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Allegato A
Seduta n. 86 del 13/12/2006
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(Sezione 5 - Osservazioni pubblicate dall'Osservatore Romano e dall'agenzia Sir sull'annunciato disegno di legge del Governo in tema di unioni di fatto)
PORETTI. - Al Ministro delle politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
il programma elettorale recitava: «L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi e il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto quale criterio qualificante il sistema di relazioni sentimentali, assistenziali e di solidarietà, la loro stabilità e volontarietà»;
il Governo ha preannunciato per gennaio la presentazione di un disegno di legge in cui affronterà il tema delle unioni di fatto;
l'Osservatore Romano in merito scriveva: «... si è ribadito nuovamente il carattere ipocrita di queste iniziative che mirano esclusivamente ad accreditare una forma alternativa di famiglia. Si continua a dire che a gennaio si parlerà di diritti individuali e che la famiglia rimarrà una sola, quella tradizionale, che nessuno vuole mettere in pericolo». «Si tratta di menzogne. Non ha senso parlare di diritti individuali di persone alle quali è riconosciuto uno stato di coppia e ancora di più di diritti che hanno uno spiccato carattere pubblico, come quelli relativi ai temi previdenziali ed assistenziali»;
il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Consiglio vaticano per la famiglia a proposito dei pacs, li ha definiti «un capriccio»;
secondo l'agenzia stampa Sir, promossa dalla Conferenza episcopale italiana: «ci si preoccupa di una cosa che certamente non è in cima alla priorità del Paese e invece non ci si cura di quello che è fondamentale, cioè il sostegno alla famiglia, quella vera, l'unica riconosciuta dalla nostra Costituzione, la società naturale formata da un uomo e da una donna»;
molte sono state le rassicurazioni al Vaticano che sono arrivate da esponenti di spicco del Governo, tra cui quella del Ministro degli Affari Esteri Massimo D'Alema e della Ministra per la famiglia Rosy Bindi. Quest'ultima ha detto: «Questa mia dichiarazione può rassicurare il
Vaticano e i cattolici di questo Paese. Non abbiamo nessuna intenzione di scardinare la famiglia» -:
se queste esternazioni del Vaticano siano solo tali o ci sia stato anche un qualche passo diplomatico nei confronti del Governo;
poiché le osservazioni pubblicate sull'Osservatore Romano, che accusa gli esponenti del nostro Governo di essere bugiardi, e dall'agenzia Sir, che detta le priorità del nostro Paese, appaiono riconducibili ad uno Stato estero, se non si intraveda in questo una intromissione e un tentativo di condizionare la nostra politica interna: tentativo ancor più pericoloso perché dettato da uno Stato, ad avviso dell'interrogante, non democratico e teocratico - quale quello Vaticano - nei confronti del nostro ordinamento democratico e non confessionale. (3-00478)
(12 dicembre 2006)