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Allegato B
Seduta n. 85 del 12/12/2006
AFFARI ESTERI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
a giudizio dell'interpellante, è necessaria una maggiore e corretta utilizzazione delle risorse economiche ed umane a disposizione della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS) del ministero degli esteri al fine di evitare il rischio di una cattiva gestione delle iniziative che si intendono avviare;
negli anni 1988-1991 le prove concorsuali per l'assunzione degli esperti dell'Unità Tecnica Centrale della DGCS si sono svolte in modo tale che i livelli di funzione e le stesse specializzazioni venissero assegnati in assenza di corrispondenza tra i titoli posseduti dai candidati e quelli prescritti dal decreto interministeriale 27 luglio 1987 n. 128/2380/0;
l'articolo 4 del citato decreto dispone che per i livelli 1o, 2o e 3o sono richiesti al candidato rispettivamente 20, 10 e 5 anni di minima «comprovata effettiva esperienza professionale maturata nel settore specifico in cui dovrà svolgere l'attività» (salvo un abbuono massimo di rispettivi 4, 2 e 2 anni per chi li avesse maturati in un paese in via di sviluppo o in attività di cooperazione presso gli uffici centrali del ministero degli esteri), così da poter svolger correttamente le funzioni richiedenti una professionalità ivi qualificata «particolarmente elevata, elevata e normale»;
l'articolo 1 della legge n. 124 del 1994 ha invano delegato l'allora Governo Ciampi a procedere ad una riorganizzazione funzionale della DGCS con uno o più decreti legislativi;
l'Unità Tecnica Centrale non ha mai provveduto a classificare per specializzazioni i progetti di cooperazione allo sviluppo, né tanto meno le relative principali componenti, talché si è imposta sempre più la tendenza a consentire all'esperto di una specializzazione sia di redigere e sottoscrivere schede di valutazione tecnica di progetti prevalentemente ricadenti in qualsivoglia altra specializzazione, sia di assumersi da solo la responsabilità di valutare e gestire iniziative di cooperazione per le quali non sia in possesso della necessaria competenza professionale -:
se non ritenga di attivarsi in maniera tale che la DGCS riorganizzi l'Unità Tecnica Centrale, secondo criteri che garantiscano un'analisi dei prezzi/costi e che reinquadrino gli esperti dell'UTC in specializzazioni/livelli compatibili con i titoli effettivamente posseduti e con le reali esigenze della cooperazione.
(2-00278) «Barbieri».
Interrogazione a risposta orale:
GASPARRI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere:
quali iniziative intenda assumere il Governo italiano sulla iniziativa del governo iraniano, secondo l'interrogante delirante, di organizzare una conferenza sull'Olocausto;
come debbano essere regolati, a questo punto, i rapporti tra l'Italia e l'Iran, visto l'atteggiamento inaccettabile di chi governa quel Paese e le reiterate affermazioni di Ahmadinejad in favore della distruzione dello Stato di Israele, che la conferenza sull'Olocausto amplifica;
se il governo italiano non ritenga che si sia superata la soglia da parte di una conduzione dell'Iran, secondo l'interrogante fanatica e settaria, che rischia di alimentare ulteriormente la tragica spirale che avvolge l'intera area medio-orientale.
(3-00473)
Interrogazioni a risposta scritta:
SALERNO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del commercio internazionale,
al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
risulta ancora incerto l'esito delle difficili trattative tra l'ONU e il Governo di Teheran che hanno per oggetto la determinazione e comminazione di sanzioni per non avere quest'ultimo aderito alla richiesta ONU di bloccare entro il 31 agosto il suo programma di arricchimento dell'uranio;
le cronache giornalistiche odierne hanno rappresentato ancora una volta il duro atteggiamento del Presidente dell'Iran Ahmadinejad il quale nel respingere e rifiutare qualsiasi ipotesi di blocco del programma nucleare, ha risposto in modo minaccioso alle ipotesi di sanzioni che il consiglio di sicurezza ONU, a maggioranza, ha prospettato nei confronti dell'Iran;
tra le varie minacce espresse, una sembrerebbe prevedere l'interruzione o il deterioramento delle relazioni commerciali tra l'Iran e quei paesi che si schiererebbero a favore di queste sanzioni;
l'Italia risulta essere, secondo notizie e stime giornalistiche, uno dei principali partner europei commerciali dell'Iran;
dette relazioni pur essendosi sviluppate in epoche pregresse oggi devono tener conto di un mutato scenario politico caratterizzato dalla repentina ed aggressiva svolta integralista dell'Iran soprattutto a seguito dell'elezione dell'attuale Presidente Ahmadinejad;
appare oggettivamente grave e destabilizzante per l'intera comunità internazionale e nello specifico per l'area medio orientale il persistere di una iniziativa mirata alla realizzazione di programmi nucleari da parte di un paese che senza eccessivi infingimenti e in più di un'occasione ha minacciato di distruzione nucleare attraverso l'uso di armi atomiche i Paesi limitrofi e nello specifico Israele -:
quali siano i settori produttivi caratterizzanti gli scambi commerciali Italia-Iran;
quali siano le principali aziende in rapporto diretto con tale paese e in particolare se alcune di esse operino nel settore nucleare o in generale nel suo indotto;
quale sia il volume attuale di questi scambi.
(4-01944)
MENIA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la «Direttiva sui diritti dello straniero nelle more del rinnovo del permesso di soggiorno» del Ministro dell'interno, 5 agosto 2006, stabilisce all'articolo n. 2 che «Lo straniero in possesso del permesso di soggiorno, ancorché scaduto, e della ricevuta di presentazione dell'istanza di rinnovo, ha la facoltà di lasciare il territorio dello Stato e di farvi regolare rientro, alle condizioni più volte reiterate con le circolari del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Permangono, invece, le limitazioni e le condizioni alla circolazione nell'ambito dell'area Schengen, regolate dalla disciplina internazionale»;
il Ministro degli affari esteri ha disposto che le rappresentanze diplomatico-consolari informino di quanto sopra le competenti autorità presso i rispettivi Paesi di accreditamento;
secondo quanto risulta al sottoscritto, le autorità slovene, pur avendo ricevuto la sopra ricordata comunicazione da parte della nostra Ambasciata a Lubiana, abbiano rifiutato e continuino a rifiutare di dare applicazione a tale normativa, non permettendo ai soggetti interessati di attraversare la Slovenia per fare rientro in Italia (per esempio romeni) che si erano recati, nel rispetto della normativa italiana, in patria per visitare la famiglia;
tale mancata applicazione comporta anche danni non irrilevanti in numerosi casi ad aziende italiane, che per il mancato ritorno sul posto di lavoro di propri dipendenti (regolarmente usciti dall'Italia) non possono disporre della propria forza lavoro -:
se la procedura adottata nell'adozione della normativa, al di la di un male
applicato senso di solidarietà nei confronti dei lavoratori extracomunitari, sia stata quella corretta, ed abbia previsto la consultazione con i partners europei, con le rappresentanze diplomatico-consolari e la Farnesina;
quali misure intenda adottare il Governo italiano per ottenere il rispetto della propria normativa, o se si ritenga possibile che la Slovenia applichi o meno tale normativa sulla base della propria valutazione;
se tale problematica sia stata rappresentata nel corso dei recentissimi incontri bilaterali Italia-Slovenia, eventualmente quali azioni siano state intraprese per porvi rimedio;
se di tale situazione sia stata informata la UE, ed in caso negativo il motivo di tale omissione.
(4-01945)