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Allegato B
Seduta n. 99 del 29/1/2007
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
AMENDOLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i giudici onorari aggregati (GOA) nella misura complessiva di mille unità sono stati istituiti con la legge n. 276/1997 (modificata dal decreto-legge n. 328/1998 convertito con modificazioni dalla legge n. 399/1998) con lo specifico compito di costituire le cosiddette sezioni stralcio presso i tribunali al fine di definire le cause civili pendenti al 30 aprile 1995 e non ancora decise;
le sezioni stralcio, pur entrando ufficialmente in funzione l'11 novembre 1995, hanno potuto iniziare ad operare e produrre sentenze o chiudere le cause solamente dalla seconda metà del 1999;
malgrado le gravissime e storiche difficoltà nelle quali si è trovata ad operare l'attività giudiziaria delle sezioni stralcio, il bilancio che se ne può trarre è molto positivo ed unanimemente riconosciuto, tanto da essere stato evidenziato dai vertici della magistratura nelle varie inaugurazioni dell'anno giudiziario;
secondo quanto verificato dal Consiglio Superiore della Magistratura dei 560 mila processi civili assegnati ai GOA ne risultano in carica solamente poche centinaia e solo nel periodo 2000-2005 ne sono stati decisi ben 530 mila;
la positiva esperienza, come lo stesso Ministro della giustizia ha recentemente affermato, potrebbe essere mutuata per fronteggiare l'arretrato che si è ammassato negli uffici giudiziari per quanto attiene le cause di lavoro e che secondo stime molto attendibili si è attestato a 700 mila procedimenti -:
se il Ministro della giustizia, sulla base dell'attività svolta dai GOA, non ritenga utile adottare iniziative volte a prorogarne l'attività per smaltire l'ulteriore arretrato accumulato;
se, in linea con la discussione generale sull'ordinamento giudiziario in atto, non ritenga improrogabile adottare iniziative normative volte a prevedere la sistemazione ordinamentaria stabile della magistratura onoraria che può rappresentare un elemento decisivo per abbattere i tempi di risposta della giustizia italiana.
(4-02344)
D'AGRÒ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'attuale situazione della Casa circondariale di via Due Palazzi di Padova fa presupporre la concreta possibilità a breve di una sua chiusura definitiva;
si tratta di una struttura costruita da molti decenni, con una concezione arcaica dei diritti dei detenuti in attesa di giudizio, dove, a quanto risulta all'interrogante, sono spesso ammassati circa 250 detenuti in luogo della capienza stabilita nell'autorizzazione iniziale (92 posti + 6 di isolamento) e dove sono inqualificabili la fatiscenza dei servizi e sottoservizi, la difficoltà di effettuare manutenzioni ordinarie, le nutrite colonie di topi, i bagni nelle celle, la eccessiva promiscuità;
la costruzione della nuova struttura, a fianco della vecchia, della quale è prevista l'apertura nei prossimi giorni, è il risultato atteso da molti anni;
nonostante il netto miglioramento della qualità della vita (sale climatizzate, nuova infermeria, aula informatica, biblioteca, spazi per attività ludica), la nuova struttura è decisamente più piccola dell'attuale e, per quanto si possa lavorare su funzionalità e razionalità al fine di ottimizzare gli spazi e le funzioni da svolgere, la situazione è difficile per il benessere sia dei detenuti sia degli operatori di polizia penitenziaria;
una cella standard è di circa venti metri quadrati, compresa la cucina e lo spazio per il bagno attiguo alla cella, con la presenza di tre file di tre letti a castello per un totale di nove posti letto;
il nuovo edificio ha una capienza regolamentare di 84 posti, ma all'atto dell'apertura sarà occupata dagli attuali detenuti della vecchia struttura (160 persone);
se a tale situazione si aggiunge il tasso di criminalità presente nella provincia di Padova (uno dei più alti del Veneto) si comprende come gli spazi siano fortemente inadeguati per le attività di recupero, riabilitazione e vita sociale;
nello stesso tempo la vecchia struttura, già ora fatiscente, una volta dimessa, non sarà più in condizione di svolgere alcuna funzione, neanche di tipo emergenziale;
la mancanza di spazi idonei provoca contestualmente la crescita dei pericoli sociali connessi ai conflitti tra detenuti, alla mancanza di privacy, all'insorgenza delle liti, alla promiscuità tra detenuti di diverse nazionalità e appartenenze religiose, al lavoro degli operatori di polizia in sezione;
il fondo nazionale per l'ammodernamento delle strutture carcerarie dovrebbe essere garantito nelle risorse indispensabili ad un efficace piano di ristrutturazione degli istituti;
sebbene la riduzione dei detenuti, a seguito dell'indulto, abbia evitato una rivolta sociale nelle carceri italiane, non ha determinato un risparmio economico in quanto se venissero chiuse intere sezioni o carceri ritornerebbe la situazione di malessere sociale legato all'eccessiva popolazione carceraria in pochi spazi -:
alla luce di tali considerazioni, quali iniziative intenda adottare per ampliare la nuova struttura della Casa circondariale di Padova che, ad avviso dell'interrogante, sarebbe fortemente a rischio qualora dovesse ospitare un numero di detenuti pari o addirittura superiore a quello attuale;
quali misure intenda adottare per aumentare la dotazione organica del personale (attualmente carente di una trentina di unità), definendo la posizione dei molti distaccati ed evitando una pesante concentrazione di servizi e funzioni nelle sezioni con palesi rischi per la sicurezza e la prevenzione dei conflitti.
(4-02348)