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Allegato B
Seduta n. 80 del 30/11/2006
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazioni a risposta scritta:
PISICCHIO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati più recenti (fonti MIUR e i sindacati confederali) vi sono in Italia 150.000 docenti precari in ogni ordine e grado, utilizzati ogni anno nella scuola;
il 50 per cento di questi (circa 70.000) ha superato concorsi pubblici per titoli ed esami per i quali non ci sono posti disponibili;
l'altro 50 per cento ha conseguito l'abilitazione attraverso i corsi SSIS (scuole di specializzazioni universitarie);
per quanto attiene i primi, molta parte di questi (circa l'80 per cento = 55.000) ha conseguito addirittura un numero molteplice di abilitazioni in più classi di concorso o materie;
un'ulteriore percentuale (circa 15-20 mila) è rappresentata invece dai cosiddetti precari storici i quali lavorano ogni anno dal 1o settembre al 30 giugno con nomina dell'ex Provveditorato (ora C.S.A: Centro servizi Amministrativi). Durante i mesi estivi percepiscono l'indennità di disoccupazione: di conseguenza ai fini dei costi per il pubblico erario è come se fossero «in ruolo». Quindi è evidente che questo importante numero di docenti sia necessario (al pari del personale non docente nelle medesime situazioni) per il funzionamento della scuola. In parole povere questi insegnanti non sostituiscono nessuno perché i posti da loro occupati di anno in anno sono vacanti;
a seguito di alcuni interventi di normazione promossi dai governi di entrambe le coalizioni si era provveduto ad istituire presso le università corsi a pagamento (dai 1.500 ai 2.500 euro) per consentire il
conseguimento dell'abilitazione in 2 anni. Per favorire le iscrizioni a tali corsi, fu deciso di attribuire agli abilitati un punteggio doppio rispetto a quello attribuito ai precari «storici». A giudizio dell'interrogante, il risultato di questo sistema è un macroscopico paradosso: i precari antichi (molti nella fascia 40-50 anni) venivano superati da giovani appena abilitati e si vedevano costretti a perdere posizioni nelle graduatorie permanenti;
furono, oltretutto, istituite alcune «fasce» (1o, 2o e 3o) in cui i precari venivano inseriti e lì vi rimanevano con una sorta di priorità -:
se il ministro non ritenga di intervenire per porre rimedio alla allarmante condizione di precarietà attraverso iniziative normative che prevedano l'immissione in ruolo di coloro che da almeno 3 anni vengono continuativamente nominati per tutto l'anno scolastico, il blocco dei trasferimenti per almeno 3 anni, e il mantenimento delle attuali graduatorie per i prossimi 3 anni senza ulteriori aggiornamenti.
(4-01790)
SMERIGLIO. - Al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la positiva esperienza maturata negli istituti ad indirizzo socio pedagogico con l'insegnamento di materie musicali e dello strumento, rischia di essere dispersa se non si arriverà, all'interno del più ampio quadro del sistema dell'istruzione, ad un riordino degli studi musicali;
appare ormai non rinviabile la necessità di collegare alla già esistente «Secondaria di primo grado ad indirizzo musicale» il segmento universitario dell'Alta Formazione attraverso l'istituzione dei Licei Musicali;
all'interno di queste esperienze, collocata anch'essa nella fascia «Secondaria di secondo grado», si è sviluppata la professionalità degli insegnanti dello strumento che hanno positivamente affiancato il lavoro del docente di musica;
l'insegnamento dello strumento fu istituito, come facoltativo, nell'istituto magistrale sin dall'inizio del secolo scorso;
nell'ultima fase l'insegnamento dello strumento è stato regolamentato, sino alla scomparsa dell'istituto magistrale, dalla normativa che istituiva i corsi e dalla successiva legge n. 270 del 1982;
a causa della poca chiarezza sulle norme vigenti, le regioni le hanno applicate in maniera diversificata;
dopo la legge n. 270 del 1982 è stato generalmente adottato il provvedimento dell'utilizzazione nominando da apposita graduatoria compilata annualmente, in maniera differente, dai diversi Provveditorati;
con la definitiva scomparsa dell'istituto magistrale si è tenuta in vita, per un anno scolastico, la situazione preesistente, per accantonare successivamente il problema in assenza di una normativa chiara;
su pressione degli organismi di categoria e del «comitato nazionale insegnanti dello strumento musicale nelle scuole superiori» si sono ottenuti provvedimenti temporanei (nota Moratti 11 ottobre 2001 e circolare Criscuoli del 13 marzo 2003), in attesa di una riforma degli ordinamenti che riconsiderasse gli aspetti normativi e professionali di tali insegnanti;
nel frattempo si è ricorso al lavoro a progetto, realizzato con estrema difficoltà dagli insegnanti in aggiunta al normale orario di cattedra;
in molti casi si è impedito ai docenti, con pluriennale esperienza specifica, di mantenere l'insegnamento, rinviandoli al ruolo di appartenenza, in favore di personale precario -:
se non ritenga necessario adottare iniziative normative volte a:
1) istituire una nuova graduatoria per l'insegnamento dello strumento musicale
nei Licei musicali e non, tramite criteri che vedano tutelati i diritti acquisiti in anni di lavoro oltre che il pieno e incondizionato riconoscimento delle «abilità» della categoria;
2) per l'immissione in ruolo nei licei musicali, assumere come elemento prioritario, prescindendo dalla frequenza di corsi abilitanti o bienni di specializzazione, il riconoscimento di titoli specifici già in possesso quali i titoli di studio inerenti la disciplina, gli anni di servizio, i titoli artistici, l'abilitazione nell'insegnamento dell'educazione musicale, le lauree specifiche;
3) consentire a tali insegnanti di potere, già dall'anno scolastico 2007-2008, svolgere la propria attività nei licei ad indirizzo socio pedagogico, con un provvedimento di «utilizzazione» attingendo, in via provvisoria e come in essere sin dall'emanazione della legge n. 270 del 1982, dalle graduatorie di educazione musicale A031 e A032 per il conferimento degli incarichi anche a personale di ruolo;
4) stante il diverso ordine e grado delle due istituzioni scolastiche, mantenere una netta distinzione tra Conservatori (ora Alta Formazione) e Licei e, di conseguenza, tra i due diversi corpi docenti e mantenere la distinzione tra le discipline della secondaria di primo e di secondo grado, come finora è avvenuto per la classe di concorso A077, non essendoci nessuna possibilità di osmosi tra i suddetti gradi.
(4-01793)
BOSI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
un Consigliere provinciale di Firenze, dottor Federico Tondi, nell'ambito delle prerogative previste dalla sua funzione, ha promosso un'iniziativa denominata «Occhio alla Scuola» che si prefigge di verificare la qualità della vita all'interno degli istituti scolastici di secondo grado, con particolare riferimento allo stato degli arredi, della manutenzione degli edifici, delle forniture e delle installazioni tecnologiche, ovvero di tutto quanto riguarda le specifiche competenze della Provincia;
l'iniziativa «Occhio alla Scuola», promossa dal suddetto consigliere, sta incontrando l'attenzione dei media locali ed il consenso sia di molti studenti e delle loro famiglie, che di operatori scolastici, proprio perché fa emergere tutti gli aspetti positivi, ma anche negativi, dello status in cui si trovano gli istituti di secondo grado;
dopo aver ricevuto la consueta comunicazione da parte del consigliere Tondi di voler visitare il Liceo «Castelnuovo» di Firenze, il preside di detta scuola, per ben due volte, ha intimato allo stesso di astenersi dall'intenzione, in quanto non avrebbe acconsentito in alcun modo ad aprire le porte della scuola ad un simile sopralluogo;
l'episodio è stato stigmatizzato dalle forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, tant'è che il Presidente del Consiglio Provinciale di Firenze, Massimo Mattei, dei Democratici di Sinistra, ha emesso un duro comunicato stampa in data 13 novembre 2006, con il quale denuncia l'atto di arroganza del preside che, con il suo divieto, preclude al Consigliere Tondi, così come a chiunque ne abbia il desiderio, il legittimo espletamento dei compiti previsti dal proprio mandato -:
se sia intenzionato, alla luce dei fatti su esposti, a inviare un'ispezione presso la scuola «Liceo Castelnuovo» di Firenze e - ove l'ispezione ne evidenzi i presupposti - a emettere un richiamo ufficiale al preside in questione che impedisce ad un consigliere provinciale di espletare le proprie funzioni elettive;
quali provvedimenti intenda adottare presso l'amministrazione scolastica per permettere il sopralluogo in oggetto.
(4-01811)