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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 165 di mercoledì 6 giugno 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
La seduta comincia alle 10,10.
RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bimbi, Brugger, Buontempo, Di Salvo, Donadi, Folena, Franceschini, Gasparri, Giovanardi, Maroni, Mosella, Pinotti, Ranieri, Villetti ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, deliberato dall'Assemblea il 17 aprile 2007) (A.C. 2272-bis-A) (ore 10,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, la ragione per cui ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori riguarda un fatto grave e straordinario, che si sta verificando in questi giorni.
Dalle 13,30 dello scorso venerdì cinque parlamentari italiani, un segretario e un presidente di un movimento politico italiano, i Radicali italiani, stanno occupando in termini non violenti la sede RAI di viale Mazzini e anche io, fino a ieri sera, ero tra loro.
Le ragioni che i colleghi stanno ponendo all'attenzione sono gravi, almeno quanto il gesto compiuto. Esse riguardano, da un lato, il rispetto da parte del Governo della volontà espressa all'unanimità da Pag. 2questa Camera in ben due risoluzioni sulla moratoria delle esecuzioni capitali e, dall'altro lato, hanno a che vedere con il rispetto, da parte della RAI, di risoluzioni approvate in Commissione di vigilanza, che per la RAI sono vincolanti. Sarebbe molto opportuno che la Presidenza della Camera, e particolarmente il Presidente della Camera, intervenisse per accertare cosa sta accadendo e quali sono le ragioni che sono in gioco in questa vicenda, che - ripeto - per la sua stessa natura interessa direttamente le competenze di questo organo.
PRESIDENTE. Onorevole Beltrandi, la assicuro che informerò il Presidente della Camera della sua richiesta.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,40.
La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,50.
Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta del 5 giugno è stato da ultimo votato l'articolo 31 e che sono stati accantonati con riferimento all'articolo 10, gli emendamenti ad esso presentati nonché la votazione dell'articolo stesso; con riferimento agli articoli 15, 16, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 27 e 30, gli emendamenti ad essi presentati e la votazione dei rispettivi articoli, nonché gli articoli aggiuntivi presentati; con riferimento all'articolo 25, l'emendamento Folena 25.3, la votazione dell'articolo 25, nonché gli articoli aggiuntivi Trepiccione 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezioni 1 e 2).
Avverto altresì che la Commissione ha presentato ulteriori proposte emendative il cui testo è in distribuzione. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 12,30.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo riprendere dall'articolo 15.
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione degli emendamenti 15.300 e 15.301 della Commissione; formula un invito al ritiro dell'emendamento Franzoso 15.200 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 15.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento) e 15.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: eliminare il comma 1 in quanto contiene riferimenti legislativi errati e al comma 2, dopo le parole «ufficiali di polizia», aggiungere la seguente parola: «giudiziaria».
La Commissione, infine, esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Luciano Rossi 15.051 e Giudice 15.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.Pag. 3
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 341
Hanno votato no 43).
Prendo atto che i deputati Buontempo, Misiti e Vacca avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che le deputate Samperi e Mura non sono riuscite ad esprimere il proprio voto.
La Presidenza e l'Assemblea salutano gli studenti del liceo Rosmini di Rovereto (Trento), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Va bene, colleghi, per motivi tecnici dispongo l'annullamento della votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 387
Hanno votato no 22).
Ricordo che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 15.301 della Commissione, l'articolo 22 è soppresso.
Prendo atto che i deputati Guadagno, Samperi, Brandolini e Grossi avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franzoso 15.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore e al Governo con la richiesta di rivedere il parere sull'emendamento in esame.
Infatti, sia ben chiaro che abbiamo già votato in Assemblea le norme della proposta di legge Capezzone per velocizzare i tempi per l'apertura di un'impresa. Quando si parla di impresa, non bisogna pensare solo ed esclusivamente alle autorizzazioni amministrative. Occorre anche mettere in conto il fatto che, per aprire un'impresa, è necessario procedere agli allacci di tutti i servizi pubblici, acqua, energia, gas, fognature ed altro. Se si dà l'autorizzazione all'apertura di un'impresa è necessario, altresì, metterla in condizione di poter iniziare la propria attività dotandosi di tutti i servizi a disposizione.
L'istituto della conferenza di servizi può essere utile. Tuttavia, occorre che i fornitori di servizi pubblici indichino tempi certi. Altrimenti, può sembrare un assurdo che si concedano le autorizzazioni all'esercizio dell'impresa, senza mettere le aziende in condizione di poter usufruire di tutti i servizi necessari per avviare l'attività.
Il senso dell'emendamento in esame è esattamente questo: impone l'obbligo alle aziende, che forniscono servizi pubblici, di partecipare alle conferenze di servizi e garantire tempi certi per l'apertura di uno stabilimento industriale o di qualsiasi altro tipo di attività. Invito, pertanto, il Governo e il relatore Lulli - sarebbe cosa gradita - a fornire una spiegazione dell'invito al ritiro formulato.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Franzoso 15.200.
Pag. 4
Avverto che il parere della Commissione e del Governo deve intendersi contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franzoso 15.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 240).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
NICOLA BONO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, vorrei far notare che sono stati votati tre emendamenti. Tuttavia, l'ultima votazione reca la numerazione quattro. Poiché, durante la seconda votazione, ritengo si sia verificato un qui pro quo, sarebbe il caso di chiarire la situazione dato che si sono verificate due votazioni per un unico emendamento.
PRESIDENTE. La votazione numero due è stata annullata. Pertanto, anche se tecnicamente svolta, agli effetti dei nostri lavori è stata annullata.
NICOLA BONO. Signor Presidente, ritengo che dovrebbe essere modificata la numerazione, in quanto non si dovrebbe contare la votazione annullata.
PRESIDENTE. Ne parleremo con gli uffici tecnici.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato sì 436
Hanno votato no 2).
Passiamo alla votazione dell'articolo 15. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, non potremo esprimere voto favorevole su questo articolo, perché riteniamo che le ragioni esposte nel corso del mio primo intervento siano assolutamente fondate. Sono a conoscenza di molte imprese, pronte per l'apertura, che non sono ancora dotate della cabina elettrica e sono costrette ad avviare l'attività con i gruppi elettrogeni. A mio avviso, è assolutamente Pag. 5incredibile che il Governo non abbia voluto prendere in considerazione questa proposta.
Approfitto, inoltre, per dire che, a nome dei presentatori, accettiamo la riformulazione dell'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050 proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Dispiace anche a noi, signor Presidente, annunciare il voto contrario sull'articolo in esame, perché la X Commissione, in modo particolare il suo presidente, hanno fatto del leitmotiv dell'impresa più facile un cavallo di battaglia. Ci pare che l'articolo 15 di fatto deleghi ancora al Governo una serie di adempimenti che in qualche modo, invece di facilitare l'impresa, l'inizio delle attività dell'impresa, creano ad essa ancora più fonti di burocrazia.
Pertanto il fatto stesso che non sia stato accolto l'emendamento Franzoso 15.200 dimostra la volontà del Governo di tenere per sé quello che pensavamo fosse invece un espletamento facile da raggiungere, l'obiettivo di fare l'impresa in pochi giorni, cosa che non avviene con questo articolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 203).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 15.050.
Ricordo che il parere favorevole del relatore e del Governo è subordinato a due riformulazioni: sopprimere il comma 1 e aggiungere nel comma 2 dopo le parole «ufficiali di polizia» la parola: «giudiziaria».
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, prendo la parola solo per una brevissima dichiarazione di voto. Credo che l'articolo aggiuntivo in esame, che riguarda la contraffazione di prodotti e quindi il contrasto a tali forme illecite, sia molto importante. Il gruppo di Alleanza Nazionale, quindi, certamente voterà a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 15.050 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 448
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Lovelli avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Luciano Rossi 15.051.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame, lo segnalo ulteriormente al relatore, interviene su una vicenda che credo interessi la Pag. 6gran parte delle imprese italiane. Ci troviamo in una situazione, diciamo così, kafkiana, in cui il Governo ritarda moltissimo i pagamenti alle imprese adducendo varie motivazioni; nel frattempo le imprese stesse, che sono creditrici nei confronti dello Stato, si trovano nella condizione di avere difficoltà ad incassare i crediti relativi a forniture che siano certe ed esigibili. Ci pareva quindi, con questa proposta emendativa, di intervenire positivamente su tale argomento, rendendo possibile la compensazione fra debiti fiscali e crediti nei confronti dello Stato. Il senso dell'articolo aggiuntivo è esattamente in questa linea e insistiamo per la sua approvazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Rossi 15.051, non accettato dalla Commissione, né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 452
Astenuti 4
Maggioranza 227
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 237).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Giudice 15.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, in sostanza chiediamo di applicare, con l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Giudice, un criterio molto semplice, molto democratico: quello della compensazione fiscale. Non si comprende perché un imprenditore, un'impresa non possa facilmente compensare i debiti e i crediti nei confronti del fisco.
È vero che esiste un costo - assai relativo - per l'erario, ma è vero anche che, applicando la compensazione, si raggiungerebbe un equilibrio che in democrazia, nel rapporto con il fisco, dovrebbe essere scontato. Non riusciamo quindi a comprendere la ratio del parere contrario espresso dal Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giudice 15.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 247).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferdinando Benito Pignataro 16.2, Di Salvo 16.201 e Fava 16.202, dalla cui approvazione discenderebbe la preclusione dei successivi emendamenti Mazzocchi 16.1 e Affronti 16.203.Pag. 7
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Turco 16.050 e un invito al ritiro, e subordinatamente parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054. La Commissione formula infine un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Turco 16.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferdinando Benito Pignataro 16.2, Di Salvo 16.201 e Fava 16.202, interamente soppressivi dell'articolo 16, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 463
Hanno votato no 2).
Risultano pertanto preclusi i successivi emendamenti Mazzocchi 16.1 e Affronti 16.203.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Turco 16.050, sul quale il relatore ha formulato un invito al ritiro.
Constato l'assenza del presentatore. S'intende pertanto che egli non insista per la votazione.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 16.054, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 252).
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Turco 16.0200, sul quale il relatore ha formulato un invito al ritiro e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Constato l'assenza del presentatore. S'intende pertanto che egli non insista per la votazione.
Chiedo dunque al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 19.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Pag. 8Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2 e sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
La Commissione formula altresì un invito al ritiro dell'emendamento Bandoli 19.200, il cui contenuto è stato riformulato nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché su di esso la V Commissione (Bilancio) aveva espresso parere contrario.
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro del subemendamento Burgio 0.19.301.1, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.301.
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), raccomanda l'approvazione del suo emendamento 19.300 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
La Commissione formula infine un invito al ritiro degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Burgio 19.1 e Ferdinando Benito Pignataro 19.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno che va nel senso dell'emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Ferdinando Benito Pignataro?
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, anche noi accettiamo l'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Gianfranco Conte 19.201.
Chiedo all'onorevole Gianfranco Conte se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, credo che l'Assemblea - ed in questo mi rivolgo al relatore - dovrebbe avere cognizione della situazione reale del Paese. Tutta la vicenda relativa alla certificazione a fini di prevenzione incendi è piuttosto complicata e data ormai dal lontano 1994, quando venne adottata una regolamentazione che innovava tutta la materia delle norme antincendio.
Ma rimane un problema. Poiché nel tempo si è praticamente portata avanti una regola non scritta, in base alla quale tutti gli impianti produttivi ricevevano un nulla osta preventivo che doveva poi essere confermato con il rilascio del certificato antincendio in un momento successivo, tutte le proroghe concesse nel corso degli anni hanno condotto ad una situazione nella quale impianti produttivi esistenti, che pure avevano il nulla osta preventivo, si sono trovati, ad un certo punto, nella necessità di acquisire il nulla osta definitivo e si sono visti richiedere la documentazione attestante la corrispondenza dei materiali alle norme antincendio.
È chiaro che, a distanza di dieci o quindici anni, è molto difficile rintracciare la documentazione originale, sia perché nel frattempo le imprese che hanno fornito i materiali si sono trasformate o, per varie vicissitudini, hanno chiuso, sia perché a distanza di quindici anni molto spesso le aziende stesse non dispongono della documentazione necessaria ad attestare il certificato di rischio.
A questo punto, ci sembra necessario che le imprese, al fine di essere poste nella condizione di poter ottenere il certificato antincendio, possano autocertificare, attraverso Pag. 9l'uso di tecnici abilitati, l'esistenza delle caratteristiche che garantiscono la corrispondenza alla normativa vigente.
Si tratta di una necessità assoluta, poiché altrimenti metteremmo le aziende nelle condizioni di non poter ottenere il certificato antincendio. La proposta emendativa al nostro esame mi sembra assolutamente ragionevole, e non capisco perché il Governo - mi rivolgo al sottosegretario Bubbico - non abbia preso in considerazione la soluzione da essa indicata, che aiuterebbe le imprese ad ottenere quel certificato che per tanti anni non hanno potuto avere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 19.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati Picano e Cioffi hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Assiste ai nostri lavori una classe dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato Anna Maria Barlacchi di Crotone, cui la Presidenza e l'Assemblea rivolgono il proprio saluto (Applausi).
Passiamo all'emendamento Bandoli 19.200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, apprezzo parzialmente la riformulazione del mio emendamento 19.200, contenuta nell'emendamento 19.301 della Commissione, poiché è stata in gran parte raccolta anche l'esigenza che aveva ispirato l'emendamento in esame. Mi sorprende un po' che non si faccia riferimento al rafforzamento dei poteri ispettivi dell'Ispesl, che non viene citato (molti incendi, soprattutto nei luoghi di lavoro, sono dovuti agli impianti di pressione). Pertanto ritiro l'emendamento, ma chiedo al Governo, nella riformulazione, di tener conto anche dell'ultima parte della proposta in esso formulata.
STEFANO SAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare all'Assemblea che credo sarebbe molto più serio se i gruppi della maggioranza ritenessero la competente Commissione bicamerale di inchiesta e il progetto di legge relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro la sede adatta per presentare proposte in merito a questo argomento. Infatti, il provvedimento in esame è già «un mostro a nove teste». Se volessimo anche dare ascolto alle giuste richieste del mondo del lavoro e alle esigenze relative al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro con emendamenti a questo provvedimento, ritengo ci comporteremmo in modo non serio, anche nei confronti del Presidente della Repubblica, che ha sollecitato una normativa in materia attraverso quello strumento e quella Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Burgio 0.19.301.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.
ALBERTO BURGIO. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Questa proposta emendativa si spinge nella stessa direzione dell'emendamento della Commissione, e Pag. 10semplicemente precisa la necessità che quel rafforzamento delle competenze delle attività di vigilanza e controllo riguardi in primo luogo i vigili del fuoco, che sono l'autorità pubblica intorno alla quale ruota il sistema della prevenzione antincendio.
Riteniamo che la menzione esplicita del Corpo dei vigili del fuoco, che è l'unica all'interno della disposizione che stiamo approvando, sia non solo indispensabile, ma anche coerente rispetto al decreto legislativo n. 139 del 2006, che riordina e precisa le funzioni dei vigili del fuoco e che costituisce, per dir così, un testo unico della prevenzione incendi, a sua volta riferimento indispensabile di quella delega per il testo unico sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori testé approvato dalla Commissione lavoro del Senato e adesso in imminente discussione nell'altro ramo del Parlamento. Per tali motivi riteniamo opportuna questa menzione e raccomandiamo l'approvazione del subemendamento in esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, l'unico aspetto che desidero sottolineare, anche in relazione a quanto chiesto dalla collega Bandoli, è che la riformulazione dell'emendamento Bandoli 19.200 è dovuta al fatto che vi era un parere contrario della Commissione bilancio.
È chiaro che nella disposizione relativa agli accertamenti e alle ispezioni dell'autorità pubblica all'interno dei luoghi di lavoro, per «autorità pubblica» si intendono tutte le strutture pubbliche, vigili del fuoco e Ispesl compresi, che svolgano questa funzione. Si tratta di una dizione di mediazione rispetto al parere contrario della Commissione bilancio. Ritengo che sia errato specificare un ente piuttosto che un altro, perché è del tutto evidente che i vigili del fuoco svolgono una funzione e sono pertanto ricompresi nell'espressione generale che abbiamo utilizzato; devo altresì precisare che si tratta di un principio della delega, ed è evidente che quando si fa riferimento ad interventi di prevenzione o di controllo nei luoghi di lavoro, in relazione al certificato prevenzione incendi, dobbiamo avere presente tutto lo spettro degli organismi che sono ad essi dedicati.
Con la riformulazione riteniamo di aver assolto a tale compito. In ogni caso, se questa dichiarazione può essere utile ai fini dell'interpretazione di ciò che intendiamo con l'emendamento 19.300 della Commissione, ribadisco l'invito al ritiro della proposta emendativa in esame, perché si rischia di procedere ad una votazione che, sinceramente, mette anche un po' in imbarazzo.
FULVIA BANDOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, nell'emendamento proposto abbiamo specificato il nome dell'istituto perché, mentre risultano ispezioni compiute da aziende sanitarie locali e da centri preposti dall'INAIL, l'unico istituto italiano che non ha mai effettuato nessuna ispezione, in nessun luogo di lavoro, è proprio quello che abbiamo segnalato: l'Ispesl, creato dal Ministro Tina Anselmi dopo l'incidente di Severo, e che non è mai riuscito ad entrare in un luogo di lavoro e in un cantiere per eseguire il controllo di un impianto.
Pertanto stiamo sollevando un problema non soltanto di sicurezza, ma anche di ruolo degli istituti. Va bene anche ciò che avete scritto nell'emendamento proposto, oppure si potrebbero inserire le parole «tutti gli istituti preposti ai controlli». La questione che intendo sottoporre a lei e alla Commissione è che, a mio avviso, è scandaloso che esista in Italia un istituto di 1600 dipendenti, l'Ispesl, che non ha mai potuto effettuare un controllo in un luogo di lavoro! Questo è il motivo per il quale lo avevo citato nell'emendamento, non era un caso. È un problema, per voi, che tale istituto non abbia mai potuto effettuare un controllo? Tale circostanza per me è un problema, e credo che dovrebbe esserlo anche per voi.
ALBERTO BURGIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Ritirerei il subemendamento a mia firma 0.19.301.1, proponendo una riformulazione dell'emendamento 19.301 della Commissione, nel senso di aggiungere il riferimento ai vigili del fuoco. Dopo le parole «autorità pubblica» si potrebbero inserire le parole: «e in particolare dei vigili del fuoco».
PRESIDENTE. Il relatore o il rappresentante del Governo intendono intervenire?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, insisto perché venga mantenuta la formulazione della Commissione. Su questo tema si è dibattuto a lungo in Commissione e sono stati effettuati gli approfondimenti necessari. Le autorità pubbliche e le strutture pubbliche esercitano attività di verifica e di controllo in ragione dei poteri e delle funzioni attribuite a ciascuno di questi organismi.
Esistono, certamente, problemi di scarso funzionamento, talvolta attribuibili a carenze di risorse finanziarie, strumentali o di personale, o anche ad una confusione nell'attribuzione delle responsabilità, che inducono diversi organismi ad agire in un quadro non coordinato, tale da rendere meno efficace o del tutto assente l'attività di verifica e di controllo che le norme generali affidano agli enti, agli organismi e alle strutture pubbliche.
La questione, tuttavia, non si risolve con la citazione di questo o di quell'organismo. La formulazione proposta dal relatore introduce un indirizzo che richiede una politica per la prevenzione e per la verifica nei luoghi di lavoro in ordine all'esatta applicazione di tutti i dispositivi tesi a garantire la prevenzione degli incendi, ma anche a garantire il rispetto delle norme a tutela dei lavoratori e dei contesti territoriali che ospitano tali luoghi di lavoro.
Per questo motivo, qualunque formulazione esplicativa, nel senso dell'individuazione di uno specifico organismo, potrebbe risultare limitativa dell'attività più generale che la formulazione della Commissione esplicita e che conferisce alle istituzioni e agli organismi che hanno, per legge, determinate funzioni e determinate missioni, la possibilità di agire in maniera organica e coordinata a tutela degli interessi pubblici rilevanti.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Burgio 0.19.301.1 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Burgio 0.19.301.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 430
Astenuti 34
Maggioranza 216
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 435
Astenuti 32
Maggioranza 218
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 188).Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Commenti del deputato Airaghi).
(Presenti 459
Votanti 448
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato sì 363
Hanno votato no 85).
Prendo atto che i deputati Airaghi e Castellani non sono riusciti a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Farinoni avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 461
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 309
Hanno votato no 158).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo intende superare una duplicazione di adempimenti che sappiamo essere estremamente onerosi in capo alle imprese. Infatti, vi è una carenza di coordinamento normativo che crea, soprattutto nel settore di installazione e manutenzione idraulica, notevoli disagi non soltanto per le imprese, ma anche per gli organi di controllo.
Sarebbe quindi opportuno che il Governo ed il relatore analizzassero con più attenzione il problema, anche per quanto riguarda gli aspetti di coordinamento normativo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) ed Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La combinazione del suo intervento e degli applausi mi fa capire che lei non ritira l'articolo aggiuntivo...
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione propone di accantonare l'esame di tali proposte emendative e di passare all'esame dell'articolo 23.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame degli articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200 è pertanto accantonato.
(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Di Centa 23.200, mentre le restanti proposte emendative decadono dalla sua eventuale approvazione
La Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 23.01, Fava 23.02, Mazzocchi 23.051 e Milanato 23.0200, nonché sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 23.050.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Centa 23.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori apprezza in modo particolare l'atteggiamento del relatore e della Commissione che hanno ritenuto di esprimere parere favorevole sull'emendamento in esame, perché, sia nella stesura del disegno di legge, sia nel successivo emendamento presentato dalla Commissione Bilancio, vi è un doppio vulnus. Su questo vorrei chiedere un comportamento coerente perché, se si accoglie l'emendamento che stiamo discutendo, al contempo non si può esprimere parere favorevole sulla proposta della Commissione Bilancio, ovvero sull'emendamento 23.400.
Relativamente al testo proposto dalla Commissione, sarebbe accaduto che, nell'ipotesi in cui, come prevede la norma civilistica, non fosse più stato fatto il bilancio straordinario mutualistico, si sarebbe permesso di accedere al patrimonio mutualistico delle imprese cooperative anche in presenza di perdite di esercizio o, comunque, di risultati negativi.
In riferimento alla seconda situazione, ossia al testo del disegno di legge ora riproposto dalla Commissione Bilancio, vorrei chiarire che non siamo d'accordo nemmeno sull'emendamento presentato dalla V Commissione, che contiene numerosi vulnus. È evidente che i due emendamenti presentano una correlazione purtroppo negativa, e quindi, non saremo d'accordo quando arriveremo a votarlo, anche se non credo ciò avverrà perché il buonsenso imporrebbe alla Commissione, in coerenza con l'assenso sull'emendamento in esame, di esprimere parere contrario sull'altro emendamento richiamato. Se così non fosse non vi sarebbe coerenza e linearità nell'atteggiamento della Commissione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
LUCIANO D'ULIZIA. Il primo vulnus è dato dal fatto che vi è la possibilità di modificare gli scopi della cooperativa, Pag. 14perché si prevedono due anni di tempo prima di realizzare il cosiddetto bilancio straordinario mutualistico e, quindi, la cooperativa può trasformarsi in una società che ha finalità non mutualistiche, di lucro, e quindi utilizzare il patrimonio mutualistico per realizzare una finalità contrastante con i canoni civilistici della mutualità prevalente, cioè quindi delle finalità mutualistiche e sociali.
Il secondo vulnus si individua nella possibilità di accedere al patrimonio mutualistico e storico, realizzando attività diverse da quelle che, invece, vengono reputate sociali e mutualistiche.
Un vulnus ulteriore si riscontra nella proposta della Commissione bilancio, rappresentato dal fatto che, mentre nell'emendamento della Commissione attività produttive viene evitata l'emissione di strumenti finanziari, ciò non avviene nella proposta emendativa in esame.
Pertanto, si può dar atto all'emissione di strumenti finanziari, ovvero ad un ulteriore vulnus rispetto alle finalità mutualistiche.
Per tutte queste ragioni, il gruppo dell'Italia dei Valori apprezza il parere favorevole espresso sull'emendamento Di Centa 23.200 teso a sopprimere l'articolo 23. Preannunzio, pertanto, il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Centa 23.200, interamente soppressivo dell'articolo 23, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 468
Hanno votato no 2).
I successivi emendamenti all'articolo 23 sono preclusi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 23.01, Fava 23.02, Mazzocchi 23.051 e Milanato 23.0200, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 252).
Avverto che l'articolo aggiuntivo Tomaselli 23.050 è stato ritirato.
(Ripresa esame dell'articolo 25 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 7).
Ricordo che all'articolo 25 è stato presentato l'emendamento 25.300 della Commissione che, tuttavia, recando oneri, può essere esaminato solo il giorno successivo a quello nel quale è stato presentato.
Chiedo, pertanto, al relatore di esprimere il parere sulle restanti proposte emendative.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, poiché siamo in attesa di una riformulazione dell'emendamento Folena 25.3, nonché del parere della Commissione bilancio, la Commissione può esprimere il parere solo sugli articoli aggiuntivi Fava 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200, formulando un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 15FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Fava 25.021 e Ferdinando Benito Pignataro 25.0200 formulato dal relatore.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore ed anticipo che abbiamo discusso in mattinata circa l'ipotesi di presentare un ordine del giorno che ricalchi i contenuti del testo e, per il quale, è stata espressa disponibilità, da parte del relatore stesso.
Credo di poter parlare anche a nome dell'onorevole Folena, che ho contattato personalmente.
PRESIDENTE. Onorevole Pignataro?
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo 25.0200 è già stato ritirato nella seduta di ieri.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 32, poiché sull'articolo 30 sono state presentate proposte emendative per le quali si attende la valutazione della Commissione bilancio, mentre per l'articolo 27 abbiamo bisogno di un supplemento di riflessione.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vico 32.200 ed invita al ritiro dell'emendamento Tomaselli 32.201, nonché dell'articolo aggiuntivo Tomaselli 32.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 32.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 457
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato sì 398
Hanno votato no 59).
Passiamo all'emendamento Tomaselli 32.201.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SALVATORE TOMASELLI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore. Vorrei solo rimarcare che questo emendamento, come il successivo - che hanno in questi giorni generato numerose polemiche anche da parte del Consiglio notariale e di altri soggetti - non Pag. 16
potevano mettere in discussione il ruolo dei notai nel nostro Paese.Si intendeva fornire un contributo alla semplificazione, soprattutto sul versante delle piccole imprese, per quanto riguarda gli adempimenti relativi alla costituzione di società di persone e per quanto riguarda il trasferimento di quote, estendendo l'opportunità di provvedere a tali adempimenti non a soggetti privati, ma ad un soggetto pubblico, il Conservatore del pubblico registro che, come si sa, è tenuto dalle camere di commercio.
Si tratta, quindi, di un ampliamento di opportunità, volto, da un lato, a semplificare la vita delle piccole imprese e, dall'altro, ad avviare un processo di abbattimento di costi.
Posso intuire le ragioni che hanno fatto cambiare opinione alla Commissione, e quindi al relatore, rispetto all'opportunità di ritirare l'emendamento. Ritengo che rimangano inalterate le ragioni della validità di tali emendamenti, ma per ovvie ragioni politiche mi attengo all'invito al ritiro.
Ritiro gli emendamenti, ma non posso non rimarcare, da un lato, la loro validità nel merito e, dall'altro, la sostanziale inaccettabilità di alcune polemiche, anche un po' volgari, che ho letto in questi giorni su vari siti, con riferimento all'idea - che non mi è propria e mi riferisco anche ad altri colleghi - di mettere in discussione il ruolo importante che rivestono i notai nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Onorevole Tomaselli, ritira anche l'articolo aggiuntivo 32.0200?
SALVATORE TOMASELLI. Si, signor Presidente, ritiro anche l'articolo aggiuntivo 32.0200.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 460
Astenuti 5
Maggioranza 231
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 202).
Prendo atto che il deputato Affronti non è riuscito a votare.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo procedere all'esame dell'articolo 33.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 9).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 33.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). La Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 33.0300 e formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Pag. 17
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), interamente soppressivo dell'articolo 33, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 2).
È conseguentemente precluso l'emendamento Realacci 33.200.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.0300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 211).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, in questo breve intervento desidero interloquire in modo particolare con il rappresentante del Governo, perché l'articolo aggiuntivo in esame rappresenta il tentativo di introdurre una maggiore trasparenza ecologica nei mercati. Con esso non si introduce alcun tipo di obbligatorietà, ma favorisce, con il recepimento della direttiva da parte dell'Italia, peraltro già avvenuto, la diffusione della «dichiarazione ambientale di prodotto» istituita dalle norme ISO serie 14020.
A nessuno, quindi, sfuggirà l'importanza di questa norma che aiuta, nell'ambito del rapporto tra politiche ambientali e consumeristiche, i consumatori ad avere una maggiore consapevolezza sulle prestazioni ambientali dei prodotti.
Su tale norma sarebbe opportuno che il Governo svolgesse un approfondimento e una valutazione più attenta per quanto attiene agli effetti positivi che essa potrà dispiegare sul mercato e anche nel rapporto con i cittadini che acquistano i prodotti. Conseguentemente, signor sottosegretario, tale norma avrebbe un impatto positivo anche dal punto di vista delle politiche ambientali, sempre più all'altezza delle sfide che dobbiamo affrontare.
Come sapete, abbiamo ritirato altre proposte emendative, ma su questo articolo aggiuntivo abbiamo una certa difficoltà ad accogliere l'invito al ritiro. Esso non comporta alcun onere per le imprese, ma anzi introduce, dal punto di vista della competitività, un elemento di sfida forte per le nostre aziende in tema di qualità ambientale. Se vogliamo essere un Paese all'avanguardia, dobbiamo entrare nel merito della questione ed affrontarla.
Per tale motivo, il gruppo dei Verdi non accoglie, dispiacendosene, ma motivandolo, l'invito al ritiro formulato dal relatore.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la questione, come ha detto l'onorevole Bonelli, è di straordinaria rilevanza e merita sicuramente un approfondimento. Per tale motivo, propongo l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Pag. 18PRESIDENTE. Qual è l'opinione del relatore?
ANDREA LULLI, Relatore. Sono d'accordo.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03.
Chiedo al relatore come intenda proseguire. Mi sembra che non possiamo procedere all'esame dell'articolo 34.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 35, in quanto con riferimento all'articolo 34 è in corso l'espressione del parere da parte della V Commissione (Bilancio).
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo 34 e delle relative proposte emendative deve quindi intendersi accantonato.
(Esame dell'articolo 35 - A.C.2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gianfranco Conte 35.201, mentre sull'emendamento Lazzari 35.203 il parere è favorevole a condizione che venga riformulato nel senso di sopprimere le parole: «o, in relazione ad attività economiche, tra i soci o tra i membri dell'azienda familiare o tra i professionisti.». Sull'emendamento Lazzari 35.202 il parere è contrario, mentre sull'emendamento Nannicini 35.204 vi è un invito al ritiro.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Franzoso 35.0100, 35.0102, 35.0101, 35.0103, Sgobio 35.0201, 35.0202, 35.0203, Valducci 35.0204 e Urso 35.03. Formula un invito al ritiro perché si tratta di materie, in buona parte, già oggetto di discussione nell'altro ramo del Parlamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 35.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 457
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati D'Ippolito Vitale, Minardo, Affronti e Farinone non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 35.203.
Chiedo ai presentatori se accolgano la riformulazione proposta dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Sì, Presidente, accogliamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 35.203, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 465
Hanno votato no 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 35.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Minardo avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Nannicini 35.204.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, posso fare un «bel gesto», però credo che siamo molto in ritardo rispetto alla tariffa normalizzata nel settore idrico.
Con il mio emendamento si impegnava il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a formulare, entro sei mesi, i nuovi metodi della tariffa normalizzata, perché molti investimenti sono incorporati nelle tariffe ma non vengono effettuati. Inoltre, è assurdo parlare di consumi penalizzati, per una famiglia di quattro o cinque persone, perché si sa che ogni persona consuma 48 metri cubi l'anno. Pertanto, prevedere la penalizzazione per cento metri cubi significa proporre tariffe alte. In questo caso, le famiglie numerose saranno sempre penalizzate in ordine alle tariffe.
Accedo all'invito al ritiro perché vi è molta incertezza nella discussione di queste materie; tuttavia, sollecito il Governo a prestare molta attenzione a tali tematiche perché esse riguardano tanti cittadini.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, faccio mio, a nome del gruppo di Forza Italia, l'emendamento Nannicini 35.204.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre anche la mia firma sull'emendamento Nannicini 35.204.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 35.204, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Forza Italia, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 245).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 455
Astenuti 16
Maggioranza 228
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 169).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0100.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Onorevole Franzoso, anche su altri articoli aggiuntivi da lei presentati vi è l'invito al ritiro; quindi se vuole può esprimersi anche su quelli.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, per quanto riguarda i miei articoli aggiuntivi 35.0100 e 35.0102, si tratta di costi di allaccio alle reti.
Sappiamo tutti che in questo Paese le reti principali sono state realizzate addossando i relativi costi sulla collettività e date in gestione agli enti erogatori di servizi, come le reti idriche, ad esempio, dove le condotte principali sono state tutte realizzate con costi che ricadono sugli enti locali di riferimento e poi date in gestione.
Ritengo che per realizzare una vera liberalizzazione e per contenere i costi che gravano sugli utenti vi sia la necessità di eliminare i costi di allaccio alle reti, altrimenti si rischia di pagare due volte: una volta per l'allaccio, un'altra volta sui consumi. Ciò costituisce per certi versi una situazione anacronistica. È come se un cittadino qualunque, andando in un supermercato per fare la spesa, si trovasse a dovere pagare il biglietto di ingresso.
Quelle di cui si discute sono società commerciali che vendono un prodotto e, come tali, devono realizzare il loro profitto sul prodotto. Mi sembra strano che in questo Paese si debba ancora pagare l'allaccio alla rete per un prodotto che poi si dovrà acquistare.
Per tali motivi, mi auguro che il relatore, la Commissione, il Governo rivedano la loro posizione, atteso che ciò potrà rappresentare, nel complesso del disegno di legge, un principio di liberalizzazione reale con un abbattimento dei costi. Mi auguro, quindi, che ci sia un ravvedimento, perché quello in esame è un provvedimento, sicuramente sentito da tutti gli italiani rispetto al quale si pone il problema di un eccessivo costo dei servizi.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Franzoso non accede all'invito al ritiro dei suoi articoli aggiuntivi 35.0100, 35.0102, 35.0101 e 35.0103.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0100, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0102, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 249).Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0101, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 250).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, qualche settimana fa la Camera ha licenziato la proposta di legge A.C. 1428 recante modifiche alla disciplina dello sportello unico; un provvedimento normativo bipartisan il cui primo firmatario era il collega Capezzone, presidente della X Commissione. Abbiamo approvato quel provvedimento che prevedeva - con velleità - che entro sette giorni si fosse in grado di approvare e dare la concessione per la realizzazione di un complesso industriale, una manifattura e quant'altro. Ora un conto è la costruzione, altro conto è l'attività che si intende svolgere in quella manifattura. Con quella proposta di legge abbiamo accelerato l'autorizzazione per la realizzazione degli stabilimenti, tuttavia non ci sono ancora i tempi adeguati per l'avvio dell'attività di quei complessi industriali. Ritengo, conseguentemente, che a ben poco serva quel provvedimento, perché spesso e volentieri, anzi quasi sempre, rileviamo che si realizza il complesso industriale ma poi le società erogatrici di servizi, le società idriche, le telematiche, le elettriche impiegano qualche anno per allacciare l'utente che ha fatto la richiesta. E allora che cosa si vuole fare con questo articolo aggiuntivo? Si vuole far sì che, a fronte della richiesta dell'interessato (laddove ci sono le condotte principali, per cui non stiamo parlando di zone che non sono urbanizzate, ma di zone che ricadono in piani di insediamenti produttivi in cui si presuppone che siano state realizzate tutte le reti necessarie), queste aziende eroghino il servizio quanto meno entro trenta giorni a seguito del pagamento dell'allaccio che - come detto prima - non sarebbe dovuto.
Poiché il Parlamento ha deciso diversamente, ritengo sia necessario, quantomeno, che, a seguito del pagamento dell'allaccio, sia fissato un termine preciso entro il quale queste aziende debbano fornire il servizio richiesto.
Credo che sia un atto di buonsenso, non fosse altro che per essere coerenti e conseguenziali alla proposta di legge che questa Camera ha approvato. Diversamente, offriremmo un luogo dove andare «a ricoverarsi e a coprirsi dalle piogge», ma non consentiremmo alle aziende l'avviamento nei propri insediamenti della produzione.
PRESIDENTE. Saluto la delegazione dell'Associazione FIDAPA di Padova, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Franzoso 35.0103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 254).Pag. 22
Passiamo all'articolo aggiuntivo Sgobio 35.0201.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, avevamo ritenuto con gli articoli aggiuntivi Sgobio 35.0201, 35.0202 e 35.0203 di affrontare una questione importante nell'ambito del disegno di legge che riguarda misure a favore dei cittadini consumatori, considerato che questi ultimi sono fortemente penalizzati dal fatto che nel nostro Paese non sono state adottate adeguate misure - controlli e monitoraggio - relativi ai prezzi e alle tariffe; da ciò è derivata la perdita progressiva del potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni.
Intendevamo pertanto affrontare tale problema proponendo misure per contribuire a difendere il valore reale delle retribuzioni da lavoro dipendente dall'aumento dell'inflazione, almeno per quanto riguarda l'aumento dei prezzi delle tariffe essenziali.
Da un lato, pensavamo di limitare gli aumenti degli importi delle tariffe dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua, delle telecomunicazioni e dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante da circolazione dei veicoli a motore, legandoli al valore dell'inflazione programmata, impedendo quindi la possibilità di eccedere tale valore; dall'altro, proponevamo un'altra tutela, prevedendo, nell'eventualità di un aumento brusco e repentino delle tariffe essenziali, verificatesi più volte in particolari circostanze anche di carattere economico, di far confluire in un apposito fondo i maggiori ricavi dell'IVA gravante sulle tariffe medesime dovuti all'aumento della base imponibile.
Il valore delle nostre proposte rimane inalterato, quindi ritiriamo tutti e tre gli articoli aggiuntivi, rendendoci conto che nell'altro ramo del Parlamento sta iniziando nel merito una discussione; tuttavia, verificheremo il «prodotto» che uscirà dal Senato, in particolare se ci sarà la previsione delle misure da noi proposte, altrimenti saremo costretti a riproporre alla Camera le stesse misure, perché le riteniamo valide e perché devono prevedere una copertura finanziaria, considerato l'interesse dei cittadini consumatori, soprattutto quelli delle classi meno abbienti.
PRESIDENTE. Sta bene. Gli articoli aggiuntivi Sgobio 35.0201, 35.0202 e 35.0203 sono stati quindi ritirati.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Valducci 35.0204.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Valducci 35.0204, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 249).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Urso 35.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. Anche noi preferiamo che sia votato l'articolo aggiuntivo e vorremmo sottolinearne l'importanza per fare chiarezza sul dibattito che si sta svolgendo nel Paese, al Senato e qui alla Camera per quanto riguarda le liberalizzazioni e, in particolare, i servizi pubblici locali.
È vero che vi è un provvedimento Lanzillotta al Senato ma è altrettanto vero che questo provvedimento ha già fatto la «marcia del gambero», con tre diversi compromessi sempre al ribasso, riguardanti Pag. 23il recupero della gestione diretta in economia dei comuni, la moratoria per i servizi idrici e il ripristino dei servizi delle società speciali.
Devo aggiungere che proprio oggi Il Corriere della Sera denuncia quello che è avvenuto alla Camera l'altro giorno, un blitz per cui l'acqua viene nazionalizzata, facendo notare la distorsione provocata dal subemendamento approvato che non solo realizza una moratoria senza tempo, perché lega la sospensione all'approvazione di un provvedimento che verosimilmente non sarà mai approvato - parlo della gestione dei servizi idrici - ma provoca anche il ritorno delle concessioni ai comuni, alle province, alle regioni, provocando un meccanismo di cosiddetta nazionalizzazione delle gestioni delle risorse idriche.
Ovviamente anche sulla base di questo, invito la maggioranza, l'ala riformista, se ancora esiste, se riesce a battere un colpo, a cogliere questa occasione e a dare un segnale (visto che è possibile con questo articolo aggiuntivo) realizzando davvero una liberalizzazione dei servizi pubblici locali con la cancellazione delle concessioni NAOS e, appunto, la concessione in gara di tutti i servizi pubblici locali. Vi invito ad un atto di riflessione, comunque ad un altro atto di chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 35.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 449
Astenuti 19
(Maggioranza 225
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 247).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo passare all'esame dall'articolo 36.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 36.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) interamente soppressivo dell'articolo.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 36.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
(Maggioranza 237
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 193).
Prendo atto che la deputato Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
È conseguentemente precluso il successivo emendamento Gianfranco Conte 36.200.
(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 37.400 e 37.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86,comma 4-bis del Regolamento), e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37.300.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Galante 37.0202 per le motivazioni che ho già detto in altra istanza e dell'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205, in quanto credo che vi sia un impegno del Governo a valutare la questione in sede di discussione della legge finanziaria.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore e confermo in ordine all'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205, riguardante l'agevolazione IVA, un impegno ad inserire la norma meritevole di attenzione e di soluzione in un provvedimento che tratti in maniera più organica la materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
(Maggioranza 237
Hanno votato sì 469
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 475
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 188).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 451
Astenuti 27
Maggioranza 226
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 195).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Galante 37.0202.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cancrini 37.0205.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 13).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Antonio Pepe 38.200, invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200.
La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: aggiungere il comma «ai sensi dei commi 1 e 2, al decorso del periodo di tempo di cui al comma 1, la banca comunica all'intestatario del deposito la disponibilità delle somme e dei titoli e, decorso un anno senza risposta o nuove operazioni, procede alle ulteriori comunicazioni ai sensi dei medesimi commi».
La Commissione esprime, infine, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0202, mentre invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonio Pepe 38.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 466
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 239).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 454
Astenuti 19
Maggioranza 228
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 186).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, questa volta, invece di rivolgermi al relatore e al Governo, per i quali vale il principio secondo cui quando chiediamo di applicare un minimo di buonsenso troviamo una muraglia davanti (e spesso non ne comprendiamo il motivo), mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, sperando che - almeno da parte loro - vi sia un po' di sensibilità nei confronti delle nostre proposte. Stiamo introducendo il completamento di alcuni elementi, che erano stati inseriti nel cosiddetto decreto-legge Bersani, relativi all'estinzione anticipata dei mutui in forma gratuita.
Così come l'abbiamo chiesto allora - e in maniera inascoltata! - chiediamo che l'estinzione dei mutui non gravata da costi sia possibile anche per le persone giuridiche. La volta scorsa l'abbiamo introdotta per le persone fisiche e ci sembra opportuno che anche le piccole imprese e il mondo del sistema produttivo possano accedere alla possibilità di estinguere anticipatamente il mutuo senza costi.
Mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra: se qualcuno condivide questa proposta, a prescindere dal fatto che essa provenga dai banchi dell'opposizione, ci dia un segnale, sostenga tale articolo aggiuntivo, lo faccia con le parole o con il voto!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lazzari 38.050 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 239).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
GASPARE GIUDICE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor presidente, l'obiettivo dell'articolo aggiuntivo è di fare maggiore chiarezza. Qualora non si estenda la norma anche alle aziende e non lo si specifichi nel testo, queste ultime rischiano certamente di risultare discriminate dalla norma. Pertanto, si tratta unicamente di un articolo aggiuntivo di buon senso che chiarisce meglio la portata della norma.
PRESIDENTE Avverto che il parere della Commissione e del Governo deve intendersi contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giudice 38.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 463
Astenuti 3
Maggioranza 232Pag. 27
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 247).
Prendo atto che la deputata Velo non è riuscita a votare.
Avverto che la proposta di riformulazione da parte della Commissione relativa all'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201 è da intendersi come un vero e proprio subemendamento della Commissione all'articolo aggiuntivo, con la numerazione 0.38.0201.1, del quale do lettura: Aggiungere il seguente comma: «Ai sensi dei commi 1 e 2, al decorso del periodo di tempo di cui al comma 1, la banca comunica all'intestatario del deposito la disponibilità delle somme e dei titoli e, decorso un anno senza risposta o nuove operazioni, procede alle ulteriori comunicazioni ai sensi dei medesimi commi.»
Qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.38.0201.1 della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 471
Astenuti 9
Maggioranza 236
Hanno votato sì 469
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0201 come subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crisci 38.0202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 1).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, approfitto dell'esame di questo articolo aggiuntivo per richiamare...
PRESIDENTE. Chiedo scusa ma ho sbagliato. Prima chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Sanga 38.0203 formulato dal relatore.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Quindi, onorevole Saglia, non le posso concedere la parola in quanto l'articolo aggiuntivo è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 14).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 39.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Trattandosi di un unico emendamento interamente soppressivo, sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, in realtà il mio potrebbe essere un intervento sull'ordine dei lavori. È stato approvato l'articolo aggiuntivo 38.0202 Crisci che riguarda l'obbligo di comunicazione sui depositi giacenti.
È una materia sulla quale oggi leggiamo sui giornali che il Governo ha deciso di legiferare. Spero che la mano sinistra sappia cosa fa la destra, che non ci sia una contraddizione fra i due provvedimenti, perché altrimenti veramente ci sarebbe un'ulteriore confusione normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, prendo la parola soltanto per rispondere al collega.
L'articolo aggiuntivo precedente sostanzialmente migliora la normativa che oggi è stata comunicata relativa alla disciplina dei depositi dormienti, in quanto prende in considerazione una fattispecie particolare: il caso in cui un soggetto, per ragioni magari riconducibili alla perdita della vita, detiene somme che non possono essere utilizzate dagli eredi. Con la disciplina in esame si mette l'erede nella condizione di essere informato delle somme giacenti presso un qualsiasi istituto di credito, e quindi non soltanto abbiamo fatto bene allora a disciplinare i conti dormienti, ma ritengo che con la norma approvata sia migliorato anche un aspetto particolare di quella disciplina. Così anche se un soggetto perde la vita, per esempio, e ha somme depositate, gli eredi possono venire a conoscenza della situazione.
Mi pare quindi che l'osservazione non sia riconducibile alla natura dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 39.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 458
Astenuti 16
Maggioranza 230
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 312).
PRESIDENTE. Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Propongo di accantonare l'articolo 40 e di passare all'articolo 41.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate è pertanto accantonato.
Pag. 29(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 15).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Contento 41.1, Contento 41.2, Fedele 41.50, Lazzari 41.51 e Contento 41.3, e favorevole sugli emendamenti 41.400 e 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Franzoso 41.4.
A proposito degli articoli aggiuntivi, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.02.
La Commissione, inoltre, formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Ferdinando Benito Pignataro 41.05, D'Agrò 41.03, sugli identici D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201 e sull'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. Esprime, ancora, parere contrario sugli articoli aggiuntivi Giudice 41. 0203, Saglia 41.052, Gianfranco Conte 41.0206.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205 e sull'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204, altrimenti su quest'ultimo il parere è contrario. Esprime, inoltre, parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Luciano Rossi 41.055 e D'Agrò 41.0100, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 41.0200. Formula, infine, un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Lazzari 41.06.
Per quanto riguarda le restanti proposte emendative, si chiede che vengano accantonate.
PRESIDENTE. Quindi lei chiede che venga accantonato l'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione e i subemendamenti ad esso riferiti.
Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 41.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo, in relazione a questo articolo e agli emendamenti presentati, per sottolineare un'ulteriore questione che, a nostro giudizio, merita attenzione da parte dell'Assemblea. Se è vero, infatti, che l'articolo al nostro esame si riferisce ad una precisa direttiva comunitaria, relativa all'istituzione di un sistema di pagamenti a livello europeo, e che esso introduce quindi una nuova figura di imprenditori economico-finanziari, vale a dire le imprese che gestiranno, per conto dei loro clienti, le modalità di pagamento nello spazio europeo, esso presenta però al proprio interno talune insidie che il Governo, il relatore e la maggioranza dovrebbero spiegare e chiarire.
Nell'attribuire la delega, il comma 1, alla lettera a), fa riferimento alla «progressiva introduzione, a carico delle pubbliche amministrazioni (...) dell'obbligo di accettare pagamenti tramite moneta elettronica, nonché attraverso servizi telematici e telefonici, previa stipulazione di convenzioni, tramite procedura competitiva, con banche e loro associazioni, volte ad escludere che dall'applicazione delle disposizioni dei medesimi decreti legislativi derivino oneri o aggravi finanziari per i cittadini e per l'amministrazione». Quello che ci preoccupa è contenuto invece, in particolare, nell'ultima parte della lettera b). Mi riferisco alla «graduale estensione dell'obbligo di cui alla lettera a)», cioè dell'obbligo di accettazione dei pagamenti in forma elettronica, «ai soggetti Pag. 30incaricati di servizi pubblici»: fin qui, potremmo anche essere d'accordo, poiché se dobbiamo favorire uno spazio europeo, è evidente che anche gli incaricati di servizio pubblico possono essere attratti in questo sistema. Ma a tali soggetti, alle banche e alle assicurazioni (che vi hanno un interesse diretto, come vedremo fra breve) si aggiunge un'ulteriore categoria: «altri soggetti appartenenti a specifiche categorie economiche». Riteniamo che questa dizione sia quantomeno troppo generica, poiché rientra in un aspetto un po' preoccupante, che non riguarda soltanto la pubblica amministrazione, i gestori dei servizi pubblici, le banche e le assicurazioni, ma anche, le piccole imprese e i contribuenti che potremmo definire «di piccola taglia»,, che verrebbero attratti in quest'obbligo.
Perché si fa questo? Per il semplice fatto che dietro a questa operazione - lo ripeto: oggetto di una direttiva comunitaria - si nasconde un mondo di affari non indifferente, quello dei servizi di pagamento che le società costituite dai sistemi bancari e finanziari porranno in essere per utilizzare la direttiva e trarne beneficio.
La Camera, almeno a nostro giudizio, ha il compito di delimitare quali sono i soggetti cui deve applicarsi la normativa in esame; e deve essere chiaro che essa può applicarsi alle banche, alle assicurazioni e alla pubblica amministrazione, ma non può essere estesa ad ogni categoria di contribuenti o ad ogni categoria economica. Immaginate che cosa accadrebbe se tale obbligo, in sede di esercizio della delega, fosse esteso alle piccole imprese e ai professionisti: a queste attività, esercitate magari in zone disagiate, verrebbe imposto l'obbligo di effettuare e ricevere i pagamenti con modalità necessariamente telematica.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,30)
MANLIO CONTENTO. Torneremo su questi temi, poiché l'articolo al nostro esame presenta tali insidie: non si riferisce esclusivamente al sistema dei pagamenti nella pubblica amministrazione e nel sistema bancario, ma introduce - e mi riferisco ad esempio alla lettera g), su cui torneremo - anche taluni obblighi di carattere tributario e fiscale che sono a nostro giudizio strumentali ad implementare il tipo di affari e di iniziative di quelle imprese che svolgeranno i servizi di pagamento nello spazio europeo.
Potrei dire, e concludo, che abbiamo già dato abbondantemente nei confronti di banche, assicurazioni e sistemi finanziari: salvaguardiamo, almeno, le piccole imprese e i piccoli contribuenti dagli obblighi che la normativa al nostro esame vuole imporre (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, ricordo ai colleghi - a supporto di quanto detto dall'onorevole Contento, che condivido pienamente - che ad essere risollevata è l'antica e non sopita questione dell'incostituzionalità delle norme al nostro esame. Se, infatti, non viene accettato almeno l'emendamento presentato ed illustrato dal collega Contento, rischiamo di imporre l'obbligo di ricevere forme alternative di pagamento, estromettendo, di fatto, i titoli e la moneta che, fino a prova contraria, vi è obbligo di ricevere, al punto che chi la rifiuti commette un reato.
Quindi, tale antica e rinnovata questione non può essere elusa dall'attenzione del Parlamento. È impossibile estromettere e mettere al bando la moneta. Tutto questo non è possibile, se non vi è, a monte, un deliberato legislativo ben più radicale ed importante. Non è possibile introdurre un obbligo assoluto - specialmente a carico di ditte private e piccole imprese - di ricevere forme alternative di pagamento. Stiamo sicuramente violando il dettato costituzionale, oltre che gettare in gravissima difficoltà le piccole realtà economiche e professionali del Paese.Pag. 31
Invito gli onorevoli colleghi alla massima attenzione da questo punto di vista, poiché non si tratta di una questione ideologica ma, semplicemente, di rispetto costituzionale e di senso pratico della vita dei nostri concittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 472
Astenuti 5
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedele 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente raccomandiamo l'approvazione dell'emendamento in esame, che si oppone all'introduzione di una soglia massima entro la quale si possono pagare gli stipendi, le pensioni e i compensi comunque corrisposti in via continuativa ai prestatori d'opera in contanti o in assegni.
È chiaro che agli imprenditori non fa piacere mettere insieme il denaro necessario a pagare gli stipendi, ma molto spesso proviene proprio dagli operai o dai pensionati la richiesta di poter avere a disposizione somme in contanti per evitare di fare le solite trafile presso le banche, la posta e tutti i luoghi nei quali vengono accreditati i loro stipendi. Porre una soglia massima significa, in primo luogo, costringere gli operai, gli impiegati e i pensionati ad aprire un conto corrente per la destinazione del proprio stipendio e, in secondo luogo, affrontare ulteriori costi. Insistiamo, quindi, per l'eliminazione della lettera c) dell'articolo 41 e chiediamo al relatore ed al Governo di riconsiderare il loro parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, a sostegno dell'emendamento in esame, intervengo per ribadire il concetto prima illustrato di incostituzionalità sicura delle norme che si stanno introducendo e per far osservare agli onorevoli colleghi che non stiamo soltanto penalizzando le imprese o le aziende, anche di piccola dimensione, mettendole in serie difficoltà, ma stiamo penalizzando anche i percettori delle retribuzioni e dei redditi da lavoro.
Chi non è particolarmente attrezzato, non è nella condizione e non vuole sostenere gli oneri aggiuntivi per il fatto di essere recettore di queste retribuzioni, il cui limite rischierà di diventare poi generalizzato e quindi anche minimo, è assoggettato a questi oneri ed è penalizzato. Stiamo dunque penalizzando i percettori di reddito, anche modesto, e intanto stiamo estromettendo e mettendo al bando la moneta avente corso legale in questo Paese.
Raccomando dunque l'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei soltanto far rilevare che l'oggetto dell'emendamento in esame ha un limite, perché è vero che il comma 1, lettera c), rappresenta un eccesso, ma è anche vero che avremmo dovuto eliminare solo il pagamento in contanti.
L'emendamento che viene proposto non propone di eliminare il pagamento in contanti e permettere solo il pagamento con assegno. Esso sancisce la soppressione totale del comma 1, lettera c). Perciò vorrei far riflettere il presentatore dell'emendamento, in quanto a mio avviso la Commissione e il relatore avrebbero potuto accettare la proposta emendativa se in essa non vi fosse sancita la soppressione totale del comma 1, lettera c), ma si fosse conservato il pagamento con assegni, eliminando il pagamento in contanti, che è, come è noto, fonte di possibili distorsioni fiscali.
Invito il presentatore dell'emendamento a proporre una riformulazione, nel senso di eliminare la possibilità di procedere al pagamento in contanti e di mantenere quella del pagamento con assegni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per esprimere un'opinione fortemente contraria all' emendamento in esame. Spesso i lavoratori e le lavoratrici, soprattutto nelle aziende più piccole o in settori economicamente deboli, denunciano che in molte occasioni si trovano dinanzi ad un ricatto: a fronte di una presunta busta paga, tramite il pagamento delle retribuzioni in contanti viene loro elargita una retribuzione inferiore a quanto dichiarato nella busta paga stessa.
Da questo punto di vista, invece, il versamento in conto corrente, o comunque il pagamento con strumenti certificati, rappresenta uno strumento di tutela di un corretto rapporto di lavoro e della corretta retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo ci opponiamo all'emendamento in esame e chiediamo il mantenimento del testo (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Gianfranco Conte, lei non può parlare sull'emendamento in esame, perché ha già svolto il suo intervento.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, chiedo di parlare perché vi è una proposta di riformulazione.
PRESIDENTE. Intende intervenire sulla riformulazione?
GIANFRANCO CONTE. Accetto la riformulazione. Essa mi sembra ragionevole e viene incontro effettivamente alle esigenze a cui volevamo dare corso.
PRESIDENTE. Ovviamente, onorevole Gianfranco Conte, lei aggiunge la sua firma all'emendamento in esame.
Qual è l'opinione dell'onorevole relatore al riguardo? Ricorda, infatti, che solo il relatore può presentare una proposta di riformulazione, e nella fattispecie ci troviamo di fronte ad un emendamento soppressivo.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, non ho compreso la proposta. Chiedo che i colleghi la illustrino.
PRESIDENTE. È chiaro a tutta l'Assemblea che l'emendamento Fedele 41.50 è soppressivo. È difficile riformulare un emendamento soppressivo, quindi neanche la Presidenza riesce a cogliere in cosa consista la proposta avanzata. Dovrebbe essere il relatore a presentare la proposta di Pag. 33riformulazione, ma di fronte ad un emendamento soppressivo mi pare che non vi siano le condizioni per farlo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, la lettera c) del comma 1 dell'articolo 41 prevede la «introduzione di una soglia massima oltre la quale lo stipendio, la pensione e i compensi comunque corrisposti in via continuativa a prestatori d'opera non possono essere erogati in contanti o con assegni».
Conferire una simile delega al Governo per stabilire una soglia a me pare un fatto che, dal punto di vista normativo, non sta né in cielo né in terra. Si pensi che stiamo introducendo, in effetti, ciò che è stata da sempre un'intuizione da parte del Viceministro, cioè quella di non usare più il denaro come merce di scambio.
Mi domando cosa questo voglia dire per il povero pensionato, se si stabilisce, per esempio, la pensione di 1.200 euro! Rimango fortemente allibito e mi pare che, a questo punto, il Governo dovrebbe prestare seria attenzione alla proposta emendativa formulata dall'onorevole Gianfranco Conte. Nel caso contrario si tratterebbe, di fatto, del perseguimento di un obiettivo che ci pare consista nell'eliminare la moneta come merce di scambio in questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, poiché sono tra i firmatari dell'emendamento Fedele 41.50, mi rivolgo al relatore e al Governo per dichiarare che le proposte emerse dal dibattito ci trovano disponibili. Siamo pronti a riformulare l'emendamento, nel senso di mantenere la lettera c) del comma 1 dell'articolo in esame, a condizione che vengano eliminate le parole «in contanti». A queste condizioni siamo pronti a modificare l'emendamento, purché si manifesti la disponibilità del relatore e del Governo, secondo ciò che è emerso nell'ambito del dibattito.
PRESIDENTE. A questo punto, soltanto il relatore e la Commissione possono presentare emendamenti o riformulazioni dell'emendamento. Chiedo all'onorevole Lulli di pronunciarsi rispetto alle richieste che sono state avanzate e, successivamente, assumeremo le relative decisioni.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, non so se sia possibile riformulare l'emendamento soppressivo...
PRESIDENTE. La Commissione dovrebbe presentare un nuovo emendamento di modifica della lettera c) del comma 1 dell'articolo 41. È evidente che, a quel punto, i presentatori ritirerebbero l'emendamento soppressivo. Si tratta di accertare se il relatore e la Commissione siano disponibili. Chiedo al relatore, onorevole Lulli, di pronunciarsi in merito.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, se il discorso riguarda gli assegni vi può essere la disponibilità della Commissione, tuttavia ho sentito parlare di contanti. Se il problema riguarda i contanti la Commissione non è disponibile.
Peraltro, si tratta di una delega che, in ogni caso, sarà sottoposta anche al parere delle Commissioni parlamentari, quindi non si sta conferendo al Governo una delega in bianco.
Se il problema riguarda gli assegni possiamo discuterne nel Comitato dei nove, se riguarda i contanti sinceramente non capisco come potremmo riformulare la norma, proprio da un punto di vista tecnico: o si è d'accordo o non lo si è.
PRESIDENTE. Onorevole Lulli, vi è, da parte sua, una proposta di accantonamento dell'esame dell'emendamento Fedele 41.50, per valutare all'interno del Comitato dei nove la modifica che è stata proposta? Se non esiste tale disponibilità è inutile continuare a discutere e si passa ai voti.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, è possibile accantonare la proposta emendativa in esame, fermo restando Pag. 34che permane il parere contrario della Commissione sull'emendamento soppressivo Fedele 41.50.
PRESIDENTE. Sta bene. Se non vi sono obiezioni, l'emendamento Fedele 41.50 deve intendersi accantonato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 41.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, prendo la parola su questo emendamento, anche se confesso che si tratta di una coda in merito alle considerazioni svolte in occasione dell'emendamento ora accantonato.
Mi compiaccio che sia stato accantonato e suggerisco che si elabori, eventualmente, un emendamento che inglobi queste materie, unendo la lettera c) alla lettera d). Se cortesemente il relatore...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, l'ho fatta parlare, ma le ricordo che stiamo procedendo all'esame dell'emendamento Lazzari 41.51.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. È la stessa materia, Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, lei non può riportare la discussione su un emendamento che è stato accantonato. In sede di Comitato dei nove i rappresentanti del suo gruppo potranno sicuramente far presente le sue osservazioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, anche questo emendamento interviene su una questione nota. La gran parte degli introiti delle banche è basata sui servizi, ma naturalmente il costo dei conti correnti bancari è gravato anche da un imposta di bollo che viene versata allo Stato.
La proposta emendativa, proprio perché si vuole agevolare l'utilizzo della via telematica nei trasferimenti e negli utilizzi dei conti correnti, si prefigge di delegare il Governo a verificare se vi siano le condizioni per la soppressione dell'imposta di bollo sulle operazioni per via telematica ed elettronica, venendo così incontro all'esigenza di far transitare, attraverso tali sistemi, tutte le operazioni. Naturalmente un passo avanti in questo senso da parte del Governo - mi rendo conto che costerebbe, ma si potrebbe anche pensare, invece che alla soppressione, ad una riduzione dell'imposta di bollo - sarebbe gradito ai cittadini consumatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, mi scusi se forse le mie considerazioni potranno sembrare non attinenti al merito della discussione, ma vorrei riferirmi alla lettera c) del comma 1 di questo articolo, laddove si stabilisce che, oltre una certa soglia, il pagamento di una pensione non potrà più essere erogato in contanti. Mi domando in quale maniera pensate di pagare il pensionato che prende tre, quattro o cinquecento euro di pensione? Intendete forse obbligare il pensionato ad aprire un conto corrente bancario o postale? Mi sembra, ad una prima lettura, che tutto ciò sia totalmente illiberale. Il Governo deve spiegare come farà un pensionato a percepire fisicamente la propria pensione!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, le ho già dato la parola prima.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, me l'ha tolta prima, non me l'ha data!
PRESIDENTE. Le ho concesso la parola, ma lei è intervenuto su un altro argomento (Commenti del deputato Benedetti Valentini)!Pag. 35
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 41.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 249).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei valori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio per la sua cortesia, ma non sono d'accordo nel merito del suo atteggiamento precedente.
L'onorevole Benedetti Valentini lamenta di avere subito una censura da parte sua, poiché gli ha tolto la parola.
Ritengo che in questi casi, signor Presidente, consentire di parlare un minuto di più sia assai più proficuo che discutere sull'opportunità e sul diritto di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Presidente La Russa, non vi è alcun atteggiamento fazioso da parte mia (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia). È accaduto che, mentre stavamo discutendo di un emendamento, due colleghi del suo gruppo siano intervenuti su un'altra proposta emendativa e lei sa molto bene, avendo esercitato la funzione che sto esercitando io, che bisogna intervenire sull'argomento in discussione.
Ho consentito a due deputati del suo gruppo di prendere la parola, intervenendo su un altro argomento, dunque mi sembrava non fosse il caso di insistere ancora.
Questa è la ragione per cui ho ritenuto di dire all'onorevole Benedetti Valentini che non era possibile intervenire su un emendamento che, nel frattempo, era già stato accantonato. Quando si riprenderà l'esame dello stesso per l'onorevole Benedetti Valentini sarà possibile esprimersi ancora (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Onorevole La Russa, sia certo che da parte mia vi è la massima considerazione delle prerogative dei parlamentari, in particolare dell'opposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 41.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 467
Hanno votato no 1).Pag. 36
Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, è abbastanza divertente il contenuto dell'emendamento in esame che, tra l'altro, riprende le indicazioni della Commissione Bilancio. Si sostiene, in parole povere, che dall'attuazione dell'articolo 41, relativo all'introduzione dei sistemi di pagamento, non dovrebbero derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Posso anche immaginare che, attraverso le convenzioni di cui tratta la lettera a) del primo comma, vi siano alcune banche che mettono a disposizione il sistema di pagamento gratuitamente a favore delle pubbliche amministrazioni (non ne sono del tutto convinto, ma posso anche sperarlo e auspicarlo); ciò che sicuramente non riesco a comprendere, signor Presidente, è come si possa immaginare che queste imprese, che faranno parte dello spazio europeo dei pagamenti, operino gratuitamente. Infatti, come risulta dalla direttiva in questione, in particolare dalle sue premesse, risulta chiaro che, per quanto riguarda ad esempio le commissioni - non mi riferisco alle commissioni tecniche, ma a quelle come corrispettivo dei servizi - l'esperienza ha dimostrato che la ripartizione delle stesse tra il pagatore ed il beneficiario è il sistema più efficiente. Vi risparmio il resto!
Ciò sostanzialmente dovrebbe significare che le imprese potranno essere disponibili a mettere a disposizione i sistemi di pagamento, ma deve essere chiaro a tutti in quest'Assemblea, soprattutto quando si prevede l'estensione ad alcune categorie economiche, che quei servizi saranno pagati dall'utente e anche dal beneficiario. Pertanto, con quell'estensione caricheremmo di ulteriori oneri piccole imprese, contribuenti e pubbliche amministrazioni.
Questo è il motivo per cui queste clausole sono doppiamente ipocrite, come ipocrita è il Ministro Bersani sulla questione delle liberalizzazioni e sui provvedimenti che l'attuale Governo persegue (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia e del deputato Barani)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.401 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 461
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franzoso 41.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, quando la Commissione ha espresso parere favorevole su tale emendamento, ho pensato che in quella sede si fosse svolto sul medesimo un esame attento e serio; poi, però, mi sono dovuto ravvedere, perché evidentemente vi è stata una distrazione da parte del relatore.
L'emendamento in esame favorisce i consumatori per migliorarne le condizioni, riducendo o eliminando del tutto i costi annuali fissi per l'attivazione delle carte di credito ed altro, atteso che i consumatori, nel momento in cui le utilizzano, già pagano la commissione sulle varie operazioni da loro svolte.
Tutti sappiamo che la Camera ha licenziato la prima parte del decreto legge Bersani-Visco, in cui è prevista la tracciabilità di tutte le operazioni e si arriverà, se non ricordo male entro l'anno prossimo, Pag. 37intorno ai 500 euro e sarà generalizzato l'utilizzo di strumenti per la tracciabilità degli importi.
Credo che la Commissione, con gli emendamenti precedenti, non abbia voluto rispondere alla domanda del mondo delle imprese - anche se poi tutti si affannano a dare il proprio assenso di fronte a certe tematiche - ma ritengo sia arrivato il momento che il Governo metta da parte gli interessi o le attenzioni eccessive nei confronti del mondo della finanza e delle banche.
É necessario considerare, peraltro, che non si pagano più alle banche alcuni servizi, ad esempio l'apertura del conto o le carte di credito, che quasi sempre sono il riferimento degli istituti bancari.
Ricordo che il 31 di maggio, nell'annuale relazione del Governatore della Banca d'Italia, il dottor Draghi, erano presenti due passaggi fondamentali: il primo relativo alla nuova commistione tra le banche e la politica - ed evidentemente si riferiva a questo Governo, chiedendo di porre fine alle attenzioni nei confronti delle finanza - il secondo alla necessità che il credito tagli i costi e sia più attento ai clienti.
Con l'emendamento in esame - mi rivolgo con particolare attenzione a voi della sinistra - si tratta di porre un'attenzione particolare ai tanti clienti che, oggi come oggi e per i provvedimenti che si stanno introducendo in ordine alle false liberalizzazioni, vengono colpiti, in quanto non si sta facendo altro che trasferire i costi sui ceti più deboli e non su quelli medio-alti.
Ritengo, quindi, che intorno a tali aspetti, sia necessaria una certa attenzione anche da parte di una certa sinistra. Di conseguenza, mi auguro che vi sia un ravvedimento della Commissione e del Governo, nel senso che siano favorevoli all'approvazione dell'emendamento in esame, tagliando non quanto dovuto per le operazioni, ma il costo per ottenere una carta di credito, ovvero il costo fisso, che non ha più nulla a che vedere con quanto è stato già approvato alla Camera.
Mi auguro che con tale proposta emendativa non si salvaguardi più, come con l'articolo 35, il mondo delle imprese o - oso affermare ciò poiché per una certa sinistra impresa significa ricchezza - il mondo dei più agiati, ma si tratta di rispondere alle esigenze di chi ha una condizione socio-economica disagiata.
Mi auguro che si presti attenzione a tali tematiche, approvando l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franzoso 41.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 461
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere voto contrario.
La votazione dell'articolo 41 viene accantonata, in quanto è stato accantonato l'emendamento Fedele 41.50.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, accolgo l'invito del relatore al ritiro del mio articolo aggiuntivo 41.0208. Mi preme, tuttavia, rappresentare al Governo un'esigenza: l'utilizzo delle carte di credito per effettuare acquisti di beni e servizi, con pagamento differito, è effettuato prevalentemente dai ceti più deboli, cioè quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese. A me - e non solo a me - risulta che il regolamento di questo credito, che è una Pag. 38forma impropria di credito al consumo, è effettuato a tassi eccessivi, che talvolta superano il 16 per cento. In una forma di credito che si chiama revolving card, invece, il tasso è di circa l'1,20 per cento mensile.
È del tutto evidente che un intervento normativo in materia di mercato creditizio può essere considerato un elemento distorsivo della concorrenza e, come tale, improprio. Tuttavia a me sembra che il mercato del credito sia caratterizzato da un'evidente disparità di forza dei contraenti: il contraente debole, il piccolo operatore non è nella condizione di negoziare i tassi.
Pertanto, pur accogliendo l'invito, suggerisco al Governo - anche perché in passato avevo presentato un ordine del giorno in tal senso, risultato però infruttuoso - di intervenire anche con pratiche operazioni di moral suasion presso le autorità competenti, per evitare che vi siano storture di questo tipo e che vengano scaricati su persone deboli costi eccessivi, sotto forma non soltanto di tassi di interesse, ma anche di spesa di tenuta dei conti.
Qualche intervento è stato operato. Sarebbe opportuno che «illuminassimo» un po' di più il sistema: se, quindi, il Governo accogliesse l'invito ad intervenire, non soltanto raccoglieremmo l'esigenza di tanti piccoli operatori che ricorrono a questa forma di credito, ma introdurremmo anche elementi di maggiore giustizia in un mercato che presenta sicuramente disparità inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, Forza Italia fa proprio l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, in parte per le ragioni - o per quel poco delle ragioni - che il presentatore ha esposto.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'articolo aggiuntivo 41.0208 è stato fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il collega Baldelli ha fatto benissimo a far proprio l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208. Sarebbe stato veramente non elegante e non di buon gusto se l'ottimo emendamento presentato dall'onorevole Crisci - che pone un problema vero e reale - fosse poi scomparso nella nebbia del bon ton con il Governo, il quale - mi dispiace, onorevole Crisci - avrebbe dovuto dire e potrebbe dire qualcosa in più a tutela del consumatore.
Nel momento in cui si obbliga ad effettuare operazioni con la carta di credito, con la cosiddetta tracciabilità, è ovvio che ciò debba portare a un abbattimento dei costi, altrimenti il Governo sta operando come una lobby bancaria, perché alza la cortina fumogena di interventi a tutela del consumatore di scarsissima incidenza. Qualche giorno fa citavo un altro esempio: se qualcuno deve trasferire soldi, ad esempio, sulla carta «soldintasca», va in una banca e paga 2,5 euro! Per trasferire 50 euro si pagano 2,5 euro!
Allora, in questa molteplicità di interventi di pagamento tramite banca, il Governo non solo dovrebbe accogliere l'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, ma dovrebbe anche annunciare un provvedimento-quadro a tutela del consumatore, specialmente quando vi è un incentivo a usare carte di credito e altri documenti che lasciano traccia.
Quindi, a me dispiace che l'onorevole Crisci abbia ritirato il suo articolo aggiuntivo e spero che voglia reintervenire per sostenerlo con forza. Visto, infatti, che la proposta emendativa è stata fatta propria dal gruppo di Forza Italia, egli ha di nuovo la facoltà di parlare. In questa situazione, non si tratta di maggioranza o di opposizione, ma semplicemente di buonsenso. Il Governo non può celarsi dietro un comportamento rigido, perché la proposta emendativa in esame non ha alcun costo per il Governo. Perché, quindi, il Governo vuole fare da scudiero agli interessi delle Pag. 39banche nel nostro Paese anche quando si tratta di carte di credito?
Questo atteggiamento va smascherato, in quanto voi, con questa serie di operazioni, state facendo i finanziatori indiretti del sistema bancario, che finora si è retto su un meccanismo di strozzinaggio, perché per decenni gli interessi praticati dalle banche sono stati pari a quelli di un sistema di usura.
Oggi abbiamo una legge che manderebbe in galera il privato che prestasse soldi agli stessi interessi che chiedevano le banche. Quella situazione per fortuna è stata superata anche grazie all'incidenza delle risoluzioni e dei provvedimenti europei. Non dimentico mai, però, che quando il centrosinistra è tornato al Governo nel 1995, il vostro primo atto fu regalare, mi pare, 2 mila miliardi di lire al Banco di Napoli. Quindi, anziché mandare in galera gli amministratori, che con un sistema capillare di sportelli bancari, stavano mandando la banca al fallimento, voi andaste a fare il soccorso rosso ai banchieri incapaci!
Ora, con questa serie di provvedimenti, voi lasciate il cittadino in balia del sistema bancario: due euro lì, cinque euro lì, un euro là, lo obbligate a pagare con un sistema che lascia traccia. Ma quanto costano a fine anno al cittadino questi vostri equilibrismi e tripli salti mortali, sempre e comunque al servizio dell'alta finanza? (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Non è soltanto una questione di furbetti del quartierino. A monte dei furbetti del quartierino, ci sono i furboni della sinistra, che quando si tratta di banche, di finanza, di capitalismo senza regole sono sempre e comunque in ginocchio!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Anche oggi, e concludo, di fronte a questo articolo aggiuntivo, che non proviene dall'opposizione ma da un deputato che fa il suo dovere in questo Parlamento, a prescindere dalle idee diverse che si hanno, il Governo non può fare il «talebano», facendo finta di non capire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma alla proposta emendativa fatta propria dal collega Baldelli e per condividerne in pieno il contenuto. Ciò anche perché, e invito tutta l'Assemblea a riflettere, al di là delle collocazioni politiche, stiamo varando un disegno di legge che prevede misure a tutela del cittadino consumatore. Credo che nulla come la proposta emendativa in esame possa invitarci a riflettere sul fatto che detta misura, ove approvata, andrebbe non solo nella direzione di favorire il cittadino consumatore, ma soprattutto comporterebbe benefici per il consumatore con minor reddito. Invito, quindi, tutta l'Assemblea a riflettere ed a votare favorevolmente sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Alleanza Nazionale ha esaurito i tempi a sua disposizione e che, quindi, i prossimi interventi di deputati del gruppo potranno essere solo a titolo personale. Ciò a seguito dell'intervento dell'onorevole Castellani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo per aderire al presente articolo aggiuntivo, che inopinatamente è stato ritirato. Devo anche ringraziare proprio il Presidente, per avere in qualche modo favorito l'accantonamento di quell'articolo aggiuntivo su una tematica cruciale, alla quale teniamo molto.
Non sono rassicuranti le affermazioni del relatore quando afferma che il Governo dovrebbe valutare le misure per l'utilizzo del contante, e poi dice che il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera. Ciò non è vero, perché quando il Governo viene espressamente delegato, con una norma di legge, da parte delle Pag. 40Camere, esso può poi procedere in via amministrativa o attraverso la decretazione.
Sul presente argomento non utilizzo il linguaggio così - come dire - aggressivo del mio collega Buontempo, però certamente, signor Presidente e colleghi, questa tematica non può essere liquidata nella routine dei lavori parlamentari, in provvedimenti affollati di votazioni, ma deve essere oggetto di una riflessione attenta.
Dov'è il diritto del consumatore? Dove abbiamo collocato questo rapporto delicato fra la banca e i diritti fondamentali del cittadino ad autoamministrarsi, senza essere costretto da norme di legge ad aprire un conto corrente, per poi trovarsi a pagare un'altra commissione per ritirare il contante, e così via? Noi siamo favorevoli a ciò quando le intermediazioni assumono un valore importante, ma quando, nella prassi delle piccole questioni quotidiane, si è obbligati, per legge, a procedimenti di tipo elettronico o informatico, mi chiedo che fine fa, ad esempio, il rispetto delle condizioni della privacy, che vengono tutelate da un sistema legislativo attento, come è il nostro. Ma perché si devono sopportare degli oneri aggiuntivi, dei costi maggiori, semplicemente perché vi è un orientamento a controllare tutti i movimenti dei cittadini? Si tratta di un problema di cultura!
Pertanto credo e spero che, nell'aderire all'articolo aggiuntivo - che guarda caso è stato ritirato - nella Commissione si affronti, a breve, la questione sollevata con l'accantonamento, perché qui si misurano concezioni diverse di cultura e di sensibilità civile e democratica.
Noi ci schieriamo dalla parte di coloro che difendono i consumatori, che difendono i diritti fondamentali delle persone ad avere non solo rispettata la privacy, ma anche a non dover pagare balzelli inutili ad un sistema che punta al controllo dell'individuo, al controllo delle persone, come elemento limitativo della libertà personale.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, sono state svolte alcune considerazioni, conseguentemente mi corre l'obbligo di rubarvi due minuti, poi dirò come procedere.
La Commissione ha formulato un invito al ritiro. Tale invito è fondato su diversi motivi. In primo luogo, in un Parlamento in cui molti fanno a gara ad essere liberali, noi finiremmo per imporre un balzello fisso sulle carte di credito. Sinceramente non comprendo una parte di questo Parlamento, perché va bene la battaglia politica, però forse bisognerebbe avere la coerenza di non eccedere troppo sulle proprie impostazioni.
In secondo luogo, la proposta emendativa di cui si discute non rappresenta un vantaggio per i consumatori perché il 3 per cento del costo del denaro, più il prime rate, porta al 6 per cento il tasso sugli interessi passivi da pagare sulle carta di credito. Pertanto, non capisco come si facciano a sostenere queste posizioni.
In terzo luogo, si parla di «privilegio delle banche». Vorrei ricordare all'onorevole Buontempo che in questa legislatura abbiamo già ridotto per ben due volte i costi bancari ai consumatori ed ora ci accingiamo a fare un'operazione importante, quella di cui all'articolo 34 di questo disegno di legge, con la soppressione della clausola di massimo scoperto, che comporterà tre miliardi di redistribuzione di reddito all'anno a favore dei consumatori. Non mi risulta che lei, caro onorevole Buontempo, abbia mai realizzato qualcosa del genere con la sua maggioranza nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Accantoniamo, comunque, l'articolo aggiuntivo in esame di cui discuteremo in sede di Comitato dei nove. Ribadisco, comunque, che il parere sarà su di esso contrario (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Italia dei Valori).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
Pag. 41
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, lei è già intervenuto. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi che sono già intervenuti nel merito di questa proposta emendativa. Il relatore ha proposto l'accantonamento di essa e la Presidenza l'ha accolta. Vi sarà la possibilità di intervenire nuovamente quando la stessa sarà oggetto di esame da parte dell'Assemblea.
Onorevole Buontempo. In via del tutto eccezionale e a titolo personale mi dica per quali ragioni intende intervenire. Prego, parli pure. Dopo, basta!
TEODORO BUONTEMPO. Glielo dico subito. Signor Presidente, se anche lei fosse più sereno, ci aiuterebbe ad andare avanti e noi le saremmo molto grati (Commenti di deputati dei gruppi della maggioranza). Ritengo giusto ciò che ha detto il relatore quando afferma che è una cosa grave «mettere dei paletti». Sarei d'accordo - come diceva poc'anzi anche l'onorevole Tabacci ed altri colleghi - se si prevedesse espressamente solo il termine «prime rate», senza l'aggiunta ulteriore «entro il 3 per cento». Volevo dire solo che saremmo d'accordo, lo ripeto, sulla sola dicitura prime rate.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ritengo che lei non potrebbe dare la parola due volte ad un deputato sullo stesso argomento e non darla agli altri deputati che, come me, l'hanno chiesta per una sola volta. Quindi, la prego, Presidente Castagnetti, di applicare il Regolamento e di tener conto di tutte le istanze, compresa la mia.
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, lei mi aveva chiesto di parlare e io le avevo concesso la parola. Comunque, la ringrazio per questo richiamo e la prego di considerare che la Presidenza ha agito in maniera assolutamente corretta perché, essendo stata accantonata quella proposta emendativa, non aveva più senso continuare la discussione. Avevo eccezionalmente concesso la parola all'onorevole Buontempo perché non capivo a quale titolo volesse ancora intervenire. Ritengo comunque che l'incidente sia chiuso.
ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, intervengo per chiedere, al di là dell'accantonamento, di apporre la mia firma sull'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, alle 16,30, con il seguito dell'esame del provvedimento.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture, il Ministro della solidarietà sociale, il Ministro della giustizia, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, il Ministro della pubblica istruzione ed il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
(Risorse assegnate alla regione Sicilia per il programma di opere strategiche - n. 3-00936)
PRESIDENTE. L'onorevole Drago ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00936 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
Pag. 42
GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, onorevole Ministro, l'interrogazione in esame verte sui piani ordinari ANAS e Ferrovie dello Stato. Lei sa benissimo che, sulla base del comma 1018 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, il suo Ministero ha sottoposto alla valutazione della regione Sicilia i piani predisposti dall'ANAS; quello delle Ferrovie è ancora in fase di attuazione e quindi aspettiamo la valutazione.
Per quanto riguarda il piano che ci è stato sottoposto, non solo il Governo regionale, ma tutti noi abbiamo notato che, rispetto alla previsione...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE DRAGO. ...di realizzare opere stradali pari a circa 2,6 miliardi di euro, sono state, invece, finanziate opere per 342 milioni, pari a circa l'8,5 per cento rispetto ad una percentuale che, nell'ultimo decennio, era del 12,5 per cento e che, addirittura, nel 2005 si attestava al 14 per cento.
Onorevole Ministro, vorrei sottoporre anche alla sua attenzione il fatto che, in tale piano, non si prevede il criterio della addizionalità. Infatti, normalmente, per quanto riguarda le opere strategiche, che, tra l'altro, prevedono l'utilizzo delle risorse comunitarie, deve essere riconosciuta la cosiddetta addizionalità che consiste nel concorso di risorse della regione, della comunità e dello Stato.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE DRAGO. Da questo punto di vista, concludo, abbiamo notato che è come se le risorse comunitarie servissero per coprire buchi di bilancio. Ora vogliamo sapere se è proprio così!
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, da meridionale a meridionale mi permetta di dirle che non condivido l'idea che, per le regioni sottoposte anche alla legislazione comunitaria (quindi, tra queste la Sicilia e, se permette, il mio Molise, anche se sono ormai un ex), non sia rispettato il principio dell'addizionalità. So bene che tale principio deve essere rispettato; intendiamo con il principio dell'addizionalità la somma dei fondi straordinari previsti a livello europeo o anche da leggi speciali con quelli che vengono stanziati attraverso la previsione ordinaria.
Le posso assicurare che si tratta di un principio a cui intendo attenermi.
Le posso anche dire che, in realtà, il piano della viabilità di competenza dell'ANAS non è stato approvato perché, prima di approvarlo, lo abbiamo inviato alle regioni competenti affinché esprimessero il loro parere. Viceversa, quello delle Ferrovie è già stato attivato ed è stato anch'esso inviato agli organi competenti (è stato esaminato anche in questo caso dai soggetti interessati).
Per quanto riguarda la dotazione finanziaria del 2007, il metodo adottato non è stato quello della ripartizione, bensì quello dello stato di avanzamento progettuale, a fronte della necessità di completamento degli interventi già avviati, della rispondenza alle esigenze di messa in sicurezza, nonché dell'appaltabilità dell'opera nel quinquennio di riferimento del piano.
Cosa intendo dire? Intendo dire che il principio di addizionalità non lo si trova scritto nel piano, risultando da un esame complessivo delle varie fonti di finanziamento.
Con riferimento alle opere da finanziare in via ordinaria, ci siamo attenuti a questo principio: prima si considerano le opere da mettere in sicurezza, poi le opere di completamento di quelle già esistenti, infine le opere che sono in uno stato progettuale avanzato. Questo per evitare di finanziare sulla carta qualcosa che poi non è possibile realizzare in alcun modo.
Concludo, precisando che - anche per dare un valore percentuale - per la regione siciliana, nel triennio 2002-2004, la quota assegnata fu dell'8,8 per cento e nel Pag. 43triennio 2003-2005 dell'8,4 per cento. Tali percentuali sono in linea con quello che intendiamo prevedere e che prevediamo anche nel piano attuale con riferimento alle risorse ordinarie al netto, ovviamente, dei finanziamenti della cosiddetta legge obiettivo.
PRESIDENTE. L'onorevole Drago ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, signor Ministro, vorrei ritenermi soddisfatto della sua risposta, valutando gli interventi programmati e quelli ultimati. La speranza è che, alla fine del quinquennio, sarà possibile realizzare quelle opere e ottenere quelle risorse che lei intende garantire non solo alla regione Sicilia, ma a tutto il centro-sud.
Devo dire, tuttavia, che, rispetto al Documento di programmazione economico-finanziaria (che prevedeva una particolare destinazione di risorse, proprio per superare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno), dai dati oggi a disposizione emerge che il 66 per cento delle risorse è stato destinato al centro-nord, mentre il 34 per cento è stato destinato al centro-sud. Capisco che la programmazione è in itinere, anche rispetto alla realizzazione delle opere e può essere modificata, ma oggi il dato è questo.
Allo stesso modo, ritengo di dover sottolineare a lei, signor Ministro, che proprio la mancanza del principio di addizionalità è stata una delle cause che ha portato la Commissione europea a ritenere non ricevibile il quadro strategico nazionale/programma operativo nazionale «reti e mobilità» nel febbraio 2007 e, addirittura, a censurarlo fortemente nel mese di maggio.
Capisco il ragionamento che lei sostiene, cioè di andare a vedere come si realizzeranno le singole opere, quali saranno appaltate nel tempo, al di là del fatto di andare a guardare le singole voci, o il totale delle risorse destinate.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
GIUSEPPE DRAGO. Ciò, però, richiede una grande attenzione da parte del Governo, un grande controllo da parte nostra, perché ritengo che le opere infrastrutturali siano di un'importanza fondamentale per il rilancio del Sud e della Sicilia in particolare.
(Iniziative per modificare le procedure e la gestione delle risorse in relazione ai «contratti di quartiere» - n. 3-00937)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00937 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, mi sembra che come Ministro dei lavori pubblici sia un po' in difficoltà! Praticamente non sta attuando alcun tipo di programma! Le piccole e grandi opere pubbliche sono bloccate. Forse, rendeva meglio quando era nella magistratura, ma, nella fattispecie, parliamo di «contratti di quartiere 2» che, a causa di controricorsi, questioni procedurali ed interventi del TAR, sono bloccati; non viene stanziato più di un miliardo di euro per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese.
La sua non brillante idea della terza edizione dei contratti di quartiere, avendo cambiato la filosofia e le procedure del bando, senza alcun tipo di esperienza, assieme alle innovazioni apportate, ha peggiorato complessivamente le procedure attuative, allungando notevolmente i tempi di definizione per i comuni, gli operatori pubblici e gli operatori privati.
PRESIDENTE. Onorevole Barani, concluda.
LUCIO BARANI. Concludo, Presidente. Eppure in uno dei suoi tanti proclami, rimasti inevasi, senza nozione di causa, aveva dichiarato che, entro la Pasqua, sarebbero stati distribuiti i finanziamenti per i contratti di quartiere 2. Le chiedo, Pag. 44ma a quale Pasqua si riferiva, a quella che è passata o a quella di quale secolo?
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Mi dispiace, ma, onorevole, vorrei contraddirla ed anche con determinazione! Lei è semplicemente disinformato - totalmente disinformato! - e chiamo, come testimoni, i venti governatori che, con me, hanno sottoscritto il documento e che hanno ricevuto il decreto di assegnazione delle risorse in tutte le loro regioni.
I «contratti di quartiere 2», i cui fondi erano bloccati a causa di inefficienze e di irregolarità del precedente Governo, sono stati da me sbloccati totalmente e formalmente attribuiti (vi è al riguardo rassegna stampa a iosa che troverà anche presso l'Ufficio pubblicazioni di questa Camera).
Per quanto riguarda i «contratti di quartiere 3», mi dispiace dissentire - e dissentire con determinazione! - dalle sue affermazioni. Non li ho ideati io, ma sono stati inventati dal precedente Governo! Il precedente Governo ha ideato una formulazione talmente controversa e contraddittoria da aver provocato una miriade di ricorsi al TAR, il quale ha sospeso l'applicazione di quel provvedimento. Oggi, anche quel terzo contratto di quartiere troverà il suo sbocco semplicemente perché ho dato mandato ai legali dell'Avvocatura dello Stato di non «coltivare» il ricorso al TAR da parte dello Stato, ma di mettere tutti i soldi a disposizione della regione.
Mi dispiace quando, alla disinformazione, consegue un'informazione all'opinione pubblica che non ha né capo né coda!
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente non sono soddisfatto della risposta, perché lei, signor Ministro, ha detto delle bugie. Non conta, infatti, ciò che si ha intenzione di fare, ma se si concretizza l'attuazione della programmazione dei contratti di quartiere!
Nessuna amministrazione, nessun comune d'Italia, nessun operatore pubblico e privato hanno ancora ricevuto un euro. Questa la verità! Poi, i proclami, le Pasque, le contrattazioni con le regioni le lasci fare a chi è in grado di farle, tanto non portano assolutamente a nulla!
I comuni, gli operatori privati e pubblici hanno bisogno di vedere l'azione concreta e diretta del Ministero, come avvenuto per i «contratti di quartiere 1». In questo caso era il suo Ministero che direttamente elargiva, controllava e prevedeva stati di avanzamento. È così che si fa! Allora, perché non si fida di sé stesso? Perché non fida dei suoi operatori? Prenda lei, direttamente, in mano la gestione e non la realizzi tramite le regioni, come il suo Molise! Le regioni e il suo Ministero non fanno nulla! Non riescono a portare a casa nessuna opera! L'Italia ha bisogno di modernizzarsi, di attuare i programmi e di non rimanere fanalino di coda dei paesi europei. Lei ci sta facendo diventare un fanalino di coda!
Nessun euro - su questo aspetto la sbugiardo pubblicamente! - è stato attribuito alle amministrazioni periferiche, perché il suo Ministero non è in grado di farlo. Le ho dato la soluzione: gestisca lei direttamente la situazione e non passi tramite le regioni: così è accaduto per i «contratti di quartiere 1» che sono giunti tutti a destinazione!
Sia modesto! Impari come si amministra! Certo, non si diventa un grande Ministro, senza una buona preparazione, ma abbia l'umiltà di capire e di informarsi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIO BARANI. Concludo, Presidente. Sono a sua disposizione: le posso insegnare e dare ripetizione su come si fa (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori) ad aiutare le pubbliche amministrazioni in Italia!
Pag. 45(Orientamenti del Governo sulla realizzazione dell'opera «terzo valico ferroviario dei Giovi» - n. 3-00938)
PRESIDENTE. L'onorevole Benvenuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lovelli n. 3-00938 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmatario.
ROMOLO BENVENUTO. Signor Presidente, signor Ministro, parliamo del terzo valico ferroviario dei Giovi, della linea che collega la Liguria con il Piemonte, Genova con il basso Piemonte e la Lombardia, il porto di Genova con il porto di Rotterdam lungo il canale 24, uno dei canali prioritari per l'Unione europea.
Sappiamo che il progetto è stato predisposto, vogliamo capire dal Governo quali sono le priorità nella partecipazione al bando del Parlamento europeo di importo pari a 8.013 miliardi, i tempi ed i finanziamenti di questa opera strategica per la Liguria, il Piemonte e la Lombardia...
PRESIDENTE. Onorevole Benvenuto, concluda.
ROMOLO BENVENUTO. ... ma strategica, in generale, per il Paese nei suoi rapporti con l'Unione europea al fine di non trasportare le merci su gomma e, quindi, per decongestionare la Liguria ed i porti di Genova e di Vado Ligure.
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, il programma delle reti TEN per il periodo 2007-2013 è stato trasmesso a Bruxelles il 22 febbraio e la Commissione europea ha indicato i criteri di selezione. Il programma in parola - quello europeo - prevede per tale periodo complessivi 16,1 miliardi di euro; di tale cifra la quota di contributo europeo è pari al 30 per cento per i progetti transfrontalieri e del 20 per cento per i progetti interni. Stiamo parlando di 16 miliardi di euro destinati a tutti i Paesi dell'Unione europea; è chiaro, quindi, che l'Italia non può pensare di ottenerli tutti per sé, ma deve selezionare alcuni specifici interventi, specie quelli transfrontalieri, puntando sulla qualità degli stessi. Magari potessimo ottenere tutti quelli che abbiamo richiesto che ammontano, per rispondere alla presente interrogazione, a 1.262 milioni di euro, circa un miliardo e duecento, per il tunnel del Brennero, per la tratta internazionale Torino-Lione, per la tratta Trieste-confine sloveno e per il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario! Per le sezioni nazionali abbiamo chiesto 2 miliardi 599 milioni di euro per l'accesso Brennero-Fortezza e per le linee Milano-Bologna, Verona-Napoli, Bussoleno-Torino, Torino-Venezia, Venezia-Trieste e Genova-Novara-confine svizzero in cui ricade, appunto, il terzo valico dei Giovi. Abbiamo richiesto i finanziamenti per tutte queste opere, anche se non in questo ordine.
Nel gennaio 2007 abbiamo revocato le concessioni e abbiamo affidato a gare ordinarie il sistema per reperire il contraente per l'alta velocità da realizzare per le tratte Genova-Milano, Milano-Verona e Verona-Padova, la cui realizzazione è confermata, così come quella del terzo valico dei Giovi.
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari relativi all'opera, essi sono disciplinanti dalla legge finanziaria per il 2006 che ha soppresso il sistema precedente di finanziamento ISPA ed ha previsto il finanziamento direttamente a carico dello Stato.
Stiamo quindi procedendo all'attuazione dei lavori secondo il programma concordato e per il 2007 contiamo anche di appaltare o comunque di affidare tramite gara uno dei tratti ancora interessati dall'alta velocità.
PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di replicare.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, signor Ministro, la sua risposta ci lascia solo parzialmente soddisfatti perché quella Pag. 46da lei fornita è da considerarsi una risposta complessiva su come il Governo si è mosso rispetto al programma delle reti TEN per il periodo 2007-2013 all'interno del quale, in ordine agli interventi sulle reti nazionali, è inserito, nell'ambito della Genova-Novara-Sempione, anche, come sappiamo, il terzo valico dei Giovi.
Naturalmente, ci pare che la conferma della realizzazione del terzo valico, così come è disciplinata e gestita a livello legislativo con la previsione di una revoca dei precedenti impegni contrattuali, rimanga ancora molto incerta, tant'è vero che lei ha ipotizzato il 2007 come anno in cui possa prendere avvio la procedura.
Ritengo che sia indispensabile, in questo momento, che il Governo definisca una decisione in vista della scadenza dei bandi comunitari; che faccia una verifica definitiva della finanziabilità dell'opera e delle alternative che discendono da eventuali insufficienze degli interventi europei e che intervenga per verificare le modalità concrete di appalto. È indispensabile, soprattutto, che, con l'allegato infrastrutture che sarà collegato al prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria, che ha validità triennale, tale problema trovi soluzione definitiva e che sia impostato come scelta di programmazione, aprendo, poi, subito un tavolo di confronto a livello locale che, come lei sa, non è mai mancato in questi anni e che continuerà ad essere disponibile.
È necessario che ci sia un'iniziativa, perché questo confronto, che ha dato luogo in passato anche ad accordi procedimentali fra Rete ferroviaria italiana, enti locali e regioni, si riapra, si concretizzi e dia delle risposte nel senso auspicato in ordine all'esigenza di implementare il traffico ferroviario e di sviluppare i progetti logistici del basso Piemonte e della Liguria (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Iniziative per un adeguato potenziamento del fondo per le non autosufficienze - n. 3-00939)
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00939 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
KATIA ZANOTTI. Signor Ministro, il nostro Paese è molto in ritardo nell'affrontare la grande questione sociale della non autosufficienza. Sappiamo - abbiamo un'opinione comune, credo - che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica non può più sottrarsi al compito di promuovere politiche che mirino ad estendere significativamente la rete dei servizi, per rendere le prestazioni un diritto esigibile per tutti e, nel contempo, ridurre anche l'impatto finanziario per le famiglie che si prendono carico, accudiscono e assistono le persone non autosufficienti.
La legge finanziaria per il 2007 ha istituito un Fondo apposito, che rappresenta un segnale molto importante.
Signor Ministro, in Commissione Affari sociali - lei lo sa bene - abbiamo iniziato la discussione su un progetto di legge relativo alla non autosufficienza. Con la presenta interrogazione, le chiediamo in quali tempi e con quali provvedimenti il Governo intenda utilizzare le attuali risorse del Fondo, previste dalla legge finanziaria, e quali iniziative il Governo intenda assumere per dare un sostegno maggiore e più adeguato, anche in termini di risorse finanziarie, a questo bisogno così diffuso delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, per quanto riguarda le domande poste, convenendo con l'onorevole Zanotti, sia sulla necessità che questo Paese si doti, finalmente, di livelli essenziali di assistenza, che definiscano dei diritti certi ed esigibili per tutte le persone, sia sulla necessità di affrontare la questione della non autosufficienza, la situazione attuale è questa: il Ministero della solidarietà sociale ha sostanzialmente definito un disegno di legge delega, concordato con il Ministero della Pag. 47salute, che è quello più direttamente interessato, in quanto parliamo di un settore ad alta integrazione socio-sanitaria. Questo disegno di legge delega verrà, nel corso di questa e della prossima settimana, verificato con gli altri Ministeri con cui è necessario procedere alla concertazione, con le regioni, i comuni e le parti sociali. Quindi, diciamo che nell'arco di una quindicina di giorni avremo un testo, sulla base del quale iniziare una discussione.
I contenuti del testo sono, tenderei a dire, i soliti: la definizione della non autosufficienza, l'individuazione dei diversi livelli possibili di non autosufficienza e l'individuazione dei diritti che ogni livello di non autosufficienza assicura alle persone, ipotizzando di mettere nello stesso provvedimento i livelli essenziali socio-sanitari di più diretta competenza sanitaria e quelli di più diretta competenza sociale, in modo da produrre un'effettiva integrazione.
I tempi sono, quindi, un paio di settimane.
Nel frattempo, stiamo definendo il provvedimento in ordine alla spesa del Fondo per il 2007, che per forza di cose deve essere fatta a monte della legge che verrà approvata e che sarà vigente dal 2008 in avanti.
Per il 2007 stiamo discutendo con le regioni per il riparto delle risorse del fondo sulla base di due elementi di priorità: lo sviluppo della domiciliarità nelle cure, e quindi la non ospedalizzazione dei non autosufficienti, e l'apertura degli sportelli per la presa in carico dei non autosufficienti, laddove non c'è ancora questo servizio da parte delle strutture pubbliche.
Da ultimo, risponderò su come il Governo intenda provvedere dal punto di vista finanziario per incrementare il Fondo. Condivido con lei la necessità di aumentare le risorse stanziate nel fondo. Ad oggi non esiste una decisione del Governo in materia.
PRESIDENTE. Ministro Ferrero, la invito a concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Il sottoscritto ha chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri di inserire la questione della non autosufficienza nella discussione sul tavolo del welfare con le parti sociali, in modo che in quella sede si possano definire le risorse, a partire dal cosiddetto «tesoretto», da destinare alla non autosufficienza.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di replicare.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione il Ministro Ferrero. Egli sa - ci siamo incontrati alcune volte in Commissione - che aspettavamo la notizia del disegno di legge delega sulla non autosufficienza.
Chiedo al Ministro, anche per non dissipare un lavoro molto importante svolto in Parlamento, se sia possibile, non appena si creino le condizioni adatte, dopo l'esame congiunto fra i vari Ministri e le regioni, un incontro in Parlamento, in Commissione, proprio su quel disegno di legge delega.
Credo che le famiglie italiane, che ci hanno sollecitato peraltro in questi anni (ma ricordo le iniziative legislative dei sindacati pensionati), debbano avere una risposta. Dico ciò proprio perché so che condividiamo e tutti abbiamo in questo Parlamento una sensibilità forte su un tema così dirimente, peraltro affrontato da altri Paesi con delle risposte organiche. Noi siamo in ritardo, come ho detto.
Quello che lei sta facendo, signor Ministro, lo consideriamo un lavoro importante. Ci aspettiamo, al più presto, di avere una definizione dei livelli essenziali dell'assistenza per la non autosufficienza, che è il punto di passaggio dirimente sul quale costruire una quantificazione delle risorse. Sappiamo di parlare di un investimento, in termini di risorse, formidabile.
PRESIDENTE. Onorevole Zanotti, la invito a concludere.
KATIA ZANOTTI. Sappiamo anche che si ragiona in termini di gradualità. Se cominciamo a dare le risposte che lei ha annunciato sono convinta che il segnale Pag. 48che daremo sarà quello di avvio di un percorso davvero positivo, efficace e, speriamo, anche al più presto molto concreto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
(Misure per il miglioramento delle condizioni di vita dei nomadi con particolare riferimento alla situazione dei minori - n. 3-00940)
PRESIDENTE. L'onorevole Del Mese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00940 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
PAOLO DEL MESE. Signor Presidente, onorevole Ministro, credo che siano ormai note a tutti le condizioni in cui versa da diversi anni la popolazione nomade nel nostro Paese. Le stime ufficiali parlano di circa centosessantamila persone, di cui novantamila provenienti dalla ex Iugoslavia e dalla Romania, che vivono in condizioni abitative da Terzo Mondo, disastrose, e che determinano un allarme sociale abbastanza diffuso per ciò che concerne la stretta connessione tra le gravi condizioni di povertà e la microcriminalità. Se a tutto ciò si aggiunge anche lo stato di salute di questi cittadini, e naturalmente anche la mancanza assoluta di scolarizzazione, è necessario ed urgente, credo, intervenire per procedere sia ad una vaccinazione di massa - forse quello che usato è un termine piuttosto ampio - sia ad interventi tesi alla effettiva scolarizzazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO DEL MESE. Per tutti questi motivi, chiedo al Governo di conoscere quali interventi intenda adottare per porre rimedio a tale questione.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, condivido con l'interrogante la situazione di assoluto degrado in cui versano i campi nomadi e ritengo che tale situazione non sia più tollerabile, soprattutto in virtù della semplice constatazione che larga parte di coloro che sono chiamati nomadi, in Italia nomadi non sono, ma sono, in realtà, stanziali. È necessario, quindi, lavorare per il superamento dei campi, al fine dell'inserimento in un tessuto abitativo «normale» dentro il territorio. Segnalo che le politiche sociali rientranti nella mia responsabilità diretta sono delegate ai comuni, alle province ed alle regioni, per cui non c'è possibilità, da parte del Ministero, di intervenire direttamente su queste situazioni, poiché sono comuni, province e regioni che debbono agire.
Ciò premesso, per quanto riguarda le nostre realizzazioni, in primo luogo abbiamo aumentato la dotazione del Fondo per le politiche sociali, cui sono destinati quest'anno 945 milioni di euro, mentre il Governo precedente ne aveva stanziati solo 500. I comuni devono intervenire su questa situazione anche attraverso il Fondo suddetto. In alcune zone ciò accade, ad esempio a Napoli, dove si sta svolgendo un ottimo lavoro, in altre zone, invece, i comuni non fanno pressoché nulla. Purtroppo, il Ministero non ha la possibilità di obbligarli ad agire.
In secondo luogo, abbiamo dato vita ad un Fondo di inclusione sociale dei migranti. Stiamo predisponendo il decreto per la definizione della spesa relativa a tale Fondo (50 milioni di euro), e con il medesimo Fondo prevediamo di realizzare un intervento sui campi nomadi. Inizieremo con un intervento sperimentale, che punta al superamento dei campi e, anche attraverso l'autocostruzione, all'inserimento dei nomadi in un tessuto abitativo «normale», politica attuata in altre parti d'Europa e che ha dato buoni frutti dal punto di vista dell'integrazione. In relazione, ancora, al Fondo di inclusione sociale, stiamo predisponendo le misure per la lotta alla dispersione scolastica - uno Pag. 49dei fenomeni peggiori che interessano i bambini e i ragazzi dei campi nomadi -, per costruire, sempre assieme ai comuni, percorsi per portare a scuola i ragazzi e le ragazze.
In terzo luogo, sul piano europeo, l'Italia si è battuta ed ha ottenuto che si definisse la costituzione di un Fondo per l'integrazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Tale Fondo entrerà in vigore dal prossimo animo, ed anche attraverso di esso sarà possibile realizzare progetti. Per quanto mi riguarda, inoltre, farò presente al Ministero della sanità, competente in materia di salute pubblica, il problema da lei posto, onorevole Del Mese, e da me condiviso, così come con il Ministero della pubblica istruzione stiamo lavorando per intervenire sul versante della scuola.
Concludo semplicemente segnalando ...
PRESIDENTE. Più velocemente che semplicemente, se possibile...
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Finisco molto velocemente senza annoiare il Presidente e l'Assemblea, segnalando che fenomeni di aggressione e di conflitto tra nomadi e popolazione residente sono avvenuti non solo in situazioni di campi illegali, ma anche, purtroppo, di campi legali, e non sempre - devo dire - la popolazione italiana ha fatto una splendida figura (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. L'onorevole Del Mese ha facoltà di replicare.
PAOLO DEL MESE. Quanto alla risposta del Ministro, de iure condendo è naturalmente pensabile ed auspicabile che la serie di buone intenzioni espressa dal Governo sia poi seguita da atti maggiormente concreti, perché ci troviamo in una situazione veramente difficile e drammatica. Basti pensare che dei campi esistenti nel nostro Paese solo circa cento sono autorizzati, mentre circa cinquecento non sono a norma di legge, né lo sono quelli autorizzati quanto alle condizioni igieniche in cui versano e ai vasti fenomeni che si avvertono quotidianamente, relativi, soprattutto, alle offese arrecate ai bambini, indifesi rispetto alle difficoltà che si trovano ad affrontare.
Che ci sia bisogno di un intervento europeo è fuori discussione, così come è altrettanto vera la necessità di una politica coordinata al raggiungimento dello scopo. Però, ciò che mi meraviglia è l'atteggiamento assunto, ad esempio, dalla Romania, che ci rimprovera una scarsa attenzione rispetto a questi fenomeni. Ciò non deve avvenire e mi auguro che nel prosieguo del tempo vi sia tutta la disponibilità del Governo rispetto a questo problema, attenzione che già esiste, ma che ritengo sia ancora insufficiente.
Pertanto, ringrazio il Ministro, mi ritengo soddisfatto e mi auguro che il futuro possa dar luogo a questa concretizzazione.
(Accordi di cooperazione tra la Bielorussia e l'Italia in materia di affidamento di minori - n. 3-00941)
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00941 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, signor Ministro, con questa interrogazione mi riferisco all'ormai famoso caso della bimba bielorussa che era ospitata da una coppia di Cogoleto, in provincia di Genova. Più nello specifico vorrei cercare di capire quali sono stati i termini dell'accordo bilaterale che sarebbe stato firmato il 10 maggio, circa un mese fa; in particolare, vorrei riferirmi all'elaborazione del citato accordo, che nasce dalla necessità di fornire una precisa regolamentazione giuridica dei programmi di accoglienza dei bambini. Infatti, anche riguardo al trattato siglato pochi giorni or sono, Pag. 50siamo in presenza di un atteggiamento del tutto particolare da parte delle autorità della Bielorussia, che hanno - in verità - nuovamente aperto la possibilità dei soggiorni terapeutici, ma per quanto riguarda il problema specifico delle adozioni si sono fermate ad un numero praticamente irrisorio, che sarebbe - tra l'altro - in violazione del citato accordo bilaterale.
PRESIDENTE. Saluto i membri del «consiglio comunale dei ragazzi» del comune di San Marco in Lamis in provincia di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione dell'onorevole Pedrini, ricordo che in data 7 settembre 2006 il tribunale per i minorenni di Genova emetteva decreto, confermato dalla corte d'appello il successivo 28 settembre, con cui veniva revocato l'affidamento della minore Viktoria Maroz al comune di Cogoleto, autorizzandone il rientro in Bielorussia. Il tribunale autorizzava la famiglia ospitante ad accompagnare la bambina in patria. La corte d'appello, peraltro, precisava che erano venuti meno i poteri dell'autorità giudiziaria di provvedere con urgenza all'interesse del minore straniero, perché la Repubblica bielorussa aveva assunto adeguate misure nell'interesse della bambina, predisponendo un apposito programma riabilitativo.
Come è noto, la bambina sottratta inizialmente dalla famiglia ospitante, una volta ritrovata, veniva condotta in Bielorussia, accompagnata da medici italiani, in modo da assicurare la necessaria assistenza terapeutica, sino a quando fosse ritenuto necessario. Su incarico del tribunale per i minorenni, gli stessi medici si recavano in Bielorussia dal 3 al 9 dicembre 2006, per una verifica del programma riabilitativo e dei cambiamenti verificatisi dopo il rientro in patria della minore. I sanitari rilevavano che la bambina, dopo avere inizialmente soggiornato in un istituto diverso da quello dove si trovava prima di venire in Italia, era in quel momento ospitata dalla famiglia bielorussa presso cui già viveva il fratello Sacha. Aggiungevano che la bambina aveva stabilito un buon rapporto con tale famiglia e si trovava a suo agio nella nuova situazione.
Quanto al più specifico quesito posto dall'onorevole Pedrini, devo rilevare che non esiste alcun accordo bilaterale che consente di chiedere allo Stato straniero la verifica delle condizioni psicofisiche di un minore e che renda possibile riportarlo in Italia. Peraltro, i Governi italiano e bielorusso hanno sottoscritto di recente, proprio grazie al Ministro della solidarietà sociale, Ferrero, lo scorso 10 maggio, un accordo, il cui testo tra l'altro si può consultare - così mi riferiva il Ministro Ferrero - sul sito Internet del Ministero della solidarietà sociale, un accordo che contiene i principi e le disposizioni operative che definiscono finalità e criteri di programmi solidaristici e di risanamento per i minori bielorussi.
In particolare, è stato stabilito, da un lato, che tutti i minori orfani, avendo un tutore nominato dall'autorità bielorussa, non possono mai essere considerati in stato di abbandono sul territorio italiano, dall'altro lato, che i programmi di accoglienza si fondano su presupposti e condizioni differenti da quelli propri delle adozioni e trovano pertanto una regolamentazione diversa dalla disciplina delle adozioni internazionali.
Per quanto concerne, poi, le modalità del soggiorno in Italia è previsto che i minori siano ospitati temporaneamente presso famiglie o strutture idonee...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. ...preventivamente informate delle finalità dei viaggi di risanamento e dello status giuridico dei minori e, più in generale, degli impegni a carico degli ospitanti.
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrini ha facoltà di replicare.
Pag. 51
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, purtroppo su queste questioni devo rilevare che abbiamo valutazioni diverse rispetto a quelle del signor Ministro.
In data 5 settembre 2006 il presidente del tribunale dei minori, con la lettera che ho tra le mie mani, faceva riferimento allo stato della salute della bambina tale da non permetterne il trasferimento, ne ordinava la permanenza in Italia ed affermava testualmente: «Si deve peraltro sottolineare come le lettere qui inviate dall'ambasciata (della Bielorussia) adoperino a tratti un sorprendente linguaggio intimatorio e mostrino una sorta di confusione tra la materia dell'adozione e la protezione e le procedure di conseguenza».
Inoltre, analizzando il caso, devo rilevare che, per quanto mi riguarda, con valutazione non solamente mia, ma di uno schieramento di parlamentari appartenenti sia al centrosinistra sia al centrodestra, si è in presenza di violazioni di norme poste a tutela di una minore ed esattamente, per quanto è richiamato anche nel nostro dettato costituzionale, delle convenzioni internazionali (faccio riferimento specifico alla Convenzione dell'Aja, che, non a caso, non è stata ratificata dalla Bielorussia) ed, in particolare, delle Convenzioni di New York che dettano norme in materia.
Un adulto avrebbe avuto possibilità di difesa, ma trattandosi di una bambina minore vi sono stati atteggiamenti del tribunale e della corte di appello che ne hanno permesso il rientro in patria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Ministro, a causa della limitatezza del tempo a mia disposizione, mi rivolgo alla sua nota sensibilità, come tutti i parlamentari che fanno parte del comitato «Aiutiamo Maria» (che non ha alcuna intenzione di cessare la sua attività). Ci siamo rivolti anche al Ministro degli affari esteri ed ora mi rivolgo anche a lei, come Ministro, e alla sua personale sensibilità umana, per fare in modo che la bambina di cui abbiamo parlato possa avere la speranza di tornare in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Sussistenza di indagini in relazione alla manifestazione svoltasi davanti al carcere de L'Aquila il 3 giugno 2007 - n. 3-00942)
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Piazza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00942 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
ANGELO PIAZZA. Signor Presidente, domenica scorsa tutto il Paese ha assistito sgomento a fatti gravissimi. Davanti al carcere de L'Aquila si è svolta una manifestazione a sostegno espresso di terroristi e brigatisti ivi rinchiusi, condannati in sede penale per omicidio e atti di terrorismo e in quell'occasione sono state pronunciate frasi gravemente offensive nei confronti di Marco Biagi, di Massimo D'Antona, dell'ispettore Raciti e delle vittime di Nassiriya. Si è trattato di un fatto molto grave, che è stato preparato nei giorni precedenti, secondo quanto riferiscono tutte le fonti giornalistiche, attraverso scambi di e-mail e attraverso Internet.
Il Paese chiede a lei, signor Ministro, ed al Governo cosa le Forze dell'ordine e la magistratura abbiano fatto per prevenire questo gravissimo episodio, per individuare i responsabili e stanno operando, soprattutto la magistratura, per punirli? È un fatto ignobile dal punto di vista morale, ma anche una circostanza in cui sono stati commessi reati, dall'apologia al vilipendio.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, prima di formulare ogni altra considerazione, devo dire che provo forte impressione, sdegno e disgusto anche morale, per quanto mi riguarda, e non posso che manifestare una condanna incondizionata quando leggo di fatti come quelli avvenuti a L'Aquila. Ho Pag. 52visto orribili scritte, slogan inneggianti alle morti di carabinieri di Nassiriya, dei professori Biagi e D'Antona e dell'ispettore Raciti.
Mi chiedo, a volte, come mai in questa circostanza alcuni uomini possano arrivare ad odiare la vita di altri uomini al punto di desiderare la loro morte e il dolore che per tutta la vita accompagnerà i loro familiari. Devo anche, da questo punto di vista, utilizzare quest'occasione (perché ho ascoltato e letto slogan relativi ad agenti di polizia penitenziaria e al personale della mia amministrazione affermavano: «Ci saranno vedove e orfani»), per esprimere la mia solidarietà al personale de L'Aquila e a tutti coloro che in Italia, nell'ambito dell'organizzazione dell'amministrazione penitenziaria, sono impegnati. Spero anche che essi abbiano la solidarietà e la fiducia dell'intero Parlamento.
Dobbiamo purtroppo rilevare che esiste qualcosa di malato e perverso: la psiche di queste persone. Non c'è solo l'elemento di natura ideologica. Mi pare, infatti, un'ideologia molto distante da aspetti di natura morale, dalla politica di convivenza civile in una democrazia come la nostra. Per fortuna certi comportamenti, che pure hanno una forte risonanza mediatica che li fa apparire, a volte, più grandi di quello che in realtà sono, riguardano sparuti gruppuscoli di individui, che la storia di questi ultimi decenni e la coscienza civile italiana hanno già abbondantemente isolato e condannato.
Ho voluto premettere queste brevi considerazioni che esprimono il mio sentire, onorevole Piazza, che mi pare essere uguale al suo, ma passo subito anche ai profili penali. Al riguardo, posso comunicarle quello che il procuratore della Repubblica de L'Aquila ha riferito, vale a dire di avere prontamente avviato le indagini preliminari dopo aver ricevuto l'informativa preliminare dalla DIGOS della questura de L'Aquila, iscrivendo il procedimento penale n. 2268/07. Tale procedimento è stato assegnato al magistrato di turno che ha ricevuto l'informativa dalla polizia giudiziaria. Allo stato la DIGOS sta acquisendo tutto il materiale fotografico, cinematografico e sonoro utilizzabile per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione di eventuali responsabilità penali.
Ritengo, quindi, che valutazioni processuali più complete - che fornirò, quando sarà possibile, al Parlamento e a lei - potranno essere compiute soltanto in seguito, esauriti debitamente gli accertamenti in corso.
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Piazza ha facoltà di replicare.
ANGELO PIAZZA. Ringrazio il Ministro e desidero soprattutto sottolineare l'aspetto della prevenzione di questi e di fatti analoghi, che sono gravissimi anche se commessi, come lei diceva, signor Ministro, da sparuti gruppi di persone, perché hanno risonanza e perché, comunque, si tratta dell'eco di periodi in cui il nostro Paese ha vissuto momenti drammatici, in preda al terrorismo; periodi che sono superati ma, evidentemente, non del tutto.
Prendo atto che la magistratura, la DIGOS e le Forze di polizia hanno avviato le indagini. Ciò che mi preme evidenziare è che, nella specie, mi pare essere mancata completamente l'opera di prevenzione, perché la manifestazione era preparata da tempo, vi erano da tempo - secondo quanto riferiscono le fonti giornalistiche - segnali che sarebbe accaduto qualcosa di molto spiacevole e di molto grave.
Rimaniamo, io e tutto il Parlamento, in attesa di conoscere lo sviluppo delle indagini. Credo che proseguire le indagini in modo molto serio e corretto, individuare i responsabili e punirli costituisca un segnale importante da parte dello Stato, in un momento in cui il terrorismo dimostra di non avere abbassato completamente la testa.
(Iniziative del Governo in merito alle manifestazioni di solidarietà nei confronti di condannati e indagati per reati di terrorismo - n. 3-00943)
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni Pag. 53n. 3-00943 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, il Ministro Mastella poco fa ci ha raccontato che è intervenuta la magistratura sulla manifestazione dello scorso 3 giugno a L'Aquila. Peccato che non ci ha detto minimamente, invece, che cosa abbiano intenzione di fare il Governo e questa maggioranza per prevenire atti terroristici e per combattere il terrorismo in tutte le sue forme. Alla manifestazione di domenica a L'Aquila era presente, tra i vari manifestanti, l'ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista, partito che fa parte integrante della vostra maggioranza di Governo. Quindi, ci sembra di capire che l'atteggiamento del Governo sia troppo spesso quello di utilizzare il guanto di velluto contro rappresentanti del terrorismo, che meriterebbero invece un atteggiamento molto più duro.
Vorremmo poi conoscere l'opinione dei rappresentanti del Governo, soprattutto nel momento in cui alcune parti della vostra maggioranza intendono il terrorismo in modo diverso da ciò che è; vorremmo capire se considerano una terrorista come la Lioce per ciò che è, quindi un'assassina, oppure un'eroina, come abbiamo ascoltato domenica scorsa a L'Aquila.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, ho avuto l'onore di conoscere e di collaborare con Marco Biagi e quindi ho provato, a livello personale, sdegno e rabbia di fronte ad episodi come quelli de L'Aquila.
Tuttavia, devo ricordare che la disciplina costituzionale del diritto di riunione non prevede alcuna autorizzazione da parte dell'Autorità di pubblica sicurezza: l'articolo 17 della nostra Carta costituzionale, infatti, dopo aver affermato che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi, precisa, con chiarezza, che solo per le riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica: a tale disciplina s'informa il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza.
Venendo ai fatti, la manifestazione cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti era stata preavvisata il 19 maggio dal rappresentante del collettivo «Compagne e compagni contro il carcere» ed era volta a protestare contro il sistema detentivo e l'applicazione dell'articolo 41-bis (il cosiddetto carcere duro). A seguito di tale comunicazione, sono stati predisposti adeguati servizi a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche grazie ai contingenti di rinforzo inviati nella misura richiesta. All'evento, che ha visto l'effettuazione di un corteo nel centro cittadino e di un successivo presidio nelle adiacenze del carcere di Preturo, hanno partecipato circa duecentocinquanta persone. I manifestanti, oltre a tracciare sui muri scritte contro le forze dell'ordine, il clero, il Papa, il sistema carcerario e i centri di permanenza temporanea, hanno scandito slogan inneggianti alla strage di Nassyria e contro i professori Marco Biagi e Massimo D'Antona.
Poiché le fasi della manifestazione sono state registrate dal personale della Polizia scientifica, già il giorno successivo la Digos ha potuto trasmettere una prima consistente informativa di reato alla procura della repubblica dell'Aquila e sono attualmente in corso le indagini tese all'identificazione dei responsabili degli illeciti.
Anche a Bologna e a Modena sono state informate le competenti autorità giudiziarie in ordine, rispettivamente, alle scritte e alle e-mail citate dai colleghi interroganti; in entrambi i casi sono in corso indagini.
Concludo assicurando alla Camera che le forze di polizia e gli apparati di intelligence non sottovalutano in alcun modo i rischi collegati alle manifestazioni di solidarietà nei confronti degli autori di reati eversivi. Tali episodi si sono vistosamente Pag. 54intensificati dopo i recenti arresti di esponenti dell'estremismo marxista-leninista e vengono seguiti con la massima attenzione. Non c'è alcuna tolleranza e neppure una generica condanna, ma una forte azione tesa a contrastare il pericolo di una ripresa del terrorismo.
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di replicare.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro perché noi vorremmo proprio sapere quali siano le azioni alle quali ha fatto riferimento concludendo il suo intervento, perché al di là del corso dell'attività della magistratura, che applica le leggi attualmente vigenti, è evidente che il Governo non ha adottato tutte le misure necessarie e, soprattutto, non ci ha detto cosa intenda fare nel futuro per combattere il terrorismo. Non avete preso in modo esplicito, come Governo, le distanze da questa manifestazione, perché forse vi è una parte della vostra maggioranza che, quanto meno, vi ha aderito, visto che era presente l'ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista.
Signor Ministro, non è un problema di apologia di reato, di istigazione a delinquere o di istigazione a uccidere, ossia di ipotesi di reato comunque rilevanti e da denunciare - tant'è vero che la Lega Nord ha già presentato una denuncia in tal senso - ma ci sono i fatti: sono morte delle persone, vi sono dei terroristi e i giovani a cui si fa riferimento, che troppo spesso vengono liquidati come «giovani» o «compagni che sbagliano», ma sono gli stessi che vanno a spaccare le vetrine e ad incendiare le automobili; sono quelli che quando trovano i militanti di altri partiti, che non la pensano come loro, li picchiano. Tra l'altro, sono anche codardi, perché si mettono in dieci contro uno.
Quindi, noi denunciamo tali fatti e chiediamo quali iniziative il Governo intenda intraprendere per combattere il terrorismo in tutte le sue forme e le idee assolutamente lesive, tra l'altro, dello spirito della democrazia. Su tale punto il Ministro non ci ha assolutamente risposto; noi crediamo, invece, che questa sia una delle priorità del Paese per cercare di garantire la sicurezza.
Lei, signor Ministro, ha affermato che ha lavorato con il professor Biagi: anche la Lega Nord ha lavorato con lui ottenendo ottimi risultati; però, proprio nella prospettiva di garantire un futuro migliore con la legge Biagi, che riguarda soprattutto i giovani, tengo a sottolineare che i giovani normali non sono quelli dei centri sociali o quelli che fanno queste manifestazioni, ma quelli che vanno a lavorare, studiano, escono con la morosa: non sono insomma quelli che la domenica, quando hanno un'ora libera, vanno ad incendiare un'automobile o a spaccare una vetrina (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
Questa é la differenza sostanziale. I giovani sono un'altra cosa: non sono quelle quattro persone estranee alla saponetta quanto alla democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
(Compatibilità ambientale del progetto di ampliamento di una cava presso il Monte San Lorenzo nel Friuli-Venezia Giulia - n. 3-00944)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00944 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione verte sul Monte San Lorenzo in Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco. Per ampliare la cava preesistente è stata autorizzata la sostanziale decapitazione del Monte San Lorenzo: è un piccolo monte, che non ha la grandiosità fisica delle pareti dolomitiche, ma è il simbolo di Maniago, da sempre al centro di leggende, di racconti e della storia delle sue genti. Dalle falde del monte, inoltre, nasce la roggia che portò, nel 1400, alla nascita delle coltellerie della storia artigianale di Maniago.Pag. 55
Recentemente l'impresa Cementizillo Spa ha ottenuto dal comune il permesso di ampliare notevolmente la cava, passando da 20 a 35 ettari di area cava. Tutto ciò determinerà un gravissimo danno paesaggistico e ambientale ed una perdita del patrimonio naturale e storico delle comunità locali. Soprattutto, il monte passerà da 650 a 590 metri di altezza.
Le chiediamo, signor Ministro, se sia a conoscenza di tale scempio ambientale e se, soprattutto, l'intervento risulti in regola. In caso di risposta affermativa, le chiediamo se non ritenga comunque urgente e indispensabile impegnarsi per scongiurare una deturpazione ambientale, che sconvolgerebbe una pregiata area del Friuli-Venezia Giulia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, risulta che il sito oggetto dell'ampliamento della cava, situato nel Monte San Lorenzo, è localizzato a una distanza di circa 1.500 metri dal sito di importanza comunitaria incluso nell'elenco della rete europea Natura 2000 Val Colvera di Jof.
È pertanto necessario valutare se le attività che si intendono condurre in tale area possano ingenerare interferenze, anche indirette, nei confronti di tale sito. In tal caso, giova ricordare che le autorità locali competenti hanno la responsabilità di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate. In ordine ai piani e ai progetti da realizzare in dette aree, ove si riscontrassero le ipotesi sopra formulate, deve essere prevista l'applicazione della procedura di valutazione di incidenza, in osservanza della direttiva europea.
Da quanto riferito dalla regione Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco sono attive due cave di calcare autorizzate e si apprende che presso l'amministrazione non è pervenuta a tutt'oggi alcuna richiesta di autorizzazione all'ampliamento delle attività estrattive.
Non è stata altresì avviata alcuna procedura di VIA, né la regione è in possesso dei dati relativi alle superfici e ai volumi previsti dal nuovo progetto di ampliamento della cava, né tanto meno ha conoscenza delle previsioni progettuali relative al nuovo progetto. La regione metterà in atto tutte le azioni previste dalla normativa vigente in materia di tutela ambientale.
Le competenze del Ministero dell'ambiente in materia di attività estrattive non sono previste nella fase autorizzativa che, sia per la parte paesaggistica, sia estrattiva, ricadono in ambito regionale. In tal caso la regione, dopo aver rilasciato le autorizzazioni, le trasmette al Ministero dell'ambiente, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004.
Il Ministero, solo per la parte paesaggistica, ove esista un vincolo, deve intervenire al fine del controllo di legittimità e ha sessanta giorni di tempo per effettuare ed esercitare tale controllo. Nel merito il Ministero, qualora giunga l'autorizzazione della regione, procederà al controllo di legittimità suddetto, tenendo conto delle criticità rilevate dall'interrogazione.
Da ultimo, il comune di Magnago ha fatto presente che, prima che il progetto di scavo sia approvato dalla commissione regionale, intende avviare urgentemente un processo di modifica del piano regolatore.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di replicare.
MANUELA DI CENTA. Ministro Santagata, la ringrazio per la risposta che ha letto, ma mi permetta di dire che ho visto una palla che si è «rimpallata» dalla regione al Ministero e che dal Ministero alla regione Dio solo sa se è andata in goal da qualche parte.
Non parliamo di cose che non si sa dove siano: parliamo della cima di una montagna, di un fattore ambientale che più chiaro e nitido di così non può essere. Pag. 56Mi dica una cosa sola: se il Ministro dell'ambiente - che, tra l'altro, non so come mai oggi non sia qui: mi dispiace moltissimo, ma è lei, Ministro Santagata, a rispondere - tutela qualcosa, oltre al mare e all'ambiente, chissà, forse può tutelare anche una cima di montagna? Se non tuteliamo una cima di montagna, cosa dobbiamo tutelare nella nostra natura? Me lo dica e me lo faccia capire, perché c'è qualcosa che mi sfugge veramente!
Si tratta di una questione non soltanto tecnica. Io esigo un impegno per la nostra natura, che è la nostra storia - la storia della gente che va al mattino nella chiesa del San Lorenzo a pregare, che ha i suoi folletti e le sue storie - affinché la gente da Magnago possa sempre vedere la cima della sua montagna. Lo esigo non solo a nome di tutta la gente di Magnago, ma anche a nome di tutti noi che abbiamo a cuore il territorio, la montagna e non solo. In questo caso si tratta di una montagna di 650 metri di altezza: non è l'Everest, non è l'Himalaya, ma è una parte di noi stessi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Orientamenti ed iniziative del Governo in merito al problema dei «costi della politica» - n. 3-00945)
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00945 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, da anni si discute del problema dei costi della politica e della necessità di una loro riduzione. Noi Verdi siamo convinti che il problema vada affrontato con equilibrio e rigore, senza cedere, tuttavia, a ondate demagogiche e populiste. L'antipolitica e l'antiparlamentarismo sono malattie mortali per ogni democrazia e per ogni sistema istituzionale, ma lo sono anche il diffondersi di pratiche degenerative, di privilegi ingiustificati, di ipertrofia degli apparati, di sperpero del denaro pubblico.
Per questo riteniamo che debbano tempestivamente intervenire sia il Governo, il Parlamento e gli altri organi costituzionali, sia le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, l'intero sistema delle autonomie e il sistema delle società a partecipazione pubblica.
Poiché il Governo ha più volte dichiarato di voler essere protagonista attivo al riguardo, chiediamo quali iniziative intenda assumere per la riduzione dei costi della politica, in una logica di leale collaborazione e di comune responsabilità.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la riduzione dei costi della politica costituisce uno degli obiettivi prioritari dell'attività di Governo. Su questo tema riteniamo e condividiamo che non sia opportuno operare solo sull'onda emotiva della campagna mediatica in corso.
Il rischio che si arrivi a un distacco dei cittadini dalla politica esiste ed è concreto. È urgente dare delle risposte, ma il Governo ritiene opportuno partire da riflessioni sul tema già avviate in sede di predisposizione del programma. Mi riferisco, in particolare, agli obiettivi di riduzione dei costi collegati al funzionamento degli apparati politici e della macchina amministrativa e a quelli strettamente necessari al rafforzamento della trasparenza delle istituzioni pubbliche.
In attuazione di tali obiettivi, il Governo ha già adottato misure di contenimento e razionalizzazione della spesa attraverso specifiche disposizioni del cosiddetto decreto Bersani del luglio 2006 e della legge finanziaria. Stiamo, comunque, predisponendo un'ulteriore attività attraverso un disegno di legge apposito, che dovrebbe vedere la luce - penso di poter dire che vedrà la luce, almeno per quanto riguarda il Governo - nel mese di giugno.Pag. 57
A tale proposito, il Governo ha attivato un dialogo concreto in sede di Conferenza unificata Stato-regioni con gli altri livelli di autonomie, allo scopo di definire le linee di fondo di tali interventi, in uno spirito di cooperazione e di condivisione fra le istituzioni.
È evidente che questa strada comporta anche la volontà del Governo e, credo, nella sua autonomia, anche del Parlamento, di individuare misure di riduzione della spesa che riguardino anche le proprie strutture.
Le linee portanti del disegno di legge del Governo saranno quattro.
In primo luogo, vi è la riforma della rappresentanza politica ai diversi livelli territoriali. Ad esempio, sono allo studio la revisione del numero dei componenti degli organi rappresentativi ed esecutivi e dei relativi emolumenti, nonché la revisione delle dimensioni territoriali e delle competenze di comunità montane e province.
In secondo luogo, è necessaria la razionalizzazione della pubblica amministrazione, con la previsione, ad esempio, del riordino e accorpamento di enti, organismi e strutture pubbliche, nonché del taglio di enti inutili non riordinati entro una determinata data.
Il terzo punto concerne la trasparenza e la riduzione dei costi delle società in mano pubblica, con la previsione, tra l'altro, della riduzione del numero dei componenti degli organi di tutte le società in mano pubblica statale non quotate in borsa e di meccanismi di selezione pubblica per tutte le assunzioni. Mi riferisco alle società statali, perché la legge finanziaria è già intervenuta sulle società locali.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 16,10)
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. L'ultimo principio riguarda la promozione dell'etica pubblica, con misure volte a rendere più trasparenti gli emolumenti dei titolari di cariche elettive statali e locali e il trattamento economico dei vertici amministrativi, dei dirigenti e consulenti di enti, di amministrazioni centrali e locali, e con misure volte a selezionare, tramite concorso pubblico, i candidati per tutte le nomine di competenza dello Stato e a limitare gli incarichi pubblici che possano essere assunti dai titolari di cariche elettive.
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, a nome dei Verdi vorrei ringraziare sinceramente il Ministro Santagata per quello che ha detto e per il contributo che il Governo vorrà dare nel nostro comune impegno per la riduzione dei costi della politica.
Il primo obiettivo che dobbiamo perseguire è valorizzare la democrazia politica in tutte le sue articolazioni rappresentative, esecutive ed amministrative. I cittadini chiedono giustamente che il sistema democratico sia trasparente - l'ha detto lei poco fa - ed efficiente, che le istituzioni siano effettivamente in grado di legiferare e di governare con tempestività ed efficacia, che gli apparati amministrativi siano razionali, funzionanti e realmente al servizio della società, del suo sviluppo e dei suoi bisogni in termini di equità e di giustizia.
Se vogliamo sconfiggere la demagogia e il populismo - ci sono anche questi - dobbiamo fare in modo che le istituzioni democratiche abbiano le risorse per funzionare efficacemente, ma che siano anche pienamente trasparenti e che sappiano cancellare quegli aspetti che appaiono come privilegi ingiustificati, costi non necessari, abusi privi di fondamento, legati solo allo sperpero del denaro pubblico.
Aspetti di degenerazione - bisogna ricordarlo - ci sono anche nel mondo economico ed imprenditoriale, nel mondo finanziario e bancario, nonché nel mondo dell'informazione. I divari sociali e gli scandali, sotto questo profilo, hanno raggiunto negli ultimi anni aspetti francamente intollerabili in disprezzo all'equità e alla giustizia sociale: un mercato senza Pag. 58regole e senza limiti è all'opposto di un equilibrato sistema economico e finanziario finalizzato allo sviluppo e non al privilegio. Ma anche il mondo della politica e delle istituzioni in tutte le sue articolazioni - l'ha detto bene, signor Ministro - deve sapere ripristinare regole di trasparenza, di correttezza, di equità, di efficienza e di efficacia.
Per questo dobbiamo fare tutti la nostra parte e farla presto, per non alimentare la crisi della politica e la strisciante delegittimazione delle istituzioni, dal Parlamento al Governo, dalla Presidenza della Repubblica...
PRESIDENTE. Deputato Boato, la prego di concludere.
MARCO BOATO. ...alla Corte costituzionale, dalle regioni alle province autonome, al sistema delle autonomie: tutti dobbiamo dare una risposta tempestiva e rigorosa alle legittime attese dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Tempi per l'introduzione di condizioni fiscali di vantaggio a favore delle imprese del Mezzogiorno - n. 3-00946)
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00946 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MARIA REINA. Ancora una volta noi parlamentari del Movimento per l'Autonomia abbiamo ritenuto opportuno - anzi sottolineo necessario - riproporre il tema di una diversa fiscalità per le nuove imprese che intendono agire nel Mezzogiorno d'Italia, e stavolta - malgrado da un anno a questa parte non siamo stati per nulla ascoltati dal Governo e poco sentiti anche dallo stesso Parlamento - lo facciamo con dati di fatto.
Il rapporto annuale dell'Istat per il 2006 testimonia, con indicatori precisi, incontrovertibili, una condizione di collasso - addirittura di collasso! - del Mezzogiorno e del meridione. Se non interveniamo subito, a fronte di interventi di natura infrastrutturale, il rischio che il Paese, drammaticamente, rimanga diviso, è inevitabile.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE MARIA REINA. Concludo subito. Pertanto chiediamo al Governo di conoscere quali orientamenti manifesta in tale direzione.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, l'interrogazione prende giustamente spunto dalla perdurante difficoltà economica e sociale del Mezzogiorno: è sotto gli occhi di tutti.
All'interno del perimetro tracciato dalle esistenti regole comunitarie - che consentono solo a condizioni ben determinate il ricorso agli aiuti di Stato a favore delle imprese - il Governo condivide pienamente la necessità di un sostegno alle aziende che operano nelle aree di particolare disagio del sud. Ricordo agli onorevoli colleghi, che nella legge finanziaria per il 2007 è prevista la riduzione del costo del lavoro a favore delle imprese, con una forte accentuazione delle agevolazioni per le aziende operanti nel Mezzogiorno. Il decreto-legge adottato dal Governo il 23 maggio scorso consente di dare un'applicazione immediata, già con il prossimo acconto fiscale, ad un provvedimento che, a regime, garantirà per le imprese del sud una deduzione sull'imponibile IRAP, in media, di 10 mila euro per ogni lavoratore occupato a tempo indeterminato.
La medesima legge finanziaria prevede la reintroduzione del credito di imposta per i nuovi investimenti in beni strumentali al sud. Il provvedimento, a fronte del quale è previsto un cospicuo stanziamento, e che interessa il periodo 2007-2013, è già pienamente operativo.Pag. 59
La legge finanziaria per il 2007 prevede ancora la creazione di zone franche urbane, al fine di favorire lo sviluppo economico e sociale - anche tramite interventi di recupero urbano - di aree e quartieri degradati nelle città del Mezzogiorno. A tali scopi si prevede la creazione di un apposito fondo, con una dotazione di cento milioni di euro, per il biennio 2008-2009. Il Governo ha da tempo avviato le necessarie iniziative, al fine della definizione e dell'individuazione delle zone franche urbane e dei relativi meccanismi di agevolazione per le imprese. La rilevanza della materia è stata ritenuta tale da renderla oggetto di discussione tra il Governo e le parti sociali, all'interno di uno specifico tavolo di concertazione dedicato ai problemi del Mezzogiorno. Nel corso delle prossime settimane e comunque entro giugno, saranno definiti i dettagli necessari per avviare la fase di attuazione concreta del provvedimento.
Infine, nel quadro dei provvedimenti adottati e delle risorse stanziate a favore della crescita economica del sud, devo sottolineare la decisione - assunta con la legge finanziaria per il 2007 - di garantire al Fondo per le aree sottoutilizzate una copertura finanziaria di durata settennale. Ciò consente di indirizzare verso tale fondo le risorse messe a disposizione delle aree svantaggiate dal nuovo quadro strategico nazionale per gli anni 2007-2016, pari complessivamente a circa 120 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Ministro, prendo atto delle dichiarazioni che lei ha reso in questa Assemblea e dei dati che ha fornito. Tuttavia desidero precisare che l'intervento predisposto dal Governo è solo parziale e non adeguatamente sufficiente ad affrontare la condizione complessiva, che è realmente drammatica e difficile da superare.
Desidero ricordare in questa sede solo alcuni dati, che probabilmente susciteranno impressione se se ne comprende esattamente la condizione che esprimono. Ben sette su dieci famiglie dichiarate povere in Italia vivono nel Mezzogiorno, e segnatamente nelle regioni più a sud, in particolare in Sicilia.
In alcune occasioni queste famiglie non hanno avuto i soldi necessari per comprare da mangiare e il 5 per cento delle persone di cui ho parlato non può permettersi un'alimentazione adeguata. Non è più tempo di misure di rafforzamento è tempo di misure drastiche, per questo ci siamo riferiti al rapporto Hokmark della Commissione europea. Perché siamo convinti che bisogna attuare anche qui, come è stato attuato in Irlanda, un programma di fiscalità, di vantaggi - noi riteniamo necessario delle misure di fiscalità compensative per le condizioni infrastrutturali in cui si trova tutto il sud Italia - che permetta, come ha permesso in Irlanda, alle popolazioni meridionali una condizione di sviluppo diversa. Tutto ciò dovrebbe essere attuato con misure urgenti sin da ora, da subito e soprattutto con la prossima legge finanziaria rispetto alla quale ci misureremo al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
(Iniziative per diffondere la cultura del rispetto presso le giovani generazioni - n. 3-00947)
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00947 (Vedi l'allegato A - interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, signor Ministro, a nostro avviso è urgente rivalutare la parola «rispetto» che oggi purtroppo si è svuotata di significato e si utilizza solo come antidoto al primato della violenza che sembra la sola capace di regolare le relazioni interpersonali.
Riteniamo che la scuola allora possa svolgere un ruolo fondamentale, offrendo ai giovani opportunità di confronto sulla sessualità, sulle varie forme di violenza, sul peso delle tradizioni arcaiche rispetto Pag. 60alla loro crescita psicofisica, per proporre modelli di convivenza civile basati sul rispetto delle differenze dei valori della laicità e della democrazia. Le chiediamo signor Ministro se ci sono in programma iniziative per diffondere la cultura del rispetto presso le giovani generazioni.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, condivido il fatto che il termine «rispetto» debba essere una delle parole chiave reinserita all'interno della funzionalità delle nostre scuole, dei progetti educativi e delle offerte formative. In tale senso ci siamo orientati nel documento di indirizzo culturale alla scuola italiana (nella modifica delle indicazioni nazionali del primo ciclo), lo abbiamo posto a base del documento su scuola e legalità, lo abbiamo posto alla base delle linee guida contro il bullismo e la violenza nelle scuole. Rispetto di sè che significa accettazione di se stesso e anche contributo della scuola a cercare di «ricondurre a senso» tutta la frammentazione che si vive all'interno delle aule scolastiche, non a discapito dell'insegnamento delle discipline ma nell'aiutare il soggetto ad avere una cognizione di sè e nell'accompagnarlo nella costruzione della propria identità.
Rispetto degli altri, della dignità della persona umana. Non possiamo essere interpellati solo quando viene calpestata la nostra dignità ma dobbiamo essere interpellati ogni qual volta è il più debole ad essere calpestato, ad essere oggetto di violenza. Questo rispetto degli altri deve avvenire nella ricchezza straordinaria che nelle nostre classi c'è di etnie, di sesso, di orientamento sessuale, di lingua e di religione. In questo senso vanno i documenti della commissione intercultura che sta lavorando affinché la diversità non sia mai una colpa ma sempre fonte di ricchezza e di straordinaria opportunità. Per questo abbiamo ripreso nel forum delle associazioni dei genitori e nella collaborazione anche con le associazioni dei genitori dei ragazzi omosessuali un dialogo e un confronto proprio per contribuire a questo concetto del rispetto.
Rispetto anche della legalità e delle regole che non si possono mai infrangere; diversamente il bene non viene premiato e il male non viene punito. Non è un problema di voto di condotta che interagisce con il merito, ma quando i violenti restano nelle nostre scuole e le vittime escono ciò è una sconfitta del nostro sistema di istruzione che deve essere risolta proprio con un ripristino del termine rispetto che preveda anche modifiche delle sanzioni disciplinari che riguardino sia gli studenti che i docenti, anche se si tratta di poche mele marce.
Rispetto anche del disagio e della risposta da dare al disagio delle nostre giovani generazioni. Ho ancora stampata nella mente quella giovane ragazza, suicida a sedici anni, che ha lasciato un messaggio in cui diceva: «dalla vita ho avuto tutto, pure il superfluo, vi siete dimenticati di darmi l'indispensabile».
In questo termine di «rispetto» è anche contemplata la capacità della scuola e degli adulti di trasmettere valori, e quando parliamo di maestri di vita ciò significa che chi insegna, chi è adulto o genitore deve essere in grado di offrire ai giovani non solo un buon consiglio, e tanti cattivi esempi, ma anche la testimonianza - nei fatti e nell'esistenza, oltre che con le parole - di ciò che può creare identità, appartenenza e condivisione di un progetto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...Si tratta di una responsabilità consapevole che non riduce solo «all'avere» il termine «rispetto», il quale deve infine riguardare anche il rapporto tra scuola e famiglia
Proprio in questa ultima accezione ...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...deve essere inserito Pag. 61il patto di corresponsabilità che la famiglia deve stringere con la scuola, a partire dal prossimo anno scolastico.
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di replicare.
KATIA BELLILLO. Signor Ministro, siamo soddisfatti, bisogna fare qualcosa subito, e dobbiamo proprio partire dai giovani e dalla scuola, perché nessuno deve avere paura di essere se stesso, e perché non si devono più accettare umiliazioni e insulti.
Basta con questa violenza che corrode il Paese ogni giorno un po' di più!
Abbiamo a disposizione uno strumento che è anche una forza: il rispetto. Allora, educhiamo i giovani a questo valore universale, e a praticarlo, perché è alla base di ogni società realmente laica, e quindi democratica: è il rispetto la base della civile convivenza! Occorre avviare una campagna nelle scuole, tra i giovani, con i progetti che lei qui in breve ha illustrato, magari coinvolgendo le associazioni sulla detta nozione, e spiegare ai giovani che la Repubblica difende i loro diritti, i diritti dei tutti.
Occorre altresì creare spazi per il dialogo, per fare incontrare i giovani, aiutandoli a definire la qualità della cittadinanza, e a ridefinire legami sociali, perché il vivere insieme, l'uguaglianza, la laicità siano i valori fondanti della vita collettiva, ma soprattutto occorre informare i giovani sui loro diritti e doveri, in altre parole, sulle leggi del nostro Paese.
(Iniziative per ripristinare il tempo prolungato nelle scuole - n. 3-00948)
PRESIDENTE. La deputata De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00948 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, signor Ministro, la scuola è uno straordinario laboratorio di cittadinanza, e l'ultima interrogazione, quella che mi ha preceduto, si pone in tale direzione; dunque è importante sviluppare quei progetti che sono stati bloccati, in questo senso, dalla cosiddetta riforma Moratti.
Tale riforma, tra i vari aspetti negativi, ha abrogato il tempo pieno. Si trattava di una straordinaria esperienza pedagogica ed educativa, nata negli anni Settanta dal basso, dalle comunità, dai territori, dall'impegno e anche dalla lotta di genitori e insegnanti.
Tale esperienza è stata bloccata dalla riforma Moratti, la quale ha ridotto il monte ore a trenta, ha eliminato la compresenza degli insegnanti e ha sostanzialmente creato uno «spezzatino» di ore a domanda individuale.
È molto importante che il tempo pieno venga ripristinato; lo chiedono il mondo della scuola, i genitori, le famiglie: si tratta dunque di un'esigenza educativa importante.
Chiediamo che il Governo faccia un passo avanti e lo faccia presto in questa direzione...
PRESIDENTE. Per favore...
TITTI DE SIMONE. ...e per tali ragioni oggi le rivolgiamo questa interrogazione.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, abbiamo agito in due tempi su quanto richiesto dall'onorevole De Simone.
Siamo intervenuti nell'immediato - anche a normativa vigente - sulla domanda da parte delle famiglie di un tempo pieno e prolungato, che in molte regioni del Paese è aumentata, in particolare in Emilia Romagna e la Lombardia, a cui abbiamo offerto i primi segnali di ampliamento dell'organico di fatto.
Inoltre abbiamo avviato le procedure con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero dell'economia e delle finanze per ottenere l'ampliamento dell'organico Pag. 62di fatto di mille unità e in tal senso rispondere anche a normativa vigente alle esigenze prioritarie emerse nel Paese.
Per quanto riguarda invece il ripristino del principio del tempo pieno e del tempo prolungato come un'unica unità di tempo-scuola, credo che la trattazione del provvedimento che reca norme in materia di istruzione all'esame della VII Commissione possa essere la sede per introdurre su iniziativa del Governo, attraverso un dibattito parlamentare, il ripristino del principio delle 40 ore e delle compresenze, anche alla luce delle valutazioni e degli aggiornamenti didattici e delle nuove sperimentazioni che nel corso degli anni si sono compiute nel nostro Paese, a livello nazionale e a livello internazionale.
È del tutto evidente che l'attivazione concreta e pratica del tempo pieno e del tempo prolungato - lo preciso onde non ingenerare false aspettative - è connessa ai fondi e alle risorse che di anno in anno il Parlamento affiderà al Ministero della pubblica istruzione per la loro realizzazione. In tal senso, credo sia indispensabile la predisposizione di piani triennali che consentano su tutto il territorio del nostro Paese di avviare il tempo pieno. Penso all'utilità del tempo pieno nelle aree del disagio del sud anche come strumento di prevenzione e di legalità e come sia importante, nell'attivazione delle risorse e nella realizzazione del tempo pieno, la compartecipazione a pieno titolo, sancita anche nella Costituzione, delle regioni, le quali hanno responsabilità nel piano dell'offerta formativa e nella gestione della rete e degli enti locali. Non solo per la struttura di supporto, dalle aule ai locali ai laboratori alle mense ma credo anche in maniera determinante per le risorse necessarie a garantire questo diritto visto che è una competenza specifica anche degli enti locali e, in modo particolare, delle regioni. In questo modo potremmo non solo ripristinare il principio e far fronte all'emergenza ma anche avviare un piano di realizzazione nel Paese dove le comunità locali e le regioni diventano parte attiva non nella redistribuzione delle risorse ma nella corresponsabilità dell'attuazione di un progetto di cui oggi si sono a gran voce fatti portavoce e condividono le istanze...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione... ma credo che la condivisione delle istanze riesce meglio se oltre alle parole si pongono in essere anche i fatti.
PRESIDENTE. La deputata De Simone ha facoltà di replicare.
TITTI DE SIMONE. Signor Ministro, siamo soddisfatti di questa risposta che, tra l'altro, è un segnale importante, anche perché, come lei giustamente ha ricordato, cade nel mezzo di una discussione parlamentare che si sta svolgendo appunto in VII Commissione su disposizioni urgenti per le scuole e noi, come gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, avevamo già segnalato, nel rapporto e nella discussione che si è aperta con la presenza del Governo, l'esigenza di intervenire in questo provvedimento, il primo utile e necessario, proprio con la normativa di ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato. Quindi il suo segnale, oggi, è importante; il dibattito si svolgerà e giungerà - spero velocemente - ad una conclusione.
Però lei segnalava una questione molto tempo importante, il fatto che, appunto, bisogna dare una risposta organica ai problemi e che naturalmente, anche da questo punto di vista, la domanda di ripristino del tempo pieno, le nuove richieste di tempo pieno, non solo quelle del passato ma anche le crescenti domande odierne, devono essere raccolte e tale discorso non può essere una variabile dipendente soltanto da una politica di investimento, di aggiustamento degli organici che di anno in anno può mutare.
È necessario, è importante questo richiamo ad una iniezione significativa di investimenti e di risorse per la scuola statale, per la scuola pubblica, per ripristinare servizi essenziali dal punto di vista Pag. 63pedagogico-educativo come questo, per ridare competenza ed efficienza ed efficacia agli organici, per risolvere i problemi delle scuole che sono molti...
PRESIDENTE. La prego, di concludere.
TITTI DE SIMONE. ...a questo proposito vorrei segnalare che vi sono deficit notevoli anche nel pagamento delle supplenze. Dunque in occasione dell'appuntamento con il Governo, per quanto riguarda anche la discussione di questi giorni sul « tesoretto»...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
TITTI DE SIMONE. ...e poi nella individuazione del contenuto del DPEF, bisognerà tener presente che è necessaria per le scuole un'iniezione di risorse essenziali.
(Iniziative per la promozione dei biocombustibili e per la realizzazione di una filiera agro-energetica - n. 3-00949)
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00949 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14), di cui è cofirmatario.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, il tema dell'interrogazione a risposta immediata riguarda i biocombustibili, ossia i prodotti che derivano dalle coltivazioni agricole - mais, soia e girasole - che possono essere trasformati in energia o impiegati come combustibili per sostituire la benzina e il diesel. Non sogni, ma realtà!
Nella scorsa legislatura, con il Governo Berlusconi e con il Ministro Alemanno, abbiamo dato l'avvio a tale filiera, che può rappresentare, nel panorama dell'agricoltura italiana, un'ulteriore possibilità di reddito per i nostri agricoltori, un'opportunità per il nostro ambiente ed una grande opportunità anche per il nostro Paese, per riuscire a creare un'alternativa alle fonti dell'energia.
Oggi, dopo un anno del vostro Governo, ci troviamo di fronte ad una situazione per la quale, se le leggi sono state approvate, non si hanno i decreti applicativi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCA BELLOTTI. Concludo, Presidente. Chiediamo, pertanto, come il Governo abbia intenzione di agire in questo settore.
PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo considera prioritario e strategico il rispetto degli obiettivi comunitari fissati dalla direttiva 2003/30/CE dell'Unione europea nel campo della produzione e della commercializzazione dei biocombustibili. Per tale motivo, già con la legge finanziaria per il 2007, è stato definito un quadro organico di interventi, tesi a definire un sistema di regole capace di assicurare, da un lato, il raggiungimento degli obiettivi comunitari e, dall'altro, di massimizzare le ricadute di sviluppo economico e di sostenibilità ambientale nazionale.
In tale quadro viene confermato l'obiettivo nazionale di immissione in consumo di biocarburanti - sia biodiesel che bioetanolo - nella misura del 5,75 per cento entro il 31 dicembre 2010.
In particolare, a decorrere dal 1o gennaio 2007, i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, hanno l'obbligo di miscelare una quota minima di biocarburanti, o altri carburanti rinnovabili, nella percentuale dell'1 per cento per il 2007 e del 2 per cento per il 2008. Tale obbligo sarà incrementato, nella prossima legge finanziaria, per allinearsi all'obiettivo comunitario del 2010.Pag. 64
Il rispetto di tali obiettivi viene assicurato attraverso l'introduzione di un meccanismo di sanzione proporzionale e dissuasiva, attribuita ai soggetti titolari dell'obbligo, cioè le imprese che immettono in consumo carburanti per i volumi di obbligo che non vengono rispettati.
Per rispondere all'interrogazione, l'attuazione di tali commi della legge finanziaria per il 2007 è in fase avanzata di definizione attraverso l'emanazione di tre decreti attuativi.
Il primo provvedimento disciplina criteri, condizioni e modalità per l'attuazione dell'obbligo di immissione in consumo di biocarburanti, secondo obiettivi di sviluppo delle filiere agro-energetiche nazionali e comunitarie, in base a criteri che, in via prioritaria, tengono conto della quantità di prodotto proveniente da un contratto quadro o da un'intesa di filiera, per favorire, quindi, la produzione nazionale.
Il secondo provvedimento prevede una disciplina sanzionatoria pecuniaria, in caso di mancato rispetto dell'obbligo soggettivo di immissione in consumo: questa misura rappresenta la novità attraverso la quale si potranno orientare le scelte dei petrolieri nella direzione di incrementare la domanda di biocarburanti.
Il terzo decreto determina le modalità per l'utilizzo del quantitativo oggetto di riduzione di accisa - la cosiddetta quota defiscalizzata - che, per quest'anno, è previsto in almeno 70 mila tonnellate delle totali 250 mila tonnellate defiscalizzate di biodiesel, previste dalla legge finanziaria.
Tali tre decreti sono stati definiti con il concerto delle amministrazioni competenti e si è già svolto il confronto con gli operatori del settore. In questi giorni, il Governo sta raccogliendo le ultime osservazioni e, quindi, riteniamo di poter confermare che, entro poche settimane, tutti e tre i provvedimenti saranno emanati.
Si sottolinea, inoltre, che la possibilità di raggiungere gli obiettivi della direttiva europea rappresenta una grande opportunità di sviluppo per il settore, come l'interrogante ha sottolineato...
PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Concludo, Presidente. Per tale motivo, riteniamo che vi sia una grande opportunità sia per l'ambiente, sia per il settore agricolo.
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di replicare.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, nonostante il suo modo garbato e distinto, quanto ha detto non soddisfa perché, in un settore importante e innovativo nel panorama agricolo italiano, l'imprenditore ha bisogno di certezze.
Abbiamo bisogno di agire in un programma nazionale che non c'è, in un ambito regionale di coordinamento che non esiste. Abbiamo bisogno, quindi, di avere un quadro di riferimento certo per poter fare investimenti importanti per il futuro.
Un'altra garanzia che, credo, l'agricoltore italiano pretenda è quella di mettere al centro della produzione non più gli interessi degli industriali o dei petrolieri, ma di mettere al centro dell'interesse dell'agricoltura italiana l'agricoltore stesso. Egli oggi non guadagna più e nelle bioenergie può trovare una fonte di reddito importante; ma tale reddito deve rimanere in casa sua.
In altri termini, credo che l'azione del Governo debba essere espletata anche attraverso misure che facciano diventare l'agricoltura protagonista della filiera e non sempre ai margini, sempre in coda, così come succede in molti ambiti, mentre tale valore aggiunto va altrove.
Mancano i decreti attuativi. Mi auguro che quanto lei ha dichiarato sarà veramente realizzato in tempi brevi: è un anno che siete al Governo e non abbiamo ancora visto nulla. L'agricoltura preme, mentre il Governo, purtroppo, frena (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonelli, Brugger, Buontempo, Di Salvo, Folena, Franceschini, Maroni, Morrone, Oliva, Pagliarini, Villetti, Elio Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, senza voler minimamente sollevare una polemica politica, credo sia utile per tutti noi ricondurre anche il dibattito politico nei giusti canoni.
Vorrei segnalarle, signor Presidente, che da alcuni giorni, sui muri di Roma, vi sono dei manifesti che attaccano il Ministro Fioroni. Ora, i Ministri della pubblica istruzione, come noto, non sono mai stati amati, però suggerirei, molto pacatamente, di riflettere sul modo attraverso il quale il Ministro viene attaccato. Infatti, viene riprodotto il viso del Ministro Fioroni con il titolo «Al Fiorone» e con i fori di proiettili che gli entrano nella testa.
Penso che noi, giustamente, dobbiamo e possiamo garantire la critica nei confronti di tutti; ritengo, però, che sarebbe giusto che tutti, in quest'aula, ci interrogassimo se - ancorché si accettino forme goliardiche e via dicendo - nel momento in cui si attaccano dei manifesti e si riproducono determinate immagini, queste non rischino di creare un clima che forse sarebbe meglio evitare.
Lo ripeto: non voglio fare polemiche e strumentalizzare l'episodio, ma è un tema sul quale credo sarebbe molto utile che tutti riflettessimo.
PRESIDENTE. La ringrazio. Assumerei la sollecitazione che lei ha avanzato, sia nel senso di esprimere, in questo caso, al Ministro Fioroni la solidarietà di tutta l'Assemblea, quale che sia il giudizio sul suo comportamento di Ministro, sia per invitare tutti, specie in questo momento, ad evitare forme di comunicazione che, al di là della volontà di intenti di chi le produce, possano essere lette, interpretate e vissute come atti di violenza.
Come sanno quelli che mi conoscono, non ho mai avuto la tentazione di equiparare il linguaggio ai proiettili; semplicemente, voglio dire che, in un momento come questo, sarebbe bene che tutti dessimo prova di grande compostezza, anche nel linguaggio. Questo discorso vale per tutti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, pur condividendo gran parte delle osservazioni del collega che mi ha preceduto, vorrei svolgere una semplicissima osservazione alla Presidenza. Normalmente, questo genere di dichiarazioni vengono rese all'Assemblea alla fine della giornata dei lavori.
Vorrei capire, signor Presidente, se questa consuetudine, questa prassi è, di fatto, cambiata e, se sì, da quando. Siccome dovrei svolgere dichiarazioni su questioni di altro genere, ed, evidentemente convinto di attenermi alla prassi, intendevo svolgerle a fine seduta, vorrei sapere se ci sono delle novità al riguardo.
PRESIDENTE. Confermo la prassi. Mi sembrava, però, che un elemento di sensibilità generale potesse indurre ad una considerazione altrettanto generale, senza spiriti di parte.
Deputato Boato, intende intervenire sull'ordine dei lavori?
MARCO BOATO. Sì, signor Presidente, ed il mio intervento sarà brevissimo.
Il collega, secondo me, è intervenuto a sproposito, perché ci sono decine di esempi, in questa e nelle precedenti legislature, in cui su casi di particolare rilevanza è stato data la parola a colleghi...
PRESIDENTE. La ringrazio...
MARCO BOATO. Signor Presidente, me lo permetta: ho il diritto di dire una parola sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Sì, ha il diritto di dirla, naturalmente, ma sull'ordine dei lavori. Prego.
MARCO BOATO. Sto parlando dell'ordine dei lavori, e mi sto riferendo a ciò che è appena stato detto (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Ci sono decine di casi in cui ciò è avvenuto, e approfitto dell'occasione per associarmi totalmente alla denuncia che ha fatto il collega Giachetti.
PRESIDENTE. Invito l'Assemblea semplicemente ad un elemento di sobrietà. È stata avanzata un'indicazione che è stata generalmente accolta; non vedo per quale ragione bisognerebbe introdurre un elemento polemico su una questione di così grande sensibilità generale.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, eravamo rimasti in silenzio di fronte alla valutazione precedentemente svolta, ma l'ultima parte del dibattito in Assemblea ci obbliga a dire che si tratta di un manifesto satirico.
Capisco le sue parole e le rafforzo; tuttavia, il manifesto è stato affisso da un gruppo giovanile, ed ha una valenza politica, certamente, ma molto goliardica. Volerne fare oggetto di discussione parlamentare o di solidarietà eccessiva, è veramente, questo sì, ridicolo.
Piuttosto, parlerei, caro onorevole Boato, della solidarietà espressa a L'Aquila alle Brigate Rosse! Mi sarei aspettato che lei parlasse di questo, non di una caricatura a un Ministro incompetente (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza nazionale e Forza Italia)!
Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A (ore 17,10)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2272-bis-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo votato l'emendamento Franzoso 41.4 e sono stati accantonati ovvero sono rimasti accantonati gli articoli 17, 18, 21, 27, 30, 34 e 40, nonché tutte le proposte emendative ad essi riferite.
Sono state, altresì, accantonate le seguenti proposte emendative: con riferimento all'articolo 19, gli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200; con riferimento all'articolo 33, l'articolo aggiuntivo Bonelli 33.03; con riferimento all'articolo 41, l'emendamento Fedele 41.50, la votazione dell'articolo, l'articolo aggiuntivo 41.0208, nonché l'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione e i relativi subemendamenti e l'articolo aggiuntivo Saglia 41.052.
Rimangono, altresì, accantonati: con riferimento all'articolo 10, gli emendamenti presentati con riferimento all'articolo, nonché la votazione dell'articolo medesimo (essendo stati votati gli articoli aggiuntivi); con riferimento all'articolo 25, l'emendamento Folena 25.3, nonché l'emendamento 25.300 della Commissione, Pag. 67presentato questa mattina, e la votazione dell'articolo 25.
Avverto che la Commissione ha presentato ulteriori proposte emendative il cui testo è in distribuzione.
Chiedo, dunque, al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea per la ripresa dei lavori.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, proporrei di passare all'esame dell'articolo 18.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C.2272-bis sezione 16).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 18.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 18, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per spiegare, assai brevemente, le motivazioni del mio emendamento, che serve a sopprimere una modifica all'articolo 3 del testo unico n. 380 del 2001 e che, al di là della volontà di chi aveva pensato di introdurre detta modifica, potrebbe di fatto comportare alcune gravi conseguenze sulle strutture ricettive all'aria aperta, che potrebbero essere trasformate, in via surrettizia, in residence fissi.
Per tale motivo, propongo la soppressione dell'articolo 18 che credo rivesta, dal punto di vista ambientale, interesse soprattutto in rapporto alle nostre coste, ai nostri mari ed ai nostri fiumi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, credo a lei non sfugga l'importanza della soppressione dell'articolo 18, perché siamo di fronte ad un tentativo di sanatoria di «immobili» e, in ogni caso, di costruzioni realizzate all'interno dei campeggi e che potrebbero essere trasformate in abitazioni.
Siamo di fronte ad uno scempio urbanistico e, quindi, credo sia giusto che l'Assemblea rifletta sull'argomento e lo stesso dovrebbe fare anche la maggioranza, considerato che spesso siamo stati accusati, come Casa delle libertà, di assumere iniziative del genere, mentre oggi è proprio la sinistra che propone questa misura per sanare una situazione veramente vergognosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, anche io desidero richiamare l'attenzione del relatore, dei colleghi e del Governo sulla singolarità della norma al nostro esame. In effetti, se noi - e lo dico anche per esperienza personale - dovessimo procedere nel senso previsto da questa formulazione con riferimento a tutti i luoghi, soprattutto quelli di villeggiatura, dove più intenso è il fenomeno delle strutture mobili che tendono a diventare poi permanenti, davvero rischieremmo di creare baraccopoli ovunque, in spregio anche dei richiami che giustamente ci vengono rivolti al rispetto dell'ambiente.Pag. 68
È vero che si parla di collegamenti con le fognature, ma quando si collegano con le fognature queste abitazioni mobili, di fatto esse diventano stabili ancorché appoggiate su ruote o non stabilmente infisse nel suolo.
Come è stato giustamente osservato, ci troviamo di fronte ad una specie di sanatoria che rende ingovernabile il territorio e l'ambiente. Vorrei ascoltare, sotto questo aspetto, anche il parere di qualche ambientalista, poiché le zone di maggior pregio dell'Italia sono proprio quelle soggette a tale fenomeno, con le difficoltà che gli amministratori pubblici incontrano per rimuovere situazioni di tal genere.
Si creano delle specie di diritti acquisiti che, poi, costituiscono un precedente e un fatto di degrado ambientale che, con questa norma, verrebbe «battezzato».
Quindi, esprimo un caldo invito alla riconsiderazione più totale di questa norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Inviterei ad un momento di riflessione un po' più pacata perché, in realtà, questo articolo definisce come abitazione l'installazione dei manufatti anche prefabbricati e la esclude nella parte finale, cioè per quei manufatti che non possiedono collegamento permanente al territorio, con reti tecnologiche che siano connesse agli impianti di rete e di fognatura o depuratore, e non alterino lo stato dei luoghi e l'indice di edificabilità, ed altro. Quindi, siamo semplicemente di fronte all'esclusione di roulotte o similari che nei campeggi, invece di essere in movimento, hanno una stabilità leggermente maggiore, ma non sono stabili in modo permanente.
A mio avviso, questo articolo deve essere approvato, perché specifica tutti quei mezzi che invece devono essere considerati come stabili; inoltre, non stabilisce una «moratoria» rispetto a questi ultimi, che continuano a rimanere rotabili a tutti gli effetti, ma include invece tutti gli altri che per qualsiasi motivo erano collegati e hanno quindi funzione di abitazione a tutti gli effetti.
Si tratta dell'esatto opposto di quanto finora abbiamo ascoltato.
PRESIDENTE. Ricordo che sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo e che il parere della Commissione e del Governo è favorevole alla sua soppressione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 419
Astenuti 5
Maggioranza 210
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 379).
Prendo atto che la deputata Suppa non è riuscita a votare e che il deputato Cassola avrebbe voluto esprimere voto contrario.
(Ripresa esame dell'articolo 19 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 5).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02 e Milanato 19.0200.
Pag. 69PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 19.01, Fava 19.02, Milanato 19.0200, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 449
Hanno votato no 6).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente propongo di passare all'esame dell'articolo 27.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 17).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Burgio 27.1 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ruggeri 27.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Burgio 27.1 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Sì signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 27.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 406
Astenuti 57
Maggioranza 204
Hanno votato sì 403
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 354
Astenuti 104
Maggioranza 178
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 100).Pag. 70
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di riprendere l'esame dell'articolo 30.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Ripresa esame dell'articolo 30 - A.C.2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 30
(Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 18).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Acerbo 30.200, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione. Sostituire le parole: «L'uso della posta elettronica certificata è comunque facoltativo» con le parole «L'uso della posta elettronica certificata di cui al comma 2 è comunque facoltativo».
La Commissione raccomanda inoltre l'approvazione del suo emendamento 30.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Deputato Acerbo, le faccio notare che si voterà prima l'emendamento 30.300 della Commissione. Immagino che lei intenda intervenire sul suo emendamento 30.200, vero?
MAURIZIO ACERBO. Si, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 455
Astenuti 10
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Acerbo 30.200. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore e dal Governo.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, apprezzo la proposta di riformulazione, che sostanzialmente esenta i liberi professionisti dall'obbligo di dotarsi della posta elettronica certificata. Tuttavia, voglio far notare che il senso del mio emendamento è rivolto a porre in discussione, in ogni caso, l'obbligatorietà per le imprese e per i liberi professionisti di doversi servire di uno strumento che può essere soltanto facoltativo.
Inoltre, sono convinto che - lo ripeto ai molti liberali che siedono nei due poli - tale obbligatorietà assume i contorni di aiuto indiretto ad alcune particolari imprese, per le caratteristiche che ha avuto l'autorizzazione in Italia, per cui per rendere tale servizio sono stati «tagliati fuori» tutti gli internet provider. Ciò significa che, ad alcuni di costoro consegniamo milioni di utenti. Un cittadino della Repubblica italiana, sia esso un singolo o un impresa, se vuole inviare una raccomandata lo fa per sua decisione e non perché qualche lobby si serve delle norme del Parlamento per costruirsi un mercato protetto. Mantengo, pertanto, l'emendamento Pag. 71nel suo testo originale. Infatti, se i cittadini devono pagare dei pedaggi, li paghino alla Repubblica italiana e non a soggetti privati!
Un'ultima notazione: la posta elettronica certificata è materia che compete al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Dovrebbe essere discussa con un confronto con il Ministro Nicolais e non essere inserita surrettiziamente nel provvedimento del Ministro Bersani.
Per questo motivo ritengo (non sono contro le imprese, come qualcuno vorrebbe dire) che vadano affermati i principi di diritto nel nostro Paese e, da questo punto di vista, l'obbligatorietà della posta elettronica certificata non ha alcuna giustificazione ed, infatti, non esiste in alcun Paese europeo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Acerbo mantiene il suo emendamento 30.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, volevo anch'io sostenere il deputato Acerbo nella sua intenzione di mantenere il suo emendamento 30.200. Credo che tale emendamento resti valido. Bisogna risolvere la questione della facoltà di utilizzo.
Non sono d'accordo con alcune delle motivazioni avanzate dal collega Acerbo riguardo al fatto che i certificatori possano essere soggetti privati; una molteplicità di soggetti certificatori, anche privati, è positiva. Però, è importante chiarire che l'uso della posta elettronica certificata deve restare facoltativo, augurandoci che tutti la utilizzino per ragioni di comodità e di economicità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, personalmente condivido lo spirito dell'intervento del collega Acerbo, ma, se ben capisco, si va verso la votazione del testo originario.
PRESIDENTE. Esattamente.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Tuttavia, non abbiamo potuto percepire il testo proposto come emendamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
PRESIDENTE. Il relatore aggiungeva: per i soggetti di cui al comma 2.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Bene, sono propenso a sostenere il testo integrale proposto dall'onorevole Acerbo, tuttavia osservo che si rischia che non passi nemmeno l'esenzione per i soggetti di cui al comma 2. Pertanto, mi rimetto al saggio discernimento del proponente e comunque, se mantiene l'emendamento, per quanto mi riguarda, voterò a favore, essendo sacrosanto il principio che esso sottende.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo per dare semplicemente la mia personale approvazione allo spirito dell'emendamento presentato dal collega Acerbo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo perché ritengo la questione di notevole rilevanza. Mi sembra che sia sorto un equivoco. Ci si domanda: si può obbligare ad utilizzare la posta elettronica? Ciò evidentemente diminuirebbe la facoltà di utilizzare vari strumenti e, quindi, tale scelta viene presentata come illiberale.
A mio giudizio, in merito sorge un vero e proprio equivoco. Mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione, perché non credo Pag. 72che si tratti di una materia da grandi divisioni politiche. Ragionate soltanto su un punto: la posta, nella conformazione moderna che noi conosciamo, è stata realizzata con un certo tipo di sviluppo delle strutture dello Stato e, naturalmente, si è obbligato per un certo tipo di operazioni ad utilizzare la posta, addirittura, in certi casi, attraverso la raccomandata con ricevuta di ritorno. Oggi è ben noto che vi è un risparmio enorme in termini di costi, sia per le aziende ed i professionisti, sia per lo Stato, se va avanti il processo di informatizzazione. Su quale punto possiamo avere una riserva? Soltanto nel momento in cui consideriamo che alcuni utenti e alcuni consumatori possano avere difficoltà nell'accesso alle nuove tecnologie.
Per tale motivo, non mi sentirei di sostenere l'obbligo per il pensionato di utilizzare necessariamente la posta elettronica. Però, sono disposto ad affermare che un'impresa e un professionista siano obbligati ad utilizzare la posta elettronica, perché dispongono di tutte le capacità tecniche e intellettuali per utilizzarla.
Quindi, non possiamo sostenere che per svolgere le pratiche burocratiche deve essere consentito qualsiasi mezzo: la posta, oppure direttamente l'ufficio, o, ancora, la posta elettronica. In questo modo noi aggraveremmo fortemente la struttura e la funzionalità della pubblica amministrazione.
Dobbiamo quindi essere molto preoccupati per quanto riguarda l'accesso di settori sociali e di individui che non hanno le capacità di utilizzare le nuove tecnologie, ma - come, del resto, era scritto nell'Agenda di Lisbona - dobbiamo dare una spinta fortissima, di innovazione, all'informatizzazione non solo della pubblica amministrazione, ma anche delle imprese e degli studi professionali. Bill Gates ha affermato che l'efficienza si misura in proporzione inversa alla carta in circolazione; ebbene, meno carta è in circolazione, più vi è efficienza.
Parliamo dei costi della politica e della pubblica amministrazione? Se non la informatizziamo, siate sicuri che tali costi non diminuiranno, non si riuscirà ad abbatterli e non vi saranno né velocità, né efficienza.
In conclusione, bisogna invece avere grande attenzione per coloro i quali non hanno le capacità di accesso alla tecnologia avanzata; quelle persone vanno assolutamente tutelate, non devono essere assoggettate ad obblighi e debbono essere poste in condizione di utilizzare tutti gli strumenti che possono anche i più arretrati.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO VILLETTI. Questo è il senso delle mie osservazioni, per cui sostanzialmente si tiene conto delle particolarità individuali, ma si dà anche una spinta allo sviluppo, che per l'Italia è una delle esigenze più importanti (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per esprimere che l'Italia dei Valori condivide esattamente quanto appena esposto dal collega. È evidente che l'efficienza della pubblica amministrazione passa attraverso la possibilità di superare l'utilizzo di supporti di tipo cartaceo e non potremo superare l'uso di tali strumenti finché non vi sarà l'obbligo, per una serie di soggetti, di dotarsi di posta elettronica. Per tale motivo, anche l'Italia dei Valori voterà contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Poiché il presentatore dell'emendamento non ha accettato la riformulazione dell'emendamento Acerbo 30.200, sarà posto in votazione il testo originario. Invito il relatore a confermare il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, confermo il parere contrario della Commissione. Osservo solo che il sistema di posta elettronica certificata determina risparmi ingenti per le imprese e per gli utilizzatori. Sono state svolte delle considerazioni sull'emendamento in esame e l'Assemblea deciderà; per quanto mi riPag. 73guarda, in tutta coscienza, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Acerbo 30.200, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 463
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 304
Hanno votato no 159).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,30)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 267
Astenuti 197
Maggioranza 134
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 13).
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, passiamo all'esame dell'articolo 34.
(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 34.300.; formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti D'Agrò 34.1, Lazzari 34.2 e Armani 34.200.; esprime parere favorevole sull'emendamento Ruggeri 34.202, mentre il parere è contrario sugli identici emendamenti Lazzari 34.3 e Armani 34.201; esprime infine parere contrario sull'articolo aggiuntivo Saglia 34.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 470
Astenuti 8
Maggioranza 236
Hanno votato sì 470).Pag. 74
Sono così assorbiti gli identici emendamenti D'Agrò 34.1, Lazzari 34.2 e Armani 34.200.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 34.202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 353
Astenuti 121
Maggioranza 177
Hanno votato sì 351
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lazzari 34.3 e Armani 34.201, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 235).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 460
Astenuti 16
Maggioranza 231
Hanno votato sì 418
Hanno votato no 42).
Rendo nota che i deputati del gruppo dell'UDC avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 34.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 472
Astenuti 4
Maggioranza 237
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 250).
Chiedo al relatore come intenda proseguire nei lavori dell'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Riprendiamo l'esame dell'articolo 41.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Ripresa esame dell'articolo 41 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative precedentemente accantonate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 15).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fedele 41.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 75FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedele 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, questa mattina, prima che il suo collega, il Vicepresidente Castagnetti, mi togliesse impropriamente la parola, suggerivo - nell'interesse dei cittadini, naturalmente, non di altri - che si sarebbe ben potuto congiungere la lettera c) con la d). Nella lettera d), infatti, sono previste misure per agevolare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni con strumenti diversi dal denaro contante e dagli assegni.
Suggerivo, dunque, di congiungere la lettera c) con la d), in modo da scongiurare la possibilità di rendere obbligatoria la forma di pagamento alternativa, mettendo al bando sia gli assegni, sia i contanti, operazione che personalmente ritenevo incostituzionale e dannosa per i percettori di reddito.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, il suo gruppo ha terminato anche i tempi aggiuntivi. Lei aveva a disposizione un minuto.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Devo prendere atto, sulla base della proposta avanzata, che il Comitato dei nove e il relatore ci propongono di passare al voto senza avere in alcun modo apportato interventi sul testo. Il voto, pertanto, riguarda esclusivamente l'emendamento di partenza? Nulla sarebbe stato fatto riguardo a un possibile aggiustamento del testo?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, su questo argomento si è dibattuto molto questa mattina (Commenti). Capisco che siamo all'asilo, qualche volta...
La lettera c) è stata un punto particolarmente dibattuto e controverso, perché anche il Governo e il relatore avevano dubbi sul suo mantenimento. Sappiamo perfettamente che, per alcune categorie, può anche essere stabilito un limite, ma per altre, ad esempio per i pensionati, effettivamente è un problema.
Vorremmo capire, inoltre, quale sia la cifra determinata dal Governo: delegare quest'ultimo ad emanare un provvedimento del genere per definire la somma a cui fa riferimento la norma mi sembra assurdo, visto che stiamo parlando proprio di questo. Rimaniamo sbalorditi e annunciamo il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, spero in una ravvedimento su questa materia: invito tutti i colleghi a leggere il testo della norma che stiamo per votare, perché in sostanza attribuiamo una delega al Governo per stabilire - leggo la formulazione - che per stipendi, pensioni e compensi comunque corrisposti in via continuativa (non si tratta, pertanto, di cifre enormi, ma normalissime, a disposizione di un normalissimo dipendente) sarebbe stabilita una soglia, indicata da un decreto legislativo, al di sopra della quale non sarebbe possibile utilizzare i contanti.
A cosa serve questa norma? Posto che bisogna stabilire una soglia, a quanto ammonterà? A 500 euro mensili? Stiamo ragionando di cifre così esigue che non riesco a capire dove sia l'utilità e se stiamo lavorando in direzione di una facilitazione dei rapporti fra cittadino e pubblica amministrazione o se, invece, stiamo complicando la vita alle persone di umili e bassissime condizioni economiche che vivono di pensione, stipendio o remunerazione in via continuativa.
Vi è un'ostinazione a voler mantenere questa lettera! Noi avevamo chiesto di Pag. 76modificarla, di attenuarne la portata: abbiamo cercato di richiamare l'attenzione dell'Assemblea e dei gruppi su questo passaggio, ma ci sembra veramente anacronistico che nessuno voglia prendere in considerazione una proposta di buon senso, ossia di togliere almeno le parole «in contanti», perché credo che, se al povero pensionato farà piacere prendere lo stipendio in contanti, nessuno di noi possa permettersi il lusso di proibirlo, mentre, di fatto, la delega che stiamo attribuendo lo consentirà!
Mi rivolgo a tutti i parlamentari, non solo a quelli dell'opposizione, ma anche della maggioranza: se vi piace una formulazione di questo tipo e conferiamo la delega, immagino come verrà esercitata e quale soglia sarà stabilita, posto che stiamo parlando - lo ripeto per l'ennesima volta - di stipendi, di pensioni o di remunerazione in via continuativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, mi associo a quanto affermato dal collega D'Agrò: questo è uno dei punti più delicati della norma. L'emendamento - al quale chiedo cortesemente alla Presidenza di aggiungere la mia firma - pone sostanzialmente il limite, modesto, di un milione di euro, al di sotto sotto il quale si può procedere anche al pagamento in contanti.
Vero è che la disposizione su cui stiamo discutendo conferisce una delega al Governo, ma vogliamo dare in quest'aula una indicazione - mi rivolgo, in particolare, al relatore e allo stesso rappresentante del Governo - relativamente alla soglia massima in esame? Dobbiamo sapere se l'occhio del «grande fratello» vuole obbligare in maniera dirigistica e illiberale anche il povero pensionato, che è stato citato, e il piccolo artigiano.
L'assenza di ogni indicazione di limite, anche negli atti parlamentari, se non vogliamo turbare la delega al Governo, è davvero grave ed intollerabile. Quindi, signor Presidente, anche a nome della Camera, lei che sta presiedendo dovrebbe dire che la delega deve essere accompagnata da una indicazione quantitativa...
PRESIDENTE. Onorevole Bosi, la prego di concludere.
FRANCESCO BOSI. ...altrimenti non sappiamo di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto già espresso questa mattina e per smascherare il fatto che si usano delle argomentazioni improprie. Ripeto che questo strumento può servire a tutelare e ad impedire quei soprusi, che spesso avvengono relativamente alle retribuzioni nominali di molti lavoratori e lavoratrici, che non corrispondono alle retribuzioni reali.
D'altra parte con la delega al Governo si potrà benissimo prevedere che per tetti minimi, se pensiamo al pensionato al minimo, si possa avere una forma di pagamento in contanti, come è sempre avvenuto, e non ricorrere alle altre forme.
Le critiche avanzate sono quindi solo pretestuose, in quanto la disposizione in questione va vista, anzi, come una norma di garanzia e di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, trovo che la delega su questa materia, con una formulazione così generica, sia del tutto incongrua e inaccettabile. Dico al collega che mi ha preceduto che l'effetto reale di questa norma, qualora la soglia fosse tenuta bassa dal Governo, quindi tale da far scattare il meccanismo di cui si parlava, sarà esattamente il contrario di quello auspicato, laddove si Pag. 77verifichino i fenomeni denunciati. L'effetto reale, infatti, sarà il passaggio diretto al pagamento in nero tout court, senza contributi e senza altri riconoscimenti.
Quindi, se approvassimo questa norma, invece delle frodi di cui parla il collega avremmo la frode totale, senza alcun beneficio nemmeno per i lavoratori. Chiedo, pertanto, ai colleghi di sostenere questo elemento di ragionevolezza, sia in termini di metodo, perché una delega di questo tipo è inaccettabile, sia in termini di merito, perché le argomentazioni sono del tutto inconsistenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per affermare che il collega Bosi ha posto un'osservazione molto corretta, perché nel momento in cui si conferisce una delega al Governo in materia così delicata, sulla quale, come questo dibattito sta dimostrando, ci sono opinioni contrastanti, come è legittimo che sia, occorre che la Camera dia un indirizzo. In questi casi, infatti, il Governo deve recepire l'indirizzo della Camera. Il Governo e il relatore potrebbero, senza decidere nel merito, dare un'indicazione dell'indirizzo della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Fedele 41.50, ma vorrei rivolgere una domanda al relatore e al Governo, se sono così gentili da rispondermi in quale maniera un pensionato, un anziano, che si trovi al di sotto della soglia che ancora non abbiano individuato, al quale quindi la pensione non verrà più pagata in contanti, potrà ricevere il pagamento della sua pensione? Non mi vorrete dire che lo obblighiamo ad aprire un conto corrente bancario o postale? In tal modo, infatti, cominceremmo a condizionare la libertà dei cittadini italiani, ai quali dovremmo dire fare una cosa per averne un'altra.
Non credo che ciò sia possibile in un Paese democratico e normale. Chiedo, signor Presidente - mi rivolgo al Governo e al relatore - se mi possono solo accennare i metodi e i modi in cui quel piccolo pensionato potrà incassare la sua pensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcenaro. Ne ha facoltà.
PIETRO MARCENARO. Signor Presidente, forse sono troppo vecchio, ma ricordo quando - tanti anni fa ma non troppi da averli dimenticati - in tutti i posti di lavoro e in tutte le fabbriche, due volte al mese, il pagamento dei lavoratori avveniva in contanti. Poi naturalmente si passò al pagamento attraverso bonifico e tutti gli operai, cosa che sembrava inaudita allora, aprirono un conto in banca e oggi non esiste alcun posto di lavoro, in Italia, nel quale il pagamento avvenga attraverso contanti ed è normale che qualsiasi lavoratore, qualsiasi operaio, sia pagato attraverso un bonifico bancario. Questo è un piccolo modo attraverso il quale le cose sono progredite, nonostante coloro i quali pensano che il mondo debba sempre rimanere com'è o ritengono che in futuro forse si potrà cambiare tutto, ma per oggi è bene non cambiare niente.
ROBERTO SALERNO. Illiberale! Comunista!
PIETRO MARCENARO. Nel voto di poco fa abbiamo visto una bella convergenza sotto il motto «conservatori di tutto il mondo unitevi». Spero che non si ripeta tutte le volte. (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
Pag. 78
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente intervengo per apporre anche la mia firma sul presente emendamento. Non condivido qualche intervento di alcuni miei colleghi, secondo i quali in Italia tutti dobbiamo avere il conto corrente bancario o postale. Non è così. Voi vivete in un'altra Italia. Pensate all'Italia dei paesi, delle colline e delle montagne, anche delle città, dove vi sono lavoratori disagiati: costoro non hanno il conto corrente, lavorano con il contante.
Leggendo il comma in esame dell'articolo 41 mi viene spontaneo chiedere anche il baratto se anche sia ammesso per il compenso ai lavoratori sopra soglia perché vogliamo e continuiamo a volere che i nostri concittadini paghino un tributo alle banche, ai bancari e ai capitalisti. Non riesco proprio a capire perché bisogna continuare ad infierire sui nostri amministrati, sui lavoratori e sui pensionati. Ha ragione chi mi ha preceduto - il collega Della Vedova in particolare - quando affermava che forse aumenterà il pagamento «in nero»: quasi sicuramente otterremo l'effetto opposto.
Pertanto invito i colleghi che si sentono veramente di sinistra e riformisti a pensarci bene prima di fare gli interessi del capitalismo bancario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Intervengo per ribadire l'appoggio del gruppo Lega Nord al presente emendamento e la contrarietà all'intero articolo. Trattandosi fortunatamente, di una delega, sicuramente non vi sarà attuazione, essendo l'attuale Governo «latitante» con riferimento a quelle che quest'Assemblea gli ha conferito in questo ultimo anno (anche se sono poche, fortunatamente per il Paese).
Forse una replica ad un intervento precedente potrebbe essere la seguente: non vi è un antiliberismo da parte nostra, vi è una conoscenza di come va il mondo. Forse vi è qualcuno, all'interno di quest'Assemblea, che - da troppi anni seduto su questi scranni o su altri meno prestigiosi - ha perso la coscienza di cosa significhi percepire uno stipendio tutti i mesi; infatti, una volta forse lo si percepiva ogni quindici giorni, qualche anno fa una volta al mese ma adesso vi è anche gente che lo percepisce ogni sessanta o novanta giorni, per mancanza di liquidità.
Pertanto il gruppo Lega Nord appoggia il presente emendamento, come ha appoggiato tutta la delega relativa alla modernizzazione degli strumenti di pagamento, perché siamo contrari a questo eccessivo liberismo, che va a danno esclusivo dei cittadini. I cittadini hanno necessità di avere la massima liquidità e coscienza di quanto hanno in tasca, non di quanto virtualmente hanno in banca, che è assolutamente inesistente, prova ne sia il fatto l'esistenza di enormi problemi bancari con i pensionati e i lavoratori, che sono sempre più precari grazie anche a voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, prendo la parola per affermare che, al di là del fatto che non ne condividiamo il merito, abbiamo molti dubbi sulla previsione dell'ennesima delega, che inevitabilmente - considerata la difesa ad oltranza che sta compiendo il Governo - sarà esercitata dal Viceministro Visco. Si tratta di una delega in base alla quale si adotterà un decreto legislativo, che sarà scritto dal Viceministro Visco; quindi, fino al momento in cui non sarà fatta giustizia su quanto accaduto con la vicenda che ha riguardato il Viceministro, è evidente che non possiamo condividere un articolo del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei rendere nota un'esperienza che ho Pag. 79fatto nella mia attività passata, quando mi occupavo dei trasporti. Nel mondo dell'autotrasporto c'era una tariffazione obbligatoria. I padroncini - i cosiddetti sfruttati dalle grandi imprese - erano costretti a fatturare, a percepire l'assegno, a scendere nella banca per cambiare l'assegno e poi portare i soldi in nero allo spedizioniere o al committente, altrimenti o non avrebbero lavorato più. Tale è il rischio che si determinerà se questa norma dovesse «passare» e se non introducessimo - come più interventi hanno richiesto - garanzie per i soggetti socialmente più deboli.
Invito quindi il collega, dianzi intervenuto per addurre motivazioni a sostegno della necessità di utilizzo dell'assegno, a riflettere molto a tale riguardo. Quello che racconto è realmente accaduto ed è stato portato dinanzi alle procure della Repubblica come fatto significativo del mancato rispetto della legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, stiamo discutendo su un disegno di legge che dovrebbe agevolare il cittadino consumatore, soprattutto quello più debole. Invece, la previsione che stipendi e pensioni non possano essere erogati in contanti o con assegni interviene proprio sulla libertà del cittadino di scegliere la forma di pagamento più idonea, ma soprattutto va contro il cittadino consumatore perché sicuramente aumenterà i costi dei consumatori stessi.
Guardate che molte famiglie, specie quelle più bisognose, hanno un solo conto corrente a disposizione. Qui, invece, la previsione che i pagamenti non possano essere effettuati né in contanti né con assegno, ma solo con accredito sul conto corrente, comporterà che ogni pensionato, ogni cittadino, ogni lavoratore dovrà avere un proprio conto corrente. Conseguentemente avremo per ogni famiglia un aumento dei costi: tutti quanti, infatti, sapete quali siano i costi per il mantenimento di un conto corrente o per singola operazione bancaria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO PEPE. Dunque ogni lavoratore, dovrà avere un proprio conto corrente e sopportare il costo dell'accredito sul conto corrente e successivamente il costo di un addebito, quando andrà a prelevare il contante: maggiori costi per i consumatori, maggiori favori per le banche: il nostro voto contrario su tale norma di delega è convinto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo anche per dichiarare di voler aggiungere la mia firma a un emendamento soppressivo di un comma, che di per sé non garantisce alcuna delle finalità previste nel testo. Anzi, rispetto alla normativa che dovrebbe tutelare il consumatore, non fa altro che introdurre una soglia massima, quindi un ulteriore adempimento. Tutto ciò non solo obbliga all'apertura di un conto corrente bancario costringendo chi percepisce uno stipendio ad un adempimento burocratico, ma non persegue neanche le finalità di trasparenza fiscale che invece vorrebbe prefigurare.
In realtà sappiamo benissimo che gli impedimenti normativi, gli aumenti di burocrazia non sono a favore né dei cittadini, né dei consumatori, né dei lavoratori. Riteniamo assurdo gravare ulteriormente i cittadini, i dipendenti, i datori di lavoro a discapito dell'utilizzo comune, permesso e legale del denaro contante, fissando peraltro una soglia che ci sembra assurda e che non corrisponde ad alcuna previsione normativa di buonsenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, questa mattina sono già intervenuto sulla materia. Ovviamente, intervenendo a titolo personale, non coinvolgo il gruppo dell'Italia dei valori.
Quali sono le esigenze che qui vengono rappresentate? Da parte del Governo e della maggioranza, quella della tracciabilità dei pagamenti; da parte dell'opposizione, si ha una sorta di appello per i pensionati, i lavoratori a reddito basso, insomma per coloro che non si possono permettere un conto corrente. Allora, perché non troviamo una strada intermedia? L'ho detto stamattina: se eliminiamo i contanti, abbiamo la tracciabilità e la riconducibilità del pagamento e del percettore dello stesso, quindi arriveremmo ad una soluzione che offre garanzie a chi amministra e a chi deve operare in una situazione di precarietà. Pertanto rivolgo ancora un appello perché, attraverso una collaborazione tra maggioranza e minoranza, si realizzi l'interesse vero del Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedele 41.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 451
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 461
Astenuti 7
Maggioranza 231
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 210).
Passiamo all'articolo aggiuntivo - sul quale era stato formulato un invito al ritiro - Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio, a nome del gruppo di Forza Italia, dall'onorevole Baldelli.
Chiedo a questo punto al relatore di esprimere nuovamente il parere.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo fatto nostro l'articolo aggiuntivo in esame, anche se ci rendiamo conto che presenta al suo interno degli errori, tant'è che il collega Crisci in esso fa ancora riferimento al prime rate, che da qualche tempo è stato abbandonato, anche se l'ultima rilevazione del prime rate era intorno al 7 per cento, mentre ora il riferimento è all'Euribor e si attesta al 4 per cento.
Ciò che mi è parso che non fosse chiaro stamattina a molti colleghi è che stiamo discutendo di carte revolving, ovverosia di carte che attribuiscono il diritto a fare acquisti e a pagare a rate. Ho eseguito una breve indagine, ma già stamattina avevo Pag. 81avuto modo di dichiarare al relatore che il costo medio di una carta revolving, in termini di interesse - ci riferiamo al TAEG - è pari al 15,96 per cento, secondo le migliori condizioni offerte da Banca Intesa, che è la banca della Camera.
Ora, il collega Crisci ha posto una questione: è ammissibile che, in un momento in cui è ben noto a tutti come gran parte dei nostri concittadini stia facendo un uso molto largo dei pagamenti a rate, si voglia ancora insistere nell'offrire la possibilità di effettuare pagamenti che prevedono rate minime di rimborso fra i settantacinque e i centocinquanta euro, ed un tasso del 15, 96 per cento?
Stiamo ragionando sulla base del tasso Euribor al 4 per cento, mentre il collega Crisci ragionava in termini di passaggio, dal prime rate - che è stato abbandonato - al 7 per cento, ad un tasso cui si sarebbero aggiunti tre punti percentuali, garantendo quindi al sistema bancario comunque il 10 per cento.
Ora il sistema bancario chiede quasi il 16 per cento di interesse sulle rateizzazioni a fronte del rilascio delle carte revolving; fosse solo questo! Ci sono poi le penalità di vario tipo, gli insoluti ed i recuperi, c'è un'aggiunta di spese di costituzione in mora, comunicazione di recesso, comunicazioni per decadenza dal beneficio del termine e si potrebbe andare ancora avanti, tanto che il tasso medio effettivo globale è molto vicino ai limiti previsti per il reato di usura.
Credo, allora, che correttamente bisognerebbe forse riformulare questo articolo aggiuntivo facendo riferimento all'Euribor; in ipotesi, si potrebbe prevedere una forchetta ampia all'interno della quale le banche potrebbero operare in regime di concorrenza. Ma continuare ad accettare che ci sia libertà assoluta di «spennare» tutti i contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) bè, questo non si può veramente accettare, per cui sosterremo questo articolo aggiuntivo, pur con la convinzione che all'interno contenga qualche errore di tipo tecnico, ma ci pare assolutamente accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, devo dire che rimango perplesso rispetto alla posizione assunta dal relatore. È infatti vero che noi dobbiamo favorire al massimo l'evoluzione dei mezzi di pagamento e anche di comunicazione - quindi, condivido gli interventi che sia il mio capogruppo sia gli altri colleghi hanno fatto in precedenza -, però dobbiamo essere consapevoli del fatto che il consumatore italiano, l'utente italiano è estremamente debole rispetto a situazioni di sostanziale monopolio che si realizzano in settori strategici della nostra economia. Quindi, quanto meno in questa fase, introdurre degli elementi di mitigazione di questo rapporto così impari tra il cosiddetto «mercato» e coloro che subiscono le decisioni altrui, è un elemento che favorisce un processo di miglioramento.
La realtà è quella che diceva il collega dell'opposizione in questo momento: i tassi di interesse che vengono applicati in determinati tipi di transazione non sono quelli che vengono normalmente comunicati ma sono due o tre volte maggiori; quindi, inserire, come farebbe la proposta del collega Crisci, un elemento di mitigazione mi pare ragionevole. In questo senso mantengo il mio sostegno ed il mio voto favorevole sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi rendo conto che il collega Gianfranco Conte, nel passaggio da una fase, nella scorsa legislatura, nella quale era relatore sulla riforma sul risparmio e sul sistema bancario ad oggi, quando si trova invece a sedere nei banchi dell'opposizione, riesce anche a fare qualche gioco da prestigiatore. Infatti, problemi come quelli da lui qui rappresentati non hanno mai trovato riscontro in alcuna Pag. 82delle iniziative di carattere legislativo che il collega ha sostenuto nel corso di due anni, ben due anni, di discussione della riforma del sistema bancario e del sistema del risparmio italiano. Sappiamo poi quale esito abbia avuto tale processo: oggi siamo ancora nelle condizioni di dover avviare una riforma in termini di trasparenza, in termini di difesa del consumatore, degli utenti e di modernizzazione del sistema finanziario e bancario italiano, grazie alle inadempienze di cinque anni di Governo del centrodestra.
Quindi, i paladini delle battaglie contro il sistema bancario - i quali, oggi, si ergono dai banchi dell'opposizione (e guardo di nuovo al collega Gianfranco Conte) -, anziché «aizzare» non so chi contro un sistema bancario che oggi si comporta in questo modo grazie anche alle loro inadempienze, dovrebbero proporre qualcosa di più serio che non il sostegno ad una proposta emendativa che peraltro reca una dizione che renderebbe inutile, anche di fronte alla sua approvazione, lo stesso articolo aggiuntivo. Infatti, quando si usa il termine prime rate, non si capisce di cosa si stia parlando, e oggi, invece, voi avete fatto vostro un siffatto articolo aggiuntivo!
Quindi, da questo punto di vista, bisognerebbe temperare in quest'Assemblea atteggiamenti di battaglia generica e collaborare, invece, attorno a un'iniziativa che possa comportare, come noi stiamo cercando di fare, benefici seri nei confronti dell'utenza, dei risparmiatori, dei lavoratori. Questo perché qui si fanno battaglie anche contro il fatto che si paghi non più in contanti, ma in un determinato modo, che possa essere non solo controllato, ma anche inserito in un processo di modernizzazione del sistema e di socializzazione dei mezzi di pagamento che siano all'altezza dell'Europa e dell'evoluzione del mondo finanziario e del mondo economico moderno.
Quindi, a questo punto, formulo al relatore una richiesta nel senso di accantonare l'articolo aggiuntivo in esame, per verificare se sussistano le condizioni per una collaborazione da parte dell'opposizione al fine di trovare una soluzione per cui l'intero Parlamento, anziché fare battaglie generiche contro il sistema bancario, adotti modalità serie per superare condizioni ancora negative, che riguardano l'utenza italiana in questo ambito (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo per un minuto. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, come è noto, questa stagione è ricca di polline che provoca delle alterazioni psicofisiche. Ho ascoltato l'onorevole Quartiani. Intanto, vorrei ricordare che l'articolo aggiuntivo in esame è stato presentato da un esponente del centrosinistra. L'onorevole Conte è una persona perbene, molto seria e ha svolto molto bene il suo lavoro, così come l'ha fatto il centrodestra. Ammettiamo che il centrodestra avesse fatto poco per accorciare «le mani lunghe» delle banche sulle tasche dei cittadini. Lei sarebbe contento e soddisferebbe le esigenze dei suoi elettori facendo peggio, se noi avessimo fatto male?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, concluda.
TEODORO BUONTEMPO. Concludo, Presidente.
Questa è una logica che va condannata e credo che, prima di tutto, la condanna sia dei vostri elettori, perché quell'articolo aggiuntivo almeno stabilisce un tetto, anche se - secondo me - basterebbe attenersi al prime rate senza aggiungere il 3 per cento, perché il tasso di interesse salirebbe - e non sarebbe poco - intorno al 6 per cento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, è da questa mattina che ascolto interventi di lezione di diritto bancario e di tutela nei confronti degli utenti del Pag. 83sistema creditizio. Vorrei ricordare che imputare al centrodestra di aver fatto poco in questo settore è davvero incredibile; ma sentire da parte del centrosinistra lezioni di questo tipo è addirittura tragico!
Per il momento, quello che si è visto in questo anno di Governo da parte del centrosinistra è il ricorrere ad una serie di aggregazioni del sistema bancario forzate, forzose e spesso non in linea con le esigenze del mercato, che non hanno portato nessun vantaggio agli utenti del sistema bancario.
Vi ricordo la recente relazione del governatore Draghi, che ha richiamato proprio voi a trovare soluzioni che non siano solo di convenienza politica o per trovare nomine o poltrone nuove, come avete fatto in tutti questi mesi, cercando aggregazioni solo per attribuire incarichi a persone molto vicine al Presidente del Consiglio. Il governatore Draghi vi ha proprio richiamato a trovare sistemi aggregativi e soluzioni tecniche che possano apportare vantaggi agli utenti; cosa che, secondo il governatore Draghi, non secondo noi, sino ad oggi non è avvenuta.
PRESIDENTE. Onorevole Jannone, concluda.
GIORGIO JANNONE. Concludo, Presidente. Quindi, signor Presidente - le chiedo solo un secondo per finire - lezioni di questo tipo da parte vostra, che avete usato il sistema creditizio solo per attribuire poltrone e per avere vantaggi di carattere economico per voi - spero non per i partiti (questo lo valuterà la magistratura con i recenti casi da Unipol in poi) ma, comunque sia, per i vostri amici -, lezioni da chi non ha portato nessun vantaggio per gli utenti, non possono essere accettate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, questa mattina un po' sotto silenzio, e, comunque, senza grande risalto, l'Assemblea ha approvato due significativi articoli aggiuntivi che tutelano il cittadino consumatore, e, soprattutto, il cittadino che presta fideiussioni bancarie.
L'ha fatto con il parere favorevole del Governo e del relatore, e sono contento che tutta l'Assemblea abbia assunto tale decisione. Tuttavia, i problemi trattati questa mattina - come quello di cui stiamo discutendo - sono stati posti, da me e da qualche altro collega, da tempo, per richiamare l'attenzione rispetto alla necessità di garantire il contraente più debole nel rapporto con il sistema bancario...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
NICOLA CRISCI. Mi consenta un minuto in più, Presidente.
PRESIDENTE. Un minuto è troppo, perché sarebbe il doppio del tempo a sua disposizione.
NICOLA CRISCI. Ho capito; però, in qualche misura, questa discussione...
PRESIDENTE. Purtroppo, devo applicare il Regolamento, onorevole Crisci.
NICOLA CRISCI. Però mi deve consentire di finire un ragionamento, molto brevemente!
Dicevo soltanto che questo tema è stato posto nella passata legislatura con esiti che - devo dire - non sono stati fruttuosi, collega Conte, non è forse vero? Tali problemi sono stati sottoposti da me, negli stessi termini! Adesso due su tre, sono stati risolti. Mi sembra che il problema in questione, invece, possa essere impostato - così com'è stato fatto dal relatore - con un invito al Governo a tener conto della peculiarità del rapporto in discussione e con interventi di persuasione morale, rispetto alle priorità...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
Pag. 84NICOLA CRISCI. Per fare in modo che non appaia un intervento dirigistico della libera determinazione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, deve concludere.
NICOLA CRISCI. Ma un intervento capace di tenere conto della condizione di debolezza...
PRESIDENTE. Onorevole Crisci, deve concludere, non posso farla continuare ancora.
NICOLA CRISCI. Sono convinto che il Governo accoglierà lo spirito di tale articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è abbastanza strano! In un Paese normale non ci sarebbe bisogno di una tale proposta emendativa perché il mercato, automaticamente, sistemerebbe la faccenda! Purtroppo, in Italia, non abbiamo un sistema bancario concorrenziale per cui, di fatto, con due soli grandi gruppi bancari che «la fanno da padrone», il «cartello» impedisce al mercato di regolare e offrire tassi equi.
Oltretutto, nel sistema delle carte revolving, si vanno ad «affidare» persone che non sono più affidabili. Tali carte rappresentano l'estrema ratio con cui si indebitano le famiglie più in difficoltà, in quanto non riescono più ad avere credito da nessuna parte. In tal senso, l'unica soluzione può consistere nel mettere un tetto a quella che diventa, di fatto, un'usura. Non possiamo fare altro che approvare un articolo aggiuntivo che appare dirigistico: all'interno di un provvedimento che parla di liberalizzazione, ciò è alquanto paradossale, però diventa, di fatto, una via obbligata.
Per quanto attiene, invece, alla questione del termine prime rate - mi rivolgo al relatore - penso che sia possibile una correzione in sede di coordinamento formale del testo perché, di fatto, mi sembra evidente che, se il termine non è più in uso, è corretto fare riferimento a quello attualmente in uso: non penso sia un problema e chiedo al relatore conferma di questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo anch'io in sessanta secondi. Eravamo un po' dubbiosi, dal punto di vista tecnico, sulla natura di tale articolo aggiuntivo, presentato da un esponente dei Democratici di sinistra, l'onorevole Crisci, il quale lo ha ritirato. È stato, quindi, fatto proprio dall'onorevole Baldelli, insieme agli onorevoli Teodoro Buontempo e Castellani. Rimanevamo, quindi, favorevoli dal punto di vista concettuale, ma dubbiosi sotto il profilo tecnico e di costituzionalità.
Tuttavia, se l'elemento decisivo diventa un elemento politico (abbiamo sentito gli argomenti della sinistra che, addirittura, contestano al centrodestra di «avere fatto» e di «non avere fatto»), la conseguenza è una sola: Alleanza Nazionale, o meglio, il presidente del gruppo di Alleanza Nazionale, chiede che il proprio nome venga aggiunto ai firmatari di tale articolo aggiuntivo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nel corso della mattinata abbiamo discusso a lungo su tale tema e l'onorevole Crisci, presentatore dell'articolo Pag. 85aggiuntivo in questione, ha compreso le ragioni che sono emerse nel corso del dibattito.
Ha compreso che quell'articolo aggiuntivo era sostenuto da una particolare generosità, che si esponeva anche al rischio della demagogia e per tale motivo ha ritenuto opportuno ritirarlo: nel nostro Paese l'ordinamento garantisce già i cittadini rispetto al rischio di tassi usurari e non c'è norma che possa intervenire per regolare relazioni ed equilibri, che appartengono esattamente alle dinamiche di mercato.
Il costo del denaro non si sottrae a quelle logiche. Le politiche pubbliche e le autorità di regolazione devono intervenire a tutela dei cittadini, affinché i costi che il mercato presenta non risultino mai viziati da una rendita di posizione o da fattori che attengono a posizioni dominanti. Questi ultimi non ripagano il costo del servizio erogato, ma percepiscono o intercettano una situazione, che risulta non giustificata dalle dinamiche dei costi e dalla comparazione che si realizza in condizioni di mercato.
Poiché siamo tutti convinti di ciò, credo che non c'è chi possa sostenere il contrario; ove mai questo principio fosse applicabile, mi chiederei perché lo stesso non venga applicato sul conto corrente, sui prestiti degli artigiani, delle famiglie e dei cittadini italiani, ma soltanto ai possessori di carta revolving. Credo che la risposta a tale interrogativo serva a dare conto di quanto si voglia strumentalizzare, se mi è consentito, una questione che, essendo stata proposta con una spinta piuttosto generosa, è stata poi ricondotta, attraverso il ritiro dell'articolo aggiuntivo, nel quadro di un ragionamento che si fonda sulle norme a tutela dei cittadini esistenti nel nostro Paese.
Per tale motivo il Governo si dichiara contrario all'articolo aggiuntivo in esame.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente vorrei dire che l'onorevole Quartiani, nel suo intervento, ha motivato una richiesta di accantonamento.
Credo che lei abbia fatto bene a consentire lo svolgimento di un dibattito a prescindere da tale richiesta, perché l'argomento è rilevante e, peraltro, mi pare si stia sviluppando in modo serio ancorché, ovviamente, con posizioni diverse all'interno dell'Assemblea.
Mi domando, anche alla luce delle considerazioni del Governo, se obiettivamente non sia opportuno l'accantonamento di tale proposta emendativa, atteso che un dibattito è già stato svolto e che, probabilmente, se mai riusciremo a trovare una soluzione sulla quale ci si trovi d'accordo, l'accantonamento dovrebbe tendenzialmente aiutarci in tal senso. Se così non sarà, ci ritroveremo di nuovo di fronte tale articolo aggiuntivo e sullo stesso dovremo comunque affrontare un nuovo dibattito.
Mi rimetto ovviamente alla sua decisione e a quella dei colleghi, ma visto anche il clima positivo nel quale stiamo lavorando, mi domando se non sia utile approfittare di tale richiesta di accantonamento proprio per vedere se si trovi una soluzione. In caso contrario, dovremo comunque riaffrontare il dibattito nel momento in cui ci ritroveremo a discutere tale proposta emendativa.
Quindi, la mia domanda è se effettivamente, anche alla luce di una sorta di chiusura del dibattito da parte del Governo, non convenga accantonare l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Onorevole Provera, so che lei ha chiesto di parlare, ma sulla base del richiamo al Regolamento che ha la precedenza, devo prima dirimere la questione procedurale, dando la parola al relatore per conoscere la sua opinione sulla proposta di accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, facciamo un altro atto di buona volontà: accantoniamo l'articolo aggiuntivo in esame. Non è di facile soluzione, però ci proveremo.
Pag. 86GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A quale titolo? A questo punto, devo decidere sulla proposta di accantonamento e non vorrei che si aprisse un dibattito su tale proposta.
GIANFRANCO CONTE. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, poiché la discussione che è stata svolta riguardava la possibilità di modificare la proposta emendativi in esame, è chiaro che noi siamo d'accordo sull'accantonamento, nella misura in cui la si corregga, per renderla in qualche modo utile, anche alla luce di tale dibattito.
PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Crisci 41.0208, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, è pertanto accantonato.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.02.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio articolo aggiuntivo 41.02.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pignataro 41.05. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, però vorremmo sottolineare l'importanza di questo articolo aggiuntivo, che riguarda i contributi consortili. Volevamo sollevare un problema serio, che è quello che ai contributi da parte dei comuni e dei cittadini corrispondesse la bonifica del territorio, quindi dei servizi nei confronti dei cittadini, cosa che oggi non avviene e che determina un'imposizione impropria. Questo è il problema che abbiamo voluto sottolineare!
Ritiriamo l'articolo aggiuntivo, pensando, però, che si trattava di una disposizione a difesa dei cittadini e dei consumatori, che avrebbe potuto migliorare il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il mio articolo aggiuntivo 41.03 tende a delle semplificazioni in materia di imposta di bollo. Capisco che ci possano essere dei problemi legati alla copertura finanziaria e quant'altro. Si tratta tuttavia di un tema delicato e, per quanto riguarda la copertura finanziaria, il contributo dovuto al servizio sanitario nazionale potrebbe in qualche modo aggiungere copertura a quanto previsto nella prima parte del mio articolo aggiuntivo, che prevede che l'imposta di bollo in misura fissa è elevata da euro 1,81 a euro 2,50 e l'importo per cui l'imposta non è dovuta è elevato da euro 77,47 ad euro 500,00. Il cittadino avrebbe sostanzialmente un vantaggio enorme per quanto riguarda la possibilità di semplificazione in materia di imposta di bollo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 41.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 400
Astenuti 51
Maggioranza 201
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 277).Pag. 87
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, per la cui votazione i presentatori insistono.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, capisco che la Commissione Bilancio abbia espresso parere contrario su questi articoli aggiuntivi, che però presentano una propria ragionevolezza. Chiedo anche a tutti i colleghi: perché si dovrebbe pagare la tassa di concessione per l'espatrio per recarsi in Svizzera, in Norvegia o in Croazia, dove è ammesso andare con la carta di identità?
L'articolo aggiuntivo prevede esattamente questo: quando si va in Paesi per i quali è ammessa la carta d'identità, si può non pagare il bollo sul passaporto. Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che merita un voto favorevole.
Non stiamo parlando - sebbene avessimo presentato nella scorsa legislatura una proposta in tal senso - dell'eliminazione tout court della tassa sul passaporto; in questo caso, stiamo ragionando solo dell'imposta da pagare quando si utilizzi il passaporto per andare in Paesi dove è previsto il solo uso della carta di identità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 41.04 e Franzoso 41.0201, non accettati dalla Commissione, né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 250).
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola non è riuscita a esprimere il proprio voto.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, non so se riuscirò a far capire all'Assemblea, al di là degli schieramenti, l'utilità dell'articolo aggiuntivo in esame.
Di fatto in Italia siamo in questa situazione: molti piccoli appezzamenti di suolo agrario non vengono venduti, non entrano nel mercato, perché i costi di trasferimento fiscali e notarili lo scoraggiano. Stiamo parlando di terreni agricoli aventi valore catastale inferiore a 5 mila euro. Per tali trasferimenti abbiamo ipotizzato che ci sia un abbattimento complessivo, tanto da farli costare cento euro onnicompensivi.
Mi rendo conto che anche in questo caso c'è un problema per la Commissione bilancio. A parte il fatto che in grande maggioranza tali situazioni non vanno sul mercato, quindi non producono un gettito, mi rivolgo al Governo, al relatore e ai componenti della maggioranza, sperando di fare emergere il problema. Abbiamo già tentato, in altre circostanze, di farlo diventare un tema meritorio di attenzione da parte del legislatore. Fino a questo momento non ci siamo riusciti, per cui di fatto in Italia vi è una situazione di immobilismo nel trasferimento delle piccole proprietà agricole. Una norma che faciliti il passaggio di tali piccole proprietà sarebbe auspicabile, perché aiuterebbe la ricomposizione fondiaria e soprattutto porrebbe termine allo stato di abbandono in cui si trovano una serie di apprezzamenti di suolo agrario, che si espongono anche al problema della manutenzione, quindi della salvaguardia ambientale. Mi Pag. 88rivolgo a molti altri colleghi sensibili a questi temi: senza un incentivo dal punto di vista della facilitazione, perché il trasferimento di tali proprietà avvenga con semplicità, tutto rimarrà fermo, così com'è oggi.
La domanda è: c'è qualcuno che sposa questa causa, che la ritiene meritoria? È possibile affrontarla in questa o in altra sede? È possibile superare una forma di insensibilità, che spesso registriamo su questo tema, al di là delle posizioni di schieramento? Tutto ciò andrebbe a favore di una proposta di assoluto buonsenso, che risolverebbe tanti problemi, semplicemente se ci fosse un concorso di volontà teso a raggiungere l'obiettivo di venire incontro al mondo agricolo, soprattutto alle aree più abbandonate, che rischiano di rimanere marginali, creando problemi non soltanto di natura ambientale, ma anche economica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevoli colleghi, la proposta contenuta nell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 è giustissima. Non solo si andrebbe incontro ad innumerevoli fattispecie nelle quali le spese di trasferimento dei menzionati microappezzamenti di terreno agricolo sono superiori al valore stesso del bene compravenduto - il che già è assurdo e frena le operazioni - ma si favorirebbe, accettando l'articolo aggiuntivo in esame, la ricomposizione fondiaria, che è un obiettivo importantissimo per la nostra agricoltura, i cui appezzamenti sono sottodimensionati. Gli esperti di settore sanno che, scoraggiati dall'eccessiva incidenza delle spese, molti proprietari di microappezzamenti non fanno l'atto notarile di trasferimento, quindi se lo passano, come si suol dire in agricoltura, «in parola», o stilano un «pezzetto di carta» che però non viene registrato. Si tramandano dunque, di generazione in generazione, situazioni non sistemate dal punto di vista ipotecario e catastale, creando un marasma non indifferente. L'articolo aggiuntivo in questione va dunque nella direzione dell'efficace risoluzione di problemi assolutamente oggettivi.
Voterò pertanto senz'altro a favore dell'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vorrei ribadire alcuni concetti espressi da chi mi ha preceduto. Credo che la valenza dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 sia tale, per cui valga la pena sottoscriverlo anche da parte mia, ma soprattutto sarebbe importante capire se il relatore intenda manifestare la volontà, in questa sede, di accantonare anche l'esame di questo articolo aggiuntivo, in attesa che si possa trovare idonea copertura, come si è fatto per altre proposte emendative.
Ritengo, infatti, che alla fine si ricorre sempre alla «foglia di fico» per la quale, quando manca la copertura, anche le proposte di buonsenso non possono essere approvate. Dobbiamo recarci in Commissione bilancio per chiedere diversi pareri e credo che uno in più o in meno non rappresentanti una grande differenza. Mi auguro che il relatore voglia, con un gesto di buonsenso, accantonare l'esame dell'articolo aggiuntivo 41.0202 avente quale prima firmataria l'onorevole Milanato.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore, prima di proseguire con gli altri interventi, se sia disponibile ad accogliere la proposta di accantonamento dal collega Fava formalizzata. Chiedo al relatore anche semplicemente un «sì» o un «no» per decidere se proseguire o no la discussione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, dichiaro la mia disponibilità in merito, fermo restando che c'è un parere contrario della Commissione bilancio e che la questione è stata in qualche modo già affrontata in altra sede legislativa.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 89FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo, al riguardo, difficoltà.
PRESIDENTE. Dispongo pertanto l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202. L'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203, reca un contenuto simile all'articolo aggiuntivo Milanato 41.0202 e pertanto, se il relatore non avesse obiezioni, ne disporrei ugualmente l'accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Non vi sono problemi in merito, signor Presidente.
PRESIDENTE. Avviso quindi che anche l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 41.0203 è accantonato.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo aggiuntivo Saglia 41.052. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, sta accadendo una cosa grave e segnaleremo sicuramente il problema anche nei prossimi giorni presentando apposite interrogazioni in merito. Il 1o luglio di quest'anno si apre il mercato elettrico: una rivoluzione che avrebbe dovuto essere copernicana, una liberalizzazione vera. Non esistono però le regole, il Governo non le ha adottate e non c'è una legge che disciplini il mercato dell'energia elettrica. Cosa succederà? Nessuno cambierà il fornitore e tutti continueranno ad acquistare l'energia elettrica dal medesimo fornitore. Allora, dite pure che la liberalizzazione nel settore energetico non fa parte del programma di Governo! Questo mio articolo aggiuntivo non si limita ad affrontare una questione presente in un altro disegno di legge; mancano ormai venti giorni e non vi sono ancora le regole, né è stato predisposto un provvedimento in merito. Anzi, è in elaborazione, presso il Ministero dello sviluppo economico, un provvedimento che prevede il rinvio senza data della liberalizzazione dell'energia elettrica. Finitela di prenderci in giro! Avete avuto la possibilità di stabilire le regole del mercato da un anno a questa parte: non lo avete fatto ed è evidente che difendete i monopoli. Questo articolo aggiuntivo servirebbe, almeno, ad affrontare la questione delle fasce sociali disagiate. Evidentemente il Governo di sinistra è totalmente disinteressato dal fatto che le bollette elettriche vengono pagate in maniera eccessiva anche dalle fasce sociali disagiate. Non vi siete preoccupati neppure di questo aspetto! Cosa fanno il Ministro degli affari sociali ed il Ministro per le politiche per la famiglia sulle tariffe che i cittadini e le famiglie devono pagare per l'energia elettrica? Assolutamente nulla!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Saglia 41.052.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Intervengo semplicemente per ricordare che giace al Senato, dal mese (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
STEFANO SAGLIA. Giace da due anni!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore! Può proseguire, sottosegretario Bubbico.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Basta controllare i resoconti delle attività della X Commissione al Senato per rendersi conto dei tempi necessari all'esame di un disegno di legge che il Governo ha presentato molti mesi fa. Tuttavia, il Governo ha già annunciato, in tale sede, che ove mai il provvedimento, che è calendarizzato per la Pag. 90discussione in aula, non dovesse arrivare in porto, verranno adottate tutte le misure necessarie a garantire le utenze che non trarrebbero vantaggio dalla liberalizzazione che dal 1o luglio diventerà operativa nel nostro Paese.
Desidero quindi tranquillizzare l'onorevole Saglia sul fatto che il problema è all'attenzione del Governo e che esso non è risolvibile con l'articolo aggiuntivo proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il provvedimento in esame ormai viene gestito dalla Commissione bilancio e - per alcuni aspetti - da provvedimenti in itinere. Di fatto, in qualche modo, esso è stato completamente svuotato. Ha ragione il collega Saglia quando afferma che su questo tema, ossia la liberalizzazione delle utenze domestiche a partire dal 1o luglio 2007, il Governo è inadempiente.
Ho ascoltato in sede di Comitato dei nove - ma anche in Commissione - il sottosegretario Bubbico affermare che se per caso non si arrivasse all'approvazione del provvedimento in tempo utile, il Governo potrebbe quando e come vuole, stabilire il rispetto di quella data. Siamo già, ormai, a metà giugno ed effettivamente la necessità di trovare una soluzione, attraverso un decreto, dovrebbe emergere in queste ore e non si dovrebbe aspettare che il provvedimento, che giace al Senato, sia approvato in tale sede per poi essere trasmesso alla Camera.
Quindi, l'onorevole Saglia ha ragione quando sostiene che per alcune parti - si veda la materia dell'acqua - è stato possibile, in questo disegno di legge, riportare nel suo alveo provvedimenti che sono in itinere e che, per il momento, giacciono al Senato; per questo aspetto, invece, frutto di un emendamento proposto dall'opposizione, non è possibile usare lo stesso metro.
Pertanto, voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo del collega Saglia e sottolineo, perché forse sono passati inosservati ai più, il tono e l'espressione usata dal sottosegretario Bubbico per ricordare il provvedimento che si trova all'esame del Senato. Egli lo ha paragonato, non dico a cosa, per decenza e perché siamo in un'aula parlamentare, ma adoperando le stesse parole del sottosegretario, si può dire che il provvedimento «giace» al Senato. Il che significa che quando questa opposizione ha sottolineato che il nostro bicameralismo si è trasformato, per colpa dell'attuale maggioranza, in un bicameralismo imperfetto, in una situazione per cui il Senato non può legiferare, ebbene, in questo caso l'espressione «giace» risulterebbe propria!
Signor Presidente, prima di concludere il mio intervento vorrei porre un'ultima domanda: ma il Governo sarà ancora in carica il 1o luglio di quest'anno?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 41.052, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206.Pag. 91
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente non mi aspetto che sia approvato questo mio articolo aggiuntivo, analogo a quello dell'onorevole Saglia, ma intervengo soltanto per ricordare che vi era un impegno preciso da parte del Governo a procedere al passaggio alle tariffe elettriche con una liberalizzazione e, quindi, con l'utilizzo, dopo molti studi, della condizione tariffaria D1. rispetto alle D2 e D3.
Non ci pare che vi sia alcun passo in avanti. A noi sembra che si voglia «ingessare» un mercato per consentire ai player, che sono attualmente sul mercato stesso, di continuare ad utilizzare tariffe a loro convenienti, senza tener conto delle effettive necessità ed urgenze, soprattutto rispetto alle famiglie numerose, che vedrebbero in un passaggio di tariffa, così com'era stato anche ipotizzato dai vari esperti del settore, un vantaggio indubbio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 41.0206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 430
Astenuti 22
Maggioranza 216
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 252).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205.
Prendo atto che i presentatori di tali articoli aggiuntivi non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, abbiamo appena abbandonato - mi rivolgo al relatore ed al Governo - il tema delle banche. Vi siete tanto eccitati all'idea di aver realizzato una riforma relativa alla commissione del massimo scoperto e, poi, abbiamo constatato che l'emendamento presentato dalla Commissione, in realtà, interviene ben poco in materia e permangono, in ogni caso, gli oneri a carico dei cittadini clienti.
Ci troviamo ora in una situazione veramente paradossale. Quando, sulla stampa internazionale si fa riferimento alle tariffe applicate nel nostro Paese per l'energia elettrica, evidentemente si avverte che si viene incontro, in qualche modo, alle richieste delle imprese, le quali pagano, sempre nel nostro Paese, una sorta di «commissione di massimo scoperto» per l'utilizzo dell'energia. Nel Paese «normale» succede che se durante l'arco dell'anno un'impresa, per necessità correlate ad un picco di lavoro, consuma una quantità di energia molto più alta rispetto a quanto consuma nei periodi normali dell'anno, la stessa impresa pagherà, per tutto l'anno, l'impegno massimo di potenza, che verrà «spalmato» in maniera uniforme su tutti i mesi ed i giorni dell'anno.
Credo che ciò sia un illegittimo arricchimento perché, sostanzialmente, per un picco, che può essere anche di pochi minuti si rischia molto. A tale proposito, faccio un esempio che potrebbe essere utile per inquadrare i termini della questione. Nel nostro Paese il settore alberghiero, soprattutto nelle località balneari, ha una concentrazione di attività nel periodo dell'alta stagione, Tuttavia, se qualcuno durante l'anno, per esempio a Capodanno, decidesse di ospitare, all'interno della propria struttura, un gruppo di turisti e di fare un veglione, in tale occasione utilizzerebbe il massimo dell'energia disponibile, Pag. 92sia per l'ospitalità sia per il veglione. Ebbene, in tal caso, per tutto l'anno e per tutto il periodo invernale, in cui normalmente tutti gli esercizi rimangono chiusi, pagherebbe la «commissione di massimo scoperto» per l'energia.
Questo è, in parole povere, il contenuto della proposta emendativa che sottoponiamo alla vostra attenzione, perché chiediamo che venga applicato alle imprese un costo considerato sulla media dei consumi che si fanno durante tutto l'anno e non sui picchi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Saglia 41.053 e Gianfranco Conte 41.0205, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 444
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo ho tentato di porre all'attenzione del Governo una problematica estremamente complessa. Mi rendo assolutamente conto della difficoltà, anche da parte della Commissione bilancio, di valutare con precisione le ricadute finanziarie. Tuttavia, desidererei che il Governo, quanto meno, prendesse atto che la problematica, così come evidenziata nell'articolo aggiuntivo, è importante. Vorrei sapere, inoltre, se il Governo è disponibile ad accogliere un ordine del giorno che lo impegni ad affrontare questa problematica, magari in altra sede, perché ritengo che essa vada assolutamente risolta, in quanto spesso gli oneri del recupero superano addirittura la somma del debito per cui si tenta il recupero stesso.
La problematica esiste e non ritengo che questa sia la soluzione migliore ma, in ogni caso, vorrei chiedere al Governo se è disponibile ad affrontare il problema accogliendo un ordine del giorno. In tal caso, ritirerei certamente l'emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non abbiamo nessuna difficoltà ad accogliere un ordine del giorno che riepiloghi tali aspetti e che, sulla base di un percorso scandito, ci consenta di affrontare le questioni qui rappresentate.
PRESIDENTE. Dunque, l'articolo aggiuntivo Giudice 41.0204 si intende ritirato, sulla base dell'impegno assunto dal Governo. Pertanto, onorevole Bosi, non le posso dare la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Luciano Rossi 41.055 e D'Agrò 41.0100, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 257).Pag. 93
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Testa 41.0200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 8).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lazzari 41.06.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, ritiro il mio articolo aggiuntivo perché è già assorbito dall'articolo 15.
PRESIDENTE. Sono accantonati i successivi subemendamenti riferiti all'articolo aggiuntivo 41.0300 della Commissione, esso stesso accantonato. È accantonato anche l'articolo aggiuntivo Turco 41.0252.
Chiedo al relatore di darci indicazioni sul prosieguo dell'esame.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, potremmo passare all'esame dell'articolo 42.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 20).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Giuseppe Fini 42.200 e Gianfranco Conte 42.201.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuseppe Fini 42.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 42.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 247).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 331
Astenuti 124
Maggioranza 166
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 73).
(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 21).
Non essendo stati presentati emendamenti riferiti all'articolo 43, porrò in votazione direttamente tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 346
Astenuti 111
Maggioranza 174
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 38).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti dall'articolo 43.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, mentre esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi D'Agrò 43.02, 43.03, 43.04, 43.05 e 43.07. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Ferdinando Benito Pignataro 43.010, D'Agrò 43.09 e Della Vedova 43.011, 43.012, 43.014, 43.015, 43.016, 43.017 e 43.018, nonché degli identici articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211. La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Galante 43.0208, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lazzari 43.0209. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Gianfranco Conte 43.0210, Folena 43.021 e Della Vedova 43.019, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo per avere un chiarimento dal relatore che ha espresso un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 e, invece, ha formulato un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 43.0207, ma sono assolutamente identici; allora o la Commissione formula un invito al ritiro di entrambi, o non può esprimere un parere favorevole sul primo e un parere contrario - salvo il ritiro - sul secondo, che, tra l'altro, corrisponde anche all'articolo aggiuntivo Saglia 43.030.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
Pag. 95PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, faccio osservare all'onorevole Gianfranco Conte che gli articoli aggiuntivi non sono identici: infatti, il comma 1 degli articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207 recita: «Al fine di garantire [...] è vietata, da parte degli operatori di telefonia»; mentre il comma 1 dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 prevede il potere di intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non è la stessa cosa, se mi permette.
Se i presentatori accettano la formulazione dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211, la Commissione può esprimere parere favorevole su tali altri articoli aggiuntivi. Ciò significa - è bene precisarlo - che il comma 1, ovviamente, è da intendersi quello dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211.
PRESIDENTE. È chiaro e si verificherà quando esamineremo tale articolo aggiuntivo.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 233).
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.02.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ritiro l'articolo aggiuntivo 43.02 e i successivi articoli aggiuntivi 43.03, 43.04 e 43.05, mentre insisto per la votazione dell'articolo aggiuntivo 43.07.
L'articolo aggiuntivo 43.07, infatti, prefigura una modifica all'articolo 2120 del codice civile relativo alla disciplina del trattamento di fine rapporto di lavoro: in particolare, la lettera b), viene sostituita dalla seguente: «b) acquisto o costruzione, risanamento e ristrutturazione in proprio o tramite società cooperativa edilizia, della prima casa di abitazione per sé o per i figli, o per i propri genitori».
Questa è la motivazione che mi induce a ritirare gli altri articoli aggiuntivi e, invece, a mantenere l'articolo aggiuntivo 43.07.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 244).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Ferdinando Benito Pignataro 43.010.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, ritiriamo il mio articolo Pag. 96aggiuntivo 43.010 e l'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023. L'articolo aggiuntivo Galante 43.0208 è l'unico che non riteniamo opportuno ritirare, in quanto siamo convinti che il cittadino abbia il diritto e il dovere di difendersi.
Quando il cittadino non riesce a difendersi da solo, deve intervenire il legislatore - come nel caso in esame - soprattutto in ordine al problema delle segreterie telefoniche e, in particolare, dei relativi costi aggiuntivi. Questo, infatti, è uno dei tanti nodi presenti nel vasto mercato elettronico che richiede una disciplina normativa in grado di regolamentare un aspetto nevralgico del sistema della telefonia...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, ma lei sta intervenendo nel merito di un altro articolo aggiuntivo...
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Dal momento che ne ritiro due, parlo una volta sola.
PRESIDENTE. Sta bene.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. È prassi, infatti, che i gestori delle compagnie telefoniche attivino i servizi di selezione automatica dell'operatore o altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica. In questi anni è stato solo grazie all'Associazione dei consumatori se migliaia di utenti hanno potuto vedersi rettificare le bollette, ottenendo prima il congelamento e poi lo storno di servizi non richiesti, in quanto non si possono attivare servizi senza espressa volontà degli utenti.
Oltre a tale rilevante aspetto, si sottolinea come le segreterie telefoniche prevedano costi aggiuntivi per gli utenti anche nella fase antecedente alla registrazione del messaggio di segreteria. Ovviamente i costi del servizio variano a seconda del gestore ma, in ogni caso, tale sistema rappresenta una forma indebita per lucrare soldi ai cittadini.
Non si comprende, quindi, quale sia il motivo per cui l'utente, per ricevere informazioni del tutto inutili dall'operatore, debba sostenere costi aggiuntivi prima del segnale acustico che dà il via alla registrazione del messaggio.
Per tali motivi manteniamo l'articolo aggiuntivo Galante 43.0208.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, posso capire che, in relazione alla filosofia del Governo e del relatore, il mio articolo aggiuntivo 43.09 e il collegamento al cosiddetto pagamento dell'ultimo miglio possa sembrare assolutamente non coerente con l'impianto dell'articolato. Credo che, invece, si «allacci» - termine brutto, forse - al provvedimento precedentemente votato, ossia il primo decreto Bersani, che aveva cercato di liberalizzare la telefonia, eliminando i costi di ricarica.
L'acquisto del cosiddetto ultimo miglio, invece, porterebbe alla liberalizzazione dell'utenza privata, cioè metterebbe effettivamente in concorrenza le varie società che erogano il servizio telefonico.
Ho capito e ho sentito, sia dal relatore sia dal Governo, che c'è stato complessivamente silenzio sull'articolo aggiuntivo in esame. Io, però, insisto per la sua votazione, perché reputo che sia la chiave di volta per liberalizzare fino in fondo la telefonia nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 243).Pag. 97
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore e ai colleghi della maggioranza: non vedo ragione per ritirare il mio articolo aggiuntivo. Anche nel precedente provvedimento Bersani si è scelto di disciplinare i mutui per l'acquisto della prima casa attraverso un intervento diretto sul mercato, cercando di intervenire sulle clausole contrattuali (rimuovendo, ad esempio, la possibilità di prevedere una penalizzazione, da parte degli istituti di credito, per chi estingua il mutuo anticipatamente).
Ritengo, peraltro, che quella misura avrà effetti controversi e, in molti casi, controproducenti per la generalità dei contrattori di mutuo, che vedranno aumentare il tasso di interesse. Ma abbiamo scelto di intervenire sulla questione.
Trovo francamente incomprensibile, colleghi, che, mentre per favorire coloro che acquistano la prima abitazione con il mutuo, si interviene direttamente nei meccanismi contrattuali, ci si rifiuti, con una posizione non favorevole alla proposta emendativa in esame, di abolire l'imposta dello 0,25 per cento che grava sui contrattori di mutuo.
Se davvero vogliamo intervenire per favorire chi acquista la prima abitazione attraverso un mutuo, non ritenete che lo Stato debba fare il primo passo, cancellando l'imposta che grava soltanto su chi acquista la casa con un mutuo, anziché pagandola cash?
Non è incongruente, se quello è il nostro obiettivo, favorire coloro che acquistano la prima casa con un mutuo: dobbiamo fare il primo passo abolendo i balzelli di Stato. Chiedo al Governo e al relatore quale sia la ragione per la quale la nostra capacità di intervento si ferma sulla porta di casa, della nostra casa, cioè dello Stato e delle imposte.
Ritengo incongruente tale posizione: mi rivolgo, in particolare, ai colleghi della sinistra, di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, che in Commissione hanno sostenuto l'articolo aggiuntivo in esame. Non ci sono problemi di copertura e spero che nessuno, in questa sede, voglia avanzare la questione della copertura finanziaria.
Ho presentato diversi emendamenti perché si possa scegliere la copertura, ma sappiamo benissimo che non è questa la sede per affrontare il tema della copertura finanziaria: non stiamo stravolgendo il bilancio dello Stato. Possiamo solo decidere, se davvero vogliamo favorire coloro che acquistano la prima casa con il mutuo, che lo Stato faccia il primo passo, rinunciando al balzello, del tutto ingiustificato, dello 0,25 per cento sull'imposta del mutuo, un'imposta sostitutiva della vecchia imposta di registro, che non ha ragione di esistere e non ha ragione di gettito, ma che rappresenta una penalizzazione gravante su chi non ha i soldi per comprare brevi manu l'abitazione.
Io davvero non capisco perché il relatore inviti al ritiro dell'articolo aggiuntivo in esame, considerato che non ci sono altre misure, la sede è quella appropriata e dei mutui sull'acquisto della prima casa ci siamo occupati nei provvedimenti di liberalizzazione.
Davvero invito a compiere questo passo, visto che ci sono altri emendamenti di questo tipo. Lo Stato interviene a difesa dei consumatori, salvo che per quanto riguarda le tasse improprie che sui consumatori gravano! Pertanto, colleghi, davvero vi chiedo un breve momento di riflessione.
Non si tratta di un danno per il bilancio dello Stato, ma, se davvero vogliamo fare qualcosa, facciamo qualcosa di certo: togliamo l'imposta dello 0,25 per cento che grava sulla sottoscrizione dei mutui per l'acquisto della prima casa e l'effetto sarà certo, immediato e superiore a quello che abbiamo pensato. Poi vedremo i dati.
Abbiamo pensato di ottenere un beneficio vietando le penali per l'estinzione anticipata; perciò, non ritiro il mio articolo aggiuntivo ma anzi invito i colleghi ad esprimere un voto che vada nella stessa direzione nella quale si colloca la filosofia Pag. 98del provvedimento in esame e di quelli precedenti, a meno che non si voglia sostenere la giustezza della protezione del consumatore e dell'interesse di chi acquista la prima casa fatti salvi, però, gli incongrui e ingiustificati balzelli di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il collega Della Vedova per la lezione seria che ci ha dato sulla prima casa. Ci ha detto, infatti, che chi ha i soldi non paga tasse, mentre a chi deve richiedere un mutuo lo Stato fa pagare dei balzelli per acquistare la prima casa; mi chiedo dove andrà ad abitare. Per favorire l'acquisto della casa da parte dei lavoratori e delle classi più deboli, lo Stato applica il balzello! Ci ha detto questo, e ha fatto anche di più. Per questo motivo, mi rivolgo al relatore per invitarlo a riflettere sul parere espresso e, magari, a proporre l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo, visto che il collega Della Vedova ha presentato più proposte emendative, per far sì che venga scelta la copertura minima e venga stabilito in che modo essa debba essere rinvenuta.
Mi sembra un ragionamento serio e lo voglio ancora ringraziare per aver richiamato in Parlamento la possibilità di permettere ai cittadini, che già fanno sacrifici, di acquistare un'abitazione senza doverne sopportare di ulteriori per pagare anche la fiscalità sui mutui sulla prima casa.
Quindi, invito il relatore ed il Governo a rivedere il loro parere e, magari, ad accantonare tutte le proposte emendative presentate dal collega Della Vedova per cercare di far approvare dall'Assemblea quella che ritengono più opportuna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo 43.011 del collega Della Vedova, perché le sue argomentazioni non solo sono di buonsenso, ma innescano un meccanismo virtuoso, essendo volte a favorire la crescita del risparmio e, conseguentemente, gli investimenti nell'acquisto della prima casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Prima abbiamo cercato di verificare se era possibile l'anticipo del TFR per l'acquisto della prima casa per posizioni attualmente non contemplate dalla normativa. Noi non possiamo, quindi, che accogliere favorevolmente questo articolo aggiuntivo, che attiene alle esenzioni fiscali sui mutui riferiti alla prima casa. Pertanto, annunciamo anche noi il nostro voto favorevole.
GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Intendo aggiungere anche la mia firma a sostegno dell'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 445
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 237).Pag. 99
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Confermo anche questo articolo aggiuntivo, che immagino verrà respinto come il precedente. Tengo però a sottolineare - a lasciare agli atti, come si dice - la responsabilità che i colleghi della maggioranza si sono assunti.
Abbiamo sentito in questi mesi e in questo anno polemiche feroci contro il centrodestra, che non fa nulla, che non ha fatto nulla, che si oppone alle liberalizzazioni di Bersani. Io registro il fatto che, per quanto riguarda i colleghi della maggioranza, le liberalizzazioni si fermano alle imposizioni al mercato, mentre si lascia mano libera allo Stato di continuare a vessare ...
STEFANO SAGLIA. Vessatori!
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ... in modo improprio e assolutamente più pesante e ineludibile di quanto avvenga da parte delle aziende, i consumatori, gli utenti e, in questo caso, i contraenti di mutuo.
Questa è la logica delle vostre liberalizzazioni, cioè lo Stato è libero di fare ciò che vuole, lo Stato non mette in discussione i balzelli e la possibilità di imporre tasse che non hanno alcun senso, se non quello di penalizzare alcuni comportamenti e alcune scelte economiche.
Questo, caro collega relatore, è il senso e la filosofia delle liberalizzazioni vostre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma a questo articolo aggiuntivo affinché ciò rimanga agli atti e affinché soprattutto rimanga agli atti il fatto che l'appello rivolto al relatore non è stato accolto. Se ne assumerà, molto presto, le responsabilità politiche!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 241).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.014.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo è un articolo aggiuntivo che chiede di introdurre - e lo specifica anche - una norma di assoluto buonsenso, a cui sono sempre stato favorevole fin da quando venne proposta dall'onorevole Rutelli in campagna elettorale: mi riferisco a una diminuzione di una tassa, diminuzione Pag. 100che, invece, è stata cancellata dal programma degli interventi di liberalizzazione.
La norma in esame dispone la previsione di un'aliquota «secca» del 20 per cento per i redditi da locazione: in altre parole, chi affitta una casa viene tassato non con l'aliquota marginale del proprio reddito, ma con un'aliquota secca del 20 per cento. Chiunque abbia una casa in affitto sa benissimo che chi la dà in locazione calcola il valore netto del canone e non il valore lordo. Pertanto il presente articolo aggiuntivo - che è, ripeto, la ripresa di una proposta che è venuta dalle fila in particolare della Margherita e comunque dalle fila della maggioranza - punta a calmierare il costo degli affitti e si pone come obiettivo anche quello di fare emergere le locazioni «in nero», attraverso la misura più razionale, quella cioè di diminuire gli oneri fiscali sui proprietari locatori.
Tengo a sottolineare che nel presente articolo aggiuntivo è anche previsto che coloro che oggi siano locatori e vogliano accedere ai benefici fiscali debbano, per così dire, retrocedere parte del vantaggio ai locatari ovvero ai conduttori dell'appartamento; quindi, se affitto una casa, per poter avere lo sconto fiscale, devo fare uno sconto all'inquilino: ciò per rendere razionale l'intervento e favorire un calmiere sul livello degli affitti.
Anche in questo caso non vi sono questioni di copertura, vi è solo una questione di volontà politica: si tratta di voler scegliere - oppure no - di favorire il mercato delle locazioni in Italia, in una situazione in cui gli affitti aumentano e le case in affitto sono poche, anche perché vi è un forte disincentivo fiscale ad affittare le proprie case.
Anche in questo caso, cari colleghi, si tratta di operare una scelta. Non mi spiego la logica del Governo e del relatore - che chiedono di rinunciare al presente articolo aggiuntivo - se non con la mancanza di una volontà politica di andare in fondo, nel processo di ammodernamento della normativa italiana, se si toccano le tasse, cioè se si toccano gli interessi dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, vorrei replicare all'intervento dell'onorevole Della Vedova, che io seguo sempre con molta attenzione. Lei sa, onorevole Della Vedova, che all'interno del centrosinistra - non parlo quindi soltanto del mio gruppo - si sta valutando attentamente la proposta in esame della tassazione fissa del 20 per cento. È una cosa nota, non è priva di significato e anzi aggiungo che servirebbe ad armonizzare il tasso di tutte le rendite, vale a dire ad arrivare ad un tasso che sia identico per tutte le rendite.
Come è noto, il provvedimento in esame avrebbe anche lo scopo di far emergere tutti quegli affitti che non vengono denunciati e potrebbe avere come effetto una diminuzione dell'evasione fiscale, che in questo settore è molto praticata dai proprietari di casa. Però mi permetta di formulare una osservazione rispetto a quanto lei ha detto. Lei ha affermato che non vi sarebbe un problema di copertura. Si pone invece un problema a tale riguardo in quanto la copertura non può essere probabilistica. Sappiamo che il Governo di centrodestra fece molte coperture di tipo probabilistico, ma esse non dovrebbero a mio avviso essere ammesse nel nostro ordinamento. Non possiamo basarci sulla possibilità che il provvedimento in esame faccia emergere l'evasione, quindi compensi il minore gettito ottenuto con l'aliquota del 20 per cento. Dobbiamo invece, nella fase iniziale, stabilire una copertura; poi, se emergerà l'evasione, allora la copertura non sarà più importante.
Allo stato attuale non siamo in grado, per ragioni di compatibilità di bilancio, di accogliere il suo articolo aggiuntivo. Voglio dire però che il non accoglimento del suo articolo aggiuntivo non significa in alcun modo - almeno per quanto riguarda il mio gruppo - che non siamo pienamente d'accordo su questa direzione. Si tratta di verificare, spero con la prossima finanziaria - quando avremo il quadro complessivo Pag. 101della situazione - l'applicazione di questa misura, che ritengo assolutamente efficace equa rispetto alla tassazione delle diverse rendite, quindi uno strumento valido per contrastare l'evasione che in questo settore - come sappiamo - è abbastanza elevata. Le volevo dire tutto ciò affinché non ci siano quei dissensi finti, per cui magari si vota differentemente per questioni che riguardano il reperimento delle risorse, la visione complessiva, ma il dissenso è formale perché nella sostanza la pensiamo allo stesso modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola per domandare all'onorevole relatore e al rappresentante del Governo perché avessero espresso parere non favorevole su questo articolo aggiuntivo, articolato e corposo, a firma Della Vedova. Debbo ritenere che la risposta dell'onorevole Villetti sia già stata esaustiva, data a nome della maggioranza e quindi in qualche modo anche del Governo? L'argomento infatti è di eccezionale portata. L'articolo aggiuntivo segna il punto d'incontro di esigenze di carattere sociale tra i ceti più in difficoltà che stanno in affitto, i proprietari (che vengono ingiustamente vessati a causa della tassazione marginale, dal momento che il reddito da locazione confluisce nella dichiarazione complessiva dei redditi) e la possibilità di una effettiva liberalizzazione, che dovrebbe compiersi con il presente provvedimento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Se la risposta è quella dell'onorevole Villetti, ne consegue che per la maggioranza ciò non rappresenta una priorità. Ci ha detto che non vi sarebbero le risorse per la copertura di una tale misura e che di conseguenza dobbiamo prendere atto che non può essere considerata una priorità. Per noi è una priorità di carattere sociale, di carattere liberalizzatorio ed economico. Riteniamo di dover appoggiare l'articolo aggiuntivo Della Vedova e ci sembra un deficit politico formidabile quello confessato a nome della maggioranza da parte dell'onorevole Villetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, credo che, un po' complice anche l'orario e la giornata pesante che tutti abbiamo vissuto, la stanchezza stia emergendo in tutti i suoi contorni più drammatici, e che l'onorevole Villetti abbia perso una straordinaria occasione per star zitto. È riuscito a dire tutto ed il contrario di tutto, in un intervento francamente senza capo né coda, nell'ambito del quale ci pare di aver colto un dato: l'articolo aggiuntivo presentato Della Vedova è giusto, legittimo e condivisibile, ma la maggioranza non lo vota perché le convenienze dello stare al Governo non sono uguali a quelle dello stare all'opposizione. È un ragionamento che francamente si poteva anche risparmiare.
Sappiamo bene come funzionano la politica e i meccanismi all'interno della Camera dei deputati e ci mancherebbe altro che ci facessimo trovare impreparati da questo tipo di atteggiamenti, ma che qualcuno in modo così candido possa fare di tali dichiarazioni... Si sta discutendo di una legge!
Allora delle due l'una, caro Villetti: o l'articolo aggiuntivo è valido e contiene una misura che si pone nella linea dell'interesse generale, è condiviso e lo si approva, oppure, semplicemente, non lo si approva e si sta zitti.
Dirò di più: considerato che - come mi è parso di capire - l'onorevole Villetti addirittura si è improvvisato portavoce del relatore, poiché le spiegazioni che ci ha fornito non ci erano state offerte dal relatore (ci rallegriamo del fatto di aver avuto da lui qualche elemento in più), ci chiediamo allora per quale motivo il collega non si sia reso portavoce, come ho Pag. 102fatto io in occasione di qualche votazione precedente, di una richiesta al relatore di accantonamento dell'articolo aggiuntivo in esame, in attesa che lo stesso possa essere nuovamente valutato dalla Commissione bilancio, se davvero il problema è solo nella copertura; in tal modo, si sarebbe reso un buon servizio al Paese, perché domani avremmo potuto tranquillamente approvare la proposta, a seguito del superamento del vaglio della Commissione bilancio, specie considerando che abbiamo preso atto del fatto che anche nella maggioranza esiste condivisione e una volontà politica favorevole su tale articolo aggiuntivo.
Mi auguro quindi che si tratti solo di un caso dovuto alla stanchezza, ma di fatto non posso esimermi dal valutare negativamente l'intervento dell'onorevole Villetti e chiedo - a questo punto al suo posto - che il relatore si faccia carico della necessità di accantonare l'articolo aggiuntivo a firma Della Vedova - articolo al quale chiedo, peraltro, di poter aggiungere la mia firma - così da poterlo discutere eventualmente domani, dopo aver acquisito il parere della Commissione bilancio per quanto attiene alle relative competenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piro. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, noi pensiamo che l'articolo aggiuntivo in esame ponga una questione di interesse, tuttavia - lo dico subito - riteniamo che non sia del tutto congruo il contesto in cui la proposta si inserisce e che esso ponga sicuramente problemi di copertura finanziaria. Vengono stimati dal presentatore oneri per 2 miliardi di euro, ma non sappiamo sulla base di quali stime questa quantificazione sia stata effettuata e quali ulteriori oneri l'articolo aggiuntivo, se approvato, potrebbe produrre.
Vi sono dunque motivi fortemente problematici, che rafforzano in noi la convinzione che questo interessante argomento - che è stato sicuramente posto all'attenzione dell'opinione pubblica da esponenti del centrosinistra - debba essere inserito in un contesto più adeguato e sicuramente più congruo. Tale contesto da una parte dovrebbe essere legato a misure di alleggerimento della pressione fiscale, dall'altro - non dimentichiamo che stiamo discutendo di case - dovrebbe affrontare in maniera più organica la problematica della casa nel nostro Paese.
Per non restare nel vago, riteniamo in altre parole che l'argomento possa essere sicuramente affrontato nella sua complessità all'interno di un provvedimento più generale, che affronti, ad esempio, il problema dell'abolizione o dell'alleggerimento dell'ICI sulla prima casa, ma anche la questione delle case in affitto.
Il presentatore dell'articolo aggiuntivo ha fatto riferimento, ad esempio, al fatto che con questa misura si potrebbe favorire l'emersione degli affitti in nero. Pensiamo che un incremento, un'implementazione della misura legata al bonus affitto, soprattutto per coloro che si trovano in locazione abitativa, potrebbe anch'essa favorire l'emersione degli affitti in nero come peraltro, in buona parte, è avvenuto nel passato.
Per questi motivi, pur sottolineando che siamo interessati al problema e che siamo certi che esso potrà trovare un suo più adeguato inserimento in un contesto più ampio, pensiamo che debba essere accolto l'invito al ritiro rivolto al presentatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, a me sembra che l'onorevole Villetti abbia chiarito in modo inequivocabile non soltanto la posizione del gruppo, ma anche quella complessiva del centrosinistra per ciò che riguarda l'aspetto del venti per cento.
Mi sembra quanto mai strano che alcuni parlamentari, tra cui il penultimo che ha parlato, svolgendo anche delle considerazioni Pag. 103secondo me non opportune, non comprendano che l'onorevole Villetti, come d'altronde anche il nostro gruppo, ritiene estremamente significativo questo tipo di articolo aggiuntivo, perché comunque andrebbe ad eliminare un problema di sommerso.
Tuttavia, con altrettanta chiarezza e, soprattutto, con grande rispetto per le norme che regolano e devono regolare i nostri lavori e che riguardano soprattutto gli emendamenti che presentiamo, vi deve essere comunque una copertura finanziaria.
L'onorevole Villetti, le cui considerazioni condividiamo in quanto tali, ha spiegato con chiarezza che questo articolo aggiuntivo obiettivamente manca di copertura finanziaria. Per questo motivo vi è stato un chiarimento della sua posizione, pur condividendo l'essenza della proposta emendativa in quanto tale.
Vorrei anche sottolineare, per fare chiarezza sulla questione, che la Commissione bilancio ha espresso un parere contrario su questo articolo aggiuntivo, perché vi è appunto un problema di copertura finanziaria. Ritengo quindi che le considerazioni svolte dai deputati che poco fa si sono espressi sono soprattutto inopportune e ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LELLO DI GIOIA. ... non condividiamo questo tipo di posizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, come sanno i colleghi della Commissione finanze, abbiamo al nostro esame la vicenda della revisione delle rendite e dei redditi. Dopo aver ascoltato i colleghi Villetti e Di Gioia, consiglierei all'amico Della Vedova, proprio in virtù del fatto che questo articolo aggiuntivo è palesemente privo di copertura finanziaria, di invitare il Governo e il relatore, nel caso di un ritiro dello stesso, ad affrontare la vicenda attraverso un ordine del giorno che potrebbe essere positivamente accolto.
Dico questo perché gli amici della Rosa nel Pugno hanno espresso questa posizione, ma mi pare che lo stesso gruppo della Margherita e molti colleghi della Commissione finanze siano assolutamente disposti ad affrontare positivamente questa proposta emendativa.
Quindi, se il Governo fosse disponibile e se il collega Della Vedova accedesse a questa richiesta, si potrebbe ritirare l'articolo aggiuntivo e trasfondere il suo contenuto in un ordine del giorno.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, come i componenti della X Commissione Attività produttive sanno, su tali proposte emendative abbiamo svolto un confronto piuttosto lungo in Commissione. Come ho spiegato più volte, il problema non è il dissenso su alcuni aspetti - compresa la problematica in questione - ma il fatto che essa venga affrontata in modo un po' «grossolano», anche con riferimento ad una copertura economica e finanziaria non esistente e al fatto che un tema, su cui si può costruire un'iniziativa (a patto che le condizioni del bilancio dello Stato lo consentano), rischia di diventare terreno di polemica politica.
Nel merito - come ho più volte ribadito in Commissione - il nostro obiettivo è quello di arrivare a un risultato di tale tipo. Naturalmente, si è pensato di insistere - legittimamente, per carità! - e ciò rientra nelle prerogative dei parlamentari; se, però, l'onorevole Della Vedova accedesse alla proposta avanzata dall'onorevole Gianfranco Conte, per quanto mi riguarda - anche se, ovviamente, non spetta a me accogliere un ordine del giorno in tale maniera - considererei ciò un punto di impegno, una proposta che (ferme restando le problematiche di costruzione della prossima legge finanziaria e le compatibilità economiche che devono essere trovate) potrebbe essere accolta e condivisa.
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Vorrei capire la posizione del Governo, se il Sottosegretario Bubbico ha cinque secondi di tempo...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani. Ne ha facoltà. Poi daremo la parola al Governo.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo solo per aderire alla proposta del collega Gianfranco Conte, ricordando che, proprio in sede di Commissione finanze, sono state presentate una mia proposta emendativa ed una del collega Antonio Pepe su tale problema, che naturalmente rientra nel contesto della delega che la Commissione stessa sta discutendo, in materia di tassazione delle rendite finanziarie, quindi anche di modifica della struttura del catasto.
Penso che in tale sede sia opportuno discutere anche in preparazione della futura legge finanziaria. Reputo, pertanto, la proposta di Gianfranco Conte di comune e normale buonsenso.
PRESIDENTE. Sottosegretario Bubbico?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà ad accettare la trasformazione dell'articolo aggiuntivo in questione in ordine del giorno, considerato che, anche alla luce di quanto affermato dall'onorevole Villetti, la maggioranza e il Governo stanno lavorando per predisporre una misura che abbia esattamente queste caratteristiche.
PRESIDENTE. Deputato Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ricordando comunque che il Parlamento è sovrano, che la copertura - da un punto di vista formale - è ineccepibile e che, pertanto, il Parlamento potrebbe esprimere un voto favorevole, a questo punto accetto la proposta di ritiro dell'articolo aggiuntivo, riservandomi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deve, pertanto, intendersi ritirato anche il successivo articolo aggiuntivo Della Vedova 43.015 poiché verte sulla stessa materia.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, purtroppo la sorte mi ha costretto a tediare l'Assemblea a questa tarda ora, tuttavia l'articolo aggiuntivo in questione stabilisce l'abolizione della tassa di concessione governativa sui contratti di telefonia mobile, che esiste solo in Italia e in nessun altro paese d'Europa e del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
Chi oggi stipula un contratto di telefonia mobile, di telefonia cellulare e paga la bolletta, deve pagare un balzello di Stato di sei, dieci, dodici euro al mese, che non ha alcuna giustificazione e che venne introdotto per ragioni di cassa quando qualcuno riteneva che i telefoni cellulari fossero un bene di lusso. Oggi, credo che almeno ciò sia pacifico, il telefonino non è un bene di lusso. Sull'argomento è stato già presentato un ordine del giorno al cosiddetto provvedimento Bersani, votato pressoché all'unanimità da tutta la Camera. Quindi, onorevole relatore, non posso ritirare il mio articolo aggiuntivo per ripresentarlo come ordine del giorno.
Invito i colleghi a considerare la logica di tale articolo aggiuntivo: siamo intervenuti per vietare i costi di ricarica. Come qualcuno tra cui il sottoscritto aveva facilmente previsto, quell'intervento sarebbe stato vanificato dal mantenimento della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti che sono l'unica alternativa al costo di ricarica, alternativa non praticabile in Italia, proprio a causa della tassa.Pag. 105
Senza l'eliminazione della tassa, le tariffe dei costi di ricarica dei telefoni sono fisiologicamente cresciute, penalizzando le aziende meno forti del mercato e con le spalle meno solide dal punto di vista finanziario.
Quindi, onorevole relatore, signor sottosegretario...
PRESIDENTE. Vorrei ricordarle che il tempo a disposizione del gruppo di Forza Italia è esaurito, pertanto sta consumando il tempo previsto per gli interventi a titolo personale.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Le chiedo di concedermi un minuto per concludere il ragionamento. Si tratta di capire, cari colleghi, se la liberalizzazione dei telefonini si ferma di fronte alle compagnie, mentre sui telefoni cellulari lo Stato italiano - solo lo Stato italiano - deve mantenere una tassa iniqua, ingiustificata.
Non ci sono problemi di copertura: la cifra è inferiore e la copertura esiste. Quindi, decidete, onorevole relatore e signor sottosegretario, se le liberalizzazioni dei telefonini debbano essere fittizie, se cioè non riguardino lo Stato che continua ad usare, come cespite improprio del proprio bilancio, i costi di abbonamento dei telefoni, penalizzando tutti i consumatori, sia quelli che hanno l'abbonamento che quelli che non ce l'hanno. Al riguardo, l'Antitrust ha pronunciato parole decisive, ma il Ministro Bersani, così attento ai pronunciamenti dell'Antitrust, ha finto di non leggere o di non ascoltare ciò che tale autorità ha affermato...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, la prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...cioè che in Italia e solo in Italia esiste tale tassa e che, se si vuole creare effettiva concorrenza all'interno del mercato dei telefonini, non bisogna intervenire, come si è fatto, sulle ricariche - e vedremo come finirà - ma si deve abolire la tassa di concessione governativa. Qui non c'è da discutere: o si fa o non si fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'onorevole Della Vedova ha fatto bene a ricordare che è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno, e non capisco la ragione per la quale si voglia replicare una discussione che ci ha visti impegnati solo qualche settimana fa.
Peraltro, nel corso dell'esame dell'ordine del giorno è stato detto che quella misura sarà prevista nella prossima legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo del bravo collega Della Vedova che non perde occasione per riportare l'argomento in esame ed altri temi importanti all'attenzione del Parlamento e per rispondere al Governo.
È vero che esiste l'impegno, nella legge finanziaria, di abolire la tassa di concessione governativa, ma non ci crediamo più. Innanzitutto, occorre arrivare alla legge finanziaria e poi occorre anche che le cose si facciano.
Le ricordo, giusto per fare un inciso sul tema, le affermazioni del Ministro Ferrero all'assemblea nazionale dei non-udenti che utilizzano il telefonino per comunicare tra di loro. Da parte del Ministro c'è stato l'impegno formale ad abolire la tassa di concessione almeno per tale categoria. Ebbene, nemmeno ciò è stato realizzato, né dalla legge finanziaria né successivamente in numerosi provvedimenti nei quali abbiamo proposto la medesima misura.Pag. 106
Allora, dato che non ci crediamo più, se volete abolirla, facciamolo e basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, non ritiro l'articolo aggiuntivo. Ricordo al sottosegretario che quell'ordine del giorno fu previsto in tale forma perché mi si disse allora che c'era estraneità di materia, con un'interpretazione discutibile (ma non è il caso di discuterne ora). Questa è l'occasione! Si tratta di un provvedimento di liberalizzazione: ci siamo dimenticati di farlo con il cosiddetto decreto-legge Bersani, facciamolo oggi! L'ordine del giorno prevedeva un impegno del Governo; tale impegno del Governo è da mantenere qui ed ora. Si potrà votare, poi, la legge finanziaria: vedremo quando si farà e chi la farà, ma non capisco perché non approvare oggi tali disposizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo accoglie una sollecitazione che viene dall'Authority. So che il Governo ha detto che provvederà, effettivamente, a inserire comunque tali disposizioni nella legge finanziaria.
Io - per carità - so che l'articolo aggiuntivo verrà posto in votazione e non sarà approvato; però, è importante sapere che il Governo ha assunto, ancora una volta, formalmente, l'impegno in quest'aula ad inserire il suo contenuto nella legge finanziaria. Vedremo se sarà mantenuta la parola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo solo perché non passi, senza che resti agli atti, il tipo di argomentazione che, già per la seconda volta di seguito, usa il collega Della Vedova.
Non discuto che questa imposta possa essere non funzionale e che quindi, come suggerito dall'Antitrust, la si debba abolire, per consentire una vera articolazione di scelta da parte dei consumatori fra carta prepagata e abbonamento.
Ma siccome l'argomento dell'onorevole Della Vedova è un altro, cioè che la liberalizzazione più importante sarebbe l'abolizione della tassazione, allora si sta facendo - si potrebbe dire - una demagogia banale, perché, con questi concetti, una norma a tutela dei consumatori dovrebbe abolire tout court l'IVA; così avremmo risolto il problema.
Se accettiamo la equiparazione di concetti, che ci sta proponendo, con troppa semplicità, il collega Della Vedova, allora dobbiamo essere coerenti fino in fondo; altrimenti, si tratta di banale demagogia, che va denunciata in quanto tale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 238).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.
Pag. 107Sull'ordine dei lavori (ore 19,47).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, avevo annunziato questo intervento, all'inizio della seduta pomeridiana, al Presidente Bertinotti. Oggi il Ministro Pecoraro Scanio ha rilasciato alle agenzie di stampa una serie di dichiarazioni.
Ne leggo una testualmente. La materia riguarda il Ministero dell'agricoltura e le sue competenze e un preteso o presunto ritiro dei protocolli di sperimentazione, da parte del Ministro De Castro, riguardanti le colture di OGM. Dice testualmente il Ministro Pecoraro Scanio: ho notizia che li hanno revocati, so che il Ministro De Castro ha deciso di ritirarli, sapendo che il Ministro dell'ambiente, comunque, li avrebbe bocciati. Aggiunge pure che la materia avrebbe creato delle turbative sul futuro Partito Democratico, anche perché l'approvazione di questi protocolli avrebbe provocato subito le dimissioni di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, dal comitato del Partito Democratico; allora, per non provocare una prima crisi, è meglio che li revochino.
Quindi, chiedo al rappresentante del Governo qui presente, ma lo chiedo anche al Presidente della Camera, di spiegarci essenzialmente una cosa: se le politiche agricole di questo Paese sono determinate, nella sua autonomia e autorevolezza, dal Ministro Paolo De Castro, o se il Ministro Paolo De Castro è oggi un ministro dimezzato e commissariato dal Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, o, quel che è peggio, se le politiche agricole di questo Paese devono dipendere, visto che si tratta di materia con implicazioni anche nel settore alimentare, dagli umori o dalla curva glicemica di tale Carlin Petrini, fondatore di Slow Food e, quindi, dalle sue presunte, paventate ed eventuali dimissioni dal Partito Democratico.
O ancora peggio, se le politiche agricole di questo Paese devono dipendere dalla costituente del medesimo Partito Democratico. Queste sono dichiarazioni oggi riportate dalle agenzie. La questione non mi sembra assolutamente marginale, bensì meritevole di attenzione.
È giusto che il Governo risponda in Assemblea e risponda soprattutto al Paese di dichiarazioni di questo genere.
PRESIDENTE. La Presidenza prende atto, onorevole Marinello, delle sue dichiarazioni. Suggerisce anche, se lei lo ritiene, di sottoporre la questione al Governo attraverso un atto di sindacato ispettivo.
GIORGIO JANNONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, prendo la parola per un rapidissimo sollecito. Mi permetto di segnalare alla Presidenza che ho presentato circa trentacinque interrogazioni e, tra queste, assai poche hanno ricevuto una risposta.
Senza avere l'imbarazzo di scegliere quale interrogazione sollecitare nello specifico, mi permetto semplicemente di chiedere alla Presidenza di invitare il Governo a rispondere più puntualmente a taluni atti di sindacato ispettivo, che tra l'altro perdono di significato se non ottengono una risposta puntuale in termini temporali.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di trasmettere la sua richiesta al Governo. L'argomento che lei ha posto è assolutamente fondato.
GIUSEPPE FALLICA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, prendo la parola sempre sullo stesso argomento. Sono intervenuto più volte con i vari Presidenti di turno che si Pag. 108sono succeduti. Adesso, mi rivolgo anche a lei: abbiamo presentato alcune interrogazioni a risposta scritta da più di otto mesi e non abbiamo ricevuto risposte dal Governo. È diventata una situazione intollerabile. La prego di farsi portavoce di ciò con il Presidente Bertinotti.
PRESIDENTE. Lo farò senz'altro, onorevole Fallica.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 7 giugno 2007, alle 10:
1. - Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata del deputato Sebastiano Neri per la XXV Circoscrizione Sicilia 2 (Doc. III, n. 1).
- Relatore: Bruno.
2. - Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata del deputato Lorenzo Bodega per la IV Circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 2).
- Relatore: Oliverio.
3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, deliberato dall'Assemblea il 17 aprile 2007) (2272-bis-A).
- Relatore: Lulli.
4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1332 - Delega legislativa per il recepimento delle direttive 2002/15/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, 2004/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004 e 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, nonché per l'adozione delle disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 191, di attuazione della direttiva 2002/98/CE (Approvato dal Senato) (2600).
- Relatore: Del Mese.
5. - Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169 e Froner ed altri n. 1-00175 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
6. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001 (1874-A).
- Relatore: Marcenaro.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2004 (2069).
- Relatore: Paoletti Tangheroni.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo
Pag. 109della Repubblica dell'India, fatto a Roma il 13 maggio 2005 (2071-A).
- Relatore: Mattarella.
7. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Differimento del termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione (1609).
- Relatore: Grassi.
(ore 14,30)
8. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 19,50.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2272-bis-A - em. 15.300 | 386 | 384 | 2 | 193 | 341 | 43 | 77 | Appr. |
2 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
3 | Nom. | em. 15.301 | 411 | 409 | 2 | 205 | 387 | 22 | 75 | Appr. |
4 | Nom. | em. 15.200 | 437 | 436 | 1 | 219 | 196 | 240 | 73 | Resp. |
5 | Nom. | em. 15.400 | 444 | 444 | 223 | 443 | 1 | 73 | Appr. | |
6 | Nom. | em. 15.401 | 438 | 438 | 220 | 436 | 2 | 73 | Appr. | |
7 | Nom. | articolo 15 | 456 | 453 | 3 | 227 | 250 | 203 | 73 | Appr. |
8 | Nom. | articolo agg. 15.050 | 455 | 452 | 3 | 227 | 448 | 4 | 73 | Appr. |
9 | Nom. | articolo agg. 15.051 | 456 | 452 | 4 | 227 | 215 | 237 | 73 | Resp. |
10 | Nom. | articolo agg. 15.0200 | 463 | 460 | 3 | 231 | 213 | 247 | 73 | Resp. |
11 | Nom. | em. 16.2, 201, 202 | 466 | 465 | 1 | 233 | 463 | 2 | 73 | Appr. |
12 | Nom. | articolo agg. 16.054 | 469 | 467 | 2 | 234 | 215 | 252 | 72 | Resp. |
13 | Nom. | em. 19.201 | 451 | 451 | 226 | 214 | 237 | 72 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | subem. 0.19.301.1 | 464 | 430 | 34 | 216 | 54 | 376 | 71 | Resp. |
15 | Nom. | em. 19.301 | 467 | 435 | 32 | 218 | 247 | 188 | 71 | Appr. |
16 | Nom. | em. 19.400 | 459 | 448 | 11 | 225 | 363 | 85 | 71 | Appr. |
17 | Nom. | em. 19.300 | 469 | 461 | 8 | 231 | 374 | 87 | 71 | Appr. |
18 | Nom. | em. 19.401 | 462 | 459 | 3 | 230 | 458 | 1 | 71 | Appr. |
19 | Nom. | articolo 19 | 470 | 467 | 3 | 234 | 309 | 158 | 71 | Appr. |
20 | Nom. | em. 23.200 | 471 | 470 | 1 | 236 | 468 | 2 | 71 | Appr. |
21 | Nom. | articoloagg. 23.01,02,051,0200 | 477 | 477 | 239 | 225 | 252 | 71 | Resp. | |
22 | Nom. | em. 32.200 | 460 | 457 | 3 | 229 | 398 | 59 | 71 | Appr. |
23 | Nom. | articolo 32 | 465 | 460 | 5 | 231 | 258 | 202 | 71 | Appr. |
24 | Nom. | em. 33.400 | 476 | 475 | 1 | 238 | 473 | 2 | 71 | Appr. |
25 | Nom. | articolo agg. 33.0300 | 465 | 465 | 233 | 254 | 211 | 71 | Appr. | |
26 | Nom. | em. 35.201 | 459 | 457 | 2 | 229 | 220 | 237 | 71 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 35.203 | 473 | 471 | 2 | 236 | 465 | 6 | 71 | Appr. |
28 | Nom. | em. 35.202 | 480 | 480 | 241 | 224 | 256 | 71 | Resp. | |
29 | Nom. | em. 35.204 | 478 | 476 | 2 | 239 | 231 | 245 | 71 | Resp. |
30 | Nom. | articolo 35 | 471 | 455 | 16 | 228 | 286 | 169 | 71 | Appr. |
31 | Nom. | articolo agg. 35.0100 | 474 | 473 | 1 | 237 | 222 | 251 | 71 | Resp. |
32 | Nom. | articolo agg. 35.0102 | 471 | 469 | 2 | 235 | 220 | 249 | 71 | Resp. |
33 | Nom. | articolo agg. 35.0101 | 471 | 470 | 1 | 236 | 220 | 250 | 71 | Resp. |
34 | Nom. | articolo agg. 35.0103 | 478 | 477 | 1 | 239 | 223 | 254 | 70 | Resp. |
35 | Nom. | articolo agg. 35.0204 | 468 | 467 | 1 | 234 | 218 | 249 | 69 | Resp. |
36 | Nom. | articolo agg. 35.03 | 468 | 449 | 19 | 225 | 202 | 247 | 69 | Resp. |
37 | Nom. | em. 36.400 | 473 | 472 | 1 | 237 | 279 | 193 | 69 | Appr. |
38 | Nom. | em. 37.400 | 475 | 473 | 2 | 237 | 469 | 4 | 69 | Appr. |
39 | Nom. | em. 37.401 | 476 | 476 | 239 | 475 | 1 | 69 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 37.300 | 477 | 474 | 3 | 238 | 286 | 188 | 69 | Appr. |
41 | Nom. | articolo 37 | 478 | 451 | 27 | 226 | 256 | 195 | 69 | Appr. |
42 | Nom. | em. 38.200 | 469 | 466 | 3 | 234 | 227 | 239 | 69 | Resp. |
43 | Nom. | articolo 38 | 473 | 454 | 19 | 228 | 268 | 186 | 69 | Appr. |
44 | Nom. | articolo agg. 38.050 | 469 | 469 | 235 | 230 | 239 | 69 | Resp. | |
45 | Nom. | articolo agg. 38.0200 | 466 | 463 | 3 | 232 | 216 | 247 | 69 | Resp. |
46 | Nom. | subem. 0.38.0201.1 | 480 | 471 | 9 | 236 | 469 | 2 | 69 | Appr. |
47 | Nom. | articolo agg. 38.0201 | 476 | 475 | 1 | 238 | 473 | 2 | 69 | Appr. |
48 | Nom. | articolo agg. 38.0202 | 474 | 474 | 238 | 473 | 1 | 69 | Appr. | |
49 | Nom. | articolo 39 mantenimento | 474 | 458 | 16 | 230 | 146 | 312 | 69 | Resp. |
50 | Nom. | em. 41.1 | 477 | 472 | 5 | 237 | 222 | 250 | 69 | Resp. |
51 | Nom. | em. 41.2 | 469 | 469 | 235 | 218 | 251 | 69 | Resp. | |
52 | Nom. | em. 41.51 | 463 | 460 | 3 | 231 | 211 | 249 | 69 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 41.3 | 467 | 467 | 234 | 210 | 257 | 69 | Resp. | |
54 | Nom. | em. 41.400 | 469 | 468 | 1 | 235 | 467 | 1 | 69 | Appr. |
55 | Nom. | em. 41.401 | 462 | 462 | 232 | 461 | 1 | 69 | Appr. | |
56 | Nom. | em. 41.4 | 463 | 461 | 2 | 231 | 214 | 247 | 69 | Resp. |
57 | Nom. | mantenimento articolo 18 | 424 | 419 | 5 | 210 | 40 | 379 | 77 | Resp. |
58 | Nom. | articoloagg. 19.01,19.02,19.0200 | 457 | 455 | 2 | 228 | 449 | 6 | 77 | Appr. |
59 | Nom. | em. 27.200 | 463 | 406 | 57 | 204 | 403 | 3 | 76 | Appr. |
60 | Nom. | articolo 27 | 458 | 354 | 104 | 178 | 254 | 100 | 76 | Appr. |
61 | Nom. | em. 30.300 | 465 | 455 | 10 | 228 | 454 | 1 | 75 | Appr. |
62 | Nom. | em. 30.200 | 468 | 463 | 5 | 232 | 304 | 159 | 73 | Appr. |
63 | Nom. | articolo 30 | 464 | 267 | 197 | 134 | 254 | 13 | 72 | Appr. |
64 | Nom. | em. 34.300 | 478 | 470 | 8 | 236 | 470 | 72 | Appr. | |
65 | Nom. | em. 34.202 | 474 | 353 | 121 | 177 | 351 | 2 | 72 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 34.3, 34.201 | 470 | 468 | 2 | 235 | 233 | 235 | 72 | Resp. |
67 | Nom. | articolo 34 | 476 | 460 | 16 | 231 | 418 | 42 | 72 | Appr. |
68 | Nom. | articolo agg. 34.01 | 476 | 472 | 4 | 237 | 222 | 250 | 72 | Resp. |
69 | Nom. | em. 41.50 | 457 | 451 | 6 | 226 | 208 | 243 | 71 | Resp. |
70 | Nom. | articolo 41 | 468 | 461 | 7 | 231 | 251 | 210 | 71 | Appr. |
71 | Nom. | articolo agg. 41.03 | 451 | 400 | 51 | 201 | 123 | 277 | 71 | Resp. |
72 | Nom. | articolo agg. 41.04, 41.0201 | 457 | 457 | 229 | 207 | 250 | 71 | Resp. | |
73 | Nom. | articolo agg. 41.052 | 445 | 445 | 223 | 194 | 251 | 71 | Resp. | |
74 | Nom. | articolo agg. 41.0206 | 452 | 430 | 22 | 216 | 178 | 252 | 71 | Resp. |
75 | Nom. | articolo agg. 41.053, 41.0205 | 445 | 444 | 1 | 223 | 201 | 243 | 71 | Resp. |
76 | Nom. | articolo agg. 41.055, 41.0100 | 451 | 448 | 3 | 225 | 191 | 257 | 71 | Resp. |
77 | Nom. | articolo agg. 41.0200 | 453 | 451 | 2 | 226 | 443 | 8 | 71 | Appr. |
78 | Nom. | em. 42.200 | 453 | 453 | 227 | 203 | 250 | 71 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 87 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nom. | em. 42.201 | 452 | 452 | 227 | 205 | 247 | 71 | Resp. | |
80 | Nom. | articolo 42 | 455 | 331 | 124 | 166 | 258 | 73 | 71 | Appr. |
81 | Nom. | articolo 43 | 457 | 346 | 111 | 174 | 308 | 38 | 71 | Appr. |
82 | Nom. | articolo agg. 43.01 | 442 | 442 | 222 | 209 | 233 | 71 | Resp. | |
83 | Nom. | articolo agg. 43.07 | 451 | 448 | 3 | 225 | 204 | 244 | 71 | Resp. |
84 | Nom. | articolo agg. 43.09 | 455 | 454 | 1 | 228 | 211 | 243 | 71 | Resp. |
85 | Nom. | articolo agg. 43.011 | 448 | 445 | 3 | 223 | 208 | 237 | 71 | Resp. |
86 | Nom. | articolo agg. 43.012 | 451 | 449 | 2 | 225 | 208 | 241 | 71 | Resp. |
87 | Nom. | articolo agg. 43.016 | 423 | 420 | 3 | 211 | 182 | 238 | 71 | Resp. |