Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 81 del 4/12/2006
TESTO AGGIORNATO AL 30 GENNAIO 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
i danni ambientali e sanitari prodotti dal Petrolchimico di Gela sono, purtroppo, universalmente noti;
in base a quanto rilevato dall'Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana:
dal 1991 al 2002 si sono verificati 520 casi di bambini malformati (soprattutto agli arti, all'apparato digerente ed ai genitali) su 13.060 nati, il doppio rispetto ai dati regionali e nazionali;
il numero delle malattie renali, cardiovascolari e respiratorie ed i tumori superano la media nazionale di due o tre volte;
il numero delle malattie ai genitali risulta essere più del 250 per cento rispetto alla media nazionale;
641 sono stati negli ultimi 40 anni i morti di cancro tra i dipendenti del petrolchimico;
4195 sono stati i casi di persone la cui morte si può «ricondurre al fatto che abbiano lavorato al petrolchimico»;
nella città è stato riscontrato un tasso di mortalità superiore alla media italiana del 57 per cento per i tumori allo stomaco per i maschi e del 74 per cento in più al colon retto per le femmine, del 13 per cento in più per gli uomini e del 25 per cento in più per le donne rispetto alle malattie cardiovascolari, del 20 per cento in più per le cirrosi;
è stato inoltre verificato un'eccesso di ricoveri dovuti a malattie cardiovascolari, malattie respiratorie acute, malattie polmonari croniche, asma bronchiale ed asma dei bambini, malattie del rene;
un'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Alessandro Sutera sta cercando di accertare il nesso di causalità tra i danni prodotti dal petrolchimico e l'incremento delle malattie tra la popolazione di Gela. Lo stesso procuratore si è avvalso dei dati forniti da un pool di esperti che hanno raccolto ed elaborato le informazioni grazie anche alla collaborazione di numerose famiglie che hanno fornito le cartelle cliniche;
l'ipotesi maggiormente accreditata è che gli eccessi di malformazioni sarebbero determinati dall'esposizione agli interferenti endocrini, prodotti chimici che interferiscono con la sintesi degli ormoni. Uno di essi è il mercurio che è stato trovato anche negli alimenti e nei capelli dei cittadini;
a Gela, pur ammalandosi più che altrove, non è mai stata attivata la sorveglianza epidemiologica, non ci sono dati di igiene industriale dall'avvio del petrolchimico, non c'è la medicina del lavoro e soprattutto non c'è un reparto di oncologia nel quale potersi curare. Il Piano Regionale Sanitario 2001-2002 prevedeva, secondo quanto indicato nelle linee guida del Ministero della sanità su proposta della Commissione Oncologica Nazionale, la creazione di due Dipartimenti Oncologici di secondo e terzo livello nel capoluogo di provincia o «nelle aree esposte all'insorgenza di neoplasie collegate a particolari rischi ambientali»;
con un decreto ministeriale del 1990, e secondo quanto confermato dal decreto dei Ministero dell'ambiente n. 468 del 2001, che ha ridefinito le aree da bonificare di rilievo nazionale, anche Gela è stata dichiarata area ad «alto rischio ambientale». Per effetto di tale dichiarazione nel 1995 è stato approntato un Piano di Risanamento Ambientale (decreto del Presidente della Repubblica del 17 gennaio 1995) con il coinvolgimento di una commissione composta dalle Amministrazioni dello Stato, dalla Regione e dagli Enti Locali interessati. Per il Piano di risanamento è stato predisposto un piano di
finanziamento di 40 miliardi di vecchie lire ed una previsione di spesa complessiva di 200 miliardi di vecchie lire;
tale piano di risanamento prevedeva oltre ad una serie di studi, indagini ed analisi del territorio, la definizione e progettazione delle azioni dirette al risanamento dell'ambiente e al riassetto del territorio mediante:
a) elaborazione di un piano di area per la fissazione degli standard ambientali anche sulla base dei risultati emergenti dal censimento dei punti di emissione, del carico inquinante esistente sull'ambiente e della ricettività dell'ambiente stesso;
b) interventi diretti sul comparto produttivo per la minimìzzazione dei carichi ambientali che, partendo dall'analisi dei sistemi di produzione, consentissero di realizzare consistenti miglioramenti in relazione alle incidenze sull'ambiente e al recupero delle risorse;
c) interventi diretti alle riabilitazioni delle strutture consortili e infrastrutture connesse (zona portuale, movimentazione materie prime, viabilità, approvvigionamento idrico ad uso idropotabile e produttivo, eccetera) in relazione alle esigenze di tutela ambientale e alla vocazione turistica e agraria dell'area circostante il polo industriate;
d) interventi diretti al recupero ambientale e al risanamento di aree particolarmente compromesse e di particolare rilevanza naturale e ambientale;
e) elaborazione di una strategia a livello di area per la gestione di rifiuti risultanti dal polo industriale. Tale strategia avrebbe dovuto basarsi su studi di compatibilità ambientale dei siti proposti per le discariche;
f) definizione di un piano di controllo e monitoraggio dei parametri ambientali più significativi ai fini della tutela della popolazione, dei lavoratori e delle componenti ambientali;
g) pianificazione degli interventi e fattibilità tecnico-economica degli stessi;
h) predisposizione del piano finanziario con la specifica individuazione degli strumenti per il reperimento delle risorse necessarie;
nel 2000, in seguito all'inattività degli Enti locali coinvolti, il Ministero dell'interno ha provveduto al Commissariamento incaricando la Prefettura di Caltanissetta dell'attuazione di una serie di provvedimenti volti al risanamento ambientale. Questi ultimi, però, sono risultati insufficienti ed in gran parte non coerenti con le finalità del Piano;
la Giunta Comunale di Gela ha convocato il 20 novembre 2006, i vertici dell'ENI per chiedere che il Piano delle Bonifiche, attualmente in corso di realizzazione nell'area del Petrolchimico, possa essere esteso all'intero territorio comunale, anche in ragione del pericolo, da molte parti paventato, che l'inquinamento delle falde acquifere riguardi un'area assai più ampia rispetto a quella industriale. Il Sindaco, inoltre, ha richiesto ai vertici dell'ENI di finanziare studi di carattere sanitario unitamente a strutture ed iniziative rivolte a migliorare la qualità della prevenzione e dell'assistenza sanitaria in città. Ha inoltre proposto che lo stabilimento Petrolchimico possa usare in una misura maggiore, come combustibile, il metano al posto del pet coke, combustibile che come è noto è un residuo di raffinazione ad alta concentrazione di zolfo e metalli pesanti come: nickel, vanadio e cromo, tutti cancerogeni e mutageni;
l'ufficio speciale «Aree ad elevato rischio di crisi ambientale» dell'Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, ha annunciato di aver sottoscritto un'apposita convenzione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di avviare uno studio ad ampio raggio che provi i collegamenti tra le attività industriali,
le malattie tumorali ed i casi di malformazioni,
impegna il Governo:
a predisporre una ricognizione dello stato di attuazione dei Piano di Risanamento dell'area ad alto rischio ambientale di Gela, verificando la coerenza degli interventi effettuati con gli obiettivi del Piano, e l'effettiva congruità nell'utilizzo delle risorse economiche e finanziarie destinate alla sua realizzazione;
a prevedere l'aggiornamento, la revisione, il rifinanziamento ed una rapida applicazione del Piano di Risanamento Ambientale, che preveda sin dall'inizio interventi finalizzati ad ottenere l'obiettivo di migliorare sensibilmente le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e nei processi produttivi, la qualità delle acque superficiali e di falda, il disinquinamento del mare e dell'aria, il monitoraggio e il controllo rigoroso delle emissioni in atmosfera e la bonifica del siti inquinati;
ad attivare un coordinamento tra gli interventi previsti dal Piano di Risanamento e le Iniziative programmate all'interno del Piano delle Bonifiche, già in corso di attuazione;
a programmare un piano d'azione che riguardi Gela ed i Comuni del comprensorio finalizzato a progetti di riqualificazione, recupero e risanamento ambientale, che riproponga la centralità della tutela della salute e la definizione di un piano di iniziative per lo sviluppo locale che punti al consolidamento e al rilancio delle attività economiche eco-compatibili ed eco-sostenibili in agricoltura, nel turismo e nell'attività industriale e manifatturiera.
(7-00083) «Lomaglio, Mariani, Iannuzzi, Francescato, Chianale, Burtone, Margiotta, Cacciari, Bandoli, Acerbo, Misiti, Picano, De Angelis, Camillo Piazza, Fasciani, Realacci».