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Allegato B
Seduta n. 81 del 4/12/2006
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta orale:
RONCONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'antica città di Amelia annovera nel suo patrimonio artistico la cinta muraria poligonale, uno dei simboli storico-artistici dell'Umbria;
tali mura sono considerate sia per la loro imponenza sia per il periodo storico a cui risalgono uno degli impianti difensivi più antichi e maestosi nel mondo;
la Regione Umbria d'intesa con il Comune di Amelia a partire dal 1992 ha intrapreso una serie di iniziative volte al risanamento strutturale del complesso monumentale che da decenni è interessato da problemi di staticità;
in data 18 gennaio 2006 si è verificato il crollo di un tratto di mura compreso nel versante est, tra la Torre del Sant'Ufficio e l'antica porta del Sole, tratto di lunghezza pari a 25 metri, interessando sia le mura medievali, alte tra 4-5 m., che quelle poligonali sottostanti, di circa 8-9 m. di altezza;
il crollo è avvenuto durante le opere di consolidamento finanziate con uno, stanziamento di 9.000.000.000 di vecchie lire previsto nella legge finanziaria del 2001 con trasferimento dei fondi alla Regione che ha ne curato il progetto, l'appalto, l'esecuzione il controllo dei lavori ed i relativi pagamenti;
a quanto risulta all'interrogante, a tutt'oggi non è stata fornita alla città da parte dell'Amministrazione Comunale una spiegazione del disastro, sostenuta da una convincente relazione tecnica;
l'Amministrazione comunale ha in più occasioni annoverato tra le cause del crollo il concorso di eventi meteorologi verificatisi nei giorni precedenti, ma non sono state fornite ai cittadini notizie attendibili sull'esistenza di un'istruttoria per il riconoscimento dell'evento di calamità naturale;
ultimo elemento che evidenzia un atteggiamento secondo l'interrogante, poco trasparente da parte di chi presiede il governo cittadino è il non aver fornito, anche se più volte richiesto in Consiglio Comunale, la denominazione precisa, la composizione, e lo stato dei lavori della commissione incaricata delle indagini conoscitive -:
quali iniziative intenda adottare per far chiarezza sulle reali cause e le eventuali responsabilità del crollo di uno dei simboli della città;
se la ditta appaltatrice presenta le caratteristiche e le competenze per l'esecuzione dei lavori;
se intende adottare provvedimenti necessari ed urgenti per far sì che vengano riconosciuti e concessi finanziamenti governativi adeguati alle reali necessità di conservazione e tutela di un bene di importanza storico-culturale non solo locale, ma elemento caratterizzante il nostro patrimonio nazionale.
(3-00445)
Interrogazioni a risposta scritta:
CIOCCHETTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che -:
l'Istituto per il credito sportivo, istituito con la legge 24 dicembre 1957 n. 1295, è ente di diritto pubblico, partecipato anche da banche private (tra le quali BNL, Dexia Crediop, MPS ed il gruppo Capitalia) e, come noto, ha come scopo il finanziamento delle opere legate al mondo dello sport;
esisterebbe una gravissima situazione di conflittualità tra i sindacati e l'alta direzione dell'istituto, che avrebbe portato ad esplicite denunce dell'attuale gestione dell'ente, in quanto fortemente condizionata da logiche personali;
tale gestione starebbe provocando un danno economico prossimo all'irreparabilità, per la prolungata stasi nella gestione dell'attività ordinaria dell'ente, che ha portato nel primo semestre 2006 al minimo storico di mutui contratti nella storia dell'Istituto per il credito sportivo, come anche espressamente ammesso dal CdA dell'istituto, che in una recente assemblea ha attestato «una situazione caratterizzata da un preoccupante calo di attività e da progressiva distruzione di valore»;
esisterebbe, inoltre, una gravissima conflittualità tra l'alta direzione dell'istituto e gli organi di controllo interno, che ha portato - a seguito di espressa denuncia da parte del collegio sindacale - ad un'ispezione da parte di Banca d'Italia, tuttora in corso, tesa ad accertare se il CdA abbia agito secondo i principi di una sana e prudente gestione nell'attività di ordinaria erogazione dei mutui, nonché l'eventuale violazione dei più elementari principi di legge in materia di controllo interno sugli enti pubblici;
risulterebbe infatti all'interrogante che la precedente responsabile del controllo interno dell'istituto è stata trasferita ad altro incarico senza alcuna evidente motivazione, tanto da trovarsi costretta ad
adire le vie legali nei confronti del credito sportivo, con evidente rischio per lo stesso ente di risarcimento danni;
all'interrogante risulterebbe, inoltre, che successivamente anche il nuovo responsabile del controllo interno abbia subito vessazioni da parte dell'alta direzione dell'istituto, fino ad arrivare al suo licenziamento, dopo appena 90 giorni dall'assunzione, per esclusivi motivi «ritorsivi» e da parte dell'alta direzione dell'istituto, la quale non ne aveva i poteri, come sancito dall'ordinanza del giudice del lavoro di Roma, che ha immediatamente reintegrato il predetto dirigente nelle precedenti mansioni;
esisterebbe inoltre una grave situazione di conflittualità anche tra i vertici dell'istituto e i Ministeri vigilanti, Beni ed attività culturali e Sport e politiche giovanili, attestata da numerose missive indirizzate ai vertici dell'Istituto, con le quali si invitava fermamente il CdA a svolgere esclusivamente attività di ordinaria amministrazione, astenendosi dalle attività straordinarie;
tale situazione ha portato infine all'avvio del procedimento di revoca del Presidente da parte dei Ministeri competenti, che ad oggi non ha ancora trovato riscontro;
anche a seguito dei fatti su esposti, l'Istituto per il credito sportivo è stato messo sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica di Roma per diverse ipotesi di reato, che vanno dall'abuso di ufficio alla truffa ai danni dello Stato -:
se siano a conoscenza della situazione predetta, e, nel caso, se intendano attivare una verifica e un monitoraggio delle irregolarità emerse nella gestione dell'Istituto per il credito sportivo;
se, una volta attestata l'effettiva sussistenza di illeciti amministrativi e riscontrata dunque la veridicità delle affermazioni predette, non ritengano opportuno intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, adottando provvedimenti necessari ed urgenti a salvaguardia di una corretta e trasparente gestione dell'Istituto, e per assicurare agli organi di controllo interno il pieno ed effettivo svolgimento delle proprie funzioni.
(4-01825)
PIRO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Villa romana del Casale a Piazza Armerina in Sicilia è un noto monumento, dichiarato nel 1997, dall'UNESCO, patrimonio dell'umanità;
il noto sito archeologico è stato posto sotto la tutela ambientale dell'alto commissario, dottor Vittorio Sgarbi, che ha annunciato di voler eseguire opere di ripristino del valore di 25 milioni di euro, volte ad eliminare le strutture esistenti di copertura dell'impianto museografico, considerato tra i più validi esempi di intervento di restauro del Novecento;
il progetto di restauro della villa romana compiuto dall'architetto Franco Minissi, risalente al 1957, è un'importante testimonianza di intervento di ripristino innovativo che, superando le tradizionali opere di restauro, pesanti ed invasive, costituisce un inedito equilibrio fra protezione e conservazione del sito archeologico e accostamento di materiali moderni, capaci di mantenere un'atmosfera magica del rudere - mediante l'utilizzo di tettoie trasparenti e leggere con strutture metalliche ed elementi modulari. Un esempio di grande ingegno e originalità che ha reso possibile la salvaguardia del complesso architettonico con l'impiego di risorse economiche minimali, rispetto al progetto multimiliardario annunciato; un patrimonio conservativo di grande interesse che oggi rischia di essere cancellato;
a giudizio dell'interrogante, parte del denaro indicato dal progetto plurimiliardario volto ad eliminare le coperture progettate dal Minissi potrebbe essere invece utilmente impiegato sia per la necessaria manutenzione del bene in pericolo che per le opere di conservazione dei mosaici romani;
gli interventi di restauro del complesso monumentale della villa del Casale di Piazza Armerina - così come tutti gli altri beni culturali e le cose di interesse storico, archeologico, paletnologico, in qualunque modo ritrovati nel sottosuolo regionale - pur essendo di esclusiva competenza della Regione Siciliana, finiscono per travalicare l'ambito di interesse regionale, anche per le ricadute economiche che gli stessi interventi di ripristino implicano per l'intera collettività. L'opera di restauro dell'architetto Minissi, rappresentando, inoltre, una soluzione di forte valenza innovativa, costituisce, insieme ad altri progetti, un fiore all'occhiello che tanto contraddistingue il nostro Paese, nel campo del restauro, anche a livello internazionale -:
se il Ministro è a conoscenza dei progetti di ripristino descritti, che rischiano di minacciare una importante testimonianza di restauro archeologico del XX secolo, e se non ritenga di doversi attivare al fine di salvaguardare l'opera dell'architetto Minissi, di grande valenza e interesse culturale nazionale, nell'ambito di una ottimale conservazione della Villa romana del Casale.
(4-01839)