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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 156 di lunedì 14 maggio 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 15,30.
ANTONIO MAZZOCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 maggio 2007.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Amato, Aprea, Bersani, Bimbi, Bindi, Bocchino, Boco, Bonino, Boniver, Capodicasa, Cento, Chiti, Colucci, D'Antoni, Damiano, De Castro, De Piccoli, Di Pietro, Donadi, Duilio, Fioroni, Folena, Forgione, Forlani, Franceschini, Frigato, Galante, Gentiloni Silveri, Landolfi, Lanzillotta, Levi, Mantovani, Marcenaro, Maroni, Melandri, Minniti, Morrone, Leoluca Orlando, Parisi, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisicchio, Pollastrini, Prodi, Ranieri, Realacci, Rivolta, Rutelli, Santagata, Sgobio, Stagno D'Alcontres, Tremonti, Visco, Elio Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
In morte dell'onorevole Nello Balestracci.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Nello Balestracci, già membro della Camera dei deputati nell'VIII, IX e X legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Annunzio di petizioni (ore 15,35).
PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
ANTONIO MAZZOCCHI, Segretario, legge:
MAURO RIVA, da Roma, chiede la sollecita discussione delle proposte di legge A.C. nn. 111, 499 e 2264 in materia di adeguamento delle pensioni (303) - alla XI Commissione (Lavoro);
BENITO ALBERTO RUIU, da Segrate (Milano), chiede una modifica delle norme in materia di polizia locale tramite l'attribuzione di compiti analoghi a quelli delle forze dell'ordine dello Stato. (304) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
GIUSEPPE LUPONE, da Castel San Giorgio (Salerno), chiede l'adeguamento delle pensioni del settore pubblico al costo della vita (305) - alla XI Commissione (Lavoro);
ENRICO TREMOLADA, da Padova, chiede: nuove norme in materia di indennità integrativa speciale per pubblici dipendenti Pag. 2dispensati dal servizio per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti di età e dai motivi di salute (306) - alla XI Commissione (Lavoro);
nuove norme in materia di riscatto dei periodi scoperti da contribuzione per aspettativa ed il mantenimento in servizio fino al momento della cessazione dallo stesso avvenuta per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti di età e dai motivi di salute (307) - alla XI Commissione (Lavoro);
MARCELLO STANCA, da Firenze, chiede misure urgenti per disporre un aumento dell'indennizzo mensile a tutti i talassemici ed emotrasfusi, come previsto dalla proposta di legge Di Virgilio ed altri, A.C. 1336 recante: «Disposizioni in materia di indennizzo in favore dei soggetti danneggiati da complicanze irreversibili a causa di trasfusioni di sangue o affetti da talassemia o da talassodrepanocitosi», nonché la sua sollecita discussione (308) - alla XII Commissione (Affari sociali);
RODOLFO ROMANO, da Napoli, chiede la concessione di un assegno vitalizio ai militari ed a tutti coloro che hanno partecipato alla guerra di liberazione negli anni 1943-1945 (309) - alla IV Commissione (Difesa);
PAOLO ALBERTO PAOLI, da Prato (Firenze), chiede misure per favorire maggiore equità al prelievo fiscale (310) - alla VI Commissione (Finanze);
DANIELA BALLESTRA, da San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), e numerosi altri cittadini chiedono una nuova regolamentazione della professione veterinaria per la tutela sanitaria degli animali d'affezione (311) - alla XII Commissione (Affari sociali);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede l'istituzione di servizi di assistenza medico-psicologica negli ambienti di lavoro a favore dei dipendenti per i quali non sia necessario l'allontanamento dal servizio (312) - alla XI Commissione (Lavoro);
LUCA PALA, da Roma, chiede la riforma della legge elettorale (313) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
ALESSIO COLACCHI, da Genzano (Roma), chiede l'adozione di misure contro l'inquinamento atmosferico, con particolare riferimento alla promozione della produzione e dell'impiego di biocarburanti di origine agricola (314) - alla VIII Commissione (Ambiente);
LANFRANCO PEDERSOLI, da Roma, chiede la riforma del sistema previdenziale con particolare riguardo a una maggiore distinzione tra previdenza e assistenza (315) - alla XI Commissione (Lavoro);
GIUSEPPE JERINÒ, da Spoleto (Perugia), chiede la modifica dell'articolo 69, comma 5, della legge n. 354 del 26 luglio 2007 poiché non prevede la possibilità di reclamo contro le decisioni del magistrato di sorveglianza (316) - alla II Commissione (Giustizia).
Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 15,40).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 1874-A, 2069 e 2071-A.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 10 maggio 2007.
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001 (A.C. 1874-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica Pag. 3ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 1874-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
La vicepresidente della Commissione Affari esteri, onorevole De Zulueta, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore, deputato Marcenaro.
TANA DE ZULUETA, Vicepresidente della III Commissione, Signor Presidente, per quanto riguarda i contenuti della Convenzione all'ordine del giorno, mi rimetto alla relazione svolta in Commissione dal collega Marcenaro.
Approfittando della presenza del sottosegretario Di Santo, vorrei chiedere un aggiornamento sulla politica del nostro Paese nei confronti di Cuba. So che la Convenzione in esame è scaturita dalle necessità derivanti da un forte numero di turisti italiani a Cuba e anche da una qualificata e significativa presenza delle nostre imprese, che avevano bisogno di questo quadro di tutela.
Per quanto riguarda la delicata questione dei diritti umani - in proposito è stato preannunciato un ordine del giorno di un collega della Rosa nel Pugno - ricordo che l'Italia, insieme all'Unione europea, ha sospeso nel 2005 l'embargo del 2003, adottando una posizione, che noi condividiamo, di dialogo critico e costruttivo a tutti i livelli con il Governo cubano, ma anche con la dissidenza pacifica, allo scopo - credo - di favorire una transizione pacifica verso una democrazia compiuta nell'isola.
Alla luce del fatto che a giugno ci sarà un aggiornamento da parte del Consiglio affari generali dell'Unione europea e una nuova posizione, sarebbe interessante capire il contesto, considerata anche la fase delicata che attraversa il Governo cubano con la situazione di salute, apparentemente piuttosto precaria, del Presidente Castro.
Pertanto, nel ringraziare la Presidenza per il tempo concesso, naturalmente raccomando l'approvazione del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole De Zulueta per le parole che ha usato e, quindi, per l'opportunità che mi è data di svolgere alcune considerazioni proprio nel merito della situazione cubana.
I rapporti dell'Italia, come degli altri Paesi europei, con Cuba poggiano sulla posizione comune dell'Unione europea del 2 dicembre 1996, il cui obiettivo è quello di incoraggiare il processo di transizione verso un sistema pluralista e democratico, attraverso il dialogo costruttivo e lo sviluppo di contatti rafforzati e regolari con le dissidenze e la società civile. La prossima riunione del 18 giugno del Consiglio dei Ministri degli esteri dell'Unione (CAGRE) dovrebbe procedere alla revisione della posizione comune, alla cui preparazione le competenti istanze di coordinamento comunitario sono intensamente impegnate, con l'attivo contributo italiano in raccordo con la Presidenza dell'Unione europea e i principali partner. Le sanzioni che l'Unione europea ha adottato nel 2003, a seguito dell'arresto di 75 dissidenti pacifici, sono state sospese nel gennaio 2005, con conseguente «scongelamento» delle ambasciate dell'Unione europea a L'Havana, nella convinzione che, senza mai rinunciare ad esigere il rispetto dei diritti umani a Cuba, sia più efficace, anche a tal fine, un dialogo costruttivo con il Governo di quel paese.
Occorre tenere conto, in questo momento, della delicata fase evolutiva che è iniziata con la malattia di Fidel Castro e il passaggio di poteri del luglio scorso, nella quale, a fronte del permanere di Pag. 4condizioni interne difficili - in particolare sotto il profilo delle libertà individuali - si sono registrati di recente taluni limitati sviluppi, che non devono essere minimizzati, con riferimento alla situazione della detenzione dei prigionieri politici precedentemente incarcerati.
L'Italia, di conseguenza, continua a sostenere pienamente una politica europea in linea con la posizione comune vigente, consapevole che occorre accompagnare questa delicata fase di transizione mantenendo coerente fermezza sui principi dei diritti fondamentali e, al tempo stesso, disponibilità al dialogo, evitando di compiere atti che finiscano per irrigidire la dirigenza subentrata nella guida del paese.
Premesso quanto sopra, la Convenzione consolare è funzionale alle esigenze legate al forte flusso di turisti italiani - quasi 150 mila presenze lo scorso anno - ed ai rilevanti interessi delle nostre numerose imprese operanti a Cuba, confermandosi l'Italia terza tra gli investitori. In tale contesto, meritano di essere, altresì, sottolineate anche le favorevoli prospettive di sviluppo delle relazioni culturali, come testimoniato dal successo riscosso dalla settimana della cultura italiana a Cuba.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, colleghi, sottosegretario Di Santo, ringrazio innanzitutto la collega De Zulueta per aver voluto ricordare che il gruppo della Rosa nel Pugno ha preannunciato, nel contesto del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, un ordine del giorno avente ad oggetto la situazione dei diritti umani in quel Paese.
Userò il tempo assegnato al gruppo della Rosa nel Pugno per tutti e tre i provvedimenti oggi all'esame dell'Assemblea per svolgere l'intervento sul disegno di legge di ratifica in questione, mentre non interverrò sugli altri due aventi ad oggetto gli Accordi tra il Governo italiano e quelli dello Yemen e dell'India.
Come è noto, il disegno di legge di ratifica in esame, presentato nella scorsa legislatura, era già stato approvato al Senato, ma il suo iter è stato giustamente - dico io - interrotto nel 2003, a seguito dell'ondata repressiva del regime castrista che, nel marzo di quell'anno, aveva portato in carcere 75 esponenti della società civile: giornalisti, intellettuali, sindacalisti, economisti indipendenti, la maggior parte dei quali sostenitori del cosiddetto «progetto Varela», una campagna per la democratizzazione di Cuba che ha promosso una raccolta di firme per un referendum istituzionale teso ad introdurre a Cuba il multipartitismo. I dissidenti cubani furono condannati a pene severe da sei ai ventotto anni di reclusione, con capi di imputazione quali il tradimento della patria e la cospirazione politica, in base alla legge n. 88 del 1999, tristemente nota a Cuba come «legge bavaglio», applicata per la prima volta proprio nei confronti dei dissidenti della primavera del 2003. Durante i processi, non sono stati ammessi né i giornalisti, né i diplomatici stranieri presenti nell'isola. Dopo questa ondata repressiva, anche il premio Nobel per la letteratura, José Saramago, comunista e amico di Castro, sostenitore di Cuba, ha preso le distanze da quel regime che si regge sulla persecuzione degli oppositori politici, sulla repressione di ogni forma di espressione indipendente e prevede la pena di morte anche per chi tenta di fuggire da Cuba, da quel «paradiso cubano».
Nel gennaio del 2005 - lo ricordava il sottosegretario Di Santo - l'Unione europea, su iniziativa spagnola, ha deciso di sospendere le sanzioni adottate nel giugno 2003. Alla sospensione, in verità, si erano opposti alcuni Paesi membri dell'Unione europea, tra cui la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia e l'Olanda. Tali Paesi erano favorevoli alla sospensione ma ad una condizione: la liberazione di tutti dissidenti politici. Nel giugno 2006, l'Unione europea ha ribadito, con la formula del dialogo critico e costruttivo, sia con il Governo cubano, sia con la dissidenza democratica e con la società civile Pag. 5cubana, di sostenere il processo di transizione verso un sistema democratico nell'isola. Il prossimo riesame della posizione comune europea nei confronti di Cuba è previsto - come è stato ricordato - per il mese prossimo.
In vista di tale appuntamento occorre che il Governo italiano abbia presente - e faccia presente ai partner europei - che la situazione sui diritti umani e le libertà fondamentali a Cuba non ha registrato cambiamenti significativi. Lo stesso sottosegretario Di Santo...
PRESIDENTE. Onorevole D'Elia, la invito a concludere.
SERGIO D'ELIA. Presidente, vi sono problemi di tempo?
PRESIDENTE. Sì, onorevole D'Elia, il gruppo della Rosa nel Pugno per il disegno di legge di ratifica in esame dispone di quattro minuti e non posso concederle anche il tempo assegnato per i successivi disegni di legge di ratifica, perché ciascuno di essi è contingentato autonomamente. Posso concederle ancora un minuto di tempo.
SERGIO D'ELIA. Mi avvio alla conclusione. In vista del prossimo riesame della posizione europea, chiediamo due atti concreti al Governo. Lo facciamo anche con l'ordine del giorno preannunciato, a prima firma mia e del collega Mellano, affinché il Governo italiano sostenga in sede europea una posizione molto semplice e chiara, la stessa che abbiamo sostenuto in una mozione approvata dalla Camera dei deputati nei confronti della Cina, cioè che il miglioramento delle relazioni politiche ed economiche nei confronti di Cuba sia strettamente legato al rispetto dei diritti umani fondamentali, a partire dalla liberazione dei prigionieri politici ancora detenuti.
In secondo luogo, chiediamo al Governo italiano di aprire l'ambasciata italiana a Cuba ai rappresentanti della società civile cubana, consentendo loro di usufruire di alcuni servizi, in particolare l'accesso ad Internet che, come tutti sanno, a Cuba è strettamente controllato.
Sono due segnali - due atti politici rilevanti - che chiediamo al Governo nel momento in cui la Camera si accinge ad approvare questo importante disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare che stabilisce, appunto, le relazioni consolari con il regime cubano.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, anch'io ringrazio la vicepresidente De Zulueta, che ha voluto cogliere l'occasione dell'esame del presente disegno di legge di ratifica, parzialmente dovuto, diciamo così, per sollevare il problema urgente concernente la situazione dei diritti umani a Cuba, problema ancora irrisolto e che non possiamo ignorare.
È vero che il disegno di legge di ratifica in esame si impone per stabilire e definire un quadro necessario ai nostri operatori italiani a Cuba, ma è altrettanto vero che già nella precedente legislatura - e mi pare che tale intenzione continui anche nella presente - avevamo sollevato un problema in concomitanza al verificarsi di una recrudescenza repressiva, registratasi soprattutto nel 2003, del regime castrista. Mi riferisco al problema, che può apparire antipatico e ricattatorio ma indispensabile - il collega D'Elia parzialmente lo ha ripreso - della condizionalità dei nostri aiuti e delle nostre relazioni, da apporre rispetto alla tutela dei diritti civili. Pertanto, credo di poter affermare senza alcun imbarazzo perché su ciò esiste un fronte comune - dico questo rivolgendomi, in particolare, al rappresentante del Governo - che si debba avere il coraggio di porre l'Italia tra quei Paesi che affermano alta e forte la necessità di difendere sempre e dovunque i diritti umani, là dove essi sono calpestati. Un modo per farlo è senz'altro quello di introdurre il concetto di condizionalità, sia rispetto agli aiuti, sia Pag. 6anche nel modo di favorire gli scambi. A tale proposito, faccio rilevare come nel dossier, che l'ottimo ufficio studi regolarmente ci propone, si possa osservare l'incremento fatto registrare dalle importazioni cubane favorite dal venir meno dell'embargo europeo, le quali hanno determinato forti ricadute economiche per l'Italia. Bisogna avere, quindi, il coraggio di dire che ciò purtroppo non possiamo permettercelo, perché i diritti civili in quel paese non sono rispettati. Questo aspetto è molto importante, e il Governo non può negarlo, anche se ciò può provocare disagi, non solo ai nostri operatori ma forse anche all'interno della stessa compagine governativa, in quanto Cuba ha sicuramente rappresentato in un certo periodo e per una certa parte politica l'idea di un paradiso mai dimenticato.
Noi siamo convinti che le prigioni di Castro - Valladares le ha descritto molto bene - siano sempre state un inferno sin da quando si è instaurato il regime, anche se adesso lo sappiamo meglio attraverso la conoscenza diffusa e costante che si realizza attraverso Internet nonostante i «bavagli» apposti (addirittura, taluni siti ci dicono in diretta quanto sta succedendo). L'Italia quindi, insieme alla «condizionalità», che deve porre, deve anche aprirsi per dare voce a quanti siano imbavagliati dal regime di Castro.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1874-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la vicepresidente della Commissione affari esteri, onorevole De Zulueta.
TANA DE ZULUETA, Vicepresidente della III Commissione, Signor Presidente, rinunzio alla replica.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Ringrazio sia l'onorevole D'Elia sia l'onorevole Paoletti Tangheroni per i loro interventi; farò pochissime considerazioni, anche perché, so ho capito bene, il seguito della discussione del provvedimento sarà rinviato ad una prossima seduta. Svolgerò pertanto solo considerazioni generali ed aggiuntive rispetto a quelle già fatte all'inizio. Ringrazio gli onorevoli sia per il tono assolutamente pacato, sia per le dichiarazioni fatte, in gran parte condivisibili, come lo sono anche quelle svolte prima dall'onorevole De Zulueta sulla difesa dei diritti umani e sull'universalità di questa difesa. Su ciò sono completamente e ovviamente d'accordo. Non credo, perlomeno non è il mio caso, che per alcuna parte politica ci siano «paradisi»; tanto meno credo che Cuba possa essere definita un paradiso. Però, al tempo stesso, ritengo che, se di paradiso bisogna parlare, in varie occasioni anche altri esponenti che non sono solo della sinistra hanno vissuto dei momenti «paradisiaci». Mentre arrestavano i settantacinque dissidenti pacifici, a Cuba c'era il presidente della provincia di Roma che, in missione in quella nazione per ragioni d'ufficio, si è ben guardato dall'esprimere la propria riprovazione e la propria condanna per quanto stava succedendo.
Bisogna avere equilibrio e anzitutto prendere in considerazione che ci sono delle novità, c'è un processo di evoluzione e di transizione che si è avviato, seppure lentamente e sicuramente in modo non del tutto positivo; un processo che deve essere di reale transizione. Se vogliamo spingere nella direzione di far diventare questo processo evolutivo un processo di transizione, c'è bisogno di molta attenzione e fermezza nella difesa della posizione comune europea e dei diritti umani, nonché nella richiesta della scarcerazione dei detenuti per ragioni politiche. Si tratta esattamente di quanto il ministro D'Alema ha voluto dichiarare, con molta fermezza e nettezza, al Ministro degli esteri cubano Perez Roque, nell'incontro avuto alcune settimane fa. Nel contempo, per quanto Pag. 7riguarda l'apertura della nostra ambasciata ai rappresentanti della società civile - mi riferisco all'intervento dell'onorevole D'Elia, che in gran parte condivido -, non sia una cosa da richiedere, perché già c'è: l'ambasciata italiana e quelle comunitarie in genere sono aperte non soltanto ai rapporti con il Governo ma, ritengo che anche alla società civile, agli incontri con i dissidenti, che avvengono in maniera costante e sistematica. Questa posizione, quindi, è a mio avviso assolutamente positiva. Per quanto riguarda le considerazioni di carattere più operativo e concreto, ritengo che nel momento opportuno si potrà meglio entrare nel merito.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2004 (A.C. 2069) (ore 16).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2004.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2069)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
La relatrice, onorevole Paoletti Tangheroni, ha facoltà di svolgere la relazione.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Relatore. Presidente, il presente Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica dello Yemen è stato stipulato il 25 novembre 2004. L'Accordo intende promuovere e garantire gli investimenti italiani nella Repubblica dello Yemen e viceversa. Per questo, l'Accordo si propone di definire un quadro di certezza politica che incoraggi gli investitori di entrambi i Paesi.
Tale Accordo ricalca lo schema che, in generale per tali simili iniziative, seguono i Paesi dell'OCSE. Altri organismi internazionali, quali il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, raccomandano tale tipo di accordo, che protegge dai rischi che i Paesi possono correre nelle situazioni d'incertezza giuridica.
L'Accordo si sviluppa in quattordici articoli.
L'articolo 1 contempla una serie di definizioni di particolare interesse e, specificatamente, la definizione del termine «investimento» cui si attribuisce un significato molto ampio affinché il meccanismo di tutela riguardi il maggior numero possibile di attività economiche: si considera pertanto «investimento» ogni tipo di bene investito da persona fisica o giuridica di una parte contraente nel territorio dell'altra, a prescindere dalla forma giuridica.
Con l'articolo 2, vengono incoraggiati gli investimenti attraverso l'introduzione di una formula di reciprocità, e viene garantito un trattamento giusto ed equo, senza discriminazione rispetto al paese di provenienza degli investitori (quindi, i cittadini delle due parti avranno lo stesso trattamento dovunque si trovino ad operare); tale reciprocità viene anche estesa al trattamento del personale assunto.
L'articolo 3 contiene la clausola della nazione più favorita, in base alla quale ciascuna parte contraente garantisce agli investitori dell'altra parte un trattamento non meno favorevole di quello riservato ai propri cittadini.
L'articolo 4 prevede formule di adeguato indennizzo mentre l'articolo 5 costituisce una garanzia la cui ragione sicuramente discende da brutte esperienze pregresse, vissute da molti investitori europei; infatti, si prevede che gli investimenti effettuati da soggetti appartenenti ad uno degli Stati contraenti non potranno Pag. 8essere oggetto di nazionalizzazione e di espropriazioni - tutti ricordiamo il caso della Libia - qualora, per motivi di effettiva esigenza di interesse pubblico nazionale, si dovessero adottare, per un investimento, misure assimilabili a requisizioni o espropri. Tali misure potranno essere adottate solo dietro corresponsione, immediata, totale ed effettiva, di un'adeguata indennità, equivalente (è un aspetto veramente importante) all'effettivo valore commerciale dell'investimento.
Il presente trattato include altresì degli articoli che contemplano la libertà di trasferimento all'estero di capitali realizzati in seguito all'investimento, così come anche delle garanzie assicurative.
Negli articoli 9 e 10 si evidenzia la procedura arbitrale per la composizione delle controversie, mentre l'articolo 11 prevede che l'Accordo è indipendente dall'esistenza o meno di relazioni diplomatiche o consolari tra Italia e Yemen; si tratta di una norma che rappresenta una notevole sicurezza per l'investitore.
L'articolo 12 garantisce che qualora siano previste dal diritto internazionale, generale o pattizio, disposizioni più favorevoli rispetto a quelle previste dal presente trattato, gli investitori potranno avvalersi di quelle a loro più favorevoli. Con l'articolo 13 si fissa la data di entrata in vigore, corrispondente al giorno in cui perviene l'ultima delle due notifiche di espletata procedura di ratifica.
L'articolo 14 dispone che la durata dell'Accordo sia di dieci anni, con rinnovo tacito per un periodo di ulteriori cinque anni.
La ratifica dell'Accordo in esame si inserisce nel novero degli atti dovuti per promuovere e garantire gli investimenti economici; pertanto, considerato che sono passati tre anni dalla stipula del trattato, propongo che l'Assemblea proceda il più rapidamente possibile alla ratifica dell'atto in questione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo condivide quanto affermato dal relatore, onorevole Paoletti Tangheroni.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti...
IACOPO VENIER. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IACOPO VENIER. Signor Presidente, è interessante sottolineare come nel caso dello Yemen non sia stata sentita dai colleghi la necessità di intervenire sulle questioni dei diritti umani, del rispetto delle garanzie democratiche, del ruolo delle donne e di quello dei diritti civili, in un Paese dove sicuramente tali diritti e garanzie non corrispondo agli standard che noi richiederemmo.
I diritti umani non sono argomenti da usare, quando fa comodo, contro sistemi politici a noi più o meno antipatici. I diritti umani sono invece un fatto universale; pertanto, se deve essere fatta valere, nell'ambito di un accordo con lo Stato cubano, una clausola di pressione diretta all'applicazione ed allo sviluppo di principi di democrazia, altrettanto tale clausola deve essere inserita negli accordi (soprattutto considerato che questi ultimi sono di tipo commerciale) con uno Stato nel cui ambito i diritti umani sono fuori da ogni standard internazionale.
Non ci può bastare il fatto che siamo garantiti dai processi di nazionalizzazione, come ha detto la collega Paoletti Tangheroni, per dire che questa è una buona legge, perché i processi di nazionalizzazione possono essere anche frutto del fatto che un popolo si riappropria delle proprie risorse, sottratte da processi economici internazionali che lo privano delle possibilità di sfruttamento e di utilizzo rispetto al beneficio che quelle popolazioni possono ottenere dalle proprie risorse nazionali. Allora l'ipocrisia con cui si affronta questa discussione nasconde una preclusione ideologica nei confronti di un'esperienza, quella di Cuba, in cui si possono trovare tanti e grandissimi difetti, ma che ha alla sua base un umanesimo e un rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Pag. 9Infatti a L'Avana non c'è un bambino che passa la propria vita per le strade mendicando, cosa che forse nello Yemen è più facile trovare; non c'è un bambino senza istruzione, non c'è un bambino senza copertura sanitaria, non c'è una donna che debba vergognarsi di girare per le strade scoperta.
Ecco perché credo che siamo di fronte ad una discussione falsata, ad una discussione che nulla ha a che fare con la promozione dei diritti umani, ma, come sempre, si fa riferimento ad un doppio standard al fine di abbattere un'esperienza che, nelle sue contraddizioni e nelle sue grandi difficoltà, ha però dimostrato che possono essere violati gli elementi tabù dei grandi interessi internazionali, che sono stati in questa sede ben rappresentati quando si è enfatizzato il problema che comunque le nostre imprese saranno indennizzate, qualunque sia, nel futuro, la decisione del popolo dello Yemen rispetto agli investimenti delle multinazionali ed anche delle imprese italiane. Questa ipocrisia rende assolutamente ininfluenti gli appelli che sono stati fatti nella precedente discussione.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elia le do la parola, ma ricordo a lei e all'onorevole Venier che per intervenire nella discussione sulle linee generali occorre iscriversi a parlare almeno un'ora prima dell'inizio della discussione stessa.
Prego onorevole D'Elia, ha facoltà di parlare.
SERGIO D'ELIA. Mi dispiace per il collega Venier, dal quale non accetto lezioni né tanto meno denunce o accuse o critiche di ipocrisia. Sono il segretario di un'associazione che si chiama «Nessuno tocchi Caino», un'associazione che lotta contro la pena di morte; quindi, il collega Venier potrebbe anche documentarsi su quello che «Nessuno tocchi Caino» ha fatto nello Yemen, ma dovrebbe documentarsi anche su un altro punto.
Nel partito radicale, nell'area radicale, è presente anche un'altra associazione che si chiama «Non c'è pace senza giustizia», che ha organizzato negli ultimi cinque anni, nello Yemen, almeno tre conferenze internazionali sui diritti umani, sul diritto di voto alle donne, sulla democratizzazione di quel Paese. È evidente che, se consideriamo la situazione di un Paese di per sé, possiamo ritenere che non sia adeguata e all'altezza degli standard internazionali rispetto ai diritti umani e dei principi democratici dello Stato di diritto. Però credo che i Paesi vadano considerati anche nella loro evoluzione, nella direzione che i loro dirigenti hanno deciso di imprimere al proprio Paese e al proprio sistema politico. Non c'è dubbio che nello Yemen il presidente Saleh ha operato questo tentativo di portare il Paese fuori dal regime, per così dire, della sharia, coranico; si tratta di un tentativo molto evidente. Le tre conferenze internazionali che «Non c'è pace senza giustizia» (Commenti del deputato Venier) ha potuto realizzare nello Yemen sarebbero state semplicemente vietate a Cuba.
Recentemente abbiamo svolto a Cuba una manifestazione non autorizzata, alla quale hanno partecipato alcuni dirigenti del partito Radicale, insieme alle Damas de Blanco, in occasione dell'anniversario dell'arresto di settantacinque persone avvenuto, appunto, il 18 marzo 2003. Tale manifestazione non è stata autorizzata e neanche repressa, perché vi è stato, da parte nostra, un atteggiamento improntato al dialogo e alla non violenza: è stato il miracolo della non violenza, con la quale siamo andati a manifestare! Tuttavia, a Cuba, non è possibile organizzare convegni o conferenze internazionali autorizzate sulla questione dei diritti umani, come invece ci è stato consentito, per esempio, nello Yemen.
La esorto, quindi, collega Venier, a ritirare le sue accuse di «doppio pesismo». Noi siamo per il rispetto dei diritti umani! Stiamo parlando di un Paese, lo Yemen, assolutamente arretrato rispetto agli standard internazionali democratici, come lo stato di diritto, di libertà, eccetera. Pag. 10A Cuba, al contrario, ci troviamo di fronte ad un regime che dura da oltre mezzo secolo e all'unico dittatore in servizio permanente effettivo ancora vivo e vegeto sulla scena mondiale: Fidel Castro! L'immobilità di tale regime non può essere paragonata ai tentativi che il presidente Saleh sta compiendo per far uscire il suo Paese da un passato che egli stesso non riconosce più, mentre a Cuba...
PRESIDENTE. Onorevole...
SERGIO D'ELIA. Concludo, Presidente. A Cuba Fidel Castro riconosce ancora il suo passato, lo rivendica e vorrebbe perpetuarlo per almeno un altro mezzo secolo.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2069)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Paoletti Tangheroni.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI, Relatore. Desidero replicare in merito all'intervento dell'onorevole Venier. Spesso, in quest'Assemblea, abbiamo assistito ad una spinta ed eccessiva relativizzazione. In questo caso, invece, mi chiedo come si possa non avere un «doppio pesismo». Non si tratta, infatti, di un «doppio pesismo» strumentale e polemico, ma della valutazione più giusta nei confronti di due situazione radicalmente e sostanzialmente diverse. Da una parte, abbiamo un Paese che ha conosciuto una stagione democratica e che si colloca nell'alveo di una tradizione di sviluppo dei diritti umani, così come percepiti dalla società occidentale nel senso più vasto. Dall'altra parte - come diceva bene il collega D'Elia - assistiamo ad uno sforzo poderoso per uscire da una situazione legata ad una cultura che è totalmente «altra», sia per le donne sia per gli uomini. Tale sforzo deve essere riconosciuto, perché, paradossalmente, giudicare due realtà così diverse con lo stesso metro avrebbe come effetto una valutazione assolutamente viziata e di «doppio pesismo».
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, rinunzio alla replica.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'India, fatto a Roma il 13 maggio 2005 (A.C. 2071-A) (ore 16,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'India, fatto a Roma il 13 maggio 2005.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2071-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Mattarella, ha facoltà di svolgere la relazione.
SERGIO MATTARELLA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il disegno di legge di ratifica in esame, il Governo chiede alla Camera di autorizzare la ratifica di un Accordo con il Governo della Repubblica dell'India, siglato in Pag. 11Roma il 13 maggio 2005, in tema di coproduzione audiovisiva tra India e Italia.
La Commissione ne raccomanda l'approvazione.
Si tratta di un accordo importante sotto diversi profili. Anzitutto, perché sottoscritto con un paese importante qual è l'India, con il quale l'Italia intrattiene rapporti crescenti di ampia e profonda collaborazione. In secondo luogo, perché si tratta di un accordo in materia culturale cioè di un tassello che si inquadra nel contesto di collaborazioni culturali che rafforza la cooperazione e le condizioni di pace nell'ambito della comunità internazionale. Infine, in considerazione del fatto che l'India costituisce uno dei maggiori produttori cinematografici al mondo. Si tratta, pertanto, di un accordo importante, che per il nostro Paese è di grande interesse e che, vicendevolmente, sarà, certamente, utile per entrambi i paesi.
L'Italia ha firmato diversi accordi di collaborazione bilaterale in materia e quello al nostro esame si segnala per la sua particolare rilevanza. Esso si compone di un breve preambolo e di 18 articoli. L'articolo 1 contiene la definizione del termine «coproduzione» ed individua le Autorità competenti al rilascio dell'autorizzazione ai progetti di cooperazione, vale a dire il Ministero per i beni e le attività culturali, per l'Italia ed il Ministero per l'informazione e le telecomunicazioni per l'India.
Vorrei portare all'attenzione dell'Assemblea, in particolare, la previsione, di cui al paragrafo terzo dell'articolo 1 dell'accordo, secondo la quale i film realizzati in coproduzione italo-indiana verranno considerati alla stregua dei film prodotti in sede nazionale, con conseguente applicazione, ai film in coproduzione, degli stessi benefici previsti per i film di produzione interna a ciascun paese. Inoltre, vorrei sottolineare la previsione di cui all'articolo 3 dell'Accordo, il quale stabilisce che, per avere accesso ai benefici previsti, è necessario che l'investimento finanziario, materiale e organizzativo posto in essere, in misura non inferiore al 20 per cento del costo totale, provenga dal produttore di una delle parti.
Signor Presidente ed onorevoli colleghi, si tratta di un accordo di rilievo. Vorrei richiamare un altro aspetto che ne sottolinea l'importanza, contenuto nell'articolo 6 del Trattato, il quale indica che i film in coproduzione possano essere realizzati con colonna sonora in italiano, in inglese o in una qualsiasi delle lingue o dialetti parlati nella Repubblica indiana. Tale apertura a tutte le lingue ed a ciascun dialetto parlato in India costituisce un elemento importante per il rispetto della cultura della Repubblica indiana. Per il nostro Paese è significativo avere firmato un accordo che contenga questa valorizzazione.
Vorrei, inoltre, porre in evidenza quanto contenuto nell'articolo 11, chiedendo al Governo di prestarvi un'attenzione particolare. Tale disposizione risulta del seguente tenore: «L'approvazione di un progetto di coproduzione di un film da parte delle Autorità competenti di entrambi i Paesi non impegna le Autorità stesse alla concessione del benestare di proiezione in pubblico dei film così realizzati». Poichè il testo dell'articolo 11 presenta alcune ambiguità, potendosi prefigurare, rispetto ad esso, alcune censure, raccomando al Governo di vigilare, affinché questo aspetto non trovi attuazione pratica nell'ambito dell'accordo tra il nostro Paese e la Repubblica indiana.
Ricordo, infine, Presidente e colleghi, una norma relativa alla copertura finanziaria - di cui devo dare doverosamente atto all'Assemblea - che è stata modificata in corso di esame in Commissione, su richiesta della Commissione bilancio. Si è inteso aggiornare la previsione contenuta nel disegno di legge di ratifica presentato dal Governo, modificando l'arco temporale del bilancio triennale di riferimento (dal periodo 2006-2008 al periodo 2007-2009) per adeguarlo al momento in cui si sta procedendo all'esame della norma.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria, devo aggiungere che, secondo la relazione tecnica, le spese previste sono Pag. 12collegate alle spese di missione e di viaggio di cinque funzionari italiani che si recheranno, con cadenza quadriennale, a Nuova Delhi al fine di partecipare alle riunioni periodiche previste dall'Accordo. Si tratta quindi di un impegno finanziario assai modesto, a fronte di un provvedimento rilevante, come ho cercato di sottolineare.
Proprio per tale motivo, Presidente, rinnovo a nome della Commissione, l'invito all'Assemblea ad approvare il disegno di legge che consente la ratifica dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'India, sottolineando ancora una volta come l'applicazione del medesimo, che avrà certamente un grande rilievo ed un ruolo importante nel mercato cinematografico internazionale, porterà ad un accrescimento reciproco per l'India e per l'Italia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
DONATO DI SANTO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, concordo con l'intervento del relatore Mattarella: l'accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dell'India costituisce un importante quadro normativo per lo sviluppo delle relazioni culturali e commerciali tra i due Paesi. Ciò sarà possibile tramite la facilitazione della produzione in comune di film che, per le loro qualità artistiche e tecniche, possano contribuire ad una maggiore conoscenza reciproca e siano competitivi dal punto di vista commerciale, sia nei rispettivi territori nazionali, che in quelli degli altri paesi.
Dall'esecuzione dell'Accordo sono attesi importanti benefici anche per il settore turistico. L'industria cinematografica indiana, la più grande al mondo con oltre 800 film prodotti all'anno, di cui oltre la metà girati all'estero, promuove indirettamente il turismo verso le location straniere. La presenza di località italiane sui grandi schermi del cinema di Bollywood potrebbe far scattare la «molla» Italia nel grande pubblico che include anche la classe media e le classi medio alte: circa 100 milioni di persone.
Proprio in considerazione delle positive ricadute che potrebbero scaturire in campo culturale, economico e turistico, nel corso della riunione della commissione mista economica italo-indiana del 6 novembre scorso è stato auspicato che il provvedimento in questione possa presto divenire operativo.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente anch'io vorrei sottolineare l'importanza di tale accordo e mi fa piacere che il Governo abbia parlato proprio di «Bollywood» e del fatto che, in questo momento, la cinematografia indiana è importantissima ed ha una diffusione vastissima.
Sono d'accordo con quanto affermato dal collega Mattarella riguardo all'articolo 11, ma con una notazione: con lo stesso spirito con cui il collega ha brillantemente sottolineato l'importanza di accogliere la vastità della cultura indiana, accettando che le colonne sonore fossero in una qualsiasi delle lingue parlate, vorrei che si fosse abbastanza comprensivi e tolleranti nei confronti di un articolo che potrebbe avere una valenza censoria, ma potrebbe anche essere semplicemente la garanzia del rispetto di certe sensibilità culturali. Certo, tale articolo dà adito a interpretazioni vaste, ma il fatto che venga previsto potrebbe, in fondo, anche costituire una qualche forma di garanzia. Penso, quindi, che tuteli sufficientemente la specificità culturale, la sensibilità culturale nei confronti di certe situazioni. Potrebbe quindi rappresentare una garanzia in questo senso.
Vorrei, inoltre, fare un riferimento all'articolo 4, di cui il collega Mattarella ha parlato in Commissione. Tale articolo è estremamente preciso per quanto riguarda il riferimento alla cittadinanza e credo sia abbastanza importante, non tanto per noi, ovviamente, quanto piuttosto per la controparte; Pag. 13in base ad esso i produttori devono essere (tranne casi particolari definiti e accolti) di cittadinanza italiana o di cittadinanza indiana.
Questo mi pare abbastanza importante proprio per una maggiore promozione del personale indiano; quindi, esprimo tutta la mia soddisfazione per questa ratifica e ringrazio il collega Mattarella per la relazione svolta.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, approfitto della discussione sul disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'India per dire, a nome dei Popolari Udeur, che siamo favorevoli anche alla ratifica della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba e alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen. Ciò, per quanto riguarda questi primi due trattati, sempre nel pieno rispetto dei diritti umani e, per quanto concerne Cuba, del coinvolgimento della società civile.
Intendo tuttavia soffermarmi sulla ratifica dell'Accordo con l'India per il cinema, facendo rilevare, ancora una volta, che tale Accordo ha anche un altro significato per noi, essendo l'India una delle principali economie del mondo - la seconda come livello più rapido di crescita - ed essendo l'Italia, come sappiamo, al quinto posto tra i paesi europei che investono in India.
Quest'ultima, quindi, rappresenta un grande partner, per cui invito il Governo a portare avanti questo Accordo estremamente importante, tenuto conto, tra l'altro, che nell'anno in cui esso è stato siglato l'India aveva prodotto 1.200 film, con una crescita del 20 per cento rispetto all'anno precedente, e che tale industria vanta 25 studi cinematografici, tre città del cinema e una produzione di film non più solo autoreferenziali sotto il profilo nazionale (ricordiamo film che hanno avuto un grande successo come Monsoon Wedding e Sognando Beckham).
Pertanto, la cinematografia indiana può essere anche un'occasione per la cinematografia italiana, tenuto conto che, nell'ambito dell'Accordo, c'è anche una grande volontà di aprire alle tecnologie italiane degli effetti speciali - sappiamo benissimo come gli italiani siano bravi in questo campo - e, quindi, questa coproduzione aiuta in tal senso.
Certamente, l'industria cinematografica indiana ha registrato, come sappiamo tutti, un gran giro d'affari; ma la circostanza più interessante è che si pensa che le aspettative di sviluppo del settore potranno determinare una crescita annuale del PIL del 19 per cento e la previsione di fatturato è di 1,93 miliardi di dollari per il 2007. Questi numeri la dicono lunga sull'importanza non solo culturale, ma anche economica che può rivestire questo Accordo tra il nostro Paese e l'India.
Vorrei cogliere l'occasione di questo Trattato per invitare ancora una volta il Governo, a nome dei Popolari Udeur, a proseguire con forza nei rapporti culturali, economici e scientifici con l'India (sono stati stipulati, infatti, anche degli accordi scientifici, ricordiamo il caso del Bangalore).
Invito pertanto il Governo a continuare su questa strada, tenuto conto che l'India è un paese che ha avuto un grandissimo sviluppo in questi anni, attraverso il quale centinaia di milioni di persone - non è quindi un fatto solo economico, ma anche etico - hanno visto migliorare la loro vita.
Quindi, il gruppo dei Popolari Udeur è senz'altro favorevole ai disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno e quanto al disegno di legge in esame invita il Governo italiano ad incrementare sempre di più i rapporti con l'India.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Pag. 14(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2071-A)
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'articolazione dei lavori per la settimana in corso è la seguente:
Martedì 15 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
n. 1318 - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali;
n. 2427 - Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio (Approvata dal Senato).
Mercoledì 16 maggio
(antimeridiana):
Discussione sulle linee generali disegno di legge n. 2567 - Conversione in legge del decreto-legge 30 marzo 2007, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di Consigli giudiziari (Approvato dal Senato - scadenza: 29 maggio 2007).
(ore 12 e comunque al termine della discussione sulle linee generali):
Informativa urgente sulla vicenda dei decessi verificatisi presso l'ospedale di Castellaneta e sulle misure che si intendono adottare al riguardo anche in altri ospedali.
(ore 15-16,30):
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time).
(ore 17, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Esame di eventuali questioni pregiudiziali presentate alla proposta di legge n. 1318 - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
n. 2427 - Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio (Approvata dal Senato);
n. 2567 - Conversione in legge del decreto-legge 30 marzo 2007, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di Consigli giudiziari (Approvato dal Senato - scadenza: 29 maggio 2007);
n. 1318 - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali.
Giovedì 17 maggio (pomeridiana)
(con votazioni):
Eventuale seguito dell'esame del n. 2567 - Conversione in legge del decreto-legge Pag. 1530 marzo 2007, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di Consigli giudiziari (Approvato dal Senato - scadenza: 29 maggio 2007).
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Il Parlamento in seduta comune è convocato giovedì 17 maggio, alle ore 10, per procedere all'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama inizierà dai senatori.
L'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1318 in materia di conflitti di interessi sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Su un lutto del deputato Gioacchino Alfano.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Gioacchino Alfano è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Martedì 15 maggio 2007, alle 10:
1. - Discussione della proposta di legge:
FRANCESCHINI ed altri: Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali (1318-A).
- Relatore: Violante.
2. - Discussione della proposta di legge:
S. 1375 - D'iniziativa dei senatori BIANCO e SINISI: Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio (Approvata dalla I Commissione permanente del Senato) (2427).
- Relatore: La Forgia.
La seduta termina alle 16,30.
Pag. 16ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 1318
Pdl n. 1318 - Conflitti di interessi
Tempo complessivo: 42 ore, di cui:
discussione generale: 12 ore;
seguito esame: 30 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 30 minuti |
Governo | 20 minuti | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 15 minuti |
Tempi tecnici | 2 ore e 30 minuti | |
Interventi a titolo personale | 2 ore e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 5 ore e 2 minuti (con il limite massimo di 21 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 9 ore e 2 minuti | 21 ore e 13 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 24 minuti | 5 ore e 20 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 3 minuti | 3 ore e 30 minuti |
Alleanza Nazionale | 48 minuti | 2 ore e 10 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 40 minuti | 1 ora e 29 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 40 minuti | 1 ora e 26 minuti |
Lega Nord Padania | 35 minuti | 1 ora e 4 minuti |
Italia dei Valori | 35 minuti | 1 ora |
La Rosa nel Pugno | 34 minuti | 59 minuti |
Comunisti Italiani | 34 minuti | 56 minuti |
Verdi | 34 minuti | 56 minuti |
Popolari-Udeur | 33 minuti | 53 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 31 minuti | 43 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche: 12 minuti; Movimento per l'Autonomia: 12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
47 minuti (Minoranze linguistiche: 18 minuti; Movimento per l'Autonomia: 18 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 11 minuti) |