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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 173 di mercoledì 20 giugno 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
La seduta comincia alle 9,40.
GIUSEPPE MORRONE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonelli, Brugger, Donadi, Fabris, Gamba, Landolfi, Lucà, Meloni, Oliva, Rugghia, Sgobio, Villetti ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (A.C. 2480-A/R) (ore 9,41).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo votato l'emendamento Lovelli 9.107. Ricordo altresì che sono state accantonate le seguenti proposte emendative: con riferimento all'articolo 1, Gianfranco Conte 01.0100, Leone 0.01.0200.1, 01.0200 della Commissione, Fabris 1.5, Beltrandi 1.104, nonché la votazione dell'articolo 1 e l'articolo aggiuntivo Fabris 1.06; con riferimento all'articolo 3, Fabris 3.9, nonché la votazione dell'articolo 3; con riferimento all'articolo 4, gli identici Leone 4.4 e Gibelli 4.102, 4.300 del Governo, nonché la votazione dell'articolo 4; con riferimento all'articolo 8, Zeller 8.9, nonché la votazione dell'articolo 8; con riferimento all'articolo 9, l'emendamento 9.300 del Governo, nonché la votazione dell'articolo 9.
Avverto che la Commissione ha testé presentato ulteriori proposte emendative il cui testo è in distribuzione. Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato alle 10,30.
Avverto, inoltre, che il gruppo Popolari-Udeur ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento. Secondo la prassi consentirò per ciascun emendamento, ove richiesto, un breve intervento a nome del predetto gruppo, attingendo ai tempi riservati agli interventi a titolo personale.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,42).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori (ore 9,43)
MAURO PILI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. La ringrazio, Presidente.
Colgo l'occasione della presenza del Ministro competente per materia, Alessandro Bianchi, per ricordare a lei, Presidente, che lunedì mattina ho chiesto al Presidente della Camera di attivarsi per ottenere un'informativa urgente del Governo relativamente ad un gravissimo incidente ferroviario, accaduto in Sardegna il 15 giugno scorso, nel quale hanno perso la vita tre persone, di cui una straniera. Credo sia assolutamente indispensabile che il Governo mantenga l'impegno di fornire un'informativa urgente su un tema così delicato e, quindi, reitero questa richiesta affinché il Governo possa darci una risposta.
PRESIDENTE. Attesa la presenza del ministro Bianchi, e acquisito il consenso del presidente della competente Commissione, la Presidenza della Camera, raccogliendo l'istanza assolutamente motivata testé posta, conviene che l'informativa urgente abbia luogo in Commissione la prossima settimana.
Si riprende la discussione (ore 9,45).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,05.
La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,10.
PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 9.300, nonché un articolo aggiuntivo riferito all'articolo 10; i relativi testi sono in distribuzione.
Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato per le ore 11.
Chiedo, dunque, al relatore quali indicazioni intenda dare in merito al proseguimento dei lavori dell'Assemblea.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Si potrebbe riprendere l'esame dall'articolo 9, Presidente. Ovviamente, limitatamente al solo articolo aggiuntivo.
(Ripresa esame dell'articolo 9 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Riprendiamo, dunque, l'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 1).
Ricordo che non possiamo passare all'esame dell'emendamento 9.300 (Nuova formulazione) del Governo non essendo ancora decorso il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti.
Invito pertanto il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02.
MICHELE POMPEO META, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 1, sostituire le parole «nettezza urbana» con le parole «raccolta e compattazione rifiuti in ambito urbano».
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal relatore.
ANTONIO ATTILI. Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 295
Votanti 245
Astenuti 50
Maggioranza 123
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 1
Sono in missione 72 deputati).
Prendo atto che gli onorevoli Vico e Vichi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda fornire in merito al proseguimento dei lavori dell'Assemblea.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Si potrebbe passare all'esame dell'articolo 10.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 2).
Ricordo che non potremo passare all'articolo aggiuntivo 10.0300 del Governo fino a quando non sarà scaduto il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Beltrandi 10.3, Uggè 10.6, Zeller 10.109, Uggè 10.13, Zeller 10.105, Palomba 10.118, Beltrandi 10.102, Zeller 10.114, Zeller 10.112, Olivieri 10.107, Palomba 10.117, Zeller 10.113, Beltrandi 10.103 e Olivieri 10.121.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Lovelli 10.100 e 10.101; il parere è altresì favorevole sull'emendamento Bonelli 10.115 a condizione che venga riformulato.
La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Zeller 10.106, Beltrandi 10.34, Uggè 10.104, Zeller 10.110, Olivieri 10.108, Zeller 10.111, Bonelli 10.116 e Baldelli 10.120.
La Commissione, infine, esprimerebbe parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Cancrini 10.030 a condizione che venisse riformulato. Ma, poiché a tale riguardo il Governo ha presentato un proprio articolo aggiuntivo, la Commissione formula un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Naturalmente, qualora gli inviti al ritiro non venissero accolti, il parere si trasformerebbe in contrario.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 10.3.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, non accedo all'invito al ritiro, insisto per la votazione del mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Do atto alla Commissione, al relatore ed al Ministro di aver accettato di ridurre le sanzioni nel caso di guida in stato di ebbrezza e di aver svolto, sul tema, un lavoro molto importante e positivo. Eppure, proprio riconoscendo tale lavoro positivo, con il mio emendamento propongo semplicemente diPag. 4eliminare l'incremento delle sanzioni in caso di incidente, rispetto alla situazione in cui un incidente non vi sia. Non riesco a cogliere la ratio della previsione di un'aggravante in caso di incidente, come se la pericolosità di un comportamento variasse se, magari per ragioni fortuite, dovesse verificarsi l'incidente o se invece ciò non dovesse accadere.
Propongo, quindi, di mantenere invariate le sanzioni, come già in precedenza ridotte, e di eliminare l'aggravante in caso di incidente, che è un criterio che non riesco minimamente a comprendere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 353
Votanti 344
Astenuti 9
Maggioranza 173
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 305).
Passiamo all'emendamento Uggè 10.6.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, insisto per la votazione del mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, nel corso del dibattito abbiamo più volte evidenziato come si sia tentato di dare una risposta ai problemi di sicurezza della gente elevando in modo spropositato le sanzioni e modificando e introducendo alcune normative innovative - per taluni versi positive, per altri meno -, ma soprattutto si è cercato di trasmettere all'opinione pubblica l'idea (che non può essere condivisa da noi) che attraverso una mera politica di inasprimento delle sanzioni si possa realizzare, nel nostro paese, una grande operazione di sicurezza.
Non è così: questa è un'operazione solo di immagine e tutti sappiamo bene cosa accadrà. Se, dopo un mese dall'introduzione delle nuove normative, non saranno realizzati i controlli sulle strade e non saranno poste in essere le azioni indispensabili che si accompagnano a sanzioni certe ed applicabili - con l'intervento di coloro che sono chiamati a verificare i comportamenti sulle strade - rischieremo ancora una volta di compiere un'operazione che riporterà alla memoria le gride manzoniane, ma che non produrrà alcun risultato.
Il senso del mio emendamento cerca di creare una discriminante: sembra esagerato che un conducente, solo perché sorpreso con un tasso alcolemico superiore di 0,1 rispetto alla soglia fissata, debba essere arrestato. Inserire, quindi, le parole «con danni alle persone» laddove si determini un incidente, ci sembra sicuramente più spiegabile e risponde alla logica di introdurre le sanzioni con gradualità. Perciò ci permettiamo di evidenziare tale aspetto e raccomandiamo una valutazione attenta prima di esprimere un voto negativo.
Riteniamo, sì, necessario prevedere sanzioni severe, ma per coloro che mettono in pericolo la sicurezza altrui; non certamente nell'ipotesi che un soggetto beva solo mezzo bicchiere di vino in più - e il suo tasso alcolemico passi da 0,5 a 0,6 - senza causare alcun incidente. Punirlo addirittura con l'arresto ci sembra esagerato e, soprattutto, risponde ad una logica che non ci sentiamo di condividere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 10.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 367
Votanti 365
Astenuti 2
Maggioranza 183
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 198).
Prendo atto che la deputata D'Antona ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.109.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. Signor Presidente, abbiamo presentato una serie di emendamenti per ridurre ad equità le sanzioni proposte con il provvedimento in esame. Una cosa sia chiara: anche noi condividiamo l'esigenza di punire, anche severamente, chi guida in stato di ebbrezza, però occorre che le sanzioni siano ragionevoli.
Condividiamo la previsione della sanzione penale dell'arresto, dell'ammenda da 500 a 2000 euro, della sospensione della patente da uno a tre mesi, attualmente prevista, dell'obbligo per i soggetti coinvolti di sottoporsi ad esami medici ed a controlli psicologici, ma ciò che appare totalmente illogico ed assurdo, a nostro parere, è aumentare la sospensione della patente, in questi casi, da tre mesi ad un anno. Potrebbe capitare, infatti, a chiunque di essere fermato con un tasso alcolemico pari a 0,6 grammi per litro; coloro ai quali ciò accade non sono sicuramente delinquenti.
Stabilire, quindi, in questi casi, la sanzione della sospensione della patente da tre mesi a un anno comporterebbe, come possiamo immaginare, gravi danni per i padri di famiglia in Italia ai quali verrebbe impedito di guidare per un periodo così lungo.
Nel caso in cui, poi, lo stesso soggetto compia più violazioni in un biennio, è prevista addirittura la sanzione della revoca della patente. Ciò mi sembra francamente eccessivo.
In nessun altro Paese dell'Unione europea si prevedono sanzioni così severe. Credo che le sanzioni attuali o anche leggermente inasprite - così come ho spiegato in precedenza - potrebbero essere sufficienti. Gli eccessi, invece, non sono assolutamente tollerabili e ci portano al di fuori dei livelli previsti nell'ambito dell'Unione europea.
Chiediamo controlli severi, ma gli eccessi non sono assolutamente condivisibili.
Chiedo, pertanto, ai colleghi di riflettere anche sugli emendamenti seguenti, perché le previsioni del provvedimento in esame ci portano davvero fuori dall'Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo anche io per sottolineare con convinzione le affermazioni del collega che mi ha preceduto, in quanto sono stato coinvolto da diverse persone che hanno segnalato tale discordanza logica.
Un conto è sanzionare, un altro è punire senza tener conto di circostanze attenuanti - che molto spesso non sono nemmeno attenuanti - che di fatto hanno determinato un tasso alcolemico minimo, come può capitare a tutti.
Uno dei disguidi e dei controsensi del provvedimento in esame, che mi pare punti troppo sulla repressione e sulla repressione anziché sulla prevenzione, è proprio quello di creare delle fattispecie che prescindono totalmente dalla vicenda quotidiana di ognuno di noi.
Su questo fatto particolare ci si misura quotidianamente - lo dicevo prima - con persone che si trovano ad essere accusate di infrazioni che poi non sono tali. Invito, pertanto, anch'io l'Assemblea a tenere conto di questa particolare fattispecie che può coinvolgere anche uno di noi che sicuramente non guidi in stato di ebbrezza.Pag. 6
Basta un'interpretazione particolarmente rigida della norma - ed a volte succede, perché in questo Paese si sta esagerando con la repressione anche quando non è dovuta - perché si creino delle disfunzioni, che provocano e aggravano quei problemi che in teoria si vorrebbero risolvere.
Credo, pertanto, che siano opportune un po' più di saggezza e di comprensione della realtà, evitando di nascondersi nella norma astratta, che spesso non risolve il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Intervengo semplicemente per evidenziare il problema dell'ampio margine di discrezionalità attribuito alla pubblica amministrazione nell'erogazione della sanzione accessoria.
In sostanza, può accadere che, per lo stesso episodio, in una provincia venga irrogata la sanzione accessoria della sospensione della patente per tre mesi, mentre in un'altra provincia venga irrogata per un anno.
Pertanto, devo dire che non sono molto d'accordo con le considerazioni svolte dall'onorevole Zeller, circa la riduzione dell'ammontare della pena, ma quantomeno sarebbe utile restringere la forbice. Non vi sono emendamenti in proposito, però il problema è proprio questo: evitare che, a fronte di situazioni identiche, vi siano provvedimenti amministrativi completamente differenti.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO COSTA. Fra tre mesi e un anno vi è una bella differenza!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, intendo commentare alcune affermazioni fatte in precedenza da alcuni colleghi. A me sembra che si viva e si affronti in maniera schizofrenica la grandissima e preoccupante questione degli incidenti dovuti alla guida in stato di ebbrezza.
Forse è opportuno ricordare a tutti i colleghi il numero di morti che ogni anno si verifica nel nostro Paese, a causa di una guida non corretta, sotto gli effetti di sostanze alcoliche e di sostanze stupefacenti. Nell'ultimo anno in cui è stato possibile accertare il dato, abbiamo contato 322.225 vittime, di cui 5.625 decedute. Tale è il quadro, grave ed allarmante, che stiamo affrontando. Di queste oltre 5.600 vittime, più di mille sono giovani fra i diciotto e i ventiquattro anni - cari colleghi - più di mille!
È possibile che ogni domenica mattina dobbiamo commentare queste stragi, che periodicamente si ripetono ogni fine settimana - e le commentiamo con grave allarme - e poi, quando dobbiamo decidere come riuscire, in qualche modo, a prevenirle, ci dividiamo sull'argomento? Penso che dobbiamo affrontare tale questione con serietà, con grande senso di responsabilità, e dobbiamo adeguarci agli altri Paesi europei, dove si è fatto molto di più, rispetto a quanto si è fatto in passato nel nostro Paese, per ridurre il numero degli incidenti e delle vittime della strada. Il nostro è il Paese europeo dove si è riusciti a ridurre di meno il numero di vittime e di morti a causa di incidenti stradali e - lo sappiamo e lo ripeto - gran parte di essi sono dovuti agli effetti dell'ebbrezza e della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, lo affermavo in precedenza: la filosofia che abbiamo cercato di introdurre era di prevedere una certa gradualità, introducendo cioè alcuni step attraverso i quali la sanzione potesse essere rapportata alla gravità dell'accaduto. Ovviamente, non essendo stata accettata tale impostazione,Pag. 7non possiamo che esprimere voto favorevole su questo emendamento presentato dal collega Zeller, perché riteniamo che risponda a tale logica: almeno riduciamo il periodo di sospensione della patente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto. Evidentemente, non si è seguito tutto il provvedimento. Quando si parla in Assemblea e si pronunciano alcune frasi, queste ultime dovrebbero essere raccolte e, soprattutto, meditate.
Come affermava poc'anzi il collega Uggè, abbiamo presentato una serie di emendamenti, tentando di dare ordine e logica, con una gradazione, a tutto il volume sanzionatorio, sia pecuniario sia riguardante le sanzioni amministrative accessorie, per quanto concerne ovviamente l'applicazione del codice della strada.
Mi rendo conto, anche dalle affermazioni che sto ascoltando e dalle sollecitazioni che vengono rivolte da alcuni colleghi, che impostare la sicurezza stradale solo attraverso la sanzione certamente non risolve il problema. La sola sanzione o l'inasprimento della sanzione non risolvono la questione e non creano alcuna deterrenza per quanto riguarda il problema della sicurezza e della prevenzione stradale. Non c'è dubbio che il disegno di legge del Governo rappresenta un impegno per trovare una soluzione, ma già in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento, prima della sospensione dei lavori dovuta alle elezioni amministrative, ne avevamo anche rilevato alcuni limiti e insufficienze sul piano logico e dell'impostazione filosofica. Stiamo tentando di migliorare il provvedimento in esame, per evitare la confusione e soprattutto le spinte di parte che provengono dalle variegate sensibilità che ci sono anche in quest'aula.
Il problema - signor Ministro, mi rivolgo a lei - è attuare e realizzare il controllo sul territorio. Possiamo, infatti, elevare la sanzione per il tasso alcolico dello 0, 1 o dello 0, 2 per cento, ma se non c'è un controllo sul territorio - non mi riferisco soltanto alle forze di polizia, ma anche agli strumenti tecnologici di rilevazione - certamente tutto ciò si riduce ad un mero annuncio inefficace, soprattutto effimero e sterile. Ritengo che dovremmo fare un discorso serio, perché anche se potremmo riscontrare alcune difficoltà nella discussione c'è il rischio di aggravare e di appesantire di norme e di sanzioni il provvedimento senza raggiungere l'obiettivo. La sanzione, di per se stessa, è efficace per ridurre il rischio della sicurezza stradale, ma non è tutto. Ritengo che questa dovrebbe essere la riflessione che dovremmo fare seriamente, altrimenti approveremmo il provvedimento in esame, come è stato fatto anche in passato, senza alcun convincimento, senza alcuno slancio, facendo prevalere la trattativa: un mese in più, due mesi, tre mesi, quattro mesi in più, così sacrificando la certezza dell'applicazione della sanzione: oggi manca la certezza dell'applicazione della sanzione! Ritengo che questo sia il discorso vero sul quale il Governo, e in particolare il Ministro dei trasporti e il Ministro dell'interno, dovrebbero dirci qualcosa in termini seri, e non limitarsi a mandare i funzionari a seguire dall'esterno la normativa, senza dirci cosa fa il Ministero dell'interno concretamente per quanto riguarda il controllo del territorio. Gli stessi concessionari delle autostrade dovrebbero spiegarci perché non investono i loro profitti nella sicurezza stradale, anche attraverso i sistemi tecnologici cui poc'anzi mi riferivo.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la invito a concludere.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, concludendo, preannunzio che il voto del mio gruppo sull'emendamento Zeller 10.109, per le argomentazioni che ho esposto, sarà di astensione e ciò esprime la nostra perplessità rispetto ad un impianto normativo che non è né esaustivo né soddisfacente.
Pag. 8PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, è un po' un'abitudine della Camera dei deputati avviare con una certa determinazione l'esame di certi fenomeni per poi, di colpo, rinunciare allo slancio iniziale. Sul tema dell'alcool, della droga e del fumo dovremmo essere determinati, perché rappresentano un problema: non è che uno dice bevo un bicchiere e basta, fumo una sigaretta solamente quando ne ho voglia (sono uno di quelli che fumano due sigarette al giorno, solo la sera, ma sono un'eccezione e ho impiegato molti anni per arrivare a tale quantità). Le leggi devono tenere conto, nel momento in cui vengono approvate, del contesto sociale.
A nessuno di noi fa piacere, però in questo momento c'è un aumento enorme di incidenti stradali, che colpiscono specialmente i giovani, per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di altre sostanze. È un dato di fatto, che dobbiamo registrare e, allora, credo sia bene far capire che chi vuole guidare - questo è il punto, non la quantità assunta! - non deve toccare il bicchiere dell'alcool! In una comitiva che va in un locale, in un bar, in una discoteca, come avviene nei Paesi del nord Europa - perché fate tutti i «nordici», fate tutti gli uomini e le donne che amano l'Europa del nord, poi, quando dobbiamo recepirne le regole, le poche regole dell'Europa del nord, non siamo capaci di farlo con determinazione - a turno, chi deve guidare non beve, e questa è una regola che viene seguita, perché quando vengono colti non ubriachi, ma che hanno bevuto, pagano pesantemente, così come si richiede nel disegno di legge in esame, che condivido. Credo che anche l'amico Moffa, che sta seguendo con tanta attenzione questo provvedimento, lo condivida.
Quindi, votiamo contro questo emendamento, condividendo la tesi secondo la quale chi ha bevuto e mette a repentaglio la sua vita, quella dei suoi amici e lo sfortunato automobilista che incontra, deve sapere che per un anno non rivedrà la sua patente e, se recidivo, non dovrà più vederla per tutta la vita. Non ci si può dividere in forcaioli e garantisti, perché, vedete, sono tra sono tra coloro, pochi in questo ramo del Parlamento, che non ha condiviso le proposte di Giovanardi sull'orario di chiusura delle discoteche, per una serie di ragioni; però dobbiamo stabilire la regola che in comitiva chi guida rinuncia a bere. Sarebbe anche un modo per passarsi la staffetta, cioè per insegnare che da ragazzo a ragazzo ci si passa la staffetta alla guida, per far capire, in coscienza, che guidare un'automobile non è un gioco, non è una cosa che si può fare senza pensare, che chi guida l'automobile ha un ruolo importante a difesa della vita.
Concludendo, invito a votare contro questo emendamento perché la sanzione del ritiro della patente da tre mesi ad un anno mi sembra un provvedimento congruo e opportuno. Se, eventualmente, si riducesse la percentuale di incidenti dovuti all'uso di alcool, le leggi si potrebbero modificare, ma è sbagliato dare, in questo momento, un segnale in tal senso, con le «stragi del sabato sera», con centinaia di giovani che finiscono sui muretti delle strade o sui pali dell'ENEL e che si giocano la vita tra diciotto e ventuno anni. Qui c'è un Parlamento che...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Buontempo.
TEODORO BUONTEMPO. ...anziché richiamare al senso di responsabilità, abbassa la soglia della pena. Sarebbe un brutto segnale per i nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per annunciare il mio voto favorevole su questo emendamento che va nella linea di una minore rigidità dal punto di vista della sanzione. Credo, infatti, che la deterrenza non sia uno strumento né preventivo néPag. 9risolutivo di un problema. Si possono citare moltissime statistiche, specialmente sui giovani, in un Parlamento in cui, curiosamente, i giovani non sono rappresentati, perché al Senato non possono essere eletti, come previsto dalla Costituzione, ed in questo ramo del Parlamento ve ne sono pochi; comunque la generazione al di sotto dei venticinque anni non è rappresentata. Quindi, ci sarebbe anche tale conflitto di interesse di natura politica. Credo, signor Presidente, che se una persona non riesce a comprendere il deterrente costituito dal perdere la vita sulla strada, non comprende neanche la deterrenza della sospensione della patente o dell'arresto ed altro. Stiamo parlando di aspetti puramente teorici, che comportano una pari sintonizzazione nel sistema del nostro codice della strada, ma sicuramente non risolveranno il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, a titolo personale voterò a favore dell'emendamento Zeller 10.109, perché ritengo che non sia concepibile che possano essere applicati inasprimenti così elevati per le sanzioni che vengono inflitte.
L'ho già detto ieri e lo ripeto: ritengo che sia necessario intervenire sulla prevenzione, ossia sulle infrastrutture, sul controllo sulle strade e sulle autostrade. Non credo che si possa determinare una condizione per diminuire l'incidenza di mortalità sulle strade, semplicemente ed esclusivamente aumentando le sanzioni, sia pecuniarie che non.
Per tale motivo, voterò a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà per un minuto poiché ha già parlato l'onorevole Tassone.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, voterò contro l'emendamento Zeller 10.109, per evidenti ragioni che svilupperò in un intervento successivo e, soprattutto, per una questione di serietà da parte delle forze politiche, che, sia di maggioranza sia di opposizione, debbono essere coerenti con uno dei fenomeni più tragici con cui ci dobbiamo confrontare.
In un prossimo intervento entrerò anche nel merito di una questione, che ritengo rilevante e che è contenuta in questo provvedimento.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di segnalare per tempo la richiesta di intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, le pene che vengono comminate hanno nelle intenzioni di tutti una funzione soprattutto deterrente. Non credo che la deterrenza aumenti se la patente verrà ritirata fino a un anno, anziché fino a tre mesi. La paura consiste nel ritiro della patente: che sia per due mesi o per tre mesi, ai fini della deterrenza, non fa una grande differenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente condivido le motivazioni addotte dall'onorevole Baldelli, perché ritengo che in una Camera in cui - come diceva, appunto, l'onorevole Baldelli - i giovani sono relativamente poco rappresentati, questo concetto di deterrenza possa essere poco funzionale allo scopo. È meglio concentrarsi sulla prevenzione, e cioè sul miglioramento delle strutture viarie, che sono assolutamente insufficienti e, al limite, sul controllo (Commenti del deputato Giovanardi). Vedo che mi indica, onorevole Giovanardi, su questo argomento, perché ho una visione completamente diversa dalla sua; spero legittimamente!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, la prego...
Pag. 10GIORGIO JANNONE. Spero che questo dialogo possa essere molto utile e proficuo. Non credo che la repressione possa essere utile. Abbiamo una visione diversa, forse conosciamo in modo diverso il mondo dei giovani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, rispetto l'opinione dei colleghi, ma sostenere che la deterrenza sia inutile è una «giaculatoria» interminabile (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia)! Sarebbe più facile eliminare dai nostri codici ogni sorta di sanzione, sia amministrativa sia penale!
Non riesco a comprendere: se si ritiene che il tasso alcolico vietato sia troppo elevato, lo si modifichi e lo si diminuisca; oppure se è troppo basso, lo si elevi. Ma una volta che si sia accertato il superamento di quel tasso, si è compiuta una infrazione gravissima! Abbiamo tutti figli, siamo conducenti di autovetture: guidare ad un tasso alcolemico che oggettivamente è ritenuto - se è ritenuto - troppo alto, è gravissimo. Pone in essere una situazione di potenziale pericolo, per cui la sospensione della patente di tre mesi è assolutamente corretta! Questo dice il mio buonsenso, ma il mio buonsenso non deve certo far legge per quello altrui!
Per questo motivo, voterò senz'altro contro l'emendamento che è stato proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per condividere e sottoscrivere l'emendamento Zeller 10.109. La prevenzione - colleghi - è una cosa seria, che andrebbe fatta partendo dalle scuole, dalla famiglia, dalla collettività. L'inasprimento delle pene non apporta grandi risultati.
Taluno dice che tre mesi sono nulla, mentre un anno è molto; ma è necessario anche considerare come si usa la patente.
Un anno senza patente, per chi lavora con l'auto, significa un anno di disoccupazione. Prestate attenzione: il limite di tasso alcolemico dello 0,5 - l'ebbrezza alcolica - significa bere due coppette di vino o di champagne, due sole! Nel momento in cui si è bevuta una bibita con le bollicine, il tasso alcolemico è subito superiore allo 0,5, dopo mezz'ora scende nuovamente. Pertanto, bisogna anche vedere il momento in cui si viene controllati. I limiti, quindi, vanno visti e modificati anche nel senso di considerare un tasso alcolemico che sia tale da alterare le capacità psicoattitudinali. Non è un numero! Esso, infatti, dipende anche dal peso, da quanta acqua si è bevuta o quanto cibo si è ingerito! Ci sono troppe variabili che dobbiamo tenere in considerazione.
Non stiamo parlando di ubriachi, stiamo parlando dello 0,51! Un tasso alcolemico dello 0,50 - quando usciamo da un ristorante e abbiamo bevuto due bicchieri di vino - lo abbiamo tutti! Tutti coloro, qui presenti, che non sono astemi, superano quel limite. Pertanto, ripeto, dobbiamo lavorare e legiferare per il Paese reale, non per il Paese teorico!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo per confermare tutto ciò che è stato detto dal collega Barani. La proporzionalità è la dirimente in questa vicenda.
Quando ragioniamo di safety, dobbiamo considerare che chi è chiamato a far applicare le norme non ha un'elasticità tale da determinare se in quel dato momento il tasso alcolemico sia più o meno alto, in modo da poter applicare la normativa con la dovuta cautela. Ci troviamo in una condizione che, indipendentemente dal tasso alcolemico, punisce il cittadinoPag. 11con una sanzione gravissima. Personalmente, ritengo che necessitava un atteggiamento diverso in considerazione sia dei valori, sia della sanzione stessa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, anch'io voterò a favore di questo emendamento, in quanto ritengo che le norme che sanzionano comportamenti non rispondenti alle regole, debbano comunque avere un'impostazione non vessatoria.
Per rispondere a quello che è il comune sentire, oltre che ai principi di ragionevolezza, le sanzioni previste in questo provvedimento, non soltanto per ciò che riguarda il comma in questione, mi sembrano eccessive e irragionevoli. Bisogna agire con una grande capacità di prevenzione, che significa far crescere prima di tutto il senso civico dei cittadini! Non possiamo avere una società che indica certi obiettivi di comportamento, certi miti, e poi pensare di risolvere il problema semplicemente applicando una sanzione-capestro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 405
Astenuti 10
Maggioranza 203
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 267).
Prendo atto che i deputati Buontempo e Nicchi hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Saluto le ragazze e i ragazzi volontari che prestano servizio presso il policlinico militare Celio di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Uggè 10.13.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.105.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 29
Hanno votato no 382).
Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Gelmini ha segnalato di non essere riuscita a votare e che è stato segnalato che il deputato Paniz non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Palomba 10.118.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, prima di decidere se esercitare o meno la facoltà del ritiro del mio emendamento, desidero fornire e, soprattutto, chiedere una spiegazione.Pag. 12
Se la ritualità dei lavori qui alla Camera avesse previsto l'esame del mio emendamento prima del precedente, forse vi sarebbero stati elementi ulteriori per decidere se la previsione della sanzione dovesse rimanere o meno. Ci troviamo in una fase in cui si sta mettendo in campo una manovra complessiva, che presenta aspetti sia sanzionatori sia di prevenzione. Ritengo sia giusto inasprire le sanzioni principali, secondarie ed accessorie. Tuttavia, ritengo altresì necessario curare tutti gli aspetti della prevenzione.
L'emendamento in discussione si colloca proprio nel segmento della prevenzione, ed è stato presentato da un deputato della maggioranza che non desidera porsi contro il Governo, ma contribuire al miglioramento del testo del provvedimento al nostro esame sotto il profilo della prevenzione. Come detto, se tale emendamento fosse stato discusso prima del precedente, sarebbe stato evidente che è importante comprendere se la sanzione, o il suo inasprimento, si collochi in una prospettiva di maggiore coscienza e capacità di controllare lo stato alcolico in cui ci si può trovare quando si è alla guida. L'emendamento si colloca proprio in tale segmento, quello cioè di fornire un aiuto all'autocontrollo e alla verifica di quale sia la situazione personale del conducente al momento in cui si mette alla guida di un veicolo. Si comprende facilmente quale importanza educativa possa rivestire nei confronti dei giovani che si mettono alla guida avere in auto uno strumento come l'etilometro al fine di misurare il tasso alcolico e verificare se superano la soglia consentita e, pertanto, fermarsi il tempo necessario (mezz'ora, un'ora) e ricontrollarlo successivamente. È uno strumento che consente anche alle altre persone di controllare, prima di accettare un passaggio in macchina, il tasso alcolico del conducente. Inoltre, è uno strumento di aiuto anche per i cittadini normali, per noi parlamentari e professionisti, cittadini ordinari, che la sera andiamo in pizzeria con i colleghi, gli amici e le famiglie e desideriamo comprendere se, al momento della guida in macchina, ci troviamo in condizioni ottimali per guidare, cioè entro il tasso dello 0,50.
Con il mio emendamento chiedo proprio che tra le dotazioni di bordo obbligatorie a tutela della sicurezza sia previsto l'etilometro, uno strumento che serve per la misurazione del tasso alcolemico.
Vorrei comprendere per quale ragione tale emendamento non sia ritenuto valido. Lo stesso codice della strada già prevede l'obbligo di altre dotazioni di bordo. Un tempo era previsto solo il triangolo, attualmente anche il giubbotto rifrangente, da indossare, quando ci si ferma. Non comprendo per quale motivo, tale piccolo strumento, che aiuta a capire se ci si metta in macchina in condizioni di non ebbrezza alcolica, non sia ritenuto necessario tra le dotazioni di bordo. Non mi riferisco all'aumento delle dotazioni delle Forze dell'ordine, bensì ad uno strumento funzionale alla repressione, necessario per la prevenzione, affinché ciascun guidatore possa preventivamente essere in condizione di capire quale sia la sua situazione sotto il profilo del tasso alcolico. Mi sembra un po' poco affermare che ciascuno possa eventualmente volontariamente tenere in macchina tale strumento. Ritengo, invece, importante contribuire all'autocoscienza e all'autocontrollo, rendendo obbligatoria la presenza a bordo di tale strumento di prevenzione.
PRESIDENTE. Onorevole Palomba, non ha detto se acceda o meno all'invito al ritiro. O forse sono io che mi sono distratto?
FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, non si è distratto. Ho detto che vorrei una spiegazione delle ragioni per le quali è stato formulato l'invito al ritiro, dopo di che eserciterò volentieri tale facoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, faccio notare ai colleghi che stiamoPag. 13parlando di un argomento che negli ultimi quattro anni è costato al nostro Paese - è quanto emerso nel corso della giornata internazionale per la sicurezza stradale - tanti ragazzi morti quanti sono i soldati americani deceduti in Iraq. Nel corso della guerra in Iraq, gli Stati Uniti hanno avuto 3.300 morti; in Italia negli ultimi quattro anni, nelle cosiddette stragi del sabato sera, si è registrato lo stesso numero di morti. Questa è l'entità del fenomeno di cui stiamo parlando: ci costa più di una guerra!
Ringrazio i colleghi e non solo, ma anche Fiorello, la trasmissione radiofonica Zapping e alcuni giornali, che hanno collaborato a fine aprile per attirare l'attenzione sul fenomeno. Colleghi, se controllate le statistiche dell'osservatorio nazionale vi accorgerete che per due sabati consecutivi, a fine aprile, la mortalità è crollata, così come la traumatologia. L'interesse mediatico, le iniziative dei comuni, la polizia stradale schierata e i carabinieri davanti alle discoteche hanno infatti svolto un'attività di straordinaria mobilitazione. Purtroppo, se si vanno a vedere i dati di maggio e giugno vi accorgerete che, dopo quel calo temporaneo, la mortalità è esplosa di nuovo. Siamo tornati a livelli di quaranta, cinquanta, sessanta morti a week-end, particolarmente durante la notte e soprattutto a causa di persone che guidano ubriache, sotto l'effetto di droghe o comunque coinvolgendo persone del circuito del fronte del divertimento.
Non capisco come una parte del Parlamento possa opporsi a misure di prevenzione e repressione. Se volete tornare con me a fare il giro delle discoteche fino alle cinque del mattino e a parlare con i giovani, vi accorgerete che essi dileggiano, prendono in giro i politici che non fanno repressione. I giovani non sono cretini, sanno benissimo che la probabilità di vedersi ritirata la patente dopo che si sono ubriacati o drogati è molto teorica in quanto c'è la possibilità di ricorrere al giudice di pace e a varie scappatoie. Per tale motivo irridono ad un Parlamento, ad un'autorità pubblica che fa finta di contrastare tale fenomeno, a differenza di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, dove i giovani sanno che le regole poste sono fatte rispettare.
State parlando di tre mesi di sospensione della patente come sanzione eccessiva e poi volete dare la possibilità a chi guida ubriaco di condannare a morte altre persone: vi rendete conto della sproporzione? Sapete quante persone in questo Paese vengono condannate a morte, uccise da persone ubriache che guidano? C'è chi dice che una persona ha il diritto di stappare dello champagne e della birra? Se qualcuno deve guidare, però, non beva prima! È molto semplice. Ciò si può ottenere attraverso la prevenzione - in questo senso è giusto quanto affermato dal collega Palomba che ha presentato un emendamento in tema di prevenzione - ma anche sulla repressione. Se non c'è una sanzione seria non riusciremo a reprimere il fenomeno. Se al Parlamento va bene che ci siano sei, settemila morti all'anno e qualche centinaia di migliaia di feriti e che tutte le volte che si tenta, in maniera bipartisan, di fare qualcosa di serio ci sono sempre avvocati difensori del lassismo e quindi di manovre inefficienti e inefficaci, a noi ciò non sta bene.
Il gruppo dell'UDC, con grande coerenza non cambia idea, sia quando si trova all'opposizione sia quando fa parte della maggioranza, rispetto a tale fenomeno che va aggredito. È infatti insopportabile che in un Paese civile ci sia una tale mortalità, traumatologia e costi sociali sulla sanità e sull'assistenza così devastanti, per il solo fatto che non si può affrontare un problema che in tanti altri Paesi e nel mondo è stato affrontato con risultati efficaci [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, prima di rispondere all'onorevole Palomba desideroPag. 14fare una considerazione di carattere più generale per dire che il Governo ha perfettamente presente che la strada maestra, quella che potrà produrre maggiori e più incisivi risultati nel campo della sicurezza è quella della prevenzione, tant'è vero che, nell'atto di indirizzo complessivo sulla sicurezza stradale - che ho richiamato anche ieri - approvato dal Governo alla fine di marzo sono previste misure di carattere diverso.
In particolare, sono previste tre misure dedicate alla prevenzione: misure di carattere formativo per i giovani in materia di sicurezza stradale; informazioni, soprattutto all'utenza, per rendere l'utente più sicuro nei suoi spostamenti e, infine, dei controlli. A queste misure si affianca un discorso di regole, che sono quelle alle quali è destinato prevalentemente, anche se non esclusivamente, il provvedimento che stiamo discutendo. Nondimeno, per quanto riguarda il problema della prevenzione, stiamo promuovendo, anche attualmente, programmi di sicurezza stradale nel terzo programma nazionale per la sicurezza con fondi destinati alle amministrazioni locali (regioni, province e comuni), per attuare progetti di sicurezza stradale. Tutto questo va incontro a un sistema di carattere preventivo.
Il problema che invece stiamo trattando in questo momento, con l'emendamento Palomba 10.118, riguarda l'installazione di uno strumento - sicuramente utile - come l'etilometro a bordo dei veicoli. A tale riguardo, posso dire che nel terzo programma di sicurezza stradale abbiamo destinato una somma importante al Ministero dell'interno per l'acquisto di etilometri, da rendere disponibili per il personale che fa controlli sulle strade, installati in postazioni sparse in giro.
Faccio presente che condivido pienamente quanto diceva poc'anzi l'onorevole Giovanardi. Abbiamo fatto un'inchiesta via Internet tra i giovani, chiedendo quali fossero, secondo loro, i provvedimenti da assumere per garantire meglio la sicurezza, soprattutto per quanto concerne il fenomeno delle stragi del sabato sera. La risposta dei giovani, in maniera assolutamente prevalente, è stata quella di avere più controlli, di essere controllati e di essere messi in condizione di non derogare alle regole.
Il discorso dell'etilometro, quindi, è assolutamente importante. Il fatto di renderlo obbligatorio a bordo dell'autoveicolo ovviamente non va contro la sicurezza. Siccome però questa operazione avrebbe un costo - ce l'ha sicuramente e sarebbe in questo caso un costo sociale - riteniamo che in questo momento sia più utile acquistare questi strumenti - ripeto, stiamo investendo risorse per acquistarne migliaia - per metterli a disposizione delle forze di polizia.
Non c'è, quindi, una contrarietà concettuale. C'è un'ipotesi di percorso per la quale, in questo momento, si ritiene più utile una strada piuttosto che l'altra, stante che entrambe comportano dei costi.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci troviamo nella seguente situazione: il collega Palomba, presentatore dell'emendamento 10.118, si era riservato di dire se accettava o meno l'invito al ritiro del proprio emendamento dopo avere ascoltato il Governo. Ho una serie di richieste di intervento su tale emendamento. Non so se il collega Palomba...
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, mi pronuncerò successivamente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi scuso con il collega Palomba, ma sono assolutamente incuriosito dal suo emendamento e non posso comunque non esprimere su di esso contrarietà.
Onorevole Palomba, se il suo emendamento fosse approvato sarebbe come se noi obbligassimo tutti i cittadini italiani ad acquistare delle manette perché qualcuno di essi potrebbe essere un delinquente e, quindi, le manette sarebbero pronte all'uso. Allo stesso modo, sarebbe come se obbligassimo tutti i contribuenti ad acquistarePag. 15un codice di diritto tributario perché così gli evasori potrebbero leggere quali sono le norme che evadono durante la loro vita.
Non si può pensare di obbligare qualunque cittadino abbia un'autovettura a comprare un etilometro e a tenerlo a bordo al fine di effettuare su di sé dei controlli, qualora venga fermato da chiunque! È la polizia, sono le forze dell'ordine che devono essere dotate di questi strumenti. Caricare tutti i cittadini italiani di un costo ulteriore - non ho idea di quanto costi un etilometro perché non mi sono mai posto il problema, nella vita, di acquistarne uno per verificare il mio tasso alcolico -, obbligare tutti i possessori di un'automobile ad acquistare un etilometro e sanzionarli qualora non l'abbiano acquistato, mi sembra un assurdo!
Probabilmente, se qualche cittadino ci sta seguendo via Internet troverà la nostra discussione una perdita di tempo incomprensibile. Questa discussione non c'entra niente con il discorso fatto dall'onorevole Giovanardi: un conto è la prevenzione, un conto è obbligare i cittadini ad avere l'etilometro a bordo delle loro auto.
La risposta del Ministro Bianchi, cioè affermare che l'etilometro deve essere uno strumento in dotazione alle forze dell'ordine, mi pare dia di per sé la visione reale del problema e imponga all'Assemblea di non accogliere l'emendamento in esame, che non ha alcun senso, se non per qualche fabbricante di etilometri.
FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, avrei forse dovuto compiere questo passo prima dell'inopportuno intervento del collega Crosetto, che mi pare non abbia compreso assolutamente lo spirito dell'emendamento da me proposto. Non si capisce perché, se si deve avere il giubbotto obbligatoriamente a bordo, non si possano avere anche altre dotazioni che servono per la prevenzione, in favore dello stesso conducente. Non sono peraltro del tutto soddisfatto della risposta, per cui uno strumento di prevenzione a disposizione dei cittadini diventa uno strumento di controllo e di repressione.
Detto questo, signor Presidente, dal momento che confido comunque nel fatto che il Governo, in un successivo provvedimento più generale, vorrà riconsiderare la questione, sono disposto a presentare un ordine del giorno di contenuto analogo all'emendamento, auspicando che il Governo lo accolga. Ritiro quindi l'emendamento a mia firma 10.118.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 10.102.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. L'emendamento in esame verte sulla disciplina introdotta col cosiddetto disegno di legge Bianchi, di ulteriore penalizzazione per coloro che vengono trovati con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro. Con l'emendamento intendiamo, da una parte, eliminare la disciplina aggravata nel caso in cui vi sia l'incidente, seguendo la stessa logica della proposta emendativa precedente. Continuiamo a non capire per quale ragione se accade un incidente l'automobilista debba essere ulteriormente penalizzato rispetto alla condizione in cui incorre compiendo la stessa violazione del codice della strada, qualora fortuitamente non si verifichi l'incidente. Si tratta di un qualcosa di misterioso, che non si riesce bene a capire a quale logica risponda.
In secondo luogo, non sfugge che l'emendamento in esame complessivamente determina un alleggerimento della sanzione; ci sembra quindi ragionevole, anche rispetto al dibattito che già si èPag. 16svolto in Assemblea, introdurre una rimodulazione, con un minimo di saggezza in più, delle norme e delle pene.
In terzo luogo, proponiamo anche che il fermo amministrativo dell'automobile, che è previsto in questo caso, passi da novanta a sessanta giorni, perché, se si vuole reprimere un comportamento, ciò che è da colpire è l'uso della patente, è colui che è responsabile di tale comportamento. Prendersela con i suoi beni, che magari possono anche venire usati da familiari, è a nostro avviso una cosa che si deve fare il meno possibile. Per tali motivi ci limitiamo a proporre la riduzione del fermo da novanta a sessanta giorni. Si tratta quindi di una moderazione, di un riequilibrio delle sanzioni.
Invito i colleghi, anche del centrodestra, che ho sentito attenti all'esigenza di rivedere le sanzioni, a sostenere l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 421
Astenuti 6
Maggioranza 211
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 375).
Prendo atto che i deputati Laganà Fortugno, Ossorio e Pedica hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.114.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, colgo l'occasione dell'emendamento in esame, che ne segue altri analoghi, per rivolgermi all'Assemblea su una questione che riguarda l'emendamento stesso ma anche il provvedimento nel suo complesso.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 11,05)
ROBERTO VILLETTI. Non condivido la tesi - ero convinto non la condividesse neanche il centrosinistra - per cui l'aumento delle pene di per sé - attenzione: non la repressione - provochi automaticamente la diminuzione dei reati. Se questo fosse vero, ci troveremmo in una situazione in cui, per avere la massima deterrenza, dovremmo ricorrere alla pena di morte.
Uno dei concetti fondamentali espressi da Cesare Beccaria è stato proprio che l'aumento delle pene di per sé non determina una diminuzione dei reati. Se accettiamo che l'aumento delle pene determini la diminuzione dei reati, noi - compagni ed amici della maggioranza di centrosinistra - compiamo una scelta reazionaria. Non conservatrice: reazionaria. Questo dobbiamo saperlo.
Altra cosa è la tolleranza zero, su cui sono perfettamente d'accordo, vale a dire il principio per cui anche i piccoli reati debbono essere sanzionati e non si deve passare sopra alle piccole infrazioni. Si tratta cioè della necessità di avere controlli sul territorio, non di gride manzoniane. Questa - mi permetta, Ministro Bianchi - è una bella grida manzoniana: aumentiamo le pene, duplicandole, triplicandole, quadruplicandole, quintuplicandole, e poi non abbiamo né i mezzi della polizia e dei carabinieri, né gli etilometri e gli altri strumenti tecnologici che servono per effettuare i controlli. Questa, Ministro Bianchi, è propaganda demagogica, e mi meraviglio che lei, che appartiene ad un'areaPag. 17della sinistra, si sia fatto portatore di un provvedimento la cui filosofia interna è reazionaria! Questo dobbiamo sapere, ed è per tali motivi che abbiamo cercato di modificare il provvedimento.
Tenete presente, peraltro, che nella scorsa legislatura - lo dico alla mia maggioranza - ci siamo opposti, con queste mie tesi ed argomentazioni, ad un aggravamento delle pene che - lo riconosco al centrodestra - era di tipo non reazionario ma moderato, riconducibile ad una posizione di destra. Noi, all'epoca, contestammo quella scelta; oggi, invece, facciamo assai peggio di quel che fece allora il centrodestra, poiché avvaloriamo una tesi sulla politica dell'ordine pubblico che non è sostenuta da alcun partito di sinistra in Europa, neppure dal governo Blair, che nei confronti della sicurezza ha avuto una posizione rigidissima.
Un conto è sanzionare e colpire anche la più piccola infrazione, altro conto è imporre pene maggiori. Oggi, infatti, ci stiamo occupando di sicurezza stradale; ma cosa accadrà quando ci occuperemo di pedofilia? Non vi sarà limite alla pena che dovremo stabilire per la pedofilia. E poi vi sarà sempre un reato più grave, ed alla fine aumenteremo le pene per tutti i reati. Vi pare che questa sia una logica sensata per uno schieramento ed una forza di progresso e di innovazione quale deve essere il centrosinistra? Dobbiamo avere un po' di coscienza, onorevoli deputati, di quello che facciamo! Dobbiamo esaminare non solo le questioni tecniche, ma anche l'impostazione di fondo!
Se il centrosinistra va avanti così, la caduta di credibilità nel Paese sarà inevitabile, poiché quando non si fa il proprio mestiere - e il nostro mestiere è quello di una forza progressista e riformatrice - e si scende sul terreno dell'avversario, si perde: e si perde, prima che il consenso, la credibilità.
Richiamo quindi la maggioranza e tutta l'Assemblea - dunque anche l'opposizione, da cui ho sentito parole assai sensate e coraggiose su questo tema - a riflettere a lungo prima di varare un provvedimento in cui vi sono aspetti che urtano davvero contro il buonsenso. Diamo una spinta alla maggiore efficienza degli apparati di sicurezza e a controlli effettivi, e non facciamo gride manzoniane. I risultati non mancheranno, ed avremo dato un messaggio di fiducia al Paese e ai giovani (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, credo che le parole dell'onorevole Villetti siano condivisibili in toto e meritino un'attenta riflessione da parte di questa Assemblea.
È troppo facile, su temi come questi, cadere nella demagogia, innalzare le pene, scegliere argomenti che sono facilmente comprensibili dalla gente, ma che in realtà non portano a nulla in termini di risultati. Concentriamoci sull'educazione, sulla prevenzione, sul miglioramento delle strutture viarie e sui controlli. Ma certamente cedere alla tentazione di misure che tanto sanno di repressione, così cara ad alcune parti del Parlamento, ma non funzionale alla soluzione del problema, e continuare con leggi che appartengono ad uno Stato repressivo, che interviene su ogni argomento che riguarda la vita dei cittadini, con leggi sempre più punitive e più difficilmente applicabili, credo sia più lontano possibile rispetto ai problemi dei giovani, delle famiglie e di tutti.
Concentriamoci sulla soluzione, sulla prevenzione e sui controlli, e abbandoniamo questa demagogia spicciola che certamente non giova alla soluzione dei problemi quotidiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il collega Villetti della sua onestà intellettuale e del ragionamento politico articolato, semplice e anche coerente che ha sottoposto all'attenzionePag. 18dell'Assemblea, nonché per evocare l'auspicio che qualcuno, nei banchi del centrosinistra, ascolti questa voce autorevole e di buonsenso.
Onorevoli colleghi, stiamo affrontando un provvedimento sulla sicurezza stradale con un approccio che sembra piuttosto dirigista. Non occorre stupirsi di alcune derive dirigiste da parte di chi ha una storia di un certo tipo, e il collega Villetti sa bene che chi proviene da una certa storia ha spesso la tentazione dirigista. Crediamo che alla base dell'emendamento Palomba 10.118, che propone di imporre a chiunque l'obbligo di portare, a bordo della vettura, l'etilometro, vi sia un'impostazione dirigista. Fra non molto esamineremo una proposta emendativa a mia firma che prevede che il Ministero promuova l'acquisto degli etilometri, ma senza imporne l'obbligo. In un meccanismo in cui si aumentano le sanzioni e non si innalza neanche un livello di tasso alcolemico che è unanimemente riconosciuto troppo basso, per cui si risulta positivi all'etilometro dopo un bicchiere di vino, occorre dare la possibilità a chiunque di acquistare questi strumenti per sapere se si è nelle condizioni di guidare e se si sarà sanzionati o meno. O si crede che ciò non possa o non debba succedere? Siamo contrari all'obbligo, ma almeno prevediamo la facoltà.
Vi sono piccole sfide, nell'ambito del provvedimento in esame, che complessivamente, a mio giudizio, costituisce ancora una volta un aumento di tassazione indiretta, di multe, di imposizioni, di leggi, di obblighi. Si tratta di un provvedimento contro i cittadini, già tartassati da un fisco iniquo e da tanti altri meccanismi che questo Governo ha messo in campo.
Ringrazio il Ministro per la presenza, perché a differenza di altri Ministri è venuto almeno in aula a spiegare e a rispondere puntualmente allorché vengono sollevate obiezioni, ma, signor Ministro, tale impostazione è dirigista. Condivido le osservazioni del collega Villetti e le molte osservazioni di quei pochi liberali che ogni tanto, di fronte ad alcune proposte di buonsenso, si alzano in quest'aula e hanno il coraggio di dire la loro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Finalmente, Villetti! Finalmente un intervento da riformista! Certamente, quando ti sei rivolto al centrosinistra dicendo che il paese non vi capisce, hai detto la verità, la realtà, perché questo è un falso centrosinistra: non sono riformisti come te, e quindi hanno la repressione come unico mezzo. Con le nostre proposte emendative abbiamo cercato di mitigare la repressione. Va portata avanti la prevenzione. Sapete in quest'aula che i controlli con l'etilometro svolti in un anno dalla polizia stradale sono solamente 900 mila, ossia la decima parte di quelli svolti in Francia, la ventesima parte di quelli svolti in Germania e la quindicesima parte di quelli eseguiti in Spagna?
La prevenzione si fa aumentando l'organico della polizia stradale, e dotandola anche di idonei strumenti, perché la possibilità statistica di essere fermati e di subire un controllo con l'etilometro è, adesso, una ogni 175 anni!
Quindi, cari colleghi, si pensa soltanto alla repressione e non alla prevenzione; in quest'aula si è sentito parlare di prevedere l'etilometro sulle automobili. Ma lo sapete che l'idoneità alla guida viene verificata ogni dieci anni e che, in tale arco di tempo, un conducente si può ammalare, gli può venire il diabete, può doversi fare l'insulina, può avere altre malattie invalidanti che lo possono rendere inidoneo alla guida, e nessuno gli revisiona la patente? Anche questi sono gli aspetti che dobbiamo prendere in considerazione e sui quali dobbiamo cercare di concentrarci. Non mi venite a dire che bisogna mettere un laboratorio di analisi su ogni automobile, per misurare la glicemia o fare dei test di gravidanza per vedere se qualche conducente sia in stato di gravidanza!
Dobbiamo cercare di legiferare per il Paese in senso preventivo, ma ciò non èPag. 19stato fatto nel disegno di legge al nostro esame. Si tratta di un bruttissimo disegno di legge! Sarà considerata la peggiore legge proposta da un Ministro italiano, sarà contestata da tutto il popolo e sarete solamente voi a pagare, perché noi abbiamo sottolineato che si tratta di un provvedimento sbagliato.
Caro Villetti, condivido pienamente il tuo sfogo, nel dire: ma qui di riformista non si fa niente, qui c'è solamente una politica repressiva. Meglio tardi che mai! L'hai capito: cerca, conseguentemente, di prendere le distanze da chi proprio non capisce il Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare che desidero aggiungere la mia firma all'emendamento Zeller 10.114.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere, ai colleghi e al Ministro, quale sarà l'impressione di ognuno di noi, una volta uscito da quest'aula, quando verrà fermato dopo aver bevuto un bicchiere di vino (il tasso indicato corrisponde ad un solo bicchiere di vino) e potrà essere (a discrezione, presumo, di chi lo ferma) arrestato per tre mesi.
Probabilmente, dal punto di vista dell'opposizione, non dovremmo intervenire. Dovremmo stare zitti e fare in modo che il disegno di legge sia approvato, per poter incassare un risultato elettorale positivo, quando i cittadini saranno chiamati alle urne.
Onorevole Ministro, l'articolo 10 prevede che il superamento del tasso alcolemico di 1,5 grammi per litro, fermo restando l'importo delle ammende, comporti la pena dell'arresto fino a tre mesi e, se il conducente provoca un incidente stradale, fino a sei mesi. Ma nell'ipotesi normale di un conducente che guida ed ha bevuto un bicchiere di vino è previsto ugualmente l'arresto fino a tre mesi: mi chiedo se tale sanzione appare proporzionata all'obbiettivo che vogliamo raggiungere!
Non mi riconosco, e non posso riconoscermi, in un provvedimento di questo tipo, ma, soprattutto, non vi si riconosceranno i cittadini.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, al di là delle considerazioni su questo punto specifico, sul quale si può discutere e si può anche convenire, credo che nessuno sappia esattamente quale sia la misura della sanzione che si addice perfettamente all'infrazione commessa. Può darsi che sia giusto prevedere due mesi o può darsi che sia più giusto sei mesi, ma vi prego di credere che, in questo periodo, i tecnici e gli uffici legislativi hanno lavorato per cercare di mettere a punto delle norme che fossero al massimo credibili anche, ve lo assicuro, confrontandole con quelle vigenti in altri Paesi.
Detto ciò, aggiungo, soltanto di passaggio, che a me sembra che le critiche sui comportamenti del Governo e del Ministro in particolare - demagogici, o addirittura reazionari! - siano state perlomeno poco meditate; pertanto eviterò di replicare su tale questione.
Voglio, invece, segnalare che la nostra discussione ruota attorno ad un gravissimo - lo ripeto, gravissimo - problema sociale. Parliamo, come è stato ripetutamente ricordato, di oltre 5 mila morti ogni anno, di oltre 300 mila vittime e feriti (e non mi riferisco a chi va al pronto soccorso per tornare a casa dopo qualche ora). Stiamo parlando di persone che restano mutilate a vita. In uno degli articoli del provvedimento in esame è previsto, come pena alternativa all'arresto, il servizio pressoPag. 20alcune delle case in cui sono ricoverate le vittime degli incidenti stradali. Inviterei ciascuno di voi a trascorrere qualche ora in uno di questi istituti. La sensibilità aumenterebbe sicuramente.
Debbo, inoltre, ricordare che tutto ciò per lo Stato ha un costo, che nel 2005 è corrisposto al 2,5 per cento del prodotto interno lordo. Stiamo parlando, quindi, di un costo enorme! Abbiamo, pertanto, concepito una serie di provvedimenti - lo ripeto per l'ennesima volta - che non riguardano esclusivamente regole e sanzioni, ma, in modo particolare, la prevenzione ed i controlli. Il numero di tali controlli, peraltro, nel nostro Paese è molto ridotto (ne vengono effettuati circa 500 mila l'anno, contro i due milioni e mezzo circa della Francia), ma nel 2007 sarà all'incirca raddoppiato: questo è l'impegno assunto dal Ministero dell'interno. Stiamo cercando di creare le condizioni di risorse umane e strumentali per fare in modo che l'anno prossimo tale numero possa essere ulteriormente aumentato.
Pertanto, mi pare che la necessità di regole precise che impediscano il verificarsi di alcuni comportamenti sia un'intuizione chiara. Nel caso specifico, non stiamo discutendo del tasso alcolemico o della necessità di impedire che qualcuno beva. Si può bere a piacimento: nel nostro Paese non esiste alcuna norma che impedisca a chiunque di bene quanto crede. Dobbiamo impedire che ci si metta alla guida dopo avere bevuto in quantità tale da creare pericolo a se stessi e, soprattutto, agli altri. Se ciò significa disegnare norme di carattere reazionario, francamente non riesco a capirlo.
ROBERTO VILLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Mi corre l'obbligo di una replica al Ministro, che però non mi ha risposto. Mi riferivo, signor Ministro, all'aspetto reazionario in senso tecnico, in quanto ritengo che la teoria reazionaria prevede che, se si debbono perseguire reati, il miglior deterrente è aumentare le pene. Quindi, in sostanza, più si aumentano le pene e più diminuiscono i reati: questo è il principio alla base del disegno di legge in esame. Io, invece, sono di un'altra opinione. Credo che si riescano a contrastare i reati se si riesce a perseguirli effettivamente, cioè se sia previsto un numero di controlli tale che consenta di punire i reati. Signor Ministro, sono talmente contrario a questa tesi, che ritengo più utile prevedere pene relativamente dimensionate, ma sicuramente individuate attraverso un'azione di repressione effettiva.
L'aspetto delle gride manzoniane risiede nel fatto che, posto lo stupefacente rapporto del numero di controlli che si svolgono in Italia rispetto a quello degli altri Paesi, invece di aumentare i controlli, si aumentano le pene. Nel disegno di legge in esame, infatti, non si prevede una dislocazione di risorse - lo faccia dire a me, che mi sono sempre occupato di problemi di finanza pubblica - che, insieme ad un aumento del personale, rappresenterebbe una vera ed efficace misura d'urgenza per aumentare i controlli e perseguire effettivamente i reati. L'effetto gride manzoniane è da riferirsi ad un aumento delle pene, cui però non corrisponde la dislocazione di nuove risorse e la creazione di personale.
Questo era il punto vulnerabile.
Io sono assolutamente favorevole alla repressione - oltre che alla prevenzione - ma la repressione si attua attraverso i controlli e il perseguimento dei reati, non attraverso l'aumento delle pene: questo è il punto fondamentale!
Una volta mi sono trovato ad andare da New York a Washington a ferragosto e, ad intervalli di pochi chilometri, sulla strada tra questi centri vi erano postazioni della polizia stradale che, con il binocolo, controllavano la velocità; in questo modo si evitano gli incidenti, non seguendo l'impostazione di chi vuole punire con la sanzione di sei mesi, un anno, un anno e mezzo oppure due anni, perché ritiene chePag. 21quanto più la pena è severa, tanto maggiore è la repressione dei reati. Questa è una logica risibile!
ROBERTO GIACHETTI. È la logica tua!
ROBERTO VILLETTI. Non è la mia logica. Ripeto: non è la mia logica! Sono favorevole a che sul fronte della sicurezza stradale si impieghino risorse, anche umane, e si effettuino controlli, e non si facciano gride manzoniane per raddoppiare, triplicare o quadruplicare le pene, senza avere i mezzi necessari per far rispettare le leggi che approviamo. Questo è il punto!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. Concludo, Presidente. Se non teniamo presente questo punto fondamentale, non risolveremo il problema, ma faremo solo un manifesto propagandistico, mentre il problema di cui stiamo discutendo è concreto e tutta la Camera dovrebbe trovarsi concorde sul modo in cui superarlo.
Quindi, invito i colleghi ad un'attenta riflessione per evitare che il Parlamento vari misure che non hanno la capacità di risolvere un problema gravissimo, che rappresenta una grande piaga da affrontare non con gli slogan, ma operativamente, perché il nostro scopo è riuscire effettivamente a salvare le vite umane. E voi potete ben immaginare se il mio gruppo non è sensibile a questo grande problema sociale (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, stiamo assistendo alla discussione su un emendamento e alle dichiarazioni rese dal Ministro in sede di replica - anche se lui afferma il contrario - all'intervento dell'onorevole Villetti; voglio, allora, ricordare al Ministro e ai colleghi, che stiamo esaminando un disegno di legge di iniziativa del Governo, e quindi espressione della maggioranza. Pertanto, vorremmo capire se vi è davvero una maggioranza che sostiene questo provvedimento, anche perché i confronti, che oserei definire ideologici, svoltisi sulla natura della sinistra, sono stati interessanti, ma ci porterebbero ad un discorso molto lontano, e forse inappropriato in questo momento, sebbene ritengo che, quando si discute di sicurezza stradale, tutti gli interventi siano importanti.
Dico questo perché il tema della sicurezza stradale non è stato mai concepito e valutato nella sua grande importanza sul piano culturale, della civiltà e della modernità di un Paese; sicurezza stradale per noi significa difesa e salvaguardia delle vite umane, e questo è il dato importante e fondamentale. Certamente, signor Presidente, l'Assemblea non può dividersi sulla durata della sanzione (uno, due o tre mesi in più).
Noi abbiamo ravvisato, sin dall'inizio, la gracilità del provvedimento che punta tutto sulle sanzioni, non avendo come supporto un'azione forte di prevenzione e degli strumenti efficaci per realizzarla, e lo avevamo affermato anche nella scorsa legislatura, quando abbiamo approvato il provvedimento che ha previsto la cosiddetta patente a punti.
Avevamo affermato che la patente a punti, che ha già raggiunto risultati formidabili, doveva essere, poi, accompagnata e sostenuta da una grande attività di educazione, di formazione e, soprattutto, di controllo del territorio. Non c'è dubbio, infatti, che se non è presente tutto ciò - e l'ho sottolineato nel mio precedente intervento - si rischia di fare semplicemente annunci, al pari di altri non soltanto per quanto riguarda la sicurezza stradale, ma anche per altri tipi di reato.
Allora, mi domando se vi sia o no la consapevolezza che, oggi, il tema della sicurezza stradale non può esaurirsi con l'approvazione o meno del provvedimento in esame, che certamente presenta anche spunti interessanti. Non abbiamo avuto difficoltà a ringraziare il relatore Meta perPag. 22l'impegno profuso, anche perché quando si discute di sicurezza stradale - lo affermavo poc'anzi - si intromette una serie di interessi che, certamente, molte volte con la sicurezza stradale o con la salvaguardia della vita umana non hanno nulla a che vedere.
Vorremmo, quindi, ricevere una parola di chiarimento sul piano politico generale. Prima era in aula il Ministro della pubblica istruzione: abbiamo anche invocato la formazione e, soprattutto, il confronto e la collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione, con il mondo del volontariato, delle autonomie locali, delle forze sociali e delle «regie» ben presenti all'interno del nostro territorio.
Ritengo che non possiamo limitarci semplicemente ad un dato tecnico perché, se ci limitassimo a ciò, senza dubbio avrebbero ragione Villetti, il mio amico Beltrandi, tutti noi. Certamente, però, non ci metteremo mai d'accordo su un mese o due mesi in più, se tutto ciò fa deterrenza o è in contrasto con il pericolo della violazione del codice della strada.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO TASSONE. Questi sono i motivi per cui noi siamo contrari all'emendamento in esame, sebbene rimanga il dibattito politico in merito. Non possiamo far finta che su un provvedimento di questo genere non ci sia stato un intervento dell'area della maggioranza volto ad affermare di non essere d'accordo, sia sul provvedimento sia sulla sua impostazione culturale e politica.
Voglio evidenziare ciò, mentre rimane al Governo trarre le conclusioni, o ai colleghi della maggioranza che vorranno intervenire, per capire quale sia questa benedetta maggioranza che sostiene il provvedimento.
PRESIDENTE. Sette colleghi hanno chiesto di intervenire a vario titolo, anche personale. Dobbiamo sospendere i nostri lavori tra poco, perché l'aula deve essere allestita per la votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. Ciò significa che, se i colleghi conterranno la durata di tutti i loro interventi, si riuscirà ad esaurire questa fase prima della sospensione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, siamo ben consapevoli di essere di fronte ad un problema drammatico e vasto, e che deve essere affrontato mettendo in campo una politica complessiva, dentro la quale vi è anche un ragionamento sulle norme (sottolineo, anche). La nostra politica non può essere solo ed esclusivamente centrata sull'inasprimento delle norme e delle pene, perché, anche in questo caso, «il troppo stroppia».
Vorrei sottolineare che, a mio avviso, sembra emergere dalla discussione il vizio di origine che fin dall'inizio abbiamo riscontrato in questo disegno di legge. Il provvedimento in esame, infatti, é stato proposto, forse, con troppa frettolosità, con un'attenzione più agli umori dell'opinione pubblica che non al «fare bene» ed incentrandolo, quasi esclusivamente, sulle norme e sull'inasprimento delle pene. Abbiamo cercato, in Commissione ed in aula, e stiamo ancora cercando, di migliorare il disegno di legge proposto, di arricchirlo di altri contenuti, oltre all'inasprimento delle pene, e di fare in modo che non si vari una legge esclusivamente incentrata sulle norme.
Tuttavia, penso che le osservazioni del collega Villetti, al di là della condivisione o no degli aggettivi utilizzati, meritino di essere attentamente valutate, non solo e non tanto in relazione alla discussione puntuale sul merito dell'emendamento in esame, quanto per il tentativo di sottoporre alla nostra attenzione la necessità di una discussione politica più complessiva sulla filosofia delle nostre politiche sulla sicurezza stradale.
Ritengo, quindi, che, a partire dalla considerazione di tali ragionamenti, dovremmo far sì che la nostra discussione sugli articoli e sugli emendamenti successivi abbia la capacità di migliorare ulteriormente il testo proposto: da questo punto di vista, ritengo importante dare un segnale della volontà di migliorare il testoPag. 23con un voto favorevole sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Onorevole Meta, essendovi numerosi altri interventi e considerata la necessità di predisporre l'aula, propongo di sospendere i lavori dell'Assemblea, per riprenderli al termine della riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice costituzionale e dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, non ho obiezioni in merito.
PRESIDENTE. In considerazione del fatto che alle 12 è convocato il Parlamento in seduta comune per procedere all'elezione di un giudice della Corte costituzionale, sospendiamo ora i nostri lavori, per consentire la preparazione dell'aula. L'esame del provvedimento riprenderà, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto per le 15,15, alle 17.
Sospendo quindi la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 15,15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri, deputato Romano Prodi.
(Misure per il sostegno del reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per assicurare una stabile occupazione - n. 3-00997)
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00997 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, mi rivolgo a lei per farle notare che i pensionati nei Paesi ricchi come il nostro, ma meglio governati, hanno la possibilità, una volta che rimangono soli, di essere accolti in case di riposo mantenendosi autonomamente. Sempre nei Paesi ricchi come il nostro, ma forse un po' meglio governati, i lavoratori dipendenti non percepiscono un reddito che si trova al dodicesimo posto della classifica europea. Inoltre, signor Presidente del Consiglio dei ministri, nei Paesi ricchi, ma meglio governati, la possibilità occupazionale per i lavoratori nazionali non è del 12 per cento inferiore rispetto quella dei lavoratori stranieri.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, mi rivolgo a lei per chiederle che cosa pensa di fare per tranquillizzare gli anziani, per migliorare il loro reddito e per rendere paritetica la possibilità occupazionale dei nostri lavoratori.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha facoltà, per tre minuti, di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Nardi, desidero far presente che l'afflusso dei lavoratori extracomunitari è regolato da quote annualmente fissate dal Governo. Le attività lavorative svolte dai lavoratori extracomunitari sono generalmente, nella media statistica, attività di basso livello di remunerazione e non particolarmente appetite dai lavoratori italiani. Non vi è, quindi, una concorrenza sul lavoro tra italiani e stranieri; ne costituisce una prova il fatto che le richieste di lavoro extracomunitario da parte delle imprese italiane sono superiori di molto alle quote fissate.
Premesso ciò, vado ai dettagli. Per quanto riguarda il miglioramento del redditoPag. 24dei dipendenti del settore pubblico, ricordo che il Governo ha rinnovato un contratto che prevede un aumento medio di 101 euro, mentre nel settore privato il relativo aumento salariale non può che scaturire dalla contrattazione collettiva. Il Governo, in questo caso, non può far altro che spingere a garantire un miglioramento, attraverso misure di sostegno della produttività. Noi, in particolare, ci spingiamo a sostenere le forme contrattuali di secondo livello, sia aziendali sia territoriali, in modo da conseguire aumenti di produttività e, quindi, la possibilità di aumenti di retribuzione.
Per quanto riguarda il profilo pensionistico, e quello che da esso deriva, la proposta governativa si articola in più direzioni. In primo luogo, siamo impegnati ad utilizzare più della metà delle risorse al miglioramento delle pensioni più basse: in tal modo, due milioni di anziani avranno un miglioramento della pensione. Inoltre, vogliamo perseguire misure che ottengano una diminuzione del precariato. Vogliamo utilizzare, a tale scopo, risorse derivanti anche dalla liberalizzazione del sistema, a partire dalla razionalizzazione degli enti previdenziali. In questo modo si può venire incontro, almeno parzialmente, alle differenze di trattamento che l'onorevole interrogante ha segnalato nella sua interrogazione.
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di replicare per due minuti.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, le confesso che non mi sento affatto soddisfatto della sua risposta. Intanto perché l'aumento di 101 euro, cui lei ha fatto cenno per il pubblico impiego può sembrare una cifra importante e significativa, ma il vero problema è da dove si parte. È evidente che se ho un reddito di 2 mila euro ed ottengo un incremento di 100 euro, quello ottenuto è un aumento reale; ma se ho un reddito di 500 euro ed ottengo un incremento di 100 euro, questo incremento significa povertà.
Quando si fanno determinati ragionamenti bisogna anche prendere in considerazione qual è il punto di partenza.
Rispetto al problema dei pensionati, so bene che il Governo si sta interrogando sulla possibilità di incrementare di 40-50 euro il reddito di ogni singolo pensionato, ma non era questo il quesito che avevo posto con la mia interrogazione a risposta immediata. Il quesito era un altro: cosa pensa di fare l'attuale Governo rispetto a quegli anziani che rimangono soli, senza assistenza e, spesso, anche senza famiglia? Trovare una soluzione a tale problema mi sembra, quanto meno, doveroso.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, non so cosa farà il Governo, però posso dirle cosa potrebbe fare la nostra parte politica, quello della Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI. Se mai dovessimo andare al Governo, uno dei nostri impegni sarà proprio quello di riuscire a trovare una soluzione per questi anziani.
Abbiamo ereditato dal passato un'Italia che stava molto peggio, dal punto di vista economico, rispetto a quella attuale; la Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI ha la presunzione di ritenere che sarebbe in grado di risolvere anche questo problema.
(Orientamenti del Governo in merito alle proposte di modifica della normativa previdenziale con particolare riferimento all'età pensionabile - n. 3-00998)
PRESIDENTE. Il deputato La Malfa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00998 per un minuto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, in tutti i Paesi sviluppati si tende ad alzare l'età in cui le persone vanno in pensione, sia perché le attese di vita stanno crescendo in tutto il mondo (anche in Italia), sia perché, altrimenti, l'onere per il sistema pensionistico sarebbe insostenibile.Pag. 25
Di aumento dell'età pensionabile ha parlato più volte il suo Governo, attraverso il Ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, le domando come sia possibile che il suo Governo intenda ora abbassare l'età in cui si va in pensione, che dal primo gennaio dell'anno prossimo sarà di sessant'anni. È possibile - come si legge sui giornali di questi giorni - che lei intenda portare, con tutte le conseguenze che una tale decisione comporterà per l'Italia, tale età a 58 anni? In tutto il mondo, nessuno comprenderebbe una tale decisione...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIORGIO LA MALFA. Concludo, Presidente. Credo, inoltre, che il Ministro Padoa Schioppa, che ha detto che una tale decisione comporterebbe per le casse dello Stato un onere di dieci miliardi di euro, non possa essere d'accordo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole La Malfa pone una domanda non solo importante, ma che è all'attenzione del Governo in questi giorni ed in queste ore; ossia il tema del cosiddetto «scalone» e del suo eventuale superamento.
Nel rispetto del confronto in atto, mi limito a ricordare che il Governo aveva già prospettato uno schema di intervento ispirato a garantire equità, ma anche, come richiesto dall'onorevole interrogante, una stabilità di lungo periodo nel sistema pensionistico. In quest'ambito il Governo, oltre a prevedere, tra l'altro, misure per agevolare i requisiti per l'accesso alla pensione per i lavoratori occupati in attività particolarmente faticose e pesanti, si è impegnato a conseguire l'obiettivo di sostituire, eventualmente tramite percorsi di gradualità, lo scalone introdotto dal precedente Governo. Questo per evitare il brusco innalzamento dell'età della pensione a sessant'anni dal primo gennaio del 2008; è infatti indubbio il problema dell'iniquità creato dalla precedente riforma Maroni, in quanto tra il 31 dicembre 2007 ed il primo gennaio 2008 - cioè in un solo giorno - i lavoratori vedranno spostarsi in avanti, di ben tre anni, la soglia di accesso al trattamento pensionistico di anzianità.
Onorevole La Malfa, come lei intendeva nella sua domanda, il Governo è consapevole del fatto che qualsiasi intervento comporta effetti finanziari tanto più imponenti quanto più è radicale l'intervento stesso. Attualmente, nell'azione e nel rapporto con i sindacati noi dobbiamo contemperare quattro esigenze: equità; garantire, con l'insieme delle politiche del lavoro, l'incremento del tasso di permanenza al lavoro tenendo conto, come da lei osservato, delle aspettative di vita; assicurare il rispetto delle grandezze di ordine finanziario; infine, mantenere l'equilibrio, nel medio e lungo periodo, dei conti previdenziali a garanzia dei pensionati attuali e anche di quelli futuri.
Queste sono le linee a cui noi ci atteniamo nel confronto con le parti sociali, attualmente in corso. E queste linee noi le terremo nelle proposte che faremo, credo, fra pochi giorni.
PRESIDENTE. Il deputato La Malfa ha facoltà di replicare per due minuti.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, dalla risposta fornita dal Presidente del Consiglio dei ministri si evince con chiarezza che il Governo intende riportare l'età di pensionamento a 58-59 anni, ovvero intende andare nella direzione opposta a quella, come ha detto poc'anzi il Presidente Prodi, verso la quale lo stesso Esecutivo ritiene che il sistema pensionistico debba andare.
Se sosteniamo che i lavoratori debbano andare in pensione più tardi perché la vita si allunga, il primo passo non può essere, in nessun caso, quello di portare l'età pensionabile da 60 anni - prevista dalla legislazione in essere - a 58-59 anni. Se ciò avverrà, la conseguenza sarà, se si vuole mantenere l'equilibrio finanziario,Pag. 26che voi dovrete pagare pensioni più basse o imporre contributi più alti. Quella appena delineata è, quindi, una via contraddittoria.
Presidente Prodi, lei è costretto ad agire in tale modo perché il sindacato e una parte della sua maggioranza le impone di farlo, e lei ciò lo sa benissimo. L'assenza del Ministro Padoa Schioppa alla riunione di ieri - sia che glielo abbiate chiesto voi sia che l'abbia deciso lui - è il segno che il Ministro dell'economia e delle finanze, che è il responsabile della tenuta dei conti, non si sente di avallare una cosa che è in sé contraddittoria e assurda: dobbiamo intraprendere la strada del mantenimento al lavoro degli italiani e delle italiane, e noi che facciamo? Consentiamo loro di andare in pensione due anni prima!
Non so come farete a spiegare tutto ciò all'Europa, ai mercati finanziari e ai cittadini italiani. Questa è la ragione per cui il vostro Governo perde quotidianamente consensi nel Paese.
(Iniziative in materia di efficienza energetica e sviluppo delle tecnologie rinnovabili - n. 3-00999)
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonelli n. 3-00999 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmataria.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, il decreto-legge n. 73 del 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 18 giugno 2007, in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia, introduce una maggiore trasparenza della bolletta, consentendo ai consumatori di essere informati circa il mix energetico (da rinnovabili o altre fonti), utilizzato dal proprio fornitore per la produzione di energia elettrica e circa l'impatto ambientale della produzione, consentendo, quindi, di scegliere conoscendo, in merito, molto bene come si forma e come si produce l'energia.
Siamo molto contenti di tale provvedimento, tuttavia, come Verdi, chiediamo se non si ritenga indispensabile destinare adeguate risorse finanziarie, già a partire dal prossimo DPEF - quindi dalla prossima finanziaria -, da destinare all'efficienza energetica e allo sviluppo di tecnologie utili al recupero del nostro ritardo...
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUANA ZANELLA. Concludo. E se non si ritenga di istituire una cabina di regia in modo che siano monitorati e verificati...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
LUANA ZANELLA. ...alla luce della sostenibilità climatica gli atti del Governo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevole collega, con l'approvazione del decreto-legge in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia, il Governo ha un duplice obiettivo: tutela dei consumatori e qualità dell'ambiente.
Il provvedimento interviene sugli aspetti fondamentali per l'avvio di un mercato sicuro e competitivo; tuttavia, la questione energetica non si risolve in una pur necessaria regolamentazione e apertura dei mercati, ma deve incidere sulla qualità dell'ambiente. L'azione del Governo prende sul serio - questo é il punto fondamentale - la sfida ambientale e prosegue con particolare determinazione sulla strategia, già intrapresa in questi mesi, che è stata esposta in modo corale nell'accordo raggiunto durante l'ultimo Consiglio europeo, che ha messo in agenda una forte riduzione di CO2. L'Italia, non solo ha approvato, ma ha spinto questo provvedimento e si muove su queste basi.
Il DPEF sarà lo strumento attraverso il quale non solo sarà confermato lo sgravio fiscale per gli interventi in materia di contenimento dei consumi di energia primaria nelle applicazioni finali (frigoriferi,Pag. 27motori elettrici), ma saranno individuati strumenti fiscali per favorire ricerca e sviluppo nel settore delle energie rinnovabili e nell'efficienza e nel risparmio dell'energia.
Nello stesso momento, dovremo valutare la possibilità di applicare aliquote ridotte al costo del lavoro per le attività con alto contenuto tecnologico negli stessi settori. Lo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare, è uno strumento anche utile per l'indipendenza energetica del Paese.
Il DPEF conterrà, inoltre, l'estensione del rafforzamento degli incentivi al risparmio energetico, con particolare riferimento all'edilizia. Sarà introdotto, infine, un sistema di contabilità di bilancio ambientale di tutti gli enti pubblici, in modo da coinvolgere nello sviluppo sostenibile non solo i cittadini, ma anche l'amministrazione centrale e quella decentrata.
Quanto alla cabina di regia, sono già in attività diversi tavoli istituzionali, che vedono la partecipazione dei Ministeri direttamente interessati in materia energetica e ambientale, in modo da armonizzare e coordinare tutta l'azione di Governo in un campo che è necessariamente interdisciplinare e deve, quindi, obbligare non un singolo Ministero, ma tutti gli organismi del Governo e dell'amministrazione.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare per due minuti.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, desideriamo ringraziarla per la risposta fornita alla nostra interrogazione.
Come lei avrà notato, il gruppo dei Verdi ha presentato un'interrogazione a risposta immediata che riteniamo fondamentale in quanto concernente la politica energetica del Paese e la lotta ai cambiamenti climatici.
Oggi i cittadini stessi, che tra l'altro ci vedono, misurano i cambiamenti climatici sulla base della temperatura che si registra all'esterno delle loro abitazioni, la quale è, come sappiamo, estremamente elevata. Questo ci deve far riflettere ed agire, come, del resto, il Governo ha fatto.
Il provvedimento, cui si fa riferimento nella nostra interrogazione, è importante, ed è bene che ciò i cittadini lo sappiano. Siamo soddisfatti che vi sia - anche lei conviene su ciò - la necessità di coordinare l'azione di Governo per verificare la sostenibilità climatica degli atti dallo stesso compiuti, come già avviene in Francia ed in Inghilterra. È necessario che i cittadini, anche attraverso il provvedimento in questione, in un futuro non tanto lontano possano scegliere, anche per modificare gli stili di vita, quale tipo di energia comprare. Se daremo ai cittadini la possibilità di comprare energia pulita, avremo compiuto sia una vera e propria rivoluzione nel campo energetico sia anche una rivoluzione democratica pensata per le future generazioni.
Da questo punto di vista, il gruppo parlamentare dei Verdi dà atto a lei e al suo Governo di questo importante provvedimento. Vogliamo, però, che nel DPEF si possano riscontrare sia una maggiore armonizzazione e un maggiore coordinamento degli atti del Governo in chiave di sostenibilità climatica, sia quegli investimenti, che lei poco fa citava, in materia di tecnologia e produzione di energia pulita (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Ritiro dell'interrogazione a risposta immediata Maroni n. 3-01000)
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione a risposta immediata Maroni n. 3-01000, concernente tempi per la presentazione, da parte del Governo, del disegno di legge in materia di federalismo fiscale.
Avverto che l'interrogazione è stata ritirata dai presentatori in data odierna.
(Misure a favore dei giovani lavoratori - n. 3-01001)
PRESIDENTE. Il deputato Ventura ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Franceschini n. 3-01001 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei ministri, con l'interrogazione in esame chiediamo di conoscere in modo più puntuale le iniziative che il Governo intende sviluppare - anche a seguito delle notizie pubblicate e rese note dall'Esecutivo in occasione degli incontri con le parti sociali su «Crescita ed equità» - relativamente alle condizioni materiali dei giovani lavoratori italiani; in particolare, su questioni che riguardano il miglioramento della previdenza, degli ammortizzatori sociali e delle prospettive occupazionali, anche attraverso misure di stabilizzazione.
La domanda che le rivolgo è la seguente: su quali punti concreti si incentrerà l'iniziativa del Governo?
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Questa domanda pone il problema di specifiche iniziative riguardo ai giovani, che sono stati, soprattutto negli ultimi anni, tenuti progressivamente sempre più fuori dal mercato del lavoro.
Tra le iniziative già assunte, ricordo brevemente quelle contenute nella legge finanziaria per il 2007 a favore della riduzione dell'area del precariato e della tutela delle carriere lavorative stabili per i giovani. Per fare esempi specifici, con la riduzione del cuneo fiscale le agevolazioni in favore delle imprese sono state concentrate sugli occupati a tempo indeterminato, in modo da rendere più conveniente l'assunzione dei giovani con contratti a lungo termine.
In secondo luogo, sono state introdotte tutele anche per la malattia e la maternità a favore dei giovani con contratto a termine. È stato istituito, inoltre, un fondo nazionale per le politiche giovanili, le cui risorse sono finalizzate a ridurre le tante barriere che impediscono l'affermazione dei diritti delle giovani generazioni, cioè soprattutto casa, lavoro, formazione e cultura, credito e mobilità.
Infine, ieri è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il decreto previsto dalla legge finanziaria per il 2007 per il contributo ai giovani con un contratto co.co.co. per l'acquisto di un computer utile al loro lavoro. È una piccola cosa, ma si tratta di 200 euro per ogni giovane, e ciò favorisce un discorso di progressività nella possibilità di apprendimento professionale.
Naturalmente, il Governo deve tener conto per le prossime decisioni delle trasformazioni avvenute nel mercato del lavoro. Siamo, quindi, impegnati a favorire una buona flessibilità, cioè una flessibilità che diventi opportunità e occasione di crescita professionale. Pertanto, in queste ore stiamo discutendo con le parti sociali questi stessi temi, in modo da raggiungere equità intergenerazionale e non soltanto equità sociale.
In particolare, è previsto un intervento sul sistema previdenziale, rendendo, ad esempio, possibile il cumulo dei periodi di contribuzione in qualsiasi modo accreditati. Voi sapete, infatti, che la mancanza di tale cumulo è uno dei problemi che impedisce ai giovani di farsi uno schema pensionistico preprogrammato. Prevediamo, inoltre, anche un più favorevole riscatto degli anni universitari e il riconoscimento della contribuzione per i periodi di disoccupazione. Interverremo, infine, anche sul sistema degli ammortizzatori sociali e sulle politiche assistenziali.
Sono interventi fortemente innovativi non ancora definiti, ma vicini alla definizione, che saranno inseriti nell'accordo finale con le parti sociali e contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria.
PRESIDENTE. Il deputato Ventura ha facoltà di replicare.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta che ha fornito. A quest'Assemblea, sono note le misure che sono state introdotte con la legge finanziaria dello scorso anno. MiPag. 29risulta chiaro il punto relativo alla previdenza, che lei ha sottolineato.
Vorrei ricordare rapidamente che la nostra insistenza riguarda il riconoscimento di tutti i periodi di contribuzione accreditati in qualsiasi fondo, il riscatto della laurea, il riconoscimento della contribuzione figurativa, l'aumento dell'aliquota dei parasubordinati, la previsione di ammortizzatori sociali specificamente dedicati.
Tuttavia approfitto per dirle che, parlando dei giovani, la nostra opinione è che questo dovrebbe essere un grande progetto, una delle missioni più importanti che ci diamo, perché esso riguarda vari campi dello sviluppo della vita del nostro Paese. Pertanto, parlando delle politiche giovanili, non solleviamo una questione settoriale, ma poniamo un problema centrale di sviluppo per il nostro Paese.
Infine, signor Presidente, nell'ambito di queste riflessioni non ci è certo sfuggito il dato relativo all'occupazione fornito ieri dall'Istat, che segnala il tasso di disoccupazione al 6,4 per cento, il più basso dal 1992. Tali condizioni ci consentono di riprendere un punto centrale, che è quello che prima evocavo: un progetto e una missione che mettano al centro l'avvenire dei giovani nel nostro Paese. (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Accordo quadro sottoscritto dal Governo italiano in relazione al programma statunitense di difesa antimissile - n. 3-01002)
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01002 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente del Consiglio, il recente vertice del G8 ha evidenziato i rischi di una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, di cui l'Unione europea sarebbe la principale vittima.
Il progetto statunitense di scudo spaziale sta infatti provocando crescenti reazioni della Russia, oltre che produrre lacerazioni interne all'Unione europea. Lo scudo spaziale solleva molti dubbi, sia politici sia di efficacia tecnica. Sul piano politico osservo che il programma del centrosinistra prevede, tra l'altro, che lavoreremo per riaffermare e riequilibrare i rapporti transatlantici, per contribuire alla sicurezza internazionale. Viceversa, lo scudo spaziale determina una ripresa della corsa al riarmo, con conseguente diminuzione del grado di sicurezza complessiva dell'umanità. Nonostante queste controindicazioni, il Governo ha già firmato con gli Stati Uniti un accordo quadro relativo allo scudo spaziale, mai approvato dal nostro Parlamento.
Chiedo che il Governo lo illustri qui, che spieghi in che cosa consista la collaborazione e che metta il testo a disposizione del Parlamento.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, voglio precisare che l'Italia ha semplicemente firmato un accordo quadro di cooperazione con gli Stati Uniti nel settore della difesa da missili balistici. Definiamo che cosa è tale accordo quadro: con gli USA esistono, già da tempo, rapporti di collaborazione di questo tipo, tra i quali il più importante è il sistema Medium Extended Defense System, con cui si intende sostituire il sistema di difesa comunemente chiamato Patriot, che è utilizzato da numerose nazioni, europee e non.
Tale accordo quadro si inserisce nelle iniziative già intraprese in ambito NATO, in cui, fin dal 1996, sono state avviate varie attività volte alla realizzazione di idonei strumenti a protezione dell'alleanza dal rischio derivante dall'uso di missili balistici equipaggiati con armi di distruzione di massa, da parte di nazioni ostili o di gruppi terroristici. L'accordo in questione è giustificato dalla volontà dei due Paesi di creare un quadro normativo che consenta alle due nazioni di rafforzare la cooperazione, per dare l'avvio a scambio di informazioni.Pag. 30
In particolare, per l'Italia è importante avere uno scambio di informazioni per supportare lo sviluppo di una politica nazionale, basandosi anche sul fatto che vi è la possibilità che la NATO decida di dotarsi di sistemi similari. L'accordo, quindi, non determina né impegni né oneri finanziari fra le parti.
Nel frattempo specifico che in ambito NATO esistono avanzati programmi di cooperazione in materia di difesa antimissile, e a questo riguardo, l'Italia, unitamente ad altri alleati, ha sollecitato la via di una riflessione sull'opportunità di integrazione fra i due progetti - NATO da un lato e USA dall'altro - anche in conseguenza delle recenti sollecitazioni delle stesse Repubblica ceca e Polonia, che, in relazione alle installazioni cui lei ha fatto cenno, hanno manifestato la loro volontà di diventare parte di un sistema di protezione alleato.
È fuor di dubbio che la difesa missilistica abbia una finalità protettiva, dati i nuovi rischi intervenuti negli ultimi anni. In conclusione, l'accordo, non comportando impegni specifici, ma avendo lo scopo di definire solo un frame legale per un preliminare scambio di informazioni in tema di difesa e di individuare possibilità e modalità di impegno delle parti nell'ambito della ricerca e sviluppo, non presenta i paventati profili di contrasto con la dichiarata posizione del Governo, ribadita recentemente da D'Alema, nel corso della riunione informale dei ministri degli esteri tenutasi a Oslo. Si fa notare, infine, che nell'ambito della riunione formale dei ministri della difesa del Consiglio NATO-Russia è stato evidenziato come l'Italia abbia accolto con favore la disponibilità americana ad avviare forme di cooperazione nel settore della difesa con la Russia, tenendo appunto conto delle preoccupazioni di Mosca. Su questo sfondo il Consiglio NATO-Russia rappresenta un foro prezioso per approfondire a ventisette il dialogo su tale materia in modo trasparente e completo, per completare le consultazioni bilaterali in corso tra Washington e Mosca.
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di replicare.
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente del Consiglio, apprezzo la risposta, soprattutto nel punto in cui sottolinea che non vi sono né impegni né oneri finanziari. Tuttavia, avrei voluto essere maggiormente rassicurato, perché se è vero che così è per l'accordo, è anche vero che questo accordo fa parte di un sistema di accordi con altri Paesi, che, a quanto mi risulta, sono già nella fase, per così dire, dell'anticamera operativa (Olanda, Groenlandia, Giappone, Danimarca). Insomma, si tratta di una serie di situazioni che vanno prese in considerazione e che mi facevano temere quello che indicavo nell'interrogazione.
Aggiungo che il programma BMDS prevede missili intercettori la cui funzione è quella di distruggere missili balistici nemici, una volta intercettati. È difficile pensare che si tratti di un'arma meramente di difesa, perché essa è in grado di lanciare un first strike contro qualsiasi Paese, anche se dotato di armi nucleari. Perciò spero che, nel seguito della propria azione, il Governo saprà dare maggiori rassicurazioni.
Sottolineo il fatto che al mondo una guerra fredda è bastata, basta e avanza. L'idea di una sicurezza contro altri, nel mondo attuale, con la tecnologia militare attuale, è una pura illusione. La sicurezza, oggi, o è sicurezza comune o non è sicurezza. Quindi, penso che l'Italia debba agire coerentemente, con la sicurezza comune, evitando di farsi trascinare da logiche unilaterali. In particolare, ritengo che l'Italia debba evitare di partecipare, anche in passaggi preliminari, come quelli che lei ha definito, a scelte pericolose e inefficaci, come lo scudo spaziale americano, e ciò vale tanto di più se esse interferiscono con situazioni che investono l'interesse nazionale italiano e - aggiungo - paiono condizionate da spinte legate ad interessi parziali, sia pure rilevanti, come quelli dell'industria militare e, in particolare, di Finmeccanica.
(Iniziative per una moratoria dell'installazione in Europa del terzo sito del programma statunitense di difesa antimissile - n. 3-01003)
PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01003 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, la mia interrogazione verte di nuovo sul programma USA di difesa antimissile, che ha suscitato molta inquietudine da parte della Federazione russa, che ritiene questo programma un'alterazione degli equilibri strategici nel continente europeo e preannuncia, per bocca di Putin, ritorsioni di tipo militare.
Chiedo al Governo cosa intenda fare per attivarsi in tutte le sedi internazionali, al fine di ottenere una moratoria dell'installazione in Europa - in Polonia e nella Repubblica ceca - del terzo sito del programma statunitense di difesa antimissile, in particolare promuovendo iniziative opportune nell'ambito della PESC, del Consiglio atlantico, del Consiglio NATO-Russia, dell'OSCE, del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché nei rapporti bilaterali.
Chiedo inoltre al Governo se non ritenga opportuno congelare ogni forma di cooperazione con la realizzazione e lo sviluppo del programma antimissile statunitense.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa interrogazione si inserisce direttamente nello stesso filone di quella precedente. Richiamo quindi alcuni aspetti, che ho già citato, riguardo al tipo di accordo che si è compiuto con gli Stati Uniti, e aggiungo alcune considerazioni relative alle parti originali dell'interrogazione in esame.
La preoccupazione manifestata da Mosca - ai più alti livelli - è che questo programma possa avere finalità difensive, ma anche offensive, in chiave anti-russa, e che alteri gli equilibri strategici consolidati. Ciò è stato discusso, sia a livello bilaterale che in seno alla NATO. Gli Stati Uniti hanno illustrato un elevato grado di dettaglio riguardo alle caratteristiche di questi sistemi - evidenziandone la caratteristica difensiva - volte esclusivamente a minacce provenienti dalle aree di presenza terroristica.
In occasione della visita del Segretario di Stato degli USA, Robert Gates, a Mosca, è stata sottoposta alla Russia un'offerta di collaborazione ad ampio raggio su questo campo. L'Italia - questa è la nostra posizione - si sta adoperando affinché tale collaborazione si estenda e si approfondisca.
D'altra parte, le aperture americane sono state riconosciute da Mosca, il cui atteggiamento ha fatto registrare significative evoluzioni in senso cooperativo, che sono ancora in corso. Al vertice del G8 il presidente Putin, ad esempio, ha proposto di integrare nel sistema americano la stazione radar russa di Gabala, in Azerbaigian.
Tale proposta è stata considerata favorevolmente da parte americana, anche se essa sottintende un implicito riconoscimento, da parte russa, della fondatezza delle preoccupazioni strategiche statunitensi. Il negoziato, naturalmente, è ancora in corso e proseguirà nelle prossime settimane, prevalentemente lungo la direttrice bilaterale.
Vi sono aspettative crescenti riguardo al prossimo vertice fra Bush e Putin, che avrà luogo all'inizio di luglio. In parallelo, in seno al Consiglio NATO-Russia, la difesa antimissile costituisce uno dei settori di maggiore impegno del programma di cooperazione.
Da parte russa, è stata auspicata l'espansione della cooperazione in materia di difesa missilistica, allargando l'ottica anche alla minaccia posta dai missili strategici e all'esame di ipotesi di sistemi NATO-Russia, integrati fra di loro. AnchePag. 32sul piano politico, la materia della difesa antimissilistica strategica e le problematiche poste da progettate installazioni statunitensi in Europa sono state intensamente dibattute, nel corso degli ultimi mesi, in seno al sistema di collaborazione NATO-Russia, che è il luogo vero della discussione. Tali aspetti continueranno a rimanere in agenda. Le discussioni finora sono state costruttive, hanno contribuito ad attenuare le tensioni e spero che portino anche ad un accordo definitivo.
PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di replicare.
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, in seguito agli ultimi incontri, ci sono state delle evoluzioni positive solo sul piano diplomatico.
È universalmente noto che la difesa missilistica è un'arma di first strike. Autorevoli analisti militari del Pentagono la descrivono così: non solo uno scudo, ma un'abilitazione all'azione, che faciliterà un'applicazione più efficace della potenza militare degli Stati Uniti all'estero.
Numerosi analisti americani hanno dato un giudizio negativo sulla proposta russa riguardo al sito dell'Azerbaigian. L'installazione di un sistema missilistico in Europa orientale costituisce un pericoloso rischio di rilancio della guerra fredda, oltre che violare tutti i principi del Trattato antimissili balistici.
Il problema che abbiamo di fronte, signor Presidente, investe a fondo il ruolo e la funzione dell'Italia sulla scena internazionale. Non possiamo nasconderci dietro l'alibi di una cooperazione tecnica, come lei ci ha illustrato nella precedente interrogazione a risposta immediata. Si tratta del nostro ruolo, della nostra funzione e della nostra responsabilità verso il nostro Paese e, soprattutto, verso l'Europa. Credo che occorra impegnarsi non nella ricerca di soluzioni tecniche o nel tentativo di allontanare i rischi diplomatici, ma, soprattutto, nella volontà di imporre e costruire le condizioni per una seria moratoria per tutto ciò che riguarda sia il programma statunitense, sia quello NATO...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ELETTRA DEIANA. ... che vengono costruiti, decisi e realizzati in sede diversa: unilaterale, quello degli Stati Uniti...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
ELETTRA DEIANA. ... e in sede NATO, il secondo, ma entrambi estremamente discutibili.
(Intendimenti del Governo circa le richieste di sostituzione dell'attuale capo della Polizia alla luce delle crescenti emergenze relative alla sicurezza nazionale - n. 3-01004)
PRESIDENTE. Il deputato D'Alia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Casini n. 3-01004 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente del Consiglio, in questi giorni alcuni esponenti della sua maggioranza, tra cui il segretario di Rifondazione Comunista, onorevole Giordano, e il disobbediente onorevole Caruso, hanno chiesto la rimozione del capo della polizia e l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sui fatti di Genova.
La sinistra radicale non intende solo sostituirsi ai giudici emettendo un'anticipata sentenza di condanna nei confronti dei poliziotti che sono sotto processo a Genova, ma intende estendere tale scellerato giudizio all'intera Polizia di Stato.
Si colpiscono i servitori della Repubblica, apprezzati da tutti per la lealtà e l'indiscussa professionalità, che garantiscono la sicurezza nazionale contro il terrorismo e la criminalità organizzata (si pensi alla cattura di Provenzano) e si contribuisce, peraltro, alla strisciante e pericolosa campagna di isolamento e di delegittimazione dei nostri apparati di sicurezza.Pag. 33
Le chiediamo, quindi, quali sono le intenzioni del Governo in ordine alla richiesta di rimozione del prefetto Gianni De Gennaro...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANPIERO D'ALIA. ... e se una tale decisione non rappresenti l'ennesimo cedimento al tentativo dell'ala più radicale della sua maggioranza di delegittimare le forze dell'ordine...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANPIERO D'ALIA. ... sottoponendo, inoltre, le forze dell'ordine ad una faticosa e inutile inchiesta parlamentare.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, non rispondo relativamente all'inchiesta parlamentare, in quanto è compito del Parlamento.
Quanto alla domanda posta nell'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Casini, ribadisco come la sicurezza sia l'obiettivo prioritario del Governo: sicurezza esterna - come abbiamo visto prima - ed interna.
Per quanto riguarda la sicurezza, oltre ai provvedimenti adottati recentemente con accordi condivisi con le aree metropolitane italiane, saranno prese importanti decisioni di rafforzamento nell'immediato futuro. Tale sicurezza si fonda con un continuato e profondo spirito di collaborazione con tutte le forze ad essa preposte: non vi è, quindi, alcun problema di tensione tra il Governo e gli apparati di sicurezza.
Quanto al riferimento al capo della polizia, ribadisco la completa e totale fiducia nei suoi confronti, che gli ho personalmente riconosciuto anche in ripetute e recenti occasioni. Le occasioni in cui le forze di polizia hanno dimostrato grande capacità, compostezza e senso di responsabilità non sono mancate recentemente.
È assolutamente vero quanto dice l'interrogante: l'opera del capo della polizia è riconosciuta sia in ambito nazionale, sia internazionale. Quanto alla durata del suo mandato, devo riferire che lo stesso dottor De Gennaro lo aveva messo a disposizione contemporaneamente alla nascita del mio Governo.
Quando fece ciò, in risposta e a conferma della nostra fiducia, il Ministro dell'interno, il sottoscritto e il dottor De Gennaro avevamo convenuto che, alla scadenza del settimo anno di incarico, sarebbe maturato il momento del suo avvicendamento. Così avverrà senza polemiche, in completo accordo tra il Governo e il capo della polizia, nel solo interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il deputato Casini ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente del Consiglio, sono sconcertato dalla sua risposta. L'aula della Camera dei deputati, in diretta, ha appreso che si sta per procedere alla sostituzione del capo della polizia. Dunque, la sinistra radicale, ancora una volta, ha raggiunto il suo scopo, poiché lei ha dichiarato esplicitamente che, alla scadenza dei sette anni, cioè tra qualche settimana o qualche mese, si rimuoverà il capo della polizia. Lei afferma che ciò avverrà in accordo con lo stesso.
Francamente questo è un problema che, come uomo politico e parlamentare, non mi riguarda. Quello che mi interessa è la campagna di discredito subita dalla Polizia di Stato e dagli alti dirigenti di quest'ultima ad opera di chi, in quest'aula, propone ripetutamente l'istituzione di una commissione di inchiesta sul G8, è avaro di solidarietà nei confronti di chi difende la nostra sicurezza tutti i giorni e destabilizza gravemente le istituzioni del nostro Paese, con continui ricatti nei confronti dei vertici, dicendo, ai quattro venti, che essi saranno rimossi.Pag. 34
Devo dire che, prima del termine del suo intervento, ho pensato, tra me e me, che finalmente avrei espresso apprezzamento al Governo, perché il Presidente del Consiglio Prodi avrebbe fornito una risposta seria, confermando l'incarico ad un galantuomo, che è stato collocato ai vertici della Polizia di Stato dopo una concertazione - come deve avvenire per istituzioni che non rappresentano una parte, ma il tutto - con l'opposizione di allora. Stavo per esprimerle solidarietà e ringraziarla per il suo intervento in risposta alla mia interrogazione a risposta immediata, quando improvvisamente scopriamo che, in realtà, lei è venuto per sostenere che il capo della polizia verrà sostituito.
Ritengo che, dopo i fatti accaduti con la Guardia di finanza, in cui si è aperta una frattura gravissima tra quest'ultima e il Governo del Paese...
PRESIDENTE. Deputato Casini, la invito a concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. ... questo episodio rappresenti un ulteriore atto di arroganza, che deve essere stigmatizzato da tutti i deputati (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
(Orientamenti del Governo in relazione ai fatti del G8 di Genova - n. 3-01005)
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01005 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, in primo luogo vorrei esprimere piena solidarietà nei confronti della Polizia di Stato e una netta critica alle parole strumentali e volgari dette in quest'aula dall'ex Presidente della Camera Casini (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel pugno e L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi che hanno accompagnato il G8 di Genova (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Vi prego di consentire al deputato Villetti di svolgere le sue argomentazioni come le ha svolte il deputato Casini.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, devo rinunciare... Sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)... Io non l'ho interrotta, onorevole Casini, anche se avrei avuto tanti motivi per farlo!
PRESIDENTE. La prego di proseguire.
ROBERTO VILLETTI. Ho ascoltato con rispetto le sue parole. Ho la possibilità di criticarle, come lei avrebbe fatto con me. Non comprendo perché debba verificarsi un'irruzione di massa da parte del suo gruppo.
PRESIDENTE. La prego!
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente del Consiglio, sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi che hanno accompagnato il G8 di Genova e non è stata ancora accertata la verità, né sono state individuate le relative responsabilità.
Recentemente, sia pure tardivamente, il vicequestore Michelangelo Fournier ha reso una testimonianza agghiacciante su ciò che è avvenuto alla scuola Diaz -Pag. 35parlando di una «macelleria messicana» - che è solo l'ultima delle tante rese da manifestanti e giornalisti.
Vi è anche una presa di posizione da parte di Amnesty International, ma in questo caso a confermare le violenze è un alto funzionario di polizia.
PRESIDENTE. Deputato Villetti, la invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. La Commissione di indagine istituita nella scorsa legislatura è arrivata ad una conclusione a maggioranza, che non fece alcuna luce. Il Ministro dell'interno dell'epoca non si dimise e il capo della polizia di allora è ancora al suo posto.
Non ne abbiamo chiesto la destituzione ma lo abbiamo invitato a fare un passo indietro dopo le dichiarazioni del vicequestore Fournier.
PRESIDENTE. Deputato Villetti, la invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, ho davanti a me i minuti...
PRESIDENTE. La prego di non fare polemica su questo terreno. Lei aveva un minuto e le ho concesso, giustamente, venti secondi in più per le interruzioni: pertanto la prego di concludere senza polemizzare con la Presidenza. La prego di proseguire.
ROBERTO VILLETTI. Le chiedo, signor Presidente del Consiglio, quali sono la sua valutazione e il suo giudizio su tutta questa gravissima vicenda, se condivide i sentimenti di preoccupazione e quali siano gli orientamenti che il Governo intende assumere nell'ambito delle sue competenze.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa interrogazione si inserisce nella precedente e mi dà l'occasione per una precisazione: i sette anni sono già scaduti, ma noi non abbiamo proceduto alla sostituzione. Ho semplicemente ribadito come stanno le cose, perché è obbligo del Presidente del Consiglio dire al Parlamento come stanno le cose (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
Le posso assicurare che nel cambiamento che si farà, ci sarà l'ampia consultazione dell'opposizione, a riprova che c'era stato un accordo, perché i sette anni erano stati ritenuti, dallo stesso capo della polizia, un periodo lungo. Ci si è accordati sul fatto che non accettavamo le dimissioni immediatamente, ma che era giusto, anche dato il comportamento, un prolungamento. Il periodo è scaduto e non abbiamo proceduto al rinnovo, cui si procederà anche d'accordo con l'opposizione.
Quanto alla parte più specifica dell'interrogazione di Villetti, in occasione del G8 la città, come sapete, è stata teatro di numerose violenze per le quali è in corso un procedimento penale nei confronti di ventisei attivisti antagonisti. Sono in atto le udienze dibattimentali e le audizioni dei testi e la prossima udienza è fissata per dopodomani.
Circa gli episodi di violenza che hanno interessato gli operatori di polizia sono in corso un procedimento penale concernente i fatti commessi nella caserma della Polizia di Stato di Bolzaneto a Genova (che vede coinvolti appartenenti alla Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri e alla Polizia penitenziaria) e un procedimento penale concernente episodi connessi all'irruzione presso la caserma Diaz. L'ultima udienza si è tenuta il 13 giugno.
Le dichiarazioni attribuite al vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Michelangelo Fourier sono state rese da quest'ultimo nel corso dell'udienza del 13 giugno, nella quale era ascoltato come imputato. Da quanto so, però, emerge che tutti i procedimenti summenzionati sono ancora in via di definizione e attendiamo che la giustizia proceda serenamente nel suo lavoro.Pag. 36
Quanto a una valutazione complessiva dei fatti, si ricorda che, a parte gli atti di sindacato ispettivo parlamentare (ai quali ha dato, a suo tempo, riscontro il Ministro dell'interno pro tempore) su proposta unanime delle Commissioni affari costituzionali del Senato e della Camera fu immediatamente costituito un comitato paritetico allo scopo di poter procedere all'indagine conoscitiva sui medesimi fatti, stabilendo il termine della conclusione al 20 settembre 2001.
L'indagine si è svolta acquisendo gli elementi informativi di interesse e la documentazione disponibile. All'esito dei lavori parlamentari, i componenti del comitato hanno prodotto due documenti conclusivi: uno approvato dalla maggioranza e l'altro dall'opposizione, che ricostruiscono i diversi aspetti degli eventi in argomento. Noi ci riconosciamo...
PRESIDENTE. Signor Presidente del Consiglio, concluda.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. ... nelle posizioni espresse dall'allora minoranza.
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà di replicare.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, prendo atto delle sue dichiarazioni e anche dei processi che sono in corso. Purtroppo in Italia i processi durano tantissimo tempo e si fanno più rapidamente quelli di piazza e la pubblica amministrazione non riesce mai a intervenire per dare soddisfazione all'opinione pubblica.
Mi fa molto piacere che lei abbia affermato che, quando verrà nominato il nuovo capo della polizia, ci sarà una consultazione tra maggioranza e opposizione. Ho sempre pensato che sugli incarichi fondamentali e nevralgici dello Stato debba esserci una sostanziale intesa.
Voglio aggiungere, signor Presidente - mi riferisco alla rinnovata solidarietà che va espressa alla Polizia di Stato, in cui si sono riscontrati veri e propri atti di eroismo - che è interesse delle istituzioni riuscire a chiarire se ci sono pagine nere.
Non ho mai pensato di imputare responsabilità dirette al capo della polizia De Gennaro, ma in uno Stato democratico, in una democrazia, ci sono delle responsabilità istituzionali: se avvengono dei fatti di notevole gravità, almeno c'è un gesto da parte del Ministro dell'interno o da parte del capo della polizia e si fa un passo indietro. È uno stile politico, una sensibilità di tipo istituzionale.
Voglio aggiungere, signor Presidente, che ho ascoltato davvero con preoccupazione e inquietudine le parole del presidente Casini e mi sono chiesto: se queste sono le colombe all'interno del centrodestra, forse, sono meglio i falchi, perché almeno parlano un linguaggio chiaro e netto, si contrappongono e non cercano, in qualche modo, di insidiare subdolamente la maggioranza e il Governo in carica. Lo dico all'onorevole Casini, perché non si può essere, in maniera intermittente, radicali e moderati.
Signor Presidente del Consiglio, le auguro comunque buon lavoro per assicurare al Paese una sicurezza di cui si sente molto la necessità nell'opinione pubblica (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
(Iniziative per un più equo carico fiscale nei confronti delle imprese del nord Italia - n. 3-01006)
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01006 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
MASSIMO DONADI. Signor Presidente del Consiglio, nell'avvicinarsi del termine di presentazione del Documento di programmazione economica e finanziaria, credo sia opportuno, da parte del Governo, prestare debita attenzione a quei segnali di disagio che sono arrivati, in questi ultimi mesi, da molte parti del mondo produttivo, in particolare dalle regioni del nord.Pag. 37
Nel portare avanti quella che noi crediamo sia una delle iniziative più qualificanti di questo Governo, ossia il contrasto forte e tenace all'evasione fiscale quale unico strumento possibile per arrivare a una duratura e diffusa riduzione del carico fiscale, ci poniamo però anche la domanda, che giriamo a questo Governo, se non sia il caso di utilizzare con quella parte importante del mondo produttivo, soprattutto del nord del Paese, un approccio che, per quanto riguarda gli aspetti più controversi degli studi di settore che talora vengono anche avvertiti quasi come punitivi, piuttosto che per quanto riguarda più in generale la pressione fiscale, sia di maggiore distensione e di ricerca di strumenti che vadano al di là del mero meccanismo coercitivo in tema di contrasto all'evasione.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Onorevole Donadi, lei tocca uno dei temi più caldi e più importanti dell'agenda di Governo e nella risposta mi voglio concentrare, soprattutto, sul discorso degli studi di settore, che non sono uno strumento di accertamento automatico e i contribuenti non hanno nessun obbligo di adeguarsi agli stessi, se ritengono che non rispecchino la loro realtà.
Si sottolinea - è stabilito dalla normativa - che gli studi di settore sono uno strumento utilizzabile come punto di riferimento dal contribuente, che adeguandosi può stare tranquillo rispetto ad eventuali successivi controlli. Ma essi sono anche un punto di riferimento per l'amministrazione stessa ai fini della selezione delle posizioni da sottoporre a verifica e controllo. Gli studi di settore sono, cioè, uno strumento - ed è stato riconosciuto da tutte le parti in causa - utile per l'amministrazione e per il contribuente.
Pertanto, tutti i contribuenti che per qualsiasi ragione ritengano di non rientrare nei parametri di congruità fissati dagli studi sono liberi di non adeguarsi. Bisogna anche sottolineare che il livello di congruità degli studi di settore non è il frutto di improvvisazioni arbitrarie, ma è calcolato sulla base dei dati delle dichiarazioni dei contribuenti in situazioni di normalità.
Su questo tema, infine, si ribadisce che per il Governo è fondamentale sostenere uno spirito collaborativo con la rappresentanza degli artigiani e dei commercianti, in modo da creare un sistema fiscale più equo, semplice e snello, in grado di colpire solo chi evade.
Mi piace evidenziare inoltre che, a sostegno dell'universo delle piccole e medie imprese, il programma di Governo ha attribuito la massima importanza alla riduzione e semplificazione degli adempimenti amministrativi. In particolare, si segnalano gli impegni volti ad attuare misure per la ulteriore semplificazione degli adempimenti burocratici a carico degli imprenditori, ad utilizzare incentivi alle imprese secondo criteri di priorità che promuovano l'innovazione del prodotto-processo, a favorire l'aggregazione tra imprese e reti e il sostegno della crescita dimensionale.
Voglio, infine, ricordare che il 1o luglio entrerà in vigore il cosiddetto cuneo fiscale, con un calo di tre punti di pressione fiscale sull'IRAP - lo ripeto: tre punti di pressione fiscale sull'IRAP - che sono decisivi per rafforzare la capacità concorrenziale delle imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di replicare.
MASSIMO DONADI. La ringrazio, signor Presidente del Consiglio, per le delucidazioni che ha fornito in quest'aula, e soprattutto per la volontà, che lei ha dichiarato in modo esplicito, di avviare una fase sempre più collaborativa tra lo Stato, e quindi il fisco, e i contribuenti.
Riteniamo, come gruppo dell'Italia dei Valori, che questo sia uno strumento importantissimo, e soprattutto sia un messaggio che forse, da solo e principalmente, può consentire di invertire la tendenza perPag. 38la quale una parte importante della struttura produttiva del Paese vive il proprio rapporto con il fisco come un rapporto ancora frutto di un vecchio modello suddito-Stato, piuttosto che come un rapporto dialettico.
Crediamo che si debba avviare - e che possa essere vissuta come un'attività parallela a quella del contrasto dell'evasione fiscale - una grande iniziativa di solidarietà, un grande patto nazionale sul fisco tra lo Stato e tutto il mondo del lavoro autonomo.
Riteniamo, inoltre, che soltanto attraverso un meccanismo nel quale, a fronte di un impegno da parte dello Stato a una progressiva, ma durevole, continuativa e significativa riduzione del carico fiscale, vi sia da parte del mondo delle imprese, del mondo del lavoro autonomo, un contestuale impegno a garantire nel tempo non solo l'invarianza del gettito, ma anche il progressivo e significativo recupero dell'evasione fiscale, si possa pensare di sostituire quello che è stato fino ad oggi un approccio, lo ribadisco, esclusivamente repressivo nei confronti dell'evasione fiscale, con un approccio che sia più negoziale, per instaurare un rapporto che potrebbe in quel caso diventare più virtuoso e più proficuo.
Crediamo che dare risposte di questo genere a una parte del Paese che sta sostenendo in modo importante non solo una durissima competizione sui mercati internazionali, ma sta contribuendo anche in modo ugualmente significativo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO DONADI. ...allo sviluppo del Paese sia un segnale estremamente importante (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Progetto statunitense relativo all'ampliamento della base militare di Vicenza - n. 3-01007)
PRESIDENTE. La deputata Trupia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
LALLA TRUPIA. Le chiediamo, signor Presidente del Consiglio, di informare l'Assemblea delle decisioni assunte dal Governo in merito al raddoppio della base militare americana di Vicenza. In particolare, desideriamo conoscere i contenuti, la data, la firma della lettera con cui il Governo darebbe il via ai lavori esecutivi del progetto Dal Molin, e la natura del mandato conferito all'onorevole Paolo Costa, quale suo rappresentante in loco e interlocutore delle istituzioni e delle comunità locali.
Il 14 giugno scorso i parlamentari, i consiglieri comunali, l'opinione pubblica di Vicenza sono stati informati nei dettagli di tale raddoppio, in un modo piuttosto insolito, non dal proprio Governo ma dal portavoce dell'ambasciatore americano Spogli e dai militari statunitensi in una conferenza stampa convocata all'interno della caserma Ederle.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LALLA TRUPIA. Sono perciò qui a chiedere di chiarire in quest'aula, luogo sicuramente più consono, le decisioni del Governo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, prima di entrare in argomento vorrei ricordare la forza della chiara e precisa politica di pace perseguita dal Governo italiano, con il rientro dei nostri militari dall'Iraq e con la chiusura della base militare della Maddalena.
Ritengo, inoltre, di dover svolgere due premesse: la prima è di ordine generale. Il Governo, con l'adesione sulla base Dal Molin, ha infatti deciso di confermare una decisione già assunta dal nostro Paese con atti politici e amministrativi adottati dal Governo precedente e ratificati dalle autoritàPag. 39locali, le stesse che - lo ricordo - sono state confermate alla guida del territorio vicentino in occasione delle recenti consultazioni amministrative.
Il rispetto degli impegni presi è alla base del diritto internazionale e dei rapporti di pacifica convivenza fra i Paesi, a cui il Governo non intende derogare.
La seconda premessa è di natura più specifica. In questa occasione non si tratta, come richiamato dagli interroganti, di un insediamento di nuove basi militari sul territorio nazionale. L'argomento di cui stiamo parlando è la richiesta da parte degli alleati americani di ampliare, nel quadro di quanto previsto dall'Accordo bilaterale sulle infrastrutture del 1954, una base già esistente.
Quanto alla decisione di confermare la disponibilità italiana all'allargamento della base, dal mese di gennaio, ho pubblicamente reso noti gli intendimenti del Governo. Ho fatto ciò personalmente e, successivamente, il Ministro della difesa lo ha ribadito in Parlamento, in questa sede, il 1o febbraio.
Fin da quei giorni, il Governo ha manifestato comprensione e sensibilità per le esigenze prospettate dalla comunità locale. In tale prospettiva, coerentemente con le decisioni assunte, ha nominato il professor Paolo Costa rappresentante della Presidenza del Consiglio per le questioni relative all'attuazione del progetto di allargamento della base. Egli sarà l'interlocutore principale delle amministrazioni interessate, delle istituzioni locali, delle comunità territoriali, con l'obiettivo di approfondire il confronto e il dialogo sulla realizzazione dell'ampliamento della base statunitense, al fine di garantire il rispetto dell'impegno preso e le istanze delle realtà della zona. Di ciò ho informato il Presidente Bush, con una lettera inviata il 18 maggio scorso.
PRESIDENTE. La deputata Trupia ha facoltà di replicare.
LALLA TRUPIA. Signor Presidente del Consiglio, la ringrazio perché finalmente veniamo informati personalmente da lei e nella sede propria, che è il Parlamento italiano e non una caserma militare americana. Tuttavia, mantengo nel merito la mia contrarietà, perché lei, in sostanza, ha detto: la base si farà, punto e basta! Per qualche variante - se ho capito bene - nelle volumetrie e nella viabilità, rivolgetevi al professor Paolo Costa.
La prego, invece, di prendere seriamente in considerazione la proposta di sospendere qualsiasi avvio dei lavori della base fino allo svolgimento di quella conferenza nazionale sulle servitù militari, prevista dal programma dell'Unione e su cui c'è l'impegno del Governo, e finché non sia effettuata la stessa valutazione di impatto ambientale. D'altra parte, gli impegni non sono mai stati resi noti al Parlamento italiano - mi riferisco agli impegni pregressi del Governo Berlusconi - e neanche sono stati sostenuti e richiamati palesemente in quest'aula.
L'esito del recente voto a Vicenza non dice solo chi ha vinto e chi ha perso, ma che il 46 per cento dei vicentini, quasi il 51 per cento se si considerano anche le schede bianche, è rimasto a casa; si tratta di un record storico negativo. Tale situazione si chiama delusione, insofferenza, lontananza dalla politica, sfiducia. Per curare una malattia così grave servono antidoti forti ed efficaci. I più utili sono la trasparenza e il dialogo, ciò che finora è mancato. Antidoti capaci di isolare il formarsi di virus pericolosi quali episodi di violenza e di intolleranza, che oggi preoccupano per primi i cittadini mobilitati contro la base.
Signor Presidente, sento il dovere infine di dirle che davanti ai cancelli del Dal Molin, se inizieranno i lavori, non troverete pochi pericolosi estremisti anti-americani, ma tante famiglie comuni.
PRESIDENTE. Deputata Trupia, la invito a concludere.
LALLA TRUPIA. Signor Presidente, sto concludendo il mio intervento. Vi saranno cittadini pacifici, amanti della pace, tanti rappresentanti istituzionali, che da molti mesi cercano di spiegare l'incompatibilità di questo progetto con il futuro e laPag. 40sicurezza della propria città (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Verdi).
(Orientamenti del Governo in materia previdenziale - n. 3-01008)
PRESIDENTE. Il deputato Tremonti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Elio Vito n. 3-01008 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, uso parole vostre: la legislazione oggi vigente in Italia dà al sistema della previdenza italiana un grado di sostenibilità complessivamente superiore a quello di molti Paesi europei.
Se è così, e lo dite voi, una persona normale si chiede: se il sistema è già in equilibrio perché lavorare e rischiare di metterlo in squilibrio?
Vede, signor Presidente, le pensioni sono tutto, per tanti. Il sistema pensionistico non può essere fatto oggetto di esperimenti politici. Se il sistema va in squilibrio è una tragedia generale, non solo per chi vuole andare in pensione, ma anche per chi è già in pensione.
Per queste ragioni, proprio perché parliamo di pensioni, signor Presidente, noi la preghiamo, nella sua risposta, di essere chiaro, di essere sincero [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei ricordare all'onorevole interrogante che la sua domanda è sostanzialmente simile a quella posta in precedenza dall'onorevole La Malfa e, quindi, vorrei completare tale risposta e richiamare alcuni punti dell'azione di Governo in materia previdenziale, quali annunciati all'inizio del confronto con le parti sociali, e richiamare anche quanto ha detto nella sua introduzione: che il nostro sistema ha una sostenibilità maggiore rispetto a quella di alcuni grandi sistemi europei. Si tratta di parole che ho detto e ripetuto, ma ciò non vuol dire che vi sia sostenibilità completa. È che coloro che ci hanno fatto molte prediche sono meno a posto di noi, ma noi dobbiamo procedere lungo le quattro direzioni che ho esposto in precedenza.
Quindi, dobbiamo tener conto di un equilibrio di lungo periodo, ma anche della necessità di migliorare le pensioni in essere ed in particolare la parte più bassa, che è ancora a livelli nettamente insufficienti, per cui il sistema è in equilibrio, ma ci sono dei «poveri Cristi» che non hanno alcuna possibilità di vivere con la pensione. Dobbiamo pertanto trovare un equilibrio, ma che tenga i pensionati in vita, non uno che dia loro una pensione che non è nemmeno sufficiente per un quarto del livello di una famiglia media.
Prevediamo, pertanto, di migliorare il sistema, di aiutare le classi deboli, e soprattutto, vogliamo rilanciare, nella carriera pensionistica, le possibilità dei giovani. Richiamo quanto ho detto prima: il riscatto degli anni di laurea, la continuità dei versamenti. Dobbiamo anche pensare a coloro che si trovano in una situazione di complicata iniquità di fronte allo scalone fiscale.
Non si tratta di un problema di correzione di un equilibrio di lungo periodo, ma di una differenza di trattamento troppo forte tra coloro che si trovano in una determinata condizione rispetto ad un'altra.
Lavoriamo, quindi, per rafforzare l'equilibrio del sistema, per incentivare la permanenza negli anni di lavoro da parte dei lavoratori e per dare uno stabile equilibrio di medio e lungo periodo al sistema. Quindi, si tratta di un problema...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...che interessa le generazioni,Pag. 41non solo quella che va in pensione, ma anche quella che entra ora nel mercato del lavoro.
PRESIDENTE. Il deputato Tremonti ha facoltà di replicare.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente del Consiglio, io ho mantenuto la domanda perché non avevo capito la prima risposta. Non ho capito neanche la sua seconda risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Vede Presidente, lei non sta parlando al Parlamento o al Paese, ma in puro politichese: non si capisce niente di ciò che sta dicendo!
Quando lei era in Europa «predicava bene», adesso che è venuto in Italia «razzola male». Una persona normale quest'anno si chiede: andrà in pensione a 57 anni, come avete promesso, o a 60 anni? Ce lo vuole dire? Applicherete i coefficienti della riforma Dini, che avete votato, o li modificherete? Questo è quanto normalmente una persona vorrebbe sentirsi dire dal Presidente del Consiglio. Non è stato così. Lei ha parlato di equità.
Vede la sua, la vostra, non è equità, ma avventurismo. Voi proponete di cambiare il sistema per poi trovare i soldi. Il problema non è se reperirete i soldi, ma è che saranno i pensionati a non trovare più i soldi alle poste, perché state «scassando» il sistema [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Signor Presidente, la invito a pensare a questo dato: quello delle pensioni è un problema grande, è il suo che è un Governo «piccolo» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
(Iniziative per il superamento della normativa sugli studi di settore - n. 3-01009)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01009 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
MAURO FABRIS. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, un anno fa, presentando il nostro Governo alla Camera, lei dichiarò che i capisaldi della nostra politica fiscale dovevano essere due, il primo dei quali era una lotta serrata all'evasione fiscale (che lei definì un male patologico dell'Italia, sintomo della crisi etica del nostro Paese). In secondo luogo, affermò la necessità di stabilire un rapporto diverso tra cittadino e fisco. Parlò di «fisco amico» per le imprese e per le famiglie, al fine di alleggerire i dipendenti e le imprese virtuose che pagano le tasse.
La lotta all'evasione comincia a funzionare e ciò è dimostrato dall'aumento di circa 35 miliardi del peso delle tasse. Quello che non sembra proprio funzionare è il rapporto tra fisco, cittadini e imprese. Noi oggi le chiediamo come sia mai stato possibile che, nonostante la maggioranza, come abbiamo detto all'inizio, voglia che la concertazione sia lo strumento per il rapporto con le componenti sociali, si sia arrivati alla vicenda dei cosiddetti studi di settore senza tale concertazione.
PRESIDENTE. Deputato Fabris, la invito a concludere.
MAURO FABRIS. Concludo, signor Presidente, chiedendo come mai si applicano per il 2006 gli indici di normalità economica previsti per il 2007 e, in secondo luogo, se il Governo non pensi di avviare il superamento di questo strumento che è del 1993.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Vorrei ribadire e specificare quanto ho dichiarato in precedenza, rispondendo all'onorevole Donadi (l'onorevole Tremonti sta uscendo, forse è per quello che non segue). Il 53,81 per cento degli operatori interessati agli studi di settore, non è sembrato congruo. Oltre a quanto affermato in precedenza sul fatto che gli studi di settore non sono assolutamentePag. 42un accertamento fiscale, ma un'indicazione utile sia al contribuente che agli uffici fiscali, vorrei specificare in quest'aula un altro aspetto: il 53,81 per cento degli operatori che hanno dichiarato dei dati che non sembrano congrui dichiara in media 193.600 euro lordi annui di ricavi e un reddito lordo di impresa pari a 10.500 euro all'anno. Il resto degli operatori hanno ricavi e redditi così bassi da determinare, di fatto, una potenziale esclusione dagli studi di settore.
Riguardo alle obiezioni, quindi, il Governo sottolinea che gli studi di settore non sono lo strumento di accertamento automatico, ma tali dati mettono in rilievo la necessità di un'attenzione ai dati stessi, che l'Agenzia delle entrate utilizza come punto di riferimento. Pertanto, se il contribuente si adegua può restare tranquillo rispetto agli eventuali successivi controlli, mentre il contribuente che, invece, ritiene non sbagliati i dati che l'amministrazione contesta, è libero di non adeguarsi.
Quindi non sono una minimum tax e, per evitare equivoci, è stata emanata una circolare diretta ad identificare con più precisione le situazioni di marginalità economica, caratterizzate da peculiari situazioni che consentono la disapplicazione degli studi stessi. Ciò interessa cinquecentomila imprese. Per consentire ai contribuenti e agli intermediari una più approfondita valutazione e una corretta applicazione della nuova normativa, viene ricordato che la scadenza ordinaria per il versamento delle imposte è stata posticipata di venti giorni per chi applica gli studi di settore, in modo che ci sia tempo per approfondire i problemi.
Aggiungo ancora una cosa. Nel triennio 2007-2009 tutti gli studi saranno sottoposti a revisione: se più favorevoli si applicheranno ai contribuenti gli studi revisionati, i quali, prima di essere approvati, saranno sottoposti alla prevista consultazione della commissione degli esperti in cui partecipano i rappresentanti delle categorie interessate. Pertanto le garanzie ci sono.
PRESIDENTE. Presidente Prodi, la invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Rilevo, poi, che gli studi di settore non sono né una forma di «catastizzazione» del reddito, né una minimum tax; sono degli indicatori sui ricavi. Da questo punto di vista, nulla vieta che gli operatori possano essere in regola anche se i loro conti sono diversi dalle indicazioni degli studi.
PRESIDENTE. Presidente Prodi, la invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Va ribadito che nessuno può obbligare i contribuenti a pagare le tasse secondo gli studi di settore. Il contribuente ha solo l'obbligo di presentare delle dichiarazioni che rispecchiano la realtà.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto di questa risposta. Ho posto una questione diversa: ho chiesto come è stato mai possibile che, nonostante avessimo fatto della concertazione lo strumento di soluzione dei conflitti sociali e del rapporto con le parti sociali, si sia arrivati al punto che, con una circolare dell'Agenzia delle entrate, per il 2006 si applichino gli indicatori economici previsti nel 2007. Ciò determina per le imprese un danno che non siamo ancora in grado di calcolare e la difficoltà di affrontare le scadenze che sono state indicate. Il problema non è quello di spostare in avanti il termine di venti giorni.
Il problema è - questa è la nostra proposta, per capirci in maniera molto chiara - che questi indicatori non sono stati determinati con il contributo delle categorie, ma in maniera unilaterale dall'amministrazione. Non c'è stato lo stesso livello di approfondimento e di elaborazione degli studi di settore. Retroagiscono all'anno di imposta 2006, questo è il punto! Pertanto la nostra proposta è chiara: si sospenda l'applicazione di questiPag. 43indicatori ai fini dell'accertamento, e si vada alla rapida revisione degli studi di settore, attraverso un serrato confronto con le associazioni di categoria.
Sul fatto che si debba combattere l'elusione e l'evasione fiscale siamo assolutamente d'accordo. Tuttavia, questo tipo di intervento, da parte del nostro Governo e da parte nostra, è assolutamente insostenibile, perché abbiamo creato un conflitto con parti sociali con le quali abbiamo firmato un protocollo di intesa nel dicembre 2006, non tanto tempo fa. Le categorie oggi non chiedono l'abolizione degli studi di settore, mentre noi proponiamo che si avvii un superamento graduale degli stessi, visto che nessun Governo li ha aboliti e dal 1993 rappresentano una legge nel nostro Paese. Noi chiediamo, dunque, che si ristabilisca un rapporto positivo, costruttivo, con le categorie.
Fermiamo, dunque, questa vicenda che sta letteralmente mettendo in difficoltà decine di migliaia di aziende. Le segnalo che quattro milioni di contribuenti garantiscono lo stipendio al 70 per cento dei lavoratori a reddito fisso in Italia. Questa è la condizione in cui ci troviamo, per una vicenda che non è stata gestita secondo le intese che avevamo sottoscritto. Per il resto, signor Presidente, lei sa che noi siamo concordi nel combattere l'elusione e l'evasione fiscale. Ma la questione oggi è un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Prima di passare all'ultima interrogazione, desidero segnalare che il deputato Tremonti si era allontanato dal suo banco soltanto per fare una comunicazione al Presidente.
GIULIO TREMONTI. Grazie, signor Presidente.
(Iniziative urgenti per la revisione degli studi di settore, con particolare riferimento al periodo di imposta 2006 - n. 3-01010)
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01010 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, le parole che abbiamo ascoltato dal Presidente Prodi generano sicuro sconforto, perché sembra di assistere ad affermazioni che non hanno il minimo fondamento sulla base delle cognizioni basilari del diritto tributario.
Innanzitutto, come si sa, i contribuenti - imprese artigiane, commerciali e di servizi - stanno vivendo momenti di angoscia perché non sanno come pagare le imposte. Come è stato già detto in una precedente interrogazione, molti contribuenti stanno chiedendo ai propri professionisti come comportarsi e nessuno sa dare delle risposte; addirittura le associazioni di categoria hanno denunciato che l'accordo sottoscritto il 14 dicembre non è stato rispettato.
Di fronte a tale situazione noi assistiamo al completo distacco da parte del Governo, che non si dà carico di ciò che sta avvenendo, e, inoltre, non si ascoltano neppure le categorie professionali (mi riferisco ai dottori commercialisti e ai ragionieri) che hanno minacciato di dar corso a manifestazioni di «disobbedienza fiscale», che consisterà addirittura nel non trasmettere i modelli per gli studi di settore. Chiediamo, quindi, al Governo di chiarire quali iniziative assumerà rispetto ai cosiddetti indicatori di normalità economica per il 2006, e chiediamo, inoltre, la sospensione della loro applicazione.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, anche in questo caso la domanda è una prosecuzione dell'interrogazione precedente, e, dunque, ripeto che noi abbiamo dato tutte le garanzie ai contribuenti circa il fatto che lo studio di settore non costituisce una minimum tax; è un punto di partenza per un confronto fra l'amministrazione e ilPag. 44contribuente. È chiaro, quindi, che questo non viola assolutamente l'impegno ad una concertazione, impegno che rinnovo in questa sede e che spero le categorie siano pronte ad accogliere. Ribadisco che ciò s'inserisce nell'ambito di una politica fiscale nei confronti delle imprese particolarmente dedicata ad alleviarne i costi ed a facilitarne, quindi, l'innovazione e la dinamica.
Ricordo ancora che dal 1o luglio le imprese potranno contare su una significativa riduzione del carico fiscale; si è parlato tanto del problema delle imposte e, a tal proposito, vi sarà una riduzione per oltre 5 miliardi a regime, e di 2,5 miliardi quest'anno, in questo secondo semestre. Ciò significa che abbiamo ridotto la base imponibile IRAP di circa 5 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del centro-nord, e di circa 10 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del Mezzogiorno.
Stiamo chiudendo con le parti sociali l'accordo che prevede incentivi di carattere fiscale e contributivo alla contrattazione legata ad aumenti di produttività, ossia salario di risultati e straordinari. Stiamo concertando la sostanziale riduzione degli oltre 6 miliardi di incentivi che oggi affluiscono al sistema delle imprese e si sta lavorando per una loro sostituzione con minori aliquote fiscali IRES o IRAP. A questo sforzo si affianca il lavoro per favorire un miglior funzionamento dei mercati, attraverso le liberalizzazioni e lo snellimento delle procedure.
Il mio Governo ha posto al centro della propria azione il sostegno alla crescita economica e all'occupazione; i dati di maggio relativi all'occupazione dimostrano come il clima di fiducia stia aumentando e come la crescita degli ordinativi e della produzione sia estremamente forte. L'azione di sostegno si realizzerà non soltanto grazie a incentivi e aiuti alla produzione, ma anche grazie a un sensibile alleggerimento del peso fiscale che dai prossimi giorni scatterà per le grandi imprese e per tutti gli operatori economici del Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la risposta del Presidente del Consiglio è assolutamente insoddisfacente e, tra l'altro, la ritengo anche offensiva nei confronti dei contribuenti che adempiono correttamente il loro obbligo tributario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Offensiva almeno pari a quella fornita ieri dal Viceministro Visco, che ha auspicato che questi signori comincino a comportarsi in modo statisticamente equivalente agli altri, aggiungendo che, a questi contribuenti, viene chiesto di versare solo tra 100 e 200 euro al mese.
Ormai, Presidente, non si pagano più le imposte sulla base di quanto si guadagna, ma di quanto statisticamente è giusto guadagnare: è la teoria del pollo di Trilussa.
Le sue parole dimostrano, Presidente Prodi, che, con la sua politica fiscale, lei ha fatto dell'Italia un paradiso per il sommerso e un inferno per l'emerso. Lei sa bene che i nuovi studi di settore introducono nell'ordinamento una nuova minimum tax in quanto, salvo casi eccezionali, non è possibile fornire la prova contraria.
Sarebbe interessante vedere il Ministro dell'economia Padoa Schioppa e il Viceministro Visco andare presso gli uffici a sostenere un contraddittorio per il contribuente e dimostrare che non si applicano gli studi di settore: per disapplicarli, infatti, dovrebbero dimostrare che il contribuente è deceduto.
L'ipocrisia del Governo raggiunge un tale livello che, nella stessa relazione tecnica che accompagna il disegno di legge finanziaria, sono stati «cifrati» 2 miliardi 700 milioni da recupero di indicatori di normalità economica. La vicenda degli studi di settore, dunque, è un grande inganno.
Presidente Prodi, mi consenta di ricordarle le parole di Abramo Lincoln: «Si può ingannare tutti a volte, qualcuno sempre, ma non è possibile ingannare tuttiPag. 45tutte le volte». Voi, invece, questo avete fatto e continuate a fare con la vostra politica fiscale.
Presidente, ciò che lascia più perplessi è che il suo Governo è insensibile ai numerosi ed accorati appelli che provengono dalle categorie economiche e professionali e non intende ravvedersi nonostante le specifiche istanze che giungono.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO LEO. Il suo atteggiamento è arrogante, Presidente Prodi! Il suo atteggiamento è la dimostrazione che, laddove l'autorità politica non è ragionevole, c'è tirannia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17 con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bafile, Bimbi, Brugger, Bruno, Buontempo, De Simone, Donadi, Giovanardi, La Malfa, Lusetti, Oliva e Villetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 17,02).
FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire al termine della seduta antimeridiana ma il Presidente Tremonti, non essendosi accorto della mia richiesta, ha fatto presente che avrei potuto svolgere il mio intervento alla ripresa pomeridiana dei nostri lavori.
Le chiedo che il Ministro dell'interno riferisca in aula su una questione molto importante e - oserei dire - delicata: alcuni giornali, La stampa padovana, ma anche Il Tempo, hanno riportato che sabato 23 giugno il centro sociale «Gramigna» organizzerà una manifestazione a Padova per incitare alla liberazione dei detenuti politici. Sappiamo bene che coloro che sono stati arrestati e oggi sono detenuti si sono dichiarati prigionieri politici.
Vorrei saperne di più in merito anche perché il Parlamento, il Governo, lo Stato dovrebbe dare un segnale, impedendo lo svolgimento di una manifestazione che non è esercizio di libero pensiero! Questo è un reato: è fiancheggiamento al terrorismo!
PRESIDENTE. Deputato Ascierto, concluda.
FILIPPO ASCIERTO. Concludo, Presidente. Noi abbiamo dato segnali importanti anche a Padova, con il centrosinistra, contro il terrorismo (in particolare, due giorni fa a Padova abbiamo celebrato tutti insieme il ricordo di caduti del terrorismo).
Pertanto, o diamo segnali concreti contro il terrorismo oppure ci rimettiamo a quello che potrà succedere, sperando nella «buona stella». Vogliamo che il Ministro dell'interno riferisca in aula, prima che sia troppo tardi.
PRESIDENTE. Deputato Ascierto, farò presente al Governo la sua richiesta.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 46LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non voglio aprire un dibattito su tale vicenda, ma solo associarmi a quanto affermato dall'onorevole Ascierto, ricordando all'Assemblea che qualche giorno fa il Viceministro Minniti, in merito alla vicenda, come nel corso del question time della settimana scorsa, ha reso noto all'Assemblea che, nella circostanza di una manifestazione simile svoltasi a L'Aquila il 3 giugno, vi erano indagini in corso per verificare il reato di fiancheggiamento. È utile, quindi, che si intervenga prima delle prossime manifestazioni, non dando seguito alle stesse.
PRESIDENTE. Ribadisco quanto già affermato.
Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2480-A/R (ore 17,07).
PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo votato l'emendamento Beltrandi 10.102 e che sono iniziati gli interventi per dichiarazione di voto sull'emendamento Zeller 10.114.
Avverto che, oltre al gruppo Popolari-Udeur, anche il gruppo della Rosa nel Pugno, dell'UDC e la componente delle Minoranze linguistiche del gruppo Misto hanno esaurito i tempi a loro disposizione previsti dal contingentamento.
Secondo la prassi consentirò, comunque, ove richiesto, un breve intervento, di non più di due minuti, per svolgere una dichiarazione di voto per ciascun emendamento ai deputati appartenenti ai predetti gruppi e alla predetta componente del gruppo Misto, attingendo ai tempi riservati agli interventi a titolo personale.
Avverto, inoltre, che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Fabris 1.5 e Beltrandi 1.104, in precedenza accantonati.
Avverto, altresì, che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R - sezione 3).
Su un lutto del Vicepresidente Pierluigi Castagnetti (ore 17,08).
PRESIDENTE. Signori e signore deputati, come forse saprete, nella notte è venuta a mancare la signora Anna Maria Burani, moglie del nostro collega Pierluigi Castagnetti, Vicepresidente della Camera dei deputati.
Si tratta di una notizia che ci rattrista assai profondamente, anche perché fa seguito ad un doloroso percorso di sofferenza che il Vicepresidente Castagnetti ha condotto con il rigore, la sobrietà e la riservatezza che tutti conosciamo e che ci rendono così preziosa la sua presenza in questa istituzione. Ho fatto pervenire a lui, al figlio Davide e agli altri suoi familiari i sentimenti del cordoglio più profondo a nome mio personale e di tutta la Camera dei deputati, unitamente alla più sincera e intensa vicinanza di tutti noi.
In segno di lutto, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo - L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 17,10)
Si riprende la discussione (ore 17,10).
(Ripresa esame dell'articolo 10 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'emendamento Zeller 10.114.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, credo che poco prima della sospensione si sia sviluppato un dibattito, anche a seguito dell'intervento del collega Villetti, per la verità molto fuorviante. Dico ciò, perché stiamo parlando di un emendamento che,Pag. 47sostanzialmente, propone di ridurre l'entità della sanzione nell'ipotesi in cui, a carico di una persona che provoca un incidente stradale, venga accertato un tasso alcolemico pari a 1,5 grammi per litro (g/l). Mi domando, quindi, se intendiamo assumere un atteggiamento schizofrenico in questo Parlamento ovvero essere coerenti!
Non più tardi di qualche settimana fa, in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza ed anche in riferimento all'iniziativa dell'ONU che chiede di abbattere il livello della incidentalità nel nostro Paese, è stato votato all'unanimità un ordine del giorno in cui si chiedeva di intervenire in maniera più severa in alcune circostanze ed in particolari tipologie.
Voglio ricordare che, nei confronti del provvedimento in esame, abbiamo avanzato delle riserve anche in sede di discussione sulle linee generali, perché ne riteniamo sbagliato l'approccio complessivo. Riteniamo, infatti, che la materia della sicurezza stradale vada affrontata in maniera molto più ampia ed articolata e quindi non soltanto sotto il profilo sanzionatorio.
Vi sono, però, dei dati che non si possono trascurare, se intendiamo intervenire in maniera opportuna.
Si tratta di dati dai quali si evince, in maniera chiara e netta (è un dato costante che risulta delle statistiche degli ultimi anni), che il 60 per cento degli incidenti nel nostro Paese è causato soprattutto da comportamenti scorretti dell'uomo. Pertanto, o si ha la capacità di intervenire su questo settore o rischiamo di non fare assolutamente nulla di positivo.
Inoltre, gli aspetti della prevenzione o della formazione entrano soltanto di sfuggita nel presente disegno di legge; in tale contesto o si ha il coraggio di adottare comportamenti coerenti rispetto a quanto affermato in Parlamento qualche settimana fa oppure rischiamo davvero di vanificare ciò che è nelle intenzioni di tutti, ma poi, all'atto pratico, viene sostanzialmente depennato da alcuni colleghi, i quali introducono riflessioni di garanzia e di garantismo che in questo caso non c'entrano assolutamente nulla. Infatti, quando parliamo di sicurezza stradale, non parliamo evidentemente soltanto delle condizioni in cui si trova il soggetto che provoca un incidente, ma anche di vite umane che non c'entrano nulla e che sono messe a rischio da questo comportamento non rispettoso delle norme e non rispettoso neanche della dignità della persona umana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attili. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, voglio esprimere due osservazioni sull'emendamento in discussione, sottolineando che il provvedimento in esame, che con una certa difficoltà stiamo esaminando, rappresenta comunque un utile progresso ed un punto di mediazione seria.
Non è affatto vero, lo voglio dire con chiarezza, che si tratta di un provvedimento che prevede esclusivamente sanzioni. Chi lo ha esaminato con attenzione sa che lo stesso si compone di una serie di articoli che potenziano la prevenzione e i controlli e che vanno tenuti in considerazione per una valutazione complessiva.
Si tratta di un provvedimento che, rispetto alle norme di molti Paesi europei, è assolutamente blando.
Secondo il testo del codice francese: a chi guida sotto l'empire, sotto il dominio delle droghe, sono comminati due anni di prigione e 4.500 euro di multa; chi guida sotto il dominio dell'alcool si procura tre anni di prigione e 9.000 euro di multa, più una serie di pene accessorie. La Francia, non solo con queste norme, ma con un'azione complessiva, ha dimezzato il numero degli incidenti mortali in due anni. L'Italia - è stato più volte ricordato - è fanalino di coda e, purtroppo, ha il record dei morti per incidenti annuali.
Credo che i colleghi che parlano di libertà, che hanno una visione un po' lassista su questo punto dovrebbero riflettere su tali dati e su tali elementi.
Credo anche, però, che il problema dei controlli sia importante. Pertanto, chiedoPag. 48al Ministro che si verifichi se la polizia stradale, nella situazione attuale, impiega tutti gli uomini attualmente in carico e operativi sulle strade nelle funzioni di controllo, perché, secondo le mie informazioni, ciò non avviene. Infatti, molti uomini della polizia stradale svolgono altre funzioni. È una verifica che le chiedo di porre in essere, perché già nella situazione attuale, a prescindere da ulteriori risorse che si possono investire, a parer mio siamo in grado, con un utilizzo più puntuale delle forze esistenti, di potenziare e migliorare i controlli.
Inoltre (credo che tutti insieme presenteremo anche un ordine del giorno in questa direzione), si dovrebbe accelerare l'esborso delle risorse già presenti nella legge finanziaria, signor Ministro (e lei lo può fare con dei decreti) per predisporre misure di prevenzione e di controllo.
Credo che oggi questo si possa fare e che si possa fornire una risposta ai colleghi che hanno sollevato questo tipo di problema, ma non si possono attenuare oltre certi livelli le sanzioni, perché - almeno questa è la mia opinione e rispetto l'opinione degli altri colleghi - anche le sanzioni sono un elemento di sicurezza e servono da deterrente e, ripeto, le nostre sono ben al di sotto della media europea.
PRESIDENTE. «Torna sul luogo dell'emendamento» l'onorevole Zeller, che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, ho seguito con attenzione gli interventi dei colleghi, ma vorrei ribadire che la finalità di questo emendamento non è eliminare le sanzioni penali che rimangono. Non ho presentato nessuna proposta modificativa in tal senso: un soggetto che guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro deve essere severamente punito. Secondo le previsioni della mia proposta emendativa, rimane la pena dell'arresto fino a tre mesi e, se si verifica un incidente stradale, fino a sei mesi. Ritengo, però, esagerato rovinare la gente, perché se a una persona capita una vicenda di questo tipo, non credo che sia giusto privarla per due anni della macchina, della patente e disporre il fermo amministrativo di sei mesi, perché in questo modo roviniamo le famiglie italiane. La sanzione penale è giusta, la sanzione pecuniaria è giusta, anche una equa sospensione della patente è giusta, ma non queste esagerazioni (Applausi del deputato Barani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il mio voto personale contrario su questo emendamento, perché, pur riconoscendo che questo provvedimento rappresenta un segnale, anche se debole e gracile rispetto al problema che abbiamo di fronte, invece di cercare di trovare delle soluzioni integrative, andiamo a smontare quelle norme che prevedono un inasprimento delle sanzioni. Qui stiamo parlando delle sanzioni accessorie. Ebbene, ritengo che la sanzione accessoria per colui che guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcoolemico superiore all'1,5 grammi per litro, possa tranquillamente essere costituita dalla sospensione della patente per un periodo superiore a sei mesi. Il problema semmai può essere la forbice, tra sei mesi e due anni che è prevista dalla norma. Infatti - lo ripeto ancora e l'ho già detto con riferimento al comma precedente - può capitare che, di fronte a fatti identici, magari il prefetto di Torino preveda la sospensione della patente per sei mesi e il prefetto di Roma per due anni. Questo non è sicuramente giusto e dovrebbe essere corretto. Ribadisco dunque il mio voto contrario su tale emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.114, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 403
Astenuti 3
(Maggioranza 202
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 245).
Passiamo all'emendamento Zeller 10.112.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 405
Astenuti 6
(Maggioranza 203
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 258).
Passiamo all'emendamento Olivieri 10.107.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
EZIO LOCATELLI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EZIO LOCATELLI. Signor Presidente, con questo emendamento non mettiamo in discussione la necessità di sanzionare e di punire quanti, guidando in stato di ebbrezza, mettono a repentaglio la sicurezza stradale e la vita delle persone, tanto più se siamo in presenza di un incidente stradale. Lo dico per fugare le preoccupazioni del collega Attili: da questo punto di vista, non c'è alcun permissivismo da parte del gruppo di Rifondazione Comunista.
Riteniamo che le responsabilità (e le loro implicazioni) debbano prendere come riferimento esclusivamente il conducente in quanto tale. Questo aspetto ci porta a considerare problematica - se non addirittura sbagliata - la misura del fermo amministrativo del veicolo. Con tale misura, il rischio - questo è il punto su cui vorremmo invitare alla riflessione - è quello di andare a colpire persone che non hanno responsabilità alcuna e che venga sottratta la disponibilità di un veicolo, che nelle famiglie meno abbienti è spesso l'unico veicolo disponibile e l'unico mezzo a disposizione per necessità di lavoro e di studio.
Quindi, vediamo il rischio che la responsabilità di uno ricada su più persone, che non hanno alcuna responsabilità. La nostra proposta, con questo emendamento, è quindi quella di stralciare il fermo amministrativo, senza nulla togliere per quanto riguarda le sanzioni e le previsioni di pena a carico del conducente. Invitiamo pertanto l'Assemblea a votare a favore di questo nostro emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare che il gruppo della Rosa nel Pugno condivide e voterà a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare che anche il nostroPag. 50gruppo voterà a favore dell'emendamento Olivieri 10.107, poiché non ce la possiamo prendere con il veicolo!
Il collega Locatelli ha espresso bene un principio fondamentale. Le pene vengono applicate a chi ha commesso l'infrazione, ma mi sembra esagerato prendersela anche con il veicolo. Sembra di vedere Don Chisciotte che fa la sua battaglia contro i mulini a vento!
Ritengo che chi ha pensato questo articolo meriti una considerazione speciale e che meriti una visita speciale, perché non può essere considerata una persona normale! Non ce la possiamo prendere con il veicolo: ce la dobbiamo prendere con chi ha commesso il reato!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Olivieri 10.107, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 407
Astenuti 11
Maggioranza 204
Hanno votato sì 84
Hanno votato no 323).
Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 10.117.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente le ragioni di questo emendamento, al fine di sapere, se dopo le mie spiegazioni, il Governo e la Commissione cambieranno, per ipotesi, la loro posizione.
Tale emendamento mira soltanto ad un obiettivo: considerato che, comunque, sull'accertamento della contravvenzione dovrà svolgersi un processo, esso mira a decongestionare i tribunali ordinari, che sono già intasati da una miriade di processi che non riescono spesso a celebrare.
Le contravvenzioni hanno dei termini di prescrizione estremamente brevi e, se rimangono demandate alla competenza del tribunale ordinario, c'è il rischio che possano cadere in prescrizione e, cioè, che si possa ottenere l'effetto opposto a quello del perseguimento di tali reati.
L'attribuzione della competenza al giudice di pace risponde, invece, ad un criterio di celerità, considerato che non si incide minimamente sulla sanzione e sulle procedure di accertamento, e mira soltanto ad avere la certezza della pronuncia.
Dobbiamo considerare che quattromila giudici onorari italiani, ogni anno, celebrano un milione e mezzo di procedimenti, cioè tanti quanti ne introitano; essi sono, quindi, in condizione di decidere molto rapidamente, entro un termine comunque ristretto, dando anche il senso dell'effettività della pena e della sanzione.
D'altra parte, se si trattasse di una sfiducia nei confronti del giudice di pace, sarei assolutamente contrario, poiché questo benemerito organo giudiziario e giurisdizionale, in realtà, è chiamato a decidere questioni importanti, anche in materia di diritti. Pensiamo, ad esempio, alla omologazione dei provvedimenti di espulsione in materia di mancanza del visto di soggiorno da parte degli immigrati.
Con questo provvedimento stiamo dando, comunque, al giudice di pace la competenza a decidere, ad esempio, sulle violazioni relative all'eccesso di velocità, cioè anche sessanta chilometri oltre il limite. In altre parole, se chiamiamo il giudice di pace a decidere su una contravvenzione molto grave (ad esempio, suPag. 51quella relativa a un bolide lanciato a velocità straordinaria che, quindi, può causare incidenti), non capisco perché non possiamo, invece, chiamarlo a giudicare su una contravvenzione, il cui accertamento è sostanzialmente automatico.
Per tali motivi, a mio avviso, ragionamenti anche riguardanti l'organizzazione della giustizia inducono a ritenere che sia meglio demandare la competenza di tali contravvenzioni al giudice di pace. Pertanto, vorrei conoscere se, alla luce di tali considerazioni, vi sia stata un ripensamento da parte della Commissione e del Governo.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, intervengo per dire all'onorevole Palomba che sull'argomento abbiamo chiesto una disamina all'ufficio legislativo e ci è stato segnalato che, poiché nel caso di specie previsto da tale articolo è possibile che vengano comminate pene detentive, di regola, in questi casi, la materia non può essere delegata a un giudice di pace, ma necessariamente ad un giudice monocratico.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Palomba.
FEDERICO PALOMBA. Mi dispiace dover richiamare l'attenzione sul fatto che, già da qualche anno, i giudici di pace hanno anche competenza penale. Mi dispiace, altresì, ricordare che, tra le competenze originarie, era prevista anche la facoltà di decidere in materia delle contravvenzioni in oggetto. Pertanto, francamente resto un po' sbigottito da tale risposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vista la mancata considerazione del mio emendamento, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.113.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 10.103.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARCO BELTRANDI. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Semplicemente, qui stiamo parlando del caso in cui vi sia un rifiuto, da parte dell'automobilista, di sottoporsi agli accertamenti per vedere, ad esempio, se ha bevuto.
Ebbene, con tale emendamento, propongo di abbassare le sanzioni: l'articolo 10 prevede una sanzione da 2.500 a 10.000 euro, mentre la mia proposta emendativa prevede una sanzione da 1.000 a 5.000 euro. Inoltre, viene tolto l'aggravamento in caso di incidente stradale per le medesime regioni illustrate stamattina - non capiamo, infatti, perché uno stesso comportamento venga maggiormente penalizzato nel caso in cui provochi un incidente rispetto al caso in cui non lo provochi - e proponiamo un fermo amministrativo di sessanta giorni anziché di centottanta.
Invito tutti quanti a riflettere su quanto ho detto, perché un fermo amministrativo di centottanta giorni, disposto magari a causa del comportamento di un figlio, è veramente clamoroso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 405
Astenuti 36
Maggioranza 203
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 379).
Passiamo all'emendamento Olivieri 10.121.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
EZIO LOCATELLI. Sì, signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 10.100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 414
Astenuti 11
Maggioranza 208
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 159).
Prendo atto che la deputata Zanella ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Prendo atto altresì che la deputata Formisano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 10.101, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 437
Astenuti 6
Maggioranza 219
Hanno votato sì 345
Hanno votato no 92).
Prendo atto che il deputato Licastro ha segnalato che non è riuscito a votare, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Bonelli 10.115, sul quale la Commissione ha proposto una riformulazione. Invito il relatore a precisarla.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole, a condizione che il presentatore accetti la seguente riformulazione: sostituire la parte conseguenziale con la seguente: «Conseguentemente, alla medesima lettera, medesimo capoverso, secondo periodo, sostituire le parole: "quattro mesi e dell'ammenda da euro 1.000 ad euro 4.000" con le seguenti: "sei mesi e dell'ammenda da euro 1.500 ad euro 6.000"».
PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli è assente.
SILVIA VELO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, vorrei eventualmente fare mio l'emendamento e accettarne la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Onorevole Velo, dovrebbe essere fatto proprio a nome del gruppo.
LUANA ZANELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 53LUANA ZANELLA. Signor Presidente, a nome del mio gruppo accetto la riformulazione proposta dell'emendamento Bonelli 10.115.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonelli 10.115, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 7).
Avverto che gli emendamenti Zeller 10.106, Beltrandi 10.34, Uggè 10.104 e Zeller 10.110 sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento precedente.
Passiamo all'emendamento Olivieri 10.108.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
EZIO LOCATELLI. Sì, signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zeller 10.111.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. No, signor Presidente, e insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei fare una riflessione ad alta voce rivolta all'Assemblea in merito all'articolo 2, in quanto si sta discutendo di persone che assumono sostanze stupefacenti e psicotrope.
Vorrei che tutti voi riflettiate sul fatto che tra le sostanze psicotrope vi sono anche i farmaci tranquillanti, che venti milioni di italiani utilizzano per addormentarsi la sera. Guardate bene che ne rimane traccia nel sangue e nelle urine. Si tratta dei famosi sonniferi per dormire, per stare tranquilli: se trovati nel sangue, obbligano ad un ricovero coatto. Mettiamo gli automobilisti alla mercé di chi li ferma, che li può sottoporre alla visita o al ricovero obbligatori, altrimenti, le pene aumentano.
Quindi, abbiamo stabilito il ricovero coatto per tutti, perché chi non si sottopone può essere condannato. Ciò vale per chiunque faccia uso di tali sostanze, che non sono droghe, ma sostanze psicotrope che il medico, lo specialista, lo psichiatra e lo psicologo prescrivono a tutti voi. Se entrassi nelle vostre stanze, infatti, troverei questi farmaci! Guardate che è questo che stiamo facendo!
È una riflessione a voce alta, visto che ho fatto il medico per venticinque anni e so quante sono le prescrizioni di tali sostanze: sono le più prescritte. Così facendo, mettiamo a rischio e a repentaglio l'integrità giuridica di molti automobilisti, che solamente la sera prima hanno fatto uso di qualche tranquillante, come il Lexotan o il Valium, o altri sonniferi vari: chi più ne ha più ne metta.
Non credo che si possano paragonare a sostanze stupefacenti. Chi ha formulato questa norma non è in grado di intendere e di volere sulla materia in oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, vorrei semplicemente replicare all'onorevole Barani che la norma non parla di semplice assunzione di sostanze, ma di alterazione psicofisica determinata dall'assunzione di alcune sostanze. C'è una bella differenza! Una cosa è assumere unaPag. 54sostanza, anche psicotropa, e individuarla nel sangue senza che abbia cagionato alcuna alterazione fisica o psichica, altro è assumere la sostanza e avere altresì un'alterazione psicofisica. Soltanto in questo secondo caso il comportamento verrà sanzionato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, vorrei annunciare il voto favorevole del gruppo de La Rosa nel Pugno sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, se ho ben capito, in realtà si propone la cancellazione della reiterazione, che mi pare molto grave. Infatti, o si deve approvare il disegno di legge in esame perché riteniamo che vi sia un'emergenza e che le norme attuali non sono state sufficienti a diminuire gli incidenti stradali, oppure si tratta di un provvedimento a fini pubblicitari, che non risponde al senso comune.
A me pare che qui si faccia riferimento, tra l'altro, ad un reato commesso dal conducente di un autobus o di un veicolo di massa. Credo che la norma non debba essere modificata e che sia del tutto legittima. Mi sembra, però, che vi sia una specie di lobby della deregulation, in cui si considera la misura repressiva sempre e comunque come un dato negativo.
Mi pare ovvio che nessuno sostiene che con la repressione si possano eliminare questi fenomeni, ma la sicurezza della strada, la prevenzione e la repressione possono determinare un quadro normativo più puntuale per tentare di evitare che aumentino i morti, gli incidenti e tutti i drammi che avvengono per la velocità su strada. La recidiva è un'aggravante! Si propone, addirittura, una diminuzione della sanzione. Esprimerò sicuramente un voto contrario su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta di una questione molto delicata. Vorrei rispondere all'osservazione dell'onorevole Costa rispetto alle valutazioni svolte dal collega Barani. Il problema di fondo è lo spirito e la lettera del comma 2 dell'articolo 10 di questo provvedimento, laddove si dice esplicitamente e letteralmente: chiunque guida in stato di alterazione psicofisica dopo avere assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l'arresto.
Chi è in grado di stabilire l'esistenza di un'alterazione? Un poliziotto, un vigile urbano, un agente di pubblica sicurezza? Mi pare paradossale! Quando l'onorevole Costa sostiene che non si tratta tanto dell'assunzione di sostanze psicotrope, come i tranquillanti o i sonniferi, ma dell'alterazione dovuta alla somministrazione di sostanze psicotrope, mi deve spiegare bene chi certifica l'esistenza di un'alterazione. È evidente che deve essere un medico! Ciò significa che appena si ha il sospetto dell'assunzione di una sostanza stupefacente o psicotropa ci deve essere un ricovero coatto e il medico deve certificare l'esistenza di un'alterazione, a meno che non attribuiamo alle forze dell'ordine, tra i tanti poteri che possono avere, anche quello di certificare l'esistenza di alterazioni psicofisiche.
Mi sembra questo il problema e vorrei che si rispondesse su questo, perché stiamo trattando una materia molto delicata, che attiene alla vita di ciascuno di noi e di ciascuno dei cittadini della Repubblica italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, intervengo solo per fare tre osservazioni.Pag. 55Abbiamo introdotto, mantenendo quella che era una norma già in vigore, la previsione che per i conducenti dei mezzi pesanti, i conducenti dei TIR, e per coloro che trasportano persone, nel caso in cui vengano trovati in queste condizioni, sia prevista la revoca della patente.
Ci sembra una norma molto valida, che è stata applicata e che ha prodotto dei risultati positivi. Andarla ad eliminare, come suggerisce questo emendamento, ci sembra profondamente sbagliato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Poretti. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che dobbiamo fare attenzione a quello che stiamo per votare. In questo caso si fa riferimento a chi guida in stato di alterazione psicofisica. Il problema è come fare a dimostrare che si guida in tale stato.
A differenza della guida in stato di ebbrezza, dove, attraverso l'etilometro, si può dimostrare che effettivamente io sono alla guida di un'automobile e ho assunto alcool, per quanto riguarda le sostanze stupefacenti - faccio l'esempio della cannabis - non ho strumenti o attrezzature per dimostrarlo. Si può arrivare al caso paradossale per cui oggi mi faccio uno spinello, fra un mese sono alla guida di un'auto e vengo messa in carcere perché, un mese prima, ho fumato uno spinello.
Vi rendete conto che così state penalizzando il consumo degli stupefacenti, dopo che, con la riforma Fini-Giovanardi, avete perfino approvato il possesso e il consumo personale (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)? È così! Non l'avete penalizzato, con la legge Fini-Giovanardi avete detto di non voler mettere in carcere i giovani che si fanno uno spinello. Attenzione, in questo caso rischiamo di farlo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, ho sentito delle cose alquanto sconcertanti. Chiunque faccia uso di sostanze stupefacenti non dovrebbe assolutamente guidare nessuna auto, né immediatamente né dopo, perché altrimenti si mette a rischio l'incolumità degli altri (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia), oltre che della stessa persona che fa uso delle sostanze stupefacenti.
Vi parlo anche sotto il profilo di un'esperienza professionale consegnata qualche anno fa a questa istituzione. L'esistenza di un'alterazione psicomotoria, o comunque di un'alterazione fisica dovuta all'assunzione sia di sostanze stupefacenti sia di alcoolici o di altri tipi di medicinali, è chiara ed è evidente alle forze dell'ordine. Non saranno poi chiaramente le forze dell'ordine a poterla certificare, anche se hanno gli strumenti per rilevare il consumo di alcool e di sostanze stupefacenti. Ci saranno, invece, altri strumenti, sia quelli del tribunale, quindi della giustizia, sia quelli della sanità. Ma non dobbiamo assolutamente cedere dal principio che qui è in gioco...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FILIPPO ASCIERTO. ... la salute e anche la vita di tanti giovani, di tante persone che non bevono né si fanno gli spinelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, a me pare che sia importante rimanere sul testo del disegno di legge. In esso si fa riferimento a chiunque guida in stato di alterazione psicofisica. Non credo che l'alterazione psicofisica venga certificata dalle forze dell'ordine; è semmai nei fatti, si vede. Quando una persona dà i numeri, non sta bene o è in condizioni anormali, questo si vede.
La norma prevede che, nei casi in cui c'è un'alterazione psicofisica, si compiano degli accertamenti. Nel caso in cui poiPag. 56l'alterazione sia dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, si applicano le sanzioni di cui si parla nell'articolo.
Può accadere che l'alterazione psicofisica ci sia, ma non dipenda dall'assunzione di sostanze stupefacenti. Una persona, ad esempio, che ha la febbre molto alta può trovarsi in uno stato di alterazione psicofisica che non dipende dalla sua volontà; o può avere per la prima volta una crisi epilettica, o qualsiasi altro problema del genere.
LUCA VOLONTÈ. È scritto!
LUIGI CANCRINI. La norma, secondo me, è corretta così com'è scritta e non va assolutamente cambiata.
Vorrei aggiungere, per ciò che riguarda i farmaci psicotropi e la loro grande utilizzazione, che è buona norma da parte del medico che li prescrive segnalare alla persona che li acquista che, quando li utilizza, non deve guidare la macchina. Questa è una cosa banale, semplice, normale. Debbo dire che sono completamente d'accordo con la formulazione dell'articolo, non ci trovo nulla di illiberale o di vessatorio. Essa mi sembra corretta, e quindi credo di poter dire che voterò contro l'emendamento in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, stiamo esaminando l'emendamento Zeller 10.111. Con tutto il rispetto per i colleghi, stiamo scomodando di nuovo i massimi sistemi, relativamente ad esso, quando invece stiamo parlando di un emendamento che - mi permetto di ricordarlo a chi non lo avesse letto - vorrebbe che non si applicasse la revoca della patente a colui che, in maniera recidiva nel corso di un biennio, si trova in uno stato di alterazione alla guida per aver assunto tali sostanze. Non stiamo parlando più della questione del carcere o del non carcere, stiamo scomodando i massimi sistemi quando invece, con l'emendamento in esame, dobbiamo parlare di una cosa ben specifica.
Per quanto mi riguarda, voterò contro l'emendamento in esame, perché stiamo semplicemente irrogando la sanzione amministrativa della revoca della patente a chi, recidivo, guida in stato di alterazione da sostanze, e in più osservando le garanzie dell'articolo 223 del codice della strada. Con tutta tranquillità, quindi, comunque la pensiate, credo che si debba votare contro l'emendamento proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mellano.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, molto probabilmente ha ragione il collega Benedetti Valentini sull'emendamento specifico al nostro esame, ma il problema è l'articolo e questa parte di articolo in particolare. Desidero, davvero, invitare i colleghi dell'estrema sinistra, anche quelli del gruppo dei Comunisti Italiani, a leggere attentamente il combinato disposto come risultante da questo articolo. Recentemente ho avuto risposta dal Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Santagata, rispetto all'applicazione dell'articolo 125 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, laddove si prevedono controlli specifici mirati per gli appartenenti a categorie di lavoratori con un lavoro che ha ricadute su terzi. Nel citato decreto del 1990 si prevedeva - ma tale misura non è mai stata applicata - l'autorizzazione, anzi la previsione di controlli specifici sullo stato di tossicodipendenza, sia all'inizio del lavoro sia durante il corso del contratto di lavoro.
Questa è una misura seria che noi speriamo venga attuata, dopo diciotto anni dall'emanazione del suddetto decreto n. 309 del 1990. La norma in previsione invece - e sbaglia il collega Costa nelPag. 57difendere il combinato disposto di questo articolo - stabilisce che vi sarà, comunque, un controllo a posteriori, ma quest'ultimo sarà un controllo che, come diceva la collega Poretti, dispone di trenta giorni di tempo per poter riscontrare la presenza, per esempio nel capello, di sostanze psicotrope.
PRESIDENTE. Onorevole Mellano, deve concludere.
BRUNO MELLANO. Invito, dunque, a porre attenzione a quanto ci apprestiamo a votare, perché ciò rischia davvero di diventare un discrimine molto grave per il consumo di sostanze, non per lo stato di ebbrezza alla guida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sono assolutamente d'accordo con il voto contrario sull'emendamento Zeller 10.111. Se dovessi seguire il ragionamento degli amici de La Rosa nel Pugno, dovrei dire che il controllo dovrebbe essere eseguito subito, immediatamente, e non eliminato.
Non voglio strumentalizzare nessuno, né portare ragionamenti ulteriori a coloro che dalla sinistra come della destra hanno preannunciato un voto contrario sull'emendamento in esame, e quindi non lo farò. Intendo riferire, piuttosto, un fatto reale accaduto nel nostro Paese un mese e mezzo fa, di cui sembra che ci siamo già dimenticati: un signore che guidava un pullman ha provocato, per così dire sotto sostanze stupefacenti, un incidente particolarmente grave, soprattutto per il fatto che alcune persone sono morte.
Se davanti a tale esigenza facciamo finta di voltarci dall'altra parte per una battaglia ideologica che non tiene conto dei fatti della realtà, allora, a questo punto, si può votare tutto e il contrario di tutto. Noi certamente esprimeremo voto contrario sull'emendamento in esame; ciò rappresenta il minimo nei confronti di quanto sta accadendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento Zeller 10.111, perché ritengo che il testo della norma non riguardi la prevenzione degli incidenti e la garanzia della sicurezza stradale. Infatti, se ciò che è causa di comportamenti rischiosi alla guida di un veicolo, tali da poter provocare incidenti e minare la sicurezza nelle strade, è lo stato di alterazione psicofisica, allora deve essere preso in considerazione qualunque stato di alterazione psicofisica.
Invece, in questo caso la norma è atta a determinare una punizione nei confronti dei consumatori di sostanze stupefacenti o psicotrope, perché è punito soltanto lo stato di alterazione psicofisica derivante dall'assunzione di tali sostanze.
Si opera, quindi, un discrimine rispetto alla causa dell'alterazione psicofisica che non può essere giustificato.
Per questo motivo, essendo la norma in questione non finalizzata a garantire la sicurezza stradale, ma a punire un determinato comportamento, la ritengo del tutto impropria, punitiva ed anche contraria ai principi generali del nostro ordinamento giuridico.
Per queste ragioni, voteremo a favore dell'emendamento Zeller 10.111.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Volontè che i processi e le sentenze verranno posti in essere dalla magistratura. In particolare, per la vicenda da lui richiamata, il relativo processo è ancora in corso e, quindi, non sappiamo di chi sono le responsabilità. Vorrei soltanto ricordare che qualche mese fa autorevolissimi quotidiani hanno titolato che la responsabilità sulla tragica vicenda di Erba era di un extracomunitario. Sappiamo, invece, a quanto pare (ePag. 58perciò anche in questo caso con il beneficio della presunzione di innocenza), cosa possa essere accaduto in quella tragica vicenda. Pertanto, di fronte a tale situazione ricorderei semplicemente ai colleghi che occorrono certezze, mentre questa normativa lascia un varco aperto a tutte le interpretazioni.
L'onorevole Ascierto desidera che siano i poliziotti e i carabinieri a stabilire le condizioni mediche. Da qualche altra parte si prevede un rinvio a trenta giorni. Credo che, invece, se vi sia una volontà di accertamento, ad essa si debba dar seguito immediatamente, non rinviando a quando fa comodo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, come ha affermato l'onorevole Volontè, esprimeremo un voto contrario su tale emendamento. Vorrei chiarire che esso elimina dal testo del provvedimento il riferimento alla recidiva, ovvero la circostanza in cui lo stesso soggetto compie più violazioni nel corso di un biennio.
Desidererei raccontare ai colleghi che mi sono trovato di fronte ad una vicenda, per esperienza personale, di un autista di camion che aveva provocato, nel lasso temporale di un biennio, tre incidenti mortali e ciononostante ancora continuava a guidare il mezzo. Mi raccontava tale vicenda - drammaticamente - una mamma che aveva perso il figlio.
In questa sede stiamo parlando semplicemente di fermo amministrativo del mezzo, ma per chi compie o provoca incidenti per tre volte, ritengo che sarebbe necessaria una sanzione superiore al fermo amministrativo, passando ad una revoca, anche perenne, della patente. Ma questo è un mio giudizio, una mia valutazione personale. Dico che ci troviamo di fronte a casi gravi e, quindi, non si può disquisire.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la prego di concludere.
MARIO TASSONE. Per questi motivi sono d'accordo con l'onorevole Volontè, che non meritava certamente un appunto, perché era nel giusto, nella logica del nostro rifiuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, tornando all'oggetto dell'emendamento, esprimeremo un voto contrario perché troviamo giusto che se uno stesso soggetto compie più violazioni nel corso di un biennio sia multato ed arrestato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, faccio presente che se dovessimo esprimerci sul merito dell'emendamento e, quindi, prendessimo genericamente atto della violazione ripetuta, dovremmo votare contro tale emendamento, in quanto norma di buonsenso.
Vi è, però, un problema che era già apparso prima, che si manifesta con evidenza in questa parte dell'articolo 10, che sarà evidentissimo nell'articolo 11 e anche nell'articolo 12 del provvedimento in oggetto e che contiene le disposizioni per l'attuazione di alcuni articoli che stiamo trattando. Tale problema è stato segnalato da alcuni colleghi. Non sono né un medico né un tossicologo, però in questa Camera tali professioni sono rappresentate, ed è ben presente il problema di cui stiamo parlando. Esso è, tecnicamente, relativo all'interazione tra l'uomo e la macchina e va dall'uso di una pinza, cioè di un qualunque strumento complesso, fino alla guida dello Shuttle, passando attraverso la guida degli autoveicoli.
Si tratta di capire, sostanzialmente, quali sostanze intervengono in forma «incapacitante» totale o parziale in questo delicatissimo rapporto che non riguarda,Pag. 59ripeto, soltanto la guida di autoveicoli, ma anche moltissime professioni ed è causa spesso di incidenti sul lavoro.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DANIELE FARINA. L'onorevole Barani ci ricordava che sotto la dizione «sostanze psicotrope» non ricadono soltanto le sostanze cosiddette legali ma moltissime sostanze illegali. Argomenteremo con più ampiezza quando arriveremo all'articolo «dolente» (l'articolo 11), ma già questa anticipazione e quanto ha detto il collega Ricci spiegano perché, al di là del merito dell'emendamento, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo per denunciare all'Assemblea il «buonismo» ipocrita e demagogico della maggioranza che sembra difendere una libertà che non si capisce quale sia, dal momento che chi si mette alla guida di un autoveicolo senza avere la capacità di governarlo, espone la comunità a rischi di tragedie, di morte, di mutilazione. Pertanto, non capisco perché si voglia difendere un emendamento che in qualche maniera attenua la pena.
Questo «buonismo», tuttavia, mi sembra esservi anche nei confronti - lo sentivo dire anche dall'onorevole D'Elpidio - non tanto della questione merceologica relativa alla guida degli autoveicoli, quanto dell'espressione «droga o sostanze stupefacenti».
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO SALERNO. In realtà alla sinistra fa paura che noi introduciamo l'argomento «droga» per provare, ancora una volta, il potenziale di devastazione e di morte che essa provoca. Si tratta quindi di una difesa della droga che appartiene soltanto alla cultura di questa sinistra e dell'attuale maggioranza!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.111, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 440
Astenuti 8
Maggioranza 221
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 391).
Prendo atto che l'emendamento Bonelli 10.116 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Baldelli 10.120. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vorrei svolgere un rilievo sulla singolarità del parere contrario della V Commissione dal momento che l'emendamento al nostro esame non comporta alcun aggravio di bilancio perché con esso si chiede al Ministero dei trasporti di promuovere la predisposizione e la diffusione capillare, presso tutti i punti vendita presenti sul territorio nazionale, compresi quelli dotati di meccanismi self service, vale a dire gli autogrill, di kit contenenti strumenti per la misurazione del tasso alcolico nel sangue.
Non si capisce perché prevedere la promozione di questo kit che dovrà essere a pagamento comporti la necessità di fornire una copertura. Non credo che per diffondere la promozione di qualcosa che sarà a pagamento serva una copertura tecnica. Se poi vogliamo dire che non esiste uno strumento di rilevazione diPag. 60sostanze stupefacenti, si tratta di un altro tipo di obiezione, un'obiezione tecnica.
Al di là della necessità seria e rigorosa di controlli, riteniamo che si debba dare la possibilità a chi possa comprarlo (vedremo a prezzi di mercato quale sarà il costo), cittadini, esercizi, locali, di farlo. Si deve permettere a chi vuole comprare un «palloncino» per capire se la sera, quando esce da un locale, è nelle condizioni di mettersi alla guida di poterlo fare.
Non si capisce per quale ragione un emendamento che mira ad ottenere tale risultato, facendo sì che questi strumenti vengano venduti, non sia accettato dal Governo né dalla Commissione. Mi sembra un emendamento di buon senso e, quindi, non accedo all'invito al ritiro e chiedo, anzi, che il presidente Meta ci dia una gradita delucidazione sul parere espresso.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, intervengo solo per dire all'onorevole Baldelli che da parte del Ministero dei trasporti, con modalità non esattamente coincidenti con l'emendamento, è già in atto un'azione, nell'ambito del Programma nazionale per la sicurezza stradale, per la dotazione di una serie di kit per il rilevamento delle sostanze alcoliche e anche altre apparecchiature da rendere disponibili alla polizia stradale e ai carabinieri.
L'azione del Ministero non va nella stessa direzione, lo ripeto, ma abbiamo presente la necessità di investire una parte del Fondo della sicurezza stradale, proprio affinché tali apparecchiature vengano diffuse al massimo, soprattutto per chi ha l'obbligo di effettuare tali controlli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per apporre la mia firma all'emendamento Baldelli 10.120 e per rispondere al signor Ministro che ci ha dato questa notizia. In questo caso, tuttavia, lo spirito è un altro. Lei può invitare il Ministero dei trasporti a fornire questi kit alle gazzelle e alle ambulanze. Con l'emendamento in discussione si vuole lanciare un altro input: consentiamo al cittadino, che desidera dotarsi autonomamente di questo kit, di misurare qual è la situazione e assumere i provvedimenti. Questa la è vera prevenzione!
Stiamo quasi trasformando le nostre autostrade in poliambulatori, dove dobbiamo fare tutto; diamo la possibilità, al cittadino che lo desidera, di misurare quale sia il suo tasso alcolico prima di riprendere l'autostrada, visto che non esistono altri test attendibili per altre sostanze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, condivido le affermazioni del collega Di Virgilio. Signor Ministro, è chiaro che le forze di polizia debbono essere munite di strumento per la rilevazione del tasso alcolico e delle sostanze stupefacenti, altrimenti siamo qui a scrivere norme che non hanno senso! L'emendamento è volto a fornire la possibilità ai privati, cioè ai cittadini e agli automobilisti, di comprare tali kit con i loro soldi, non a spese del Ministero. In questo caso, non si capisce il parere della V Commissione bilancio (poi svolgeremo un ragionamento anche su come vengono ipotizzate le cosiddette sanzioni eventuali, che invece vengono iscritte a bilancio e messe in cassa).
Signor Ministro, se un cittadino privato con i propri soldi decide di conoscere la sua condizione, avrà diritto di sapere se può mettersi o meno alla guida oppure deve incappare nella «roulette russa» del controllo (cioè se viene controllato e se, per caso, ha oltrepassato o meno la soglia dell'1,5-1,7 per cento)?
Signor Ministro, sarebbe una norma di buon senso che non costa niente e che, purPag. 61tuttavia, fornisce la possibilità a chiunque di essere consapevolmente in regola o attenersi ad altre norme o utilizzare strumenti di trasporto alternativi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento in esame. Inoltre, vorrei anche dire al Ministro che abbiamo preso atto di ciò che egli ha detto. In questo caso, però, si tratta, come dicevo prima, di utilizzare tutti gli strumenti possibili.
Consideriamo un genitore, una mamma che va a riprendere il figlio di sera e che, prima di metterlo alla guida, voglia fare un controllo, per vedere se il figlio abbia mentito, se sia in grado di guidare, se in discoteca abbia bevuto. Quindi, sono livelli di prevenzione aggiuntivi all'interno di una famiglia e a spese proprie, senza alcun costo per la pubblica amministrazione. Tali strumenti preventivi dovrebbero, anzi, essere pubblicizzati dal Governo con uno spot della Presidenza del Consiglio, in cui si invitano le famiglie a verificare, prima che si metta alla guida, se il conducente, per quanto riguarda l'uso di droghe o di alcol, rientri o meno nei limiti del pericolo.
Non si tratterebbe di un obbligo per nessuno, ma chi lo vuole utilizzare perché non deve avere la possibilità di acquistarlo con i propri soldi, ad esempio presso un distributore di benzina? Qualcuno potrebbe fare anche lo spiritoso; evidentemente non si conosce il fenomeno. Perché dei giovani, ad un loro amico che dice di non aver bevuto, di non aver fumato spinelli e di voler guidare lui, potrebbero rispondergli: «Bene, dimostralo. Ecco l'apparecchio che permette di capire se hai bevuto o no». E se l'altro ha bevuto gli risponderebbero che con lui in macchina non andrebbero. Pertanto, signor Ministro, potrebbe funzionare anche da autodifesa.
Fatte queste osservazioni a sostegno, sottolineo che nessuno ha risposto al collega Baldelli per dire quale sia la motivazione, fermo restando quanto lei ha detto, per cui il Governo si oppone e vuole togliere questa ulteriore possibilità. Apprezzo quello che lei dice, signor Ministro, tanto che presenterò un emendamento volto a incrementare i fondi a disposizione per la prevenzione, ma in questo caso stiamo parlando di una legittima difesa, ad esempio, a favore di una ragazza che deve andare in macchina con un ragazzo e, avendolo visto bere fino a tardi, gli domanda di vedere quale sia il suo tasso alcolico, prima di salire in macchina. Quante persone si mettono in macchina non sapendo che il guidatore ha consumato droga o ha bevuto?
Resto allibito, signor Ministro: lei finora ha avuto un certo comportamento, perseguendo degli obiettivi precisi. In questo caso, onestamente, dovrebbe quanto meno darci una giustificazione. Ad esempio, affermando che il Governo si oppone perché ciò comporta una determinata spesa per la pubblica amministrazione e comporta un danno per non so chi. Ma se non provoca danno, se non costa nulla alla pubblica amministrazione, perché si vuole privare una ragazza o un ragazzo di uno strumento di legittima difesa e della possibilità di sapere, prima di salire in macchina, quale sia la condizione e lo stato psicofisico del conducente?
Pertanto, ritengo che questo emendamento possa essere accolto, dato che non altera il provvedimento. Se il provvedimento è diretto a inasprire, e non a diminuire, le sanzioni, deve anche aumentare le opportunità affinché, a prescindere dalla repressione, si amplino le possibilità di prevenzione. Quindi, non solo annuncio il mio voto a favore, ma ritengo che anche l'Assemblea e i capigruppo dei partiti di maggioranza abbiano diritto ad una spiegazione del motivo per cui ad una proposta che ci sembra ovvia, naturale, possibile e accessibile, una parte della Camera, dato che il Governo si oppone, debba votare contro. Lo dovete spiegare, perché noi non l'abbiamo capito.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 62
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, ho dichiarato nel precedente intervento che non sarei entrato nel merito specifico dell'emendamento e ho fatto riferimento ad un provvedimento che abbiamo in corso. Ora posso aggiungere che, se si tratta, come si sostiene nell'emendamento Baldelli 10.120, di promuove la diffusione di questi kit in alcuni luoghi, è evidente, innanzitutto, che ciò comporterebbe inevitabilmente una spesa per il Ministero dei trasporti.
Tuttavia, se con gli stessi fondi, che ho citato prima, per la sicurezza stradale - previsti nel comma 1036 dell'articolo 1 della legge finanziaria - si vuole promuovere la presenza di queste apparecchiature in alcuni luoghi, noi non abbiamo nulla in contrario. Ritengo che se fosse stato proposto sotto forma di ordine del giorno, lo avremmo recepito senz'altro. Se lo ritenete - non conosco la procedura esatta - potremo a tal fine utilizzare questo emendamento.
In ogni caso, non è congruo il riferimento al Ministero dell'interno. In questo emendamento si parla di concerto tra il Ministero dell'interno e quello dei trasporti. Tuttavia, in questo caso, non c'è né una competenza, né una disponibilità di fondi del Ministero dell'interno. Si tratta di fondi nella disponibilità del Ministero dei trasporti.
Da questo punto di vista sono disposto ad accettare l'idea che si promuova una campagna informativa volta a diffondere tali apparecchiature in alcuni luoghi particolari (Commenti del deputato Buontempo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ad esclusivo titolo personale, quindi non coinvolgendo minimamente il gruppo dell'Italia dei Valori, sottoscrivo questo emendamento e vorrei far rilevare che quella del collega Baldelli è una proposta emendativa di buon senso. Mi sembra che le argomentazioni del Ministro dei trasporti non siano congrue, poiché il Ministro e il relatore avrebbero potuto esprimere parere favorevole a condizione di una riformulazione, in quanto, se non ho capito male, il Ministro dei trasporti sollevava un'obiezione sulla spettanza della competenza al Ministero dell'interno o a quello dei trasporti. Credo, comunque, che gli emendamenti di buonsenso, da qualunque parte provengano, debbano essere accolti nell'interesse generale dei nostri cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Se il collega proponente e il relatore fossero d'accordo, credo che il Governo... Signor Ministro, non mi sta ascoltando!
PRESIDENTE. Signor Ministro, l'onorevole Buontempo richiede la sua attenzione.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Ministro, considerato il rilievo da lei svolto, anziché «promuove», termine che può implicare un'azione anche di carattere economico, si potrebbe scrivere «agevola» o un sinonimo per favorire la diffusione di strumenti per la misurazione del tasso alcolico, a costo zero per la pubblica amministrazione considerato l'onere dell'acquisto a carico del privato. Non possiamo impedire tale agevolazione! Poi, con il tempo si vedrà se il Governo potrà anche incentivarne la diffusione con una campagna di promozione. Ma se da un lato il Governo si deve tutelare, evitando maggiori spese, dall'altro deve trovare un sinonimo, per evitare di impedire la diffusione di tali strumenti che possono salvare migliaia di vite umane.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, mi sembra che il parere della Commissione bilancio, anche se nonPag. 63devo essere io a sottolinearlo, sia insuperabile, perché nell'emendamento Baldelli 10.120 è scritto: «il Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dei trasporti, promuove», e il termine «promuove» significa istituire un gruppo di lavoro, di studio e di ricerca. Tra l'altro, all'articolo 12 è prevista, con decreto ministeriale, la costituzione di un gruppo di esperti, di una sorta di comitato consultivo con la funzione di studiare i kit ed altri strumenti.
TEODORO BUONTEMPO. Ma è un'altra cosa!
MICHELE POMPEO META, Relatore. A questo punto, considerato che il tema è chiaro ed è condiviso, inviterei l'onorevole Baldelli a presentare un ordine del giorno anche perché, se votiamo l'emendamento e questo viene respinto, il collega non potrà formulare neanche un ordine del giorno.
TEODORO BUONTEMPO. Oggi sono stati accolti due ordini del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, quando un privato vuole acquistare una tecnologia, effettua l'acquisto e ne fa l'uso che vuole; parlare, invece, di promozione, soprattutto da parte del Ministero, di alcune azioni importanti a tutela della salute e dell'incolumità dei ragazzi alla guida dell'automobile è una cosa diversa! È inutile che spendiamo soldi per esperti; vi sono alcune regioni, ad esempio il Veneto, che hanno finanziato dei progetti volti a installare strumenti di controllo dell'assunzione di alcool da parte dei ragazzi, all'uscita della discoteca, per capire qual è il tasso alcolico che hanno nel sangue e metterli di fronte alla prospettiva di andare incontro ad una contravvenzione oppure a dei seri danni.
Allora, il termine promuovere significa anche fornire un indirizzo preciso, prevedere anche, forse, nella prossima legge finanziaria di stanziare dei fondi, oppure che le regioni stesse possano intraprendere delle azioni, ma a, proposito degli esperti, non spendiamo soldi, lasciando poi che il privato faccia quello che ritiene opportuno fare!
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per pronunciarmi sulla richiesta avanzata dal relatore. Credo che del comitato degli esperti non sappiamo, francamente, cosa farcene, perché questo genere di richiesta, che si avanzava al Governo con l'emendamento, prescinde completamente dall'esistenza di comitati più o meno utili e noi crediamo che spesso tali comitati siano costosi ma tutt'altro che utili.
Abbiamo notato che il Governo non è disposto ad accogliere questa norma e per noi ciò é sufficiente. Credo, però, che vi siano una quantità di colleghi muniti di buonsenso che hanno espresso la volontà di sottoscrivere, comunque, la proposta in esame. Quindi, per non precludere la possibilità di presentare un ordine del giorno, ritiro l'emendamento, pregando i colleghi che hanno espresso un giudizio positivo su tale emendamento di sottoscriverlo trasversalmente, ma desidero lasciare agli atti che il Governo non si è voluto assumere l'impegno dal punto di vista normativo. Tale impegno, ripeto, non avrebbe comportato alcun costo aggiuntivo né alcun aggravio per le casse dello Stato, perché si trattava di una messa in commercio.
Pertanto, l'unica cosa che il Governo e il Ministero dei trasporti avrebbero potuto fare era emanare un regolamento in cui si stabiliva che, negli autogrill, queste apparecchiature dovevano essere vendute a prezzo di costo.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'emendamento Baldelli 10.120 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo per una brevissima dichiarazione di voto sull'articolo 10. Abbiamo cercato di migliorare tale articolo, ma prendiamo atto di non esserci riusciti. Pur dando atto sia al relatore, sia al Ministro, sia alla Commissione di averlo migliorato molto rispetto alle formulazioni precedenti, tuttavia la formulazione con cui viene licenziato ci induce assolutamente ad esprimere un voto contrario, in quanto vi sono previsioni sanzionatorie la cui gravità, con l'applicazione, verrà alla luce. Ce ne renderemo tutti conto. Quindi, preannunzio il voto contrario del gruppo della Rosa nel Pugno su tale articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, mi dispiace che non sussistano le condizioni per esprimere un voto favorevole sull'articolo 10.
Indubbiamente, il lavoro svolto, in particolare nella Commissione, ha portato dei miglioramenti significativi, tuttavia non posso non rilevare che l'articolo 10 è ancora troppo segnato da venature di culture repressive ed autoritarie che non ci sentiamo di condividere. Mi riferisco ai ragionamenti sul fermo amministrativo, piuttosto che alla pena dell'arresto, che in tale articolo fa capolino più volte.
Quindi, mi rammarico, ma non sussistono le condizioni per un voto favorevole, ma piuttosto per un voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto contrario sull'articolo 10. Oggi è il primo giorno d'esame per mezzo milione di studenti, ma l'articolo 10 non lo ha superato. Si è cercato, in Commissione ed in aula, di migliorarlo, ma è un articolo che porta con sé solo l'arroganza, non la prevenzione. Pertanto, noi esprimeremo convintamente voto contrario, sapendo di rappresentare la stragrande maggioranza dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato le dichiarazioni di voto di alcuni colleghi. Non si tratta di un articolo qualsiasi: è un articolo di fondo che qualifica tutto il disegno di legge. Una parte consistente della maggioranza ha dichiarato di votare contro il medesimo: non riusciamo a capirne i motivi ed a coglierne le motivazioni, anche perché esso prevede una serie di misure di prevenzione, di tutela e di salvaguardia della vita umana.
Il gruppo dell'UDC vota a favore dell'articolo in maniera convinta, ma credo che il Governo debba svolgere qualche valutazione al riguardo: non riesco a capire come alcuni gruppi della maggioranza potranno esprimersi favorevolmente in sede di votazione finale sul disegno di legge, dopo aver votato contro un articolo così importante, delicato e, ripeto, strategico e fondamentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo espresso alcune critiche sul provvedimento in esame, ma su questo specifico articolo il gruppo di Alleanza Nazionale ha lavorato già in Commissione - credo ci sia riconosciuto - con assoluto spirito di collaborazione, ottenendo anche di poter contribuire in maniera determinante alla formulazione definitiva dello stesso. Dall'articolo in esame traspare la seria preoccupazione di normare in maniera adeguata la situazione che si verrebbe a creare nel caso in cui si utilizzino sostanze alcoliche o, peggio, stupefacenti.
Riteniamo adeguata la soluzione concordata, determinatasi al termine dei lavori:Pag. 65il gruppo di Alleanza Nazionale, perciò, voterà a favore dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, naturalmente il gruppo dell'Ulivo voterà a favore dell'articolo 10. Vale la pena di ricordare, in questa sede, che il disegno di legge oggi in discussione è di iniziativa governativa: era composto da dodici articoli ed è stato significativamente modificato in Commissione, in senso, a nostro avviso, migliorativo.
Il disegno di legge sul quale stiamo discutendo, quindi, è frutto non solo del lavoro del Governo, ma anche del Parlamento ed ha trovato nella Commissione di merito motivi di approfondimento, di discussione e di convergenza ampia su temi che hanno un carattere non politico di parte, ma di interesse generale.
Mi dispiace sentire che alcuni gruppi, che in Commissione hanno votato a favore dell'articolo, decidano di non votarlo, nonostante che la pena in esso prevista sia stata notevolmente ridotta rispetto all'impostazione iniziale. Il fatto che in Parlamento si registri, su un provvedimento di questo tipo - come mi auguro -, una grande convergenza, che va oltre i confini di maggioranza e di opposizione, è un segno positivo per il Paese e che non dà nessun significato all'iniziativa del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Poretti. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, riconosco che sicuramente la Commissione - ringrazio in particolar modo il collega Beltrandi - ha svolto un'opera di riduzione del danno sull'articolo. Ciò nonostante, il danno resta tutto e per intero.
Vi ricordo - e sollecito in particolar modo alcuni colleghi di destra, di sinistra e di tutti gli schieramenti - che con questo articolo si manda in carcere chi, dopo aver fumato uno spinello, non si mette subito alla guida, ma forse dopo una settimana o dieci o quindici giorni.
Ciò può accadere perché, purtroppo, la strumentazione di cui si dispone attualmente ed i test che vengono effettuati dimostrano soltanto se si è fatto uso di stupefacenti trenta giorni prima. Per assurdo anche il fumo passivo di uno spinello può risultare dalle analisi. Se, quindi, mi trovo in una stanza con persone che fumano spinelli, posso finire in carcere trenta giorni dopo.
IGNAZIO LA RUSSA. Cambia stanza!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ritengo che mai come su questo articolo sia emersa una mancanza tale di condivisione e di atteggiamenti politici - quanto meno di politica legata all'argomento che stiamo trattando - caratterizzati da una distinzione netta non tra i comportamenti, ma tra le idee per risolvere i problemi.
Nella scorsa legislatura, era stata approvata una riforma del codice della strada che, bene o male, poteva «tenere», perché in linea con quello che oggi si sta tentando di rimaneggiare con il provvedimento in esame.
È accaduto, infatti, che tutta la riforma del codice della strada non ha avuto efficacia, non perché non fosse efficace la norma, ma perché nella sua applicazione evidentemente vi è stato qualcosa che non ha funzionato.
Se, quindi, continuiamo a credere che, per raggiungere l'effetto auspicato da noi e dai cittadini, bisogna inasprire le pene ed avere una filosofia corrispondente ad una mentalità di quasi cinquant'anni or sono, mi sembra che non si possa giungere ad alcun risultato.
Alla fine, con l'articolo in esame, si è proceduto ad un inasprimento delle pene e ad apportare una serie di innovazioni ePag. 66di paletti che possono rimanere sulla carta, se non cambia la filosofia legata alla prevenzione e ai controlli - che non sono previsti - e se non cambia l'atteggiamento dei cittadini che non deve essere legato alla sanzione aspra, ma ad una consapevolezza che deve essere inculcata anche attraverso provvedimenti di legge.
Il gruppo di Forza Italia, quindi, non intende porsi in una situazione di contrapposizione rispetto al contenuto dell'articolo 10, ma intende assumere una posizione sicuramente di supporto - e preannunzio l'astensione in sede di votazione dell'articolo - e di auspicio nei confronti del provvedimento in esame che non deve essere improntato ad una divisione, quale quella odierna, anche all'interno della maggioranza.
Infatti, le contrapposizioni tra i gruppi della maggioranza alle quali abbiamo assistito oggi in quest'aula su un provvedimento della stessa maggioranza fanno male al provvedimento stesso.
È chiaro che il gruppo di Forza Italia potrebbe essere indotto a votare in un certo modo, allineandosi con coloro che sono contrari a questo provvedimento, ma in questo modo andremmo incontro ad una posizione che non porterebbe ad alcun risultato, ma solo e soltanto ad una contrapposizione politica che molti non capirebbero.
Con il mio intervento, intendo evidenziare che non siamo contrari alle previsioni dell'articolo 10, ma alla filosofia del provvedimento in esame che non è legata necessariamente ad una filosofia ideologica, ma ad un mutamento dei tempi.
Non possiamo continuare ad andare avanti credendo che, nel momento in cui gli incidenti diventano settemila, diecimila o un milione l'anno, l'unico modo per combattere tale fenomeno sia quello di inasprire le pene.
Infatti ho ascoltato argomenti allucinanti, in merito a tale materia: addirittura si è parlato dell'etilometro all'interno dell'automobile! Insomma, sono state avanzate proposte che, forse, ci portano a diventare ridicoli, più che legislatori attenti!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO LEONE. Le ragioni dell'astensione del gruppo Forza Italia sull'articolo in esame sono legate alle motivazioni che abbiamo espresso: disponiamo di un codice della strada che - tutto sommato - è in linea con le stesse norme che oggi si stanno approvando, che ha portato dei risultati positivi, ma che potrebbe portare risultati ancor più positivi, ove la nostra attenzione venisse puntata solo e soltanto sulla prevenzione e sul controllo.
Volevo chiarire solo tale aspetto, a nome del mio gruppo che, come ho già preannunziato, si asterrà sull'articolo 10 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, il gruppo Sinistra Democratica voterà a favore del presente articolo. Voteremo a favore perché sappiamo che con questo articolo, con questo provvedimento, il Governo e il Parlamento stanno cercando di fornire una risposta adeguata ad una grande questione, quella della sicurezza stradale.
Mi dispiace che qualcuno dei colleghi che mi ha preceduto, qualcuno del centrodestra, abbia voluto fare un po' di demagogia su tale vicenda, perché su queste materie bisogna lavorare insieme, come abbiamo fatto in Commissione, per raggiungere un obiettivo comune: l'obiettivo della riduzione, il più possibile, del numero delle vittime da incidenti stradali.
Noi, come Parlamento, come Governo e come Stato, abbiamo preso un impegno con l'Europa: dimezzare il numero dei morti entro il 2010. Attualmente stiamo mettendo in atto tutta una serie di provvedimenti a tal fine.
All'articolo 10 vi sono norme che inaspriscono delle pene, ma l'intero provvedimento è volto, però, a fornire rispostePag. 67anche in un altro senso, a promuovere una serie di azioni ad efficacia rapida, quali l'incremento dei controlli. Come ha riferito il signor Ministro, in Italia, fino all'anno scorso, si sono svolti 500.000 controlli soltanto, rispetto a un numero di controlli che, nel resto dell'Europa, nella media europea, è di tre o quattro volte superiore. Pertanto, ci muoviamo in tale direzione, nel senso cioè di incrementare i finanziamenti per la prevenzione nell'ambito dell'incidentistica stradale. Questo è il senso complessivo del provvedimento!
L'articolo 10 si riferisce ad alcuni provvedimenti che dispongono un incremento delle ammende, anche del numero di mesi previsti per l'arresto e tutta una serie di interventi che, a mio avviso, si muovono nella logica e nel senso di una maggiore sicurezza. Ciò, mi dispiace dirlo, non è stato realizzato negli anni precedenti, cari colleghi, perché, durante il Governo che ci ha preceduto, sono anzi stati approvati dei provvedimenti che puntavano all'incremento della velocità in alcuni tratti della nostra rete autostradale! Questo è ciò che stato fatto in precedenza!
Noi, invece, stiamo invertendo la rotta: stiamo approvando un provvedimento che va nella direzione dell'incremento della sicurezza: è questo ciò che ci chiede la gente, è questo ciò che ci chiede l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, vorrei chiarire un punto che mi sembra rilevante, a nome del gruppo e anche mio personale, perché sono quarant'anni che lavoro nel campo delle tossicodipendenze e credo di avere sempre sostenuto, con grande coerenza e con grande forza, l'idea della non punibilità dell'uso di sostanze stupefacenti.
Però, credo che dobbiamo avere una chiarezza di fondo sulla differenza che c'è tra l'uso delle sostanze fatta da persona perché tossicomane o perché decide di farlo - ed è un problema suo - e, invece, l'uso che viene fatto mettendosi in condizione di rendersi pericoloso. Credo che una persona che beve dell'alcool e sta a casa sua crei un problema a se stesso, ma se una persona beve in quantità tale da determinare un'alterazione psicofisica e poi si mette alla guida, è un problema di responsabilità grave.
Se vogliamo difendere il punto fondamentale della non punibilità dell'uso di sostanze, dobbiamo, però, anche insegnare con le leggi la responsabilità nell'uso di tali sostanze. È un concetto che, secondo me, bisogna chiarire con forza.
Ho sentito l'intervento della collega Poretti e non riesco a capire, leggendo il disegno di legge, in che modo si possa configurare quello che lei dice: se una persona ha fumato, certamente non è in uno stato psicofisico alterato. Non vedo proprio la connessione. Vedo certamente, invece, il fatto che, se una persona usa una quantità alta di sostanze stupefacenti o psicotrope, si trova in uno stato di alterazione psicofisica che gli rende impossibile guidare con senso di responsabilità. Allora, alla base degli incidenti c'è un uso sbagliato di tali sostanze.
Credo che dobbiamo insegnare molto bene ai ragazzi che, nel caso in cui fumano uno spinello, è un problema loro, ma che se lo stanno fumando o se lo hanno appena fumato non è opportuno o è addirittura rischioso guidare la macchina.
Abbiamo fatto campagne serie di riduzione del danno in anni passati, insegnando proprio questo aspetto con il Ministro Livia Turco, al tempo in cui era preposta agli affari sociali. Siamo andati in tutte le discoteche a spiegare ai ragazzi che l'unica cosa che non dovevano fare era prendere la macchina dopo aver assunto sostanze stupefacenti o alcool. Questo, però, dobbiamo anche sostenerlo.
Allora, credo che vi sia un po' di confusione. Voteremo a favore di questo articolo, perché riteniamo che esso non abbia alcun elemento di confusione, ma che sia chiaro. Qui non si punisce l'uso di alcune sostanze, ma se ne punisce l'uso daPag. 68parte di persone che si mettono alla guida. È un concetto completamente diverso (Commenti della deputata Poretti).
Il fatto che vi sia la necessità di accertare che quello stato di alterazione era legato ad un comportamento voluto da parte del soggetto - lo dico, collega Poretti, con grande semplicità - è inevitabile: se una persona ha un infarto, si trova in uno stato di alterazione psicofisica e causa un incidente, non è punibile. L'infarto gli è capitato, come un ictus o qualsiasi altra cosa del genere. Il problema è che in alcuni casi questo stato di alterazione, che si accerta immediatamente, è collegato invece all'uso di sostanze e, in tal caso, è giusto punirlo.
Mi pare, quindi, che la norma sia semplice, perché prevede che l'accertamento viene effettuato nel caso in cui vi sia un'alterazione. Se l'alterazione è legata a un comportamento imprudente e sbagliato, la persona pagherà.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cancrini.
LUIGI CANCRINI. Confermo, quindi, il voto positivo del gruppo e mio personale sull'articolo 10, come modificato dopo la discussione in Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Colleghi, l'approvazione dell'articolo 10 pone a me personalmente seri dubbi su come voterò alla fine del provvedimento.
Credo che vi sia molta differenza - lo sa bene il dottor Cancrini, ma qui pare che se lo sia dimenticato - tra l'assunzione di alcool e quella di altre sostanze psicotrope. Sull'alcool sappiamo - ne abbiamo discusso per due ore - come individuare immediatamente se il guidatore ha assunto alcool nelle ultime ore, ossia con l'etilometro. Sulle droghe leggere non abbiamo strumenti di questo tipo.
Il collega Volontè, prima, usava polemicamente una vicenda di cronaca relativa all'autista di un autobus nel vercellese, che forse la sera prima, forse la settimana prima, forse un mese prima, aveva fumato uno spinello. In base a quello, Volontè ha già condannato l'autista, ma qualsiasi giudice condannerà l'autista se approviamo questa norma. Per questo motivo, voterò contro l'articolo e mi riservo di valutare alla fine del provvedimento come votare su questo incredibile disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 379
Astenuti 56
Maggioranza 190
Hanno votato sì 324
Hanno votato no 55).
Prendo atto che il deputato Buontempo ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato Campa ha segnalato che avrebbe voluto esprimere parere favorevole.
Sull'ordine dei lavori ed inversione dell'ordine del giorno (ore 18,50).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 69
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che dobbiamo apprezzare il lavoro che è stato svolto dalla Commissione e dall'Assemblea su un provvedimento che è entrato in questo ramo del Parlamento con undici articoli ed è arrivato alla discussione in aula con trenta.
Ciò è avvenuto, naturalmente, perché i colleghi hanno voluto approfondire una serie di tematiche e di materie, che hanno occupato la discussione dell'Assemblea sia ieri, sia oggi.
Avevamo previsto, signor Presidente, di concludere il provvedimento in esame entro la giornata di oggi, anzi, possibilmente, entro la mattinata. Così non è stato.
Credo sia opportuno, pertanto, rinviare il seguito dell'esame del primo punto dell'ordine del giorno ad altra seduta. È necessario, però, prendere in considerazione il fatto che nell'ordine del giorno è prevista la discussione di alcuni provvedimenti, che possono essere esaminati e conclusi dall'Assemblea anche nella serata di oggi. Mi riferisco all'approvazione finale di un provvedimento importante, che già questa Assemblea ha discusso, che il Senato ci ha riconsegnato - e che, quindi, è qui in terza lettura - che riguarda la delega al Governo per la revisione della disciplina del mercato dei diritti televisivi sugli eventi sportivi.
Ritengo che si possa proporre - mi auguro di interpretare e di ottenere il consenso non solo della maggioranza, ma anche dei colleghi dell'opposizione - di invertire l'ordine del giorno e di proseguire con il terzo punto, rinviando il secondo punto, recante il seguito della discussione delle mozioni, considerando, altresì, che le mozioni hanno sempre la precedenza rispetto ad altri provvedimenti, in particolare rispetto alle ratifiche.
PRESIDENTE. Sono state avanzate due distinte proposte: la prima, relativa al rinvio del seguito dell'esame del disegno di legge n. 2480-A/R, in materia di circolazione e di sicurezza stradale; la seconda, relativa all'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare al seguito dell'esame del disegno di legge n. 1496-B, in materia di diritti audiovisivi del calcio.
Se non vi sono obiezioni...
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Mi sembra che la proposta del collega Quartiani prevedesse non semplicemente un'inversione dell'ordine del giorno volta a passare subito alla discussione, al primo punto, della questione dei diritti sportivi e televisivi, ma anche, a seguire, delle mozioni sull'allargamento dell'Unione europea.
Se non viene fatta questa precisazione, si crea un problema, che concerne le mozioni parlamentari che riguardano l'Europa e che si riferiscono al Consiglio europeo di domani mattina; tali mozioni rischiano di essere rinviate e non si sa bene a quando.
Per questo motivo, quindi, esse hanno bisogno di essere discusse o stasera al termine del disegno di legge in materia di diritti audiovisivi del calcio, o almeno domani mattina.
PRESIDENTE. La discussione sulle mozioni per l'allargamento dell'Unione europea è al secondo punto dell'ordine del giorno di oggi, quindi, è naturale che si passi alla loro discussione. Per tale motivo, la sua richiesta è assolutamente in linea con l'ordine del giorno di oggi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, volevo dire la stessa cosa.
L'importante è che vi sia la sicurezza che, entro domani alle ore 12, si possano votare le mozioni sull'Europa (e mi sembra che lei abbia confermato ciò). Infatti vorrei solamente ricordare - evidentemente non a lei - al fine di rendere consapevoli tutti noi, che già due mesi fa, in occasione del primo dibattito sul temaPag. 70dell'Europa che si svolse a Berlino tra i Capi di Stato e di Governo, erano state depositate alcune mozioni e si fece in modo, per tante circostanze, di non discuterle. Questa volta non è possibile fare altrettanto. Pertanto, sono favorevole alle inversioni proposte dall'onorevole Quartiani, se c'è la garanzia che, entro domani a mezzogiorno, si votino le mozioni sull'Europa.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, le mozioni in questione sono al secondo punto dell'ordine del giorno e, pertanto, è naturale che si arriverà anche al loro esame; ma il fatto che siano discusse o votate entro domani dipende da noi stessi.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, ribadisco quanto detto dall'onorevole Volontè. Dal momento che sono uno dei presentatori di una mozione, vorremmo che esse fossero approvate, o comunque discusse, prima che i nostri rappresentanti si trovino al tavolo europeo, altrimenti non servono assolutamente a nulla!
PRESIDENTE. Nei termini che abbiamo precisato, si intende chiaramente che si svolgerà anche il secondo punto dell'ordine del giorno.
ARNOLD CASSOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, intervengo per ribadire quanto è stato appena detto dai colleghi, poiché non avrebbe alcun senso avere una mozione non votata, in un momento così fondamentale per il futuro dell'Europa. Infatti, votare dopo che già siano state prese delle decisioni, non varrebbe niente e non influenzerebbe affatto la posizione del Governo italiano domani.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, è chiaro che siamo favorevoli alla richiesta di inversione dell'ordine del giorno. Tuttavia, ai colleghi che chiedono garanzie per quanto riguarda il prosieguo dei nostri lavori, vorrei far presente che il collega Quartiani ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno alle ore 19; avrebbe potuto chiederla alle ore 17 ed è chiaro che, in tal caso, le garanzie avrebbero potuto essere diverse.
Né possiamo aderire ad una richiesta di inversione sulla scorta di una condizione, per la quale si dovrebbe riuscire a concludere - entro le ore 10 o le ore 11 - anche il successivo provvedimento: è chiaro che ciò dipenderà da noi!
Naturalmente e tecnicamente non si può fare in altro modo: una volta rinviato il provvedimento che stavamo esaminando, è chiaro che si passa al punto dell'ordine del giorno richiesto e, successivamente, alle mozioni, ma non penso che si possano dare garanzie sugli orari di approvazione, altrimenti votiamo per alzata di mano il prossimo provvedimento e, tra dieci minuti, passiamo alle mozioni!
Non credo, signor Presidente, che si possa formulare una richiesta legandola a ciò! Aderiamo, quindi, alla proposta di inversione: le mozioni passeranno al successivo punto dell'ordine del giorno, consapevoli - l'Assemblea e la Presidenza - che ha senso il voto sulle mozioni perché domani si riunisce il Consiglio europeo. Dipenderà da noi giungere per tempo a tale appuntamento!
PRESIDENTE. La ringrazio per aver esposto il punto di vista della Presidenza in modo più ampio.
Pertanto non essendovi obiezioni, la proposta formulata dall'onorevole Quartiani può intendersi accolta.
(Così rimane stabilito).
Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1496-B) (ore 19).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale.
Ricordo che nella seduta del 12 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 1).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto - senza che ciò costituisca precedente - di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine il Gruppo Lega Nord Padania è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in merito alla revisione del disegno di legge delega al Governo sulla disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti radiotelevisivi. Su tali contenuti ho già avuto modo di intervenire in Assemblea e manifestare un certo disappunto in quanto il provvedimento in discussione è chiaramente condiviso, da parte nostra, per quanto riguarda i contenuti, ma ci trova lontanissimi - si tratta di una distanza veramente enorme - in relazione alle procedure adottate.
Infatti, eravamo d'accordo, e lo siamo ancora, per motivi di equità e competitività, che sia necessaria una distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti collettivi maggiormente equilibrata. Siamo, altresì, d'accordo che ciò si possa ottenere attraverso una contrattazione centralizzata. Tuttavia, non siamo d'accordo che ciò avvenga mediante il conferimento di una delega al Governo, lasciando il Parlamento completamente fuori dal dibattito, senza ascoltare una voce delle parti adeguata e, soprattutto, immediata.
Inoltre, a nostro avviso, è ancor più grave la violazione dell'autonomia dello sport, che il Governo del centrodestra ha sempre rispettato, difeso, tutelato e, ancor più, rafforzato.
Intervenendo per stabilire i criteri da adottare sulla divisione dei proventi della commercializzazione - non si tratta di soldi pubblici o contributi dello Stato, maPag. 72di denaro prodotto da privati, cioè dalle stesse società sportive che partecipano al campionato di calcio - vengono disciplinati i criteri di applicazione della quota di mutualità generale del sistema.
Come si evince, in modo molto chiaro, dalla relazione del 12 giugno del presidente della Commissione cultura, relatore, Folena, si interviene, per esempio, allo scopo di sviluppare settori giovanili, valorizzare ed incentivare le categorie dilettantistiche, sostenere gli investimenti ai fini della sicurezza, anche infrastrutturale degli impianti sportivi, nonché finanziare, in ciascun anno, almeno due progetti a sostegno delle discipline sportive diverse da quella calcistica, che abbiano particolare rilievo sociale e siano inseriti in un programma di riqualificazione delle attività sportive e ricreative nelle scuole e nelle università. Si potrebbe aggiungere, a nostro avviso, anche che, con la delega conferita, il Governo stabilisca quanti allenatori è necessario inserire, quante siano le ore di allenamento necessarie, come gli atleti debbano alimentarsi, quanto debbano riposare! Mi domando se, così facendo, da parte della politica, un giorno si arriverà a stabilire quanti giorni di recupero siano necessari e cosa occorra fare nello sport, per fare sport sul campo, soprattutto.
Chiaramente, vi è una grande ironia, perché questa maniera di fare politica rappresenta una vera e propria ingerenza nel mondo dello sport. Questa, però, è la politica, la vostra politica!
L'autonomia dello sport, lo ribadisco con forza, non è qualcosa che si inventa in questo momento, solo per parlare di sport, bensì è riconosciuta da una legge dello Stato. Va detto fortemente in quest'aula, per il Presidente, il Governo e i colleghi che a volte parlando di sport, possono dire: tanto si tratta di sport!
Esiste una legge, colleghi, che ci dice cosa è lo sport e come è considerato; non è qualcosa che ci inventiamo «tanto per sport».
Lo Stato, grazie anche al riconoscimento dell'autonomia dello sport, ci fa capire che proprio tale autonomia è alla base di tanti risultati, non solo sportivi, ma anche organizzativi.
Quello di Torino è l'esempio ultimo, il più grandioso, ma non il solo. Si tratta, quindi, di risultati a livello agonistico, ma anche organizzativo.
Mi auguro che l'Assemblea, nel corso del dibattito, tenga presente che l'autonomia dello sport non è importantissima, ma è sacra, al fine di mantenere quegli equilibri che sono e - mi auguro - rimarranno sempre al di sopra delle parti e quindi della politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Aracu, che aveva chiesto di parlare. Si intende che vi abbia rinunciato.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente la Commissione formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Bono 1.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente volevo solo far presente ai colleghi che l'emendamento in esame mira solamente a rendere più leggibile la norma e si pone in termini di correzione letterale e linguisticaPag. 73rispetto all'attuale testo. Siamo, infatti, riusciti a rendere contorta una norma che avrebbe dovuto essere di una assoluta linearità. Tale modo di procedere, peraltro, lo ritroviamo anche in altre parti del disegno di legge in esame.
La complicazione della norma si evince anche dal modo in cui vengono espressi alcuni concetti. Nella fattispecie vengono inserite espressioni del tipo: «autonome iniziative commerciali relativamente ai diritti che consentono sfruttamenti secondari rispetto a quelli riservati al soggetto preposto all'organizzazione della competizione sportiva»: sembra quasi uno scioglilingua!
Noi invece proponiamo di scrivere semplicemente: «a tutti i diritti diversi da quelli riservati, ai sensi della presente legge». Si tratta di un normale emendamento di buon senso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 376
Astenuti 3
Maggioranza 189
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 230).
Passiamo all'emendamento Bono 1.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 388
Astenuti 4
Maggioranza 195
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 237).
Passiamo all'emendamento Bono 1.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, con tale emendamento entriamo nel merito del provvedimento, laddove nel testo del disegno di legge in esame viene previsto che, in virtù dello sviluppo tecnologico del settore, possano essere disciplinate procedure di regolamentazione e di vigilanza. Inoltre, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può prevedere limitate deroghe al principio che garantisce pari diritti agli operatori della comunicazione e vieta la formazione di posizioni dominanti.
Mi chiedo: se l'obiettivo è quello di assicurare una parità di diritti agli operatori della comunicazione e l'obiettivo conclamato è anche quello di non consentire il formarsi di posizioni dominanti per tutelare meglio gli interessi del soggetto preposto all'organizzazione, perché dobbiamo dire che le deroghe a questa disciplina possono essere limitate? Evidentemente c'è un non senso, per non dire un controsenso, che è quello che troveremo tra poco per quanto attienePag. 74alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1, che è il cuore della contraddizione di questa parte del provvedimento. In tutti i casi, non è logico!
Con questo emendamento proponiamo la soppressione dell'aggettivo «limitate», riferito alle deroghe, proprio per non porre limiti quantitativi a un problema di natura squisitamente qualitativa: la capacità di individuare percorsi di garanzia per la libera concorrenza.
L'altro emendamento da me presentato, che a questo punto, signor Presidente, non illustrerò, perché mi auguro che venga approvato il primo e che il secondo diventi sostanzialmente superato, sostituisce alle parole «limitate deroghe» le parole «ogni opportuna deroga», proprio per rafforzare il principio che quando si parla della tutela della pluralità degli interventi e, soprattutto, della tutela dei diritti degli operatori della comunicazione e del soggetto organizzatore, non ci possono essere limitazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 264).
Passiamo all'emendamento Bono 1.4. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Zaccaria e Viola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento Bono 1.5. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, questo è l'ultimo emendamento presentato dal gruppo di Alleanza Nazionale, a riprova che non c'era nessuna volontà di andare a scontri ostruzionistici su una materia - quella della cessione centralizzata dei diritti - che Alleanza Nazionale non solo condivide, ma che ha addirittura proposto e avanzato già nella passata legislatura, come gruppo che, per primo, si è posto il problema di rimuovere una grave perturbazione del modo con cui venivano gestiti i diritti televisivi delle società, introdotta - guarda caso - da un provvedimento del Governo di centrosinistra, che determinò la modificazione del regime di cessione dei diritti delle società sportive.
Ma alla lettera d) del comma 3 c'è l'aspetto più evidente della contraddizione che questo provvedimento ha introdotto, perché abbiamo fatto una battaglia nel corso della prima lettura a proposito della necessità di garantire una gara sui dirittiPag. 75che fosse proporzionale alla garanzia della pluralità dei soggetti che potevano intervenire.
La pluralità dei soggetti è un elemento di garanzia, anche e soprattutto per gli interessi del soggetto organizzatore, e quindi, in ultima analisi, delle società sportive, perché più è plurale la concorrenza, maggiore è il gettito - lei mi insegna, signor Presidente, anche per la sua formazione professionale - della gara stessa a cui si concorre.
Invece, nella prima lettura, la maggioranza della Camera è rimasta sorda a tale esigenza ed ha approvato una norma che garantiva la distinzione della gara per singole piattaforme, non tenendo conto del rilievo che è stato mosso dai nostri banchi sul fatto che vi era una piattaforma, tra le varie in cui si possono trasmettere i diritti televisivi, quella satellitare, dove l'operatore è single, non ci sono concorrenti, c'è un solo interlocutore. Prevedere una gara con un solo interlocutore è come non prevederne alcuna.
Al Senato, consapevoli di questa gravissima e negativa impostazione, di questo condizionamento assurdo che viene fatto alla massimizzazione dei risultati di una gara che dovrebbe essere libera, è stata introdotta una modificazione alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1 che però nella sostanza non modifica alcunché. Al contrario crea confusione, perché viene stabilito nella prima parte di tale lettera che la disciplina della commercializzazione in forma centralizzata dei diritti sul mercato nazionale, di cui al comma 1, deve essere effettuata con modalità che assicurino la presenza di più operatori della comunicazione nella distribuzione dei prodotti audiovisivi relativi agli eventi sportivi, il che sarebbe condivisibile e corrisponde all'emendamento approvato al Senato. Fatto è che il resto dell'articolo è rimasto così com'è uscito dalla Camera, per cui si mantiene il divieto dell'acquisto dei diritti relativi a piattaforme per le quali l'operatore non è in possesso delle relative autorizzazioni.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NICOLA BONO. Nello stesso comma, quindi, nella stessa lettera d) del comma 3, abbiamo il principio e la negazione dello stesso principio, abbiamo nella prima parte l'affermazione di un orientamento condiviso e condivisibile - la pluralità - e dall'altra parte la negazione della pluralità.
Con l'emendamento che ho presentato - e concludo, signor Presidente; ma tenga conto che è l'ultimo emendamento, quindi non potrò più «allietare» parte della sua serata - cerchiamo almeno di introdurre un elemento di chiarezza all'interno di una norma pasticciata e pasticciona, che nasconde volontà diverse, che sono quelle di favorire un unico soggetto, un unico individuo, all'interno di un contesto che dovrebbe invece garantire pluralità e partecipazione a tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Mi sembra che le considerazioni di Bono siano assolutamente condivisibili, perciò intendo sottoscrivere anch'io l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 422
Astenuti 8
Maggioranza 212
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 426
Astenuti 7
Maggioranza 214
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 433
Astenuti 5
Maggioranza 217
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 277).
Passiamo all'emendamento Pescante 1.6.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, faccio riferimento all'emendamento proposto dai colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale ed approvato dal Senato. Il principio in esso contenuto è condivisibile: il fatto che lo sport professionistico intervenga con i proventi dei diritti televisivi a sostenere anche altre discipline costituisce sicuramente un intento apprezzabile, il quale, peraltro, in altri Paesi - cito Francia e Gran Bretagna - fa parte del metodo con cui lo Stato finanzia le altre discipline sportive. Ma in Italia si pone un problema. Per finanziare le altre discipline sportive esiste già un contributo pubblico dello Stato al CONI di 450 milioni di euro annui e, in questo ambito, il CONI, applicando parametri specifici, decide e stabilisce quali sono i contributi per le singole federazioni.
Accettando il principio di dirottare in maniera, per così dire, scoordinata e poco organica fondi per finanziare attività di altre federazioni, si determina una doppia contraddizione.
In primo luogo, ci si sostituisce al CONI e si sovrappone agli interventi ordinari del CONI stesso, tale intervento straordinario. In secondo luogo, se il collega Bono mi passa il termine, si verrebbe a creare un meccanismo che sa tanto di «accattonaggio molesto», in base al quale un club calcistico dirotta parte dei suoi introiti per una disciplina sportiva cosiddetta minore, e magari si tratta di una disciplina olimpica che vince medaglie olimpiche e non merita di essere finanziata attraverso questo genere di escamotage.
Per questo motivo, se non altro, tenendo però presente che il principio di solidarietà è da me condiviso, proponevo di fare in modo che tali fondi fossero destinati a discipline diverse, ma nell'ambito dello stesso club. Il Real Madrid ha una squadra di calcio, una squadre di basket, una squadra di hockey e via dicendo, e molti club italiani calcistici hanno altre squadre.
Quindi, permanendo nell'ambito dello stesso club professionistico, il discorso potrebbe essere accettabile.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Onorevoli colleghi, stiamo parlando del comma 3, lettera l) del disegno di legge, modificato al Senato da un emendamento del gruppo di Alleanza Nazionale, il quale ha avuto il pregio di chiarire meglio i criteri secondo i quali si debba ottenere e realizzare la distribuzione della mutualità e delle risorse.
In quell'emendamento, approvato al Senato, è stato anche risolto un problema sul quale ci eravamo tutti interrogati, e cioè la possibilità di contribuire da parte del calcio ad una attività di solidarietà verso altre discipline, e tale problema si era risolto attraverso l'offerta rivolta alla Lega di finanziare due progetti l'anno.
L'emendamento presentato dall'onorevole Pescante ed i suoi argomenti hanno, per così dire, il pregio di volerci mettere al riparo da un possibile equivoco che, naturalmente, non è assolutamente contenuto nello spirito né del disegno di legge né dell'emendamento presentato da Alleanza nazionale: quello, cioè, che si voglia, in qualche modo, «toccare l'autonomia», risolvendo la questione in un modo che, a nostro avviso, può essere accettato.
Per tale motivo, chiedo all'onorevole Pescante di ritirare l'emendamento in esame, trasfondendone il contenuto in un ordine del giorno.
MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, voglio soltanto aggiungere poche parole a proposito dell'emendamento Pescante 1.6.
Si parla di sport e tutti noi pensiamo al calcio, ma parliamo, invece, di sport in modo da pensare alle piccole e piccolissime società ed agli altri sport.
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, la devo interrompere, perché lei è già intervenuta sul complesso degli emendamenti.
MANUELA DI CENTA. Volevo solo dire che, forse, anche quelli che praticano altri sport considerano un po' strano il modo in cui il calcio passa...
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, non possiamo «tecnicamente» ascoltarla.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, l'onorevole Pescante ha posto un problema reale ed ha parlato di questioni procedurali, per quanto riguarda il principio di mutualità dal calcio alle altre discipline sportive.
Vorrei far presente che piuttosto che tale modifica apportata nella lettura della legge delega da parte del Senato, sarebbe stata più opportuna, semmai, una mutualità all'interno della stessa disciplina calcistica, perché quando parliamo di calcio ci riferiamo solo al professionismo, a quello di serie A e B, ma non sappiamo, forse, che tale sport è costituito anche da una miriade di piccole società dilettantistiche o di serie C, che non ricevono un euro dal CONI o dalla legge sui diritti televisivi, se non per quanto riguarda la mutualità interna, che per la prima volta abbiamo introdotto nell'ambito del testo originario del disegno di legge in esame.
Pertanto, l'idea che il calcio debba sovvenzionare due progetti l'anno, ignorando di che genere, né da chi siano proposti, né per quali discipline, anziché aumentare la solidarietà all'interno del suo stesso ambito nei confronti delle società dilettantistiche, delle serie minori e amatoriali, è sbagliata. A mio avviso invece sarebbe stato più opportuno accentuare il principio della mutualità, perché - ripeto - il calcio non è costituito solo da società sportive professionistiche, ma da una miriade di società dilettantistiche che sono sovvenzionate da privati o da gruppi che ci rimettono di tasca propria.
MARIO PESCANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pescante, per la verità lei ha già parlato.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento 1.6 di cui sono firmatario e ne trasfondo il contenuto in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto del ritiro dell'emendamento Pescante 1.6 con riserva di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 265).
Poiché il disegno di legge consta di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 3).
Qual è il parere del Governo?
LUIGI VIMERCATI, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Il Governo accetta gli ordini del giorno Giulietti n. 9/1496-B/1, Li Causi n. 9/1496-B/2, Folena n. 9/1496-B/3 e Pescante n. 9/1496-B/4.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Prendo atto che l'onorevole Turco, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, ho già consegnato il mio intervento per due volte; in questa occasione non ho scritto niente e pertanto non posso consegnare un testo.
Voglio sottolineare che il disegno di legge in esame è stato modificato sostanzialmente in tre punti; in due occasioni, a mio giudizio, positivamente. La prima modificazione giusta riguarda la possibilità, per le emittenti locali, di acquistare gli eventi sportivi che non sono stati rivenduti in termini collettivi; la seconda modifica corretta è quella di evitare situazioni di monopolio nelle singole piattaforme - si veda Sky - sul digitale.
La terza modifica, introdotta invece nel punto richiamato in precedenza insieme all'onorevole Pescante, relativamente a questi due «fantomatici» progetti che dovrebbero essere finanziati dalla disciplina calcistica, è a mio giudizio sbagliata.
Quindi è finita «2 a 1» per dirla calcisticamente. La modifica del Senato è pertanto una modifica positiva per due aspetti a uno.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Angelo Piazza, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.Pag. 79
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Li Causi. Ne ha facoltà.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Li Causi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, si riserva eventualmente di consegnare il testo del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 19,30)
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, sarò breve. È stato per Alleanza Nazionale un momento di difficoltà l'esame di un disegno di legge che abbiamo fortemente voluto sin dalla passata legislatura e che ritenevamo e riteniamo essere uno degli elementi fondamentali per restituire trasparenza, correttezza e legalità al mondo del calcio nazionale.
Abbiamo vissuto la fase della prima lettura ed anche quella della seconda lettura al Senato con l'intendimento di arrivare ad un obiettivo condiviso. Dobbiamo prendere atto che si è trattato di un'importante occasione persa, un'occasione storica per realizzare e sanare due profonde ferite che erano state arrecate alla normativa che disciplina il calcio nazionale, ambedue introdotte da Governi della sinistra.
Infatti, sia il principio della vendita soggettiva dei diritti delle società sportive, sia l'introduzione del fine di lucro all'interno della gestione delle società sportive, sono stati «inventati» dal Governo della sinistra e sono alla base della permeabilità del mondo del calcio all'illegalità diffusa.
Occorreva, pertanto, prevedere una norma che affrontasse queste due fondamentali questioni e, da un lato, eliminasse il fine di lucro arrivando al più presto all'eliminazione della quotazione in borsa delle società sportive e, dall'altro, alla vendita centralizzata dei diritti.
Oggi stiamo concludendo l'esame soltanto di quest'ultima. Si tratta di una vendita centralizzata che avremmo voluto più aperta, più disponibile alla partecipazione di una pluralità di operatori, più garantista in termini di concorrenza e di risultato per gli interessi delle varie società.
Tutto ciò non è stato possibile, ma rimane il fatto che stiamo prevedendo una disciplina fondamentale nell'interesse delle società calcistiche e nell'interesse del ritorno di elementi di impermeabilità almeno per la parte della cessione dei diritti all'interno della gestione delle società di calcio.
Per questo il gruppo di Alleanza Nazionale, pur con le riserve e con le critiche avanzate, con il rammarico di aver visto respinte quasi tutte le sue proposte emendative, esprime, in conclusione, un voto di astensione perché, in ogni caso, la legge sulla centralizzazione dei diritti è ormai un fatto compiuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE. Sarebbe facile raccogliere un applauso unanime con la consegna del mio intervento, ma anch'io non ho la memoria e comunico anche che saròPag. 80meno breve dell'onorevole Bono. Non è una questione di esibizione oratoria, perché l'argomento è molto delicato, per chi è attento all'autonomia dello sport. Signor Presidente, non mi preoccupo del provvedimento in esame, quanto dei provvedimenti che arriveranno.
Siamo alla vigilia di un'approvazione piuttosto scontata; sottolineo il nostro atteggiamento passato e che oggi riproponiamo. Siamo d'accordo nel principio e nel contenuto, ma siamo in totale disaccordo con la procedura seguita e su taluni aspetti non indifferenti del provvedimento, come, per esempio, le argomentazioni per sostenere la procedura dell'urgenza e della delega.
Per quanto riguarda l'urgenza, parlano i fatti. Segnalo che in prima lettura il provvedimento è stato approvato il 23 gennaio, mentre per la seconda lettura siamo arrivati a metà giugno. Ci sono sei mesi per i decreti legislativi; ci saranno dodici mesi per i decreti correttivi. Se il Governo utilizzerà tutti questi tempi, per rendere esecutivo il provvedimento in esame occorrerà un anno e mezzo. Questa è la prima argomentazione offertaci per giustificare l'urgenza.
La seconda argomentazione consiste nel fatto che i diritti televisivi rappresentano l'architrave dello sport italiano, così come ha dichiarato il Ministro competente. Signor Presidente, avrei potuto distinguere tra lo sport italiano e il calcio italiano. I diritti televisivi avrebbero anche potuto costituire l'architrave finanziario del calcio italiano, ma non dello sport italiano con le sue quaranta federazioni, quindici milioni di praticanti e oltre ottocentomila dirigenti dilettanti. Questa è l'architrave dello sport italiano e non quella del calcio professionistico!
Per quanto concerne la terza ed ultima argomentazione, è stato sostenuto che la crisi del calcio e il suo scandalo dipendono - cito testualmente - dalla sperequazione dei contributi derivanti dai diritti televisivi. Ma per favore! Ogni addetto ai lavori sa benissimo che non c'è interrelazione tra le tessere telefoniche del signor Moggi e i diritti televisivi. Quindi, anche questo argomento, in aggiunta all'ultimo che fa riferimento a quanto avviene in altri Paesi, non è appropriato. Sono stati citati gli esempi della Germania e della Francia. Non è giusto! Ci sono due leggi che hanno solo stabilito la centralizzazione della commercializzazione! Nessuna legge nazionale è scesa nei dettagli delle modalità con cui tali fondi dovessero essere attribuiti. Questi non sono fondi pubblici diretti a soggetti pubblici, ma fondi privati di società private, la cui amministrazione va alla Federcalcio ed alla Lega. Se le procedure e i meccanismi - non c'è mutualità - non sono accettate dal Governo, questo può intervenire esercitando la sua funzione di vigilanza, ma non attraverso una legge dello Stato.
Signor Presidente, confermiamo le nostre perplessità. Lo ripeto, è una situazione delicata non nella fattispecie, ma per un discorso di autonomia dello sport. Non dimentichiamo che tale autonomia è sancita da una legge dello Stato, ratificata dalla legge istitutiva del CONI. Non può essere modificata da un'altra legge, a meno che non si metta in discussione il principio generale. È un'autonomia che è stata sempre rispettata. Nei cinque anni della precedente legislatura, durante il Governo Berlusconi, non è stata approvata una sola legge senza il consenso e la consultazione della base: la legge sulle società sportive dilettantistiche, voluta dalla base, la controriforma della legge Melandri - in questo settore si è anche recidivi! - che riformava il CONI e così via (Una voce: Basta!).
Infine, vorrei rispondere al collega che mi ha invitato a concludere, dicendogli che la parola «basta» l'ho sentita pronunciare dal mondo dello sport che invita la politica a non intaccare la sua autonomia che ha consentito allo sport italiano di raggiungere risultati dignitosi e decorosi.
In conclusione, per tali ragioni, soprattutto come monito per il futuro, il gruppo di Forza Italia vigilerà affinché il confine tra sport e politica non sia superato e non ci sia un'invasione di campo.
Pertanto, pur condividendo la sostanza del provvedimento, anche il gruppo diPag. 81Forza Italia si asterrà in sede di votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rusconi (Commenti). Ne ha facoltà.
Per favore, evitiamo i commenti.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, a nome del gruppo L'Ulivo - che voglio ringraziare per il lavoro svolto in Commissione - preannunzio l'espressione del voto favorevole sul provvedimento in esame che auspico venga approvato con grande condivisione, perché è urgente, necessario e ristabilisce un criterio di maggiore equità.
La presenza in aula del Ministro Gentiloni e dei due sottosegretari Lolli e Vimercati, che hanno seguito il provvedimento, segnala che il passaggio al Senato...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI... è stato utile, perché ha raccolto riflessioni e obiettivi proposti dalla stessa maggioranza nel primo dibattito alla Camera, affinché la commercializzazione centralizzata non pregiudichi la libera concorrenza e favorisca situazioni di monopolio e per valorizzare e favorire il ruolo delle emittenze private sui prodotti invenduti o non trasmessi. Tali emittenti locali fanno soprattutto informazione, e non business, e non è casuale che, parallelamente, in queste ore, la Commissione cultura, su una proposta del presidente Folena, che ringrazio, sta valutando il testo finale della Commissione di indagine sul calcio professionistico che ci ha permesso di conoscere approfonditamente su tali temi il parere degli attori protagonisti del nostro sport più popolare.
Si tratta di un provvedimento coerente con il quadro europeo - basterebbe ricordare l'audizione del commissario Arnaut e le decisioni della Commissione europea del luglio 2003 sulla Champions, sulla Bundesliga, sulla Premier League - coerente con le conclusioni della Commissione di indagine di questo Parlamento nel 2004 e con il disegno di legge proposto dall'onorevole Ronchi, di Alleanza Nazionale.
Dobbiamo riconoscere alla Lega professionisti un rapporto costruttivo durante l'iter del provvedimento, in quanto è stata disponibile a rivedere opinioni consolidate, nella convinzione che in gioco vi fosse il futuro di tutto il sistema calcio, delle serie minori e, in particolare, dei dilettanti e dei vivai.
Quando è iniziato l'iter del provvedimento, il mondo del calcio era sconvolto dal più grande scandalo: tutte le cariche erano dimissionarie. Con l'elezione del dottor Abete il calcio professionistico italiano ha ritrovato, con la pienezza dei suoi organi, più credibilità e forza.
Il nostro calcio professionistico, infatti, si trova tuttora ad un bivio. Recentemente, il quotidiano sportivo più diffuso ha evidenziato che il campionato di serie A di quest'anno ha segnato il minimo storico di spettatori: la metà dei tifosi negli stadi rispetto a vent'anni fa. Vi è la consapevolezza congiunta che le tribune senza pubblico fanno male anche alle televisioni. Ci deve consolare che la Premier League, che da anni persegue la vendita centralizzata dei diritti, rimane nettamente la prima in Europa per i diritti.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANTONIO RUSCONI. Dobbiamo votare, dunque, questo provvedimento, anzitutto perché reca con sé più giustizia ed equilibrio, permettendo alle diverse società professionistiche di competere con più possibilità. Associo a questo concetto di equità l'ordine del giorno Giulietti, che ho firmato, perché chiede di rivedere le trasmissioni in chiaro che devono essere un diritto di tutti i cittadini del nostro Paese e che sono rimaste congelate dal 1999.
Termino con le parole di congedo del commissario Luca Pancalli, che vogliono essere anche un ringraziamento per la sua opera. Egli aveva detto di perseguire un unico obiettivo: riportare serenità per ridare al mondo del calcio dignità e democrazia.Pag. 82
La serenità passa attraverso la capacità di dialogare con tutte le componenti. Il calcio non è tutto malato; vi sono centinaia di migliaia di persone che fanno parte di un mondo pulito.
Dobbiamo dare ottimismo a tutti i tifosi e gli appassionati italiani. Sono convinto che questa legge porterà ottimismo al calcio italiano, perché complessivamente darà più risorse...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, non capisco per quale ragione bisogna determinare dei comportamenti così sgradevoli, mentre un deputato parla.
ANTONIO RUSCONI. Ho terminato Presidente, ma la ringrazio. La legge complessivamente attribuisce più risorse non solo alle squadre più importanti, ma a tutto il sistema del calcio e ciò dovrebbe dare ottimismo e soddisfazione a tutto il Parlamento e a tutti i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PIETRO FOLENA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente, capisco che può apparire irrituale ma, visto che siamo nell'ultima fase di esame di un provvedimento che, dopo il voto, diventerà legge, vorrei esprimere un ringraziamento, innanzitutto, agli uffici e al servizio studi della Camera, nonché al personale della Commissione, che ci ha aiutato in un percorso complicato, ma molto utile.
In secondo luogo, vorrei esprimere un apprezzamento molto forte per tutti i soggetti di questo processo riformatore e per il Governo. Ricordo che, nell'esame di questo provvedimento, si era partiti con una delega che aveva incontrato ostilità, anche comprensibili, da parte delle opposizioni; tuttavia, vi è stata una capacità di ascolto, resa possibile anche dal lavoro della maggioranza, che ringrazio, ma soprattutto delle opposizioni.
Credo che, con il contributo decisivo delle opposizioni - nella prima lettura alla Camera, al Senato e anche in quest'ultimo passaggio - siamo giunti ad approvare una legge che non è perfetta, ma è una piccola rivoluzione di giustizia democratica nel campo del calcio. Essa, infatti, permette una migliore distribuzione delle risorse e rappresenta anche un primo atto di riforma dei mercati televisivi, su cui il Parlamento, nell'attuale legislatura, sarà ancora molto impegnato.
Pertanto, voglio dare atto che su questo tema vi è stata davvero una capacità di ascolto tra le diverse parti del Parlamento, che ritengo abbia consentito di fare qualcosa di buono e, peraltro, è un fatto che non accade spesso in questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1496-B, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlatePag. 83manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1496-B):
Presenti 432
Votanti 286
Astenuti 146
Maggioranza 144
Hanno votato sì 282
Hanno votato no 4
(La Camera approva - Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Vedi votazioni).
Modifica nell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Popolari-Udeur ha reso noto, con lettera in data odierna, che il deputato Dante D'Elpidio è stato eletto vicepresidente del gruppo in sostituzione del deputato Angelo Picano.
Al deputato D'Elpidio è stato inoltre affidato l'esercizio dei poteri a lui attribuiti dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento, in caso di assenza o impedimento del presidente.
Sull'ordine dei lavori (ore 19,48).
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, in considerazione dell'opportunità, da più parti evidenziata, di concludere entro la mattinata di domani l'esame delle mozioni sul processo di integrazione europea, tale punto, nonché quello relativo ai disegni di legge di ratifica, sono anticipati rispetto all'ordine del giorno previsto nel calendario.
Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.
BASILIO GERMANÀ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione 4-03029, che riguarda i fondi destinati al ponte di Messina. Spero che venga data una risposta perché penso che il Governo stia prendendo in giro il proprio sindaco, ovvero quello di Messina.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di trasmettere la sua richiesta al Governo.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 21 giugno 2007, alle 10:
1. - Seguito della discussione delle mozioni Maroni ed altri n. 1-00050, Volontè ed altri n. 1-00161, Migliore ed altri n. 1-00178, Ranieri ed altri n. 1-00179, Zacchera ed altri n. 1-00180 e De Zulueta ed altri n. 1-00181 sul rilancio del processo di integrazione e sull'allargamento dell'Unione europea.
2. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione consolare tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Cuba, fatta a Roma il 12 marzo 2001 (1874-A).
- Relatore: Marcenaro.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Yemen sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2004 (2069).
- Relatore: Paoletti Tangheroni.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione audiovisiva tra il GovernoPag. 84della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'India, fatto a Roma il 13 maggio 2005 (2071-A).
- Relatore: Mattarella.
3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (2480-A/R).
- Relatore: Meta.
4. - Seguito della discussione della proposta di legge:
FRANCESCHINI ed altri: Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali (1318-A).
- Relatore: Violante.
5. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (2161-A);
e delle abbinate proposte di legge: PEDICA ed altri; NICOLA ROSSI ed altri; LA LOGGIA e FERRIGNO (1505-1588-1688).
- Relatore: Giovanelli.
6. - Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169 e Froner ed altri n. 1-00175 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
(al termine delle votazioni)
7. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 19,50.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI VITO LI CAUSI E WLADIMIRO GUADAGNO DETTO VLADIMIR LUXURIA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1496-B
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare segna, per il contenuto che gli è proprio e per le motivazioni e le vicende che ne hanno portato alla presentazione, un passo in avanti se non una autentica svolta nel panorama non solo sportivo ma direi socioculturale del nostro Paese.
Tutti noi oggi presenti in questa Aula ben conosciamo la situazione che ha indotto il nostro Governo a presentare questo disegno di legge delega. La vicenda di «calciopoli», sia nei suoi contenuti «scandalistici», se mi è consentito dirlo, sia nei suoi risvolti giuridici ha segnato profondamente il nostro Paese, producendo come conseguenza una disaffezione, mi auguro non troppo profonda, del pubblico nelle manifestazioni sportive e segnatamente verso quello che è lo sport più amato dagli italiani: il calcio.
Come ho già avuto modo di dire durante la prima lettura del provvedimento qui alla Camera, il valore di questo provvedimento risiede nel tentativo di riequilibrare e rendere trasparente il mercato dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi legati al calcio e ora, grazie alle modifiche introdotte al Senato, anche di tutti gli altri eventi sportivi professionistici.
Non mi dilungherò, perché tutti ben conosciamo il provvedimento, sugli aspetti tecnici del disegno di legge delega. Era già un buon provvedimento quando è stato presentato dal Governo a questa Assemblea ma come tutti i provvedimenti era perfettibile e sono ampiamente soddisfatto che i colleghi del Senato abbiano saputo far proprie le perplessità scaturenti da questo disegno di legge ed espresse in sede di prima lettura, ed apportare quelle modifiche necessarie a che il testo non soloPag. 85abbia ulteriormente trovato ampi e trasversali consensi ma sia divenuto ancor più equilibrato.
Il primo motivo di soddisfazione, per il lavoro svolto dai colleghi senatori risiede nel fatto di aver esteso la disciplina di questo provvedimento anche agli altri sport praticati a livello professionistico.
Sebbene attualmente vi sia un solo altro sport con tali caratteristiche, ovvero il basket, concettualmente ritengo che sia un importante passo in avanti non essersi limitati a prendere in considerazione il solo calcio.
E ciò per due ordini di motivi.
Il primo, a mio avviso, è dato dal fatto che estendere la disciplina anche ad altri eventi sportivi sta ad evidenziare che sebbene questo provvedimento sia nato sull'onda, per così dire, di una emergenza giuridica e culturale, si intende rompere con il passato, con ciò che è stato e con gli avvenimenti che hanno scosso l'opinione pubblica e i tifosi di questo Paese. L'Italia vuole andare avanti in questo senso e l'allargamento anche ad altri settori dello sport ne è una dimostrazione.
Il secondo ordine di motivi per i quali sono ampiamente soddisfatto risiede nel fatto che in questo modo il Parlamento oggi sta dando prova di grande maturità: non limitarsi al solo ed unico calcio sta a significare che stiamo prendendo coscienza del fatto che in Italia esistono anche altri sport che, praticati sia a livello professionistico che a livello dilettantistico, comunque hanno la medesima dignità; ed il pubblico questo lo ha ampiamente dimostrato.
Se è vero, come è vero, che il calcio in questo Paese è praticamente lo sport nazionale è anche vero (e ne converrete con me) che l'italiano è uno «sportivo» per costituzione direi. Lo dimostra il fatto che sempre più giovani oramai si interessano non solo di calcio ma anche di basket, pallavolo, ciclismo, rugby, baseball e tanti altri sport.
I nostri ragazzi seguono questi sport con passione e li praticano con la stessa medesima passione.
Una dimostrazione di quanto sto affermando è data dal fenomeno del rugby che, praticamente sconosciuto al grande pubblico fino a qualche hanno fa, ora vede nei propri stadi decine e decine non solo di giovani appassionati ma anche di famiglie!
Colleghi, è molto bello per un padre portare i propri figli allo stadio, qualunque sia lo sport da seguire, condividere gioie e dolori di una partita più o meno impegnativa e poi tornare a casa commentando quanto si è vissuto.
Siamo tutti consapevoli del valore sociale e culturale dello sport. Sappiamo che praticare uno sport, ad esempio, è salutare per i ragazzi da un punto di vista fisico, certo, ma anche sotto l'aspetto della crescita personale, dello sviluppo del carattere, della disciplina, dell'educazione e dell' integrazione sociale.
Dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi possano crescere ancora praticando sport e avendo in mente l'unica cosa che conta: divertirsi.
Negli ultimi anni, invece, l'unica cosa che si aveva in mente erano le cifre miliardarie stampate sui contratti.
Ebbene, allora io credo che questo provvedimento si inserisca in quella strada, di certo tortuosa ed irta di ostacoli, che occorrerà percorrere affinché lo sport e gli eventi sportivi tornino finalmente ad avere quei ruoli di aggregazione, condivisione e divertimento che sono l'unico motivo per il quale sono diventati tanto popolari in tutto il mondo.
È proprio il valore e l'importanza del fenomeno sportivo in sé che ha spinto il mio gruppo, poi, a presentare un ordine del giorno volto a sottolineare l'importanza di quegli sport che, sebbene praticati a livello dilettantistico, sono però di fondamentale rilevanza per il nostro Paese.
Non dobbiamo infatti dimenticare il ruolo centrale che società e associazioni dilettantistiche rivestono, esaltando i valori morali, umani e sociali dello sport attraverso un'attenta opera di reclutamento dei giovani, sostenendo l'azione della famiglia e della scuola.
Queste considerazioni ci hanno dunque spinto ad invitare il Governo a provvederePag. 86al più presto affinché vengano adottate ulteriori iniziative normative volte a regolamentare il mercato dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi relativi ai campionati delle società e delle associazioni non professionistiche, per incentivare politiche indirizzate a valorizzare il carattere sociale dello sport.
Il testo licenziato dal Senato contiene poi anche altri miglioramenti di cui si è già dato conto in sede di discussione generale, motivo per il quale non mi soffermerò ad analizzarli, vista l'ampia convergenza che vi è su di essi.
In conclusione, annuncio il voto favorevole dei Popolari-Udeur sul provvedimento in esame.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, la revisione della disciplina dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi torna in quest'aula dopo essere stata qui approvata il 23 gennaio scorso e modificata al Senato il 9 maggio, direi non solo modificata ma anche completata e migliorata.
Partirei dal principio che lo sport non è solo mercato, così come recita la lettera a) del comma 2 del primo articolo in discussione.
È «mezzo di educazione e sviluppo sociale», un'attività di rilevanza pubblica che non può sottostare esclusivamente alle regole del progetto, del guadagno, del business, come stabiliva il Consiglio europeo di Nizza del 2000.
Dopo otto anni dall'approvazione della vendita individuale dei diritti televisivi, abbiamo constatato che solo le grandi squadre hanno usufruito dei proventi economici, con un rapporto di uno a dieci tra la squadra minore e la squadra big, squilibrio reso ancora più evidente se si considera che, purtroppo, le entrate del calcio dal 50 all'80 per cento dipendono dai diritti televisivi. Da questo punto di vista, la legge sugli adeguamenti degli impianti sportivi, di cui sono relatrice in Commissione cultura, prevede nel concetto di polifunzionalità la possibilità che le società sportive, come avviene in alcuni stadi europei (Barcellona e Manchester, per fare due esempi), possano ottenere risorse alternative e non essere teledipendenti.
Bisogna liberarci dal circolo vizioso «squadra big uguale squadra più avvantaggiata economicamente», che è contro la spettacolarità, l'imprevedibilità, la trasparenza di un mondo già colpito da conflitti di interessi, dove i controllati decidono da chi farsi controllare e i calciatori vengono «spremuti». È anche contro la possibilità di avere più eque possibilità di acquisto dei calciatori.
Questo disegno di legge mette una diga anche ad un'altra categoria big prima di affrontare il tema della concorrenza leale della televisione con un'apposita legge: il diritto di cronaca dell'emittenza cosiddetta minore o locale delle radio e delle televisioni che hanno il compito nobile di essere più legate ai propri territori. Da questo punto di vista, al Senato l'esigenza dell'emittenza locale prevede anche la possibilità di acquistare i diritti invenduti.
Altro miglioramento dal Senato è l'ampliamento della mutualità sportiva, che alla lettera l), dell'articolo 1 prevede «allo scopo di sviluppare i settori giovanili, di valorizzare e incentivare le categorie dilettantistiche e di sostenere gli investimenti ai fini della sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi (...) a sostegno di discipline sportive diverse da quella calcistica, che abbiano particolare rilievo sociale o che siano inseriti in un programma di riqualificazione delle attività sportive e ricreative nelle scuole e nelle università».
Questo è importante per contrastare anche il disvalore della monocultura del calcio, per giunta solo maschile.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2480-A/R - articolo agg. 9.02 rif. | 295 | 245 | 50 | 123 | 244 | 1 | 72 | Appr. |
2 | Nom. | em. 10.3 | 353 | 344 | 9 | 173 | 39 | 305 | 71 | Resp. |
3 | Nom. | em. 10.6 | 367 | 365 | 2 | 183 | 167 | 198 | 70 | Resp. |
4 | Nom. | em. 10.109 | 415 | 405 | 10 | 203 | 138 | 267 | 68 | Resp. |
5 | Nom. | em. 10.105 | 413 | 411 | 2 | 206 | 29 | 382 | 68 | Resp. |
6 | Nom. | em. 10.102 | 427 | 421 | 6 | 211 | 46 | 375 | 68 | Resp. |
7 | Nom. | em. 10.114 | 406 | 403 | 3 | 202 | 158 | 245 | 75 | Resp. |
8 | Nom. | em. 10.112 | 411 | 405 | 6 | 203 | 147 | 258 | 74 | Resp. |
9 | Nom. | em. 10.107 | 418 | 407 | 11 | 204 | 84 | 323 | 74 | Resp. |
10 | Nom. | em. 10.103 | 441 | 405 | 36 | 203 | 26 | 379 | 74 | Resp. |
11 | Nom. | em. 10.100 | 425 | 414 | 11 | 208 | 255 | 159 | 74 | Appr. |
12 | Nom. | em. 10.101 | 443 | 437 | 6 | 219 | 345 | 92 | 74 | Appr. |
13 | Nom. | em. 10.115 n.f. | 452 | 450 | 2 | 226 | 443 | 7 | 74 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 10.111 | 448 | 440 | 8 | 221 | 49 | 391 | 72 | Resp. |
15 | Nom. | articolo 10 | 435 | 379 | 56 | 190 | 324 | 55 | 72 | Appr. |
16 | Nom. | ddl 1496-B - em. 1.1 | 379 | 376 | 3 | 189 | 146 | 230 | 72 | Resp. |
17 | Nom. | em. 1.2 | 392 | 388 | 4 | 195 | 151 | 237 | 72 | Resp. |
18 | Nom. | em. 1.3 | 423 | 422 | 1 | 212 | 158 | 264 | 72 | Resp. |
19 | Nom. | em. 1.4 | 419 | 417 | 2 | 209 | 157 | 260 | 72 | Resp. |
20 | Nom. | em. 1.5 | 430 | 422 | 8 | 212 | 154 | 268 | 71 | Resp. |
21 | Nom. | em. 1.19 | 433 | 426 | 7 | 214 | 157 | 269 | 71 | Resp. |
22 | Nom. | em. 1.20 | 433 | 428 | 5 | 215 | 151 | 277 | 71 | Resp. |
23 | Nom. | em. 1.13 | 438 | 433 | 5 | 217 | 156 | 277 | 71 | Resp. |
24 | Nom. | em. 1.14 | 419 | 416 | 3 | 209 | 151 | 265 | 71 | Resp. |
25 | Nom. | ddl 1496-B - voto finale | 432 | 286 | 146 | 144 | 282 | 4 | 71 | Appr. |