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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 183 di mercoledì 4 luglio 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
La seduta comincia alle 10,10.
MAURO DEL BUE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Brugger, Dato, Delfino, Duilio, Gianni Farina, Mattarella, Migliori, Oliva, Palumbo, Pinotti, Ranieri, Rigoni, Rosso, Sgobio, Stucchi ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1566 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti (Approvato dal Senato) (A.C. 2826) (ore 10,14).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati, da ultimo, esaminati gli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Nessuno chiedendo di parlare, debbono considerarsi esaurite le dichiarazioni di voto, fatta eccezione per quelle dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con ripresa televisiva diretta, previste - secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo - a partire dalle ore 14.
Pertanto, sospendo la seduta, che riprenderà alle 14.
La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 14.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boato, Castagnetti, De Simone e Lucà sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ricordo che di tali dichiarazioni è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,03).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, il partito repubblicano apprezza l'estremo tentativo del Governo di dare almeno una soluzione provvisoria al problema dei rifiuti in Campania, situazione disperata, destinata ad aggravarsi con i caldi estivi e l'uso invalso di bruciarli liberando diossina. Il rischio è, quindi, quello di trasformare un'emergenza ambientale in una di carattere sanitario. Sarebbe tuttavia sbagliato non vedere il limite di questo provvedimento, che si muove sulla scia dei precedenti traducendosi in un ennesimo e inconcludente rinvio.
Stiamo ai fatti: il decreto-legge impone alle autorità campane di realizzare quattro nuove discariche. Già la scelta di questo strumento, il decreto-legge, è sorprendente: il ricorso a tale mezzo mira soltanto a drammatizzare la situazione. Agli stessi risultati si poteva giungere con un semplice atto amministrativo, se le forze politiche locali, dove prevale lo schieramento di centrosinistra, avessero dato prova di responsabilità.
Siamo sulle pagine dei principali mezzi di informazione internazionale, non per celebrare il paesaggio italiano ma come esempio di irresponsabilità e inciviltà. L'individuazione di quattro siti, tra l'altro, non risolve il problema. Non lo risolve perché le contraddizioni all'interno della maggioranza hanno prodotto un «effetto domino». Le dichiarazioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare contro la scelta di Serre, al di là delle motivazioni addotte, hanno dato origine ad un fenomeno di emulazione da parte degli altri comuni interessati amplificando la protesta. Si è pertanto sviluppata una spirale che ha riportato la situazione al punto di partenza. Basterebbero queste semplici considerazioni per motivare il voto contrario del partito repubblicano.Pag. 3
Questo provvedimento tampone è tutt'altro che risolutivo. Aprire quattro ulteriori discariche avrebbe senso se nel frattempo si fosse provveduto a realizzare termovalorizzatori in grado di aggredire il fenomeno alla radice. Sappiamo, invece, che quello di Acerra non è in grado di svolgere questo compito. I rifiuti campani, a causa dell'eccesso di umido che li caratterizza, non possono essere trasformati in combustibile: quelle discariche invece di costituire una delle tappe del procedimento di rimozione rischiano di divenire permanenti, determinando ulteriore allarme sociale.
Dispiace che in questa vicenda siano state trascinate persone di valore, come il responsabile della protezione civile, e che sul problema sia dovuto intervenire lo stesso Presidente della Repubblica, la cui credibilità rischia di essere offuscata dal comportamento contraddittorio di un Governo incapace di tratteggiare una strategia effettiva.
Ciò che ancora oggi non comprendiamo è l'ostilità preconcetta di alcune componenti della maggioranza contro la realizzazione dei termovalorizzatori. Essa si nutre di un'ideologia senza fondamento. Soprattutto fa da copertura agli interessi precostituiti che «ingrassano» nella gestione delle discariche. La differenza tra le tariffe praticate e i costi di gestione è tale da garantire extraprofitti così elevati da non avere uguali nei restanti settori dell'economia.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCESCO NUCARA. Sorprende, che su un tema così delicato il DPEF spenda solo qualche generica considerazione. «In relazione ai rifiuti», è scritto nel Documento, «va invertita la tendenza all'aumento della produzione dei rifiuti, garantita la gestione integrata del ciclo dei rifiuti e una corretta raccolta differenziata»: misure di là da venire. Sono pertanto questi i motivi che spingono il partito repubblicano a votare contro il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lo Monte. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, colleghi, Governo della Repubblica, che perfino sui rifiuti riesce a porre la questione di fiducia! Per l'ennesima volta, essa approda in Parlamento per essere discussa da parlamentari, a cui, però, in modo molto accurato, è stato messo preventivamente il bavaglio.
È stata chiesta, infatti, la fiducia su questioni che hanno ben poco di programmi di governo da salvare o portare avanti, mentre molto dovrebbero avere di metodi di sana ed efficiente gestione da attivare. In tale modo, si riesce a far dimenticare il punto all'ordine del giorno, su cui il Parlamento è chiamato ad intervenire, e si alimenta ancora di più il caos, affinché non si possano accertare, ad ogni livello, responsabili e responsabilità di alcun tipo.
Alla fine, tutto diventa un fatto politico, dove politica significa niente e tutto; dove politica significa impunità, inefficienza, spreco di denaro pubblico, tutela di ogni forma di malavita, cancellazione totale di ogni regola di civile convivenza, distruzione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. La storia ha dell'incredibile.
Non pensate che lo smaltimento dei rifiuti sia un fatto meramente gestionale? Quale modello speciale di scienza politica occorre elaborare per adempiere a questo compito ordinario di tutte le amministrazioni moderne? Occorre un modello così speciale da investire il Parlamento e, addirittura, il Governo della Repubblica e uno strumento straordinario quale la fiducia?
A me sembra che nessuno voglia affrontare veramente i fatti per come realmente dovrebbero essere affrontati. Da circa vent'anni, abbiamo elaborato ed attuato anche in questo Stato la separazione del potere politico dal potere gestionale. Si contano tre riforme cosiddette «Bassanini». Nella fattispecie, sono state create agenzie per l'emergenza rifiuti, commissariPag. 4straordinari, subcommissari ed ogni sorta di funzionari, che potevano fare tutto e il contrario di tutto, pur di affrontare e gestire lo smaltimento dei rifiuti. Sono stati autorizzati fondi speciali per coprire la maggiore spesa che inevitabilmente queste sovrastrutture nel tempo hanno prodotto. Con quale risultato? Il fallimento più totale!
Poiché nessuno deve assumersi la responsabilità del fallimento, con atto di Governo tutto deve diventare e deve essere ricondotto a fatto politico. Purtroppo, in Campania non hanno alternativa. Non è possibile nemmeno scaricare la colpa sull'amministrazione precedente!
Al contrario di quello che è stato fatto, il Governo aveva il dovere di mantenere separata la responsabilità politica dalla responsabilità gestionale. Bisognava accertare, con puntuale perizia, cosa non avesse funzionato nel modello gestionale; bisognava addebitare le responsabilità a coloro che dovevano agire per il bene della collettività e invece non lo hanno fatto. Bisognava evitare che qualcuno approfittasse di questa inefficienza generale e costruisse le fortune economiche e politiche di imprenditori delinquenti e politici senza scrupoli. Bisognava verificare il modello gestionale più efficiente possibile da consegnare a funzionari statali o regionali, degni di questo nome, che dovevano amministrare sapendo di avere a disposizione l'autorità e le risorse dello Stato. Cosa è stato fatto di tutto ciò? Niente! Si è prodotto l'ennesimo «minestrone», affinché nessuno abbia colpa - adesso, anche con la benedizione del Governo - e tutto continui ad essere fatto come fino ad ora.
Il Governo, invece di fare chiarezza, crea una grande confusione; tenta di trasformare il Parlamento in un consiglio di amministrazione di società di smaltimento dei rifiuti, con l'accortezza, però, di evitare che qualcuno parli, che qualcuno sbadatamente faccia il nome di quelli che hanno la responsabilità reale dello sfascio prodotto in Campania.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni è sconcertante. Assistiamo all'ennesima mortificazione delle istituzioni democratiche...
PRESIDENTE. Deve concludere.
CARMELO LO MONTE. ...senza che, però - concludo - si abbia il coraggio di cambiare rotta.
Questo Governo abbia il coraggio di porre rimedio alle mostruosità create in Campania, il coraggio di affrontare il problema senza garantire impunità e immunità a nessuno, il coraggio di chiedere il conto a funzionari e politici...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
CARMELO LO MONTE. ...i quali hanno avuto poteri pressoché illimitati ma non hanno mai reso conto a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento presentato dall'Esecutivo come la nuova e miracolistica ricetta per affrontare in maniera definitiva l'emergenza rifiuti in Campania è invece solo l'ennesima decisione tampone, dove è possibile individuare un'unica determinazione: continuare nell'allegra gestione del business rifiuti.
Cosa prevede, infatti, il decreto-legge? L'annullamento di una gara regolarmente vinta da un'impresa, impossibilitata allo smaltimento dei rifiuti a causa della totale inattività dei consorzi comunali - carrozzoni politici ai quali spetta la raccolta degli stessi - con la conseguente autorizzazione del Commissario di Governo a riaffidare direttamente il servizio smaltimento rifiuti ad un'impresa di sua fiducia, in palese contrasto con le disposizioni comunitarie.Pag. 5
Annullare gare legittimamente vinte dà luogo, sempre, a ricorsi e strascichi giudiziari che determinano pagamenti di penali multimilionarie. Inoltre, la gara annullata risale allo scorso agosto - gestita, quindi, dall'attuale amministrazione di centrosinistra - per cui ci si chiede: essa era concepita male ab initio oppure non è andata secondo le previsioni?
Il decreto-legge prevede, inoltre, la nomina di tre subcommissari, con l'immancabile costituzione di una commissione di cinque soggetti di comprovata esperienza nella soluzione di emergenze ambientali - quindi otto nuove nomine di esperti - atti a «commissariare» il Commissario. Pertanto, dobbiamo dedurre che, fino ad ora, la regione Campania abbia messo in campo persone non esperte nella situazione di tematiche ambientali. Eppure, il Ministro plenipotenziario per l'ambiente è campano! Ci chiediamo, quindi, perché non sia divenuto, lui, commissario delegato. Forse perché è solo uomo di marketing, che vende proclami senza volersene assumere la diretta responsabilità!
Attraverso il decreto-legge, infatti, vengono attivate quattro megadiscariche - alla faccia della tanto invocata partecipazione degli enti locali nelle decisioni! - tra cui quella di Terzigno andrebbe addirittura situata in un'area di particolare valore ambientale: all'interno del Parco nazionale del Vesuvio, a monte di una zona di coltivazione di pregiati vini e prodotti agricoli.
Lascia davvero sconcertati che uno Stato europeo come l'Austria sia stato capace di collocare il più straordinario impianto di smaltimento dei rifiuti esistente in Occidente in pieno centro a Vienna. Gli abitanti del luogo, che pure avevano protestato contro un impianto che temevano inquinante, furono in un certo senso garantiti dalla prestigiosa «firma verde» del progettista. Perché Pecoraro Scanio - Ministro «verde» dell'ambiente - non garantisce con la sua firma gli impianti di smaltimento dei rifiuti? Ha paura, o cosa?
Inoltre, al Commissario viene dato il potere di requisire cave e discariche (anche quelle sequestrate dalla magistratura) e di utilizzarle anche in deroga alle disposizioni in materia ambientale ed igienico-sanitaria: una sorta di licenza ad inquinare, forse ad uccidere, nonché ad operare al di sopra della legge!
Cos'è questo decreto-legge? È una gabella medievale - alla faccia dello statuto del contribuente! - che impone tasse a tutte le famiglie campane per coprire le spese in deroga ai massimi previsti dai livelli nazionali. Il decreto-legge, infatti, prevede che per cinque anni i comuni campani debbano - ripeto - debbano aumentare la tassa sui rifiuti solidi urbani (la Tarsu), fino a totale copertura dei costi dello smaltimento dei rifiuti. Si tratta di costi attualmente non quantificabili e che, comunque, dati gli affidamenti diretti senza gara pubblica e, quindi, senza ribassi, certamente saranno superiori a quelli delle altre regioni italiane; si tratta di esborsi che non potranno essere quantificati dalle famiglie campane, le quali saranno soggette a gabelle degne dello sceriffo di Nottingham, arbitrarie e coercitive!
Nel decreto degli obbrobri, si dipinge uno scenario immaginario, per il quale entro i prossimi sei mesi, ovvero entro l'anno 2007, verrebbe a cessare l'emergenza, oramai decennale, dei rifiuti in Campania.
Infatti, dopo tale data, i vecchi, nonché attuali, amministratori torneranno a gestire i rifiuti urbani, magari continuando a promuovere l'immagine di Napoli «immondezzaio del mondo», attraverso prestigiose sedi di rappresentanza addirittura a New York.
Pertanto, ci chiediamo: perché nel decreto non si prevede di attribuire al commissario anche i poteri di individuare e denunciare i malfunzionamenti del sistema di gestione dei rifiuti? La risposta è ovvia: altrimenti, dopo il 31 dicembre 2007, le attività non potranno riprendere come prima e gli attuali amministratori locali non potranno tornare a gestire il grande business degli affari dei rifiuti. Pertanto, il Governo non vuole risolvere iPag. 6problemi, ma nasconderli. Diversamente, dovrebbe mettere sotto accusa Antonio Bassolino.
In questi anni, sono stati attaccati i diritti fondamentali delle popolazioni della Campania per responsabilità di un governatore dello stesso colore politico degli attuali inquilini di Palazzo Chigi. Gli abitanti della Campania sono stati trattati come sudditi e non come cittadini. Hanno pagato, e molto caro, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che avrebbe dovuto essere un servizio, ma si è rivelato solo uno dei pilastri del potere del centrosinistra.
Il mondo ci guarda; l'Europa ci guarda; l'opinione pubblica, non solo italiana, è al capezzale della Campania. I giornali e le televisioni straniere si interrogano sul caso Campania con toni da guerra, da catastrofe, da giorni del colera ed hanno ragione. È di questi giorni la notizia che la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese per la cronica crisi dei rifiuti che colpisce Napoli e il resto della regione.
È mai possibile - chiediamolo, tutti, con senso di responsabilità e serenità, al di là delle appartenenze politiche e del giudizio su Bassolino - che debba intervenire la Commissione europea perché in Campania venga affrontata e risolta l'emergenza rifiuti? Per quale altro Paese del mondo, per un servizio che dovrebbe essere di normale amministrazione, è necessaria la presa di posizione di organismi sovranazionali? La Commissione europea ha dovuto ricordare, in una nota, agli immemori esponenti del centrosinistra campano e nazionale, i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, che hanno rilevato un aumento della mortalità tra i residenti che vivono in prossimità delle discariche, per non parlare dell'80 per cento in più delle malformazioni fetali, per effetto dello smaltimento dei rifiuti, anche tossici e nocivi, favorito da decisione politiche poco attente all'ambiente.
A tal proposito, ci chiediamo se l'iniziativa industriale della società Micron, da parte del governatore della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, tanto decantata, non rappresenti solo una copertura al fine di realizzare un megaimpianto per lo smaltimento dei rifiuti tossici e speciali.
Supponiamo ciò in quanto, nella Marsica, è prevista la realizzazione di un termovalorizzatore, indubbiamente sovradimensionato di circa 50 volte il fabbisogno energetico occorrente all'ampliamento. Pertanto, per farlo funzionare a pieno regime, occorrerebbe bruciare i rifiuti di gran parte delle regioni italiane, sicuramente tutti quelli prodotti nella regione Campania.
Tale sospetto nasce anche dalla circostanza che la bozza del nuovo piano regionale abruzzese di gestione dei rifiuti permetta, a differenza di quello attuale, la realizzazione di impianti aventi le caratteristiche di quello in questione. Quindi non vorremmo fosse in atto un patto tra governatori d'area, che dopo avere ridotto la Campania ad un immondezzaio, pensino di trasformare l'Abruzzo in pattumiera italiana di rifiuti industriali tossici e speciali.
Pertanto, la continua mancanza di volontà di confronto e di dibattito, mediante il continuo ricorso alla fiducia, determina in noi la convinzione che tutte le leggi speciali emanate dal Governo servano esclusivamente alla tutela di interessi politici di parte.
Per tali ragioni, il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, voterà «no» al provvedimento in discussione, con convinzione e coerenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giuditta. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo dei Popolari-Udeur ribadisce il proprio voto favorevole al provvedimento di conversione del decreto-legge in esame.
Il provvedimento in esame rappresenta per noi un punto di partenza per far fronte alla drammatica realtà che investePag. 7il territorio della regione Campania per l'inefficiente gestione del ciclo integrato dei rifiuti che si è registrata in questi anni.
Il decreto-legge in esame non solo individua misure urgenti finalizzate al superamento di questa gravissima fase di emergenza con l'apertura delle discariche e la loro messa in sicurezza, ma individua anche un nuovo modello per la gestione dei rifiuti attraverso il fondamentale coinvolgimento degli enti locali e delle istituzioni preposte.
L'approvazione di tale provvedimento è attualmente l'unica strada percorribile e rappresenta un atto di grande responsabilità nei confronti delle popolazioni campane che non possono subire altri ritardi e che si attendono, dal Governo e dalle istituzioni locali, la immediata risoluzione della gravissima crisi in atto.
L'attribuzione di ulteriori poteri e l'affermazione di obiettivi certi previsti nel decreto-legge sono gli strumenti che consentiranno al Commissario Bertolaso di affrontare l'emergenza e di poterla definitivamente superare.
La previsione della concertazione con le istituzioni locali ed il coinvolgimento diretto di tutti gli enti che entro il 1o gennaio 2008 saranno chiamati a svolgere, in regime ordinario, compiti e funzioni in materia di rifiuti, sono le giuste premesse per uscire dalla fase di emergenza che in Campania dura da circa quattordici anni.
Il testo che stiamo per approvare non è, quindi, un documento tampone come quelli approvati nel passato, ma è invece, grazie al dibattito sviluppatosi in Parlamento, un atto legislativo che ha come obiettivo strategico l'accelerazione di tutte le iniziative tese al passaggio dalla fase eccezionale a quella ordinaria attraverso una governance integrata.
Allo stesso tempo è assolutamente necessario che vengano individuate e definite con chiarezza le funzioni e i ruoli nei diversi livelli decisionali al fine di evitare inutili duplicazioni e sovrapposizioni che continuerebbero a determinare grande inefficienza.
Dal decreto-legge emerge un importante dato politico ed istituzionale: quello dell'attribuzione delle funzioni in un quadro di autosufficienza, di politica dei rifiuti alle amministrazioni provinciali. In tal senso, come gruppo dei Popolari-Udeur, daremo un contributo significativo, anche in occasione della discussione sulle modifiche al codice dell'ambiente, proponendo in quella sede un nuovo modello organizzativo che ridefinisca in maniera organica ruoli e competenze.
Tale modello dovrà prevedere anche l'eliminazione degli ATO, gli organismi provinciali previsti dalla legge regionale, i quali rappresentano un inutile appesantimento e una sovrapposizione burocratica determinando ulteriori costi per la collettività.
Il decreto-legge in esame darà maggiore forza e sostegno al Commissario, fissando contestualmente l'inizio della gestione ordinaria di cui la classe politica e la dirigenza locale dovranno rispondere assumendosi appieno la responsabilità nei confronti dei cittadini.
Certamente le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni amministratori delle passate gestioni commissariali ed i ripetuti annunci di dimissioni da parte del Commissario Bertolaso non favoriscono quel processo di avanzamento che tutti auspichiamo, ma anzi hanno creato e creano ulteriori condizioni di sfiducia verso la politica e le istituzioni.
Come cittadino campano sento il dovere politico e morale di fare appello al senso di responsabilità ad ogni livello istituzionale, invitando tutti ad una seria e fattiva collaborazione, superando diffidenze e contrapposizioni che sono dannose per il territorio della nostra regione che merita di essere esaltata e tutelata per le sue ricchezze culturali, storiche e naturalistiche.
Non è più tollerabile avere per le strade tonnellate di spazzatura che non permettono una vita dignitosa e sana ai nostri cittadini. Un'indagine effettuata dall'Organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato, in alcune zone, un aumento vertiginoso di patologie di cancro e di malformazioni fetali rispetto alla media nazionale.Pag. 8
Queste sono le ragioni per le quali si deve assolutamente avviare una nuova fase e si devono attuare con urgenza tutte le iniziative per il definitivo superamento dell'emergenza, che per troppo tempo ha sofferto la mancanza di un'organica programmazione e di interventi mirati ad una gestione efficiente.
L'esigenza del territorio ci impone la messa in campo di una nuova politica ambientale, in totale discontinuità con il passato, che parta con l'effettiva realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, fissando come obiettivi la prevenzione nella produzione, il riutilizzo, il riciclaggio del materiale, il recupero di energia e lo smaltimento.
Onorevoli colleghi, anche la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che ha recentemente presentato in Parlamento una relazione, ha rappresentato la reale situazione dell'emergenza rifiuti in Campania nelle varie sfaccettature, individuando la necessità di superare ogni forma di commissariamento e di contrastare con forza gli interessi dei poteri criminali, che trovano nel vuoto legislativo e nell'incertezza gestionale una condizione favorevole per le loro attività illecite.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, il gruppo dei Popolari-Udeur esprimerà voto favorevole alla definitiva conversione in legge di questo decreto-legge, nella convinzione che, per i motivi espressi, esso rappresenti l'inizio di una nuova stagione, che chiuda con la logica tampone dell'emergenza ed affronti il problema dei rifiuti con misure concrete, per restituire ai cittadini campani la necessaria condizione di vivibilità che da troppo tempo è messa in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, la conversione di questo decreto-legge - nonostante dobbiamo rilevare, in modo responsabile, la presenza di limiti ed imperfezioni - è indispensabile per dare a noi cittadini campani la possibilità di seguire un percorso, che ci porti fuori da questa maledetta emergenza rifiuti.
Le contrapposizioni alle quali abbiamo assistito e continuiamo ad assistere in questi giorni non attengono certamente al senso di responsabilità della politica. Mi sarei aspettato da parte dell'opposizione una maggiore responsabilità, proprio perché siamo di fronte ad una grave situazione emergenziale, che ha messo letteralmente in ginocchio i cittadini campani. Il clima politico che si è creato e che vediamo ancora oggi sui diversi quotidiani non contribuisce certamente a trasmettere un po' di serenità e certezze alle comunità campane. Di fronte a questa grave situazione, la demagogia, le strumentalizzazioni e la retorica non servono assolutamente a risolvere i problemi dei cittadini; anzi, contribuiscono ad aumentare la sfiducia e lo scetticismo nei confronti delle istituzioni e della politica.
È arrivato il tempo di agire in modo concreto, di dimostrare che siamo ancora capaci di affrontare e risolvere i problemi della gente. Ormai i cittadini campani conoscono bene le responsabilità e si aspettano da noi risposte concrete, capaci di restituire dignità a popolazioni che non meritano certamente queste umiliazioni.
Proprio noi Verdi, in diverse circostanze, abbiamo assunto una posizione critica per ciò che riguardava la gestione dei rifiuti in Campania. In particolare, è da anni che denunciamo la truffa subita dai cittadini campani da parte della Fibe e non ci meraviglia affatto il giudizio espresso dalla magistratura proprio in questi giorni. Ci avevano addirittura fatto credere che quelle ecoballe potessero rappresentare una fonte di ricchezza: in realtà, hanno lasciato sui nostri territori cumuli di balle, cioè rifiuti impacchettati, che oggi, oltre a contribuire ad alimentare la crisi, creano gravi danni alla salute dei cittadini. È questa, purtroppo, l'unica vergognosa ricchezza che ci hanno lasciato.
Noi Verdi parliamo da anni di riduzione della produzione dei rifiuti, di incentiviPag. 9al riuso, di inertizzazione e stabilizzazione dei rifiuti, di nuove e più avanzate tecnologie per lo smaltimento dei rifiuti, della realizzazione di impianti di compostaggio, dell'utilizzazione degli inerti per bonificare e chiudere le tante cave sequestrate alla camorra presenti nel territorio campano (molte delle quali, ancora oggi, sono gestite dalla camorra stessa), di raccolta differenziata.
A proposito di quest'ultima, va sempre ricordato che l'emergenza rifiuti non si è assolutamente avvertita nei comuni campani nei quali si raggiungono percentuali significative di raccolta differenziata.
Tutto ciò oggi non è più una fantasia dei Verdi, ma è diventata una necessità.
Qualcuno in quest'Assemblea ha avuto anche il coraggio di criticare il Ministro dell'ambiente e i Verdi per la posizione assunta sulla discarica di Serre. Vorrei ricordare che proprio Serre ha rappresentato uno degli esempi più belli e significativi di come una comunità ha collaborato con le istituzioni, per individuare sul proprio territorio una valida e altrettanto efficiente alternativa alla discarica indicata dal commissariato, naturalmente opponendosi al tentativo di imporre una discarica in un'oasi protetta. Contro mille ostacoli ci siamo adoperati per andare incontro alle esigenze dei cittadini, preoccupandoci di tutelare un'area protetta. Il 29 giugno la discarica di Macchia Soprana è stata collaudata, quindi oggi è pronta per essere utilizzata, nonostante i tanti proclami di impossibilità di aprire tale discarica sulla base di pure e semplici intenzioni. E trovo grave che qualche esponente del centrodestra, proprio nel dibattito di questi giorni, ha parlato di terreno non adatto per la realizzazione di una discarica. Ricordo che le perizie tecniche hanno evidenziato un terreno argilloso, cioè esattamente identico a quello di Valle della Masseria. In proposito, mi fa piacere sottolineare come si sia anche raggiunto l'obiettivo, così come concordato dalla conferenza di servizi, di togliere il presidio militare presente sull'area protetta del WWF a Serre.
Di fronte a tale ostruzionismo gratuito, questi colleghi parlamentari farebbero bene a chiedersi che cosa abbia fatto nei cinque anni di governo il centrodestra per aiutare la Campania ad uscire dal commissariamento e cosa abbia fatto il Ministro dell'ambiente del centrodestra per riqualificare i territori campani devastati e degradati.
Proprio sulla vicenda di Serre noi Verdi abbiamo dato un contributo estremamente concreto, aiutando il Commissario Bertolaso a recuperare uno spirito di collaborazione e di concertazione con la comunità di Serre, per arrivare alla definizione di un sito alternativo; siamo certamente orgogliosi di esserci riusciti. Ciò dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che le imposizioni nei diversi territori alimentano solo disordini e sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. Se oggi in Campania c'è un clima di grande scetticismo da parte della gente, è perché tante, troppe sono state le promesse, ma non sono state mai mantenute. Dopo tredici anni di commissariamento, vedere ancora una situazione di piena emergenza sui territori campani è l'evidente dimostrazione del fallimento delle strutture commissariali.
Queste sono le ragioni per le quali noi Verdi siamo convinti che bisogna arrivare al più presto ad una gestione dei rifiuti ordinaria, affidando la responsabilità ad organi democraticamente eletti e non a strutture commissariali composte da nomine varie, che non fanno altro che alimentare l'emergenza, creare situazioni clientelari e aumentare a dismisura lo sperpero di denaro pubblico. Se a tutto ciò aggiungiamo il forte condizionamento della criminalità organizzata o, meglio, il notevole interesse da parte della camorra, che ha visto nell'emergenza rifiuti una fonte di guadagno, allora possiamo capire ancora di più il motivo per cui ancora oggi abbiamo cumuli di spazzatura per le nostre strade.
Ha inoltre contribuito notevolmente al disastro ambientale sui territori campani anche lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali. A proposito di tale argomento, miPag. 10fa piacere complimentarmi con la procura di Santa Maria Capua Vetere e con le forze dell'ordine, che proprio questa mattina hanno realizzato una maxioperazione in Campania contro il traffico illecito di rifiuti. In questo momento di estrema difficoltà, simili segnali di legalità ci aiutano ad essere più ottimisti e ancora più determinati nella difesa del nostro territorio e nella lotta alla criminalità organizzata.
È evidente che ci sono state anche delle responsabilità della politica: scelte sbagliate; assenza di un'adeguata programmazione per lo smaltimento dei rifiuti; mancati investimenti per utilizzare tecnologie più avanzate e con basso impatto ambientale; assenza di programmazione e di investimenti per realizzare una vera raccolta differenziata; assenza di una politica per il riuso e di incentivi per l'industria del riciclo; assenza di controlli e di verifica sulle attività delle diverse strutture commissariali che si sono alternate negli anni; convinzione errata che i rifiuti potessero addirittura rappresentare una fonte di ricchezza, tanto da investire e credere negli impegni assunti dalla Fibe.
Sicuramente tali elementi rappresentano una parte significativa di errori commessi dalla politica (e non da quella del centrosinistra o del centrodestra, ma dalla politica nel suo complesso).
Il nostro augurio e, nello stesso tempo, il nostro impegno è che si arrivi al più presto a chiudere tutte le forme di commissariamento, rivelatesi incapaci di affrontare e risolvere i problemi per i quali sono state istituite.
Nonostante la drammatica situazione attuale, la Campania e i cittadini campani vogliono reagire e noi, in quanto istituzioni, abbiamo il dovere di stare dalla loro parte, ponendo fine a quelle contrapposizioni sterili che ormai disgustano tutti i cittadini italiani.
Per tali motivi, noi del gruppo dei Verdi, con la nostra cultura di un ambientalismo tante volte del «sì» - e voglio sottolineare il «sì» - e qualche volta del «no», ma sempre ed esclusivamente a tutela del bene e dell'interesse dei cittadini, esprimiamo oggi un voto favorevole sulla conversione del decreto-legge al nostro esame, con l'augurio che mai più, in nessuna regione del nostro Paese, si debba parlare ancora di emergenza rifiuti (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Angelis. Ne ha facoltà.
GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, alla fine delle dichiarazioni di voto che stiamo svolgendo, voteremo a favore del decreto-legge in esame, il secondo in un anno, ovviamente con l'auspicio che esso possa servire a risolvere o, comunque, ad avviare a soluzione l'emergenza in Campania.
Nel dibattito sono emerse tante questioni di merito, che avrebbero richiesto una riflessione più attenta, ma la scarsità dei tempi disponibili e la conseguente scelta del Governo di porre la questione di fiducia hanno di fatto impedito un confronto vero e propositivo.
Tutto ciò ha prefigurato, come tutti abbiamo visto, un immenso teatrino: da una parte, l'opposizione che, anche se con toni diversi, si è lasciata andare ad attacchi violenti, spesso rozzi ed offensivi; dall'altra, una maggioranza, la nostra, nella condizione di subire in silenzio.
Voglio dire con molta chiarezza al Governo che tutto ciò non è più tollerabile e che, da campano e da deputato comunista, tutto ciò mi indigna: l'immagine di una regione incapace di risolvere i propri problemi e connivente con la camorra è lesiva della dignità di milioni di cittadini campani.
Perché ci troviamo in tale situazione? Il gruppo dei Comunisti Italiani ritiene che le motivazioni provengano da molto lontano: si è voluto ad ogni costo approvare un piano regionale, che tutti consideravamo sbagliato e che non prevedeva la raccolta differenziata, mentre l'unica certezza all'interno di quel progetto era l'incenerimento (non a caso, all'inizio si parlò di cinque termovalorizzatori).Pag. 11
La responsabilità più grave è di chi ad ogni costo ha voluto affidare alla Fibe la costruzione degli impianti e la gestione dell'intero sistema, fatto ancor più grave perché è stato realizzato in presenza di forti dubbi sulla regolarità della gara e della qualità del sistema industriale proposto.
Abbiamo denunciato tutto ciò per anni, anche in consiglio regionale - lo voglio dire soprattutto ai colleghi parlamentari dell'opposizione e in particolare a chi è molto lontano da questa regione - poiché ci rendevamo conto che quella strada ci avrebbe portato al disastro (e siamo stati profeti su questo argomento).
L'accusa che ci veniva mossa in quelle occasioni era che il nostro atteggiamento, indirettamente e oggettivamente, avrebbe favorito la camorra. A costoro abbiamo detto - e continuiamo a dichiararlo in quest'aula - che non si erano accorti che, nel frattempo, i delinquenti avevano spostato la loro attività nella raccolta e nel trasporto dei rifiuti solidi urbani. Inoltre, la stessa camorra si era interessata - e continua a farlo - alla compravendita dei terreni dove venivano ubicati gli impianti di CDR, dello stesso termovalorizzatore di Acerra e ancora, in questi ultimi mesi, dello stesso deposito di milioni di ecoballe.
Tale sistema non poteva funzionare perché prevedeva, così come è avvenuto, la costruzione di 7 impianti di CDR, che la stessa magistratura in epoche diverse ha sequestrato, ritenendoli inidonei a produrre CDR di qualità. Inoltre, la magistratura ha bloccato l'impianto di Acerra, poiché, a suo avviso, esso contravveniva alle norme europee. Non a caso si è stati costretti a modificare sostanzialmente l'intera struttura industriale, adeguandosi alle famose 28 condizioni per continuare a costruire l'impianto, ma anche in tale occasione sono stati sprecati milioni di euro per poterlo edificare. Tuttavia, il fatto che indigna di più è che anche quel famoso CDR che proviene da tali impianti non potrà mai essere bruciato da quello di Acerra. Questa è la circostanza drammatica! Questi sono i problemi che dobbiamo affrontare! A ciò aggiungerei un altro dato che spesso viene citato e che abbiamo criticato, non tanto per il fatto che si è compiuta un'operazione occupazionale nella regione Campania - e mi riferisco ai 2.500 lavoratori chiamati alla raccolta differenziata - ma perché in tale circostanza è emersa una grave responsabilità, in quanto tali lavoratori non sono stati messi in condizione di svolgere quella funzione.
Ebbene, anche insieme ad altre forze politiche abbiamo denunciato tali problematiche, agendo di conseguenza. Abbiamo affermato che in questo modo non si va da nessuna parte! Abbiamo chiesto da sempre la rescissione del contratto con la Fibe. Fortunatamente, dopo tanti anni, proprio perché non era più possibile derogare a tale richiesta, il contratto con la Fibe è stato rescisso, ma da questo sono derivati altri problemi in merito alla capacità o alla titolarità della gestione di tali impianti.
Inoltre, avevamo chiesto - anche in tale circostanza si è dimostrata una denuncia vera e sostanziale - lo scioglimento del commissariato. Tutti ne parlate, tutti dite e tutti siamo concordi nell'affermare che il commissariato dei rifiuti in Campania si è rivelato un fallimento totale!
Abbiamo chiesto - e continuiamo a farlo - che si torni alle gestione ordinaria dei rifiuti. Lo abbiamo espresso con coscienza, sollevando una critica di merito e sostenendo che la responsabilità proveniva da lontano, vale a dire dai commissari che si sono succeduti in quel ruolo. Lo abbiamo detto senza remore, riferendoci in particolare alla responsabilità fortissima dell'allora Commissario dei rifiuti e dell'attuale presidente della regione Campania. Abbiamo denunciato tutto ciò, cercando di interloquire, perché siamo ancora in tempo per fermarci e per individuare una soluzione migliore per uscire dall'emergenza.
Abbiamo pagato questo comportamento - ne sono consapevoli soprattutto i partiti presenti in Campania - e mi riferisco al partito, nel senso che siamo stati criminalizzati e isolati anche dentro il centrosinistra. Voglio dire ai colleghi qui presenti che, come tutti sanno, noi siamoPag. 12fuori dalle amministrazioni regionali e provinciali in Campania per avere osato criticare tale comportamento, per aver obiettato al presidente Bassolino che si trattava di una strada sbagliata che ci avrebbe portato soltanto al disastro. Lo dimostra il fatto che è stato emanato un secondo decreto-legge, che stiamo convertendo in legge.
Si è trattato per me e per noi - lo voglio dire - di una stupida vendetta contro un partito, che fieramente portava avanti le sue posizioni e dichiarava che quella era una strada sbagliata. Oggi siamo alla catastrofe! Non voglio sottrarmi al tema della discussione, ma credo che avremmo potuto fare un buon lavoro in Parlamento. Avremmo potuto discutere con maggiore pacatezza e trovare soluzioni migliori. Ciò non è stato possibile, lo ripeto, per i tempi a disposizione, ma credo che su questo...
PRESIDENTE. Deputato De Angelis, concluda.
GIACOMO DE ANGELIS. Credo che occorra ritornare sul problema. Chiedo al Governo di ritornare sull'intera materia per aiutare la Campania ad uscire da tale situazione, perché da sola non può farcela. Questo è il punto. Nella dichiarazione finale.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore. Lei sa che siamo in ripresa diretta.
GIACOMO DE ANGELIS. Ho concluso, Presidente. A nome del mio gruppo, dichiaro che il nostro voto sarà favorevole al provvedimento in esame più per un principio politico...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
GIACOMO DE ANGELIS. ...di rispetto del Governo che per il merito del decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, il Parlamento oggi è chiamato a convertire in legge il secondo decreto-legge sull'emergenza rifiuti della legislatura. Tale dato può già testimoniare la delicatezza e l'importanza dell'argomento e la solennità del momento.
La situazione emergenziale campana è sotto gli occhi di tutti. È finalmente, all'onore delle cronache nazionali ed europee come un dato eclatante di come possano funzionare le cose in Italia, uno dei Paesi più avanzati, evoluti e moderni di tutto il mondo.
Il «caso Napoli» e il «caso rifiuti in Campania» a mio giudizio sono il paradigma di cosa sia il «caso Italia». Rispetto alla situazione campana non si può negare la responsabilità della politica. Invece, noi della Rosa nel Pugno, diciamo con chiarezza che occorre indagare, ricostruire gli eventi e verificare le singole responsabilità dei vari schieramenti e personaggi che si sono succeduti in responsabilità apicali nella gestione amministrativa campana. Occorre avere la lucidità di guardare il fenomeno e riconoscere che il «caso Napoli», il «caso rifiuti», il «caso emergenza campana» sono l'emblematico «caso Italia», dove la magistratura e le inchieste giornalistiche non hanno visto e la politica ha sempre tentato di trovare strade di condivisione e di compartecipazione del problema.
Si tratta, dunque, di un caso che può portare a ragionamenti più profondi e più significativi. Tutti ricorderanno le «paginate» sui giornali nazionali sul Rinascimento napoletano. Quanti fiumi di inchiostro sprecati sulla rinascita (auspicabile ed importante) della città di Napoli, mentre, nello stesso momento, si accumulavano cinque milioni di ecoballe, che non erano neanche ecologiche e rappresentavano la degenerazione di un sistema inefficace, inefficiente ed illegale della gestione dei rifiuti napoletani!Pag. 13
Chi ha indagato in quel momento, chi ha avuto la forza di comprendere e di portare all'attenzione dell'opinione pubblica e dei cittadini elettori la reale problematicità del «caso Napoli»?
In questo momento è in atto una rivalsa nei confronti della politica. È importante, ripeto, indagare per ricostruire le responsabilità; tuttavia queste sono riconducibili ad un sistema complessivo, che vede assieme politica, magistratura e giornali. Questo è un dato che tengo a sottolineare, perché si tratta del tipico «caso Italia», dove i problemi non si risolvono ma si amplificano nella disattenzione. L'emergenza ha le sue ricadute positive per il sistema partitocratico. Infatti, la situazione emergenziale ha le sue ricadute di interessi non solo per le ecomafie e per l'illegalità vera e propria, ma anche per un mondo che, attorno a questa gestione illegale, trova il modo di costruire interessi, poteri, lotta politica e carriere. Si tratta di un'analisi pesante e tragica di un sistema Italia, che così vive i suoi fenomeni più gravi e che attorno ai rifiuti di Napoli ha visto costruire un paradigma tutto italiano.
Alcuni colleghi hanno già riferito che si è aperta una nuova procedura di infrazione da parte della Unione europea nei confronti dell'Italia proprio per la gestione dei rifiuti. Il Ministro Emma Bonino in questi mesi ha provveduto a chiudere tante procedure europee di infrazione - abbiamo ben 43 procedure in meno - ma permane l'ultima, la più attuale: quella sui rifiuti napoletani, che hanno messo in grave allarme l'Unione europea.
Il 19 luglio la Commissione europea sarà a Napoli per verificare direttamente cosa sta accadendo. L'allarme non riguarda solo il territorio e l'ambiente, ma anche la stessa salute della cittadinanza, con un rischio di epidemie e di contaminazioni nel sangue dei cittadini che vivono in quelle terre. Non si tratta di un allarmismo fine a se stesso.
Noi esprimeremo voto favorevole sul provvedimento in esame, come ha affermato il collega Lello Di Gioia nei giorni scorsi, intervenendo nel corso del dibattito sul voto di fiducia. Lo voteremo, perché siamo convinti che costituisce un passaggio, certamente non perfetto, non quello che avremmo voluto, dal momento che potevamo intervenire in questa materia negli ultimi 14 anni. Tuttavia, è un tassello che contiene alcuni elementi di chiarezza: entro il 31 dicembre 2007 dobbiamo chiudere lo stato emergenziale ed il commissariamento; dobbiamo superare questa fase per restituire piena responsabilità alle istituzioni locali, con il coinvolgimento diretto delle province e della regione.
Abbiamo dato fiducia alla decisione del Governo, nelle sue scelte tecniche specifiche, nell'individuazione degli strumenti e delle risposte puntuali, come l'apertura di discariche e di siti per sistemare le 950 mila tonnellate di rifiuti non smaltiti tuttora accumulati e che ogni giorno aumentano nel napoletano. È un dato importante, un tassello per costruire una via d'uscita da una emergenza che, permanendo tale condizione da 14 anni, costituisce l'esempio di come funzionano le cose in Italia.
Nella consapevolezza che siamo oggetto di un'attenzione internazionale, il Parlamento, anche nel confronto naturale tra gli schieramenti di centrosinistra e di centrodestra, tra maggioranza e opposizione (con quel tanto di demagogia e di «teatrino della politica» che si innesca in questi casi), sta procedendo con attenzione e con cura, anche mediante la Commissione speciale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, per produrre un cambiamento di politica.
Ripeto, abbiamo votato la fiducia e confidiamo che questo decreto-legge possa costituire un ulteriore passaggio di avvicinamento alla soluzione del problema, ma dobbiamo dire chiaro e forte alla società civile e all'opinione pubblica che ci osserva, ai giornalisti, ai magistrati che non si può più non vedere quello che succede.
Non si potevano non vedere i camion che dal Nord portavano al Sud i rifiuti; non si possono più vedere gli accumuli di ecoballe non ecologiche che aumentano (si vedono persino dai satelliti!): vi sono 5 milioni di ecoballe ingestibili che rappresentanoPag. 14la testimonianza concreta e forte di come non si debbano gestire i rifiuti in Italia.
Esistono ricette per risolvere tale situazione; altri Paesi hanno saputo intervenire sul delicato fenomeno della gestione del rifiuto meglio dell'Italia, tenendo conto che esso è una ricchezza e che ciò che noi buttiamo è in gran parte materiale che possiamo riciclare e da cui possiamo recuperare energia e sostanze. Certamente, si tratta di un materiale che dobbiamo gestire con la consapevolezza di essere un Paese moderno ed all'avanguardia; quindi, dobbiamo ridurre la produzione di rifiuti, cercando di recuperarli in modo differenziato.
Questa è una sfida epocale e, al contempo, culturale nella quale devono intervenire tutte le forze sociali del Paese, con campagne di informazione e di sensibilizzazione, ma anche prevedendo sanzioni e interventi, con la capacità di incidere davvero sulla realtà per costruire un futuro diverso e tentare di superare questa emergenza che è il prodotto di anni di malgoverno. Di un malgoverno che non è solo napoletano e campano, ma è generalizzato, ed è quello di un'Italia che non ha voluto vedere ciò che accadeva e di una magistratura che non ha saputo intervenire su quanto avveniva sotto gli occhi del magistrato di turno.
Ricordiamo che nel nostro Paese esiste l'obbligatorietà dell'azione penale; vi è ancora questo feticcio, questa ipocrisia, perché è inapplicabile...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
BRUNO MELLANO. ...e occorre salutare con favore le inchieste come quella condotta da Saviano, nel libro Gomorra, che ha contribuito a portare all'attenzione dell'opinione pubblica e, quindi, anche del Parlamento, il caso dell'emergenza dei rifiuti.
Noi voteremo a favore del provvedimento, perché lo riteniamo un passaggio per superare definitivamente l'emergenza che dura da 14 anni e per dare un contributo responsabile e consapevole alla gestione delicata di tutto il territorio (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, colleghi deputati, signor Ministro e signori sottosegretari, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori preannunzio il voto a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 dell'11 maggio 2007. Nello stesso tempo, però, non posso non proporre alcune riflessioni sullo stato di crisi della gestione dei rifiuti nella regione Campania, perché di crisi si tratta!
Non si può lasciare, infatti, una regione per tanto tempo - 14 anni - nell'emergenza dei servizi essenziali per il vivere civile, quali la gestione dei rifiuti, le mancate bonifiche e il sistema delle risorse idriche. Tra questi, lo stato dell'emergenza dei rifiuti è diventato cronico.
È ovvio che chi non sa affrontare tali problematiche e non sa risolvere i problemi essenziali della popolazione, dovrebbe farsi un esame di coscienza e - aggiungo io - qualche volta dovrebbe anche cambiare mestiere. Mi riferisco a quanti si sono alternati al governo della regione, delle province e dei comuni, a partire dal grande comune di Napoli. È inutile nasconderlo: siamo di fronte al fallimento di un'intera classe dirigente di ogni colore politico!
Premesso ciò, voglio invitare non solo la maggioranza, ma anche l'opposizione a collaborare per superare i problemi gravissimi che si presentano oggi nella bellissima regione della Campania.
Ho espresso a suo tempo, durante la conversione del primo decreto-legge, numerose perplessità sia sul prolungamento dell'emergenza fino al 31 dicembre 2007, sia sui poteri conferiti al commissario, sia ancora sulla scelta del commissario nella persona del Capo della protezione civile perché quest'ultima è impegnata in moltissime emergenze del nostro Paese. ÈPag. 15evidente, infatti, che per ricoprire tale carica è necessario un impegno giorno per giorno, notte per notte e mattina per mattina. Avrei preferito, invece, un ritorno immediato alla normale gestione prevista dalle leggi e ho invitato, pertanto, gli organi democratici eletti dal popolo ad accettare la sfida per risolvere tali problemi. Ciò non è stato possibile. Si è nominato, dunque, il commissario, sostenendo che avrebbe risolto i problemi in pochi giorni. Ciò non si è verificato, in quanto il problema è stato sottovalutato e oggi, a distanza di molti mesi, è necessario intervenire di nuovo.
Il decreto-legge in esame presenta certamente molte luci: dalla scelta dei siti delle discariche, al fatto che i presidenti delle province saranno collaboratori del commissario (ovvero vice-commissari), alla scelta di ridurre le spese, di riorganizzare i consorzi, di ricominciare ad avviare il processo per uscire dall'emergenza entro la fine dell'anno.
Siamo amareggiati, tuttavia, in quanto non possiamo emendare il decreto-legge in esame in ordine alle ombre che presenta. Al Senato, infatti, sono state inserite alcune luci, ma anche delle ombre. Ad esempio, è stata prevista la carica di commissario delegato, che dovrebbe essere lasciato libero di operare, ma, sempre al Senato, è stato stabilito che il commissario, una volta proposto il piano stralcio dei rifiuti della Campania - indispensabile per costruire gli impianti - debba trovare l'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tale punto non era presente nel decreto-legge originario. L'intesa - sappiamo bene - può essere deleteria, in quanto può far perdere tempo e causare delle difficoltà. Avremmo voluto proporre, quindi, un emendamento per evitare ciò, ma non è stato possibile. Ci appelliamo, dunque, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare affinché tale intesa non costituisca una perdita di tempo e si approvi rapidamente il piano stralcio, che il commissario delegato dovrà necessariamente preparare e realizzare.
La situazione politica generale non ci ha permesso di votare un emendamento in tal senso, in quanto è stata chiesta la fiducia. Di conseguenza non è stato possibile mettere ai voti proposte emendative, anche se avremmo voluto modificare il punto ricordato, al pari di altri punti che ci sembrava possibile emendare.
Il piano stralcio deve permettere l'immediato avvio di una ripresa, ovvero deve avviare il ciclo integrato dei rifiuti e deve essere tale da poter decongestionare e razionalizzare le competenze, in quanto temiamo sempre che nella gestione caotica di questo settore si infiltri la malavita organizzata, che non costituisce una novità nella regione Campania.
Ciò è stato sottovalutato. La razionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti comporta anche la lotta contro la criminalità organizzata ed il suo superamento. Solo così, quindi, si possono realizzare impianti di trattamento. A me non interessa se si tratti di impianti di un tipo o dell'altro: oggi la tecnologia e la gestione avanzata ci possono permettere di gestire qualunque tipo di impianto, anche nelle città, come ad esempio avviene a Brescia, a Milano e a Vienna. Non mi meraviglia, pertanto, il fatto che - purtroppo - una sottocultura abbia impedito, finora, di realizzare alcune opere fondamentali per smaltire i rifiuti in Campania.
Le quattro discariche di cui si tratta devono essere realizzate. Prendo atto - e di ciò mi sono informato personalmente - che la discarica di Macchia Soprana può essere addirittura ampliata e che essa, oggi, può contenere fino ad un milione 200 mila tonnellate di rifiuti. Dal 9 luglio, cioè dal giorno successivo alla chiusura della discarica di Ariano Irpino, si potrà utilizzare, per un lungo periodo di tempo, quella di Macchia Soprana, che può essere anche ampliata. Ciò mi fa molto piacere, perché rappresenta un esempio di collaborazione tra gli enti locali, la popolazione, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Commissariato. È necessario completare l'inceneritore di Acerra e bisogna realizzare anche quello nella provincia di Salerno,Pag. 16utilizzando la disponibilità del sindaco di quest'ultima città: tali impianti devono essere tutti urgentemente realizzati!
Contro la camorra vi sono gli impegni del Governo e quelli del Parlamento: non bisogna dimenticare che, lo scorso 13 giugno, la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse ha approvato un documento che fornisce una via d'uscita «morbida». A nessuno, però, venga in mente di continuare, dopo il 31 dicembre 2007, con il commissariamento in Campania, perché non siamo disponibili ad approvare altri provvedimenti che vadano in tale direzione. Preannunzio, pertanto, che il gruppo Italia dei Valori voterà, in maniera convinta, a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 del 2007, al nostro esame: riteniamo che esso sia l'unico modo per affrontare l'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, l'emergenza rifiuti in Campania ha occupato le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, sia in Italia sia all'estero: essa è stata spesso rappresentata invertendo cause ed effetti, fino a far apparire come fonte principale della drammatica situazione la sindrome Nimby (not in my backyard), ispirata alla logica del «non nel mio giardino» e, dunque, al rifiuto, da parte della popolazione, a discariche e impianti di smaltimento vicino alle proprie case.
Il gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo europeo, al contrario, ritiene che la causa principale dell'emergenza risieda nell'incapacità evidente delle istituzioni di predisporre un efficace piano di gestione dei rifiuti. Nonostante il commissariamento straordinario di tredici anni, non sono stati riorganizzati né la raccolta dei rifiuti, né il risanamento delle aree da essi inquinati, né il ripristino degli standard ambientali di quei luoghi. Confidiamo nel fatto che l'indagine della magistratura potrà chiarire responsabilità, interessi, connivenze e ruolo delle imprese. L'assurdo è un tratto distintivo della vicenda: mentre non si sono costruite sedi legali dello smaltimento, la Campania ha continuato illegalmente a ricevere, da altre parti d'Italia, scorie nocive che hanno inquinato falde acquifere e creato una situazione rischiosa per la salute delle persone, esacerbando ulteriormente, così, un risentimento di tutti i cittadini. Superare l'emergenza è dunque la priorità: il nodo vero è, però, come tornare alla normalità.
Vi si torna responsabilizzando gli attori sul territorio, i cittadini e le istituzioni ai diversi livelli, ossia è indispensabile che si affermi il principio che ciascuna area deve essere autosufficiente, in grado di smaltire tutti i rifiuti che produce.
Si devono costruire definitivamente un metodo e una tavola di comportamenti per l'oggi, per l'emergenza, ma anche per la normalità, e dunque per il lungo periodo. Il metodo di base deve essere la differenziazione dei rifiuti e non l'affidamento agli inceneritori, in modo che alla fine del ciclo di consumo e della catena di smaltimento vi sia un limitato prodotto da trattare, così da avere pochi impianti e di dimensioni contenute. Superare l'emergenza significa anche nominare subcommissari i presidenti di provincia, perché il commissariamento per tanti anni ha, con tutta evidenza, deresponsabilizzato gli enti locali, portando, da una parte, a una loro assenza e, dall'altra, a una vera e propria rottura nel rapporto con i cittadini.
Riteniamo che non si possa prescindere, nella soluzione del problema rifiuti della regione Campania, dalla condivisione delle scelte da parte di tutte le comunità. Da questo punto di vista, il caso Campania è doppiamente grave, per la concretezza del problema in sé e le sue conseguenze e per l'ingestibilità che si è creata, ma anche per il valore paradigmatico che ha assunto come esempio nel Paese di errato rapporto tra le persone e l'ambiente, tra i cittadini e le istituzioni, e di errata affermazione e svolgimento della democrazia. Si tratta di quella democrazia del coinvolgimento chePag. 17non può esistere senza organizzazione, programmazione ed efficienza. Sinistra Democratica per il Socialismo europeo voterà a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge, perché riteniamo che sia utile e che possa aiutare a superare lo stato dell'arte e la drammaticità della situazione. Lo facciamo nonostante alcune perplessità che vogliamo manifestare: innanzitutto, chi farà il piano generale? Il Commissario, ascoltati alcuni pareri, quali quelli della consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione e del commissario di bonifica? A nostro avviso, province ed altri enti locali dovrebbero essere coinvolti in modo fattivo.
Vi è un secondo punto, che riguarda l'attribuzione al Commissario della facoltà di destinare a utilizzo anche siti sottoposti a provvedimenti cautelari, perché bisogna operare per non creare in alcun modo intralcio all'attività della magistratura, che, come è noto, sta svolgendo indagini delicate sulle attività malavitose in Campania connesse al ciclo dei rifiuti.
In terzo luogo, ci preoccupa che il costo monetario dell'emergenza di tanti anni, attraverso Tarsu e TIA, possa essere pagato da quegli stessi cittadini che hanno subito l'inquinamento e differenti costi in disservizi, ma anche in danni alla salute e in dequalificazione del loro habitat e del loro paesaggio. Da questo punto di vista, esprimiamo grande soddisfazione per l'ordine del giorno Scotto n. 9/2826/95 approvato ieri da quest'Assemblea, che - cito testualmente - impegna il Governo ad adottare, nell'ambito delle proprie competenze, le opportune iniziative volte ad escludere che tali costi siano a carico dei comuni e dei cittadini danneggiati dall'emergenza rifiuti. È un impegno che - ne siamo certi - il Governo onorerà.
Sinistra Democratica per il Socialismo europeo, dunque, vota a favore della conversione di questo decreto-legge e, nel contempo, auspica che si tratti dell'ultima proroga del commissariamento, perché quest'ultimo ha rappresentato una limitazione delle normali funzioni delle istituzioni territoriali e ha anche contribuito alla creazione di un ingolfamento burocratico, che non va nella direzione da noi auspicata, quella di un Paese civile, di una moderna amministrazione di un bene comune degli italiani e delle italiane (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, se si potesse riassumere con un titolo o con uno slogan, la giornata di oggi, potremmo dire «cronaca di un fallimento», che viene da lontano, che è iniziato molto tempo fa.
Soprattutto, è la cronaca di un fallimento che fa parte dell'errata concezione che in particolare questo Governo, ma, per certi versi, anche alcuni Governi che l'hanno preceduto - o alcuni componenti di qualche Governo che l'ha preceduto - hanno del rapporto con il Paese e con i cittadini. Si tratta di un rapporto assolutamente iniquo, che ha spinto, negli anni, le maggioranze che si sono succedute ad assumere atteggiamenti a volte grotteschi, nel tentativo disperato di ridare un respiro di decoro ad una situazione che ormai di decoroso non ha più nulla.
Siamo sicuramente di fronte a ciò che, anche stavolta, possiamo definire un'occasione persa da parte della politica, un'occasione persa da parte del Governo, perché è chiaro che, come in tutti i provvedimenti che sono licenziati da quest'aula, alcuni contenuti presentano anche elementi innovativi e positivi.
Abbiamo giudicato positivamente, nel corso dei lavori in Commissione - soprattutto da parte del collega Dussin - il fatto che si sia fissata una temporaneità al provvedimento: finalmente si stabilisce una data, una data certa. Peccato che la data stabilita - lo sappiamo tutti - è l'ennesimo tentativo velleitario, che verrà superato dai fatti: infatti pensare che il 31 dicembre 2007 un provvedimento approvato a luglio dello stesso anno sia riuscito a realizzare tanti effetti benefici da poter far cadere i presupposti di una situazionePag. 18così incancrenita, è sicuramente una delle tante bugie che questo Governo continua a raccontarci, sapendo di mentire.
Vogliamo ricordare che, fra gli elementi positivi, abbiamo ad esempio valutato favorevolmente l'ubicazione di impianti; non siamo entrati nel dettaglio, non abbiamo argomentato in modo particolare, dal punto di vista tecnico, le scelte del Governo stesso, perché ritenevamo assolutamente improprio tale ruolo in questa sede: noi non siamo come i colleghi del gruppo dei Verdi, non abbiamo ricette tecniche buone in assoluto. Sappiamo, però, che dalle nostre parti, dove i problemi di solito vengono risolti, le scelte sono state fatte e i problemi sono stati risolti. Ciò distingue nettamente la nostra posizione dalla posizione del resto del Paese.
Tengo anche a chiarire che - anche se fa male in quest'aula evocare, o rievocare, a seconda dei punti di vista, lo spettro della secessione - la secessione vi è, di fatto, fra una parte del Paese, che è civile ed occidentale, e una parte del Paese che di civile ed occidentale non ha più nulla, a prescindere dalla volontà politica di chi sta seduto in questa Assemblea, a prescindere dalla volontà politica di quegli amministratori incapaci, che in quei territori hanno dimostrato tutti i loro limiti e tutta la loro inadeguatezza dal punto di vista politico e amministrativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Parlo di inadeguatezza nell'amministrare e lo ripeto nel caso in cui qualcuno se lo fosse dimenticato in quest'aula, perché negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - che non sono stati tutti di esponenti della maggioranza, ma anche di deputati dell'opposizione - si è registrato un leit-motiv ricorrente, un tentativo estremo di cercare di giustificare e di spiegare l'accaduto: non vi è nulla da giustificare. Se qualcuno se lo fosse dimenticato, ricordatevi che l'amministrazione, come la politica, è fatta di scelte, e solo chi non sa scegliere non merita di amministrare. Gli amministratori della Campania hanno dimostrato di non saper amministrare: ben vanga un meccanismo, all'interno del decreto-legge, con cui si stabilisce un principio secondo il quale, entro cinque anni, ad esempio, dall'entrata in vigore del decreto-legge, qualora si verificassero ancora gli scandali che sussistono oggi (e cioè che amministrazioni comunali non fanno fronte interamente al sostegno dei costi di smaltimento dei rifiuti, perché non incassano la tassa sui rifiuti, non incassano le tariffe), entro cinque anni si potrebbe arrivare anche allo scioglimento dei consigli comunali.
Quindi vi sono gli elementi positivi, che abbiamo valutato favorevolmente. Avremmo preferito un tempo più breve - cinque anni sono un'era geologica, di questi tempi - però prendiamo atto della buona volontà di chi ha voluto inserire, finalmente, anche qualche elemento punitivo nei confronti di chi ci allontana dal resto d'Europa (e coloro che ci allontanano dal resto d'Europa hanno nomi e cognomi, non è difficile risalire a loro: gli amministratori della Campania sono stati citati più volte in quest'aula). Certo, avremmo preferito affrontare un dibattito parlamentare vero. Certo, avremmo preferito evitare di dover utilizzare il tempo che ci è stato concesso in fase di dichiarazione di voto per esprimere le nostre posizioni, perché è l'Assemblea della Camera dei deputati il luogo dove si devono discutere i provvedimenti, non certo le segrete stanze di qualche ufficio che, approfittando del fatto di vivere in contiguità con strutture dello Stato, può decidere sulla testa di tutti.
Pertanto, mi dispiace, mi rammarico, signor Presidente - mi rivolgo soprattutto a lei, in questo momento - per il fatto che all'Assemblea non sia stata concessa la possibilità di discutere. Lo dico perché se qualcuno evocasse - finora non è successo, ma mi aspetto, nei prossimi interventi, che qualcuno possa evocare questo tipo di spettro - il tema dell'ostruzionismo, su questo provvedimento ostruzionismo non c'è stato, perché ci siamo comportati ragionevolmente e razionalmente.
Abbiamo cercato di portare un contributo all'esame del provvedimento presentando pochi emendamenti qualificati, ma non c'è stata data la possibilità di discuternePag. 19nemmeno uno; ciò rappresenta un attentato alla democrazia. Soprattutto, poi, non siete nemmeno riusciti a sfruttare la grandissima e «ghiottissima» occasione che avete avuto quando siete riusciti, in assoluto spregio delle più elementari norme democratiche, ad «inventarvi» una sospensione che ha coinvolto tutto il gruppo parlamentare della Lega Nord Padania. Perché, quando la Lega Nord Padania non è in aula, è più facile far passare delle «porcate» come quella che sta passando oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Allora, rivendichiamo con grande forza il merito di riaprire, finalmente, la discussione; finora c'è stato un grande disinteresse, ma apprezzo il fatto che la gente stia cominciando ad ascoltare il relatore e mi fa piacere che reclamiamo il nostro ruolo politico di rappresentanti di quella parte del Paese che ormai sta andando in altre direzioni, e che in questi anni sta sempre più allontanandosi, non per scelta propria, ma per demeriti degli altri.
Non abbiamo bisogno di andarcene, non occorre che il nord attui la secessione dal sud!
Il nord se ne va da solo perché il sud si sta «attaccando», chiaramente per la propria vocazione mediterranea, a quel sistema che non è il nostro, ed al quale non ci ispiriamo, e che invece ispira qualche Paese dell'area maghrebina (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo): noi puntiamo ad altro.
FRANCO RUSSO. Vergognati (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
GIOVANNI FAVA. Se posso, Presidente, proseguo...
Alcuni dei correttivi, che pure abbiamo valutato positivamente, sono tuttavia alquanto deboli rispetto a strumenti previsti, grazie anche all'intervento della Lega Nord Padania, da precedenti provvedimenti varati dal Governo Berlusconi: cito ad esempio il fatto che, grazie ad un nostro emendamento, nella passata legislatura, era stato previsto un meccanismo per il quale si sospendevano i trasferimenti erariali ai comuni insolventi.
Infatti, sulla questione in esame, stiamo discutendo di un grande fallimento e di qualcosa che solo le statistiche della Camera quantificano in 900 milioni-un miliardo di euro, ma che nella realtà, a conti fatti, sostanzialmente supera i 2 miliardi di euro. Non si tratta più di un piccolo problema da risolvere, ma di una questione che non troverà mai soluzione e per la quale o si trova la forza di richiamare alle loro responsabilità gli amministratori locali oppure - mi dispiace dirlo e non voglio essere considerato come un soggetto particolarmente avaro di comprensione nei confronti della parte del Paese che fatica ad integrarsi -, vadano dove devono andare, dalle parti loro, e soprattutto si tengano a casa loro i rifiuti che producono (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
In quei luoghi c'è (e c'è stata) la possibilità di costruire un ciclo di smaltimento vero, mentre vi state «accartocciando» intorno a questione tecniche: ho sentito il collega dei Comunisti Italiani affermare che il problema del forno di Acerra consisterebbe nel fatto che in realtà anche i materiali prodotti dalla Fise - o dai vari soggetti che si sono succeduti - non sarebbero idonei all'incenerimento; state affermando che al giorno d'oggi non esistono tecnologie per bruciare i rifiuti: ma chi state prendendo in giro! L'unica cosa che non manca è la tecnologia, mentre non ci sono la capacità e la volontà politica di chiudere, una volta per tutte, una ferita aperta che grida vendetta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). E quella parte del Paese che noi vogliamo rappresentare grida vendetta rispetto ad una posizione politica che è stata assunta e che continuiamo a reputare incomprensibile.
Vorrei anche fare un piccolo accenno...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIOVANNI FAVA. ...se me lo permette, Presidente, concludo. Mi riferisco al fatto che ci infastidisca quanto meno il metodo.Pag. 20
Non abbiamo apprezzato, al di là di quanto ho avuto modo di ribadire sulla vicenda che ha riguardato la discussione in Assemblea, soprattutto il fatto che il Governo si sia reso...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, mi scusi ma sono stato anche interrotto...
PRESIDENTE. È stato considerato.
GIOVANNI FAVA. Non abbiamo apprezzato - e concludo - che il Governo si sia reso colpevole di un grave reato, che è la bugia. Avete raccontato bugie! Stiamo convertendo in legge un decreto-legge, con la fiducia, in cui all'articolo 8 si afferma che non sono previsti ulteriori costi a carico dello Stato, mentre stamattina è stato consegnato un disegno di legge di conversione di un decreto-legge secondo cui ulteriori 80 milioni di euro vengono prelevati dal «tesoretto» e destinati a favore della Campania per l'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Siete dei bugiardi! Dovreste vergognarvi!
PRESIDENTE. Grazie...
GIOVANNI FAVA. Continueremo, anche se mi toglie la parola, a manifestare fuori dalle aule del Parlamento, qui davanti, pacificamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Onorevoli colleghi, onorevole Presidente, onorevole rappresentante del Governo, insieme al disegno di legge di conversione del decreto-legge che affronta, per motivi di necessità ed urgenza, il problema dei rifiuti in Campania, forse sarebbe stato opportuno abbinare l'esame di un altro provvedimento, che si occupasse dell'emergenza istituzionale che sta vivendo la regione Campania, e non da oggi. In tredici anni - la prima emergenza risale al 1994 - l'amministrazione regionale non ha saputo affrontare una questione che in altre regioni è stata affrontata e superata; con risultati diversi, ma comunque superata. Così è avvenuto in Toscana e anche in Emilia Romagna, dove esistono i termovalorizzatori: quegli stessi termovalorizzatori che chiede di poter realizzare il presidente Cuffaro in Sicilia e contro i quali si scaglia, stranamente, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Pecoraro Scanio, perché appunto appartengono alla Sicilia. In tredici anni, invece, in Campania la musica non è cambiata, e neanche i suonatori, incapaci di realizzare impianti per il trattamento dei rifiuti e di avviare una corretta gestione, confidando sempre in soluzioni tampone calate dall'alto, e pagate, naturalmente, da tutti gli italiani.
L'unico risultato che va ascritto alla giunta Bassolino, è di aver trasformato in strutturale quella che era un'emergenza, e non credo che questo sia un risultato di cui andare fieri. Le immagini trasmesse dai mass media hanno forse indotto qualcuno a ritenere che le colpe sarebbero in parte da ascrivere anche ad una popolazione autoreferenziale, un po' ribelle, che occupa strade e binari, che non tollera decisioni che, tuttavia, riguardano proprio la sua stessa salute. In verità, l'unica colpa - se si può così definire - che può essere fatta risalire alla popolazione campana, è quella di aver avuto prima, e di aver confermato dopo, la fiducia nell'uomo del rinascimento campano, il quale ha portato, però, ahimé, la Campania in sala rianimazione. Gli errori di Bassolino & company non siamo noi a doverli ricordare; esiste una relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che parla chiaro: è desolante constatare il fiume di soldi che è andato sprecato in mille rivoli e che in questo caso si chiamano commissioni, consulenze, prebende e poltroncine. Più che la gestione di un problema, vi è stato il problema di come gestire le risorse finanziarie a disposizionePag. 21per la gestione. Anche Bassolino, si sa, «tiene una famiglia», e parliamo di una famiglia molto allargata: si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro assorbiti da un sistema di relazioni che hanno facilitato politicamente «Sua Maestà» Bassolino e «Sua Altezza» Jervolino nel mantenere le poltrone su cui siedono ancora.
Allora è opportuno, forse, ricordare qualche numero: in Campania vi sono circa 7 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti non smaltiti, un territorio occupato quotidianamente per il deposito delle ecoballe, una produzione giornaliera di 7.500 tonnellate di rifiuti, di cui solo una minima parte rientra nel ciclo della raccolta differenziata. A fronte di questa bomba ecologica, abbiamo avuto una lievitazione dei costi delle spese generali, passate da 16 mila euro nel 1989 a circa un miliardo e mezzo di euro rilevati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie. Emblematica la vicenda della società PAN, costituita da Bassolino con il compito di installare un call center per informare i cittadini sul disagio ambientale e su quello dei rifiuti: ridicolo! Permettetemi di dirlo! Basta camminare per strada e vedere e sentire il puzzo che c'è nella città e in alcune vie. Certo, però, sotto casa di Bassolino, di Jervolino, del Ministro Pecoraro Scanio non si vede e non si sente nulla, forse il profumo di qualche fioriera. Per non parlare dei terreni da destinare a deposito delle ecoballe - acquistati da società dubbie, e poi rivenduti o affittati per collocarvi la spazzatura confezionata -, del sequestro di 750 milioni di euro dovuti alla società Impregilo, incaricata dello smaltimento di rifiuti mai avvenuto, dei migliaia di lavoratori assunti per non far niente, delle numerose società create per clientelismo. Insomma, un sistema al cui apice si staglia la figura del governatore, che non si preoccupa neanche della salute dei suoi cittadini, visto che, secondo una ricerca commissionata dal Dipartimento della protezione civile ad esperti internazionali, si è evidenziato un aumento della mortalità in Campania da mettere in relazione con lo smaltimento illegale dei rifiuti e con le discariche abusive; si registra un aumento dell'84 per cento di malformazioni infantili rispetto al resto d'Italia. Naturalmente, il Ministro della salute Turco tace. Di fronte a questi numeri, chiunque, con un minimo di buon senso e amor proprio, avrebbe tratto le conclusioni caricandosi sulle spalle il peso di una grave responsabilità.
Ma anche questa volta, le amministrazioni regionali e comunali hanno incassato, noncuranti dell'ennesimo fallimento. Anche il Governo, tuttavia, non sembra tener conto delle sollecitazioni che provengono dalla sua stessa maggioranza; è successo a Napoli, dove non è stato recepito un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale con il quale si chiedeva al Governo di abrogare gli articoli del decreto-legge in esame, che caricano sulle spalle dei cittadini campani il gigantesco costo aggiuntivo, per tentare di completare lo smaltimento dei rifiuti della regione.
Ora, i cittadini della Campania devono pagare la Tarsu in misura tale da garantire le spese aggiuntive, di cui non sappiamo, peraltro, neanche l'ammontare. Insomma, meno pulizia sulle strade, ma più soldi fuori dalle tasche: un bel successo!
Un altro elemento che rende il provvedimento debole e criticabile è costituito dal fatto che, per la prima volta, credo, con un decreto-legge si incide su atti dell'autorità giudiziaria passati in giudicato. Ma se un magistrato ha deciso che una discarica deve essere chiusa è perché, o sono state accertate infiltrazioni camorristiche o ne esiste il sospetto. Mi chiedo, quindi - e chiedo a voi -, se l'autorità amministrativa può decidere in senso contrario e utilizzare quella discarica. Emblematico, al riguardo, è il caso di Ariano Irpino, dove è stata riaperta la discarica di Difesa Grande, che oltre ad essere già satura era stata sequestrata dalla magistratura non per infiltrazioni mafiose, ma per disastro ambientale!
Sorge spontanea un'altra domanda: dal momento che i consorzi di bacino, costituiti ai sensi della legge regionale del 1993, non hanno mai funzionato, vorremmo sapere perché i comuni con questo decreto-leggePag. 22dovranno obbligatoriamente avvalersene per lo svolgimento della raccolta differenziata (salvo poi far capire che tali consorzi, proprio perché non hanno mai funzionato - e non si capisce perché dovrebbero funzionare - ora verranno sciolti).
Si vuole, cioè, obbligare i comuni campani a risolvere i problemi dei rifiuti con strumenti che hanno già dimostrato la loro inutilità e incapacità di assicurare lo svolgimento di quel tipo di servizio? Oltretutto, senza predeterminare il costo, con il rischio per i comuni di doversi sobbarcare i bilanci deficitari delle gestioni passate.
Infine c'è il problema dei costi. Nonostante una clausola di salvaguardia, la relazione tecnica del Servizio bilancio ha sollevato forti dubbi e richiesto chiarimenti rispetto alle modalità di finanziamento, poiché il Governo non ha fornito indicazioni circa il presumibile ammontare dei costi derivati dagli interventi previsti nell'articolo unico: necessita un chiarimento e una verifica l'utilizzo delle risorse di contabilità speciali, che potrebbe eventualmente pregiudicare la realizzazione di altri interventi già previsti con le stesse disponibilità finanziarie.
Onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, il Governo vuole affrontare un'emergenza con un provvedimento contraddittorio, forse incostituzionale, frammentario, con palesi violazioni dei rapporti fra le istituzioni, obbligando i comuni a utilizzare strumenti obsoleti, senza una esatta quantificazione dei costi e scaricandone l'onere sulle tasche dei cittadini. Insomma, un quadretto poco edificante, che non risolverà il problema, anzi acuirà il senso di spaccatura tra le istituzioni e la cittadinanza. Un triste scenario, di cui, francamente, non sentivano il bisogno né i cittadini campani né, immagino, il nostro Paese.
Cosa accadrà alla scadenza del 31 dicembre 2007, quando terminerà il mandato del Commissario straordinario, il dottor Bertolaso, che peraltro non lesina manifestazioni quotidiane di insofferenza, rispetto ad una situazione che vede compromessa? A meno che non sia anche questo un gioco delle parti incomprensibile per noi e per i cittadini!
Vedremo finalmente realizzare l'obiettivo di una buona e sana amministrazione o saremo ancora in quest'Assemblea a discutere di un'eventuale ennesima proroga disposta nei confronti di questo o di un altro commissario per la gestione dei rifiuti in Campania?
Onorevoli signori, ho forti dubbi, che tengo per me. E credo che un primo passo sarebbe quello di far pagare a chi ha mancato di esercitare le proprie funzioni in questi anni. Però anche questo è un compito forse troppo grande, per un Governo così piccino (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Cristofaro. Ne ha facoltà.
PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori del Governo, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore della conversione in legge del decreto-legge sui rifiuti presentato dal Governo perché ritiene che quello di oggi sia un passo in avanti importante per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania.
Vorrei iniziare il mio intervento con una domanda di fondo: si può definire emergenza uno stato di cose che dura da tredici anni, che ha attraversato quattro diversi commissariamenti e che la politica non è mai riuscita a fronteggiare efficacemente? Forse sarebbe più corretto chiamare tale emergenza «il sistema dei rifiuti»: un sistema che ha prodotto grandi profitti e che ha visto, per decenni, il coinvolgimento diretto di poteri criminali, multinazionali e imprenditori senza scrupolo.
Certamente, il decreto-legge in esame contiene zone d'ombra, a partire da alcuni elementi che sono stati richiamati: innanzitutto gli aumenti delle tasse sui rifiuti, che rischiano di essere, per i cittadini, unaPag. 23vera beffa e che pensiamo debbano essere oggetto di un prossimo intervento del Governo che almeno preveda l'esclusione delle fasce più deboli della popolazione.
Ma adesso, nella condizione drammatica in cui versa la Campania, ci sembra più rilevante un altro aspetto, che riteniamo prevalente: bisogna fare di tutto per uscire dalle difficoltà di questi anni, per scongiurare possibili emergenze sanitarie e per liberare le strade delle città dall'assedio dei rifiuti. E soprattutto, bisogna immaginare un intervento strutturale che consenta di arrivare ad una soluzione definitiva del problema, anche quando le discariche oggi individuate dal decreto-legge saranno sature e inutilizzabili.
Il decreto-legge in esame, che prevede l'istituzione entro novanta giorni di un nuovo piano per il ciclo integrato dei rifiuti, può essere, anche in questo senso, un passo importante. La popolazione della Campania merita una risposta definitiva; merita un impegno straordinario da quella stessa politica che molte colpe, a vario titolo, ha avuto nel corso degli anni; merita la risoluzione definitiva di una vicenda che offende un'intera comunità e che ne ha compromesso l'immagine e la credibilità anche oltre i confini nazionali.
Riteniamo che le responsabilità accumulate nel corso di questi anni - anche a partire dalle tante diverse amministrazioni campane - non solo non vanno taciute, ma devono essere affrontate con rigore e serietà, anche perché vi sono dei momenti in cui una classe dirigente deve saper riconoscere gli errori e fare autocritica: in una parola, deve saper chiedere scusa a quelle popolazioni che non ha saputo tutelare.
Vorrei, tuttavia, che non dimenticassimo mai (e non certo per un istinto autoassolutorio) un dato che spesso viene trascurato e che qualche chiacchiericcio un po' razzista, a cui a volte assistiamo, tende a rimuovere: la Campania è stata, per decenni, la pattumiera dell'intero Paese ed ha ricevuto e continua a ricevere i rifiuti tossici e nocivi che arrivano illegalmente dal nord dell'Italia. Questi traffici sono stati gestiti e organizzati da clan camorristici e aziende del nord, con la complicità di politici ed amministratori corrotti! Per anni camion di rifiuti finivano il loro cammino in discariche non autorizzate a riceverli e, soprattutto, in cave abusive.
Lo ricordino, lo ricordino sempre i colleghi della Lega Nord Padania: come è stato acutamente osservato, se gli scarti tossici, i rimasugli inutili e la feccia della produzione scaricati in Campania fossero stati accorpati in un'unica materia senza soluzione di continuità, essi avrebbero costituito una montagna di quasi 15 mila metri, di gran lunga la montagna più grande della terra, la grande montagna, abusiva e immaginaria, prodotta dall'Italia ricca e industrializzata!
La zona più colpita dal cancro del traffico dei veleni si trova tra Napoli e Caserta, proprio dove sono stati immaginati i siti per i due termovalorizzatori. Nessun'altra terra del mondo occidentale ha avuto un carico maggiore di rifiuti sversati illegalmente e nessun altro mercato - nemmeno quello della droga - ha reso un simile profitto ai clan camorristici. Lo ricordino, i colleghi della Lega Nord Padania!
Noi, che non vogliamo certo nascondere i tanti problemi che si sono avuti in questi anni, anche quelli nati dalle responsabilità del centrosinistra campano - e, prima di questo, dalla giunta di centrodestra che diede vita al «piano Rastrelli» - non vogliamo, tuttavia, dimenticare il contesto in cui si è misurata e consumata questa drammatica vicenda, anche per evitare che si possa ripetere in futuro.
Certamente, tanti errori sono stati fatti e il primo fra tutti - forse quello più grave - è stato sottovalutare e ignorare le voci spesso in dissenso, quelle poche voci, come la nostra, frettolosamente archiviate come quelle del partito del «no»: un partito che veniva presentato come capace solo di criticare, di cui facevano parte Rifondazione Comunista, le forze ambientaliste e i movimenti che si battevano per il diritto alla salute dei cittadini, come quelli di Acerra. È stato un grave errore sottovalutare queste posizioni...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PEPPE DE CRISTOFARO. ...troppo spesso isolate e presentarle come irresponsabili e incapaci di proporre soluzioni concrete. Ma allora, chi ha rappresentato il partito del «no»?
Si tratta di chi non ha compreso che sarebbe stato necessario partire dal tema della produzione dei rifiuti, non ha voluto parlare di raccolta differenziata, di impianti di compostaggio e di CDR di qualità, di chi non ha voluto vedere come una gara prevista dal piano regionale è stata affidata ad un soggetto privato, il gruppo Fibe-Impregilo, oggi posto sotto inchiesta da parte della magistratura, che si è dimostrato totalmente inaffidabile e interessato soltanto al proprio profitto.
Si tratta di soggetti privati che - vorrei ricordarlo - hanno ricevuto l'appoggio e il sostegno del Governo nazionale, all'epoca dei fatti il Governo Berlusconi, proprio mentre Rifondazione Comunista continuava a sostenere la necessità della rescissione del contratto con la società Fibe, responsabile massima del disastro di questi anni.
Allora oggi, il piano che si prevede - che mette al centro quattro discariche, che si spera, col tempo, possano essere superate e che, peraltro, sono state individuate dopo una lunga mediazione con i territori, come nel caso di Serre e Tersigno - può cambiare radicalmente tale situazione. Oggi, è necessario aprire una nuova pagina, che ci proietti oltre la stagione fallimentare del commissariamento. Tornare ai poteri ordinari è decisivo per poter riscrivere un patto con le popolazioni. Occorre uno sforzo collettivo, per cancellare definitivamente le tristi immagini di queste settimane: quelle dei roghi per le strade, non così diversi dagli incendi provocati dalla camorra nelle discariche abusive per recuperare spazio e fare altri soldi.
Signor Presidente, nel concludere vorrei ricordare che tali roghi, in questi anni, hanno prodotto diossina. Negli ultimi venti anni, in Campania la mortalità per cancro è aumentata del 20 per cento. Un giovane autore napoletano, Roberto Saviano, ha scritto recentemente che, se si chiedesse ai tanti ricoverati meridionali negli ospedali del Nord d'Italia il luogo di nascita e quello di residenza, verrebbe fuori l'intero percorso dei rifiuti, legali e illegali. A tutto ciò - io credo - bisogna mettere fine per sempre (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro per i rapporti con il Parlamento, avremmo preferito anche in tale sede, come già detto in diverse occasioni, che vi fosse il Ministro dell'ambiente - il quale non è presente e ha fatto bene - in quanto, da cittadino campano, avrebbe potuto evidenziare la situazione.
Per tale ragione non muoveremo critiche al centrosinistra campano, è sufficiente averle ascoltate da parte dei Comunisti Italiani, di Rifondazione Comunista, dell'Italia dei Valori e da parte di tanti deputati della maggioranza intervenuti prima di me. Addirittura l'onorevole Misiti, dell'Italia dei Valori, ha consigliato di cambiare mestiere alla classe dirigente campana.
Misiti, uomo di sinistra, conosce bene che la classe dirigente campana, quella che ha gestito l'emergenza rifiuti e che l'ha fatta diventare la drammatica situazione davanti agli occhi di tutto il mondo, è composta di incapaci, che dovrebbero non tanto chiedere scusa - come ha fatto, poc'anzi, il rappresentante di Rifondazione Comunista - bensì seguire il consiglio che, alcune settimane fa, autorevoli esponenti del centrosinistra, da Chiamparino a Illy, hanno rivolto al sindaco di Napoli e al governatore della regione Campania.
Tali illustri esponenti del centrosinistra hanno affermato che, qualora si fossero trovati in quelle condizioni, si sarebbero dimessi per la vergogna. In Campania, vi èPag. 25una classe dirigente di incapaci, che sono anche arroganti, e legati al potere, che non ammettono di avere fallito e generato il disastro ambientale dinanzi al quale ci troviamo.
Da una parte, vi sono le scelte del Governo e, dall'altra parte, la contrapposizione sistematica sul piano normativo, ad esempio, con quanto stabilito dalla regione Campania mediante una legge regionale che prevede che le deleghe della gestione diretta dei rifiuti (trasporto, raccolta e quant'altro) siano assegnate ai costituendi ATO, ossia alti organismi che devono esautorare i comuni e le province dalla gestione di tale competenza e cercare di riportare la regione alla normalità.
Nel decreto-legge in esame e in quello precedente si stabilisce altro. Quindi, già esiste un grande problema: ammesso che i vostri intenti siano tutti veri e che dal 1o gennaio si torni nell'ordinario, che cosa accadrà? Si farà quanto stabilito dal consiglio regionale o ciò che ha deciso questo Governo con i due ultimi provvedimenti che abbiamo approvato?
Un'altra contraddizione, ancora più pesante sotto il profilo politico, riguarda la vostra affermazione circa il fatto che questo decreto-legge non comporta spese: la Campania deve essere autosufficiente, ha risorse per gestire l'emergenza, che vengono pagate dai cittadini campani con l'aumento della Tarsu. Poi, però, con un altro decreto-legge di questi giorni mettete a disposizione del Commissario straordinario 80 milioni di euro. Chiaritevi fra di voi, perché fate il gioco delle tre carte per nascondere questi dati, che evidentemente fanno parte di una trattativa inerente ad un decreto e poi rientrano nell'altro.
Questo decreto-legge serve a superare l'emergenza? È un provvedimento inefficace che, se ci riuscirà, ci farà superare l'estate, farà mettere da parte i rifiuti e riempirà qualche altra discarica Le quattro discariche di cui ho sentito parlare (i colleghi che sono intervenuti non conoscono né i termini del decreto, né quelli degli accordi che sono stati sanciti e sottoscritti con le amministrazioni e le popolazioni locali) non serviranno allo smaltimento dei rifiuti, sia ordinari, prodotti tutti i giorni, sia straordinari, che ormai giacciono nella discarica a cielo aperto che si chiama Campania.
Siamo di fronte ad un'emergenza rispetto alla quale, né in questo decreto-legge, né in precedenza, né da parte della regione Campania, né da parte del Commissario straordinario è stata detta una parola su come si smaltiranno nei prossimi anni gli 8 milioni di tonnellate di rifiuti che sono stati messi da parte in giro per la Campania. Superare l'emergenza significa fare chiarezza anche su questo dato.
Allora, riteniamo che il Parlamento in questi giorni, per creare le condizioni politiche affinché tutti quanti si assumano la propria parte di responsabilità per quanto sta succedendo in Campania, non possa tacere sulle responsabilità, non possa limitarsi a richiamare la relazione della Commissione sul ciclo dei rifiuti, dove certe questioni sono scritte con grande chiarezza e sono indicate le responsabilità in capo a dei soggetti politici, e poi stendere il velo - come direbbe qualche siciliano - dell'omertà, quella di questo Governo rispetto alle responsabilità del centrosinistra in Campania.
Dunque, abbiamo chiesto con grande forza l'applicazione dell'articolo 126 della Costituzione, perché riteniamo indispensabile un atto di coraggio da parte del Presidente della Repubblica, che tra i suoi poteri ha anche quello di sciogliere i consigli regionali.
Le motivazioni non si basano sui desiderata o sulla richiesta di una parte politica: le motivazioni sono all'interno di questo decreto-legge, perché la ratio di ogni decreto-legge si basa sui requisiti di urgenza, ravvisati i quali il Presidente della Repubblica lo sottoscrive, come ha sottoscritto quello al nostro esame.
Quali sono i casi straordinari di necessità e di urgenza che il Presidente della Repubblica ha individuato nella motivazione stampata in calce al decreto-legge?
Il primo motivo è che ci possono essere ripercussioni sull'ordine pubblico. Il Presidente della Repubblica afferma testualmentePag. 26che si tratta di una «situazione di emergenza (...), suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, attualmente esposta al pericolo di epidemie e altri pregiudizi alla salute»; inoltre «i rifiuti (...) abbandonati sull'intero territorio campano, e (...) conseguente emissione di sostanze inquinanti nell'atmosfera»; e ancora: «Tenuto conto dell'imminente paralisi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti della regione Campania».
Si tratta di quattro grandi motivazioni che il Presidente della Repubblica ha sottoscritto per testimoniare l'urgenza di questo provvedimento, che da sole rientrano nei requisiti richiesti per l'applicazione dell'articolo 126 della Costituzione.
Per questo, riteniamo che quella classe dirigente che i colleghi del centrosinistra in questa sede hanno indicato come incompetente e come la grande responsabile di tutto quello che è successo, nociva per le conseguenze che questa emergenza ha causato negli ultimi tredici anni, debba andarsene a casa ed essere messa da parte.
Voi, invece, che cosa fate? Approvate dei provvedimenti legislativi con i quali declamate la possibilità di uscire dall'emergenza il 1o gennaio 2008 e affidate la gestione dell'ordinarietà a coloro i quali hanno fallito in questi anni. Se avessero avuto queste capacità, non ci sarebbe stata la drammatica situazione che è sotto gli occhi di tutti. Se avessero avuto la capacità di gestire l'ordinario, in Campania avremmo avuto dei livelli di raccolta differenziata adeguati alle disposizioni nazionali. Se fossero stati capaci di gestire l'ordinario, in Campania non avremmo avuto le migliaia di discariche a cielo aperto, anche di rifiuti tossici e nocivi, che registriamo in ogni parte della regione. Se fossero stati capaci di gestire l'ordinario, in Campania non avremmo la drammatica situazione sanitaria che tutti gli organismi internazionali evidenziano.
Di fronte a questo dato, la responsabilità di una classe dirigente e del Parlamento non sta solo nel richiamare gli atti in cui le responsabilità sono indicate chiaramente o nell'assumersi la responsabilità di adottare degli strumenti per risolvere le emergenze. Anche da questo punto di vista esiste una triarchia: il Commissario straordinario, che deve agire d'intesa con il Ministero dell'ambiente, che già negli ultimi tempi lo ha messo in crisi costringendolo alle dimissioni due volte per tentare di contrastare le ingerenze del Ministero, e il presidente della regione, che è l'esponente massimo del fallimento di questi anni.
PRESIDENTE. Deputato Nespoli, concluda.
VINCENZO NESPOLI. Concludo, Presidente. Fin quando non sarà superata questa triarchia, riteniamo che non si supererà l'emergenza. Votiamo contro questo decreto per interpretare lo spirito della rabbia dei cittadini campani, che, ancora una volta, vengono illusi da questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Cosentino. Ne ha facoltà.
NICOLA COSENTINO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, mai come in questo caso i termini presenti in questo decreto-legge tradiscono la realtà dei fatti.
Quello che è accaduto in Campania negli ultimi tredici anni - non negli ultimi tredici giorni - non è un'emergenza, ma uno scandalo dei rifiuti. Inoltre, la parola «fiducia», che pure nella pratica quotidiana il Governo usa per blindare provvedimenti che dividono e spaccano la maggioranza, è proprio quella che è venuta a mancare in Campania.
In tredici anni le istituzioni locali hanno aggravato l'inquinamento, svenato i cittadini con tasse e balzelli, non hanno risolto il problema dello smaltimento dei rifiuti e hanno trasformato una delle regioni più belle d'Italia in un'immensaPag. 27discarica a cielo aperto, in un luogo da cui i cittadini campani sono costretti a fuggire (siano essi imprenditori o commercianti) e da cui i turisti e i visitatori si tengono prudentemente alla larga.
Che cosa è accaduto in tredici anni in Campania? Bisogna provare a sintetizzare, perché lo scempio perpetrato, l'immane dispendio di risorse pubbliche e gli incommensurabili riflessi negativi per la salute dei cittadini sfuggono alla comprensione umana e sono fuori da qualsiasi logica sociale e comportamentale, prima ancora che di gestione e di amministrazione.
Tredici anni fa la Campania smaltiva i rifiuti in discariche inquinanti, con il sospetto che fossero gestite dalla criminalità organizzata, e lodevoli e coraggiose iniziative dell'autorità giudiziaria confermavano questo sospetto. Allora si disse: costruiamo un ciclo dei rifiuti, contrapponendo un ciclo virtuoso a quello della criminalità organizzata; chiudiamo le discariche e puntiamo su tre elementi, sulla raccolta differenziata a monte, sugli impianti di CDR per la lavorazione e la selezione dei rifiuti e sulla realizzazione dei termovalorizzatori, in cui si poteva smaltire tutto ciò che non veniva trasformato, né riciclato.
Che cosa fa la regione Campania? In tredici anni non realizza la raccolta differenziata, non costruisce i termovalorizzatori, acquisisce e costruisce sette impianti di CDR con una tecnologia vecchia e obsoleta. La raccolta differenziata raggiunge livelli bassissimi. E dove vanno a finire le migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti ogni giorno? L'immondizia viene impacchettata, viene lasciata marcire negli impianti di CDR e si inquina il territorio con le ecoballe (un altro termine fantasioso) e, quando il sistema si blocca, si lasciano marcire tonnellate di immondizia nelle strade, davanti alle scuole, davanti agli ospedali, ovunque. Di giorno l'aria è irrespirabile e di notte le tonnellate di rifiuti bruciano, producendo diossina che avvelena i campi, gli allevamenti e le persone, con una crescita esponenziale in Campania di patologie respiratorie e tumorali.
Solo ieri - per citare un esempio - ad Aversa, in provincia di Caserta, l'Abbazia benedettina di San Lorenzo, nel pieno centro urbano di una cittadina di settantamila abitanti, è stata danneggiata dal fuoco dei rifiuti che la circondavano da mesi. Il parroco ha denunciato che in mille anni terremoti e invasioni non sono riusciti a produrre danni analoghi.
La procura di Napoli, nei giorni scorsi, ha ipotizzato il reato di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato a carico di 22 persone, tra cui il governatore della Campania: in sintesi, si dice che i CDR non solo erano inutili, ma addirittura dannosi; ma su questa, come su altre indagini, farà chiarezza la magistratura. A noi interessa, invece, individuare la responsabilità politica e morale di questo disastro. Essa è certamente di chi governa la Campania da tredici anni ininterrottamente, che continua a glissare e con il suo atteggiamento e con il suo governo si è reso protagonista della più grave emergenza sociale degli ultimi sessant'anni.
Bassolino non vede, Bassolino non sente e ora non parla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), malgrado le ricorrenti critiche e censure espresse da autorevoli esponenti del centrosinistra, anche in questa sede. Ora, da ultimo, anche il sindacato, per bocca di Angeletti, proclama uno sciopero generale contro il degrado sociale e ambientale con cui è costretta a vivere la maggioranza dei cittadini della Campania.
La responsabilità è vostra, è di Bassolino e del centrosinistra, che governa in Campania ormai da tredici anni e che ha prodotto 5 milioni di tonnellate di ecoballe che nessuno vuole e, comunque, non utilizzabili perché confezionate in modo dannoso per l'ambiente. Egli ci ha consegnato 30 milioni di euro spesi in progetti spesso mai realizzati e consulenze che talora non hanno prodotto neanche un elaborato; 300 milioni di euro buttati al vento per incentivare la raccolta differenziata mai partita in Campania; 2.316 persone assunte per identico scopo mai utilizzate ma puntualmente stipendiate; 1.760 chilometri quadrati di territori irrimediabilmente inquinatiPag. 28da veleni e discariche; 250 mila persone intossicate dai miasmi tossici con un incremento delle malformazioni genetiche e della mortalità per tumore fino al 400 per cento: è ciò che viene segnalato dal CNR, dall'Istituto superiore di sanità e dai rapporti dell'OMS.
Decine di comuni si trovano sull'orlo del collasso sociale, con uffici chiusi, imprese in crisi ed un allarme socio-sanitario che si registrava soltanto ai tempi del colera.
Ed è per questo insieme di ragioni che abbiamo chiesto e continueremo a chiedere le dimissioni del governatore della Campania, Bassolino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Di fronte a questa gravissima situazione, il decreto-legge che il Governo ha blindato con il ricorso alla fiducia è semplicemente una ciambella di salvataggio a Bassolino, un provvedimento che costringerà, ancora una volta, i comuni della Campania a moltiplicare la Tarsu, la tassa sui rifiuti che è già la più alta d'Europa, ma può migliorare, perché può diventare la più alta del mondo. Tutto ciò si verifica a danno dei cittadini e dei contribuenti, dal momento che, ancora una volta, si scaricano i costi economici - e mi avvio alle conclusioni - sui contribuenti e sui cittadini. Ma tutto ciò a che cosa serve, se non a riaprire, dopo tredici anni, le stesse discariche che furono chiuse e non sono mai state bonificate!
Con il decreto-legge al nostro esame il Governo perde di credibilità, mentre vince chi vuole che l'emergenza perduri all'infinito. Per tali ragioni, il decreto-legge in esame rappresenta un'offesa ai cittadini della Campania, l'ennesima presa in giro che comporterà un ulteriore danno di immagine in Italia e nel mondo per una regione che, a giusta ragione, viene considerata la perla del Mediterraneo.
Del resto, a questo costosissimo «pannicello caldo» non credono neanche esponenti della sinistra, soprattutto della sinistra estrema, i quali però, da prassi, si adegueranno per non perdere qualche poltrona.
In tal modo, le migliaia di tonnellate di immondizia resteranno per le strade e in discarica finirà anche l'immagine di Napoli, della Campania, dei cittadini e la credibilità dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, alcune critiche rivolte al provvedimento in discussione dall'opposizione meritano una risposta, ma dobbiamo partire dalla constatazione di una situazione pesante, evitando di concentrarci solo su un'analisi ideologica, a volte strumentale, della situazione medesima.
Nelle ultime due notti, vi sono stati, in Campania, 160 incendi di cumuli di rifiuti, oltre cento dei quali nella provincia di Napoli.
Ciò sicuramente accade, perché vi è un'influenza di atti di teppismo della malavita organizzata, ma è dovuto anche alla esasperazione dei cittadini. Tutti quanti sappiamo che i roghi di quei cumuli di rifiuti costituiscono la cosa più negativa che possa verificarsi, poiché è lì che si produce la diossina in quantità mille volte superiore a quella di un impianto che lavora a norma.
Ma si tratta non soltanto di un problema di natura sanitaria ed ambientale, ma anche di un problema di dignità e di onore di Napoli, della Campania e dell'Italia. Voglio dire anche ai colleghi della Lega che è molto difficile distinguere la Campania dall'Italia: se ci si trova a Shanghai è difficile distinguere Napoli da Pisa, da Milano, da Brescia (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
GIOVANNI FAVA. È facilissimo!
ERMETE REALACCI. È un problema che riguarda tutto il Paese e di cui tutti dobbiamo farci carico, affrontando la situazione che abbiamo davanti.Pag. 29
Oggi, ad esempio, si celebra un atto importante per le industrie del nostro Paese: nasce la nuova Fiat 500 e noi le auguriamo lo stesso successo della sua capostipite. Ma deve essere chiaro a tutti che anche l'immagine dei nostri prodotti nel mondo dipende dall'immagine del Paese, da quanto l'Italia sa comunicare di positivo. Come si è giunti a questo punto? Il collega De Cristofaro ha parlato, a ragione, del passato.
PRESIDENTE. Mi scusi deputato Realacci, chiederei ai colleghi maggiore silenzio in modo da poter ascoltare chi interviene. Prego, deputato Realacci.
ERMETE REALACCI. Molti si chiedono come si sia potuti giungere a questo punto. Non voglio, in questa sede, occultare i fatti, bensì essere chiaro: le responsabilità politiche sono imputabili a tutti, ma, soprattutto al centrosinistra che ha avuto in questi anni responsabilità di Governo prevalenti in quella regione, anche se - devo dire - quando si è trattato di difendere, a volte, interessi locali, tutti i parlamentari di tutti i gruppi politici hanno ragionato in nome di interessi particolari contro gli interessi generali (la Lega in Campania non è presente e, dunque, da questo punto di vista è innocente, ma il fenomeno riguarda tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento).
L'eredità da affrontare era pesante. Una eredità, come è stato ricordato, che deriva anche da una pressione che si è verificata sulla regione Campania per effetto della malavita organizzata, della mafia, anche di altre regioni italiane. Se mi è consentito un passaggio personale, ricordo quando, quasi vent'anni fa, percorrevo quella regione, a volte scortato dalle forze dell'ordine, per individuare le discariche della camorra.
È per quanto avvenuto in quella regione che Legambiente ha coniato il termine ecomafia, che poi è entrato anche nei vocabolari. È questa la causa principale di quelle malformazioni e di quei danni ambientali, non gli impianti che ancora non esistono, non gli impianti illegali, ma l'azione della malavita organizzata, della camorra; inoltre, vi è stata una pressione anche di altre zone d'Italia in quella regione straordinaria. Molti clan hanno diversificato le loro attività produttive. Si tratta di nomi che purtroppo sono tristemente famosi: gli Alfieri, i Casalesi, i Nuvoletta, che si occupano di gestione di rifiuti.
In quelle aree, fra le province di Caserta e di Napoli, sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame, perché il loro latte aveva una percentuale di diossina tale da dover essere considerato un rifiuto industriale. Ciò accadeva e accade tuttora perché le discariche della camorra, incendiate nella notte, avvelenano l'erba.
Questa è l'eredità che abbiamo. Essa giustifica il fallimento del commissariamento? No! Voglio essere franco: vi sono stati altri commissariamenti. Ad esempio, sempre nel 1994, fu affidata ad una gestione straordinaria la regione Lombardia, il comune di Milano. Quel commissariamento ebbe un esito diverso (a Milano si era insediata allora una giunta anomala). Da quella circostanza, il sistema istituzionale ha risposto con la creazione di un ciclo dei rifiuti efficace e con un'elevata raccolta differenziata. In una città come Brescia attualmente disponiamo di un elevato grado di raccolta differenziata e di uno tra gli impianti migliori al mondo dal punto di vista della termovalorizzazione.
Il collega Dussin ha ragione ad essere orgoglioso anche dei risultati, in termini di raccolta differenziata che si sono ottenuti, per esempio, nella provincia di Treviso. Lo stesso è accaduto in tante altre parti d'Italia e - lo sottolineo - anche in Campania. Non è vero che i cittadini campani siano incapaci di fare politiche positive. Attualmente, in Campania, 95 comuni hanno superato il 35 per cento di raccolta differenziata ed in molti comuni, soprattutto quelli del salernitano, si è superato il 50 per cento della raccolta differenziata. Ciò accade, ad esempio, a Pontecagnano e in altre località. Il che significa che, quando le istituzioni sono in grado di svolgere il loro lavoro e i cittadini sono messi in condizione di lavorare bene,Pag. 30per il bene comune, la risposta si ottiene in Campania come in altre parti d'Italia.
Il commissariamento, da questo punto di vista, ha fallito; si è avvitato ed è diventato un sistema autoreferenziale. Aveva ragione il collega che mi ha preceduto a denunciare il caso, per esempio, di oltre duemila lavoratori assunti per svolgere la raccolta differenziata in una regione che ha un livello molto basso di raccolta differenziata.
Questa è la situazione a cui siamo arrivati. Ad essa abbiamo risposto, come Parlamento, con la proposta di un «commissariamento del commissariamento». Infatti, questo era il compito affidato a Bertolaso: affrontare l'emergenza e consentire rapidamente un ritorno alla normalità, lasciando ad altri l'eredità del passato.
Voglio segnalare, ad esempio, che attualmente vi è stata una positiva azione delle forze di polizia del NOE e voglio esprimere un ringraziamento alle forze di polizia, ai Carabinieri, alle forze dell'ordine che contrastano la camorra e la malavita organizzata (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo) e che ha portato al sequestro di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi e al fermo di oltre trenta persone.
Ciò è accaduto - voglio sottolinearlo - perché una nuova legge, votata all'unanimità nella penultima legislatura, all'articolo 53-bis, consente di dare più strumenti alle forze dell'ordine, auspicando che anche nell'attuale legislatura si possa creare unità in materia, visto che vi sono disegni di legge presentati da varie forze politiche che vanno in tale direzione. Però è chiaro che il commissariamento si è avvitato e non ha saputo dare risposte. Vi è stata un'enorme sperpero di denaro pubblico ed il provvedimento in esame è necessario per consentire al nuovo commissariato di affrontare un'emergenza drammatica per i cittadini campani e permettere un rapido ritorno alla normalità - non oltre il 31 dicembre - responsabilizzando le istituzioni locali, le province (ciò in parte sta accadendo nella provincia di Caserta) e consentendo un ritorno alla normalità.
Vorrei esprimere un'ultima considerazione, colleghi, che riguarda la nostra responsabilità non solo per i provvedimenti che votiamo in questo Parlamento, ma per i comportamenti che assumiamo sul territorio.
Se in questa sede si fanno delle affermazioni e poi sul territorio ci si oppone agli impianti, non si fa altro che contrastare - ciò vale sia per il centrosinistra, sia per il centrodestra - le scelte che vanno nell'interesse generale e non se ne viene più fuori.
Nel Paese vi è, nei confronti della politica, un'aria di sospetto e di critica assolutamente giustificata. Si tratta di una critica a cui dobbiamo dare risposta con misure e comportamenti conseguenti, ma essa è rivolta soprattutto alla (spesso) inutilità della politica e alla sua incapacità di rispondere ai problemi reali.
I rifiuti in Campania rappresentano - non solo, come è ovvio, per chi governa la Campania e per il Governo del Paese ma per tutta politica - un drammatico segnale di inutilità e di impotenza. Per tale motivo, si tratta di un banco di prova per tutti ed io vorrei che tutti fossimo coinvolti in questa scelta, lo ripeto, nei comportamenti di ogni giorno.
Noi, avendo bene a mente quale sia la drammatica situazione che attualmente vivono tanti cittadini napoletani, sapendo quali siano i pericoli ambientali e sanitari, sappiamo che è compito della politica affrontare i problemi di oggi, ma dare anche speranza e fiducia nel futuro. Abbiamo anche il dovere di ricostruire quel capitale di fiducia che si è impoverito nel corso degli ultimi anni e di ridare onore e credibilità alla Campania e all'Italia.
Per questi motivi, con senso di responsabilità, come gruppo dell'Ulivo voteremo a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale a nome dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Pag. 31(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2826, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1566 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti» (Approvato dal Senato) (2826):
Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 225
(La Camera approva - Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo Europeo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Vedi votazioni).
Prendo atto che i deputati Leddi Maiola, Fumagalli, Camillo Piazza, Zanella, D'Elia, Lion e Guadagno detto Vladimir Luxuria hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole; prendo altresì atto che i deputati Germontani e D'Ippolito Vitale avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che i deputati Brusco, Ponzo e Ferrigno hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario e che il deputato Turco ha segnalato che non è riuscito a votare.
Sull'ordine dei lavori (ore 16,15).
CARLO LEONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, come primo firmatario della mozione sul Sahara occidentale, successivo punto all'ordine del giorno, e d'accordo con gli altri colleghi firmatari, chiedo che la mozione stessa possa essere esaminata la settimana prossima. Vi è un'interlocuzione sul merito con il Governo e riteniamo utile avere ancora qualche giorno di tempo per un approfondimento. Chiediamo pertanto che venga esaminata la prossima settimana.
MAURIZIO FUGATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, il prossimo 9 luglio è prevista la scadenza per il pagamento delle imposte per coloro che sono sottoposti agli studi di settore. Ad oggi non esiste una normativa chiara che dica a tali contribuenti cosa, come e sulla base di quali regole devono pagare.
Nelle ultime settimane il Viceministro Visco ha emanato una serie di comunicati stampa - non provvedimenti normativi, ma comunicati stampa - per dire come devono essere pagate le imposte.
Chiediamo, in primo luogo, che il Viceministro Visco venga in Assemblea a riferire - se ha il coraggio di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale) - su come devono pagare le imposte coloro che devono adempiere all'obbligo entro la prossima settimana. Già avete chiesto troppe tasse e non avete detto nemmeno come le devono versare!
In secondo luogo, chiediamo che il termine del 9 luglio, senza la maggiorazione degli interessi, venga spostato al 9 agosto, perché non si può pretendere diPag. 32far pagare le tasse a coloro che non sono evasori senza dire loro in che modo lo possono e lo devono fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. È presente il rappresentante del Governo a cui trasmetto la sua sollecitazione.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per associarmi, almeno in parte - soprattutto per quanto riguarda la parte finale - alla richiesta formulata dal collega Fugatti.
Va ricordato, però, che la confusione si è creata anche a seguito dell'atteggiamento registrato ieri al Senato. Lo sforzo del Governo di trovare un'intesa con le categorie, anche su richiesta della maggioranza e anche alla luce delle decisioni assunte dalla Commissione finanze della Camera, è stato vanificato, di fatto, dal voto che si è registrato ieri al Senato. Pertanto, il provvedimento che doveva contenere le modifiche concordate tra Governo e categorie economiche non si è potuto concretizzare ieri, né abbiamo potuto prevedere la conversione in legge con il voto finale alla Camera, proprio perché, come ho detto, l'opposizione ieri ha bloccato di fatto al Senato l'iter che era stato concordato.
Ciò detto e ricordato - non è che la Lega Nord e i colleghi dell'opposizione possono tenere atteggiamenti contraddittori - ritengo anch'io che sia corretto, alla luce dell'indeterminatezza esistente, rivolgere una richiesta al Governo per valutare l'opportunità di spostare ulteriormente il termine per la presentazione delle dichiarazioni con riferimento agli studi di settori da parte delle categorie interessate.
PRESIDENTE. Come per il precedente intervento, rivolgo la sua sollecitazione al Governo.
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, ritengo che il problema che ha sollevato il collega Fugatti sia estremamente grave. Quando in un Paese non si conosce la scadenza dei termini per pagare le imposte e le modalità per versarle siamo al fallimento di ogni tipo di amministrazione e di Governo.
Chiedo, e mi unisco all'invito del collega Fugatti, che intervengano il ministro Padoa Schioppa ed il viceministro Visco per chiarire come si pagano le tasse e quando scadono i termini.
PRESIDENTE. Pensavo che gli interventi fossero riferiti all'ordine del giorno, sul quale era stata operata una sollecitazione da parte del deputato Leoni. Gli interventi che si sono susseguiti, compreso quello del deputato Salerno (hanno poi chiesto di parlare il deputato Leo ed altri), insistono invece su un altro argomento. Vi chiedo pertanto di tornare alla sollecitazione del deputato Leoni, quindi proseguiremo con i successivi interventi.
Nel caso non vi fossero obiezioni alla proposta avanzata dal deputato Leoni, il seguito dell'esame della mozione Leoni ed altri n. 1-00159 sulle iniziative in favore del popolo saharawi si intende rinviato ad altra seduta.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Proseguiamo con gli interventi sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto sono intervenuti su una questione importantissima. La politica fiscale in Italia è allo sbando, in quanto esistono disegni di legge, ieri esaminati dal Senato, non approvati.Pag. 33All'interno di quel disegno di legge era contenuta la norma con la quale si era assecondata la proposta delle associazioni di categoria in materia di studi di settore. Ebbene, i contribuenti soggetti agli studi di settore il 9 luglio non hanno alcuna garanzia circa il fatto che il pagamento avvenga nella direzione che loro auspicavano.
La delega fiscale non verrà esaminato da quest'Assemblea, perché il Dipartimento delle politiche fiscali non ha ancora inviato la relazione tecnica alla Ragioneria generale dello Stato. I termini per le presentazioni delle dichiarazioni non si conoscono: sono stati pubblicati ieri, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla Gazzetta Ufficiale, ma già vi è un comunicato stampa che annuncia che, con un successivo decreto, i termini verranno ulteriormente prorogati.
Siamo completamente allo sbando!
È necessario che il viceministro Visco e il Ministro Padoa Schioppa vengano immediatamente a riferire all'Assemblea in materia di politica fiscale perché l'economia italiana non può andare avanti così (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. La Presidenza della Camera si farà carico di riferire al Governo il sollecito pervenuto.
GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo per associarmi a quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Esiste un principio di civiltà fiscale; nessuno è contento di dover pagare le imposte, ma se in più non ha la certezza di adempiere correttamente il suo dovere civico, pagare le imposte diventa un fatto drammatico! Abbiamo una legge che tutela il contribuente: è lo statuto del contribuente; spesso lo calpestiamo, ma in questa circostanza lo stiamo calpestando in maniera troppo forte. Non si può parlare di recupero dell'evasione fiscale e, nello stesso momento, non dare regole certe ai contribuenti.
Non mi accontento del suo invito al Governo di prenderne atto; vorrei che il Governo già da oggi, in quest'aula, ci rassicurasse sulla proroga, perché siamo al 4 luglio e ricordo che la scadenza è fissata per il 9 luglio. Dobbiamo, quindi, consentire ai contribuenti e agli operatori del settore di avere a disposizione almeno un altro mese, senza dover pagare la soprattassa dello 0,40 per cento perché, in questo caso, gli interessi dello 0,40 per cento non sono interessi, ma sono un ulteriore balzello che il contribuente è chiamato a pagare non per inefficienza sua, ma per inefficienza dello Stato [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
LAURA FINCATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAURA FINCATO. Signor Presidente, credo che i colleghi intervenuti siano gli stessi che in Commissione, in varie occasioni, hanno preso parte ai ragionamenti svolti insieme a noi, al Governo e a tutti i rappresentanti delle categorie. Ricordo, in modo particolare, una serie numerosa di incontri con riferimento ai quali credo possa essere un vanto della VI Commissione - alla quale appartengono molti dei parlamentari che hanno preso la parola - e, in ogni caso, dell'intero Parlamento, dire che un risultato è stato raggiunto ed è quello di aver riaperto un ragionamento che punta alle cose concrete, a far capire dove si sono verificate le situazioni di difficoltà e, soprattutto, a superarle.
Ritengo quindi che, da una parte, vada riconosciuto che vi è stato un lavoro che ha portato a risolvere in parte il problema; dall'altra parte, credo sia necessario sollecitare l'adozione di una soluzione al più presto. Abbiamo chiesto in Commissione la riapertura del dialogo e della concertazione, attraverso risoluzioni sulle quali abbiamo discusso con tutti; continueremoPag. 34a discuterne e proseguiremo con i nostri incontri. A mio avviso è importante sottolineare ciò che è stato fatto per venire incontro alle esigenze di trasparenza alla base di ogni rapporto di fiducia tra il cittadino e il Governo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
GIOACCHINO ALFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere un elemento che non è ancora stato introdotto nella discussione. Alcuni contribuenti hanno già pagato le imposte, quindi è necessario chiarire se vi sarà la proroga per mantenere il principio della certezza, non solo delle quote delle imposta da pagare, ma anche della scadenza. Faccio mie tutte le dichiarazioni che ho ascoltato finora, anche da parte della maggioranza, perché - come abbiamo già affermato in Commissione ieri - se è vero che questo Governo è contro i condoni, cos'è una proroga di una scadenza senza maggiorazione rispetto a chi ha già pagato?
La scadenza è fissata per la prossima settimana, quindi pregherei il Presidente della Camera di farsi carico di sollecitare il Governo in relazione alla richiesta, che più volte abbiamo presentato in Commissione insieme alle categorie ascoltate, di chiarire oggi stesso, o al massimo domani, se la scadenza del 9 luglio sarà prorogata, altrimenti si verrebbe a ledere quel principio di certezza che deve essere posto a difesa dei contribuenti onesti che hanno già pagato le imposte di cui stiamo parlando.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 16,25)
PRESIDENTE. Il Presidente della Camera poco fa ha già risposto ai colleghi intervenuti, facendosi carico di un sollecito nei confronti del Governo.
Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169, Froner ed altri n. 1-00175 e Donadi n. 1-00197 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione (ore 16,29).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169, Froner ed altri n. 1-00175 e Donadi n. 1-00197 sulla riorganizzazione del sistema scolastico in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
Le ultime tre mozioni sono state presentate successivamente alla conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 29 maggio, e sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Ricordo che le mozioni Sgobio ed altri n. 1-00164, Frias ed altri n. 1-00166 e Froner ed altri n. 1-00167, su cui si è svolta la discussione sulle linee generali, sono state ritirate dai presentatori il 6 giugno.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
MARIA LETIZIA DE TORRE, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. Signor Presidente, abbiamo già svolto la discussione in una precedente seduta. Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Froner ed altri n. 1-00175, mentre con riferimento ad altre mozioni, che non possono essere accolte integralmente, ne accetta alcune parti.
Pag. 35PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 16,30)
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel declinare la dichiarazione di voto relativamente alla mia mozione n. 1-00169 ritengo che debba essere svolta una riflessione generale in quanto tutte le mozioni presentate - e bisogna darne atto - hanno punti in comune che individuano nella scuola il luogo fondamentale per l'integrazione.
Ritengo che per poter avere uguali diritti e uguali doveri e per giungere all'inclusione sociale degli studenti stranieri debba esserci anche un momento di accoglienza nella scuola che metta gli studenti stranieri in condizione di potersi integrare: un'integrazione graduale e intelligente. Illustro subito i punti dell'impegno che la mozione di Alleanza Nazionale oggi propone a quest'aula. I punti sono costituiti dalla riorganizzazione dei centri territoriali permanenti, che non si devono limitare a educare gli adulti ma devono essere, a mio avviso, momento fondamentale per gli studenti stranieri - quelli che hanno sedici anni e che, più di una volta, rappresentano un problema se vengono inseriti in classi già avviate dove, indubbiamente, la didattica è già inoltrata in gradi più approfonditi - che possono creare scompensi agli studenti italiani. Questa è la ragione per cui, nella legge finanziaria per il 2007, erano state inserite risorse apposite, volte ad attivare questi centri territoriali che, invece, non sono stati riorganizzati. Quindi, invito il Governo a provvedere affinché, finalmente, questi centri possano essere allestiti e riorganizzati.
Indubbiamente, un altro passaggio importante riguarda l'apprendimento della lingua italiana come veicolo di integrazione, non soltanto per quanto riguarda gli studenti ma, in generale, per fare in modo che il concetto fondamentale di civitas prevalga sul concetto di gens. In tal modo e in tal senso deve essere sviluppata l'educazione nelle scuole sia primarie, sia medie, sia superiori. Questo è lo spirito della mozione n. 1-00169, di Alleanza Nazionale, la quale crede che soltanto con la conoscenza della nostra storia, con un'identità aperta, mobile e dell'accoglienza, con la conoscenza delle nostre opere d'arte, delle nostre radici e delle nostre priorità, questi studenti possano iniziare ad amare l'Italia.
Sarkozy, in Francia, sostiene «la Francia a chi la ama». Per far sì che anche in Italia si possa annunciare «l'Italia a chi la ama», bisogna iniziare dalla scuola, senza differenziazioni di etnie. Il percorso è difficile, ed altre mozioni sono state presentate in tale direzione.
Il nostro voto contrario alla mozione Froner ed altri n. 1-00175 sarà riferito soprattutto al terzo capoverso del dispositivo, relativamente all'utilizzo dei mediatori culturali, d'intesa con il Ministero della solidarietà sociale. Ritengo che, in tal caso, siano lese l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento. Vi sono sicuramente molti punti di convergenza, ma non vedo neanche la necessità di prevedere, al primo capoverso del dispositivo di tale mozione, stanziamenti per i dirigenti scolastici. Questi ultimi sanno benissimo, da anni, cosa devono fare per favorire l'integrazione. Se non lo hanno fatto è perché mancano le risorse, perché la classe docente deve essere riqualificata, perché è necessario avere professori che insegnino la lingua italiana e preparino gli studenti all'italiano.
Per quanto riguarda la mozione Gibelli ed altri n. 1-00024, dico ai colleghi della Lega Nord Padania che è necessario prevedere, prima dei test in essa citati (che già esistono: il sottosegretario De Torre ci aveva parlato di un'esperienza simile presso il comune di Firenze), corsi propedeuticiPag. 36in cui sia insegnata la lingua italiana: essi, altrimenti, sarebbero soltanto momenti di selezione indiscriminata e senza qualità. Siamo favorevoli, quindi, all'introduzione di regole di accesso, ma è necessario porre tutti in condizione di conoscere la lingua italiana!
La mozione di Alleanza Nazionale, come del resto anche quelle dell'UDC e di Forza Italia, hanno trovato punti di convergenza. Eravamo vicini a trovare punti di convergenza anche con la maggioranza: peccato che alcune derive demagogiche e poco convincenti non abbiano permesso di redigere una mozione unitaria. Il cammino, comunque, è ancora lungo, ma va percorso con grande senso di responsabilità: nella mia mozione n. 1-00169 - condivisa dai colleghi del mio gruppo - vi sono gli strumenti per mettere a punto la facilitazione dell'ingresso degli studenti nella scuola. In questi giorni, purtroppo, accadono ogni giorno gravi episodi di bullismo: spesso - anzi quasi sempre - sono anche studenti italiani a compierli.
Solo se la scuola tornerà ad essere luogo di educazione e solo attraverso un'integrazione vera - che preveda non solo l'insegnamento delle materie scientifiche e propriamente didattiche, ma anche l'insegnamento dell'educazione civica, che va rimessa al centro dei programmi - gli studenti sia italiani sia stranieri potranno creare nuove classi dirigenti e potrà essere compiuta una vera inclusione sociale. Tale speranza deve partire dalla scuola, con questi strumenti - che sono concreti, identitari e storici - per far sì che le generazioni degli studenti che andranno a formare la nostra classe dirigente si sentano italiane, non per razza o per religione, ma per una lunga tradizione che accomuna la nostra civiltà europea ed italiana: le nostre radici, la nostra civitas e la nostra apertura a momenti di civiltà, che devono accomunare e non dividere, non devono farli più sentire stranieri nel loro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Avverto che, prima dell'espressione del parere da parte del Governo, è stata presentata una riformulazione della mozione Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165.
Chiedo al Governo, pertanto, se il parere precedentemente espresso si riferisca alla mozione così come riformulata.
MARIA LETIZIA DE TORRE, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. Signor Presidente, il parere espresso vale anche con riferimento a tale riformulazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, il gruppo della Rosa nel Pugno, ovviamente, voterà a favore della mozione del centrosinistra.
Riteniamo che in essa vi siano tutte le condizioni e le considerazioni relative ad una società, come quella italiana, che sta vivendo grandi trasformazioni, che creano una situazione di multiculturalità.
Vi è, quindi, la necessità di fare in modo che nella società vi siano anche le condizioni che consentano ai giovani immigrati all'interno del nostro territorio di conseguire un apprendimento essenziale. La mozione del centrosinistra considera i mutamenti della società e si pone il problema di come fare in modo che i ragazzi vengano inseriti nella società partendo dal sistema scolastico, che, a nostro avviso - lo abbiamo già sostenuto in altre circostanze, ma vogliamo sottolinearlo nuovamente - deve migliorare ed essere sempre più pubblico. Proprio all'interno della scuola pubblica, infatti, riteniamo che debbano essere inseriti alcuni elementi, quali, ad esempio, la formazione continua degli insegnanti, la possibilità di un interscambio tra istituti, l'introduzione all'interno del sistema scolastico dei mediatori culturali - come, d'altronde, sostiene la nostra mozione - affinché vi sia un interscambio tra i Ministeri della pubblica istruzione e della solidarietà sociale. Ciò è importante, in quanto rientrano nelle competenze del Ministero della solidarietà sociale tutte lePag. 37iniziative atte a prevedere un momento di accoglienza all'interno del nostro Paese e, quindi, anche la possibilità di realizzare condizioni di interscambio, che credo siano estremamente significative.
Allo stesso modo, per quanto riguarda l'educazione dei ragazzi immigrati, diventa importante fare in modo che all'interno di una formazione continua vi sia la possibilità di introdurre sempre più un apprendimento essenziale della lingua italiana, che deve diventare la loro seconda lingua ufficiale. Tutte le condizioni e le considerazioni inserite nell'ambito della nostra mozione indicano che il centrosinistra tenta di allargare la nostra società, creando le condizioni affinché anche le difficoltà di carattere interculturale ed interreligioso vengano superate. È questa la strada maestra e riteniamo che questi siano i temi da affrontare. Pertanto, siamo profondamente convinti di votare a favore della mozione Froner 1-00175
(Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, purtroppo la scuola è ancora nelle cronache di questi giorni. Dobbiamo tristemente registrare che ci sono episodi di violenza da parte di ragazzi che distruggono addirittura crocifissi. Siamo, quindi, davanti ad un quadro della scuola che non può non preoccupare, non solo il Parlamento, ma tutte le persone di buona volontà.
Probabilmente, siamo di fronte ad una assenza di proposte interessanti per i giovani, di orizzonti di senso e di regole, e ad una mancanza complessiva di umanità. Credo che tutti dobbiamo riflettere sull'episodio della scuola di Rovigo, che è semplicemente un campanello di allarme e, probabilmente, anche la punta dell'iceberg di fenomeni che non sempre hanno l'onore della cronaca. La scuola è un argomento cruciale e dovrebbe essere tale per tutta la legislatura attuale e per tutte le legislature successive, perché sulla scuola si gioca il futuro del nostro Paese. In particolare, la scuola misura il grado di civiltà con cui un Paese affronta le sfide che ha davanti.
Non mi pare che vi sia una grande attenzione nei confronti della scuola; lo dico con molta amarezza, dal momento che anche nel mio precedente intervento ho ricordato che le ultime riforme (una specie di «controriforma» della riforma della scuola approvata dalla precedente legislatura) sono state varate in maniera «sotterranea», senza passare attraverso il vaglio delle aule del Parlamento, che aveva almeno il diritto di esprimere una propria opinione e un proprio pensiero. Ciò non è stato previsto, e devo aggiungere che nelle aule parlamentari, in questo anno di legislatura, di scuola praticamente non si è parlato mai, escludendo le occasioni in cui vengono presentate mozioni o richieste che impegnano il Governo in una certa direzione.
Della scuola si parla poco, se non quando si verifica l'emergenza, quando vi sono atti di violenza, quando i nostri giovani distruggono gli stadi o uccidono qualcuno.
Abbiamo bisogno di un'estrema attenzione, perché i giovani immigrati che entrano nelle nostre scuole, i giovani e i ragazzi che vengono qui per imparare qualcosa di buono e di bello, rischiano di entrare in un ambiente degradato, soprattutto con insegnanti impotenti, incapaci forse - qualche volta è possibile - o, a volte, rassegnati, perché non riescono a fare più di tanto.
Il problema degli stranieri in Italia non può semplicemente essere passato sotto silenzio, ed è positivo che siano state presentate tutte queste mozioni e che si apra un dibattito in questo momento in Assemblea, ma ho l'impressione che si proceda secondo vecchi schemi, secondo vecchie logiche e non si cerchi di realizzare qualcosa di più innovativo nei confronti dei giovani stranieri: essi non possono entrare nelle nostre classi senza una precedente attenzione, senza un accompagnamento previo, senza insegnare loroPag. 38delle regole, dei comportamenti, delle culture, il modo di essere del Paese che li ospita.
Il ruolo della scuola è decisivo, è il primo luogo di integrazione, e aggiungo di più: dovrebbe essere anche il primo luogo di integrazione delle famiglie dei ragazzi. Infatti, può succedere - molto spesso accade - che i ragazzi imparino in qualche modo la lingua abbastanza in fretta, con i loro compagni, ma le famiglie vengano tagliate fuori da tale processo sicché le mamme vanno a scuola senza sapere assolutamente né cosa dire né come esprimersi, perché sono state abbandonate a se stesse. Non riuscirebbero, quindi, a seguire i propri figli neanche se lo volessero. Così si creano tensioni, paure, sospetti, incomprensioni, situazioni di disagio che poi si riverberano in maniera negativa su tutta la scuola.
È vero che le scuole sono autonome, è vero che hanno il diritto e il dovere di organizzarsi come meglio credono e hanno garantita, per legge, questa loro autonomia, ma è altresì vero che bisogna apprestare un quadro generale di indicazioni; il Governo ha il dovere di intervenire, di «dire la sua» e questo Parlamento ha il dovere di fornire indicazioni al Governo su come agire.
L'integrazione non può essere basata sulla logica dell'emergenza, del «fai da te», dell'andare avanti alla giornata, sperando che poi i problemi si risolvano da soli. Ciò significa favorire il disagio e, a volte, anche la violenza.
Pertanto, chiediamo davvero con convinzione che su tale tema vi sia un confronto serio, non l'apertura del solito tavolo di lavoro, come spesso fa il Governo. Anziché aprire tavoli di lavoro di cui poi non si sa più nulla, occorre cercare di capire, per esempio, quanto succede in altri Paesi europei che hanno una storia di immigrazione molto più antica della nostra: noi arriviamo quasi ultimi ma la nostra velocità, nell'assorbire immigrati nelle scuole, è molto più rapida di quanto lo sia nel resto d'Europa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Concludo, Presidente. Occorre dunque un confronto con i Paesi europei su quanto sta succedendo, bisogna introdurre all'interno della scuola nuove figure, che possano in qualche modo accompagnare questi ragazzi attraverso previi corsi di insegnamento della lingua, delle regole e di ciò che significa la scuola italiana; è necessario prevedere anche la formazione di figure che accompagnino le famiglie nel loro ingresso in un mondo nuovo, perché le famiglie hanno il dovere e il diritto di accompagnare i propri figli.
Allora, occorrono risposte non estemporanee ma meditate, che comportano anche una spesa e per le quali, quindi, la legge finanziaria deve prevedere regolari finanziamenti; occorrono altresì all'interno della scuola figure preparate e serie, le quali in qualche modo favoriscano l'integrazione, che rappresenta una delle grandi sfide che abbiamo davanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, il gruppo dei Comunisti Italiani voterà a favore della mozione sottoscritta da tutti i rappresentanti dell'Unione e naturalmente voterà contro le altre mozioni.
Cogliamo però l'occasione della dichiarazione di voto per sottolineare alcuni punti, che ci sembrano particolarmente importanti e sui quali continueremo a lavorare subito dopo aver approvato la mozione testé citata.
Vogliamo soprattutto che sia ritenuta centrale ogni azione volta a rafforzare la vocazione pubblica, laica e soprattutto pluralista della scuola italiana, che la Costituzione vuole fondata anche sui valori dell'uguaglianza e del rispetto delle differenze, le quali devono essere considerate una risorsa, naturalmente per tutti gli ambiti e non solo per il sistema scolastico, ovverosia per la crescita civile di tutta la società.
È urgente intervenire con norme e pratiche, ma soprattutto - cari colleghi -Pag. 39con finanziamenti certi, affinché nelle scuole pubbliche si possa realizzare effettivamente ogni intervento di tipo pedagogico. La scuola pubblica italiana sta soffrendo perché purtroppo le risorse non sono adeguate alle esigenze di una scuola moderna, all'altezza dei tempi, ove si affronti il fenomeno del razzismo con strumenti idonei per contrastarlo già nell'approccio pedagogico e dove si dia vita ad una nuova cultura, fondata sul rispetto.
Tale approccio, che dovrebbe caratterizzare le norme e le pratiche delle istituzioni, ci sembra tanto più urgente proprio alla luce dei dati, dai quali emerge che ormai il 55,6 per cento dei minori è costituito da figli di lavoratori migranti che soggiornano in Italia e che si tratta di minori nati nel nostro Paese. Nel 2005, per quanto riguarda il dato complessivo di 500 mila nati, uno su dieci è figlio di lavoratori immigrati: ciò significa che in Italia si sta andando verso il consolidamento della presenza di etnie e nazionalità diverse, e che già ci troviamo di fronte alla seconda generazione.
Occorre quindi uscire dalla fase dell'emergenza ed assumere la presenza degli alunni ex stranieri come un dato strutturale, che non riguarda il solo intero sistema scolastico; occorre intervenire con la consapevolezza che questi giovani sono italiani, che in quanto tali hanno diritti e doveri indicati dalla nostra Costituzione repubblicana e che, tuttavia, devono e possono, se vogliono, rimanere legati alle loro tradizioni; mi riferisco in particolare ai migliori costumi, sicuramente non violenti, della loro cultura.
Quindi, prima di tutto, si tratta di una questione di risorse: il sistema scolastico pubblico - lo ripeteremo fino alla nausea - è in grande sofferenza e bisogna trovare le risorse necessarie; non possiamo più accettare, caro rappresentante del Governo, che finanziamenti pubblici vengano veicolati a favore delle scuole private, come è accaduto e come sta accadendo.
I privati possono e devono cercare risorse tra i privati stessi perché - caro rappresentante del Governo, che vedo impegnato a discutere probabilmente di un'altra questione - la scuola pubblica deve avere soldi pubblici!
Signor rappresentante del Governo, vorrei che ascoltasse! Quando le classi sono superaffollate in quanto mancano risorse adeguate - forse perché destinate alle strutture private - quando mancano i supporti, i materiali didattici per gli insegnanti e gli operatori di sostegno, come possiamo pensare di garantire ai figli dei migranti reali opportunità per l'uguaglianza, per essere accolti, per non essere esclusi? Allora, chiediamo al Governo un impegno per la scuola pubblica e gratuita fino a diciotto anni, ma anche di stabilire l'obbligo di prevedere la presenza di mediatori culturali. Chiediamo che vengano individuate, anche per questo capitolo, risorse specifiche che, individuate già con la prossima legge finanziaria, aumentino il fondo già istituito.
Inoltre, riteniamo opportuno valorizzare le esperienze più significative, che da tempo hanno affrontato con successo la questione degli alunni figli di migranti nella scuola, che possono costituire dei riferimenti e che, quindi, dovranno essere divulgate e amplificate. Educare i giovani al rispetto dell'altro e incoraggiare la presa di coscienza, la riflessione, l'azione civica in modo laico è un'opera che deve essere compiuta dalle scuole; ciò significa, dunque, certamente educare alla comprensione reciproca, ma anche evidenziare le tante forme di violenza presenti in tradizioni arcaiche maschiliste, sessiste e omofobiche.
Questo approccio costituisce, per noi Comunisti Italiani, l'antidoto per la prevenzione di fenomeni escludenti delle persone di nazionalità, di origini sociali e culturali differenti, ma soprattutto ci permette di assegnare alla scuola quel ruolo di educatrice - anche dal punto di vista dell'educazione del cittadino di domani - che non deve vedere differenze tra razze, etnie e religioni, ma costruire, solo ed esclusivamente, il cittadino e la cittadina (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossi Gasparrini. Ne ha facoltà.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, dell'immigrazione e dei problemi ad essa connessi sentiamo parlare ogni giorno, non solo nel nostro Paese ma anche in tutta Europa. Il fenomeno migratorio di ogni parte del mondo porta con sé i medesimi problemi di integrazione, accettazione delle diversità culturali, religiose e politiche e investe tutta la realtà sociale. Anche in Paesi come Francia, Olanda, la stessa Inghilterra, dove la società multietnica sembrava aver piantato radici abbastanza solide, stiamo assistendo a complicazioni e perplessità. Uno dei fattori che più sorprende è che in questi Paesi l'incontro tra diverse culture sembrava ormai positivamente assorbito. Non dobbiamo perciò meravigliarci che problemi analoghi possano manifestarsi in Italia, dove, a differenza di altre nazioni, solo negli ultimi anni i flussi migratori hanno assunto proporzioni più ampie. La convivenza quotidiana con le persone straniere ha fatto sorgere veri problemi di integrazione, quindi la necessità di politiche atte a favorirne l'inserimento, quindi di inclusione e non certo di esclusione. Non dobbiamo dimenticare che siamo stati noi stessi un popolo di emigranti, che ha pagato a caro prezzo il rifiuto all'accoglienza. Oggi siamo chiamati a gestire un processo di integrazione nel nostro Paese di migliaia di immigrati provenienti da continenti diversi, portatori di culture non sempre assimilabili. Siamo chiamati a svolgere un compito difficile e delicato, tanto più se il fenomeno investe istituzioni di fondamentale importanza come la scuola, laddove vengono poste le basi culturali e formative di un serio e solido processo di integrazione.
A scuola si crea un legame di accettazione reciproca e di superamento spontaneo di qualsiasi sensazione di diversità, assicurando il diritto all'istruzione a ogni minore, alla luce degli standard internazionali e nazionali. L'integrazione piena degli immigrati nella società di accoglienza preoccupa certo i decisori politici. In tale processo, il ruolo della scuola è di fondamentale importanza.
L'educazione interculturale si è venuta sempre più definendo in questi anni non solo come parte dell'educazione che affronta il tema dei bambini e dei ragazzi immigrati e del loro inserimento scolastico, ma anche e, soprattutto, come la normalità dell'educazione nei tempi della società planetaria e globale.
La comunità locale e i servizi sociali si caratterizzano per essere un ambiente di cambiamento e trasformazione della cultura e della società. Al suo interno, la scuola costituisce una risorsa indispensabile. È necessaria, quindi, una strategia di sistema, capace di passare dalla logica riparatoria ed emergenziale a quella di costruzione condivisa della realtà sociale, con l'obiettivo comune di rendere effettiva e accessibile una nuova dimensione di cittadinanza.
Il pluralismo odierno necessita di un'attenzione particolare, che deve essere data alle varie richieste identitarie, affinché si possa essere soggetti riconosciuti nella propria identità, allo scopo di evitare fenomeni di emarginazione e favorire, invece, l'integrazione. Le nostre scuole sono sistemi aperti e il contesto in cui operano incide sui processi educativi, così che gli scenari migratori impongono di adeguare le regole della convivenza scolastica e di rivedere progetti e legislazioni che si occupano dell'istruzione, il tutto, però, in un'ottica inclusiva.
L'Italia è ormai un Paese caratterizzato strutturalmente dall'immigrazione. Le scuole, pertanto, si trovano nella necessità di darsi una vocazione multietnica e multiculturale, così come è avvenuto nei Paesi che hanno già vissuto esperienze analoghe. Sarebbe un errore pensare che il tessuto culturale, sociale e professionale delle nostre scuole si scomponga e si ricomponga facilmente per l'aumento o la diminuzione degli studenti o la presenza di alunni con un diverso background linguistico, etnico e culturale.
Le difficoltà a cui il nostro sistema scolastico è chiamato a dare risposte concretePag. 41non legittimano, però, l'inerzia; le contrapposizioni fra le diversità possono essere causa di discriminazione, atti di razzismo, di esclusione sociale. In Italia, tuttavia, alla luce dell'universalità del diritto all'istruzione e del bisogno di una sua concreta effettività, si deve fare in modo che l'ordinamento dia risposte che assicurino un'integrazione ragionevole.
La risposta delle istituzioni, in particolare delle scuole, all'ingresso nella società italiana di gruppi crescenti di immigrati, non è stata immediata. Infatti, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, la presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane comincia ad assumere contorni decisi. Nell'anno 1999-2000 gli immigrati superavano 100 mila unità. Oggi gli alunni stranieri presenti sono oltre 300 mila, provenienti da centonovantuno Paesi del mondo.
Va detto, quindi, che gli alunni provenienti da Paesi terzi sono protagonisti dell'integrazione e della reciproca contaminazione e sono chiamati a costituire delle identità pluralistiche, a partire da due riferimenti culturali: quello della loro cultura di origine e quello della cultura italiana.
Si torna oggi a parlare - come nella scorsa legislatura - di classi separate, di inserimento per i bambini extracomunitari, che, per iscriversi alla scuola d'obbligo pubblica, dovrebbero sostenere un test di ingresso di lingua e cultura italiana, messo a punto delle regioni, prevedendo, per chi non superi il test, classi di inserimento temporaneo di soli studenti stranieri.
In meno di dieci anni gli alunni stranieri sono diventati quasi il 4 per cento della popolazione scolastica, con punte tra l'8 e il 10 per cento. Fino ad oggi la scuola pubblica italiana ha svolto un ruolo importante di accoglienza e di integrazione, grazie all'impegno e alla disponibilità di molte scuole che hanno saputo aprirsi alla diversità e alla diffusa cultura inclusiva delle scuole di base italiane. Su ciò esistono molte positive testimonianze, laddove si evidenziano le capacità organizzative delle scuole stesse.
Il gruppo Popolari-Udeur auspica vivamente che su questa falsariga si continui anche per il futuro. Abbiamo bisogno di integrazione, non di isolare o ghettizzare le minoranze.
Per tali motivi, sin da ora, preannunzio il voto favorevole del gruppo Popolari-Udeur alla mozione Froner ed altri n. 1-00175
(Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, quando è stata presentata la mia mozione n. 1-00024, non mi sarei aspettato un dibattito così articolato e un numero di mozioni così importanti, che dimostrano che il problema nel Paese esiste.
Tuttavia, l'invito al dialogo che giunge dal Governo, al fine di trovare una convergenza su questo tema, ci trova assolutamente contrari, in quanto le premesse della nostra mozione n. 1-00024 sono opposte a quelle dell'Unione, che vanno in una direzione assolutamente inconciliabile rispetto alle aspettative della Lega Nord.
La Lega si pone un obiettivo che anche le colleghe e i colleghi del centrodestra - e me ne dispiace - non hanno colto appieno; essi hanno presentato mozioni che vanno sicuramente nella direzione auspicata dell'apertura di un dialogo, ma non verso la risoluzione del problema. Purtroppo, infatti, in maniera assolutamente solitaria, la Lega Nord è l'unica forza politica, che in maniera molto schietta non crede alla società multiculturale e multietnica. Riteniamo che questo sia un limite, che purtroppo anche nel centrodestra non si vuole superare.
Devo dare atto al Governo - lo dico in maniera ufficiale - di aver compiuto uno sforzo per comprendere lo spirito della nostra mozione. Ripeto che, al di là delle tante considerazioni svolte nella premessa, il dispositivo della nostra mozione contiene un punto irrinunciabile che Forza Italia, Alleanza Nazionale e l'UDC non hanno voluto cogliere (pur avendo, nellaPag. 42parte motiva, un'impostazione comune): la necessità di istituire classi di inserimento temporaneo. Questo è il punto irrinunciabile!
Non possiamo - lo dico simpaticamente alla collega Froner, che aveva contestato l'impostazione della Lega Nord partendo da un punto di vista diverso - stabilire condizioni sulla base di esperienze straniere, secondo le quali la convivenza di bambini nelle stesse classi favorisce l'integrazione, perché tale visione mette al primo punto dell'agenda gli interessi degli immigrati. Abbiamo visto, invece, dall'esperienza quotidiana in molti istituti, soprattutto del Nord, che seguendo l'impostazione per la quale la scuola debba tentare di compensare il ritardo culturale e linguistico degli immigrati, i nostri figli non imparano nulla a scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Non ci possiamo permettere il lusso di far diventare la scuola un'anticamera di un modello sociale di integrazione, quando, da un'altra parte, si sostiene che essa è l'unico ascensore sociale, che è il modo per introdurre elementi di cultura e di apprendimento che consentiranno, a una società molto complessa, di fornire ai nostri figli gli strumenti per vincere le sfide del futuro. Se si costruiranno scuole di questo tipo, i nostri figli vi entreranno senza sapere nulla e ne usciranno asini!
Vi sono situazioni assolutamente intollerabili.
Pertanto, si è voluto individuare il punto irrinunciabile - non con il tentativo ideologico di accusa da parte della sinistra di voler introdurre l'apartheid - nelle classi di inserimento temporaneo, così denominate proprio per mettere alla prova gli immigrati che vogliano realmente individuare un percorso di integrazione non rispetto alla società multietnica e multiculturale, ma alla cultura di riferimento del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), alla quale fanno riferimento anche molti deputati del centrodestra che, per il pudore e la paura dell'accusa di apartheid e razzismo, hanno declinato verso soluzioni assolutamente inadeguate. Si prospettano corsi e test, che non sono assolutamente sufficienti a risolvere il problema.
Non si vede cosa vi possa essere di sbagliato nel prevedere due anni per imparare la cultura del nostro Paese, due per la lingua e, successivamente l'inserimento nelle classi insieme agli altri studenti. In tali due anni, i nostri figli non subirebbero quel ritardo al quale, invece, volete costringerli, per una visione ideologica.
La mozione in discussione non descrive unicamente la situazione attuale. Mi rivolgo ai colleghi di centrodestra. Tale mozione è nata da un'indagine condotta da Letizia Moratti quando era Ministro dell'istruzione e vi era la necessità di programmare un modello di scuola che si muovesse nella prospettiva della formazione culturale per i successivi dieci o vent'anni, mentre purtroppo, anche a causa di leggi annunciate (come ad esempio il disegno di legge Amato-Ferrero) la situazione nelle scuole sarà radicalmente diversa rispetto a quella attuale. Pertanto, le classi di inserimento temporaneo diverranno una necessità obbligata.
Vorrei concludere il mio intervento facendo riferimento allo sforzo del Governo - devo prenderne atto - il quale ha giustamente tentato di suggerire durante la discussione sulle linee generali che si potrebbero ipotizzare, in futuro, anziché delle classi temporanee, una sorta di corsi temporanei, introducendo una certa flessibilità.
Prendiamo atto di tale sforzo, che si muove nella nostra direzione, ma oggi non lo riteniamo sufficiente, perché crediamo che quella soluzione debba essere adottata in un momento come questo, in un lasso di tempo assolutamente breve, rispetto alle sfide che ci attendono nei prossimi dieci o vent'anni quando, purtroppo - lo affermo in riferimento ad altri strumenti normativi - vi è il rischio che l'immigrazione sia assolutamente dominante in alcuni istituti, soprattutto nelle grandi città e in quelle del Nord.
Rivolgo pertanto ai colleghi di centrodestra l'invito a votare la mozione della Lega Nord Padania, che è molto chiara,Pag. 43non pone soluzioni «pasticciate», bensì individua il problema. Lo ripeto con grandissima forza: il nostro Paese non si può permettere di cedere rispetto alla sua cultura di riferimento e ai suoi valori, che viene minata ogni giorno alla base e che può unicamente essere educata attraverso una scuola che crei le condizioni, affinché anche gli immigrati sappiano che nel nostro Paese non esiste la società multiculturale e che non ci si può recare in Italia e fare ciò che si vuole in nome della religione, soprattutto quando l'islam non rispetta i diritti umani. Nelle nostre scuole esistono i diritti umani e devono essere rispettati. Si comincia ad imparare da lì.
In maniera inequivocabile si manterrà dunque il testo così come è stato formulato e non verrà chiesta la votazione per parti separate, per sottolineare la necessità storica di affrontare tale tema. Inoltre, respingeremo le mozioni presentate da parte dell'Unione, che dimostrano ancora una volta - come sta accadendo con il disegno di legge Amato-Ferrero - di mettere al primo posto gli immigrati. Ciò non è accettabile per un Paese che è divenuto libero in quanto si sono sacrificate molte persone, anche per gli altri, in nome della solidarietà. La solidarietà, però, rappresenta un fatto personale, non di Stato, e non è barattabile con una società che tenta di declinare diverse impostazioni culturali con l'idea dell'incontro, quando ad incontrarsi sono delle «non culture», che non rispettano i diritti umani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cardano. Ne ha facoltà.
ANNA MARIA CARDANO. Signor Presidente, il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore della mozione dell'Unione Froner ed altri n. 1-00175.
Già nel dibattito generale sono state illustrate le ragioni per cui rifiutiamo con fermezza l'idea delle classi separate, anche se solo temporanee, per gli allievi migranti. Il sistema scolastico italiano ha scelto da tempo di percorrere la via dell'integrazione e non quella dell'esclusione e non dovrà in nessun caso avviarsi verso la falsa soluzione dell'apartheid, seppure mascherata con il nome di «classi d'inserimento temporaneo».
Questa è l'indicazione che ci viene sia dalla Costituzione italiana, sia dai principali atti internazionali a tutela dei diritti umani, tra cui la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata anche dal nostro Paese.
Il diritto all'istruzione prevale su qualsiasi altra considerazione ed è indipendente dalle condizioni del soggetto minore. In Italia qualche decennio fa sono esistite le classi differenziali, prima che si arrivasse a riconoscere il diritto per tutti i soggetti in età di apprendimento ad essere inseriti in un percorso formativo comune.
Ancora prima, nell'organizzazione scolastica fascista, erano istituite classi scolastiche rurali e classi urbane. Si partiva dall'idea che ogni allievo dovesse essere educato solo tra simili, senza pericolose contaminazioni con storie, percorsi e identità diverse e potenzialmente pericolose.
Questa è l'idea di fondo che muove ancora oggi le proposte di separazione dei percorsi formativi: la paura del diverso e dello straniero e non tanto la volontà di meglio integrarlo. Infatti, come insegnano sia la ricerca pedagogica, sia la didattica delle lingue, l'apprendimento avviene meglio anche attraverso la socializzazione che è possibile in classe e lo scambio interculturale che si instaura nella dinamica educativa tra allievi di diverse provenienze e con i docenti.
I necessari progetti didattici mirati e temporanei per l'apprendimento della lingua italiana, già presenti in alcune delle nostre scuole, non dovranno mai dunque portare alla costituzione di classi separate. Non ci nascondiamo che, per operare efficacemente in contesti interculturali, sono necessarie maggiori risorse per la mediazione linguistico-culturale, per la formazione dei docenti e per i momenti di scambio e incontro con le famiglie degliPag. 44studenti migranti. Per questo chiediamo che tutto ciò sia inserito nella prossima legge finanziaria.
L'aumentata presenza di allievi immigrati è la spia di una profonda trasformazione dell'Italia, da paese di emigrazione a paese di prevalente immigrazione in un mondo globalizzato, con tutte le conseguenze che ciò comporta, ma questo rappresenta anche, per la nostra scuola e più in generale per la nostra cultura, la possibilità di un'ulteriore evoluzione, di una rivisitazione delle proprie pratiche didattiche e dei contenuti del proprio insegnamento in chiave interculturale.
In tal modo anche la nostra cultura è costretta a modificare i propri paradigmi consolidati e a reinterpretare la propria tradizione. Che cosa è necessario sapere oggi per una ragazza o un ragazzo che si affacciano all'età adulta? Quali competenze e quali conoscenze sono necessarie? Occorre cambiare l'ottica con cui si osserva questo fenomeno. La presenza di studenti stranieri in classe non va vista solo come difficoltà di integrazione, necessità di risorse aggiuntive e timore per il rallentamento dei tempi di apprendimento altrui, ma come un'opportunità in più anche per i nativi italiani, perché favorisce la costruzione di identità aperte e plurali, capaci non soltanto di dialogare e interagire accettando i reciproci punti di vista, che peraltro sono a loro volta in evoluzione, ma anche di scoprire nel diverso un soggetto portatore di competenze e di esperienze.
In tal senso ci sembra importante ricordare che anche il nostro Paese ha recentemente ratificato la Convenzione internazionale sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali del 2005 e che il 2008 è stato proclamato dall'Unione europea anno della cittadinanza attraverso il dialogo interculturale. Ciò non significa naturalmente relegare ogni individuo, tanto più se minore, dentro la propria cultura di origine ma, al contrario, renderlo libero di scegliere e confrontarsi con gli altri per costruire la propria personalità. Per questo le risorse aggiuntive che si richiedono per l'integrazione degli allievi stranieri nella nostra scuola sono, in realtà, uno strumento che dà senso alla scuola di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Signor Presidente, credo sia stato giusto sollevare il problema dell'inserimento dei ragazzi migranti della scuola italiana attraverso le mozioni al nostro esame, anche se non tutte sono condivisibili: noi del gruppo della Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, infatti, voteremo per la mozione Froner, firmata da tutti i rappresentanti dell'Unione.
Lo ritengo giusto perché si tratta di un problema che non può più essere considerato come un'emergenza e che non può essere trattato con una logica emergenziale.
La scuola italiana è straordinaria nel gestire l'emergenza, ma oggi rispetto a un fenomeno che diventa sempre più vasto - sono moltissimi, ormai più di 500 mila, i ragazzi migranti nella scuola italiana e molti sono figli di migranti, nati però in Italia - la scuola ha bisogno di stabilità normativa, di risorse - credo che tutte le mozioni presentate affrontino il tema dell'aumento di risorse - e di completezza giuridica rispetto ai compiti da svolgere.
Sappiamo anche che non si parte da zero: la generosità di tanti docenti, dirigenti scolastici ed enti locali è riuscita ad affrontare l'emergenza dell'inserimento dei ragazzi emigranti nella scuola, ma cominciano ad esserci molti problemi - lo dico per fare un esempio - per la loro presenza massiccia solo in alcune zone e solo in alcune classi.
Vi sono problemi psicologici e affettivi di questi ragazzi. Una collega, nello scorso dibattito, parlava di «sindrome del bambino ospite», che si sente sempre sotto osservazione e non si sente a casa sua, e tutto ciò mette in discussione anche il rendimento scolastico.Pag. 45
Vi sono difficoltà nel rapporto con le famiglie. Giustamente la collega Capitanio Santolini sollevava il problema di un rapporto più stabile con le famiglie. Inviterei, però, a pensare all'enorme sforzo che fanno sia i bambini, sia le famiglie, per integrarsi con una cultura diversa, senza perdere allo stesso tempo la sicurezza delle proprie radici, la stabilità di un osservatorio culturale.
Dobbiamo anche renderci conto che sulla scuola precipitano problemi irrisolti riguardo all'immigrazione a livello di politiche generali, sociali e della giustizia. Invito in questa sede a riflettere sul fatto che si tratta soprattutto di un problema culturale, anche nel senso antropologico del termine, non solo di un problema di cultura della scuola.
Credo che la presenza di alunni stranieri, di figli di migranti, non sia un handicap per la nostra scuola, collega Gibelli, ma una possibilità di ripensare e di arricchire anche la nostra cultura. Essa consente uno sforzo di decentramento e di ripensamento dell'asse formativo della nostra scuola, perché non possiamo limitarci a far calare dall'alto la nostra cultura su questi ragazzi. Vi è la necessità di ripensare - lo ripeto - l'asse formativo.
C'è bisogno di innovazione, diceva la collega Capitanio Santolini. Certo, c'è bisogno di considerare finita l'emergenza, di progettare interventi continuativi e specifici, con investimenti in termini di risorse umane ed economiche; ma c'è bisogno, soprattutto, di preparare non tanto la scuola, quanto la società. C'è bisogno di imparare ad accogliere le differenze come parte necessaria della complessità e a riconoscere che lo sguardo che diamo all'altro torna indietro e ci comunica qualcosa di nuovo, anche su noi stessi.
Credo che la sfida - sto per concludere, signor Presidente - della multiculturalità, che c'è ed esiste, sia sempre più complessa e difficile, perché la globalizzazione del pianeta accorcia le distanze, ma crea più paure e arroccamenti e genera fondamentalismi.
Quello a cui non mi posso rassegnare, collega Gibelli, è un punto non negoziabile: il fatto che l'integrazione possa avvenire per separazione. Ci hanno provato in Francia e non ci sono riusciti! Ci hanno provato negli Stati Uniti, con la tecnica del melting pot, ma non ci sono riusciti!
Noi dobbiamo trasmettere un altro messaggio, cioè quello di tenere questi ragazzi insieme, creando classi aperte, momenti in cui si lavora tutti insieme e altri in cui si lavora per gruppi separati, rafforzando le competenze di alcuni e migliorando quelle di altri.
Attraverso questa strada si costruiscono insieme una cultura della legalità e un'etica laica e pubblica, rispettosa delle scelte, delle culture e delle fedi di ognuno. Credo sia questo oggi il compito della scuola pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bertolini. Ne ha facoltà.
ISABELLA BERTOLINI. Signor Presidente, devo dire che, giacché a Forza Italia i temi dell'immigrazione e dell'integrazione stanno particolarmente a cuore, sinceramente mi aspettavo da parte del Governo e anche della maggioranza uno sforzo maggiore, anche perché affrontiamo questi temi in tanti consessi, commissioni, convegni; lo dico con grande franchezza, anche perché mi sembra che i toni della nostra mozione fossero molto ragionevoli.
Credo che sul tema dell'integrazione scolastica si debba parlare in maniera oggettiva e concreta, avanzando delle proposte, senza fare demagogia o utilizzando il solito buonismo o il solito approccio molto ideologico, che purtroppo ancora avverto nella mozione dell'Unione.
Vorrei tuttavia obiettare con altrettanta franchezza agli amici e colleghi della Lega che su questi temi il gruppo di Forza Italia non ha né paure né reticenze, ma ha coraggio e anche molto senso pratico, per cui credo che le proposte che abbiamo avanzato potrebbero essere riviste ed eventualmente condivise anche dai colleghi della Lega.Pag. 46
Il tema della presenza dei bambini stranieri, degli studenti stranieri nelle scuole, è infatti, ormai un fenomeno strutturale, non certamente congiunturale: sono già stati dati molti numeri, è previsto nei prossimi dieci anni un aumento esponenziale della presenza degli stranieri.
Rispetto all'integrazione scolastica degli studenti di seconda generazione un esponente del Centro studi della Fondazione Agnelli affermava in particolare che nelle nostre scuole esistono nei confronti degli stranieri, accanto a molta socializzazione, molti problemi invece relativi alla didattica. Credo che su questi ultimi dobbiamo concentrarci, a partire dalla questione della mancata conoscenza della lingua, tema questo affrontato in tutte le mozioni della Casa delle Libertà. Si tratta di una tematica vera, perché non possiamo pensare all'integrazione se non si riesce in qualche modo a comunicare.
Ancora oggi, purtroppo, nel nostro sistema scolastico vi sono classi formate da studenti, in cui in molti casi gli stranieri superano numericamente gli italiani, ma non conoscono la nostra lingua; ciò crea problemi di apprendimento e per gli insegnanti, che si vedono rallentare sicuramente la possibilità di svolgere il percorso scolastico in maniera corretta.
Su tale aspetto si deve intervenire. Riteniamo che la vera integrazione vada realizzata non separando gli stranieri dagli italiani, ma aiutandoli, integrando la loro formazione. Questo è tanto vero che non siamo nemmeno favorevoli all'idea della presenza del mediatore culturale, così come proposto dalla sinistra all'interno della scuola. Nella scuola vi sono degli attori: gli insegnanti, gli studenti e le famiglie ed è su tali soggetti che bisogna lavorare, offrendo loro gli strumenti per determinare una reale integrazione.
La nostra proposta - che è anche molto semplice e che credo si avvicini anche a quelle della Lega (preannunzio a tale riguardo che il gruppo di Forza Italia voterà a favore non solo della propria mozione, ma anche di quella di Alleanza Nazionale e dell'UDC e si asterrà, se non troviamo una convergenza, su quella della Lega, votando invece contro le proposte della sinistra) - è che si facciano dei percorsi formativi, che in qualche maniera filtrino e preparino gli studenti che non conoscono la lingua. Quindi, non una separazione, ma un aiuto concreto per un reale inserimento di questi ragazzi.
Credo poi che il tema vero dell'integrazione passi anche attraverso il percorso culturale: non è solo un problema di lingua, di conoscenza dell'italiano, ma credo che la scuola italiana debba, con forza e determinazione, proporre un modello culturale che valorizzi la conoscenza della nostra storia, della nostra cultura, che rafforzi anche quei principi dell'identità nazionale che non possono essere né svenduti né barattati in nome di nessun multiculturalismo, vero o presunto che sia.
Su tale aspetto credo dovremmo riflettere maggiormente, anche all'interno dell'autonomia scolastica e mi auguro che su tale tema si possa tornare non solo quando si affronterà il prossimo disegno di legge finanziaria - con quegli aumenti di risorse da tutti auspicati e che, mi sembra, il Governo si è impegnato, comunque, a trovare -, ma proprio per discutere di ciò che vogliamo ottenere dal percorso scolastico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,25)
ISABELLA BERTOLINI. Gli stranieri diventeranno, un domani, cittadini di questo Paese e credo che, se non interveniamo con forza e determinazione proprio all'interno dei percorsi scolastici, la situazione sarà molto difficile, rischiando, anzi, che le nuove generazioni siano, un domani, ancora più straniere di quanto non lo siano oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Froner. Ne ha facoltà.
LAURA FRONER. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, le mozioni che ci apprestiamo a votare, concernenti laPag. 47riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione alla questione dell'integrazione interculturale, rappresentano un atto molto importante, in quanto si tratta di un impegno complesso che riguarda la capacità del nostro Paese e del nostro ordinamento di fornire una risposta concreta ad una realtà - la presenza degli alunni stranieri nelle scuole italiane - che ormai, come hanno sostenuto anche i colleghi, è strutturata e si traduce in una nuova politica di welfare per i futuri cittadini del nostro Paese.
Comprendere il significato di benessere per una società multiculturale richiede, prima di tutto, di riflettere su come costruire questo tipo di società e su come prepararla e richiede di interrogarsi su quali sono gli attori strategici e quale sarà il loro ruolo.
Riteniamo importante sottolineare come la produzione di benessere sociale costituisca l'esito di un processo attivato dai molti e nuovi attori del contesto locale, come esso rappresenti un processo dinamico emergente dalle relazioni che i soggetti stranieri e non intrattengono con il proprio ambiente di vita.
È evidente, signor Presidente - e gli eventi sociali legati all'arrivo di stranieri immigrati verificatosi nell'ultimo decennio in Italia lo hanno dimostrato -, che il fattore chiave per determinare la riuscita dell'integrazione di gruppi immigrati risieda nelle politiche di accoglienza.
L'integrazione o l'esclusione dipende dalle politiche pubbliche in fatto di insediamento e cittadinanza e non solo da differenze culturali o livelli di istruzione.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare con la presentazione della nostra mozione n. 1-00175, l'aumento della popolazione minore straniera in Italia è il frutto dei sempre più numerosi ricongiungimenti familiari dovuti ai flussi migratori, ma anche, e soprattutto, delle nascite di minori stranieri nel nostro Paese che nel corso del 2006 hanno inciso per un aumento del 9,4 per cento sul dato generale della natalità italiana.
Partendo da questo dato, si può comprendere come il sistema di istruzione italiano, articolato nella sua autonomia, rappresenta senz'altro un'occasione importante per attivare una rete tra le famiglie autoctone e quelle immigrate.
La scuola ed i servizi educativi sono importanti, in quanto consentono alle donne e ai bambini stranieri di uscire dall'invisibilità in cui spesso sono segregati, diventando il primo, a volte l'unico, contatto con il contesto di vita.
La scuola può essere, più di altri servizi, considerata un luogo privilegiato ed uno spazio di naturale integrazione e socializzazione degli immigrati, permettendo la costruzione di sensibilità e di capacità: attraverso la scuola si insegna e si apprende a partecipare alla cosa pubblica.
Ricordo, a questo punto, che si era cercato con i colleghi firmatari delle altre mozioni presentate in argomento di trovare un punto d'incontro. Vi erano infatti, nei testi delle mozioni, delle comunanze di intenti, almeno tra alcune di esse, sicuramente non con quella presentata dal collega Gibelli, nella parte in cui, con riferimento all'accesso degli stranieri, si impegna il Governo - e cito - «a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione» e ad «istituire classi di inserimento temporaneo, che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana (...), preparatori e propedeutici all'ingresso nelle classi permanenti».
È evidente che queste due disposizioni prefigurano un doppio regime di cittadinanza, che finirebbe con l'accentuare le discriminazioni e i conflitti anziché prevenirli ed evitarli. Quindi, diversa è la strada da intraprendere ed è quello che si è voluto fare con la nostra mozione che affronta il problema dell'integrazione e della formazione linguistica in modo più sereno e soprattutto proteso a realizzare le condizioni essenziali per dare ad una società sempre più multietnica quei caratteri di apertura, di responsabilità e diPag. 48rispetto reciproco di cui l'Italia di oggi, e soprattutto quella del futuro, ha assoluto bisogno.
Gli obiettivi da perseguire con la nostra mozione sono volti, onorevoli colleghi, ad una riformulazione delle politiche dell'integrazione, a partire da un adeguamento logistico e didattico del sistema scolastico italiano.
Partendo dall'analisi delle realtà, attraverso la fotografia dei dati ISTAT, vogliamo ribadire la centralità dello sviluppo di politiche di integrazione, in quanto crediamo che, nella diversità, nel confronto reciproco, risieda l'arricchimento culturale che costituisce le basi per una nuova cittadinanza partecipativa, che sappia interpretare la complessità della globalizzazione, riportandola alla semplicità con cui sono enunciati e dovrebbero essere rispettati i diritti umani, e in questo caso, i diritti del fanciullo, senza distinzioni di razza, colore, sesso, lingua, religione ed opinione pubblica.
Dobbiamo sempre ricordare che l'Italia ha scelto la piena integrazione di tutti nella scuola, ivi compresi i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato, attraverso lo strumento dell'integrazione interculturale.
Abbiamo, ricordo ancora, il dovere di sottolineare come solo con una piena integrazione sia possibile procedere verso la scolarizzazione di tutti i minori presenti sul territorio nazionale. Crediamo, quindi, che debba essere evitata in ogni modo la separazione tra classi di alunni italiani e alunni stranieri, mentre debba essere rafforzato, nel pieno rispetto dell'autonomia didattica di ogni istituto, l'insegnamento della lingua italiana come lingua seconda per i minori stranieri, adottando tutte le possibili modalità organizzative e didattiche.
Il Governo, signor Presidente, ha già accolto, con l'ordine del giorno Acerbo n. 9/1746-bis/157, presentato alla legge finanziaria per il 2007, l'impegno a realizzare interventi mirati a colmare il divario tra alunni immigrati e alunni nativi; ad adottare un piano di formazione rivolto all'insegnamento della lingua italiana come lingua seconda; a favorire l'inserimento sociale di alunni immigrati, ma crediamo, con la mozione in esame, che debba essere dato un segnale positivo in tale direzione, prevedendo strumenti aggiuntivi per promuovere ulteriormente l'educazione e la formazione interculturale.
Proprio per tali ragioni, onorevoli colleghe e colleghi, è necessario dare un forte segnale con il nostro voto. Dobbiamo assolutamente lavorare per la costruzione di una nuova cittadinanza che sappia fare i conti con i mutamenti sociali in corso a livello europeo e a livello globale, con le migrazioni e con le complessità che esse innescano.
È per tale motivo che approfitto di quest'ultima occasione per esprimere ancora un invito ai colleghi firmatari delle altre mozioni; se alcuni di loro, almeno, si dichiarassero disponibili a porre in votazione i singoli dispositivi delle mozioni, in quanto abbiamo ravvisato alcuni elementi sui quali si può trovare una convergenza - ripeto, non su tutti, ma su alcuni sicuramente - questo sarebbe un bel segnale da dare per attribuire effettivamente l'importanza che deve avere l'educazione interculturale nelle nostre scuole.
L'Italia è un Paese con una forte tradizione migratoria e, fosse anche solo per tale motivo, oggi abbiamo il dovere di contribuire a disegnare politiche moderne, rispettose della persona prima che dei cittadini.
Per tale motivo, oggi bisogna mettere da parte steccati ideologici, lontani da una valutazione obiettiva della realtà e lavorare affinché possa affermarsi la piena realizzazione dei diritti dell'uomo.
Alla luce di quanto espresso, preannunzio quindi il voto favorevole sulla nostra mozione e rimango in attesa di una risposta da parte degli altri colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
Pag. 49
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intendo, in primo luogo, sottoscrivere la mozione Donadi n. 1-00197 ed intervenire brevemente a tal proposito. Naturalmente premetto che il gruppo Italia dei Valori voterà a favore della mozione Froner ed altri n. 1-00175 e, pertanto, chiediamo al resto della coalizione di votare anche a favore della nostra mozione che presenta alcune lievi differenze sia nelle premesse, sia nell'impegno del Governo.
Per quanto riguarda le premesse della mozione presentata dall'onorevole Donadi, vogliamo ricordare che l'immigrato adulto, oltre ad essere un lavoratore, può essere anche un genitore e, come tale, rappresenta la prima radice socio-culturale dei propri figli che, a loro volta, si trovano inglobati in un sistema di integrazione che deve avvenire su diversi piani: individuale, interpersonale e di gruppo ed anche su quello organizzativo-istituzionale.
Vogliamo perciò ricordare, anche in premessa, come la scuola, che può essere intesa anche come un'agenzia formativa promotrice di una relazionalità positiva, debba aiutare il bambino a star bene con sé e con gli altri ed il suo contesto deve, quindi, rispondere alle sue aspettative rispetto all'ambiente.
Vogliamo riconoscere, in premessa, che la situazione italiana degli alunni stranieri è molto disomogenea e differenziata, anche per quanto riguarda le nazionalità, ma sappiamo che vi è un aumento significativo dell'incidenza di cittadinanze dei Paesi dell'Est europeo.
Vogliamo anche sottolineare che la rapidità del cambiamento e della mobilità delle varie cittadinanze sul territorio porta anche a situazioni di concentrazione di alunni stranieri in singole scuole o territori e ciò rende manifesta la necessità di percorrere una strada di equilibrata distribuzione delle presenze, attraverso la promozione di un'intesa fra scuole ed enti locali in modo da ridurre le disuguaglianze, anche attraverso il coordinamento dell'offerta formativa.
Per tale motivo chiediamo al Governo di impegnarsi - e forse in ciò risiede la leggera differenza con la mozione presentata dall'onorevole Froner - per fare in modo che l'integrazione dei cittadini stranieri avvenga nel pieno rispetto delle regole condivise della nostra società e di prevedere i necessari interventi, anche finanziari, affinché la scuola italiana diventi il luogo principale di apprendimento delle regole di convivenza sociale e della necessaria cultura della legalità che implica il senso di rispetto reciproco, alla base di ogni convivenza civile progredita. A nostro avviso, purtroppo, molto spesso i giovani immigrati non conoscono tali condizioni a causa delle situazioni di profonda crisi, non solo politica, dalle quali provengono.
Per tali motivi, in conclusione, ribadisco che il gruppo Italia dei Valori voterà a favore della mozione Froner ed altri n. 1-00175. Ci auguriamo che vi sia anche una maggioranza favorevole alla mozione Donadi n. 1-00197 sulla quale, ovviamente, esprimo il voto favorevole del gruppo Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, anche il gruppo dei Verdi voterà a favore della mozione a prima firma Froner e sottoscritta, tra l'altro, dal collega Boato. Chiedo di sottoscriverla a mia volta e di apporre la firma degli altri colleghi del gruppo dei Verdi presenti in aula.
Penso che sul tema ci potevano e ci potranno essere - me lo mi auguro - forti convergenze.
La mozione presentata dai colleghi Froner ed altri parte dalla considerazione che oltre il 55 per cento degli stranieri con meno di 18 anni che abitano in Italia sono nati nel nostro Paese, e che la concentrazione di giovani studenti stranieri caratterizza soprattutto alcune parti dei nostri territori, segnatamente il nord Italia e il nord-est in particolare. All'interno di queste aree, come è noto, ci sono concentrazioni anche più forti; è sotto gli occhi di tutti che molte scuole, in diverse città del nord, devono affrontare nuovi problemiPag. 50forti e urgenti. A questo proposito, come viene ricordato anche dalla stessa mozione, la circolare ministeriale del 1o marzo 2006, n. 24, ha cercato di affrontare in termini realistici e concreti il problema; la mozione si ispira anche a ciò.
Per tali motivi mi sembra abbastanza stravagante, oserei dire, se non strumentale, che non si converga, in maniera forte e convinta, sulla mozione del centrosinistra, che impegna il Governo innanzitutto a prevedere stanziamenti congrui, già a partire dal disegno di legge finanziaria per il 2008, a prevedere l'utilizzazione di insegnanti già formati, nonché ad utilizzare - sulla base delle pratiche ormai non soltanto istituzionalizzate, ma anche misurate con la concretezza della realtà - figure di mediatori culturali, d'intesa con gli enti locali, oltre che a favorire iniziative, nell'ambito delle istituzioni scolastiche, sempre nel rispetto dell'autonomia delle medesime, volte a realizzare momenti strutturati di incontro con le famiglie dei ragazzi immigrati.
Naturalmente, è di estrema importanza il fatto che si costruiscano ponti con i genitori, soprattutto con le madri, che sono spesso escluse da rapporti diretti con le istituzioni scolastiche, anche a causa di una scarsa conoscenza linguistica. Si vogliono favorire, inoltre, sempre attraverso la mediazione delle scuole, tutte le iniziative volte a strutturare corsi e attività che facilitino l'apprendimento della lingua italiana, come ben spiegavano le colleghi e i colleghi, in quanto lingua seconda.
Si tratta, quindi, di misure molto concrete inserite in progetti di legge, come quello della legge finanziaria, che prevedono congrui stanziamenti, volti a garantire tutte le misure volte ad una vera integrazione. Non soltanto perché, come sosteneva il collega Gibelli, la solidarietà deve essere una misura personale - ma cosa significa? - o un approccio di tipo caritatevole: essa è prevista dalla nostra Costituzione. Tali misure sono contemplate persino da atti approvati nella scorsa legislatura e possono realisticamente affrontare le contraddizioni, i conflitti e i problemi che attraversano la contemporaneità.
La nostra società, così attraversata da mutamenti profondi, ha bisogno di grandi e innovative modificazioni, sia a livello di sistema scolastico sia a livello di percorsi didattico-formativi (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fugatti. Deputato Fugatti, le ricordo che il suo gruppo ha esaurito il tempo a disposizione, quindi posso consentirle di parlare solo per due minuti.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo solo per riportare ad una realtà pratica questa Assemblea e per ricordare alla medesima che in questo Paese che si chiama Italia vi è una provincia in cui i DS, la Margherita ed altri partiti del centrosinistra sono al governo, dove le proposte contenute nella mozione Gibelli vengono formulate dal presidente della provincia. Infatti, nella provincia di Bolzano, il presidente Durnwalder, che è di centrosinistra ed è appoggiato da una maggioranza politica ed amministrativa di centrosinistra, ha avanzato le stesse proposte scritte nella mozione presentata dal mio gruppo. Quindi, tutte le parole che ho ascoltato finora: «doppio regime di cittadinanza», «steccati ideologici», «separazione», dovremmo utilizzarle anche in quella provincia dove governa il centrosinistra che altro non fa che attuare, su proposta del presidente della provincia stessa, quanto è scritto all'interno della mozione Gibelli ed altri n. 1-00024 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Prima di passare alle votazioni, se la Presidenza ha ben compreso,Pag. 51il Governo non accetta la mozione Gibelli ed altri n. 1-00024, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo che il Governo è disposto ad accettare, a condizione che venga soppresso l'inciso «da assegnare a tali classi». Prendo atto che il gruppo della Lega Nord non accetta la riformulazione proposta, pertanto è da intendersi che il Governo non accetti nemmeno il terzo capoverso del dispositivo di tale mozione.
Il Governo accetta la mozione Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, nel testo riformulato, ad eccezione del quarto capoverso del dispositivo. Il Governo non accetta la mozione Bertolini ed altri n. 1-00168, ad eccezione del terzo e quarto capoverso del dispositivo, e non accetta, altresì, la mozione Frassinetti ed altri n. 1-00169, ad eccezione del primo e del secondo capoverso del dispositivo. Infine, il Governo accetta le mozioni Froner ed altri n. 1-00175 e Donadi 1-00197.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gibelli ed altri n. 1-00024, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 303
Astenuti 191
Maggioranza 152
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 265).
Passiamo alla mozione Capitano Santolini ed altri n. 1-00165, nel testo riformulato, accettata dal Governo, ad eccezione del quarto capoverso del dispositivo. Ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente la parte accettata dal Governo da quella non accettata.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capitanio Santolini ed altri n. 1-00165, nel testo riformulato, ad eccezione del quarto capoverso del dispositivo, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 482
Astenuti 14
Maggioranza 242
Hanno votato sì 372
Hanno votato no 110).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 491
Astenuti 8
Maggioranza 246
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 281).
Passiamo alla votazione della mozione Bertolini ed altri n. 1-00168 sulla quale il Governo è contrario, ad eccezione del terzo e quarto capoverso del dispositivo. Non vi sono richieste di votazioni per parti separate.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bertolini ed altri...
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
Pag. 52
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Prego, onorevole Giachetti, ha facoltà di parlare.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei capire, ma è un mio problema: se il Governo accetta una parte di una, ma non ne accetta un'altra, come facciamo a votare se non per parti separate?
SIMONE BALDELLI. Astieniti!
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, alla Presidenza non è giunta una richiesta, che può fare qualsiasi deputato, di votazione per parti separate.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate della mozione in esame.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Giachetti.
Si voterà, dunque, distintamente la parte accettata dal Governo da quella non accettata dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bertolini ed altri n. 1- 00168, ad eccezione del terzo e quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Colleghi, votiamo la parte su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Misto-Movimento per l'Autonomia - Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 453
Astenuti 24
Maggioranza 227
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 212).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bertolini ed altri n. 1- 00168, limitatamente al terzo e quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 469
Astenuti 27
Maggioranza 235
Hanno votato sì 391
Hanno votato no 78).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che abbiamo votato in modo tale da rendere non comprensibile il voto complessivo sulla mozione. Era necessario, a mio avviso, prima votare la parte su cui il Governo era favorevole, poi la parte che comprende anche il dispositivo su cui il Governo era contrario [Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, abbiamo votato in conseguenza, come si usa solitamente. La Presidenza ha anchePag. 53ricordato due volte che si stava votando la parte sulla quale il Governo aveva espresso parere contrario.
ANTONIO LEONE. Questo è il «regolamento Quartiani»!
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poiché anche prima è successo un qui pro quo, chiederei di leggere il resoconto perché ho avuto l'impressione che lei avesse detto: votiamo la mozione, ad eccezione dei capoversi 3 e 4, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole. Ho avuto la sensazione che lei abbia detto queste parole. Se mi sbaglio, chiedo scusa.
PRESIDENTE. Ho utilizzato la stessa formulazione che ho usato per le precedenti votazioni per parti separate. Ho detto: votiamo la mozione Bertolini ed altri n. 1-00168, ad eccezione del terzo e quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Questo ho detto ed ho ricordato successivamente, mentre era in corso la votazione...
ANTONIO BORGHESI. Non è così! Non è così!
PRESIDENTE. La prego, la prego! Ho ricordato che stavamo votando la parte su cui il Governo aveva espresso parere contrario. Non mi sono sbagliato, onorevole Borghesi.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, se vogliamo proseguire in questo allucinante dibattito (per capire se abbiamo compreso o no che cosa stavamo votando), perché non prendiamo la registrazione? Riascoltiamo cosa lei ha detto, per capire se abbiamo votato in maniera lucida e consapevole. Il solo fatto di sollevare un problema di questo tipo getta discredito su chi ha votato: non possiamo andare avanti per capire se lei ha detto la parola giusta o no, perché ognuno di noi è cosciente di ciò che sta facendo nel momento in cui vota. Se, invece, non lo è, non se la deve prendere con la Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Onorevole Leone, la Presidenza di turno può anche sbagliare: un eventuale errore può condizionare il voto.
ANTONIO LEONE. Lei non ha sbagliato!
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, poco fa lei ha ripetuto testualmente - credo stesse leggendo - ciò che ha detto prima di indire la votazione: se lo può rileggere possiamo verificarlo (Commenti)... No, l'ho ascoltato e lo hanno ascoltato anche altri!
Stavo dicendo che ho ascoltato che lei ha posto in votazione la mozione Bertolini ed altri n. 1-00168 in tutte le sue parti, eccetto quelle sulle quali il Governo ha espresso parere contrario. Stavamo votando, pertanto, la parte condivisa dal Governo. Lei ha detto questo, e quindi è evidente che alcuni hanno votato a favore nella prima votazione! Lo verifichi!
PRESIDENTE. Onorevole D'Elia, ribadisco di avere utilizzato la stessa formulazione usata nei casi precedenti di votazioni per parti separate (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Misto-Movimento per l'Autonomia).
Pag. 54ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vi è stato, chiaramente, un momento di confusione, ma la votazione è stata espressa: poiché non credo che la votazione, in quanto tale, sia una cosa drammatica, se gli altri gruppi sono d'accordo, propongo di procedere con le votazioni sulle altre mozioni [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
ANTONIO LEONE. Bravo Giachetti!
VALDO SPINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, rivolgo agli onorevoli colleghi una considerazione generale. Invito il Governo a non insistere troppo in queste «operazioni chirurgiche»: alcuni capoversi delle mozioni vanno bene, altri vanno male. Si abbia il coraggio di dire «sì» o «no» alle mozioni!
Noi, in ogni caso, per non sbagliare, abbiamo votato contro entrambe le parti della mozione Bertolini ed altri n. 1-00168
(Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, la invito a prendere atto della consapevole dichiarazione del collega Giachetti ed a proseguire: più di una volta, durante la votazione, lei aveva segnalato il parere espresso dal Governo sulla parte della mozione posta in votazione. Quindi, per cortesia, ascoltiamo quello che dice saggiamente il collega Giachetti e proseguiamo, evitando ulteriori commenti poco onorevoli per quest'Assemblea [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, alcuni testi degli atti di indirizzo in esame potrebbero presentare elementi di contraddizione con altri sicché, nel prosieguo dell'esame delle mozioni, alcune parti delle stesse potrebbero essere considerate precluse dalle votazioni precedenti.
Chiederei cortesemente alla Presidenza di verificare se, a seguito della votazione poc'anzi svolta, alcune delle successive mozioni o talune parti di esse risultino precluse.
PRESIDENTE. Il deputato Foti ha posto una questione molto seria. La Presidenza, quindi, vuole essere sicura della risposta.
Malgrado allo stato la Presidenza riterrebbe di potersi pronunciare con un certo grado di sicurezza, al fine di fornire una risposta ancora più sicura procedendo alla verifica di eventuali effetti preclusivi intervenuti, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 18,10.
PRESIDENTE. La Presidenza, rispondendo in merito alla questione posta dal collega Foti, precisa, dopo aver condotto una puntuale verifica, che l'approvazione della mozione Bertolini n. 1-00168 non determina effetti preclusivi sui successivi documenti di indirizzo.
Passiamo ora alla votazione della mozione Frassinetti ed altri n. 1-00169, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario, ad eccezione del primo e del secondo capoverso del dispositivo, sui quali, invece, il parere è favorevole.
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votarePag. 55distintamente la parte accettata dal Governo da quella non accettata dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Frassinetti ed altri n. 1-00169, limitatamente al primo e al secondo capoverso del dispositivo, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 437
Astenuti 20
Maggioranza 219
Hanno votato sì 363
Hanno votato no 74).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte della mozione Frassinetti ed altri n. 1-00169, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 452
Astenuti 16
Maggioranza 227
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Froner ed altri n. 1- 00175, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 264
Hanno votato no 205).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Donadi ed altri n. 1-00197, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 462
Astenuti 8
Maggioranza 232
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 273).
Seguito della discussione delle mozioni Germontani ed altri n. 1-00186, Pellegrino ed altri n. 1-00188, Mura ed altri n. 1-00189, Fabris ed altri n. 1-00190, Volontè ed altri n. 1-00191, Pedrini ed altri n. 1-00194, Dioguardi ed altri n. 1-00196, Bianchi ed altri n. 1-00198 e Prestigiacomo ed altri n. 1-00199 sulle misure di contrasto alla pedofilia (ore 18,13).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Germontani ed altri n. 1-00186, Pellegrino ed altri n. 1-00188, Mura ed altri n. 1-00189, Fabris ed altri n. 1-00190, Volontè ed altri n. 1-00191, Pedrini ed altri n. 1-00194, Dioguardi ed altri n. 1-00196, Bianchi ed altri n. 1-00198 e Prestigiacomo ed altri n. 1-00199 sulle misure di contrasto alla pedofilia (Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto che le ultime quattro mozioni sono state presentate successivamente alla conclusione della discussione sulle lineePag. 56generali, che ha avuto luogo nella seduta di venerdì 22 giugno, e sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto che è stata altresì presentata la mozione Lussana ed altri n. 1-00200 che, vertendo su materia analoga, sarà pertanto discussa congiuntamente.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, il Governo è già intervenuto in sede di discussione sulle linee generali, riservandosi di esprimere il parere nella seduta odierna.
Nel mio precedente intervento sottolineavo l'importanza delle mozioni presentate, anche perché hanno consentito al Parlamento una serena discussione, alla vigilia di una deplorevole iniziativa che era stata assunta, nota come «la giornata dell'orgoglio pedofilo». Auspicavo, in quella circostanza, una convergenza unanime del Parlamento intorno a tutte le mozioni, che presentano sfumature diverse, però sostanzialmente tutte condivisibili, integrabili le une con le altre.
Da un'osservazione attenta di tutti i documenti di indirizzo che sono stati presentati - mi si consentirà ancora qualche minuto per la lettura dell'ultima, la mozione Lussana ed altri n. 1-00200, perché mi è stata consegnata in questo momento -, credo di poter esprimere parere favorevole su tutte le mozioni, chiedendo soltanto tre piccole riformulazioni.
Per quanto riguarda le mozioni Pellegrino n. 1-00188 e Dioguardi n. 1-00196, nelle quali si chiede l'istituzione di un'agenzia apposita, dal momento che il nostro ordinamento è già dotato di un osservatorio, di un comitato interministeriale e di una banca dati, credo che tale proliferazione di organismi si risolva in una moltiplicazione degli stessi senza che a ciò corrisponda sempre l'efficacia della lotta alla pedopornografia.
Pertanto il Governo chiede che le dette mozioni vengano riformulate nella direzione di un invito al maggior coordinamento e al miglior funzionamento dell'osservatorio e del comitato interministeriale «Ciclope», nonché alla conclusione della gara per la costituzione della banca dati, che è già in corso di svolgimento.
Il Governo chiede inoltre che la mozione Pellegrino n. 1-00188 sia riformulata nel senso di specificare che i trattamenti terapeutici individuali, che si invocano per il recupero di chi si macchia di un reato tanto grave, siano trattamenti terapeutici a carattere psicologico.
Il Governo chiede altresì che la mozione Bianchi n. 1-00198 sia riformulata nel senso di trasformare il riferimento alla promozione dell'istituzione di un servizio di interforze di polizia in rafforzamento della polizia postale, che, come tutti sanno, sta svolgendo un buon lavoro e che, anche in questa circostanza, ha dato buona prova di sé nell'oscurare il sito che svolgeva la propaganda a favore della giornata dell'orgoglio pedofilo.
Il Governo esprime parere favorevole anche sulla mozione Lussana n. 1-00200; inoltre, avendo espresso parere favorevole su tutte le mozioni - dal momento che contengono indicazioni e sottolineature utili a comporre un quadro di interventi, ma anche ad affinare la sensibilità culturale nei confronti di questo importante tema - auspica che sull'argomento si manifesti la convergenza di tutte le forze del Parlamento.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, il gruppo dei Comunisti Italiani è intenzionato a votare a favore su tutte le mozioni, ma fa proprie le osservazioni del Ministro Bindi. Ritengo anch'io che l'idea di costituire un'agenzia - sussistendo già nelPag. 57quadro attuale un osservatorio che svolge questa funzione - non sia necessaria e non ripeto quanto è stato già detto.
Pongo invece una riflessione un po' più generale sul modo in cui le mozioni in esame si integrino positivamente tra di loro e su come, però, al tempo stesso, a mio avviso, pur presentando dei contenuti estremamente positivi, le stesse mozioni probabilmente siano un po' deboli rispetto alle esigenze reali che emergono dalla situazione concreta della lotta alla pedofilia.
Dobbiamo tenere ben presente un punto: la lotta alla pedofilia non si sviluppa solo contrastando la diffusione di immagini attraverso Internet: è in tale ambito che la polizia postale ha raggiunto i suoi successi, ed è in tale contesto che si è realizzata, in Italia ed in Europa, una lotta positiva.
Però, credo che dobbiamo riflettere bene sul fatto che molto più debole è la lotta contro le situazioni concrete in cui i bambini vengono abusati e in cui, dall'abuso che si sviluppa nei confronti dei bambini, viene tratto il materiale che poi si trova su Internet. Dobbiamo riflettere bene su tale punto, perché se guardiamo il numero dei processi che si conclude con condanna degli abusanti e il numero degli abusi, come si ricavano attraverso i dati che emergono dalla frequentazione dei siti Internet, c'è una sconcertante mancanza di corrispondenza: il numero degli abusanti condannati è basso, sono pochi i processi che si celebrano e che hanno esito con una condanna, mentre molto alto è il numero delle immagini che circolano.
Si pone, dunque, il problema di come il processo penale riesce a tenere conto delle denunce fatte dai bambini. Questi ultimi, nell'ambito del processo penale, sono in una posizione di debolezza, che, a mio avviso, va corretta. Mi auguro che il Parlamento, con la stessa capacità di lavorare complessivamente bene che dimostra nel corso di queste sedute, arrivi a fornire strumenti legislativi perché tale obiettivo sia raggiunto.
Il bambino deve avere diritto alla difesa in tutti i gradi del processo. I processi in cui un bambino abusato racconta quello che gli è successo, sono processi in cui deve essere garantito il rispetto dei tempi del bambino. Deve essere garantito, d'altra parte, anche il diritto del bambino alla cura e alla riparazione del danno che ha subito. Su tale punto ci troviamo in una situazione di grande debolezza in tutto il Paese: i bambini abusati solo in una percentuale non superiore al dieci per cento ricevono le terapie e il sostegno psicoterapeutico di cui hanno bisogno.
Un'altra questione su cui dobbiamo riflettere molto seriamente è il fatto che nel nostro Paese non esiste una ipotesi di lavoro terapeutico con gli abusanti e con i pedofili. In alcune delle mozioni il tema è proposto e su esso la Commissione europea ha tenuto in Germania nel mese di giugno un incontro importante; nella gran parte dei Paesi europei si aprono centri per la rieducazione dei pedofili. Si tratta di un tema fondamentale per la prevenzione: se la pedofilia è - come è - una malattia psicologica importante, l'effetto di un disturbo di personalità e se, quindi, è necessario prevenirla, dobbiamo fare in modo che la persona ammalata si curi. Se a un tale soggetto sono inflitti anche tre o quattro anni di pena carceraria ma non è curato, come accade oggi, succede che, una volta scontata la pena, ricomincia a commettere il reato.
Un aspetto estremamente serio a mio avviso, da questo punto di vista, è la definizione - nella Commissione per l'infanzia stiamo lavorando per cercare un indirizzo comune sul tema - di pericolosità sociale delle persone che hanno un disturbo di pedofilia. Nei processi che si concludono condannando chi ha commesso abusi sui minori, anche su bambini molto piccoli, non ci sono perizie psicologiche, non c'è lavoro peritale che indichi la pericolosità sociale dei portatori di questo disturbo. Ora, colleghi, quello che voglio dire è che il punto di vista psicologico e psicoterapeutico non è tale da portare a ritenere che il pedofilo non vada punito: il pedofilo va punito, perché l'inizio di un percorso terapeutico nasce proprio dalla fermezza con cui l'organizzazionePag. 58sociale pone la persona di fronte alle sue responsabilità. Al tempo stesso, però, è necessario che, poi, lo si aiuti ad affrontare la sua situazione. Non ha nessun senso tenere una persona in carcere per alcuni anni senza intervenire minimamente sulle ragioni che lo hanno portato in carcere. Ora gli obiettivi suddetti richiedono un lavoro legislativo.
Le mozioni in esame impegnano il Governo su un'azione che può compiere, ma noi dobbiamo sentirci impegnati come Parlamento per mettere in piedi norme che consentano di raggiungere tali obiettivi.
Un'ultima osservazione: ritengo sia molto importante considerare ciò che riguarda l'oscuramento dei siti Internet in cui si svolge la propaganda pedofila. Quello che è accaduto nelle ultime settimane, con l'oscuramento di un sito Internet, è stato deciso opportunamente su indicazione del Ministro dell'interno, ma, in qualche modo, fuori legge. È necessario completare con una legge le indicazioni relative ai siti Internet che vanno oscurati, specificando che una manifestazione per l'orgoglio pedofilo costituisce apologia di reato. Anche ciò, tuttavia, richiede un intervento di legge.
Concludo, colleghi, affermando che è importante che oggi impegniamo seriamente il Governo su tutto il complesso articolato delle richieste avanzate con le mozioni in esame. È necessario, tuttavia, impegnare anche noi stessi per una revisione dei testi legislativi, per permettere, nei prossimi anni, una lotta davvero incisiva contro un fenomeno che sta aumentando oltremisura, da noi e in altri Paesi europei, dimostrando con ciò che le leggi attuali sono deboli (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedica. Ne ha facoltà.
STEFANO PEDICA. Signor Presidente, colleghi, ritengo innanzitutto importante e significativo constatare come oggi la voce dell'Assemblea sia compatta nella condanna unanime dell'aberrante fenomeno della pedofilia e nella mobilitazione contro la sua preoccupante diffusione, che assume dimensioni e connotazioni sempre più gravi, spregiudicate e inumane.
Giudico sicuramente apprezzabile l'impegno che i gruppi hanno profuso nella formulazione di proposte utili a dichiarare guerra su tutti i fronti alla violenza e allo sfruttamento a fini sessuali del minore. Ritengo e mi auguro che a tutte queste proposte possano corrispondere approfondimento, accoglimento e attuazione urgente da parte del Governo, perché è evidente che il problema non può più essere sottovalutato, perché necessita di un contrasto quanto mai vigoroso, sollecito, articolato e capillare.
I mezzi per attuare tale contrasto devono essere resi disponibili in maniera integrale al più presto, sia sul territorio, sia per quanto riguarda la sicurezza delle reti di comunicazione globale. A tale riguardo, lodevole e da sostenere con più risorse è l'azione della polizia postale, che, però, poco può intraprendere contro la produzione, la diffusione e la compravendita di materiali pedopornografici, che avviene su server localizzati al di fuori dei confini nazionali ed europei, dove il ruolo dell'azione spetta alla diplomazia internazionale in sede europea e ONU.
Non è davvero più ammissibile, volgendo lo sguardo dentro casa nostra, che lo Stato continui a lasciare il cittadino, il genitore solo e senza la minima assistenza davanti ai timori, sempre meno remoti, che il figlio possa entrare in contatto con uno di questi criminali, sempre più spesso e ovunque, dietro i cancelli della scuola, dove ogni mattina lo si accompagna o sul monitor del computer di casa.
È assolutamente necessaria una presa di coscienza globale sulla portata reale della minaccia. Occorre compiere realmente ogni sforzo per la comprensione dei meccanismi psicosociali collegati al fenomeno. Preoccupazione basilare e fondamentale deve essere quella di prevenire gli abusi e offrire tempestività di intervento con l'assistenza psicologica e legale per le giovani vittime e per le loro famiglie.Pag. 59
Per tale motivo, è indispensabile che la scuola sia resa immune da ogni rischio e diventi, invece, luogo deputato di un'azione di monitoraggio e di vigilanza continua, specifica e di base.
Su tale necessità vanno a convergere le linee di indirizzo di tutte le mozioni presentate. In realtà, la scuola rappresenta, nel contesto di azione sul territorio nazionale, uno dei luoghi dove le premure di prevenzione e di vigilanza continuano ad essere più disattese, se è vero che sul personale in servizio non è effettuato alcun controllo preventivo né successivo all'entrata in ruolo e se si riscontrano casi di docenti condannati per lo stesso tipo di reato, che tornano ad insegnare in altri istituti, se non addirittura nei medesimi dove hanno perpetrato gli abusi.
Ministro, la invito a riflettere sul fatto che docenti condannati per pedofilia stanno continuando ad insegnare in alcune scuole. Se vuole, le posso citare alcuni casi: un docente pugliese, uno delle Marche e uno della Campania, pur essendo stati condannati, continuano ad insegnare nelle scuole dove hanno fatto subire ai bambini queste violenze (Commenti). Inviterei i colleghi che stanno mormorando a questa riflessione - che dovrebbe coinvolgere tutta l'Assemblea - perché capisco il chiacchiericcio, ma me ne vergogno!
Credo, giustamente, così come pensa anche l'uomo della strada - il quale, mediamente, ha più buon senso della politica e, forse, anche di noi politici - che in un Paese normale certe cose non si dovrebbero neppure immaginare possibili! In Italia, invece, accadono e mai nessun Governo ha pensato di agire sul sistema scolastico per aumentare le protezioni e gli anticorpi contro il rischio della pedofilia.
Lo scorso 2 maggio ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro della pubblica istruzione, prospettando l'opportunità di avviare un'indagine conoscitiva per la comprensione, il più approfondita possibile, delle dimensioni e delle specificità del fenomeno e del rischio nel sistema scolastico. Dopo due mesi, sto ancora aspettando la risposta, che prassi e Regolamento prevedono sia prodotta entro 20 giorni!
So anche di non essere il solo, tra i colleghi parlamentari, ad attendere, su questo tema specifico, da parte del Ministero in questione, risposte a cui l'esercizio istituzionale dovrebbe obbligare in tempi ragionevoli. Invece, Ministro Bindi, il Ministro Fioroni cosa fa? Si è accorto che, nell'opinione pubblica e nei dati delle procure e degli osservatori, il livello di preoccupazione ormai da tempo, giustamente, ha oltrepassato la soglia di allarme? Si è accorto che il sistema scolastico e dell'educazione rappresenta un facile territorio di conquista, un obiettivo sensibile senza alcuna protezione, un chiaro invito per pochi malintenzionati pedofili che non esitano a vestire i panni di docenti e di personale ausiliario nelle scuole per poter, indisturbatamente, compiere i loro crimini? Da questo lato, il Ministro Fioroni solo tardivamente, dopo le ultime doverose polemiche suscitate dai recenti casi di cronaca, ha annunciato un decreto che faciliterà...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
STEFANO PEDICA. ... sospensioni e licenziamenti per i lavoratori del settore scolastico che risultino indagati o condannati per i reati collegati alla pedofilia.
Era opportuno che un simile provvedimento fosse adottato immediatamente, ma non è sufficiente né giusto occuparsi solo del sanzionamento di tali comportamenti.
Chiediamo, inoltre, al Ministro della giustizia di avviare...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Pedica.
STEFANO PEDICA. ... uno studio sull'attuazione di effettivi percorsi di terapia e recupero per i colpevoli di tali efferati delitti.
Signor Presidente, certamente devo concludere il mio intervento, ma vorrei ancora dire che doveva essere presentataPag. 60un'unica mozione: spero che vi possa essere un unico voto per tutte le mozioni - come indicato dal Ministro - e che, in questo Parlamento, prevalga non solo il chiacchiericcio, ma anche il nostro dovere, morale e politico, di dimostrare che un'unica voce contro questo crimine deve alzarsi in questo Parlamento, votando, tutti insieme, tutte le mozioni, senza escluderne alcuna, perché contro questo male...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Pedica.
STEFANO PEDICA. ... non dobbiamo arrivare a questo risultato.
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dioguardi. Ne ha facoltà.
DANIELA DIOGUARDI. Signor Presidente, in primo luogo vorrei dire che mi trovo d'accordo con la proposta di dare un segnale, proveniente dal Governo e dalla Ministra Bindi. Ci troviamo di fronte ad un reato di particolare gravità e, pertanto, ritengo che, poiché le mozioni presentate non contengono forti contrapposizioni, ma si tratta di sfumature e di interpretazioni, votare all'unanimità possa rappresentare un segnale positivo.
Come già detto dai colleghi poc'anzi, è sicuramente allarmante che il reato di pedofilia sia in aumento anche nei paesi ricchi e industrializzati. Tuttavia, l'elemento più grave, che maggiormente dovrebbe farci riflettere, è la circostanza che la percentuale più alta di tali reati avvenga all'interno della famiglia, delle scuole, delle associazioni giovanili e anche religiose, degli oratori e seminari, ossia laddove vi sono bambini. Ciò sta a significare che, luoghi che dovrebbero servire e che sono nati per la protezione e il sostegno si trasformano in inferni veri e propri.
Ritengo che ciò dovrebbe farci riflettere - vorrei scusarmi se continuo ad insistere - sul fatto che soprattutto in Italia, esiste una mistica della famiglia che rischia, purtroppo, di occultare tali violenze e tutto ciò che di negativo si cela all'interno del privato e della famiglia.
Purtroppo, esiste ancora una cultura «familista», riscontrata in alcune statistiche, delle operatrice e degli operatori dei servizi preposti alla famiglia, le quali mostrano come si tenda a posporre il benessere, gli interessi e i diritti dei componenti, donne e bambini, soprattutto, soggetti a violenza, rispetto alla salvaguardia dell'unità della famiglia. Un bene astratto viene anteposto al benessere concreto dei componenti. Pertanto, la famiglia non rappresenta un luogo salvifico, come spesso si tende a dire.
Peraltro, la ricerca e gli studi femministi evidenziano come i fenomeni di abuso e violenza nei confronti di donne e minori, sebbene, sicuramente, abbiano caratteristiche diverse, possiedono una matrice comune, consistente nel modo in cui pregiudizi e stereotipi della cultura patriarcale strutturano l'identità sessuale maschile e femminile. Altrimenti non si comprenderebbe per quale ragione, in netta prevalenza, i responsabili di tale reato appartengano al genere maschile.
Pertanto, prima di un'azione repressiva, ritengo necessaria un'attività, soprattutto di tipo preventivo, volta ad un cambiamento profondo della cultura.
Ritengo sia giunto il momento in cui, tutti insieme, dovremmo riflettere sui guasti della cultura patriarcale, se si vuole sconfiggere il reato anche di pedofilia, realmente e non solo retoricamente.
Inoltre, vi è un altro elemento. Il rapporto UNICEF e tutti gli altri rapporti affermano che, una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni e una loro valorizzazione comporterebbe anche un maggiore benessere e una maggiore tutela dei bambini. Tuttavia, ci troviamo sempre di fronte a bassissime percentuali di presenza delle donne nelle istituzioni. Anche ciò rappresenta un altro elemento di riflessione.Pag. 61
In primo luogo, è necessario cambiare la cultura. Noi, che qui rappresentiamo il Paese, dovremmo fare ciò: una grande rivoluzione culturale che valorizzi il ruolo delle donne.
L'aumento del reato si dice sia dovuto anche all'uso delle nuove tecnologie, sicuramente Internet, attraverso cui, individui senza scrupoli, hanno costruito una rete internazionale. Si parla di 162 mila siti, un florido mercato con un profitto che sembrerebbe essere di circa un miliardo di euro all'anno. In Italia, la Polizia postale lavora bene. Come già si è detto, essa è riuscita a bloccare, su tutto il territorio nazionale, l'accesso al sito tedesco incriminato di promuovere la vergognosa iniziativa della giornata dell'orgoglio pedofilo.
Tuttavia, anche in tal caso, occorre fare attenzione, evitando la caccia alle streghe.
Purtroppo in questi giorni è stato oscurato un videogame chiamato «operazione pretofilia», di carattere satirico, che non ha nulla a che fare con l'istigazione alla pedofilia. Quindi, vi prego: non utilizziamo questo argomento ancora una volta strumentalmente per altri obiettivi, che non sono sicuramente la tutela dei bambini.
Come dicevo, per questo tipo di reato ancora più rispetto agli altri, occorre un'opera di prevenzione; per tale ragione ritengo che bisogna lavorare moltissimo per la creazione di strutture sociali quali i LEA (livelli essenziali di assistenza nel sociale), al fine di avere strutture specializzate impostate su criteri di qualità omogenei su tutto il territorio nazionale e in grado di dare risposte alle famiglie e ai bambini.
Occorre arrivare all'istituzione dell'osservatorio e del garante dei diritti dell'infanzia in tempi rapidi e credo che bisogna anche copiare alcune iniziative positive che si stanno diffondendo in alcune città. Si tratta di attività interistituzionali, che coinvolgono non soltanto centri e associazioni femminili che hanno come scopo proprio quello di lottare contro l'abuso, ma anche tutte le istituzioni: esse stanno avendo risultati positivi sul territorio.
È inoltre sicuramente necessario rafforzare a livello non solo europeo, ma anche internazionale, ogni forma di collaborazione e di coordinamento possibile, sia legislativo sia investigativo, al fine di combattere tale reato.
Rispetto alla discussione che si è svolta finora, vorrei aggiungere che secondo me andrebbe fatta una valutazione seria di tutta la nostra legislazione attuale, in quanto ritengo che il problema non sia la debolezza, ma l'efficacia di questa legislazione.
In conclusione, noi del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea siamo convinti che una buona politica, ossia una politica che abbia a cuore il bene pubblico, non può non mettere al centro la cura e l'attenzione per la tutela del benessere e dei diritti dei bambini, che sono sicuramente i più indifesi e i più deboli: da essi - scusate la retorica, ma è la verità - dipende il nostro futuro, quindi un loro sviluppo sano ed equilibrato è la premessa di una società sana e più giusta (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, avevo intenzione di svolgere un brevissimo intervento in cui avrei annunciato solo che l'UDC voterà a favore di tutte le mozioni presentate, perché ci sembra doveroso, in una circostanza come questa, dare un segnale di serietà e di impegno e di accogliere la richiesta assolutamente condivisibile del Ministro Bindi.
Mi sarei limitata a queste poche parole, perché non c'era molto da aggiungere, ma devo dire - mi dispiace molto - che l'intervento della collega Dioguardi mi chiama a una doverosa risposta. Non avrei voluto farlo e mi dispiace tanto, ma l'onorevole Dioguardi ha perso forse una buona occasione per scrivere in questo momento, in questo Parlamento, una pagina positiva, bella e condivisa da tutte le forze politichePag. 62presenti. Invece, ne ha fatto un'occasione per un altro scontro ideologico: evidentemente il vizio non si può perdere neanche in momenti così seri e importanti come quello delle mozioni contro la pedofilia.
Sono dunque costretta a rispondere all'onorevole Dioguardi, perché non posso accettare che in quest'aula passi l'idea che esiste una mistica della famiglia con un familismo imperante, che sarebbe la causa di tutti i mali. Si tratta di due visioni diverse della società e della realtà, che ancora una volta risuonano in quest'aula e che non posso non stigmatizzare.
Non esiste il discorso della famiglia patriarcale, che non esiste più, ma quello della famiglia come unico e vero baluardo contro la violenza e la barbarie. Di questo ce ne dobbiamo assolutamente convincere!
Non possiamo accettare che si colga qualsiasi occasione, compreso un momento importante e solenne come questo, per condurre una battaglia ideologica contro la famiglia e quello che la famiglia significa per la stragrande maggioranza degli italiani. Mi oppongo a queste logiche perverse e voglio ricordare alla collega che mi ha preceduto che non esiste la famiglia che violenta, genera mostri ed uccide (Commenti del deputato Mantovani). Esistono delle persone, che hanno probabilmente dei problemi; esistono singole persone, che sono le stesse che possono commettere atti criminosi in famiglia o nella scuola o negli oratori, ma non esiste una generalizzazione della famiglia che uccide e genera mostri.
Ci sono singole persone che hanno dei problemi e che vanno accompagnate, punite, seguite; va fatta prevenzione, ma non è la famiglia ad essere sotto processo. Non è la famiglia che va in prigione o che costituisce la causa di tutti i mali! In un'occasione come questa, dovremmo veramente concordare su tale aspetto: non posso accettare un processo fatto in questa maniera, abbastanza rozza, perché diventa una ulteriore occasione per accusare per l'ennesima volta la famiglia e quello che essa rappresenta.
Quando si parla di evitare la caccia alle streghe, viene fuori una sorta di buonismo che è molto pericoloso. Infatti, davanti a fenomeni come questi, non bisogna affermare di voler evitare la caccia alle streghe: bisogna invocare misure a tutto campo, molto serie ed incisive. Nel caso in cui esse eventualmente colpiscano qualcosa che esula un pò dai confini ristretti della pedopornografia, è melius abundare quam deficere, visto che siamo davanti a fenomeni che tutti siamo pronti a stigmatizzare.
Non invoco la caccia alle streghe: sarebbe sbagliato e indegno per un Paese democratico. Anche in un'occasione come questa, con riferimento a tale aspetto, non si può accampare un problema ideologico, invocando, quando si parla di pedopornografia, la caccia alle streghe, perché mi sembra veramente di cattivo gusto!
Ciò detto e chiarito questo aspetto, che mi sembrava doveroso sottolineare, vorrei dire un'ultima cosa e concludere il mio intervento rapidamente: tutte queste mozioni sono venute fuori perché siamo stati tutti estremamente scandalizzati - credo tutti noi e non solo noi - dalla giornata dell'orgoglio pedofilo.
Ci siamo tutti mossi per cercare di dare al Paese, almeno da parte di quest'Assemblea, il segnale che siamo tutti profondamente scandalizzati da questo fenomeno. Questa è una giornata importante, perché il Governo ha accolto tutte le mozioni (anche questo è abbastanza raro).
Mi auguro davvero che questa battaglia, che deve essere condotta senza esclusione di colpi e senza quartiere, non sia un fuoco di paglia sollecitato dalla giornata dell'orgoglio pedofilo; siamo tutti scossi da quello che è successo, ma spero che tra qualche giorno non torni tutto nel dimenticatoio o nel silenzio e che non torneremo ad occuparci delle cose di tutti i giorni!
La pedopornografia è un fenomeno troppo grave, serio, pervasivo, invasivo, per prenderlo sotto gamba e davvero invito il Ministro Bindi ed il Governo a non abbassare la guardia dopo l'esame di queste mozioni, dopo questo momento importante.
Mi auguro davvero che vi sarà un grande «ventaglio verde» quando passeremo ai voti; dobbiamo convincerci, però,Pag. 63che la lotta alla pedopornografia, fatte le debite proporzioni e differenze, è assimilabile al terrorismo. È assimilabile a qualcosa di globale, pervasivo, che viene fuori nei momenti più strani ed impensati e che produce dei danni probabilmente maggiori di quelli prodotti dal terrorismo.
Dobbiamo essere in grado di sostenere l'azione del Governo e pretendere che lo stesso agisca, ma dobbiamo anche metterlo nelle condizioni di farlo e mi riferisco, in particolare, alla modalità temporale degli interventi: troppo spesso si interviene in ritardo. Vi sono troppi controlli, troppe verifiche, troppe difficoltà burocratiche, troppi incroci vischiosi che impediscono un intervento rapido su tale argomento. Dovremmo, quindi, varare - noi ci apprestiamo a farlo - leggi che prevedano strumenti per un intervento più incisivo e più rapido, perché sono sicura che si può e si deve fare di meglio.
Bisognerebbe poi agire nei confronti di quei Paesi, anche in Europa, che sono estremamente permissivi e che rendono vana l'azione di contrasto alla pedofilia, se passa la cultura che, tutto sommato, si può accettare un Paese europeo che non considera così drammatica la pedopornografia.
La ribellione profonda che esprimiamo in aula non può rimanere semplicemente un gesto simbolico, ma dobbiamo agire anche nei confronti di quei Paesi che, se fanno parte dell'Europa e del mondo occidentale, non si possono permettere determinati atteggiamenti e non possono varare determinate leggi.
I recenti fatti di cronaca ci hanno diviso in innocentisti e colpevolisti, ma è una cosa sbagliata. Dovremmo prevedere strumenti, lo ripeto, che ci consentano di agire, senza queste divisioni e senza che i mass media dilaghino, facendo un pessimo lavoro. Chiamo in causa anche i media, perché essi hanno rivestito un ruolo spesso negativo in tali vicende.
Le mozioni presentano un certo valore e, pertanto, dobbiamo dare loro l'importanza dovuta, ma, certamente, spero che nessuno di noi - primo fra tutti il Governo - pensi con esse di essersi messo l'anima in pace: abbiamo fatto la nostra parte, siamo stati bravi e dobbiamo procedere in questo modo.
Deve essere un impegno da mantenere nel corso dell'intera legislatura; dobbiamo metterlo comunque in cima ai nostri pensieri e alle nostre preoccupazioni [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente ed onorevoli colleghi, non mi soffermerò sui concetti e sulle affermazioni già espressi da tutti gli oratori che mi hanno preceduto, affinché anche questo appuntamento non sia solamente un fatto celebrativo di ricorrenza o di risposta al verificarsi di un fenomeno esterno.
Signor Ministro, onorevole Bindi, mi rivolgo a lei, affinché si possa già nei prossimi giorni dare un'indicazione concreta rispetto a questo impegno: non mi riferisco solo alla disponibilità a trovare una convergenza nell'espressione del voto favorevole su tutte le mozioni; è chiaro che alcune di esse presentano delle sfumature su cui si dovrebbe riflettere, ma deve essere prevalente l'impegno a sottolineare l'importanza della nostra attività.
Una delle indicazioni concrete che mi permetto di suggerire, signor Ministro, è che sia alla Camera sia al Senato vi sia già una calendarizzazione delle proposte e dei disegni di legge che giacciono nelle aule parlamentari.
Nei giorni scorsi un numero consistente di deputati e di senatori si è rivolto all'onorevole Bertinotti e al senatore Marini, Presidenti di Camera e Senato, affinché si rispondesse con iniziative concrete e si facesse un appello alla politica ed alle istituzioni, un consistente maggiore impegno al fine di dare risposte concrete a questo fenomeno, che trova due lacune sorprendenti, signor Ministro: un vuoto normativo nell'ordinamento giuridico italiano e un vuoto normativo a livello europeo.Pag. 64
Non basta, a livello europeo, il progetto Dafne, per di più realizzato in un quadro diverso - quello della violenza contro le donne ed i bambini -, che solo di rimando tocca il problema della pedofilia.
Occorre fare in modo che non si verifichi quanto accaduto in questi giorni, allorquando si sono adottate misure concrete in Italia o in alcuni Paesi dell'Unione europea, ma alcuni siti sono rimasti accesi o si riaccendono in altri Paesi dell'Unione europea (siti che, tra l'altro, all'interno dell'Unione europea sono leader nel mondo per contatti). Se esiste un'Unione europea, dobbiamo dimostrarlo anche con fatti concreti, allorquando vi è una voce debole da difendere, come quella del bambino.
Vi è un altro aspetto da sottolineare, signor Ministro: nelle iniziative legislative che dovranno essere conseguenti a questo intervento bisognerà soprattutto colpire, con ferocia, chi fa mercato di queste cose, il grande business che sta dietro tali iniziative.
I punti devono essere i seguenti: prevenire; implementare azioni di sensibilizzazione che tengano conto dello sviluppo del progresso tecnologico; realizzare azioni di formazione del corpo docente nelle scuole e di assistenza ai genitori; rafforzare le misure del codice di procedura penale per un intervento molto rapido nel caso di simili reati; avviare iniziative per l'armonizzazione delle legislazioni vigenti negli Stati membri dell'Unione europea in materia di lotta contro i reati di pedopornografia, realizzati tramite una serie di interventi; incentivare, infine, i meccanismi di cooperazione transnazionale.
Per queste ragioni, insieme ad altri parlamentari di diverse formazioni politiche, abbiamo firmato la mozione che reca la mia prima firma n. 1-00194, anche per richiamare un elemento di unità che accettiamo ben volentieri. Pertanto i colleghi Astore, Raiti, Longhi, Sanza, Lussana, Ricardo Antonio Merlo, Mazzocchi, Narducci e Zanella e chi vi parla abbiamo sottoscritto questa mozione che vuole essere un'iniziativa umanitaria finalizzata ad un goal, ad un obiettivo finale: fare in modo che si eserciti - e su questo chiediamo che il Governo si impegni - ogni azione, nei limiti del proprio mandato, affinché l'ONU riconosca i reati di pedofilia come crimine contro l'umanità, con tutte le conseguenze che ne devono assolutamente scaturire (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno è stata calendarizzata, come richiesto dal gruppo di Alleanza Nazionale, il 22 giugno, cioè il giorno prima del 23 giugno, in cui - come abbiamo detto e come sappiamo - si sono dati appuntamento su numerosi siti pedofili i pedofili di tutto il mondo, per celebrare il Boy love day, con il dichiarato intento di diffondere la cultura della pedofilia e di solidarizzare con i violentatori di bambini. Abbiamo chiesto fortemente che fosse calendarizzata la nostra mozione, Germontani ed altri n. 1-00186, proprio a ridosso di quella giornata, per dare un forte messaggio di impegno, da parte nostra, contro un crimine, quello della pedofilia, tanto aberrante quanto, purtroppo, terribilmente diffuso.
Oggi ci troviamo in questa sede e prendiamo atto, con grande soddisfazione, che il Ministro della famiglia, onorevole Bindi, abbia espresso un parere favorevole su tutte le mozioni presentate.
Credo che ciò rappresenti un invito importante per tutti noi e per tutti i gruppi parlamentari presenti in quest'aula e - come è stato ricordato nel corso di un intervento che mi ha preceduto - un momento solenne.
Per tale motivo, anch'io sono d'accordo sul fatto che quello di oggi non sia il momento per attacchi ideologici: vi sono profonde differenze in quest'aula sull'importanza e sul valore dell'istituto della famiglia, come ha ricordato nel corso del suo intervento - ed io concordo pienamente - l'onorevole Capitanio Santolini.Pag. 65Ma non è questo il momento per attaccare la famiglia; piuttosto, è il momento, a mio giudizio, per rafforzare il valore della famiglia proprio come nucleo fondamentale della società e come luogo in cui i bambini trovano e devono trovare la loro protezione.
Per tale motivo tra gli impegni che chiediamo al Governo vi è anche una forte assunzione di responsabilità sulla cosiddetta violenza assistita, cioè la violenza alla quale assistono i bambini quando sono all'interno delle pareti domestiche, per esempio nei confronti della loro mamma o di un fratellino, come vittime di atti di violenza, oppure quando in televisione o in altre circostanze il minore non è vittima diretta, ma subisce, anche psicologicamente, scene di violenza.
Occorre allora - lo chiediamo nella nostra mozione come impegno al Governo - adottare ogni iniziativa valida per garantire la sicurezza e l'incolumità dei bambini e degli adolescenti, perfino all'interno delle istituzioni scolastiche.
Certamente, riteniamo di dover prendere le distanze da due atteggiamenti culturali opposti nei confronti della pedofilia. Esiste - è vero - una caccia alle streghe. Però, l'altro atteggiamento sul quale crediamo che si debbano prendere le distanze è quello snobistico, ossia una sorta di tollerantismo che si schiera a difesa della libertà sessuale, anche nei casi dei crimini più indicibili o che pretende di fare tendenziosi distinguo fra coloro che consumano i bambini e coloro che consumano le immagini dei bambini. E allora, mentre anch'io voglio ringraziare la polizia postale ed il servizio nazionale di coordinamento per la lotta contro la criminalità su Internet della Svizzera che si sono fortemente attivati per bloccare il sito pedofilo italiano e tutti i siti pro-pedofili presenti nel principato di Liechtenstein, a nome del mio gruppo, con questa mozione chiedo al Governo di sostenere lo sforzo affrontato dalle forze dell'ordine nel contrasto alla pedofilia, dotandole degli strumenti più innovativi e all'avanguardia per contrastare la pedofilia on line.
Inoltre, con la legge 20 marzo 2003, n. 77, l'Italia si è assunta l'impegno di istituire il Garante nazionale dei diritti dell'infanzia, impegno al quale non ha ancora adempiuto. Il garante è già stato istituito in molti Paesi ed anche in alcune regioni italiane. Pertanto, chiediamo la calendarizzazione e la pronta approvazione delle proposte di legge volte a istituire la figura del garante dell'infanzia; chiediamo che sia riattivato al più presto l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza; chiediamo che funzioni il Comitato Ciclope, che è stato istituito dopo un lungo lavoro da parte di 12 ministeri - tra cui il capofila è il Ministero per le pari opportunità - nella scorsa legislatura; inoltre, chiediamo che il Governo ratifichi la Convenzione del Consiglio d'Europa sul cyber crime, di cui l'Italia è tra i sottoscrittori.
L'obiettivo cardine della Convenzione, infatti, è la promozione di una politica comune che tuteli la società dai crimini informatici, adottando una legislazione appropriata, realizzando una fruttuosa cooperazione a livello internazionale.
Vorrei anche sottolineare che è inquietante, come è stato evidenziato dal coordinamento di 23 associazioni cattoliche per la comunicazione, che solo in Italia vi sia stata una grande mobilitazione e siano state poste in atto iniziative volte a contrastare il Boy love day. Nel resto del mondo, come anche nel resto d'Europa, nessuno ha protestato per questa giornata che, da undici anni, viene celebrata a livello internazionale e il sito promotore dell'iniziativa, oscurato in Italia, all'estero ha continuato ad essere visibile. Ciò dovrebbe farci riflettere.
La lotta alla pedofilia, dunque, parte innanzitutto da una battaglia che è anche culturale ed educativa. È di tutta evidenza che il permissivismo estremo, la tolleranza e l'eccessiva indulgenza rispetto ad ogni tipo di comportamento portano a simili degenerazioni. Basti pensare che in Italia, nel solo 2006, si è registrato un aumento del 30 per cento dei casi di abuso sessuale sui minori rispetto agli anni precedenti, in particolare in regioni come la Lombardia,Pag. 66il Veneto, il Lazio e la Campania. Allora, facciamo e facciamo subito! Soprattutto occorre concepire una legislazione più intransigente, in grado di individuare i responsabili, di reprimere tale fenomeno e comminare pene e sanzioni severe, applicando, soprattutto e fino in fondo, la normativa vigente.
Non c'è più spazio per le sole denunce di un fenomeno che tutti siamo concordi nel definire odioso. Come classe politica dobbiamo dare prova di adeguati comportamenti, fornendo risposte ai cittadini e alle famiglie. Occorre quindi una convergenza politica di tutti i gruppi parlamentari per intervenire in difesa dei bambini. Per questo motivo deve essere superata la fase emotiva delle nostre reazioni e deve essere garantita la certezza della pena, individuando gli strumenti giuridici più efficaci. Alleanza Nazionale è sempre stata - ed è - fortemente impegnata su questo fronte. Abbiamo presentato mozioni e proposte di legge alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo. Abbiamo proposto iniziative nelle piazze, con mobilitazione dei cittadini. Crediamo fermamente che sia indispensabile un'azione che coinvolga tutte le forze politiche per la tutela della dignità dei minori e la serenità dei rapporti all'interno della società.
Per questo motivo voteremo le mozioni presentate dai gruppi parlamentari della Casa delle Libertà. Apprezziamo, in particolare, le mozioni della maggioranza che chiedono l'introduzione della fattispecie penale della istigazione alla pedofilia e l'esercizio di ogni azione affinché l'ONU riconosca il reato di pedofilia come crimine contro l'umanità. Vogliamo anche votare a favore di tutte le mozioni di tutti gli altri gruppi parlamentari, al di là delle differenze, perché riteniamo che sia indispensabile un forte allarme, un forte appello e un fronte comune da parte del Parlamento contro questo odioso reato (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, signor Ministro, ritengo che la giornata odierna ci abbia fatto rendere conto di quanto il Parlamento sia unito nella lotta alla pedofilia. Con tutte le differenze ideologiche - come sapete, appartengo al gruppo dei Popolari-Udeur, un partito che crede fortemente nel ruolo della famiglia - devo dire che vi è un senso comune nel voler lottare contro il terribile crimine della pedofilia.
Ciò che deve farci riflettere, mi rifaccio agli interventi dei colleghi che mi hanno preceduta, è che non si tratta soltanto di una reazione alla terribile giornata dell'orgoglio pedofilo, ma vi è veramente la coscienza, da parte di tutti, del fatto che la pedofilia, anche secondo i dati forniti dall'Eurispes e da Telefono Azzurro, è un fenomeno in aumento, che si deve contrastare in maniera netta e forte attuando le leggi esistenti, ma anche pensando a nuove normative nazionali ed internazionali in grado di affrontare tale drammatico problema. Occorre riflettere, infatti, che soltanto nel 2006, sempre secondo l'Eurispes e Telefono Azzurro, un bambino su quattro si è imbattuto sul web in immagini fortemente nocive per lui, mentre il 20,5 per cento è stato molestato nelle chat da persone adulte. Inoltre, osservando i dati forniti dal Ministero di giustizia e dal Dipartimento anticrimine sui reati commessi durante l'anno appena trascorso, emerge che in Italia si sono registrati ben il 30 per cento di casi in più di abuso sessuale sui bambini rispetto agli anni precedenti. Purtroppo, occorre fare un'ulteriore riflessione: l'età dei bambini vittime di abuso si è notevolmente abbassata e addirittura si va da zero a cinque anni.
Ciò che proprio oggi è emerso da un forum organizzato da Dire è che i bambini scomparsi stanno aumentando sempre più e moltissimi sono vittime di incontri in Internet. Ricordo inoltre che nel primo trimestre 2006 i siti collettivi o individuali pro-pedofilia hanno avuto un incremento del ben 300 per cento e non bisogna dimenticare che un sito pedopornografico,Pag. 67se ritenuto di buona qualità, produce un introito giornaliero di almeno 90 mila euro.
I dati che ho esposto ci fanno rendere conto della drammaticità della situazione e della necessità della famiglia, di cui a questo punto rivendico il grande ruolo. I bambini iniziano a navigare in Internet prestissimo, troppe volte da soli o con poco controllo da parte dei genitori. Il valore della famiglia è ineliminabile ed insostituibile, nel controllare e prevenire questi fenomeni. Molte volte, infatti, i bambini, proprio navigando da soli, sono agganciati dai pedofili tramite le chat. Ci deve essere, pertanto, un impegno per cercare di aiutare le famiglie a svolgere appieno il proprio ruolo.
Lo scenario delle nuove tecnologie è certamente il risultato del ruolo che stanno svolgendo i media nell'ambito della società. Internet e i nuovi media possono essere senz'altro un veicolo di crescita, ma anche, come ho già detto, uno strumento estremamente pericoloso. Proprio in occasione della giornata dell'orgoglio pedofilo ho ricordato il grande ruolo che sta svolgendo la polizia postale per sgominare questo terribile traffico in Internet e per cercare di oscurare il più alto numero possibile di siti pedo-pornografici. Bisogna cercare di incrementare il più possibile le risorse della polizia postale. Tuttavia, non è sufficiente un intervento solamente nazionale, ma è importante, oltre ad attuare e migliorare la normativa nazionale, assumere un impegno forte - e mi rivolgo a lei, signor Ministro - a livello internazionale, perché purtroppo questo fenomeno, lo sappiamo tutti, non si combatte solamente a livello nazionale, ma con un accordo internazionale. Vorrei ricordare, ad esempio, che proprio il sito di cui stiamo parlando è nato in Germania. La Commissione parlamentare per l'infanzia, di cui faccio parte, fin dalla sua istituzione si è fortemente impegnata in tal senso; se ci saranno ulteriori accordi internazionali, certamente si riuscirà a combattere questo terribile dramma che sta attraversando non solo il nostro Paese. Si tratta anche di prendere sempre maggior coscienza, tutti, della gravità di questo fenomeno, perché se lo si vuole veramente combattere non lo si può fare con l'indifferenza, ma con una presa di posizione forte a tutti livelli, così come è avvenuto oggi in Parlamento, in altri termini: a livello nazionale, degli enti locali, delle associazioni, perché solamente in questo modo si può cercare di combatterlo.
Riteniamo inoltre che sia importante una normativa che colpisca anche l'istigazione alla pedofilia e alla diffusione di materiale pedo-pornografico. Per tale motivo, ritengo che tutte le mozioni che sono state presentate possano rappresentare realmente un punto importante di partenza per un'azione comune, in sintonia con il Governo, per far sì che questo fenomeno diminuisca sempre di più nel nostro Paese e perché si formi la coscienza, nella scuola, nella famiglia e in tutte le istituzioni, di doverlo combattere, in modo efficace e concreto, a tutti livelli.
Noi Popolari-Udeur voteremo a favore di tutte le mozioni presentate, perché ha un grande significato il fatto che oggi l'intero Parlamento sia unito in una lotta grande, grandissima, alla pedo-pornografia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ritengo estremamente importante che il Parlamento oggi dia un segnale forte e deciso contro la pedofilia, e di decisa condanna, nonché disappunto e indignazione nei confronti di iniziative come quella della giornata dell'orgoglio pedofilo. A proposito...
PRESIDENTE. Onorevole Pellegrino, io ho dato la parola al deputato Grillini. Vi è stato un misunderstanding. Prego, onorevole Grillini, ha facoltà di intervenire. Successivamente darò la parola a lei, onorevole Pellegrino.
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, per fortuna c'è tempo per tutti!Pag. 68
Vorrei fare due premesse: la prima è che io ho sottoscritto la mozione di Meter contro la giornata del Boy Love Day (poi vedremo quanti sono i parlamentari che l'hanno sottoscritta); la seconda è che ritengo la pedofilia una delle più gravi violazioni della libertà personale e sessuale dei minori.
Ciò premesso, devo dire onestamente che questo dibattito non mi piace molto, come non mi piacciono le mozioni presentate, perché ritengo che, anche se non tutte, abbiano una carenza di fondo. Anzitutto non si può identificare la questione pedofilia solo con Internet. Internet è un problema rilevante, ma vi sono gli strumenti per combattere il crimine all'interno della rete. Abbiamo un apparato legislativo che è giudicato tra i migliori del mondo, da questo punto di vista: il problema è quello di adeguare i mezzi a disposizione delle Forze dell'ordine e in particolare quelli della polizia postale, affinché possano svolgere il loro compito. Chi conosce la tecnologia e qualcosa del funzionamento della rete, sa bene che su Internet è possibile intervenire; vi sono i file lock, si lasciano le tracce e con i controlli incrociati, ad esempio dell'uso delle carte di credito, è possibile scoprire chi utilizza questi siti.
Nella scorsa legislatura vi fu un dibattito molto lungo e approfondito sul tema. Ricordo, ad esempio, l'audizione in Commissione giustizia della polizia postale che seguimmo in due, perché molti colleghi dissero che non capivano nulla di tecnologia, quindi non vi parteciparono, mentre altri erano assenti ingiustificati, dunque, ripeto, eravamo in due a discutere con le Forze dell'ordine. Dall'audizione emerse che il 75 per cento dei siti pedopornografici sono negli Stati Uniti. Personalmente ero convinto che fossero nei paesi dell'Est, considerato ciò che è successo, l'anarchia e le difficoltà di controllo che vi sono. E invece no: sono negli Stati Uniti e sono accessibili a pagamento. Chi vi entra, con la carta di credito compra schifezze e porcherie da siti degli Stati Uniti.
Era ovvio ed è tuttora ovvio che una battaglia efficace, da questo punto di vista, non può che essere condotta sul piano internazionale, con accordi internazionali. Ad esempio, perché quando Bush viene in visita in Italia, non gli si chiede di combattere il 75 per cento dei siti pedopornografici che sono negli Stati Uniti e ai quali si accede con le carte di credito delle banche americane (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)? È così difficile presentare una richiesta di questo tipo a George «Dabliù» Bush? (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Oppure il dio danaro, che è il vero dio a cui si genuflettono molte persone oggi, è così forte ormai rispetto ad altri dei, che è impossibile chiedere al Presidente degli Stati Uniti di intervenire sulle banche americane per stroncare questo schifoso mercato?
Perché non ci diciamo la verità su questo mercato, su tale vicenda e sulla questione pedofilia? La verità è che, ad esempio, la maggior parte dei reati di pedofilia - perché di reati si tratta, in quanto sono stupri - avviene all'interno della famiglia tradizionale. Questo dato non è contestabile, è sotto gli occhi di tutti!
Nelle mozioni non lo si sottolinea con sufficiente forza, né si sottolineano le proposte di intervento e di prevenzione da questo punto di vista. Cara Capitanio Santolini, sostenere che la maggior parte degli stupri sui bambini - perché di stupri si tratta, non di fotografie - avviene nelle famiglie non significa criminalizzare la famiglia. È come sostenere che il fenomeno della pedofilia dei preti cattolici è gravissimo: in Italia, infatti, si registra un caso la settimana, e mi chiedo perché nessuna, - sottolineo, nessuna - mozione presentata in Parlamento affronta il fenomeno della pedofilia dei preti cattolici. A meno che qualcuno...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCO GRILLINI. Mi scusi signor Presidente, perché ho cinque minuti a disposizione mentre gli altri colleghi ne hanno avuti dieci?
Pag. 69PRESIDENTE. Perché il suo gruppo ha esaurito il tempo.
FRANCO GRILLINI. Non è esaurito il tempo, in quanto non siamo intervenuti. Il tempo non è esaurito, signor Presidente. Capisco che sto dicendo cose che possono dar fastidio.
PRESIDENTE. Si figuri se la Presidenza fa delle censure, onorevole Grillini.
FRANCO GRILLINI. Il nostro gruppo non è intervenuto, signor Presidente, e quindi era impossibile esaurire il tempo.
PRESIDENTE. Prosegua.
FRANCO GRILLINI. Il problema è quello degli stupri in famiglia che rimangono sostanzialmente impuniti. L'ho ricordato disperatamente quando, nella scorsa legislatura, se ne è discusso in Commissione giustizia - di cui faccio parte - e si sono proposte misure di intervento. Vorrei capire quali siano queste misure. Chiesi all'allora presidente della Commissione - che può darne testimonianza - di avere i dati dei processi sulle violenze ai minori in ambito familiare, lo chiesi ripetutamente. È impossibile avere tali dati! Se nella famiglia si registra un morto donna ogni due giorni, ciò non significa criminalizzare la famiglia ma affermare la verità. In Spagna il premier Zapatero ha posto come secondo punto del suo programma di governo la lotta al maschilismo criminale. Questo è il secondo punto del programma di un Governo composto per metà di donne. In Italia non si parla mai di una famiglia dominata dal maschilismo. Cari amici della destra, cari amici, anche clericali, della destra, perché non parliamo anche del maschilismo? Cara collega Capitanio Santolini, se qualcuno sostiene che la famiglia italiana è dominata dal maschilismo fa un discorso contro la famiglia o afferma una sacrosanta verità, su cui bisogna intervenire?
Parlando del Boy love day si è utilizzata una parola che non si doveva utilizzare: tutto questo allarme per un sito tedesco? La collega Germontani si è chiesta come mai si è verificato un tale allarme solo in Italia. Mi chiedo se siamo sicuri che l'allarmismo fatto non abbia finito per fare pubblicità a quell'unico sito tedesco su 36 miliardi di siti della rete. Allora, perché il nostro Ministro degli affari esteri non si è rivolto al Governo tedesco chiedendogli di oscurare tale sito? Non abbiamo relazioni con la Germania, non ci riusciamo a parlare, forse? Mi indicate in quale Paese si è svolta una manifestazione a causa di questo sito tedesco? In nessuno! Allora, quando si utilizza la parola orgoglio, che in quel sito non è presente, da parte di qualcuno si fa una sottile operazione razzista di sovrapposizione, con un'altra manifestazione, che è antipedofila, tra l'altro, perché è sulla libertà sessuale, ovvero l'orgoglio omosessuale.
Ciò l'ha fatto esplicitamente - non in aula, perché nessuno ha avuto la faccia tosta di fare una cosa del genere, ma in televisione - cari Capitanio Santolini e Volontè, Buttiglione in un telegiornale di prima serata, alla fine di un vergognoso servizio su questa materia, molto tendenzioso. Buttiglione, infatti, ha rivolto un appello alle organizzazioni omosessuali affinché condannino la pedofilia, ma noi l'abbiamo sempre condannata perché siamo vittime delle discriminazioni e delle violenze, esattamente come i bambini! Allora, è vergognoso effettuare queste operazioni tendenziose. Vi chiedo, dunque, di cancellare da queste mozioni la parola orgoglio perché in quel sito di delinquenti questa parola non c'è e non c'entra nulla con il discorso che stiamo facendo in questo momento.
In conclusione, vorrei fare una proposta in ordine al problema della pedofilia dei preti, che è un problema rilevante. Mi domando: vi è una legge, approvata in applicazione di una legge quadro europea che stabilisce che bisogna considerare bambino chiunque ha meno di diciotto anni?
Si deve raggiungere un accordo. Avevo proposto con un ordine del giorno - dichiarato inammissibile dalla Presidenza della Camera della scorsa legislatura - unPag. 70accordo tra lo Stato italiano e la Santa Sede per prevenire tali fatti: è necessario, ad esempio, che i sacerdoti non rivolgano domande sessuali in confessionale a minori di diciotto anni. È semplice: è la legge italiana. Vogliamo sapere se siete d'accordo con la proposta.
Infine, affronto un'ultima questione riguardante le scuole. Ricordo un fatto personale che posso, pertanto, riferire senza fare illazioni. Quando avevo otto anni, durante la mia prima confessione, il prete mi chiese se mi toccavo: non sapevo che cosa volesse dire, pur essendo un bambino sveglio, non uno stupido. Dobbiamo insegnare ai bambini a difendersi, come avviene in Svezia, in Danimarca, in Norvegia, in Germania, in Inghilterra: bisogna insegnare l'educazione sessuale nelle scuole, spiegare ai ragazzi cosa vuol dire il sesso, combattere la sessuofobia e non alzare cortine fumogene che hanno il solo scopo di distogliere l'attenzione dalla verità e dalla realtà (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani, La Rosa nel Pugno e Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Onorevole Grillini, la Presidenza si scusa: vi era stato un errore sul conteggio dei tempi a disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ritengo estremamente importante che oggi il Parlamento stia dando un forte e deciso segnale contro la pedofilia, di condanna, disappunto e indignazione nei confronti di iniziative come quella della «giornata dell'orgoglio pedofilo», a proposito della quale colgo l'occasione per complimentarmi con la polizia postale, che si è attivata immediatamente, oscurando i siti che facevano riferimento a tale vergognosa iniziativa.
Compiamo tutti uno sforzo per superare qualsiasi posizione ideologica! Negli ultimi anni abbiamo assistito, nel mondo occidentale, ad un pericoloso incremento del fenomeno della pedofilia, sia in ambito extrafamiliare, sia in ambito intrafamiliare. Con l'avvento di Internet, purtroppo, vi è stata una nuova dimensione organizzata della pedofilia che, grazie al Web, ha posto in connessione tra loro pedofili di tutto il mondo.
Nel nostro Paese, l'impegno contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori è stato ed è, senza dubbio, importante e ci ha consentito di dotarci di una legislazione complessivamente tra le migliori a livello europeo. Agli indispensabili e urgenti interventi repressivi per contrastare con efficacia il fenomeno della violenza sui minori è importante affiancare il contributo di tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti: mi riferisco alle istituzioni, ai mass media, alle associazioni, alle famiglie e alla consapevolezza della società civile. La natura transnazionale delle organizzazioni di pedofili impone, quindi, l'attivazione di una rete di contatti operativi tra le forze di polizia di tutto il mondo, per scambi di informazioni in tempo reale.
La pedofilia, prima ancora di estrinsecarsi in un atto delittuoso, è soprattutto un disturbo della sfera sessuale, con un rilievo dal punto di vista psichiatrico: in ambito medico sono stati elaborati diversi modelli trattamentali. A tale proposito, sarebbe opportuno anche verificare la validità scientifica dei diversi trattamenti proposti.
Preciso, inoltre, così come specificato dal Ministro, che i trattamenti terapeutici citati nella nostra mozione si riferiscono agli approcci psicoterapeutici, ferma restando una posizione decisamente intransigente dal punto di vista del rilievo penale: chiediamo, quindi, condanne ferme e decise per coloro che commettono reati di pedofilia.
Accolgo la riformulazione proposta dal Ministro, in riferimento all'istituzione di un'Agenzia apposita. L'auspicio, quindi, è quello di rafforzare il coordinamento tra le varie istituzioni, al fine di consentire un costante monitoraggio quantitativo e qualitativo,Pag. 71attraverso studi specialistici ed un'azione di ricerca e di collegamento con organismi investigativi italiani ed esteri. Questo coordinamento tra i vari soggetti ha un'azione di raccordo anche tra le diverse associazioni che si occupano di pedofilia: in Italia ve ne sono molte che, quotidianamente, operano con tanti giovani volontari.
È importante, però, attivare anche un sistema di coordinamento tra le varie realtà associazionistiche ed un monitoraggio nei confronti dei tanti progetti esistenti in Italia che mirano appunto a contrastare il fenomeno della pedofilia.
Con il voto sulle diverse mozioni, l'Assemblea deve dare un segnale univoco di condanna alla pedofilia, chiedendo al Governo di mantenere sempre alta l'azione di contrasto e di prevenzione.
Nello spirito di dare proprio quel segnale di forza contro uno dei reati più gravi, in quanto esercitato sulla parte più debole ed indifesa della nostra società, cioè i bambini, il gruppo dei Verdi voterà a favore di tutte le mozioni in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ritengo estremamente utile e positiva la discussione che stiamo svolgendo in quest'aula su una problematica così grave e così seria, come quella del contrasto doveroso alla pedofilia e alla pedopornografia per mezzo di Internet.
Questo dibattito è importante - lo dico soprattutto a lei signor Ministro - perché dobbiamo mantenere alta la soglia di attenzione di tutte le istituzioni, in modo particolare del Parlamento, e di tutti i soggetti che operano molte volte egregiamente - è stata ricordata la polizia postale - nel contrasto di questa aberrante forma di violenza nei confronti dei bambini.
Un dibattito come questo è importante, inoltre, per fare una verifica sugli strumenti a nostra disposizione per contrastare i fenomeni della pedofilia e della pedopornografia.
Nel corso della passata legislatura, nel 2006, è stata approvata una buona legge trasversale, che ha previsto un inasprimento delle pene. È vero, infatti, che il pedofilo deve essere aiutato e che deve ricevere assistenza sanitaria, ma forse - lo dico signor Ministro - non dovrebbe ricevere solo un aiuto psicologico, ma anche un'assistenza di tipo farmacologico. Parlare di castrazione chimica per i pedofili, infatti, non deve essere un tabù, perché viene applicata in molti altri Paesi europei.
Forse anche in Italia, quindi, potrebbe essere un deterrente utile per certi tipi di soggetti. Chiaramente non andrebbe applicata in tutti i casi e dovrebbe essere supportata da un attento esame psicologico del soggetto ed abbinata ad una terapia psichiatrica o, comunque, psicologica.
È il momento, quindi, per fare il punto sulla strumentazione a nostra disposizione per contrastare questo fenomeno. Ho citato prima la legge n. 38 del 2006 e, giustamente, lei, signor Ministro, ha detto che non vi è la necessità di un'agenzia nazionale, poiché esiste già un osservatorio.
È bene che l'osservatorio o lei, signor Ministro, riferiate al Parlamento i dati e i frutti prodotti dalla citata legge, che - ripeto - prevede un inasprimento delle pene, nuovi reati, sanzioni per il turismo sessuale. Si tratta di concetti assolutamente innovativi.
È opportuno, quindi, svolgere una verifica per capire dove è necessario intervenire per contrastare più efficacemente il fenomeno della pedopornografia e della pedofilia. Vorrei dire, però, che questa discussione nasce anche dall'indignazione che noi tutti abbiamo avuto in merito - e rispondo all'onorevole Grillini - alla ricorrenza, chiamiamola così, della giornata dell'orgoglio pedofilo, cosiddetto Boy love day.
Ci siamo indignati oggi rispetto al 23 giugno 2007, ma avremmo potuto indignarci anche negli otto anni precedenti, perché questa ignobile giornata che si celebra a livello mondiale, onorevole Grillini, anche se pubblicizzata su un solo sito tedesco,Pag. 72è una vergogna! Nessun sito dovrebbe a livello mondiale pubblicizzare l'abuso sessuale nei confronti dei bambini!
Dovremmo essere indignati da otto anni nei confronti di chi, via Internet, diffonde o legittima culturalmente la violenza sessuale nei confronti dei bambini e il sesso con gli stessi come una forma di amore libero.
Signor Ministro, onorevole Grillini, è vero che, purtroppo, i fenomeni di violenza nei confronti dei bambini sono presenti nelle famiglie e negli ambienti che lei ha citato, però non si tratta solo di un problema, onorevole Grillini, degli eterosessuali. Potremmo anche aprire un fronte per quanto riguarda l'omosessualità, gli omosessuali.
Non nascondiamoci! Siamo disponibili ad un confronto serio sui luoghi dove, purtroppo, tante volte si verificano gli abusi sessuali a danno dei bambini, ma la pedofilia è anche altro rispetto alla violenza sessuale. La pedofilia è anche un movimento culturale che legittima - lo ripeto - il sesso con i bambini come una forma di libertà, onorevole Grillini!
Tante volte, in questa Assemblea - lo dico anche ai colleghi della sinistra - ideologicamente ci siamo scontrati contro ciò che, secondo noi, si presenta come l'avanzare di un relativismo che cancella valori fondamentali che, invece, dovrebbero essere sempre considerati come faro, come punto di riferimento.
Tante volte abbiamo raccomandato che si facesse attenzione alla libertà estrema, a non estremizzare quello che voi chiamate il «libero amore».
DANIELE FARINA. Ma che stai dicendo?
CAROLINA LUSSANA. Perché vede, onorevole Grillini, su questi siti si vuol far rientrare la pedofilia in una forma di orientamento sessuale: questo si afferma, onorevole Grillini. Si afferma che la pedofilia può essere considerata uno stato di diritto perché non è direttamente collegata a una violenza fisica.
I pedofili promotori dell'orgoglio pedofilo si difendono, dicono di amare i bambini, di non essere violentatori di bambini.
Allora, onorevole Grillini, se vogliamo affrontare il fenomeno e punirlo severamente, dobbiamo anche avere il coraggio di dire ciò.
È aberrante, signor Ministro, consentire che vi siano movimenti culturali che si muovono in tale direzione. Ed è vero che bisogna agire maggiormente, anche a livello internazionale: dovrebbe agire lei, dovrebbe agire il Presidente del Consiglio Prodi, affinché in sede internazionale vi sia una condanna seria contro tale tipo di atteggiamento.
Non è possibile che, purtroppo, vi sia chi inneggia alla pedofilia, ritenendola una forma di amore o di solidarietà.
Ci stiamo impegnando a livello internazionale, onorevole Ministro, per la moratoria contro la tortura: impegnamoci seriamente per la lotta contro la pedofilia!
Vorrei ricordare, ad esempio, che purtroppo in Olanda esiste il partito dei pedofili. E come lo chiamano questo partito? Il partito dell'amore per il prossimo, della libertà e della diversità! E purtroppo abbiamo anche il tribunale dell'Aja che ha ritenuto legittimo il partito dei pedofili, facendolo rientrare nella libertà di associazione e riunione, come espressione di una società democratica, e ha affermato che saranno poi gli elettori a valutare. Ebbene no, io ritengo che vi sia un limite alla libertà, al libero amore, alla libera espressione della propria sessualità, e il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti fondamentali e inviolabili della persona, del diritto fondamentale del fanciullo a non subire, appunto, abusi. Con coraggio dobbiamo ribadire ciò!
Nella passata legislatura il Ministro Castelli condusse una battaglia in sede europea, perché volevano legittimare la «dose minima di pedopornografia», chiamiamola così. Come a dire: «va bene, se sei in possesso di materiale pedopornografico e ne fai un uso personale, lasciamo correre». Invece dobbiamo contrastare atteggiamenti culturali di questo genere. Occorre assolutamente un principio di tolleranza zero. Ecco perché nella nostra mozione abbiamo ribadito la necessità diPag. 73approvare un'iniziativa legislativa - se ne faccia promotore lei, signor Ministro; io ho presentato da tempo una proposta di legge in tal senso - per prevedere l'inserimento, nel nostro codice penale, del reato di apologia della pedofilia, perché dobbiamo contrastare il fenomeno prima che nasca, prima che si verifichi l'abuso del bambino: ciò è fondamentale, è importante.
Lei signor Ministro, in sede di discussione sulle linee generali, si era espressa favorevolmente. Mi rivolgo anche ai colleghi: oggi certamente è una giornata importante, siamo tutti indignati, ma è inutile se ci troviamo qui, ognuno a fare il proprio «compitino», a preoccuparci della nostra visibilità, a lavarci la coscienza.
Se vogliamo contrastare tale fenomeno agiamo, vi sono i mezzi per farlo, soprattutto quello di dotarci di uno strumento legislativo corretto, appropriato, che possa contrastare questo fenomeno e che possa impedire che vi siano siti - e in ipotesi, un giorno, manifesti o volantini - che affermano:«che bello il sesso con i bambini, è una forma di amore»!
Ci ricordiamo quella lettera del pedofilo scritta al bambino, in cui si sostiene che la pedofilia nasce da lontano, risale alla cultura greca, alla cultura classica, mentre - si sostiene - sono le sovrastrutture, la famiglia, i genitori, la scuola che, invece, la rendono un reato. Ma non è così!
Allora, poiché ci troviamo di fronte a queste pericolosissime derive a livello europeo, e il partito dei pedofili in Olanda ne è un esempio, una vergogna ed uno scandalo, partiamo dall'Italia! Partiamo da tale ambito: sottopongo all'attenzione dei colleghi una proposta che potremmo approvare in brevissimo tempo - anche prima della chiusura estiva dei lavori del Parlamento, oppure come primo impegno, a settembre - che consiste nell'istituzione - con un provvedimento da approvare in Commissione in sede legislativa - all'interno del codice penale, del reato di apologia della pedofilia. Penso sia possibile approvarla, e che su tale proposta saremo tutti d'accordo.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CAROLINA LUSSANA. Altrimenti che senso avrebbe, trovarci ancora in questa sede - torno a dirlo - a lavarci le coscienze, senza agire? In quest'ultimo caso saremo responsabili di abusi commessi nei confronti dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ci troviamo di fronte a dati statistici che si rincorrono, che vengono citati, ed a ricerche e studi copiati da precedenti atti. In realtà, le commissioni si moltiplicano e proliferano gli strumenti presso la Presidenza del Consiglio ed altri organismi dello Stato, ma nulla di concreto viene realizzato.
Colgo l'occasione del presente dibattito, in cui è presente il Ministro Bindi, per chiedermi come mai il Parlamento da dieci anni si rifiuta di approvare una legge per istituire la figura del garante dei diritti dell'infanzia. È un fatto incredibile, perché, a fronte di quanto è stato affermato in questa sede in materia di possibile prevenzione, di intervento e di repressione, ritengo che non occorrano mille autorità, né una frantumazione dei possibili interventi, e che invece ci sia bisogno di un organo, che non sia un notaio e non operi nella passività, ma che abbia l'autorità d'intervento diretto ed anche presso le altre istituzioni, ove queste ultime non assolvano ai loro compiti istituzionali per quanto riguarda la lotta alla pedofilia o alla violenza nei confronti minori.
Anche in tale contesto si sono realizzate molte statistiche, ricopiate da quelle adoperate in precedenti dibattiti - ho fatto parte della Commissione parlamentare per l'infanzia ed anche in quella sede abbiamo avuto a disposizione tanta carta, audizioni, rapporti dell'UNICEF - e credo che tutti conosciamo i dati nonché la gravità della situazione.Pag. 74
Sono state avanzate, inoltre, alcune buone proposte, e certamente quella dell'istituzione del reato di apologia di pedofilia deve considerarsi una proposta di buonsenso; lo stesso dicasi per il sostegno ad una mozione proposta da un'altra parte politica, concernente una battaglia all'ONU affinché il reato di pedofilia sia considerato come un crimine contro l'umanità. Siamo, quindi, di fronte a molte proposte ma se manca un'autorità che agisca su un indirizzo conferito dal Parlamento, per intervenire concretamente su tali fatti e prevenirli, credo che continueremo questi dibattiti anche nei prossimi anni - come affermava la collega - per mettere a posto la nostra coscienza, ma tutto ciò non produrrà nulla di concreto.
Concludo chiedendo al signor Ministro la ragione - non intendo offenderla, non diventi subito astiosa - per cui il Governo e le forze politiche non si fanno promotori di una legge che ci viene richiesta dall'Europa, tramite sollecitazioni nei confronti dell'Esecutivo italiano, e che ci viene richiesta altresì dall'ONU.
Ci rivolgiamo all'ONU ed all'Europa per chiedere strumenti per combattere la pedofilia, ma sia l'ONU sia l'Unione Europea dichiarano che l'Italia è uno dei pochi Paesi che non ha l'istituto del garante dei diritti dell'infanzia (il nostro Paese continua a non averlo).
Ancora una volta sollecito anche la Presidenza della Camera - ogni partito si pronuncerà come ritiene opportuno, ma almeno sapremo chi blocca la discussione di queste proposte di legge - a sottoporre alla Conferenza dei presidenti di gruppo le proposte di legge giacenti, affinché i capigruppo decidano se devono essere calendarizzate oppure no. Sollecito il Governo, a sua volta, perché si faccia promotore almeno di una sua iniziativa presso la Presidenza della Camera e i gruppi parlamentari o che emani un suo decreto-legge. Infatti - concludo, signor Presidente - mi pare paradossale che, di fronte a tale emergenza, il Governo si rifiuti di provvedere: preferirei la via parlamentare ma, se non è praticabile, auspico che il Governo emani un decreto-legge per l'istituzione del garante dei diritti dell'infanzia.
PRESIDENTE. Poiché molti colleghi stanno rivolgendo la stessa domanda alla Presidenza, preciso che le dichiarazioni di voto terminano con il voto. Quindi, stasera, alla fine degli interventi, si svolgeranno le votazioni: come sapete bene, non si possono separare le dichiarazioni di voto dal voto stesso. Ci sono ancora colleghi che hanno chiesto di parlare e poi voteremo le mozioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, colleghi, anch'io sono francamente sconcertato dalla lettura dei dati che si riferiscono all'aumento del consumo di materiale pedopornografico, che implica naturalmente una maggiore e allarmante diffusione di questo fenomeno in tutto il mondo.
Sono preoccupato che ciò avvenga attraverso il sistema informativo di Internet, che fa assumere ad esso una dimensione planetaria e, dunque, ancora più raccapricciante. Certo le altre dimensioni in cui si esplicava il fenomeno della pedofilia, cioè quelle del turismo cosiddetto sessuale verso lidi lontani e, in particolare, verso quelli dell'Asia orientale, già avevano sensibilizzato le coscienze nel nostro Paese e, in prima fila per combatterlo, si sono trovati molto spesso uomini del nostro Paese, dell'Italia, che hanno fondato associazioni per la difesa dei bambini in quei lontani Paesi.
Si è discusso molto, anche in quest'ultimo periodo, di fenomeni di pedofilia consumati all'interno del mondo della Chiesa. Se ne è discusso sui giornali e in televisione e vi è stato un contestatissimo reportage, un documentario inglese riprodotto recentemente dalla televisione italiana, che, perfino, ha diviso le coscienze della nostra società. Mi fa piacere registrare che, finalmente, la Chiesa abbia assunto una posizione chiara di riconoscimento del fenomeno, di condanna dello stesso, traendo le conseguenze più logiche e sensate.Pag. 75
Certo, avrei un rimprovero da rivolgere a chi ha calendarizzato l'approvazione di queste mozione agli inizi del mese di luglio, visto che in esse è contenuto un aperto riferimento ad un avvenimento, quello del cosiddetto orgoglio pedofilo, che si sarebbe dovuto celebrare via Internet il 23 giugno. Se le mozioni avevano il significato di fare pressioni perché tale evento fosse scongiurato, il fatto che si discuta di esse una settimana dopo l'appuntamento previsto per il 23 giugno mi sembra la testimonianza di una nostra superficialità o il riconoscimento della nostra impotenza.
Oggi dobbiamo prendere atto del fenomeno, dobbiamo condannarlo, dobbiamo reprimerlo e dobbiamo citare le diverse leggi che sono state approvate, come alcune mozioni hanno fatto: la legge 3 agosto 1998, n. 269, la legge 6 febbraio 2006, n. 38. Ricordo che nella legislatura 1987-1992 presentai una proposta di legge per rendere reato non solo la produzione, allora si parlava semplicemente di film che contenevano atti di violenza nei confronti dei bambini, ma anche il loro consumo, cosa che allora non avveniva.
Mi riferisce adesso l'onorevole Boato - che è molto attento alle novità di carattere giuridico della Camera dei deputati - che poi si è andati in questa direzione. Mi fa piacere! Ritenevo - come ritengo oggi - che fosse un reato non soltanto produrre tali filmati, ma anche comprarli, dando la possibilità al loro mercato di svilupparsi e incentivarsi.
Certo, è necessario essere molto chiari e delimitare bene i confini, che sono immensi, tra la pedofilia e l'omosessualità. Condivido quanto detto prima dall'onorevole Grillini: la pedofilia è la negazione completa della libertà, è la sopraffazione della libertà di un minore, la sottomissione della volontà di un minore alla volontà di un maggiore.
L'omosessualità, invece, è una scelta di vita, di tendenza e, come tale, va sempre rispettata. Per questo motivo, voglio pronunciare parole di netta condanna rispetto a due manifesti che ho visto recentemente a Roma in occasione del gay pride. Il primo, parlava di orgoglio pedofilo, mentre il secondo, invitava i romani a lasciare a casa i loro bambini, perché correvano seri rischi, in quella giornata, per la manifestazione degli omosessuali. Ritengo che sia un atto di violenza inaccettabile (Applausi del deputato Guadagno detto Luxuria), soprattutto per chi ritiene che l'omosessualità, al contrario della pedofilia, sia una scelta e come tale vada rispettata, perché non implica l'esercizio di alcuna violenza nei confronti di un altro essere umano.
Desidero affermare che un conto è rispettare tutte le diversità, un altro conto è l'estremismo di chi ritiene che ogni diversità debba essere presa a modello. Mi ricorda, a volte, un certo esibizionismo, che tali diversità manifestano in alcune occasioni, un certo femminismo degli anni Settanta, quando l'estremismo femminista produceva inevitabilmente una sorta di modello a cui tutte le donne avrebbero dovuto ispirarsi.
Da laico, sostengo la necessità di rispettare e di dare diritti a tutti coloro che hanno una tendenza, sia etica, sia sessuale, da manifestare all'interno della società. Ritengo, altresì, che tutte queste tendenze debbano essere rispettate, anche dal punto di vista legislativo, oltre che dal punto di vista dell'atteggiamento di ognuno di noi. Nessuna di esse può ritenere, tuttavia - questo sì sarebbe integralismo! - di professarsi come un modello che deve andar bene per tutti. Non va bene per tutti la eterosessualità, non può andar bene per tutti l'omosessualità. Poteva andar bene per tutti un femminismo che provocava l'autoisolamento sessuale delle donne? Non credo assolutamente! Eppure, esso si prospettava eticamente come modello a metà degli anni Settanta.
Queste sono le parole chiare che volevo pronunciare nel manifestare la convinzione di separare decisamente pedofilia e omosessualità. Ho udito parole che hanno confuso i due termini, anche in questa assise, anche in occasione di questo dibattito.
Esprimo, quindi, la nostra disponibilità ad approvare tutte le mozioni che compionoPag. 76tale operazione, che distinguono su questo e che producono la necessità di operare al di là delle ideologie e delle tendenze politiche, per reprimere, nel modo più duro e più sicuro, qualsiasi fenomeno di pedofilia in Italia e nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, il dibattito in corso riguarda uno dei fenomeni che, probabilmente, nella consapevolezza dei cittadini e delle cittadine rappresenta una delle realtà più raccapriccianti e orrende che ci sconvolge ogni volta che assistiamo alla sua diffusione.
Le caratteristiche di tale fenomeno non sono così limitate come pensiamo.
L'onorevole Grillini ha fatto una serie di esempi di come questi veri e propri atti orrendi si consumano all'interno della famiglia, talvolta, sia pure in maniera limitata, nelle scuole, e negli oratori: esiste, cioè, una diffusione di tale fenomeno che è gravissima.
Diverse analisi - di cui al momento non ricordo il riferimento - sulla famiglia contadina, fatte in diverse fasi della storia universale, hanno dimostrato...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO VILLETTI. ... che fenomeni di stupro e di violenza...
PRESIDENTE. Onorevole Villetti, le ho potuto concedere solo due minuti perché il suo gruppo aveva esaurito il tempo...
ROBERTO VILLETTI. Non ne sapevo niente...
PRESIDENTE. ... quindi, la invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. Ma non ha (Commenti dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). ..
PRESIDENTE. Si tratta di un errore, le chiedo scusa, prosegua.
ROBERTO VILLETTI. Presidente Leoni, so che non lo ha fatto assolutamente apposta.
Come dicevo, questo fenomeno è stato tante volte studiato e analizzato. Pertanto, le parole dette in quest'Assemblea, da tanti colleghi, mi trovano assolutamente concorde. Dobbiamo cercare di combattere questo fenomeno e di contrastarlo. La nuova dimensione che esso ha assunto su Internet è assolutamente pericolosa; sappiamo che si tratta di un fenomeno diffuso - molto diffuso - e dovremmo anche cercare di attuare veri e propri progetti mirati, al fine di colpire i responsabili.
Onorevoli colleghi, pur essendo d'accordo su molti contenuti di tutte le mozioni, voteremo a favore soltanto su tre di esse: la mozione Pellegrino ed altri n. 1-00188, la mozione Pedrini ed altri n. 1-00194 e la mozione Dioguardi ed altri n. 1-00196, mentre ci asterremo su tutte le altre.
Vorrei spiegare all'Assemblea le ragioni del nostro voto: vi è un punto su cui dissentiamo, che riguarda il tema dell'apologia di reato. Noi Socialisti - e i Radicali insieme a noi - abbiamo addirittura promosso un referendum sull'abolizione del reato di apologia di reato e di vilipendio, perché la strada dell'apologia di reato si sa quando inizia e non si sa quando finisce! Faccio l'esempio dell'apologia del nazismo: chi la stabilisce? Il nazismo è uno dei fenomeni più orrendi e vi può essere chi scrive un libro e, in qualche modo, fa un discorso di apologia del nazismo, poi però sul piano letterario... Mi è capitato, recentemente, di leggere l'ultimo libro di Céline: dal punto di vista letterario, esso viene considerato un prodotto di grande rilievo e nessuno penserebbe di toglierlo dalla circolazione, anche se Céline è stato un collaborazionista; e ancora: apologia dello stalinismo, e vi è chi potrebbe proporrePag. 77l'apologia del comunismo nella forma sovietica; apologia della violenza o istigazione contro la bandiera, e non vi è cosa più sacra che la bandiera! Insomma, l'apologia di reato non è qualcosa che ci difende, ma è qualcosa che limita la libertà di parola.
Faccio notare che anche per quanto riguarda l'orrendo fenomeno della pedofilia...
PRESIDENTE. Onorevole Villetti, le chiedo scusa ma deve concludere. Il suo gruppo aveva esattamente esaurito il tempo, in quanto nella discussione sulle linee generali ha parlato il collega Mellano, il 22 giugno, per 12 minuti. Il tempo residuo era quello che le avevo assegnato in precedenza. Le ho concesso il doppio del tempo. Adesso deve concludere.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, mi scusi, vorrei dire solamente che ho creduto vi fosse una regola, in quanto lei stesso mi ha concesso la parola per dieci minuti e, successivamente, dopo cinque minuti, mi ha informato che il tempo a mia disposizione non era più pari a dieci minuti.
PRESIDENTE. No, le ho concesso due minuti, che adesso sono diventati sei. Non lei, ma il suo gruppo ha mosso una contestazione, affermando che non avesse parlato nessuno. Non è vero. Nella discussione sulle linee generali è intervenuto un esponente del suo gruppo.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, adesso concludo. Stavo svolgendo un ragionamento molto pacato, su una questione sulla quale ritengo tutti debbano avere sensibilità, spiegando la ragione dell'astensione.
Come è già a conoscenza dei colleghi, su tutti i casi avvenuti in cui sono stati messi sotto accusa gruppi o parlamentari su questioni riguardanti l'apologia e l'istigazione al reato, il nostro gruppo è stato nettamente contrario. Ciò rappresenta un punto fondamentale. Poiché dobbiamo efficacemente combattere la pedopornografia, una delle cose più gravi è costituita dai siti pornografici su Internet, su cui bisogna svolgere un'azione efficace.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROBERTO VILLETTI. Ho concluso. Tuttavia, bisogna stare attenti a non confondere una questione che riguarda la libertà di pensiero con la lotta, che deve essere svolta mediante un contrasto molto forte ad uno dei fenomeni più orrendi.
Pertanto, come ho già detto, voteremo a favore delle mozioni Pellegrino ed altri n. 1-00188, Pedrini ed altri n. 1-00194 e Dioguardi ed altri n. 1-00196 e ci asterremo sulle altre.
Signor Presidente, mi scusi per l'incidente relativo alla ripartizione dei tempi (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Forza Italia ritiene che il contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia debba rappresentare una priorità del Governo, perché il fenomeno ha ormai assunto i caratteri di una vera e propria piaga sociale.
Ciò è certamente dovuto alla progressiva emersione di una realtà che esisteva anche in passato, ma che non veniva alla luce con la violenza attuale, a causa di antiche vergogne, di sistemi familiari chiusi e della disattenzione complessiva da parte del sistema repressivo. In tempi più recenti e con l'avvento delle nuove tecnologie, queste turpi pratiche hanno indubbiamente trovato nuovi canali di diffusione e la possibilità di proliferare.
Il sistema della comunicazione globale, come già detto, ha fornito la possibilità di collegamenti transnazionali, prima impensabili, quindi la creazione di fatto di una rete pedofila e di pedopornografia internazionale molto difficile da contrastare. Apprendiamo e leggiamo quotidianamentePag. 78dai giornali di interventi delle forze dell'ordine e della magistratura e del contrasto a tali fenomeni. Tuttavia, si ha l'impressione netta che la gran parte del fenomeno sfugga alle maglie delle indagini e della repressione.
Nelle scorse settimane, come è stato detto, ha avuto ampio risalto la notizia che, proprio sulla rete Internet, il 23 giugno si sarebbe svolta la giornata dell'orgoglio pedofilo, il Boy love day, segnale della protervia di un movimento attivo che ritiene di poter godere dell'impunità. Non c'è dubbio che l'esaltazione del fenomeno via Internet, in qualche modo, funge da volano ad una serie di reati gravissimi, dagli abusi ripetuti sui minori sino alle torture sui bambini.
Ciò che un tempo era considerato, con troppa indifferenza sociale e culturale, il vizio solitario di pochi pervertiti, è diventato una vera e propria fabbrica di violenze inaudite in tutto il mondo e inevitabilmente sono i paesi meno fortunati del mondo e i bambini di tali paesi a pagarne il prezzo più alto.
Come è stato ricordato anche dal Ministro Bindi, nella scorsa legislatura c'è stato un impegno forte per contrastare questo fenomeno. Su iniziativa del Governo, il Parlamento è stato impegnato in un dibattito molto lungo, durato due anni nei diversi passaggi tra Camera e Senato, al quale hanno partecipato tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione con spirito assolutamente bipartisan. Voglio ricordare che io stessa fui favorevole all'individuazione di un relatore di opposizione per il provvedimento del Governo.
Il nostro Paese si è dotato di una legge capace di declinare in chiave moderna un fenomeno che è cambiato, istituendo nuove figure di reato, come quella della pedo-pornografia via Internet, del commercio e dello scambio di questo materiale. La polizia postale è stata dotata di mezzi adeguati per poter fronteggiare il fenomeno, coinvolgendo per la prima volta allo stesso tavolo i provider e l'ufficio cambi, proprio perché eravamo convinti che bisognasse entrare in quel circuito di denaro, che si instaura attraverso il pagamento con le carte di credito, per potere colpire in qualche modo i produttori di questo materiale.
È stato inoltre istituito l'osservatorio, con il compito preciso di predisporre una banca dati omogenea, capace di raccogliere tutti quei dati che oggi si fa ancora fatica ad ottenere e che devono provenire dalle questure, dai tribunali, dai servizi sociali territoriali, per potere avere una cifra chiara e completa di come sia oggi il fenomeno. È stato dato avvio al coordinamento, presso la Presidenza del Consiglio, del «Ciclope» ossia di tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte a vario titolo (erano oltre sette i ministeri interessati nel contrasto alla pedofilia ed alla pedo-pornografia) proprio per trovare assieme una strategia unitaria.
Questo è il motivo per il quale noi allora non abbiamo voluto dare seguito alle iniziative già esistenti per l'istituzione del garante dell'infanzia. Riteniamo che non è con la moltiplicazione degli organismi che si dà una risposta a questo problema. Gli organismi ci sono già, si ritrovano nelle massime sedi, perché sono all'interno della Presidenza del Consiglio: occorre piuttosto dare maggiore rigore a questi organismi, sostenerli sempre più e fornirli dei mezzi adeguati per poter potere realmente controllare questo fenomeno ed individuare di volta in volta gli strumenti nuovi necessari.
Non c'è dubbio che la notizia della giornata dell'orgoglio pedofilo via Internet in qualche modo pone il problema di aggiornare ulteriormente questa normativa perché riteniamo, onorevole Villetti, che l'apologia di reato, l'istigazione o comunque il favoreggiamento della pedofilia e cioè la creazione di quel clima non ostile a una cultura, che di fatto poi produce reati, vada sanzionata duramente.
Per tale motivo noi del gruppo di Forza Italia, ancor prima di conoscere i pareri del Governo sulle mozioni, ci siamo adoperati per tentare di ottenere un voto unitario del Parlamento, il che non vuol dire che condividiamo i contenuti di tutte le mozioni. Peraltro, questa sera il dibattito ha dato la possibilità ad alcuni parlamentariPag. 79di utilizzare il proprio tempo per rinnovare ingiustificati e ingiustificabili attacchi alla famiglia e alla Chiesa; tali provocazioni vanno del tutto respinte perché totalmente fuori luogo. Ritenevamo che fosse importante dare un segnale unitario al Paese, dimostrare che il Parlamento è capace di essere compatto su quella che non può che essere una causa che ci deve vedere tutti impegnati in prima fila e su tale argomento anche noi dell'opposizione siamo pronti ad aiutare ed a sostenere il Governo.
Ci dispiace rilevare che i dissensi, qualora vi fossero ed impedissero quindi quel voto unanime che auspicavamo, provengano proprio dai gruppi della maggioranza.
Signor Ministro, la esortiamo ad andare avanti nella lotta alla pedofilia e a non disperdere l'invito del Parlamento a trovare una via legislativa in Commissione, al fine di aggiornare rapidamente la legislazione vigente e fare modo che l'anno prossimo non si possa - e non si debba - più celebrare, almeno nel nostro Paese, almeno nei nostri computer, la giornata dell'orgoglio pedofilo.
La invitiamo ad essere presente anche in sede europea ed internazionale, per far sì che provvedimenti come questi vengano adottati dagli altri Paesi. L'Italia è stata la prima, nella passata legislatura, a recepire la decisione quadro europea in materia di contrasto alla pedofilia, che ha elevato il limite di età e che considera atto pedofilo qualunque rapporto con un minore di diciotto anni in cambio di denaro o di altra dazione economica. Cerchiamo di mantenere questo primato e di tradurlo in atti operativi!
La invitiamo anche ad investire ancora di più in quella che non può che essere la priorità, vale a dire la prevenzione: occorre fare in modo che la scuola e la famiglia possano entrambe rappresentare un sostegno in grado di cogliere e di capire i segnali di disagio che poi denunciano, di fatto, gli abusi commessi. Tutti sappiamo che da sempre gli stessi si sono consumati anche in ambienti di conoscenti, ma certamente non possiamo accusare la famiglia. Anzi, dobbiamo fornire strumenti sempre più efficaci, perché i servizi sociali del nostro Paese funzionano e possono definirsi utili se sono in grado di sostenere le famiglie nell'affrontare questa drammatica piaga.
Per tale motivo, il gruppo di Forza Italia voterà naturalmente a favore della propria mozione, ma anche di tutte le altre, affinché questo voto sia utile, chiaro e di netta condanna, non solo dei comportamenti pedofili, ma anche di tutti quei comportamenti, che di fatto vogliono diffondere una cultura positiva della pedofilia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i fenomeni di abuso sui minori sempre più frequenti hanno tristemente segnato le pagine della storia dei diritti umani. Una bruttura più ignobile della pedofilia non esiste, ma volerla addirittura celebrare supera ogni lucida follia!
Don Fortunato di Noto ha definito la pedofilia come «olocausto bianco» per le devastazioni psicologiche che essa comporta nei bambini. Olocausto è la parola che meglio rappresenta la dimensione di un fenomeno in crescita preoccupante.
Sono in crescita i casi di molestie e di sfruttamento sessuale dei minori: ogni anno si contano 2 milioni di nuove vittime, mentre si sta diffondendo l'infantofilia, cioè la violenza su neonati e piccoli fino a cinque anni di età.
È in crescita anche la diffusione dei messaggi: l'Internet watch foundation stima che il numero dei siti che veicolano materiale pedofilo sia aumentato del 1.500 per cento dal 1997 al 2005. Quattrocento siti pedofili sono stati oscurati e sequestrati in Italia negli ultimi quattro anni. Aumentano ogni anno di più i profitti per la vendita di materiale pedopornografico.
Si tratta di un olocausto che si abbatte sui bambini e sul loro futuro, deprimendoPag. 80la loro naturale effervescenza, giovialità, creatività, voglia di crescere, spesso anche stimolando comportamenti violenti, che altrimenti non avrebbero mai tenuto.
In Italia le leggi ci sono: si tratta di atti significativi che, purtroppo, non bastano ad arginare il complesso fenomeno dello sfruttamento dei minori. Dobbiamo andare oltre, perché la pedofilia, con i suoi atti di violenza ed i messaggi di propaganda, è andata oltre. Rappresenta un vero allarme sociale e globale!
I siti che inneggiano all'orgoglio pedofilo costituiscono il sintomo di un cambio di passo, di un'accelerazione del fenomeno. I pedofili non vogliono più nascondersi: escono allo scoperto, anzi cercano una legittimazione anche sociale. Contro tale attivismo, facilitato anche dalla vastità e dalla incontrollabilità della rete, bisogna agire in maniera chiara e forte.
Il carattere transnazionale del fenomeno è tale da rendere assolutamente indispensabile il coinvolgimento delle autorità italiane, e non solo, nella lotta allo sfruttamento dei minori. L'Unione europea ha adottato la decisione 2004/68/GAI del 22 dicembre 2003, documento fondamentale con cui il Consiglio dell'Unione europea invita tutti i Paesi a prevedere specifiche figure di reato, tra cui anche l'istigazione e il favoreggiamento. Nel nostro Paese è stata approvata della legge n. 38 del 2006 - Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet - che rappresenta un esempio tra i più avanzati della legislazione in materia.
Dobbiamo fare di più in Europa e la mozione che oggi è in discussione intende impegnare il Governo a farsi promotore presso le istituzioni europee di un progetto di verifica dello stato di attuazione della normativa contro la pedofilia dei diversi Paesi membri, con particolare attenzione ai Paesi di nuovo e futuro ingresso. Dobbiamo fare di più anche in Italia. Indispensabile è l'approvazione della legge sull'istituzione del Garante per l'infanzia e adolescenza quale strumento di promozione e di tutela dei diritti e degli interessi dei minori. E il Garante, onorevole Prestigiacomo, non moltiplica gli organismi inutili, ma risponde alle aspettative della Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 20 novembre del 1989 e della Convenzione europea dei diritti del fanciullo di Strasburgo del 1996. Inoltre, secondo noi è anche necessaria l'istituzione, nell'ambito delle forze di polizia, di un nucleo interforze altamente specializzato e costantemente formato, deputato alla individuazione, all'accertamento e alla repressione dei casi di sfruttamento sessuale dei minori e di pedofilia. Questo servizio riveste estrema delicatezza e richiede una specifica formazione culturale, agenti e operatori altamente qualificati, ben formati nelle scienze sociopsicologiche. Aggiungo che la fragilità delle piccole vittime consiglierebbe di scegliere per tale servizio agenti e operatori donne.
Tra l'altro i messaggi vengono abilmente veicolati attraverso la rete globale. A tal fine la collaborazione con le forze di polizia di altri Paesi, quanto meno a livello ONU, sarebbe auspicabile al fine di porre il tema del contrasto alla pedofilia stessa come tema mondiale, che leghi i Paesi sfruttatori e utilizzatori, in genere quelli cosiddetti sviluppati, a quelli fornitori, in genere quelli in via di sviluppo. Il collegamento tra le forze di polizia è anche più necessario ove solo si consideri che spesso alla pedofilia sono collegati altri fenomeni criminosi, come la vendita di organi (che in alcuni Stati viene effettuata praticamente alla luce del sole). Le norme devono essere non solo recepite, ma soprattutto attuate in tutti i Paesi.
Ultimo, ma non meno importante, è il ruolo dei servizi sociali e del volontariato, per aiutare a riconoscere i geni del fenomeno nelle comunità, per denunciarlo, per aiutare le vittime, i bambini, ma anche le loro famiglie a superare i momenti di sconforto causati dalla violenza. Siamo convinti che non basta la repressione, demandata alle sole Forze dell'ordine: ci vuole anche una rete capillare di persone competenti e motivate, capace di collegarsi con la società in cui vivono, perché si crei una mentalità di vigilanza, di sostegno e di protezione dell'infanzia.Pag. 81
Per concludere, signor Ministro, insistiamo riconoscendo alla Polizia postale di aver svolto un ottimo lavoro, ma non possiamo identificare la lotta alla pedofilia soltanto con quella alle sue espressioni tramite Internet. Crediamo che vi sia la necessità di avere un corpo specifico, che si occupi espressamente e unicamente di questa terribile piaga.
Un esempio che abbiamo avuto in tempi recenti è proprio quello di Rignano Flaminio, che manifesta l'errore compiuto all'inizio delle indagini. Tutto ciò si poteva evitare, se fosse stato approntato un corpo, un gruppo interforze che avesse saputo come iniziare le indagini (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Prima di procedere alle votazioni, vi sono ancora due interventi a titolo personale, ai quali la Presidenza concede due minuti ciascuno (Commenti).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, il mio mini intervento è rivolto proprio a voi, vertendo non tanto sul tema pure importante ed angosciante della pedofilia.
Sono state presentate nove mozioni e, oltre le nove mozioni, vi sono delle «submozioni» che sono state in questa sede illustrate.
Qual'è, allora, l'interrogativo (Commenti)? Se il Parlamento unito avesse proposto una sola mozione e avesse immediatamente messo in atto una legge contro questi sporcaccioni, contro questi delinquenti (Applausi polemici)... Perché sono sporcaccioni e delinquenti che danneggiano persone inerti e compiono una cosa obbrobriosa! Ma se questo Parlamento, anziché introdurre sottoculture, anziché differenziarsi, cari colleghi, per appartenenza partitica, avesse presentato una sola mozione e avesse approvato una legge per condannare questi uomini che non sono degni di appartenere all'umanità (Commenti), se avessimo lavorato in modo diverso e avessimo unito le forze, avremmo ora un risultato diverso!
Questa è l'accusa che io rivolgo al Parlamento, di dividersi anche sui temi fondamentali ed importanti, di non avere la forza di superare gli schematismi politici ed ideologici, di non far prevalere l'interesse dei piccoli ...
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, la invito a concludere.
LUCIANO D'ULIZIA. ... che hanno bisogno del nostro aiuto, della nostra solidarietà e della nostra azione legislativa!
Signor Presidente, dobbiamo riscoprire una nuova cultura politica che faccia del Parlamento italiano ...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole D'Ulizia.
LUCIANO D'ULIZIA. ...un Parlamento serio e giusto che serva ai cittadini e che non serva solo gli interessi partitocratici che molte volte limitano la nostra azione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guadagno detto Luxuria. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, poiché credo che sarebbe un grande segnale positivo, da parte della Camera, approvare tutte le mozioni presentate, vorrei fare una richiesta a tutti i firmatari delle stesse. Chiedo una riformulazione, chiedo cioè che nella traduzione dell'iniziativa International boy love day - che tradotta fedelmente significa «giornata internazionale per l'amore per i ragazzi», ma che, ovviamente, non potremmo tradurre così perché sembrerebbe quasi un'iniziativa filantropica, che tale non è (basta vedere i contenuti orrendi dei siti Internet) - non si utilizzi una parola che con essa non c'entra nulla, la parola orgoglio, in inglese pride.
Voglio dire ciò, perché queste persone stanno cercando di strumentalizzare le persone che organizzano il pride, dal momentoPag. 82che questa manifestazione avviene il 23 giugno, una data molto vicina al 28 giugno.
Quindi, chiedo di lasciare semplicemente la dizione inglese, senza una traduzione che non sarebbe né esatta né fedele, e mi appello a tutti coloro che credono che la pedofilia non è un orientamento sessuale - né eterosessuale né omosessuale -, ma una aberrazione sessuale. Mi appello a tutti coloro che credono che la pedofilia non si può associare al sesso libero, che è l'unico, quello consenziente (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Sinistra democratica. Per il Socialismo europeo, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. La Presidenza deve precisare che non è più possibile intervenire a modifica, anche parziale, delle mozioni presentate, essendosi conclusa, dopo l'espressione del parere da parte del Governo, la fase della discussione in cui ciò sarebbe stato possibile.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Germontani ed altri n. 1-00186, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 427
Astenuti 16
Maggioranza 214
Hanno votato sì 425
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Mascia e Lucchese hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che il deputato Latteri ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Avverto che con riferimento alle mozioni Pellegrino ed altri n. 1-00188 e Dioguardi ed altri n. 1-00196, i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto la lettera a) del primo capoverso del dispositivo della mozione Pellegrino ed altri n. 1-00188 e l'identico quattordicesimo capoverso del dispositivo della mozione Dioguardi ed altri n. 1-00196 sono stati riformulati nel senso di prevedere in luogo dell'impegno ad istituire una agenzia nazionale per la prevenzione e il contrasto agli abusi sui minori, l'impegno a rafforzare il coordinamento fra le istituzioni impegnate per il medesimo fine.
La lettera c) del primo capoverso del dispositivo della mozione Pellegrino ed altri n. 1-00188 è stata riformulata nel senso di specificare che il trattamento terapeutico individuale è di natura psicologica.
Procediamo, dunque, alla votazione della mozione Pellegrino ed altri n. 1-00188.
Avverto che, ove venisse approvata tale mozione, la lettera a) del primo capoverso del dispositivo della stessa assorbirebbe il quattordicesimo capoverso del dispositivo della mozione Dioguardi ed altri n. 1-00196.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pellegrino ed altri n. 1-00188, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 456Pag. 83
Astenuti 5
Maggioranza 229
Hanno votato sì 456.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mura ed altri n. 1-00189, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 448
Astenuti 19
Maggioranza 225
Hanno votato sì 448).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fabris ed altri n. 1-00190, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 454
Astenuti 16
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454).
Prendo atto che i deputati Pedica ed Ossorio hanno segnalato di essersi erroneamente astenuti mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Volontè ed altri n. 1-00191, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 438
Astenuti 18
Maggioranza 220
Hanno votato sì 434
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pedrini ed altri n. 1-00194, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 462
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 462).
Prendo atto che i deputati Pedica e Ossorio hanno segnalato di essersi erroneamente astenuti mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione della mozione Dioguardi ed altri n. 1-00196.
Avverto che, a seguito delle votazioni precedenti, risulta assorbito il quattordicesimo capoverso del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dioguardi ed altri n. 1-00196, nel testo riformulato, nella parte non assorbita, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 471
Hanno votato no 1).Pag. 84
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bianchi ed altri n. 1-00198, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 455
Astenuti 15
Maggioranza 228
Hanno votato sì 453
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00199, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 441
Astenuti 18
Maggioranza 221
Hanno votato sì 440
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lussana ed altri n. 1-00200, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 417
Astenuti 32
Maggioranza 209
Hanno votato sì 417).
Secondo le intese intercorse, il successivo punto all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,30).
OLGA D'ANTONA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
OLGA D'ANTONA. Signor Presidente, intervengo per pregarla di sollecitare il Governo a dare una pronta risposta ad una mia interpellanza urgente relativa ai fatti di estrema gravità avvenuti a Villa Ada. Vi è stata un'aggressione organizzata di una numerosa squadra fascista a danno di giovani che assistevano al concerto della banda musicale denominata Banda Bassotti. Il concerto rientrava nelle iniziative del comune di Roma che fanno parte dell'«Estate romana 2007».
L'Estate romana rappresenta per i cittadini romani un'occasione di svago sereno ed un momento di socializzazione pacifico e tale dovrebbe restare.
I testimoni dell'evento hanno riferito che più di cinquanta uomini organizzati come una falange, con il capo coperto da berretti militari o caschetti, armati di coltello e di bastoni, hanno caricato la folla inerme al grido: «Duce! Duce!» (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciate svolgere l'intervento alla deputata D'Antona.
OLGA D'ANTONA. Il panico si è propagato nella folla generando un fuggi-fuggi generale, assai pericoloso per l'incolumità delle persone. Alcune di queste sono poi rimaste ferite per i colpi inferti dagli aggressori. Un ragazzo è stato ricoverato all'ospedale Sandro Pertini di Roma con una prognosi di venti giorni. Si tratta di un'aggressione premeditata e organizzata; un'aggressione fascista a danno di giovaniPag. 85democratici, giovani romani. È stata un'aggressione da parte di gruppuscoli dell'estrema destra xenofoba, antisemita e violenta, i quali si organizzano, manifestano e detengono armi, coltelli, manganelli. Lo stesso capo della polizia, il prefetto Antonio Manganelli - l'omonimia è casuale - ascoltato il 3 luglio 2007 presso la Commissione affari costituzionali del Senato, ha affermato che l'aggressione di Villa Ada non è casuale. Con essa una determinata area, sulla quale la polizia sta svolgendo un lavoro approfondito, ha voluto profanare un luogo carico di simboli. Secondo il capo della polizia si tratta di una frangia squadrista già vista all'opera allo stadio Olimpico di Roma e nelle curve di altri stadi.
Signor Presidente, rinnovo la preghiera di sollecitare il Governo ad una pronta risposta al mio atto di sindacato ispettivo, perché la popolazione di Roma ed, in particolare, gli abitanti del quartiere Trieste-Salario, vivono una profonda preoccupazione nel vedere risorgere la violenza fascista. Mi auguro che, con sensibilità democratica, le istituzioni inquirenti e le Forze dell'ordine in modo particolare, si impegneranno per assicurare i responsabili alla giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Onorevole D'Antona, la Presidenza ha considerato il suo come un intervento sull'ordine dei lavori e non un sollecito giacché l'interpellanza urgente non ha bisogno di un sollecito e andrà in discussione il prossimo giovedì.
DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, da oltre un mese ho rivolto un'interrogazione scritta al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, onorevole Pecoraro Scanio, la n. 4-03815. Gli abitanti dell'isola d'Elba, che subiscono il danno che ho descritto nell'interrogazione, aspettano una risposta ed è plausibile che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in trenta giorni, abbia il tempo, con i suoi collaboratori, di redigere una risposta. Per questo motivo, la sollecito caldamente ad intervenire.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà interprete del suo sollecito e agirà di conseguenza.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, lo svolgimento sollecito di due interrogazioni in particolare, oltre ad alcune centinaia che ho sollecitato qualche giorno fa. Si tratta delle interrogazioni n. 3-00900 e n. 3-00899 che riguardano, tra l'altro, un'iniziativa - le ho presentate alcuni mesi fa - che si svolgerà il 6 luglio. Si è nelle stesse condizioni che riguardano molte altre interrogazioni la cui risposta, per inerzia del Governo o - senza offesa - per cattiva volontà, arriverà probabilmente successivamente all'evento per il quale era stata posta la domanda.
Mi rivolgo a lei senza polemica, lei è un saggio parlamentare, oltre che Presidente, affinché faccia presente al Governo che è un diritto del parlamentare poter usufruire dello strumento del sindacato ispettivo ed è un dovere del Governo rispondere.
PRESIDENTE. La Presidenza, anche in questo caso, raccoglie il sollecito da lei svolto.
GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, se il Governo fosse presente direi che farebbe bene ad estrarre a sorte una delle mie varie interrogazioni per cercare diPag. 86rispondere a qualcuna, ma siccome non è presente lascio cadere questa richiesta.
Mi permetto di dire alla Presidenza che sarebbe opportuno che si chiedesse sempre al rappresentante del Governo di rimanere in aula fino al termine della seduta, perché anche questo comportamento sarebbe un modo per rispettare l'istituzione parlamentare.
PRESIDENTE. La Presidenza non può che darle ragione. Agiremo in questo modo per il futuro.
Ricordo che alle 12,15 di domani, giovedì 5 luglio 2007, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai deputati.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 5 luglio 2007, alle 9,30:
(ore 9,30 e al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata)
1. - Seguito della discussione della proposta di legge:
NICCHI ed altri: Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d'opera (1538-A).
- Relatore: Di Salvo.
2. - Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte d'Appello di Roma - Sezione I civile di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 197 del 2007.
(ore 15,30)
3. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
4. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 20,35.
TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO STEFANO PEDICA SULLE MOZIONI CONCERNENTI MISURE DI CONTRASTO ALLA PEDOFILIA
STEFANO PEDICA. Signor Presidente, colleghi, ritengo innanzitutto importante e significativo constatare come la voce dell'Aula sia oggi sostanzialmente compatta, nella condanna unanime dell'aberrante fenomeno della pedofilia e nella mobilitazione contro la sua preoccupante diffusione che assume dimensioni e connotazioni sempre più gravi, spregiudicate e inumane.
Giudico sicuramente apprezzabile l'impegno che i gruppi hanno profuso nella formulazione di proposte utili per dichiarare guerra su tutti i fronti alla violenza e allo sfruttamento a fini sessuali del minore. Ritengo e mi auguro che a tutte queste proposte possano corrispondere approfondimento, accoglimento e attuazione urgenti da parte del Governo, perché è evidente che il problema non può più essere sottovalutato ma necessita di un contrasto quanto mai vigoroso, sollecito, articolato e capillare.
I mezzi per attuare questo contrasto devono essere resi disponibili in maniera integrale al più presto, sia sul territorio, sia per quanto riguarda la sicurezza delle reti di comunicazione globale. A questo riguardo, lodevole e da sostenere con più risorse è l'azione della Polizia postale, che però poco può intraprendere contro la produzione, la diffusione e la compravendita di materiali pedopornografici che avviene su server localizzati al di fuori dei confini nazionali ed europei, dove il ruolo dell'azione spetta alla diplomazia internazionale in sede europea e ONU.Pag. 87
Ma non è davvero più ammissibile (volgendo lo sguardo dentro casa nostra) che lo Stato continui a lasciare il cittadino e il genitore solo e senza la minima assistenza davanti ai timori sempre meno remoti che il proprio figlio possa entrare in contatto con uno di questi criminali (sempre più spesso e ovunque), fin anche dietro i cancelli della scuola dove ogni mattina lo si accompagna, o sul monitor del computer di casa.
È assolutamente necessaria una presa di coscienza globale sulla portata reale della minaccia; soprattutto, però, più che scagliarsi alla cieca ingaggiando solo un'inutile e deleteria caccia alle streghe, occorre compiere realmente ogni sforzo per la comprensione dei meccanismi psico-sociali collegati al fenomeno. Preoccupazione basilare e fondamentale deve essere quella di prevenire gli abusi e offrire tempestività di intervento con l'assistenza psicologica e legale per le giovani vittime e per le loro famiglie.
Per questo è indispensabile che la scuola sia resa immune da ogni rischio e diventi, invece, luogo deputato di un'azione di monitoraggio e di vigilanza continua, specifica e di base. Su questa necessità vanno a convergere le linee di indirizzo (mi pare) di tutte le mozioni presentate; in realtà non si può non rilevare che proprio la scuola rappresenta nel contesto di azione sul territorio nazionale, uno dei luoghi dove le premure di prevenzione e di vigilanza continuano ad essere più disattese, se è vero che sul personale in servizio non è effettuato alcun controllo preventivo né successivo all'entrata in ruolo e se si riscontrano casi di docenti condannati per lo stesso tipo di reato che ritornano ad insegnare in altri istituti, se non addirittura nei medesimi dove hanno perpetrato gli abusi.
Lo credo giustamente (come lo pensa l'uomo della strada, che mediamente ha più buon senso della politica) che in un Paese normale certe cose non si dovrebbero neppure immaginare possibili: in Italia invece accadono, e mai nessun Governo ha pensato di agire sul sistema scolastico per aumentarne le protezioni e gli anticorpi contro il rischio della pedofilia.
Già il 2 maggio scorso, io stesso ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministero della pubblica istruzione, avanzando l'opportunità di avviare un'indagine conoscitiva per la comprensione la più approfondita possibile delle dimensioni e delle specificità del fenomeno e del rischio nel sistema scolastico. La risposta (che prassi e regolamenti vorrebbero prodotta entro venti giorni) ancora, dopo quasi due mesi, la sto aspettando, e so anche di non essere il solo tra i colleghi parlamentari ad attendere su questo tema specifico, da parte di questo Ministero, risposte a cui l'esercizio istituzionale dovrebbe obbligare in tempi ragionevoli. Ma il Ministro Fioroni che fa? Non si è accorto che, nell'opinione pubblica e nei dati delle procure e degli osservatori, il livello di preoccupazione ha ormai da tempo giustamente oltrepassato la soglia di allarme? Si è accorto che il sistema scolastico e dell'educazione rappresenta un facile territorio di conquista (un obiettivo sensibile senza alcuna protezione), un chiaro invito per anche pochi malintenzionati pedofili che non esitano a vestire i panni di docenti e personale ausiliario nelle scuole per poter indisturbatamente compiere i loro crimini?
Da questo lato il ministro solo tardivamente, dopo le ultime doverose polemiche suscitate dai recenti casi di cronaca, ha annunciato un decreto che faciliterà sospensioni e licenziamenti per i lavoratori del settore scolastico che risultino indagati o condannati per reati collegati alla pedofilia. Noi diciamo che era da tempo opportuno che un simile provvedimento fosse preso, ma diciamo anche che non è sufficiente né giusto occuparsi solo del sanzionamento di questi comportamenti senza pensare a prevenirli prima che si verifichino, né a pianificare interventi di assistenza alle vittime. Noi diciamo che è sicuramente ora, da parte del Ministero della Giustizia, di avviare lo studio e l'attuazione di effettivi percorsi di terapia e recupero per i colpevoli di tali efferati delitti, la cui detenzione negli istituti penaliPag. 88è per forza di cose temporanea e non risolutiva, specie in un paese come l'Italia dove il concetto di certezza della pena è argomento vago e negletto. Tale intervento a livello penale non può prescindere dall'opportuno riconoscimento della devianza e della diversificazione dei trattamenti rispetto ai moventi psicologici del crimine, quando, per esempio, sono causati da alterazioni patologiche della libido e della sessualità dei soggetti, prevedendo, ove necessario, anche il ricorso alla castrazione chimica per i casi di recidività irrisolvibili e incurabili. Che aspetta, su questo fronte, anche il ministro Mastella?
Questa inerzia, questo non fare nulla è ormai, anche moralmente, inaccettabile. I governi si sono finora mossi solo con iniziative sporadiche e estemporanee. Nel corso della scorsa legislatura, per esempio, come ci ha informato al termine dell'ultima seduta il ministro Rosy Bindi, è stato creato il coordinamento interministeriale Ciclope per lo studio di misure utili a contrastare la pedofilia.
Benissimo! È indubbio che un'azione coordinata tra i diversi ministeri interessati per competenza a questa azione di contrasto sia una risorsa di decisiva importanza per questa lotta. Ma viene da chiedere allora ai delegati a tale programma: dopo cinque anni di lavoro a che risultati è giunto questo coordinamento, sotto l'egida governativa prima del centrodestra e ora dell'Unione, che soluzioni ha promosso e attuato se il problema, ben lungi dal risultare minimamente intaccato dall'azione di quest'organo è oggi sempre più allarmante e amplificato?
Non vorrei che in realtà, a fare da sottobosco ai buoni propositi sbandierati dalla politica, anche in questo caso ci fosse in realtà la preoccupazione di garantire competenze e poltroncine ai più, così come da tradizione endemica condivisa, questa sì, in maniera bipartisan da entrambi i poli.
Come dicevo, è assolutamente necessaria, invece, una presa di coscienza globale e onnicomprensiva sulla minaccia generata dal fenomeno della pedofilia. L'azione di contrasto deve acquistare assolutamente più importanza e vigore nell'agenda della politica e del Governo. Penso che questa occasione non debba essere persa e gettata via senza una congeniale valorizzazione del contributo di tutti, perciò propongo (come significativo segnale di forte sostegno all'azione del Governo) che l'Assemblea approvi all'unanimità tutte le mozioni presentate; tutte, nessuna esclusa, compresa la mozione presentata dal gruppo di Italia dei Valori, che raccoglie la summa di queste osservazioni, e l'importante mozione dell'amico e collega di Italia dei Valori, Egidio Pedrini, che registra il favore e l'orgoglio del suo gruppo e che, unica tra le altre, introduce una chiara azione in sede ONU, da parte del Governo italiano, per il riconoscimento del crimine di pedofilia come crimine contro l'umanità. Spero davvero che questa proposta possa essere felicemente accolta da tutti i colleghi e ringrazio chi vorrà sostenerla, per mandare un segnale forte, chiaro e univoco contro chi tocca i bambini, in tutto il mondo.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2826 - voto finale | 491 | 491 | 246 | 266 | 225 | 70 | Appr. | |
2 | Nom. | Moz. Gibelli ed a. 1-024 | 494 | 303 | 191 | 152 | 38 | 265 | 69 | Resp. |
3 | Nom. | Moz. Capitanio Santolini 1-165 I p | 496 | 482 | 14 | 242 | 372 | 110 | 69 | Appr. |
4 | Nom. | Moz. Capitanio Santolini 1-165 IIp | 499 | 491 | 8 | 246 | 210 | 281 | 69 | Resp. |
5 | Nom. | Moz. Bertolini ed a. 1-168 I p. | 477 | 453 | 24 | 227 | 241 | 212 | 69 | Appr. |
6 | Nom. | Moz. Bertolini ed a. 1-168 II p. | 496 | 469 | 27 | 235 | 391 | 78 | 69 | Appr. |
7 | Nom. | Moz. Frassinetti ed a. 1-169 I p. | 457 | 437 | 20 | 219 | 363 | 74 | 69 | Appr. |
8 | Nom. | Moz. Frassinetti ed a. 1-169 II p. | 468 | 452 | 16 | 227 | 199 | 253 | 69 | Resp. |
9 | Nom. | Moz. Froner ed a. 1-175 | 471 | 469 | 2 | 235 | 264 | 205 | 69 | Appr. |
10 | Nom. | Moz. Donadi ed a. 1-197 | 470 | 462 | 8 | 232 | 189 | 273 | 69 | Resp. |
11 | Nom. | Moz. Germontani ed a. 1-186 | 443 | 427 | 16 | 214 | 425 | 2 | 67 | Appr. |
12 | Nom. | Moz. Pellegrino ed a. 1-188 n.f. | 461 | 456 | 5 | 229 | 456 | 67 | Appr. | |
13 | Nom. | Moz. Mura ed a. 1-189 | 467 | 448 | 19 | 225 | 448 | 67 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | Moz. Fabris ed a. 1-190 | 470 | 454 | 16 | 228 | 454 | 67 | Appr. | |
15 | Nom. | Moz. Volontè ed a. 1-191 | 456 | 438 | 18 | 220 | 434 | 4 | 67 | Appr. |
16 | Nom. | Moz. Pedrini ed a. 1-194 | 467 | 462 | 5 | 232 | 462 | 67 | Appr. | |
17 | Nom. | Moz. Dioguardi ed a. 1-196 n.f. | 473 | 472 | 1 | 237 | 471 | 1 | 67 | Appr. |
18 | Nom. | Moz. Bianchi ed a. 1-198 | 470 | 455 | 15 | 228 | 453 | 2 | 67 | Appr. |
19 | Nom. | Moz. Prestigiacomo ed a. 1-199 | 459 | 441 | 18 | 221 | 440 | 1 | 67 | Appr. |
20 | Nom. | Moz. Lussana ed a. 1.200 | 449 | 417 | 32 | 209 | 417 | 67 | Appr. |