull'occupazione giovanile;
secondo alcuni studi, tra cui quello della Cgia di Mestre, nonostante il suddetto sconto sui contributi previdenziali, gli aumenti per i datori di lavoro, in seguito all'approvazione delle norme contenute nel testo della Finanziaria, saranno consistenti, in particolare per i metalmeccanici e per i commercianti, per i quali si prevede un aggravio di spesa pari quasi a 2000 euro -:
impegna il Governo
a mettere in campo iniziative e provvedimenti al fine di tornare a rendere lo strumento dell'apprendistato conveniente ai datori di lavoro e sempre più funzionale all'inserimento occupazionale, in particolare dei giovani.
9/1746-bis/289.Baldelli, Boscetto, Giro, Lazzari, Pescante, Romagnoli, Luciano Rossi.
La Camera,
considerato che la manovra finanziaria per il 2007 non contiene adeguate risorse economiche per la realizzazione delle opere viarie e ferroviarie di accessibilità a Malpensa 2000;
considerato che l'aeroporto di Malpensa costituisce un importante e fondamentale nodo aeroportuale necessario per lo sviluppo economico della Regione Lombardia e dell' intero Nord Italia;
ritenuto che è necessario, per permettere l'accessibilità all'aeroporto di Malpensa, la costruzione di una rete viaria adeguata ed idonea che consenta una facile fruibilità agli autoveicoli che si recano all'aeroporto in modo da consentire un efficace collegamento;
ritenuto che sia indispensabile garantire risorse per la progettazione e la realizzazione delle opere ferroviarie necessarie a collegare l'aeroporto intercontinentale di Malpensa alla rete ferroviaria nazionale;
in particolare, per quanto detto al punto precedente, è indispensabile la realizzazione delle opere già inserite nell'Accordo di Programma Quadro per l'accessibilità ferroviaria e stradale all'aeroporto di Malpensa del 1o settembre 1999 tra Governo e Regione Lombardia e nell'Intesa Generale Quadro di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, ovvero il collegamento ferroviario transfrontaliero, la connessione Nord Malpensa ferrovia Sempione ed il triplicamento della tratta ferroviaria Rho-Gallarate;
considerato che l'aeroporto di Malpensa è di fondamentale importanza per la crescita economica non solo della Regione Lombardia, ma dell'intero nostro Paese, e che risulta deprecabile l'atteggiamento del Governo che non prevede risorse adeguate per la realizzazione di opere viarie e ferroviarie necessarie per rendere più accessibile lo stesso aeroporto ai cittadini che per lavoro o per turismo si recano presso l'importante nodo aeroportuale;
ritenuto che il Governo dovrebbe intensificare gli interventi diretti alla realizzazione o all'ammodernamento della rete viaria e ferroviaria in modo tale che il nostro Paese possa competere con i più avanzati Paesi europei;
ritenuto che la crescita economica di un Paese è anche proporzionale al livello di infrastrutture che si realizzano -:
impegna il Governo
ad attuare una seria politica di investimento, con adeguate risorse, in infrastrutture viarie e ferroviarie che permetta
una maggiore accessibilità dei collegamenti della città di Milano e dell'intera Regione Lombardia con l'aeroporto di Malpensa per garantire al nostro Paese di competere con i maggiori Paesi europei e per assicurare una costante crescita sociale ed economica.
9/1746-bis/290.Bernardo, Azzolini, Caligiuri, Cicu, Crosetto, Fratta Pasini, Lazzari, Marras, Pecorella, Romagnoli, Romele, Valducci.
La Camera,
premesso che,
la Provincia Autonoma di Bolzano - a differenza delle altre autonomie speciali, si caratterizza per un'autonomia di tipo etnico e non territoriale;
il gruppo linguistico maggioritario è quello di lingua tedesca il quale attraverso il partito di maggioranza assoluta, Südtiroler-Volkspartei, come riconosciuto recentemente dal Ministro degli Interni Giuliano Amato, determina ogni ambito politico, sociale ed economico della Provincia Autonoma di Bolzano impedendo di fatto al gruppo italiano di partecipare al governo dell'Autonomia;
recentemente, secondo i firmatari del presente atto, vi sono stati numerosi atti di provocazione nei confronti della comunità italiana e dello Stato italiano in generale, sollecitati direttamente o indirettamente dal partito di maggioranza etnico, tra i quali la petizione dei 116 sindaci di lingua tedesca sull'autodeterminazione e i manifesti degli Schützen (gruppo folcloristico paramilitare) che inneggiavano alle stragi degli anni '60 e dei tralicci fatti saltare dai dinamitardi con un ringraziamento per gli stessi. E ancora la ricerca di una tutela dello Stato austriaco sull'Alto Adige. Tutti atti sui quali ha vigilato ed è prontamente intervenuta la Prefettura di Bolzano - Commissariato del Governo;
il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha più volte manifestato la volontà di auto attribuirsi le competenze del Commissariato del governo (specie quelle sull'ordine pubblico) - Prefettura di Bolzano e di trasferirsi non senza valenza simbolica, nella sede del «Palazzo Ducale» - Villa reale Roma che lo Stato italiano fece costruire per i duchi di Pistoia nel 1932;
secondo i firmatari del presente atto, l'ultima provocazione concerne la stessa Prefettura di Bolzano che, considerata dagli italiani quale unico ed ultimo collegamento con lo Stato a fronte di una progressiva tedeschizzazione del territorio altoatesino, è stata oggetto di una mozione si soppressione predisposta dall'estrema destra tedesca (il partito dei Freiheitlichen che si rifà a Jorg Haider in Austria) ed approvata dal consiglio provinciale, la maggioranza assoluta del quale è formata da componenti di lingua tedesca che inneggiano all'autodeterminazione;
il commissariato del governo prefettura di Bolzano è in questo territorio tanto più importante in quanto mantiene appunto funzioni di collegamento Stato-realtà locale, sovrintende al rispetto della bilinguità e alla tutela dei tre gruppi linguistici ivi residenti, segnala al governo le eventuali illegittimità costituzionali delle leggi provinciali che in questi anni sono state una moltitudine;
il modello di Commissariato di Governo, a differenza del modello «Prefettura classico» si giustifica oggi, sia pure soltanto per la Provincia di Bolzano, con il fatto che la stessa gode di un'autonomia «reale» (ampliatasi nel corso degli anni) incomparabilmente maggiore di tutte le altre autonomie regionali e provinciali speciali e con la conseguente necessità che a poteri autonomi di un organismo che considera la base etnico linguistica come uno dei criteri fondativi, corrisponda una attenzione permanente dello Stato centrale che non può abdicare al proprio ruolo di garante egualitario di tutte le comunità ivi residenti, nello spirito di un interesse nazionale interpretato in chiave europea -:
impegna il Governo
a non sostenere le proposte da parte della Provincia autonoma di Bolzano di
soppressione della Prefettura di Bolzano-Commissariato del Governo ed anzi a potenziarne i suoi organici e la sua funzionalità di raccordo tra lo Stato e la peculiare autonomia della Provincia Autonoma di Bolzano.
9/1746-bis/291.Biancofiore, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Garagnani, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.
La Camera,
premesso che,
i fondi stanziati per la non autosufficienza sono minimi e assolutamente insufficienti a coprire il bisogno economico e quindi la fornitura di servizi per una migliore qualità della vita al sempre crescente numero di cittadini non-autosufficienti -:
impegna il Governo
a attivarsi per istituire una assicurazione obbligatoria, a carico dei redditi più alti, che finanzi permanentemente il Fondo per la non-autosufficienza.
9/1746-bis/292.Bocciardo, Di Virgilio, Moroni, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo, Baiamonte, Ceccacci Rubino, Crimi.
La Camera,
considerato che la Finanziaria per il 2007 ha ridotto lo stanziamento per le scuole italiane all'estero creando disagi e gravi problemi a tutta la comunità italiana residente all'estero;
ritenuto che sia fondamentale, per il nostro Paese, che ha un numero elevato di emigrati, mantenere e diffondere la cultura italiana presso le comunità dei residenti all'estero anche come forma di partecipazione alla cultura e alla vita sociale del nostro Paese;
considerato che la cultura è un modo di avvicinare popoli diversi per tradizioni e per storia e che può fungere da forte elemento di aggregazione e di conoscenza;
è, quindi, grave che la finanziaria per il 2007 non pensi alle scuole delle nostre comunità all'estero creando gravi problemi ai nostri connazionali che ritengono la tradizione italiana importante per mantenere la propria identità -:
impegna il Governo
ad individuare opportune iniziative dirette alla valorizzazione delle scuole italiane all'estero considerate elemento fondamentale
per la diffusione della cultura italiana nel mondo, destinando alle stesse adeguate risorse.
9/1746-bis/293.(Testo modificato nel corso della seduta) Boniver, Aprea, Brusco, Cossiga, Lazzari, Mistrello Destro, Nan, Lazzari, Pelino, Rosso.
La Camera,
premesso che,
il provvedimento in esame prevede che coloro i quali rivestano incarichi istituzionali in enti locali non possano nello stesso tempo ricoprire incarichi e assumere consulenze professionali non solo presso gli enti in cui esercitano la loro carica, ma anche presso altri enti territoriali;
ciò comporta una perdita economica e un impedimento ingiusto per gli amministratori degli enti locali in quanto esercitare attività professionale o di consulenza per un ente diverso da quello in cui si ricopre un incarico istituzionale, non crea alcun conflitto di interessi con la propria carica -:
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio sugli effetti applicativi della normativa in esame, la possibilità di modificarla, in modo da escludere dalla previsione di incompatibilità istituzionale l'esercizio della professione per conto di enti diversi da quelli amministrati dal momento che altrimenti si verrebbe a creare una notevole ed ingiusta perdita economica pur in mancanza di un qualsivoglia conflitto di interessi.
9/1746-bis/294. Boscetto,Bocciardo, Crimi, Giro, Nan.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge in esame, nell'ambito degli interventi in materia sanitaria, prevede stanziamenti di risorse finalizzate rispettivamente al cofinanziamento dei progetti volti a superare le disomogeneità tra le diverse aree territoriali nell'attuazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale, e alla ricerca sanitaria;
in particolare, si destinano risorse all'integrazione e cofinanziamento dei progetti regionali in materia di malattie rare e modesti finanziamenti dei progetti di ricerca sanitaria di cui alla Tabella C allegata al disegno di legge in esame a favore, tra gli altri, per 3 milioni di euro di progetti concernenti il miglioramento degli interventi di diagnosi e cura delle malattie rare anche in riferimento alla facilitazione della erogazione ai pazienti dei farmaci orfani;
tali risorse sono chiaramente insufficienti dal momento che per ovviare ai particolari disagi a cui vanno incontro i pazienti affetti da tali patologie sarebbe opportuno, nonché necessario, prevedere l'inserimento in forma stabile e chiara delle prestazioni relative alla diagnosi e alla cura delle malattie rare nei livelli essenziali di assistenza e studiare nuovi strumenti per rendere più accessibili i farmaci ai pazienti affetti da malattie rare;
è inoltre necessario introdurre incentivi specifici per lo sviluppo dei farmaci orfani -:
impegna il Governo
a stanziare le risorse necessarie a tali scopi.
9/1746-bis/295.Brancher, Aracu, Costa, Giro, Osvaldo Napoli, Valentini.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede un taglio alle spese del Ministero della giustizia che comporta tra l'altro una riduzione delle risorse finanziarie per il
gratuito patrocinio e per le indagini antimafia, in tal modo riducendo la tutela per le fasce deboli della società, che la manovra finanziaria pretenderebbe di tutelare e indebolendo il contrasto della criminalità organizzata;
tali tagli non si sono trasformati in investimenti nell'edilizia penitenziaria, né nella medicina penitenziaria, né nel lavoro nelle carceri, nonostante che, in occasione del dibattito parlamentare sulla legge sull'indulto, il Governo abbia accolto un ordine del giorno dell'opposizione relativo all'incremento degli investimenti in tali settori, dal cui accoglimento tra l'altro è largamente dipeso il voto favorevole alla proposta di legge sull'indulto di molti deputati dell'opposizione;
sono previste risorse scarse a favore della giustizia minorile malgrado sia cresciuta l'incidenza dei reati minorili;
la scarsità delle risorse rende problematico lo svolgimento di una delle funzioni fondamentali dello Stato quale è l'amministrazione della giustizia -:
impegna il Governo
a adottare iniziative volte a stanziare ulteriori e adeguate risorse per un settore fondamentale del nostro sistema istituzionale quale è l'amministrazione della giustizia.
9/1746-bis/296.Bruno, Aprea, Baiamonte, Bernardo, Campa, Cicu, Colucci, Costa, Giuseppe Fini, Fitto, Galli, Jannone, Leone, Mondello, Nan, Osvaldo Napoli, Luciano Rossi, Santelli, Sanza, Gregorio Fontana, Milanato, Rivolta.
La Camera,
premesso che,
nello dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente, del territorio e del mare all'Unità previsionale di base 1.2.3.6 è allocato il Fondo unico per la difesa del suolo;
il Ministro dell'ambiente ha più volte dichiarato che la difesa del suolo deve ritenersi centrale nell'ambito del suo mandato -:
impegna il Governo:
a incrementare il fondo finalizzandolo parzialmente ad interventi urgenti nelle aree classificate come «zone rosse» a maggior rischio idrogeologico, ivi compresi gli interventi di demolizione di manufatti realizzati in aree a rischio;
a erogare le risorse aggiuntive a comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e agli altri comuni.
9/1746-bis/297.(Testo modificato nel corso della seduta) Brusco, Ferrigno, Ponzo, D'Ippolito, La Loggia, Nan.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge in esame contiene una serie di inasprimenti fiscali e parafiscali tali da comportare un aumento insostenibile della pressione fiscale e comunque di entità superiore a quanto ci richiede l'unione europea;
fare le spese di questa politica di prelievo sono soprattutto le aree più deboli del Paese, le quali vengono gravemente colpite;
in particolare, sono state ridotte le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate recando grave pregiudizio allo sviluppo del mezzogiorno -:
impegna il Governo
a porre in essere misure concrete per lo sviluppo del Paese, in particolare di quella parte di esso più debole dal punto di vista economico e sociale ripristinando e incrementando il fondo per le aree sottoutilizzate e ridimensionando l'eccessivo e controproducente aumento della pressione fiscale.
9/1746-bis/298.Caligiuri, Brusco, Crimi, Lenna, Mario Pepe, Rivolta, Paolo Russo, Valentini.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge in esame all'articolo 84 contiene, tra l'altro, la previsione relativa al trasferimento al fondo statale gestito dall' Inps dei flussi di trattamento di fine rapporto di quei lavoratori che sono occupati in imprese con almeno 50 dipendenti e che decidono in modo esplicito di non aderire ad alcuna forma pensionistica complementare;
l'istituzione del suddetto Fondo per l'erogazione del trattamento di fine rapporto secondo il Governo dovrebbe avere l'effetto di incrementare ulteriormente le adesioni alla previdenza complementare;
secondo le valutazioni degli esperti che hanno definito il Fondo «pilastrino» tale previsione va esattamente nel senso contrario a quello che il Governo dichiara di voler attuare ovvero il rilancio delle previdenza complementare, anzi essa costituisce una sorta di scommessa contro l'interesse dei lavoratori, in particolare di quelli più giovani -:
impegna il Governo
porre in essere misure concrete che favoriscano realmente il decollo delle previdenza complementare, dal momento l'assenza del secondo pilastro rende qualsiasi intervento in materia previdenziale assolutamente penalizzante nei confronti delle giovani generazioni.
9/1746-bis/299.Campa, Berruti, Di Centa, Gelmini, Palmieri, Verro.
La Camera,
premesso che,
le condizioni dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria sono ancora inadeguate e rendono molto difficile la circolazione soprattutto nei periodi di punta;
le gravi carenze di questa importante autostrada creano forte disagio per gli automobilisti e gli autotrasportatori;
i collegamenti tra la regione Campania e le regioni Calabria e Sicilia sono tutt'ora difficili anche per la presenza di numerosi cantieri di lavoro;
il precedente Governo, con la legge obiettivo, aveva dato un forte impulso all'ammodernamento di questa autostrada, mentre in questa finanziaria non sono presenti risorse adeguate per un rapido completamento dell'opera;
impegna il Governo
a continuare e a portare a termine rapidamente la modernizzazione della Salerno-Reggio Calabria, portata avanti con risolutezza dal Governo Berlusconi, destinando somme adeguate per accelerare i lavori e rendere più efficiente tale via di comunicazione fondamentale per il nostro Paese e per lo sviluppo e la rinascita del Mezzogiorno.
9/1746-bis/300.Carfagna, Aprea, Aracu, Baldelli, Cicu, Costa, Crimi, Giuseppe Fini, Lainati, Leone, Lupi, Paroli, Mario Pepe, Pili, Romele, Rosso, Paolo Russo, Uggè.
La Camera,
premesso che,
con l'articolo 107 della Manovra in esame si procede al rifinanziamento del Fondo nazionale per il cofinanziamento degli interventi regionali nel settore del turismo;
in tale ambito la creazione di una rete aeroportuale minore che consenta di creare rotte aeree turistiche che direttamente connettono la aree ricche nordeuropee con le zone turistiche, sulla falsariga di quanto già sperimentato con successo in Spagna, costituisce un volano di sviluppo per il Mezzogiorno d'Italia ed un moltiplicatore delle risorse impiegate -:
impegna il Governo
a attivarsi per introdurre incentivazioni sui costi aeroportuali, riduzioni sul
prezzo dei biglietti e facilitazioni alle linee aeree a basso costo, in favore delle regioni ricadenti nell'Obiettivo 1 comunitario.
9/1746-bis/301.Carlucci, Aracu, Bruno, Di Centa, Gregorio Fontana, Iannarilli, Palumbo, Picchi, Tondo, Zanetta.
La Camera,
premesso che,
la legge Finanziaria 2007 prevede un drastico taglio degli importi delle tariffe massime praticabili per le prestazioni di diagnostica di laboratorio rese dalle strutture private accreditate;
tale abbattimento conseguiranno, quasi certamente, uno scadimento a livello qualitativo delle prestazioni e servizi erogati dalle strutture suddette e, cosa assai grave, una riduzione sul territorio della presenza delle stesse;
ltra grave conseguenza è il danno arrecato ai pazienti che possono incorrere in servizi scadenti a livello qualitativo e di sicurezza;
il provvedimento in esame stabilisce un drastico taglio degli importi;
tale provvedimento provocherà la dispersione del patrimonio professionale, tecnico e scientifico di primissimo ordine, che pone allo stato attuale il nostro Paese in una posizione leader in Europa -:
impegna il Governo:
a attivarsi per rivedere il nomenclatore tariffario di tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali;
a istituire, con assoluta urgenza, il tavolo tecnico di confronto tra Governo, Regioni e associazioni di categorie pubbliche e private al fine di risolvere i problemi normativi ed economici che riguardano la specialistica ambulatoriale.
9/1746-bis/302.Ceccacci Rubino, Di Virgilio, Moroni, Bruno, Costa, Giro, Nan, Valducci.
La Camera,
premesso che,
l'articolo 6 del decreto legge n. 262 del 2006 prevede la reintroduzione della tassa di successione, peraltro mascherata da incremento delle imposte catastali e di registro;
l'intervento dei parlamentari della Casa delle Libertà ha consentito l'elevazione della soglia di applicazione della tassa fino ad un milione di euro;
il balzello si configura come odioso e peraltro si scarica per la totalità sulla classe media, poiché i grandi patrimoni si trasformano in patrimoni societari sfuggendo all'imposizione successoria;
il gettito così ottenuto è relativamente modesto, non superando i 300 milioni di euro per anno, pertanto la norma si configura più che altro come ideologica -:
impegna il Governo
a assumere iniziative normative volte a sopprimere la tassa di successione.
9/1746-bis/303.Ceroni, Aracu, Ceccacci Rubino, Cossiga, Fallica, Lupi, Paniz, Tortoli, Zanetta.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge Finanziaria per il 2007, prevede una serie di misure il cui effetto sarà quello di comprimere la crescita del prodotto interno lordo del Paese;
in particolare per il settore dei trasporti, non sono previste disposizioni che possano stimolare la domanda dei servizi di trasporto pubblico dei passeggeri come
l'abbattimento dell'aliquota IVA dal 10 per cento al 5 per cento del prezzo finale di titoli di viaggio;
impegna il Governo
a assumere iniziative normative onde prevedere la disposizione indicata nella premessa.
9/1746-bis/304.Cesaro, Biancofiore, Crimi, Giro, Misuraca, Testoni.
La Camera,
premesso che,
l'emergenza rifiuti a Napoli ha assunto un livello di gravità tale da nuocere non solo all'ambiente e alla salute dei cittadini di Napoli e provincia, ma anche da recare grave nocumento alla prospettive di sviluppo dell'area napoletana -:
impegna il Governo
a superare al termine del mandato del commissario la fase emergenziale della gestione dei rifiuti solidi urbani a Napoli e in tutta la Regione Campania con il passaggio ad una gestione di tipo ordinario con una programmazione seria e realistica diretta a riportare alla normalità questa importante funzione pubblica.
9/1746-bis/305.(Testo modificato nel corso della seduta) Nicola Cosentino, Aprea, Ceroni, Cossiga, Giro, Nan.
La Camera,
considerato che la politica dell'attuale Governo in ordine alla questione della revisione della geografia giudiziaria sia ambigua in quanto da un lato si nega l'intenzione di procedere a tale revisione, mentre dall'altro non si assegnano risorse adeguate agli uffici giudiziari distribuiti sul territorio nazionale determinando una paralisi del funzionamento degli stessi;
ritenuto che il Governo deve chiarire, in ordine al punto precedente, quale sia l'azione che intende intraprendere -:
impegna il Governo
in primo luogo a indicare quale sia la politica che intenda intraprendere in ordine alla revisione della geografia giudiziaria ed in secondo luogo a dotare gli uffici giudiziari di risorse adeguate scongiurando la paralisi del funzionamento degli uffici giudiziari.
9/1746-bis/306.Costa, Angelino Alfano, Baldelli, Campa, Di Virgilio, Lainati, Romagnoli.
La Camera,
considerato che la manovra di finanza pubblica per il 2007 riduce la dotazione finanziaria per il gratuito patrocinio e per le indagini antimafla;
ritenuto che in tale modo si colpiscono le fasce deboli della società e non si contrasta adeguatamente la criminalità organizzata che in questo momento è particolarmente pericolosa come dimostrano i fatti accaduti a Napoli nei giorni scorsi;
ritenuto che sia grave l'atteggiamento del Governo di centro-sinistra che da un lato si fa paladino della legalità e dall'altro riduce gli stanziamenti per contrastare la criminalità organizzata -:
impegna il Governo
a adottare iniziative normative volte ad assicurare risorse adeguate per il gratuito patrocinio e per le indagini antimafia in modo tale da non pregiudicare il diritto alla difesa delle fasce più deboli della nostra società e per non ridurre il contrasto alla criminalità visto che il fenomeno desta particolare allarme sociale e i cittadini sentono oggi in modo rilevante il bisogno di sicurezza.
9/1746-bis/307.Craxi, Caligiuri, Costa, Giro, Misuraca, Picchi.
La Camera,
premesso che,
la legge 8 gennaio 2002, n. 1, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario, ha valorizzato, sia da un punto di vista professionale che manageriale, il ruolo dell' infermiere professionale;
l'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, è finalizzato ad assicurare una maggiore qualificazione professionale degli operatori sanitari, non medici, attraverso un riordino dei percorsi accademici;
in Italia, secondo il rapporto OCSE, mancano oltre 40.000 infermieri, ed i giovani non si avvicinano a questa nobile professione anche per la remunerazione, troppo bassa rispetto alla qualità e alla quantità del servizio da loro prestato -:
impegna il Governo
a assicurare la presenza dei rappresentanti dei professionisti sanitari, non medici, al tavolo di lavoro ARAN, nei periodici rinnovi contrattuali.
9/1746-bis/308.Crimi, Di Virgilio.
La Camera,
premesso che
l'articolo 1, comma 452, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) ha destinato risorse finanziarie per il completamento degli interventi infrastrutturali necessari a garantire l'integrale attuazione della Convenzione tra l'Italia e la Francia, conclusa a Roma il 24 giugno 1970;
la stessa disposizione ha previsto che al fine di garantire effettività alla realizzazione delle iniziative in grado di potenziare e rendere più efficiente la grande viabilità lungo il percorso tra Italia e Francia, viene assicurata priorità al completamento degli interventi infrastrutturali stradali e di grande attraversamento viario nelle aree di confine, ed in particolare nella zona del Colte di Tenda, a tal fine prevedendo uno specifico contributo di 5 milioni di euro per dodici anni per la realizzazione delle relative opere di viabilità stradale ed autostradale;
alla data del 1o gennaio 2005 (e cioè data di entrata in vigore della legge finanziaria citata) non esisteva alcun intervento infrastrutturale viario tra quelli indicati che fosse pervenuto al livello della progettazione preliminare;
non può dubitarsi del fatto che l'ulteriore requisito indicato (e cioè la presenza di una specifica programmazione preliminare ad una data certa) costituisce un dato aggiuntivo rispetto a quanto già la stessa disposizione normativa inequivocabilmente circoscrive con certezza. E cioè, la limitazione del predetto finanziamento esclusivamente alla realizzazione degli «interventi infrastrutturali necessari a garantire l'integrale attuazione della Convenzione tra l'Italia e la Francia, conclusa a Roma il 24 giugno 1970 (...) per la realizzazione delle opere di viabilità stradale e autostradale speciale e di grande comunicazione connesse al percorso di cui alla stessa Convenzione»;
mancanza della progettazione preliminare alla data di entrata in vigore della legge (1o gennaio 2005), requisito, peraltro, i cui concreti margini di effettività certamente non potevano non essere noti al legislatore, attesa la data di promulgazione della citata legge (30 dicembre 2004) non può tradursi certo nella vanificazione (in sede applicativa) della volontà dello Stesso legislatore (come detto, direttamente connessa alla necessità di attuazione di precisi accordi internazionali sul punto), bensì nella impossibilità di operare per quel requisito -:
impegna il Governo
a attribuire le risorse di cui in premessa per la realizzazione ed il completamento
degli interventi infrastrutturali stradali e di grande attraversamento viario nelle aree di confine, ed in particolare nella zona del Colle di Tenda.
9/1746-bis/309.Crosetto, Bruno, Lainati, Paroli, Ravetto, Alfredo Vito.
La Camera,
premesso che:
la bancarotta della Repubblica Argentina dei dicembre 2001 ha rappresentato uno dei più gravi casi di default finanziario di un Paese sovrano nel corso della storia contemporanea;
l'evento non solo ha causato enormi danni al mercato finanziario globale, ma ne ha violato le stesse regole di fondo;
le conseguenze sul nostro Paese hanno riguardato non solo i detentori di titoli pubblici dei Governo di Buenos Aires, ma ha avuto ricadute negative sull'intera economia italiana e sul bilancio pubblico;
circa 450.000 italiani hanno nel decennio scorso acquistato titoli di stato argentini per un valore pari al 15 per cento del valore totale dell'offerta pubblica, per un ammontare di circa 12.7 miliardi di dollari USA;
molti tango bond sono stati venduti dagli istituti bancari italiani, come giudicato da molti tribunali italiani, spesso in assenza della doverosa informazione pur prevista dalla normativa Consob;
molte altre condanne al risarcimento danni sono state emesse perché quei titoli sarebbero stati venduti ai risparmiatori dalle banche (che le avevano nel loro portafogli titoli) anche nell'imminenza del default, arrivato il 23 dicembre 2001, ma già previsto dai report di banche e istituzioni internazionali;
al gennaio 2005, la bancarotta argentina è costata agli investitori italiani - secondo stime accreditate - circa 11.3 miliardi di dollari USA (7.4 miliardi di perdita di capitale e 3.9 miliardi di mancati interessi) e ha provocato un minor gettito per l'Erario, conseguente al mancato rimborso dei bond, tra i 4.2 e i 4.3 miliardi di dollari USA;
le condizioni poste dal Governo Argentino per la ristrutturazione - uno swap del debito che comporta una perdita del capitale pari a circa il 70 per cento - sono state comprensibilmente ritenute da gran parte dei risparmiatori italiani troppo onerose e non accettabili;
l'intero piano di ristrutturazione del debito argentino ha rappresentato un esempio lampante di violazione degli accordi e degli standard internazionali (che in genere prevedono un rimborso del capitale di almeno il 45 o 50 per cento), creando un pericoloso precedente e rendendo il prestito internazionale più rischioso e oneroso, disincentivando trasferimenti finanziari e tecnologici, in particolar modo verso i paesi in via di sviluppo;
centinaia di migliaia di risparmiatori italiani hanno intrapreso un'azione legale nella forma dell'arbitrato internazionale sulla base della «Icsid Convention» che ha scarse possibilità di successo, perché - sebbene i 143 Stati firmatari della Convenzione (fra i quali Italia e Argentina) siano tenuti a riconoscere ed osservare le sentenze dell'Icsid - l'Articolo 55 della stessa Convenzione concede l'immunità dal pignoramento ai beni pubblici degli Stati sovrani presso le altre nazioni aderenti, rendendo praticamente inefficace l'azione legale intrapresa nei confronti della Repubblica Argentina;
i sensi degli articoli 2947 e 2948 del Codice Civile, siamo ormai prossimi ai tempi per la prescrizione - cinque anni dal crack argentino - e che, pertanto, le vie legali rischiano di non essere più sufficienti per ottenere risarcimenti del danno da parte degli operatori finanziari coinvolti;
è interesse del nostro Paese e dell'intera economia europea - oltre che dell'Argentina - mantenere un elevato ed attivo livello di investimenti in uno dei mercati potenzialmente più dinamici del mondo;
fronte dell'incremento della pressione fiscale determinata dalla legge Finanziaria, dai provvedimenti ad essa collegati e dai disegni di legge presentati dal Governo, il recupero degli investimenti in bond argentini permetterebbe un salutare flusso di risorse verso i risparmiatori italiani e conseguentemente a favore del bilancio pubblico;
una presa di posizione più decisa e strategicamente elaborata da parte di questo Governo negli incontri ufficiali avuti di recente con il Governo argentino avrebbe potuto ovviare a molte delle conseguenze della bancarotta argentina che hanno colpito i piccoli risparmiatori - lasciandone molti in gravi difficoltà;
in una prospettiva internazionale vi è il rischio che altri Paesi possano adottare la «strategia» usata dal Governo argentino, violando le regole e gli standard internazionali e mettendo a repentaglio l'integrità del settore degli investimenti stranieri diretti ai Paesi emergenti;
la sostenuta crescita economica - pari all'8,6 per cento del PIL ad agosto 2006 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente - sta permettendo all'Argentina un consistente aumento delle sueriserve valutarie e, quindi, delle sue possibilità riparatorie -:
impegna il Governo
a attivare tutti i canali diplomatici e politici necessari per rivedere al più presto le condizioni dell'accordo di riconciliazione del debito con la Repubblica Argentina;
a affermare nei confronti del governo argentino la ferma volontà politica dell'Italia ad una soluzione che rispetti in pieno gli standard e gli accordi internazionali in materia di default e ristrutturazione del debito.
9/1746-bis/310.Della Vedova, Aprea, Costa, Galli, Rosso, Cesaro, Fasolino, Lenna, Mario Pepe, Uggè.
La Camera,
premesso che
la sicurezza interna è essenziale per il nostro Paese vista la recrudescenza dei fenomeni criminali che si sono diffusi in gran parte del Paese e soprattutto nelle regioni del mezzogiorno destando particolare allarme sociale soprattutto nella città di Napoli;
l'assunzione del personale delle Forze di Polizia sia inadeguata per fronteggiare i fenomeni criminosi che sono presenti nel nostro Paese;
le stragi accadute a Madrid e a Londra hanno destato particolare allarme anche nel nostro Paese e che è, quindi, necessario un maggiore impiego di uomini e mezzi per contrastare il terrorismo internazionale -:
impegna il Governo
a elevare il numero di assunzioni per le forze di polizia in modo da garantire una maggiore sicurezza interna per i nostri cittadini.
9/1746-bis/311.Dell'Elce, Brusco, Cesaro, Crosetto, Giro, Moroni, Rivolta, Rosso.
La Camera,
premesso che:
il comune di Taranto ha dichiarato dissesto con delibera n. 234 del 17 ottobre 2006, per una passività, accertata dal Commissario prefettizio, pari a 357,4 milioni di euro, di cui 64,8 milioni di euro di
debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento, seconda solo a quella verificatasi nel comune di Napoli nel 1993;
è tutt'ora in corso l'inchiesta della Procura di Taranto che vede diversi indagati dell'apparato del Comune di Taranto per accuse di vario titolo, dal falso ideologico al falso per induzione;
tutti i dipendenti comunali sono in sciopero per la mancata corresponsione dello stipendio relativo al mese di ottobre 2006;
i dipendenti delle varie società di servizi che avevano in corso contratti con il Comune di Taranto sono da mesi senza stipendio per il mancato pagamento di quanto spettante alle società stesse;
la dichiarazione di dissesto ha gettato nel caos tutta la struttura comunale: non viene raccolta la spazzatura, molte strade sono al buio, non funziona il cimitero ed in generale il pagamento degli stipendi avviene con grave ritardo;
questa situazione produrrà forti disagi ai cittadini, che saranno obbligati a pagare il massimo possibile delle tasse locali, per avere il minimo dei servizi, a fronte di una situazione sociale ed economica già prossima al collasso;
sono urgenti e necessari almeno 82 milioni di euro da qui a fine anno per garantire gli stipendi ed il funzionamento minimo della macchina amministrativa;
impegna il Governo
a adottare emanare con estrema sollecitudine un'iniziative urgente per il sostegno della città di Taranto eventualmente proponendo una legge speciale, come peraltro richiesto dal Presidente della Provincia di Taranto e dallo stesso Governatore della Puglia.
9/1746-bis/312.Di Cagno Abbrescia, Franzoso, Biancofiore, Cicu, Floresta, Giro, Moroni, Prestigiacomo, Romele.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 22, comma 2 della legge 1o agosto 2002, n. 266, provvedimento collegato alla Manovra economica per il 2002 è stato finanziato un progetto pilota di istruzione riservato a giovani atleti italiani praticanti gli sport invernali;
tale progetto, sulla base di esperienze straniere, ha riguardato 11 scuole dislocate sull'arco alpino, ma anche sull'Appennino, ed ha consentito di provvedere ad un'adeguata preparazione scolastica agli atleti come nel prossimo futuro rappresenteranno l'Italia in tutti gli sport invernali:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a stanziare ulteriori risorse per il Fondo della montagna, anche al fine di promuovere il turismo montano e gli sport invernali, individuando in tale ultimo ambito risorse per sostenere il progetto pilota denominato «Sky college».
9/1746-bis/313.(Nuova formulazione) Di Centa, Caligiuri, Crimi, Giro, Lenna, Picchi, Rosso, Tondo.
La Camera,
premesso che:
vi sono oltre 1900 cittadini affetti da talassemia che hanno contratto infezioni e hanno subito danni severi attraverso trasfusioni di sangue infetto e sono in attesa di essere indennizzati e risarciti,
il disegno di legge in esame ignora completamente i diritti dei soggetti talassemici che in seguito ad emotrasfusione con sangue o emoderivati infetti abbiano subito un aggravamento della loro condizione di salute;
in particolare il disegno di legge in esame dovrebbe prevedere l'esplicito riconoscimento a questi soggetti del diritto ad
essere risarciti per il danno subito, come previsto dall'articolo 3 del decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89, convertito in legge, con modificazioni dalla legge 20 giugno 2003, n. 141;
tutte le vicende legislative inerenti la problematica del risarcimento da parte dello Stato ai soggetti danneggiati attraverso il contagio con il sangue o i derivati infetti ammettono una responsabilità pubblica con successivo provvedimento normativo di supporto verso quei cittadini che sono stati fisicamente e/o psichicamente menomati, o resi addirittura perennemente infermi;
la legge n. 210 del 1992 e il decreto legge 23 aprile 2003, n. 89 convertito, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 2003, n. 141 riconosce un indennizzo, non solo ai pazienti emofilici, ma anche ai talassemici che hanno subito un danno a seguito di trasfusione di sangue infetto;
nella passata legislatura, molto è stato fatto al fine di portare a rapido compimento tali contenziosi giudiziari, ed in particolare, si ricorda che con il decreto legge 23 aprile 2003, n. 89, è stata autorizzata la spesa di novantotto milioni e cinquecentomila euro per il 2003 e di centonovantotto milioni sia per il 2004 che per il 2005 per il risarcimento dei soggetti emotrasfusi danneggiati da emoderivati infetti -:
impegna il Governo
al fine di una corretta equiparazione dei diritti dei pazienti, a prevedere tempestive ed idonee iniziative al fine di porre fine all'iniqua discriminazione perpetrata nei confronti dei cittadini talassemici.
9/1746-bis/314.Di Virgilio, Moroni, Palumbo, Mazzaracchio, Gardini, Baiamonte, Ceccacci Rubino, Bocciardo, Crimi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 178 del disegno di legge in esame reca disposizioni finalizzate a favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro;
in particolare, l'articolo citato prevede la possibilità per i datori di lavoro che intendono procedere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa di aderire ad un condono previdenziale dei contributi INPS e comporta - cosa ben più grave - addirittura l'estinzione di reati penali;
nella passata legislatura l'attuale maggioranza si è scagliata in ogni occasione e molto duramente contro le varie forme di regolarizzazione operate dal governo di centrodestra;
passi, secondo i firmatari del seguente atto, il difetto di coerenza ma non il disegno che di fatto sottrae chi commette un reato alla giustizia;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, previo monitoraggio degli effetti applicativi delle norme in esame, di porre rimedio a questa che i sottoscrittori giudicano una grave lesione della legalità che di sicuro non ha niente a che fare con quel principio di equità di cui è stata ammantata questa disposizione insieme a molte altre contenute nel disegno di legge in esame.
9/1746-bis/315.Fabbri, Bernardo, Dell'Elce, Grimaldi, Pili, Tortoli.
La Camera,
considerato che la manovra di finanza pubblica per l'anno 2007 non prevede risorse economiche adeguate per lo sviluppo dei servizi pubblici essenziali per la vivibilità nelle isole minori;
ritenuto che sia necessario contribuire a creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile delle isole minori che hanno un ruolo importante per il comparto
turistico e attraggono, con le loro bellezze naturali, numerosi visitatori italiani e stranieri;
considerato che è essenziale garantire i collegamenti marittimi ed aerei da e per le isole minori a costi contenuti al fine di limitare i disagi della popolazione residente e per favorire le attività economiche ed in particolare il turismo -:
impegna il Governo
a potenziare sostanzialmente la politica a sostegno dei servizi pubblici per le isole minori al fine di promuoverne lo sviluppo economico e sociale.
9/1746-bis/316. Fallica, Aprea, Casero, Costa, Crosetto, Giuseppe Fini, Lenna, Paroli, Pescante, Scajola, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 134 del disegno di legge Finanziaria per il 2007, recante disposizioni per il sistema alta velocità, alta capacità dal 2008 e apporto al capitale sociale di Ferrovie dello Stato spa, non prevede alcun stanziamento per l'anno 2007 in riferimento all'infrastruttura ferroviaria dell'alta velocità;
il comma 5 del medesimo articolo indica invece, lo stanziamento di 2 miliardi di euro, sia per l'anno 2007 che per l'anno 2008;
il sistema dell'alta velocità sostenuto e sviluppato sotto il profilo sia finanziario che infrastrutturale dal precedente Governo Berlusconi, riguarda è invece un aspetto strategico e innovativo per il sistema-Paese rendendolo più moderno -:
impegna il Governo
a prevedere la prosecuzione degli investimenti riguardanti il progetto alta velocità, alta capacità, assicurando continuità attraverso lo stanziamento di fondi per gli anni 2007 e 2008 e conseguentemente riducendo l'autorizzazione di spesa per gli investimenti relativi alla rete convenzionale per gli anni 2007 e 2008.
9/1746-bis/317. Fasolino, Brusco, Fabbri, Giro, Pili, Rivolta, Tondo.
La Camera,
premesso che:
per contribuire ad alleviare la profonda crisi economica e sociale che da troppo tempo caratterizza la Regione Calabria, sarebbe oltremodo utile istituire presso il porto di Gioia Tauro un porto franco a norma del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni;
un porto franco presso una struttura portuale così importante come quella di Gioia Tauro potrebbe conferire un impulso estremamente utile alla ripresa dell'economia dell'intera Calabria, che da troppo tempo soffre dell'inadeguatezza degli interventi in suo favore ed in particolare di scarsi investimenti relativi alle infrastrutture -:
impegna il Governo
a istituire presso il porto di Gioia Tauro il punto franco a sostegno dello sviluppo del porto stesso e dell'intero territorio della Regione Calabria;
a reperire le risorse necessarie per l'istituzione dello stesso.
9/1746-bis/318. Fedele, Bertolini, Giro, Paniz, Testoni.
La Camera,
premesso che:
i riservisti facenti parte delle forze di complemento dell'esercito italiano sono in servizio per un massimo di 180 giorni, volontariamente e senza alcun tipo di
concorso, in una posizione di assoluta mancanza di chiarezza sia giuridica che economica;
in particolare essi sono richiamati senza che sia loro sottoposto un contratto lavorativo, non godono del TRF, i versamenti contributivi INPS ed INAIL sono problematici, non possono partecipare a concorsi interni;
tale ultima previsione condanna i riservisti ad una sorta di precariato a vita -:
impegna il Governo
ad istituire bandi di concorso straordinari, senza limiti di età, ai riservisti dell'esercito italiano.
9/1746-bis/319.Ferrigno, Brusco, Ponzo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 23 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, recante: «Modernizzazione del settore pesca e dell'acquacoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 marzo 2003, n. 38» ha abrogato la legge n.41 del 1982, e successive modificazioni;
con l'approvazione del predetto decreto legislativo è venuta meno la norma che applicava il canone meramente ricognitorio per le concessioni demaniali marittime, nonché le zone - di mare territoriale e relative pertinenze richieste da imprenditori ittici o da organizzazioni di produttori o loro Consorzi per iniziative di pesca ed acquicoltura, finalizzate al ripopolamento, protezione della fascia costiera, realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, la depurazione, l'eventuale trasformazione del prodotto;
tenuto conto che l'abrogazione di tale norma potrebbe determinare un aggravio dei costi per le imprese di produzione e di allevamento ittico;
considerando che le attività di acquicoltura e maricoltura rappresentano una risposta qualificata alla riduzione dello sforzo della pesca ed alla riorganizzazione del settore investito da un processo di riorganizzazione che va avanti ormai da anni e che può consentire lo sviluppo delle aree marine interessate;
l'applicazione del canone ricognitorio consentiva di allineare i costi delle nostre imprese con i competitori internazionali sempre più aggressivi;
l'abrogazione di essa rischia di creare serie difficoltà al settore dell'allevamento ittico nel nostro Paese e di rendere più difficile la maggiore competitività acquisita;
che il disegno di legge finanziaria per il 2007, prevede per il comparto agricolo incluso quello della pesca, disposizioni volte ad inasprire la pressione fiscale per gli imprenditori del settore;
il comma 1-sexies, dell'articolo 5 del decreto legge 10 gennaio 2006, n. 2, così come modificato dalla legge di conversione, 11 marzo 2006, n. 81, ha previsto che in via sperimentale per l'anno 2006 agli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, si applichi il regime previsto dall'articolo 34, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 e successive modificazioni (Iva settore agricolo) -:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di ripristinare il canone meramente ricognitorio cosi come stabilito dall'articolo 27-ter della legge n. 41 del 1992, e successive modificazioni, od ad introdurre altre forme di sostegno del settore;
ad attivarsi per:
a) prevedere inoltre a favore degli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima, l'attuazione di opportuni provvedimenti necessari per dare attuazione
alla misura di agevolazione dell'IVA citata in premessa anche per gli anni 2007, 2008 e 2009;
b) prevedere un intervento affinché a decorrere dal 1 gennaio 2007, l'aliquota IRAP «imposta regionale sulle attività produttive», per tutte le imprese che esercitano in qualsiasi forma costituite, attività di pesca marittima o di allevamento di pesci, molluschi e crostacei marini e lagunari, sia fissata nella misura dell'1,9 per cento da calcolarsi sul valore della produzione netta;
c) prevedere infine misure per i lavoratori del settore della pesca e dell'acquacoltura, che incentivino la stabilizzazione delle loro posizioni di professionali individuate ai sensi della legge 30 del 2003.
9/1746-bis/320. Giuseppe Fini, Marinello, Misuraca, Zacchera, Dozzo.
La Camera,
premesso che:
il Fondo per le aree sottoutilizzate, già originariamente insufficiente, è stato largamente ridotto nel corso del dibattito sulla Finanziaria utilizzandolo per le spese più disparate al di fuori del Mezzogiorno;
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a ripristinare la consistenza del Fondo, rimediando a queste gravi ingiustizia ed inadempienza nei confronti delle regioni meridionali ed insulari.
9/1746-bis/321. Fitto, Lazzari, Patarino.
La Camera,
premesso che:
la manovra finanziaria per il 2007, prevede misure volte a rendere ancora più farraginosa l'attività burocratica e amministrativa del sistema-Paese;
in particolare in tema di trasporto e di circolazione dei veicoli, il disegno di legge non prevede alcun tipo di disposizione che semplifichi le procedure e gli adempimenti per i veicoli dimessi -:
impegna il Governo
ad attivarsi per introdurre la possibilità per i veicoli dismessi dalla circolazione e comunque inidonei alla circolazione sulla base delle vigenti norme in materia, di essere destinati alla circolazione interna ad aree private ed industriali;
ad adottare iniziative volte a prevedere altresì che gli stessi veicoli siano esenti dal pagamento della tassa di circolazione e si muniscano di polizza assicurativa singola o cumulativa, ai fini della responsabilità civile e siano annotati su appositi registri del PRA come non più circolanti su aree pubbliche.
9/1746-bis/322. Floresta, Boniver, Fallica, Lupi, Paroli, Rosso, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
sono in fase di avvio i lavori, per l'importo totale di 156,149 milioni di euro, relativi alla realizzazione della piastra logistica dell'hub portuale di Taranto, giusta delibera CIPE del 29 settembre 2003, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 16 dicembre 2003;
a seguito della costituzione di un'apposita Società tra gli enti territoriali di Taranto (Comune, Provincia, Camera di Commercio e Autorità Portuale), sono state avviate le procedure per la realizzazione di un Distriprak, tra cui l'esproprio dell'area necessaria, nonché le prime opere di infrastrutturazione, finanziati con delibera CIPE 155/2000;
le Ferrovie dello Stato hanno appaltato i lavori della bretella ferroviaria di collegamento con l'Area portuale di Taranto
e la stazione «Bellavista» all'uopo dedicata al trasposto merci da e per il Porto di Taranto -:
impegna il Governo
ad adottare un'iniziativa finalizzata alla costituzione della zona franca del Porto di Taranto, estesa a tutta la fascia portuale da Taranto a Massacra inclusa e comprendente il molo polisettoriale, le aree retroportuali interessate dal realizzando Distripark e la stazione ferroviaria «Bellavista» ai sensi dell'articolo 166 e seguenti del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, m. 43, e successive modificazioni.
9/1746-bis/323. Franzoso.
La Camera,
considerata l'esigenza di migliorare la tutela e la conservazione dei beni artistici ed architettonici tuttora fortemente carente -:
impegna il Governo
a dare facoltà all'Agenzia del demanio, d'intesa con il Ministro dei beni culturali, a concedere in uso gratuito agli enti territoriali, per una durata massima di 99 anni e previa loro richiesta, beni per i quali sia stata accertata la sussistenza dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico ai sensi del comma 2, ai fini del recupero, della conservazione, della manutenzione e della valorizzazione. La concessione fissa le modalità e le condizioni d'uso del bene. Gli immobili concessi in uso ritornano alla disponibilità dell'Agenzia nel caso di uso difforme accertato dalla soprintendenza.
9/1746-bis/324. (Testo modificato nel corso della seduta) Fratta Pasini, Boscetto, Cossiga, Giudice, Lupi, Moroni, Ricevuto, Uggè.
La Camera,
premesso che:
nella Manovra in corso di esame rilevante attenzione è stata posta alle fonti rinnovabili, al risparmio energetico, alla fiscalità energetica, allo sviluppo sostenibile; in quest'ambito crescente è la preoccupazione e la protesta delle associazioni ambientaliste, delle associazioni di consumatori ed anche di quella parte del mondo imprenditoriale legata allo sviluppo delle energie rinnovabili, in relazione al silenzio del Governo rispetto alla destinazione degli oneri CIP 6 destinati alle fonti energetiche «assimilate», ricadenti nella componente tariffaria A3 della bolletta elettrica, sulla quale gravano (secondo il Sole 24 Ore) per il 5 per cento;
com'è ormai noto all'opinione pubblica e non solo alla ristrettissima cerchia degli addetti ai lavori, le fonti energetiche «assimilate» sono quelle provenienti essenzialmente dagli scarti di petrolio e dai rifiuti, cioè l'esatto opposto delle fonti energetiche rinnovabili con cui improvvidamente il Governo Amato del 1992 intese associarle; negli anni 1992-2006 le «fonti assimilate» hanno divorato più del 70 per cento del sostegno alle fonti alternative, per un totale di oltre 30 miliardi di euro, come denunziato dal Presidente della Commissione attività produttive della Camera onorevole Tabacci a novembre 2003, nel corso dell'esame dello schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2001/77/CE;
nonostante siano in scadenza a fine 2006 la gran parte delle convenzioni relative alle fonti «assimilate» (tranne quella siglata dal Governo D'Alema e dall'allora Ministro delle attività produttive Bersani nel 2000 con la Sarlux, per un importo di 400 milioni di euro l'anno sino al 2020), non è chiaro il destino delle risorse cosi liberatesi, pari a circa 2 miliardi di euro annui;
il Governo Berlusconi, nell'articolo 15 comma 1, lettera f) della legge 18 aprile 2005, n.62, aveva posto il divieto di rinnovo
delle convenzioni per le «assimilate», lasciando intravedere un utilizzo più aderente al dettato normativo delle risorse cosi liberate; viceversa il Governo Prodi, nel disegno di legge sull'energia, in corso di esame al Senato, sopprime questa previsione, lasciando intendere che intende rinnovare le convenzioni CIP 6 in scadenza; peraltro la Mozione 1-00039 approvata il 7 novembre 2006 al Senato, sottoscritta da tutti i Gruppi ed analoga ad altra approvata dalla Commissione Ambiente della Camera, prevede espressamente di superare «l'incentivazione delle fonti non rinnovabili assimilate» le associazioni ambientaliste non direttamente coinvolte nel partito dei Verdi e quindi prive di interessi di Governo, sono pronte a portare l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia comunitaria, per l'indebito aiuto che il CIP 6 ha fornito all'industria petrolifera e carbonifera e per violazione delle norme comunitarie -:
impegna il Governo
a chiarire che il sostegno CIP 6 alle fonti energetiche assimilate deve considerarsi finito, per le convenzioni in scadenza, dichiarando quindi che esse non potranno essere rinnovate ai sensi della normativa vigente;
ad utilizzare le risorse così disponibili per ridurre le bollette elettriche o per finanziare le azioni in tema di fonti rinnovabili, risparmio energetico, sviluppo sostenibile.
9/1746-bis/325. Galli, Baiamonte, Casero, Fabbri, Garagnani, Marinello, Palmieri, Mario Pepe, Rivolta, Rosso.
La Camera,
premesso che:
in Italia sussiste, in ambito scolastico, un monopolio statale del tutto anacronistico;
il cammino legislativo per il pieno riconoscimento della parità scolastica appare incerto e la predisposizione di risorse insufficienti rischia non solo di annullare l'obiettivo della totale equiparazione tra scuola pubblica e privata presente in quasi tutti gli stati della Comunità europea, bensì di privare la realtà scolastica italiana dell'arricchimento culturale che le deriva dalla presenza delle suddette scuole;
le norme oggi vigenti nel nostro Paese non garantiscono ancora un effettivo pluralismo educativo, relegando l'Italia agli ultimi posti nel contesto europeo;
le famiglie che scelgono di iscrivere i figli in scuole non statali o non comunali devono sostenere in proprio i costi.
molti paesi europei hanno ormai da tempo affrontato e risolto sempre attraverso una legislazione paritaria la questione del rapporto tra scuola privata e servizio scolastico pubblico, offrendo riconoscimento e sovvenzioni a fronte dell'assunzione di obblighi e responsabilità;
l'articolo 68, comma 12, della Finanziaria per il 2007 prevede uno stanziamento insufficiente da destinare alle «Scuole non statali» e prioritariamente alle scuole dell'infanzia;
tali risorse risultano del tutto inadeguate in un ottica di allineamento tra scuole statali e scuole paritarie -:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di istituire, presso il Ministero della pubblica istruzione, un Fondo speciale di adeguata consistenza per assicurare il diritto allo studio nelle scuole paritarie, la cui gestione sia affidata alle Regioni.
9/1746-bis/326. Garagnani, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi,
Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame è senza alcun dubbio sbilanciato verso il lato delle entrate piuttosto che verso quello delle spese;
ciò significa che, nell'ottica di fare cassa a tutti costi, vengono imposti ai cittadini balzelli incomprensibili;
non vengono risparmiati neppure i settori più deboli della popolazione ovvero i disabili le cui esigenze vengono freddamente ignorate non avendo essi un potere contrattuale da esercitare;
sarebbe necessario, pertanto, almeno un gesto di speranza per questi soggetti che, non dobbiamo dimenticarlo, sono cittadini a tutti gli effetti;
un segnale in tal senso potrebbe essere quello di estendere anche ai non udenti quanto previsto dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 28 dicembre 1995 relativamente all'esenzione dal pagamento della tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari, i quali costituiscono ormai un irrinunciabile strumento di comunicazione ed - ancor più - di soccorso -:
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, previo monitoraggio degli effetti applicativi delle norme in esame, di modificare la disciplina di cui in premessa.
9/1746-bis/327. (Testo modificato nel corso della seduta) Gardini, Caligiuri, Ferrigno, Martino, Pelino, Simeoni.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per il 2007 non prevede finanziamenti significativi per le opere infrastrutturali della Regione Lombardia e questo rischia di perpetuare l'attuale situazione di grave disagio per l'insufficienza delle principali infrastrutture di trasporto in rapporto al volume del traffico attuale e prevedibile per il futuro;
particolarmente problematica è la situazione dell'HUB di Malpensa per il cui potenziamento e miglior allacciamento con la rete stradale e ferroviaria mancano adeguati finanziamenti;
considerazioni analoghe possono essere fatte per l'autostrada Bergamo-Brescia-Milano e perla linea 5 della metropolitana Milanese -:
impegna il Governo
a destinare risorse adeguate al miglioramento delle infrastrutture di trasporto nella Regione Lombardia al fine di non creare strozzature nello sviluppo di questa regione e per migliorare l'interconnessione
con la rete stradale, autostradale e ferroviaria con tutto il nord Italia e con le reti europee.
9/1746-bis/328. Gelmini, Berruti, Carfagna, Giro, Lainati, Minardo, Nan, Valducci.
La Camera,
premesso che:
si sta procedendo da alcune settimane a risolvere il problema del precariato in particolare nel settore pubblico senza curarsi dei riflessi finanziari di questa operazione e soprattutto degli effetti che questa stabilizzazione ex lege avrà sul buon funzionamento degli uffici pubblici;
si dimentica inoltre con questa operazione meramente politica e di pessima amministrazione le migliaia di giovani vincitori di concorso o idonei che attendono da anni di essere assunti e che non troveranno più posto negli organici degli enti a causa degli ingressi in massa del personale precario a qualsiasi titolo -:
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio sulle graduatorie di concorso valide al fine di garantire un reclutamento rispettoso del dettato costituzionale e l'ingresso dei giovani che hanno i titoli di studio previsti dalla legge e hanno superato un pubblico concorso;
a dare direttive alle pubbliche amministrazioni affinché nei piani di reclutamento diano priorità ai vincitori e agli idonei nei concorsi pubblici e riservino i posti ai giovani meritevoli;
a consentire l'assunzione dei giovani vincitori di concorso e a dare priorità a queste assunzioni rispetto alla sanatoria dei rapporti precari riservando i posti di organico prioritariamente a coloro che hanno partecipato ad un concorso pubblico per l'assunzione a tempo indeterminato.
9/1746-bis/329. Germanà, Costa, Giudice, Palmieri, Campa, Fratta Pasini, Pili, Vitali.
La Camera,
premesso che:
il tasso disoccupazione nel nostro Paese è diminuito dal 9,1 per cento del 2001 al 7,7 per cento del 2005, valore quest'ultimo al di sotto della media europea a 15 (7,9 per cento) e ben al di sotto della media europea a 25 (8,7 per cento);
la valenza di questi risultati è ancor più apprezzabile se si pensa che sono stati ottenuti in periodo di recessione economica mondiale per cui il relativo merito può essere senz'altro ascritto alla politica di riforme attuate dal Governo Berlusconi;
è necessario, pertanto, proseguire in materia di occupazione sulla strada intrapresa, con un particolare riguardo per le categorie più deboli ovvero i giovani e gli ultracinquantenni: gli uni per quanto riguarda l'ingresso nel mondo del lavoro e gli altri in relazione all'uscita prematura dal circuito lavorativo -:
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere un meccanismo agevolativo di natura fiscale al fine di favorire lo sviluppo di microiniziative intraprese da giovani ed ultracinquatenni.
9/1746-bis/330. Giacomoni, Brusco, Fasolino, Lenna, Mario Pepe, Santelli.
La Camera,
premesso che:
a seguito degli accordi intervenuti tra il MPI e le Regioni in materia di percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, è progressivamente aumentata nel tempo la richiesta dei relativi corsi;
rilevato che gli esiti dei percorsi triennali, ad oggi conclusi, sono risultati altamente positivi, così come certificato dal rilevamento ISFOL 2006, con conseguente abbattimento sostanziale della dispersione scolastica e formativa;
tenuto conto dell'obbligo costituzionale derivante dall'articolo 117 della Costituzione, in materia di legislazione concorrente per la definizione dei percorsi di istruzione e formazione professionale -:
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere che i percorsi di istruzione e formazione professionale di cui in premessa, realizzati nel rispetto degli accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni, siano riconosciuti a tutti gli effetti di legge come percorsi attraverso i quali è assolto l'obbligo di istruzione;
a concordare tra il Ministero della pubblica istruzione e Regioni percorsi e progetti che, fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e delle istituzioni formative, siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo formativo nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione, reperendo a tal fine le risorse necessarie.
9/1746-bis/331. Giro, Aprea, Garagnani, Palmieri, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci RUbino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.
La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2007;
considerato che:
che il disegno di legge finanziaria per il 2007, nel testo presentato dal Governo, si componeva di 217 articoli per 293 pagine, pari, nelle dimensioni, al triplo del disegno di legge presentato al Senato nel 2005, e di proporzioni ancora di molto superiori a quelle degli anni precedenti;
che il contenuto del medesimo disegno di legge risulta ulteriormente ampliato ed assolutamente stravolto a seguito delle modifiche introdotte con l'approvazione di un maxiemendamento, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, ove si condensa in un unico articolo il testo del disegno di legge contenuto dall'articolo 16 e dai successivi per oltre 800 commi;
che tale procedura riproduce in termini ancora più negativi quanto già verificatosi negli ultimi anni in sede di esame degli strumenti di bilancio, rendendo ormai evidente l'inadeguatezza delle regole procedurali di esame parlamentare a fronte della concreta applicazione che viene fatta dal Governo degli strumenti previsti dalla legge di contabilità generale dello Stato;
che le dimensioni ed i contenuti complessi assunti in concreto dal disegno di legge finanziaria, a fronte dell'esigenza di scongiurare il ricorso all'esercizio provvisorio, impediscono di fatto l'esercizio delle prerogative tipiche dei Parlamento, sia per quanto concerne l'esame di merito del provvedimento, sia per quanto riguarda la verifica del rispetto di parametri di qualità ed efficacia della legislazione che, ai sensi dell'articolo 79, comma 4, ciascuna Commissione è tenuta ad effettuare e che, in termini generali, costituisce lo specifico compito affidato al Comitato per la legislazione;
che le concrete modalità di formulazione del testo trasmesso al Senato finiscono con il pregiudicare le possibilità di tale organo di svolgere un proficuo esame dell'articolato nelle sue singole parti;
che, sul punto, appare disatteso anche l'autorevole monito della Presidenza della Repubblica del 16 dicembre 2004, la quale, nel rinviare alle Camere la legge di riforma dell'ordinamento giudiziario, riteneva quella «essere la sede propria per richiamare l'attenzione del Parlamento su un modo di legiferare - invalso da tempo - che non appare coerente con la ratio delle norme costituzionali che disciplinano il procedimento legislativo e, segnatamente, con l'articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni legge deve essere approvata »articolo per articolo e con votazione finale«»;
che il medesimo Comitato per la legislazione ha, in simili occasioni, evidenziato come tali modalità di produzione legislativa si pongono assolutamente in contrasto con le esigenze di fruibilità e conoscibilità della normativa vigente, nonché tali da privare l'interprete e l'utilizzatore finale di una importante fonte ermeneutica, costituita dai lavori preparatori sulle singole disposizioni;
che rientra nella responsabilità dei Governo il rispetto dei parametri fondamentali di corretto esercizio dei suoi poteri normativi, soprattutto ove essi si intersecano con le prerogative costituzionali dell'Esecutivo,
impegna il Governo
ove il testo non sia modificato nella sua struttura nel prosieguo dell'iter parlamentare, a corredarne la pubblicazione con sintetiche note a margine di ciascun comma o gruppo di disposizioni, secondo quanto previsto dall'articolo 10, comma 3-bis, del testo unico sulla pubblicazione degli atti normativi statali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092;
ad attivarsi per una radicale riforma degli strumenti in cui si concretizza la manovra finanziaria di bilancio al fine di renderli massimamente coerenti con le esigenze di riordino e di semplificazione della legislazione vigente, operando affinché le modalità di esame siano tali da consentire un adeguato e razionale esercizio delle prerogative parlamentari anche in relazione alla funzione di verifica dei parametri di qualità legislativa come definiti, in particolare, dall'articolo 79 e dall'articolo 16-bis del Regolamento della Camera.
9/1746-bis/332.Giudice, Costa, Minardo, Pelino.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2007, contiene numerose disposizioni penalizzanti per il rilancio della scuola pubblica e per le tematiche collegate all'istruzione;
in particolare le modalità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici sono dettate da principi di indubbia criticità -:
impegna il Governo
a attivarsi per prevedere che al fine del reclutamento dei dirigenti scolastici sia previsto lo svolgimento di preliminari prove oggettive di carattere culturale e professionale, in sostituzione dell'attuale
selezione per titoli, nonché di uno svolgimento di una o più prove scritte, cui sono ammessi tutti coloro che superano le preliminari prove oggettive;
a attivarsi per prevedere infine che in attesa dell'emanazione del regolamento che definisce le modalità delle procedure concorsuali per il predetto reclutamento, ove si proceda alla nomina sui posti previsti dal bando del concorso ordinario a dirigente scolastico indetto con decreto direttoriale del 22 novembre 2004 e ove non sufficienti, sui posti vacanti e disponibili relativi agli anni 2007/08 e 2008/09 si proceda alla nomina dei candidati del citato concorso compresi quelli ammessi con riserva alla procedura concorsuale sulla base di provvedimenti cautelari adottati sia in sede giurisdizionale che su parere del Consiglio di Stato, con conseguente cessazione della materia del contendere.
9/1746-bis/333. Iannarilli, Marinello, Misuraca, Pili.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame contiene notevoli tagli per la realizzazione delle opere strategiche e infrastrutturali sia per quanto riguardo la viabilità, che la difesa del suolo;
il piano generale delle opere pubbliche promosso e sostenuto nell'arco della passata legislatura, dal Governo Berlusconi, è stato dal punto di vista del rifinanziamento largamente ridimensionato;
il sistema-paese si trova in notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei in materia di infrastrutture e opere di viabilità -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a proseguire nell'anno 2007 nel rifinanziamento della legge n. 345 del 1997 per la realizzazione delle opere viarie di accessibilità per Malpensa 2000 di cui all'articolo 1, comma 3, della legge predetta recante: «Finanziamenti per opere e interventi in materia di viabilità, di infrastrutture, di difesa del suolo, nonché per la salvaguardia di Venezia».
9/1746-bis/334. Jannone, Gregorio Fontana, Azzolini, D'Ippolito, Fedele, Martusciello, Moroni, Sanza, Elio Vito, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
l'insieme della manovra di finanza pubblica per il 2007 è tecnicamente sbagliata in quanto l'eccessiva stretta fiscale in essa contenuta è tale da mettere fortemente a rischio la ripresa dell'economia avviatasi grazie alla politica economica del governo Berlusconi, che ha evitato accuratamente di gravare i cittadini di nuovi carichi fiscali ed è riuscito a varare consistenti riduzioni fiscali, anche in presenza di un contesto economico internazionale non favorevole;
rilevato che la scelta di vessare i cittadini con misure fiscali pesantissime e di sapore persecutorio specie per i lavoratori autonomi deriva con ogni evidenza dal grande peso che la sinistra estrema ha nell'ambito dell'attuale maggioranza di governo il che conferisce un carattere ideologico a decisioni che dovrebbero essere invece assunte nell'interesse generale dei cittadini-.
impegna il Governo
a rivedere a fondo l'impostazione della manovra di politica economia per il 2007 per non mettere in pericolo la ripresa economica e per non vessare inutilmente e ingiustamente i cittadini;
ad adottare iniziative volte a diminuire la pressione fiscale eliminando le imposte più inique e odiose e prima fra tutte l'ICI sulla prima casa.
9/1746-bis/335. La Loggia, Brancher, Cicu, Giro, Palmieri, Tondo, Verdini.
La Camera,
premesso che:
la politica assistenzialista dei governi di sinistra, improntata su una generica definizione di interesse culturale, dal 1996 al 2004 ha portato allo sperpero di circa 500 milioni di euro, erogati sotto forma di finanziamento alla produzione e distribuzione cinematografica;
che tale rilevante somma non è servita ad elevare il livello qualitativo e commerciale della produzione nazionale, ma al contrario ha provocato una degenerazione della professionalità ed uno svilimento delle capacità imprenditoriali;
nella finanziaria per il 2007 (articolo 165), a proposito di razionalizzazione e risparmio in materia di spettacolo, l'attuale governo intende introdurre una ulteriore norma che consentirebbe ai produttori di estinguere tutti i debiti contratti con lo Stato versando una minima percentuale di quanto non versato precedentemente secondo legge;
che non solo questa norma configura una intollerabile forma di condono nei confronti di chi ha sbagliato ma è propedeutica alla circostanza che lo Stato rimanga titolare esclusivamente di pellicole inutilizzabili e di nessun valore né storico né commerciale, come peraltro già avvenuto per i finanziamenti ex articolo 28;
in questo modo lo Stato si arrende a seguito della incapacità, anche burocratica, di gestire finanziamenti e opere;
la Direzione per il Cinema del MIBAC, le Commissioni di esperti, l'Istituto di credito specialistico hanno in definitiva fallito nella loro missione;
Cinecittà ha addirittura incorporato Cinecittà Diritti società che il ministro Urbani aveva creato proprio per affrontare il delicato compito della gestione delle partecipazioni filmiche statali -:
impegna il Governo
a rivedere tutta la politica delle agevolazioni cinematografiche e a valutare, previo monitoraggio del relativo impatto, l'opportunità di sopprimere una «sanatoria» che, ad avviso dei firmatari del presente atto, rappresenta solo l'ultimo esempio di una gestione malata dei soldi pubblici.
9/1746-bis/336. Lainati, Carlucci, Fallica, Adornato, Aracu, Bernardo, Biancofiore, Caligiuri, Campa, Carfagna, Ceroni, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Di Virgilio, Fabbri, Fitto, Gardini, Gelmini, Giro, Laurini, Marras, Nan, Paniz, Pili, Rivolta, Romele, Rosso, Scajola, Testoni, Uggè, Verro, Vitali, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
la norma in materia di mobilità lunga prevede il ricorso a tale possibilità per un massimo di sette anni nel limite complessivo di 6000 unità, anche con riferimento ai processi di riorganizzazione, ristrutturazione, conversione, crisi o modifica degli assetti societari aziendali, a favore di imprese o gruppi di imprese i cui piani di gestione delle eccedenze occupazionali siano oggetto di esame presso il Ministero del lavoro nel periodo che va dal 1o gennaio al 28 febbraio 2007 relativamente ai lavoratori collocati in mobilità entro il 31 dicembre 2007;
viene previsto che gli oneri connessi alla permanenza dei lavoratori nella mobilità lunga, ivi compresi quelli relativi alla contribuzione figurativa INPS ai fini pensionistici, siano posti interamente a carico delle imprese per i periodi che eccedono la mobilità ordinaria (quattro anni nel Mezzogiorno);
la norma, così come impostata, rende praticamente inapplicabile l'istituto della mobilità lunga per le imprese del TAC salentino che non potrebbero assolutamente sostenere il relativo onere -:
impegna il Governo
a disporre per le imprese del TAC salentino, interessate da una profonda crisi nell'ultimo quinquennio e in fase di riposizionamento competitivo sul mercato che comunque comporta eccedenze occupazionali.
9/1746-bis/337.(Testo modificato nel corso della seduta) Lazzari, Crimi, Giro, Nan, Cesearo, Minardo, Verro.
La Camera,
premesso che:
l'Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani - ONAOSI - è un Ente senza scopo di lucro, le cui risorse e finanziamenti per sostenere l'iniziativa provengono esclusivamente e per intero dalle categorie sanitarie, non facendo ricorso ad alcun finanziamento pubblico diretto o indiretto;
si tratta di una benemerita fondazione che si occupa dell'assistenza ad oltre 54.700 e questo numero è in forte ascesa considerato che ultimamente vi sono state ulteriori 600 richieste di assistenza, tra orfani e vedove di operatori sanitari italiani;
nel 1999 la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi su alcuni ricorsi, conferma la legittimità dell'obbligo della contribuzione all'Onaosi in quanto fondata essenzialmente sul principio di solidarietà, e nel 2002 si arriva all'approvazione dell'articolo 52, comma 23 della Finanziaria per il 2003, che estende a tutti i Sanitari iscritti agli ordini la contribuzione obbligatoria all'Onaosi,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a chiarire, anche al fine di evitare possibili contenziosi, a quali soggetti si riferisce la categoria dei «sanitari pubblici dipendenti», su cui grava l'obbligo delle contribuzioni alla succitata Onaosi.
9/1746-bis/338. Lenna, Di Virgilio, Bernardo, Fabbri, Grimaldi, Paroli, Santelli, Verro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 8, comma 2 del decreto-legge, 3 ottobre 2006, 262 recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria prevede disposizioni sospensive inerenti i contratti di programma per gli incentivi alle imprese già in essere, i cui effetti produrranno confusione e sfiducia per il sistema imprenditoriale nazionale;
la medesima norma non chiarisce i meccanismi di assegnazione delle risorse previste dai contratti di programma approvate dal CIPE, lasciando il dubbio della discrezionalità e delle modalità di come tali risorse saranno gestite; l'assegnazione delle risorse previste dai predetti contratti di programma, costituisce in relazione al tema degli investimenti in conto interessi, un vero e proprio volano per il mondo dell'impresa;
nel disegno di legge Finanziaria per il 2007, sono previste scarse misure a favore degli strumenti della programmazione negoziata, nell'ambito delle politiche di sviluppo territoriale, come appunto i contratti di programma;
l'utilizzo di tale strumento di finanza pubblica è risultato nel corso degli ultimi anni un positivo incentivo nel Mezzogiorno e in particolare nella regione Sicilia, in quanto ha favorito accordi, in territori delimitati, fra soggetti privati e pubblici per la realizzazione d'interventi coordinati e integrati, investimenti infrastrutturali pubblici, investimenti produttivi privati,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere in sede di applicazione del provvedimento
in esame una «corsia preferenziale», affinché per le proposte dei contratti di programma discussi e approvati nel corso delle delibere del CIPE del 22 e del 29 marzo 2006 e precedentemente proposti al 30 settembre 2005, per le regioni obiettivo 1, siano assegnate le risorse previste per tale incentivo;
a prendere iniziative in generale affinché siano stanziati ulteriori fondi a favore dei contratti di programma e consentendo quindi per le aree depresse del Mezzogiorno individuate in particolare nell'obiettivo 1 una migliore competitività a favore degli interventi di politica economica e sociale.
9/1746-bis/339. Marinello, Angelino Alfano, Misuraca, La Loggia.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 102 del disegno di legge in esame si tenta di chiudere l'annosa vertenza entrate in corso tra Governo e Regione Sardegna;
in materia sanitaria le previsione è quella di attribuire l'intera spesa alla Regione, a decorrere dal 2007; il trasferimento per il fondo sanitario 2006 alla Sardegna è stato di 2,452 miliardi di euro + 49 milioni per i disavanzi pregressi;
nel 1995 la legge n. 549 (articolo 2, comma 3) elevava il concorso delle regioni Sicilia e Sardegna al finanziamento del Servizio sanitario nazionale rispettivamente al 35 per cento e al 25 per cento; la Finanziaria in esame prevede che nel 2007 il 100 per cento di detta spesa sia a carico della Sardegna, mentre la percentuale prevista per la Sicilia è del 45 per cento;
l'entità della spesa sanitaria che la regione Sardegna dovrà accollarsi a decorrere dal 2007 fa giustizia di tutte le poste compensative esposte nell'articolo 102, rendendole con evidenza assolutamente insufficienti;
l'articolo 102 delle Finanziaria rappresenta la traduzione in termini legislativi dell'accordo economico intercorso negli scorsi mesi tra il Governatore Soru ed il Governo; il medesimo Governatore chiedeva nel dicembre 2004 al Governo Berlusconi 650 milioni di euro l'anno per quanto riguarda il solo rimborso dell'Iva e degli altri tributi, nonché la parificazione con la Sicilia per le altre questioni -:
impegna il Governo
ad individuare le risorse volte a consentire la parità di trattamento in ambito di copertura della spesa sanitaria, tra la Regione Sardegna e la Regione Sicilia.
9/1746-bis/340. Marras, Bertolini, Casero, Fasolino, Galli, Jannone, Minardo, Romani, Valducci, Cicu.
La Camera,
premesso che:
in questo ultimo periodo si è assistito ad una gravissima recrudescenza di episodi di violenza nella città e nella provincia di Napoli, che hanno spesso ragazzi minorenni come protagonisti;
tali episodi hanno contribuito ad aumentare un clima di paura e di grande insicurezza nella popolazione;
il disagio giovanile, tra le cui cause vi sono un alto tasso di dispersione scolastica e la carenza di mezzi e strutture idonei alla formazione e socializzazione dei giovani, spesso facile preda di organizzazioni criminali, contribuisce a creare a Napoli e nel suo hinterland una situazione di emergenza che, nonostante il loro impegno, le forze dell'ordine non sono riuscite a fronteggiare sufficientemente,
impegna il Governo
a fornire risorse adeguate per la creazione di strutture e centri di aggregazione
per i giovani, nonché per l'aumento di forze dell'ordine da impegnare sul territorio di Napoli e provincia per il ripristino della legalità.
9/1746-bis/341. Martusciello, Adornato, Boscetto, Gianfranco Conte, Cossiga, Fabbri, Gelmini, Iannarilli, Lupi, Nan, Sanza, Tondo, Alfredo Vito, Elio Vito.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria nella parte dedicata alla sanità prevede che il procedimento per l'accertamento delle risultanze contabili regionali, ai fini dell'avvio delle procedure di cui all'articolo 1 comma 174 della legge 30 dicembre 2004 n. 311, sia svolto dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 dell'intesa del 23 marzo 2005;
l'efficacia del suddetto Tavolo non impedisce tuttavia che si verifichino errori nel calcolo della spesa sanitaria che inevitabilmente si ripercuotono sui contribuenti,
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a disporre, facendo salve le prerogative conferite dalla legge al Tavolo tecnico presso il Ministero dell'economia, l'istituzione di un Comitato, con la partecipazione del Ministero della salute e delle Regioni, allo scopo di verificare, periodicamente, l'andamento della spesa sanitaria di ogni singola Regione ed in caso di tendenziale splafonamento della spesa sanitaria, disporre apposite direttive per le opportune correzioni. L'intervento del Comitato ed i conseguenti atti correttivi delle Regioni interessate, eviterebbe di aggravare i cittadini di tassazioni aggiuntive, obbligatorie al fine del rientro, a fine anno, dallo splafonamento finanziario.
9/1746-bis/342. Mazzaracchio, Di Virgilio, Brancher, Carta, Picchi, Sanza, Vitali.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame aumenta i contributi previdenziali per le imprese artigiane dal 17,6 per cento a circa il 20 per cento, con un maggiore introito di oltre 740 milioni di curo annui; provvede altresì alla «manutenzione» degli studi di settore per l'artigianato ed il commercio con un incremento delle relative entrate pari a 3 miliardi di euro;
le organizzazioni dell'artigianato hanno stigmatizzato come il Governo adottato tali decisioni superando l'accordo del '96 e cioè al di fuori della concertazione; hanno inoltre fatto presente come il 25 per cento della manovra sul cuneo fiscale è rivolta soltanto a 500-600 imprese e quindi la Finanziaria sembra voglia far pagare molto ai piccoli per risanare le inefficienze delle imprese più grandi, penalizzando l'asse produttivo delle imprese, dell'artigianato e del commercio;
né la nuova rimodulazione delle aliquote Irpef, né il contributo per gli apprendisti, introdotto dopo le forti rimostranze della categoria, sembrano sufficienti a recuperare adeguate risorse per il settore -:
impegna il Governo
ad individuare maggiori risorse per il sostegno all'artigianato e per gli investimenti delle imprese di settore;
ad introdurre disposizioni che consentano la riduzione degli oneri del settore, in particolare di quelli energetici.
9/1746-bis/343. Milanato, Crimi, Giro, Lenna, Pecorella, Minardo, Vitali.
La Camera,
premesso che:
la Manovra economica posta in essere dal Governo a partire dal mese di
luglio 2006, è impostata, tra l'altro sull'incremento dei controlli sulla finanza e l'imprenditoria;
per quest'ultima in particolare la Manovra ha prodotto un enorme appesantimento degli adempimenti, dei controlli e delle sanzioni; viceversa nessuna misura è stata adottata per quel che riguarda inadempienze e malfunzionamenti della P.A. e dei suoi aventi causa;
da alcune settimane la Montepaschi Serit ha emesso cartelle esattoriali, per conto dell'Inps, dagli importi così tanto esosi da indurre le varie categorie produttive della Sicilia, imprese agricole, artigiani, commercianti ed imprenditori, a prendere decisioni drastiche relative anche alla cessazione delle proprie attività;
anche l'Agenzia delle entrate ha inviato un numero cospicuo di avvisi, a seguito di iscrizione a ruolo relativi a imposte sospese per il sisma del 1990 senza verificare chi dei contribuenti abbia effettuato i versamenti;
l'Inps non applica una circolare interna che ha attribuito agli enti impositori la competenza a concedere autonomamente la rateizzazione del pagamento dei debiti per contributi fino al limite di 60 mesi -:
impegna il Governo
a chiarire che gli imprenditori titolari di debiti contributivi possono usufruire della rateizzazione, in particolare per quel che riguarda le posizioni maggiormente gravose, in grado di produrre l'interruzione dell'attività economica;
a valutare la possibilità di ridurre o eliminare gli interessi di mora e delle sanzioni al pagamento dei contributi Inps rateizzato almeno in 10 anni.
9/1746-bis/344. Minardo, Misuraca, Marinello, Iannarilli, Romele, Giudice, Prestigiacomo, La Loggia.
La Camera,
premesso che:
tra gli obiettivi macroeconomici indicati nel documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011, troviamo nell'ambito delle politiche per la crescita l'aumento congiunto della produttività del lavoro e del tasso di occupazione - in particolare quello delle donne e dei giovani - tra le politiche per la stabilità e per il risanamento dei conti pubblici la riforma del sistema pensionistico ed in particolare il rilancio della previdenza complementare nel settore pubblico e privato ed infine, tra le politiche per l'equità, il sostegno al reddito per i soggetti più deboli;
nel disegno di legge in esame, in cui dovrebbero essere indicate le misure concrete e credibili per il raggiungimento di tali obiettivi, troviamo esattamente il contrario di quanto preannunciato;
risultano a questo proposito risibili ed assolutamente insufficienti le risorse messe in campo dall'articolo 192 in favore della famiglia - le quali sono già impegnate per il finanziamento dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia - come inadeguate risultano le risorse stanziate dall'articolo 193 per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socioeducativi (asili nido, compresi quelli aziendali e quelli presso le famiglie) e quelle previste dall'articolo 194 relative al finanziamento del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità ed infine appare assolutamente mortificante l'incremento del Fondo per le politiche giovanili di cui all'articolo 204;
l'articolo 84 rischia, altresì, di diventare la pietra tombale sulla speranza di creare fondi pensione in Italia;
impegna il Governo
a dare maggiore consistenza alle politiche sociali ed in particolare agli interventi per la famiglia e per i giovani.
9/1746-bis/345.Mistrello Destro, Azzolini, Crimi, Giro, Moroni, Simeoni, Casero, Gregorio Fontana, Lupi, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
il comma 675 del maxiemendamento presentato dal Governo prevede interventi di ammodernamento e di potenziamento della viabilità secondaria esistente in Sicilia ed in Calabria, con un finanziamento rispettivamente di 350 milioni di euro e di 150 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009;
per gli interventi di cui al comma precedente le somme sono state prelevate dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) che, peraltro, sono di già di pertinenza delle regioni rientranti nell'obiettivo 1 per finalità diverse dalle infrastrutture viarie ed anche diversamente resocontabili dinanzi all'Unione Europea;
le Regioni sono state escluse dal comma 675, motivo per il quale non possono partecipare al cofinanziamento, rendendo vano il provvedimento;
impegna il Governo
a voler coprire l'apprezzabile provvedimento prelevando le risorse dall'apposita tabella B del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, adottando ogni iniziativa utile per restituire al FAS (Fondo per le aree sottoutilizzzate) le risorse impropriamente utilizzate.
9/1746-bis/346. Misuraca, Boscetto, Crimi, Giro, Nan, Uggè.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 16 della Manovra in esame prevede la revisione dei canoni demaniali marittimi; in particolare si osserva che il gettito previsto supera (153 milioni di euro, invece che 140) quello previsto dalla Finanziaria del 2006, nonostante le proteste del centro sinistra per gli aumenti a suo tempo stabiliti dal Governo Berlusconi;
in particolare si prevede per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi un canone valutato in base ai valori indicati dall'Osservatorio immobiliare, moltiplicato per 6,5 e ridotto in proporzione inversa all'estensione del manufatto;
impegna il Governo
a valutare previo monitoraggio degli effetti applicatori delle suddette norme, la possibilità di ridurre il coefficiente moltiplicatore da 6,5 a 3, per le pertinenze destinate ad attività terziarie, quali il commercio, i servizi ed i centri direzionali di eliminare il carattere di pertinenzialità del manufatto, facendo riferimento alle volumetrie commerciali e chiarendo che si tratta di canone diverso rispetto a quello relativo alle volumetrie direttamente connesse ai servizi di balneazione e di individuare norme applicative che introducano una regolamentazione dei passaggi gratuiti di coloro che non usufruiscono dei servizi balneari, tale da non costituire danno economico ai concessionari.
9/1746-bis/347. Mondello, Cicu, Giro, Nan, Luciano Rossi, Brancher, Gregorio Fontana, Picchi, Zorzato.
La Camera,
premesso che:
ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettere d), e) ed f) sono stati individuati i soggetti responsabili al coordinamento dei contratti d'area e dei patti territoriali come interlocutori con il Ministero dello Sviluppo Economico per l'istruttoria dei progetti;
non tutti i programmi sono stati realizzati a seguito di ritardi da parte della struttura ministeriale ed in particolare per i collaudi delle opere realizzate con arretrato di diversi anni;
sino al collaudo e alla relativa erogazione da parte del Ministero delle somme definitive che devono transitare attraverso i soggetti responsabili è necessario tenere in vita le società di coordinamento sino al completamento della loro missione;
impegna il Governo
ad attivarsi per assegnare al responsabile unico del contratto d'area ed al soggetto responsabile del patto territoriale, le risorse rivenienti dalle revoche, dalle rinunce, nonché quelle comunque non utilizzate o utilizzate in difformità dai progetti ammessi alle agevolazioni di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettere d), e) ed f) prevedendo, altresì, che il contributo globale a favore dei soggetti sopra citati venga definito, senza oneri aggiuntivi per l'erario, nel limite del 3 per cento degli importi rivenienti dalle medesime risorse e comunque in misura non superiore, nel complesso, ad euro 2.066.115. Tale contributo viene riconosciuto per gli anni pregressi e per il differimento dei termini concesso per il completamento dei programmi e per l'effettuazione dei collaudi, così come previsto dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 27 aprile 2006, n. 215, fermi restando i criteri e le modalità di rendicontazione.
9/1746-bis/348. Mormino, Misuraca, Marinello, Angelino Alfano, Prestigiacomo, Giudice, Fallica, La Loggia.
La Camera,
premesso:
che la Legge Finanziaria rende strutturali per via legislativa misure di carattere temporaneo e congiunturale, attraverso la conferma per il 2007 e gli anni successivi dei provvedimenti di taglio dei prezzi adottati dall'Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) dal dicembre 2005 al settembre 2006;
che tali misure, adottate peraltro senza la necessaria verifica della spesa farmaceutica da parte dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OSMeD), incidono per il solo 2007 per oltre 2 miliardi di euro sul settore, mettendo a rischio due miliardi di euro di investimenti programmati dalle imprese farmaceutiche nei prossimi tre anni e migliaia di posti di lavoro - altamente qualificati - nelle aree della Ricerca, Produzione e Informazione Scientifica;
che i prezzi dei farmaci soggetti a prescrizione in Italia, già inferiori mediamente del 20 per cento rispetto all'Europa, con gli ultimi tagli toccano punte fino al 40 per cento al di sotto della media europea e che la spesa farmaceutica pubblica pro capite è inferiore à quella di Paesi quali Germania, Francia, Regno Unito e Spagna;
impegna il Governo
ad adottare iniziative ai fini del ripiano dello sfondamento del tetto di spesa farmaceutica da parte delle imprese, volte ad escludere la componente non convenzionata, non determinata dall'industria in quanto frutto di scelte operate esclusivamente dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere, che peraltro pagano in ritardo con tempi medi di 360 giorni;
a limitare di conseguenza alla sola spesa farmaceutica convenzionata il rispetto del tetto di spesa, in misura del 13 per cento del Finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale;
a sostituire la riduzione dei prezzi con una partecipazione finanziaria di pari importo da parte delle imprese sulla base dell'effettivo rilevamento dello sfondamento della spesa farmaceutica da parte dell'OSMeD.
9/1746-bis/349. Moroni, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo, Boscetto, Fasolino, Lenna, Pelino, Tondo.
La Camera,
premesso che:
la Strategia di Lisbona, definita dal Consiglio europeo del marzo 2000 e recentemente precisata nella revisione intermedia dell'aprile 2005, è rivolta a porre in essere una serie di azioni da realizzare entro il 2010 in favore della crescita e dell'occupazione;
in questo quadro sono state identificate dalla Commissione quattro azioni prioritarie per conseguire tali obiettivi;
tra le azioni prioritarie, che gli Stati membri si sono impegnati ad attuare entro il 2007, particolare rilievo assumono quelle finalizzate all'aumento degli investimenti nell'istruzione e nella ricerca nonché per promuovere la concorrenza e la competitività delle imprese;
per quanto riguarda l'aumento della competitività delle imprese, il disegno di legge in esame è assolutamente carente nel momento in cui le priva di una fondamentale risorsa come quella del trattamento di fine rapporto;
ancor più preoccupante è la situazione relativa agli investimenti nell'istruzione e nella ricerca ovverosia alla mancanza di tali risorse;
impegna il Governo
a mettere in campo strumenti e risorse per onorare nei tempi previsti gli impegni presi dal Paese in sede europea e scongiurare così il pericolo di pregiudicare il miglioramento del ciclo economico reso possibile dalle manovre finanziarie del precedente Governo di centrodestra.
9/1746-bis/350. Nan, Bocciardo, Dell'Elce, Giudice, Zanetta.
La Camera,
considerato che:
lo stato attuale del reclutamento degli insegnanti, basato su procedure concorsuali al di fuori di una determinazione vincolante della disponibilità effettiva di posti, ha alimentato, in tutti questi anni, lo stabilizzarsi del fenomeno del precariato e una selezione degli insegnanti non legata ad un'idonea e specifica formazione professionale;
la legge 341 del 1990 istituisce la formazione iniziale universitaria degli insegnanti;
l'età media dei docenti in servizio nel 2003 nelle scuole italiane corrispondeva a 49 anni (rilevazione MIUR);
le modalità di reclutamento degli insegnanti nella UE prevedono, nella generalità, una specifica formazione iniziale universitaria;
le indicazioni dei Consigli europei dell'istruzione e di Organismi internazionali, come l'Unesco vanno nel senso di una riduzione degli ostacoli normativi alla professionalizzazione degli insegnanti;
il decreto legislativo n. 227 del 2005 aveva tenuto conto delle sopra citate valutazioni ed indicazioni;
impegna il Governo
a non svincolare il reclutamento degli insegnanti dalla formazione iniziale e continua universitaria di tipo professionalizzante, peraltro già avviata nelle SSIS, che garantisca una selezione di insegnanti giovani e qualificati;
a prevedere un aumento delle risorse dedicate alla formazione permanente di tutti i docenti.
9/1746-bis/351. Palmieri, Aprea, Garagnani, Carlucci, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto,
Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato
La Camera,
premesso che:
far pagare un ticket ad un cittadino perché non è in grado di diagnosticare se il sintomo che lo colpisce sia grave o lieve, non sapendo a quale ausilio medico riferirsi, si rivolge al Pronto Soccorso più vicino, risulta gravemente ingiusto;
il fatto di unificare i due tickets che la finanziaria originale prevedeva per il Pronto Soccorso in codice bianco e in codice verde del Pronto Soccorso in uno unico alimenta ancora di più la assurdità e la ingiustizia perché tratta alla stessa maniera sintomatologie differenti tra di loro;
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte a concordare con i medici di medicina generale una attiva e costante presenza sul territorio H24, specie nei periodi festivi e prefestivi, per permettere ai cittadini con patologie lievi di trovare un primo riferimento medico a cui rivolgersi onde evitare il ricorso al Pronto Soccorso.
9/1746-bis/352. Palumbo, Di Virgilio, Moroni.
La Camera,
considerato che la manovra finanziaria per il 2007 non contiene adeguati stanziamenti per la giustizia minorile necessari per raggiungere l'obiettivo di una effettiva rieducazione dei minorenni che commettono reati;
ritenuto che quanto detto al punto precedente sia grave sotto il profilo del fine rieducativo della pena e del reinserimento del minore nella società una volta scontata la pena inflitta;
ritenuto che sia, inoltre, grave e contraddittorio l'atteggiamento del Governo che da una parte si propone come portatore di una politica sociale e dall'altro penalizza fortemente la giustizia minorile contravvenendo alle elementari regole di etica sociale;
impegna il Governo
a incrementare gli stanziamenti a favore della giustizia minorile in misura idonea a consentire un reinserimento del minore nella società.
9/1746-bis/353.Paniz, Adornato, Caligiuri, Di Centa, Floresta, Grimaldi, Osvaldo Napoli, Valducci.
La Camera,
considerato che:
la legge Finanziaria per il 2007 prevede, in materia di istruzione, modifiche per i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale;
sussistono gli accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero della Pubblica Istruzione e le
Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006;
sono stati rilevati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, così come attestato dal censimento ISFOL per il 2006;
gli impegni assunti in sede europea dall'Italia, legati agli obiettivi di Lisbona, che prevedono l'attuazione di strategie mirate a combattere il grave fenomeno della dispersione scolastica e formativa;
impegna il Governo
a consentire, d'intesa con le Regioni, la prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005 n. 226, per il conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo, fino alla completa attuazione del secondo ciclo di istruzione secondaria, assicurando a tal fine le necessarie risorse.
9/1746-bis/354. Paroli, Gelmini, Moroni, Romele, Aprea, Aracu, Boscetto, Carlucci, Di Virgilio, Gregorio Fontana, Giro, Lupi, Mario Pepe, Rosso, Uggè, Zorzato.
La Camera,
considerato che:
la manovra economica per il 2007 non prevede risorse adeguate per l'edilizia carceraria e per l'ammodernamento delle strutture esistenti, mentre sarebbero necessari interventi consistenti per creare delle condizioni di vivibilità migliori all'interno dei nostri istituti di pena per permettere al detenuto avere condizioni di vita dignitose e maggiori possibilità di reinserimento sociale;
quanto indicato al punto precedente è fondamentale per garantire una condizione di vita accettabile ai carcerati anche e soprattutto ispirata ai valori sanciti dal nostro Costituente che ha stabilito che la pena non debba mai consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debba tendere alla rieducazione del condannato;
è essenziale quindi migliorare il sistema carcerario che, non dimentichiamolo, rappresenta un indicatore importante del grado di civiltà di ogni Paese.
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a incrementare i fondi per l'edilizia carceraria in modo da migliorare sostanzialmente la condizione carceraria.
9/1746-bis/355. Pecorella, Campa, Cicu, Galli, Mario Pepe, Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
nel disegno di legge in esame appare chiara la volontà di imporre misure che vanno nella direzione di di ridurre lo spazio di manovra per l'impresa, attraverso l'aumento del costo del lavoro e l'aggravio in genere della pressione fiscale e contributiva;
impegna il Governo
a non perpetuare questo atteggiamento di natura pregiudiziale ed ideologica, che finisce per danneggiare il tessuto produttivo del Paese.
9/1746-bis/356. Pelino, Carfagna, Dell'Elce, Ferrigno, Galli, Lupi, Mormino, Tremonti.
La Camera
considerato che la situazione delle Università del nostro Paese, come anche detto dal Governatore della Banca d' Italia,
è carente perché non fa uscire, al termine degli anni di studio, laureati qualificati che possano, poi, entrare nel mondo del lavoro con la giusta professionalità e contribuire alla crescita sociale ed economica del nostro Paese;
considerato che i fondi messi a disposizione dalla manovra economica per il 2007 non sono adeguati per garantire lo sviluppo della ricerca, infatti, in Italia si assiste ormai da molto tempo ad una funga di ricercatori verso i Paesi più avanzati e più dotati di strutture e che al contempo, possano assicurare condizioni economiche più vantaggiose per i nostri scienziati;
ritenuto che lo sviluppo della ricerca è fondamentale per un Paese che vuole crescere economicamente e socialmente e che è necessario, quindi, intervenire in questo settore per creare le condizioni per permettere una maggiore attenzione verso i nostri ricercatori;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte:
a bandire un concorso per assumere un numero adeguato di ricercatori universitari al fine di potenziare la ricerca di base e quella applicata;
a garantire la dotazione finanziaria necessaria per assumere i ricercatori che dovrà essere finanziato per metà, con fondi del Ministero dell'università e della ricerca e per metà con fondi delle singole Università e con fondi degli istituti di ricerca;
a costituire un'apposita Autorità indipendente che valuti la qualità della ricerca sia universitaria sia degli istituti di ricerca.
9/1746-bis/357. Mario Pepe, Galli, Boscetto, Giuseppe Fini, Lenna, Pili, Simeoni.
La Camera,
premesso che:
lo sport costituisce un'attività di fondamentale importanza per lo sviluppo fisico e morale dei giovani e una pratica indispensabile per contribuire a formare una personalità sana e armoniosa;
tenuto conto che lo sport italiano per radicate tradizioni storiche basa la sua struttura operativa sulle società sportive dilettantistiche che ne costituiscono l'asse portante;
preso atto che l'articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ha dato una prima risposta alle esigenze di sopravvivenza e di sviluppo delle società di base, riconoscendone il ruolo primario, definendone le formazione sociale ed assicurando un regime di agevolazioni fiscali, semplificazione di obblighi contabili, detrazioni di imposta per le imprese che sottoscrivono contratti di sponsorizzazioni sportive e la costituzione di un fondo di garanzia presso l'Istituto per il Credito Sportivo per mutui stipulati dall'associazionismo no-profit;
impegna il Governo
nel proseguire l'azione già iniziata nella scorsa legislatura a sostegno dell'associazionismo dilettantistico attivandosi per estendere il regime delle agevolazioni fiscali, le detrazioni di imposta per gli sponsor e per ricostituire il fondo di garanzia presso l'Istituto per il Credito Sportivo, al fine di favorire la costruzione di impianti sportivi di base.
9/1746-bis/358. Pescante, Garagnani, Aracu, Luciano Rossi, Di Centa, Carlucci, Ricevuto, Osvaldo Napoli, Berruti, Palmieri, Martusciello,
La Camera,
considerata l'insufficiente dotazione delle risorse destinate al Ministero degli affari esteri e i tagli apportati alla rete diplomatico-consolare;
considerato che, sulla base di quanto detto al punto precedente, gli italiani residenti all'estero e quelli che si recano all'estero per motivi di lavoro o di turismo si trovano in particolare difficoltà;
ritenuto che sia fondamentale per il nostro Paese avere una rete consolare più efficiente e più ampia possibile per permettere una migliore fruizione dei diversi servizi offerti dai consolati;
considerato, quindi, che sia grave la riduzione degli stanziamenti perché non permette al nostro Paese di sviluppare adeguatamente ed efficientemente le potenzialità anche imprenditoriali dei nostri connazionali;
impegna il Governo
ad adottre le opportune iniziative volte ad incrementare lo stanziamento dei fondi per la rete consolare in modo da rendere più efficiente il nostro servizio consolare.
9/1746-bis/359. Picchi, Berruti, Dell'Elce, Fabbri, Laurini, Misuraca, Mario Pepe, Romele, Romagnoli.
La Camera,
considerato che:
in numerose zone delle Regioni Campania, Basilicata e Calabria lo stato della ricostruzione a seguito degli eventi sismici degli anni '80 non supera il 50 per cento del complesso degli interventi;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad incrementare i fondi per la ricostruzione delle aree della Campania e della Basilicata colpite dagli eventi sismici degli anni 1980-1986 di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 aprile 1982 ed alla legge 23 gennaio 1992, n. 32, nonché per gli interventi di adeguamento antisismico di cui alla Ordinanza della protezione civile n. 933 del 1986, ricomprendendovi anche i comuni danneggiati.
9/1746-bis/360. Ponzo, Brusco, Ferrigno, Crimi, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 101 parla di completo trasferimento della spesa sanitaria alla Regione siciliana - con l'elevazione, nel triennio 2007-2008-2009, dell'attuale aliquota regionale di compartecipazione dal 42,5 per cento al 45 per cento, 47,5 per cento e 50 per cento - ignorando per un verso che, in realtà, la partecipazione alla spesa da parte della Regione è di molto superiore a tali aliquote (precisato che la Sicilia destina infatti al servizio sanitario il 90 per cento del gettito IRAP, l'intero gettito dell'addizionale IRPEF e i ricavi propri delle aziende sanitarie, può dirsi che nel 20051a spesa sanitaria di questa Regione rimasta a carico dello Stato è stata pari, al 28 per cento) e che non sono state ancora formalmente emanate le norme di attuazione, di aggiornamento e adeguamento di quelle adottate con decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 1956 n. 1111 modificato con decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1985 n. 256.
Va ricordato, al riguardo, che anche nella disposizione con la quale lo Stato stabili che, a partire dal 1994, le regioni speciali, tra cui la Sicilia, concorrevano al finanziamento del servizio sanitario - comma 9 dell'articolo12 della legge 24 dicembre 1993, n. 537 - fu previsto che tale concorso avveniva «in attesa delle nonne di attuazione» con le quali si sarebbe dovuto procedere, ai sensi del comma 7 dello stesso articolo 12 appena citato, al completamento del trasferimento delle competenze previste dagli statuti di autonomia delle medesime regioni;
il Governo, con suo emendamento, ha ridotto al 44,85 per cento per l'anno
2007, al 47,05 per cento per l'anno 2008 e al 49,11 per cento per l'anno 2009 rinviando l'applicazione della disposizione, ferma restando la decorrenza dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria 2007, resta sospesa sino al 30 aprile 2007, in attesa del raggiungimento dell'intesa preliminare all'emanazione delle nuove norme di attuazione dello Statuto della regione Sicilia;
il relatore aveva, con sua proposta emendativi, rinviato l'applicazione dell'articolo 101 alla reale attuazione delle norme relative allo Statuto della Regione siciliana;
il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Chiti, in sede di richiesta di fiducia, ha annunciato che la problematica sarà risolata nell'altro ramo del Parlamento
impegna il Governo
ad affrontare la delicata problematica dell'articolo 101 (spesa sanitaria regione siciliana) di cui al comma 440 del maxiemendamento presentato dal Governo.
9/1746-bis/361. Prestigiacomo, Aracu, Crimi, Gardini, Moroni, Luciano Rossi, Campa, D'Ippolito, Marras, Ponzo, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
la manovra economica per il 2007, pur predisponendo misure per la promozione dell' industria ad alta tecnologia e per la tutela del made in italy, non impegna adeguate risorse in questi settori, per cui gli interventi appaiono sostanzialmente di tipo nominalistico;
il tema della competitività del nostro sistema industriale è assolutamente cruciale per promuovere lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese;
la difesa del made in italy è estremamente importante per salvaguardare i nostri prodotti dalle dilaganti contraffazioni;
sul tema suddetto ci sono stati interventi significativi del Governo Berlusconi nella passata legislatura;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di incrementare gli interventi finanziari sia per il miglioramento della competitività delle imprese italiane, sia per migliorare le forme di tutela del made in italy.
9/1746-bis/362. Ravetto, Aracu, D'Ippolito, Grimaldi, Tondo.
La Camera;
considerato che gli istituti italiani di cultura all'estero ricevono finanziamenti «a pioggia» gravando sul bilancio del Ministero degli affari esteri;
ritenuto che sia indispensabile una ristrutturazione dei suddetti istituti di cultura magari, con la previsione della loro autonomia funzionale ed operativa;
impegna il Governo
a valutare l'oportunità di intervenire per evitare un dispendio inutile e dannoso di risorse pubbliche che potrebbero essere indirizzate per obiettivi più importanti.
9/1746-bis/363. Rivolta, Baiamonte, Carfagna, Della Vedova, Gregorio Fontana, Pescante, Paolo Russo, Valducci.
La Camera,
considerato:
che l'articolo 34, terzo e quarto comma della Costituzione, stabilisce: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio,
assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»;
che nel nostro ordinamento il contenuto del diritto allo studio è stato inteso, in una prima fase, in un'accezione «minimale», come coincidente con la nozione di assistenza scolastica e che, per tale motivo, la competenza alla erogazione delle prestazioni è stata trasferita alle Regioni con decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977;
che le rilevanti criticità successivamente emerse non hanno consentito di garantire i livelli essenziali del diritto allo studio;
che negli ultimi anni accademici la percentuale delle borse di studio erogate è stata sempre inferiore all'80 per cento degli aventi diritto;
che per ovviare a tale situazione, con l'articolo 16, comma 4, della legge 2 dicembre 1991, n. 390, è stato istituito, ad integrazione delle disponibilità finanziarie destinate dalle Regioni e dalle Province autonome alla assistenza agli studi universitari, il «Fondo statale per la concessione dei prestiti d'onore» che a seguito dell'approvazione della legge 23 dicembre 1996, n.662 è stato possibile destinare anche alla concessione di borse di studio;
che anche tale soluzione si è rivelata non adeguata;
che la necessità di risolvere urgentemente il problema dell'assoluta inadeguatezza delle risorse destinate alle borse di studio, al fine di assicurarne l'erogazione a tutti gli aventi diritto, è stata in questi giorni auspicata e ribadita con fermezza dal Presidente CRUI;
che, d'altra parte, alla luce della fondamentale funzione che l'istruzione universitaria, nella società della conoscenza deve, svolgere perché il Paese affronti adeguatamente le sfide del futuro, occorre dare un sostegno sempre più cospicuo al percorso formativo degli studenti iscritti ai corsi di studio delle università e delle istituzioni dell'Alta Formazione Artistica e Musicale;
che la riforma del Titolo V della II Parte della Costituzione, operata con la legge costituzionale n. 3 del 2001 sulla materia del diritto allo studio universitario, ha attribuito allo Stato in via esclusiva la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni a beneficio degli studenti «capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi»;
impegna il Governo
a dare piena attuazione agli articoli 33 e 34 della Costituzione istituendo il Fondo Nazionale per il diritto allo studio nel quale far confluire le risorse assegnate al Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e destinando allo scopo risorse finanziarie per euro 300.000.000 (trecentomilioni) complessivi.
9/1746-bis/364. Ricevuto, Campa, Crimi, Giro, Lainati, Mondello, Ponzo, Vitali.
La Camera,
premesso che:
la famiglia costituisce l'elemento fondamentale della nostra società;
il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 192, pur prevedendo un fondo, peraltro di consistenza inadeguata, per le politiche della famiglia, non predispone interventi diretti a tutelare nel particolare famiglie numerose o con figli affetti da handicap gravi o comunque bisognose di maggior assistenza
impegna il Governo
ad adottre le opportune iniziative normative volte a prevedere sgravi fiscali o a destinare fondi alle famiglie permettendo ad esempio la collocazione in quiescenza di genitori con figli affetti da handicap
gravi, abbattendo i costi dei servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiori a due, concedendo alle donne assegni consistenti per ogni nuovo nato e maggiori facilitazioni per l'acquisto di libri di testo scolastici, cercando quindi di adeguare le misure di questa finanziaria alle reali esigenze dei nuclei familiari, fatte salve le esigenze di finanza pubblica e le risorse disponibili.
9/1746-bis/365. (Testo modificato nel corso della seduta) Romagnoli, Licastro Scardino, Gioacchino Alfano, Bernardo, Bruno, Craxi, Fallica, Fedele, Jannone, Leone, Lupi, Palumbo, Paroli, Mario Pepe, Pili, Simeoni, Tortoli, Verro.
La Camera,
considerato che:
il Grana Padano rappresenta uno dei pilastri del settore agroalimentare italiano, trasformando ogni anno circa 24.175.000 quintali di latte, pari a circa il 24 per cento dell'intera produzione nazionale di latte, proveniente da 6.750 aziende zootecniche conferenti latte e coinvolgendo 51.500 addetti nell'intero comparto;
sussiste una ben nota e ormai da tempo perdurante situazione di crisi di mercato, riconosciuta anche quale presupposto necessario in occasione della predisposizione del Piano produttivo della DOP GRANA PADANO, approvato con Decreto MIPAAF 27 luglio 2006 (Gazzetta Ufficiale n. 181 del 5 agosto 2006);
detto Piano produttivo, che peraltro è articolato su base quinquennale, non ha tuttavia ancora potuto esplicare i suoi effetti, essendo stato approvato solo di recente e, come noto, essendo stato ridimensionato nell'impatto, in misura di circa il 35 per cento, rispetto a1 progetto originario, a seguito del recepimento delle indicazioni e dei correttivi dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare e mettere a disposizione risorse adeguate ed idonee a sostenere nell'immediato il mercato interno del Grana Padano e a supportare e sviluppare il più possibile le attività promozionali e divulgative sui mercati esteri, al fine di agevolare e massimizzare i consumi, sia interni che a livello mondiale, del formaggio Grana Padano DOP, in modo tale da garantire al sistema di superare la attuale situazione di grave crisi di mercato.
9/1746-bis/366. Romele, Misuraca, Marinello, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Minardo, Paolo Russo , Casero, Fabbri, Giudice, Picchi, Sanza, Saglia.
La Camera,
considerato che:
con l'articolo 1, comma 333 della legge n.266 del 2005 è stato previsto un assegno di mille euro per i nati negli anni 2005 e 2006, purché di origine comunitaria;
diversi extracomunitari hanno richiesto ed ottenuto l'assegno certificando falso, cioè dichiarando di essere cittadini italiani o comunitari; correttamente le amministrazioni hanno richiesto la restituzione delle somme, senza procedere peraltro alle denunzie per falso in atto pubblico, come sarebbe stato doveroso;
l'articolo 203 del provvedimenti in esame stabilisce che le somme versate non saranno più richieste agli indebiti percettori, con ciò premiando il colpevole, cioè gli extracomunitari che si sono comportati, per dolo o per colpa, scorrettamente;
nulla è invece previsto per i cittadini stranieri che si sono comportati correttamente; è opportuno domandarsi quale segnale stia mandando il Governo di centro sinistra ai «migranti», quello di un Paese dove si è tenuti a seguire le regole o quello di un territorio senza regole dove il più furbo ed il più lesto si prendono ciò che vogliono, tanto poi c'è la sanatoria;
nel 2005 sono nati circa 55.000 minori da genitori extracomunitari e presumibilmente nel 2006 altrettanti ne nasceranno;
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare eventuali iniziative normative volte a riconsiderare la norma citata in premessa, secondo i firmatari del presente atto assurda, al fine di dare un segnale forte e chiaro in termini di rispetto della legalità e dei principi di equità.
9/1746-bis/367. Luciano Rossi, Bruno, Cicu, Ferrigno, Giro, Leone, Nan, Rosso, Vitali.
La Camera,
premesso che:
da indagini conoscitive sulla «Istituzione di nuove Province» già condotte è emersa, netta e chiara, l'esigenza di attribuire autonoma dignità ad alcune realtà territoriali che, si contraddistinguono per diverse ragioni rispetto al territorio di cui fanno attualmente parte;
debbono essere promosse e viste con favore quelle proposte dirette a dare adeguato riconoscimento ad aree di particolare interesse sotto il profilo economico, sociale e culturale dotate di specifica individualità;
elementi sintomatici riferibili all'esigenza di creare nuovi organismi provinciali possono richiamarsi:
a) l'unitarietà e l'omogeneità storica, sociale, culturale ed economica dei territori interessati;
b) l'importanza economica e la solidità della relativa struttura produttiva;
c) la tendenza a creare vere e proprie reti industriali;
d) la significatività dei dati statistici e demografici;
e) la localizzazione nel territorio interessato di importanti uffici e strutture statali, giudiziarie, scolastiche, universitarie e sanitarie nonché di importanti associazioni industriali;
f) la presenza di notevoli ed attrezzati servizi pubblici;
g) la densità abitativa, edilizia ed industriale;
h) la presenza sul territorio di rilevanti iniziative promozionali ed anche sportive;
i) la presenza di beni culturali ed ambientali e paesaggistici di notevole interesse;
j) l'esigenza di risolvere problematiche connesse alla viabilità stradale;
l'istituzione di nuove province deve sottintendere la presenza di condizioni indispensabili per accrescere l'efficienza di aree che devono migliorare ed aumentare i propri livelli di competitività capaci di razionalizzare l'organizzazione interna del distretto e favorire armonicamente lo sviluppo economico sociale e culturale del territorio,
impegna il Governo
ad accogliere nel proprio indirizzo e promuovere, consentendo l'opportunità di un percorso normativo, quelle iniziative legislative aventi ad oggetto l'istituzione di nuove province che hanno già ottenuto in un ramo del Parlamento una valutazione positiva anche dalla Commissione competente di merito, nel rispetto delle previsioni normative laddove siano soddisfatti i parametri sopra indicati e sussistano le compatibilità finanziarie del sistema.
9/1746-bis/368. Paolo Russo, Aracu, Fedele, Ponzo, Rosso.
La Camera,
premesso che:
la legge Finanziaria per il 2007 è estremamente carente per quanto riguarda il cruciale tema della sicurezza; in particolare sono previsti:
notevoli tagli alle risorse per la sicurezza in genere e per le Forze dell'Ordine in particolare;
sono previste solo mille nuove assunzioni che rappresentano un numero assolutamente inadeguato alle esigenze funzionali del settore;
è cancellata l'indennità di specificità,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a destinare maggiori risorse alla Pubblica Sicurezza, ad aumentare sostanzialmente le assunzioni in tale settore ed a reintrodurre l'indennità di specificità.
9/1746-bis/369. Santelli, Costa, Giuseppe Fini, Giro, Misuraca, Vitali, Fallica, Marinello.
La Camera,
premesso che:
il comma 3 dell'articolo 142, nell'ambito della revisione del modello di finanziamento dell'ANAS, prevede che il canone annuo relativo ai pedaggi autostradali, dovuto allo Stato dalle società titolari di concessionari autostradali, venga elevato al due per cento e sia corrisposto nella misura dei cinquanta per cento direttamente all'ANAS al fine di consentire alla stessa società di coprire i costi derivanti dall'attività di vigilanza sulle società concessionarie autostradali;
il residuo cinquanta per cento viene corrisposto al Ministero delle infrastrutture per permettere al dicastero di incrementare l'efficienza delle funzioni di vigilanza e controllo dell'ANAS e delle concessionarie autostradali;
la norma prevista consente al Ministero la destinazione della quota di canone al potenziamento dell'organico, anche in deroga alla vigente normativa che prescrive il previo accertamento dell'esistenza di professionalità interne nel conferimento di incarichi a consulenti esterni,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, in sede applicativa, di adottare ulteriori iniziative normative volte ad indirizzare direttamente all'ANAS l'intero canone annuo, in considerazione della necessità di assicurare alla società maggiori risorse proprie anche nell'ottica di facilitare il percorso di uscita dell'ANAS dal perimetro della Pubblica Amministrazione, con effetti benefici sul debito del settore pubblico.
9/1746-bis/370. Simeoni, Aracu, Cossiga, Gardini, Cesaro, Franzoso, Romagnoli, Alfredo Vito.
La Camera,
premesso che:
la Manovra in esame adotta numerose disposizioni per contrastare lo sforamento della spesa sanitaria, prevedendo numerosi oneri a carico delle strutture sanitarie e delle regioni;
va peraltro considerato che tre fattori di crescita della spesa sanitaria sfuggono al controllo governativo: si tratta dell'invecchiamento della popolazione, del crescente costo di cure sempre più avanzate e mirate e dell'aumento dei costi connessi alla «medicina difensiva», definibile come scelta terapeutica dettata più da cautela giudiziaria che da convincimento scientifico;
in merito a quest'ultimo fattore va osservato che a seguito delle polemiche insorte dopo la presentazione di uno studio dell'AIOM, che indicava in un numero elevatissimo le morti dovute in Italia ad errori medici, il Ministro della salute ha
chiarito che è al lavoro la Commissione ministeriale per il rischio clinico e la sicurezza dei pazienti, che intende istituire un Osservatorio nazionale sugli errori e la pratica medica e che intende promuovere un disegno di legge sulla responsabilità professionale sanitaria in maniera da assicurare, tra l'altro, forme di gestione del contenzioso più agili,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad estendere le attività del citato Osservatorio anche all'analisi dei costi assicurativi e degli oneri dei risarcimenti nel Servizio sanitario, imponendo alle compagnie assicurative l'invio dei dati in loro possesso ripartiti per anno e per procedimento, con particolare riguardo ai dati sui premi incassati, i sinistri denunciati, gli importi riservati ed i risarcimenti pagati;
ad avviare in ciascuna Regione organismi di conciliazione in ambito sanitario nei modi previsti dall'articolo 38 del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5 cui sono obbligatoriamente sottoposti i procedimenti aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, quando il valore non supera 200.000 euro;
ad invitare le Regioni a stipulare idonee convenzioni con le compagnie assicurative, al fine di calmierare ed uniformare i premi assicurativi e di garantire la copertura di tutti i rischi derivanti all'utenza dalle attività del proprio personale sanitario.
9/1746-bis/371. Stagno D'Alcontres, Aprea, Caligiuri, Crosetto, Iannarilli, Mistrello Destro, Mario Pepe, Paolo Russo, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2007, prevede: politiche di sviluppo dal punto di vista delle opere infrastrutturali modeste e insufficienti ai fini di un rafforzamento della competitività economica del Paese;
nell'ambito di tale scenario, il miglioramento e potenziamento della dotazione infrastrutturale del nostro territorio, con particolare riferimento ai collegamenti transalpini, ai grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei e nazionali, alle loro diramazioni e alle trasversali peninsulari, costituiscono necessità improcrastinabili per accrescere la competitività dei fattori di produzione e abbattere i costi commerciali;
l'attuale Governo è composto da una vasta componente politica formata da una estrema sinistra e dai Verdi nettamente contrari e avversi con qualsiasi tentativo di modernizzazione del territorio italiano per quanto riguarda il rilancio delle opere pubbliche particolarmente promosse invece dal precedente Governo come ad esempio le grandi direttrici strategiche europee che interessano il territorio italiano e che si identificano nel corridoio 5, est-ovest, che collega Lisbona a Kiev, passando per Barcellona-Torino-Venezia-Trieste/Koper-Postojina-LubianaBudapest, nel corridoio 1, nord-sud, ulteriormente potenziato dall'asse Tirreno-Brennero e dall'asse «dei due mari» (Genova-Rotterdam), nel corridoio 8, che, per il tramite dell'asse adriatico, delle trasversali peninsulari italiane e degli hub portuali italiani, che rappresentano il sistema di connessione delle regioni balcaniche con i Paesi dell'Europa centro-occidentale;
in conformità a tali grandi direttrici strategiche, la legge n. 443 del 2001 - la «legge obiettivo» approvata dal Governo Berlusconi ha messo in atto un ambizioso progetto di infrastrutture del Paese, che aveva come scopo la modernizzazione dell'Italia e l'apertura del territorio italiano al crescente traffico europeo, per assicurare all'Italia un ruolo di ponte tra Unione europea e Paesi del bacino del Mediterraneo e di cerniera tra est e ovest dell'Europa;
dalla manovra finanziaria proposta dal Governo emergono dati poco rassicuranti
sulla realizzazione tempestiva delle grandi opere strategiche,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative per la realizzazione delle opere strategiche inserite nella legge obiettivo con particolare riferimento ai trafori transalpini e ai grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei, con i relativi collegamenti trasversali, nonché alle opere previste per il Mezzogiorno.
9/1746-bis/372. Stradella, Casero, Di Centa, Laurini, Palmieri, Luciano Rossi.
La Camera,
premesso che,
il comma 7 dell'articolo 16 del disegno di legge Finanziaria per il 2007, contiene una disposizione che integra l'articolo 693 del codice della navigazione;
in particolare la norma stabilita del predetto disegno di legge, prevede la destinazione dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea;
la suddetta norma produrrà effetti distorsivi sotto il profilo tributario penalizzando il settore aeroportuale italiano;
impegna il Governo
a monitorare l'attuazione della citata disposizione al fine di introdurre opportuni correttivi, in particolare prevedendo che la compensazione dei maggiori introiti derivanti dall'utilizzo di beni del demanio aeroportuale, avvenga attraverso un complessivo e prestabilito aumento dei canoni di concessione demaniale gravanti sul sistema aeroportuale, come previsto dal decreto legge 28 giugno 1995, n. 251, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1995, n. 351 e ad attivarsi per disporre affinché, i gestori aeroportuali versino per gli introiti derivanti per le finalità suesposte, all'ENAC che successivamente provvederà ad affluire all'erario.
9/1746-bis/373. Testoni, Boscetto, Crimi, Giro, Paniz, Simeoni.
La Camera,
premesso che,
il disegno di legge in esame trascura colpevolmente il problema delle infrastrutture, tagliando drasticamente le relative risorse;
questo significa porre in grave difficoltà alcune zone del Paese, che devono la loro debolezza economica e sociale proprio alla mancanza di collegamenti con le grandi reti nazionali ed europee;
a ciò si aggiunga che le aree insulari scontano la fuoriuscita dagli obiettivi dei fondi strutturali e fino ad ora non hanno ottenuto alcuna compensazione in sede europea a questa situazione;
impegna il Governo
a riconsiderare la sua politica in materia di infrastrutture e ad informare quanto prima il Parlamento sull'evoluzione e gli esiti della trattativa in corso in sede europea sui Fondi strutturali relativi al periodo 2007-2013 nonché sui fondi destinati alle aree sottoutilizzate.
9/1746-bis/374. Tondo, Bruno, Crosetto, Fallica, Marinello, Paniz, Sanza.
La Camera,
premesso che,
la manovra finanziaria all'esame contiene numerose disposizioni negative in materia di ammodermento del sistema infrastrutturale del Paese, in particolare per la manutenzione stradale e dell'ANAS;
la rivisitazione del sistema del governo degli affidamenti dei lavori espletati fino ad oggi autonomamente da parte delle concessionarie autostradali, mettono a ri schio
l'occupazione nelle imprese edili che operano nel settore;
impegna il Governo
a monitorare le norme citate in premessa, al fine di introdurre gli opportuni correttivi evitando di peggiorare il settore delle infrastrutture viarie.
9/1746-bis/375. Tortoli, Bernardo, Crosetto, Grimaldi, Mormino, Luciano Rossi.
La Camera,
premesso che,
la legge finanziaria stanzia risorse per il «proseguimento degli interventi in favore del settore dell'autotrasporto di merci, anche in relazione al fondo istituito,con legge 23 dicembre 2005», presenti nel piano della logistica approvati dal Cipe e contenuti anche nella legge di riforma n. 32 e successive disposizioni;
impegna il Governo
ad assicurare, secondo le intese raggiunte con le associazioni di categoria, la totale messa a disposizione delle necessarie risorse convenute per favorire, nel rispetto dei tempi e modalità definite, la indispensabile crescita delle imprese del settore, al fine di consentire di raggiungere i livelli di competitività necessari per competere sui mercati europei.
9/1746-bis/376. Uggè, Di Centa, Pizzolante, Affronti.
La Camera,
premesso che,
la legge finanziaria per il 2007 non dedica adeguate misure di sostegno ed adeguate risorse al turismo che rappresenta un punto di forza del nostro sistema economico, ma che deve fronteggiare la sempre più serrata concorrenza internazionale ed in particolare degli altri paesi del bacino del Mediterraneo -:
impegna il Governo
a dedicare maggiore sostegno e risorse alle imprese operanti nel settore del turismo al fine di poter sfruttare a fondo tutte le opportunità di sviluppo e di crescita economica e dell'occupazione che l'industria turistica può dare al nostro Paese.
9/1746-bis/377. Valducci, Azzolini, Boniver, Fitto, Gelmini, Lainati, Mario Pepe, Ponzo, Testoni, Tremonti.
La Camera,
premesso che,
la finanziaria per il 2007 prevede, fra l'altro, l'obbligo per i titolari delle concessioni del demanio marittimo di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione;
è previsto, inoltre, che le Regioni debbano predisporre i piani di utilizzazione delle aeree del demanio marittimo, sentiti i Comuni interessati e devono, altresì, individuare le modalità e l'allocazione dei varchi necessari per consentire l'accesso per il raggiungimento della battigia;
impegna il Governo
ad adoprarsi, per quanto di propria competenza, affinché le Regioni ed i Comuni interessati predispongano i piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo e individuino la collocazione dei varchi citati in premessa, prima dell'inizio della prossima stagione balneare e, comunque, entro il mese di maggio 2007.
9/1746-bis/378. Verdini, Bertolini, Carlucci, Cicu, Crosetto, Giuseppe Fini, Galli, Giro, Palmieri, Mario Pepe, Verro.
La Camera,
considerato che la manovra di finanza pubblica per il 2007 nel suo complesso va ben oltre quanto necessario per rispettare le indicazioni della U.E. e per proseguire nel percorso di risanamento della finanza pubblica, concretamente avviato dal governo Berlusconi nella passata legislatura;
rilevato che gli eccessivi inasprimenti fiscali produrrarmo effetti negativi sull'andamento dell'economia ormai in piena ripresa grazie alle politiche del precedente governo di centro destra;
visto che nel corso del secondo semestre del 2006 il governo ha dissipato in mille rivoli di spesa l'aumento delle entrate tributarie, superiore di oltre 12 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali, che si sta verificando nel corrente anno,
impegna il Governo
a cambiare radicalmente la politica finanziaria evitando di sottoporre il Paese a torchiature fiscali non necessarie e tali da produrre danni gravi sia ai singoli cittadini sia alle prospettive di crescita economica del nostro Paese.
9/1746-bis/379. Elio Vito, Aracu, Baiamonte, Brancher, Ceroni, Fabbri, Galli, Pili, Scajola, Franzoso.
La Camera,
premesso che,
la montagna italiana ha visto ridursi i propri stanziamenti nel corso degli ultimi anni, nonostante che la Costituzione preveda la tutela dei cittadini nelle zone montane;
per oltre 10 milioni di italiani residenti nei quasi 4.000 comuni montani italiani permangono gravi problemi di collegamento, sanitari, scolastici, di servizi pubblici, oltre che di reddito;
impegna il Governo
ad adottare le ulteriori iniziative volte a ripristinare il Fondo nazionale per la montagna, almeno nella misura pari a quella dell'anno 2003 (61 milioni di euro) a incrementare i trasferimenti di parte ordinaria prevedendo la compartecipazione delle aree montane ad una quota del gettito Irpef oppure ad altre imposte o tariffe legate al territorio.
9/1746-bis/380. Zanetta, Berruti, Gianfranco Conte, Gregorio Fontana, Giro, Palmieri, Picchi, Simeoni, Romele, Caparini.
La Camera,
premesso che,
la soppressione dell'imposta comunale immobili (ICI) relativamente alla prima casa è una proposta che non riguarda un solo schieramento politico, ma è richiesta da forze politiche di diversa ispirazione;
sul totale dell'introito ICI, pari a circa 20 miliardi di euro annui, la soppressione dell'ICI per la prima casa è valutata di poco superiore a 3 miliardi di euro, un intervento alla portata della finanza pubblica, che eliminerebbe un balzello malvisto dai cittadini che lo considerano una tassa su un bene primario e necessario come la casa;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a sopprimere l'imposta comunale immobili per la prima casa di abitazione.
9/1746-bis/381. Zorzato, Aracu, Caligiuri, Crosetto, Galli, Palmieri, Minardo, Mario Pepe, Paolo Russo, Tortoli.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative legislative volte ad esonerare
dall'obbligo di versamento del contributo al Fondo per l'Erogazione del Trattamento di Fine rapporto (articolo 84, comma 2, A.C. 1746) le società di volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, nonché dalle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali previsti dall'articolo 7, comma 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.
9/1746-bis/382. (Testo modificato nel corso della seduta) Lupi, Volontè, Verro, D'Ulizia, Pedrizzi.
La Camera,
premesso che:
il Comune di Roma, come tutti gli altri enti locali, a causa dei provvedimenti della legge finanziaria 2007 ha subito un forte ridimensionamento dei trasferimenti ordinari non compensati dai trasferimenti ordinari;
il ruolo di Capitale della Repubblica previsto dalla Costituzione sottopone il Comune di Roma ad un impiego straordinario dal punto di vista economico e finanziario;
i due rami del Parlamento hanno approvato una mozione che sostiene la candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2016;
recenti incidenti, anche mortali, hanno dimostrato l'arretratezza e l'insufficienza del trasporto pubblico urbano del Comune di Roma, anche a fronte della crescita delle presenze turistiche -:
impegna il Governo
ad adottare iniziative volte ad una rapida approvazione della legge che deve tradurre le disposizioni costituzionali su Roma Capitale, novellando anche la legge 15 dicembre 1990, n. 396 attualmente in vigore;
ad attivarsi per dotare questa legge ed altri provvedimenti legislativi di tutte le risorse che sono necessarie a realizzare nel Comune di Roma le opere pubbliche per il risanamento dei quartieri degradati, per il potenziamento e la messa in sicurezza del trasporto pubblico urbano, per il restauro del patrimonio storico ed artistico, per le funzioni di Capitale della Repubblica;
a reperire tutte le risorse necessarie a sostenere la candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi del 2016.
9/1746-bis/383. Buonfiglio, Rampelli, Alemanno.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria 2007 contiene la norma sull'abbattimento delle tariffe per le prestazioni di laboratorio;
in linea con l'esigenza di garantire un miglioramento del complesso dei servizi a beneficio dei pazienti, la norma, oltre al contenimento della spesa, dovrebbe farsi carico anche dell'appropriatezza delle prestazioni e dell'efficienza del sistema di erogazione a mezzo di soluzioni elaborate e condivise tra tutti i soggetti - istituzionali e privati - operanti nel settore;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative al fine di:
definire il nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, garantendo la concertazione con le organizzazioni professionali e scientifiche;
definire percorsi diagnostici e linee guida volti ad innalzare il livello di qualità ed appropriatezza delle prestazioni e di efficienza del sistema di erogazione;
procedere alla rideterminazione dei LEA delle prestazioni di diagnostica di laboratorio, garantendo una più stretta correlazione tra prescrizioni diagnostiche ed effettive finalità di prevenzione, di diagnosi e di cura;
garantire, comunque, che a regime il nuovo nomenclatore tariffario abbia efficacia sia per il settore pubblico che per il settore privato accreditato.
9/1746-bis/384. (Testo modificato nel corso della seduta) Grassi, Bianchi, Cancrini.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 248 del 2006 ha introdotto misure intese a promuovere e stimolare la concorrenza nel settore dei medicinali esenti dall'obbligo della ricetta medica, anche in una logica di contenimento dei costi a carico dei cittadini per l'acquisto di questi farmaci,
la legge Finanziaria per il 2007 si propone di introdurre un nuovo sistema di formazione dei prezzi dei farmaci senza obbligo di ricetta, che ulteriormente stimola la concorrenza tra gli operatori, comportando ulteriori e aggiuntivi effetti positivi e di calmierazione dei prezzi di questi medicinali; e che, parimenti, viene previsto un periodo transitorio nella fase d'avvio che prolunga al 31 dicembre 2007 il blocco dei prezzi massimi di vendita di questi medicinali in vigore al 31 dicembre 2006,
la libera concorrenza del mercato rappresenta, il miglior sistema per garantire al cittadino stabilmente prezzi al pubblico concorrenziali e competitivi, e che il termine del blocco, fissato al 31 dicembre 2007, di fatto rimanderebbe di un anno l'entrata in vigore di un sistema di vera concorrenza,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di riesaminare la scadenza del periodo di blocco dei prezzi massimi di vendita di questi medicinali in vigore al 31 dicembre 2006.
9/1746-bis/385. (Testo modificato nel corso della seduta) Bianchi, Grassi.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 5, comma 17, del disegno di legge per la finanziaria 2007 si propone l'abrogazione dei commi 7 e 8 dell'articolo 11-quinquiesdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 con i quali si è riconosciuta il diritto alla detrazione dell'IVA sugli acquisti e sulle importazioni di beni e servizi necessari per realizzare le operazioni inerenti e connesse all'organizzazione e all'esercizio dei giochi e delle scommesse, tra le quali sono da ricomprendere le operazioni relative all'esercizio del gioco nelle case da gioco;
il venir meno di tale regime di detraibilità dell'IVA introdotto con le norme in discorso costituisce indubbiamente, un ulteriore motivo di preoccupazione per le gestioni delle case da gioco, già sottoposte ad un prelievo fiscale eccessivamente gravoso ed investite da una crisi derivante dal notevole sviluppo che stanno assumendo il gioco on line e tutti gli altri giochi con vincite in denaro (oltre 200.000 new slot con vincita elevata a 100 euro, nonché i due bandi dei Monopoli di Stato con i quali si attribuiscono nuove concessioni di gioco), nonché dallo sviamento della clientela verso i locali dei paesi confinanti, che non hanno i vincoli delle imprese italiane anche sotto il profilo del divieto di fumare;
in aggiunta all'eccessivamente gravoso prelievo tributario i tassi di premio INAIL sono stati recentemente elevati dall'originario 5 per mille a percentuali superiori al 30 per mille, per altro diversificate per ciascuna azienda;
le case da gioco ed i giocatori sono altresì, danneggiati dalla presenza di cosiddetti «prestasoldi» che operano al di fuori della legge praticando, nei pressi dei casinò l'usura nei confronti dei giocatori;
il Governo deve adottare entro il mese di agosto 2007, ai sensi della legge 25 gennaio 2006, n. 29, i decreti legislativi occorrenti a dare attuazione alla direttiva CE 2005/60/CE, in ordine alla normativa antiriciclaggio applicabile alle case da gioco;
impegna il Governo
ad individuare, di concerto con le gestioni delle case da gioco autorizzate, le soluzioni da adottare per rimuovere gli inconvenienti evidenziati in premessa, promuovendo, quindi, anche in via legislativa, le iniziative più idonee.
9/1746-bis/386. Greco, Volontè, Adolfo, Boscetto.
La Camera,
premesso che:
il comma 440 aumenta progressivamente la misura della partecipazione della regione Sicilia al finanziamento del servizio sanitario nel suo territorio;
tale aumento produrrà degli effetti devastanti sull'architrave amministrativa della Sicilia:
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della norma in questione, l'opportunità di modificarla, anche a seguito dell'esame della problematica da parte della commissione paritetica Stato- regione.
9/1746-bis/387.Romano, Drago, Lucchese, D'Alia.
La Camera,
premesso che:
la linea ferroviaria Roma-Pescara necessita di essere ammodernata e su questo si sono dichiarate tutte le forze politiche;
il mancato adeguamento della linea su ferro porta enormi sprechi in termini di tempo e di inquinamento;
le percorrenze su ferrovia Pescara- Chieti-Sulmona-Avezzano-L'Aquila-Roma sono d'altri tempi, non paragonabili a quelli delle linee ferroviarie sull'asse Nord-Sud e viaggiatori tra Lazio e Abruzzo trovano più pratico, in molte situazioni, prendere l'automobile o il torpedone;
l'autostrada A24 sopperisce alle carenze della linea su ferro con altri costi ambientali e il traffico automobilistico proveniente dall'Abruzzo si scarica sulla viabilità della capitale, mentre i veicoli dei passeggeri provenienti dal Lazio fanno lo stesso nelle città abruzzesi;
non si possono vedere che effetti positivi dell'adeguamento e miglioramento della linea ferroviaria Roma-Pescara;
negli ultimi cinque anni si è dato un vero impulso al programma di ammodernamento della linea ferroviaria in parola: sono stati completati sia gli studi di prefattibilità e fattibilità e, alla progettazione preliminare, il costo dell'opera ammonta a circa 1.100 milioni di euro;
l'opera è stata inserita nella delibera del CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001;
per sciogliere questo pesante nodo nel trasporto nell'Italia centrale, che non ha alternative se non il protrarsi di una situazione che viene pagata a livello sociale dai cittadini di Abruzzo e Lazio, non si può che portare avanti l'opera con il finanziamento e la messa in atto dei progetti:
impegna il Governo
ad attivarsi per stanziare i fondi per l'ammodernamento della ferrovia Roma- L'Aquila-Pescara e a dare massima priorità al completamento dell'opera.
9/1746-bis/388. Buontempo.