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Allegato B
Seduta n. 81 del 4/12/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta orale:
PORETTI, BELTRANDI, CAPEZZONE, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
in data 16 novembre 2006 la polizia postale di Firenze, su ordine del pm di Catania dottor Luigi Lombardo, (n. proc. pen. 10612/06 registro notizie di reato ignoti, provvedimento del 15 novembre 2006 in base all'articolo 321 del codice di procedura penale), ha sequestrato preventivamente due forum pubblicati sul sito dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori: www.aduc.it) per gravi indizi relativi al reato di offese ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone (articolo 403 del codice penale). I forum sequestrati contengono essenzialmente bestemmie, riflessioni filosofiche e teologiche di alta religiosità e alcune espressioni di biasimo nei confronti di chi fa propri i dettami di una confessione religiosa;
il reato di vilipendio, e il sentimento religioso che la norma mira a proteggere, è norma assai vaga, dai contorni sfumati, che non difende singole persone ma qualcosa di astratto, quale è il «sentimento religioso», che di fatto impedisce un aperto, se pur severo e talvolta colorito,
confronto sui temi e sulle questioni nodali della religiosità, vilando il diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, questo sì protetto costituzionalmente dall'articolo 21;
a titolo esemplificativo, se negare un dogma quale quello della verginità della Madonna e biasimare chi lo crede fosse vilipendere il sentimento religioso, altrettanto offensivo sarebbe allora affermare il dogma dell'Immacolata Concezione e biasimare coloro che invece sposano, nel loro sentimento a-religioso, il sapere della scienza;
né l'aver depenalizzato la bestemmia (decreto legislativo n. 507 del 30 dicembre 1999), né la legge del febbraio 2006 che ha equiparato le confessioni religiose abrogando il riferimento alla religione di Stato, hanno risolto il punto nodale relativo alla libertà di espressione, al diritto di critica e di stampa e, ancora oggi, diritti che sembravano acquisiti vengono messi in discussione da norme di inferiore rango. La Costituzione tutela infatti il diritto a professare la propria religione, che non è messo in discussione dalle critiche pur aspre che possano essere state scritte nei forum, ma non tutela il sentimento religioso di per sé;
ciò comporta tutt'oggi l'impiego delle forze di polizia postale ad una assurda caccia alle streghe, ogni volta che qualcuno sente il proprio sentimento religioso minacciato dall'espressione pubblica di un libero pensiero. La stessa polizia postale afferma di esser quotidianamente subissata da simili segnalazioni che affollano le loro scrivanie -:
se e quali attività intenda intraprendere al fine di garantire il sereno esercizio del diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, senza subire atti, secondo gli interroganti, censori quali quelli in atto nei confronti dei forum di discussione dell'Aduc, sequestrati dalla magistratura catanese.
(3-00444)
SPERANDIO e BURGIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, anche sulla base di notizie riportate dagli organi di stampa, che nella notte tra il 25 e il 26 novembre scorso, nella città di Verona, due giovani, mentre si allontanavano dal Centro sociale occupato e autogestito La Chimica, hanno subito una violenta aggressione, di cui recano ancora oggi i segni sul volto;
nella mattina dello stesso 25 novembre è stata inaugurata nella città di Verona la sede della Fiamma Tricolore;
l'aggressione dello scorso 25 novembre si aggiunge alla lunga serie di violenze ed intimidazioni che troppo frequentemente ormai si registrano, soprattutto, ma non solo, nella città di Verona, che può come noto vantare la medaglia d'oro per la Resistenza;
l'aggressione in parola segue in particolare l'ignobile episodio del 18 novembre scorso, quando mentre a Palazzo Barbieri era in corso la seduta del Consiglio Comunale, si è svolta sui gradini di Palazzo Barbieri una manifestazione di Forza Nuova dai contenuti esplicitamente fascisti, con tanto di canto di «faccetta nera», esibizione di saluti romani, comportamenti non sufficientemente stigmatizzati;
gli episodi di violenza verificatisi a Verona rappresentano fatti di assoluta gravità, non solo per le conseguenze lesive che hanno determinato nei confronti dei giovani aggrediti, ma per il significato politico e sociale antidemocratico, razzista, illiberale, di matrice fascista e pertanto qualificate come illecite dal nostro ordinamento;
i casi, ormai troppo frequenti soprattutto ma non solo a Verona, di violenza di matrice fascista e xenofoba, suscitano notevole e giustificata preoccupazione anche nell'opinione pubblica, come peraltro documentato dagli organi di stampa;
a fronte della preoccupazione manifestata dall'opinione pubblica nei confronti di tali gravi episodi di violenza di matrice fascista e xenofoba, a giudizio degli interroganti, le reazioni delle istituzioni sono sistematicamente troppo «prudenti» e prive del necessario contenuto di critica, denuncia e stigmatizzazione, che sarebbe doveroso per sancire i valori della democrazia e dello Stato di diritto;
la nostra Costituzione e in generale il nostro ordinamento giuridico, si fondano sul rifiuto e sulla condanna dell'ideologia fascista, punendo come reato ogni condotta che ne faccia apologia, e qualificando come illeciti i comportamenti ispirati al razzismo, alla discriminazione di ogni genere e alle idee antidemocratiche -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi episodi di violenza verificatisi a Verona, e in particolare dell'aggressione dello scorso 25 novembre;
se il Ministro, alla luce delle precedenti considerazioni, non ritenga opportuno assumere ulteriori informazioni in merito agli episodi in parola;
quali urgenti misure e provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare, al fine di evitare il ripetersi dei gravi episodi di violenza di matrice fascista e xenofoba che ormai troppo frequentemente si verificano soprattutto, ma non solo, nella città di Verona, dichiarandone pubblicamente la gravità e l'illiceità, anche allo scopo di assicurare l'effettiva garanzia dei valori democratici e antifascisti su cui si basa il nostro ordinamento.
(3-00446)
Interrogazioni a risposta scritta:
MADERLONI e GALEAZZI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
mercoledì, 29 novembre 2006, la stampa dava notizia di un attentato terroristico sventato in Croazia, il quale si sarebbe, ipoteticamente, dovuto verificare sul traghetto Zara-Ancona. Bersaglio dell'attentato sarebbe stato individuato nella persona di un capo mafia serbo, tale Vladimir Milosavlijevic, sospettato dall'Interpol di essere tra gli uomini di primo piano della cosca belgradese di Zemum, a sua volta sospettata dell'attentato in cui il 12 marzo 2003 perse la vita il premier serbo Zoran Djindjic;
il regolamento di conti tra cosche mafiose, non ha, fortunosamente, avuto l'esito nefasto prevedibile, grazie all'arresto di due persone, accusate di «terrorismo» fermate in Dalmazia, pochi giorni fa;
stando al capo della polizia di Zara, Anton Drazina, il progetto di attentato, avrebbe potuto avere conseguenze gravi e provocare danni e vittime;
secondo ultime informazioni si è appreso che il progetto criminoso prevedeva l'imbarco di un'auto-bomba a Zara, sul traghetto «Zadar» della compagnia Jadrolinija, che fa spola tra Zara ed Ancona tre o quattro volte la settimana;
il presunto boss, di cui sopra, si sarebbe dovuto imbarcare martedì mattina, ma l'autobomba, sarebbe potuta esplodere anche dopo lo sbarco al porto di Ancona. Infatti, sempre secondo l'Interpol, i progetti degli attentatori non prevedevano un'esplosione durante la traversata, in quanto l'esecuzione si sarebbe dovuta consumare prima dell'imbarco, o quando avesse già raggiunto la destinazione finale, ad Ancona;
il particolare clima di apprensione nel quale è costretta a vivere ormai da tempo la cittadinanza del capoluogo marchigiano merita la massima attenzione delle istituzioni -:
pur nel rispetto delle prerogative dell'azione dell'autorità giudiziaria e del naturale riserbo nei confronti delle indagini in corso, quali siano gli elementi a conoscenza del Ministro relativamente ai suddetti accadimenti e quale valutazione sia stata formulata circa il reale grado di pericolosità dell'azione di dette organizzazioni
criminali sul nostro territorio, anche in considerazione dell'efferatezza dei metodi di chiaro stampo terroristico;
quali urgenti iniziative si intendano assumere al fine di tranquillizzare, per quanto possibile, le popolazioni interessate direttamente e tutti gli italiani che temono il diffondersi di determinati pericolosi fenomeni, anche in riferimento alla particolare vocazione turistica del territorio nonché alla difesa e valorizzazione di liberi scambi commerciali fra le due sponde.
(4-01821)
PELINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sono avvenuti episodi spiacevoli nella Sezione doganale «Aeroporto d'Abruzzo» ed in quelle ubicate presso gli aeroporti di Trieste, Catania, Bologna e Fiumicino dove gli agenti della Polizia di Stato hanno sottoposto a controlli ripetuti i funzionari di dogana che rivestono la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria e Tributaria ai sensi del testo unico legge doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973;
la Polizia di Stato giustamente effettua gli opportuni controlli per contrastare il terrorismo internazionale e questi necessariamente sono stati intensificati, tuttavia queste verifiche avvengono in modo eccessivo nei confronti del personale delle dogane;
tra gli episodi registrati presso le Dogane, a Trieste un funzionario doganale è stato denunciato dalla Polizia di Stato perché avrebbe effettuato un controllo bagagli che, secondo la stessa Polizia, rientrava nei controlli di sicurezza di competenza della Polizia di Stato;
questo e numerosi altri episodi evidenziano che si rende necessario che sia modificato il Piano nazionale di Sicurezza, scheda n. 5, in cui si prevede l'obbligo dei funzionari di dogana di sottoporsi ai controlli di sicurezza;
ove non fosse possibile attuare tale misura di modifica, si rende comunque necessario intervenire onde evitare controlli inutili, eccessivi e anche dannosi sia per la perdita di tempo e sia per l'immagine disorganica che si offre ai cittadini come già riportato;
è indispensabile permettere ai funzionari doganali di svolgere le loro funzioni nel migliore dei modi senza incorrere in «conflitti» con il personale della Polizia di Stato;
è opportuno che i fatti riportati presso le dogane delle città di cui al primo punto della premessa, non si ripetano così che il lavoro sia dei funzionari doganali e sia di quelli del personale della Polizia di Stato venga svolto nel rispetto reciproco e senza esagerazioni che si riflettono poi in modo spiacevole sul servizio reso ai cittadini e sui rapporti tra le due categorie -:
quali iniziative si intenda adottare per modificare, come riportato nella premessa, la scheda n. 5 del Piano nazionale di Sicurezza e per evitare per il futuro il ripetersi di conflitti tra i funzionari della Polizia di Stato e quelli delle dogane in modo da garantire, nel pieno rispetto delle funzioni esercitate dalle predette categorie di personale, l'efficienza del servizio reso al cittadini.
(4-01824)
NUCARA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel Comune di Bari, in seguito al provvedimento di conversione delle ex frazioni relative alle circoscrizioni I (S. Spirito-Palese), IV (Carbonara-Ceglie-Loseto) e V (Torre a Mare) in quartieri del comune stesso, esistono ben 370 aree di circolazione multiple, cioè aree di circolazione dello stesso tipo e con stessa identica denominazione, per cui, ad esempio, il Corso Vittorio Emanuele II si ripete sia nel centro della città di Bari che nei quartieri denominati Carbonara e Palese;
da tale provvedimento risalente al 26 gennaio 1970, delibera n. 489/70 del Consiglio comunale di Bari sono trascorsi oltre 36 anni;
una tale situazione è in contrasto con le disposizioni di legge in materia di adempimenti ecografici da parte delle amministrazioni comunali, come disciplinato dal regolamento anagrafico decreto del Presidente della Repubblica 223/89 ai commi 1 e 5 dell'articolo 41;
la presenza di queste aree identificate con il medesimo nome è causa di molteplici e gravissimi disservizi sia nella circolazione sia nel recapito della corrispondenza agli abitanti di queste zone, compromettendo, tra l'altro, anche la tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico nel territorio del comune di Bari;
sono state inviate da parte della cittadinanza barese diverse sollecitazioni e presentate molte istanze al comune, alle quali non sono state date risposte adeguate al fine di risolvere i problemi causati da questa singolare situazione -:
se non ritenga opportuno, verificata la sussistenza di questi casi di toponimia, adottare quei provvedimenti che riterrà opportuni al fine di risolvere questo annoso problema, consentendo così un regolare svolgimento della vita quotidiana della cittadinanza e una più proficua salvaguardia dell'ordine pubblico.
(4-01826)
SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 24 novembre 2006, il quotidiano Libero ha pubblicato il testo di una presunta relazione svolta dall'On. Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani, in una riunione tenutasi, il 22 ottobre 2006, a porte chiuse e quindi non aperta al pubblico, del Comitato Centrale del Partito tenutasi il giorno 22 ottobre 2006;
il testo della relazione del Segretario Nazionale del Partito Comunisti Italiani era stato già pubblicato, nella sua versione ufficiale, sul n. 49 della rivista settimanale, organo ufficiale del PdCI, La Rinascita della Sinistra;
quanto pubblicato, da Libero riporta il testo della relazione del suo segretario in modo volutamente arbitrario e contrario a quanto riportato dal giornale del partito e dallo stesso sito di Rinascita;
la direzione del giornale diretto da Vittorio Feltri ha dichiarato di aver dato alle stampe il testo già pubblicato su Rinascita, ma ciò non corrisponde al vero, essendo quella pubblicata dal quotidiano Libero una versione della relazione diversa da quella già pubblicata su la Rinascita;
lo stesso quotidiano Libero, sabato scorso, vale a dire all'indomani della pubblicazione in oggetto, ha parlato di testo della relazione desunto da «sbobinamento» del nastro relativo alla riunione del partito;
anche alla luce degli articoli pubblicati su la Repubblica domenica 26 ottobre scorso, da cui emerge un quadro di manovre torbide attorno alla Commissione Mitrokhin, che era presieduta dall'attuale Senatore Paolo Guzzanti, tendenti all'acquisizione di informazioni, da parte dell'ex spia del Kgb, Litvinenko, tra l'altro, sul PdCI ed in particolar modo sul segretario nazionale Diliberto e sul sottoscritto;
dalle informazioni in suo possesso, soprattutto alla luce di quanto denunciato da la Repubblica, l'interrogante presume che siamo di fronte ad un oscuro disegno che ha come intento quello di intorbidire e destabilizzare la normale attività del Governo;
non si comprende come Libero sia venuto in possesso della versione sbobinata del discorso dell'onorevole Diliberto -:
se non intenda dare rassicurazioni che in quest'operazione non siano coinvolti i servizi, garantendo che i partiti democratici non siano oggetto di attività di spionaggio.
(4-01829)
DONADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Servizio aereo della Polizia di Stato ha avuto, nel 2005, tre gravi incidenti nei quali ha perso cinque aeronaviganti, due elicotteri e un aereo;
a tutt'oggi, dopo 18 mesi dall'ultimo incidente, nonostante le richieste avanzate dal Sindacato di Polizia (COISP) di ammodernare la flotta aerea della Polizia, risulta che non sia cambiato niente, ed anzi la situazione appare anche peggiorata;
gli aerei ricoverati presso una ditta risulterebbero essere stati «cannibalizzati» dalla stessa società per diritto di ritenzione al mancato pagamento delle riparazioni e quelli nel Reparto Volo avrebbero maturato, dopo 18 mesi di fermo macchina, una manutenzione tale che non si riesce a quantificare quando e se sarà possibile metterli in linea;
la situazione degli elicotteri è ancora peggiore: parti di ricambio introvabili, riparazioni che non vengono fatte perché le ditte non vengono pagate ed infine la razionalizzazione del carburante;
il Ministro dell'interno in una intervista resa ad un giornale aveva promesso che si sarebbe occupato di quel settore ed aveva affermato che è impensabile volare con elicotteri più vecchi di sei anni;
gli elicotteri della Polizia di Stato hanno quasi tutti oltre 15 anni e lo stesso elicottero adibito al trasporto del Ministro ha ben 19 anni;
sembra, poi, che siano stati acquistati 28 elicotteri A109 Power per le Forze di Polizia, ma solo uno di essi sia stato assegnato alla Polizia, mentre ben 17 sono stati assegnati ai Carabinieri, 7 alla Guardia di Finanza e 3 al Corpo Forestale dello Stato;
nei Reparti Volo della Polizia di Stato, si trovano, oggi, 65 elicotteri e 19 aerei i cui costi di manutenzione data la vetusta età sono inconcepibili e sarebbe più conveniente venderli ed acquistarne meno, ma nuovi, come è già stato fatto dall'Aeronautica Militare;
infatti con soli 25 elicotteri nuovi, non solo aumenterebbero le ore di volo, ma diminuirebbero le spese di gestione e soprattutto sarebbe garantita la sicurezza del personale di polizia e degli stessi cittadini a cui è rivolto il servizio -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire e quali azioni voglia intraprendere affinché si proceda ad una più razionale e giusta distribuzione degli elicotteri e quindi all'assegnazione di un numero maggiore di elicotteri al Corpo della Polizia di Stato.
(4-01838)