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Allegato B
Seduta n. 88 del 19/12/2006
DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ
Interrogazione a risposta scritta:
FORMISANO. - Al Ministro per i diritti e le pari opportunità, al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a circa un anno dalla sua approvazione, la legge 9 gennaio 2006, n. 7, che vieta le pratiche di mutilazione genitale femminile in Italia, non è stata ancora pienamente applicata;
tale legge, oltre a prevedere sanzioni specifiche per coloro che praticano questo tipo di interventi, include nel suo dispositivo attività di informazione e prevenzione;
sono almeno quaranta i Paesi in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni sessuali sulle bambine e l'Africa sub-sahariana, da est ad ovest, e l'area di maggiore diffusione: ogni anno due milioni di piccole vittime vanno ad aggiungersi ai centotrenta milioni di donne che vivono col marchio di questa ferita;
recentemente tra le comunità di immigrati in Europa e Nord America sono stati segnalati molti casi e l'Italia è ormai il primo Paese europeo con il più alto numero di donne infibulate: sono infatti quasi trentamila le donne immigrate che hanno subito una mutilazione genitale e circa cinquemila bambine rischiano la stessa sorte;
secondo quanto denunciato dalla somala Lul Osman Mohamed, consigliere della Consulta degli immigrati del comune di Roma, rappresentante delle pari opportunità, farebbero parte della Commissione sulle pratiche di mutilazione genitale femminile, costituita presso i Ministeri degli esteri, pari opportunità, salute ed istruzione, solo esperti italiani, a volte poco informati, e non anche immigrati direttamente interessati -:
quali iniziative si intenda intraprendere per monitorare questo fenomeno e dare finalmente attuazione alla legge antinfibulazione;
se non sia necessario adottare ulteriori misure di informazione e prevenzione nei riguardi di questa disumana forma di violenza femminile, nonché misure di tutela della dignità delle molte donne sottoposte a queste pratiche;
se non sia opportuno, ai fini di una migliore applicazione della normativa, interpellare le comunità straniere in Italia e coinvolgere le donne immigrate che operano nel nostro Paese per fermare la pratica delle manipolazioni genitali femminili.
(4-02019)