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Allegato B
Seduta n. 77 del 27/11/2006
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazioni a risposta scritta:
CESINI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
da fonti di stampa si apprende che in una scuola materna del quadrante sud di Roma «bambini di età compresa fra i 3 ed i 5 anni venivano legati e incerottati alla bocca con scotch da pacchi da una maestra quando questi piangevano troppo»;
sembra che i genitori dei bambini abbiano già presentato un'esposto-denuncia all'Ufficio scolastico regionale del Lazio;
la maestra accusata delle molestie ai suddetti bambini avrebbe negato il fatto, ma sembrano essere stati trovati presso un armadietto degli uffici della scuola 20 rotoli di scotch da pacchi;
sono in preoccupante aumento fenomeni di bullismo tra studenti e abusi da parte di personale docente ai danni di minori -:
se e come il Ministro, secondo le proprie prerogative, intenda operare per il pieno accertamento dei suddetti fatti.
(4-01709)
GIORDANO, FALOMI e DE SIMONE. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
un alunno con handicap grave (non vedente, muto e autistico) frequenta l'Istituto comprensivo statale di Cardinale in provincia di Catanzaro;
al suddetto alunno è stato assegnato l'insegnante di sostegno con più di un mese di ritardo rispetto all'inizio delle lezioni e per sole 18 ore anziché per 36 ore al pari degli altri alunni;
all'alunno è stata negata ogni possibilità di utilizzare materiale didattico nonostante le specifiche disposizioni dell'Asl n. 7 di Catanzaro;
i genitori hanno denunciato maltrattamenti e violenze ripetute nei confronti del loro figlio da parte dell'insegnante di sostegno; in seguito a tale denuncia l'insegnante è stato rimosso. La denuncia ha coinvolto anche il Preside Prof. Lazzaro il quale ha affermato che: «quello che era successo poteva fare parte delle tecniche adoperate dall'insegnante ...» e che in ogni caso, lui «nella propria scuola faceva il preside e non il detective» (Il Quotidiano - 13 maggio 2006). Queste dichiarazioni si sono prodotte nonostante le numerose testimonianze dei compagni di scuola del ragazzo e nonostante i genitori avessero provveduto a corredare la denuncia di certificato medico;
nella fase precedente al «sostegno» il Preside Lazzaro ha confinato e isolato il ragazzo da solo in una stanza (aula differenziata) senza alcun ausilio neanche per i bisogni fisiologici elementari;
un collaboratore scolastico aveva manifestato più volte la propria disponibilità ad accudire il ragazzo ma è stato immediatamente comandato ad altre mansioni dallo stesso dirigente scolastico Lazzaro;
il dirigente scolastico Lazzaro ha presentato ai genitori un orario di entrata e di uscita differenziato e ridotto rispetto a quello degli altri alunni; quando il ragazzo al rientro pomeridiano ha trovato incredibilmente l'ingresso della scuola sbarrato, i genitori sono stati costretti a rivolgersi al Comando dei Carabinieri di Cardinale per verbalizzare la denuncia; dalla stessa denuncia emerge che il preside Lazzaro ha minacciato la famiglia dell'alunno di cacciare dalla scuola il loro figlio affermando che non aveva diritto di frequentarla;
tale dirigente scolastico, nonostante un'ispezione ministeriale ed una denuncia penale in corso a suo carico, continua imperterrito a svolgere la propria funzione -:
se non ritenga che ci sia una palese violazione di tutti i principi ispiratori dell'insegnamento e delle norme costituzionali che garantiscono a tutti i cittadini l'uguaglianza e l'esigibilità del diritto all'istruzione;
se non ritenga necessario attivarsi affinché venga allontanato tempestivamente il suddetto dirigente scolastico prof. Lazzaro e affinché venga garantita, per questa via, la piena agibilità sociale ed umana dell'Istituto Comprensivo Statale di Cardinale.
(4-01711)
PEDRINI. - Al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le epilessie riguardano circa l'1 per cento della popolazione italiana;
l'incidenza è di circa 50 nuovi casi per ogni 100.000 persone ogni anno;
l'epilessia in Italia è stata riconosciuta come malattia sociale nel 1965;
esistono vari tipi di epilessie;
il termine crisi epilettica descrive una varietà di sintomi neurologici dovuti ad un scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia o del tronco cerebrale;
l'epilessia può insorgere a qualsiasi età, ma in circa l'80 per cento dei casi insorge prima dei 20 anni e soprattutto nell'infanzia e nell'adolescenza;
per i bambini un corretto inserimento a scuola è fondamentale per il loro apprendimento e per la loro crescita culturale e psichica, inserimento che spesso è complicato dalla scarsa preparazione degli insegnanti su questo tema che crea difficoltà nei rapporti con i bambini e una conseguente emarginazione dei bambini stessi;
in passato, e ancora ora, molte persone hanno pregiudizi nei confronti dei soggetti affetti da epilessia, pregiudizi causati dalla non conoscenza e dalla mancata informazione -:
se non ritenga opportuno organizzare delle campagne di informazione e sensibilizzazione sull'epilessia per diffonderne una maggior conoscenza tra la popolazione e cancellare i pregiudizi esistenti;
se non ritenga necessario programmare corsi di aggiornamento e formazione sull'epilessia per preparare gli insegnanti delle scuole italiane, al fine di consentire un corretto inserimento degli alunni affetti da tale malattia onde evitare inutili ansie, malcontenti e soprattutto l'emarginazione dei bambini che soffrono per questa malattia.
(4-01714)
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la stampa dei giorni scorsi ha riportato la notizia della vicenda del professor Gianni Tristano, docente di lettere nelle scuole superiori che è stato sospeso dall'insegnamento e dalla retribuzione per un mese per avere, nella primavera del 2005, organizzato con i propri studenti un «laboratorio di pace» che, durante i giorni del rapimento della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq ha trattato i temi legati al conflitto in corso;
a sollecitare l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del docente sarebbe stata la preside dell'Istituto in cui si svolsero i fatti: il liceo Russel di Garbagnate;
secondo gli ispettori che hanno svolto l'istruttoria, la posizione del docente sarebbe aggravata dal fatto che lo stesso ha utilizzato, durante il «laboratorio di pace» alcuni «pezzi scrittografici» che altro non sono che la prima pagina del quotidiano «Il Manifesto»;
sempre secondo quanto riportato dalla stampa, il parere degli ispettori è che il docente avrebbe avuto atteggiamenti «border-line» con le sue iniziative rivolte all'approfondimento dei temi legati al conflitto iracheno e all'organizzazione di una mostra all'interno della scuola -:
come giudichi la vicenda descritta in premessa e se non ritengano che la libertà di insegnamento Costituzionalmente tutelata possa comprendere la facoltà di avvalersi della prima pagina di qualsivoglia quotidiano per affrontare temi di attualità;
quali siano i limiti delle competenze e delle prerogative degli ispettori del Ministero e se fra questi rientri anche la possibilità di esprimere giudizi circa le idee e le posizioni politiche dei docenti;
se non ritenga, anche a fini di auto-tutela dell'amministrazione in vista di una possibile azione giudiziaria del docente che potrebbe rivalersi sul Ministero per i danni subiti, di dover intervenire per l'annullamento del provvedimento di sospensione.
(4-01723)
BERTOLINI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nelle scuole elementari di Castellarano e Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, il locale dirigente scolastico ha promosso un corso di lingua e cultura araba destinato sia agli alunni di madre lingua araba, sia agli alunni italiani;
obiettivo dichiarato del corso sarebbe tenere viva nei giovani di famiglia marocchina la cultura araba, ma anche garantirne l'integrazione con i loro coetanei italiani;
il corso è tenuto da una insegnante madre lingua araba, che avrebbe ottenuto mandato direttamente dal Ministero dell'istruzione del Regno del Marocco;
il suddetto corso si svolgerebbe durante il normale orario scolastico, andando a sostituire, senza chiarirne i presupposti pedagogici e didattici, importanti materie come educazione fisica e religione;
secondo l'interrogante sarebbe certamente più utile, per i bambini che già frequentano la scuola elementare nel nostro Paese, incentivare l'insegnamento della lingua italiana, con il duplice scopo di accelerare sia il processo di integrazione dei minori di origine straniera nel nostro Paese, sia l'apprendimento della lingua utilizzata all'interno dell'organizzazione scolastica italiana, lasciando alle famiglie e ai genitori degli alunni stessi la libertà di scegliere o meno il potenziamento delle competenze nell'idioma che già conoscono;
una visione «laica» delle Istituzioni pubbliche, ed in particolar modo della scuola, vorrebbe che nei confronti di coloro che appartengono ad etnie, culture, religioni ed ideologie diverse da quelle della maggioranza dei cittadini, sia data la possibilità di conservare la propria diversità linguistica, ma che semmai siano favorite nuove forme di apprendimento rispetto ad una lingua che già conoscono;
iniziative simili a quella descritta dovrebbero essere avviate a breve anche nei Comuni di Bologna e Ferrara -:
se non ritenga inopportuna e fortemente discriminante sia nei confronti di alunni stranieri non arabi, sia nei confronti degli alunni italiani che frequentano le scuole elementari del nostro Paese, l'organizzazione di un corso di lingua e cultura araba, da tenersi durante il normale orario di lezione ed in sostituzione di altre materie;
se non ritenga che tale iniziativa sia contraria al principio di «laicità», che dovrebbe invece essere alla base dell'azione delle Istituzioni pubbliche ed in particolar modo della scuola pubblica;
se non consideri preoccupante la continua penalizzazione della nostra identità e della nostra lingua da parte di Istituzioni pubbliche, che preferiscono anteporre la valorizzazione e la diffusione di altre lingue ed altre culture rispetto a quella italiana.
(4-01725)
REALACCI. - Al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro per le politiche per la famiglia, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
il videogame dal titolo «Rule of Rose», prodotto e distribuito in Giappone a marchio Sony e in arrivo a breve in Italia sotto altro marchio, che ha come oggetto sevizie ad una bambina di 10 anni e come obiettivo di gioco la sua sepoltura da viva, ha già scosso le coscienze di molti italiani;
il 20 novembre 2006 è stato promosso da «Anima per il sociale nei valori d'impresa» e da «Pentapolis», sottoscritto da esponenti del mondo della cultura, dell'economia e della politica, un appello con il quale si evidenzia la convinzione che le ragioni del business e del profitto non possono giustificare scelte d'impresa che possono produrre effetti dannosi per i singoli individui, per le famiglie e per l'intera società;
gli organi di stampa si sono occupati con sconcerto di questo caso, che supera la soglia di ciò che può essere considerato lecito, legittimo e ragionevole e peraltro rappresenta l'ennesimo episodio di un'escalation di violenza nei contenuti dell'entertainment video;
la correlazione tra la violenza dei videogames, immagini ripetute e scene «vissute» in modo attivo, con un alto livello di concentrazione e l'innalzamento del tasso di aggressività nei giovani e giovanissimi, è stata oggetto di molte ricerche
e confermata anche da uno studio comparativo di uno dei maggiori esperti in materia, il professor Craig Anderson;
la Presidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia, sostiene che «...la violenza dei videogiochi fa perdere il confine fra bene e male...» e la professoressa Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all'Università La Sapienza di Roma, dichiara a Panorama che «...la cosa preoccupante è la filosofia che pervade questi giochi. Si vince se si è più violenti. Viene premiata la violenza e la criminalità e il ragazzo può abituarsi, in una sorta di inquietante adattamento cognitivo...»;
oramai è sotto gli occhi di tutti l'aumento dei casi di violenza perpetrata da giovani su altri giovani, su persone disabili o diverse, sui propri genitori, sugli anziani, ed è difficile pensare che questo fenomeno non sia legato all'aumento della violenza e dell'aggressività nelle immagini e nei messaggi ai quali i ragazzi, attraverso videogames, cinema e televisione, sono continuamente sottoposti;
in questo contesto, la produzione e l'immissione sul mercato di prodotti di entertainment con contenuti devianti, cinici e con finalità di gioco esplicitamente contrarie al rispetto della vita e della legge, non può che essere considerato da parte di un'impresa un gravissimo atto di irresponsabilità sociale -:
quali iniziative normative intendano intraprendere per far sì che le singole imprese dell'entertainment video e le loro rappresentanze di settore non adottino iniziative di produzione e commerciali basate su prodotti dal contenuto così palesemente violento e antieducativo per i giovani, al fine di non alimentare il fenomeno dilagante del bullismo, della violenza e della criminalità giovanile e contribuire, invece, alla crescita di una generazione sana, retta e cosciente dei valori e del rispetto dell'essere umano e della legalità.
(4-01732)
LI CAUSI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane, presso la Facoltà di Economia dell'Università di Pescara si è svolto un seminario tenuto dall'attuale Ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro;
il seminario in questione ha avuto un notevole successo tra gli studenti, soprattutto perché la partecipazione ad esso garantiva loro il conseguimento di mezzo credito formativo;
il ruolo svolto dalle Università nella formazione dei giovani assume un rilievo fondamentale, contribuendo, anche attraverso l'organizzazione di attività extra-didattiche, all'acquisizione degli strumenti utili perché ciascuno studente maturi in sé la consapevolezza delle proprie aspirazioni e convinzioni nei più diversi settori della vita sociale, ivi compreso quello politico;
la strumentalizzazione politica di dette attività va stigmatizzata e censurata con decisione, dovendo le Università in particolare, e il sistema dell'istruzione pubblica nel suo complesso, fornire la più vasta gamma possibile di opinioni e posizioni onde permettere ai giovani di elaborare da soli le proprie scelte culturali;
in particolare, occorre evitare che gli studenti possano essere indirizzati verso uno, piuttosto che un altro, versante politico attraverso la promessa del conseguimento di crediti formativi utili per il completamento del proprio corso di studi -:
quali iniziative normative l'onorevole Ministro interrogato intenda adottare, alla luce di quanto descritto nella presente interrogazione, al fine di evitare che le attività extra-didattiche organizzate da università pubbliche possano essere orientate politicamente in senso unidirezionale e per garantire che tutte le opinioni e le posizioni politiche ricevano, nell'ambito del sistema dell'istruzione pubblica, pari dignità e trattamento.
(4-01741)