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Allegato B
Seduta n. 81 del 4/12/2006
TESTO AGGIORNATO AL 5 MARZO 2007
...
INFRASTRUTTURE
Interrogazione a risposta orale:
ACERBO, CACCIARI e FASCIANI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
dal piano delle priorità redatto dal Ministero delle infrastrutture per quanto riguarda la regione Abruzzo pare sia sparito ogni riferimento al completamento della strada statale 16 Adriatica;
a quanto risulta agli interroganti, Giuseppe De Dominicis, Presidente della provincia di Pescara, è stato informato dall'Unione delle province italiane dell'avvenuta pubblicazione sul sito del Ministero delle infrastrutture dell'elenco delle priorità segnalate dal dicastero regione per regione;
la giunta regionale aveva segnalato direttamente al Ministro Antonio Di Pietro la sopraccitata opera come una di quelle di interesse strategico per la regione Abruzzo;
alla voce «sistemi stradali e autostradali» sono state inserite diverse opere che ricadono su altre aree della regione Abruzzo ma non per il completamento della variante sulla strada statale 16 Adriatica nel territorio di Montesilvano -:
quali iniziative politiche e normative il Ministro interrogato intenda avviare al fine di non correre il rischio di mettere una pietra tombale sul proseguimento dei lavori di un'opera essenziale per la soluzione ai problemi di traffico in un'area a così alta densità di traffico di tutta la regione Abruzzo.
(3-00442)
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIUDITTA, PICANO, DE ANGELIS e AURISICCHIO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il bacino imbrifero della provincia di Avellino, che appartiene all'ATO Calore
Irpino, è il più grande del Mezzogiorno, e da sempre trasferisce il 70 per cento della risorsa alla Puglia;
in data 22 novembre, presso il Ministero delle infrastrutture, il commissario straordinario, ingegner Roberto Sabatelli, ha organizzato l'avvio ufficiale delle attività per la realizzazione del raddoppio della galleria di valico «Pavoncelli-bis», ignorando tutte le richieste di sospensione finora formulate e oltretutto concordate nelle varie riunioni svoltesi presso il ministero delle infrastrutture, convocate dallo stesso commissario straordinario, che hanno visto la partecipazione delle Regioni Campania e Puglia e di tutti gli enti interessati;
si sono avviate dette procedure ed è stata appaltata l'opera senza considerare che: mancano i necessari pareri e nulla-osta che avrebbero dovuto essere espressi dagli enti sul territorio, non è presente la preventiva valutazione di impatto ambientale (VIA), necessaria per legge, in quanto l'opera ricade nel Parco Regionale dei Monti Picentini e per il quale è in corso un procedimento di infrazione da parte della Commissione europea, e infine non sono stati preventivamente stabiliti sia il bilancio idrico necessario per la regolamentazione e la definizione dei trasferimenti, sia la tutela dei corpi idrici che attualmente sono a rischio inquinamento, come in particolare si segnala la Piana del Dragone a Volturara Irpina che è interessata ai trasferimenti idrici alla Puglia e alla città di Napoli, la quale non è stata mai sottoposta ad interventi di riqualificazione ambientali, sia la tutela delle falde acquifere nel nostro bacino i cui livelli si sono «abbassati» notevolmente, sia la garanzia del minimo deflusso vitale, attualmente non assicurato, che sta portando al degrado ambientale dei corpi idrici interessati, sia il riconoscimento della tariffa e dei costi ambientali;
in una corretta e razionale pianificazione si valutano prima il bilancio idrico e tutti gli elementi su indicati, in modo da stabilire la portata che può essere trasferita, e solo successivamente è possibile valutare la possibile realizzazione dell'intervento;
l'opera è stata appaltata senza la totale copertura finanziaria, poi ottenuta successivamente da parte del CIPE in data 17 novembre 2006 per un importo 140 milioni di euro di cui ai fondi della Legge Obiettivo, oltretutto sicuramente non sufficienti per la messa in esercizio dell'opera;
a quanto risulta agli interroganti, malgrado più volte richiesto, non esiste ancora una valutazione economica di convenienza tra la sistemazione con moderne tecnologie dell'attuale galleria ancora in perfetto funzionamento, e la costruzione ex novo della seconda galleria «Pavoncelli-bis»;
secondo gli interroganti, dette economie si sarebbero potute utilizzare investendole più utilmente per la tutela ed il recupero ambientale del territorio, nell'esclusivo interesse della salute dei cittadini;
si è verificata, senza alcuna concertazione con gli enti interessati, da parte del commissario straordinario una strana accelerazione delle procedure di inizio dei lavori;
contro questi provvedimenti, in data 9 febbraio 2006, l'Autorità d'Ambito ha presentato ricorso presso il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma e analogo ricorso è stato presentato presso lo stesso tribunale, dall'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini, e che è stata fissata per i prossimi 6 dicembre e 10 gennaio udienza dello stesso Tribunale che dovrà pronunciarsi;
sono stati richiesti più volte, tramite diffida, gli atti prodotti dal commissario straordinario di cui ancora oggi non siamo in possesso;
di conseguenza, si è avviata sul territorio la realizzazione di un'opera di tali dimensioni senza che nessuno ne sia a conoscenza;
come più volte rappresentato in tutte le sedi, si ritiene assolutamente indispensabile non realizzare tale opera senza aver preventivamente attivato l'accordo di programma, previsto per legge, tra il Governo, la Regione Campania, la Regione Puglia e gli enti interessati che debba prevedere propedeuticamente gli adempimenti sopra descritti -:
quali iniziative, anche normative, intenda adottare per determinare l'immediata sospensione delle attività finalizzate alla realizzazione della Galleria «Pavoncelli-bis» in attesa che il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma si pronunci in merito ai ricorsi presentati dall'ATO 1 Calore Irpino e dall'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini e, in particolare, prima che vengano attivate le procedure di formalizzazione dell'Accordo di Programma, previsto per legge, tra il Governo, la Regione Campania e la Regione Puglia, in quanto propedeutico e necessario a regolamentare le effettive portate che possono effettivamente trasferite, con la definizione del bilancio idrico, la garanzia del minimo deflusso vitale dei corpi idrici interessati, assicurando la tutela del bacino idrografico di riferimento da anni in condizioni di degrado ambientale, nonché l'essenziale riconoscimento delle tariffe e dei costi ambientali che il territorio non ha mai ottenuto, come pure la rideterminazione della concessione in essere.
(5-00462)
Interrogazione a risposta scritta:
CARUSO, PERUGIA e SMERIGLIO. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dell'economia e delle finanze, Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 22 novembre 2006, un gruppo di attivisti di Action ha occupato simbolicamente uno stabile sito a Roma, nella centralissima Via Cavour;
il suddetto immobile, come da documentazione allegata, risulta essere al centro di impressionante catena di compravendita:
a) il 31 ottobre 2005 il Fondo Beta della Fimit Sgr (controllata da Capitalia Spa e nel cui CdA compaiono Franco Carraro, Presidente, e Massimo Caputo, Amministratore Delegato) si aggiudica l'intero complesso immobiliare per 62 milioni e mezzo di euro;
b) il 21 giugno 2006 il Fondo Beta acquista il 51 per cento della società «Via Cavour srl» con sede a Milano e capitale sociale pari a 10 mila euro, il restante 49 per cento della società è detenuto dalla «DH Residencia Sarl», società lussemburghese controllata da uno dei principali fondi immobiliari europei: Doughty Hanson & Co. European Real Estate II;
c) i1 28 giugno 2006, il Fondo Beta cede alla «Via Cavour srl», praticamente a se stessa, il complesso immobiliare di Via Cavour per 63 milioni e 770 mila euro, generando per il Fondo Beta una plusvalenza di 1 milione e 270 mila euro, rispetto al prezzo d'acquisto;
d) scopo dell'operazione è di valorizzare l'immobile trasformandolo in un condominio di pregio, l'investimento del Fondo Beta è pari circa a 7 milioni di euro, di cui 5.800 per l'acquisto del 51 per cento della società «Via Cavour srl», 1 milione e 700 mila circa come versamento in conto capitale e 5 milioni circa come finanziamento subordinato;
e) di soldi veri, il Fondo Beta, ha versato solo 1 milione e 700 mila euro più i 5.800 ed in seguito ne ha guadagnati 1 milioni e 270 mila della differenza tra acquisto e vendita, con il risultato che 6 immobili del valore di 62 milioni e 500 mila euro sono costati la cifra irrisoria di 454.877 euro;
f) la «Via Cavour srl», a sua volta, per dar corso all'acquisto e alla ristrutturazione dell'immobile ha contratto un finanziamento con un pool di banche, cioé il Fondo Beta, cioé la Fimit Sgr, si è fatta finanziaria dalle banche per comprare un immobile già suo;
g) a completare l'opera l'80 per cento dell'intero finanziamento è sottoscritto da un gruppo di banche, tra le quali la Mediocredito Centrale (di cui Franco Carraro è presidente dal 2002), la merchant bank di Capitalia, che possiede il 52 per cento della Fimit Srg, insieme all'INPDAP che ne possiede il 39 per cento e l'ENPALS il restante;
tale operazione si inquadra in un meccanismo più ampio in atto, da troppo tempo, nel nostro Paese per il quale si assiste al proliferare continuo di società immobiliari che nascono, con capitali irrisori, nell'arco di pochi mesi, e alle quali vengono affidati patrimoni di milioni di euro;
va ricordato, inoltre, che la Fimit Sgr si era già distinta nel processo di privatizzazione degli Enti previdenziali pubblici, con particolare riferimento al patrimonio INPDAP, quando, dopo alcuni mesi dall'acquisto (come risulta dall'interrogazione a risposta in commissione, 5-04242, della XIV legislatura) cominciò a vendere, senza alcuna gara, gli immobili acquistati triplicando i prezzi;
tutto ciò pone in evidenza la necessità di attivare, al più presto, maggiori strumenti di controllo e contrasto a simili manovre speculative;
l'episodio dimostrativo che si è svolto a Roma evidenzia, ancora una volta, la drammaticità del problema abitativo nel nostro Paese e la necessità di arrivare a modifiche normative in materia di diritto all'abitare al fine di dare una risposta a vasti settori sociali che, stante le manovre speculative che caratterizzano il mercato immobiliare, non riescono più a soddisfare il loro bisogno primario di un'abitazione;
la recente bocciatura del decreto sugli sfratti, avvenuta al Senato, ha ulteriormente peggiorato la situazione con il rischio concreto che si arrivi ad un innalzamento del livello di conflitto sociale sulle tematiche abitative -:
se e quanto si intenda attivare le modifiche normative necessarie al fine di rilanciare le politiche abitative nel nostro Paese;
se non si ritenga indispensabile, stante la grave crisi abitativa esistente, attivarsi al fine di recuperare le risorse economiche necessarie, oltre quelle già previste per il «contributo all'affitto», al rilancio dell'edilizia residenziale pubblica che rappresenterebbe, nei fatti, l'unica possibilità di «calmierare» il mercato degli affitti.
(4-01833)