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XV LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 195 di giovedì 26 luglio 2007
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
La seduta comincia alle 9.
La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione sono settantaquattro.
SILVANA MURA (IdV), Segretario. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 1).
Discussione del disegno di legge S. 1447: Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario (approvato dal Senato) (A.C. 2900).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
Avverte, inoltre, che sono state presentate la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Elio Vito n. 1 e le questioni pregiudiziali per motivi di merito Lussana n. 1 ed Elio Vito n. 2, che saranno discusse e votate al termine della discussione sulle linee generali, alla ripresa pomeridiana della seduta.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
MARILENA SAMPERI (Ulivo), Relatore per la maggioranza. Osserva che il disegno di legge in discussione novella i decreti legislativi di riforma dell'ordinamento giudiziario emanati nella precedente legislatura in attuazione della legge delega n. 150 del 2006. Ricordato il proficuo lavoro svolto in Commissione, illustra quindi il contenuto del provvedimento, soffermandosi, in particolare, sulla nuova disciplina relativa alla valutazione della professionalità dei magistrati.
Richiama quindi le ragioni per le quali giudica infondate le critiche rivolte dall'opposizione al disegno di legge, segnatamente in riferimento alle deleterie conseguenze che potrebbero derivare per la garanzia della terzietà del giudice, nonché per l'indipendenza della magistratura, dalla presunta eccessiva influenza delle correnti maggioritarie in seno al Consiglio superiore della magistratura. Rileva quindi che il provvedimento in esame non rappresenta una controriforma dell'ordinamento giudiziario, ma è finalizzato a correggere, mediante un intervento equilibrato e puntuale, gli aspetti non condivisibili della cosiddetta riforma Castelli, al fine di garantire il rispetto dei principi fondamentali dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura.
GAETANO PECORELLA (FI), Relatore di minoranza. Nel dare atto della serietà e dell'equilibrio con i quali si sono svolti i lavori presso la Commissione di merito, manifesta un orientamento contrario al provvedimento in discussione, che denota l'intendimento del Governo di attuare una vera e propria controriforma, peraltro attraverso un intervento raffazzonato, rispetto a quella varata dal precedente Esecutivo, che avrebbe dovuto entrare in vigore entro la fine del mese di luglio. Sottolinea inoltre la particolare gravità dell'eliminazione dei criteri obiettivi per l'attribuzione degli incarichi direttivi ai magistrati, cui consegue un'eccessiva influenza delle correnti maggioritarie dellaPag. VImagistratura, nonché il mantenimento della sua unitarietà, che comporta un sostanziale ritorno al processo inquisitorio in violazione dei principi di cui all'articolo 111 della Costituzione. Lamenta infine l'indisponibilità della maggioranza a recepire le istanze rappresentate dall'opposizione.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.
PINO PISICCHIO (IdV). Richiamato il dibattito svoltosi in Assemblea Costituente sul tema del bicameralismo, sottolinea che l'attuale situazione politica determina di fatto la sostanziale impossibilità, per la Camera, di modificare i provvedimenti approvati dal Senato, in particolare quelli concernenti materie sulle quali è più aspra la dialettica tra maggioranza ed opposizione. Invita quindi la Presidenza ad assumere ogni iniziativa utile a garantire alla Camera il pieno esercizio delle sue prerogative.
MAURIZIO PANIZ (FI). Pur associandosi all'apprezzamento rivolto al presidente della II Commissione per l'equilibrata conduzione dei lavori, esprime un giudizio fortemente negativo sul disegno di legge in discussione, che ritiene frutto di indebite interferenze della magistratura sull'attività del Parlamento; lamentata la volontà della maggioranza di blindare il testo del provvedimento, critica in particolare la mancata previsione di un'effettiva distinzione delle funzioni dei magistrati, che dovrebbe essere propedeutica all'auspicabile separazione delle carriere.
PIERLUIGI MANTINI (Ulivo). Sottolinea la necessità e l'urgenza di una riforma dell'ordinamento giudiziario al fine di garantire maggiore funzionalità ed efficienza all'intero settore nonché l'indipendenza della magistratura, evidenziando l'inadeguatezza della cosiddetta riforma Castelli. Richiama quindi gli aspetti più condivisibili ed innovativi del disegno di legge in discussione, soffermandosi in particolare sulla disciplina dell'accesso alla magistratura, sui nuovi criteri di valutazione della professionalità dei magistrati e sul tema della separazione delle funzioni. Nell'esprimere un giudizio sostanzialmente positivo sull'impianto del provvedimento, auspica altresì un impegno comune al fine di affrontare le gravi questioni del cosiddetto debito pubblico giudiziario e della durata dei processi.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI). A nome del suo gruppo, esprime un giudizio assolutamente negativo sul provvedimento in discussione, frutto, a suo giudizio, dei condizionamenti operati sul Governo e sulla maggioranza dall'Associazione nazionale magistrati. Ritiene quindi che la riforma in discussione rischi di deresponsabilizzare i giudici, non prevedendo, in particolare, accertamenti psicoattitudinali per l'accesso in magistratura, e non contenga misure atte ad assicurare una rigida separazione delle funzioni inquirente e giudicante.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Manifestata insoddisfazione per il metodo seguito e per la parzialità della riforma dell'ordinamento giudiziario proposta con il provvedimento in discussione, esprime forti perplessità, in particolare, sulla prospettata disciplina della separazione delle funzioni dei magistrati, che giudica eccessivamente rigida; preannunzia peraltro che il suo gruppo voterà a favore del disegno di legge in esame, del quale richiama gli aspetti positivi, attesa la necessità di scongiurare l'efficacia delle disposizioni recate dalla cosiddetta legge Castelli.
PAOLA FRASSINETTI (AN). Pur apprezzando l'atteggiamento imparziale assunto dal presidente Pisicchio nel corso dell'iter in Commissione, esprime un giudizio fortemente critico su un provvedimento sostanzialmente influenzato dal comportamento irresponsabile dell'Associazione nazionale magistrati, che giudica lesivo delle prerogative parlamentari. Richiamati quindi gli aspetti di maggiore criticità del testo in discussione, segnatamentePag. VIIla timida separazione delle funzioni e la marginalizzazione della categoria forense, ritiene che l'eccessiva ristrettezza dei tempi previsti per il dibattito abbia relegato il ruolo della Camera ad una funzione di ratifica di determinazioni già assunte.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Esprime ferma e motivata contrarietà al disegno di legge in discussione, lamentando la sostanziale impossibilità per la Camera di apportare le necessarie modifiche ad un testo che giudica inidoneo a fornire risposte efficaci alle esigenze dei cittadini e finalizzato unicamente ad impedire l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli. In particolare, ritiene necessario attuare concretamente la separazione delle carriere giudicante ed inquirente per garantire il giusto processo. Osserva quindi che il provvedimento in discussione appare contrario agli stessi interessi della magistratura, la cui indipendenza viene sacrificata a vantaggio del potere delle sue correnti interne. Rivolto alla maggioranza l'invito a considerare la possibilità di un'ulteriore proroga del termine di entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli, auspica, in caso contrario, che la Camera non abdichi alle proprie prerogative e respinga il disegno di legge in discussione.
CARLO LEONI (SDpSE). Espresso apprezzamento per il proficuo lavoro svolto dalla II Commissione, giudica condivisibile l'articolato in discussione, peraltro reso più equilibrato, rigoroso e garantista a seguito delle modifiche apportate nel corso dell'iter al Senato. Sottolinea quindi che esso va nella giusta direzione al fine di pervenire ad un'imprescindibile e più chiara distinzione delle funzioni dei magistrati, secondo il dettato dell'articolo 107 della Costituzione.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UDC). Lamentato preliminarmente il fatto che la Camera è spesso costretta a ratificare decisioni assunte dal Senato, rileva come la cosiddetta riforma Castelli prevedesse soluzioni efficaci e concrete per il mondo della giustizia, a differenza del provvedimento in discussione che, a suo avviso, si limita ad elevare al rango di norma primaria l'attività regolamentare del Consiglio superiore della magistratura. Nel richiamare quindi gli aspetti di maggiore criticità presenti nel testo, osserva, in particolare, che per quanto concerne la progressione di carriera dei magistrati non si prevede il ricorso a criteri meritocratici, che potrebbero invece incidere positivamente sull'innalzamento qualitativo della loro professionalità.
SILVIO CRAPOLICCHIO (Com.It). Evidenziato preliminarmente che impedire l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli costituisce un'ineludibile priorità per il Governo in carica, tanto condivisa dalle forze politiche della coalizione da essere stata espressamente contemplata nel programma dell'Unione, rileva che la disciplina recata dal disegno di legge in discussione, pur perfettibile ove l'applicazione concreta faccia emergere la necessità di apportarvi correttivi, è volta a superare gli aspetti maggiormente invasivi ed illegittimi della predetta riforma.
GIANCARLO LAURINI (FI). Nel condividere pienamente le considerazioni svolte dal presidente della II Commissione Pisicchio circa la sostanziale impossibilità, per la Camera, di modificare provvedimenti, anche estremamente rilevanti, approvati dal Senato, lamenta la blindatura del disegno di legge in esame da parte della maggioranza.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
GIANCARLO LAURINI (FI). Richiamati, altresì, gli aspetti più critici ed illegittimi del provvedimento in esame, stigmatizza, in particolare, la mancata previsione di un'effettiva separazione delle funzioni dei magistrati.
GINO CAPOTOSTI (Pop-Udeur). Rilevato preliminarmente che il dovere istituzionalePag. VIIIdi un corretto confronto fra maggioranza ed opposizione è stato pienamente rispettato grazie al lungo ed approfondito dibattito svolto al Senato sul testo del provvedimento in discussione, richiama gli aspetti più condivisibili ed innovativi di una riforma attesa da anni, giudicando infondate le preoccupazioni espresse da alcuni esponenti dell'opposizione. Auspica, quindi, la sollecita approvazione di un disegno di legge che risponde alle legittime aspettative dei cittadini.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Osserva che il provvedimento in discussione, volto a realizzare una controriforma che scardina con arroganza gli aspetti più innovativi della cosiddetta riforma Castelli, è frutto delle pressioni esercitate sul Governo e sul Parlamento dalla magistratura associata, mobilitatasi a difesa dei propri privilegi ed interessi corporativi. Nel lamentare pertanto la lesione delle prerogative parlamentari, rileva che le disposizioni recate dal disegno di legge in discussione, di stampo autoritario e statalista, renderanno i magistrati sostanzialmente succubi delle correnti interne all'Associazione nazionale magistrati.
LUIGI COGODI (RC-SE). Esprime un giudizio prevalentemente positivo sul provvedimento in discussione, con particolare riguardo alle disposizioni relative alle modalità di accesso in magistratura ed alla distinzione tra funzioni giudicante e requirente, che a suo avviso dovrà essere effettiva; giudicato inoltre doveroso il superamento della cosiddetta legge Castelli, lamenta lo stato disastroso della giustizia in Italia, segnatamente nel Mezzogiorno, che dovrebbe essere oggetto di una riforma di carattere organico.
ROBERTO COTA (LNP). Nel ritenere che i problemi interni alla maggioranza non consentano alla Camera di apportare le necessarie modifiche ad un testo ingiusto e frutto dei condizionamenti dell'Associazione nazionale magistrati, osserva che il provvedimento in discussione, sul quale esprime un giudizio fortemente negativo, è finalizzato unicamente allo smantellamento della cosiddetta riforma Castelli, segnatamente per quanto riguarda la separazione delle funzioni e l'introduzione di criteri meritocratici nei percorsi di carriera dei magistrati.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Nel ringraziare la relatrice e il presidente della II Commissione per la serietà con la quale hanno affrontato l'esame del provvedimento nella discussione in sede referente, osserva che la cosiddetta riforma Castelli è stata approvata, nella precedente legislatura, a seguito di un approfondito dibattito. Sottolinea quindi che le pressioni esercitate dall'Associazione nazionale magistrati rispetto alla disciplina in discussione hanno leso le prerogative del Parlamento e, segnatamente, della Camera dei deputati, costretta di fatto a svolgere una funzione di mera ratifica di decisioni assunte in altre sedi. Richiama altresì gli aspetti di maggiore criticità del provvedimento, manifestando l'orientamento nettamente contrario del suo gruppo, che pertanto non potrà in alcun modo rendersi complice della sua approvazione.
ENRICO COSTA (FI). Nello stigmatizzare il fatto che sui provvedimenti concernenti la materia della giustizia siano state reiteratamente lese le prerogative della Camera dei deputati, costretta ad una mera funzione notarile, esprime un giudizio fortemente negativo sulle disposizioni recate dal disegno di legge in discussione, che denota come il Governo si sia piegato agli interessi dell'Associazione nazionale magistrati. Sottolinea quindi la particolare gravità delle misure concernenti i criteri di valutazione per l'attribuzione delle funzioni e degli incarichi direttivi, nonché delle procedure individuate per la progressione delle carriere, paventando il rischio che l'eccessivo potere delle correnti incida inevitabilmente sull'indipendenza dei magistrati.
MANLIO CONTENTO (AN). Nel ritenere che il dibattito abbia relegato laPag. IXCamera ad una funzione di mera ratifica delle determinazioni assunte al Senato, anche alla luce delle difficoltà interne alla stessa maggioranza, stigmatizza la sostanziale irresponsabilità politica del Ministro della giustizia che ha inteso blindare il testo in discussione. Rilevato quindi che la cosiddetta riforma Castelli era il frutto di un effettivo e proficuo confronto tra maggioranza ed opposizione, esprime un giudizio fortemente critico su un provvedimento, influenzato in maniera significativa dalle pressioni dell'Associazione nazionale dei magistrati, che tende a smantellare, in particolare, i principi di gerarchia e di separazione delle funzioni. Nel sottolineare il ruolo debole sotto il profilo politico del Ministro Mastella, ne auspica le dimissioni.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI (Pop-Udeur). Esprime apprezzamento per il proficuo lavoro svolto in Commissione e soprattutto nel corso dell'iter al Senato del provvedimento in esame, che ha prodotto, anche grazie al contributo dell'opposizione, un notevole miglioramento del testo in discussione, del quale auspica la sollecita approvazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
FEDERICA ROSSI GASPARRINI (Pop-Udeur). Richiama, inoltre, gli aspetti più qualificanti del disegno di legge, che giudica equilibrato e che tiene opportunamente conto dei mutamenti intervenuti nella realtà sociale ed economica del Paese.
MARIO PEPE (FI). Manifesta un orientamento contrario al disegno di legge in discussione, che rappresenta, a suo giudizio, un vero e proprio tentativo di restaurazione e lascia irrisolti alcuni problemi fondamentali come quello della separazione delle carriere; lamenta inoltre che non si è compiuto alcuno sforzo per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. Giudica infine la riforma in esame come un allontanamento dall'Europa della civiltà del diritto.
PAOLA BALDUCCI (Verdi). Nel sottolineare la necessità e l'urgenza di una riforma dell'ordinamento giudiziario, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura nonché un'effettiva tutela degli interessi dei cittadini ed una modernizzazione del sistema giudiziario, manifesta l'orientamento complessivamente favorevole del suo gruppo al disegno di legge in discussione, del quale richiama gli aspetti salienti. Auspica inoltre che in futuro la Camera non sia più chiamata alla mera ratifica di decisioni assunte dall'altro ramo del Parlamento. Manifestato, infine, particolare apprezzamento per le disposizioni concernenti il sistema di valutazione dei magistrati, preannunzia la presentazione di ordini del giorno.
NINO MORMINO (FI). Nel concordare con le considerazioni unanimemente svolte dai deputati dell'opposizione sul provvedimento in discussione, che non solo non risolve i problemi del sistema giudiziario, ma appare come una vera e propria controriforma rispetto alle disposizioni varate dal precedente Governo, giudica inaccettabile che la Camera sia chiamata ad approvare senza poterlo emendare il testo trasmesso dal Senato, pur in presenza di aspetti che avrebbero richiesto un ulteriore approfondimento, al solo fine di evitare l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno). Esprime rammarico per il modo in cui è stato affrontato il tema della riforma dell'ordinamento giudiziario, la cui delicatezza avrebbe richiesto il concorso fattivo dell'opposizione, in particolare allo scopo di evitare che la disciplina di settori così rilevanti per la vita del Paese sia soggetta a radicali mutamenti ad ogni cambio di maggioranza. Nel ribadire la necessità di una netta separazionePag. Xtra le funzioni giudicante e requirente, manifesta riserve su talune disposizioni del disegno di legge in discussione, preannunziando che tali riserve troveranno coerente espressione nell'atteggiamento che i deputati del suo gruppo assumeranno in sede di votazione finale.
PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata l'ulteriore questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità La Russa n. 2, che sarà discussa e votata alla ripresa pomeridiana della seduta.
Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e rinvia il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.
Sull'ordine dei lavori.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE (Ulivo). Invita il Governo ad intervenire per dirimere la questione relativa al blocco da parte dell'INPS del pagamento dell'indennità di disoccupazione nei confronti dei lavoratori agricoli della provincia di Catania.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.
Sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 15,50.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantacinque.
Si riprende la discussione.
GAETANO PECORELLA (FI), Relatore di minoranza. Invita il Ministro della giustizia a fornire chiarimenti circa le prossime valutazioni di professionalità, il conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi ed il ruolo del CSM nel conferimento delle funzioni.
MARILENA SAMPERI (Ulivo), Relatore per la maggioranza. Osservato che la separazione delle carriere giudicante ed inquirente non è consentita dalla Costituzione, rileva che il provvedimento in esame introduce una disciplina abbastanza rigorosa del passaggio da una funzione dall'altra; rilevato, inoltre, che il testo approvato dal Senato appresta un sistema di valutazione professionale dei magistrati serio ed aperto al contributo dell'avvocatura e dei cittadini, sottolinea la necessità, per avviare a soluzione i problemi della giustizia, di destinare al settore mezzi e risorse economiche adeguati.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Nel precisare che non vi è stata alcuna intenzione, da parte del Governo, di svilire il ruolo della Camera dei deputati, auspica che sul disegno di legge in discussione, che attua una equilibrata e rilevante riforma dell'ordinamento giudiziario, si registri la condivisione di tutte le forze politiche. Richiamate, in particolare, le disposizioni concernenti il sistema di valutazione dei magistrati e l'introduzione del principio di temporaneità nell'esercizio delle funzioni direttive e semidirettive, auspica la sollecita approvazione del provvedimento legislativo in tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali, anche al fine di garantire la leale collaborazione tra potere politico e magistratura.
PRESIDENTE. Passa all'esame delle questioni pregiudiziali presentate.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Elio Vito n. 1, rilevando che il prospettato sistema di valutazione della professionalità dei magistrati lede il principio costituzionale di indipendenza della magistratura.
Pag. XIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
GAETANO PECORELLA (FI). Giudica altresì contrastanti con le norme costituzionali la sostanziale eliminazione della separazione delle funzioni requirente e giudicante, nonché le procedure individuate per la progressione nella carriera. Invita quindi l'Assemblea ad approvare le questioni pregiudiziali presentate.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,27).
PRESIDENTE. Avverte che decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.
Si riprende la discussione.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Nell'illustrare la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità La Russa n. 2, rileva che il disegno di legge in esame lede il principio della certezza del diritto, sostituendo integralmente il decreto legislativo n. 160 del 2006. Rileva, quindi, che esso presenta profili di dubbia costituzionalità in merito alle previsioni che indicano i requisiti per l'ammissione al concorso per magistrato ordinario; infine, prevedendo l'unicità delle funzioni dei magistrati, appare in contrasto con il principio del giusto processo, di cui all'articolo 111 della Costituzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
CAROLINA LUSSANA (LNP). Illustra la sua questione pregiudiziale per motivi di merito n. 1, osservando che la Camera dei deputati viene sostanzialmente ridotta al ruolo di organo di ratifica di decisioni assunte in altre sedi. Nel lamentare che il Ministro non ha favorito il confronto nelle aule parlamentari, ma si è piegato ai diktat dell'Associazione nazionale magistrati, riterrebbe opportuno che il Governo adottasse un provvedimento d'urgenza per prorogare l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli, al fine di consentire al Parlamento di esaminare in maniera seria ed approfondita un progetto di riforma in grado di restituire efficienza al sistema della giustizia.
ANTONIO LEONE (FI). Illustra la questione pregiudiziale per motivi di merito Elio Vito n. 2, sottolineando che la riforma prospettata denota la sudditanza del Governo e della maggioranza al potere giudiziario. Lamentato altresì il carattere generico e discrezionale dei criteri individuati dal disegno di legge in esame per la progressione in carriera dei magistrati, auspica un ulteriore approfondimento da parte dell'Assemblea su una materia particolarmente complessa e delicata.
LANFRANCO TENAGLIA (Ulivo). Nel dichiarare il voto contrario dei gruppi dell'Unione sulle questioni pregiudiziali in esame, giudica infondate le motivazioni addotte al loro sostegno. Nel sottolineare la necessità e l'urgenza di approvare il disegno di legge in esame, al fine di scongiurare l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Castelli, fa presente che le misure da esso recate sono state sufficientemente esaminate nel corso dell'iter parlamentare, evitando peraltro di ricorrere alla posizione della questione di fiducia da parte del Governo.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Si associa alle considerazioni svolte dal deputato Tenaglia.
ERMINIA MAZZONI (UDC). Dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulle questioni pregiudiziali presentate, constatando che il disegno di legge in esame non solo non risolve i problemi del sistema giudiziario, ma acuisce la contrapposizione tra gli operatori della giustizia.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI). Dichiara il voto favorevole del suo gruppo sullePag. XIIquestioni pregiudiziali presentate, lamentando le forti pressioni esercitate dalla magistratura in relazione alla disciplina prevista dal provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Elio Vito n. 1 e La Russa n. 2, nonché le questioni pregiudiziali per motivi di merito Lussana n. 1 ed Elio Vito n. 2.
PRESIDENTE. Passa all'esame degli articoli del disegno di legge e delle relative proposte emendative, avvertendo che le Commissioni I e V hanno espresso i prescritti pareri.
Comunica altresì che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, fermo restando l'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare: i gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
GASPARE GIUDICE (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta che il Governo non ha fornito alla V Commissione i chiarimenti richiesti. Giudica inoltre irrituale che alle condizioni poste nel parere espresso dalla medesima Commissione non sia stato attribuito carattere vincolante.
PRESIDENTE. Rileva che, nel caso di specie, non ricorrono i presupposti per l'applicazione del regime di cui all'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il quale prevede che siano poste in votazione come emendamenti le proposte di soppressione e di modificazione del testo formulate dalla V Commissione e motivate con esclusivo riferimento all'osservanza dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Pur riconoscendo, quindi, la valenza politica delle considerazioni del deputato Giudice, osserva che, in riferimento al provvedimento in esame, il fatto che la Commissione di merito non ha recepito nel testo le condizioni contenute nel parere della V Commissione non determina alcuna conseguenza sul piano regolamentare.
Passa all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso riferite.
Intervengono sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati ERMINIA MAZZONI (UDC), MARCO BELTRANDI (RosanelPugno) ed ENRICO COSTA (FI).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
Intervengono altresì sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati LORENZO BODEGA (LNP) e PAOLA FRASSINETTI (AN).
MARILENA SAMPERI (Ulivo), Relatore per la maggioranza. Invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, esprimendo altrimenti parere contrario.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Concorda.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del testo alternativo da lui presentato, sul quale invita l'Assemblea ad esprimere un voto favorevole.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Sottolinea la ragionevolezza del testo alternativo presentato dal relatore di minoranza.
GERARDO BIANCO (Ulivo). Dichiara che, per ragioni di disciplina, esprimerà un voto in linea con le indicazioni fornite dal suo gruppo.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge il testo alternativo del relatore di minoranza e gli identici emendamenti Pecorella 1.1 e Mazzoni 1.311.
Pag. XIIIGIUSEPPE CONSOLO (AN). Illustra le finalità del suo emendamento 1.18.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Rileva che l'emendamento Pecorella 1.3 è volto a razionalizzare la spesa nel settore giudiziario.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli identici emendamenti Pecorella 1.3 e Consolo 1.18, nonché l'emendamento Consolo 1.4.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Illustra le finalità del suo emendamento 1.9.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Consolo 1.9 e 1.11.
GAETANO PECORELLA (FI). Richiama le finalità dell'emendamento Consolo 1.13.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Consolo 1.13 e gli identici Consolo 1.70 e Mazzoni 1.302.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Illustra le finalità del suo emendamento 1.312, sottolineando la necessità della separazione delle funzioni.
NINO MORMINO (FI). Richiama il contenuto dell'emendamento Lussana 1.312.
ENRICO COSTA (FI). Rileva che il Governo ha assecondato le richieste dell'Associazione nazionale magistrati.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Lussana 1.312.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno). Osserva che il suo emendamento 1.301 prevede l'inserimento di una verifica psico-attitudinale per i magistrati.
MANLIO CONTENTO (AN). Condivide le finalità dell'emendamento Buemi 1.301.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI) e MARIO PEPE (FI). Dichiarano di voler sottoscrivere l'emendamento Buemi 1.301.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Manifesta un orientamento contrario all'emendamento Buemi 1.301, del quale auspica il ritiro.
GAETANO PECORELLA (FI). Rileva che le verifiche psico-attitudinali vengono ordinariamente effettuate per l'accesso a professioni che presentano profili di pericolosità per i cittadini.
SERGIO D'ELIA (RosanelPugno). Rilevato che le verifiche psico-attitudinali sono previste per lo svolgimento di molteplici attività, riterrebbe inopportuno escluderle per l'accesso alla magistratura.
ERMINIA MAZZONI (UDC). Condivide le finalità dell'emendamento Buemi 1.301.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Rileva che l'emendamento Buemi 1.301 è opportunamente volto ad introdurre verifiche psico-attitudinali nel concorso per la nomina a magistrato.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Manifesta sconcerto per le considerazioni svolte dal deputato Palomba.
GIANCARLO LAURINI (FI). Giudica condivisibile e assolutamente ragionevole l'emendamento Buemi 1.301.
NINO MORMINO (FI). Sottolinea la rilevanza della valutazione della professionalità del magistrato attraverso l'utilizzo dei test psico-attitudinali.
JOLE SANTELLI (FI). Osservato che la verifica psico-attitudinale è già prevista per le forze dell'ordine, riterrebbe opportuno applicarla anche per l'accesso alla magistratura.
Pag. XIVPRESIDENTE. Avverte che la Presidenza ritiene di non poter accedere alla richiesta di voto segreto sull'emendamento Buemi 1.301.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Buemi 1.301 e Mazzoni 1.303.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.319, invitando il Governo a modificare il parere precedentemente espresso.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Giudica condivisibile l'emendamento Pecorella 1.319, volto ad introdurre una prova pratica di procedura per l'accesso alla magistratura.
GIANCARLO LAURINI (FI). Concorda sulla necessità di operare la selezione dei magistrati anche attraverso lo svolgimento di una prova pratica di procedura civile o penale.
JOLE SANTELLI (FI). Dichiara di condividere le finalità dell'emendamento Pecorella 1.319.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Dichiara di non comprendere le ragioni del parere contrario del Governo sull'emendamento Pecorella 1.319, che giudica condivisibile.
ROBERTO COTA (LNP). Sottolinea il buonsenso dell'emendamento Pecorella 1.319 e ne auspica l'approvazione.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Pecorella 1.319.
ROBERTO COTA (LNP). Illustra il contenuto dell'emendamento Lussana 1.313, che favorisce l'obiettivo di rendere più moderno ed efficiente il sistema giudiziario.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Dichiara di condividere le finalità dell'emendamento Lussana 1.313.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Ribadisce la rilevanza del contenuto dell'emendamento Lussana 1.313.
GIOVANNI FAVA (LNP). Giudica pienamente condivisibile l'emendamento Lussana 1.313.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Sottolinea la necessità di inserire il diritto industriale tra le prove d'esame, come prevede il suo emendamento 1.313.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Lussana 1.313 e gli identici Consolo 1.20 e Mazzoni 1.304.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.21.
MARIO PEPE (FI). Nel raccomandare all'Assemblea l'approvazione dell'emendamento Pecorella 1.21, ribadisce l'importanza di avere una magistratura più preparata.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Giudica pienamente condivisibile l'emendamento Pecorella 1.21.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Pecorella 1.21.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.22 e ne raccomanda l'approvazione.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Barani 1.22 e gli identici Pecorella 1.23, Consolo 1.24, Buemi 1.300 e Mazzoni 1.305.
ENRICO BUEMI (RosanelPugno) e ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Precisano di aver espresso erroneamente voto contrario nella precedente votazione.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Lussana 1.314.
Pag. XVENRICO COSTA (FI). Condivide le finalità dell'emendamento Consolo 1.26.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Rileva che il suo emendamento 1.26 è ispirato ad equità e buonsenso.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Consolo 1.26, nonché gli identici Consolo 1.27 e Gelmini 1.320.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Illustra le finalità del suo emendamento 1.30, invitando il Governo a riconsiderare il parere precedentemente espresso.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Consolo 1.30 e Vitali 1.69.
GAETANO PECORELLA (FI). Rileva che il suo emendamento 1.31 è volto ad espungere dal testo l'improprio e fuorviante riferimento ad una seconda laurea.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UDC). Condivide le finalità degli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306.
NINO MORMINO (FI). Giudica paradossale il contenuto della lettera b) del comma 3 dell'articolo 1.
GIANCARLO LAURINI (FI). Auspica l'approvazione degli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Invita il relatore per la maggioranza e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306.
JOLE SANTELLI (FI). Ribadisce l'ambiguità della formulazione della disposizione che gli identici emendamenti in esame intendono sopprimere.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306, nonché gli emendamenti Pecorella 1.33, Mazzoni 1.307, Consolo 1.36 e 1.38, Mazzoni 1.308 e Pecorella 1.40, gli identici Consolo 1.44 e Mazzoni 1.309, nonché l'emendamento Lussana 1.315.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Osserva che il suo emendamento 1.48, del quale auspica l'approvazione, è volto a rendere più serie le procedure concorsuali per l'accesso alla magistratura.
GIANCARLO LAURINI (FI) e SIMONE BALDELLI (FI). Dichiarano di voler sottoscrivere l'emendamento Consolo 1.48.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Consolo 1.48.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.50, che tende a rendere maggiormente equilibrata la composizione delle commissioni di esame per l'accesso alla magistratura.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge gli identici emendamenti Pecorella 1.50 e Consolo 1.51.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Illustra le finalità del suo emendamento 1.316.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Lussana 1.316.
GAETANO PECORELLA (FI). Condivide le finalità dell'emendamento Consolo 1.54.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Illustra le finalità del suo emendamento 1.54.
GIANCARLO LAURINI (FI). Sottolinea l'opportunità di approvare l'emendamento Consolo 1.54.
JOLE SANTELLI (FI). Evidenzia il carattere garantista dell'emendamento Consolo 1.54.
Pag. XVILa Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Consolo 1.54, Pecorella 1.55 e Consolo 1.57.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.317.
ERMINIA MAZZONI (UDC). Nel giudicare condivisibile il contenuto dell'emendamento Pecorella 1.317, invita il rappresentante del Governo a fornire chiarimenti sulle modalità di espletamento del concorso per l'accesso alla magistratura.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Precisa che la scelta di prevedere la formazione di sottocommissioni è dovuta alla necessità di accelerare i tempi di espletamento del concorso.
GAETANO PECORELLA (FI). Invita il rappresentante del Governo a rendere ulteriori precisazioni.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Precisa che la valutazione cui al comma 6, lettera g), capoverso 6, dell'articolo 1, è da riferire alle prove scritte del concorso.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Pecorella 1.317 e Consolo 1.60.
GAETANO PECORELLA (FI). Illustra le finalità del suo emendamento 1.62.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli emendamenti Pecorella 1.62 e 1.63.
GIUSEPPE CONSOLO (AN). Illustra le finalità del suo emendamento 1.67.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UDC). Dichiara voto favorevole sull'emendamento Consolo 1.67.
GIANCARLO LAURINI (FI). Ritiene che gli identici emendamenti Pecorella 1.66, Consolo 1.67 e Mazzoni 1.310 siano ispirati a buonsenso.
GAETANO PECORELLA (FI). Ribadisce la necessità che il tirocinio sia funzionale all'esercizio della funzione prescelta.
CAROLINA LUSSANA (LNP). Condivide le finalità dell'emendamento Consolo 1.l67, che valorizza il periodo di tirocinio previsto per lo svolgimento della funzione scelta dal magistrato.
JOLE SANTELLI (FI). Dichiara di condividere gli emendamenti in esame.
ANTONIO LEONE (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede il controllo delle tessere di votazione.
PRESIDENTE. Dà disposizioni in tal senso (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge gli identici emendamenti Pecorella 1.66, Consolo 1.67 e Mazzoni 1.310.
ELIO VITO (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, sottolineato che la maggioranza non è in grado di garantire la sussistenza del numero legale, riterrebbe opportuno rinviare il seguito del dibattito ad altra seduta.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Ritiene si possa accedere alla richiesta formulata dal deputato Elio Vito.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Trasferimento a Commissione in sede legislativa di proposte di legge.
PRESIDENTE. Propone il trasferimento alla I Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2345 ed abbinata, recante istituzione della Giornata nazionale del Braille.
(Così rimane stabilito).
Pag. XVIIPer la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.
FABIO EVANGELISTI (IdV), LUCA VOLONTÈ (UDC) e RICCARDO PEDRIZZI (AN). Sollecitano la risposta ad atti di sindacato ispettivo da loro, rispettivamente, presentati.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Venerdì 27 luglio 2007, alle 9,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 138).
La seduta termina alle 20,10.