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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 172 di martedì 19 giugno 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIULIO TREMONTI
La seduta comincia alle 11,05.
GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Airaghi, Albonetti, Boato, Bonelli, Bongiorno, Brugger, Buontempo, Casini, Castagnetti, Catone, Cogodi, Cordoni, D'Alema, De Simone, Del Mese, Frassinetti, Galati, La Malfa, Letta, Lusetti, Mantini, Maroni, Mattarella, Mazzocchi, Migliore, Mura, Mussi, Oliva, Pagliarini, Pinotti, Piscitello, Ranieri, Scajola, Stucchi, Villetti e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sul comportamento tenuto dalle Forze di polizia in occasione delle manifestazioni svoltesi a Roma durante la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush e in occasione della manifestazione dei pensionati del 12 giugno.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sul comportamento tenuto dalle Forze di polizia in occasione delle manifestazioni svoltesi a Roma durante la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush e in occasione della manifestazione dei pensionati del 12 giugno.
Secondo quanto stabilito a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo del 13 giugno 2007, dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
Come è avvenuto in altre occasioni, la Presidenza ha consentito lo scambio di turno tra i gruppi, in particolare tra i gruppi dell'UDC e dell'Ulivo, secondo le intese intercorse tra i medesimi.
(Intervento del Viceministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro dell'interno, Marco Minniti.
MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 9 giugno è stata una giornata impegnativa per il nostro Paese e per le forze di polizia. È stato, infatti, il giorno in cui si è svolta l'annunciata visita delPag. 2Presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel nostro Paese e in cui, anche grazie alla grande professionalità delle nostre forze di polizia, che nell'occasione hanno schierato circa 9 mila donne e uomini tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza, il Presidente degli Stati Uniti ha potuto svolgere la sua visita in condizioni di massima tranquillità e sicurezza.
Si è trattato di un impegno straordinario - voglio dirlo subito - reso ancora più complesso dal fatto che, nella stessa giornata, come è noto, in polemica con la presenza del Presidente degli Stati Uniti, si sono svolte alcune manifestazioni, alle quali hanno preso parte dimostranti provenienti da varie città d'Italia, giunti a Roma fin dalle prime ore del mattino a bordo di treni ordinari, pullman o con mezzi propri. Tutti i manifestanti arrivati a Roma in treno hanno regolarmente pagato il biglietto, individuale o collettivo, secondo le tariffe liberamente contrattate tra Trenitalia e i manifestanti.
Nel pomeriggio si sono svolte le due più importanti manifestazioni: quella indetta a piazza del Popolo dalla FIOM-CGIL con le altre associazioni, alla quale hanno aderito, tra gli altri, i segretari di Rifondazione Comunista e del partito dei Comunisti Italiani, i dirigenti del partito dei Verdi e altre personalità politiche della sinistra; quella dei centri sociali, organizzata dal cosiddetto Comitato 9 giugno. La prima manifestazione era contro le guerre e la politica del Governo americano, la seconda contro la politica di guerra del Governo statunitense e la politica militare del Governo Prodi e per il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra.
La manifestazione di piazza del Popolo si è svolta senza alcun significativo inconveniente e, quindi, non ne parlo. Contemporaneamente, in altra parte della città, è partito da piazza della Repubblica, sfilando verso piazza Navona, il corteo organizzato dai centri sociali del nord-est, dai movimenti dei disobbedienti e dai no global.
Durante il tragitto si sono verificati alcuni episodi critici che solo la professionalità e l'intelligente spiegamento delle forze di polizia hanno impedito che potessero innescare incidenti più gravi.
Il tentativo più pericoloso si é verificato intorno alle ore 19, quando la testa del corteo era già entrata in piazza Navona. All'improvviso un gruppo di manifestanti, con il volto coperto da caschi, ha fronteggiato, lanciandogli contro corpi contundenti e petardi, i contingenti delle forze dell'ordine, attestati in corso Vittorio Emanuele, all'altezza di piazza della Cancelleria, in piazza San Pantaleo e in piazza Campo de' Fiori.
Undici agenti sono stati colpiti e hanno riportato lievi lesioni. Per allontanare gli aggressori è stato esploso un lacrimogeno.
Le violenze sono proseguite con il danneggiamento delle vetrine di due istituti bancari, collocati nell'area tra Corso Vittorio e Piazza San Pantaleo. Il gruppo di violenti è stato rapidamente disperso dalle forze dell'ordine, con un'azione decisa e accuratamente selettiva, anche grazie alla collaborazione del grosso dei manifestanti che, arretrando, hanno isolato i provocatori.
La filosofia di impiego delle forze di polizia - coordinate dal prefetto Serra e dal questore Fulvi - è stata improntata, secondo moduli già sperimentati, ad una razionale strategia di contenimento e isolamento dei violenti, con l'obiettivo di garantire la libertà di manifestazione e, nello stesso tempo, di impedire violenze diffuse e illegalità: prevenzione, ma anche prontezza operativa in caso di necessità, come poi effettivamente è avvenuto.
Voglio ringraziare qui in Parlamento, a nome del Governo, le forze dell'ordine, per il coraggio e la freddezza a cui hanno informato il loro lavoro. La decisione di non reagire alle provocazioni e all'evidente tentativo di far dilagare gli incidenti in una zona molto più ampia della città si è rivelata saggia e vincente: tale decisione ha consentito al grosso del corteo un tranquillo ingresso in piazza Navona, facendo emergere il rifiuto convinto della grande maggioranza dei manifestanti non ancora entrati in piazza a confondersi con l'ala violenta. Essa ha creato, quindi, le condizioniPag. 3migliori per isolare la frangia estrema, evitando tensioni che sarebbero potute diventare molto pericolose.
Ovviamente, le scene sono state riprese per intero dalle telecamere delle forze di polizia e si lavora perché i reati commessi non restino impuniti.
Otto dimostranti responsabili del lancio di oggetti e dell'aggressione ad alcuni operatori sono stati tratti in arresto ed altri sono stati denunciati per vilipendio alle Forze armate. Tutti gli arresti sono stati convalidati dall'autorità giudiziaria che, trattandosi di persone prive di precedenti penali, non ha disposto la detenzione cautelare. Solo per uno degli arrestati, trovato in possesso di una fionda e di biglie in acciaio, è stato disposto l'obbligo di presentarsi periodicamente presso l'ufficio di polizia, a norma dell'articolo 282 del codice di procedura penale. Le imputazioni contestate saranno tratte in udienza il prossimo 11 luglio.
Al termine della manifestazione, circa trecento dimostranti sono giunti alla stazione Tiburtina, presidiata da contingenti delle forze dell'ordine, per il rientro a Milano. Dopo una lunga trattativa con i responsabili delle Ferrovie, conclusasi in senso negativo, le persone arrivate alla stazione - nel frattempo diventate oltre 1.400 - si sono radunate sul piazzale. A mezzanotte circa vi è stato un fitto lancio di sassi e bottiglie verso le forze dell'ordine, mentre venivano rovesciati e dati alle fiamme alcuni cassonetti della spazzatura. Ciò ha reso necessarie alcune cariche da parte delle forze di polizia, a seguito delle quali i manifestanti si sono riparati sotto il cavalcavia della tangenziale, mentre un gruppo di esponenti dei manifestanti teneva i contatti con i funzionari del servizio d'ordine pubblico e dei servizi ferroviari per organizzare il deflusso e il rientro nei luoghi di origine. Tale deflusso è stato garantito da alcuni treni messi a disposizione da Trenitalia su richiesta del dipartimento di pubblica sicurezza per gravi motivi di ordine pubblico. Anche questa - voglio sottolinearlo - è stata una scelta lungimirante.
Insomma, nessun manifestante è giunto a Roma gratuitamente, nella scrupolosa osservanza di una pratica consolidata e rispettosa della legge e dei regolamenti ferroviari, che si ripete in occasione di eventi che si svolgono a Roma, mentre si è facilitato, giustamente, il deflusso dei manifestanti da Roma, evitando e prevenendo possibili inasprimenti della situazione dell'ordine pubblico, come si fa, classicamente, in situazioni con tali caratteristiche.
Tra i manifestanti vi è stato un ferito che, colpito alla testa da un corpo contundente lanciato da ignoti che si trovavano sopra il viadotto, è stato prontamente soccorso e accompagnato presso l'ospedale Pertini.
Vengo adesso alla manifestazione dei pensionati. Nella mattinata del 12 giugno si è diffusa la notizia di presunti scontri e cariche delle forze di polizia che si sarebbero verificati a Roma in occasione della manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali dei pensionati.
La manifestazione si è svolta in piazza Santi Apostoli dalle ore 9,30 alle 10,30 e in quella sede non si è verificata alcuna situazione di tensione. Attorno alle ore 11 una parte dei manifestanti, pur sapendo che la manifestazione non prevedeva alcun corteo, si è diretta verso Palazzo Chigi dove erano presenti le forze di polizia che li hanno invitati ad allontanarsi.
Ricordo che una decisione assunta il 5 ottobre del 2006 dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Roma non consente lo svolgimento di manifestazioni in prossimità di Palazzo Chigi. Nell'occasione non è stata esercitata alcuna coercizione e le forme di comunicazione sono state corrette. La parte di manifestanti che con bandiere, vessilli e striscione si è fermata accanto alla galleria Alberto Sordi è rimasta lì sotto il controllo delle forze di polizia per circa cinquanta minuti e cioè fino alle 11,50 circa. Poiché del presidio non vi era alcuna comunicazione, gli operatori di polizia, in presenza del responsabile del servizio d'ordine pubblico, secondo modalità ordinarie, hannoPag. 4identificato cinque persone, tra cui il segretario generale nazionale della CISL e il segretario della CISL di Roma.
È bene precisare che nel pomeriggio dello stesso 12 giugno il questore di Roma ha preso diretto contatto con i segretari generali delle organizzazioni sindacali di Roma e del Lazio per un colloquio chiarificatore. Nell'impossibilità di un incontro diretto dovuto a pregressi impegni dei dirigenti sindacali, il questore ha avuto con loro una lunga e cordiale telefonata, durante la quale è stata escluso qualunque episodio di asprezza tra le forze di polizia e i manifestanti e sono stati chiariti tutti gli aspetti della vicenda.
I sindacalisti, invece, hanno lamentato che vi è stata un'eccessiva lentezza nel deflusso dei pensionati al termine della manifestazione di piazza Santi Apostoli, inconveniente poi risolto dal funzionario preposto al servizio di ordine pubblico, intervenuto per evitare che un deflusso disordinato potesse creare pericoli alle persone o intralcio al traffico.
È stato anche lamentato che qualche agente avrebbe chiesto ad alcuni manifestanti di togliersi il berretto con la sigla del sindacato perché causa di un possibile travisamento. Non è stato possibile accertare se ciò sia realmente accaduto, ma il questore di Roma non ha esitato a riconoscere che la richiesta, se effettuata, sarebbe stata erronea.
Quanto, poi, alla rituale identificazione di alcuni sindacalisti in piazza Colonna il questore di Roma ha chiarito che il personale si è attenuto alle procedure ordinarie in casi di manifestazioni non preannunziate. Concludo e penso che sia il modo migliore per ricostruire quello che è avvenuto il 12 giugno richiamando integralmente il comunicato stampa ufficiale fatto diramare dal questore Marcello Fulvi alla fine dei suoi colloqui con i sindacalisti: «Nel pomeriggio odierno il questore di Roma ha intrattenuto un colloquio connotato dalla massima cordialità reciproca con i segretari regionali di CGIL, CISL e UIL-pensionati del Lazio. Nella circostanza è stato congiuntamente escluso che nel corso o al margine della manifestazione si siano verificati incidenti o forme di violenza o, comunque, di coazione fisica. Nel corso della conversazione sono stati chiariti alcuni episodi di lieve entità, dovuti a eccesso di zelo, che non inficiano il rapporto di correttezza sempre intercorso tra le organizzazioni sindacali e la questura di Roma».
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Viceministro, la vorrei intanto ringraziare per essere venuto prontamente a rispondere alla richiesta di capire come fossero andati gli avvenimenti. Nessuno di noi può esimersi dal ringraziare sempre le forze di polizia per il proprio dovere, che svolgono con attenzione, lungimiranza, fermezza e anche con grande disponibilità. Ricordo che il ministro Amato - dal mio punto di vista sbagliando paragone - li ha chiamati «i nuovi San Sebastiani», sbagliando perché, evidentemente, le forze di polizia italiana non possono essere considerate dal responsabile politico del Ministero dell'interno come coloro ai quali arrivano tutte le frecce e non devono mai reagire.
Non ho dubbi nel concordare con lei sul giudizio positivo delle notizie che ci ha fornito.
Certamente, come è stato ricordato nell'ultima parte della sua comunicazione, la questura e i segretari generali e locali del sindacato hanno evidenziato una correttezza nelle procedure e, forse, qualche episodio, può essere capitato per eccesso di zelo. Questi episodi per eccesso di zelo, però, onorevole Viceministro, non sono capitati, per altre ragioni che lei ci ha spiegato, nel corso della manifestazione non di coloro che sono contrari alla guerra o ad avere una simpatia nei confronti di Bush, ma nei confronti di quei cento o centocinquanta, che durante la notte alla stazione Tiburtina, come lei ciPag. 5ha descritto, sono diventati qualcosa di più di centocinquanta e che certamente non hanno avuto la cortesia di togliersi il cappello davanti alle forze dell'ordine e - come lei ci ha confermato - nei confronti dei quali c'è bisogno di usare la telecamera per sperare di arrivare ad un riconoscimento.
Questa situazione è accaduta non solo il 9 giugno, ma anche una settimana prima in una manifestazione, francamente, poco dignitosa per una democrazia, in cui delle persone sono andate ad inneggiare e ad assimilarsi alle Brigate rosse sotto il carcere, come è accaduto a L'Aquila. È questa doppia attenzione ad un unico dovere che svolgono le forze di polizia che lascia perplessi non solo noi, ma chiunque abbia seguito con un minimo di memoria storica gli avvenimenti dalla manifestazione svoltasi a L'Aquila all'inizio di giugno, fino a quella che ha riguardato i pensionati.
Per questo motivo, anche piccoli casi di eccesso di zelo o, come ha annunciato il questore, atti sicuramente sbagliati, quali chiedere l'identificazione e di togliere il cappellino del proprio sindacato, rispetto a ciò che è accaduto, invece, allora a L'Aquila e il 9 giugno durante il seguito della manifestazione anti-Bush, lasciano molto preoccupati e molto perplessi: con tutta la sincera benevolenza nei confronti di ciò che è accaduto e nel ringraziare ulteriormente le forze dell'ordine, evidentemente, però, si adottano due misure diverse.
Lei ha ragione nel dire che i biglietti dei treni sono stati pagati all'andata: così risulta anche a me dopo una telefonata abbastanza concitata con l'amministrazione delegato delle Ferrovie dello Stato. La modalità mi sembra abbastanza allucinante: non dipende dal suo Ministero, ma lo chiederemo, quando capiterà, al Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene la maggioranza delle azioni delle Ferrovie dello Stato. Per ottenere una tariffa agevolata, infatti, non si fa come gli altri cittadini, avvisando in anticipo e prenotando un treno speciale, ma si occupano le stazioni! Così è accaduto, in forme diverse, per via della richiesta di treni speciali fatta dalle forze di polizia in un'ora particolare della notte, dopo un momento di particolare tensione alla stazione Tiburtina.
Ciò è francamente inaccettabile per una democrazia normale, non straordinaria: se bastano cento persone che occupano i binari dei treni, solo perché hanno qualche velo o passamontagna in faccia, per avere tariffe facilitate e poter scorrazzare liberamente con treni gratis, francamente si esula non solo dalla prudenza, ma anche dal buon senso generale. Infatti, non si capisce come mai la prudenza viene usata nei confronti delle occupazioni nelle stazioni il mattino del 9 giugno e, invece, ai pensionati, per eccesso di zelo, si chiede di togliere il cappellino.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Le chiedo di omologare, se possibile, i comportamenti straordinari delle nostre forze di polizia nel confronti di tutti i nostri cittadini, black o pensionati.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, lei conosce meglio di me la prassi che prevede, nei casi in cui il Governo renda comunicazioni all'Assemblea, che gli interventi avvengano a partire dai gruppi più piccoli fino a al gruppo più numeroso. La prego di attenersi a questa prassi.
LUCA VOLONTÈ. Avevo chiesto uno scambio!
IGNAZIO LA RUSSA. Non mi riferivo a lei, ma agli interventi successivi.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'obiezione che lei, onorevole La Russa, sta formulando sullo scambio di turno, devoPag. 6comunque ricordare che la prassi è basata anche sul principio dello scambio consensuale.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, noi non avevamo scambiato niente! Eravamo prima. Non sappiamo chi ci ha scambiato. Qui l'ordine è al contrario.
IGNAZIO LA RUSSA. L'ordine dovrebbe essere dal più piccolo al più grande, invece è il contrario, dal più grande al più piccolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Il gruppo di Forza Italia è il secondo gruppo. È il collega Volontè che ha fatto il cambio con il gruppo della maggioranza.
IGNAZIO LA RUSSA. È il contrario: gli interventi si dovrebbero svolgere partendo dal gruppo più piccolo a quello più grande!
SIMONE BALDELLI. Presidente, se ne ho facoltà intervengo.
Desidero ringraziare il Viceministro Minniti per questa informativa, che è stata chiesta congiuntamente dai gruppi dell'UDC e di Forza Italia. Essa verte su un tema che ha suscitato, da un lato la curiosità, dall'altro lo sdegno di numerosi esponenti politici e sindacali, a fronte di una concomitanza, di una quasi contemporaneità di due eventi significativi che si sono verificati a Roma: il corteo anti-Bush del 9 giugno e la manifestazione dei pensionati del 12 giugno.
Nel corteo anti-Bush si sono avute due ore di guerriglia, otto arresti, «episodi critici» (come li ha definiti il Viceministro Minniti). Ci riferiamo ai fatti di piazza della Cancelleria, di piazza San Pantaleo, alle vetrine di due banche sfasciate, agli scontri e ai disordini avvenuti alla stazione Tiburtina, con la conseguente messa a disposizione gratuita dei treni per i manifestanti. Qualche giorno dopo, invece, si è svolta la manifestazione di 200 mila pensionati a Roma, con le agenzie di stampa che battevano addirittura lanci di notizie che riportavano che i pensionati erano stati oggetto di attenzioni piuttosto «pesanti» da parte delle forze dell'ordine. Questo ha indotto la questura a diramare un comunicato di smentita di eventuali cariche nei confronti dei pensionati, e, comunque, di identificazioni e fatti, che abbiamo poi verificato in questa sede in alcuni casi essere confermati in altri meno.
Chiaramente tutto questo ha suscitato un parallelismo tra i due eventi. La normale reazione, quindi, è quella di chi si domanda il motivo per il quale in una manifestazione (non è certo un bel biglietto da visita per il Paese una manifestazione contro un Capo di Stato straniero in visita ufficiale) ad alcune persone venga consentito - anche se con una certa strategia, con una certa intelligenza tattica delle forze dell'ordine nel contenimento di taluni scontri - di presentarsi con caschi, bastoni, di commettere violenze, di distruggere beni pubblici e privati, mentre in una manifestazione oggettivamente pacifica i pensionati vengano identificati e via dicendo.
Ferma restando la nostra vicinanza storica, politica al concetto di forze dell'ordine e alle forze dell'ordine stesse, che ogni giorno sono in prima fila per difendere i cittadini; ferma restando la nostra convinzione che due manifestazioni di carattere diverso debbano necessariamente essere trattate in maniera diversa; crediamo tuttavia - e avremo un lungo elenco di dichiarazioni da parte dei sindacalisti, degli uomini politici, dei parlamentari, di esponenti di forze politiche, a commento dei fatti verificatisi in occasione della manifestazione dei pensionati - che sarebbe un gravissimo errore trasmettere all'esterno l'idea che chi va alle manifestazioni con cattive intenzioni, i violenti, non vengano contenuti, mentre si faccia una sorta di agitazione, di pressione e di controllo incisivo sui pensionati.
Prendiamo atto, quindi, delle sue precisazioni, Viceministro Minniti e invitiamo il Governo - oltre alle forze dell'ordine,Pag. 7che fanno bene il loro mestiere - a non dare la sensazione che si innalzi il livello della tolleranza, né nei confronti della violenza in genere, né nei confronti della violenza politica e dell'eversione. È come se, in questo Paese, l'opinione pubblica fosse assuefatta al concetto che, quando si svolgono manifestazioni di un certo genere, sia comunque presente una frangia violenta ed esista un disordine da «mettere in cantiere».
Noi vorremmo che anche questa logica si superasse; che il diritto a manifestare fosse sempre e comunque - così come lo è - garantito, come la nostra Costituzione prevede, come una sana democrazia prevede, e che la violenza venga non solo repressa, ma anche prevenuta.
A questo punto sarebbe troppo facile fare battute sulla «strategia della pensione», ma crediamo che sia necessario anche un segnale di rispetto nei confronti dei pensionati. È vero, c'è stata la telefonata indignata delle organizzazioni sindacali dei pensionati, c'è stato un chiarimento con il questore e siamo lieti che le agenzie che in quel momento sono state battute, non siano state confermate dai fatti.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SIMONE BALDELLI. Concludo, Presidente. Crediamo che, tuttavia, i pensionati, proprio in quanto sono persone che hanno lavorato, hanno costruito questo Paese e hanno dato un grande contributo, vadano rispettati.
Ci rallegriamo del fatto che non siano stati maltrattati dal punto di vista della sicurezza fisica; prendiamo atto del fatto che sono maltrattati fiscalmente, ogni giorno, da questo Governo, anche se ciò, viceministro Minniti - per sua fortuna - non è di sua competenza; purtroppo è un problema dei pensionati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, insisto per parlare dopo un rappresentante di un gruppo della sinistra. Non trovo corretto che si possa far parlare prima tutti i gruppi di opposizione e poi quelli di maggioranza. Non so in base a quale cervellotica decisione - non sua, ma degli uffici, e con loro me la prendo - si sia determinata una situazione per la quale, poiché due colleghi si sono scambiati di posto, tutta l'opposizione parla prima e tutta la maggioranza parla dopo. Non ho capito tale decisione, non cambia molto, ma è un fatto di puntiglio e quindi la prego di rivedere la sua decisione e di darmi la parola dopo un rappresentante del gruppo della maggioranza, così come da prassi.
PRESIDENTE. No, presidente, la prassi prevede interventi decrescenti per ordine di importanza dei rappresentanti dei gruppi e prevede anche scambi tra un gruppo e un altro. Tali scambi, nella tradizione, vengono operati a prescindere dalla dimensione o dalla posizione dei gruppi stessi. Il caso oggi, ha voluto che si verificasse ciò che lei considera - e trovo ragionevole il suo rilievo - non positivo, cioè il fatto che siano concatenati prima tutti gli interventi di opposizione e poi quelli di maggioranza.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, possiamo offrirci per uno scambio...
PRESIDENTE. La ringrazio, ma non è il tipo di intervento che, a quest'ora della mattina, viene considerato positivo.
Una ipotesi potrebbe essere quella di chiedere agli onorevoli Mascia e Sesa Amici se accettano...
IGNAZIO LA RUSSA. Io non sono «scambista»!
PRESIDENTE. Dal diniego...
IGNAZIO LA RUSSA. Intendo parlare adesso, ma era importante far notare questa anomalia che non ho trovato particolarmente brillante.
PRESIDENTE. Comunque prendiamo atto delle sue osservazioni.
Pag. 8IGNAZIO LA RUSSA. Per il futuro, ma vede, signor Presidente, vorrei dire, e per favore non computi ciò nei cinque minuti...
PRESIDENTE. Sta bene.
IGNAZIO LA RUSSA. Lei sa che anche in diritto, un accordo che interviene tra due parti non può mai nuocere una parte che non partecipa a tale accordo. In questo modo lei ha consentito che un accordo tra due parti modificasse la posizione di una terza parte, del tutto estranea all'accordo. Ciò, naturalmente, è fuori da ogni regola e da ogni logica.
PRESIDENTE. Mi permetto di insistere, la concatenazione degli interventi è solo...
IGNAZIO LA RUSSA. Ma la concatenazione degli interventi non può mai diventare...
PRESIDENTE. Lo so ma, vede, lei...
IGNAZIO LA RUSSA. Le segnalo cosa bisognerebbe fare per il futuro: se due colleghi si scambiano, lo facciano tra loro due, ma senza danneggiare gli altri, o comunque senza modificare, perché non è detto che ciò determini un danno.
PRESIDENTE. Tuttavia, per concludere l'aspetto giuridico della questione, sa che esistono contratti con effetti collaterali, a volte, non positivi. Ma esiste anche la consuetudine - che in questa sede si chiama prassi - ed è nell'altro senso.
Ha, quindi, facoltà di svolgere il suo intervento.
IGNAZIO LA RUSSA. Ma anche la consuetudine... Va bene, un giorno parleremo di ciò. Oggi non è questo il problema, oggi la questione non riguarda gli «scambisti», ma il comportamento delle forze di polizia in relazione a due eventi importanti: il comportamento da esse tenuto nei confronti dei pensionati e in occasione della manifestazione in cui si svolsero gli incidenti testé ricordati, in quest'Assemblea, dal Viceministro.
Sembra che sia tornata in vigore una battuta che noi ragazzi - allora giovani, negli anni Settanta - facevamo spesso. Dicevamo che le forze di polizia si attenevano a un dogma: quando a manifestare sono cento persone, le si arresta; quando a manifestare sono mille persone, le si controlla; quando a manifestare sono diecimila persone, le si scorta, al di là del fatto che le manifestazioni siano autorizzate.
Ciò non mi piaceva allora e non mi piace adesso. Tale atteggiamento, allora come adesso, non dipende dai responsabili delle forze dell'ordine ma è frutto di una valutazione politica che attiene all'autorità e al potere politico. La diversità del comportamento tenuto nel corso delle due manifestazioni ricordate in aula non si spiega altrimenti. Non ritengo di dover muovere alcun appunto nei confronti delle forze dell'ordine, neanche rispetto alla manifestazione tenuta da parte dei pensionati, perché, per fortuna, non ci sono state violenze e, come subito precisato, non vi sono state cariche.
Cosa hanno fatto le forze dell'ordine in tale occasione? Hanno fatto rispettare la legge! Hanno fatto presente ai manifestanti che la manifestazione non era stata autorizzata e, pertanto, che questi ultimi non potevano né sostare lì né avvicinarsi a Palazzo Chigi. Si sono comportati come fa la polizia in un paese normale, in cui esistono delle regole da rispettare. Giustamente, il questore, successivamente, ha incontrato il responsabile dei sindacati e spiegato che non vi era malanimo. Tuttavia, non si può muovere nessun appunto nei confronti delle forze di polizia.
Allora dov'è il problema? Nella diversità di comportamento! Le forze dell'ordine ricevono ordine, da parte dall'autorità politica, di far rispettare la legge nei confronti dei deboli e di lasciar correre nei confronti dei prevaricatori e violenti.
Signor Ministro, non è vero che assecondare i desideri illeciti dei dimostranti sia un ottimo comportamento. Non è affattoPag. 9vero che, partendo dalla coda, di fronte alla pretesa di usufruire di alcuni treni gratis, la soluzione migliore sia quella di acconsentire. Il mondo è pieno di prove opposte e cioè del fatto che essere tolleranti in tali casi favorisce la ripetizione di eventi dannosi e spesso luttuosi e incoraggia la violazione delle leggi.
Colui che ha impartito quell'ordine ha compiuto un'azione che, di fatto, contribuisce ad aumentare l'illegalità e rafforza la pretesa di impunità dei violenti. Analogamente, se confrontiamo i due episodi - quello relativo ai pensionati in cui la polizia ha fatto rispettare le leggi e l'altro - è subito evidente la disparità che vi è stata, in quanto sono stati fermati ed identificati cinque pensionati - viene quasi da ridere - su cento partecipanti rispetto a soli otto arrestati, solo otto, nell'altra manifestazione.
Per carità, non è stato fatto come la volta precedente, a Genova! Sono state assaltate «solo» due banche, incendiata «solo» qualche macchina, bruciato «solo» qualche cassonetto, in fin dei conti, sono stati feriti «solo» undici poliziotti, non è «scappato il morto»! Possiamo applaudire alla lungimirante decisione di lasciar fare ai manifestanti tutto quello che hanno desiderato. Certo, sono stati evitati problemi più grandi (che soddisfazione!) e, ancora una volta, si è ceduto di fronte alla violenza e alla prevaricazione e a chi ritiene di essere il padrone della piazza.
Come lei stesso sa perfettamente, ai pensionati è stato fatto togliere un cappellino che, forse, copriva il volto e, invece, non è stato fatto nulla contro le decine e centinaia di persone che scientemente hanno deciso, prima ancora che iniziassero i disordini, di mimetizzarsi con i caschi e i passamontagna o contro chi ha deciso di assumere certi comportamenti, che per fortuna sono stati isolati da larga parte dei manifestanti, con un'azione in tale occasione molto diversa dalla manifestazione di Genova - di questo devo dare atto - nel corso della quale, invece, la condotta di alcuni è stata assecondata da gran parte dei manifestanti.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, la invito a concludere.
IGNAZIO LA RUSSA. La verità è che vi è il timore che la polizia, in qualche modo, sia costretta dalle forze politiche, da chi governa e comanda, ad avere atteggiamenti differenti a seconda della vicinanza o lontananza di chi manifesta rispetto al potere governativo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Segnalo che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune un gruppo di studenti dell'Istituto di studi e ricerche parlamentari Silvano Tosi di Firenze. La Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi).
Ha chiesto di parlare - così sembrerebbe... - l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, sarei stata disponibile a parlare anche prima, non vedo quale danno poteva esserci. Mi rivolgo innanzi tutto al Presidente per comprendere l'uso delle informative, perché avevo presentato un'interrogazione sui fatti riguardanti i pensionati a Palazzo Chigi e sulle vicende del 9 giugno. Credo che le informative debbano essere un fatto eccezionale...
Presidente, mi scusi: mi sto rivolgendo a lei per una questione che considero importante ossia l'utilizzo delle informative. Ogni settimana, ormai, abbiamo un'informativa in aula e dobbiamo ragionare anche sull'uso del sindacato ispettivo. Avevo presentato un'interrogazione sui fatti del 9 giugno e una sulla vicenda dei pensionati, che peraltro non verranno trattate in questa sede, però, anche dal dibattito fin qui svolto, ho come l'impressione che l'utilizzo dell'informativa sia fine a se stesso, per fare quella polemica politica che si realizza benissimo sui giornali. Credo che si tratti di un fatto serio, che attiene all'efficacia e all'efficienza dei lavori dell'Assemblea e che andrebbe esaminato.
Nel merito ringrazio il Viceministro Minniti: è stato assolutamente esaurientePag. 10perché ha raccontato esattamente come sono andati i fatti. Occorre, infatti, trovarcisi nelle situazioni e non capisco con quale logica si pretenda di mettere insieme i fatti accaduti a L'Aquila, la vicenda del 9 giugno e quella riguardante i pensionati. Si tratta di situazioni tutte diverse, bisogna riconoscerlo.
Il 9 giugno si è tenuta una manifestazione enorme di gente che ha voluto testimoniare la contrarietà a una determinata politica del Governo degli Stati Uniti e si sono verificati episodi circoscritti, che sono andati esattamente come sono stati raccontati. Qualcuno ha rotto due vetrine, ma quando si garantisce il diritto a manifestare fino alle vie del centro per un evento di tale rilevanza come la visita a Roma del Presidente degli Stati Uniti e il bilancio sono solo due vetrine rotte e qualche scaramuccia, non due ore di scontri, ma dieci minuti...
MAURIZIO GASPARRI. Ma dove vivi?
GRAZIELLA MASCIA. Bisogna starci nelle situazioni...
MAURIZIO GASPARRI. Le abbiamo viste!
GRAZIELLA MASCIA. ... e siccome io le ho viste posso testimoniare che sono andate proprio così, con una reazione anche dei manifestanti rispetto alle quattro o cinque persone...
IGNAZIO LA RUSSA. Tre, erano tre... due... una... zero!
GRAZIELLA MASCIA. ...che hanno creato scompiglio.
Credo che quando la situazione è questa, bisognerebbe essere tutti soddisfatti. Mi sembra veramente curioso che si faccia il bilancio di un'iniziativa non per valutare se i diritti di tutte le persone siano stati rispettati, come è avvenuto, o se la polizia non le abbia picchiate. La domanda che viene posta è veramente incredibile, perché è compito delle forze dell'ordine garantire i diritti di tutti in una logica di contenimento e di riduzione dei problemi. Si tratta della professionalità che le nostre forze dell'ordine hanno dimostrato in questa occasione e per questa ragione in passato ci siamo lamentati quando invece i comportamenti sono stati diversi, perché siccome la professionalità esiste bisognerebbe avere la garanzia che venga utilizzata sempre.
Pertanto penso che il bilancio della vicenda sia davvero positivo. Poi c'è l'episodio dei treni e della stazione Tiburtina. Non ho tempo di parlarne e perciò manterremo le nostre interrogazioni, perché anche su tali questioni o si fanno dei ragionamenti di principio «contro» oppure ci si deve spiegare se le persone hanno il diritto di raggiungere i luoghi delle manifestazioni, anche attraverso gli accordi che si fanno per i treni. Bisognerebbe fare, poi, anche un bilancio costi-benefici perché la gente non è arrivata a Roma perché ha occupato i binari, ma perché sono stati pagati dei biglietti.
Vorrei sottolineare - si tratta di uno dei punti su cui dovremo tornare - che Trenitalia, agli effetti conclusivi, fa un ragionamento di tipo economico, economicista; benissimo, ma allora aggiungiamo anche i costi dell'intervento delle forze dell'ordine, dei treni bloccati: ci sono tanti ragionamenti.
Mi sono documentata anche sull'esperienza recentissima di Rostock...
IGNAZIO LA RUSSA. Il costo della legalità non si tocca! Il costo della legalità non è un costo!
GRAZIELLA MASCIA. Dal momento che si fa riferimento all'Europa, a Rostock c'è stato un meeting del G8. Non faccio commenti sull'avvenimento in sé; ci sono state, però, sentenze dei tribunali che hanno chiesto di togliere la «zona rossa» a sei chilometri di distanza, si sono fatti accordi per far arrivare tutti i manifestanti, ci sono state azioni della polizia, assolutamente circoscritte e comunque criticate da tutta la stampa tedesca come eccessive, che sulla base della nostra esperienza a me sono sembrate normali.
Il problema è questo...
PRESIDENTE. Onorevole Mascia, concluda.
GRAZIELLA MASCIA. Concludo, Presidente. Si tratta di ridurre i problemi e di garantire i diritti dei cittadini. Vorrei inoltre, dire che la scelta finale della stazione Tiburtina è arrivata, forse, persino tardivamente (vi erano centinaia di persone che non sapevano se potevano ripartire e addirittura un manifestante è stato ferito da un cartello gettato dalla sopraelevata, quindi il clima era molto teso), ma era l'unica possibile ed è stata assolutamente motivata.
Avremo necessità di tornare su tale aspetto, ma penso che questo non sia lo strumento giusto per trovare le soluzioni ai problemi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Onorevole Mascia, posso solo segnalarle che quanto lei ha rilevato a proposito dell'attività di sindacato ispettivo sarà riferito al Presidente, ma un indirizzo di quel tipo non rientra nei doveri o nelle competenze della Presidenza di turno. Sarà la Conferenza dei presidenti di gruppo, comunque la Presidenza, ad attivarsi nella logica dell'eventuale riduzione dell'attività di sindacato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sesa Amici. Ne ha facoltà.
SESA AMICI. Signor Presidente, ringrazio il Viceministro Minniti per la prontezza con la quale ha dato conto in questa sede di due questioni assai importanti, ma anche per la serietà di quella stessa informativa, che non ha nulla di burocratico, ma mette tutti nelle condizioni di svolgere una riflessione su due aspetti che sempre più devono caratterizzare il nostro atteggiamento e la nostra opinione: l'uso delle forze dell'ordine e il diritto, costituzionalmente sancito, alla libertà di espressione e di manifestazione.
La ringrazio molto, signor Viceministro, perché lei ha parlato di una strategia che ha in qualche modo informato i due comportamenti - che non sono stati differenti e dirò perché -, sia nella manifestazione del 9 giugno che in quella del 12 giugno.
Si tratta di una strategia che ha garantito il diritto di manifestare, ma che ha anche permesso di contenere ed isolare quei fenomeni che spesso avvengono nelle manifestazioni. Questa volta, non solo la professionalità delle forze dell'ordine, ma proprio quella strategia di arretramento, anche con la collaborazione dei manifestanti, ha permesso di isolare le frange più violente e, in qualche modo, di utilizzare la tecnologia per individuarle, al punto che non si è trattato di semplice identificazione dei manifestanti del 9 giugno, ma di veri e propri arresti.
Ciò mi porta a dire, soprattutto al collega La Russa: lei sa meglio di me - in queste situazioni bisogna avere una certa onestà intellettuale, che deve sempre ispirarci quando ci confrontiamo su temi così importanti - che la manifestazione del 9 giugno è stata preceduta da grandi momenti di tensione e di preoccupazione, espressi a cominciare dal sindaco della città di Roma; in tale contesto, il prefetto Serra è stato capace di impedire che la visita del Presidente degli Stati Uniti non solo creasse un clima di conflitto e di inquietudine, ma addirittura mettesse in discussione la visita di un capo di una grande potenza.
In quei giorni si è evitato accuratamente che la città di Roma fosse segnata dalle cosiddette zone rosse. Non siamo stati in presenza di alcuna zona rossa: ciò testimonia che quella strategia, che ormai da tempo si utilizza ogni qualvolta si organizzano nella capitale d'Italia grandi manifestazioni, ha messo le forze dell'ordine nelle condizioni, le più ottimali, non solo di dimostrare serietà e professionalità, ma anche di svolgere quella funzione che è propria di una forza di contenimento dell'ordine pubblico.
I comportamenti non sono stati differenti, perché, onorevoli colleghi, la manifestazione del 9 giugno ha impedito che si arrivasse ai Palazzi del centro. Non vi èPag. 12stata alcuna manifestazione, nemmeno quelle non autorizzate, che si è avvicinata ai Palazzi - lo ha ricordato il Viceministro - come indicato in una circolare, emanata il 5 ottobre, in cui vi era il divieto di manifestare presso Palazzo Chigi.
Inoltre, la manifestazione del 12 giugno è stata caratterizzata non solo sotto il profilo generazionale, per il dato anagrafico, ma anche per i contenuti.
La manifestazione dei pensionati non è pacifica in sé, perché sono anziani: era una manifestazione che aveva ben altri contenuti, che non si è svolta nella zona di Palazzo Chigi, bensì a piazza Santi Apostoli ed in quel luogo non vi è stato alcun atto tale da affermare che vi sono stati comportamenti «diversi».
Del resto, quando il questore di Roma chiama nel pomeriggio i segretari di CGIL, CISL e UIL non si tratta semplicemente di un atto di cortesia e di rispetto reciproco, ma viene manifestata la volontà vera di circoscrivere episodi che ancora adesso - il Viceministro lo ha evidenziato in Assemblea - non è possibile capire se si siano effettivamente svolti: la richiesta ad un anziano di togliersi il cappello non può essere stata avanzata perché l'anziano si sta coprendo il volto; sarebbe un atto, più ancora che zelante, oserei dire un po' sciocco. Ciò non credo faccia onore a chi pensa che in quel comportamento vi sia un eccesso di zelo; in esso vi è semmai una «diversità» di comportamento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SESA AMICI. A nessuna forza politica, quando si ha a che fare con l'obiettivo di tenere insieme il rispetto della libertà di manifestare e l'uso delle forze dell'ordine in termini di contenimento, è permesso di pensare di costruire in maniera arbitraria comportamenti «diversi», perché ciò rende poco serio anche chi li affronta in tale modo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettinari. Ne ha facoltà.
LUCIANO PETTINARI. Signor Presidente, ringrazio il Viceministro Minniti per la tempestiva informativa che è stata resa al Parlamento sulle due manifestazioni.
Per quanto riguarda la manifestazione del 9 giugno, mi associo, a nome del gruppo della Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, al ringraziamento che il Viceministro ha rivolto alle forze dell'ordine, perché è del tutto evidente che, quel pomeriggio, vi era il tentativo da parte di pochi (ma ciò non vuol dire meno pericolosi) manifestanti di creare incidenti diffusi.
Tale tentativo è fallito. Non ho difficoltà a riconoscere che è fallito per la capacità delle forze di polizia, che hanno saputo dimostrare una notevole flessibilità nel loro piano di intervento.
Sappiamo tutti che quel pomeriggio non vi è stata guerriglia urbana. Chi ne parla o non sa cosa sia la guerriglia urbana oppure vi è il rischio che, forse, auspicasse che pochi potessero trascinare il grosso di una manifestazione nel compimento di certi atti; una manifestazione, vorrei precisare, alla quale il mio gruppo non aveva aderito, perché eravamo presenti in un'altra piazza della città assolutamente pacifica. Sarebbe bastato poco - nervosismo delle forze dell'ordine, provocazione da parte di pochi manifestanti - a trasformare un pomeriggio difficile in un pomeriggio tragico. Poteva andare diversamente; non è andata così e siamo felici di tutto ciò. Questo è il senso di una presa d'atto positiva nei confronti delle forze dell'ordine.
Tuttavia, proprio questo saggio atteggiamento mi pare che strida, e non poco, con una certa eccessiva fermezza che è stata usata nei confronti della manifestazione dei pensionati. Abbiamo parlato dei rischi della manifestazione del 9 giugno contro la visita di Bush. Tutti noi sappiamo, il Viceministro per primo, che nessun rischio era rilevabile per la manifestazione dei pensionati. Non perché i pensionati di per sé non possano rappresentare una minaccia, ma perché quella era una manifestazione pacifica, dichiaratamentePag. 13pacifica, diretta egregiamente dai sindacati dei pensionati! Non vi era alcun rischio né che i pensionati si spostassero di dieci metri trasferendosi in un luogo cosiddetto non autorizzato né che potessero dare vita a chissà quale facinoroso corteo. Si voleva solo defluire, probabilmente facendo presente qualche slogan in più nei confronti di Palazzo Chigi.
Il Viceministro con puntualità ha dimostrato, nel suo resoconto su tale seconda manifestazione, come nei confronti di essa non vi sia stata volontà di scontro.
Mi permetto in proposito di svolgere una considerazione di cui mi auguro il Viceministro tenga conto nei suoi rapporti con il Governo e con le forze di polizia.
Certamente è violenza quella cui abbiamo, purtroppo, assistito a Genova, ahimè, da parte delle forze di polizia ed in tante altre occasioni: in questo caso, non vi è stata violenza di questo tipo. Tuttavia, di fronte ad una manifestazione di pensionati che reclamano i loro diritti ad una pensione più giusta e più equa, dobbiamo essere consapevoli che è uso della violenza non soltanto la carica della polizia, ma anche una forma diversa, una forma che, a mio avviso, è stata purtroppo messa in atto nei confronti dei pensionati: si tratta della ricerca dell'umiliazione.
Che necessità vi era, infatti, di chiedere ai pensionati di togliere il cappello del loro sindacato? Parliamoci chiaramente: nessuna. Si è trattato di una forma di violenza. Il Viceministro, con eleganza, l'ha definita eccesso di zelo: c'è dunque il riconoscimento che si è fatto qualcosa che si sarebbe invece dovuto evitare, tanto più nei confronti di una manifestazione che - lo ripeto - era assolutamente e dichiaratamente pacifica. Da questo punto di vista, credo sia giusto tener conto, e bisogna ammetterlo, che vi è stata una difformità di atteggiamento nei confronti delle due manifestazioni: tanto è visibile il riconoscimento per la prima...
PRESIDENTE. Onorevole Pettinari, la invito a concludere.
LUCIANO PETTINARI. Concludo, Presidente. Fra l'altro, desidero dire che è singolare che, in un'aula del Parlamento, si giudichi l'operato delle forze di polizia sulla base del numero degli arresti che vengono compiuti durante le manifestazioni, siano esse pacifiche o meno. Il presidente La Russa ha svolto affermazioni del tipo: solo otto arrestati e dite che la polizia ha fatto bene; se fossero stati cinquanta, magari con feriti, ecco che la polizia avrebbe fatto bene.
Questo approccio mi pare clamoroso e bisognerebbe evitarlo.
Concludo, chiedendo al Viceministro che si faccia tramite con il Governo e le forze di polizia, perché se vi è una manifestazione dichiaratamente pacifica, come era quella dei pensionati, occorre saperne tenere conto fino in fondo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo Europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, signor Viceministro, a nome de La Rosa nel Pugno desidero esprimere il mio apprezzamento per l'informativa urgente del Governo, con cui si sono ricostruite nel dettaglio le caratteristiche di due manifestazioni assai diverse e con toni e risvolti politici, sia interni che internazionali, molto differenti. Il collegamento che si è voluto istituire fra le gestioni delle due piazze mi sembra obiettivamente forzato: desidero anzi approfittare di questa occasione per dare atto, come ha fatto il Governo, dell'ottima gestione, da parte del prefetto Serra e del questore Fulvi, di una situazione, quella del 9 giugno, che avrebbe potuto essere assai difficile.
Vi erano, infatti, nella città di Roma più manifestazioni convergenti in slogan ed iniziative rispetto al Presidente degli Stati Uniti, e dunque rispetto al nostro maggiore alleato ed al rappresentante pro tempore di un Paese amico ed alleato, contro cui però - giustamente, nell'ottica di taluni colleghi, di partiti, e di parte dell'opinione pubblica - si voleva manifestare.Pag. 14
Credo che, come ha affermato il prefetto Serra, a chi voleva manifestare sia stata data la possibilità di farlo pacificamente e liberamente, gestendo, lo ripeto, le difficoltà di una piazza che poteva essere potenzialmente esplosiva, come del resto lo è stata non molto tempo fa (sappiamo che vi sono sacche di irriducibili difficili da gestire). Abbiamo invece potuto constatare che la perizia, la capacità, nonché probabilmente l'esperienza maturata nel tempo hanno consentito di garantire le manifestazioni, riducendo al minimo sia il disagio sia i rischi di eventi di questo tipo. D'altro canto, abbiamo visto la stessa maggioranza dei manifestanti isolare ed indicare chi, all'interno della moltitudine, metteva in campo provocazioni e veri e propri atti criminali, che speriamo possano essere opportunamente perseguiti e sanzionati, come vuole la legge.
Noi radicali, appartenenti al gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno avremmo voluto addirittura un'ulteriore manifestazione in quella giornata di accoglienza del Presidente degli Stati Uniti, ricordandogli altre figure storiche, come Lincoln, Martin Luther King, Eisenhower, a monito di una America diversa di quella che Bush ha portato con sé a Roma. Ma questo è il dato di una giornata.
Rispetto, invece, alle polemiche sulla gestione di una piazza di fronte alla manifestazione dei pensionati, sono contento di sapere dal Viceministro Minniti che anche le manifestazioni dei grandi sindacati, laddove non siano autorizzate, sono trattate come quelle dei radicali.
Qualche giorno prima, il 4 di giugno, quando era in corso la grande battaglia sulla moratoria per la pena di morte, un gruppo di radicali ha deciso autonomamente di manifestare davanti alle sedi della RAI e di Mediaset. In quell'occasione essi sono stati identificati dalla polizia. Abbiamo ritenuto tale episodio, in qualità di dirigenti radicali, assolutamente confacente alla norma e abbiamo ricordato ai compagni che, laddove si può e si deve manifestare, occorre però avere le autorizzazioni necessarie, al fine di consentire alle forze di polizia, che in questa vicenda hanno semplicemente fatto il loro dovere, la possibilità di lavorare al meglio, anche nei confronti dei leader sindacali.
Pertanto, la commistione dei due eventi mi sembra pretestuosa e obiettivamente non opportuna. Voglio dare atto che, a distanza di anni, siamo qui a ringraziare, lo voglio dire pubblicamente, la collega Mascia per aver tenuto alta e costante la richiesta di una Commissione d'inchiesta per i fatti del G8 di Genova.
PRESIDENTE. Onorevole Mellano, la invito a concludere.
BRUNO MELLANO. Siamo di fronte ad una situazione gestita in un modo molto diverso da quella di Genova e voglio ricordare in questa sede che come gruppo della Rosa nel Pugno siamo favorevoli alla richiesta che la collega Mascia ha riformulato, relativamente all'istituzione di una Commissione di inchiesta sui fatti di Genova, ben altra vicenda - lo voglio ricordare ai colleghi - che hanno chiesto e ottenuto questa informativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ringrazio prima di tutto il Governo rappresentato dal Viceministro Minniti per la puntuale informativa che ha reso e intendo anche sottolineare come, in occasione della visita del Presidente Bush nel week-end dell'8 e 9 giugno, fortunatamente non si sono registrati scontri fra manifestanti e forze dell'ordine che, per entità e portata, possano in alcun modo essere assimilati a quelli entrati nelle pagine della nostra storia di quel luglio 2001, affatto lontano.
Tuttavia, gli incidenti si sono verificati e sono stati gravi. Pertanto, voglio ribadire la netta condanna nei confronti dei responsabili di quegli episodi. I fatti accaduti comunque non sono assolutamente paragonabili a quelli di Genova, soprattutto se si rammenta quanto, pochi giorni fa, è stato evocato nelle forti dichiarazioni del vicequestore Michelangelo Fournier che,Pag. 15addirittura, ha paragonato la vicenda, in particolare i fatti avvenuti nella caserma Diaz, ad una macelleria messicana, espressione - a mio avviso - quanto mai forte, ma che finché il processo e i procedimenti in corso non metteranno la parola fine a tale vicenda, dobbiamo ancora prendere per buona. La deposizione di un funzionario di pubblica sicurezza ha riportato in auge il dibattito sul sacrosanto diritto, finora non riconosciuto, delle vittime e del nostro Paese di conoscere quella verità che - lo dico anche attraverso una valutazione di tipo strettamente personale - è necessario comprendere anche attraverso l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare.
La condizione in cui hanno lavorato le forze di polizia, la Guardia di finanza, i carabinieri, in occasione della recente visita del Presidente americano non può assolutamente essere paragonata a quella del G8 di Genova - lo ripeto ancora una volta -, ma, ad ogni modo, vi è stato un atteggiamento - bisogna riconoscerlo -, più accorto e di gran lunga più efficace, evitando che gli incidenti diventassero gravi e raggiungendo in definitiva l'obiettivo primario delle forze dell'ordine: la salvaguardia del cittadino e la garanzia del rispetto dei diritti umani di ciascun individuo, sia come parte interessata alla manifestazione sia come del tutto estranea alla stessa.
Per questo motivo non posso non sollevare quello che, a mio avviso, è un paradosso. Stupisce come le stesse forze dell'ordine, i tutori dell'ordine, la pubblica sicurezza, abbiano commesso, a pochi giorni di distanza dal momento della massima allerta (il 12 giugno), l'errore di trattare quelle che abilmente e simpaticamente abbiamo più volte chiamato «le pantere grigie», come se fossero violenti e pericolosi manifestanti.
Dove sta il paradosso? Se ho capito bene dall'esposizione del Viceministro, mentre sono in corso gli accertamenti sugli autori e sui protagonisti responsabili degli scontri - lo ripeto, tutto sommato, modesti - dell'8 e del 9 giugno, è certo che sappiamo chi erano le pericolose pantere grigie, perché sono state identificate.
Che cosa è successo? Duecento pensionati - lo ripeto: duecento - con un breve corteo da piazza Santi Apostoli, si sono diretti verso Palazzo Chigi per manifestare contro il livello, lo sappiamo, davvero impensabile delle loro pensioni. Si è trattato di un «serpentino» umano che non conteneva sicuramente al suo interno facinorosi, ma pensionati stanchi, in tutti i sensi, sopratutto di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, e decisi a far sentire la loro voce.
Berretti, bandiere e ombrelli sono le armi improprie che i garanti dell'ordine hanno ritenuto che dovessero essere sottratte ai dimostranti. Fa addirittura sorridere l'ordine che alcuni agenti di polizia hanno dato al gruppo di manifestanti: «via i capellini, riavvolgete le bandiere e chiudete gli ombrelli».
Si è trattato di una scelta, ci tengo a dirlo, che ha gettato un raggio di discredito sulle forze di polizia in tale occasione. I pensionati fermati, infatti, sono stati addirittura sottoposti a procedure di identificazione, onde verificare che fra loro non si nascondessero pericolosi criminali.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FABIO EVANGELISTI. Ho finito, signor Presidente. Forse l'adrenalina era alta il 9 giugno, ma si è abbassata il 12 giugno e, quindi, qualche intervento dovuto ad eccesso di zelo o, al contrario, di negligenza, ha posto davvero una brutta impronta su quella giornata.
È difficile, quindi, giustificare il comportamento tenuto in tale occasione dai membri della pubblica sicurezza. Mi auguro vivamente che il Ministro Amato, il Viceministro Minniti e l'intero Governo non abbiano, in alcun modo, influenzato le scelte dei funzionari di polizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagliarini. Ne ha facoltà.
GIANNI PAGLIARINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per l'informativaPag. 16urgente che si sta svolgendo sul comportamento tenuto dalla polizia in occasione di due recenti manifestazioni, quella svoltasi durante la visita in Italia di George Bush e quella che ha visto protagonisti duecentomila pensionati in corteo a Roma.
L'informativa, tra l'altro, mi consente di proporre brevi riflessioni non tanto in tema di ordine pubblico - lo ha già fatto il Viceministro in modo esaustivo - ma sui temi oggetto della manifestazione.
La presenza in Italia del Presidente americano ha scatenato numerose proteste, attraverso un filo conduttore che condividiamo.
Difendere il Governo e il suo profilo riformatore significa denunciare gli effetti devastanti delle guerre del nuovo ordine mondiale; significa denunciare la politica di aggressione messa in opera dall'amministrazione Bush che pretende di affermare le ragioni di un diritto internazionale di comodo ricorrendo alle armi e alla sopraffazione.
Nel corso della manifestazione organizzata da settori del «Movimento per la pace» si sono distinte alcune decine di provocatori incappucciati, i quali hanno aggredito le forze dell'ordine. In questo frangente credo vada rimarcato il senso di responsabilità e di professionalità mostrato dalla polizia, dai carabinieri e da tutti i soggetti impiegati al mantenimento dell'ordine pubblico che hanno impedito di coinvolgere i manifestanti negli scontri. Grazie a ciò non si sono segnalati incidenti di rilievo.
Pertanto, la giornata del 9 giugno verrà ricordata per la civile e condivisibile protesta contro l'inaccettabile strategia politico-militare dell'amministrazione Bush.
Tre giorni dopo, per le vie di Roma, abbiamo assistito ad un altro grande corteo, animato da numerosi pensionati, che hanno rivendicato l'aumento delle pensioni minime e concreti aiuti per i non autosufficienti. Ma, quando un gruppo di anziani manifestanti ha cercato di spostarsi nei pressi di Palazzo Chigi, è stato chiesto loro di sgomberare rapidamente, di chiudere gli ombrelli con i loghi sindacali, di riporre le bandiere e, addirittura, di togliersi i cappellini. Tali richieste delle forze dell'ordine sono francamente incomprensibili. Infatti, oltre alla violenza fisica, esiste anche un altro tipo di violenza e penso che questa richiesta sia umiliante per chi la riceve e non possiamo tollerarla. Stiamo parlando del diritto dei pensionati italiani e dei loro sindacati di categoria di fare luce sulla condizione drammatica di milioni di cittadini e cittadine.
I pensionati hanno ragione da vendere e i dati ISTAT diffusi recentemente confermano la drammaticità della condizione vissuta ogni giorno da troppe «pantere grigie». Almeno un pensionato su quattro, secondo l'ISTAT, percepisce meno di 500 euro al mese, mentre oltre il 30 per cento ha una pensione tra 500 e 1.000 euro al mese, il 23 per cento tra 1.000 e 1.500 euro e, solo il rimanente 22 per cento, può disporre di un'indennità mensile che superi i 1.500 euro al mese. Tali numeri rendono l'idea di un'emergenza sociale, che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze.
Condivido il monito lanciato dal Presidente della Repubblica, che ha sottolineato come i pensionati rappresentino una grande risorsa per il Paese. Dirò di più: di fronte alle continue rincorse di notizie e proposte, spesso campate in aria, circa presunte riforme delle pensioni, occorre piuttosto mettere in campo proposte concrete per migliorare significativamente le condizioni dei pensionati italiani. I pensionati chiedono, infatti, un meccanismo di indicizzazione delle pensioni più basse, al fine di evitare che il costo della vita eroda progressivamente gli assegni mensili, e invocano contestualmente l'adeguamento del fondo per le non autosufficienze, al fine di sostenere economicamente chi grava quasi interamente sulle spalle dei familiari.
Occorre, tuttavia, essere chiari su un punto: non si tratta di elargire elemosina ad una fascia povera della popolazione. Si tratta, al contrario, di spostare il baricentro della politica sul nodo cruciale delle pensioni, scongiurando innanzitutto il rischio che le legittime aspettative di chi ha lavorato con sacrificio per un'intera vitaPag. 17non siano mai e in nessun modo contrapposte a chi si affaccia oggi al mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Onorevole Pagliarini, la invito a concludere.
GIANNI PAGLIARINI. Concludo, Presidente. Noi del gruppo Comunisti Italiani rilanciamo il grande tema dei diritti in questo Paese. Vogliamo portare in Parlamento proposte concrete a cominciare dalla destinazione dell'extra-gettito, che va indirizzato allo Stato sociale.
L'eccesso di zelo, così come è stato definito, con cui è stato impedito a qualche pensionato di avvicinarsi a Palazzo Chigi non potrà certo nascondere l'urgenza di questa svolta. Anzi, i palazzi della politica hanno bisogno come l'aria dell'esperienza e dei saperi di chi ha contribuito a costruire questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per prima cosa vorrei, a nome mio e del gruppo Popolari-Udeur, ringraziare il Viceministro, onorevole Marco Minniti, per la puntuale (come per la verità di sovente avviene) ricostruzione delle questioni collegate alle manifestazioni del 9 e del 12 giugno scorso.
Tuttavia, approfitto anche per soffermarmi su una questione sollevata ad inizio seduta, con riferimento all'ordine degli interventi, in relazione alla consistenza o importanza più o meno rappresentativa dei gruppi. Ritengo che i partiti, al di là delle loro dimensioni, siano grandi nei fatti per le persone e per le idee che le stesse sanno rappresentare e, soprattutto, per l'ascolto in cui ognuno di noi dovrebbe essere impegnato. Pretendiamo, infatti, di rappresentare i cittadini ascoltandoli, ma in quest'aula - quando, dopo essere intervenuti, scappiamo per impegni urgenti - non ci ascoltiamo nemmeno tra di noi.
I piccoli partiti - io ritengo di far parte di uno di questi - fortunatamente esistono per soddisfare le esigenze e rappresentare quei cittadini che i cosiddetti grossi partiti non riescono ad attrarre. Questo è un bene per noi ed è un problema che si devono porre i grossi partiti, incapaci di essere tali.
Torniamo al tema del dibattito. Vorrei ricordare che le forze dell'ordine sono sempre brave, sempre capaci, sempre all'altezza della situazione, e non ritengo che la professionalità si possa perdere a seconda di chi le guida, sia sotto il profilo diretto che sotto quello politico. Non ci può essere un bravo poliziotto o un bravo carabiniere, che poi diventa meno bravo se il generale o il ministro cambia: fanno sempre il loro dovere. Noi li ringraziamo e ci sentiamo uniti a loro, soprattutto quando si trovano in condizioni di oggettiva difficoltà, di fronte a pochi isolati teppisti, con il volto coperto, con intenzioni inconfessabili che, per fortuna, vengono emarginati. Mi riferisco alle manifestazioni pacifiche nelle quali una grande folla di manifestanti ha potuto esprimere, in totale libertà, il proprio dissenso sulla presenza del Presidente degli Stati Uniti; non entro nel merito, non è questo il tema che stiamo approfondendo. Quando quella folla di manifestanti esprime il proprio dissenso nei confronti di pochi violenti, ciò è già sufficiente per condannare chi non sa che cosa significa manifestare.
Vorrei evidenziare anche che non si possono mettere sullo stesso piano le manifestazioni del 9 e del 12 giugno; non si può tentare una sorta di compensazione per dimostrare che da una parte siamo stati bravi e dall'altra meno bravi, che da una parte c'è stato eccesso di zelo e dall'altra c'è stato permissivismo. Continuo a ribadire, manifestando ancora la nostra vicinanza alle forze dell'ordine, che esse lavorano in condizione di oggettiva difficoltà e sono sempre all'altezza della situazione.
Tuttavia, per quanto riguarda la manifestazione dei pensionati, vorrei aggiungere che, al di là delle difficoltà (ogni decisione presa in quel contesto può essere giusta o meno giusta) è opportuno analizzare in modo approfondito le ragioni della protesta. Per quel che riguarda i pensionati,Pag. 18desidero spendere una parte del mio intervento perché, tra le difficoltà, almeno si renda onore al senso della manifestazione. Si è trattato di una manifestazione giusta che noi condividiamo. I Popolari-Udeur sono vicini ai pensionati e in questa sede vogliamo ribadire la nostra solidarietà per le loro rivendicazioni. Siamo loro vicini, abbiamo sempre sostenuto che occorra uno sforzo da parte del Governo per garantire più risorse per le pensioni, a cominciare da quelle più basse. Il nostro impegno è per il varo della legge sulla non autosufficienza e per questo ci batteremo quando si tratterà di destinare i fondi del famoso «tesoretto».
PRESIDENTE. Onorevole D'Elpidio, concluda.
DANTE D'ELPIDIO. Concludo, Presidente. Non è da Paese civile che un terzo delle persone anziane viva in condizioni di povertà. Le manifestazioni dei pensionati hanno evidenziato la richiesta di un giusto riconoscimento sociale per una delle categorie che più ha subito, negli ultimi anni, un arretramento del tenore di vita. Manifestiamo la nostra vicinanza a questa categoria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI vuole portare il suo contributo all'informativa del Governo, facendo una riflessione a voce alta.
Signor Viceministro, quando si parla di poliziotti mi sembra di rivedere l'immagine di un gruppo comico: si chiamavano i Brutos. In qualunque situazione si venivano a trovare, c'era uno di loro che prendeva uno scappellotto; mi sembra che a questo si possano assimilare i poliziotti. Ci si continua a chiedere: se intervengono perché intervengono, se non intervengono perché non intervengono, se identificano qualcuno perché umiliano la persona con l'identificazione. Nessuno parla dei loro stipendi da fame, mentre si guardano solo gli stipendi dei pensionati, verso i quali anche noi siamo solidali - questo Governo, a differenza di quello precedente, non riesce a risolvere il problema delle pensioni -, e tuttavia si esprime loro solidarietà.
Dei poliziotti, che devono mantenere le famiglie, mandare i figli a scuola, dovendo fare dei sacrifici di orari, mentre le loro famiglie non sanno se ritorneranno a casa integri, poiché sono oggetto di sassaiole e di scontri dovendo solo subire, nessuno se ne occupa!
Ecco il senso della similitudine.
Il 12 giugno, venendo da palazzo Marini a Montecitorio, sono stato fermato da alcuni poliziotti che mi hanno chiesto il documento, l'ho mostrato e non mi sono sentito umiliato per questo. Ho visto le forze dell'ordine compiere il loro dovere, identificando chiunque passasse di lì, senza porre in essere alcun tipo di intervento verso i pensionati; lo ripeto: vi era una manifestazione in corso e la polizia ha fatto solo il suo dovere.
Quando la Regina Elisabetta è andata negli Stati Uniti le hanno preso le impronte digitali e non ha fatto tutto questo caos, perché queste sono le regole; se si viene meno a tali regole e si fa in modo che esse non vengano rispettate, si dà una cattiva immagine.
Non ce la possiamo prendere con le forze dell'ordine perché compiono il loro dovere; quando un cittadino viene identificato non può affermare di aver dovuto subire un'umiliazione, in quanto l'identificazione delle persone rientra tra i compiti delle forze dell'ordine.
Egregi colleghi, in relazione ai fatti oggetto dell'informativa, come gruppo esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli uomini e alle donne della Polizia di Stato, e riteniamo che siano oggetto di una discriminazione da parte del Governo, del Ministro Amato e della sinistra massimalista. A questi uomini è stato negato l'elementare diritto di autodifesa declarato nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in base alla quale a chiunque subisca ingiustamente un'aggressione fisicaPag. 19è riconosciuto il diritto di difendersi; eppure le nostre forze di polizia che, oltre agli insulti, hanno subito lanci di oggetti e sassaiole - per fortuna, solo undici poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari - non possono continuare ad essere sottoposta a questi attacchi vili, perpetrati nei confronti di lavoratori che, anche in quanto tali, vanno rispettati.
Nessun manifestante, durante una manifestazione, può mettere in atto sassaiole e lanciare corpi contundenti contro dei lavoratori...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ho già esaurito il tempo?
PRESIDENTE. Così pare.
LUCIO BARANI. Concludo, Presidente. Il nostro gruppo ritiene che sui fatti vi sia stato un comportamento serio e leale delle forze dell'ordine, e ci auguriamo che nel Governo, e soprattutto tra prefetto e questore, vi sia una sintonia vera, in base alla quale il prefetto impartisca le direttive in materia di ordine pubbliche, che poi il questore tecnicamente deve applicare, al fine di mettere questi lavoratori in condizioni di compiere il proprio dovere, anche identificando le persone che partecipano alle manifestazioni e isolando i facinorosi.
Un'ultima considerazione: le persone fermate sono già libere e i loro amici che erano con loro a complottare sono saliti sui treni gratuitamente a spese della collettività: anche questo non è giusto.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,24).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Poiché è ancora in corso la riunione dell'Ufficio di Presidenza, sospendo la seduta fino alle 13.
La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 13,20.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FAUSTO BERTINOTTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Rigoni è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Chiedo scusa ai colleghi per il ritardo con cui riprendiamo i lavori. Come sapete, la riunione dell'Ufficio di Presidenza sul tema delle sanzioni per gli episodi del 14 giugno scorso si è appena conclusa. Penso che potremo iniziare le votazioni direttamente nel pomeriggio.
Irrogazione di sanzioni a deputati.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza nell'odierna riunione ha preso in esame gli episodi avvenuti in aula giovedì 14 giugno 2007, prima e durante la sospensione della seduta.
L'Ufficio di Presidenza, visti gli articoli 12 e 60 del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato all'unanimità, con la sola eccezione del rappresentante della Lega Nord Padania, che non ha partecipato alla votazione, in relazione all'occupazione dei banchi del Governo, impedente i lavori dell'Assemblea, di irrogare, con decorrenza immediata, la sanzionePag. 20della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di dieci giorni di seduta ai deputati Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Caparini, Cota, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Gibelli, Goisis, Grimoldi, Lussana e Pini.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.
Sento la necessità, infine, di esprimere un profondo rammarico per il fatto che l'Ufficio di Presidenza sia stato costretto a ricorrere a norme di carattere sanzionatorio per reagire a comportamenti che dovrebbero rimanere estranei alla dialettica parlamentare, anche la più accesa.
Mi rivolgo, quindi, a tutti i deputati affinché rendano evidente con il loro comportamento che l'aula della Camera dei deputati è - e deve rimanere - il luogo in cui la dialettica e lo scontro politico trovano espressione nella forma del dialogo e del confronto delle posizioni, secondo il corretto funzionamento dei principi del sistema democratico.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIORGIA MELONI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bafile, Giovanardi, Gozi e Reina sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 15,06).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intendo sollevare solo due questioni che riguardano la buona organizzazione dei nostri lavori, anche al fine di non creare precedenti su quanto è successo stamani sul finire della seduta, alle 12,20.
È accaduto che, pur essendo previsto dall'ordine del giorno, dopo l'informativa del Governo, il punto riguardante il disegno di legge in materia di circolazione e sicurezza stradale, alle 12,20 la Presidenza ha inteso dare il preavviso di venti minuti per le votazioni elettroniche prima di passare all'esame del provvedimento, che era programmato per le 12,30, tra l'altro - lo devo dire - senza che nessuno dei gruppi avesse chiesto la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Pur comprendendo che nel corso della seduta è possibile prevedere che abbia luogo tale tipo di votazione, sta di fatto che, comunque, non eravamo giunti alle 12,30 (orario previsto per poter passare al provvedimento successivo). Chiedo quindi - per evitare precedenti sulla questione - che la Presidenza dia conto all'Assemblea del motivo per cui è stato dato il preavviso di venti minuti, pur non essendo giunti all'orario previsto per l'esame del provvedimento all'ordine del giorno.
Inoltre, non posso fare a meno di richiamare l'attenzione della Presidenza anche sul fatto che i colleghi sono stati convocati stamani - in un primo momento, per la verità, alle 11,30 e, in un secondo momento, alle 12,30 - per votare un provvedimento che, invece, giunge alla nostra attenzione alle 15 del pomeriggio. Lo dico perché, sin dall'inizio della predisposizione del calendario e, quindi, dell'ordine del giorno odierno, il buonsenso avrebbe richiesto di evitare inutili impuntature da parte di chi ritiene di dover cominciare comunque i lavori di mattina,Pag. 21pur sapendo che era in programma una riunione dell'Ufficio di Presidenza che avrebbe discusso una questione molto, molto delicata. Non si sarebbero dovute indicare, quindi, le 12,30 per l'inizio dei lavori, poiché non saremmo mai giunti alle votazioni per tale ora, ma vi saremmo giunti nel pomeriggio, alle 15, così come è accaduto.
Pertanto, se questo episodio può essere utile al fine di evitare che si convochino i deputati in orari in cui, necessariamente, si sa che non si arriverà all'esame del provvedimento previsto, ritengo che il buonsenso possa esserci di guida anche per il futuro nella predisposizione e nell'indicazione degli orari per la predisposizione dell'ordine del giorno.
È accaduto che, pur in presenza e in costanza di una richiesta, da parte di alcuni gruppi dell'opposizione, che le votazioni cominciassero nel pomeriggio, è stato risposto che non si poteva andare oltre le ore 12,30, perché si doveva comunque cominciare la seduta: se dobbiamo cominciare la seduta in mattinata solo ed esclusivamente per farlo rimanere scritto sulla carta e non si provvede a lavorare - così com'è accaduto stamani - ma si rinvia la seduta al pomeriggio, mi sembra quasi che si operi una presa in giro per i colleghi che si affrettano ad arrivare alle 12,30 e poi vedono cominciare i lavori alle 15,30 del pomeriggio.
PRESIDENTE. Onorevole Leone, per quanto riguarda la convocazione della Camera alle ore 12,30 - con il seguito dell'esame di provvedimenti per i quali erano previste votazioni - ricordo che la decisione di procedere a votazioni già nella parte antimeridiana della seduta, adottata in occasione della predisposizione del calendario dei lavori di giugno, è stata confermata anche in occasione della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 13 giugno.
La fissazione alle 12,30 dell'orario a partire dal quale avrebbero potuto avere luogo votazioni si è resa necessaria in relazione alla convocazione dell'Ufficio di Presidenza e alla previsione di un'informativa urgente del Governo.
Con riferimento alla questione del preavviso di votazioni elettroniche, desidero precisare che la Presidenza, essendo previsto in base all'ordine del giorno lo svolgimento di votazioni a partire dalle 12,30, si è limitata, dando il prescritto preavviso e rinviando la seduta alle 13, a porre i deputati nella condizione di procedere alle votazioni a partire dalla ripresa della seduta, ovvero dalle ore 13, così come sarebbe accaduto normalmente dando il preavviso alle 12,30.
La Presidenza ha ritenuto di procedere in tal modo anche tenendo conto del fatto che era in corso la riunione dell'Ufficio di Presidenza dedicata al tema degli episodi dello scorso giovedì 14 giugno, alla quale avevano manifestato la volontà di presenziare i membri dell'Ufficio di Presidenza che sarebbero stati impegnati nella seduta dell'Assemblea. Il comportamento della Presidenza è dunque da considerarsi del tutto corretto.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (A.C. 2480-A/R) (ore 15,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale.
Ricordo che nella seduta del 23 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e che, nella seduta del 10 maggio, prima ancora che si procedesse all'esame degli articoli e degli emendamenti, l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione del testo del disegno di legge.
Ricordo, altresì, che, come costantemente affermato dalla Presidenza, per un principio di continuità del procedimento, l'esame in Assemblea - dopo il rinvio in Commissione - riprende esattamente dal punto in cui esso si era interrotto con il rinvio.
(Esame degli articoli - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Bonelli 10.119 e Lovelli 14.50.
Avverto, altresì, che è in distribuzione un fascicolo contenente ulteriori proposte emendative della Commissione e del Governo.
Ricordo che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezioni 1 e 2).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli articoli aggiuntivi Gianfranco Conte 01.02 e 01.0100, sul quale c'è anche il parere contrario della V Commissione, Tassone 01.04 e Stradella 01.030.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Attili 1.102, poiché esprime parere favorevole sul successivo, sostanzialmente identico, Lovelli 1.100, e invita al ritiro degli emendamenti Fabris 1.5, Beltrandi 1.104 e Gibelli 1.101, sul quale c'è anche il parere contrario della V Commissione. Esprime poi parere favorevole sull'emendamento Mario Ricci 1.103.
PRESIDENTE. Può esprimere anche il parere sull'articolo aggiuntivo Fabris 1.06?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Fabris 1.06, sul quale c'è anche il parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Onorevole Meta, cortesemente, può esprimere anche il parere sul subemendamento Leone 0.01.0200.1 all'articolo premissivo 01.0200 della Commissione?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo premissivo 01.0200; per quanto riguarda il subemendamento, poiché è pervenuto al Comitato dei nove solo alcuni secondi fa prospetterei l'opportunità di sospendere brevemente i nostri lavori o meglio ancora di accantonare la proposta emendativa della Commissione e del relativo subemendamento.
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo 01.0200 della Commissione e del relativo subemendamento.
Qual è il parere del Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.02.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SIMONE BALDELLI. No, signor Presidente, a nome del presentatore non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Crediamo che la nostra proposta sia di buon senso e fondata. Mi sembra che questo articolo premissivo abbia una ratio molto chiara, chePag. 23si impronta al rapporto virtuoso di collaborazione fra le forze dell'ordine, i cittadini e gli automobilisti.
La proposta emendativa va nel senso della prevenzione, anziché di un approccio puramente e squisitamente sanzionatorio. Quindi, credo, signor Presidente, che possa essere un articolo premissivo di cui il Governo e la Commissione possano e debbano fare tesoro. Cito soltanto qualche riga: «L'opera degli organi di polizia stradale è improntata a criteri che favoriscono la collaborazione con l'utenza stradale. In tale ambito, salvo che nei casi di necessità ed urgenza, l'applicazione delle disposizioni sanzionatorie deve essere successiva all'intimazione o agli altri strumenti di regolazione a disposizione degli organi medesimi».
Crediamo si tratti di una norma che va a vantaggio e a favore dei cittadini, perché come approccio generale troppo spesso si utilizzano le modifiche al codice della strada quasi sempre per aumentare le sanzioni nei confronti degli utenti della strada e degli automobilisti, anche per ragioni lavorative, producendo «una tassazione indiretta», che pesa sulle tasche dei contribuenti.
Questo articolo premissivo è volto, come in parte anche il successivo, a recuperare il principio della prevenzione e del funzionamento che è alla base del codice stradale, ossia a far sì che sulle strade si possa viaggiare senza incidenti, senza rischi e senza pericoli e facendo in modo che la sanzione serva non come meccanismo per riempire le casse di questa o di quella amministrazione, ma come deterrente per evitare la violazione delle norme scritte nel codice della strada.
Quindi, non accediamo all'invito al ritiro ma, anzi, difendiamo questo articolo aggiuntivo e chiediamo che venga posto in votazione, ove la Commissione non intenda riformulare il parere espresso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 375
Astenuti 4
Maggioranza 188
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 224).
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, colleghi, mi pare noto a tutti che ormai in questo nostro Paese c'è un problema serio che riguarda l'utilizzo indebito da parte dei comuni dell'uso degli autovelox posti sulle strade extraurbane.
Vi è un fenomeno abbastanza curioso: sono moltissimi i piccoli comuni che hanno la fortuna, per così dire, di avere una strada extraurbana di interesse provinciale, regionale, statale che lambisce il proprio territorio. Ciò, infatti, diventa l'occasione per installare autovelox che non servono a prevenire incidenti o ad avere un'azione positiva di disincentivo all'alta velocità, ma a coprire le spese correnti delle amministrazioni comunali. Credo che questo fatto sia inaccettabile!
In sostanza, attraverso questa proposta emendativa, prevediamo che si possa ricorrere all'accertamento delle violazioni attraverso gli impianti autovelox, ma riteniamo che questo possa essere fatto soloPag. 24dai diretti proprietari delle infrastrutture; riteniamo, cioè, che sulle strade provinciali gli autovelox possano essere installati dalla provincia, mentre sulle strade di carattere nazionale dallo Stato. Lo considero un buon principio che garantirebbe la corretta installazione degli impianti che verrebbero usati veramente a fini preventivi e non per garantire nuovi introiti nelle casse comunali.
Se qualcuno ritiene che tale fenomeno sia in regressione, basta considerare le molte sentenze che sono state pronunciate - anche nell'ultimo periodo - e gli interventi dei prefetti nei comitati di sicurezza che sconsigliano i comuni dall'utilizzare queste apparecchiature al solo fine di rimpinguare le proprie casse comunali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, se l'onorevole Conte lo permette, intendo sottoscrivere l'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100, il cui contenuto è di certo sostenuto e condiviso dalla grande opinione pubblica.
Come ha già affermato il collega, non si può utilizzare tale strumento per rimpinguare le casse comunali o sopperire alle carenze delle medesime. Ogni istituto deve far capo alle proprie incombenze. Lamentiamo spesso che la polizia urbana abbia in molti comuni organici insufficienti, anche rispetto alle esigenze delle proprie località. In particolare, sono i comuni minori che lamentano un organico a volte ridicolo, esiguo ed insignificante.
Che vengano distaccate unità per presidiare, in questo modo, realtà stradali, linee di grande comunicazione, strade di interesse nazionale o provinciale è assolutamente un nonsenso, un controsenso. Tale norma, pertanto, che non è certamente superflua, ma è giusto che sia considerata in questo contesto, verrebbe incontro ad un'esigenza di razionalizzazione e moralizzazione del settore.
Pertanto, auspicherei che l'intera Assemblea - non certo soltanto i gruppi proponenti - votassero a favore di questo articolo premissivo che è una norma assolutamente popolare, condivisa e razionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sottoscrivo anch'io l'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100, perché va nella stessa direzione di una mia proposta emendativa presentata a questo testo, nonché di un'altro progetto di legge - chiedo al riguardo l'attenzione del Ministro dei trasporti e del relatore, onorevole Meta - di cui sono primo firmatario, il cui testo è sostanzialmente riportato in un emendamento presentato a tale normativa. Esso è stato sottoscritto da oltre settanta colleghi, sia di maggioranza che di opposizione, ed è volto a destinare i proventi delle multe per autovelox al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Una destinazione nobile di un fondo che va incentivato e, soprattutto, signor Ministro, ritengo che si debba porre fine a questo brutto criterio per cui gli autovelox, i meccanismi per la rilevazione della velocità vengono utilizzati per finanziare le casse dei comuni.
Si tratta di un atteggiamento meschino nei confronti degli automobilisti, di chi lavora nell'autotrasporto, di chi attraversa i tratti stradali. Crediamo che non si possano finanziare la vita, le attività e le spese dei piccoli comuni con i soldi di coloro che transitano per le strade - sia pure superando i limiti di velocità -, posizionando autovelox a tradimento.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SIMONE BALDELLI. Concludo, Presidente. Siamo dalla parte dei cittadini! Credo che il criterio indicato dall'articolo premissivo del collega Conte sia di buon senso...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Baldelli.
Pag. 25SIMONE BALDELLI. Ci stupisce, ancora una volta, il parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100 in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, anch'io intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo premissivo in esame e per chiedere se possiamo conoscere dal Ministro - dato che abbiamo il piacere di averlo qui presente - la motivazione della contrarietà del Governo a tale proposta emendativa, la quale raccoglie un vasto consenso non soltanto in quest'Assemblea, ma anche nell'intero Paese. Pertanto, chiedo al Ministro se può essere così cortese da fornirci la motivazione.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, volevo dire che (Commenti)...
PRESIDENTE. Dovrebbe alzarsi, signor Ministro, cortesemente.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo scusa all'Assemblea. Volevo dire che le motivazioni e le considerazioni svolte a proposito dell'uso distorto dell'autovelox, trovano me e il Governo perfettamente d'accordo. Abbiamo anche avviato una serie di azioni, di concerto con il Ministero dell'interno e attraverso le prefetture, per trovare il modo di «far rientrare» tali comportamenti distorsivi, frutto dell'interpretazione distorta di una norma che prevede l'uso di tale strumentazione per finalità diverse da quelle per cui viene, in realtà, utilizzata.
Detto ciò, tuttavia, non possiamo condividere la misura prevista dall'articolo premissivo, poiché essa prevede un'inibizione nei confronti dei corpi di polizia. Non riteniamo che questa sia la strada per evitare quell'interpretazione distorta sulla quale, ripeto, siamo d'accordo. È stata, inoltre, presentata anche una proposta emendativa, con la quale si chiede che l'utenza venga preavvertita della presenza di autovelox, perché non è possibile tenerli nascosti dietro un albero.
Riteniamo, tuttavia, che vi sia bisogno di un'azione forte nei confronti delle amministrazioni, senza inibire le Forze di polizia dall'utilizzo di tale strumento, poiché riteniamo che ciò otterrebbe, invece, un effetto contrario.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, naturalmente ringrazio il Ministro per aver citato una previsione, contenuta in una mia proposta emendativa, sulla necessità di rendere visibili tutti i segnali, volti ad avvisare il conducente che sono in uso dei sistemi di rilevazione del controllo di velocità.
Tuttavia, Ministro, non è sufficiente la moral suasion nei confronti dei comuni, i quali hanno trovato un ottimo modo per rimpinguare le proprie casse comunali. Io stesso, infatti, avevo presentato un'altra proposta emendativa che imponeva il divieto assoluto di usare le disponibilità provenienti dall'utilizzo dell'autovelox per le spese correnti nei comuni, e che le stesse disponibilità dovessero, invece, essere utilizzate per il miglioramento della segnaletica e per l'adeguamento delle strade.
Con tale articolo premissivo, viene proposto un ragionamento molto serio: in altre parole, chiediamo che ognuno sia ilPag. 26responsabile gestore della propria strada; se, come capita, vi è un piccolissimo comune, in Toscana, che ricava dalle multe dell'autovelox milleduecento volte quello che è il proprio bilancio, ciò è assolutamente inconcepibile, perché, in tal modo, non si fa prevenzione, ma si trova il sistema per fare cassa e utilizzare quella cassa per altre cose!
Credo che sia interesse suo, ma anche dello Stato - considerato che la questione era stata già affrontata nella scorsa legislatura - adeguare tutta la segnaletica a livello nazionale (adeguamento che, da solo, comporterebbe una spesa di quasi due miliardi di euro) e destinare le risorse provenienti dalla rilevazione degli autovelox al miglioramento del livello della circolazione ed alla manutenzione delle strade.
Lei mi deve spiegare quale interesse avrà mai un comune, il quale non ha competenza su una strada extraurbana e che ne ricava solo i mezzi per sistemare le proprie casse comunali, ad intervenire su tale tratto di strada, laddove, invece, la legge gli consente, attraverso l'utilizzo dei vigili urbani, di sistemare gli autovelox ricavandone un introito.
Pertanto, vorrei chiedere, poiché lei stesso, signor Ministro, afferma che, attraverso l'operazione fatta mediante le prefetture si vuole giungere proprio a questo, di poter accantonare l'articolo premissivo in esame e trovare insieme, grazie alla sua disponibilità, una formulazione che metta nelle effettive condizioni di salvaguardare la sicurezza, garantire introiti per il miglioramento della segnaletica ed evitare simili operazioni di brigantaggio, compiute a danno dei comuni cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, in primo luogo vorrei sottoscrivere l'articolo premissivo in esame. Inoltre, vorrei chiedere, signor Ministro, per essere consequenziali, di accantonarlo qualora non sia possibile esprimere un voto favorevole immediatamente, perché proprio la dichiarazione di quest'ultimo si muove nella direzione richiesta dal collega Conte, con molta saggezza.
Vorrei ricordare, altresì, il dibattito che si è svolto la scorsa settimana, nella sala del Refettorio, da parte di una serie di associazioni che si occupano di sicurezza stradale, le quali hanno richiesto che si ponga fine allo scandalo di quel comune della Toscana il cui bilancio è formato esclusivamente...
PRESIDENTE. Onorevole, prego.
CESARE CAMPA. Mi sono fermato affinché il Ministro mi ascoltasse, e mi sembra di capire che egli sia d'accordo in merito all'accantonamento dell'articolo premissivo in esame. Ciò ci consentirà di fornire una risposta positiva anche alle aspettative di tutte le associazioni che hanno chiesto di porre fine allo scandalo di quei comuni i quali, anziché mettere in atto una forma di prevenzione, fanno solamente cassa per soddisfare le proprie esigenze. Ciò anche perché, a differenza di quanto prescritto dalla legge, le risorse acquisite non vengono poi impiegate per migliorare le condizioni delle strade.
Pertanto, se il signor Ministro, per essere consequenziali a quanto ha detto, accedesse all'accantonamento proposto dal relatore, si potrebbero trovare una soluzione ed una formulazione che si muovano nella direzione auspicata da tutti.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, non ho nulla in contrario in merito ad una ulteriore riflessione. Vorrei sottolineare, solamente, che vi è un profilo al momento non superabile, relativo al parere espresso dalla Commissione bilancio. Tuttavia, procedendo all'accantonamento, si troverà una soluzione insieme al Governo.
Pag. 27
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo premissivo Gianfranco Conte 01.0100. Ricordo inoltre, che è stato accantonato l'esame dell'articolo premissivo 01.0200 della Commissione e del relativo subemendamento.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Tassone 01.04.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro formulato dal relatore; insisto affinché tale parere venga rivisto e mi auguro che l'Assemblea presti sufficiente attenzione all'articolo premissivo in discussione.
Mediante quest'ultimo si intende elevare il livello di sicurezza, assimilando i quadricicli ai motoveicoli, in quanto, come è noto, i quadricicli non sono sufficientemente regolamentati. Mentre i motoveicoli possono essere guidati dopo il compimento del sedicesimo anno di età, analoga prescrizione non è prevista in merito ai quadricicli.
L'articolo premissivo da me presentato, contiene una serie di specificazioni. Esso intende prevenire e tutelare la vita e, quindi, la sicurezza. Per tale ragione ho invitato il relatore a rivedere il parere precedentemente espresso, visto che la mia proposta emendativa si ispira alla stessa filosofia che sottende il provvedimento al nostro esame presentato dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'articolo premissivo dell'onorevole Tassone e sollecitare l'Assemblea a riflettere sulla qualità di tale proposta emendativa.
Stiamo parlando del problema della sicurezza e non c'è dubbio che nel nostro Paese è invalso, da qualche tempo, l'uso, anche forzato, dei quadricicli che, evidentemente, comporta problemi sia per la sicurezza personale del conducente sia per quanto riguarda il trasporto in generale.
Ci troviamo nella terra di nessuno dove non esiste alcun regolamento sostanziale, alcun limite, e poiché più avanti esamineremo anche alcuni emendamenti riguardanti la componentistica dei veicoli, mi sembra opportuno riflettere su tale argomento. Stiamo parlando, infatti, di un mezzo utilizzato soprattutto dai più giovani e, tra i dati allarmanti sul problema della sicurezza nel nostro Paese, c'è proprio il fatto che la fascia di età giovanile è quella più esposta agli incidenti.
Per tale motivo ritengo importante che sia la Commissione sia il Governo tornino sulla posizione fin qui assunta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Tassone 01.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 407
Astenuti 7
Maggioranza 204
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 236).
Passiamo all'articolo premissivo Stradella 01.030.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FRANCO STRADELLA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, con l'articolo premissivo in esame si tende a dare una disciplina certa ad una situazione molto diffusa nel Paese.Pag. 28
Le piccole amministrazioni stipulano convenzioni con imprese agricole per lavori di manutenzione del territorio quali falciare l'erba, spalare la neve ed altre attività del genere.
Evidentemente tali amministrazioni non sono dotate di mezzi di loro proprietà e, quindi, si affidano alle imprese agricole del posto. L'articolo premissivo in esame vuole far sì che tali mezzi possano intervenire in quanto mezzi agricoli e non come macchine operatrici, poiché operano normalmente in presenza dei vigili, in regime di convenzione con le piccole amministrazioni e svolgono un servizio essenziale per la manutenzione del territorio.
Francamente, non capisco le ragioni del parere contrario del Governo e della Commissione. Mi sembra un elemento di assoluto buonsenso che regolarizzerebbe una prassi molto diffusa in tutte le piccole amministrazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Stradella 01.030, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 410
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 240).
Passiamo all'emendamento Attili 1.102.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ANTONIO ATTILI. Si, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.102.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lovelli 1.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, desidero intervenire su questo emendamento, invitando tutti i colleghi a riflettere sulla portata delle norme che vengono con esso ad essere introdotte.
Ricordo che, non più tardi di una settimana fa, quest'Assemblea ha respinto l'articolo 5 contenuto nel cosiddetto provvedimento Bersani, con il quale, di fatto, si consentiva di modificare parti degli autoveicoli senza prevedere l'intervento degli uffici preposti della motorizzazione civile al fine di effettuare i previsti controlli che garantissero a tutti gli utenti della strada sicurezza sui mezzi in circolazione. Non voglio dire che l'emendamento in esame sia l'esatta riproposizione di quello; certamente è più restrittivo, perché prevede che il Ministro dei trasporti emani un proprio decreto. Tuttavia, la domanda che mi pongo è la seguente: se alla base di tutto c'è l'elemento sicurezza, se noi dobbiamo operare per garantire che gli autoveicoli che vanno sulle strade siano sicuri per tutti i cittadini e per tutti gli utenti della strada, com'è possibile prevedere che le relative modifiche possano essere effettuate in deroga alle disposizioni in materia, senza nulla osta della casa costruttrice e - circostanza che mi sembra giusto evidenziare - senza visita e prova?
C'è il rischio di trovare sulle strade autoveicoli che non abbiano passato una verifica seria da parte dei competenti uffici della motorizzazione. Addirittura, si prevede la possibilità di evitare la sanzione qualora, per esigenze del competente ufficio del dipartimento per i trasporti terrestri, ci sia la dimostrazione di avere prenotato una seduta. È evidente che la responsabilità della mancata verifica non può ricadere sul cittadino incolpevole; con questo emendamento, però, consentiamo a degli automezzi che non sono stati verificati, e per i quali non è stato dimostrato il possesso dei requisiti previsti dalle norme di omologazione diPag. 29quel tipo di autoveicolo, di circolare sulle strade.
Invito, quindi, tutti i singoli componenti del Parlamento a valutare attentamente come sia possibile, dopo che l'abrogazione dell'articolo 5 del provvedimento Bersani ha dato sicurezza e certezza, introdurre un elemento di insicurezza sulle strade, anche se - me ne rendo conto - in modo limitato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, vorrei ricordare che all'articolo 5, poi soppresso, del provvedimento Bersani, era stato presentato dal nostro gruppo un emendamento che era stato accolto sia in Commissione sia in Assemblea - peraltro, poi non votato per la soppressione di quell'articolo - che prevedeva, effettivamente, la liberalizzazione di un settore così importante per la vita del made in Italy quale la subfornitura della componentistica per automobili. L'articolato aveva trovato da parte del Governo - ripeto - e del relatore piena aderenza e disponibilità ad essere accolto.
Con questo tipo di emendamento, mi pare invece che il Governo faccia retromarcia o peggio ancora: quello che era uscito dalla finestra lo fa rientrare da una porta molto stretta, andando di fatto a vanificare il concetto introdotto nel provvedimento Bersani, cioè il tentativo di fare in Italia quanto è permesso in Paesi stranieri, che, in qualche modo, sottrae risorse alla nostra economia.
A questo punto mi domando se questo Governo abbia effettivamente le idee chiare. Non è infatti possibile che, a distanza di pochi giorni, si cambino completamente le norme che regolano un settore così delicato, che è stato oggetto sia di trattazione da parte del Parlamento, da ormai tre o quattro anni, sia di un colloquio diretto tra singoli deputati, aziende e dipartimento del Ministero.
Credo che il Governo farebbe bene a rivedere la sua posizione, in virtù del parere che aveva espresso sull'emendamento presentato dal nostro gruppo al provvedimento in tema di liberalizzazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, io intervengo invece a sostegno dell'emendamento in esame, anzi vi aggiungerei la mia firma, per la semplice ragione che esso offre la possibilità di colmare quella che è stata una grande lacuna dell'ordinamento italiano, cioè il fatto che nel nostro Paese, per una serie di procedure burocratiche, è stato impedito per anni ciò che in Francia, in Germania, ovunque, è stato possibile e che alimenta tra l'altro un'industria di grande livello.
Non concordo con le considerazioni sulla sicurezza espresse dal collega Uggè, perché ricordo che, come avviene in altri Paesi, è il Ministro dei Trasporti che stabilisce le modifiche consentite. C'è, quindi, un controllo ex ante e si saltano una serie di passaggi burocratici che hanno sin qui reso praticamente impossibile la personalizzazione dei veicoli destinati alla circolazione stradale, come avviene ovunque, anche a danno dell'industria italiana (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, poco fa l'Assemblea ha respinto un articolo premissivo che riguardava la possibilità di estendere la normativa sui quadricicli ai motoveicoli. Praticamente, abbiamo affrontato il tema della sicurezza su un segmento particolare del settore trasporto, che è enormemente a rischio e che riguarda le fasce più giovani della popolazione. Adesso, in assoluta incoerenza con tale articolo, non solo recuperiamo quanto è stato già a suo tempo espulso dal cosiddetto disegno di legge Bersani, ma affermiamo esattamente il contrario: cioèPag. 30sosteniamo che si possono introdurre, per alcune categorie di veicoli, modifiche della componentistica senza alcuna garanzia di ordine tecnico rilasciata da organi deputati e competenti, allargando così lo spettro della presunta liberalizzazione; e francamente non riesco a capire come ciò si possa conciliare con il tema della sicurezza.
Stiamo parlando di sicurezza. È vero che si affida a un decreto del Ministro dei trasporti l'individuazione delle modifiche dei veicoli con queste caratteristiche. Ma è proprio questo il punto: non capisco cosa c'entrino il tema della liberalizzazione e quello della sicurezza con un argomento di questo genere. Conseguentemente, concordo con coloro che nell'emendamento in esame scorgono il tentativo capzioso di far rientrare un articolo che è stato a suo tempo respinto e che riguardava semmai il disegno di legge Bersani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi esprimerò solo con una battuta, senza aggiungere altro alle motivazioni che hanno esposto i colleghi.
C'è qui una questione sulla quale dobbiamo metterci d'accordo: se deve prevalere la sicurezza oppure gli interessi delle case produttrici. Questo è il dato. Il precedente articolo premissivo, ovviamente, rispecchiava tutto l'interesse, per evidenti motivi, delle case produttrici di non omologare i quadricicli ai motoveicoli. Qui ci sono anche gli interessi delle case produttrici a non aggravare le procedure. Da questo punto di vista si tratta certamente di una liberalizzazione, ma si pone in contrasto con i limiti e le esigenze della sicurezza. Dobbiamo capire se parliamo di sicurezza sulla strada o di sicurezza per alcune strutture o per alcuni potentati economici. Basta poi decidere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, penso che molto opportunamente la norma in esame, che peraltro aveva un contenuto diverso da quello che stiamo esaminando oggi, è stata stralciata dal provvedimento sulle liberalizzazioni, perché in quel contesto rischiava di assumere un contenuto non chiaro o non corrispondente ai suoi obiettivi.
Credo che, in quella circostanza, sia stato giusto stralciare tale norma, per inserirla invece nel provvedimento al nostro esame oggi, che è finalizzato alla tutela della sicurezza nella circolazione stradale. Mi pare, infatti, che il metodo più corretto per ottenere un simile risultato sia quello di prevedere una norma che dà mandato al Ministro dei trasporti di emanare il decreto necessario per far sì che, per i veicoli con massa complessiva fino a 3.500 chilogrammi, sia possibile effettuare controlli in deroga, affidandosi anche alla certificazione di enti o professionisti accreditati. Credo che, attraverso questa impostazione ed attraverso la responsabilità che naturalmente compete al Ministero dei trasporti e ai suoi organi tecnici, si possa affrontare una simile regolamentazione favorevolmente e con la tranquillità di corrispondere anche e prioritariamente alle esigenze di sicurezza nella circolazione stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per dire che condivido le osservazioni svolte dal collega Tassone e da altri, nel senso che ci dobbiamo mettere d'accordo - e mi rivolgo al Ministro, oltre che alla Commissione - sulla questione della sicurezza stradale. Infatti, o si tiene una linea rigorosa - e con il Ministro abbiamo discusso varie volte di questo argomento - oppure si introducono elementi difformi, come si fa in questo caso. Con l'emendamento in esame si propone infatti di autorizzare soggetti terzi ad intervenire sulla sicurezza garantita dalle case costruttrici delle automobili (o comunquePag. 31dei veicoli con massa fino a 3.500 chilogrammi).
Ritengo che le osservazioni svolte dai colleghi siano assolutamente pertinenti: non si può procedere con un atteggiamento ondivago, zigzagando fra la questione della sicurezza e la volontà di dar spazio a richieste di cui sappiamo donde e perché giungano. Invito dunque l'Assemblea a riflettere su questo discorso, che ci deve anche guidare nell'approvazione degli emendamenti successivi e del testo nel suo complesso; peraltro, so che il Ministro è molto attento alle questioni della sicurezza e che anzi ne ha fatto un punto preciso di impegno, anche della maggioranza e del Governo.
Ritengo perciò che occorra respingere il presente emendamento poiché con esso - insisto - si introducono elementi non facilmente controllabili, d'ora in avanti, in ordine alla sicurezza dei mezzi. Sappiamo bene, infatti, che il mezzo, la persona e l'infrastruttura sono i tre elementi che rendono più o meno sicura la circolazione stradale nel nostro Paese: aprire dunque un varco in questa direzione mi sembra francamente inconcepibile, tanto più considerando che il Governo e la Commissione hanno espresso una serie di pareri negativi in ordine ad altre questioni, dimostrando un rigore in merito al tema della sicurezza che invece non ritrovo nel parere che è stato dato in questo caso.
Per tutte queste ragioni, preannunzio il nostro voto contrario all'emendamento al nostro esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 1.100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 403
Astenuti 6
Maggioranza 202
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 161).
Passiamo all'emendamento Fabris 1.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, come ho già ricordato in merito all'articolo premissivo Tassone 01.04, per sostenere quella scelta, la sicurezza è una delle questioni che più ci sta a cuore. Non possiamo dunque aderire all'invito al ritiro poiché l'emendamento al nostro esame, come tanti altri che proponiamo, è finalizzato a migliorare le condizioni di sicurezza dei veicoli, estendendo le sanzioni previste dal comma 4 dell'articolo 79 del codice della strada per coloro che circolano con un veicolo che presenti alterazioni costruttive ovvero con i dispositivi che costituiscono oggetto di controlli tecnici periodici non funzionanti o non efficienti.
Allo stesso fine, inoltre, si prevede la modifica dell'appendice IX, prevista dall'articolo 238 del regolamento di attuazione, al fine di inserire tra i dispositivi di frenatura oggetto di revisione periodica anche lo spessore e lo stato del disco del freno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi sento di aderire e, quindi, di esprimere un voto favorevole sull'emendamento Fabris 1.5, perché esso va nella logica delle proposte emendative precedenti, sulle quali l'Assemblea si è purtroppo espressa in termini contrari.
Esso contiene una ulteriore formulazione e regolamentazione, un ulteriore reticolato di sicurezza. Ritengo, quindi, la proposta dei presentatori Fabris, D'Elpidio e Picano apprezzabile e pertanto, lo ripeto, preannunzio il mio voto favorevole (ApplausiPag. 32dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, credo anch'io che qualche riflessione rispetto all'emendamento Fabris 1.5 sia opportuna da parte di tutti coloro che prima hanno votato a favore dell'ipotesi di non accettare la modifica emendativa proposta e, quindi, hanno votato contro di essa. Essi avevano delle ragioni e cioè ponevano al centro della loro decisione la valutazione della sicurezza e dell'impatto che una norma simile, di fatto, avrebbe potuto introdurre.
Desidero apporre la mia firma all'emendamento Fabris 1.5 perché ritengo che, con quanto suggerito nella proposta emendativa del collega, si introduca, di fatto, un elemento volto a favorire la sicurezza sulle strade.
Non possiamo, colleghi, ogni volta che siamo chiamati a confrontarci e a dibattere questioni legate alla sicurezza, votare mozioni all'unanimità, mostrare di condividere il dolore di tante famiglie coinvolte in episodi nei quali i loro cari perdono la vita o rimangono perennemente lesi, e poi votare a favore e consentire che, di fatto, si creino momenti e percorsi attraverso i quali elementi di insicurezza abbiano ad introdursi nel nostro ordinamento giuridico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 16)
PAOLO UGGÈ. Per tali motivi, ritengo che l'emendamento in esame debba essere valutato e quindi invito tutti a riflettere su tale aspetto, perché un controllo in più, se è sufficiente e produce una risposta positiva in termini di sicurezza, deve essere valutato attentamente ed accettato da ognuno che abbia a cuore la vita degli uomini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, ho presentato un emendamento, l'emendamento 1.104, che è del tutto simile a quello al nostro esame che pone il problema di adeguare la normativa ed i regolamenti sulle revisioni ad una direttiva europea che menziona espressamente lo stato e l'usura dei dischi freno in merito alle verifiche che si fanno in occasione della revisione.
In Italia, stranamente, ciò non si è mai verificato e non si verifica, e l'emendamento in esame introduce dunque tale importantissima verifica, perché non basta verificare solo se la macchina frena, ma anche vedere che il disco del freno non sia troppo sottile e che non abbia crepature o microfratture che possano determinarne la rottura improvvisa con la messa fuori servizio dell'impianto frenante.
Ciò viene eseguito dappertutto e vi è una direttiva europea che lo richiede, ma non lo si fa in Italia. Peraltro, i costi di verifica, anche in termini di tempo, sono minimi, poiché si tratta solamente di smontare e rimontare una ruota. Rimango, quindi, un po' stupito del parere espresso dal Governo ed invito tutti a votare a favore dell'emendamento in esame.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, tenendo conto che ci sono emendamenti analoghi, che hanno più o meno la stessa matrice, proporrei al Governo di approfondire tale materia e pertanto chiederei l'accantonamento, sia per l'emendamento Fabris 1.5 sia per l'emendamento Beltrandi 1.104.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, propone di accantonare tutto ciò che si riferiscePag. 33all'articolo 1 e, dunque, gli emendamenti Fabris 1.5, Beltrandi 1.104, Gibelli 1.101 e Mario Ricci 1.103?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento Gibelli 1.101 vi è un parere contrario della V Commissione, mentre sull'emendamento Mario Ricci 1.103 è stato espresso parere favorevole, sia dal Governo sia dalla Commissione.
Chiedo pertanto di procedere con l'esame dell'emendamento Gibelli 1.101.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame degli emendamenti Fabris 1.5 e Beltrandi 1.10 deve intendersi accantonato. Passiamo pertanto all'emendamento Gibelli 1.101. Prendo atto che si insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 1.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 387
Astenuti 5
Maggioranza 194
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Ricci 1.103, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 289
Astenuti 104
Maggioranza 145
Hanno votato sì 289).
Prendo atto che la deputata Incostante ha segnalato di non essere riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Ricordo che essendo stati accantonati alcuni emendamenti non è possibile votare ora l'articolo 1.
Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Fabris 1.06.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro perché stiamo discutendo del parco degli autoveicoli agricoli circolanti. Si tratta di una situazione che non viene valutata da troppi anni e sulla cui pericolosità è inutile soffermarsi, perché troppo spesso veniamo a conoscenza degli incidenti in cui incorrono coloro che sono alla guida di queste macchine agricole. Stiamo parlando di milioni di mezzi, tra trattrici agricole, rimorchi e macchine operatrici semoventi. Sostanzialmente, si tratta di circa tre milioni di veicoli che circolano sulle nostre strade.
Sono anni, anzi decenni che tale revisione non viene espletata, con rischi non solo per chi conduce questi mezzi, ma anche per chi si trova ad incrociarli sulle strade. Sono veicoli, ovviamente, utili alle attività del settore primario, essenziali e necessari per questo tipo di operazioni, però sono sottratti sostanzialmente a ogni controllo effettivo e alla possibilità di verifica della loro efficienza. Faccio notare che, da questo punto di vista, vi è stato anche un contraccolpo notevole sulle aziende che producono i mezzi che operano nel settore agricolo, perché a causa delle mancate verifiche l'età media del parco macchine circolanti è di circa venti anni. Tale situazione mi sembra indicativa dello stato di insicurezza del complesso delle macchine nel settore agricolo.
Questo articolo aggiuntivo può sembrare a molti un po' strano, alla luce dellaPag. 34discussione che stiamo affrontando, ma in realtà non è così perché, in rapporto al numero di mezzi circolanti e a quanti li usano, l'indice di incidentalità è particolarmente elevato. Si tratta, per lo più, di macchine operatrici, che vengono impiegate nel settore primario e dunque vi è anche un rischio connesso all'attività lavorativa. In altri settori si è molto attenti, vi sono disposizioni molto rigorose, gli incidenti sul lavoro sono oggetto di iniziativa parlamentare, e dunque legislativa, però di questo tipo di condizione, molto precaria e a rischio, non ce ne occupiamo.
Invito caldamente la Commissione ed il Governo a valutare l'articolo aggiuntivo proposto. L'invito al ritiro non può essere accolto; chiedo ai colleghi di valutare se non sia necessario intervenire nel settore delle macchine agricole perché da più di venti anni non si realizza una efficace revisione di tutti i mezzi circolanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei rivolgere una domanda al relatore. Egli ha formulato un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo al nostro esame. Se il presentatore non accederà al ritiro il parere sarà negativo.
Mi voglio augurare che tutto ciò non sia condizionato dal parere della Commissione bilancio. Ci dobbiamo mettere d'accordo: nel momento in cui i provvedimenti giungono all'esame dell'Assemblea credo che dovrebbero essere affrontati e valutati in termini organici. Non è possibile che la Commissione bilancio, esprimendo un parere talvolta opinabile, come nel caso in esame, possa essere esaustiva e «tranciante» rispetto ad una proposta articolata e che, ovviamente, deve essere affrontata in termini complessivi.
Considerato che si è accantonata una serie di emendamenti, soprattutto quelli che vanno in una certa direzione, se posso, vorrei proporre di accantonare anche l'articolo aggiuntivo in esame, di valutarlo insieme alle altre proposte emendative accantonate, a meno che, lo ripeto, non abbia già deciso la Commissione bilancio per cui, senza approfondire nel merito della validità o meno di tale articolo aggiuntivo, potremmo proseguire ugualmente. Questa è l'osservazione, la riflessione che mi sento di fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, le valutazioni che il collega Tassone ha fatto, dopo aver ascoltato le ragioni con le quali il presentatore dell'articolo aggiuntivo al nostro esame ha illustrato ai colleghi i contenuti dello stesso, mi inducono a compiere una riflessione su un aspetto, e cioè sul fatto che noi, in questa sede, siamo chiamati ad assumere decisioni che incidono profondamente sul tema della sicurezza, che riguarda la vita di cittadini e rischia di essere un elemento che può creare determinate positività o negatività.
Credo che l'invito del collega Tassone debba essere valutato; pertanto mi unisco alla sua richiesta, non tanto perché la questione debba consentirci di assumere rapidamente una posizione a favore o contro, ma perché ritengo che vi sia la necessità, di ognuno di noi, di cercare di approfondire e di capire se risponde meglio ad una logica di sicurezza tentare di introdurre alcune norme che vanno nella direzione indicata dal presentatore dell'articolo aggiuntivo. Mi unisco, quindi, alla richiesta del collega Tassone di accantonare tale proposta emendativa.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, una considerazione di ordine generale mi sento di doverla fare. Non voglio interpretare i sentimenti del Governo, però mi corre l'obbligo di ricordare che noi, in occasione della settimana mondiale sulla sicurezza, ad aprile, abbiamoPag. 35discusso un disegno di legge che era composto di dodici articoli. Siamo ora già a trenta articoli e ciò significa che la Commissione ed il Parlamento hanno svolto un ruolo importantissimo.
Ci troviamo, inoltre, in una situazione nella quale la Commissione competente dovrà affrontare la doppia lettura sulla delega al Governo per la riorganizzazione e la riforma del codice della strada.
Il lavoro politico svolto e le sollecitazioni ricevute dall'opinione pubblica e da molti altri soggetti ci consentono di affermare che vi è un'aggiornata strategia di attenzione sui temi della sicurezza. Poco fa è intervenuto anche il Santo Padre, con un decalogo di indicazioni molto nette e molto chiare, che credo pongano nuovamente al centro dell'attenzione il tema della sicurezza sulle strade. Stiamo esaminando una delle classiche proposte emendative che può essere recepita nel disegno di legge in esame, ma potrebbe essere opportunamente trasfusa in un altro provvedimento (nelle prossime settimane, ad esempio, avremo la possibilità di discutere e riorganizzare il codice della strada).
La materia in esame - ed altre materie che tratteremo - sono tipiche di quegli strumenti che hanno più spazio e più possibilità di affrontare nel dettaglio una serie di questioni. Voglio svolgere solo una considerazione sull'articolo aggiuntivo in esame. Attualmente, la norma prevede che sia facoltativo revisionare i mezzi agricoli. Con la giusta introduzione dell'obbligo di revisione, si «ingolferebbero» le motorizzazioni, in quanto tale obbligatorietà condurrebbe le stesse motorizzazioni al collasso. Credo che questa preoccupazione, trasmessaci dal Governo, debba essere confermata anche dal ministro Bianchi. Come relatore, personalmente, non ho alcun problema. Ci siamo, tuttavia, fatti carico di una situazione strutturale oggettiva riguardante l'impossibilità di mandare contestualmente a revisione milioni di mezzi agricoli, che l'articolo aggiuntivo Fabris 1.06 addirittura allarga al parco dei mezzi agricoli. Avremmo, in tal modo, una situazione non governabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Capisco che tutto sia reso un po' più complesso dal fatto che discutiamo questo disegno di legge mentre ci preoccupiamo di una riforma del codice della strada e di altri provvedimenti similari che interagiscono con la materia trattata. Vorrei sottolineare un aspetto. Credo che la richiesta di accantonamento presentata, relatore Meta, ha una sua ragion d'essere e torno a sollecitare una particolare attenzione su tale argomento. Ritengo, infatti, che anche gli occhi dell'opinione pubblica non sia sostenibile più di tanto la motivazione addotta. In questo caso, stiamo affrontando il tema della sicurezza.
Se il provvedimento in esame pone problematiche inerenti il bilancio e la particolare categoria degli agricoltori (rispetto alla quale è necessario avere una certa sensibilità), è un conto. Se si sostiene, invece, che la struttura non è in grado di sopperire ad un'esigenza concernente il controllo e la verifica di un mezzo (tra l'altro, stiamo parlando di mezzi molto vetusti, di oltre venti anni), poiché non è dotata di un organico sufficiente o non siamo in grado di far fronte a tale aspetto, credo che evidentemente non siamo più nello spirito del disegno di legge in esame. Mi permetto, quindi, di sottoporre ancora una volta all'attenzione del Governo e della Commissione l'opportunità di sospendere l'esame di questo articolo aggiuntivo e verificare se sia possibile trovare una soluzione che aiuti a rispondere all'esigenza, obiettiva e molto giusta, posta dai colleghi Fabris, D'Elpidio e Picano.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Nonostante gli aspetti che ho segnalato, credo sia opportuno mantenere questo clima di collaborazione. Pertanto, poichéPag. 36abbiamo accantonato la votazione sull'articolo 1 e questo è un suo articolo aggiuntivo, proprio per venire incontro alle esigenze manifestate, si può procedere al suo accantonamento. Non vorrei, però, che ciò diventasse un precedente: la mia preoccupazione, lo ripeto, è che l'esame dell'Assemblea conduca a quadruplicare le norme attualmente previste dal testo che la Commissione ha presentato per l'esame dell'Assemblea stessa.
PRESIDENTE. Onorevole Meta, nel ringraziarla per il contributo alla costruzione della prassi, le segnaliamo che la cura dei precedenti è una prerogativa della Presidenza.
L'articolo aggiuntivo Fabris 1.06 è pertanto accantonato.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 4).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, questo articolo è estremamente importante e mi sia consentito fare una breve cronistoria sulla nascita di l'esigenza cui esso risponde. Tale esigenza deriva da esperienze realizzate in Paesi vicini all'Italia, facenti parte dell'Unione europea. La Francia, con una tradizione consolidata, ha introdotto - addirittura dal 1990 - sotto il nome di apprentissage anticipé de la conduite, la possibilità per i giovani sedicenni di avviare un percorso di formazione che li aiuti a fronteggiare il momento in cui dovranno affrontare da soli le difficoltà della circolazione sulle strade, forti di un'esperienza maturata accanto ad un guidatore esperto e dopo aver seguito un corso di apprendimento presso le autoscuole. Tale percorso prevede: un esame-colloquio preliminare di valutazione con il candidato, un numero minimo di ore di guida da svolgere con un istruttore di autoscuola, corsi teorici, la possibilità di guidare in particolari condizioni.
Ritengo che questo articolo rappresenti effettivamente la dimostrazione di come, all'interno della Commissione, sia stata avvertita l'esigenza di dare una risposta all'aspetto menzionato. Questo suggerimento è stato rappresentato anche in Assemblea, quando abbiamo dibattuto le questioni legate alla mozione sulla sicurezza stradale, presentata dal presidente del gruppo Forza Italia in Commissione trasporti, Angelo Sanza, ribadite dal collega Tassone ed anche in interventi di rappresentanti di altri gruppi, come il collega Moffa. Si tratta di un aspetto significativo perché riguarda particolarmente la formazione. Quante volte abbiamo detto che uno degli elementi fondamentali per la sicurezza, oltre alle infrastrutture, ai controlli e ai mezzi tecnologicamente avanzati, è costituito dalla cultura della vita, dalla formazione dei conducenti? Ebbene, ritengo che questo articolo si inquadri in tale logica e, quindi, debba essere considerato come una risposta del Parlamento ad un'esigenza primaria di tutti i cittadini.
Intervengo sul complesso degli emendamenti presentati, poiché ritengo che essi cerchino proprio di rafforzare l'aspetto ricordato. Mi riferisco all'emendamento 2.101, presentato dal collega Tassone, che propone di elevare il tempo dedicato al corso teorico e al corso pratico a venti ore, dalle attuali dieci: non sono certo ore spese male quelle che disporremmo per la formazione dei nostri giovani, si tratta di incrementare la capacità di affrontare le difficoltà. Quando si prevede la necessità di lezioni di guida su particolari strade, extraurbane o autostradali, si intende sopperire alle difficoltà con le quali il giovane che per la prima volta si mette da solo al volante si trova a confrontarsi.
Pertanto credo che questi emendamenti, che cercano di introdurre più formazione, debbano essere tenuti nella dovuta considerazione e prima di decidere per la loro reiezione ognuno di noi dovrebbe domandarsi se ciò sia rispondentePag. 37ad una maggiore sicurezza sulle strade e ad una logica della domanda di vita che proviene dai cittadini italiani.
Se la risposta è affermativa, allora credo che si debba riflettere profondamente prima di votare contro emendamenti che, invece, vanno in quella direzione, dando una risposta positiva.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Foti 2.100 e Tassone 2.101.
La Commissione, inoltre, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.200, che prevede di aggiungere, al comma 1, capoverso comma 1-ter, dopo le parole: «in autostrada», le seguenti: «o su strade extraurbane». Questo perché, in alcune regioni italiane, in modo particolare in Sardegna, non esistono autostrade.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Foti 2.100.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 2.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 364
Astenuti 36
Maggioranza 183
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 231).
Passiamo all'emendamento Tassone 2.101.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, avevamo discusso della guida accompagnata anche in Commissione, tant'è vero che vi era stata una riformulazione, mantenuta anche nel testo in esame: il principio era stato accolto da parte del relatore e della Commissione.
Come diceva l'onorevole Uggè, stiamo cercando di fare un passo in avanti. Non c'è dubbio che la logica sia stringente e semplice: non si può mettere sulla strada il neopatentato a diciotto anni, ma occorre un arco di tempo di preparazione e di formazione attraverso un tutor ed una struttura che formi i giovani.
È questa la logica sottesa al testo presentato dalla Commissione ed al mio emendamento, con il quale chiedo di innalzare le ore di formazione e di istruzione tecnico-pratica, che ritengo importanti. Le dieci ore previste dal testo licenziato dalla Commissione sono insufficienti. Considerato che abbiamo accolto il principio e che vogliamo completare il percorso, non vi è dubbio che dieci ore siano insufficienti, mentre venti danno una dimensione più articolata e più completa di ciò che vogliamo perseguire.
Per tale motivo non posso accogliere l'invito del relatore, e ne sono dolente: inviterei il relatore, pertanto, a rivedere il parere espresso e l'Assemblea a valutare attentamente e positivamente il mio emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, la formulazione predisposta dalla Commissione è già fortemente volta ad aumentarePag. 38la sicurezza. Il fatto stesso che si decida di anticipare il percorso formativo di due anni - perché l'inizio delle pratiche di guida anticipato a sedici anni rappresenta, appunto, un'anticipazione del percorso formativo di due anni - è la vera novità.
Si tratta di una norma innovativa in termini di aumento della garanzia e della sicurezza nei confronti dei neopatentati, che prende spunto da Paesi europei a noi vicini, come la Francia. La norma approvata in Commissione prevede, oltre alla predetta anticipazione, che il sedicenne debba avere comunque superato l'esame di guida teorica ed abbia effettuato dieci ore di guida pratica. Mi pare che ciò sia adeguato agli obiettivi che il testo si propone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Vorrei sottolineare anch'io il lavoro che la Commissione ha svolto per introdurre una novità sostanziale che riguarda un tema che, per la verità, nel disegno di legge in esame è piuttosto marginale: quello della prevenzione. È evidente, infatti, che con l'articolo 2 si affronta in maniera molto seria il tema della qualità della guida e, quindi, di come fare in modo che dal semplice conseguimento di una patente di guida si possa passare ad un maggior controllo del veicolo.
Voglio ricordare all'Assemblea ed alla Commissione che alcuni dati molto importanti, che sono stati al centro anche di recenti studi in materia, hanno evidenziato come un utente di un veicolo per conseguire un sufficiente grado di controllo dello stesso dovrebbe avere percorso almeno 100 mila chilometri circa.
Ritengo, quindi, che la Commissione abbia fatto bene ad introdurre tale principio, adeguandosi anche ad iniziative europee che stanno producendo frutti positivi, ma, nel contempo, credo che elevare la durata della formazione ad una soglia di almeno venti ore sia davvero il minimo che si possa prevedere per affrontare in maniera più concreta il problema della prevenzione e della qualità.
Non è sufficiente, infatti, essere in possesso di una patente per avere un grado di controllo del veicolo sufficiente ai fini della prevenzione di possibili incidenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 2.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 412
Astenuti 5
Maggioranza 207
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 237).
Prendo atto che il deputato Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 417
Astenuti 6
Maggioranza 209
Hanno votato sì 410
Hanno votato no 7).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, mi sembra che la Commissione complessivamente si sia espressa a favore della riscrittura dell'articolo in esame. Per non dare l'impressione che ci si muova su piani paralleli ma non convergenti, credo però che, poiché abbiamo licenziato da pochi giorni il provvedimento sulle liberalizzazioni, un'anticipazione della scuola guida a sedici anni, e quindi un prolungamento della formazione che dovrebbe effettuare chiunque voglia acquisire la patente di guida, dovrebbe comportare l'introduzione da parte delle compagnie di assicurazione di premi di ingresso a condizioni più favorevoli.
Se infatti migliora la capacità di guida, i costi dei premi assicurativi dovrebbero parallelamente ridursi. Peraltro, poiché non vi è un emendamento che vada in questa direzione, noi proporremo al Governo un ordine del giorno che in qualche modo lo impegni, anche in sede di esame del testo sulle liberalizzazioni al Senato, a prevedere una «normina» che in qualche modo si colleghi al provvedimento in esame, che salutiamo comunque con favore.
PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire in risposta all'intervento dell'onorevole Gianfranco Conte?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. No, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 402
Astenuti 10
Maggioranza 202
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 171).
Prendo atto che la deputata Gardini ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Non vorrei aver peccato di scortesia non replicando all'intervento dell'onorevole Gianfranco Conte, ma davo per assunto che l'ordine del giorno relativo all'argomento in esame e la cui presentazione è stata testé preannunciata sarebbe stato accettato dal Governo. Il Governo manifesta al riguardo un orientamento favorevole.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bonelli 3.100 e Gibelli 3.104.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Tassone 3.11, Fabris 3.9, Foti 3.102, Mario Ricci 3.103, Locatelli 3.101, nonché dell'articolo aggiuntivo Tassone 3.012.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Pag. 40ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la prego di seguire una prassi costante nella discussione degli articoli e degli emendamenti: quando apre la votazione, dichiari anche il parere del Governo e della Commissione rispetto a ciò che si vota. Nelle ultime votazioni, infatti, non lo ha fatto.
PRESIDENTE. Sarà mia cura farlo. Le segnalo, tuttavia, che sull'articolo non vi è il parere del Governo: anche questo è parte della tradizione!
Avverto che l'emendamento Bonelli 3.100 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 3.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 280
Astenuti 146
Maggioranza 141
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 244).
Passiamo all'emendamento Tassone 3.11.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, con l'emendamento in esame continuo il ragionamento già seguito nei miei interventi sulle proposte emendative precedenti, soprattutto sull'articolo premissivo a mia firma 01.04. Per elevare il livello di sicurezza, propongo, attraverso l'emendamento ora in esame, l'obbligatorietà della patente per guidare i ciclomotori. Non credo che vi sia bisogno di commenti ulteriori.
Certamente è un'esigenza avvertita non soltanto nell'attuale legislatura ma anche in quella precedente, tanto che vi erano state iniziative legislative importanti e interessanti che poi la chiusura della legislatura non ha consentito di portare avanti e di sottoporle all'esame delle Assemblee di Palazzo Madama e di Montecitorio.
Non c'è dubbio che propongo l'emendamento in esame nella convinzione che bisogna essere certi che chi guidi un ciclomotore sia esperto, abbia una perizia sul piano della competenza e della praticità e soprattutto venga sottoposto ad un esame per il conseguimento della patente. Collegato a tutto ciò è il mio articolo aggiuntivo 3.012 con il quale si prevede la sottrazione dei punti come già è previsto per le patenti dell'automobile. Visto e considerato che sollecito un'uniformità delle normative, propongo la patente anche per i conducenti dei ciclomotori e ritengo che tutto ciò rappresenti l'elemento fondamentale della mia proposta emendativa.
Insisto pertanto per la votazione del mio emendamento 3.11.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, i motivi per i quali annuncio il voto contrario sull'emendamento Tassone 3.11 sono essenzialmente due. Intanto, esiste la direttiva 2006/126/CE sulle patenti che fornisce indicazioni sul tema in discussione e che il Governo si appresta a recepire. Quindi, quella sarà la sede più opportuna. Inoltre, mi pare di poter affermare che attualmente per i ragazzi di quattordici anni ci sia già un certificato di idoneità alla guida; abbiamo pochi minuti fa introdotto la possibilità di guidare a sedici anni con il foglio rosa: introdurre l'obbligo di patente di guida addirittura per i quattordicenni mi sembra in contrasto con quanto definito nella proposta emendativa precedente.
Pag. 41MICHELE POMPEO META. Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META. Relatore. Signor Presidente, ho compreso la ratio dell'emendamento Tassone 3.11 e se non avessimo l'esigenza di recepire al più presto la direttiva europea 2006/126/CE avrei espresso parere favorevole.
Abbiamo bisogno di sollecitare il Governo - Ministro Bianchi - a recepire al più presto la richiamata direttiva perché siamo in un impasse sia su questa sia su altre direttive. Proporrei all'onorevole Tassone che è proponente di tale emendamento - ma ciò riguarda anche altre proposte emendative - di ritirare l'emendamento in esame e di presentare un ordine del giorno con il quale impegnare il Governo a predisporre gli schemi dei provvedimenti normativi alle Commissioni competenti del Parlamento non oltre il 30 settembre 2007. Non so se ciò possa essere la chiave per risolvere questo ed altri problemi della stessa natura che tratteremo più avanti nel corso dell'esame.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Tassone 3.11 formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intanto vorrei ringraziare il relatore perché ha recepito l'importanza della mia proposta emendativa. Se il fine è utile e soprattutto nobile - come si suol dire - accolgo il percorso che ci ha indicato il relatore e predisporrò un ordine del giorno. Ritiro dunque il mio emendamento ma vorrei tuttavia conoscere il parere anche del ministro Bianchi, non per curiosità ma con grande interesse e rispetto.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente vorrei fare una considerazione di carattere generale per inquadrare un po' la discussione che stiamo facendo. Il disegno di legge in esame è stato concepito come stralcio, da presentare al Parlamento, di un provvedimento più ampio, una sorta di atto di indirizzo in materia di sicurezza stradale che il Governo ha approvato - se ben ricordo - alla fine di marzo. Il motivo dello stralcio era quello di cercare di dare più rapida attuazione possibile ad una serie di norme che intervenissero su punti cruciali in materia di sicurezza. Ciò rappresenta anche il motivo per cui questo provvedimento all'inizio era composto - se ben ricordo - solamente da dodici o tredici articoli. Ora il lavoro svolto in Commissione ha certamente, di gran lunga, migliorato la qualità del provvedimento legislativo e ne ha anche molto ampliato, per così dire, la latitudine operativa.
Credo che dovremmo pensare che questa non è l'ultima spiaggia sulla quale possiamo attestare i nostri provvedimenti in materia di sicurezza. Infatti, anzitutto, abbiamo, nell'ambito di questo stesso disegno di legge, la delega per la riforma del codice della strada, e molte norme potranno essere inserite, in maniera più opportuna, nell'ambito della revisione del codice; altre, come è stato appena accennato, dipendono dal recepimento di normative europee e, per questo aspetto, sono pronto a seguire l'indicazione del presidente Meta, e forse, se invece del 30 settembre prevediamo il termine del 30 ottobre, la data diventa più realistica.
In ogni caso, personalmente - come si è visto anche dagli accantonamenti che abbiamo deciso - condivido molte delle argomentazioni che sono state svolte; tuttavia, suggerisco di non appesantire eccessivamente il disegno di legge in esame, perché abbiamo molte altre occasioni per migliorarlo ulteriormente.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fabris 3.9.Pag. 42
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, l'emendamento in esame ritorna sulla questione dei cosiddetti quadricicli leggeri. Abbiamo appena ascoltato il Ministro, e comprendo le ragioni che lo hanno portato a dire che dovremo riconsiderare l'insieme delle situazioni in sede di riforma complessiva del codice della strada, di cui la Commissione ha già iniziato l'esame. Tuttavia, su questo punto, poiché si tratta del recepimento di un documento di indirizzo, come lo ha definito il Ministro, penso che si debba dare un segnale chiaro per quanto riguarda la questione dei quadricicli leggeri, già toccata anche dall'articolo premissivo Tassone 01.04, che è stato respinto.
Segnalo a tutti questa moda che si sta diffondendo sulle strade italiane: i minorenni ultraquattordicenni guidano queste macchinette, le «macchine senza patente», che possono portare a bordo passeggeri, anche se la legge non lo prevede. Non è richiesto alcun corso di abilitazione, alcun corso di guida pratica e, al tempo stesso, sono mezzi che sfuggono a quei requisiti di sicurezza che, invece, sono richiesti per tutte le altre tipologie di veicoli che circolano sulle nostre strade.
Pur rendendomi conto che, per la prima parte dell'emendamento, c'è già stato un pronunciamento dell'Assemblea per quanto riguarda l'obbligatorietà del patentino e l'innalzamento dell'età dai quattordici ai sedici anni per guidare i quadricicli leggeri, chiedo al relatore e anche al Governo se non sia possibile quanto meno valutare in maniera diversa la seconda parte della proposta, che riguarda la necessità che venga resa obbligatoria la rispondenza a criteri di sicurezza, affinché i requisiti di sicurezza attiva e passiva di questi quadricicli siano del tutto omologati a quelli degli autoveicoli.
Segnalo al signor Ministro che, anche ai Governi precedenti, più volte ho chiesto di sapere a quale indirizzo si attenesse la Motorizzazione civile nell'omologare i quadricicli leggeri, che sono senza barre laterali, che non hanno protezione per gli arti inferiori, che certamente non hanno il roll-bar, che sono dunque davvero delle «piccole bare», come sono state definite, che girano per le nostre strade. Non abbiamo mai avuto risposta. Siccome la risposta che, invece, ci viene data dal Governo è quella per cui ci atteniamo a direttive europee, segnalo al Ministro e alla Commissione che ogni Stato membro può avanzare, per quanto riguarda la sicurezza, proprie proposte, che possono trovare recepimento in sede comunitaria.
Pertanto, non accedo all'invito al ritiro, a meno che il relatore non proponga una riformulazione della seconda parte in ordine ai requisiti di sicurezza necessari per l'omologazione delle cosiddette minicar.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento in esame. L'amico Fabris non appartiene alla mia parte politica e al mio schieramento, ma ha avanzato una proposta di buon senso, così come quella del collega Tassone, che la maggioranza ha respinto.
L'emendamento dell'onorevole Fabris è più completo, poiché riguarda non solo i ciclomotori, ma anche i quadricicli. Dal momento che precedentemente, in maniera sbagliata, l'Assemblea ha respinto l'articolo premissivo Tassone 01.04, chiedo che almeno sull'emendamento Fabris 3.9 si possa votare per parti separate.
Quanto alla parte relativa alla guida del ciclomotore non sarà possibile esprimere un voto favorevole, perché sareste in contrasto con quanto appena votato; potrete, tuttavia, recuperare in saggezza esprimendo un voto favorevole sulla seconda parte, che prevede norme più cogenti per quanto riguarda i quadricicli. Essi sono, a tutti gli effetti, autovetture che circolano per le nostre città e che devono essere messe in mano a persone che abbiano superato un esame e che abbiano unaPag. 43consapevolezza delle regole della strada, del codice, del comportamento stradale.
Per questi motivi, non solo sottoscrivo l'emendamento in esame, ma mi meraviglio di come qualcuno - specialmente i presentatori dell'emendamento stesso - non abbia ritenuto precedentemente di esprimere un voto favorevole sulla proposta emendativa dell'onorevole Tassone, che almeno parzialmente è ripresa nell'emendamento dell'onorevole Fabris. In ogni caso, dichiaro il mio voto favorevole e raccomando all'Assemblea l'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Fabris 3.9, perché non è possibile non rendersi conto che oggi, in particolare nelle grandi città, siamo letteralmente invasi da queste «macchinine».
Non si capisce - o non si capirebbe, signor Ministro - per quale motivo non si debbano pretendere regole per chi guida questo tipo di veicoli, anche se essi sono conformati in maniera diversa, per quanto riguarda la grandezza, rispetto alle automobili. Tuttavia, ad esempio, esistono molte automobili che sono addirittura di dimensioni uguali alle «macchinine». Si crea un pericolo per i cittadini - ma non solo per i cittadini - quando un ragazzo così giovane viene messo alla guida di una macchina del genere senza avere un minimo di cognizione sulle regole della guida o sui segnali stradali. Non dimentichiamo che, purtroppo, una volta nelle scuole si faceva educazione civica, ora non più; una volta, ci insegnavano perlomeno i segnali stradali, mentre oggi, nelle scuole, nemmeno quelli si insegnano più.
Per questi motivi, sostengo l'emendamento in esame, perché - come osservato dal presentatore - non è una questione di parti politiche, ma una questione di buon senso. Signor Presidente, mi appello a lei affinché perlomeno questa parte dell'emendamento venga messa ai voti, affinché decida l'Assemblea, in maniera serena e in coscienza, il destino di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, interveniamo anche noi per sottoscrivere l'emendamento in esame. Hanno fatto bene i colleghi Fabris, D'Elpidio e Picano a sottoporci tale questione e a responsabilizzarci su un argomento così importante.
Negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ben si evince che, non solo nelle città, ma un po' dappertutto, si vedono questi quadricicli, questi nuovi mezzi che hanno bisogno di sicurezza, sia attiva che passiva. Essi devono essere guidati da giovani che abbiano i requisiti e l'idoneità per la guida, ma anche l'omologazione di tali mezzi di locomozione deve essere idonea ed adeguata. Quindi, ribadisco la sottoscrizione dell'emendamento in esame e rivolgo il mio plauso ai presentatori, che sono riusciti a mettere in evidenza una lacuna del disegno di legge, che in questo modo viene colmata.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Dopo aver ascoltato il Governo, e poiché la proposta dell'onorevole Fabris è molto chiara, propongo di accantonare l'esame dell'emendamento Fabris 3.9, affinché esso possa essere parzialmente riformulato.
PRESIDENTE. Propone l'accantonamento dell'emendamento nel suo complesso?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo l'accantonamento dell'emendamento e propongo di passare all'emendamento Foti 3.102.
Pag. 44
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento Fabris 3.9 deve intendersi accantonato. Anche perché, a commento, sarebbe stata difficile la votazione per parti separate, dato il carattere - per usare il linguaggio proprio della materia in esame - di «monoblocco» della proposta emendativa.
Passiamo, quindi, all'emendamento Foti 3.102.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, ho ascoltato ciò che è stato detto, dal relatore e dal signor Ministro, a proposito della necessità di recepire urgentemente la direttiva n. 2006/126/CE. A questo punto, però, mi sorge un dubbio: l'invito al ritiro di un emendamento che differisce un termine al recepimento di tale direttiva, evidentemente nasconde un «retropensiero», vale a dire che tale direttiva non venga recepita entro il 1o gennaio 2008. Infatti, diversamente e paradossalmente, se la direttiva venisse recepita prima di tale data, tale termine si abbrevierebbe.
Vi è, quindi, una contraddizione in termini tra una dichiarazione di intenti e l'espressione di un auspicio, e cioè che la direttiva sia comunque recepita al più presto, e il fatto di chiedere il ritiro di un emendamento che rimanda soltanto l'applicazione della norma all'entrata in vigore della direttiva medesima. Evidentemente vi è qualcosa che non funziona, quanto meno sotto il profilo della logica giuridica, non penso della logica politica.
PRESIDENTE. Prendo quindi atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 3.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 402
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 241).
Passiamo all'emendamento Mario Ricci 3.103.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, la norma attualmente in vigore prevede la sanzione dell'ammenda per chi guida non avendo conseguito la patente. Con l'articolo 3, all'ammenda viene aggiunta la pena dell'arresto. Pertanto, qualora l'articolo 3 fosse approvato nella formulazione proposta, chi fosse sorpreso a guidare senza aver conseguito la patente, subirebbe l'ammenda e anche l'arresto fino ad un anno.
Non siamo, quindi, d'accordo con l'introduzione della pena dell'arresto fino a un anno per chi guida senza aver conseguito la patente. Ci sembra una proposta sbagliata, anche perché del tutto inefficace: come è noto, infatti, gli arresti non hanno mai risolto i problemi. Se l'obiettivo è quello di dissuadere i cittadini da comportamenti scorretti, come guidare senza patente, esistono altre strade: c'è, indubbiamente, la strada dell'ammenda, ma c'è anche la strada di introdurre ulteriori sanzioni. Ad esempio, l'emendamento in esame propone di eliminare il ricorso all'arresto e di sostituirlo, per chi fosse sorpreso a guidare non avendo conseguito la patente, con l'impossibilità di conseguirla per un periodo da uno a due anni, dissuadendolo, così, dall'assumere tali comportamenti.Pag. 45
Riteniamo che proporre l'arresto per un comportamento di tale tipo denoti una filosofia che non ci sentiamo di condividere, e per tale motivo insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all'emendamento in esame. L'infrazione che si vorrebbe punire con sanzione penale è molto grave, ma proprio per tale motivo credo che le sanzioni amministrative siano molto più efficaci di quelle penali. Lungi da me l'idea di ingolfare i tribunali con altre fattispecie di reato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, comprendo le motivazioni che hanno spinto i colleghi a presentare l'emendamento in esame. Tuttavia, a mio parere, un'eventuale sua approvazione sarebbe contraria alla filosofia che ha spinto il Parlamento e la Commissione a discutere a fondo del provvedimento. Ritengo occorra fare di tutto per garantire la massima sicurezza possibile. Pertanto, di fronte ad un evento quale la guida senza patente, ritengo non possa non darsi un segnale forte, rispetto ad una circostanza che potrebbe comportare, come spesso è accaduto, gravi danni alla vita degli stessi giovani che hanno guidato senza patente. Ritengo dunque sia opportuno ritirare l'emendamento in esame, qualora possibile. Diversamente, esprimeremo voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento in esame, in quanto occorre spiegare come si possa arrestare una persona, condannandola a scontare la pena di un anno di carcere, per aver guidato senza patente o per non averla rinnovata, perché è prevista anche l'ipotesi del mancato rinnovo per mancanza di requisiti o della sospensione. Ritengo che l'ammenda da 2.257 euro a 9.032 euro costituisca già una grave condanna (vi ricordo che si tratta di 18 milioni delle vecchie lire), considerando gli stipendi degli operai e l'importo delle nostre pensioni. Credo sia veramente eccessivo aggiungere anche la previsione dell'arresto. Per questi motivi condividiamo l'emendamento in discussione e voteremo a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Ricci 3.103, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 422
Astenuti 11
Maggioranza 212
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 350).
Passiamo all'emendamento Locatelli 3.101.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene. Avverto che non si procederà alla votazione dell'articolo 3, poiché sono state accantonate alcune proposte emendative ad esso riferite.Pag. 46
Passiamo all'articolo aggiuntivo Tassone 3.012. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il relatore ha chiesto il ritiro dell'emendamento a mia firma 3.11, proponendo la presentazione di un ordine del giorno con l'indicazione di termini stringenti nei confronti del Governo. L'articolo aggiuntivo in discussione si collega al predetto emendamento. Pertanto, quanto propongo dovrebbe essere previsto nell'ordine del giorno. Per tale ragione, accedo all'invito al ritiro e non insisto per la votazione, considerando che il contenuto di entrambe le proposte emendative formerà oggetto di un ordine del giorno, di cui il Governo ha preannunciato l'accoglimento. È bene che il Governo si pronunci anche sull'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Lovelli 4.1, in quanto già assorbito dalla direttiva europea in materia, e subordinatamente esprime parere contrario. Esprime, altresì, parere contrario sull'emendamento Beltrandi 4.4. La Commissione, inoltre, formula un invita al ritiro, e subordinatamente esprime parere contrario, sugli identici emendamenti Olivieri 4. 100 e Gibelli 4.102, ed esprime parere contrario sull'emendamento Locatelli 4.101.
PRESIDENTE. Qual è il parere sull'emendamento del Governo 4.300?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, sull'emendamento del Governo 4.300 il Comitato dei nove non si è ancora espresso. Lo faremo domattina in quanto tale emendamento è stato presentato dal Governo solo qualche ora fa.
PRESIDENTE. Quindi, lo accantoniamo?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento 4.300 del Governo deve intendersi accantonato.
Passiamo all'emendamento Lovelli 4.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO LOVELLI. Sì, signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 4.4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, mantengo l'emendamento in quanto riguarda una questione molto importante e delicata su cui vorrei richiamare brevemente l'attenzione della Commissione.
Con tale proposta emendativa propongo di sopprimere, per i neopatentati, nei primi tre anni di patente di guida, il limite a guidare vetture con una potenza superiore a 60 kilowatt a tonnellata, come invece è previsto nel cosiddetto provvedimento Bianchi. Ritengo, e lo faccio su basiPag. 47scientifiche, che tale previsione per i neopatentati sia contraria alla sicurezza stradale oltre che ingiusta socialmente. È contraria alla sicurezza stradale per la semplice ragione che, da quello che so, i veicoli più potenti, a parità di velocità, sono mediamente molto più sicuri in termini di sicurezza attiva e passiva. Ma c'è di più, ci sono altre questioni che attengono anche alla disponibilità finanziaria delle famiglie. Se rimane la formulazione prevista nel disegno di legge Bianchi, ossia se viene respinto il mio emendamento, costringeremo molte famiglie ad acquistare una nuova autovettura. Faccio presente, infatti, che nel limite di 60 kilowatt a tonnellata rientra anche una un'autovettura come, ad esempio, la Bravo turbodiesel, per rendere l'idea. Per cui, alla fine, non si tratta di un limite così elevato. Di conseguenza, occorrerà comprare nuove auto. Le famiglie più abbienti le compreranno, ma ci sono tante famiglie che non sono in grado di acquistare un'auto nuova e daranno ai figli un'auto di seconda mano, più vecchia e quindi meno sicura e anche più inquinante.
Non credo che ciò, al di là di favorire i produttori di automobili, serva alla sicurezza stradale. Pertanto, invito i colleghi a votare a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, penso che la norma in esame vada valutata con attenzione da parte dei colleghi in quanto si tratta di uno dei contenuti più innovativi del disegno di legge in discussione, che va mantenuto nella sua interezza.
Quanto osservava il collega Beltrandi, in termini di caratteristiche delle vetture che hanno condizioni intrinseche di maggiore sicurezza, può essere vero, ma, nello stesso tempo, è evidente che noi metteremmo o lasceremmo in mano ai giovani delle vetture potenti, con le quali è possibile raggiungere velocità elevate e rispetto alle quali riscontriamo, dal punto di vista statistico, una della cause maggiori di incidentalità stradale.
Penso che dobbiamo affrontare questa norma, come l'insieme del provvedimento, all'interno dell'obiettivo di garantire maggiore sicurezza alla circolazione stradale. Non dobbiamo vedere il provvedimento solo dal punto di vista del guidatore, della libertà del guidatore, ma dal punto di vista dei risultati di una guida non tenuta sotto controllo, in condizioni di sicurezza.
Penso, quindi, che l'emendamento in esame non possa essere accolto e debba, invece, essere mantenuto il contenuto di una norma che è importante e dà un segnale preciso anche ai giovani. Non è indispensabile che un giovane di diciotto anni venga messo in condizione di maneggiare vetture potenti e potenzialmente pericolose. Si può iniziare l'esperienza di automobilista anche con macchine più modeste e con un messaggio, che è quello di usarle con attenzione e con sicurezza, per sé e per gli altri.
Per tutti questi motivi, ritengo che l'emendamento in esame non possa essere accolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, mi sento di condividere le ragioni che hanno spinto il collega Beltrandi a presentare questo emendamento, intanto per la ragione «tecnica» - che non è però da sottovalutare - che auto con una maggiore potenza risultano essere, di norma, le meno insicure. Questo è un punto essenziale! Secondariamente, è vero che auto più potenti consentono di sviluppare una maggiore velocità; tuttavia, si può superare la velocità stabilita, come è noto, con qualsiasi auto. Non è vero che se l'automobile è più potente superi i limiti e se lo è meno non lo fai. Dipende da altri fattori, non dalle caratteristiche dell'auto.
Condivido e trovo interessante l'osservazione che veniva fatta dal collega Lovelli in relazione alla questione dell'auto potentePag. 48come status symbol. Ritengo, però, che il problema sia più complesso, di natura culturale. Forse dovremmo davvero interrogarci sui limiti della nostra discussione sulla sicurezza stradale, perché stiamo ragionando esclusivamente in termini di norme e non in termini di valori e di messaggi culturali che vengono dati, che ritengo siano uno dei terreni sui quali dovremmo fare un ragionamento e una riflessione, se vogliamo aggredire il tema della sicurezza e della circolazione stradale.
Mi sento di esprimere un voto favorevole rispetto a questo emendamento, che tra l'altro, se non passasse, metterebbe in difficoltà le famiglie, perché - ancora una volta ha ragione Beltrandi - se una famiglia possiede un'automobile con una determinata potenza e il ragazzo è neopatentato, bisogna comprare un'altra macchina o una macchina usata, perché altrimenti il ragazzo non può circolare. Creeremmo, pertanto, un corto circuito. Penso, quindi, che quello in esame sia un emendamento giusto e, per tale motivo, vada votato favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale su questo emendamento del collega Beltrandi, che condivido. Questa è un'altra delle norme che considero molto ipocrite.
Intanto, perché il presupposto che i giovani, in quanto tali, siano pericolosi perché inesperti non mi sembra un assunto da sposare, visto che nel mercato, nell'economia, nell'azienda l'essere giovani è un requisito positivo: a un ragazzo di vent'anni i neuroni, sicuramente, funzionano meglio che a una persona di ottant'anni!
Anche a proposito del limite dei kilowatt, è evidente che esiste una questione di compatibilità economica: famiglie che hanno una sola automobile, con un giovane neopatentato che evidentemente guida l'auto di famiglia, non è che comprano una seconda macchina. C'è, quindi, una motivazione di carattere sociale.
C'è poi un altro elemento da tenere presente. Ripeto, parlo a titolo personale, si tratta di mie convinzioni. Se inseriamo con il provvedimento in esame una norma per coloro che iniziano l'apprendistato a 16 anni, cioè coloro che prendono una specie di foglio rosa a 16 anni, avremo persone che a venti anni avranno più o meno quattro anni di esperienza di guida. Dobbiamo, quindi, trovare il sistema di escludere tali persone, che hanno iniziato l'apprendistato a 16 anni, dalla norma in discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, condivido le preoccupazioni manifestate dai colleghi Beltrandi, Olivieri ed altri, in considerazione del fatto che resta in vigore pur sempre il comma 2 dell'articolo 117 del codice della strada (di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285) sulle limitazioni nella guida. Nella sostanza: è vero che uno può anche acquistare una macchina di potenza superiore, ma rimane fermo il limite di velocità, anzi tale limite viene ridotto a 80 chilometri l'ora. Pertanto, se si mantenesse il testo così com'è, tenendo cioè conto di quanto prevede l'emendamento del collega Beltrandi, si potrebbe addirittura prevedere in un successivo ordine del giorno che, a fronte dei corsi preparatori al rilascio della patente di guida, i proprietari dell'auto sono esonerati dall'obbligo di tenersi sotto i 60 kilowatt di potenza impegnata.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, vorrei osservare che questo aspetto è stato trattato già dal Governo nel suo provvedimento; non èPag. 49esito, quindi, del lavoro svolto in Commissione. Lo ricordo per ribadire che si tratta di uno degli aspetti su cui abbiamo ragionato con maggiore attenzione e puntato con più convincimento.
Credo che non possiamo separare i discorsi, che spesso facciamo sulla sicurezza dei giovani, sulle stragi del sabato sera, dal fatto che non possiamo considerare un neopatentato un soggetto in grado di guidare qualunque tipo di veicolo, di qualunque potenza, fermo restando il limite della velocità di cui è stato detto.
L'aver indicato il rapporto potenza-peso, e non semplicemente la potenza, attiene al fatto che quello è l'indicatore dell'equilibrio che esiste tra le differenti potenzialità di un veicolo. Credo, infatti, e ciò è di facile intuizione, che guidare un'automobile di grande potenza rispetto al peso - con una potenza, ad esempio, di 60 kilowatt a tonnellata che rientra in una fascia di veicoli, presenti sul mercato, di media cilindrata, - sia una cosa completamente diversa.
Per quanto poi attiene alle considerazioni che sono state esposte sul non puntare esclusivamente su sanzioni ma sullo sviluppo di una cultura della guida, siamo perfettamente d'accordo; ciò fa parte del discorso fatto prima circa la maggiore ampiezza del provvedimento nel suo complesso, che il Governo ha proposto e che si ripropone di portare poi in discussione insieme a vari altri provvedimenti.
Il giovane (quasi sempre si tratta infatti di un giovane) in possesso della patente da pochi giorni non può essere abilitato a guidare qualunque veicolo, di qualunque potenza rispetto al peso. Questo lo consideriamo un punto qualificante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, prendo la parola per affermare che sono assolutamente d'accordo con quanto ha sostenuto adesso il Ministro.
Vorrei ricordare al collega Gianfranco Conte che, in altri Paesi, questa differenziazione sulla potenza delle macchine che i neopatentati possono guidare esiste e ha dato dei risultati assolutamente apprezzabili. Molte delle stragi del sabato sera purtroppo sono addebitabili alla potenza del mezzo, così come è fuori discussione che la velocità sia l'elemento determinante, non solo nelle stragi del sabato sera, ma anche nella gran parte degli incidenti che avvengono sulle nostre strade.
Il ragionamento del collega Gianfranco Conte potrebbe comunque essere capovolto: nel momento in cui si rendessero effettivamente obbligatori i corsi di guida sicura, nel momento in cui, cioè, la preparazione alla guida fosse considerata non un optional ma un elemento che si può certificare al rilascio della patente, ebbene, credo che in quel caso potremmo eliminare qualunque limite per quanto riguarda la potenza dei mezzi che i neopatentati possono condurre.
Dichiaro dunque la nostra contrarietà all'emendamento al nostro esame per le ragioni esposte dal Ministro e per quelle che ispirano la filosofia dell'intervento, ma anche per le parole utilizzate da molti colleghi di opposizione, che sono intervenuti raccomandando una distinzione fra le questioni della sicurezza e la difesa di altri interessi.
Non scherziamo su questi argomenti! Non possiamo continuare con quell'atteggiamento tipicamente nostrano per cui al lunedì si piangono i morti sulle strade e poi al martedì si chiede maggiore clemenza perché si dice: «Insomma, può capitare che si muoia per strada!». La mia è dunque una dichiarazione di voto contraria rispetto all'emendamento al nostro esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, mi pare francamente che questa discussione prosegua a corrente alternata: chi ha più volte sollecitato misure più stringenti in tema di prevenzione, repressione e sanzioni,Pag. 50talvolta tende poi a recedere rispetto questa impostazione di massima. Conosco il ragionamento dell'onorevole Beltrandi e dell'onorevole Olivieri - ne abbiamo discusso tante volte - e rispetto la coerenza della loro posizione. Ciononostante, continuo a sostenere che la ratio di questo provvedimento è quella di garantire la sicurezza: le statistiche ci dicono che i neopatentati sono i soggetti maggiormente a rischio di incidenti; le associazioni dei familiari delle vittime della strada - che si sono riunite anche la settimana scorsa ed hanno richiesto un incontro ai parlamentari - chiedono l'approvazione di provvedimenti di questo tipo. Recedere rispetto a queste posizioni, dunque, significa non solo tradire i cittadini che si impegnano su questi temi, ma anche dare un segnale negativo ai giovani che guardano al nostro atteggiamento attendendosi coerenza (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, se non vado errato, su questo punto vi è una proposta di ordine del giorno. La si può esplicitare?
PRESIDENTE. Onorevole Uggè, può intervenire per esplicitare il contenuto dell'ordine del giorno cui ha fatto riferimento il Ministro.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, mi pare che il senso dell'intervento del collega Conte fosse sostanzialmente il seguente: qual è l'obiettivo di questo intervento? Se colleghiamo il fattore preparazione e formazione dei giovani ad una incrementata capacità di stare sulle strade, allora il Governo dovrebbe impegnarsi a far sì che i giovani che svolgono un percorso formativo possano essere esentati da questa limitazione. Il tentativo è dunque quello di presentare un ordine del giorno con il quale si ribadisce con chiarezza che i giovani che effettuano il percorso formativo saranno esentati dal limite previsto dalla norma al nostro esame.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, credo che la proposta dell'onorevole Uggè sia accettabile, poiché noi abbiamo pensato questo provvedimento per i neopatentati, relativamente ad un certo numero di anni successivi al conseguimento della patente e prima che venisse introdotto in sede di Commissione l'apprendistato per i giovani fra i 16 e i 18 anni.
Accetto l'idea che si possa tentare, da parte nostra, a seguito di richiesta contenuta in un ordine del giorno, di mettere in fila tale sequenza, nel senso che, se ci sono giovani che hanno fatto il periodo di apprendistato, si possa eliminare o limitare il periodo successivo al conseguimento della patente.
MARCO BELTRANDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, poiché un dibattito si è comunque aperto e vi è la disponibilità a confrontarsi su questa norma, ritiro il mio emendamento 4.4 e acconsento a presentare un ordine del giorno sulla materia.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'emendamento Beltrandi 4.4 è stato ritirato dal presentatore.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, inviterei il relatore ed il Governo, poiché sono d'accordo, a fare un piccoloPag. 51addendum all'articolo 2, in maniera da prevedere che la norma che propone il collega Beltrandi non sia contenuta in un semplice ordine del giorno, ma che, considerato che lo stiamo facendo, siano il Governo stesso ed il relatore a presentare un emendamento aggiuntivo che preveda, appunto, che vi sia la possibilità che i corsi servano ai fini di un'esenzione. Basterebbe che la Commissione si riunisse e predisponesse immediatamente, accantonando la questione, un apposito emendamento che si potrebbe portare all'esame dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Onorevole Gianfranco Conte, le ricordo che l'emendamento Beltrandi 4.4 è stato ritirato.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, potremmo farlo nostro, ma vorrei evitarlo, chiedendo al relatore di approntare, con l'assenso della Commissione, un emendamento della Commissione stessa che risolva, nel testo al nostro esame, la questione.
PRESIDENTE. Onorevole Gianfranco Conte è solo il gruppo di Forza Italia che può fare proprio l'emendamento Beltrandi 4.4. Il relatore intende aggiungere qualcosa in merito?
MICHELE POMPEO META, Relatore. No, Signor Presidente.
PRESIDENTE. Allo stato degli atti, quindi, l'emendamento Beltrandi 4.4 è da intendersi ritirato.
Chiederei all'onorevole Leone se intende farlo proprio...
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo sottolineare - non sappiamo ancora quali saranno gli esiti del voto - che rischiamo obiettivamente, e lo dico in modo dialogico al collega Gianfranco Conte, laddove un passo avanti si potrebbe comunque realizzare attraverso l'approvazione di un ordine del giorno, se votassimo un emendamento che fosse poi respinto, di eliminare anche la possibilità che quel passo avanti sia compiuto.
Quindi, considerando che conosciamo tutti le dinamiche parlamentari, vorrei semplicemente suggerire, se ci interessa effettivamente l'obiettivo, di evitare che non lo si raggiunga per niente.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ma proprio questo era l'obiettivo che ci proponevamo, e cioè fare nostro, per ragioni procedurali, l'emendamento Beltrandi 4.4 e chiedere al Governo di accantonarlo, ed alla Commissione di procedere nella predisposizione di una riformulazione dello stesso che venisse incontro alle esigenze manifestate. Non era nostra intenzione impedire la presentazione di un ordine del giorno, anche perché ci rendiamo conto che l'eventuale bocciatura dell'emendamento in discussione precluderebbe la presentazione dell'ordine del giorno.
Quindi, faremmo nostro l'emendamento, lasciando, però, alla Commissione il compito di presentare una riformulazione che dovrebbe essere di competenza della Commissione stessa.
PRESIDENTE. Onorevole Gianfranco Conte, a me sembra che il relatore abbia preso atto del ritiro dell'emendamento Beltrandi 4.4 e della presentazione di un ordine del giorno. Ho inteso bene, relatore?
MICHELE POMPEO META, Relatore. Ha interpretato bene, signor Presidente.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 52
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia fa proprio l'emendamento Beltrandi 4.4. Ciò detto, ne chiediamo l'accantonamento.
Se l'incertezza da parte del relatore o anche del Governo sull'accantonamento è tale e tanta da consentire una richiesta di mettere ai voti l'accantonamento, presento una richiesta in tal senso. Non comprendo poi qual è la decisione finale da parte del relatore, se si possa, cioè, arrivare ad una «composizione bonaria», attraverso un piccolo addendum a quanto stiamo per votare, oppure decidere, una volta accantonato l'emendamento di cui stiamo discutendo, di arrivare alla formulazione di un ordine del giorno che sia «consentibile».
PRESIDENTE. Onorevole Leone, dato che il relatore conferma la posizione esposta in precedenza, ossia prende atto del ritiro da parte dell'onorevole Beltrandi del suo emendamento 4.4 e del fatto che il medesimo onorevole Beltrandi si impegna a presentare un ordine del giorno di contenuto analogo, e poiché il relatore è contrario anche all'accantonamento di questo emendamento, a questo punto è necessario passare ai voti.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, se ho compreso bene, questo emendamento è stato fatto proprio dai colleghi del gruppo Forza Italia e successivamente è stato chiesto al relatore l'accantonamento; e il relatore su tale punto non è d'accordo. Pertanto, intervengo per dichiarare che anche il gruppo La Rosa nel Pugno chiede al relatore l'accantonamento dell'emendamento Beltrandi 4.4.
In caso contrario, ossia se il relatore mantiene la sua contrarietà all'accantonamento, preannunzio il voto favorevole del gruppo La Rosa nel Pugno, nel caso in cui il Presidente decida di porre ai voti l'emendamento Beltrandi 4.4.
PRESIDENTE. Considerato che la parte consequenziale dell'emendamento Beltrandi 4.4, deve essere riferita anche agli identici Olivieri 4.100 e Gibelli 4.102, è necessario porre tali emendamenti in votazione congiuntamente.
Onorevoli colleghi, per la chiarezza dei lavori e per tentare di superare questo passaggio, prendiamo atto del ritiro dell'emendamento Beltrandi 4.4, sul quale abbiamo ampiamente discusso, sebbene esso sia stato fatto proprio dal gruppo Forza Italia.
In merito agli identici emendamenti Olivieri 4.100 e Gibelli 4.102 è necessario ricordare, prima di passare al voto, che vi è stato da parte del relatore e da parte del Governo un invito al ritiro. Pertanto, chiedo ai presentatori di tali emendamenti se accedano all'invito al ritiro.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 4.100 e preannunzio anche il ritiro dell'emendamento Locatelli 4.101 di cui sono cofirmatario.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Olivieri.
Prendo atto che si insiste per la votazione dell'emendamento Gibelli 4.102...
Onorevole Leone, la Presidenza ha deciso nel senso di non procedere all'accantonamento e di porre pertanto in votazione l'emendamento Beltrandi 4.4.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, le avevo chiesto di mettere ai voti la proposta di accantonamento, perché è l'Assemblea che deve decidere in merito. Oltre al mio gruppo, tale accantonamento è stato richiesto anche da un altro gruppo, la Rosa nel Pugno. Si deve solo accogliere la richiesta di metterlo ai voti, non ho chiesto di decidere se accantonarlo o meno. L'Assemblea potrebbe decidere di accantonarlo, né può legare la sua decisione al fatto che il relatore ha già deciso che comunque tale situazione può esserePag. 53risolta con un ordine del giorno. Vi è una richiesta specifica presentata dal mio gruppo e da un altro gruppo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, volevo semplicemente, se può essere utile, confermarla nell'orientamento che ha assunto, ossia procedere alla votazione dopo una lunga discussione procedurale che ha reso esplicito che, anche dal punto di vista regolamentare, spetta all'Assemblea votare sull'accantonamento dell'emendamento in questione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, avanzata dall'onorevole Leone, di accantonare l'esame dell'emendamento Beltrandi 4.4 ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
(È approvata - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Passiamo dunque all'esame degli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 4. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Attili 4.0100, nonché sull'articolo aggiuntivo Attili 4.0101.
Il parere della Commissione è, altresì, contrario sugli articoli aggiuntivi Fabris 4.04 e Tassone 4.05.
La Commissione raccomanda, infine, l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 4.0200.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Attili 4.0100, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 429
Astenuti 22
Maggioranza 215
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 247).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Attili 4.0101.
ANTONIO ATTILI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, ritiro il mio articolo aggiuntivo 4.0101. Avrei voluto ritirare anche il precedente, comunque non importa.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Attili.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Fabris 4.04.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, ritiro il mio articolo aggiuntivo 4.04, perché il contenuto dello stesso è già previsto nel provvedimento cosiddetto Nicolais, quello che riguarda l'efficienza della pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Fabris.Pag. 54
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Tassone 4.05.
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei che la V Commissione esponesse le motivazioni a fondamento del suo parere contrario, considerato che spesso non sono sostenute da dati ed elementi sufficienti.
Signor Presidente, con l'articolo aggiuntivo in esame, propongo l'introduzione di una figura importante per quanto riguarda il conseguimento dell'abilitazione (ovvero della patente), quella dello psicologo. Non credo che per essere bravo nella guida sia sufficiente la conoscenza del codice della strada in termini teorici oppure l'aver svolto pratica. È, ovviamente, necessario che ci sia una sicurezza ulteriore: chi consegue la patente deve essere veramente padrone della macchina, del mezzo e non deve avere alterazioni o tare.
Ritengo che questo articolo aggiuntivo vada in tale direzione, ma che sia soprattutto un importante elemento di sicurezza. Per tali motivazioni, non comprendo il parere negativo espresso dal Governo, con le cose che succedono in questo mondo e in questa vita. Credo che dovremmo impegnarci in questa direzione, anche perché la ricordata figura era stata introdotta in un provvedimento che non è stato possibile approvare, nella scorsa legislatura, a causa della mancanza del numero legale. Si tratta, evidentemente, di un impegno più grande che, però, garantirebbe una maggiore sicurezza, al fine di evitare di burocratizzare tutto ed al fine di parificare alcune professionalità, importanti soprattutto per quanto riguarda l'accertamento reale e sostanziale della capacità della guida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame e per sollecitare i colleghi a ritornare con la memoria alla scorsa legislatura, quando la figura professionale in esame era già stata inserita nelle commissioni di valutazione medica. In un momento in cui si dibatte molto sulla sicurezza stradale sarebbe veramente disdicevole che, per una questione di bilancio, peraltro nemmeno motivata, evitassimo di integrare l'accertamento dei requisiti fisici e psichici con una specifica valutazione psico-diagnostica. Tale valutazione, peraltro, consentirebbe di avere guidatori più sicuri e più certi e, inoltre, di evitare quelle difficoltà che riscontriamo molto spesso sulle nostre strade.
L'appello del collega Tassone non può rimanere inascoltato in quest'Assemblea, perché stiamo parlando di sicurezza stradale e dovremmo essere coerenti con quanto abbiamo affermato, anche recentemente, in più occasioni, quando si è parlato, appunto, di sicurezza stradale. Quindi, non solo appongo la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame, ma invito l'Assemblea a valutarlo con la dovuta attenzione o, quantomeno, con la stessa attenzione con cui era stato valutato nella scorsa legislatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Popolari-Udeur sull'articolo aggiuntivo in esame, che rispecchia alcune nostre altre segnalazioni già svolte in Commissione, volte a migliorare la sicurezza relativa ad alcuni aspetti del presente provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo del collega Tassone. A me sembra davvero singolarePag. 55che, in un momento in cui per molte attività viene svolto un esame psico-attitudinale, non lo si contempli, per ragioni esclusivamente di bilancio, per il conseguimento della patente di guida. Come è noto, infatti, questo è un momento nel quale si debbono valutare anche le capacità di reagire agli imprevisti, alle situazioni in cui chi guida può mettere a repentaglio l'incolumità degli altri.
Pertanto, di buon grado, esprimo il mio voto favorevole e l'intenzione di aggiungere la mia firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, a me sembra, onorevole Tassone, che questo articolo aggiuntivo non sia ben formulato.
MARIO TASSONE. Si fa quel che si può, ovviamente!
ANTONIO ROTONDO. Mi scusi se mi permetto di dire una cosa del genere. Succede questo: attualmente è richiesta una certificazione di un requisito fisico e psichico da parte di un medico abilitato ovvero, eventualmente, da parte di commissioni specifiche abilitate a rilasciare tale certificazione. Lo chiediamo, quindi, a medici espressamente abilitati a farlo. A ciò si vuole aggiungere un ulteriore esame fatto da uno psicologo che dovrebbe dare una valutazione psichica del soggetto che deve sostenere l'esame di guida.
A me sembra che si vuole richiedere una doppia valutazione di un attestato che già può essere rilasciato benissimo dal medico che ha l'abilitazione a farlo o, addirittura, da una commissione specifica che deve rilasciare un certificato di questo tipo. Mi sembra che si voglia complicare ulteriormente le cose, andando contro la semplificazione di cui parliamo spesso e, forse, anche in maniera non opportuna.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Tassone 4.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 432
Astenuti 6
Maggioranza 217
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 236).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 429
Astenuti 4
Maggioranza 215
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 7).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gibelli 5.100.Pag. 56
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Fabris 5.4 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Giudice 5.10 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: eliminare al comma 5-bis le parole «ad almeno due corsie per ogni senso di marcia».
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 5.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 425
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 240).
Passiamo all'emendamento Fabris 5.4.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, più che un invito al ritiro mi sarei aspettato che il relatore, prendendo atto del voto espresso dall'Assemblea in precedenza sulla discussione circa l'impossibilità per i giovani di guidare macchine di una certa potenza nei primi tre anni dopo il rilascio della patente, chiedesse l'accantonamento anche di questo emendamento. Chiarisco subito il motivo.
Il famoso addendum, come è stato definito dall'onorevole Conte motivando la sua richiesta di accantonamento, faceva riferimento alla possibilità, per i giovani che intendano guidare macchine potenti, di farlo superando, quantomeno, un corso di guida sicura.
Segnalo all'onorevole Conte e a quanti si stanno occupando della materia - mi sembra, a volte, con taglio più ideologico e politico e, comunque, «giocando» sullo scontro interno al Parlamento, piuttosto che con riguardo ai problemi drammatici che stiamo affrontando - che in Italia non esiste alcuna certificazione per i corsi di guida sicura, alcuna norma che li regolamenti e ne verifichi la positività e la bontà. Perciò, la richiesta di accantonamento - votata dall'Assemblea, come è successo prima - delle proposte che riguardavano la soppressione della parte del disegno di legge che proibisce la guida delle macchine potenti ai giovani neopatentati, al fine di introdurre una norma che renda ciò possibile laddove gli stessi svolgano corsi di guida sicura senza tenere conto della condizione in cui viviamo, è chiaramente strumentale rispetto al dibattito che stiamo svolgendo.
L'emendamento che ho presentato, invece, prevede l'istituzione dei corsi di guida sicura; l'onorevole Conte non mi sta seguendo, ma voi avete ottenuto l'accantonamento di precedenti emendamenti su un tema che però non è sostenibile se non vengono autorizzati, definiti e certificati i corsi di guida sicura.
Il mio emendamento, del quale il relatore ha chiesto il ritiro, prevede invece esattamente questo. Le due cose, quindi, devono stare insieme: una volta accantonato l'emendamento del collega Beltrandi 1.104, fatto proprio dal vostro gruppo, bisognerà anche accantonare questo, perché nessuna riformulazione dell'emendamento Beltrandi 1.104 è possibile se non vengono introdotti, nel nostro ordinamento, i corsi di guida sicura. Chiedo al relatore, perciò, se mantenga l'invito al ritiro o se intenda, in analogia a quanto detto, modificare il proprio orientamento e chiedere l'accantonamento dello mio emendamento 5.4. In caso contrario, insisto per la votazione.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, credo che l'argomento della guida sicura sia un tema complesso che dobbiamo sicuramente affrontare. Onorevole Fabris, credo, però, che la sede opportuna non sia questa, ma quella della delega per la riforma del codice della strada. Quindi, il Governo sarebbe disponibile ad accettare un eventuale ordine del giorno vertente sulla materia oggetto dell'emendamento, ma eviterei di appesantire il testo in questo modo.
PRESIDENTE. Onorevole Fabris, accede all'invito testé formulato dal Governo, modificando dunque la sua intenzione di insistere per la votazione?
MAURO FABRIS. Signor Presidente, posso anche accettare l'invito del Ministro, sempre che, in analogia ci sia un comportamento conseguente da parte della Commissione, quando essa sarà chiamata a riformulare l'emendamento Beltrandi 1.104, accantonato precedentemente. Diversamente, rischiamo di introdurre un elemento di novità che non è sostenuto da alcun elemento normativo e legislativo presente nel nostro ordinamento.
Non so se il relatore, presidente della Commissione, voglia dire qualcosa, ma comunque accedo all'invito del Ministro e ritiro il mio emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Giudice 5.10, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole a condizione che venga riformulato.
Onorevole Giudice, accetta la riformulazione proposta dal relatore?
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 5.10, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 422
Astenuti 4
Maggioranza 212
Hanno votato sì 421
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Delfino, Volontè e Formisano hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 305
Astenuti 126
Maggioranza 153
Hanno votato sì 303
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Delfino e Volontè hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 8).Pag. 58
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Maderloni 6.023, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Uggè 6.024, sul quale, peraltro, anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere negativo.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 323
Astenuti 112
Maggioranza 162
Hanno votato sì 321
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Maderloni 6.023, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 292
Astenuti 144
Maggioranza 147
Hanno votato sì 292).
Prendo atto che l'articolo aggiuntivo Uggè 6.024 è stato ritirato dal presentatore.
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2480 - A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 9).
Nessun chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Uggè 7.1, nonché sull'emendamento Buontempo 7.102.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Gibelli 7.5 e Giancarlo Giorgetti 7.7, mentre è favorevole sull'emendamento Zeller 7.103.
La Commissione esprime, inoltre, parere contrario sugli emendamenti Zeller 7.8 e 7.11, nonché sugli emendamenti Gibelli 7.12 e 7.15. Il parere è, altresì, contrario, sugli emendamenti Zeller 7.17, Gianfranco Conte 7.104 e Gibelli 7.100.
La Commissione, infine, esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Fabris 7.01, Stradella 7.030 e Baldelli 7.031.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 7.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Con il mio emendamento, intendo segnalare un aspetto che diventa sempre più evidente, cioè la possibilità che a livello territoriale si introducano divieti e disposizioni che vanno a creare condizioni di insicurezza.Pag. 59
La norma attualmente in vigore dispone, per esempio, che, quando siano venute meno le condizioni per le quali è stato introdotto un limite di velocità, cioè quando siano stati ridotti i limiti di velocità, è fatto obbligo agli enti proprietari della strada di rimuovere i limiti imposti.
In merito, vi è anche un'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Rivolta, come primo firmatario, che, proprio evidenziando tale aspetto, chiede al Governo di pronunciarsi significativamente su una questione di grande rilevanza, che rischia di introdurre evidenti elementi di insicurezza.
Allo stesso modo, a livello territoriale, vi sono sempre più interventi da parte di amministratori locali che, stimolati da interventi di comitati di zona, di via e di quartiere, introducono divieti talvolta senza senso, che scaricano flussi di traffico su altre strade, altri rioni, quartieri e paesi, provocando sicuramente condizioni di maggior congestione del traffico, con tutte le conseguenze possibili ed immaginabili.
Questo emendamento intende - riprendendo quanto già prevede oggi il codice della strada - dare la possibilità al Governo di intervenire, attraverso un provvedimento del Ministro dei trasporti, che dia delle indicazioni affinché si eviti, a livello territoriale, di introdurre limiti diversi (e cito l'articolo 342 del codice della strada vigente) rispetto a quelli che sono considerati i limiti per rispettare le normative sulla sicurezza. Quindi non si tratta certo di un emendamento che introduce innovazioni particolari. Non capisco neppure in base a quale motivo la Commissione bilancio abbia espresso parere negativo, però questo è lo scopo dell'emendamento e quindi chiedo di prenderlo in considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma al presente emendamento dell'onorevole Uggè e perchè non sembri singolare che, noi che siamo oggi minoranza - anzi, siamo opposizione, non minoranza - in Parlamento e nel Paese, ci appelliamo e diamo la facoltà al Ministro, e quindi all'attuale Governo, che non è della nostra parte politica, di disporre con proprie direttive i criteri per i limiti diversi e particolari per adeguare gli stessi alle esigenze di sicurezza, magari modificando questioni di carattere locale.
Non sembri che noi, che siamo per il federalismo e per la sussidiarietà, cadiamo in contraddizione. Ha ragione Uggè quando afferma che molto spesso, a livello locale, vi è l'impossibilità di essere...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CESARE CAMPA. ...alle volte, buoni amministratori su singole, piccole questioni, perché magari il comitato di strada...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CESARE CAMPA. ...o, altre volte, l'approfittare di una situazione che è cambiata, che è modificata, che non consentirebbe più quei limiti, ma magari ...
PRESIDENTE. Onorevole Campa, non so come fermarla, non trovo il modo per fermarla!
CESARE CAMPA. Concludo, affermando che è opportuno che si ripensi e che si esprima un voto favorevole sul presente emendamento, che concede comunque la facoltà al Governo, all'attuale Governo, di modificare alcune situazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 245).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 7.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 400
Astenuti 4
Maggioranza 201
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 230).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato di non essere riuscita a votare.
Prendo altresì atto che è stato segnalato che il deputato Giacomoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 7.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 431
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 240).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giorgetti 7.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 425
Astenuti 14
Maggioranza 213
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 245).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 7.103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, prima di tutto vorrei spiegare la finalità del presente emendamento, perché a noi sembrava molto strano fissare tali importi non arrotondati. Questa era la finalità del presente emendamento, cioè di prevedere, con l'occasione, cifre arrotondate a 50 o a 100, perché non è spiegabile per quale motivo dobbiamo parlare di 1.458 euro e così via.
Gli altri emendamenti da noi proposti mirano invece ad attenuare l'inasprimento delle sanzioni, perché crediamo che le sanzioni previste oggi siano già sufficienti a fungere da deterrente contro gli eccessi di velocità.
Basti pensare che in caso di superamento del limite di velocità di oltre 40 chilometri orari e fino a 60 è già prevista una sanzione amministrativa pecuniaria salatissima, che va da circa 400 euro fino a 1.500 euro, cui si aggiunge una decurtazione del punteggio di 10 punti e la sospensione della patente da un mese a tre mesi, o, in caso di recidiva entro due anni, da due mesi a sei mesi. Ci domandiamo: perché dobbiamo inasprire in tal modo lePag. 61sanzioni? Il sistema vigente ha dato buoni frutti, il tasso di mortalità e gli incidenti sono calati notevolmente, e questo sistema è stato accettato anche dalla popolazione.
Non riusciamo a comprendere per quale motivo si voglia aumentare o raddoppiare addirittura la sanzione. Sarebbe troppo penalizzante: basti pensare a quanto potrebbe costare a un padre di famiglia essere privato della sua automobile per un periodo che potrebbe andare da otto a diciotto mesi; si tratterebbe di una sanzione assolutamente sproporzionata per tali infrazioni. Siamo convinti che, purtroppo, andando avanti per una simile strada crescerà ulteriormente il tasso di impopolarità del Governo. Ritengo che la popolazione non capirà e non accetterà un tale eccesso sanzionatorio, e per tale motivo abbiamo presentato una serie di proposte emendative di cui raccomandiamo l'approvazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per sottoscrivere le tre proposte emendative illustrate dal collega Zeller, che riteniamo di grande buon senso e delle quali condividiamo le motivazioni. Quanto alla riduzione dell'inasprimento delle pene, i risultati sono già stati raggiunti e non c'è bisogno di un ulteriore accanimento contro chi commette tali reati. Infine, l'unico aspetto sul quale non concordo con il collega Zeller è quello relativo all'impopolarità del Governo, che, a mio avviso, è tale che non sarebbe sicuramente mitigata dall'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 7.103, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 429
Astenuti 7
Maggioranza 215
Hanno votato sì 292
Hanno votato no 137).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 7.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 417
Astenuti 9
Maggioranza 209
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 366).
Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 7.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 425
Astenuti 9
Maggioranza 213
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 407).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 62Gibelli 7.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 438
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 7.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 426
Astenuti 9
Maggioranza 214
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 246).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 7.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 434
Astenuti 6
Maggioranza 218
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianfranco Conte 7.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il deputato Piro ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 7.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 433
Astenuti 3
(Maggioranza 217
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 237).
Prendo atto che i deputati Belisario e Formisano hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 427
Astenuti 18
(Maggioranza 214
Hanno votato sì 412
Hanno votato no 15).
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato di non essere riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fabris 7.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 448
Astenuti 6
(Maggioranza 225
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 238).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Stradella 7.030, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 453
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 252).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Baldelli 7.031. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il testo dell' articolo aggiuntivo in esame è molto chiaro. Esso parte da un presupposto, vale a dire che non necessariamente un limite di velocità identico e uniforme per tutti i tratti stradali è garanzia di sicurezza stradale. Il testo è molto chiaro: «Il Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'interno e sentito il parere degli enti proprietari e concessionari delle strade, può individuare - sottolineo "può individuare" - con proprio decreto, dei tratti della rete stradale nazionale dove, in deroga ai vigenti limiti, stabilire una velocità superiore o minore in rapporto allo stato e alla conformazione del tratto stradale. La deroga ai limiti di velocità deve essere opportunamente segnalata, in particolare nel punto iniziale e finale, lungo tutto il tratto stradale interessato, secondo modalità individuate con successivo decreto del Ministro dei trasporti».
Tutti voi percorrete le strade e le autostrade e sapete che ci sono tipologie di strade diverse, in relazione alle situazioni geografiche e geologiche. Sappiamo benissimo che non possiamo - ed è assolutamente senza senso - attribuire un limite di velocità per tipologia di strada, perché un tratto con i tornanti è un tratto diverso da uno in piano, da un tratto in salita o in discesa, da uno longilineo, da una strada a più corsie. È emersa, anche nel dibattito sulla sicurezza stradale e sulle stragi del sabato sera, l'ipotesi di attribuire agli enti locali, ad esempio alle province per le strade provinciali, la facoltà di diminuire i limiti di velocità per alcuni tratti particolarmente pericolosi o sensibili. Alla stessa stregua crediamo che ci siano autostrade a tre corsie con tratti rettilinei dove il mantenimento del limite di 130 chilometri orari è assolutamente incredibile. Dunque, basterebbe poco per ragionare sul limite di velocità commisurato alla pericolosità o meno di un determinato tratto, e quindi per superare anche l'ipocrisia di automobili che possono raggiungere 200, 220 e anche 240 chilometri orari in presenza di limiti di velocità di 130 chilometri orari.Pag. 64
Siamo consapevoli che non vi sono verità rivelate da questo punto di vista, ma siamo convinti che si debba differenziare il limite di velocità, perché ciascuna strada in un certo tratto ha bisogno di un limite diverso da un'altra strada o da un altro tratto. Quindi, al di là della facoltà delle singole autovetture di raggiungere determinate velocità, crediamo che la differenziazione possa essere opportuna. Con l'articolo aggiuntivo in esame attribuiamo questa possibilità al Ministero dei trasporti, sentiti i gestori delle autostrade e gli enti competenti, dunque in un'ottica concertativa, con il concorso di tutti i soggetti interessati. Crediamo che si tratti di una norma di buon senso, e su di essa vorremmo confrontarci.
Troppo spesso i cittadini si trovano a scontrarsi con problemi che non toccano la gran parte dei membri del Governo, perché hanno l'autista e la vettura di servizio; tali problemi non toccano nemmeno i presidenti di provincia o i presidenti di regione, ma il cittadino sa che il limite di velocità può essere un rischio.
In occasione della discussione di precedenti proposte emendative abbiamo visto che esiste una comune convergenza sulla necessità di impedire, ad esempio, che i limiti di velocità e gli apparecchi di rilevazione della velocità vengano utilizzati da parte delle amministrazioni per far cassa. In questo senso, mi permetto di citare anche l'amministrazione capitolina, che sta ormai blindando i cittadini romani con telecamere e autovelox, impedendo ogni spazio di libertà, di privacy e di circolazione.
Credo dunque che l'articolo aggiuntivo in esame sia di buon senso. Esso non omogeneizza, non standardizza, non centralizza i limiti di velocità per tutti. Al riguardo, chiedo al Governo di conoscere le ragioni del parere contrario.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, intervengo, innanzitutto, per affermare che condivido pienamente l'impostazione del collega nel presentare e nello spiegare la proposta emendativa in esame. Da tempo siamo convinti che, se vogliamo intervenire sui limiti di velocità, non lo possiamo fare in maniera indifferenziata. È necessario farlo in modo puntuale, secondo lo stato della conformazione della strada - come previsto dalla proposta - ma anche tenendo conto di molti altri fattori: le condizioni di esercizio, le condizioni dei lavori lungo la strada, le condizioni di congestione in particolari periodi dell'anno, le condizioni di pericolosità oggettiva. Disponiamo ormai di un censimento piuttosto chiaro, compiuto su un migliaio di strade d'Italia, che riporta quali siano le più pericolose, perché registrano il maggior numero di morti per chilometro per anno.
Per consentirci di formulare la norma in maniera più ampia, comprensiva di tutti questi fattori, suggerisco la presentazione di un ordine del giorno, che recepisca il principio che qui viene affermato, e lo estenda a tutte le diverse condizioni alle quali ho fatto cenno. Su questo il Governo, e il Ministro personalmente, sono pronti ad impegnarsi.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, a questo punto, però, mi domando come mai il parere fosse contrario e perché non sia stato formulato un invito al ritiro. Chiedo visto che c'è una condivisione sostanziale da parte del Governo del testo e dell'ispirazione dell'articolo aggiuntivo, se non sia il caso di accoglierlo, e se il Governo non voglia riflettere, insieme al relatore, sull'ipotesi di rivedere il parere.
In tal caso, l'esame dell'articolo aggiuntivo potrebbe essere accantonato, in modo da consentire al Governo di valutare una posizione diversa; ove il Governo, invece, insieme al relatore e al Comitato dei nove, non riuscisse a trovare una soluzione che possa andar bene per tutti, potrebbe essere presentato eventualmente un ordine del giorno di analogo contenuto.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Onorevole Baldelli, ritengo che la proposta del Ministro sia nobile ed esaustiva delle questioni che lei pone in questa sede. Esse sono state raccolte dal Ministro, che le propone lo strumento di un ordine del giorno, non perché non si nega a nessuno, ma perché lo vincola agli atti successivi che il Governo - d'intesa con il Parlamento - dovrà compiere.
Aggiungo solo che il contenuto dell'articolo aggiuntivo in esame già vive in qualche norma del codice; potremmo benissimo, per le questioni che lei solleva, utilizzando l'ordine del giorno, affrontare e dare evidenza a tale questione. Pertanto propongo che si proceda alla votazione.
PRESIDENTE. Prendo quindi atto che il relatore è contrario all'accantonamento. Onorevole Baldelli, intende ritirare il suo articolo aggiuntivo 7.031?
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, condivido relativamente la posizione del relatore, ma non è compito mio condividerla! Valutando la genericità dell'articolo aggiuntivo, ritenevo che fosse opportuno accoglierlo o accantonarlo.
Stando così le cose - e, francamente, mi sembra un eccesso di rigidità da parte del relatore - ritiro l'articolo aggiuntivo a mia firma 7.031, per non precludere la possibilità di presentare un ordine del giorno di analogo contenuto.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente - mi rivolgo anche all'onorevole Baldelli, nonché al Ministro e al relatore - abbiamo assistito a una discussione, francamente, un po' assurda, rispetto a ciò che si è verificato nella precedente legislatura.
Vorrei ricordare all'onorevole Baldelli, al Ministro e al relatore, che il Ministro Lunardi fece approvare dal Parlamento una norma per aumentare i limiti di velocità in alcuni tratti (potrei anche citarli, erano cinque in tutta Italia), esattamente con le condizioni prima ricordate. Nessun gestore delle strade - come ricordavano l'onorevole Tassone e l'onorevole Uggè - ha aumentato i limiti di velocità, nonostante...
PRESIDENTE. Onorevole Fabris, le chiedo scusa...
MAURO FABRIS. Signor Presidente, volevo solo chiarire questo aspetto: l'articolo aggiuntivo in esame è stato ritirato, ma cerchiamo anche di ricordarci cosa è capitato...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa...
MAURO FABRIS. Mi ha dato la parola...
PRESIDENTE. Onorevole Fabris, d'accordo... credo che lo stesso regime vada assicurato agli onorevoli Campa, Zacchera e Rosso...
Prendo, quindi, atto che l'articolo aggiuntivo Baldelli 7.031 è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gibelli 8.2, Beltrandi 8.5, Tassone 8.4, Mario Ricci 8.7 e Zeller 8.9.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 66ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 250).
Passiamo all'emendamento Beltrandi 8.5.
MARCO BELTRANDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio emendamento a mia firma 8.5.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone 8.4.
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, con l'emendamento in esame propongo un dispositivo «anti-colpo di sonno», per quanto riguarda gli autoveicoli. Ciò doveva essere già previsto, senza necessità di predisporre una norma, da parte delle case produttrici di automobili, le quali hanno sempre indicato tale strumento come importante e fondamentale, anche se, da parte loro, non vi è stato alcun cenno al riguardo.
Mi rendo conto che non si può normare tutto; anche per quanto riguarda la questione, contenuta nell'emendamento precedente, relativa alla variabilità della velocità sulle strade, non si può normare tutto. Tuttavia, non c'è dubbio che un'indicazione cogente nei confronti delle case produttrici di automobili sarebbe necessaria. Il dato su cui richiamo l'attenzione del Governo e dell'Assemblea è questo: elevare il livello di sicurezza.
Non vorrei appesantire il provvedimento, signor Ministro, ma, se non adottiamo alcuni accorgimenti, esso diventa soltanto una sanzione e basta! Lei, certamente ha compreso ciò, nel momento in cui sta accompagnando alcune nostre proposte.
Tuttavia, signor Ministro, lei stesso mi insegna che gli ordini del giorno e gli atti di indirizzo del Parlamento, se non contenuti in norme lasciano il tempo che trovano. Credo che ciò costituisca un dato importante e fondamentale, come anche altre proposte che non hanno avuto successo. Mi auguro che l'emendamento in discussione, possa ricevere un'attenzione apprezzabile da parte dell'Assemblea.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, fermo restando quanto detto dall'onorevole Tassone, cioè che è necessario avere l'accortezza di non appesantire troppo il provvedimento in discussione, desidero però far notare la differenza sostanziale esistente tra la decisione presa poc'anzi sui limiti di velocità e l'emendamento in discussione. Nel primo caso, si è trattato di mettere insieme una normativa complessa, che definisse tutti i parametri in base ai quali è possibile limitare la velocità. In tal caso, si tratta di un provvedimento singolo, che comunque avremmo recepito all'internoPag. 67del codice della strada. Non ho nulla in contrario, qualora si ritenga di inserirlo già in questa fase, anche se rinvia a molti provvedimenti successivi (un decreto del ministro per le caratteristiche, un altro per l'omologazione).
PRESIDENTE. Onorevole Tassone?
MARIO TASSONE. Signor Presidente, in risposta alla domanda che mi è stata fatta dal relatore, vorrei far presente che esistono degli studi in materia e si prevede venga emesso un suono forte all'interno della macchina e altri accorgimenti simili. Mi rendo conto che si tratta di un dato che riguarda l'alta tecnologia.
Posso anche ritirare l'emendamento e presentare un atto di indirizzo parlamentare in tema di ricerca, ma è necessario l'assunzione di un impegno apprezzabile da parte del Ministero dei trasporti.
Poc'anzi ho sentito parlare della razionalizzazione della segnaletica stradale. Nella scorsa legislatura, è stato compiuto uno studio importante e fondamentale in materia, del quale però si sono perse le tracce e che, quindi, non è stato applicato.
Ritengo si debba compiere una ricomposizione metodologica del nostro modo di essere e di vivere e avere un approccio serio ai problemi, altrimenti si rischia di procedere con annunci, anche da parte nostra, con indicazioni di carattere generico e con le imperfezioni che ho ascoltato, anche per quanto riguarda la composizione della commissione medica per la quale non sono richieste grandi specializzazioni, bensì la laurea in medicina e chirurgia.
Per tali ragioni, occorre fare attenzione alle varie questioni e conoscerle prima di esprimersi in termini generici e approssimativi.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, francamente, non ho compreso quale sia la sua posizione.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ovviamente per colpa mia, non della sua disattenzione, perché lei è sempre attento e vigile. Intendo comunque ritirare l'emendamento. A questo fine, mi sono rivolto soprattutto al rappresentante del Governo per verificare la sua disponibilità ad accogliere un ordine del giorno in cui si chiede di svolgere ricerche in materia di sicurezza.
PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che l'emendamento Tassone 8.4 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Mario Ricci 8.7.
SERGIO OLIVIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, anche a nome degli altri presentatori, annuncio il ritiro dell'emendamento Mario Ricci 8.7.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 8.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, vorremmo richiamare l'attenzione dei colleghi sull'inasprimento della sanzione, che riteniamo eccessivo. Mi riferisco all'uso del telefono cellulare senza auricolare o impianto vivavoce. Attualmente sono già previste sanzioni piuttosto severe: una sanzione amministrativa da 70 a 285 euro, oltre ad una decurtazione di cinque punti dal punteggio della patente possono fungere da deterrente. Riteniamo pertanto esagerato aggiungere anche la sanzione della sospensione della patente da uno a tre mesi.
A chiunque di noi sarà capitato di essere chiamato in macchina e di rispondere una volta: a chi venisse colto in flagrante in tale situazione verrebbe sospesa la patente da uno a tre mesi. Mi sembra piuttosto eccessivo.
Riteniamo profondamente sbagliata la filosofia del provvedimento in esame perché,Pag. 68a nostro parere, se i controlli venissero effettuati anche le sanzioni oggi vigenti sarebbero sufficienti.
Nel nostro territorio i controlli vengono effettuati e le violazioni non si verificano più in modo eccessivo, inoltre gli incidenti sono diminuiti. Non riteniamo, quindi, necessario inasprire troppo le sanzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente sottoscrivo l'emendamento in esame perché mi sembra di buon senso. Cerchiamo di essere pratici: può succedere di dover telefonare, l'importante è non rimanere a lungo al telefono. Anche se gli agenti di polizia ti sorprendono al telefono nell'arco di tempo necessario ad innestare il dispositivo viva voce in auto ti ritirano la patente! A voler essere obiettivi, penso che così facendo, alla fine non ci saranno più automobilisti in Italia!
Quindi, introduciamo una sanzione pesante di carattere pecuniario, perché bisogna dare un esempio, ma il ritiro della patente mi sembra francamente esagerato, almeno alla prima infrazione. Pertanto, sottoscrivo l'emendamento Zeller 8.9.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente sottoscrivo l'emendamento in esame perché credo che tutti gli italiani utilizzino il telefono cellulare in macchina. Non ci dobbiamo nascondere dietro un paravento e quindi cerchiamo di gestire la realtà, cerchiamo di ridurre al massimo l'uso del telefonino con sanzioni amministrative. Considerato, però, che chi è in quest'aula lo utilizza abitualmente anche quando è in macchina - e non tutti abbiamo l'autista - si pensi anche ai cittadini che hanno a che fare con una forma di repressione che non si limita alla sanzione amministrativa, ma giunge sino al ritiro della patente e che potrebbe essere deleteria per chi deve recarsi al lavoro e per tutte le necessità che richiedono l'uso della patente.
Quindi, cerchiamo di essere realisti e di guidare il Paese reale!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente vorrei anch'io sottoscrivere l'emendamento Zeller 8.9, perché credo che un eccesso di sanzioni e addirittura il ritiro della patente, siano fuori luogo e soprattutto perché sono convinto che non servano come deterrente. Esistono le leggi, applichiamole, ci sono i controlli, facciamo in modo che vengano effettuati. Sarebbe provocatorio esporre la copertina de L'Espresso che ironizza sulla patente a punti e sulla mancanza di controlli in alcune località. Ci sono città in cui non vengono mai comminate sanzioni e non vengono mai tolti i punti dalle patenti a nessuno.
Cominciamo ad applicare i controlli: questo è un telefonino, questo è un auricolare, si utilizzi l'auricolare. A quelli che non lo faranno saranno applicate le sanzioni e saranno scalati i punti necessari, ma l'aumento delle sanzioni, addirittura il ritiro della patente, mi sembra francamente eccessivo.
La popolazione è già abbastanza tartassata senza che vengano aumentate ulteriormente le multe. L'errore umano può capitare, ma il ritiro della patente è eccessivo per chi utilizza l'autovettura per spostarsi, per chi con l'autovettura lavora, per chi trasporta i familiari che non hanno la patente o persone anziane. Cerchiamo dunque di regolarci con normative di buonsenso. Sono un liberale e credo che l'eccesso di sanzioni e di minacce non sia un deterrente che porta ad un risultato concreto, altrimenti saremmo tutti a favore della pena di morte!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabris. Ne ha facoltà.
Pag. 69
MAURO FABRIS. Signor Presidente sono piuttosto stupito degli interventi che anche l'onorevole Baldelli continua a fare sugli argomenti in esame. Inviterei l'onorevole Baldelli a mettersi d'accordo col suo gruppo e anche con le politiche seguite dal suo Governo nella precedente legislatura, al grido di «tolleranza zero!». Vorrei che vi metteste d'accordo, anche con l'onorevole Zacchera che ha sottoscritto l'emendamento in esame. Voi siete quelli che nella precedente legislatura, in nome della (Commenti del deputato Baldelli)... Baldelli, abbi pazienza, c'è una continuità della tua azione politica, spero, rispetto a chi ti ha preceduto su quei banchi!
Avete chiesto più volte una vigilanza estrema, una dura vigilanza, la tolleranza zero in materia di sicurezza stradale. L'onorevole Barani parla di guardare al Paese reale. Barani, il Paese reale è quello dove muoiono circa novemila persone ogni anno a causa di incidenti stradali! È la prima causa di morte per i giovani al di sotto dei vent'anni! Vogliamo rifare l'elenco - come dire - delle tragedie che investono questo Paese, dovute agli incidenti stradali? Mettetevi d'accordo su quale linea volete sostenere!
L'onorevole Uggè, l'onorevole Tassone e l'onorevole Moffa prima hanno parlato di questioni attinenti alla sicurezza. L'onorevole Tassone ha detto: scegliamo tra la sicurezza o l'inseguire alcuni altri obiettivi. Onorevole Barani, non possiamo essere quelli che piangono il lunedì per le stragi sulle strade e poi al martedì dicono che, tutto sommato, girando per le strade italiane si può anche morire. Siamo il Paese fanalino di coda in Europa, patente a punti o meno. Questo è il dato oggettivo!
In alcuni paesi, come la Spagna, è proibito telefonare anche con l'auricolare, perché è un elemento di distrazione assoluta per quanto riguarda la guida degli autoveicoli. L'Assemblea, ovviamente, è sovrana, però mettiamoci d'accordo su che tipo di atteggiamento vogliamo seguire rispetto a questa che è una tragedia nazionale nei confronti della quale c'è un livello di tolleranza e di assuefazione da parte di tutti noi che supera i limiti della decenza.
Ormai tutte le famiglie italiane hanno avuto dei morti dovuti ad incidenti stradali e, come riferiscono gli organi di polizia, queste morti sono dovute soprattutto e quasi esclusivamente ad errori umani. Se adesso vogliamo fare quelli che allentano i freni, le redini e i controlli, continuiamo su questa strada!
La Francia ha ottenuto il dimezzamento dei morti con l'introduzione di norme veramente severe, come il sequestro immediato dell'auto, laddove si commetta un'infrazione. Decidiamo: o il rigore e la tutela della vita oppure il lassismo, per andare dietro al Paese reale, come diceva Barani. In questo Paese, però, si continua a morire in un numero che non ha uguali nel resto del mondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non penso che l'onorevole Fabris ci possa dare lezioni di continuità politica. Il centrodestra ha voluto sicuramente inasprire le sanzioni per i comportamenti, ma esagerare è un'altra cosa. Condivido l'opinione espressa dal collega Zeller, quando dice che se ci fossero controlli adeguati le cose andrebbero sicuramente meglio.
Non accetto, però, che dica «nel nostro territorio», perché il suo territorio è anche il nostro: è Italia!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, già nella scorsa legislatura abbiamo discusso in termini chiari quando si è affrontato il problema del codice della strada. Anche nella scorsa legislatura noi, come gruppo, fummo contrari ad alcuni interventi di inasprimento delle sanzioni che venivano sottoposti alla nostra attenzione.Pag. 70Noi, come gruppo de La Rosa nel Pugno, siamo perfettamente d'accordo con il collega Zeller, perché riteniamo che vi debba essere comunque un controllo e ci debbano essere delle sanzioni. Non pensiamo, però, che l'utilizzo di strumenti - oserei dire - repressivi, come quello del ritiro della patente, possa eliminare i problemi della sicurezza sulla strada.
Controllare il sistema non significa, come dicevo, essere fortemente repressivi. Per questo motivo, noi riteniamo che l'emendamento debba essere approvato, perché comunque mette nelle condizioni di potere determinare degli interventi, che sono quelli amministrativi, senza il ritiro della patente.
Se vogliamo affrontare un problema di sicurezza, credo che sia ben diverso il sistema: bisogna intervenire sui controlli sulle strade, sulle infrastrutture stradali, sulla prevenzione e anche nelle scuole, proprio perché si faccia prevenzione. Crediamo questo e per questo riteniamo di poter appoggiare con determinazione questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, le chiedo la cortesia di voler aggiungere il mio nome tra i firmatari dell'emendamento in esame. Credo, signor Presidente, e invito anche tutti i colleghi ad osservare, che sicuramente, in chi ha proposto il testo di legge, c'è una volontà di maggiore sicurezza che noi condividiamo. Ma riteniamo anche che, perché sia efficace, una legge debba essere realistica e non deve correre il rischio di diventare, ahinoi, una grida manzoniana.
Ricordiamo tutti, le gride, nella memoria di Manzoni, erano quelle in cui le pene erano infinite anche per reati minori, ma erano il simbolo del fallimento dello Stato e della sua autorità, se non addirittura della sua autorevolezza. Siamo realisti, colleghi, guardiamo la realtà mantenendo fermo l'obiettivo della sicurezza. Cerchiamo di perequare in maniera esatta le pene con quelli che possano essere i rischi, e cerchiamo di influire su di essi senza introdurre previsioni normative che, risultando lontane dalla vita reale di tutti i giorni, finiscono col gettare una luce negativa su tutto il provvedimento pure animato da buone intenzioni.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, prendo la parola per proporre l'accantonamento dell'emendamento in esame al fine di consentire al Comitato dei nove di riunirsi al termine della seduta dell'Assemblea e riformulare il testo trovando una sintesi che tenga conto delle osservazioni emerse e di quelle eventualmente ancora non emerse.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, ovviamente mi rimetto alla proposta del presidente Meta. Vorrei però fornire un elemento di valutazione all'Assemblea su questo punto.
Gli incidenti di cui stiamo parlando, quelli per cui stiamo prendendo dei provvedimenti tentando di lenirli, sono addebitabili per l'80 per cento a comportamenti di guida. Tra di essi, quello più pericoloso in assoluto è la velocità; segue la guida in stato di ebbrezza e poi la guida distratta. In tale fattispecie, il caso più eclatante è esattamente quello dell'uso del telefonino, che comporta tra l'altro una guida con una sola mano. Non stiamo parlando di un fatto di lieve entità: stiamo parlando di una delle cause determinanti di incidenti, soprattutto in area urbana. Mi sembra d'altronde che il rimedio a tale trasgressione, al di là delle sanzioni che possiamo porre, è molto semplice: quello di usare l'auricolare o di usare un viva voce in macchina. Punterei quindi su ciò, piuttosto che sul diminuire o sull'eliminarePag. 71sanzioni che colpiscono una delle trasgressioni che sono causa della maggiore incidentalità in area urbana.
PRESIDENTE. L'esame dell'emendamento Zeller 8.9 deve intendersi pertanto accantonato.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, sull'emendamento Tassone 8.4 ha parlato il presentatore dell'emendamento, ha parlato il Ministro ed il presentatore Tassone lo ha quindi ritirato. Lei sa che era nella mia facoltà fare mio l'emendamento. Chiedo: perché non mi ha dato la parola? Perché io avrei fatto mio l'emendamento, perché lo condivido, perché non possiamo fare, signor Presidente, solo una attività passiva; dobbiamo assolutamente compiere una attività che sia propedeutica rispetto al rischio. L'onorevole Tassone, col suo emendamento 8.4, aveva visto giusto. Uno dei disastri...
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, spiace dover ricordare che la facoltà di far proprio un emendamento compete al capogruppo - nel qual caso saremmo lieti di felicitarci per la sua promozione - oppure a venti parlamentari.
LUCIANO D'ULIZIA. Ma non è così.
PRESIDENTE. È così.
LUCIANO D'ULIZIA. Credo di poter rappresentare il gruppo dell'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. In termini formali, solo il capogruppo e i delegati ai sensi dell'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera. Temo quindi che quella facoltà non sia...
LUCIANO D'ULIZIA. Quindi, secondo lei, tale facoltà non è nella disponibilità di ogni deputato?
PRESIDENTE. No, non lo è.
LUCIANO D'ULIZIA. A dire il vero, altre volte si è concesso a taluni deputati di fare propri taluni emendamenti: mi trovavo allora in quest'Assemblea. Questa è una lettura particolare. In ogni caso, lei mi avrebbe dovuto dare la parola: su questo non vi sono dubbi.
PRESIDENTE. Questo, francamente, lo escludo.
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Uggè 9.108, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Uggè 9.106 e 9.105.
Il parere è, altresì, favorevole sull'emendamento Uggè 9.104, mentre è contrario sull'emendamento Buontempo 9.109.
La Commissione esprime, inoltre, parere favorevole sull'emendamento Uggè 9.103, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Gibelli 9.110.
Il parere è, altresì, favorevole sull'emendamento Uggè 9.102, mentre è contrario sugli emendamenti Uggè 9.101, Uggè 9.100, Buontempo 9.111 e Gibelli 9.112. Il parere è invece favorevole sull'emendamento Lovelli 9.107.
Per quanto riguarda l'emendamento 9.300 del Governo, il Comitato dei nove si riunirà in serata, a conclusione della seduta...
PRESIDENTE. Quindi è accantonato?
Pag. 72MICHELE POMPEO META, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'emendamento 9.300 del Governo deve quindi intendersi accantonato.
Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.108, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 1).
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Uggè 9.106.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, questo emendamento e quelli simili che seguono mirano solo a fornire agli agenti adibiti al controllo la possibilità di sapere con certezza qual è il tempo a disposizione dei conducenti dei mezzi pesanti, evitando di costringerli ad effettuare calcoli percentuali sul periodo di guida che potrebbero portare ad una applicazione non omogenea sul territorio nazionale. Si tratta dunque non di emendamenti che mirano a creare possibilità di sfuggire alle norme severe previste a livello comunitario, ma solo del tentativo di fornire numeri certi, facilmente applicabili e facilmente comprensibili, ai tutori dell'ordine.
Se perciò si ritiene che l'emendamento presenti distonie, se cioè il calcolo del 10 o del 15 per cento darebbe un risultato diverso, si tratta solo di calibrare questo aspetto e non vi sarebbe alcun problema a rivedere la questione. Ma sollecito i colleghi in Assemblea a riflettere su cosa potrebbe accadere sulle strade italiane qualora davvero il vigile urbano, l'agente di polizia stradale o la guardia di finanza dovessero effettuare il calcolo della percentuale per sapere se uno specifico conducente ha o non ha superato il periodo previsto per stare alla guida. Lo scopo dell'emendamento è solo questo; sono quindi disponibile a modificarlo: l'importante è che vi sia la certezza del tempo consentito per la guida.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.106, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 245).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 433Pag. 73
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.104, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 436
Astenuti 6
Maggioranza 219
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 8).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 9.109.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, pongo anche a lei una questione di rispetto dell'Assemblea, con riferimento al parere contrario del Governo a questo e ad un altro emendamento, nel quale si prevede che l'agente che fermi un autista di camion che, con i due sistemi previsti, non possa dimostrare di aver riposato il tempo giusto per una guida sicura, può obbligarlo al riposo. Secondo la norma vigente, invece, se l'autista non può dimostrare di avere riposato, automaticamente non gli viene fatto assolutamente nulla.
Signor Presidente, onorevole Ministro, alcuni giorni fa il Governo ha accolto un ordine del giorno a mia firma, nel quale si impegna il Governo stesso a valutare l'opportunità di adottare al più presto, nei provvedimenti riguardanti il codice della strada, una riforma delle sanzioni che renda efficaci le norme sul controllo del tempo di lavoro dei conduttori di mezzi pesanti e, in particolare, un tempo di riposo obbligatorio minimo da rendere applicabile immediatamente agli autisti di mezzi che non siano in grado di fornire registrazione da cui si evinca che i tempi di riposo sono stati rispettati.
Chiedo a lei, signor Presidente, se è possibile e corretto che il Governo accolga dieci giorni fa questo ordine del giorno e poi si dica contrario a un emendamento che reca esattamente lo stesso testo. Proponiamo che se viene fermato un camion e l'autista non può dimostrare di avere riposato il tempo giusto, automaticamente non solo gli venga comminata la contravvenzione, ma gli venga imposto di riposare.
Signori della sinistra, anzitutto vi è un problema di correttezza parlamentare, e chiedo al Presidente ed agli uffici se vi sia una diversità nei due testi, se cioè il testo approvato come ordine del giorno è diverso dalle proposte emendative. Esso non è assolutamente diverso, perché si tratta non solo dello stesso contenuto, ma anche dello stesso testo!
In secondo luogo, signori della sinistra, è mai possibile che ogni volta che dovete difendere i lavoratori vi nascondete come i «ladri di Pisa»? Di che si tratta? Chiediamo che l'autista, magari sfruttato e costretto a guidare per ore ed ore, il quale non può parlare altrimenti viene licenziato, qualora si verifichi che egli non può documentare il riposo, sia costretto a fermare il camion e a riposare.
Ma il Governo dice no a tale misura, per favorire la speculazione ed i padroncini e per sfruttare il lavoro a discapito della sicurezza! Vi è forse un costo, per il Governo, nel momento in cui si impone il riposo necessario, visto che quel riposo non è registrato da alcuna parte?
Invito il Governo e la Commissione, in conclusione, a ripensare la propria posizione, anche perché, signor Presidente, per quanto riguarda la Camera, nel caso contrario gli ordini del giorno non si devono più presentare e il Governo non è più credibile, neppure nei momenti delicati.
Il testo che ho letto, signor Presidente, era un emendamento a un precedente provvedimento. Il Governo e la PresidenzaPag. 74mi dicono di trasformarlo in un ordine del giorno perché il contenuto è giusto, è una misura necessaria, però non può essere compresa in questo provvedimento e la approveremo con il successivo, che è proprio quello in esame. Così ho fatto, ed oggi trovo il Governo che nega e che non spiega, e ritengo che anche la Commissione debba riflettere su questo.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, ritengo che i suoi rilievi critici debbano essere concentrati sull'attività del Governo e non su quella della Presidenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 9.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 417
Astenuti 6
Maggioranza 209
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.103, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 423
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 9.110, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 424
Astenuti 10
Maggioranza 213
Hanno votato sì 79
Hanno votato no 345).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi perdoni, ma l'emendamento a mia firma 9.109 non mi sembra che sia stato chiamato, o perlomeno non è stato percepito, non è stato ascoltato.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, il suo emendamento 9.109 è stato tanto percepito che è stato respinto! Probabilmente al termine del suo intervento ha mancato di notare che era stata aperta la votazione. Il suo emendamento 9.109 è stato discusso da lei ampiamente e poi messo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.102, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 3).Pag. 75
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 9.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 433
Astenuti 5
Maggioranza 217
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 246).
Prendo atto che l'emendamento Uggè 9.100 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 9.111. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, contesto con molta determinazione la risposta che lei ha dato e ne sono dispiaciuto, nel massimo rispetto della sua persona. Infatti, una cosa è la contestazione al Governo per quanto riguarda il merito del provvedimento, altra cosa è il fatto che abbia posto anche una questione di carattere regolamentare e di rispetto dell'indirizzo dato dall'Assemblea.
Quando un ordine del giorno viene accolto dal Governo non siamo dinanzi ad un favore personale. Si tratta di un atto di indirizzo che proviene dalla Camera e che il Governo recepisce. Quindi se dieci giorni fa il Governo ha recepito l'ordine del giorno come suo indirizzo, perché il Governo lo ha accettato, non si può affermare che ciò non riguardi la Presidenza della Camera.
Gli uffici, quando hanno visto che il Governo esprimeva parere contrario, dovevano rilevare che ciò era in contraddizione con il precedente ordine del giorno. Gli ordini del giorno devono seguire un determinato iter: noi non dobbiamo più accettare tale situazione, non dobbiamo più credere al Governo. Il Governo viene in aula a mentire, a dire di accogliere gli ordini del giorno pensando di fare il furbo. Non si tratta soltanto di una questione di contenuto - il Governo è libero di accettare o meno gli ordini del giorno - ma di una forma di tutela dei deputati da parte della Presidenza della Camera.
Se presento un emendamento e mi si chiede, da parte della Presidenza e del Ministro presente in aula, di trasformarlo in un ordine del giorno perchè, con successivo provvedimento, si potrà essere più puntuali nella materia in esame, dieci giorni dopo non si può far finta che il Governo non abbia accolto tale ordine del giorno.
Prima ho letto un testo che è esattamente quello dei due emendamenti da me presentati. Esiste quindi un problema di regole e di rispetto, la Presidenza ci deve tutelare. Poco fa, l'onorevole Giachetti si è alzato in un momento delicato e ha dichiarato di aver presentato un ordine del giorno. Infatti, se l'emendamento proposto viene respinto, non si può più intervenire sulla materia.
Trattandosi di sicurezza, chiediamo semplicemente che se l'autista non ha trascritto e non ha registrato il suo riposo non lo si possa far proseguire nel viaggio. È un atto criminale far proseguire un autista con un TIR senza che possa dimostrare di aver fatto il suo riposo. Si tratta di un atto che può costare la vita. Le nostre proposte prevedono semplicemente che, se si riscontra che non c'è la registrazione del riposo dell'autista, il vigile, il poliziotto, la polizia stradale o il carabiniere possono imporre di fermare il camion per farlo riposare.
Cari amici e cari colleghi, mi pare che tali proposte meritino una riflessione ed un approfondimento. Ne va della vita: la sicurezza non è una questione di destra o di sinistra! Ma come si fa a sostenere che se un poliziotto registra che una persona che guida il camion non ha fatto un'ora di riposo gli si possa dire di proseguire tranquillamente il viaggio?
Onorevole Ministro, mi dispiace che vi sia una sua tale insensibilità e chiusura. SiPag. 76tratta di proposte di buon senso per la sicurezza pubblica che non hanno colore politico. In tutta l'Unione europea è stato riscontrato che gran parte degli incidenti avvengono a causa del mancato riposo. Quando il TIR vola sull'autostrada e travolge le automobili è perché l'autista, poveretto, ha fatto più ore di quelle che la natura umana possa consentire! Quindi mi appello di nuovo alla Commissione e al Ministro affinché si rifletta su tali proposte emendative.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, a proposito della simmetria tra il testo dei suoi emendamenti e la posizione espressa sull'ordine del giorno dal Governo devo di nuovo rilevare che è materia su cui può fare valutazioni critiche di carattere politico, ma per principio generale, non è accettabile che un ordine del giorno produca effetti preclusivi del libero voto della sovrana Camera in successive sedi. Quindi devo confermare l'orientamento della Presidenza. Può formulare censure politiche, ma non può formulare rilievi di carattere procedurale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 9.111, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 9.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 9.107, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 443
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 438
Hanno votato no 5).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole e che è stato segnalato che la deputata Mondello non è riuscita a votare.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato ad altra seduta.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Ricordo che alle ore 12 di domani, mercoledì 20 giugno 2007, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai deputati.
Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 20 giugno 2007, alle 9,30:
(ore 9,30 e al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata)
Pag. 771. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (2480-A/R).
- Relatore: Meta.
2. - Seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00050, Volontè ed altri n. 1-00161, Migliore ed altri n. 1-00178, Ranieri ed altri n. 1-00179, Zacchera ed altri n. 1-00180 e De Zulueta ed altri n. 1-00181 sul rilancio del processo di integrazione e sull'allargamento dell'Unione europea.
3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1496-B).
- Relatore: Folena.
4. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001 (1874-A).
- Relatore: Marcenaro.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2004 (2069).
- Relatore: Paoletti Tangheroni.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'India, fatto a Roma il 13 maggio 2005 (2071-A).
- Relatore: Mattarella.
5. - Seguito della discussione della proposta di legge:
FRANCESCHINI ed altri: Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali (1318-A).
- Relatore: Violante.
6. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (2161-A);
e delle abbinate proposte di legge: PEDICA ed altri; NICOLA ROSSI ed altri; LA LOGGIA e FERRIGNO (1505-1588-1688).
- Relatore: Giovanelli.
7. - Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169 e Froner ed altri n. 1-00175 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
(ore 15,15)
8. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 19,05.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2480-A/R - em. 01.02 | 379 | 375 | 4 | 188 | 151 | 224 | 89 | Resp. |
2 | Nom. | em. 01.04 | 414 | 407 | 7 | 204 | 171 | 236 | 86 | Resp. |
3 | Nom. | em. 01.030 | 414 | 410 | 4 | 206 | 170 | 240 | 86 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.100 | 409 | 403 | 6 | 202 | 242 | 161 | 84 | Appr. |
5 | Nom. | em. 1.101 | 392 | 387 | 5 | 194 | 158 | 229 | 83 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.103 | 393 | 289 | 104 | 145 | 289 | 83 | Appr. | |
7 | Nom. | em. 2.100 | 400 | 364 | 36 | 183 | 133 | 231 | 82 | Resp. |
8 | Nom. | em. 2.101 | 417 | 412 | 5 | 207 | 175 | 237 | 82 | Resp. |
9 | Nom. | em. 2.200 | 423 | 417 | 6 | 209 | 410 | 7 | 82 | Appr. |
10 | Nom. | articolo 2 | 412 | 402 | 10 | 202 | 231 | 171 | 82 | Appr. |
11 | Nom. | em. 3.104 | 426 | 280 | 146 | 141 | 36 | 244 | 82 | Resp. |
12 | Nom. | em. 3.102 | 406 | 402 | 4 | 202 | 161 | 241 | 82 | Resp. |
13 | Nom. | em. 3.103 | 433 | 422 | 11 | 212 | 72 | 350 | 82 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo agg. 4.0100 | 451 | 429 | 22 | 215 | 182 | 247 | 80 | Resp. |
15 | Nom. | articolo agg. 4.05 | 438 | 432 | 6 | 217 | 196 | 236 | 80 | Resp. |
16 | Nom. | articolo agg. 4.0200 | 433 | 429 | 4 | 215 | 428 | 1 | 80 | Appr. |
17 | Nom. | em. 5.100 | 428 | 425 | 3 | 213 | 185 | 240 | 80 | Resp. |
18 | Nom. | em. 5.10 rif. | 426 | 422 | 4 | 212 | 421 | 1 | 79 | Appr. |
19 | Nom. | articolo 5 | 431 | 305 | 126 | 153 | 303 | 2 | 79 | Appr. |
20 | Nom. | articolo 6 | 435 | 323 | 112 | 162 | 321 | 2 | 79 | Appr. |
21 | Nom. | articolo agg. 6.023 | 436 | 292 | 144 | 147 | 292 | 79 | Appr. | |
22 | Nom. | em. 7.1 | 441 | 438 | 3 | 220 | 193 | 245 | 79 | Resp. |
23 | Nom. | em. 7.102 | 404 | 400 | 4 | 201 | 170 | 230 | 79 | Resp. |
24 | Nom. | em. 7.5 | 436 | 431 | 5 | 216 | 191 | 240 | 79 | Resp. |
25 | Nom. | em. 7.7 | 439 | 425 | 14 | 213 | 180 | 245 | 79 | Resp. |
26 | Nom. | em. 7.103 | 436 | 429 | 7 | 215 | 292 | 137 | 79 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 7.8 | 426 | 417 | 9 | 209 | 51 | 366 | 79 | Resp. |
28 | Nom. | em. 7.11 | 434 | 425 | 9 | 213 | 18 | 407 | 79 | Resp. |
29 | Nom. | em. 7.12 | 442 | 438 | 4 | 220 | 185 | 253 | 79 | Resp. |
30 | Nom. | em. 7.15 | 435 | 426 | 9 | 214 | 180 | 246 | 79 | Resp. |
31 | Nom. | em. 7.17 | 440 | 434 | 6 | 218 | 151 | 283 | 79 | Resp. |
32 | Nom. | em. 7.104 | 442 | 440 | 2 | 221 | 189 | 251 | 79 | Resp. |
33 | Nom. | em. 7.100 | 436 | 433 | 3 | 217 | 196 | 237 | 79 | Resp. |
34 | Nom. | articolo 7 | 445 | 427 | 18 | 214 | 412 | 15 | 79 | Appr. |
35 | Nom. | articolo agg. 7.01 | 454 | 448 | 6 | 225 | 210 | 238 | 79 | Resp. |
36 | Nom. | articolo agg. 7.030 | 455 | 453 | 2 | 227 | 201 | 252 | 79 | Resp. |
37 | Nom. | em. 8.2 | 442 | 442 | 222 | 192 | 250 | 79 | Resp. | |
38 | Nom. | em. 9.108 | 433 | 428 | 5 | 215 | 427 | 1 | 79 | Appr. |
39 | Nom. | em. 9.106 | 434 | 430 | 4 | 216 | 185 | 245 | 79 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 49 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 9.105 | 437 | 433 | 4 | 217 | 184 | 249 | 79 | Resp. |
41 | Nom. | em. 9.104 | 442 | 436 | 6 | 219 | 428 | 8 | 79 | Appr. |
42 | Nom. | em. 9.109 | 423 | 417 | 6 | 209 | 148 | 269 | 79 | Resp. |
43 | Nom. | em. 9.103 | 427 | 425 | 2 | 213 | 423 | 2 | 79 | Appr. |
44 | Nom. | em. 9.110 | 434 | 424 | 10 | 213 | 79 | 345 | 79 | Resp. |
45 | Nom. | em. 9.102 | 431 | 430 | 1 | 216 | 427 | 3 | 79 | Appr. |
46 | Nom. | em. 9.101 | 438 | 433 | 5 | 217 | 187 | 246 | 79 | Resp. |
47 | Nom. | em. 9.111 | 446 | 443 | 3 | 222 | 167 | 276 | 79 | Resp. |
48 | Nom. | em. 9.112 | 449 | 449 | 225 | 194 | 255 | 79 | Resp. | |
49 | Nom. | em. 9.107 | 444 | 443 | 1 | 222 | 438 | 5 | 79 | Appr. |