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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 196 di venerdì 27 luglio 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
La seduta comincia alle 9,40.
SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bonelli, Colucci, Cordoni, Del Mese, Fabris, Folena, Forgione, Gasparri, Landolfi, Lusetti, Maroni, Meta, Migliore, Morrone, Leoluca Orlando, Piscitello, Pisicchio, Sgobio, Stucchi ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1447 - Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario (Approvato dal Senato) (A.C. 2900) (ore 9,43).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati votati da ultimo gli identici emendamenti Pecorella 1.66, Consolo 1.67 e Mazzoni 1.310.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo 1.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,45).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Dobbiamo ora decidere se svolgere subito le dichiarazioni di voto sull'articolo 1, oppure se sospendere la seduta per consentire il decorso dei termini regolamentari di preavviso, per riprendere, quindi, con le dichiarazioni di voto. Chiedo ai gruppi di pronunciarsi per capire come organizzare i nostri lavori.
Pag. 2ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, suggerirei di procedere alle dichiarazioni di voto sull'articolo 1 dopo la sospensione dei venti minuti per il preavviso di votazioni elettroniche, che lei ha già dato, considerato, per così dire, l'ambiente...
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, ritengo si possa procedere nel senso indicato dal deputato Leone.
Sospendo la seduta fino alle 10,05, che riprenderà con le dichiarazione di voto.
La seduta, sospesa alle 9,47, è ripresa alle 10,05.
Sull'ordine dei lavori.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, come lei saprà il Senato ha votato la risoluzione sul DPEF, che è stata approvata. L'onorevole Leone e chi vi parla avevamo chiesto di interessarsi presso la Presidenza del Senato perché si procedesse contestualmente alla votazione della risoluzione sul DPEF. Evidentemente, lei, signor Presidente, non c'è riuscito, perché sono andati avanti e hanno fatto questa accelerazione.
PRESIDENTE. Evidentemente.
RICCARDO PEDRIZZI. Pertanto la discussione su tale documento risulterà alla Camera una mera formalità, perché ormai con l'attuale «bicameralismo imperfetto», con la prevalenza del Senato dal punto di vista politico e dell'interesse, noi esplicheremo solo una mera formalità e la Camera dei deputati ancora una volta sarà mortificata.
PRESIDENTE. Come avevamo detto, abbiamo effettuato delle sollecitazioni sul Senato nella direzione richiesta. Come si è visto, esse non hanno sortito un risultato soddisfacente. Da qui a sostenere che il nostro dibattito sarà formale, mi pare che ne corra.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, ieri lo spazio dedicato alla discussione è stato ampio, ma non posso sostenere che vi sia stato un dibattito, perché, salvo le risposte date dal sottosegretario Scotti in un solo punto, per il resto pare che non interessi alla maggioranza dimostrare che le nostre tesi e le nostre richieste fossero infondate, altrimenti vi sarebbe stato un vero confronto democratico, così come lo stesso Ministro aveva richiesto.
Vi sono, credo, almeno cinque buoni motivi per votare contro l'approvazione dell'articolo 1 della controriforma dell'ordinamento giudiziario. Il primo è che vi è un evidente errore per quanto riguarda i titoli richiesti per l'esame di secondo grado. Infatti, per tutta una serie di posizioni ci si accontenta della laurea triennale in giurisprudenza, che vale poco di più di un diploma. Inoltre, un'altra ragione di contrasto sui titoli è che tutta una fascia amministrativa, di dirigenti amministrativi, e quindi con una cultura e una mentalità assai diversa da quella che deve possedere il giudice, ha un titolo preferenziale per accedere alla magistratura.
La seconda ragione, rapidamente, è costituita dal fatto che, come abbiamo detto, la composizione della commissione fa sì che la componente laica sia completamente insufficiente e non abbia nessun peso nel momento delle valutazioni, essendo una esigua minoranza.Pag. 3
Il terzo motivo per dire «no» all'approvazione dell'articolo 1 è costituito dalle modalità con cui gli esami avranno luogo. Abbiamo rilevato nei nostri interventi che vi è una singolare distinzione per i primi venti, che fanno da cavia, perché evidentemente, come afferma il sottosegretario, i primi venti serviranno per dettare i criteri di omogeneità: vorrà dire che per essi tali criteri non vi sono e avranno tutte le ragioni per rappresentare, un domani, in sede giurisdizionale la disparità di trattamento cui sono stati sottoposti.
La quarta ragione per essere contrari è il tipo di verifica per quanto riguarda l'accesso alla magistratura, ossia l'assenza di una prova pratica. Non si chiede al magistrato di dimostrare nemmeno che sappia scrivere un'ordinanza o una sentenza. Non si svolgono gli esami scritti di procedura, né civile né penale, che sono lo strumento quotidiano che ogni magistrato deve conoscere perfettamente. Manca totalmente la valutazione psico-attitudinale e su tale punto anche una parte della maggioranza ha preso posizione. Infatti, abbiamo detto ieri che non possiamo pensare che per lavori di responsabilità assai minore, che hanno meno effetti sulla vita delle persone, siano richieste le valutazioni che invece non sono necessarie per i magistrati.
La quinta ragione per votare contro l'approvazione dell'articolo 1 è il fatto che non si chieda al candidato di esprimere una preferenza in ordine allo svolgimento della funzione giudicante o requirente e che, quindi, l'esame non sia in nessun modo orientato, perlomeno in relazione alla prima fase dell'attività professionale del magistrato, per cui potrebbe accadere che si calchi di più la mano sull'aspetto relativo al mestiere del giudice e poi, invece, ci troveremo un magistrato che andrà ad esercitare la funzione del pubblico ministero.
Credo che queste cinque regioni per dire «no» abbiano tutte un'intrinseca razionalità mentre votare a favore dell'articolo voglia dire semplicemente sottomettersi ai tempi del provvedimento in esame, ma non alla logica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, Alleanza Nazionale è costretta a votare contro l'articolo 1 del provvedimento in esame per le ragioni che sono state illustrate nel corso dell'esame degli emendamenti ad esso riferiti. Ve n'è una principale, perché, già dall'articolo 1, si dimostra che le nostre accuse, non soltanto sui tempi di discussione, ma sulla sostanziale inemendabilità del provvedimento al nostro esame, sono confermate e rafforzate.
Le questioni sulle quali abbiamo posto l'attenzione sono - credo - riconosciute anche da alcuni settori della maggioranza come non prive di qualche fondamento.
È stata ricordata dal collega che mi ha preceduto la questione relativa alla commissione, come delineata dall'articolo 1. Sono state ricordate le vicende relative alle materie. La «vecchia riforma», quella che sarebbe entrata in vigore il 31 luglio, prevedeva, ad esempio, non soltanto la prova pratica, ma anche che la prova vertesse sul diritto industriale, questione sollevata sempre da emendamenti dell'opposizione.
È stata ricordata la questione delle funzioni ed è stata anche rimarcata l'assurda introduzione relativa alla previsione della seconda laurea che, come bene è stato detto, sarà sicuramente foriera, in futuro, di interpretazioni discordi e, quindi, si vede anche come la stesura del testo denoti tutta la sua frettolosità e, a nostro giudizio, anche la sua superficialità.
Ai cinque motivi che sono stati individuati ne aggiungerei anche un sesto che, tra l'altro, come ricordiamo, è stato sviluppato da un emendamento proveniente dalle file della maggioranza, a dimostrazione di quanto stiamo dicendo. Ci riferiamo, in sostanza, al fatto di inserire la prova psico-attitudinale per i nuovi ingressi nella carriera della magistratura.Pag. 4
Come ricorderemo, nella legge sull'ordinamento giudiziario che sarebbe entrata in vigore era stata prevista anche la prova psico-attitudinale e questa, si noti, non era rimessa soltanto al tecnico, ma ad un giudizio collegiale. Riteniamo che anche questa sia un'occasione perduta e sulla scorta di queste argomentazioni dichiaro che il voto di Alleanza Nazionale sarà conseguente, e cioè contrario all'approvazione dell'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio voto contrario sull'articolo 1 che si ispira ad un principio che l'Associazione nazionale dei magistrati sta portando avanti da alcuni anni: se c'è una crisi della giustizia, in Italia, il corpo giudiziario è esente da qualsiasi colpa e difetto. Infatti, nel definire le regole per il reclutamento di una nuova generazione di magistrati non si tiene conto dei difetti e delle lacune formative che affliggono l'attuale corpo giudiziario.
I futuri magistrati saranno bravi in merito alla conoscenza del diritto, ma non sapranno svolgere le indagini. Infatti, nel curriculum formativo non è previsto, ad esempio, lo studio della scienza delle investigazioni e questo, signor Presidente, comporterà un aumento della percentuale dei reati senza colpevole.
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
MARIO PEPE. Infatti, oggi la crisi di fiducia dei cittadini per la giustizia è arrivata ad un punto tale che spesso i cittadini decidono di farne a meno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 402
Astenuti 10
Maggioranza 202
Hanno votato sì 260
Hanno votato no 142).
Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario e che il deputato Sircana ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro di tutte le proposte emendative relative all'articolo 2, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
NINO MORMINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 5NINO MORMINO. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti per sottolineare come l'articolo in esame costituisca uno degli snodi centrali...
PRESIDENTE. Mi scusi, lei può intervenire per dichiarazione di voto sulla prima proposta emendativa, non sul complesso degli emendamenti, perché, come ha sentito, siamo già passati oltre.
NINO MORMINO. Signor Presidente, interverrò sui singoli emendamenti. Credevo di dover intervenire dopo l'espressione del parere.
PRESIDENTE. No, sarebbe dovuto intervenire in precedenza.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 2.1 e Mazzoni 2.302.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. È significativo che tra tutte le proposte emendative da noi presentate, sempre nell'ottica del premiare la professionalità e la concretezza delle norme - mi riferisco alla discussione di ieri -, neppure una sia stata giudicata meritevole di accoglimento. Ciò significa forse che noi abbiamo portato avanti proposte emendative assolutamente defatigatorie? Non è così! Ieri ho colto - e colgo oggi - lo stesso sguardo smarrito, da parte di qualcuno che nella maggioranza ancora si rende conto della gravità del vulnus inferto al nostro sistema democratico. Non riusciamo a portare avanti un concreto esame sulle proposte di legge al «nostro esame» (lo dico appositamente tra virgolette) perché abbiamo l'ossessione e l'incubo che i provvedimenti non debbano tornare al Senato.
Le proposte emendative in esame sono proposte soppressive e riguardano l'articolo 2, che in rubrica reca modifiche agli articoli da 10 a 53 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, il che significa che l'intero impianto portato avanti dopo tre anni di dibattito è considerato totalmente sbagliato. Non si può sostenere che la riforma non sia stata fatta! La riforma è stata fatta, eccome! Se andate a vedere i vostri interventi durante la riforma Castelli, sia alla Camera sia al Senato, condividevate molti aspetti. Adesso gli argomenti condivisi sono pari a zero, il che significa che vorreste imporci un «prendere o lasciare», che non ha alcun significato in un Paese democratico e in un regime come il nostro.
Ecco perché il gruppo Alleanza Nazionale voterà a favore degli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, speravo, e spero, che si possa riflettere con libertà sull'articolo 2 del provvedimento in esame, come sul resto della riforma. Non possiamo ridurci a immaginare di continuare progressivamente, legislatura per legislatura, al volgere di ogni maggioranza, a cambiare le norme che regolano la progressività, le funzioni, il trattamento economico e i criteri di merito della magistratura. Non lo possiamo fare, anzitutto, per rispetto verso noi stessi. Come possiamo continuare a procedere in una maniera tale per cui, presumibilmente, al volgere di una prossima maggioranza - quando sarà e se sarà - verrà introdotta una nuova riforma della giustizia, che in qualche modo risponde a diverse esigenze di anime diverse presenti all'interno della magistratura, ma che poco ha a che fare con la fruibilità da parte del cittadino? Non vorrei rassegnarmi a tale principio, perché si tratta di uno dei momenti cardine anche del messaggio che intendiamo dare di una politica che, su alcuni grandi temi, vuole procedere per risolvere, innovare e rendere più consono il Paese alle aspettative del cittadino.
Nell'articolo 2, come è noto, si modificano ulteriormente le norme in materia di progressività della carriera, di funzioni e di trattamento economico; vengono eliminati i concorsi per esami, in quanto si prevedono soltanto i concorsi per titoli, ePag. 6i criteri di laboriosità divengono più generici di quelli della riforma precedente. Mi sembra, inoltre, vi sia un ottenebramento del merito, che è stato un elemento fondamentale per molti di noi in tante altre materie, quando più volte abbiamo discusso in quest'aula dicendo, sia nell'uno sia nell'altro schieramento, nell'attuale e nelle passate legislature, che volevamo cercare di ridurre - lo ripeto: ridurre - non il merito, ma la rendita.
Vorrei ricordare all'Assemblea, nella disattenzione generale, e nel «lavoro di scrittura» del sottosegretario, che è sordo alle parole, ma prende appunti, che questo modo di procedere crea le condizioni affinché, nei prossimi anni, il testo che stiamo approvando possa ulteriormente venire modificato, a nocumento dei cittadini e creando ulteriori motivi di conflitto e contraddizione all'interno della magistratura, oltre che tra la magistratura e il Parlamento.
Se quanto meno non si salva il criterio del merito all'interno di questa riforma e non lo si sottolinea, diventa poi complicato dare una risposta ai cittadini italiani che si trovano a disagio nei confronti della magistratura e dei procedimenti a loro carico o a loro difesa. Invito il relatore - come ho fatto platealmente, e me ne scuso, qualche minuto fa - a considerare in maniera più generosa il contributo che quest'aula vuole dare a una modifica seria dell'organizzazione della magistratura.
Sappiamo che i tempi sono stati molto limitati, e dobbiamo ringraziare il presidente Pisicchio e tutti i componenti della Commissione, dell'uno e dell'altro schieramento, per il lavoro importante che hanno svolto in pochi giorni. Tuttavia, ciò non deve esimerci dal valutare con attenzione questa riforma e dal cogliere i contributi che molti colleghi, tra i quali la nostra collega Erminia Mazzoni, vogliono offrire per un miglioramento del provvedimento che garantisca stabilità e rispetto nel rapporto tra la magistratura e il Parlamento e tra la magistratura e i cittadini.
Lo dico con grande tristezza: se dovessimo procedere secondo le indicazioni del relatore e del Governo, non faremmo un di più, ma creeremmo condizioni di disagio per i prossimi anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, riprendo il discorso che avevo tentato di iniziare poco fa, perché in sostanza gli emendamenti soppressivi dell'articolo 2 coinvolgono complessivamente i temi affrontati in questa parte del provvedimento, che toccano un nodo essenziale della riorganizzazione del sistema di gestione dell'attività giudiziaria dei magistrati.
Gli aspetti che si affrontano in questo articolo sono fondamentalmente due. Il primo è costituito dalla valutazione e, quindi, dal tentativo di attribuire al magistrato un giudizio di qualità che possa davvero rassicurare sull'esercizio della propria attività professionale e delle proprie funzioni e che garantisca l'applicazione della legge nella misura più corretta possibile, più equilibrata, più seria, più consapevole e responsabile.
L'ordinamento votato nella scorsa legislatura coglieva un punto essenziale della crisi del sistema dell'organizzazione giudiziaria e, soprattutto, della carriera dei magistrati, ovvero la tendenza voluta fortemente dalla magistratura associata che si orientava verso la pianificazione della professione e della progressione dei magistrati nel corso della loro carriera. In ordine alle varie leggi varate al riguardo, ieri è stata rievocata la motivazione di questa tendenza alla pianificazione con riferimento a episodi, certamente tragici, del nostro passato relativi al confronto con il terrorismo dilagante, ma la richiesta e la tendenza, anzi, la realizzazione di un sistema, attraverso le leggi Breganze, o «breganzone» o «breganzine» che fossero, per sottrarre il magistrato ad una valutazione progressiva sulla sua capacità professionale, ormai era risultata obsoleta e non condivisa da alcuno. Quindi, emergeva l'esigenza di un nuovo processo di valutazione della qualità del magistrato e della sua progressione nella carriera.Pag. 7
Su questo punto la precedente riforma aveva introdotto un corretto meccanismo di valutazione che, come accennavo ieri, era di «valutazione coperta», nel senso che la sottoposizione dei magistrati a concorsi per esami assicurava la possibilità di una valutazione oggettiva certamente più conforme alla necessità dell'individuazione delle qualità di preparazione e della capacità di svolgere la propria professione da parte dei magistrati. Tale approdo, raggiunto sia pure in modo molto complesso, e che avrebbe potuto anche rappresentare un momento di riflessione collettiva sulla semplificazione del sistema, oggi viene superato da un metodo totalmente diverso e contrapposto. Tale metodo è quello della «valutazione scoperta», caratterizzato dal fatto che si vuole salvare quel sistema di valutazione che consente una discrezionalità che, alla fine - come sappiamo - è guidata da scelte che, piuttosto che riferirsi alla qualità professionale dei magistrati, si fondano sul loro schieramento e sulla loro collocazione politica interna al sistema della magistratura associata. I criteri di valutazione introdotti con il nuovo provvedimento rappresentano...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NINO MORMINO. Signor Presidente, mi riservo di svolgere ulteriori considerazioni intervenendo sulle altre proposte emendative. Tali criteri, dunque, rappresentano un arretramento estremamente pericoloso e non affidabile, e ne spiegheremo i motivi in seguito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo per sostenere gli emendamenti soppressivi dell'articolo 2. Tale articolo, infatti, è il cuore del provvedimento, perché attiene alle valutazioni di professionalità dei magistrati.
Vi è un punto fondamentale di differenza rispetto alla precedente riforma Castelli: prima i magistrati venivano giudicati, nella loro preparazione, attraverso concorsi ed esami anonimi; ora verranno giudicati dal CSM, in modo chiaramente non anonimo, e saranno in balia delle correnti del CSM. Si pensi addirittura che la loro valutazione non potrà riguardare in alcun caso l'attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove. Mi chiedo a questo punto come il CSM potrà rendersi conto della correttezza o meno del loro operato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, come hanno sottolineato i colleghi che mi hanno preceduta, l'articolo 2 va a novellare alcune disposizioni del decreto attuativo della riforma Castelli, relative alle funzioni, alle progressioni e al trattamento economico dei magistrati. Con l'emendamento in esame chiediamo la soppressione delle norme con cui sono disciplinati questi importanti aspetti dalla proposta Mastella, perché riteniamo l'impostazione assolutamente generica e poco precisa, sia nelle modalità delle verifiche di professionalità sia nei criteri da stabilire e porre alla base delle verifiche stesse.
Quel che è più grave è che viene fortemente affievolito il criterio meritocratico della riforma Castelli, in ordine al conferimento di incarichi superiori. Non sono previsti concorsi per questo genere di avanzamento, ma solo sommarie valutazioni di professionalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, con l'articolo 2 si scardina uno dei punti particolarmente innovativi della riforma Castelli. L'articolo, infatti, affronta il tema delle funzioni dei magistrati, maPag. 8soprattutto quello della valutazione professionale della carriera dei magistrati.
La riforma Castelli aveva avuto il merito di introdurre finalmente, anche per quanto riguarda gli avanzamenti in carriera dei magistrati, un criterio meritocratico, svincolandoli quindi dal sistema attuale, che invece prevede avanzamenti di carriera legati meramente a scatti di anzianità. Avevamo cercato di farlo ridimensionando, per quanto riguarda la carriera del magistrato, il ruolo del CSM. Con la controriforma Mastella, invece, si denota, in modo particolare con l'articolo 2, tutta l'impostazione autoreferenziale della magistratura ed il ruolo rafforzato del CSM, che è emerso dal fatto che questa riforma non è stata scritta dal Parlamento, ma sotto dittatura e dettatura del «parlamentino» di Palazzo dei Marescialli - lo chiamo parlamentino perché è tale - e soprattutto dell'Associazione nazionale magistrati.
In questo modo, metteremo le valutazioni fondamentali e decisive per quanto riguarda la carriera dei magistrati nelle mani del CSM, che, come abbiamo più volte avuto modo di denunciare in quest'aula, non è un organo libero da un'organizzazione e da una strutturazione su correnti fortemente politicizzate.
In quest'aula, abbiamo sentito tante volte invocare il principio dell'indipendenza della magistratura: magistrati liberi e indipendenti! Adesso non avremo più magistrati liberi ed indipendenti, perché la loro carriera sarà condizionata dalle amicizie nell'ambito di questa o quella corrente. In tal modo, non avremo la possibilità di valutare i magistrati effettivamente per la loro capacità e per la loro laboriosità. È vero che nell'articolo 2 sono stati inseriti alcuni criteri, ma gli stessi non sono stati volutamente oggettivizzati, rimettendo tutto, ancora una volta, nelle mani del CSM. Quindi, avremo una carriera legata strettamente alle decisioni delle correnti ed un sistema in cui, tra l'altro, i controllati sono coloro che andranno poi a votare i magistrati che li rappresenteranno nell'organo di autogoverno della magistratura.
Quindi, chiediamo una riflessione su questo punto, anche se abbiamo visto che il dibattito - signor Presidente, mi rivolgo a lei - anche in quest'aula è completamente assente. In Commissione la relatrice aveva affermato che avremmo rinviato tutto ad un dibattito approfondito in Assemblea, ma, purtroppo, dai banchi della maggioranza assistiamo solamente al silenzio, perché avete fretta, a causa dell'avvicinarsi della data del 31 luglio. Ciò, però, mortifica chi, come noi, sta facendo il proprio lavoro e mortifica la Camera dei deputati: mi premeva ribadirlo, signor Presidente, approfittando della sua presenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per ribadire che il gruppo di Alleanza Nazionale riserva particolare attenzione all'emendamento in esame, che è fondamentale. Chiediamo quindi, ancora una volta, di far sì che sia tutelata la meritocrazia nella magistratura. Stiamo andando incontro a uno strapotere del Consiglio superiore della magistratura, che conduce a un'autoreferenzialità.
Avevamo iniziato, con la riforma Castelli, un percorso che imponeva i principi della meritocrazia e della correttezza sulla separazione delle funzioni. Ancora una volta, invece, trionfano il correntismo all'interno della magistratura e la politicizzazione: l'abbiamo visto nell'iter al Senato, lo vediamo anche oggi in quest'aula, mortificando il dibattito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, d'ora in avanti un magistrato che vuole fare carriera dovrà fare una cosa sola: iscriversi a una corrente importante, saper scegliere la corrente e diventare attivista di tale corrente. Infatti, come i partiti eleggonoPag. 9i deputati e i senatori, le correnti eleggono i loro rappresentanti, perché in effetti nel CSM vi è una contraddizione fra i compiti puramente amministrativi che la Costituzione ad esso impone e la carica di sentimenti e di passioni che sono legati all'elettività di gran parte dei suoi membri. Quindi saranno favoriti non i migliori, ma i più intriganti e quelli che sapranno meglio farsi apprezzare dalla corrente cui sono iscritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, intervengo per certificare uno stato di grande imbarazzo e di grande disagio, perché siamo consapevoli che, nonostante si possano apportare o richiedere modifiche che, nel merito, possono essere condivisibili e opportune, il testo in esame è approdato già alla Camera dei deputati blindato, quindi senza alcuna possibilità di contribuire a migliorarlo: è una delle situazioni peggiori che vi possa essere, vale a dire l'inutilità di un lavoro che ci ha visti impegnati in Commissione e che ci vedrà impegnati oggi, forse domani, fino a quando il testo non sarà licenziato, soltanto con la forza dei numeri, e non invece con la forza della ragione e dell'opportunità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). È un colpo al cuore: dopo aver sparato, con l'articolo 1, un colpo al cervello, oggi, con l'articolo 2, sparate un colpo al cuore della riforma Castelli, con il quale si cancella la meritocrazia e si garantisce carriera veloce per tutti, senza meriti, senza professionalità, senza qualità del servizio alla giustizia dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione...
Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Goisis. Ne ha facoltà, tuttavia da questo momento in avanti non concederò più la parola a chi la chiede dopo che è stata indetta la votazione.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola. Con la riforma Castelli volevamo introdurre una valutazione, volevamo dare alla magistratura la caratteristica di meritocrazia. Si erano previsti i concorsi, proprio perché vi doveva essere una valutazione esterna.
Oggi invece, purtroppo, con questa riforma non vengono più premiati i capaci e i preparati, ma solo coloro che sono iscritti alle correnti della magistratura associata. Purtroppo la magistratura militante - che ha condizionato la presente riforma - è diventata e sarà la signora e padrona della carriera dei deputati (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... dei magistrati.
Si favorisce, ancora una volta, l'autoreferenzialità: questa è una situazione inaccettabile. Ovunque si cerca di riportare, come già anche nella scuola, la meritocrazia; qui invece si tradisce questo principio fondamentale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 2.1 e Mazzoni 2.302, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 283).
Prendo atto che i deputati Affronti e Picano hanno segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.115, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Grassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.116.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, l'emendamento Vitali 2.116 rappresenta una prova ulteriore - ne abbiamo date tante - della serietà con cui la Casa delle libertà sta affrontando questo delicato problema. Noi siamo favorevoli a una magistratura che veda avanzare nella carriera i suoi uomini migliori solo grazie al merito e a niente altro.
Purtroppo, però, devo segnalare nuovamente una palese violazione degli articoli 105 e, conseguentemente, 138 della nostra Carta costituzionale. Vorrei segnalare, signor Presidente, alla sua sensibilità di uomo democratico che, allorché i costituenti affidarono al Consiglio superiore della magistratura le promozioni dei magistrati, intendevano che l'organo di autogoverno dei giudici le effettuasse concretamente: come può avvenire ora tutto ciò se non c'è più un magistrato da promuovere, mentre solo l'appartenenza correntizia garantisce degli avanzamenti economici, ai sensi delle cosiddette leggi Breganze e Breganzone, per cui chi vince il concorso in magistratura è equiparato, quanto allo stipendio, al primo presidente della Cassazione senza avere alcun merito?
Molti magistrati ovviamente possiedono tali meriti e per questo credo che loro stessi per primi vogliano che venga riconosciuta la loro professionalità, senza essere costretti ad andare al TAR o a tornare alla Cassazione. Non faccio nomi, ma lei, Presidente, conosce bene i nomi di magistrati che hanno superato tantissimi concorsi e che onorano la magistratura.
Alla luce di tutto ciò, Alleanza Nazionale voterà a favore dell'emendamento Vitali 2.116, così come delle altre proposte emendative, che premiano la professionalità e che riconoscono il giusto rispetto alla magistratura, quella con la emme maiuscola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.116, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 279).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, chiedo soprattutto ai colleghi, che sono particolarmente attenti e sensibili ai problemi delle garanzie di tutti i cittadini davanti al giudice, di prestare particolare attenzione ai problemi che sono stati posti dall'introduzione delle valutazioni di professionalità.
A queste si collegano l'intera carriera di un magistrato, gli incarichi direttivi e semi-direttivi e l'accesso alla Cassazione. È necessario, allora, che tali criteri abbiano una natura tale da garantire che i veramente meritevoli, non coloro che hanno una posizione particolarmente tutelata, ricoprano gli incarichi dai quali dipende la vita delle persone.
Vorrei invitare i colleghi a compiere queste brevi riflessioni.
Come avviene la valutazione di professionalità? Essa avviene attraverso la raccolta di una serie di documenti e una valutazione, che viene effettuata prima dai consigli giudiziari, poi dal CSM.
È vero o non è vero - chiedo ai colleghi - che nella magistratura vi sono delle correnti di maggioranza e di minoranza? Se questo è vero - ed è così - è inevitabile che le correnti di maggioranza tenderanno a collocare nei posti di responsabilità più importanti i loro aderenti.
Si tratta di un fatto naturale, che accade in ogni luogo in cui si esercita il potere, come avviene anche nella magistratura.
Seconda considerazione: la valutazione di professionalità è effettuata sulla base di capacità, laboriosità, diligenza e impegno. È vero o non è vero che si tratta di criteri elastici, in altre parole, che una sentenza, ritenuta buona da qualcuno, è considerata cattiva da qualcun altro e così via? Allora, se si tratta di criteri elastici, collegandoci al fatto che vi sono correnti di maggioranza e minoranza, a maggior ragione può verificarsi l'effetto di favorire i meno meritevoli, solo perché hanno una posizione di maggiore protezione.
Terza considerazione: la valutazione di professionalità ha un nome e cognome, ovverosia non è anonima come, per esempio, il concorso scritto; si sa chi si sta valutando, quindi è possibile, a maggior ragione, favorire alcuni a danno di altri.
Esprimo due ultime considerazioni. All'interno dei consigli giudiziari vi sono inevitabilmente confronti e conflitti: in altre parole, vi sono coloro che vogliono andare avanti e che si troveranno a giudicare sulla base di criteri elastici i loro colleghi, che saranno valutati subordinatamente al soddisfacimento delle proprie esigenze. Si tratta di un'altra ragione per cui tali valutazione non saranno obiettive e attendibili.
Infine, come è possibile, per i prossimi uno, due o tre anni, duranti i quali non vi sono le valutazioni di professionalità o comunque non si potranno effettuare, perché mancano i giudizi dei consigli giudiziari (i quali devono cominciare a redigerli da questo momento), attribuire le funzioni e gli incarichi direttivi e semidirettivi?
Vi chiedo, dunque, di fare tutte queste valutazioni. Si tratta di una scelta di fondo: è meglio un sistema che premia i meritevoli, impedendo che si favoriscano i meno meritevoli solo perché appartengono ad un'area di «politica giudiziaria», oppure un sistema in cui vi è il rischio che i meno meritevoli, come in questo caso, vadano avanti?
Questa è la scelta: se siete convinti che un sistema non anonimo, basato su criteri discrezionali e sull'appartenenza ad un'area di «politica giudiziaria» sia un buon sistema, votatelo; però, credo che ciascuno di voi - sono tantissimi quelli della maggioranza che hanno il senso del diritto e la coscienza di ciò che va fatto - lo voterà, magari, per disciplina di partito, ma non sarà contento di tale scelta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo proprio per evidenziare come tali valutazioni di professionalità abbiano perso completamente il requisito della oggettività. Saranno, infatti, valutazioni soggettive del Consiglio superiore della magistratura.Pag. 12
Ciò che è grave è che il legislatore, in questa sede, fissa dei parametri assolutamente generici, che dovranno essere completati non da un provvedimento del Governo, bensì da una delibera del Consiglio superiore della magistratura. Tale Consiglio, quindi, si farà la norma, emetterà i giudizi e sarà assoluto padrone della carriera dei magistrati, non tanto sulla base di valutazioni oggettive, ma soggettive e correntizie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, avevamo presentato un emendamento interamente soppressivo dell'articolo in esame, che, come tutti gli altri emendamenti da noi presentati, è stato respinto dall'Assemblea.
Quindi, ci agganciamo all'emendamento presentato dai colleghi di Forza Italia perché riteniamo che una soppressione parziale dell'articolo possa essere utile alla migliore funzionalità del sistema giustizia.
In particolare, ritengo importante portare l'attenzione dell'Assemblea sul comma 2 dell'articolo 2, che è il cuore dell'emendamento Pecorella 2.7; perlomeno, esso rappresenta l'interesse principale del Governo in risposta alle indicazioni che ha ricevuto dai soggetti interessati, perché riguarda la progressione di carriera e i relativi criteri di valutazione.
Il comma 1, relativo all'organizzazione funzionale della magistratura, era in effetti una riscrittura più estetica che sostanziale, al di là di alcune cadute, come quella relativa, ad esempio, all'organizzazione della procura antimafia e di altre strutture particolari, alcune delle quali siamo riusciti ad aggiustare al Senato: mi riferisco, in particolare, alla disposizione relativa alla magistratura di sorveglianza, le cui funzioni erano state riorganizzate malamente dall'ipotesi governativa. Però, al comma 1 abbiamo, come ho già detto, una riscrittura più estetica che sostanziale della riforma che abbiamo approvato nella precedente legislatura.
Con il comma 2, invece, si riscrive completamente e sostanzialmente l'articolo 11 del decreto legislativo n. 160 del 2006 e si interviene sui criteri che portano a determinare lo sviluppo di carriera dei magistrati. Vorrei rappresentare le preoccupazioni che ci hanno mosso in Commissione ad argomentare e a tentare, attraverso gli emendamenti, di modificare il testo proposto e rinnovarle anche in aula.
Infatti, con questa nuova disciplina si introduce, in primo luogo, una verifica professionale automatica, che deve essere effettuata ogni quattro anni. Andiamo, perciò, incontro ad un procedimento routinario, standardizzato, una specie di verifica industrializzata della professionalità dei magistrati, alla quale il Governo presta così poca attenzione da non avere neanche in questo momento, nonostante le nostre sollecitazioni, il quadro quantitativo del carico di lavoro che verrà assegnato e da quando partirà, in relazione all'organico complessivo della magistratura, la notevole mole di lavoro affidata ai verificatori.
Questa verifica di professionalità, peraltro, viene ancorata a criteri generici e a parametri che verranno individuati dal CSM. Sono date indicazioni, come laboriosità o diligenza, molto generiche, approssimative e fumose. Non vi sono indicatori che consentano quella oggettività alla quale, invece, il Governo dice di fare riferimento.
Tali valutazioni - questo è il nodo centrale - sono chiaramente sottratte a soggetti terzi rispetto al corpo della magistratura e non passano più attraverso una verifica concorsuale della competenza reale, della professionalità, dell'acquisizione di una conoscenza attraverso una pratica obbligatoria dell'aggiornamento professionale, che a mio avviso questa categoria dovrebbe svolgere più di altre. Quindi - lo ripeto - si tratta di una valutazione, che è basata su criteri generici ed effettuata in massa: possiamo quindi immaginare cosa produrrà.
Dopodiché, c'è l'indicazione del passaggio di competenze, l'ipotesi di passaggio diPag. 13funzioni da requirente a giudicante che il Governo ha deciso di prevedere ogni quattro anni.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mazzoni.
ERMINIA MAZZONI. Dunque, concludo rapidamente. È sicuramente un inganno, perché non si fa altro che confermare lo status quo: in una carriera non si può immaginare un passaggio dopo un periodo superiore ai quattro anni. Si può dire che il passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante è immediato.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Mazzoni.
ERMINIA MAZZONI. Altre due considerazioni, signor Presidente.
PRESIDENTE. Non è possibile, deve concludere, onorevole Mazzoni.
ERMINIA MAZZONI. Interverrò sugli emendamenti successivi. Il nostro voto è a favore dell'emendamento Pecorella 2.7, soppressivo del comma 2.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, la richiesta di soppressione del comma 2 risulta essere profondamente motivata non solo dalla genericità dei criteri che informano la valutazione della professionalità, ma anche dal dovere di garantire il buon funzionamento della giustizia, non solo per quanto riguarda la formazione permanente, ma anche la continuità nella valutazione della professionalità.
Non si comprende perché, al raggiungimento della settima valutazione di professionalità, il magistrato non sia più tenuto a dare conto dello standard di professionalità. Entrando nel merito della valutazione ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MARIASTELLA GELMINI. ...condividiamo il fatto che non debba essere presa in considerazione l'attività di interpretazione di norme di diritto, come anche la valutazione del fatto e delle prove, ma riteniamo che debba essere fatto salvo l'errore grave e palesemente inescusabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, l'emendamento Pecorella 2.7, soppressivo del secondo comma dell'articolo 2, tocca un tema particolarmente caro ad Alleanza Nazionale, cioè quello di riconoscere, premiare, stimolare e rendere fisiologica - per il tempo da qui a venire - la meritocrazia.
Pongo una domanda ai molti colleghi, che forse si sono occupati poco di giustizia: vi rendete conto di quello che accade, a volte, nelle aule dei tribunali e al Consiglio superiore della magistratura? Un grande studioso di ordinamento giudiziario, riconosciuto come uno dei massimi esperti, il professor Giuseppe di Federico, già membro del Consiglio superiore della magistratura, riporta alle cronache un esempio che desidero sottoporre all'Assemblea: un pubblico ministero aveva dimenticato di ordinare la scarcerazione di un extracomunitario in detenzione preventiva e il malcapitato - è il caso di dirlo - è rimasto ingiustamente in carcere per oltre 15 mesi! Stendiamo un velo pietoso sull'episodio. Il pubblico ministero in questione aveva ricevuto dal Consiglio superiore della magistratura l'ammonimento.
Veniamo al dunque. Il 18 febbraio 2004 il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di promuovere quel magistrato. A chi faceva presente che egli denotasse mancanza di professionalità e diligenza, è stato risposto che il pubblico ministero in questione era sì caduto in quella dimenticanza, ma solo una volta e che, quindi, mancava l'abitualità nel suo comportamento palesemente ingiusto e scorretto.Pag. 14
Chi restituirà all'extracomunitario che è stato quindici mesi in carcere il periodo di detenzione ingiustamente patito? Chi restituirà la credibilità perduta ai magistrati? Per fortuna, i magistrati come questo sono pochi, perché la maggior parte di essi compie il proprio dovere in silenzio e non ha bisogno di ricorrere ad iscrizioni all'associazione di categoria per fare carriera.
Chiedo una spiegazione al rappresentante del Governo - che, lo comprendo, abbassa lo sguardo, reputando incredibili episodi come questi - visto che, in questo caso, egli è anche un magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, con l'emendamento Pecorella 2.8 ricorriamo alla tecnica della riduzione del danno; abbiamo poc'anzi tentato di ottenere la soppressione del comma 2 dell'articolo 2, perché non ci sembrava adeguato a garantire una professionalità permanente, che dev'essere valutata sicuramente dal Consiglio superiore della magistratura secondo i criteri che, anche con questa controriforma, sono stati dati, ma che dev'essere accertata nell'interesse della collettività, dei cittadini e di coloro i quali si rivolgono al sistema giustizia.
L'emendamento soppressivo non è stata approvato, quindi facciamo una proposta di mediazione. Perché il magistrato che, normalmente, ha una vita professionale di quarant'anni, deve essere sottoposto a delle pseudo-valutazioni di professionalità per soli ventotto anni? Infatti, quelle che sono state stabilite con questa controriforma, sia chiaro per tutti, non sono pratiche di accertamento di professionalità, ma pseudo-percorsi di accertamento della professionalità. Ebbene, perché, ripeto, deve essere sottoposto a queste valutazioni per ventotto anni - sono sette complessivamente, una ogni quadriennio sette per quattro fa ventotto - mentre deve passare gli altri dodici anni nell'esercizio delle proprie funzioni senza che alcuno accerti se permangano i requisiti di professionalità, di aggiornamento e di capacità necessari per una funzione così alta e così importante?
Onorevoli colleghi, nelle libere professioni non esiste la professionalizzazione obbligatoria, ma il professionista, se vuole stare sul mercato, si deve aggiornare, qualificare e impegnare; è il mercato, quindi, che seleziona i professionisti migliori. In tal caso, siamo in un settore - quello della giurisdizione - nell'ambito del quale a maggior ragione è necessario garantire che il magistrato che esercita questa alta funzione mantenga le capacità professionali e le attitudini richieste.
Pertanto, con l'emendamento in esame, oltre alle sette valutazioni effettuate ogni quattro anni - che, ripeto, sono pseudo-valutazioni, perché non c'è un concorso, né un esame, né un colloquio, né un approfondimento, ma si tratta per intero di una valutazione cartacea che, come è già stato osservato in quest'Assemblea, verrà effettuata a seconda dell'appartenenza a questa o quella corrente, o a seconda della preminenza di questa o quella corrente - noi vogliamo introdurne altre successive, ogni sei anni, sino alla fine della carriera.
Ciò non è offensivo per nessuno, così come non è offensivo sottoporre i magistrati al test psico-attitudinale: a tale genere di prova, infatti, ormai non si sottopongonoPag. 15più soltanto quanti vogliono aderire alla vita militare in quanto anche nell'impiego privato le aziende sottopongono i loro dipendenti a tali test; quindi, non è una circostanza umiliante, o che delegittima, quella di sottoporsi ad un accertamento della permanenza delle qualità professionali e tecniche necessarie a garantire quel servizio giustizia, che è fondamentale nel nostro Paese.
Anche in questo caso pensavamo di trovare nell'ANM un'interlocutrice autorevole e concorde su questa sponda; evidentemente, quando si passa dalle parole ai fatti, si entra anche in contraddizione. Noi, nella scorsa legislatura, abbiamo avuto molti incontri con l'ANM anche attraverso lo svolgimento di audizioni e sembrava che su tale principio - accertare la permanenza dei requisiti professionali del magistrato - si fosse tutti d'accordo, ma evidentemente così non era. Se è vero (come è vero) che questa controriforma è stata scritta sotto dettatura dell'ANM, allora vuol dire che si parla in una maniera e ci si comporta in un'altra.
Pertanto, vi chiediamo di riflettere sull'emendamento Pecorella 2.8, sul quale esprimeremo con convinzione un voto favorevole, non certamente nell'interesse nostro o di una parte politica, ma soprattutto della magistratura, che ha bisogno, specie in questo momento, di credibilità e autorevolezza. Non è sfuggendo da questi controlli e da queste qualifiche, che si legittima un organo giurisdizionale e si dà fiducia e credibilità al Paese. Pertanto, invitiamo caldamente i tanti colleghi liberi ed indipendenti, che siedono in tutti i banchi di questo Parlamento, a riflettere su ciò che si sta facendo, perché queste non sono riforme...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUIGI VITALI. ...che si possono cambiare ogni quindici giorni o ogni quindici mesi; al contrario, esse sono destinate a lasciare un segno indelebile nella nostra storia per la modernizzazione del Paese. Tutto si sta modernizzando, tutto sta migliorando...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUIGI VITALI. Concludo, signor Presidente. Non si capisce perché la magistratura deve ancora godere di privilegi, che non appartengono più a nessun tipo di categoria. Pertanto, vi invitiamo a votare a favore dell'emendamento Pecorella 2.8 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, il comma 2, che si sta cercando di emendare, dell'articolo 2 del disegno di legge in discussione contiene una previsione a dir poco stravagante, sulla quale mi permetto di attirare l'attenzione dei colleghi. Infatti, prevede che «in nessun caso» possa essere oggetto di valutazione periodica l'attività del magistrato che riguardi l'interpretazione delle norme di diritto, i fatti di causa e le prove.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,05)
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Capirei se tale previsione fosse riferita al giudizio disciplinare, ma quest'ultima fa riferimento a valutazioni di professionalità. Pertanto, mi domando cosa rimanga come oggetto di valutazione, se si prevede che l'attività di interpretazione delle norme, i fatti di causa e le prove non possano essere valutati periodicamente.
Se non si consente di valutare l'attività interpretativa delle leggi svolta da parte del magistrato si permette, implicitamente, che lo stesso magistrato possa tranquillamente interpretare la legge secondo un significato diverso da quello corretto senza che alcuno intervenga, non dico disciplinarmente, bensì al fine della valutazione della sua professionalità.
Per di più, se addirittura si afferma che non si può considerare l'attività con cui ilPag. 16magistrato valuta i fatti e le prove, mi domando a cosa mai dovrebbero riferirsi la capacità, la laboriosità, la diligenza e l'impegno cui fa ampio riferimento il comma 2 quali parametri per la valutazione e cosa rimanga da valutare.
Il magistrato nullafacente potrà continuare a scrivere nelle proprie sentenze tutti gli strafalcioni possibili, senza incorrere in alcun pregiudizio, neanche sotto il profilo disciplinare, perché non vedo come una fattispecie considerata dalla legge irrilevante ai fini della valutazione della diligenza possa poi essere invocata in sede disciplinare per contestare al magistrato la mancanza di tale diligenza. Infatti, è evidente che, se tale fattispecie non costituisce un elemento di valutazione della diligenza, non potrà neppure essere invocata come carenza di diligenza.
Fermo restando il fatto che ci rendiamo tutti conto che stiamo parlando al vento, ritengo che la contraddizione profonda e il rischio implosivo contenuti in tale previsione dovrebbero almeno essere tenuti presenti, con consapevolezza, da parte di chi sta votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, vorrei semplicemente rimarcare come l'atteggiamento della maggioranza di questa mattina sia disarmante, in quanto non vi è ancora stato neanche un intervento teso a confutare le tesi evidenziate dall'opposizione. Non un intervento! Il relatore e il Governo si sono dichiarati contrari a tutti gli emendamenti in discussione. Ci piacerebbe anche sentire le vostre valutazioni, le vostre analisi, le vostre posizioni. Siete chiusi ad ogni dibattito, ad ogni discussione, ad ogni dialettica politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, confesso che devo sempre più manifestare un crescente imbarazzo nel votare contro l'approvazione di emendamenti, che a mio avviso sono assolutamente ragionevoli.
Ciò dimostra le condizioni negative nelle quali si sta approvando un disegno di legge che, pure, dovrebbe essere di grande rilievo e importanza. Come è noto, la ragione risiede nelle condizioni di urgenza dell'approvazione di tale provvedimento.
Ma una maggioranza non può essere sequestrata, neppure da una categoria che indubbiamente riveste nel nostro Paese un rilevante ruolo, ma che non può rappresentare la «spada di Damocle» sulla libera coscienza di un Parlamento nel decidere secondo convincimenti diffusi e secondo anche orientamenti che siano giusti.
Temo che dovendo corrispondere alle pressioni esercitate, quando questa legge non funzionerà, l'accusa ricadrà sul Parlamento, perché è accaduto già in altre occasioni. Sicché, noi saremo responsabili di un malfunzionamento che altri hanno determinato, ma che noi siamo costretti a subire in nome di una indipendenza e di un'autonomia - che peraltro questa legge non garantisce - che vanno indubbiamente affrontate in altre sedi e rispettando pienamente quelli che dovrebbero essere i corretti rapporti tra le istituzioni e tra le autorità ed i poteri.
Una realtà che purtroppo in questo momento - come ha detto peraltro il presidente della Commissione - è impedita dal fatto che ci troviamo in condizioni di non poter legiferare in termini liberi ed autonomi perché c'è un'urgenza che deve essere rispettata.
Ho già dichiarato ieri che mi adeguo agli indirizzi che il gruppo ha dato: mi adeguo per disciplina di gruppo, non di partito, perché non appartengo più, ormai, a nessun partito; però, mi trovo a dover obbedire agli indirizzi di gruppo e lo faccio - lo dico con molta franchezza - con grande sofferenza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e La Rosa nel Pugno).
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, mi sembra strano come ad un acuto giurista qual è l'onorevole Vietti sia sfuggita la differenza tra l'astratto e il concreto.
La valutazione che compie il Consiglio superiore della magistratura sulla base di tutti gli elementi che vengono forniti dai consigli giudiziari e anche dai consigli dell'ordine riguarda il percorso in astratto della vita del magistrato nel quadriennio.
La formula che si riferisce all'interpretazione e alla valutazione del fatto e delle prove - sottolineo la parola «fatto» - significa che il Consiglio superiore della magistratura non può, imbattendosi nella lettura di una sentenza, affermare che quel fatto doveva essere valutato differentemente e che quel caso richiedeva una interpretazione diversa. Deve esaminare in generale la tecnica di argomentazione e documentazione che il magistrato possiede, la sua capacità di interpretare le norme, ma non può per il singolo specifico episodio giudiziario entrare nel merito della decisione del magistrato, che dipende esclusivamente dalla sua autonomia.
Ovviamente, qualora leggendo una sentenza, risulti che essa abbia caratteri di abnormità ben può fare rapporto al titolare dell'azione disciplinare per quanto di conseguenza, ma, ripeto, quella formula vuole impedire al Consiglio superiore della magistratura di entrare nel merito della decisione in relazione alle singole fattispecie concrete prese in considerazione proprio perché ciò si riferirebbe alla valutazione del fatto e delle prove.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, diamo atto al collega Bianco della sua onestà, non soltanto culturale, ma anche politica, che non fa altro che ribadire quanto abbiamo purtroppo inutilmente affermato in Commissione e stiamo, come gruppo di Alleanza Nazionale, riconfermando e ribadendo anche in aula.
Le argomentazioni del rappresentante del Governo, però, non ci convincono del tutto, in primo luogo perché la questione che egli ha posto è una questione interpretativa. Credo che nessuno in quest'Assemblea abbia intenzione di mettere sotto processo il comportamento del magistrato in relazione al caso concreto, perché ciò sarebbe improponibile sulla scorta del dettato costituzionale.
Che però le valutazioni del comportamento del magistrato sulla base della conduzione dei processi e della gestione degli affari non possano avere alcun rilievo, mi sembra, anche sotto questo profilo, abbastanza singolare.
Faccio un esempio che spero servirà a rendere più chiaro il mio pensiero. Esistono nel nostro ordinamento e nella nostra procedura - mi riferisco a quella civile - dei rimedi nel caso in cui la valutazione del fatto sia espressamente erronea. Mi riferisco, tanto per essere chiaro, al rimedio della revocazione di alcune decisioni.
Ritengo che quando più decisioni emesse da un magistrato nel corso della carriera siano state impugnate con il rimedio della revocazione e completamente annullate o riformate, possa compiersi una valutazione anche in relazione a come questo magistrato si comporta. Mi permetta, signor rappresentante del Governo, di ricordare, solo per semplicità, l'esempio fatto dal collega Consolo in relazione al magistrato che - diciamo così - per una dimenticanza ha sostanzialmente lasciato in carcere una persona per quindici mesi. Lei crede che l'ammonimento che è stato dato in relazione a quel caso sia sufficiente ad evitare che magari qualche altro disgraziato finisca nelle maglie di un magistrato quanto meno distratto? Quel caso può essere valutato e ha un rilievo ai fini della competenza e della professionalità oppure no?
Questa è la questione che viene sollevata dagli emendamenti in esame e se perPag. 18caso il rappresentante del Governo li ritiene mal formulati, avrebbe potuto tranquillamente suggerire lui come e in che termini riteneva che questo intervento potesse essere fatto più correttamente o in maniera più opportuna.
La verità è che, ancora una volta, si denota, proprio da questo passaggio, quale sia la presa di posizione del Governo e quale sia la presa di posizione di parte e non - grazie a Dio - dell'intera maggioranza, perché, ancora una volta, c'è qualcuno che, anche di fronte a queste responsabilità, ritiene di avere il dovere morale e politico, quanto meno, di dirlo apertamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, quanto al merito dell'intervento del sottosegretario Scotti, mi sembra che egli lapidariamente segnali la funzione del CSM: il Consiglio superiore della magistratura è a difesa solo dell'autonomia dei magistrati, non è a difesa delle garanzie dei cittadini. Al Consiglio superiore della magistratura non interessano le garanzie dei cittadini!
Ma io chiedo una cosa a un Parlamento forse distratto per il caldo o per la pausa estiva che sta arrivando: non lasciamo cadere nel vuoto il richiamo dell'onorevole Bianco. Il presidente Bianco ha chiesto un sussulto di dignità, ha parlato di un Parlamento e di una maggioranza sotto ricatto. Colleghi, o avete il coraggio di difendere quello che state facendo o il presidente Bianco ha drammaticamente ragione e stiamo scrivendo un'altra pagina atroce del rapporto tra politica e magistratura. Questo Parlamento, per l'ennesima volta, si arrende, senza lottare, alle pretese, alle intimidazioni e ai ricatti di una corporazione di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ringrazio il presidente Scotti per l'amabilità con cui ha voluto replicare al mio intervento e anche per l'attestazione di stima, che lui sa che ricambio. Tuttavia, pur non sfuggendomi la distinzione tra la valutazione in astratto e quella in concreto, mi permetto di insistere sul fatto che la norma che verrebbe recata dal nuovo articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 160 del 2006 come modificato dal disegno di legge in esame in realtà non dice quanto è stato sostenuto dal sottosegretario, perché la disposizione stabilisce che la valutazione di professionalità non può riguardare «in nessun caso» - in nessun caso! - l'attività di interpretazione delle norme, né quella di valutazione del fatto e delle prove.
Mi chiedo: a che cosa vale dire che devo valutare la professionalità avendo riguardo a capacità, laboriosità, diligenza e impegno del magistrato, quando escludo l'attività del magistrato tout court?
Perché, che cosa fa il magistrato? Interpreta le norme, valuta i fatti e le prove. Se io scrivo che nella valutazione della sua professionalità devo indagare una serie di attribuzioni (queste sì astratte) come capacità, laboriosità, diligenza ed impegno, ma poi sottraggo dall'oggetto a cui queste qualità si devono applicare l'interpretazione della legge e la valutazione delle norme e del fatto, mi chiedo che cosa resta.
Capisco la preoccupazione, che il presidente Scotti richiamava, che è però secondo me tutta attinente al versante disciplinare, per cui il Consiglio, l'organo di autogoverno, non deve entrare nel merito delle decisioni del magistrato, e ciò è pacifico; stiamo però introducendo parametri di valutazione della professionalità e dell'efficienza, e se sottraggo dall'oggetto di tale valutazione il modo di interpretare la legge e di valutare i fatti e le prove, francamente mi chiedo che cosa resta da valutare.
Temo che questa sia in realtà una sorta di clausola di salvaguardia attraverso cui si vuol consentire al Consiglio superiore di proseguire con quelle valutazioni stereotipatePag. 19che da tanti anni conosciamo, per le quali tutti i magistrati sono diligenti, capaci, laboriosi e impegnati (normalmente si aggiunge, come il presidente Scotti sa, anche di buone maniere, tanto che, quando non si trova tale riferimento, ci si comincia a preoccupare di che cosa questo magistrato ha fatto nella sua storia); di fatto, però temo che si voglia svuotare la valutazione di professionalità dai riferimenti concreti alla operatività del magistrato stesso [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
GAETANO PECORELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei valori. La pregherei di dirci qual è l'emendamento in votazione.
PRESIDENTE. L'emendamento Pecorella 2.8.
GAETANO PECORELLA. Quindi è quello relativo alle valutazioni ogni sei anni?
PRESIDENTE. Ogni sei anni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, bisogna essere d'accordo con il collega Bianco per le ragioni esposte e anche per il dato di fatto dei tempi con cui affrontiamo la discussione e approviamo il provvedimento in esame. Però inviterei i colleghi del centrodestra quanto meno a fare un po' di mea culpa, perché abbiamo vissuto una stagione non troppo lontana in cui questo blocco, questa chiusura è stata registrata ampiamente.
Ricordo di essere intervenuto nel corso della XIV legislatura, facendo presente ai colleghi che non era giusto che si rinunciasse a quella dialettica parlamentare indispensabile, in particolare su provvedimenti di questa portata. Quindi, pur registrando ed esplicitando il malessere che il collega Bianco ed altri colleghi, seppure in sede non ufficiale, manifestano (ma il gruppo della Rosa nel Pugno l'ha manifestato apertamente anche con la sua posizione durante i voti), inviterei nuovamente a una riflessione più autocritica i colleghi del centrodestra perché dovremo essere capaci di avviare una stagione diversa, ricordandoci dei nostri comportamenti quando eravamo all'opposizione - questo vale per me e per i miei colleghi del centrosinistra - ma vorrei che essi si ricordassero anche quando erano maggioranza e al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, riprendendo le parole del collega onorevole Bianco e quelle dell'onorevole Buemi, credo che sia sterile fare una discussione su quello che è successo nella precedente legislatura: io, ad esempio, non c'ero. Credo che dai banchi della maggioranza si debba levare qualche voce, non solo quella isolata dei colleghi della Rosa nel Pugno (non so quale sarà il vostro voto finale), ma anche quella di parlamentari di ispirazione liberale che si opponga a questo scempio, a questa restaurazione. Non siamo alla divisione dei poteri ma all'occupazione del potere politico e legislativo da parte della magistratura.
Possibile che non vi sia un deputato di ispirazione liberale che difenda il principio della separazione delle carriere, anche nella forma parziale della riforma Castelli? Assistiamo ad una maggioranza vittima del pregiudizio della sinistra massimalista e del sindacato sulle pensioni e...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...vittima del corporativismo della magistratura in Italia. Chiedo che una voce liberale siPag. 20levi dai banchi della maggioranza a difendere il principio della separazione delle carriere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, desidero ricordare al collega Della Vedova che è stata presentata, in Commissione affari costituzionali, una proposta di legge costituzionale a firma Pecorella e mia per introdurre nella Costituzione il principio della separazione delle carriere.
Ciò vuol dire che noi non abbiamo rinunciato alla nostra battaglia politica, come non abbiamo rinunciato alla nostra battaglia di avvocati negli anni. Riteniamo che il principio della separazione delle carriere sia, ormai, un principio universale e che in questo Paese avere addirittura depotenziato la riforma Castelli - che separava soltanto le funzioni in modo, a nostro avviso, ottimale - significa aver compiuto un passo indietro formidabile. Ma noi garantiamo a tutti che questa battaglia non verrà abbandonata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei riportare l'attenzione dell'Assemblea sull'emendamento Pecorella 2.8 che stiamo discutendo, riservandomi un intervento sulla questione molto interessante posta dai vari colleghi intervenuti ed anche dal Governo nel momento in cui si esaminerà il relativo emendamento ed il punto del comma che abbiamo in discussione.
Sullo specifico emendamento al nostro esame, che prevede di introdurre un periodo di sei anni sulla verifica di professionalità, a partire dalla settima verifica di professionalità, preannunzio, a nome del gruppo dell'UDC, il voto favorevole, pur comprendendo che si tratta di un intervento emendativo di recupero rispetto alla questione vera da noi posta con i precedenti emendamenti, che riguarda l'ingorgo che si determinerà nel momento in cui si imporranno tali verifiche quadriennali, periodiche ed automatiche, così come è previsto nel testo del disegno di legge in discussione.
Desidero comunque annotare che il dibattito precedente ha consentito, finalmente, una minima interlocuzione con il Governo, che ringrazio e che - devo dire - solo in questa occasione e, forse, in un'altra ieri, ha in minima parte dato riscontro all'appello lanciato dal Ministro Mastella di aprirsi al confronto e di sviluppare un dialogo democratico in Assemblea. Spero che ciò accada anche per i successivi emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, come sapete sono alla prima legislatura e penso, in questo senso, di essere vicina alla sensibilità di chi guarda in questi giorni all'Assemblea con grande sconcerto. Noi leggiamo, cari colleghi, giornali pieni di polemiche, e assistiamo alla pubblicazione di intercettazioni e di posizioni, anche della magistratura, difficilmente comprensibili da parte del cittadino, al quale credo appaiano, se non altro, ambigue, poco chiare o non chiare affatto.
Quando un collega di esperienza, come l'onorevole Bianco, lancia un vero e proprio grido di dolore, direi un allarme, parlando di sofferenza, di una maggioranza sequestrata e di impossibilità di legiferare in modo libero ed autonomo, mi unisco a questo grido di dolore, perché vedo un Parlamento che si affretta ad arrendersi.
L'appello che rivolgiamo ai colleghi della maggioranza è, allora, proprio quello di avere uno scatto, un sussulto di dignità e pensare di recuperare la libertà e l'autonomia del Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Lussana, Lussana, Lussana mon amour...
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, abbiamo anche i coretti di qualche collega spiritoso. Invece di fare dei coretti potrebbe magari intervenire nel merito del provvedimento. Lo apprezzeremmo di più.
È chiaro che con l'emendamento in esame proviamo ad intervenire, però è difficile sperare in un ravvedimento operoso da parte della maggioranza e in uno scatto di orgoglio e di dignità, che ridia al Parlamento la sua prerogativa principale, cioè fare le leggi senza interferenze provenienti dall'esterno. Però vediamo che, purtroppo, sia nel dibattito di ieri, sia in quello di stamattina, alla fine avete deciso di andare avanti. Occorre rispettare la scadenza del 31 luglio, gli accordi sono stati presi non in aula, con un dialogo anche serrato con l'opposizione, ma in altre sedi.
Con l'emendamento in discussione vogliamo riportare l'attenzione sul tema della valutazione professionale dei magistrati che, come è stato ricordato in precedenza, presenta dei vizi e degli elementi di rischio con il testo del Ministro Mastella. Che cosa si dispone con il «testo Mastella»? Si introduce, è stato detto, il sistema delle verifiche professionali ogni quattro anni. Sono sette in tutta la carriera dei magistrati e sono incentrate su parametri costituiti dalla capacità, laboriosità, diligenza e dall'impegno del magistrato, parametri che non sono volutamente resi oggettivi, ma anche in tale circostanza essi vengono rinviati. Sono effettivamente indicati, ma poi sarà compito del CSM, anche in questo caso, definirli nel dettaglio.
Al termine del quadriennio il consiglio giudiziario formulerà un parere motivato, da trasmettere al CSM, competente per la valutazione di professionalità. Tale valutazione si concluderà con un giudizio che può essere positivo, non positivo o negativo. Vorrei ricordare che con il doppio giudizio negativo si arriverà, addirittura, alla dispensa dal servizio del magistrato.
Pertanto, noi vogliamo ribadire i rischi che vi sono attraverso l'introduzione di tale sistema, che evidenzia tutta l'autoreferenzialità della carriera dei magistrati (dall'accesso, agli avanzamenti e alla valutazione professionale) che è posta in mano al CSM. Tale circostanza, abbiamo detto, creerà un vizio enorme perché i magistrati, purtroppo, saranno schiavi delle correnti che regolano il Consiglio superiore della magistratura. Il CSM e le correnti la faranno da padrone sulla valutazione professionale e sulla carriera dei magistrati.
Noi ci proponiamo di correggere tale anomalia affidando la valutazione di professionalità ad una commissione, composta da quattro magistrati in servizio con almeno 20 anni di servizio effettivo nella funzione, da un magistrato a riposo da non più di due anni e da due professori universitari di prima fascia in materie giuridiche, nominati dal Consiglio superiore della magistratura. Tale commissione dovrebbe procedere alla valutazione di professionalità assumendo le informazioni disponibili presso il Consiglio superiore della magistratura riguardo al singolo magistrato e sulla base di una specifica relazione del consiglio giudiziario, inviata entro 60 giorni dalla richiesta.Pag. 22
Si tratta di un modo che reintroduce un elemento di valutazione esterna e pone rimedio alla viziosità del sistema che invece voi volutamente avete ripristinato, rafforzando in maniera indebita che mina profondamente la libertà del singolo magistrato, il ruolo del CSM.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, desideravo tornare per un momento su tale argomento, perché il tema che affronta l'emendamento in esame è la rielaborazione complessiva del comma 2, capoverso, comma 2 dell'articolo 2, sulla questione della valutazione di professionalità, su cui abbiamo discusso lungamente in Commissione e lo ricorderà anche lei, signor Presidente, che era presente ai lavori della Commissione su tale punto.
Abbiamo già sottolineato come il sottrarre alla valutazione di professionalità l'aspetto relativo alla correttezza dell'applicazione dei principi di diritto e dei principi sulla valutazione della prova significhi eludere, in maniera sostanziale, il punto centrale della qualificazione professionale del magistrato. Altrimenti, nessuno di noi si potrebbe arrogare il diritto di intervenire, in termini critici, su alcuni comportamenti che i magistrati adottano interpretando in maniera distorta le regole di diritto che presiedono anche al loro comportamento.
Devo anche richiamare, a questo punto, dal momento che è presente il Ministro, ciò che sta avvenendo oggi rispetto ad un'iniziativa assunta da un magistrato di Milano il quale ha ritenuto, interpretando le norme di diritto in termini assolutamente impropri, di attribuirsi capacità che, invece, la legge non gli conferisce.
Come si potrà, se passasse una simile limitata valutazione e l'esclusione di questo aspetto nella valutazione della professionalità, intervenire per censurare i comportamenti e l'attività professionale del magistrato che distorce le norme fondamentali del diritto o l'applicazione dei metodi consueti nella valutazione della prova?
Credo che, introducendo tale esclusione, apriamo il varco ad un'arbitrarietà irresponsabile da parte del magistrato. Nel prossimo emendamento proposto dalla collega Lussana, vedremo che, addirittura, non è neppure prevista la possibile responsabilità del magistrato per colpa grave, che colpisce tutti i professionisti in questo Paese, l'ingegnere, il medico. Chi svolge un'attività professionale è chiamato a rispondere, addirittura penalmente, nel caso in cui, nel suo comportamento, sia individuabile un aspetto di colpa, addirittura non tanto grave.
Il magistrato, invece, deve essere ritenuto esente da una responsabilità o da una valutazione addirittura negativa sulla sua professionalità quando distorce, in maniera palese, chiara ed evidente, il senso della norma giuridica che deve applicare o il criterio ordinario, regolare e concreto della valutazione della prova che deve adottare. A me pare che si tratti di un'aberrazione, che consegniamo, assieme alle altre critiche, alle nostre osservazioni fondamentali sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 11,35)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, desidero salutare il Ministro Mastella, ringraziandolo per essere ancora fra noi (Commenti del Ministro Mastella - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Si ride). Signor Ministro, comunque, anche l'augurio più generale deve essere valutato in termini positivi.
Ministro, vorrei dirle questo: cerchiamo, in queste ore, di rinviare il provvedimento in Commissione e di portare in Consiglio dei Ministri oggi il decreto-leggePag. 23di proroga, rispetto al 31 luglio, per poter avere la possibilità di discutere le buone argomentazioni...
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, concluda.
GABRIELE BOSCETTO. ...che noi abbiamo evidenziato. Questo viene suggerito dal presidente Bianco, un uomo illustre. Bisogna far sì che la Camera non venga spogliata...
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, deve concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...della possibilità di intervenire su un provvedimento così importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, approfitto anch'io della presenza del Ministro per evidenziare, nell'emendamento dell'onorevole Lussana in esame, un passaggio molto importante che sarà poi ripreso nei successivi emendamenti.
Ai fini della valutazione di professionalità, l'emendamento introduce un aspetto molto importante, cioè che vengano valutate le spese di giustizia sostenute in relazione alle attività processuali disposte o svolte dal magistrato. Ciò significa che sarà utile, ed anche valutabile ai fini della professionalità del magistrato, vedere come abbia speso i soldi e se siano state disposte intercettazioni telefoniche. Porto l'esempio di Potenza, che mi pare abbia una competenza territoriale...
PRESIDENTE. Deputato Costa, concluda.
ENRICO COSTA. ...nazionale, per capire la congruità delle spese e la loro rispondenza ad effettive esigenze di indagine.
PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, voglio denunciare un fatto gravissimo che si è appena verificato durante la Presidenza del Vicepresidente Leoni. Si tratta di un atto che ritengo gravissimo. In quest'aula, un deputato, che adesso siede al banco del Governo (probabilmente ha aspirazioni e ambizioni)... Sto parlando con il deputato Fiano, se mi vuole ascoltare, ma evidentemente è impegnato altrove ...Deputato Fiano, proprio lei, che si è permesso di deridere...
PRESIDENTE. Si deve rivolgere alla Presidenza, per favore.
PAOLA GOISIS. Sì, mi rivolgo al Presidente.
PRESIDENTE. Le ho dato la parola perché eravamo in sede di dichiarazioni di voto, comunque concluda.
PAOLA GOISIS. Sto intervenendo sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Poteva intervenire successivamente, comunque prosegua pure.
PAOLA GOISIS. Il deputato Fiano si è permesso di deridere, canticchiando, la nostra deputata Lussana, che stava iniziando il suo intervento, dimostrando, quindi, un disinteresse in primo luogo nei confronti della materia... Tutti stanno sorridendo, ma c'è poco da sorridere! È un atteggiamento maschilista, ignorante, senza classe e di cui vergognarsi [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! E, soprattutto, si deve parlare di vergogna perché nessuno da quella parte ha avuto la classe di intervenire per censurare tale comportamento [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, AlleanzaPag. 24Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
PRESIDENTE. Prendo atto della sua comunicazione e invito tutti a mantenere un comportamento che non si presti ad aumentare la tensione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.9, non accettato dalla Commissione, né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 280).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Stiamo svolgendo il seguito di un ampio dibattito, in cui è intervenuto anche il sottosegretario, onorevole Scotti, parlando di altri emendamenti (ciò, peraltro, è abbastanza significativo di quanta attenzione si presti ai nostri lavori).
Il problema che pone il comma 2 dell'articolo al nostro esame è molto serio. Infatti, da un lato bisogna essere molto attenti a non entrare nel merito delle sentenze, che debbono essere stese in grande libertà dal magistrato, e dunque l'interpretazione delle norme o la valutazione del fatto debbono essere al di fuori del giudizio di professionalità; d'altra parte, può evidentemente accadere che ci siano errori assolutamente rilevantissimi ed evidenti, sia nell'applicazione delle leggi, che nell'interpretazione del fatto. Ricorro ad un esempio: un magistrato che abbia condannato all'ergastolo qualcuno, avendo dato atto che era presente sul luogo del delitto, mentre tutti gli atti dicevano che, invece, si trovava altrove, commette un errore di fatto che dovrà essere certamente valutato ai fini della professionalità. Né d'altra parte può essere accolta la tesi per cui ci siano l'astratto e il concreto: il magistrato applica la legge in concreto - non in astratto - e interpreta la legge in funzione del caso concreto, al punto che il sottosegretario ha affermato che il magistrato che commetterà un errore grave sarà oggetto di rapporto disciplinare, ma ciò non potrà rientrare nella valutazione di professionalità. Ci rendiamo conto che si dà una valutazione, magari positiva, perché non si può valutare l'errore in cui è incorso il magistrato, però lo si propone per una sanzione disciplinare in quanto è un cattivo magistrato? Dovete uscire dall'ambiguità: se dobbiamo valutare la preparazione giuridica e le tecniche di argomentazione, non possiamo non tener conto degli errori gravi che può commettere il magistrato.
Dire, ad esempio, che un reato è punibile d'ufficio, quando è punibile a querela e, quindi, condannare una persona, è un errore grave di diritto, del quale si deve tener conto, altrimenti le valutazioni di professionalità sono uno straccio che muoviamo nell'aria, ma in realtà sono prive di qualunque contenuto.
Credo che soprattutto quei colleghi che hanno interesse al buon funzionamento della giustizia e che prestano un minimo di attenzione a ciò di cui stiamo discutendo dovrebbero porsi questo problema. Può un magistrato essere valutato positivamente anche quando ha scritto che vi è una prova a carico di un soggetto, o ha valutato positivamente una prova, mentre è evidente che la prova stessa è contraddetta da altre cento prove? Quindi, attenzione: non fate passare un principio sbagliato.
L'emendamento prevede che se vi è stato un errore grave e palesemente inescusabile va tenuto presente. Non vi chiediamo di entrare nel merito delle sentenze,Pag. 25ma se l'errore è grave e inescusabile è possibile che non incida sulla valutazione di professionalità? Prestate attenzione a ciò che state votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, l'emendamento in esame evidenzia palesemente una contraddizione, perché l'errore macroscopico commesso nella valutazione dei fatti e nell'interpretazione delle norme di legge è riconosciuto come passibile di sanzione disciplinare. Ne deriva, come esattamente ricordava prima l'onorevole Pecorella, che vi può essere un magistrato cui viene applicata una sanzione disciplinare per un fatto ma che, al contempo, viene giudicato capace e diligente perché quel fatto non può rientrare nell'ambito della sua valutazione di professionalità.
Pensiamo ad un magistrato che emette un'ordinanza di custodia cautelare illegittima - che costituisce un fatto gravissimo - a seguito della quale al destinatario della misura cautelare viene riconosciuta la riparazione per ingiusta detenzione; ebbene, tale errore del magistrato non può rientrare nell'ambito della valutazione sulla sua professionalità. Mi pare veramente un controsenso, cui l'Assemblea potrebbe apportare dei correttivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, considerato che è difficile parlare di magistratura, mi rivolgo ai colleghi riferendomi ad un'altra professione, quella del medico. Poniamo che vi sia un medico che sbaglia continuativamente le diagnosi, o la cura, e vi siano pazienti che muoiono. Ebbene, cosa fa lo Stato? Lo guarda e dice: gli do una sanzione, ma lo mando avanti, perché in fondo ha lavorato Questo è il principio che, forse, se riferito alla magistratura abbiamo difficoltà a concepire, perché chiaramente il singolo magistrato è sempre infallibile, secondo il dogma attuale della sinistra italiana; immaginiamolo allora riferito a un medico. Così come in ospedale possiamo finire tutti, in un tribunale e sotto le grinfie di un magistrato, non professionalmente adeguato, se compie errori di fatto e di diritto macroscopici, possiamo finire tutti: riflettiamo con coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, i colleghi hanno ragione: se intendono dire che chi sbaglia gravemente deve pagare e, quindi, avere responsabilità per i propri errori (Applausi del deputato Volontè) affermano un principio assolutamente giusto, condiviso e presente anche con riferimento alla magistratura, attraverso la legge n. 117 del 1988, che stabilisce la responsabilità dei magistrati per errori commessi nell'esercizio dell'attività giudiziaria, con fattispecie simili a quelle ricordate ora dai colleghi dell'opposizione. Ne cito alcune, a titolo di esempio: il magistrato che per colpa grave, oltre che per dolo, ometta un fatto o affermi il contrario di un fatto in un atto giudiziario, oppure lasci trascorrere un termine gravemente e in modo illegittimo.
Il problema è che tale legge prevede un filtro per l'ammissione delle azioni di risarcimento e può essere migliorata, perché il principio che si applica anche ai magistrati - forse il tema lo riprenderemo - si dovrebbe applicare anche ai pubblici ministeri che nell'attuale sistema non ricercano le prove della non colpevolezza. Questa legge, pertanto, esiste e può essere migliorata, se a questo vogliamo dedicarci.
Altro tema è quello cui, invece, taluni alludono, ovvero che se il magistrato sbaglia nell'ambito dell'interpretazione di una legge e, quindi, di un atto tipico della funzione giurisdizionale, subisce il rimedio previsto dal processo, ovvero la correzione in appello della sentenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per rispondere al collega Mantini, che ha ricordato l'esistenza di una norma che censura, comunque, i comportamenti distorti del magistrato. Chiedo come mai un'ipotesi di questo genere, che è addirittura perseguibile ai sensi della norma citata dal collega Mantini, non debba entrare nei criteri di valutazione della professionalità del magistrato. Mi sembra, dunque, una contraddizione in termini assolutamente insuperabile.
Queste sono le distorsioni evidenti presenti nel sistema che stiamo varando e che crea una situazione di contraddizione aperta, con tutta una serie di elementi di riferimento, o di norme di riferimento, che incidono sulla valutazione e, quindi, sull'affidabilità della professionalità del magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 278).
Prendo atto che i deputati Fava e Pelino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.117, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 279).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.12 e Consolo 2.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, questa formulazione, in relazione alla laboriosità, pone un grave problema circa la possibilità di creare delle griglie a danno di alcuni uffici e a favore di altri. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 160 del 2006, come modificato dal testo, prevede che per valutare la laboriosità, che consiste nel numero e nella qualità degli affari trattati, il Consiglio superiore della magistratura debba individuare uno standard di rendimento individuato sulla base degli specifici settori di attività.
Ciò significa che a seconda di come il Consiglio superiore della magistratura formulerà lo standard, questo sarà infinitamente variegato - perché la situazione di Brindisi è diversa da quella di Bolzano, e così via - o formulato su un modello, e in tal caso avremo una situazione per cui in alcune regioni d'Italia vi sarà una bassissima laboriosità (senza tener conto del numero dei magistrati, degli assistenti giudiziari e dell'esistenza dei mezzi) mentre in altre regioni, dove i magistrati sono più fortunati o hanno meno lavoro o maggiori strumenti, lo standard di laboriosità darà ottimi risultati.
Quindi, avremo una distinzione - come sempre purtroppo accade, ad esempio tra sud e nord - tra chi ha avuto più strutture e chi ne ha avute meno, perché quello che risulterà sarà che a Bolzano sono stati trattati 100 casi mentre a Brindisi 10 casi. Ciò senza tener conto, inoltre, del fattoPag. 27che ci saranno delle situazioni ambientali profondamente diverse, il che veramente costituisce una profonda ingiustizia.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento e che diversi altri gruppi si avviano ad esaurirli. Per tale ragione, come già è avvenuto in precedenti occasioni, al fine di garantire comunque ai gruppi interessati la possibilità di esprimere la propria posizione, la Presidenza consentirà lo svolgimento di un breve intervento per ciascun emendamento, da computarsi nei tempi riservati per gli interventi a titolo personale. Richiamo in ogni caso i deputati al rispetto dei tempi di volta in volta assegnati.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo solo per farle una richiesta: è sotto gli occhi di tutti come il provvedimento in discussione sia di grande interesse e come non venga seguito in maniera strumentale, ma in modo molto puntuale ed attento sul piano tecnico e politico. Ritengo opportuno formulare la richiesta di tempi aggiuntivi, così come è accaduto in altre occasioni, alla quale sono sicuro che lei accederà.
PRESIDENTE. È stato richiesto, come avete ascoltato, un ampliamento dei tempi a disposizione dei gruppi per l'esame del provvedimento in esame. Analogamente a quanto avvenuto in altre circostanze, la Presidenza concede un ampliamento dei tempi pari a un terzo di quelli originariamente previsti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire per chiedere un ampliamento dei tempi, ma il collega Leone mi ha preceduto.
La norma in questione riguarda l'articolo 11 del decreto legislativo n. 160 del 2006 e gli standard di professionalità. La norma, signor Presidente, è chiara, e, nonostante le riserve che abbiamo avanzato, anche di natura costituzionale per la violazione dell'articolo 105 della Costituzione, essa è condivisibile laddove afferma: «la laboriosità è riferita alla produttività, intesa come numero e qualità degli affari trattati in rapporto alla tipologia degli uffici e alla loro condizione organizzativa e strutturale, ai tempi di smaltimento del lavoro, nonché all'eventuale attività di collaborazione svolta all'interno dell'ufficio».
Ciò che non può essere condivisibile, signor Ministro della giustizia, è che lei - ricorro a un esempio che la riguarda, perché è lei che guida il dicastero di via Arenula - imponga al CSM, con questa norma, di decidere gli standard di rendimento, che non possono essere analoghi tra nord e sud. Al nord, inoltre, non possono essere previsti standard analoghi tra una sede disagiata ed una non disagiata. Non possono essere previsti standard uguali per tutti, altrimenti si crea un circuito perverso in base al quale, se il CSM fissasse gli standard sul numero di sentenze rese, una sentenza per un grosso processo di mafia resa a Palermo varrebbe quanto una sentenza per un incidente d'auto occorso a Roma.
I criteri devono essere oggettivi. Non si dica, per piacere, che le cose attualmente stanno così, perché è sufficiente che lei, signor Guardasigilli, guardi il testo del disegno di legge, all'articolo 2, comma 2, capoverso articolo 11, lettera b), per rendersi conto che le cose non stanno realmente così. Quindi, faccio mie le considerazioni del collega Pecorella e insisto affinché in tale norma le parole «tenuto anche conto degli standard di rendimento individuati dal Consiglio superiore della magistratura» vengano soppresse e venga ridato un minimo di dignità a standard realmente oggettivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
Pag. 28
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si coglie una delle osservazioni che ho formulato, sostenendo un atteggiamento critico nei confronti dell'articolato presentato dal Governo e approvato dal Senato.
In particolare, qui si coglie l'aspetto della fumosità e della genericità dei criteri in base ai quali si effettua la valutazione di professionalità.
Mi rivolgo al sottosegretario, che durante il mio intervento esprimeva cenni di dissenso rispetto a tale fumosità, ma forse ho male interpretato, sottosegretario Scotti: volevo solamente dirle che proprio questo è uno dei punti nodali, perché si trasferisce alla competenza del CSM l'individuazione di standard di valutazione, senza alcun criterio oggettivo che dia un indirizzo realmente trasparente per l'individuazione di tali standard di valutazione, che sono incidenti - proprio per le motivazioni che i colleghi hanno appena evidenziato in questa aula - rispetto alla diversificazione del nostro territorio e alle problematiche che esistono nelle diverse aree geografiche del nostro territorio riguardo all'amministrazione della giustizia e, quindi, all'erogazione del servizio giustizia.
È sicuramente pericoloso, perché apre il varco a differenziazioni che non dovrebbero appartenere all'amministrazione della giustizia, attribuire l'individuazione di alcuni standard di valutazione al CSM senza definire il perimetro dei principi entro i quali il CSM si deve muovere.
Pertanto, noi del gruppo UDC voteremo a favore degli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, volevo porre l'attenzione sull'importanza degli identici emendamenti in esame, in quanto i criteri di valutazione della laboriosità dei magistrati devono essere enucleati con un criterio oggettivo, e non soggettivo, altrimenti presteremmo il fianco al sospetto che tali criteri, se non sono oggettivi, vengano definiti solo in funzione delle correnti della magistratura.
Quindi, gli identici emendamenti sono molto importanti, perché grazie ad essi ritorniamo al criterio della meritocrazia, che ha ispirato anche tanti interventi dell'opposizione in quest'aula e che vede nei magistrati e nella loro professionalità il raggiungimento di quel diritto e di quel criterio di giustizia che deve informare tutti i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, uno dei motivi fondamentali di questa riforma era anche quello di liberare l'attività del singolo magistrato dal predominio correntizio del CSM. In che termini si può liberarla? Ovviamente, ciò avviene quando la propria attività deve essere svolta in riferimento a criteri specifici.
Ci stiamo apprestando, sostanzialmente, a concedere una delega in bianco al Consiglio superiore della magistratura per la determinazione di tali criteri. Che modo avremo per verificarli? Cosa se ne farà? Se, allo stato, il CSM utilizza tale strumento, ovviamente, per fare «clientela», quali garanzie abbiamo che da oggi in poi cambierà la musica? Credo che non ne abbiamo nessuna e per questo stiamo semplicemente realizzando una controriforma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis. Ne ha facoltà, però vi prego di chiedere la parola un po' prima di passare alla votazione. Non è possibile aspettare costantemente che si passi alla votazione. È la seconda volta che lei lo fa, deputata Goisis.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, avevo alzato la mano nel momento stesso in cui lei ha abbassato la testa e, quindi, non mi ha vista.Pag. 29
Le proposte emendative in esame devono essere votate da tutti coloro che vogliono che la magistratura sia regolata e dominata da criteri di oggettività: non si può permettere, in un'istituzione così importante, che ciò che ne regola la normativa sia basato sulla parzialità e sulla soggettività.
Come può il cittadino italiano rivolgersi con fiducia alla magistratura se essa è soggetta alla parzialità di coloro che, di volta in volta, possono definire i criteri di valutazione?
Ecco perché rivolgo a tutti l'invito a votare a favore di questi identici emendamenti, proprio per garantire la neutralità e l'oggettività della magistratura stessa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.12 e Consolo 2.13, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 280).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,05)
CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, è stata comunicata attraverso l'ANSA una dichiarazione del Ministro Chiti con la quale ci informa che sul provvedimento in discussione il Governo non intende porre la questione di fiducia. Non so se il Ministro Chiti non conosce il Regolamento parlamentare e i tempi che abbiamo a disposizione per discutere il provvedimento o se intendeva rilasciare solo un'affermazione ad effetto, ad esclusivo uso della stampa, non rispettando le prerogative del Parlamento e della Camera dei deputati.
Il Ministro Chiti, infatti, non solo annuncia che il Governo non porrà la questione di fiducia, ma afferma anche che il dibattito su tale provvedimento è stato ampio e approfondito. Mi rivolgo a lei, Presidente, affinché rivolga l'invito al Governo di evitare di prenderci in giro. Non solo, infatti, come Camera dei deputati - lo abbiamo detto più volte - stiamo facendo i notai di quanto deciso dal Senato della Repubblica con il voto fondamentale dei senatori a vita [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], non solo in quest'aula non abbiamo sentito l'intervento di qualche deputato della maggioranza se non dopo le sollecitazioni dovute all'onestà intellettuale dell'onorevole Bianco, non solo il dibattito si sta svolgendo nell'assoluto silenzio del relatore per la maggioranza e con solo qualche sollecitazione da parte del Governo, ma dobbiamo anche sentire il Ministro Chiti fare affermazioni sull'ampiezza del dibattito.
Poco fa il Presidente Bertinotti ci ha annunciato che il gruppo di Forza Italia aveva esaurito il tempo a sua disposizione e che i gruppi di opposizione stanno già esaurendo i tempi (per questo motivo, è stato concesso l'aumento di un terzo), ma almeno evitiamo di prenderci in giro! Vorrei che lei si facesse carico di interloquire con il Governo affinché i suoi rappresentanti evitino di pronunciare tali affermazioni, perché così facendo si è ignoranti o palesemente in malafede e, comunque, si offende il nostro ruolo istituzionale [Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che ritengo le parole rivolte al Ministro Chiti un po' improvvide e, se mi consente, voglio esprimere la mia solidarietà ad un ottimo Ministro come il Ministro Chiti (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Verdi e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, innanzitutto voglio esprimere a mia volta la solidarietà all'onorevole Lussana (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Entrando nel merito dell'emendamento Pecorella 2.14, ritengo che tale proposta emendativa sia veramente importante e nevralgica per il testo in esame, perché sottolinea le prerogative del Parlamento nell'individuazione dei criteri delle valutazioni di professionalità.
La riforma in esame, infatti, prevede che tutte le valutazioni di professionalità debbano essere eseguite sulla base di standard, parametri ed elementi individuati dal Consiglio superiore della magistratura. In sostanza, la norma attuale fornisce una delega in bianco al Consiglio superiore della magistratura, chiedendo al Consiglio superiore della magistratura di individuare a quali parametri devono rispondere i magistrati nelle loro valutazioni di professionalità.
Ritengo che nell'ambito di tale materia vi sia comunque una sorta di riserva di legge, per cui non è possibile, attraverso una normativa di secondo grado, individuare i parametri e i presupposti delle valutazioni.
In secondo luogo, devo anche sottolineare come, con riferimento alla disciplina preesistente relativa alla riforma dell'ordinamento giudiziario, molti si lamentassero proprio per questa delega in bianco lasciata al Consiglio superiore della magistratura.
La stessa Associazione nazionale magistrati riteneva non opportuno - cito la stessa Associazione - che fosse una normativa di secondo grado, di carattere regolamentare, a disciplinare argomenti e materie così importanti.
Al Consiglio superiore della magistratura viene ora attribuita la definizione degli elementi in base ai quali devono essere espresse le valutazioni dei consigli giudiziari, dei parametri e addirittura della documentazione che i capi degli uffici devono trasmettere, dei modi di raccolta e dei dati statistici da raccogliere; noi riteniamo, invece, che debba essere il Governo a definire tutti questi elementi attraverso un decreto legislativo.
È proprio questo lo spirito del nostro emendamento: vogliamo che sia il Governo a definire tali parametri, attraverso la sua attività, e non il Consiglio superiore della magistratura, che attraverso questa normativa è delegato ad effettuare le valutazioni di professionalità: almeno non sia delegato a individuare l'oggetto delle stesse valutazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, spesso in quest'aula scomodiamo principi importanti e certamente condivisibili come la trasparenza, l'uguaglianza di trattamento e la correttezza e, soprattutto, l'indipendenza della magistratura, ma ove a tali enunciazioni non segua il coraggio di definire, anche nel dettaglio, gli elementi in base ai quali devono essere espresse le valutazioni, quei principi rimangono completamente disattesi.
Allora, se questa Assemblea ha ancora un po' di onestà intellettuale, credo che anche gli esponenti della maggioranza non possano non convenire sul buonsenso e sull'equilibrio dell'emendamento in esame,Pag. 31che darebbe finalmente corpo all'indipendenza della magistratura e introdurrebbe un'adeguata trasparenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, su tale argomento occorre fare una scelta di fondo: se intendiamo lasciare al Consiglio superiore della magistratura il potere di autodisciplinarsi e, quindi, inevitabilmente di stabilire criteri che saranno a favore di alcuni e a danno di altri, o se vogliamo che ciò avvenga per legge. È questo il punto.
Possiamo ritenere che un regolamento sia alla base di tutto il sistema giudiziario, degli incarichi direttivi, dell'assegnazione delle funzioni, o pensiamo che questa delicatissima manovra debba essere affidata a regole scritte dal Parlamento?
Se il Parlamento vuole rinunciare totalmente, come credo stia facendo, al proprio ruolo di garante della legalità, allora lasciamo che altri esercitino tale funzione tramite regolamento.
Se, invece, rivendichiamo il nostro ruolo di garanti della regole, dobbiamo farlo approvando l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, il discorso è molto semplice: non si vuole dare vita ad un atto di persecuzione nei confronti della magistratura e del Consiglio superiore della magistratura, che rimarrebbe l'organo preposto alle valutazioni e agli accertamenti; si vuole dare, invece, una natura legislativa alla regola secondo la quale devono essere valutati i magistrati. Il motivo per il quale è stato presentato tale emendamento è molto semplice: un conto è che il Parlamento stabilisca per legge le regole, un altro è che le regole siano stabilite con un regolamento interno dal CSM. In questo secondo caso, tali norme potrebbero essere cambiate ogni sei mesi, ogni anno, ogni «legislatura» del CSM, a seconda che la maggioranza del consiglio sia di una corrente o di un'altra.
Invece, la norma legislativa garantirebbe certezza nell'applicazione di tali regole e autorevolezza alle stesse e ne assicurerebbe una durata molto più lunga rispetto ad una disciplina regolamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo che l'emendamento in esame sottintenda un problema molto più importante: entro quali limiti il Parlamento si può rivolgere alla magistratura e a chi appartiene la politica sulla giustizia.
Sappiamo che da anni il Parlamento è sostanzialmente espropriato, perché sembra che non ci possiamo occupare di magistratura. Nello specifico, il Consiglio superiore della magistratura amministra e gestisce, ma sulla base di cosa? Lo fa sulla base di regole che indica il Parlamento a tutela non del magistrato, della magistratura e dei singoli, ma dei cittadini.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI. Possiamo rinunciare completamente a tale principio? Poi parliamo di crisi della politica, signor Presidente? Colleghi, parliamo di crisi della politica? Se non siamo in grado o, alla fine, non vogliamo o abbiamo paura di legiferare e di assumerci delle responsabilità, è chiaro che c'è crisi della politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, è una considerazione triste quella che sto per fare.Pag. 32
Quest'Assemblea del Parlamento si è spogliata di ogni potere su una riforma dell'ordinamento giudiziario così importante per noi e per i cittadini. Con l'emendamento che stiamo discutendo, se approvato, l'Assemblea evita di spogliarsi di ogni potere per il futuro.
Capisco che è difficile riconoscerlo per i colleghi che hanno dovuto subire il diktat e devono subire anche la beffa. Il Ministro Chiti, dopo aver fatto quella dichiarazione, verrà in aula e ci dovrà spiegare quello che gli ha chiesto la collega Lussana, la quale non ha avuto risposta neanche dal Guardasigilli.
«C'è stato in Parlamento un ampio dibattito», ha detto il Ministro Chiti. Ministro Chiti, il dibattito non c'è stato: c'è stato il suono di una sola campana, quella della Casa delle libertà, perché la maggioranza non ha risposto assolutamente. Vorrei, quindi, che qualcuno ci dicesse perché per il momento vi spogliate della possibilità di intervenire su questo emendamento (in realtà per portare a casa il risultato), ma perché spogliarvi anche per il futuro?
Voglio vedere, poi, cosa succederà più tardi con l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Riprendendo le parole del collega Consolo, direi che non c'è stato solo il suono della Casa delle libertà, ma c'è stato il suono delle «teste libere», perché fortunatamente nel dibattito si è aggiunto a noi anche l'onorevole Bianco, che ha espresso la sua libertà e il suo pensiero da uomo libero e si è affiancato al nostro dibattito, rendendolo un po' più partecipato.
Con l'emendamento in discussione tentiamo di rispondere anche alle richieste formulate dal Ministro Mastella, che nel suo intervento di chiusura, ieri, invocava una magistratura non autoreferenziale, autonoma e non autocratica. Dunque, a questo punto, considerato anche il rammarico, che ritengo sincero, del Ministro Mastella per l'atteggiamento prevaricante tenuto nei confronti di questa Camera, spero che non si aggiunga ad esso anche un altro atteggiamento, ormai non tanto prevaricante, ma realmente incostituzionale, di sottrazione al Governo dei poteri di soggetto delegato affidando tali poteri al CSM.
Con questo tipo di disciplina, invece di dettare i principi di delega al Governo, il Parlamento detta principi - lo ripeto ancora una volta - generici e fumosi, assegnando la delega a legiferare non al Governo, ma al Consiglio superiore della magistratura. È un fatto ancor più grave di quello che si sta perpetrando in quest'aula sull'andamento dei lavori sul disegno di legge in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.118.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, trattiamo della valutazione professionale quadriennale. Tra le varie procedure stabilite nel testo licenziato e trasmesso dal Senato vi è la possibilità per il magistrato che deve essere valutato di svolgere una relazione e di poter acquisire atti e provvedimenti che lui stesso ritiene siano valutati.Pag. 33
Signor Presidente, il mio emendamento 2.118 intende sopprimere la parte finale del quarto comma, lettera b), dell'articolo 2 espungendo, quindi, dal testo l'espressione «ivi compresa la copia di atti e provvedimenti (...)». Presento questo emendamento, perché, trattandosi della valutazione del magistrato, ritengo assurdo pensare che un magistrato possa richiedere che sia valutato un provvedimento, una sentenza o un'ordinanza, che non siano stati redatti in maniera precisa. Si tratta di un «fuor di luogo»!
Poiché si tratta della valutazione di professionalità di un magistrato, visto che il Consiglio superiore della magistratura acquisisce il motivato parere del consiglio giudiziario, visto che il consiglio giudiziario può accedere a tutti gli atti, a tutta l'attività ed anche alla valutazione del CSM (nel momento in cui deve verificare se esistano o meno pendenze disciplinari o altro), è inutile appesantire questa procedura, dando la facoltà o la possibilità al magistrato di acquisire una messe infinita di documenti e di atti che, sicuramente, non rileveranno in alcun modo; se prodotti dalla parte, infatti, essi sono favorevoli alla sua valutazione. Ritengo, invece, che la valutazione debba essere oggettiva, reale e di opportunità.
Con l'emendamento in esame, chiediamo che sia il Consiglio giudiziario, o al limite il CSM, ad acquisire - come, quando e se lo dovessero ritenere - tutti gli atti a sostegno della pratica e non che sia il magistrato a valutare di acquisire atti a sua firma o provvedimenti emessi nel corso del periodo di valutazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.118, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 276).
Prendo atto che gli onorevoli Incostante, Lenzi, Vico e Ossorio hanno segnalato di non essere riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.20 e Mazzoni 2.303.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, ritengo che questa Camera dovrebbe avere un po' di continuità e coerenza nelle sue scelte. Poco tempo fa, abbiamo approvato la cosiddetta legge sulle intercettazioni telefoniche. All'interno di essa è previsto che la Corte dei conti possa valutare se vi siano degli sprechi di denaro pubblico. Tra gli elementi di valutazione di professionalità del magistrato - soprattutto, di quanti rivestano incarichi direttivi - si propone di introdurre anche le spese di giustizia, sostenute in relazione all'attività processuale.
È vero o non è vero che lo spreco del denaro pubblico non può non essere considerato ai fini di una valutazione di una buona conduzione dell'ufficio? Nella fattispecie in esame, si prevede quello che èPag. 34stato previsto in un caso specifico - sul quale il Parlamento ha votato a favore quasi all'unanimità - e cioè che, laddove il magistrato dimostri di usare male o di sprecare il denaro pubblico, questo deve essere considerato un indizio negativo in ordine alle sue capacità.
I casi sono due: o il Parlamento ha sbagliato allora, o sbaglia adesso. Ritengo, invece, assai più logico che si prenda atto che l'uso del denaro pubblico in modo corretto debba essere considerato tra i vari elementi di valutazione di professionalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo per sostenere questa proposta emendativa, che pone un ulteriore elemento di valutazione con riferimento alla professionalità dei magistrati.
Tale nuovo elemento di valutazione consiste nella capacità di spesa dei magistrati e la congruità delle spese che essi sostengono nello svolgimento della loro attività.
Se si considera che, in più circostanze è stata elogiata per l'attenta capacità di gestione la procura della Repubblica di Bolzano, proprio perché si riteneva di seguire un metodo di lavoro che dovesse porsi come esempio per tutti gli altri uffici, noi siamo dell'avviso che questa dev'essere una valutazione da effettuarsi a livello continuativo e che deve incidere, appunto, sulla professionalità del magistrato. Solo in questo modo, potremo evitare distorsioni nella spesa del denaro pubblico e potremo tutelare quei magistrati attenti, parsimoniosi e corretti nello svolgimento del loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, credo che questo sia un emendamento di buon senso, che si pone in diretto collegamento con quanto questo Parlamento ha già approvato.
Vorrei portare un caso pratico (così, magari, l'Assemblea potrebbe essere portata a valutare meglio la proposta); si tratta del caso della valutazione di due pubblici ministeri che abbiano maturato i quattro anni per essere, appunto, sottoposti a valutazione per la progressione della carriera ed il passaggio di funzioni. Dunque, vogliamo mettere sullo stesso piano un pubblico ministero che ha speso, nei suoi quattro anni, centinaia di migliaia di euro per intercettazioni telefoniche dalle quali, magari, non è scaturito alcun procedimento penale degno di questo nome, e un altro magistrato che, al contrario, vi è ricorso soltanto nei casi espressamente previsti dalla legge, con l'attenzione e la parsimonia che è dovuta dal buon padre di famiglia? Vogliamo mettere sullo stesso piano, cioè, magistrati che spendono il denaro pubblico senza alcuna considerazione e magistrati che lo spendono come se stessero spendendo il denaro proprio?
Ritengo che questa sia una valutazione della quale il Parlamento si deve interessare e che debba essere anche uno degli elementi attraverso cui debba essere valutata la capacità professionale e la capacità di svolgere la funzione e, quindi, di progredire nella carriera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Con questo emendamento, anche noi dell'UDC ci facciamo carico del problema della spesa incontrollata e dell'insufficienza delle finanze per amministrare adeguatamente la giustizia, introducendo, tra i criteri di valutazione, anche la capacità di contenimento della spesa e, quindi, di amministrazione equa delle finanze da parte dei singoli magistrati.
Inoltre, con questo emendamento, cerchiamo di recuperare la miopia di questo Governo che produce sempre atti normativi, senza darsi una strategia di piano,Pag. 35senza guardare all'insieme delle cose, perché con il disegno di legge sulle intercettazioni, licenziato da questa Camera e in discussione al Senato, abbiamo introdotto un ulteriore adempimento per il procuratore capo, prevedendo il resoconto annuale delle spese sostenute dalla procura di sua competenza nell'anno precedente.
È chiaro che, nel momento in cui chiediamo una contabilizzazione periodica, perché si faccia una verifica, non possiamo non agganciare a tale adempimento anche una previsione sanzionatoria, un atto ulteriore che stabilisca una conseguenza pratica e che qualifichi questo adempimento che noi chiediamo, per poter cercare di ovviare ad una disfunzione del sistema così grave quale quella della spesa fuori controllo.
Pertanto, con questo emendamento, ripeto, risolveremmo o, meglio, daremmo almeno un contributo al controllo della spesa, in modo da poter poi dirottare le finanze verso esigenze più importanti della nostra amministrazione e, dall'altra parte, colmeremmo quel vuoto normativo che si produrrà con la futura approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, credo che sia a tutti nota la disastrosa situazione economica in cui versa la giustizia. Il Ministro Mastella, durante le sue audizioni in Commissione, ha ricordato come sia indispensabile aumentare le risorse a disposizione.
Tuttavia, il dovere di chi vuol ben amministrare, in primo luogo, è quello di utilizzare oculatamente le risorse che già sono destinate alla giustizia.
Pertanto, il dovere del buon magistrato non è soltanto quello di dimostrare perizia, competenza e professionalità, bensì anche saper far di conto, saper ben amministrare i soldi pubblici: deve infatti avere l'obbligo di dimostrare la rispondenza tra l'impiego, spesso ingente, di risorse e l'opportunità di tale impiego in base alla rilevanza delle attività processuali disposte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, vorrei fare uno specifico riferimento alle intercettazioni telefoniche. Ritengo che, se vi fosse in termini di efficienza un recupero reale delle sole spese per intercettazioni telefoniche, il Ministro Mastella avrebbe ben altro motivo per operare presso il Ministero della giustizia.
Non si può porre un limite di budget alla procura, perché si limiterebbe la capacità di indagine, né si può controllare l'attività svolta! Mi chiedo se, perlomeno, si possa verificare in termini di professionalità se chi pone sotto controllo l'Italia intera, ma non riesce neanche a portare un fascicolo in sede processuale, sia bravo a svolgere la propria professione.
Questo è quanto chiediamo; non è molto e riguarda la difesa dei cittadini. Torno sul tema delle intercettazioni telefoniche, signor Presidente, perché ormai ci troviamo sotto una fase di dittatura giudiziaria: la dittatura è il sacrificio della libertà. Ciascuno di noi ha paura di parlare al telefono, Ministro Mastella, non su argomenti di natura giudiziaria, bensì per gossip, in quanto ormai le intercettazioni telefoniche sono divenute il mezzo per acquisire gossip! Continuiamo così (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, in qualsiasi azienda e, nel caso di specie, nell'azienda giustizia l'amministratore delegato - nel nostro caso, l'amministratore delegato sarebbe Clemente Mastella -, dovrebbe verificare la produttività dei propri funzionari e dirigenti in correlazione, però, con la spesa necessaria per il conseguimento dei risultati.Pag. 36
L'emendamento in discussione riguarda le spese necessarie per fare giustizia. Alcuni giorni fa si è appreso dalla stampa di un magistrato che, per un furto di poco valore, si è recato all'estero, in Austria, per interrogare dei testimoni.
In tal caso, quanto è costato all'azienda giustizia «rendere giustizia»? Pertanto, il criterio di economicità, in quanto rappresenta un aspetto importante, deve essere contenuto nelle note del magistrato. Non voglio fare nomi né di magistrati né di persone intercettate. Tuttavia, si spendono milioni di euro per arrivare ad un risultato pari a zero! Un prosecutor - richiamo un concetto anglosassone - che spendesse il denaro del pubblico contribuente in tal modo, verrebbe mandato a casa. Nel nostro caso, non si prevede neanche il controllo. Amministratore delegato dell'azienda giustizia: ci pensi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, anch'io intervengo a sostegno degli identici emendamenti in discussione, rifacendomi al dibattito che si è svolto sul provvedimento sulle intercettazioni. Il gruppo Lega Nord Padania aveva presentato un emendamento con il quale si chiedeva di porre un tetto alle spese per intercettazioni, a seguito anche della presentazione della relazione del Ministro che ci ha resi edotti circa la cifra esorbitante che ogni anno viene spesa dalle nostre procure proprio a tal fine.
Nessuno vuole porre vincoli alla legittima attività di investigazione. Tuttavia, è evidente che, in un certo senso, si deve rendere conto di tale legittima attività onde evitare gli abusi che abbiamo visto e che le vicende di cronaca, il gossip citato che risale a pochi mesi fa, hanno posto sotto gli occhi di tutti.
Nell'ambito del provvedimento sulle intercettazioni si è trovata una soluzione di compromesso in base alla quale il procuratore deve riferire sulle spese. Pertanto, riteniamo sia opportuno e coerente con quella filosofia inserire fra i criteri di valutazione, anche nell'ambito del provvedimento in discussione, proprio per una finalità di trasparenza nei confronti dei cittadini, una rendicontazione delle spese di giustizia. Pertanto, chiediamo che su ciò vi sia una precisa attenzione e che l'emendamento in discussione venga approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente volevo solo far notare ai colleghi dell'opposizione che noi della maggioranza non siamo qui presenti per caso senza ascoltare ciò che loro sostengono; dimostrerò anzi, a tale riguardo, la strumentalità degli identici emendamenti Pecorella 2.20, Lussana 2.21 e Mazzoni 2.303. Ciò che i colleghi dell'opposizione chiedono con tali emendamenti è rinvenibile nell'articolo 11, comma 4, lettera a), del decreto legislativo n. 160 del 2006 come sarebbe modificato dal provvedimento in esame: ricordo che stiamo discutendo delle valutazioni del consiglio giudiziario. In relazione a tali valutazioni, alla detta lettera a), è previsto che vengano acquisiti i rilievi contabili proprio per rimediare a quanto accaduto in passato in ordine alla spesa per intercettazioni telefoniche.
Quindi, cari colleghi, potevate fare a meno di presentare questi tre emendamenti perché il rilievo in ordine alla valutazione contabile è già contenuto nella lettera a) del comma 4. Con ciò voglio dimostrare che è vero, forse, che noi siamo qui con qualche vincolo politico, ma è anche vero che stiamo attenti a respingere quelle accuse di inerzia e di assenza e comunque di atteggiamento pedissequo e non costruttivo che ci indirizzate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, credo che la deriva personalistica e pubblicitaria che stanno prendendo certiPag. 37magistrati, anche negli ultimi tempi in cui si occupano di tutto tranne che dei problemi che interessano la gente (mi riferisco a tutte le inchieste, ai gossip che nascono sugli amori o non amori), non interessi alla gente; tutto ciò, molto spesso, nasce dall'uso eccessivo delle intercettazioni e dall'eccessiva spesa che viene fatta con le intercettazioni.
Crediamo che i problemi che riguardano la gente e i cittadini siano altri, che non siano questi i reati da perseguire e molto spesso vediamo che, invece, li si persegue proprio attraverso l'utilizzo eccessivo delle intercettazioni. Quindi, l'emendamento in esame, che vuole rendere trasparenti i reali costi sostenuti per la giustizia, ha anche questa finalità ossia dare un taglio a quei costi che non servono, che non hanno una funzione per destinare le risorse ad altri fini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.20 e Mazzoni 2.303, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 285).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 281).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 2.23 e Mazzoni 2.304.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, anche in questo caso, riguardo al riconoscimento degli avanzamenti di carriera solo per meritocrazia, raccomando l'approvazione degli identici emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 2.23 e Mazzoni 2.304, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 463Pag. 38
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, è singolare che per formulare un giudizio negativo sull'attività del magistrato sia richiesto che vi siano carenze gravi in relazione ad almeno due criteri, quali ad esempio la capacità o la laboriosità.
Mi domando perché un magistrato che dimostri di essere pigro, che non faccia nulla dalla mattina alla sera non debba essere soggetto a una valutazione negativa, perché manca una seconda valutazione negativa rispetto, ad esempio, alla capacità.
Io dico che chiunque lavori non solo in un ente pubblico, ma anche in un ente privato, che non vada sul posto di lavoro o non esegua i compiti che gli sono affidati, sarà licenziato.
Invece, il magistrato, purché non sia gravemente carente almeno negli altri criteri, può restare al suo posto. Se non scrive le sentenze o non va in ufficio, la questione assume una valenza disciplinare, però tutto ciò non dà luogo a un giudizio negativo sulla sua capacità professionale.
Siamo seri nello scrivere queste cose o stiamo scherzando?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, come diceva il collega Pecorella, è abbastanza anomalo che si scrivano criteri per valutare la professionalità di un magistrato, richiedendo che debba essere bravo, capace e laborioso, dopo di che si afferma che sia sufficiente che sappia fare due cose e anche se è completamente incapace e non vale niente nella terza, lo si promuova ugualmente.
Utilizzo il tempo a mia disposizione per dare una risposta alle argomentazioni precedentemente svolte dal collega D'Ulizia. Si tratta di argomentazioni suggestive ma, collega, totalmente sbagliate! Non c'entrano niente i rilievi contabili con quello di cui abbiamo parlato. Abbiamo già votato, ma i colleghi sappiano che hanno votato contro la possibilità di intervenire, in sede di valutazione della professionalità, su chi spreca il denaro pubblico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, intervengo per ironizzare un po' rispetto alla dicitura usata nel definire i giudizi. Vedete, questo non è uno spartito musicale dove ci devono essere tutte le sfumature. Siamo di fronte ad un testo normativo, ad un giudizio preciso che riguarda una professione importante come quella del magistrato. Non si capisce come ci possa essere, accanto ad un giudizio positivo, un giudizio negativo - e questo va bene - ma, addirittura, ricorrendo alla terza via, un giudizio non positivo.
Il giudizio è positivo o negativo! Ricorrere alla terza dicitura la dice lunga sull'aspetto - mi permetto di dire - un po' lasco del provvedimento: il tentativo di trovare una scappatoia, una specie di ancora di salvezza, per quella che Ichino, scoperto come novello difensore della meritocrazia, definirebbe la categoria dei nullafacenti. Cerchiamo di essere seri, di avere onestà intellettuale e di definire il giudizio in termini oggettivi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, mi permetto di richiamare i colleghi e il Governo, se ha la bontà di prestare attenzione a quello che noi stiamo dicendo...
Pag. 39PRESIDENTE. Onorevole Consolo, qualche rappresentante del Governo la sta ascoltando.
GIUSEPPE CONSOLO. Per fortuna c'è il sottosegretario che è attento, anche perché si tratta di un problema che riguarda tutta la compagine governativa. Nei vari dicasteri, se vi fossero alti dirigenti - a cui i magistrati possono tranquillamente essere equiparati, almeno per le retribuzioni - che presentassero delle carenze, non mancanze in un singolo episodio ma delle carenze, sarebbero mandati a casa. In questo caso, non si vuole neanche che venga valutata una carenza grave del singolo magistrato. Pensateci!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, colleghi, se voi pensate che il CSM che si forma con il sistema elettivo possa irrogare qualche sanzione disciplinare ai magistrati è una pura illusione!
Su cento procedimenti della sezione disciplinare, su novemila magistrati, vi sono state venticinque assoluzioni, dieci sentenze di condanna con il solo ammonimento, tre sentenze di non procedibilità, nove sentenze di estinzione del procedimento perché il magistrato non appartiene più al corpo giudiziario: quindi, nulla! Se non cambiamo il sistema di elezione e di formazione del Consiglio superiore della magistratura, non ci sarà mai nessun provvedimento disciplinare contro il corpo elettorale che elegge il CSM.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.319.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Vedete, si rappresenta una scena davvero singolare, che non fa che confermare la pericolosità dei criteri che si stanno adottando rispetto alla valutazione della professionalità e della capacità dei magistrati, con riferimento a tutte le conseguenze, sia economiche sia di progressione professionale. La distinzione, estremamente farraginosa, tra il giudizio non positivo e il giudizio negativo è affidata ad una valutazione all'interno della quale la discrezionalità è massima, perché stabilire la gravità più o meno accentuata delle responsabilità del magistrato appartiene soltanto ad una valutazione che può essere nell'un senso o nell'altro, secondo il criterio che si adotterà e secondo il modo di vedere le cose che nel concreto verrà assunto.
Se consideriamo che a tale sottigliezza della diversità del giudizio sono collegate conseguenze successive che incidono non solo sulla progressione della carriera del magistrato, ma anche sul trattamento economico, è davvero necessario e indispensabile stigmatizzare questa sottigliezza e difficoltà e accedere a due criteri, uno positivo e uno negativo. Non si può adottare un criterio intermedio che non si sa a quali elementi possa essere affidato. È un'esigenza assoluta, che denuncia ancora una volta non solo la farraginosità ma il rischio di una discrezionalità che sia politicamente orientata e gestita da parte del Consiglio superiore della magistratura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
Pag. 40
ENRICO COSTA. In questo meccanismo piuttosto farraginoso sono stati introdotti gli esami di riparazione per i magistrati, perché i magistrati verranno giudicati con una valutazione di professionalità positiva, negativa o non positiva. Si consentirà quindi al magistrato di ritornare all'esame del Consiglio superiore della magistratura per tali esami di riparazione. Ma ci rendiamo conto che queste sfumature, tra un giudizio non positivo ed un giudizio negativo, saranno lasciate ad una sorta di discrezionalità del CSM, legato com'è a tutta una serie di correnti?
Sappiamo, inoltre, che la valutazione non positiva avrà un'unica sanzione: quella di non poter più avere incarichi extragiudiziari. Ciò significa chiaramente che gli incarichi extragiudiziari - ma ci torneremo successivamente - vengono valutati anche dal legislatore come elementi che distolgono il magistrato dall'ordinario e quotidiano impegno.
Teniamo conto che nel 2006 il CSM ha autorizzato ben 820 casi di incarichi extragiudiziari dei magistrati. Su tale argomento, quindi, occorre riflettere...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO COSTA. ...ed è necessario che i magistrati, per essere valutati professionalmente idonei, svolgano a tempo pieno il loro lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, rimango veramente sorpreso. Chiaramente i colleghi, almeno la maggior parte di loro, non avranno letto il comma 11 dell'articolo al nostro esame. Vediamo che succede se il giudizio del Consiglio superiore della magistratura su un magistrato è negativo: in caso di giudizio negativo, il magistrato è sottoposto a una nuova valutazione di professionalità dopo un biennio.
Il CSM, però, durante il biennio può disporre che il magistrato, a spese del contribuente, partecipi ad uno o più corsi, badate bene, «di riqualificazione professionale in rapporto alle specifiche carenze di professionalità riscontrate».
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 12,50)
GIUSEPPE CONSOLO. È scritto: «carenze di professionalità riscontrate». Vi rendete conto che, durante quel biennio, in presenza di carenze di professionalità riscontrate, il magistrato continua ad applicare la «legge» (lo dico tra virgolette), ad emettere sentenze e a disporre carcerazioni nei confronti del cittadino? Ve ne rendete conto?
Per tali ragioni noi sosteniamo che la valutazione può essere positiva o negativa: se la valutazione fosse negativa, però, il magistrato dovrebbe cambiare mestiere.
Stendo, invece, un «velo pietoso» su cosa succeda nel biennio, perché in quel biennio il magistrato - sottoposto e valutato in modo negativo in ordine ai requisiti di professionalità dal CSM - continua a votare, qualora vi fossero le scadenze del CSM. Ma, secondo voi, voterà coloro che dovranno pronunciarsi negativamente o coloro che dovessero pronunciarsi positivamente su di lui?
Credetemi, colleghi, sono norme di buon senso. Davanti ad un Ministro dell'università e della ricerca che per un errore formale manda a casa un laureato ad honorem che aveva dato lustro, con il suo comportamento professionale, al Paese e all'università conferente, noi, di fronte ad una carenza di professionalità riscontrata, chiudiamo tutti e due gli occhi e continuiamo a lasciar emettere sentenze dal magistrato! Siate seri!
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 41
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, stiamo svolgendo un dibattito molto importante, in una dimensione particolarmente intensa, ed anche con qualche concitazione.
Vorrei, però, che tutti i colleghi fossero messi nelle condizioni di esprimersi in Assemblea - e non intendo certo riferirmi a lei, signor Presidente -, ma anche di essere ascoltati, perché vi sono situazioni che stanno in qualche modo rendendo più difficile questo esercizio.
PRESIDENTE. Lei ha ragione, deputato Pisicchio. Per cortesia, invito i colleghi a sciogliere i «capannelli» e consentire in tal modo agli altri di ascoltare.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, la sua presenza è importante in questo momento perché, come lei sa, questa mattina il dibattito si è svolto a senso unico.
I tempi assegnati sono legati al contingentamento e alla prassi, ma è altrettanto vero che noi riteniamo assolutamente irrituali - come ha già detto la collega Lussana - le dichiarazioni del Ministro Chiti che, attraverso le agenzie di stampa, ha sostenuto che il dibattito in corso è un dibattito approfondito e che, quindi, il Governo non porrà la fiducia sul provvedimento al nostro esame: quanto ha dichiarato il Ministro Chiti è assolutamente falso.
Signor Presidente, mi appello alla sua sensibilità istituzionale per il semplice fatto che ci troviamo in una situazione assolutamente ingovernabile, in quanto le dichiarazioni e gli interventi svolti dai colleghi del centrodestra cadono completamente nel vuoto, perché, attraverso un calcolo politico, noi sappiamo che questa riforma non potrà tornare all'esame del Senato, nonostante il merito di molte proposte.
Le chiediamo, allora, di lasciarci almeno il tempo di intervenire e di consentire ai parlamentari di centrodestra, in una situazione così grave e senza precedenti, di andare oltre il tempo concesso, perché non è possibile che l'Assemblea diventi un «votificio», considerata la distrazione strutturale e politica dei colleghi di centrosinistra, i quali non rispettano quest'aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
JOLE SANTELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, mi associo alla richiesta del collega Gibelli. Le parole che ha pronunciato in precedenza il presidente Pisicchio, ovviamente, accertano quale sia la situazione in cui versa l'Assemblea, non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale.
Al Ministro Chiti, che generalmente è persona formalmente corretta, vorrei dire che sostenere che sia in corso un ampio dibattito e una discussione approfondita, per cui il Governo non forza la situazione ponendo la questione di fiducia, è una menzogna politica. Ministro Chiti, non è da par suo rilasciare tali dichiarazioni. Lei sa che l'opposizione contesta e la maggioranza anche contesta silenziosamente, perché è stata costretta a votare un provvedimento che non vuole ma che, per urgenza di tempi e per disciplina di gruppo e di partito, necessariamente sarà costretta ad approvare.
PAOLA FRASSINETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?
PAOLA FRASSINETTI. No, Signor Presidente, volevo intervenire a titolo personale sull'emendamento in discussione.
PRESIDENTE. Prima concludiamo il dibattito sull'ordine dei lavori.
Devo una risposta. Per ciò che riguarda la compostezza dell'Assemblea, accolgo e rinnovo l'invito ai deputati, visto che èPag. 42assolutamente corrispondente al vero che si tratta di un provvedimento importante e delicato, di mantenere una compostezza in aula che consenta l'ascolto.
Sul secondo punto sollevato, vorrei ricordare che ho aumentato il tempo contingentato di un terzo, proprio a sottolineare tale importanza.
Le altre sono considerazioni politiche che consentono a ogni deputato e ad ogni gruppo di trarre quelle di loro conseguenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, mi ricollego a quanto detto dall'onorevole Consolo per ribadire l'assurdità del comma 11 e per chiedere come sia possibile che con un giudizio negativo relativo alla carenza di professionalità del magistrato, lo stesso possa operare anche per un lasso di tempo rilevante. Viene concesso un privilegio inaudito, una sorta di rete di protezione che tutela il magistrato che con il giudizio negativo dovrebbe, invece, essere messo nella condizione di non nuocere più.
Sappiamo, e ne abbiamo parlato anche ieri in sede di discussione sulle linee generali, quanto sia importante la preparazione del magistrato e come il cittadino venga leso da una eventuale carenza di professionalità. Ancora una volta, invece, vediamo che vi è una sorta di privilegio. Si parla di corsi di riqualificazione, ma come può un magistrato che si trovi già ad un certo punto della carriera, con un corso di riqualificazione, colmare una lacuna evidenziata dal giudizio negativo?
Quindi, le valutazioni devono essere positive o negative, non deve esserci una zona grigia, né di incomprensione ma soprattutto non deve esserci una rete di protezione che altre categorie professionali, altrettanto importanti, non hanno nella nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.319, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 284).
Prendo atto che i deputati Volontè e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, è previsto che il magistrato che abbia avuto un giudizio negativo sia sottoposto a nuova valutazione professionale dopo un biennio. Vorrei che ciascuno di noi immaginasse questo scenario: vi è un cittadino che deve essere giudicato, il quale è a conoscenza (ma anche se non lo sa non cambia nulla) che il magistrato che lo giudicherà è stato ritenuto gravemente incapace e privo di laboriosità. Ebbene, per due anni, lo ribadisco, per due anni tale magistrato continuerà a giudicare i cittadini.
Chiunque di noi si trovasse in questa situazione e sapesse che ha davanti a sé un magistrato che non solo è gravemente negligente, ma è assolutamente incapace, come può avere fiducia nella giustizia? Ci rendiamo conto che stiamo facendo passare una norma per cui, per due anni, lasciamo un magistrato a continuare la sua attività con due caratteristiche gravemente negative (quindi il 50 per cento della sua capacità professionale è gravemente negativa)? Per due anni, continua a fare il magistrato? Quanto meno sospendiamolo, fino a che non ci sia una nuovaPag. 43valutazione, come dice la legge, «non positiva», ma, certamente, non negativa!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 288).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, così come è concepita, la valutazione di professionalità - poi vedremo di cosa si tratta - è rilevante, ai fini della più grave delle sanzioni, solo quando sia successiva. Ciò vuol dire che se il magistrato ha una valutazione negativa, poi ne ha una non positiva e poi un'altra negativa, l'effetto di allontanarlo dall'ufficio - vedremo successivamente in cosa consista - non c'è. Quanto meno prevediamo che se nella carriera un magistrato ha più di una valutazione negativa, anche non consecutiva, l'effetto è che non possa continuare a fare il magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 291).
Prendo atto che i deputati Balducci e Burgio hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo di dover intervenire perché, ovviamente, il buon funzionamento della magistratura è tutto legato alle valutazioni di professionalità. Due valutazioni non positive non hanno alcun effetto, e va bene. Tuttavia le valutazioni non positive possono essere successive. Una terza valutazione non positiva che effetto ha, non rispetto allo stipendio, che mi interessa poco, ma al fatto che uno continui a fare il magistrato?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
Pag. 44
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, il ragionamento che ha svolto l'onorevole Pecorella credo che non ammetta - per usare il gergo dei magistrati e di chi si occupa di diritto - prova contraria. La grave lacuna, anche se non è ripetuta l'anno successivo, ma si ripete, in ipotesi, due anni dopo, diventa ancora più grave. Con una simile norma, ad anni alterni il magistrato può vedersi riscontrate gravi carenze di professionalità e nulla accade.
Poi, quando anche dovesse essere allontanato, non si fa luogo alla cessazione del rapporto di impiego, ma viene dispensato dal servizio. Ci si dice che l'espressione «dispensato dal servizio» significa «cessazione del rapporto di impiego». Così non è. Se così fosse, rendiamo chiara, anche ai cittadini, la norma. Lo ripeto, così non è; rendiamola chiara, approvando l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 291).
Prendo atto che i deputati Burgio, Ceroni e Formisano hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, abbiamo sentito, con gli interventi precedenti, quale sia il percorso di valutazione del magistrato e quante opportunità vengano date al magistrato che, in una prima valutazione, non venga ritenuto idoneo e riporti un giudizio negativo. In tal caso, infatti, si chiede un'ulteriore valutazione dopo due anni, quindi lo si lascia al suo posto per due anni a svolgere la stessa attività e la stessa funzione svolta fino a quel momento; inoltre, può rimediare, anche se non completamente, rimane ancora al suo posto e viene sottoposto ad un'ulteriore valutazione.
Ad un certo punto, si accerta che un magistrato non ha più i titoli per poter svolgere la funzione giurisdizionale. Lo si «dispensa dal servizio», a nostro avviso, era e rimane una formulazione troppo generica. Nel lungo e approfondito dibattito all'interno della Commissione, si è detto che in fondo la dispensa dal servizio significa che viene interrotto il rapporto di impiego. Ma allora perché non lo scriviamo? Perché dobbiamo lasciare questo equivoco? Qualcuno ha sostenuto che ne abbiamo parlato perché ne rimanga traccia nel dibattito parlamentare. Tuttavia, nel momento in cui ci sarà un contenzioso giurisdizionale, averne parlato in questa maniera non serve assolutamente a nulla, perché, all'interno del provvedimento al nostro esame, esiste un altro caso per il quale si parla espressamente di «cessazione del rapporto di lavoro». Quindi, qualsiasi magistrato amministrativo che dovesse essere chiamato a giudicare sul ricorso di un magistrato - il quale, con tale interpretazione, verrebbe espulso dalla magistratura - dovrebbe reintegrarlo. Infatti, il giudizio sarebbe che, se il legislatore avesse voluto sottoporre a questo tipo di finalità tale fattispecie, lo avrebbe espressamente previsto, così come lo ha previsto nelle altre parti del provvedimento in esame.
Quindi, non soltanto si procede ad un accertamento fittizio; non soltanto la mancanza di requisiti viene reiterata e protratta nel tempo, ma nel momento in cui si ha il conclamato risultato che il magistrato è assolutamente incapace, non si hanno nemmeno la capacità e il coraggio di mandarlo fuori, ma lo si deve tenerePag. 45all'interno pagandogli lo stipendio senza farlo lavorare. Questo è l'effetto che produce tale norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. A questa osservazione, in sede di Commissione, il sottosegretario ha risposto evocando una norma che prevede la fattispecie qui indicata, ovvero la dispensa dal servizio. Tale fattispecie è collegata a cause incolpevoli del magistrato, vale a dire quando sopraggiunge una causa di incapacità psichica non determinata da responsabilità diretta o incapacità professionale. In quel caso, il magistrato è dispensato dal servizio, ma è assistito da garanzie particolari, come il trattamento economico, che lo sostengono comunque, ed è ragionevole che sia così. Ma quando il magistrato è incapace deve essere assolutamente licenziato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, vorrei solo far presente che, per quanto riguarda i magistrati, stiamo discutendo un punto nodale. Essi, infatti, possono essere, secondo un'interpretazione, allontanati dal servizio, secondo un'altra interpretazione, viceversa, allontanati dalla magistratura. Ecco perché è importante utilizzare un'espressione non equivoca, che è la stessa che viene utilizzata per chi termina il tirocinio con una valutazione negativa. Non si possono usare due espressioni diverse.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per chiederle di disporre il controllo delle tessere di votazione.
PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, l'emendamento Pecorella 2.36 prevede che si faccia luogo alla cessazione del rapporto di impiego del magistrato, sostituendo l'espressione usata nel provvedimento: «è dispensato dal servizio». Ora, colleghi...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il deputato Consolo sta svolgendo il suo intervento. Il controllo dei deputati segretari può essere svolto tranquillamente senza che ciò disturbi il lavoro dell'Assemblea e, soprattutto, l'intervento del deputato che sta parlando.
La prego, deputato Consolo, prosegua.
GIUSEPPE CONSOLO. La ringrazio, signor Presidente. Laddove il disegno di legge prevede che: «il magistrato stesso è dispensato dal servizio», siamo in presenza di una previsione che non significa nulla. A mio avviso, se respingessimo l'emendamento in esame, arriveremmo all'assurdo di bocciare un emendamento con cui ci proponiamo di fare chiarezza, trasformando la frase che ho citato nel modo seguente: «si fa luogo alla cessazione del rapporto di impiego del magistrato stesso».
In un eventuale contenzioso, gli atti parlamentari attesterebbero che la Camera ha respinto tale emendamento e, quindi, la cessazione del rapporto di impiego, a differenza di quanto avviene per il tirocinante, significa un'altra cosa. Dunque, oltre al danno di non fare chiarezza, in questo modo aggiungeremmo la beffa a futura memoria! Mi dispiace, signor Presidente, questa, giuridicamente, è una vergogna!
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati segretari hanno concluso il controllo delle tessere di votazione. Possiamo dunque proseguire nei nostri lavori.Pag. 46
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 264).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.38.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, in questo clima, in cui è totalmente incomprensibile ciò che s'intende fare, vi è un punto che mi permetto di ricordare all'Assemblea, riguardante la valutazione di professionalità. Quest'ultima, in base al comma 2, capoverso, comma 15, primo periodo, dell'articolo in esame, consiste in un giudizio espresso dal Consiglio superiore della magistratura, con provvedimento motivato e trasmesso al Ministro della giustizia, il quale adotta il relativo decreto.
Ritengo che occorra modificare la norma nel senso di prevedere che il Ministro adotti il relativo decreto previa verifica. Infatti, se il Consiglio superiore della magistratura commette un errore e il Ministro consapevolmente se ne accorge - Ministro Mussi, mi rivolgo anche a lei, che è così attento alle lauree honoris causa, mentre, come compagine di Governo, è poco attento a ciò che accade in questo caso - vi rendete conto che, non inserendo la possibilità di una verifica, il Ministro Guardasigilli è prigioniero di un ipotetico errore in procedendo commesso dall'organo di autogoverno della magistratura? Restituite al Guardasigilli la sua dignità e aggiungete l'espressione: «previa eventuale verifica».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, il provvedimento in esame prevede che la valutazione si concluda e che abbia un atto finale attraverso un decreto del Ministro della giustizia. Non ritengo che l'atto finale sia semplicemente un atto notarile del Ministro, in quanto immagino che il Ministro, nel momento in cui pone il suo sigillo a tutta una serie di atti procedimentali che lo hanno preceduto, debba effettuare il controllo, quantomeno, del rispetto della procedura, a tutela e a garanzia del soggetto nei confronti del quale emette il relativo decreto.
Teniamo anche conto del fatto che il provvedimento impugnabile, in questo caso, sarebbe il decreto del Ministro della giustizia, al quale verrebbe sottratta, in via di autotutela, qualora verificasse una distorsione procedurale, addirittura la possibilità di non adottare il decreto e di segnalare al Consiglio superiore della magistratura i suoi errori ed, eventualmente, di invitarlo a correggerli. Quindi, sottrarre al Ministro della giustizia un'attività di semplice controllo e creare un atto dovuto notarile, ritengo sia una distorsione della procedura, anche tenuto conto che proprio l'atto del Ministro sarebbe quello impugnabile e non, direttamente, l'atto del Consiglio superiore della magistratura (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230Pag. 47
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.313.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, l'emendamento in esame non contiene altro che una proposta avanzata dalla relatrice. È sufficiente, infatti, esaminare i suoi interventi in Commissione per trovare espressamente l'indicazione di come sarebbe necessario che il Ministro della giustizia presenti alle Camere una relazione sull'efficacia del metodo di valutazione. Tuttavia, il Ministro non lo può fare, perché non rientra nei compiti previsti dalla legge, a meno che il Parlamento non gli conferisca tale funzione. Quindi, a mio avviso, ciò rivela che, anzitutto, è possibile che questi criteri di valutazione siano male usati e che, quindi, sia necessaria una verifica. E se è necessaria una verifica, l'unico soggetto che può svolgerla dall'esterno del Consiglio superiore della magistratura è il Ministro della giustizia. Affidiamogli, quindi, questo compito, e consentiamo al Parlamento di capire se questa sarà una copertura dell'antico metodo - quello che si chiamava «il merito» - che viene semplicemente istituzionalizzato con più passaggi o se, davvero, ci sarà una novità nell'affidamento degli incarichi direttivi e delle funzioni.
Non capisco perché, una volta che la relatrice ha espresso tale auspicio - che però non può trovare attuazione se non in una norma di legge - non si debba seguire la sua opinione e procedere in tale direzione. Anzi, chiedo alla relatrice se ha cambiato idea o se ho male interpretato il suo pensiero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, l'emendamento in esame propone di introdurre un controllo sull'efficacia dei criteri individuati per la valutazione. Credo che sia buona norma, quando si introduce un nuovo testo di legge, verificare nei fatti la sua efficacia e la sua capacità di incidere. L'emendamento vuole responsabilizzare il Parlamento ma, in modo particolare, il Ministro della giustizia, al fine di poter verificare, attraverso un'adeguata e provata relazione, l'efficacia del metodo di valutazione dei magistrati. Siamo preoccupati che alla teoria non risponda concretamente la capacità di questi criteri di garantire un elevamento della qualità professionale dei magistrati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, anch'io vorrei esprimere un'opinione positiva sull'emendamento in esame, che, a mio avviso, è importantissimo, poiché prevede la presentazione da parte del Ministro della giustizia di una relazione alle Camere con cadenza annuale. In tal modo, vi è la valutazione dell'organo politico sull'operato del giudice: è un modo per cercare di limitare l'autogoverno del Consiglio superiore della magistratura.
Invito, quindi, l'Assemblea ad approvare l'emendamento Pecorella 2.313, perché va nel senso della libertà del magistrato che, però, deve essere anche contemperata con la qualità e la preparazione dello stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ormai è chiaro che, nella scelta del Ministro Mastella, per quanto riguarda la valutazione della professionalità dei magistrati, si è rigettata la possibilità di introdurre elementi di valutazione esterna. Vi è, quindi, l'esaltazione del principio dell'autoreferenzialità della magistratura, in base al quale controllori e controllati coincidono, con tutti i vizi del sistema chePag. 48abbiamo denunciato. Dobbiamo, infatti, tener presente, per come è strutturato il CSM (con il sistema delle correnti) che i controllati sono coloro che poi votano i controllori, i quali decideranno e sono i veri dominus della carriera dei magistrati.
L'emendamento in esame, come anche i precedenti, prevede la possibilità di una residuale, pur minima, verifica da parte del Ministro della giustizia che viene, invece, assolutamente esautorato: tutto il percorso viene, infatti, incondizionatamente gestito dal CSM.
A questo punto, avreste fatto bene anche ad eliminare la parte residuale, cioè il relativo decreto del Ministro della giustizia, considerato che eliminate, respingendo questi emendamenti, la residuale verifica che, invece, volevamo attribuire e riservare al Ministro. Ciò è gravissimo! Non è questo il modo per difendere il principio dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, qualche minuto fa l'Assemblea ha respinto un emendamento che prevedeva criteri specifici per la valutazione dei magistrati, lasciando totalmente al Consiglio superiore della magistratura la possibilità di costruire tali criteri.
Ricordiamo sempre che il disegno di legge in discussione nasce, in origine, proprio perché il Consiglio superiore della magistratura non aveva dato buona prova di sé nel valutare i magistrati.
Va bene la delega in bianco al CSM, ma l'emendamento in esame chiede che, perlomeno, il Ministro della giustizia controlli, possa verificare e riferisca al Parlamento, anche al fine di consentire a noi, in qualità di legislatori, di essere partecipi della nostra scelta e di verificare se tornare indietro, in futuro, su questa ulteriore opzione di fiducia nei confronti del Consiglio superiore della magistratura.
È incomprensibile che la maggioranza ed il Governo, oggi, respingano una norma così banale, ma così importante, che prevede di riferire al Parlamento su ciò che accade nella professionalità di un altro organo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, abbiamo assistito, fino a questo momento, al conferimento di una delega al CSM per accertare e stabilire gli standard produttivi del magistrato, nonché le regole di valutazione sulla professionalità dello stesso.
Abbiamo visto quanto sia arzigogolato il percorso di valutazione e quante chance sono assegnate al magistrato che non dovesse ottenere, in prima battuta, una valutazione positiva della sua capacità di svolgere la funzione giurisdizionale.
Vogliamo accertarci almeno annualmente della validità dei criteri che avete stabilito e se le istituzioni alle quali avete delegato di stabilire tali criteri hanno messo in piedi un sistema che ha un senso e che funziona?
Chi può fare tale relazione se non il Ministro della giustizia, che, con la riforma in esame, diventa sempre più un burocrate e sempre meno un elemento di incisività nel sistema giudiziario e del pianeta giustizia?
Allora, si vuole veramente un sistema all'acqua di rose che copra, come una foglia di fico, qualcosa che non funziona!
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUIGI VITALI. Ci appelliamo, pertanto, al buonsenso dell'Assemblea per chiedere di sostenere e di votare a favore del presente emendamento.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei chiarire una questione: considerato che ilPag. 49sistema di valutazione rappresenta il cuore del provvedimento in esame, mi auguravo che fosse presentato un ordine del giorno (forse sarà presentato) per attribuire al Ministro della giustizia, nell'ambito della relazione annuale sullo stato della giustizia, la possibilità di riferire sull'effettività di tale metodo di valutazione, acquisendo i dati che consentano al Parlamento di verificarne gli effetti.
Pertanto, senza entrare nel merito della valutazione, vorremmo conoscere i dati, i risultati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.313, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 292).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 2.315.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, si tratta di uno degli emendamenti suggeriti dalla Commissione bilancio. Vorrei cogliere l'occasione per segnalare a lei, signor Presidente, una questione già sollevata nel corso della discussione sulle linee generali del provvedimento.
Nella legislazione vigente è previsto l'obbligo di predisporre le relazioni tecniche. In particolare, le relazioni tecniche sui costi finanziari delle proposte o meglio dei disegni di legge si propongono di informare il Parlamento non solo sui costi, ma anche sulle modalità di copertura.
Trovo abbastanza singolare quanto è accaduto in occasione del provvedimento in esame: mi riferisco, in particolare, per fare un esempio banale, al comma 17 dell'articolo 2 del provvedimento (contiene, tra l'altro, disposizioni di modifica all'articolo 11 del decreto legislativo n. 160 del 2006 in materia di valutazione della professionalità), il quale prevede che allo svolgimento delle attività previste nel presente articolo si faccia fronte con le risorse di personale e strumentali disponibili, quindi senza sostanziali aumenti di spesa.
Tuttavia, il fatto estremamente divertente è che, se si legge il comma 5 dell'articolo 5 del provvedimento in esame, si ha una sensazione completamente diversa: in tale disposizione, infatti, si afferma che, in relazione alle aumentate attività, il ruolo autonomo del Consiglio superiore della magistratura è aumentato fino a 13 unità.
Signor Presidente, mi rendo conto che mi si potrebbe rispondere che si tratta di disposizioni diverse. Tuttavia, vorrei segnalare l'assoluta mancanza di chiarezza - la responsabilità politica, sotto questo profilo, va attribuita al Ministro competente - circa i costi relativi a questa operazione, le clausole di invarianza e le modalità di copertura del provvedimento in esame.
Trovo la questione abbastanza singolare, se non addirittura scandalosa. Credo che la vicenda vada sottoposta alla Giunta per il Regolamento, per fare in modo, se non da oggi, almeno nelle fasi successive dell'esame del provvedimento, che si chiarisca la questione per una maggiore completezza di informazione ai parlamentari e al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.315, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 50
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 293).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.41 e Mazzoni 2.305.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, secondo il testo del Governo, l'assegnazione agli incarichi direttivi di procuratore generale, procuratore della Repubblica e così via, avviene in questo modo: nel caso in cui vi sia stata la valutazione di professionalità, il CSM procede a valutare soltanto i titoli.
La questione che pongo - visto che la relatrice si è dichiarata disponibile finalmente a un dialogo - è la seguente: le valutazioni di professionalità fatte ogni quattro anni certamente non sono in grado di dirci nulla sull'idoneità a ricoprire, per esempio, l'incarico di organizzatore dell'ufficio del pubblico ministero o di presidente del tribunale o della corte d'appello, poiché le valutazioni di professionalità riguardano solo la laboriosità, la diligenza, la capacità rispetto al diritto e così via. Quali titoli ci diranno mai se un soggetto è idoneo a dirigere una procura della Repubblica, al di là di una valutazione specifica di idoneità - oltre all'anonimato, che richiediamo sempre - rispetto a quell'incarico? In questo modo, torniamo semplicemente alla legge attuale, secondo cui si è promossi grazie ai cosiddetti meriti e all'anzianità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti (Commenti del deputato Leone)... Deputato Leone, non protesti, vedrà che sarà esaudita la sua richiesta...
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.41 e Mazzoni 2.305, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 468
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 296).
Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa dei nostri lavori, alle 15.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,36).
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei portare alla sua attenzione e a quella dell'Assemblea una questione sconcertante di cui abbiamo avuto notizia dai giornali di oggi e che ritengo meriti che il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Lanzillotta, venga a riferire in Parlamento.
Mi riferisco alla notizia riportata dal quotidiano la Repubblica, in un articolo di Antonello Caporale, che spiega come la regione autonoma Valle d'Aosta abbia investito 16 milioni di euro (125 euro per ogni abitante della regione) per una sponsorizzazione della regione sul retro delle bottiglie di birra dei marchi minori del gruppo Heineken. Ovviamente è un investimento del tutto incongruo, perché con 16 milioni di euro si può fare una campagna televisiva di rara efficacia.
Se andiamo a vedere cosa è successo nella realtà, scopriamo che dalla premessaPag. 51del provvedimento che ha stanziato questi soldi si evince chiaramente che l'accordo con l'Heineken prevede sì la sponsorizzazione, ma soprattutto che la Heineken mantenga un presidio produttivo nella regione, che impiega attualmente settanta dipendenti.
Mi domando come sia possibile che in un Paese in cui comprensibilmente si sta discutendo del rigore dei conti pubblici sia pensabile che in un'area abitata da 120 mila persone si possa arrivare a spendere 16 milioni di euro e, in previsione, ulteriori 10 milioni (6 in capitale e 4 per i mutui) per una nuova società che ampli lo stabilimento, aggiungendo un turno di lavoro che porterà i dipendenti a cento complessivamente.
Il presidente della regione, Caveri, per giustificare la vicenda, afferma: «lo so, l'accusa è nota, troppi soldi arrivano qui in Val d'Aosta. Ma nessuno si rende conto quanto serve per gestire un paesino di montagna, un ospedale in altura».
Io sono valtellinese e la Valtellina è un territorio del tutto analogo a quello della Valle d'Aosta, con i problemi tipici di un'area interamente alpina, con delle difficoltà e penalizzazioni in termini di accesso che la Valle d'Aosta non conosce, ma nessuno potrebbe mai pensare di investire 16 milioni di euro, che sono denari pubblici e che provengono per la maggior parte - come ben sappiamo - dai contribuenti non appartenenti alla Valle d'Aosta, per un intervento assistenzialista che riguarda settanta dipendenti.
Credo, tra l'altro, che vi si possa riscontrare un profilo di aiuti illeciti di Stato e mi auguro che questa vicenda arrivi - me ne farò promotore - all'Unione europea.
Credo sia intollerabile che in Italia si continui a mantenere un assetto di questo tipo. Si parla molto, a volte giustamente, dell'assistenzialismo nei confronti dei paesi del sud: allora, è bene scoperchiare il vaso di Pandora dell'assistenzialismo nei confronti di poche e ricche aree del nord, che comporta anche una sorta di concorrenza sleale tra aree analoghe - penso alla Valtellina e alla Valle d'Aosta - e a un trattamento così sperequato tra i cittadini di aree analoghe di uno stesso Paese.
Credo, signor Presidente, che questa vicenda non possa essere lasciata cadere come una tra le tante cose che accadono in Italia e mi auguro che lei possa sollecitare il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Lanzillotta, a riferire in Parlamento su tale questione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, giorni addietro, nell'immediatezza della tragedia che ha colpito Peschici e altri paesi del Gargano, l'onorevole Fitto, qui accanto a me, puntualmente e molto autorevolmente chiese l'intervento del Governo in questo ramo del Parlamento per farci comprendere cosa fosse accaduto per quanto riguarda le polemiche in ordine all'immediatezza o meno dei soccorsi e per tutta una serie di altri aspetti.
Di fatto, mi pare che il Governo - non ne ho contezza precisa - sembra sia andato a riferire, attraverso un sottosegretario, al Senato, ancorché la nostra richiesta fosse precedente.
Non intendo affermare che siamo stati i primi rispetto al Senato - ma forse è così - tuttavia, anche se non fosse stato così, mi sembra che il Governo ci abbia completamente ignorato e debbo dire, Presidente, che ci ha ignorato anche lei, perché evidentemente non ci ha fatto sapere più nulla. Infatti, nel momento in cui la richiesta è partita dal gruppo di Forza Italia, lei non ha ritenuto opportuno dirci se il Governo sarebbe venuto o meno a riferire, se ne «impipava». Insomma, con tutto quello che poteva dirci, non lo ha fatto.
La sollecito, Presidente, affinché la richiesta non venga vanificata, perché essa è ancora attuale. Forse il Governo non si è accorto di quello che è accaduto sul Gargano, forse non gli importa, ma vorremmo che almeno, in maniera molto chiara e trasparente, lo comunicasse anche a questo ramo del Parlamento, perché i deputati pugliesi - ma ritengo che ciò valga perPag. 52tutti i deputati dell'Assemblea - hanno il diritto di sapere quale è l'atteggiamento e quali sono state le «indagini» fatte dal Ministero competente in ordine alle eventuali mancanze che vi siano state per quanto riguarda i soccorsi.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta alla nostra interrogazione sui fatti dell'ospedale Careggi di Firenze e del San Camillo di Roma di qualche mese fa, che non hanno ancora trovato un soddisfacente impegno da parte del Ministro della sanità, e per associarmi alle parole dell'onorevole Leone, al quale già ci eravamo associati nel momento in cui il suo gruppo avanzò la richiesta.
Infine, signor Presidente, non so come devo considerare la richiesta avanzata da più gruppi dell'opposizione qualche settimana fa di avere tra noi finalmente, in un'informativa urgente, il dotto professore Giuliano Amato, che si è reso molto attento nell'analisi storica e sociologica dei cittadini del sud del nostro Paese, e l'altro dotto, grande e stimatissimo professore Padoa Schioppa, che - come si è visto anche negli ultimi giorni - ha continuato, con questo suo originale gioco di società, a comunicare ai giornali cifre e numeri abbastanza in contraddizione tra loro.
Lo chiedo a lei con grande cortesia e con grande rispetto, per sapere se devo considerare la difficoltà del Governo a presentarsi in Parlamento nelle persone di questi due dotti esponenti del mondo più prestigioso e internazionale come un arrivederci al mese di settembre; noi, infatti, abbiamo la fortuna di vederci tutti giorni, quindi per me non sarebbe un problema rinunciare a questi solleciti e riprendere dal 10 settembre.
DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, intervengo per osservare che questa mattina si è verificata una violenta esplosione presso una azienda chimica di Fagnano Olona, la Chimitex, che sta determinando una situazione difficilissima e particolarmente grave a giudizio dei vigili del fuoco di quella provincia. Pare che ci siano feriti e un operaio risulti tuttora disperso. Si tratta di una dolorosa tragedia che colpisce ancora una volta il mondo del lavoro ed è per questa ragione che la inviterei a sollecitare il Governo intanto a fare tutto il possibile per intervenire in maniera urgente e per cercare di affrontare una situazione che sta creando seri problemi, dato che l'esplosione ha determinato una nube chimica, e, in secondo luogo, per riferire all'Assemblea non appena sia possibile.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di dare seguito alle sollecitazioni dei deputati Della Vedova, Volontè e Marantelli, trasmettendole al Governo con l'invito a rispondere con tempestività a queste richieste.
Circa la questione avanzata dal deputato Leone, vorrei precisare che la Presidenza ha già impegnato il Governo a riferire in Parlamento, alla Camera, nella giornata di oggi, questa sera. Potremmo verificare nelle prossime ore questa disponibilità che era stata accordata, in modo da poter ascoltare le comunicazioni del Governo, peraltro importantissime, questa sera dopo le votazioni.
Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 13,42).
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata definita, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, la seguente articolazione dei lavori per la prossima settimana:
Lunedì 30 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione del documento di programmazione economico-finanziaria relativoPag. 53alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011 (Doc. LVII, n. 2).
Martedì 31 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Conclusione dell'esame del documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011 (Doc. LVII, n. 2) con la votazione della risoluzione.
Esame della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Previti (Doc. III, n. 3).
Al termine delle votazioni: discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2910 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia (Approvato dal Senato - scadenza: 17 agosto 2007).
Mercoledì 1o, giovedì 2 e venerdì 3 agosto (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame:
disegno di legge n. 2849 ed abbinata - Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia;
disegno di legge n. 2910 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia (Approvato dal Senato - scadenza: 17 agosto 2007).
Il Presidente della Giunta per le autorizzazioni ha comunicato informalmente che questa potrebbe concludere entro i primi giorni della prossima settimana l'esame della domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche dei deputati Cicu, D'Alema e Fassino (Doc. IV, n. 9). In tal caso la Conferenza dei capigruppo sarà convocata per valutare i tempi della discussione in aula.
Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo, come di consueto, mercoledì alle 15.
L'organizzazione dei tempi di esame della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Previti (Doc. III, n. 3) sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 13,45 è ripresa alle 15,05.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boco, Bonelli, Capodicasa, Cento, Chiti, Cordoni, De Castro, De Piccoli, Del Mese, Donadi, Duilio, Fabris, Fioroni, Folena, Forgione, Franceschini, Gentiloni Silveri, Levi, Lucà, Maroni, Melandri, Meloni, Migliore, Morrone, Mussi, Leoluca Orlando, Piscitello, Pisicchio, Pollastrini, Ranieri, Santagata, Sgobio, Stucchi ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2900.Pag. 54
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati votati da ultimo gli identici emendamenti Pecorella 2.41 e Mazzoni 2.305.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maran. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, colleghi, la cosiddetta riforma Mastella (che è l'epilogo di una lunga vicenda e di una discussione durata il tempo di una legislatura) evita l'entrata in vigore dell'ordinamento Castelli, che ha dato - a nostro giudizio - risposte inappropriate ad esigenze di riforma largamente avvertite, e affronta in maniera, a nostro avviso, soddisfacente alcuni aspetti della carriera dei magistrati.
Tale riforma ci consente di affermare il nostro punto di vista. Noi abbiamo voluto assicurare la salvaguardia della piena indipendenza dell'ordine giudiziario e dei suoi membri dal potere politico nei processi di selezione, nomina e avanzamento di carriera. Abbiamo voluto assicurare la fondamentale unità del corpo giudiziario, pur attenendoci - anche a ciò andrebbe dato il giusto rilievo - al criterio di una più rigida distinzione tra funzione inquirente e funzione giudicante.
Rimarrebbe da affrontare il problema del rapporto - ci siamo soffermati su questo aspetto anche nel corso della discussione sulle linee generali e nel dibattito in Commissione - tra il potere giurisdizionale e lo Stato. Rimarrebbe da affrontare, altresì, il problema di assicurare l'efficienza della macchina giudiziaria, con l'obiettivo di rimediare al vizio di fondo del nostro sistema, che consiste nell'eccessiva durata dei processi.
Il rischio che corriamo - anche in relazione alla discussione che si è svolta questa mattina - è quello di parlare d'altro: tanto più se si parla di ordinamento giudiziario, si finisce per rimanere intrappolati in un dibattito ideologico sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il tema è importantissimo - badate - ma non può essere ridotto a un totem né a un tabù, e non è cruciale per le sorti della giustizia. Discuterne, presupporrebbe un respiro culturale e un clima politico che in Italia oggi non esistono e agitarlo serve solo a soffiare sul fuoco dello scontro tra i poteri politico e giudiziario, che infuria dagli anni di Tangentopoli, e non ad affrontare il problema scomodo dell'efficienza.
Parlare di efficienza, infatti, significa parlare di produttività, di managerialità e di garanzie sostanziali e non formali; significa parlare di lealtà processuale, di privilegi da cancellare, di riforme scomode perché poco visibili mediaticamente. Significa, altresì, prendere atto di quel che il Governatore della Banca d'Italia ha ricordato anche di recente, cioè che l'efficienza della giustizia - con riferimento particolare alla ragionevole durata dei processi - è essenziale per la crescita economica del Paese e che il confronto fra l'Italia e il resto del mondo è impietoso.
Parlare di efficienza significa, inoltre, assumersi la responsabilità politica di compiere scelte riformatrici il più possibile condivise, senza rimanere ostaggio - come abbiamo cercato di fare e di dimostrare - di questa o di quella categoria. Significa, cioè, colleghi dell'opposizione, dimostrare che siamo credibili.
Per tale motivo, ci sarebbe da augurarsi che, chiuso lo scontro, ci si metta al lavoro per attuare quelle misure concrete (faccio un cenno all'ufficio del giudice, alla riforma del codice di procedura penale, ma anche a una buona organizzazione degli uffici e a buone scelte da parte di coloro che sono chiamati a dirigerli) che servono ad avere, non in senso retorico, una giustizia finalmente migliore.
Inoltre, ci sarebbe da augurarsi che, se si consoliderà l'attuale assetto bipolare, prima o poi si faccia strada la consapevolezza della necessità di procedere a tali riforme di fondo nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea,Pag. 55Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Popolari-Udeur - Congratulazioni).
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il sistema di valutazione si conferma come il cuore di tutto il provvedimento che oggi è all'esame dell'Assemblea.
È stato detto, da parte dell'opposizione, che tale sistema di valutazione non garantirebbe un giudizio reale sulla professionalità dei magistrati; è stato detto che le correnti interne al Consiglio superiore della magistratura potrebbero inquinare un giudizio che dovrebbe essere basato soltanto sul merito e che potrebbe essere garantito solamente da un concorso che si basi su sistemi meritocratici e non correntizi.
Credo che questa sia la grande scommessa oggi: è una scommessa che pone sia il Consiglio superiore della magistratura, sia i consigli dell'ordine, sia tutti i cittadini che possono intervenire in questo procedimento, di fronte alle proprie responsabilità e ai propri ruoli. Credo che una valutazione costante nel tempo e un sistema di formazione permanente garantiscano la professionalità dei magistrati molto più che uno sporadico concorso.
Abbiamo, quindi, tutti interesse che il sistema di valutazione rifletta un procedimento serio, compiuto e puntiglioso e che, effettivamente, sia la garanzia, per tutti cittadini, di avere magistrati competenti e professionalmente validi. A ciò mira la puntigliosa descrizione, prevista nel disegno di legge Mastella, dei criteri che debbono ispirare e guidare il Consiglio superiore della magistratura e i consigli giudiziari nella valutazione di professionalità.
Ritengo che su tale questione si giocherà una grande partita e che ciò risolva anche il problema del conflitto tra magistratura e avvocatura (altro tema scottante, adombrato in moltissimi degli interventi svolti in Assemblea), perché vi è uno strumento, in mano all'avvocatura, che può essere usato e che può incidere pesantemente nella valutazione finale. Avere previsto la procedimentalizzazione della valutazione del consiglio dell'ordine è molto di più che avere dato al presidente del consiglio dell'ordine quella formale presenza nei consigli giudiziari, dal momento che comunque, in quei consigli giudiziari, il presidente del consiglio dell'ordine, così come tutti i membri non togati, non avrebbe potuto esprimersi sulle valutazioni professionali.
Pertanto, bisogna utilizzare gli strumenti che il disegno di legge in discussione offre a tutti i soggetti. Inoltre, occorre che ciascuno sappia assumere responsabilmente il proprio ruolo, cercando di porre al centro un'effettiva accelerazione e una effettiva qualità della giustizia, unica e sola che garantirebbe i cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 288
Maggioranza 145
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 279
Sono in missione 52 deputati).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.44, Consolo 2.45 e Mazzoni 2.101, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 306
Votanti 305
Astenuti 1
Maggioranza 153
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 287
Sono in missione 51 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 285).
Prendo atto che la deputata Incostante ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.48 e Consolo 2.49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani).
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei cortesemente chiederle, visto che i colleghi stanno ancora rientrando in aula ed io ero presente...
PRESIDENTE. La prego, prosegua il suo intervento.
ERMINIA MAZZONI. Proseguo, Presidente, tuttavia lo stesso garbo riservato alla maggioranza, lo riservi anche all'opposizione. Stiamo rientrando in aula e credo sia un modo per partecipare.
PRESIDENTE. Il rientro in aula è fuori discussione. Lei ha diritto a intervenire con l'ascolto. Prosegua il suo intervento.
ERMINIA MAZZONI. Tuttavia, mi ascolti, signor Presidente, ci troviamo in un regime libero...
PRESIDENTE. No, la prego...
ERMINIA MAZZONI. ... pertanto, mi permetto di annotare questo comportamento diverso, signor Presidente, sebbene con rispetto per la sua Presidenza. Tanto è vero che nella confusione del rientro, non ho neanche sentito il numero dell'emendamento posto in votazione (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani), sul quale mi permetto di fare un'osservazione. Tale emendamento tendeva a cancellare dal disegno di legge un'iniziativa che non può essere condivisa, ossia la previsione di una quota che viene accordata a un numero di magistrati...
PRESIDENTE. Vi prego. Scusate, dai banchi del Governo, vi prego di consentire di ascoltare gli interventi. Grazie.
ITALO BOCCHINO. Sedetevi. Che cos'è quel suk!
PRESIDENTE. Lei eviti i commenti, per favore.
Deputata Mazzoni, prosegua nel suo intervento.
ITALO BOCCHINO. Che cos'è quel suk!
PRESIDENTE. La prego di proseguire.
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ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, come stavo dicendo, abbiamo appena votato contro un emendamento con il quale si intendeva sottrarre alla disponibilità del CSM l'ipotesi di costituire una quota per consentire a magistrati non valutati con il livello di professionalità richiesto dalla stessa legge di accedere ad incarichi direttivi superiori.
Non c'è motivazione; non c'è nessuna indicazione che ci aiuti a comprendere perché ci dovrebbe essere una quota del 10 per cento di magistrati che, a prescindere dalle valutazioni di professionalità - che pure critichiamo, perché non le riteniamo adeguate ad un sistema meritocratico - ossia anche in assenza di queste minime valutazioni meritocratiche, accederà per scelta suprema ad incarichi direttivi superiori, amministrando la giustizia da ruoli apicali.
Ecco ciò contro cui ha votato questa maggioranza durante la confusione provocata dal ritorno in aula dei colleghi [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Poiché la deputata Mazzoni ha mosso un rilievo alla Presidenza, vorrei soltanto rispondere che i deputati e le deputate sono liberi di essere in aula o fuori e di rientrare a loro piacimento, ma ciò è a loro totale carico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, con il dovuto rispetto per la sua persona e la carica che lei ricopre, mi permetto di far presente ai colleghi che bivaccano intorno ai banchi del Governo, disturbando chi si trova al banco del Governo e chi vuole intervenire, che il Presidente di questa Assemblea li ha richiamati e li ha pregati di tornare ai loro posti! Scusi, Presidente...
PRESIDENTE. Prego, prosegua il suo intervento.
GIUSEPPE CONSOLO. Non le vorrei rubare il mestiere...
PRESIDENTE. Concluda il suo intervento, la prego.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, ciò che ha detto la collega Mazzoni è ancora più grave; ovviamente lei denunciava - non è complice dei misfatti posti in essere - che, oltre alle quote del 10 per cento, in caso di esito negativo di due procedure concorsuali, il Consiglio superiore della magistratura, qualora ritenga che ci siano...
PRESIDENTE. Chiedo, per favore, che il banco del Governo non venga invaso da interventi che disturbano l'Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Prego, deputato Consolo, prosegua pure il suo intervento.
GIUSEPPE CONSOLO. Grazie, signor Presidente. Quando il Consiglio superiore della magistratura ritenga che ci sia una situazione di urgenza, il conferimento di funzioni avviene anche d'ufficio.
Quindi, volete abolire - come in concreto avete fatto - la previsione dell'articolo 105 per le promozioni; volete dare la possibilità di accesso a chi ha la laurea triennale, ma vietarla a chi la consegue come seconda laurea; volete riservare una quota del 10 per cento a insindacabile giudizio del CSM; volete procedere, in situazioni di urgenza, senza procedure concorsuali con il conferimento delle funzioni anche d'ufficio. Insomma, da quello che vedo la bagarre della Camera è quella che volete introdurre anche al Consiglio superiore della magistratura!
Questa sarebbe una riforma? Questa è una vergogna (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.48 e Consolo 2.49, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 288).
Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 293).
Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Ciro Alfano ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 2.54 e Pecorella 2.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, l'emendamento in discussione segue la logica con cui ci proponevamo di correggere quanto approvato con la controriforma Mastella.
In realtà, abbiamo denunciato più volte come tutto il sistema dell'accesso alla magistratura e della valutazione professionale dei magistrati sia imperniato di una forte autoreferenzialità, per cui le carriere dei magistrati e il loro avanzamento in carriera saranno legati a valutazioni operate all'interno del CSM, il quale, come abbiamo detto, è fortemente condizionato dal sistema delle correnti politiche.
Con questo emendamento, si intende introdurre nuovamente un elemento di valutazione esterna per quanto riguarda il conferimento delle funzioni di legittimità, che con il provvedimento in esame, anche in questo caso, verrebbe rimesso a una commissione interna del CSM per la copertura del novanta per cento dei posti.
Tale commissione interna, con assoluta discrezionalità, valuterebbe non solo la professionalità, ma anche la capacità scientifica e di analisi delle norme. Quindi, anche qui, non si stabilirebbero criteri oggettivi ma si amplierebbe lo spazio discrezionale e il potere assoluto del CSM sulle carriere dei magistrati.
Il dieci per cento dei posti vacanti, invece, verrebbe attribuito a seguito di procedura valutativa riservata ai magistrati che hanno conseguito la seconda o la terza valutazione di professionalità. Con l'emendamento, noi chiediamo che per il novanta per cento delle funzioni di legittimità sia ripristinato il concorso per titoli ed esami, in modo tale da introdurre, effettivamente, un criterio oggettivo, quale quello del concorso, e non lasciare i magistrati, ancora una volta, in balia di valutazioni discrezionali operate dal CSM.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
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GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo per associarmi anch'io alle considerazioni della collega Lussana, che sono in linea con quanto esposto dall'onorevole Pecorella e dall'onorevole Mazzoni. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi procediamo sulla strada della meritocrazia. Rendere il concorso di accesso alla carriera più serio, più rigoroso, maggiormente orientato alla ricerca di magistrati qualificati non può non costituire un punto di merito e di orgoglio, che dovrebbe essere ben visto e ben accolto anche dalla magistratura.
Non riesco a comprendere cosa vi sia di negativo nel voler fare ciò per coloro che per scelta propria hanno deciso - lo dico con rispetto, non con sarcasmo - di giudicare il proprio prossimo per tutta la vita.
Vedete, noi il prossimo lo rappresentiamo, l'ingegnere gli fa i calcoli strutturali, il medico lo cura, il fioraio gli vende fiori, ognuno sceglie di fare qualcosa per gli altri. C'è una sola categoria di persone che ha scelto, per tutta la vita, di giudicare il proprio prossimo.
Rispettiamo queste persone, sono indispensabili, svolgono una funzione indispensabile che si chiama funzione giurisdizionale. Desideriamo però - vi sembra uno scandalo? - che quanti entrino a far parte di questa categoria un po' particolare - comprenderete, infatti, che chi decide di giudicare il proprio prossimo per tutta la vita ha una forma mentis un po' particolare - siano sottoposti a prove psicoattitudinali e - vengo così al contenuto dell'emendamento - a un concorso più rigoroso. Non mi sembra di chiedere la luna!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 2.54 e Pecorella 2.55, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Invito ciascuno a votare solo per sé.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.65 e Consolo 2.66, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Vale l'invito precedente.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 284).
Passiamo agli identici emendamenti Pecorella 2.57 e Mazzoni 2.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, la riforma introduce la possibilità, per chi non abbia un numero di valutazioni ordinarie per meriti speciali, diciamo così, di accedere alle funzioni di legittimità. La questione è la seguente: laddove si acceda alle funzioni di legittimità in modo straordinario, con un concorso straordinario, l'effetto è che dal punto di vista del trattamento giuridico ed economico vi è un trattamento diverso da quello di chi accede invece avendo valutazioni più elevate. È molto semplice: svolgendo lo stesso tipo di lavoro, trovandosi nella stessa situazione, appare molto difficile giustificare un trattamento economico differenziato. Credo che qualunque magistrato che sia arrivato alle funzioni di legittimità attraverso questi concorsi per così dire riservati e particolari, non potrà non...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO PECORELLA. Non è un intervento a titolo personale. Ho esaurito il tempo?
PRESIDENTE. Sì, comunque - la prego - completi il pensiero.
GAETANO PECORELLA. Mi pare chiaro, lei non può non comprendere come, facendo lo stesso lavoro, avere due retribuzioni diverse non sia giustificabile.
PRESIDENTE. Grazie, anche per la collaborazione.
Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito i tempi a sua disposizione, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti. Secondo la prassi, concederò la parola ai deputati di tale gruppo che ne facciano richiesta imputandoli al tempo previsto per gli interventi a titolo personale, per non più di un minuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, desta in me meraviglia come un punto di questo articolo abbia superato il vaglio della Commissione bilancio. Vede, si prevede la possibilità, limitatamente al 10 per cento dei posti, di procedere ad una procedura valutativa riservata ai magistrati (quindi, un 10 per cento di quota riservata). Signor Presidente, ciò la interessa per la sua funzione: come è possibile che il conferimento delle funzioni di legittimità, per effetto di questo comma, non produca alcun effetto sul trattamento giuridico ed economico spettante al magistrato, né sulla collocazione nel ruolo di anzianità o ai fini del conferimento di funzioni di merito. Ma questi magistrati, se li mandate in Cassazione, poi economicamente come li trattate: come un uditore di primo concorso? Ciò, sotto il profilo giuridico, è aberrante e cadrebbe sotto la scure di qualsiasi magistrato che, dimenticando la carica rivestita, dovrebbe in quel caso fare giustizia! L'unica soluzione per risolvere il problema è sopprimere tale stortura, non farla entrare in vigore. Voteremo, pertanto, a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.57 e Mazzoni 2.100, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 61
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 280).
Passiamo all'emendamento Pecorella 2.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, anche con questo emendamento chiediamo che venga prevista, anziché una procedura valutativa riservata, un concorso per titoli ed esami orali riservato, che mi sembrerebbe molto più serio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.316, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 2.308.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, questo emendamento incide su uno degli ambiti nei quali la controriforma Mastella ha azzerato la riforma Castelli. Si tratta della separazione delle funzioni, che noi avevamo introdotto come elemento di garanzia al fine di avere finalmente un giudice terzo ed imparziale: infatti, la terzietà del giudice e l'attuazione dell'articolo 111 della Costituzione sul giustoPag. 62processo si possono avere solo in presenza di una netta e chiara distinzione fra funzione requirente e funzione giudicante. Questa soluzione viene adottata da moltissimi altri Paesi, ma è stata «venduta» da questa maggioranza come un attacco all'indipendenza e all'autonomia dei magistrati.
Potete non condividere nel merito questa soluzione, ma ce ne dovete spiegare i motivi: ci dovete spiegare perché i cittadini non hanno diritto ad un giudice effettivamente terzo. L'attuale interscambiabilità dei ruoli crea infatti interferenze inaccettabili. Dunque, vi prego: non trinceratevi dietro la solita scusa dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, che con questo caso non ha assolutamente nulla a che vedere.
Chiediamo pertanto che si torni ad una separazione netta delle funzioni, nella speranza che in futuro si possa discutere anche di una separazione delle carriere: solo in questo modo faremmo un servizio vero agli utenti della giustizia, che devono essere il faro principale della nostra azione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.308, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.112.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, il comma 4 dell'articolo 2 stabilisce una deroga che attiene alla possibilità di assegnare determinate funzioni a magistrati, che non hanno ancora conseguito la prima valutazione. Con questo emendamento intendiamo escludere da questa deroga anche la possibilità di determinare il passaggio dalla funzione giudicante a quella requirente. Si tratta dunque di un emendamento di buon senso. Non avrebbe, infatti, alcun appiglio nel contesto generale la deroga in questione trattandosi di magistrati che non hanno ancora conseguito la prima valutazione di professionalità. Di conseguenza, è inopportuno che il Consiglio superiore della magistratura, sia pure in virtù della deroga prevista nel testo, possa consentire tali passaggi di funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, visti i tempi brevi che ci sono assegnati, intendo sottolineare, fin da questo primo punto, quello che considero lo snodo cruciale di questa riforma: il fatto cioè che si è assecondato un abbattimento delle barriere, che la riforma Castelli aveva doverosamente cercato di elevare attraverso la distinzione delle funzioni contro la promiscuità dell'esercizio dell'attività giurisdizionale fra magistrato requirente e magistrato giudicante. Anche se siamo consapevoli dell'impossibilità di ribaltare questo orientamento, abbiamo il dovere di consegnare a questo Parlamento una testimonianza insistente sulla necessità della separazione delle carriere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.221.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, il mio emendamento 2.221 tende a stabilire, per quanto riguarda i magistrati ordinari che abbiano terminato il tirocinio, l'impossibilità di essere destinati alla funzione giudicante monocratica.
In buona sostanza, se il magistrato che si sia formato dopo il tirocinio vuole essere destinato ad una funzione giudicante, dovrà integrare la composizione di un collegio. Questo è un elemento di garanzia innanzitutto per il magistrato, ma anche, credo, per il cittadino.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.221, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.114, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 2.68 e Pecorella 2.69.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, intendo richiamarmi soprattutto all'emendamento precedente, rispetto al quale non sono forse stato sufficientemente tempestivo, anche se credo di aver segnalato in tempo la mia richiesta di intervento.
Voglio sottolineare che si introduce il sistema della rotazione nelle funzioni con una frequenza assolutamente incompatibile con le scelte ideologiche ed ideali dell'esercizio dell'attività professionale del magistrato nella funzione requirente o in quella giudicante. La possibilità di fare «andata e ritorno» da una funzione all'altra quattro volte durante la carriera non consentirà mai al magistrato di radicare, nella sua esperienza professionale, una scelta di competenza che deve essere assolutamente condivisa e sentita. QuestoPag. 64sistema finirà per favorire soltanto le scelte di opportunità e di collocazione logistica, ma non le scelte e le finalità collegate al tipo di esercizio professionale che deve essere espletato nel corso della carriera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, abbiamo cercato, nella scorsa legislatura, di realizzare la separazione delle carriere, che a nostro avviso rimane l'unico obiettivo realisticamente ed opportunamente necessario da raggiungere.
Abbiamo ridimensionato, all'epoca, tale obiettivo introducendo la separazione delle funzioni, mentre oggi, con la controriforma proposta, viene annientato anche questo risultato minimo: il testo che è stato licenziato dal Senato e presentato alla Camera rende possibile il passaggio da una funzione all'altra per quattro volte nell'ambito della carriera del magistrato. Gli emendamenti alla nostra attenzione cercano di seguire il percorso della riduzione del danno e chiedono che tale tipo di passaggio possa avvenire dopo che almeno si siano maturati i primi dieci anni di attività giurisdizionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, d'ora innanzi non intendo utilizzare il tempo assegnato al gruppo, ma solo quello a titolo personale. Quindi, parlerò ogni volta - lo dico ora per non ripetermi - a titolo personale, in modo che il tempo residuo possa essere utilizzato anche da qualche collega di gruppo per illustrare gli emendamenti.
L'emendamento al nostro esame si colloca sempre nell'ottica di limitare i danni di questa controriforma, nel senso che il discorso sul limite delle «quattro volte» nel corso della carriera porta, di fatto, a rendere frequente il passaggio da una funzione all'altra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Come hanno già detto gli altri colleghi, questo è uno dei punti più delicati del disegno di legge, che non è solo una controriforma rispetto alla riforma Castelli, che aveva individuato specificamente una separazione delle funzioni.
Inoltre, è anche un tradimento della maggioranza nei confronti del proprio elettorato, considerato che la stessa, nel proprio programma di Governo, aveva fatto riferimento ad una seria separazione delle funzioni. Alla prova di governo, cari colleghi, state tradendo anche i vostri elettori e non solo l'intera cittadinanza di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per chiarire la bontà dell'emendamento in esame e l'assurdità della disposizione prevista nel decreto-legge... nel disegno di legge. Chiedo scusa. Si tratta di un lapsus freudiano. Giustamente un collega mi riprende, perché si tratta della modifica dell'ordinamento giudiziario. Vi faccio un esempio e porto, a tal riguardo, il caso di una laurea importante, quella in medicina e chirurgia. Voi andreste a farvi operare da un internista, da uno specialista in medicina interna, che abbia fatto per anni solo il medico internista? Voi andreste o portereste da lui i vostri familiari? Sicuramente no! Pensate ad un chirurgo che, ogni tanto, per quattro volte nella carriera, diventa internista e ad un internista che diventa chirurgo. Dove andiamo a finire? La specializzazione è sempre più necessaria; sempre di più in molti emendamenti abbiamo cercato di far capire quanto fosse importante avere dei giudici che si specializzino in branche moderne (mi riferisco, ad esempio, alla falsificazione, alle leggi che regolano il mercato industriale ed economico mondiale).Pag. 65
Pertanto, se ciò vale come buona norma per tutti i cittadini e per tutte le professioni, deve valere anche per i magistrati. Non è possibile che un magistrato per quattro volte nel corso della carriera faccia il ballerino da una parte e dall'altra. Non fa bene né una cosa né l'altra! Quindi, mettiamo a rischio l'incolumità di tutti i nostri cittadini. Si tratta di una bruttissima norma, di un bruttissimo articolo che vi si ritorcerà contro. Spero e vi auguro che non vi capiti di maledire il giorno in cui avete votato tale disegno di legge e contro l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare come la promiscuità delle funzioni requirenti e giudicanti contrasti con il principio del giusto processo, che garantisce la terzietà e l'indipendenza del giudice rispetto alle parti processuali. In questo caso, avremmo una situazione, invece, di confusione e di assenza di specialità delle funzioni. Proprio per tale motivo, sollecito l'Assemblea a valutare la bontà dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 2.68 e Pecorella 2.69, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 2.318, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 2.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, la ragionevolezza di tale emendamento risiede nella valutazione delle scelte, che possono essere compiute nella libera ed autonoma determinazione del magistrato, tra l'esercizio della funzione requirente e quella giudicante.
Immagino si tratti, come accennavo poco fa, di una scelta ideologica, ideale, di attitudine, di tendenza che può essere esercitata una volta durante la vita professionale, ma non mi pare sia compatibile con un turn over continuo che consenta al magistrato di cambiare ripetutamente funzioni.
Per una volta posso comprendere che, esercitata la funzione requirente o quella giudicante, il magistrato si renda conto che la stessa sia maggiormente compatibile con la sua impostazione, la sua cultura, la sua sensibilità e la sua propensione all'esercizio di un'attività diversa dall'altra. Ciò dovrebbe consentire di consolidarlo nella funzione prescelta, senza consentirgli più di variare la funzione da un momento all'altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
Pag. 66
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con gli identici emendamenti al nostro esame cerchiamo di dare una mano al Governo ed al Ministro, perché il testo proposto all'Assemblea tradisce le intenzioni del Governo, rappresentate a più riprese, cioè quelle di rendere, attraverso questa disciplina, più rigide e severe le possibilità di passaggio dall'una all'altra funzione.
In realtà, forse per una svista, il Governo non si è reso conto che, stabilendo un percorso di passaggio quadriennale nell'arco della carriera, si agevola, invece di renderlo più difficile, il passaggio dall'una all'altra funzione rispetto al sistema preesistente.
Con la proposta emendativa in esame intendiamo introdurre un termine minimo più lungo (di almeno dieci anni) dall'avvio del percorso professionale per poter effettuare la prima scelta. Inoltre, introduciamo un vero paletto, rispondendo all'esigenza, rappresentata dal Governo, che il passaggio successivo possa avvenire una sola volta nell'arco della carriera.
In questo modo, realmente, si rende un servizio alla funzione della giustizia, quindi al riequilibrio delle funzioni, senza tuttavia dare alla magistratura il colpo letale che deriverebbe dalla reale introduzione della buona misura, che avevamo previsto con la effettiva separazione delle funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il motivo della sottoscrizione dell'emendamento Pecorella 2.73 è stato più volte espresso: non è mai stata sufficientemente sottolineata la necessità di garantire che il magistrato, prima di passare da una funzione all'altra (le caratteristiche sono diverse anche per far fronte alle esigenze del nostro processo) maturasse un periodo ragionevole di esperienza dal punto di vista della formazione, dal punto di vista culturale e del tipo di approccio al problema che si trova a dover affrontare e risolvere. È evidente che il termine di dieci anni è il più basso che si possa stabilire per far sì che una scelta diversa sia ragionata e non dannosa per il cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per raccontare un piccolo aneddoto. In un tribunale italiano di una grande città lagunare il pubblico ministero è diventato giudice per le indagini preliminari, per poi tornare a diventare pubblico ministero.
Il giudice per le indagini preliminari è diventato pubblico ministero e l'altro giudice per le indagini preliminari è diventato presidente del tribunale che ha giudicato poi coloro contro i quali, come pubblico ministero, aveva sostenuto l'accusa. Le sembra serio, Guardasigilli?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 2.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 290).
Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.73, Lussana 2.74, Consolo 2.79 e Buemi 2.301.Pag. 67
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, alla base della proposta del Governo e della nostra posizione vi sono due concezioni completamente diverse della separazione delle funzioni. Evidentemente, il Governo ritiene che la separazione delle funzioni sia un problema geografico, nel senso dello spostamento di un magistrato da una sede all'altra.
Noi, invece, riteniamo che la separazione delle funzioni costituisca un problema culturale e di specializzazione, per cui spostare un giudice, che va a svolgere il ruolo di pubblico ministero da Milano a Bologna, non cambia nulla sotto due profili. Il primo attiene al fatto che, comunque, è un pubblico ministero che si è formato come tale e giudicherà con la cultura del pubblico ministero...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO PECORELLA. Concludo, signor Presidente. Il secondo profilo attiene al fatto che, comunque, sarà considerato dai colleghi come un ex giudice, che svolge il ruolo di pubblico ministero o viceversa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signor Ministro della giustizia, signori del Governo e colleghi della maggioranza, la nostra posizione sull'argomento è nota. Siamo a favore della separazione delle carriere, perché siamo convinti che risponda ad un'esigenza e ad un'aspettativa che non sono soltanto proprie del gruppo della Rosa nel Pugno, ma anche dei cittadini che vogliono un giudice terzo, un pubblico ministero che, dal punto di vista dei poteri, abbia le stesse posizioni della difesa e, infine, un sistema che sia in grado di dare non soltanto sostanza alla terzietà del giudice, ma anche apparenza.
Riteniamo che tale risultato si possa ottenere, come avviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, con la separazione delle carriere. Sappiamo, tuttavia, che i rapporti di forza in quest'Assemblea e anche lo scontro tra i poteri non consentono l'introduzione della separazione, anche se abbiamo presentato una proposta di legge di modifica costituzionale che lo prevede.
Abbiamo però presentato l'emendamento 2.301 sulla limitazione ad un solo cambiamento dal ruolo di pubblico ministero a quello di giudice, e viceversa, perché riteniamo che non si possa accettare lo slalom che veda, di volta in volta, lo stesso soggetto essere pubblico ministero e giudice. È possibile cambiare. In molte situazioni i funzionari dello Stato cambiano, ma ciò avviene attraverso un percorso molto chiaro e con delle verifiche puntuali.
Quindi, con l'emendamento che limita il cambiamento ad una sola volta, vogliamo stabilire il principio in base al quale certamente il cambiamento della funzione è possibile - ovviamente sotto la responsabilità del Consiglio superiore della magistratura, che assegna le sedi e decide se si è abilitati a svolgere il ruolo di pubblico ministero - ma, al contempo, riteniamo che non si possa mettere una foglia di fico che individua il limite in quattro volte. Quattro sono i cambiamenti che, di norma, avvengono oggi (e forse sono persino troppi!), in assenza del principio della separazione delle funzioni. Ricordo, infine, ai colleghi della maggioranza, che nel programma da voi concordato e sottoscritto - diversamente da noi che non lo abbiamo firmato perché insufficiente - è prevista la puntuale e rigorosa realizzazione di un sistema efficiente di separazione delle funzioni (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io sugli emendamentiPag. 68in esame, che cercano di porre un minimo rimedio alla decisione assunta dal Ministro Mastella, e da chi lo sostiene all'interno della maggioranza, di snaturare profondamente il principio della separazione delle funzioni, un principio di civiltà che nella passata legislatura era stato realizzato come grande punto di equilibrio e grande elemento di innovazione per il nostro sistema giudiziario. Finalmente, si poteva dire di avere un ordinamento giudiziario più moderno e più conforme alla Costituzione. Invece, con il provvedimento in esame, con un meccanismo farraginoso, complesso e complicato, si cerca di salvare sia l'apparenza sia la sostanza, ma in realtà non si modernizza nulla, perché vi siete chinati supinamente alle richieste della magistratura associata, che nel nostro Paese - non si capisce per quale ragione, se non per la difesa di proprie prerogative e privilegi e non sicuramente nell'interesse dei cittadini - ha condotto una battaglia forte contro la separazione delle funzioni.
Con tali emendamenti si chiede di evitare, almeno, il balletto della possibilità di passare dalla pubblica accusa alla funzione giudicante e poi, ancora, all'accusa e, ancora, alla funzione giudicante. Si cerca di porre almeno un rimedio che possa andare nella direzione di avere un giudice specializzato. Fare giustizia è una cosa seria e, visto come sono strutturate attualmente le dinamiche per quanto riguarda le nostre norme processuali, la separazione delle funzioni è una garanzia che dobbiamo riconoscere ai cittadini. Non è possibile, infatti, che tale interscambiabilità - come è stato denunciato anche dai colleghi precedentemente - porti a casi in cui chi ha svolto la funzione di pubblica accusa si trovi a dover giudicare gli stessi soggetti. È questo il principio della terzietà e del giudice imparziale, ma riteniamo che in tale modo non lo salvaguardiate, in quanto agite per interessi di casta sicuramente non presenti in aula, ma altrove.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non le nascondo che anche il gruppo di Alleanza Nazionale sarebbe felice di affrontare un dibattito sulla separazione delle carriere. Ciò che però stiamo registrando è paradossalmente un rovesciamento della lettura dell'articolo 111 della nostra Costituzione, dove si afferma che i giudici sono soggetti soltanto alla legge. Verrebbe voglia di affermare, parafrasando tale articolo, che è il Parlamento ad essere soggetto ai giudici, perché l'emendamento 2.301, che il collega Buemi ha posto all'attenzione dell'Assemblea, è l'emendamento fondamentale, nel senso che il Parlamento avrebbe potuto, pur nel rispetto della posizione assunta dalla maggioranza di centrosinistra, lanciare un segnale preciso ed inequivoco, ovvero che il cambiamento di funzioni è l'eccezione e non la regola. La regola, infatti, è, in base all'articolo 111 della nostra Carta costituzionale - come riformato con il consenso di centrodestra e di centrosinistra - la terzietà del giudice.
Questa è l'occasione perduta, ovvero di poter rimanere nel solco dei principi che volevate in qualche modo rispettare ma rendendovi conto che su questa battaglia e su questa partita si gioca proprio l'autonomia del Parlamento di fronte al ruolo della magistratura. Questa è un'occasione - e concludo - che avete perso, voi di centrosinistra, ad onta di ciò che avete scritto sul programma presentato agli elettori! A fronte della vostra incoerenza vi sarà la nostra coerenza, con la riforma che avevamo delineato nell'interesse non dei magistrati, ma dei cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei solo sottolineare che la proposta di riduzione della possibilità di passaggio da quattro volte ad una, guarda caso, ricompare in quattro emendamenti presentati da colleghi di quattro diversiPag. 69partiti, ivi compresa, in particolare, la proposta emendativa Buemi-Villetti.
La ragionevolezza dell'emendamento Buemi 2.301 emerge di fronte alla pervicacia con la quale si continua a sostenere che sia assolutamente possibile e consigliabile che un magistrato possa fare «il pendolo» da una parte all'altra delle funzioni così delicate e importanti nell'andamento e nella dinamica del processo. Non ci stancheremo mai di sottolineare la necessità di limitare la possibilità di passaggio da una funzione all'altra. Inoltre, è veramente gravissimo che ci si ostini a non volere essere ragionevoli e a non voler far sì che la Camera approvi un emendamento volto a ridurre il numero, esorbitante e assurdo, di volte in cui un magistrato può passare da una categoria all'altra. Quindi, è un emendamento che deve essere assolutamente sostenuto e votato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, non esiste nessun altro Paese di democrazia consolidata in cui non soltanto le carriere non siano separate o unite con guarentigie molto diverse tra giudici e pubblici ministeri - e cito la Francia come esempio - ma che non vi sia neanche la separazione delle funzioni.
Cari colleghi, parliamoci chiaro: la separazione delle funzioni non c'è, perché, se si dà a pubblici ministeri e giudici la possibilità di cambiare funzione quattro volte - invece che una, come noi proponiamo - non possiamo sostenere che vi sia separazione di funzioni. È in gioco la terzietà del giudice e l'immagine di questa terzietà che, come ricordava Pertini, è ancora più importante della terzietà stessa; è, altresì, in gioco un principio di corretta separazione tra i poteri: con l'unicità delle carriere e delle funzioni, infatti, «salta» uno dei limiti naturali al potere giudiziario, ossia la passività dello stesso.
PRESIDENTE. Deputato Beltrandi, concluda.
MARCO BELTRANDI. Pertanto, ancora una volta, abbiamo l'occasione di fare un passo avanti nella direzione intrapresa da tutti gli altri Paesi a democrazia consolidata (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, è davvero triste constatare la distanza, ormai incolmabile, fra la posizione del Governo e di quasi tutta la maggioranza e il bisogno estremo di riforme del Paese.
Non credo che oggi stiamo scrivendo una pagina nobile della vita di questo ramo del Parlamento. Sono presenti molti esponenti del Governo: li invito a svolgere una riflessione, perché essi hanno già causato tanti danni al Paese. Questo è l'ennesimo scempio perpetrato ai danni dei cittadini per rispondere ad interessi corporativi, di parte, in totale sfregio della qualità della giustizia.
PRESIDENTE. Deputata Gelmini, deve concludere.
MARIASTELLA GELMINI. Quelli in esame sono emendamenti fondamentali, se vogliamo garantire il rispetto della Costituzione, della quale, in genere, vi vantate di essere difensori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, condivido, ovviamente, le riflessioni fatte sia dai compagni socialisti dello SDI sia dagli amici radicali della Rosa nel Pugno i quali - lo evidenzio - hanno usato termini importanti, come «democrazia consolidata». Voi, cari colleghi, sostenete che, non essendovi separazione di carriere e di funzioni, non vi è democrazia. Ma voi date la fiducia a questo Governo! In aula sono schierati tanti di quei Ministri «giustizialisti»Pag. 70che voi stessi appoggiate e, tra loro, non è seduto nessuno dei vostri! Quei Ministri hanno «cacciato» via, come un plotone di esecuzione, quattro dei vostri senatori, come avete giustamente osservato ieri. Se ciò non fosse avvenuto voi adesso avreste avuto forse qualche Ministro in più e avreste potuto far rispettare la valenza garantista che è presente nel vostro DNA.
Ho voluto richiamare l'attenzione su tale aspetto, perché fino ad ora voi non avete votato emendamenti che dicevano «no» al passaggio di funzioni per quattro volte. Non potete solamente affermarlo, ma dovete comportarvi conseguentemente! Dovete uscire da questo Governo, che non vi appartiene più, altrimenti voi convalidate la mancanza di democrazia in Italia, come emerge dai vostri interventi. Dovete essere conseguenziali! Invito pertanto i colleghi del gruppo della Rosa nel Pugno, che non è rappresentato nei banchi del Governo, ad uscire da questa maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, intervengo per sostenere questo fondamentale emendamento, identico ad altri tre presentati dai gruppi di Forza Italia, della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale, e del gruppo della Rosa nel Pugno. Si tratta di una proposta emendativa importante.
Ribadisco che solo un'efficace e rigorosa separazione delle funzioni fra magistratura giudicante e requirente può contribuire a realizzare, nel processo penale, un'offerta completa, quale la terzietà del magistrato ed un'effettiva parità tra accusa e difesa.
Il Governo è presente in aula: è importante che l'Assemblea si concentri su tali identici emendamenti, che sono, lo ripeto, fondamentali. La loro approvazione rappresenterebbe un passo avanti per la nostra giustizia.
PRESIDENTE. Avverto che anche i gruppi di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania hanno esaurito i tempi a loro disposizione, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti.
Anche in questo caso, concederò la parola ai deputati di tali gruppi, che ne facciano richiesta, per non più di un minuto, imputandolo al tempo previsto per gli interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, sinora il dibattito su questa materia si è distinto tra chi voleva una separazione delle carriere e chi diceva che al nostro ordinamento basta la separazione delle funzioni tra magistrati giudicanti e requirenti.
Il comma in questione, signori del Governo, pone un'altra scelta: vogliamo una separazione delle funzioni o vogliamo una normativa gattopardesca, che sembra cambiare per non cambiare nulla? Presidente Prodi, lei si è presentato agli elettori italiani dicendo: realizzerò la separazione delle funzioni. Non la state facendo! Mi rivolgo a lei, perché oggi la sua maggioranza è sequestrata e non può votare liberamente. Solo voi, dal Governo, potete dare il via libera affinché non si compia uno scempio anche nei confronti di chi ha votato per il vostro Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, credo che gli emendamenti in discussione ci diano la possibilità di erigere un piccolo argine allo stravolgimento in senso corporativo e antiliberale dell'ordinamento giudiziario italiano.
Avete rifiutato la separazione delle carriere e ora rifiutate anche la separazione delle funzioni. Credo che abbia ragione il collega Barani a richiamare i colleghi della Rosa nel Pugno. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi radicali, che per tradizione ePag. 71storia sono sempre stati, con proposte di legge e referendum, a favore della separazione liberale delle carriere. Il richiamo di Barani è giusto e sacrosanto. Credo che questo sia un elemento di discrimine e che non sia possibile per dei liberali e dei radicali votare a favore di un provvedimento che non accoglie neanche queste proposte emendative, che rappresentano un ultimo argine al dilagare corporativo di una giustizia fatta per i magistrati e non per i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, Presidente del Consiglio dei ministri, esponenti del Governo, colleghi della maggioranza, colleghi dell'opposizione, tutti i deputati della Rosa nel Pugno hanno presentato e sottoscritto otto emendamenti: solo otto emendamenti! Su tali proposte emendative siamo disponibili a battere il Governo. Collega Della Vedova, colleghi liberali e del centrodestra, se votiamo compatti su questo emendamento, possiamo cambiare la legge.
So che il dibattito di questi giorni è stato complicato e «costretto», che vi sono poteri forti che incidono su questo provvedimento, ma noi intendiamo fare la nostra parte. Questa è una trincea per chi ha condotto la battaglia sulla giustizia giusta, per chi nel nostro Paese ha raccolto milioni di firme, con i socialisti, i liberali, con Enzo Tortora, e sa che questo in esame è un emendamento da approvare. Noi lo voteremo convinti. Votatelo anche voi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.73, Lussana 2.74, Consolo 2.79 e Buemi 2.301, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 283).
Prendo atto che il deputato Maderloni ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Villetti ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.81.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, il Ministro della giustizia, con il presente testo del provvedimento, è caduto in una palese contraddizione: poiché in Cassazione non si può andare da un'altra parte, allora, secondo quanto prevede il provvedimento, si può passare dallo svolgimento di una funzione all'altra senza alcun limite, se non quello di tempo.
Non parliamo poi dell'idoneità, perché è paradossale che chi fa il giudice sia giudicato idoneo anche come pubblico ministero: o si ha un cattivo giudice o si ha un cattivo pubblico ministero! Prevedere questo passaggio di funzioni all'interno dello stesso palazzo è la negazione del principio della minima separazione delle funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, questo passaggio di funzioni rivela proprio la strumentalità delle scelte compiute dal Governo sulla questione, perché una volta scelto il criterio della territorialità per indicare una limitazione da dare al passaggio delle funzioni, ci si è dimenticati che nell'organo supremo della giurisdizione,Pag. 72cioè la Corte suprema di cassazione, che ha sede solamente in Roma, tale criterio non avrebbe potuto essere applicato.
Ci troveremo di fronte, quindi - e dobbiamo saperlo fin d'ora - ad una magistratura di legittimità che potrà scegliere indifferentemente, da un momento all'altro, di passare dalla funzione requirente a quella giudicante nel supremo organo della giurisdizione del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, vedo con soddisfazione il banco del Governo pullulare di rappresentanti: il suo massimo esponente, il primo Ministro, nonché Ministri e sottosegretari. È un fatto di cortesia verso la magistratura, è un fatto di importanza del provvedimento che stiamo per approvare o dipende invece dal timore di essere battuti su emendamenti presentati da una parte della stessa maggioranza di codesto Governo? Non lo so, fatto sta che si parla di giustizia e i banchi del Governo si riempiono.
Allora votino a favore del presente emendamento, che prevede di bloccare il passaggio da funzioni giudicanti a funzioni requirenti, e viceversa, per le funzioni di legittimità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, coloro che ci stanno ascoltando - Radioradicale sta trasmettendo in diretta la seduta - e, in generale, tutti i cittadini, non credo possano comprendere che, persino nel supremo organo del nostro sistema giudiziario, cioè la Corte di cassazione, alla quale tutti guardiamo con grande rispetto, grande attenzione ed enorme fiducia, possa verificarsi il «balletto» del passaggio da una funzione giurisdizionale all'altra. Questa possibilità di passaggio, con grande disinvoltura, da una funzione all'altra, pone il nostro sistema giudiziario in una posizione lontana da quella in cui si trovano tutti i Paesi a democrazia avanzata.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIANCARLO LAURINI. Chiediamo che l'emendamento in esame venga approvato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 295).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.82 e Buemi 2.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, questo è l'effetto della concezione geografica della separazione delle funzioni: se si tratta di un giudice civile che esercita a Milano, invece di dover andare a Bologna, basterà che vada a Piacenza. Vi rendete conto di quanto è ridicolo tutto ciò? In altre parole: il giudice civile, che va a esercitare le funzioni di pubblico ministero, può arrivare fino a Piacenza, se invece è un giudice penale deve arrivare a Bologna, perché quella città rientra in unPag. 73altro distretto di corte d'appello. Credo che ci stiamo coprendo di ridicolo, valutate voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare questa irragionevole previsione: prima vi era almeno una condizione al passaggio di funzioni, ora si prevede di trasformare la funzione da requirente a giudicante per quanto riguarda la magistratura del lavoro, le sezioni civili e viceversa. È una grossa assurdità, che non ha alcuna giustificazione, ma è l'unica giustificazione per la presenza così massiccia del Governo! Infatti, gli emendamenti in esame, che vedono anche il collega Buemi e il suo gruppo, in prima battuta, spendersi in tale direzione, suscitano timore nel Governo; tra non molto, terminata la discussione sulle funzioni e sul cambiamento di funzioni, penso che quei banchi diventeranno vuoti «alla chetichella», perché la questione che preme non è l'interesse della giustizia e dell'ordinamento giudiziario, ma l'interesse della maggioranza, messa in discussione - come dimostra anche questo caso - dalle divergenze di opinioni che vi sono all'interno della stessa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, si poteva fare un passo in più, un piccolo sforzo per cercare di accreditare questa separazione delle funzioni, che non ci va bene ma che comunque sarebbe stata un passo in avanti.
Sottrarre al principio della separazione delle funzioni un settore importante come quello dei giudici civili e dei giudici del lavoro vuol dire proprio che non si è potuto, e spero proprio che il centrosinistra non abbia potuto recepire tale modifica e tale riforma per i rapporti di forza e non perché non la voglia culturalmente.
Spero che sia così, perché in caso contrario la situazione diventa preoccupante. Tuttavia, accettare almeno l'emendamento in esame avrebbe introdotto un minimo di rigore rispetto a questo principio della separazione delle funzioni. Invece, consentire che i giudici civili e i giudici del lavoro possano essere tranquillamente intercambiabili con il magistrato, francamente fa un po' sorridere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'irrilevanza di questa norma, presentata come un vincolo serio al cambiamento delle funzioni.
L'aspetto strettamente territoriale del divieto oggi non ha alcun valore; dobbiamo renderci conto che la notorietà dell'esercizio della funzione giurisdizionale attraverso i mass media - ne abbiamo l'esempio ogni giorno - abbatte il valore significativo dell'impedimento della collocazione territoriale. Il rimedio che si è cercato di introdurre non risolve sicuramente il male perché si creerà sempre, nell'opinione di tutti i cittadini, l'insopportabilità della promiscuità di funzioni che, in maniera così frenetica e numerosa, può essere esercitata nel corso della carriera del magistrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor presidente, mi chiedo se nel redigere questa norma che stabilisce una diversità di trattamento tra giudici civili e quelli penali ci si è posto il problema di quanto ciò possa danneggiare ulteriormente la grande ammalata del nostro sistema giudiziario: la giustizia civile.
Questa norma, che consente maggiore facilità di passaggio delle funzioni, può determinare confusione, poca affidabilità ePag. 74incertezza tra organo giudicante e organo requirente e, quindi, può far aggravare il sistema. Si tratta, quindi, di un altro colpo alla giustizia civile anche dal punto di vista del suo buon funzionamento e della sua rapidità.
Sottolineo con forza il fatto che questa esigenza di omogeneità almeno tra civile e penale sia stata avvertita da una parte importante dello schieramento di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
Mi scuso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà (Commenti).
L'aveva già chiesto, ma non l'avevo visto...
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, devo dire che questo è un Paese abbastanza curioso, perché in cinque anni di Governo mi è capitato di dover subire le ironie della sinistra, allora all'opposizione, perché si diceva che i Ministri erano presenti in aula solo quando si trattava di questioni di giustizia.
Quest'anno non abbiamo mai visto i Ministri così numerosi seduti ai loro banchi: tutto il Governo di centrosinistra è schierato in aula nel momento in cui si parla casualmente di giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia). Ma non si tratta solo di questo!
Abbiamo un Presidente del Consiglio, che siede negli stessi banchi con il Ministro Di Pietro che a suo tempo lo interrogò anche in maniera piuttosto brusca ed inurbana, e che poi corse dal Presidente della Repubblica a chiedere protezione nei confronti dell'iniziativa dell'attuale Ministro, allora pubblico ministero.
Abbiamo quel pubblico ministero che, coinvolto in vicende giudiziarie, andò a farsi candidare nel Mugello. E, oggi, leggiamo sui giornali che qualcuno rinfaccia la scarsa gratitudine del Ministro Di Pietro che, salvato nel Mugello avendo occupato un posto da senatore, è poco riconoscente nei confronti di colui che gli ha dato quel posto.
Abbiamo un Ministro della giustizia le cui intercettazioni sono pubblicate sui giornali (mi dispiace per lui, ma ormai da anni subiamo il sistema delle intercettazioni illegali); lo stesso che dispone le ispezioni nelle procure e che ogni giorno litiga furiosamente con il Ministro Di Pietro su questioni di giustizia.
Allora, secondo voi, in quale altro Paese del mondo, nell'ambito di un Governo, ci sono tanti ministri e un Presidente del Consiglio che hanno storie intrecciate tra di loro in maniera così patologica? Forse, oltre che prevedere la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, bisognerebbe separare anche tantissime situazioni che dimostrano perché questo Governo è così interessato ai problemi della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, il testo originario non prevedeva deroghe in materia civile, se non erro, Ministro Mastella. Questa è una di quelle modifiche di cui il Parlamento dovrebbe vergognarsi perché, come è noto, è stata imposta - e sottolineo: imposta! - da un Ministro del vostro Governo contro la volontà degli altri, ma soprattutto imposta alla volontà del Ministro della giustizia. Però, poiché non si poteva fare a meno dei voti del senatore Di Pietro, l'intero Governo e l'intera maggioranza si sono dovuti prostrare ai desiderata del Ministro Di Pietro. Questo vuol dire, mi rivolgo al Presidente del Consiglio sperando che mi ascolti...
GIUSEPPE CONSOLO. Onorevole Santelli, non la sta ascoltando!
JOLE SANTELLI. Non mi ascolterà mai...!
Pag. 75PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI. È sufficiente che qualunque corporazione sequestri due senatori, possibilmente un ministro, ed è in grado di condizionare la volontà del Governo e del Parlamento, nonché di sequestrare la democrazia. Il Presidente del Consiglio evidentemente sta cercando...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.82 e Buemi 2.300, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 279).
Prendo atto che il deputato Testoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che anche il gruppo UDC ha esaurito i tempi a sua disposizione [Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], compresi quelli aggiuntivi. Anche in questo caso, concederò la parola ai deputati di tale gruppo che ne facciano richiesta imputando i loro interventi al tempo previsto per gli interventi a titolo personale per non più di un minuto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.84.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, anche la previsione di non sottoporre alla limitazione territoriale i giudici che provengono dall'attività civile o che sono destinati a tale attività si presenta come uno strumento estremamente rischioso. Ricordiamo che in alcuni giudizi civili è prevista la partecipazione del pubblico ministero. Dunque, non si elimineranno le conseguenze che si vorrebbero eliminare o che si vorrebbero ritenere non sussistenti.
La verità, signor Presidente, è che anche questo è un prezzo che il Governo ha pagato alla magistratura.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mormino.
NINO MORMINO. Invito il Governo a riflettere sul fatto che non credo che i magistrati saranno disposti a compensarlo con la stessa moneta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, egregi colleghi, qui si continua a svolgere un'analisi delle norme in esame, dimenticando il problema di fondo. Riteniamo che siano stati travalicati tutti i confini di una serena discussione quando si è deciso di portarla avanti senza valutare le buone ragioni dell'opposizione.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Abbiamo chiesto questa mattina al Ministro Mastella di attivarsi affinché il provvedimento venga rinviato in Commissione e affinché venga adottato un decreto-legge che proroghi il termine del 31 luglio.
Su questo termine del 31 luglio nessuno vuole adoperarsi!
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
NINO MORMINO. Non è possibile che si utilizzi la Camera come una mera aula parlamentare, che non ha niente da dire!
Pag. 76
PRESIDENTE. La prego, ha concluso il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole evitare una situazione paradossale e cioè, ad esempio, che il presidente della Cassazione diventi procuratore generale della Corte di cassazione. Potete immaginare quale autorità possa avere in udienza il procuratore generale che, fino a qualche giorno prima, era presidente della Cassazione: questo è il meccanismo che è stato introdotto!
Il Ministro, ieri, ha affermato di aver reso più rigorosa la separazione delle funzioni, ma se il presidente della Cassazione va a fare il procuratore generale in Cassazione e viceversa, quale separazione è questa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.84, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto, per un minuto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, avrei diritto a cinque minuti!
PRESIDENTE. Lei ha diritto ad un minuto.
GABRIELE BOSCETTO. Allora rinuncio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.85.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto, per un minuto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi domando per quale ragione sia qui presente tutto il Governo, quando non vengono ascoltate le nostre sollecitazioni. Noi chiediamo che il provvedimento in esame venga rinviato in Commissione e ci si permetta - come ha affermato il nostro amico stimatissimo, onorevole Bianco - di migliorarlo, perché voi poi lo cambierete, come vi suggeriranno i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Cambiatelo come vi suggeriamo noi, perché questo è giusto! Noi cerchiamo di portare del buonsenso in questa Assemblea! Voi avete approvato questo provvedimento al Senato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...e non volete discuterlo alla Camera dei deputati! Seicentotrenta deputati zitti...
Pag. 77PRESIDENTE. Deve concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...che non hanno la possibilità di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, non ripropongo le riflessioni che sono già state sviluppate ampiamente dai colleghi. Il tema è quello della separazione delle funzioni legato alla contraddittorietà con la quale lo interpreta questo Governo, alla confusione, alla scarsa trasparenza degli atteggiamenti, a norme che non si possono leggere in logica sequenziale perché sono l'una diversa dall'altra e, quindi, al marasma nel quale andiamo a gettare la giustizia, peggiorando la situazione nella quale già versa.
Mi rivolgo al Ministro Mastella: il suo capogruppo, oggi, ha dichiarato che questa alleanza non ha futuro, che questa alleanza...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ERMINIA MAZZONI. ...così com'è, va cambiata. Allora, le dico: per aiutare il sistema della giustizia ed i cittadini italiani...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ERMINIA MAZZONI. ... faccia una riflessione, prima che sia troppo tardi, salvaguardando l'ordinamento e, riportandolo, quindi ad una riflessione democratica da parte di questo Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, quanto sto per affermare riguarda anche colui che sembra un estraneo, e che, invece, è un «intraneo», cioè il nostro Primo Ministro, il quale, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione dovrebbe essere responsabile della politica del Governo.
Sappia, signor Primo Ministro, che dovremmo approvare una norma che prevede che l'anzianità di servizio per il passaggio delle funzioni - altro che rigida separazione, come è scritto nel vostro programma! - sia valutata unitamente alle attitudini specifiche; il che significa che neanche quel periodo temporale deve essere rispettato, perché tale anzianità viene valutata unitamente alle attitudini specifiche desunte dalla valutazione di professionalità periodica; ce n'è di che vergognarsi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Ministro, si lasci guidare dalla storia, non si lasci trascinare dalla storia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Abbia uno scatto di orgoglio! Non pieghi la testa di fronte al volere dell'associazione magistrati!
Onorevole Pollastrini, lei sa che presso il suo Ministero vi sono otto magistrati imboscati e questo ordinamento, non sancendo l'incompatibilità, consente che molti giudici vengano distolti dalle loro funzioni, con un carico di processi pendenti che sono una vera e propria emergenza nazionale! Ma che riforma è questa (Vivi applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.85, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.223.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi compiaccio che il Ministro Mastella sia ancora tra noi, come abbiamo realizzato questa mattina (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur); tuttavia, non capisco come mezzo Governo sia presente in quest'aula, quando non si vuole, in alcun modo, andare incontro alle ragioni dell'opposizione.
Il Ministro Chiti ha detto che non porrà la questione di fiducia perché abbiamo avuto un largo spazio di dibattito; noi non abbiamo avuto alcuno spazio di dibattito, né in Commissione (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore.
GABRIELE BOSCETTO. ...pur nell'onestà intellettuale del presidente Pisicchio, e neanche oggi. Questa è una sfottitura!
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
GABRIELE BOSCETTO. La Camera dei deputati non riesce mai a pronunciarsi seriamente su alcun provvedimento (Commenti del deputato Pignataro)...
PRESIDENTE. Per favore, il tempo viene regolato.
GABRIELE BOSCETTO. Lei, signor Presidente, deve mettere un freno a questa situazione negativa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, lei ha concluso il suo tempo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.223, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 280).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.210.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Egregio Presidente, vorrei premettere che (Commenti)...
PRESIDENTE. Vi prego, vi prego, il deputato Boscetto si avvale di una sua facoltà e, quindi, rimaniamo ad ascoltarlo. Ha un minuto di tempo, prego.
GABRIELE BOSCETTO. ...stiamo scrivendo una riforma costituzionale sulla base della quale ampliamo il termine di conversione dei decreti-legge, portandolo a 90 giorni, perché non possiamo sopportare che, tutte le volte che un provvedimento arriva alla Camera, si dica che non ci sono più i tempi per discuterlo! Noi vogliamo che 630 deputati possano discutere i provvedimenti fondamentali per la nostra Repubblica (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
Insisto, Presidente Bertinotti, perché questo provvedimento venga rinviato in Commissione e il termine del 31 luglio venga prorogato con decreto-legge...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. ...e si discuta serenamente sui miglioramenti!
Pag. 79PRESIDENTE. Deputato Boscetto, deve concludere il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. Senta quello che ha detto il presidente Bianco (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Per favore, invito l'Assemblea a non rumoreggiare. Deputato Boscetto, concluda il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. ...finiamola con questo numero enorme di ministri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, il suo intervento è concluso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà (Vivi Commenti).
LUIGI VITALI. Signor Presidente (Vivi Commenti)... proporrei di sospendere la seduta per dare la possibilità al Presidente Prodi, a cui di questo dibattito non gliene frega proprio niente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi del centrosinistra), di continuare il lavoro nel quale è impegnato e che, probabilmente, avrebbe fatto meglio a espletare a palazzo Chigi, invece di venire in quest'aula.
Noi stiamo cercando di svolgere un lavoro serio e non di perdere tempo, come invece avete fatto e ci state facendo fare voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi del centrosinistra)! E di questo bisognerebbe che qualcuno se ne vergognasse!
PRESIDENTE. Invito l'Assemblea a proseguire i lavori, come è accaduto fino a poco fa, in un clima rispettoso delle persone e dell'argomento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, nel rispetto della sua Presidenza, di noi parlamentari e del Governo, vedo molti ministri che, forse non interessati alla materia, stanno ascoltando con attenzione o almeno formalmente fingono di ascoltare.
Ministro Chiti, come avrà notato, il dibattito è totalmente «strozzato», lei già lo sa bene. Si sta parlando politicamente con educazione. Non vi sono insulti, non stiamo travalicando il limite politico. Oggettivamente, formalmente e istituzionalmente è «insultante» che il Presidente del Consiglio, anche quando ci si rivolge direttamente a lui, non alzi il capo dai propri fogli (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo). No, colleghi, non stiamo insultando, stiamo parlando, stiamo discutendo...
PRESIDENTE. Deputata, la prego, lei deve concludere il suo intervento. I tempi sono regolamentati.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo di essere stata abbastanza chiara e chiederei al Presidente del Consiglio...
PRESIDENTE. Appunto.
JOLE SANTELLI. Vorrei chiedere al Presidente del Consiglio un minimo...
PRESIDENTE. Per favore non rumoreggiate (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo). Aspetti un momento, si fermi un momento, deputata Santelli. Come loro sanno sono stati aumentati i tempi contingentati (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). No, è inutile, non possono contestarlo perché è così. È così anche per quelli a titolo personale che sono stati concessi. Quindi, si sta svolgendo un dibattito regolare.
Invito anche a non considerare i comportamenti fisici dei diversi membri presenti in quest'Assemblea, perché ognuno ha facoltà di ascolto. Deputata Santelli, la prego, concluda il suo intervento.
JOLE SANTELLI. Sono d'accordo. Sono consapevole di quello che si può o non si può fare. Contesto l'opportunità politica e credo che almeno un minimo di ascolto renderebbe i rapporti, anche in questa sede difficile, più utili in una legittima reciprocità di confronto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, è piuttosto disarmante discutere, argomentare ed evidenziare le nostre ragioni e proposte emendative, senza aver alcun riscontro da parte della maggioranza, salvo il voto contrario continuo.
Ci piacerebbe che il Governo evidenziasse le motivazioni per cui le nostre proposte vengono considerate non idonee a correggere il provvedimento e vorremmo capire dal relatore le ragioni dei suoi pareri contrari. Questo è il sale della democrazia e della discussione. Ci vuole un dibattito, un «botta e risposta». A quel punto, probabilmente, accetteremmo anche il voto dell'Assemblea, con grande serenità. È chiaro che un dibattito a senso unico non porta a nessun risultato, neppure per il bene della normativa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo). No, scusate, è inammissibile che venga contestato un deputato prima che prenda la parola.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, fra l'altro si tratta dell'unico gruppo che ha ancora tempo a disposizione. Vorrei sottoscrivere l'emendamento in esame e rivolgermi ovviamente ai colleghi di minoranza. Credo che quello che stiamo dicendo sia giusto e sia condiviso anche dalla maggioranza.
Tuttavia, queste modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario non sono state scritte dal Governo, ma dall'Associazione nazionale magistrati. Il Governo avrà dei buoni motivi per ubbidire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia): si vede che è «sotto scacco» e che in Italia vi è la terza Camera che comanda e legifera più delle altre due.
Inoltre, vorrei svolgere un'ultima considerazione, ovviamente personale, nei confronti del Ministro Mastella. Ho notato che quando il collega Boscetto ha rivolto alcuni anatemi, si è «toccato». Signor Ministro, leggendo il provvedimento che ci fa approvare, deve cambiare oggetto contro la sfiga, perché con questa proposta lei dimostra di non averle, quindi non se le deve toccare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ci consentirà di uscire un po' dal merito degli emendamenti che ha finora contraddistinto la discussione dell'opposizione, che non ha mai svolto interventi ostruzionistici, ma puntuali, che riteniamo utili al dibattito. Constato la presenza del Ministro Chiti: stamattina ho letto una sua dichiarazione in un lancio di agenzia Ansa, signor Ministro, in cui lei affermava che non avrebbe posto la questione di fiducia perché il dibattito era stato ampio. Le chiedo almeno di rettificare tale dichiarazione, signor Ministro, perché come può constatare il dibattito non è ampio, parlano solo esponenti dell'opposizione: abbiamo ascoltato soltanto qualche battitore libero, come Gerardo Bianco, che stamattina ha parlato di una maggioranza schiava delle correnti della magistratura...
PRESIDENTE. Deputata Lussana, concluda.
CAROLINA LUSSANA. ...di un potere legislativo condizionato da quello giudiziario; abbiamo ascoltato i colleghi del gruppo de La Rosa nel Pugno, che però non hanno il coraggio di andare oltre qualche timido intervento...
Pag. 81PRESIDENTE. Deputata Lussana, deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. Tenga conto, signor Ministro, che non abbiamo più tempo per intervenire, quindi non credo si possa parlare di dibattito ampio, pertanto quantomeno rettifichi la sua dichiarazione!
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, lei sa quanto io in prima persona, ma anche i colleghi, siamo rispettosi di questa istituzione e di chi la rappresenta nella massima espressione, ossia lei. Non può, però, continuare a rinfacciare all'opposizione il fatto che ha concesso un terzo dei tempi in più per un provvedimento, che lei stesso ha definito di rilevanza politica enorme. Lei stesso ha ammesso che gli interventi che sono stati svolti finora sono stati puntuali e precisi nel merito e non strumentali e lei stesso ha indicato i tempi di discussione di questo provvedimento, magari riducendoli un po' per poi farsi «bello» e concederci ancora un terzo di tempo in più, quando in altre circostanze - non parlo solo della sua Presidenza, ma anche di quelle precedenti questa legislatura - è stato concesso il 50 per cento dei tempi in più o sono stati raddoppiati i tempi stessi quando c'era la possibilità e la necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Non dobbiamo ringraziarla, signor Presidente, non ci deve costringere a sottostare ad una concessione, che lei ci fa solo perché per un provvedimento come questo ci ha dato un terzo in più dei tempi che sono già ristretti, anzi ristrettissimi.
Signor Presidente, noi glielo chiediamo formalmente: considerato che lei è convinto che il provvedimento sia di un certo rilievo e che finora il dibattito è stato tra i più pacati ed è stato puntuale e preciso - almeno fino a quando è arrivato il Presidente Prodi, che se ne infischia del dibattito, provocando così le reazioni da parte dei colleghi che mi hanno preceduto - deve concedere un tempo maggiore perché questo provvedimento ha bisogno di tempo. È una richiesta formale; si assuma lei la responsabilità: ci dica che non possiamo parlare più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Vorrei far notare al deputato Leone, per quanto riguarda l'ordine dei lavori, che il contingentamento scelto per questo provvedimento è del tutto conforme ai precedenti, anche a quelli della scorsa legislatura. Potrei - se non dovessi utilizzare inutilmente del tempo - leggere diffusamente tali precedenti senza tema di smentita. (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)... Vi prego...
Non ho rivendicato l'ampliamento dei tempi come una concessione, ma semplicemente come una misura efficace per dare la possibilità di proseguire questo dibattito, sennonché anche questi tempi - lei lo sa, deputato Leone - si sono esauriti. Pertanto, in totale coerenza con la consuetudine e la tradizione - come tutti loro sanno - posso semplicemente avvertire che, poiché anche i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale sono esauriti, al fine di consentire comunque ai gruppi di esprimere la loro posizione, la Presidenza ne concede l'ampliamento in ragione di un terzo del tempo originariamente previsto (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) e invita tutti i gruppi che hanno esaurito i tempi a loro disposizione a limitare tuttavia gli interventi per dichiarazione di voto ad uno solo per ciascun emendamento. Devo avvertire sin d'ora che dal momento in cui anche tali tempi aggiuntivi saranno esauriti - ripeto, come in tutti i casi precedenti - la Presidenza si vedrà costretta a limitare la durata degli interventi a titolo personale a 30 secondi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, rispondo alle molte osservazioni illustrate dai colleghi dell'opposizione sulPag. 82tema della separazione delle carriere e della distinzione delle funzioni, richiamando gli argomenti che abbiamo svolto in più e più occasioni nel dibattito in Senato, nella precedente legislatura, nelle motivazioni del disegno del Governo e nel dibattito in Commissione. Abbiamo scelto il modello della netta separazione delle funzioni con limiti di carattere professionale, di carattere temporale e anche con limiti piuttosto rigidi e severi di carattere territoriale, che hanno dato luogo a proteste da parte dell'ANM, con minacce di sciopero. Si tratta di limiti che possono essere sufficienti o meno - i giudizi sono tutti legittimi - ma che tendono esattamente a distinguere con nettezza la funzione requirente e giudicante e ad evitare commistioni e conflitti di interessi. Questa è anche la strada che ci indica la Carta costituzionale con l'articolo 107, che ci ricorda, come tutti sappiamo, che i magistrati si distinguono solo per funzioni e che il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dall'ordinamento giudiziario. D'altronde, questa era anche la strada scelta dalla cosiddetta riforma Castelli, perché anche voi vi siete arrestati sulle soglie di una distinzione delle funzioni, per quanto delineata in modo assai poco condivisibile e pericoloso.
Vi è un secondo argomento su cui vale la pena soffermarsi: voi dite che il pubblico ministero deve essere caratterizzato da una cultura più dell'investigazione che della giurisdizione. Noi non neghiamo affatto questo aspetto, anzi la Scuola superiore della magistratura dovrà servire esattamente per affinare le tecniche e i diversi profili formativi. Nel nostro ordinamento vi è però un principio, che riteniamo ancora utile, anzi da rafforzare anche sul piano legislativo: il pubblico ministero deve ricercare non solo le ragioni della colpevolezza, ma anche quelle della non colpevolezza. Talvolta non lo fa! Ebbene, pensiamo ai rimedi, anche sul piano legislativo, in termini di responsabilità (ne abbiamo parlato nel dibattito di stamattina), ma questo è un principio prezioso per una giustizia giusta e efficiente.
Vi è poi un'ulteriore considerazione che merita rispetto: il pubblico ministero, oggi, ha molti più mezzi della difesa a propria disposizione, perché dirige la polizia giudiziaria, ha a disposizione i mezzi per avere periti, consulenti tecnici ed altro. Se il pubblico ministero fosse trasformato solo in un avvocato dell'accusa, la disparità tra le parti sarebbe sicuramente garantita. Si è fatto di ciò una battaglia forte, ma di che tipo? È una battaglia, ancora una volta, per le garanzie. Siamo sicuri che il vero problema del processo penale sia quello dell'assenza delle garanzie? Un processo penale che nel 70-80 per cento dei casi si conclude con le prescrizioni? Siamo sicuri che non sia tempo di una riflessione matura sul fatto che il processo penale italiano è il più garantista al mondo? Esso, infatti, somma le garanzie del rito accusatorio con quelle del rito inquisitorio: i tre gradi di processo, l'obbligo di motivazione della sentenza ed altro. Questa è la riflessione che dobbiamo fare insieme, perché la battaglia che ci attende per una giustizia giusta ed efficiente dobbiamo svolgerla e vincerla insieme (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, non si è capito: stava dando la parola a me?
PRESIDENTE. Al deputato Neri, sì.
SEBASTIANO NERI. Non avevo sentito. Non si è percepita la pronunzia del cognome, quindi ero in oggettiva...
PRESIDENTE. Mi scusi, è colpa della mia erre...
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, non c'è alcun problema.
Signor Presidente, colleghi, a me sembra che l'utilizzazione del tempo a nostra disposizione per cercare di fare di questa discussione la parvenza di un dibattito suPag. 83un provvedimento importante, sia un tentativo malriuscito. Questa seduta, al pari di molte altre di questa Camera, assume un valore surreale. Chi interviene è convinto di svolgere la sua funzione parlamentare, per dare un contributo alla migliore formulazione di un provvedimento che deve entrare nel nostro ordinamento giuridico, e quello in discussione è uno dei più importanti dei quale ci siamo fin ora occupati. Viceversa, questa Camera - è stato già detto, ma giova ripeterlo - è stata chiamata (Commenti)...
Signor Presidente, sto cercando di proseguire il mio intervento, ma...
PRESIDENTE. Lei ha ragione. Invito, per favore, l'aula ad una presenza più composta, che consenta a chi deve parlare di svolgere il suo intervento e agli altri di ascoltarlo. Prego, deputato Neri, può proseguire.
SEBASTIANO NERI. Non pretendo l'attenzione dei colleghi, mi augurerei soltanto di poter parlare a me stesso in tranquillità.
Stavo dicendo che abbiamo la pervicace volontà di occuparci del provvedimento in esame, che, stando a quanto abbiamo letto sui giornali, dovrebbe essere importante; forse, come dicevo poc'anzi, uno dei più importanti dei quali ci siamo occupati in questa legislatura. Tuttavia, com'è accaduto in altre circostanze, la Camera dei deputati è stata ridotta al rango di Camera di ratifica di ciò che con fatica si è riusciti a fare approvare dal Senato. Come ci si può impegnare nell'adozione di un provvedimento di questa rilevanza, senza alcuna possibilità di cambiare financo i segni di punteggiatura? Infatti, andando oltre ciò che potrebbe costituire soltanto un problema di coordinamento formale del testo, bisognerebbe tornare al Senato, nel quale - lo comprendiamo perfettamente - questa maggioranza il terrore di andarsi a confrontare, specie su provvedimenti importanti.
Il provvedimento che stiamo esaminando prende le mosse da una riforma organica varata nella scorsa legislatura, nel merito della quale, a questo punto, è quasi superfluo entrare, ma che cercava di risolvere l'annoso e devastante problema che in questi giorni esponenti autorevoli della maggioranza stanno sperimentando sulla loro pelle. Mi riferisco al rapporto che le istituzioni democratiche debbono avere nel nostro Paese, al rapporto che ci deve essere tra un ordine, quello giudiziario, e un potere, quello politico; al corretto svolgimento di tale rapporto, nel reciproco rispetto delle funzioni e delle prerogative costituzionali. Le scelte operate nella scorsa legislatura rispondevano ad una filosofia, ossia dell'armonizzazione dell'ordinamento giudiziario italiano con quelli degli altri Paesi a democrazia avanzata e comunque col resto dell'Europa. Tale filosofia rispondeva alla logica di assicurare una effettiva terzietà del giudice, perché troppo spesso - mi si vorrà concedere la conoscenza di ciò che dico, considerato che anch'io provengo dai ranghi della magistratura, e non è escluso che ci possa un giorno ritornare - si parla con troppa insistenza di indipendenza della magistratura dimenticando che tale indipendenza è finalizzata ad assicurare la terzietà del giudice nell'amministrazione della giustizia, in relazione alla quale...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, noi non abbiamo utilizzato per nulla il tempo a nostra disposizione.
PRESIDENTE. Si stanno esaurendo i cinque minuti a sua disposizione. Potrà intervenire successivamente, ma la durata del suo intervento è stabilita in cinque minuti.
SEBASTIANO NERI. Concludo, signor Presidente. Credo quindi che, anche nel caso dell'emendamento in esame, il voto a favore si imponga per le ragioni esposte e per quelle che svilupperò in un successivo intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
Pag. 84PAOLA GOISIS. Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad un emendamento estremamente importante, che dovrebbe essere votato. Mi sembra però che in quest'aula vi sia poco interesse, nonostante la presenza di così tanti membri del Governo e dello stesso Presidente del Consiglio, che da quando è entrato non fa altro che scrivere, anziché ascoltare i deputati, manifestando così un grande disprezzo nei confronti di coloro che sono stati eletti dai cittadini. Voglio inoltre sottolineare un aspetto: mi chiedo quale sia la ragione di questa presenza così massiccia; mi chiedo cioè se per caso essa non serva a godersi maggiormente il regalo che il Governo e la maggioranza stanno oggi facendo alla magistratura. Vi è forse qualcosa da farsi perdonare? A buon intenditor, poche parole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intervengo al fine di ripristinare la verità storica, poiché credo sia utile ricordare alla Camera dei deputati, e per il suo tramite di essa all'opinione pubblica, come le polemiche che l'allora opposizione faceva nei nostri confronti fossero infondate e come anzi, rispetto al nostro comportamento, il vostro sia indecente. Mi dispiace utilizzare questo termine, ma ne dimostrerà la giustezza. L'opinione pubblica se ne sta accorgendo. Per la riforma dell'ordinamento giudiziario, nella scorsa legislatura, quella maggioranza e quel Governo - così repressivi! - avviarono l'iter del provvedimento il 12 giugno 2002: il testo fu approvato dal Senato, poi giunse in prima lettura alla Camera fra il 3 febbraio 2004 e il 12 maggio 2004, poi tornò al Senato, poi di nuovo alla Camera, di nuovo al Senato, di nuovo alla Camera. Vi furono in totale sei letture, per tre anni di impegno del Parlamento!
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
CARLO GIOVANARDI. In questo caso, invece, l'approvazione si effettua in 15 giorni!
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
CARLO GIOVANARDI. Ciò dimostra la differenza fra chi crede nella democrazia e nella partecipazione e chi ad essa crede a parole ma poi utilizza il Parlamento in maniera tanto strumentale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.210, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 290).
Prendo atto che il deputato Allasia ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 2.88.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non si capisce per quale ragione in Commissione moltissimi membri della maggioranza hanno criticato questa proposta di legge, mentre oggi tutti sono in quest'aula silenziosi ad approvarla. È arrivato perfino il Presidente del Consiglio, al quale va tutto il nostro rispetto, per sostenere l'approvazione di una legge sbagliata, contestata in Commissione e in aula da membri della maggioranza. Sospendiamo questa situazione: rimandiamo ilPag. 85testo della proposta in Commissione; facciamo un decreto-legge questa sera stessa, per rinviare a ottobre l'entrata in vigore della riforma precedente.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GABRIELE BOSCETTO. Non approviamo una proposta sbagliata, scritta male dall'Associazione nazionale magistrati!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.88, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 289).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario. Prendo altresì atto che il deputato Iacomino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.89, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 285).
Prendo atto che le deputate Suppa e Gelmini hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, intervengo per dire al signor Ministro che le richieste avanzate dal deputato Boscetto mi paiono serie: non dico che abbiamo il diritto, ma, perlomeno, chiediamo al Ministro la cortesia di una risposta per sapere come mai, su un testo che presenta così tante difficoltà e che richiederebbe un approfondimento, non vi sia la possibilità di farlo ragionevolmente in tempi, che non incidano in alcun modo sulle possibili modifiche dell'ordinamento giudiziario da parte di questa maggioranza. Chiediamo veramente una responsabilità istituzionale nel risponderci.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, come lei ha sentito prima, ho invitato un deputato per ciascun gruppo a svolgere le dichiarazioni di voto. Per il gruppo di Forza Italia l'ha già svolta il deputato Pecorella.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.92, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468Pag. 86
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.93.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Egregio signor Presidente, il 31 luglio era una data ben precisa e conosciuta.
Bisognerebbe chiedere al Ministro Mastella - al quale va tutta la nostra stima, anzi io spesso lo invito a «venire con noi» per diverse ragioni politiche - per quale ragione ci siamo ridotti così in ritardo, con la conseguenza che la Camera dei deputati non può affrontare l'esame di questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Bisognava arrivare prima al Senato, poi alla Camera, poi di nuovo al Senato, rendere giustizia a coloro che oggi la richiedono! Vi siete seduti sul testo dell'Associazione nazionale magistrati: ciò non porterà risultati positivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.93, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.95, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 286).
Prendo atto che i deputati Vichi e Vico hanno segnalato che non sono riusciti a votare e avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.96.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani). Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente della Camera, ho tanto rispetto e affetto per lei, ma mi domando per quale ragione il Presidente del Consiglio, che è giunto in quest'aula, non intervenga in questo dibattito!
ANDREA GIBELLI. No, meglio di no!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. È sotto ricatto!
GABRIELE BOSCETTO. Noi vogliamo sentire dal Presidente Prodi se si debba andare avanti così, in questo modo negativo, «spaccando» tutto in materia di giustizia, o se egli abbia qualche ragione da esprimere: Presidente del Consiglio usi la parola, ci dica qualcosa! Forse noi sbagliamo, ma lei ce lo dimostri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
ENRICO COSTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputati, colleghi, per cortesia, come ho già detto cerchiamo di rendere questi lavori almeno ordinati. Deputato Costa, è intervenuto il deputato Boscetto per il suo gruppo. Abbiamo invitato prima (Commenti). .. i tempi sono terminati.
Pag. 87ANTONIO LEONE. Il suo invito può anche non essere raccolto!
PRESIDENTE. Perfetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Grazie, signor Presidente, vorrei evidenziare che, in materia di giustizia, è la quarta volta che accade che un provvedimento, licenziato dal Senato, venga trasmesso alla Camera, senza che vi sia la possibilità di modificarlo: è accaduto sulla sospensiva della riforma Castelli, in materia di consigli giudiziari, di intercettazioni illegali ed accade oggi in materia, questa volta molto importante, di riforma dell'ordinamento giudiziario. Sembra che vi sia una sorta di monocameralismo imperfetto, nel quale il Senato decide, modifica, argomenta e discute, mentre la Camera ratifica in modo notarile.
Mi pare che sia un sistema da correggere. Mi affido al Presidente della Camera, perché raccolga tali considerazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.96, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 292).
Prendo atto che il deputato Laratta ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.99.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, anche con riferimento a tale emendamento, continuiamo a non capire il motivo per cui vi sia un tale afflusso di membri del Governo (il numero dei suoi rappresentati è rilevantissimo), senza che nessuno si pronunci! Sono uomini del peso del Presidente del Consiglio coloro che sono seduti nei banchi del Governo, tante persone, che rispettiamo fortemente, ma che vengono in questa sede senza dire niente! Devono spiegare il perché! Certamente non hanno bisogno di venire in questa sede per votare, perché vi sono 100 voti in più della maggioranza. Allora, qualcuno si alzi! Si alzi il Ministro Parisi! Si alzi il Ministro Chiti! Si alzi qualcuno degli altri Ministri e ci dica per quale ragione stiamo sbagliando! Se lo dicesse il Ministro Mastella, sarebbe benvenuto fra noi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, pacatamente, ho dimostrato prima che sono stati necessari sei letture del provvedimento, tre anni e una grande dialettica parlamentare per licenziarlo. Rispondo al collega Boscetto, ma lo dico anche al Presidente della Camera. Il problema è che il provvedimento in esame non è stato scritto in questa sede, ma è stato dettato al di fuori, dall'Associazione nazionale magistrati [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Lega Nord Padania], che - lo ricordo - ha minacciato uno sciopero e lo ha revocato solo quando la maggioranza ha ricevuto soddisfazione per ciò che chiedeva.
Signor Presidente, si tratta di un grande problema democratico, a causa dell'esproprio del Parlamento da parte di una corporazione esterna [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, nel raccomandare l'approvazione dell'emendamento in esame, mi permetto di sottolineare - lei, signor Presidente, lo avrà notato - che tutto andava bene, salvo il silenzio assordante in questa aula da parte dei banchi della maggioranza. Ditelo colleghi: siete obbligati ad approvare tale norma. Almeno ammettetelo e ce ne facciamo una ragione, anche se tale fatto è ormai scritto sui muri. Poi è arrivato il Presidente del Consiglio, il quale - lo ricordo a me stesso, perché l'ho detto prima ma non ha raccolto l'intervento - ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione è il responsabile della politica del Governo anche posta in essere da tutti i suoi Ministri. Il Ministro Mastella - ubi maior, minor cessat - non parla; probabilmente, conosce la norma di cui all'articolo 95 della Costituzione e, quindi, vuole lasciare al Primo ministro il compito di dare spiegazioni. Ma vi sembra una spiegazione inutile quella che l'opposizione richiede? Stiamo parlando della riforma dell'ordinamento giudiziario. Dateci risposte! Presidente Prodi, la prego!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.99, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Mellano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.104.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non riusciamo a comprendere il motivo per cui non si danno le risposte che chiediamo. Si è posto in essere un meccanismo tale che si sono agglomerate intorno ad alcuni concetti le logiche di fondo dell'ordinamento giudiziario. Abbiamo chiesto spiegazioni. Il Ministro Mastella ha svolto un grande lavoro, tentando di mettere d'accordo magistrati, avvocati e parlamentari. Il risultato finale non è però accettabile! Rivolgo un ringraziamento al Ministro Mastella per il lavoro che ha svolto, ma rinviamo il testo in Commissione, perché tale disegno di legge non va bene! È un provvedimento per i magistrati e contro i cittadini!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 286).
Prendo atto che i deputati Mellano e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 89
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i deputati Mellano e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.108.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, Ministro Mastella, questo è veramente il «pasticciaccio brutto di via Arenula» perché nel testo sono presenti errori molto gravi e sono semplicemente due.
Il primo è che si fa riferimento, a proposito dell'articolo 51, alla progressione per classi, le quali, tuttavia, sono sparite, perché le avete abrogate voi! Mi domando come sarà possibile, un domani, parlare di classi quando le suddette non esistono più.
Il secondo errore è che si parla di somme che saranno indicate in un'altra legge, ma non si fa alcun riferimento a quale legge. Si tratta di errori di natura tecnica; non si parla di politica o di diritto, bensì di un errore tecnico che renderà impossibile applicare questa norma. Volete andare avanti o ha ragione l'onorevole Boscetto quando invita a correggere almeno gli errori tecnici?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.108, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i deputati Vichi e Vico hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi rivolgo ai membri del Governo nella speranza che vi sia una sensibilità, che finora non è stata dimostrata, su un tema di grande attualità e di grande emergenza che ha impressionato il Paese.
Presidente Prodi, sono tre giorni che in quest'aula... Presidente! Presidente Prodi! Sono tre giorni che in quest'aula chiediamo che il Governo venga a riferire sulla drammatica emergenza degli incendi che hanno provocato alcuni morti in Puglia (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), nonché devastazioni e terrore in intere regioni del centro-sud.
Ci è stata data una generica disponibilità del Governo, credo nella persona del sottosegretario Rosato, a venire a riferire alla Camera, dopo tre giorni che lo chiediamo, su questa drammatica emergenza che impressiona il Paese e credo che, alla vigilia del mese di agosto, che speriamo non comporti altri eventi del genere, sia un atto dovuto da parte del Governo.
Ciò che però non è accettabile e che noi non intendiamo accettare, a proposito di baratti, ricatti e di un certo modo di intendere la politica, è il fatto che ci è stato comunicato che questa doverosa informativa del Governo sull'emergenza incendi, sulle misure che intende mettere in atto - e magari sulle quali l'opposizione può anche convergere per intervenire inPag. 90termini di uomini, di mezzi e di fondi - sarà svolta al termine dei voti. È come se il Governo ci dicesse che verrà a riferire sull'emergenza incendi se facciamo i bravi e i buoni e finiamo rapidamente di votare o altrimenti alle 21 o alle 22 o alle 23 di questa sera.
Credo che vi sia una dignità del Parlamento che qualcuno dovrebbe pur tutelare. Pertanto, prevedere che ad un'ora certa, per un'ora, un'ora e venti, un'ora e mezza o quello che sarà, il Parlamento venga doverosamente informato dal Governo e dibatta sull'emergenza incendi è, per l'appunto, una cosa che rientra nella tutela della dignità del Parlamento.
Chiediamo questa disponibilità al Presidente della Camera e al Governo. Si è parlato, sino ad ora, di un Parlamento che ha perso la sua sovranità e di un provvedimento che è stato scritto sotto dettatura. Io credo che sarebbe uno scatto d'orgoglio, forse anche di intelligenza, evitare a tutti noi l'umiliazione che l'informativa del Governo venga resa a voti compiuti, a notte fonda e ad aula deserta [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI]!
PRESIDENTE. Deputato Vito, le faccio notare, tuttavia, che la priorità dell'argomento del quale stiamo discutendo, è stata definita e confermata dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Lo svolgimento dell'informativa al termine delle votazioni non lede alcuna dignità perché i parlamentari, di fronte ad un argomento così importante, hanno tutte le ragioni per assistere alla comunicazione del Governo, in una condizione che rende l'argomento da lei sollevato assolutamente degno di interesse (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.109. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che sovrapporre all'ordinamento giudiziario militare queste nuove forme, che ancora devono trovare applicazione e con riferimento alle quali dovremo valutare cosa funzionerà e cosa non funzionerà, sia un altro errore e costituisca un rischio enorme che non vedo per quale motivo dobbiamo affrontare. Prima valutiamole come forme ordinarie della magistratura e poi, eventualmente, le estenderemo all'ordinamento militare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Boscetto.
Invito nuovamente il deputato Boscetto a tenere conto che, prima di lui, è intervenuto il deputato Pecorella. Io continuo in questa direzione, ma, come loro sanno, anche questa fase si esaurirà e poi sarò costretto a concedere solo trenta secondi. Prego, deputato Boscetto, ha facoltà di parlare.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi perdoni, ho perso la voce, quindi sarò brevissimo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Anche nella logica della sovrapposizione fra ordinamento militare e ordinamento normale, noi troviamo qualcosa che non funziona. Ma perché non ci è consentito di migliorare il disegno di legge in esame? Perché dovete concluderne l'esame entro il 31 luglio? Per evitare l'entrata in vigore della riforma Castelli è sufficiente un decreto-legge che rinvii quel termine e permetta alla Camera di discutere un provvedimento fondamentale che andrà a incidere sulla vita dei cittadini...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Abbiamo alcune ore a disposizione, c'è il Presidente del Consiglio...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento, la prego!
Pag. 91GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente del Consiglio, riunisca il Consiglio dei ministri e rinvii il termine del 31 luglio che è sbagliato e folle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Indico...
MANLIO CONTENTO. Presidente! Presidente, chiedo di parlare!
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Contento, lei ha chiesto la parola ma io non l'ho vista.
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, Alleanza Nazionale voterà contro l'articolo 2 del disegno di legge in discussione, perché in esso emergono i pasticci di cui è responsabile principalmente, in termini politici, il Ministro Mastella. Se è vero che questo testo è stato scritto sotto dettatura, è stato scritto così male a dimostrazione che nemmeno sotto dettatura il Ministro riesce a scrivere un provvedimento in termini accettabili. Ma, soprattutto, vogliamo rimarcare un altro aspetto; il disegno di legge rappresenta l'occasione persa per ribadire definitivamente la centralità del Parlamento per quanto concerne l'applicazione della legge sull'ordinamento giudiziario. Questa responsabilità politica è ascrivibile in prima persona al Ministro, perché non soltanto è stato spettatore della sottrazione del dibattito alla Camera, ma ne è stato anche complice, dal momento che, dopo aver presentato il provvedimento alla Camera, lo ha ritirato per presentarlo al Senato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MANLIO CONTENTO. ... quindi, non può venire in Assemblea a far finta di niente! Queste sono le ragioni per cui voteremo contro l'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, noi ovviamente voteremo contro l'articolo 2, perché rappresenta la fine di due principi fondamentali per la magistratura. Il primo è quello, in base al quale la funzione giudicante è diversa da quella di pubblico ministero, ed in ordine a tale questione dieci milioni di italiani votarono, a suo tempo, al referendum per la separazione delle carriere.
Il secondo è costituito dal fatto che il magistrato è sottoposto ad una valutazione discrezionale di altri magistrati che fanno parte di correnti di maggioranza e di minoranza e, dunque, la sua libertà di coscienza è in pericolo.
Concludo notando che certamente stiamo facendo una fatica come quella di Sisifo. Non ci aspettiamo dei risultati ma, signor Presidente, sa qual era la differenza tra Sisifo e il sasso? Che Sisifo pensava, il sasso no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, chiaramente voteremo contro l'articolo 2Pag. 92che cancella, di fatto, la riforma Castelli, in quanto l'azzera in uno dei suoi aspetti fondamentali, così corrispondendo alla filosofia prevalsa nel Governo e, comunque, anche nelle aule parlamentari, ovvero di chinare supinamente il capo rispetto alle richieste e alle ingerenze indebite avanzate dalla magistratura associata, che ha condizionato tutti i nostri lavori e che ha completamente riscritto questa controriforma.
Il realtà non potete andare in giro nel Paese, signor Ministro Mastella, affermando che è stata deposta l'ascia di guerra...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CAROLINA LUSSANA. ...tra politica e magistratura. In tale modo inchinate il Parlamento, e il potere legislativo che dovrebbe emanare le leggi, ai diktat dei magistrati!
PRESIDENTE. Deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. È stato un errore enorme cancellare il principio della separazione delle funzioni, così come - concludo Presidente - sottoporre la carriera e la valutazione dei magistrati all'assoluta padronia del Consiglio superiore della magistratura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, anche il gruppo dell'UDC esprimerà un voto contrario sull'articolo 2, il quale è l'emblema del modo di procedere del Governo. È l'espressione della politica fatta solo della negazione dell'altro: con questo articolato non si fa altro che cancellare la riforma Castelli. In questo modo si nega tutto quello che è stato realizzato in cinque anni di Governo e si effettua un passo indietro anche rispetto al precedente ordinamento.
La democrazia, signor Ministro, non si costruisce in questo modo. Lei si è appellato più volte alla democrazia, ma non è con questo monologo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ERMINIA MAZZONI. ...e con l'indifferenza nei confronti dell'opposizione, né attraverso la contrapposizione estrema...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ERMINIA MAZZONI. Il Governo, anche con questo articolo, non dimostra la capacità di esprimere una proposta e di essere affermativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il deputato Osvaldo Napoli a cui faccio notare, tuttavia, che ha già parlato per il suo gruppo il deputato Pecorella.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 474
Astenuti 12
Maggioranza 238
Hanno votato sì 288
Hanno votato no 186).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la CommissionePag. 93formula un invito al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Pecorella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il testo alternativo ha un senso particolare in quanto valorizza lo spirito dell'istituzione, ovvero la ratio dell'istituzione della scuola superiore di magistratura.
La ratio è in parte condivisibile nella sua origine, ovvero di assicurare uno strumento fondamentale nella preparazione dei futuri magistrati e nell'adeguamento periodico e continuativo della loro professionalità alle esigenze, alle novità e alla necessità di amministrare la giustizia in maniera aderente alle esigenze della società.
È un argomento di tale importanza, signor Presidente, che meriterebbe ore di discussione.
PRESIDENTE. Deputato Laurini, la capisco, ma il Regolamento...
GIANCARLO LAURINI. Devo, pertanto, associarmi a quanto affermava l'onorevole Boscetto: è veramente un peccato che l'Assemblea non possa occuparsi compiutamente di uno degli argomenti più importanti della nostra organizzazione dello Stato! Non aggiungo altro!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Pecorella, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 291).
Prendo atto che la deputata Froner ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento D'Ippolito Vitale 3.2 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 3.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, l'emendamento in esame non è di particolare importanza, ma pone in risalto una sottovalutazione che, in una fase in cui si conduce un ragionamento di particolare rigore, riteniamo debba essere tenuto presente.
L'individuazione di tre sedi per la scuola di formazione per i magistrati, in un Paese che ha una lunghezza di circa millecinquecento chilometri nel quale qualsiasi parte del territorio è raggiungibile con circa un'ora e venti minuti di aereo, francamente fanno un po' «specie». Accanto ad ogni sede, infatti, aumentano i costi della logistica per il trasferimento degli insegnanti o si creano situazioni di sperequazione tra realtà che, se non gestite in maniera unitaria, fanno venir meno l'esigenza di formazione unitaria del corpo della magistratura del nostro Paese.
Con tale emendamento, pertanto, vogliamo semplicemente richiamare l'attenzione del Governo, del Ministro della giustizia,Pag. 94dei colleghi della maggioranza e degli altri colleghi rispetto ad una situazione che è in netta contraddizione con l'orientamento generale, che è quello di ridurre i costi dell'organizzazione pubblica - laddove è possibile - e dare ai cittadini un senso di efficienza e di ragionevolezza nel sistema pubblico. L'esigenza di formare circa 150-200 magistrati all'anno - perché i numeri sono questi - non richiede certamente un impegno così significativo, con la previsione di ben tre sedi, in un Paese come il nostro che non è sicuramente paragonabile alla Russia o agli Stati Uniti d'America!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, un'agenzia di stampa riporta che il portavoce del Presidente Prodi, l'onorevole Sircana, ha affermato che il Presidente del Consiglio è voluto essere presente oggi per ringraziare Ministri e i deputati di maggioranza che stanno lavorando con ammirevole dedizione. Ebbene, il Presidente del Consiglio non è venuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) per intervenire nel dibattito ed eventualmente fornire spiegazioni, ma esclusivamente per scrivere e non seguire il dibattito!
Mi auguro che il Presidente del Consiglio stia scrivendo un provvedimento che restituisca i 5 miliardi di euro di avanzi alle amministrazioni comunali e i 2 miliardi 600 milioni di euro che ha tagliato nella legge finanziaria; mi auguro che stia scrivendo anche dove reperirà i 2 miliardi che i comuni avranno in meno per effetto della minore entrata dell'ICI, e si ricordi che quella di ridurre l'ICI, è una proposta fatta dal Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, nella concezione originaria la scuola superiore della magistratura aveva, in via esclusiva, la funzione di formazione degli uditori giudiziari, di formazione permanente dei magistrati e di espressione di una valutazione finale dei corsi, di cui il Consiglio superiore della magistratura doveva tener conto.
Tutto questo scompare dalla nuova versione del disegno di legge presentato dal Governo. Le competenze della scuola superiore della magistratura, in termini di formazione, si vanno a sovrapporre a quelle della IX commissione del Consiglio superiore della magistratura e, soprattutto, scompare la valutazione finale della scuola. Dunque, la partecipazione al corso non ha più alcuna rilevanza. A fronte di questo sostanziale svuotamento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. ...dei compiti della scuola, mi chiedo che senso abbia mantenere la presenza di addirittura tre sedi della stessa sul territorio nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non è senza rassegnazione che mi rivolgo ai miei amici e colleghi dell'opposizione, perché sulla scuola superiore della magistratura credo che sia inutile interloquire con il Ministro, visto che il suo primo provvedimento di efficienza è stato dedicato proprio alla scuola stessa. Indovinate come? Modificando le indicazioni che erano state fornite dal precedente Governo: la sede nel Mezzogiorno era a Catanzaro. Faccio un indovinello: dove è finita? A Benevento, provincia di Ceppaloni! L'efficienza è dimostrata! Signor Ministro, che ne dice di un cambiamento di funzioni?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
Pag. 95
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, approfitto di questo emendamento per porgere una richiesta ufficiale al Ministro della giustizia. Come ricordava il collega Contento, il Ministro della giustizia ha ritenuto opportuno spostare la scuola superiore della magistratura dalla Calabria alla Campania.
Mi rivolgo in questo caso nuovamente al Presidente del Consiglio dei ministri, che ha parlato della Calabria come sua terra e figlia prediletta. La Calabria, in questo momento, è la regione con maggiori difficoltà in termini di criminalità organizzata. Sapete quali problematiche sono connesse a quella regione. La scuola superiore della magistratura era un segnale di presenza ulteriore dello Stato.
Signor Ministro, ci ripensi. Signor Presidente del Consiglio, eserciti la sua influenza per rispettare le promesse che ha fatto a quella terra.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 3.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 459
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 294).
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo scusa al deputato Laurini: non ho visto che aveva segnalato la sua volontà di intervenire (Commenti del deputato Elio Vito).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il senso di questo emendamento, con il quale si chiede la soppressione del comma 2, dell'articolo 3, è dovuta alla constatazione che tale comma, così com'è stato elaborato, ha talmente allargato, sovrapposto e complicato l'insieme delle competenze e delle finalità, soprattutto della scuola superiore della magistratura tale da far perdere di vista quella che è in realtà la finalità precipua di questa scuola, cioè quella assicurare con multidisciplinarietà, la formazione e l'aggiornamento della preparazione dei magistrati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, questo emendamento va nel senso di sottolineare che nell'organizzazione dei corsi di aggiornamento professionale e di formazione realizzati dalla scuola si tengano presenti, in maniera forte, i profili tecnico, operativo e deontologico della preparazione dei magistrati.
Non è un aspetto di secondo piano. Ciò vale per i magistrati come vale per tutti i professionisti: curare l'aspetto deontologico nella formazione è un dovere per tutti i professionisti, quindi lo è anche per i magistrati. Il comportamento dei professionisti nella quotidianità è importantissimo per assicurare ai cittadini la fornitura di un servizio migliore.
Pertanto, si tratta di un emendamento che sostengo con forza e mi augurerei che tutti lo votassero.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 469
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Laurini 3.8 e Lussana 3.202, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, nell'emendamento in esame si sottolinea la necessità che la finalità della scuola superiore della magistratura e la sua concreta attuazione mirino all'organizzazione e gestione del tirocinio, della formazione e dell'aggiornamento.
Non basta orientarsi nel senso di far sì che la scuola abbia la finalità del tirocinio, ma deve occuparsi, in maniera concreta, sul piano organizzativo, della gestione del tirocinio. Ciò non è certamente facile, perché sappiamo che il tirocinio è svolto, in genere, presso le sedi giudiziarie e, per altre attività, presso gli studi professionali. Quello che è importante è gestirlo, organizzarlo, fare in modo che realmente venga svolto il tirocinio che rimane un aspetto fondamentale della preparazione del magistrato. Questo è il senso dell'emendamento in esame.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,40)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Questo emendamento, proponendo la soppressione delle lettere i), l), m), n) e o) del comma 2, capoverso articolo 2, comma 1, va nella stessa direzione che prima abbiamo indicato, cioè quella di semplificare l'indicazione delle finalità della scuola, sapendo tutti che, quando si perde di vista la finalità fondamentale, l'oggetto principale di un'iniziativa, di un'organizzazione, di una scuola, come in questo caso, si rischia veramente di annacquare lo scopo che si vuole perseguire.
È un senso ed un'affermazione di ragionevolezza, di attenzione, che l'esperienza - che molti di noi hanno - di questo tipo di organizzazioni e delle scuole, ci deve ragionevolmente portare a sostenere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Laurini 3.18 e Lussana 3.19, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 3.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 3.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 3.204.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, l'emendamento in esame fa parte di una serie di proposte emendative che inducono a delle riflessioni per quanto riguarda la composizione del comitato direttivo della scuola della magistratura, la quale purtroppo è stata fortemente ridimensionata nel testo Mastella, sia perché non ha più la competenza esclusiva in ordine alla formazione di base, la formazione in itinere dei magistrati, sia perché anche in tale ambito sono state poste limitazioni, soprattutto per quanto riguarda il comitato direttivo, alla presenza e all'apporto di elementi esterni alla magistratura.
Infatti, i componenti del comitato direttivo saranno adesso nominati direttamente dal CSM e dal Ministro della giustizia, e non vi sarà più la possibilità di nomine da parte del mondo dell'avvocatura,Pag. 99in modo particolare dal Consiglio nazionale forense, così come era previsto nel testo originario Castelli. Si tratta di un'estromissione dell'avvocatura che configura...
PRESIDENTE. Deve concludere...
CAROLINA LUSSANA. ... una linea di pensiero di questa controriforma, che ha agito in tal senso in più punti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 3.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il senso dell'emendamento in esame è di dare concretamente seguito alla finalità di assicurare «multidisciplinarietà» alla scuola di formazione, aspetto che riteniamo assolutamente importante per i magistrati, i quali nello svolgimento della loro attività, in ambito civile e penale, devono ricorrere ad un'ampia cultura e alla più ampia professionalità, che può esser loro conferita, nell'ambito della scuola, da una vasta rappresentanza di professioni.
Quindi si vuole proporre ed accentuare l'inserimento di altre componenti rispetto a quella della magistratura, come l'avvocatura e il notariato, che possono offrire un contributo forte nel senso di un'acquisizione di esperienza a largo raggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, secondo questa nuova formulazione la scuola della magistratura diventa un organismo che riduce la propria funzione formativa e di preparazione della classe giudiziaria, mentre amplia una serie di competenze general generiche di consulenza, di approfondimento e di ricerca.
Tale aumento di competenze, che non condividiamo, comporta anche il lievitare del numero dei componenti complessivi della magistratura con conseguente intuibile aumento anche dei costi per il mantenimento di questa struttura. Nell'aumentare il numero complessivo dei componenti di questa struttura diminuisce, però, la componente interna non appartenente alla magistratura, in altre parole i professionisti, i professori, gli avvocati e i notai. Quindi, viene meno quel carattere multidisciplinare, che noi invece avevamo voluto imprimere alla scuola della magistratura, e soprattutto la funzione peculiare della formazione delle professioni forensi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, il senso di questo emendamento, sul quale il gruppo di Alleanza Nazionale esprimerà un voto favorevole, è quello di cercare di dare ai magistrati una cultura formata più che una cultura data. Cercare, cioè, di diversificare anche i docenti inserendo un avvocato con quindici anni di esercizio della professione, un notaio con almeno dieci anni di iscrizione a ruolo e un professore ordinario in materie giuridiche nominato dal Consiglio universitario nazionale, tutti scelti tra insigni giuristi.
Mi sembra che accogliere l'emendamento in esame costituisca un passoPag. 100avanti verso quella multidirezionalità della cultura che i magistrati dovrebbero avere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, ovviamente per noi Verdi la valutazione continua ad essere la stessa e, quindi, sosteniamo anche le nostre proposte. Sicuramente, però, le osservazioni attualmente svolte dai colleghi dell'opposizione e, in particolare, l'assenza del mondo accademico e dell'avvocatura sono segnali importanti che ci faremo carico di inserire in un ordine del giorno che presenteremo e di cui, credo, il Ministro dovrà sicuramente tenere conto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il senso di questo emendamento è articolare meglio e graduare, nell'ambito della formazione delle delibere del comitato direttivo, l'importanza delle delibere stesse a seconda del loro oggetto e, quindi, richiedere un quorum maggiore per determinate delibere.
In particolare, normalmente si richiede la presenza di almeno cinque componenti e il voto favorevole della maggioranza relativa, cioè di tre membri. Per gli atti di straordinaria amministrazione è necessario il voto favorevole di almeno quattro componenti. È una norma che va nel senso della maggiore prudenza quando si tratta di affrontare atti di particolare importanza come quelli definiti di straordinaria amministrazione secondo la tecnica generale del diritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, ciò che colpisce favorevolmente nel testo dell'emendamento Laurini 3.32 è la previsione del voto palese nelle deliberazioni del consiglio direttivo e il fatto che, in caso di parità, prevalga il voto del presidente. Sicuramente, il nostro voto su tale emendamento sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei anch'io annunciare, a nome del gruppo dell'UDC, il voto favorevole sull'emendamento in esame che, comunque, si propone le stesse finalità che ci prefiggevamo con gli altri emendamenti che abbiamo appena votato. Non perdiamo la speranza: continueremo a motivare nel merito la nostra opposizione al disegno di legge in esame e, quindi, di volta in volta, cercheremo di spiegare le nostre ragioni, facendo appello ai rappresentanti del Governo, in primis al Presidente del Consiglio. Ciò al fine di tentare, fino all'ultimo, di modificare questo testo che non ci convince, e non per un atteggiamento fazioso, ma perché riteniamo che confligga con gli interessi del Paese.
Pag. 101PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, anch'io intervengo per annunciare il voto favorevole della Lega Nord Padania sull'emendamento Laurini 3.32. Stiamo parlando di valutazioni importanti per quanto riguarda il comitato direttivo e, quindi, è giusto e doveroso, in base al rispetto del criterio della trasparenza, che vi sia la previsione del voto palese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Onorevole Vitali, avendo già parlato l'onorevole Laurini, le posso chiedere di intervenire sul successivo emendamento?
LUIGI VITALI. Solo per trenta secondi, signor Presidente.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Vitali, ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Grazie, signor Presidente, non ho accolto il suo invito solo perché sul successivo emendamento non ho niente da dire.
Noi invitiamo i colleghi ad esprimere un voto favorevole su questa proposta emendativa e valutiamo una situazione: alcuni rappresentanti della maggioranza nel loro intervento si sono riservati di presentare ordini del giorno che evidentemente saranno accolti dal Governo.
Non si capisce, pertanto, per quale motivo si debbano accogliere degli ordini del giorno, che, molto probabilmente, non saranno mai trasformati in interventi legislativi, quando, invece, questa è l'occasione per poter modificare adeguatamente il provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 291).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, questo emendamento mira alla soppressione del comma 8 dell'articolo 3, in quanto introduce una serie di modifiche, anche soltanto formalmente, concernenti le funzioni della scuola e dei componenti del comitato direttivo, rispetto a quanto già previsto dall'articolo 11 del decreto legislativo n. 26 del 2006, complicando inutilmente e rendendo meno chiara e meno precisa l'indicazione delle diverse funzioni.
Mi permetto, quindi, di sottolineare con forza la necessità di sopprimere questo comma 8 che, veramente, è soltanto peggiorativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 286).
Prendo atto che la deputata Froner ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 3.38.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, la cosiddetta riforma Castelli prevedeva un comitato di gestione, che è stato eliminato e sostituito con il segretario generale. L'obbiettivo è stato semplicemente quello di eliminare le componenti laiche nella gestione della scuola, con un'ulteriore conseguenza: che diventa segretario generale un magistrato, il quale, probabilmente - com'è nella sua attività normale - non ha alcuna esperienza di gestione di una scuola. Abbiamo sostenuto per anni che è necessario porre dei tecnici, dei manager, quando si tratti di organizzare un'attività che richiede le conoscenze che possiede un manager.
Ho compreso in Commissione che anche una parte della maggioranza è d'accordo e non poteva non essere così, perché è la cosa più logica del mondo! Mi domando per quale motivo non modifichiamo la norma e non prevediamo la figura del manager, anziché quella del magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 3.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 3.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, questo emendamento tocca un aspetto fondamentale, se vogliamo pensare di dare al Paese una classe di magistrati più preparata, tecnicamente capace, professionale e in grado di amministrare al meglio la domanda di giustizia che proviene dai cittadini.
Si parla del tirocinio degli uditori giudiziari, che viene suddiviso - in base al cosiddetto disegno di legge Mastella - in due sezioni: una da svolgersi presso la scuola della magistratura e un'altra presso gli uffici giudicanti. La durata di tale tirocinio è di diciotto mesi. Noi proponiamo di innalzarla: riteniamo non sufficiente il termine di diciotto mesi e chiediamo che, almeno, si arrivi a ventiquattro mesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
Pag. 103
LUIGI VITALI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Lussana 3.40, perché riteniamo che esso, in una logica di professionalizzazione e di specializzazione del futuro magistrato, interpreti perfettamente quella che deve essere la vocazione di un intervento ordinamentale.
In effetti, non stiamo parlando di innalzare la durata del tirocinio da diciotto mesi a quarantotto, ma di aumentarla fino a ventiquattro mesi, divisi fra un periodo all'interno della scuola e un periodo in prima linea negli uffici giudiziari. Ritengo che tale durata sia adeguata e che possa tranquillizzare il nuovo magistrato che inizia ad esercitare questo ruolo importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo solo per unirmi ai colleghi e confermare il voto favorevole di Alleanza Nazionale sull'emendamento Lussana 3.40, che innalza da diciotto a ventiquattro mesi il periodo di tirocinio per coloro che dovranno, poi, amministrare la giustizia. Mi sembra una dimostrazione di serietà rendere più concreto e duraturo il periodo di tirocinio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 3.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il mio emendamento 3.43, che prevede la soppressione del comma 14, è dovuto alla constatazione che tale comma è sostanzialmente inutile, in quanto ripete, in grande parte, ciò che era già presente nel decreto legislativo n. 26 del 2006, ed è la dimostrazione di come si voglia modificare tanto per modificare, quando invece non ve ne è necessità, poiché il testo originario era assolutamente esaustivo del problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, l'emendamento Laurini 3.44 cerca di porre rimedio alla modalità con cui è disciplinato, dal disegno di legge Mastella, il tirocinio. In effetti, il carattere più stringente della riforma Castelli, rispetto a quella che stiamo esaminando, emerge anche in tema di tirocinio e della sua durata. La riforma Castelli prevedeva che, presso i tribunali, vi fossero sette mesi diPag. 104tirocinio, contro i quattro mesi della riforma Mastella; tre mesi presso le procure, contro i due mesi del disegno di legge del Governo; otto mesi presso un ufficio corrispondente a quello di prima destinazione dell'uditore, contro i sei mesi, ancora, del disegno di legge del Governo.
Ritengo che l'emendamento in esame aiuti a dare forza e a lasciare il giusto spazio, anche temporale, per l'apprendimento in fase di tirocinio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il mio emendamento 3.47, come si può vedere, serve a riportare al comitato di gestione la competenza ad indicare i magistrati docenti che, invece, la proposta governativa vuole attribuire al Consiglio superiore della magistratura.
Non si vede perché un tema - come la designazione di docenti - che attiene alla vita e allo svolgimento della scuola, debba essere utilizzato come momento di potere da parte del CSM, sia pure su proposta del competente consiglio giudiziario. È molto più giusto che resti all'interno della scuola - e, quindi, del comitato di gestione - l'indicazione e la designazione di persone che fanno parte e che lavorano all'interno della formazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo brevemente anch'io per sostenere l'emendamento Laurini 3.47. Si è voluto, anche per quanto riguarda la scuola della magistratura, la formazione e l'indicazione dei docenti che dovranno operare il tirocinio degli uditori giudiziari, riportare tutto in capo al CSM, estromettendo, con una scelta precisa, i comitati di gestione, laddove vi erano anche dei componenti esterni alla magistratura e la presenza di componenti laici. Per tale motivo, invito anch'io a tornare sui propri passi e ad approvare questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.49, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 464
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 289).Pag. 105
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laurini 3.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, l'emendamento in discussione, che incide sulla tipologia dei corsi, è volto a sopprimere il comma 17 dell'articolo 3, anch'esso inutile e peggiorativo rispetto al testo del decreto legislativo 3 febbraio 2006, n. 26, che invece aveva ben individuato lo svolgimento dei corsi, le loro modalità, con un'attenzione e coerenza particolare tra le modalità di svolgimento e la finalità del corso, considerando anche le differenze tra la fase di mera preparazione al concorso dei futuri magistrati e quella di aggiornamento che la scuola svolge per i magistrati già in attività. Questa è la ratio dell'emendamento che sottoponiamo all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 294).
Prendo atto che il deputato Bianco ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laurini 3.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Bianco ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, preannuncio il voto contrario del mio gruppo sull'articolo in discussione, anche per le motivazioni che abbiamo ascoltato e per quanto detto dai miei colleghi di gruppo, gli onorevoli Michele Vietti ed Erminia Mazzoni. Anche perché, mediante tale articolo, si svuota il significato della scuola superiore della magistratura. Certamente, le ambizioni che erano alla base del provvedimento di riforma della scorsa legislatura ricevono una fisionomia molto diversa e debole con questa norma e con questa configurazione della scuola superiore della magistratura. Soprattutto, si riducono di gran lunga la portata e il significato di una scuola della magistratura che avrebbe dovuto essere autonoma e invece diventa certamente dipendente e non svolge la funzione forte, propria di un ente autonomo.
Infine, vorrei evidenziare lo «scippo» che si è verificato, anche per quanto riguarda la sede della scuola stessa.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
MARIO TASSONE. Da Catanzaro a Benevento, ad esempio. Perché, in quest'ottica...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tassone.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, il tempo concesso non mi consente di approfondire l'argomento ma vorrei sottolineare, con forza, il voto contrario del gruppo Alleanza Nazionale che è favorevole ad una vera scuola superiore della magistratura, mentre è contrario alle modifiche apportate.
Mi chiedo e vi chiedo quale possa essere il motivo per cui si vuole migliorare una scuola della magistratura: tale motivo non deve essere rinvenuto nell'interesse esclusivo dei magistrati, esso deve essere rinvenuto soprattutto nell'interesse dei cittadini italiani. Ecco perché Alleanza Nazionale voterà contro l'articolo in discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, preannuncio il voto contrario da parte del gruppo Forza Italia, perché l'articolo 3 si presenta assolutamente e totalmente peggiorativo rispetto al testo originario, in quanto - come si è avuto modo di ascoltare nell'illustrazione degli emendamenti proposti e sistematicamente bocciati, senza alcun intervento né giustificazione o motivazione da parte di alcuno nell'ambito della maggioranza, come già rilevato - esso è espressione esclusivamente dello spirito controriformista rispetto a quanto fatto precedentemente.
Come dicevo in Commissione, nemmeno in un Paese come gli Stati Uniti, noto per il sistema dello spoil system, cioè per il mutamento che ogni quadriennale cambiamento di direzione politica comporta nell'organizzazione e nella burocrazia, esiste uno spirito così violento di controriforma. È evidente e necessario il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente vorrei dichiarare anch'io il voto contrario sull'articolo 3 che, come è stato già evidenziato, peggiora - e di gran lunga - l'impostazione della Scuola, così come era stata prevista nella riforma Castelli.
La Scuola superiore della magistratura viene ridimensionata e viene ridotta fortemente la composizione del comitato direttivo. È stato un errore estromettere i comitati di gestione nonché gli apporti di elementi esterni alla magistratura quali quelli dell'avvocatura per quanto riguarda la nomina di alcuni componenti e dei magistrati, che poi saranno tenuti alla formazione e al tirocinio degli uditori giudiziari. È un errore che il Consiglio nazionale forense non possa più, al pari del CSM e del Ministro...
PRESIDENTE. Onorevole Lussana, concluda.
CAROLINA LUSSANA. ...nominare i magistrati che faranno parte della Scuola. È stato altresì molto grave aver ridotto il tirocinio dai ventiquattro mesi originari a diciotto. Questo articolo è conforme al concetto di autoreferenzialità...
PRESIDENTE. Deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. ...della magistratura e del CSM, al quale noi siamo chiaramente contrari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 475
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato sì 288
Hanno votato no 187).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario su tutti gli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.400, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 4.3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente vorrei farle notare che ho chiesto di parlare prima ancora che lei aprisse la votazione sul precedente emendamento, quindi avevo diritto di intervenire!
PRESIDENTE. Onorevole Pecorella, le pare che io (Commenti)...
GAETANO PECORELLA. Credo che lei, signor Presidente, non abbia bisogno di suggerimenti!
PRESIDENTE. Questo è sicuro! Ma le pare che io abbia qualche problema a darle la parola, onorevole Pecorella?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.4 e Vitali 4.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo stabilire la situazione per la quale, nel consiglio direttivo della Corte di cassazione, il primo presidente, il procuratore generale e il presidente del Consiglio nazionale forense sono membri di diritto. Si tratta di un inciso che nella formulazione attuale di questo articolo manca e pertanto invitiamo a sostenere e sosteniamo caldamente questo emendamento, invitando l'Assemblea ad approvarlo.
Pag. 108PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con questo emendamento si cerca di reintrodurre, come ha chiarito il collega Vitali, la componente laica all'interno dei consigli giudiziari almeno attraverso la previsione della presenza di diritto dell'Avvocato generale. Credo che ciò sia un atto di buon senso perché il tentativo, annunciato anche dal Ministro, di ridurre l'atteggiamento autoreferenziale della magistratura sicuramente non si porta a compimento attraverso iniziative come quella di ridurre la componente laica e di lasciare sempre più in mano alla sola magistratura tutte le valutazioni, che attengono al percorso di vita di ciascun magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.4 e Vitali 4.53, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 289).
Prendo atto che le deputate Balducci e Goisis hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 4.301. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, noi proponiamo un emendamento soppressivo dell'esclusione, che viene prevista nell'attuale testo, della presenza del presidente dell'ordine degli avvocati dentro il consiglio giudiziario. Questa esclusione è un fatto particolarmente grave, perché il consiglio giudiziario è chiamato a giudicare i comportamenti e le attività di magistrati, non certamente nel merito delle sentenze, ma rispetto ai comportamenti più generali. Lasciare all'esclusiva presenza di magistrati, quindi dei colleghi di coloro che vengono ad essere giudicati, il compito di valutare i comportamenti, quindi anche i risultati, è un fatto - credo - di una certa gravità, perché continuiamo a realizzare una situazione, che peraltro si realizza in molti altri casi, sempre riguardanti i magistrati, di coincidenza tra controllore e controllato.
La presenza di un punto di vista non distante, ma quantomeno frutto di un'esperienza diversa, è un contributo ad una valutazione più equilibrata e anche più rispondente ai fatti. È evidente che in un consiglio composto soltanto da magistrati, che giudica di colleghi, si fa in fretta a mettersi d'accordo rispetto alle eventuali sanzioni o ai richiami che devono essere effettuati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamentoPag. 109e per illustrare che su di esso si compie un particolare e curioso paradosso della storia. Il sottosegretario Scotti in precedenza è stato costretto a dare parere contrario su un emendamento che prevede l'allargamento dei consigli giudiziari a membri laici, oggetto di una battaglia storica della corrente della magistratura di cui faceva parte. Vorrei capire, perché è strano: quando Magistratura Democratica doveva combattere contro un potere costituito, chiedeva la democrazia; oggi che ha raggiunto il potere, dimentica le vecchie battaglie e si arrende alla conservazione e al potere costituito!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Presidente, in questo caso si tratta di un emendamento che vuole superare una strana concezione, per la quale, in sostanza, magistrati e avvocati debbono essere mondi separati, non comunicanti, e gli affari della magistratura e le carriere devono essere gestite in totale autonomia da chi con la giustizia e con loro si confronta ogni giorno. Non accade da nessun'altra parte ed è persino curioso che in questo Parlamento se ne debba parlare ancora. Un solo avvocato è troppo poco, tre non è l'optimum, ma certo è una soluzione di compromesso. È un emendamento davvero molto importante anche questo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 4.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario e che il deputato Buemi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 4.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Anche con l'emendamento in esame si persegue lo stesso obiettivo e si cerca di correggere lo stesso errore commesso dal Governo con questa nuova composizione. Noi chiediamo che invece di un solo componente dell'avvocatura ce ne siano almeno tre, per rendere un minimo di risposta al bilanciamento necessario, per le valutazioni cui è chiamato questo organismo collegiale. I requisiti che chiediamo per l'indicazione di questi componenti sono gli stessi previsti dal Governo nel testo base. Chiedo quindi che venga approvato questo emendamento, perché sicuramente faremmo un favore alla giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, contrariamente a quanto sostenuto da diversi colleghi, sono convinto che la presenza massiccia del Governo, in particolare del Presidente del Consiglio, sia dovuta alla particolare importanza del momento. Il Presidente del Consiglio non è in quest'aula né per una seduta spiritica, né per le dietrologiche ragioni del dietrologo portavoce. Pertanto chiedo, signor Presidente del Consiglio, particolare attenzione, perché questo è un emendamento non di natura politica, ma di assoluto buonsensoPag. 110e un accoglimento favorevole del Governo sicuramente ci aiuterebbe ad andare avanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io a sostegno dell'emendamento in esame, che aumenta da uno a tre la componente dell'avvocatura per quanto riguarda la nuova composizione del consiglio direttivo della Corte di cassazione. È chiaro che tale potenziamento della presenza della componente del mondo dell'avvocatura può andare nella direzione di un miglioramento dell'attività che detti organismi debbono svolgere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Se c'è una categoria che ha interesse al buon funzionamento della Cassazione è certamente quella degli avvocati, tanto più di quelli iscritti all'albo speciale. Possiamo constatare un fatto molto semplice: che sono una specie di cenerentola, perché ci sono dieci magistrati, due professori, che peraltro secondo me c'entrano pochissimo con le funzioni di un comitato come questo, di tipo organizzativo, e c'è un avvocato. Un avvocato mi pare, in questo numero, assai poco e insufficiente. Ecco perché noi voteremo a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.8 e Consolo 4.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà (Commenti)...
Ho capito male? Era un'indicazione di voto?
ERMINIA MAZZONI. No, signor Presidente, era proprio una richiesta di parola, perché voglio comunque tentare un ulteriore appello. Forse la richiesta che ho formulato con l'emendamento appena votato era sovradimensionata, tre al posto di uno: con questi emendamenti, che posso definire «a scalare»rispetto all'emendamento presentato dall'UDC, si propone di raddoppiare almeno la componente laica, la componente degli avvocati, da uno attualmente previsto nel testo a due. Credo che il Governo potrebbe fare almeno questo atto di ossequio ad un tentativo di riequilibrio dovuto. È una modifica minima, ma che rende giustizia di una partecipazione più equilibrata, che è necessaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.8 e Consolo 4.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 292).Pag. 111
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 297).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 294).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 298).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 297).Pag. 112
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 4.28 e Mazzoni 4.304.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo si tratti di una questione importante; penso al riguardo che dovremmo essere più stanchi noi, che insistiamo nel cercar di migliorare questo testo, piuttosto che coloro che ci stanno ascoltando. Il problema è quello della presenza dell'avvocatura nei consigli giudiziari: averla esclusa è stato un inutile schiaffo all'avvocatura e significa semplicemente che la si considera una sorta di cenerentola della giustizia, il che è francamente ingiusto. Credo che anche il sottosegretario Scotti, che conosce bene gli avvocati, sappia quanto sia utile il loro parere per garantire il miglior funzionamento del sistema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non si comprende per quale ragione la magistratura viva con preoccupazione, con apprensione addirittura, la presenza dell'avvocatura all'interno dei consigli giudiziari. Gli avvocati sono a pieno titolo operatori della giustizia, come lo sono i magistrati, i funzionari amministrativi e i giudici di pace. Se, dunque, il consiglio giudiziario deve essere il luogo della valutazione non solo dei magistrati, ma anche delle strutture organizzative, nonché della soluzione dei problemi della giustizia, immaginare un organismo di questo genere senza una rilevante e sostanziale presenza dell'avvocatura significa farlo partire zoppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 4.28 e Mazzoni 4.304, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 4.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, con l'emendamento de quo si vuole evitare che venga escluso, quale membro di diritto, il presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati del capoluogo del distretto del consiglio giudiziario.
La norma cui fa riferimento, cioè l'articolo 4, comma 8, del disegno di legge al nostro esame, è quella contro cui si è sollevata la classe forense. Eliminando dai consigli giudiziari la figura del presidente dell'Ordine degli avvocati quale membro di diritto, si ledono gravemente le prerogative della classe forense. Noi ci opponiamo fermamente a ciò e chiediamo l'approvazione dell'emendamento Pecorella 4.33.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, l'emendamento Pecorella 4.33 al nostro esame risponde all'emendamento di uguale contenuto che abbiamo presentato a proposito del consiglio forense presso la Corte di Cassazione.
Riteniamo che la presenza della componente di diritto dell'avvocatura sia essenziale. Quindi, come abbiamo tentato di reintrodurre la presenza di diritto del presidente nazionale del consiglio forense, così riteniamo che parimenti, nei consigli distrettuali, debba essere presente il presidente dell'Ordine degli avvocati.
Quello tenuto dall'attuale Governo è un comportamento assolutamente non condivisibile, che tende ad emarginare la categoria forense, che - come hanno giustamente ripetuto, ma invano, tutti i colleghi dell'opposizione - è soggetto del mondo della giustizia e dovrebbe essere trattato allo stesso modo di tutti gli altri operatori della giustizia. Invece, manca questo tipo di cultura nel centrosinistra e manca la cultura dell'equidistanza rispetto agli operatori del mondo della giustizia; in tal modo si continua a divaricare e ad allargare il solco tra la politica e la giustizia, e in particolare, all'interno del mondo della giustizia, tra magistrati ed avvocati.
CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Scusi signor Presidente, intervengo solo per un chiarimento: su quale emendamento stiamo intervenendo?
PRESIDENTE. Onorevole Lussana, sull'emendamento Pecorella 4.33.
CAROLINA LUSSANA. Grazie, signor Presidente, allora mi riservo di intervenire sul successivo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, gli emendamenti al nostro esame sono di contenuto identico e qualora non fossero approvati, ci sarebbe la prova provata, la prova della pistola formante, di quanto questo Governo e questa maggioranza parlamentare avversino la classe forense.
Mi sembra logico che il gruppo di Alleanza Nazionale sottolinei questo tentativo di emarginazione e non capisco perché nei consigli distrettuali i presidenti dei consigli dell'Ordine non possano avere ingresso. Tra l'altro, nella XIII legislatura è stato varato il nuovo articolo 111 della nostra Carta costituzionale, che prevedevaPag. 114l'uguaglianza tra le due parti: se i rappresentanti dei pubblici ministeri, in quanto magistrati, possono essere presenti, perché non lo devono essere gli avvocati? Voteremo, dunque, a favore dell'emendamento Pecorella 4.33.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, i gruppi sono stati invitati a svolgere un intervento per gruppo - e fin qui ci siamo riusciti - per governare insieme questa fase dei nostri lavori. È già intervenuta a nome del gruppo di Forza Italia la sua collega, l'onorevole Gelmini, pertanto la prego di accogliere questo invito, come hanno fatto tutti gli altri colleghi del suo e degli altri gruppi.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, le chiedo un minuto per esprimere le mie idee (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo); non credo di dover seguire logiche che non permettono a un deputato di esprimere...
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, le consento di intervenire per non più di trenta secondi, prego.
GABRIELE BOSCETTO. In trenta secondi non dico neanche il mio cognome (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. E, allora, la ringrazio, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Voglio dirle, signor Presidente, che è una vergogna che gli avvocati siano trattati in questo modo: noi, di fronte ad una superprofessione, come quella che aveva indicato la legge Castelli, potevamo anche pensare che gli avvocati dovessero diventare, dopo aver superato i loro esami e dopo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boscetto. Onorevole Benedetti Valentini, anche per lei vale lo stesso discorso, quindi parlerà successivamente.
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo non certo per informare lei, che ne ha ben conoscenza, ma i colleghi che il nostro Regolamento - e in tale direzione sempre è stato applicato, senza alcuna eccezione - prevede all'articolo 50, comma 1, una norma fondamentale, nel senso che ogni volta che l'Assemblea o la Commissione stia per procedere ad una votazione, i deputati hanno sempre facoltà di parlare per dichiarare la propria volontà di voto.
Le prassi interpretative della norma, che sono sempre esistite nel nostro Regolamento, sono state nel senso che, signor Presidente, come lei ricordava, che, anche qualora il contingentamento dei tempi, che abbiamo ritenuto comunque ristretto e ampliato in maniera ridotta, si esaurisse, la prerogativa del Regolamento è sempre stata garantita, concedendo un minuto o, è vero, i trenta secondi, introdotti dal presidente Violante, poi diventati venti e, qualche volta, anche quindici.
Signor Presidente, lei non può rivolgere al nostro gruppo o ad altri gruppi alcun invito a governare insieme l'andamento della seduta, perché è evidente che non stiamo governando insieme l'andamento della seduta. Noi contestiamo l'andamento della seduta e la volontà della maggioranza di approvare senza modifiche il disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), che limita profondamente il diritto della Camera di esaminare i testi. Tra l'altro, stiamo facendo riferimento ad un termine di proroga che scade il 31 luglio - ed oggi è il 27 - ed il calendario dei lavori approvato dalla maggioranza in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo prevede che si lavori anche nella giornata di sabato. Pertanto, non vi è alcuna ragione per la quale, signor Presidente, lei debba costringere i gruppi a trasformare un invito, che - lo sa perfettamente - non può fare, in una ulteriore limitazione delle nostre prerogative e dei nostri diritti ad esprimere unaPag. 115umile dichiarazione di voto. Stiamo discutendo di temi importantissimi, colleghi, e a voi preme semplicemente poter andare a casa questa sera (Commenti dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
Credo che tale vicenda non faccia onore al Parlamento. Abbiamo chiesto al Presidente della Camera e al Governo, con i roghi che ancora bruciano a Cosenza, di venire a riferire sull'emergenza incendi e ci è stato detto di affrettare la votazione del provvedimento, affinché questa informativa sia resa. Tutto ciò non è dignitoso e credo che abbiamo il tempo per ascoltare, per qualche secondo in più, il collega Boscetto, considerando la passione e l'interesse dei colleghi ad intervenire sul merito delle questioni. Se la maggioranza non ha tale interesse, ritengo che la Presidenza debba tutelare la parte più debole, che, in questa circostanza e come spesso avviene, è l'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Vito, naturalmente il principio del nostro Regolamento che lei ha richiamato, come sa benissimo, si contempera con le esigenze previste da un altro articolo del Regolamento, quello relativo al contingentamento, rispetto al quale la giornata di oggi ha visto una evoluzione: esaurimento dei tempi, richieste di intervento a titolo personale, tempi aggiuntivi. Lei mi dice che non posso rivolgere inviti ed appelli, quindi la Presidenza se ne assume la responsabilità, senza chiedere che essi vengano accolti. La Presidenza ha inoltrato una forma di invito, sino ad ora, pertanto chiede, assumendo una certa determinazione, che i gruppi abbiano a disposizione un minuto per ogni gruppo, perché, onorevole Vito, i tempi sono del tutto esauriti e la Presidenza potrebbe non concedere più la parola. Non si tratta di una mia facoltà. Come lei sa, non è una facoltà della Presidenza, ma del Presidente che tra poco arriverà e a cui rappresenterò la sua ulteriore richiesta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 290).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Le do la parola successivamente, onorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.34, Mazzoni 4.35, Vitali 4.55 e Buemi 4.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella...
GABRIELE BOSCETTO. Presidente!
PRESIDENTE. Sull'emendamento ha chiesto la parola per primo l'onorevole Pecorella. Se lei intende parlare sull'ordine dei lavori le do la parola, onorevole Boscetto, come può fare qualunque collega. Mi dica lei, onorevole Boscetto, su cosa intende parlare, se sull'emendamento o sull'ordine dei lavori.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, intervengo sugli identici emendamenti in esame. Duecentomila avvocati rispetto a otto mila magistrati! Non vi è rispetto di questa Repubblica! Gli avvocati possono diventare avvocati per partecipare soltanto ad un concorso.
Noi abbiamo parlato una vita di reclutamento straordinario che raccogliesse avvocati per portarli nella magistratura. I magistrati, quando finiscono il loro lavoro,Pag. 116possono diventare avvocati. Oggi come oggi non abbiamo, non solo la possibilità di intervenire negli organismi tipo i consigli giudiziari, ma di far valere la nostra voce alla stregua di questo ordinamento giudiziario.
È la peggiore perdita di dignità dell'avvocatura ed è una vergogna che tanti parlamentari avvocati non tutelino la loro classe forense (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, penso che, come i politici non siano una casta, non lo siano neanche i magistrati. Tuttavia, il fatto di non introdurre una significativa presenza nei consigli giudiziari di un punto di vista diverso da quello dei magistrati, ma comunque sempre coinvolto nell'azione di giustizia del nostro Paese, sia un errore.
Non dobbiamo proteggere punti di vista unilaterali. Dobbiamo realizzare quella convergenza di valutazioni che è indispensabile in ogni luogo ma, in particolare, in quello in cui si fa giustizia. Senza equilibrio e senza la convergenza dei punti di vista non si fa giustizia neanche se si ha ragione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, con gli identici emendamenti al nostro esame si vuole insistere per la soppressione della lettera a) del comma 8 dell'articolo 2, che elimina del tutto, nel testo Mastella, il presidente dell'ordine degli avvocati avente sede nel capoluogo del distretto dai membri di diritto dei consigli giudiziari.
Vorremmo ribadire anche le motivazioni con cui il Governo ha confermato tale esclusione, dicendo che vi sarebbero ragioni di incompatibilità che si potrebbero verificare per gli avvocati chiamati a concorrere nella valutazione dei magistrati.
Non capiamo come mai il Governo abbia rilevato tale incompatibilità soltanto per i magistrati e non anche per i pubblici ministeri, che pure hanno, nei confronti dei giudici, una posizione di parte alla stregua degli avvocati, tanto più dopo l'eliminazione della separazione delle funzioni che noi avevamo previsto.
Si tratta di una scelta lesiva della dignità e dell'integrità del ruolo degli avvocati nell'amministrazione della giustizia e, quindi, noi la contestiamo pesantemente e chiediamo, con la proposta emendativa in esame, di rimuovere tale discriminazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, anche come relatore di minoranza credo di poter esprimere, molto rapidamente, la mia opinione.
Credo che la gravità di questa esclusione si rinvenga nel fatto che il presidente dell'ordine rappresenta l'intera avvocatura di un distretto o di un circondario. Non è un avvocato qualunque ad essere stato escluso. È stata esclusa la rappresentanza degli avvocati di quel distretto.
È chiaro che ciò significa emarginare l'intera avvocatura di quel distretto, il che comporta una visione delle professioni liberali che non può che essere condannata. Ciò significa essere contro le professioni liberali, il che la dice lunga sulla concezione dei diritti e delle libertà che ha questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 18,45)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
Pag. 117
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere anch'io, dal banco della maggioranza, l'esigenza di una risposta del Governo su questa questione che credo non sia affatto trascurabile e che sia degna di nota nei lavori pesanti e faticosi che siamo svolgendo.
Voglio, tuttavia, ricordare al mio Governo che io, deputato di maggioranza, che non faccio parte della Commissione giustizia, non so perché vi è un veto su una situazione che credo sia obiettivamente poco giustificabile, se non per le motivazioni tecniche e legislative per cui in questo momento siamo costretti a votare un provvedimento blindato.
Io non so perché escludiamo il Presidente dell'ordine forense (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, questa indifferenza del Governo dà risposta alle perplessità sollevate dalla collega Lussana e da qualche altro collega rispetto alle dichiarazioni di questa mattina del Ministro Chiti.
Non abbiamo bisogno del voto di fiducia perché abbiamo strumenti ancor più gravosi per la democrazia; vedo, infatti, che c'è un componente della maggioranza, e non dell'opposizione - lo ripeto: un rappresentante della maggioranza - che afferma di non sapere e di non capire, leggendo il testo, perché vi sia questo atteggiamento e l'esclusione dell'avvocatura. Nonostante ciò, il Governo è indifferente!
Ci troviamo in un'aula militarizzata, signor Presidente! Invito il Governo a ripensare tale atteggiamento perché allora sarebbe stato meglio porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo per riprendere le considerazioni svolte dal collega Mellano, mi unisco alla richiesta (Commenti)...
PRESIDENTE. Mi scusi, sono arrivato da poco in aula, e lei ne ha approfittato perché per il gruppo di Forza Italia aveva già parlato un suo collega.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Intervengo per pochi secondi, signor Presidente, per affermare che il rischio dell'occupazione corporativa da parte della magistratura della giurisdizione italiana passa anche attraverso la scelta corporativa e l'esclusione delle corporazioni che sono meno corporazioni delle altre. Ritengo che questo sia intollerabile!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, lei è arrivato da pochi secondi in aula e quindi non poteva aver ascoltato il dibattito così come si è sviluppato. Il problema è che da questa opposizione è stato rivolto un interrogativo a codesta maggioranza, che non ha ricevuto risposta.
La stessa domanda è stata posta dall'onorevole Mellano, il quale ha ricordato - e lei era presente in quel momento - che, contrariamente al sottoscritto, appartiene a codesta maggioranza e, allo stesso modo, non riceve risposta. Chiedo al Presidente della Camera, che è un po' la vittima di questo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE CONSOLO. Le chiedo scusa, ma mi rivolgo a lei simbolicamente, perché non ci vogliono spiegare il motivo per il quale gli avvocati vengono esclusi?
CESARE CAMPA. Le risposte!
Pag. 118
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.34, Mazzoni 4.35, Vitali 4.55 e Buemi 4.300, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 274).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, si vergogni (Proteste)!
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Velo, Mura e Borghesi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, mi scusi, le voglio rappresentare la mia vibrata protesta perché avevo chiesto di parlare, l'assistente parlamentare l'ha segnalato - lo abbiamo visto dai banchi - e lei deliberatamente non mi ha dato la parola sull'emendamento precedente. È un fatto che ritengo assolutamente grave e lesivo della mia dignità parlamentare! E non è la prima volta!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, si vergogni! Lei è un Presidente di parte!
PRESIDENTE. Smentisco nella maniera più assoluta. E lei, deputato Marinello, non urli visto che ciò che ha affermato il deputato Neri non corrisponde al vero!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Si vergogni!
PRESIDENTE. Lei, per favore, mi lasci parlare!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Si vergogni, Presidente (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Lei mi lascia parlare! Se io dico che non mi è stata segnalata la richiesta di intervento, loro sono chiamati a credermi. In ogni caso, qualora non mi credessero, si istruisca un giurì, considerato che è qui presente l'assistente parlamentare che può rispondere.
Vi sono delle cose che rientrano nel conflitto politico che sono ammissibili, ma le accuse di malafede no (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, intervengo solo per chiudere questo spiacevole episodio, in quanto la vicenda è di una pochezza tale che non è il caso di investire nessun giurì. Tutti hanno visto quello che è successo, tanto basta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Basta e avanza anche a me.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, comprendo che lei non possa vederePag. 119tutti coloro che alzano la mano però, tendenzialmente, è meglio se rileva lei le alzate di mano piuttosto che affidarsi alla signora che le è vicino e che noi ringraziamo, perché diversamente si dà l'impressione che magari non si voglia far parlare qualcuno (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori )! Io ho troppo stima di lei per pensare ciò. La prego, però, di dire alla maggioranza, che vuole tornare a casa stasera, che non la faremo tornare a casa stasera (Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Deve concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Mi lasci parlare, Presidente, perché altrimenti il mio minuto si esaurisce. Di fronte a scioperi, di settimane, di 200 mila avvocati, il Governo non ha detto nulla!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Di fronte ad un annunciato sciopero dell'Associazione nazionale magistrati il Governo si è «calato le brache»! Interverrò, nel prosieguo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, a me sembra una cosa seria che un provvedimento che - come ho detto prima - ha avuto sei letture parlamentari tra Camera e Senato e tre anni di lavoro svolto nella precedente legislatura, venga liquidato in quindici giorni. Inoltre, quando un componente della maggioranza chiede autorevolmente al Governo di spiegare un aspetto fondamentale della riforma, da parte dell'Esecutivo vi è un assoluto silenzio. Ciò è offensivo per la Presidenza e per l'intero Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, non ha bisogno della mia testimonianza e, quindi, la renderò per me. La sua buona fede, nell'episodio precedente, era innegabile. Tuttavia, vi è una cattiva fede, quella del Governo. La prego, Presidente, di non chiudere l'intervento passando alla votazione senza risolvere la questione.
Qui, vi è un problema politico (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Vi prego, colleghi, per favore, lasciate concludere l'intervento senza interrompere: non è utile.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, questo è l'andazzo. Il problema politico è che l'opposizione, ma anche la maggioranza - ricordate gli interventi degli onorevoli Bianco e Mellano -, ha posto un quesito: perché sono stati esclusi i rappresentanti di 200 mila avvocati?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE CONSOLO. La prego, signor Presidente, non lasci cadere la questione. Il Governo risponda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Lei sa bene che le sue parole sono rivolte direttamente, non indirettamente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 4.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 289).
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, si è ripetuta esattamente la stessa scena di poco fa. Le è stata segnalata la mia richiesta, ma non mi ha dato la parola.
PRESIDENTE. La prego di mettere fine a questa pantomima perché non mi è stato segnalato nulla.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 4.44 e Mazzoni 4.302.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, mi appello all'articolo 11 del nostro Regolamento, che in particolare prevede i compiti attribuiti ai segretari di Presidenza.
Ho l'impressione che sul regolare andamento dei lavori - mi riferisco anche ad un controllo dell'Assemblea e, in particolare, dei colleghi che chiedono regolarmente la parola - dovremmo far sì che i segretari di Presidenza vi rivolgessero una particolare attenzione, al fine di evitare questi spiacevoli incidenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, i colleghi hanno sollecitato una risposta del Governo sull'intervento dell'onorevole Bianco e dell'onorevole Mellano, ma dal Governo non è arrivata alcuna risposta: le chiedo, pertanto, di convocare il Ministro Di Pietro, che forse è l'unico che può risponderci in materia di giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non sono ancora intervenuto su una riforma che pure mi ha visto nella scorsa legislatura in qualche modo protagonista: insieme ad un collega per ciascun partito di maggioranza abbiamo molto lavorato, all'epoca, per cercare di «scontentare» sia i magistrati sia gli avvocati (non dico «accontentare» gli uni e gli altri). Forse ci eravamo riusciti, come segno della volontà di non farci dettare da nessuno la riforma che doveva servire ai cittadini e non agli avvocati, né ai magistrati.
Mi rivolgo al Governo: in questo caso, a nostro avviso, chi vi ha un po' troppo dettato questa riforma, nell'ansia di parte, si è dimenticato che nei distretti vanno anche i nemici, cioè gli avvocati (nemici di chi dettava, naturalmente). Allora vorrei capire, senza urlare...
PRESIDENTE. Deputato La Russa, concluda.
IGNAZIO LA RUSSA. Concludo, Presidente. Possiamo procedere ad una sospensione di cinque minuti (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)? Tutto mi potete dire tranne che AN, in questo momento, stia facendo ostruzionismo! È un problema serio, non strumentale: Presidente Prodi, Ministro Mastella, c'è modo di avere qualche risposta su questo aspetto, oppure dobbiamo dire agli avvocati che sono «pezze» daPag. 121buttare via per questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)?
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, mi è accaduto per due volte - diamo per scontato, come ha fatto il collega Consolo, la sua buona fede: non mi costa alcuna fatica farlo - di aver ritualmente chiesto di parlare e di essere stato regolarmente visto dall'organo preposto, che non è il Presidente, ma il segretario di Presidenza. Da questo momento, pertanto, desidero sapere qual è la prassi che devo seguire per potere intervenire - come è mio diritto - nei lavori d'Assemblea. Diversamente, se non è possibile esercitare legittimamente un diritto che attiene a ciascun parlamentare, mi consideri iscritto a parlare su tutti gli emendamenti, fino all'esaurimento del tempo a mia disposizione. Così non si corre il rischio che lei non mi veda o si dimentichi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Naturalmente lei accede al diritto alla parola come ogni altro parlamentare, sulla base di una consuetudine lungamente e storicamente consolidata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici gli emendamenti Consolo 4.44 e Mazzoni 4.302, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 4.303.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, quando parliamo non lo facciamo per lasciare una traccia a futura memoria: ci aspettiamo la possibilità di un'ipotesi di risposta da un Governo sordo, dal presidente della Commissione, da un esponente della maggioranza.
Non è arrivata dal Governo alcuna risposta al problema che abbiamo posto, non è arrivata alcuna risposta dal presidente della Commissione, così come non è arrivata alcuna risposta da nessun esponente della maggioranza!
Il gruppo di Alleanza Nazionale abbandona l'aula per protesta, in solidarietà con gli avvocati d'Italia (I deputati del gruppo di Alleanza Nazionale escono dall'aula - Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, sono davvero costernato...
PRESIDENTE. Mi scusi. Invito l'Assemblea a tenere un atteggiamento particolarmente composto, visto che siamo in un momento che merita tutta l'attenzione possibile.
ELIO VITO. Signor Presidente, non voglio intervenire su questo, ma non si stupisca. Fino a pochi minuti fa vi era chi votava per tre, per quattro, in manieraPag. 122molto scomposta, anche fra i banchi del suo gruppo. Quindi, non è una questione di particolarità nel momento.
PRESIDENTE. Io non ho un gruppo.
ELIO VITO. Signor Presidente, come dicevo, sono sconcertato che, anche dopo l'annuncio dei colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale, non vi sia nessuno che senta il dovere istituzionale e politico di intervenire a difendere il testo o a spiegare una scelta.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Perdevano l'aereo!
ELIO VITO. Ministro Chiti, come può dire che questo è un regolare andamento dei lavori e che non avete limitato il dibattito, se su nessuna questione un responsabile della maggioranza o del Governo è intervenuto? Credo che occorra impedire che un gruppo abbandoni i lavori dell'Assemblea e che ci debba pur essere una risposta ad una questione data e richiesta dagli stessi partiti di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, colgo l'occasione del voto sull'articolo 4, senza minacciare o annunciare che il nostro gruppo terrà il comportamento di altri gruppi parlamentari, ma per ricollegarmi al modo di procedere dei lavori.
All'inizio della mattinata, ho fatto presente quali erano i rischi e l'opportunità di un procedere, che poi, come abbiamo visto, sta evolvendo proprio come avevo paventato.
Chiederei - lo dico sinceramente - che, pur non volendo intervenire il Governo per ragioni che si possono anche comprendere, almeno il capogruppo del partito di maggioranza relativa o il relatore dessero una spiegazione sui tanti argomenti che si è preferito, in qualche modo, bypassare, per la supponente urgenza di dover votare il provvedimento entro il 31 luglio. In molti casi, come questo del voto sull'articolo 4, l'atteggiamento del Governo e della maggioranza stride con il buonsenso.
Se qualcuno dicesse qual è stata la motivazione di fondo almeno di alcune grandi scelte, non metterebbe a rischio l'urgenza con cui si sta procedendo in questo momento su un argomento importante, che nella scorsa legislatura ha comportato tre anni di lavori del Parlamento, tra giudizi contrastanti dell'allora opposizione, e che, invece, in questa legislatura, richiederebbe, a vostro avviso, solo qualche giorno. Mi sembra sconvolgente che nessuno colga l'occasione per dire una parola a questo proposito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, molti sono i temi che ci hanno visto divisi in materia di giustizia, nei diversi ruoli di maggioranza e opposizione, ma quello sui consigli giudiziari, sull'allargamento per motivi di trasparenza - soprattutto di trasparenza - dell'operato giudiziario era uno dei pochi temi su cui sia il centrodestra sia il centrosinistra convergevano. Questo fino al passaggio parlamentarePag. 123precedente. È un problema importante, perché l'ordinamento giudiziario, signor Presidente del Consiglio, non appartiene a questa maggioranza, non appartiene a questo Parlamento, ma ai cittadini italiani.
Stiamo facendo delle scelte di cui dovremo rispondere alla gente. Allora, su un dato così importante è possibile una decisione così poco trasparente?
È possibile che il Governo non senta la necessità...
PRESIDENTE. Deve concludere.
JOLE SANTELLI. ...di giustificare perché, dopo sei anni in cui ha sostenuto determinate scelte, oggi fa retromarcia?
PRESIDENTE. Per favore, vi chiedo anche una collaborazione per quanto riguarda i tempi, perché comprendo benissimo che, in una condizione tesa, il richiamo a concludere l'intervento è molto antipatico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io chiaramente per dichiarare il voto contrario del gruppo della Lega Nord Padania sull'articolo in esame. Molti colleghi dell'opposizione si chiedono come mai il Governo non interviene, come mai vi è il silenzio assoluto in questa aula parlamentare su una questione che, nei pur sporadici interventi di alcuni colleghi della maggioranza, è sentita e condivisa, poiché concerne l'estromissione di fatto dell'avvocatura, una componente così importante, dai consigli giudiziari.
Perché non si interviene? Cosa potrebbe dire il Governo, il quale ha ceduto al diktat...
PRESIDENTE. Deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. ...proveniente dalla magistratura associata, e che ha chinato supinamente il capo...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
CAROLINA LUSSANA. ...di fronte a quanto affermato dall'Associazione nazionale magistrati?
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
CAROLINA LUSSANA. Non vi interessa il dialogo con chi è presente in questa Assemblea, vi interessano le intese concluse fuori da questa aula, e tutto ciò è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Lei ha concluso il suo intervento!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Voteremo contro l'articolo in esame, perché in questo modo state creando il danno maggiore, rappresentato dall'instabilità delle future regole dell'ordinamento giudiziario, in primo luogo, perché nella vostra stessa maggioranza vi è dissenso e, quindi, tali regole andranno cambiate e, in secondo luogo, perché è chiaro che approvare tale disciplina completamente contro l'attuale opposizione comporterà che la stessa, se sarà maggioranza, la riprenderà in esame.
L'instabilità è la peggiore delle cose che si possono fare in una materia di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo del Movimento per l'autonomia sull'articolo 4 del provvedimento in esame per una serie di considerazioni che vorrei brevemente sviluppare.Pag. 124
L'unico organo di autogoverno che la Costituzione prevede per la magistratura, al fine di garantirne l'indipendenza finalizzata alla terzietà della funzione, è il Consiglio superiore della magistratura. Gli altri organi sono strumenti di amministrazione ordinaria che dovrebbero presiedere sul piano territoriale al buon andamento dell'amministrazione giudiziaria.
Pertanto, a meno di non volere introdurre, come filosofia di fondo di un provvedimento quale quello che ci accingiamo ad approvare, l'idea che vi sia qualcuno padrone del processo e che gli altri siano semplici comparse, considerato che non è in gioco, con la composizione degli organi di amministrazione territoriale dell'attività giudiziaria, il principio di autonomia ed indipendenza della magistratura, è davvero incomprensibile che non si sia voluto dare adeguata rappresentanza agli avvocati.
Infatti, fin quando non riscriveremo totalmente le regole del gioco giudiziario del Paese, credo che dobbiamo immaginare il processo con un arbitro - il giudice - e delle parti che, in sede civile, sono parti private rappresentate dagli avvocati e che, in sede penale, possono - per quanto riguarda l'accusa - essere rappresentate dal pubblico ministero.
Se quindi il processo è uno dei servizi principali da rendere ai cittadini, perché soltanto attraverso il processo può esservi una corretta amministrazione della giustizia e una corretta applicazione della legge, è chiaro che tutto ciò che presiede... Signor Presidente, non so a chi mi sto rivolgendo perchè ...
LUCA VOLONTÈ. A noi (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
SEBASTIANO NERI. Non ho un interlocutore, lei non mi ascolta, né lo fa il Governo, e capisco che sto affermando cose di nessuno valenza...
PRESIDENTE. Per favore, lei prosegua, e loro non interrompano!
SEBASTIANO NERI. Stavo dicendo, quindi, che, se vogliamo continuare ad attribuire al processo una funzione di amministrazione della giustizia e di corretta applicazione della legge, mi pare assolutamente irresponsabile escludere una componente fondamentale del gioco processuale - quale è l'avvocatura - dai ruoli determinanti svolti nell'ambito degli organi di amministrazione territoriale dell'amministrazione giudiziaria. A meno che non si voglia affermare che i padroni del processo siedono tutti all'interno di quella associazione dei magistrati che evidentemente ha scritto il provvedimento in esame, e non si voglia, invece, riconoscere che l'unico padrone dell'amministrazione della giustizia deve essere il primato assoluto della legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tenaglia. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, mi pare un po' strano il dibattito odierno: oggi, in questa sede, si invoca la partecipazione degli avvocati nella fase della valutazione dei magistrati, dal momento che in tutte le altre fasi, dall'organizzazione degli uffici alla fase della formazione, gli avvocati partecipano a pieno diritto. Viene richiesto il loro intervento nella fase di valutazione, quando nell'ordinamento Castelli non era assolutamente prevista la partecipazione degli avvocati in questa fase. Noi l'abbiamo prevista, perché il consiglio dell'ordine, al pari dei capi degli uffici giudiziari, formula un parere per ciascun magistrato sottoposto alla valutazione (ieri ho ricordato che noi li sottoponiamo tutti alla valutazione, diversamente da quanto accadeva nell'ordinamento Castelli, dove la valutazione era riservata solo ai pochi che si sottoponevano ai concorsi) e, inoltre, deve segnalare tutti i fatti specifici a sua conoscenza che riguardino la professionalità del magistrato stesso. Mi pare che la classe forense entri a pieno titolo nell'ambito del circuito dell'autogoverno.
In più, il contributo della classe forense è richiesto per quanto riguarda le situazioni di incompatibilità e soprattutto laPag. 125partecipazione, quale membro alla pari del Presidente della Cassazione e del Procuratore generale della Cassazione, al consiglio direttivo della Corte di Cassazione. Senza dimenticare, poi, la partecipazione di due avvocati al consiglio direttivo della scuola di formazione della magistratura. Se non è questa una pari dignità, se non è questa una partecipazione attiva al circuito di autogoverno e all'ambito di responsabilità nella formazione e nel controllo della professionalità dei magistrati, non ce n'è altra francamente. Certamente, la vostra non era alla pari della nostra, anzi era nulla (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ho fatto rilevare alla deputata Gelmini che avevano già parlato due esponenti del suo gruppo e alla deputata Mazzoni che è già intervenuto un deputato del suo gruppo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 418
Astenuti 10
Maggioranza 210
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 138).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro su tutte le proposte emendative relative all'articolo 5, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?... Il Governo (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di centro))!
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
Il Governo, inoltre, fa presente che le «Disposizioni varie» di cui all'articolo 5 riguardano sia l'ammissione alla scuola di specializzazione sia alcune norme attuative di disposizioni precedenti che sono estremamente importanti per l'attuazione degli articoli già approvati.
PRESIDENTE. Ove, dunque, i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 5.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi perdoni, ha negato la parola alla deputata Gelmini.
PRESIDENTE. No, deputato Boscetto, non può continuare in questo modo. Ho chiesto alla deputata Gelmini di non parlare, essendo già intervenuto un altro collega del suo gruppo e la deputata stessa ha assentito. Per favore, evitiamo polemiche inutili!
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi perdoni, è intervenuto il deputato Tenaglia a fare una precisazione secondo le sue logiche, che a nostro avviso è del tutto sbagliata! Gli avvocati non siPag. 126trovano nei consigli giudiziari! Non ci interessa se, poi, possono scrivere le loro opinioni!
La deputata Gelmini doveva poter rispondere al deputato Tenaglia! Lasciando a lui l'ultima parola, si falsa dibattito (Commenti)! Tenaglia sbaglia, sbaglia e sbaglia!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. La prego, tuttavia, di tenere conto del fatto che ha già parlato il deputato Boscetto.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. È il relatore di minoranza!
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, chiedo scusa, ma credo che si debba parlare di altro, rispetto a questo emendamento.
PRESIDENTE. Per questo motivo le ho chiesto di tenerne conto.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, vorrei fare presente che vi è un errore tecnico - lo sa bene il sottosegretario - perché, se non si procede in altro modo, ci troveremo a dover effettuare delle valutazioni di professionalità e a dover assegnare degli incarichi direttivi in assenza totale di materiale. Per i quattro anni precedenti - anzi, in questo caso, si tratta della seconda o terza valutazione - manca tutto quel materiale, che i consigli giudiziari devono avere a disposizione per formulare il parere...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO PECORELLA. Bene, se sapesse risolvere questo problema, noi saremmo più tranquilli!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 5.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ELIO VITO. Signor Presidente, durante il voto tenga il quadro acceso!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Iacomino ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, avevamo chiesto di lasciare il quadro acceso. Lei finge di non sentire!
PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede una verifica? Se qualcuno chiede una verifica, si alzi e la chieda, per favore! Deputato Leone, lei chiede una verifica?
ANTONIO LEONE. Sì!
Pag. 127
PRESIDENTE. Sta bene. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Prego di collaborare affinché i deputati segretari possano svolgere la loro funzione più agevolmente.
I segretari hanno compiuto la loro opera? Prego di affrettare il controllo.
Prendo atto che deputati segretari hanno completato i controlli. Grazie.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, lei che è così attento all'Assemblea, adesso dovrebbe passare alla seconda fase: una volta ritirate le tessere - quelle che non sono state messe in tasca da chi votava doppio - dovrebbe lasciare acceso il tabellone con il risultato della votazione per vedere se, ad ogni lucetta, corrisponda un collega.
PRESIDENTE. Se lei o qualsiasi altro rappresentante di gruppo avrete segnalazioni puntuali da fare, le registreremo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 5.301.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Ritengo che il mio emendamento 5.301 sia la prova del senso di responsabilità che abbiamo. Con l'attuale testo della legge - peraltro, ciò ci fu segnalato proprio dall'onorevole Tenaglia - nei prossimi sei mesi tutti coloro i quali ricoprono un incarico direttivo o semidirettivo e avranno maturato il periodo, dovranno essere sostituiti. Ciò provocherà il caos all'interno degli uffici giudiziari e, come ho già detto, è stato l'onorevole Tenaglia a segnalarcelo.
Abbiamo presentato questo emendamento, che prolunga tale periodo da sei mesi ad un anno, per evitare che, in questo breve arco di tempo, vi sia veramente l'ingovernabilità della magistratura. Almeno su questo, che sarebbe un solo emendamento volto a salvare l'ordine, si può portare (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Pecorella. Anche questa è una manifestazione che trovo del tutto inutile ed anche dannosa. Il tempo lo so leggere da solo, ed è inutile che venga invocato prima che sia esaurito. Prego, deputato Pecorella.
GAETANO PECORELLA. Concludo dicendo che, evidentemente, c'è qualcuno che non ha molto senso di responsabilità, se non si rende conto dell'importanza di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 5.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 365
Votanti 364
Astenuti 1
Maggioranza 183
Hanno votato sì 94
Hanno votato no 270).
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Come volevasi dimostrare, signor Presidente, lei non ha chiuso il tabellone e vi erano ancora alcune irregolarità: i votanti contrari erano 270, il numero legale è di 276.
PRESIDENTE. Sul mio tabellone era indicato un margine a favore dell'esistenza del numero legale.
Pag. 128ELIO VITO. Sì, signor Presidente, ma non parlo di voti a favore o contrari. Sto dicendo che, in questo momento, la maggioranza non è autosufficiente sul numero legale (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani) e che a seguito della verifica che si è determinata (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Guardi che sul mio tabellone appare chiaramente - poiché vi sono i numeri figurativi - che il numero legale è ampiamente superato.
ELIO VITO. Non c'è dubbio, signor Presidente, che il numero legale è superato, noi abbiamo contribuito...
PRESIDENTE. Allora la questione è chiusa.
ELIO VITO. No, non è chiusa, signor Presidente, politicamente non è chiusa...
PRESIDENTE. Politicamente non è sull'ordine dei lavori...
ELIO VITO. Ma lei mi toglie la parola, signor Presidente...
PRESIDENTE. No, le faccio notare che lei sta parlando sull'ordine dei lavori, non politicamente (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
ELIO VITO. Non c'è dubbio, ma io non intendo fare una discussione con lei su questioni politiche, mi auguro. Come dicevo, signor Presidente, vorrei far notare che la maggioranza non è autosufficiente dal punto di vista del numero legale (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Mi auguro che questa constatazione possa essere tenuta in debita considerazione in merito alle richieste che abbiamo avanzato rispetto al prosieguo dei lavori e circa la possibilità di svolgere le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta.
PRESIDENTE. La voglio rassicurare, da questo punto di vista, perché stiamo adoperandoci affinché sia almeno tecnicamente possibile, per poi decidere al riguardo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 5.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 389
Maggioranza 195
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 5.304 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 386
Maggioranza 194
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 395
Astenuti 12
Maggioranza 198
Hanno votato sì 272
Hanno votato no 123).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 5)
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 6.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Pecorella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, voteremo a favore del testo alternativo all'articolo 6 presentato dal relatore di minoranza, non solo per ragioni di appartenenza, ma anche perché riteniamo che il Governo abbia fallito nel suo intento anche sulla norma in materia di bilancio, perché mediante quest'ultima si crea un'ulteriore confusione nel sistema che dovrebbe sovrintendere all'amministrazione della giustizia. Vorrei invitare i componenti del Governo - magari anche il Presidente del Consiglio, che sicuramente non avrà avuto il tempo di farlo - a leggere il parere della Commissione bilancio, pieno di valutazioni prudenziali e accorte, di «forse», di «credo» e di «se».
Non ritengo che sia corretto, legittimo e accettabile, anche politicamente, che si proceda in questo modo. Noi diamo vita ad atti normativi, che incontreranno serie difficoltà ad essere applicati concretamente, non solo perché la disciplina di merito non è chiara ma è confusa...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
ERMINIA MAZZONI. ...e nemmeno il Governo sa spiegarla, ma anche perché sotto il profilo finanziario..
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
ERMINIA MAZZONI. ...non risponde alle normative dello Stato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Pecorella, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 6.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 6.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 414
Astenuti 14
Maggioranza 208
Hanno votato sì 283
Hanno votato no 131).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 6.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 6.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore ed invita i presentatori al ritiro dell'articolo aggiuntivo Buemi 6.0300.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mario Pepe 6.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in discussione è norma di buonsenso, volta a migliorare l'efficienza e la produttività dei magistrati in servizio, stabilendo degli standard minimi come, ad esempio, la presenza in ufficio durante l'orario di lavoro. Signor Presidente, quante volte non si riesce a formare il collegio giudicante perché manca un magistrato e non si sa dove trovarlo perché la reperibilità non è obbligatoria?
Addirittura, signor Presidente, c'era un magistrato che viveva in Brasile e che ogni tanto, ricordandosi di essere un magistrato, tornava in Italia! A questo magistrato, che non è una leggenda metropolitana, il CSM non ha mai comminato una sanzione disciplinare perché era un grande elettore di un'importante corrente politica del CSM stesso.
Ebbene, signor Presidente, il 23 ottobre presentai un ordine del giorno in questa direzione, che il Governo accolse, ma che poi non ha tradotto in norma: al coraggio delle parole il Governo ha fatto seguire la codardia...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIO PEPE. Stavo dicendo che al coraggio delle parole il Governo ha fatto seguire la codardia dei fatti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io a sostegno di questo articolo aggiuntivo presentato dal collega Mario Pepe. Nell'opporvi alla valutazione professionale dei magistrati basataPag. 131su un elemento esterno quale quello del concorso, avete utilizzato come motivazione il fatto che avremmo distolto il magistrato dalla sua attività ordinaria e quindi avete iniziato a parlare di un concorsificio, che alla fine sarebbe stato dannoso per l'amministrazione della giustizia.
Inviterei il Governo a rileggere bene questo articolo aggiuntivo presentato dal collega Mario Pepe che limita, ad esempio, la possibilità del magistrato di avere incarichi extragiudiziari se non rispetta alcuni standard per quanto riguarda i carichi di lavoro. Ebbene, penso che il porre un limite agli incarichi extragiudiziari debba essere una questione da affrontare...
PRESIDENTE. Deputato Lussana, concluda.
CAROLINA LUSSANA. ...e sicuramente assai gradita ai cittadini che, lo ripeto, dovrebbero essere il faro della nostra azione politica.
PRESIDENTE. Deputato Villetti, ha chiesto di parlare? Non vorrei che poi mi fosse rimproverato di non averle dato la parola! Prego, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, non volevo muoverle alcun rimprovero, anzi volevo lasciare agli atti della Camera un messaggio semplicissimo. Sapete che il gruppo de La Rosa nel Pugno, radicali e socialisti sono a favore della separazione delle carriere e penso che non sarà l'Europa ad avvicinarsi all'Italia, ma l'Italia che si adeguerà all'Europa e alla separazione delle carriere.
Non era, però, di questo che volevo parlare e sarò brevissimo. Quando fu votata la legge cosiddetta Castelli alla Camera mi alzai e, nella maggioranza di allora, dissi che non si vota una riforma della giustizia a maggioranza perché questa avrebbe potuto anche cambiare; che in altri termini sarebbe potuto accadere che il centrosinistra divenisse maggioranza e in quel caso bloccasse la legge cosiddetta Castelli, varando una nuova riforma. Si tratta di un meccanismo infernale perché ora votiamo contro l'opposizione una riforma della giustizia, ma se alle prossime elezioni il centrodestra vincerà, si affretterà a farne una nuova. Ma qual è Paese il civile che in Europa vara, ad ogni legislatura, una riforma della giustizia, della scuola o modifica l'esame di maturità? È un Paese impazzito, il nostro! Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e al Ministro della giustizia: noi, come centrosinistra, dobbiamo portare un elemento di normalità, dobbiamo rappresentare un'Italia normale, democratica, che si trovi unita sulle grandi riforme perché esse devono durare non una sola legislatura, ma almeno vent'anni (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, credo che questo articolo aggiuntivo proposto dal collega Mario Pepe sia di estrema efficacia perché tende a ridurre il numero dei magistrati che vengono distratti dalle loro funzioni ordinarie e quindi a rispondere alla domanda di implementazione dell'organico della magistratura rivolta da più parti. Inoltre, tende anche a ridurre i casi di gravissima incompatibilità nei quali molto spesso incorriamo come sistema pubblico, nonché i casi di conflitto di interessi.
Questa maggioranza è tanto appassionata al tema dei conflitti di interesse, però non pratica questo campo quando il conflitto di interessi riguarda chi amministra la giustizia. È molto importante che si regolamentino in maniera diversa gli incarichi extragiudiziari dei magistrati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, intervengo solo fare una battuta, perché non hoPag. 132capito se il collega Villetti, forse per il caldo, è su Marte o su questa terra. State governando da un anno - dico da un anno - e avete approvato la controriforma sulla scuola, state approvando quella sul sistema televisivo, sulle pensioni e sulla giustizia.
Mi spiega, l'onorevole Villetti, quando parla con i suoi colleghi della maggioranza, con chi parla? È meglio che si indirizzi da quella parte, perché in un anno siete riusciti a fare, o tentate di fare, quattro controriforme. Poi, venite a dire a noi che siamo una componente poco credibile di questa parte del Paese. Forse è meglio che vi guardiate allo specchio!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mario Pepe 6.01, non accettato dalla Commissione, né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 416
Astenuti 4
Maggioranza 209
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Buemi 6.0300. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal rappresentante del Governo.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, vorrei semplicemente ricordare al collega Raisi, prima di intervenire sul merito dell'emendamento, che le riforme che il medesimo ha citato in precedenza sono state tutte poste in essere dall'allora maggioranza di centrodestra contro l'opposizione di centrosinistra. È quindi evidente che quel meccanismo di cui ha parlato l'onorevole Villetti si perpetua, perché se la logica è fare da soli, man mano che la maggioranza cambia si va da soli, se ci sono i numeri.
LUCA VOLONTÈ. Ma allora votate contro!
ENRICO BUEMI. Detto questo, credo si debba ragionare sul merito delle questioni. L'articolo aggiuntivo che proponiamo si riferisce agli incarichi extragiudiziari: in particolare, si richiede che si predispongano standard valutativi del lavoro dei magistrati, perché prima di concedere l'autorizzazione agli incarichi extragiudiziari pensiamo che i magistrati debbano svolgere in primo luogo il lavoro, cui sono stati chiamati quando hanno affrontato il concorso in magistratura.
Prevediamo, inoltre, che i magistrati che chiedono l'autorizzazione a svolgere incarichi extragiudiziari abbiano corrisposto alle aspettative, agli standard che sono stati predisposti per valutare il loro lavoro, in senso sia quantitativo, sia qualitativo.
In terzo luogo, prevediamo che non si possano assegnare incarichi extragiudiziari a chi fa parte di uffici giudiziari che sono sotto organico, perché non ha senso logico ridurre la forza di un ufficio giudiziario per un incarico extragiudiziario quando c'è un arretrato di processi, sia nel civile sia nel penale, che supera quasi i dieci milioni di fascicoli.
Detto questo, vorrei ricordare al Presidente del Consiglio, al Ministro della giustizia e ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione che esiste una situazione di incompatibilità formale e sostanziale che riguarda il Capo di gabinetto del Ministro delle infrastrutture, che continua a rimanere nella sua posizione in una situazione di incompatibilità, in quanto membro del Consiglio superiore della magistratura amministrativa, Capo di gabinetto del Ministero delle infrastrutture e, conseguentemente, controllore di coloro che lo controllano. Questa è una situazione di illegalità inaccettabile che il santo vendicatore della legalità nel nostro Paese consente nel suo ministero. Questa è unaPag. 133vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, il CSM è stato particolarmente prodigo di incarichi extragiudiziari: sono quasi mille, il 10 per cento dell'intero corpo giudiziario. Ed è chiaro il motivo: il CSM ha bisogno di fare la campagna elettorale; ha bisogno degli elettori, e, come i partiti eleggono i deputati e i senatori, così il Consiglio Superiore della Magistratura e le correnti eleggono i loro rappresentanti, i quali, poi, rispondono tirannicamente a chi li ha eletti. È per questo che non comminano alcuna sanzione disciplinare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Buemi 6.0300, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata Suppa ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mario Pepe 6.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, vi sono molti magistrati che non amano esercitare la loro professione, ma preferiscono le segreterie dei ministeri. Dicevo prima che l'onorevole Pollastrini ne ha «imboscati» otto! Preferiscono fare gli assistenti di studio presso la Corte costituzionale! Pertanto, signor Presidente, signor Ministro, se non si approverà questo emendamento, i magistrati continueranno a disertare gli uffici, i tribunali, le corti, quindi, la sofferenza dei processi pendenti diventerà sempre più grave!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mario Pepe 6.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 293).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 7.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 134LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 7.1 e Mazzoni 7.300, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Pecorella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, pregherei i colleghi di prestare attenzione, perché il testo presentato dal collega Pecorella in realtà epura il testo del Governo di una parte pericolosa. Cosa significa che il Governo è delegato a sopprimere le norme dell'ordinamento giudiziario che siano tacitamente abrogate? Ciò significa, signor Ministro Mastella, concedere al Governo sostanzialmente una delega in bianco a sopprimere una serie di norme previste dalla legge attuale. È una delega totalmente in bianco; si utilizza una frase che non si rinviene mai nei testi di coordinamento con cui, generalmente, il Governo chiede la delega a revisionare il provvedimento. Non riesco a capire sinceramente cosa si nasconda dietro questa frase. Mi piacerebbe avere un chiarimento che, probabilmente, non arriverà...
PRESIDENTE. Lei deve concludere.
JOLE SANTELLI. Concludo velocemente.
PRESIDENTE. No, no, deve concludere.
JOLE SANTELLI. In tutte le deleghe al Governo non è mai prevista questa frase: cosa significa proprio sull'ordinamento giudiziario?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Pecorella, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato sì 129
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 7.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, con questo emendamento si intende correggere una svista di natura costituzionale. Con l'articolo 7, infatti, si delega il Governo ad operare l'abrogazione espressa delle disposizioni ritenute non più vigenti. Si tratta di una delega priva di indicazioni e, perciò, il Governo potrebbe far sparire, senza avere un mandato preciso, una serie di disposizioni riguardanti l'ordinamento giudiziario. Si tratta davvero di uno strappo costituzionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 7.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 294).
Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 412
Astenuti 13
Maggioranza 207
Hanno votato sì 283
Hanno votato no 129).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 7).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 8.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 8.400, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato sì 132
Hanno votato no 293).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 8.1 e Mazzoni 8.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che anche questo emendamento risponda ad una esigenza obiettiva: se questa notte il disegno di legge al nostro esame sarà approvato, a partire da dopodomani l'intero assetto dell'ordinamento giudiziario risulterà modificato. Ebbene: il minimo che si può chiedere è che vi sia un intervallo di tempo per adeguare le strutture alle nuove regole. Ecco perché si richiede che il provvedimento non entri in vigore domani o dopodomani, ma che vi sia il tempo perché le novità siano assorbite da parte della magistratura e degli uffici direttivi e semidirettivi.
LUCA VOLONTÈ. Purtroppo sono già pronti!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 8.1 e Mazzoni 8.300, non accettati dalla Commissione néPag. 136dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 127
Hanno votato no 295).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 413
Astenuti 15
Maggioranza 207
Hanno votato sì 285
Hanno votato no 128).
Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 8).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 88, comma 1, del Regolamento, gli ordini del giorno Li Causi n. 9/2900/3, in materia di disciplina dei concorsi notarili, e Galli n. 9/2900/47, in materia di spese di giudizio.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/2900/1...
PRESIDENTE. Per favore! Il deputato Baldelli ha chiesto la parola? Su cosa, per favore?
Prosegua pure, signor sottosegretario. Lentamente, la prego.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo, ripeto, non accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/2900/1...
PRESIDENTE. Mi scusi, signor sottosegretario. Avevo in precedenza interpellato il deputato Baldelli, il quale mi aveva risposto che non era sua intenzione intervenire. Per cortesia, deputato Leone, mi sto rivolgendo al deputato Baldelli al quale avevo rivolto la richiesta e che mi aveva risposto di «no». Non ho interpellato lei. Tuttavia, se il deputato Baldelli chiede di parlare sull'ordine dei lavori, ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché, prima di procedere all'espressione dei pareri, si dovrebbe passare alla fase dell'illustrazione degli ordini del giorno. Credo, infatti, vi siano colleghi che intendano illustrare il proprio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se qualcuno intende illustrare il proprio ordine del giorno, sta bene.
Il deputato Vitali ha facoltà di illustrare, per un minuto, il suo ordine del giorno n. 9/2900/21.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, si è consumato questa sera e si sta ancora consumando - ma è facile prevedere quale sarà l'epilogo definitivo - l'ultimo atto di questo percorso di controriforma dell'ordinamento giudiziario.
È stata smantellata una riforma che non aveva avuto il tempo neanche di entrare completamente in vigore, perché,Pag. 137evidentemente, l'Associazione nazionale magistrati ha dettato i tempi per la modifica di quello che ha sempre visto come fumo negli occhi, rifiutando di considerarlo, invece, come possibilità di modernizzare tutta l'istituzione, nell'interesse di chi vi partecipava ma, soprattutto, nell'interesse dei cittadini.
Nella controriforma al nostro esame, però, signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, evidentemente si è tenuto da parte ...
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Vitali.
LUIGI VITALI. ...l'interesse più importante, cioè l'accelerazione dei tempi della giustizia e la garanzia di un servizio efficiente e rapido ai cittadini, e si è pensato, piuttosto, di far mantenere ad una casta determinati privilegi, mentre non si è assolutamente pensato a migliorare il servizio giustizia.
Pertanto, il mio ordine del giorno n. 9/2900/21 impegna il Governo a riconsiderare, col tempo probabilmente, quando si sarà allentata la pressione di chi ha voluto questa controriforma, di adeguare questa iniziativa, affinché vi possa essere un servizio sempre più efficiente e celere nell'interesse della collettività.
PRESIDENTE. Il deputato Campa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/35.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il disegno di legge alla nostra attenzione, come è stato già ricordato in più occasioni, rappresenta una vera e propria controriforma rispetto a quella approvata nella scorsa legislatura. Ha ragione il collega Villetti quando afferma che questo comportamento è estremamente scorretto e non rispondente alle esigenze del nostro Paese, che avrebbe bisogno, invece, di riforme condivise.
Ma questa maggioranza non ha alcuna voglia di fare riforme condivise, né ha voglia di fare riforme, ma vuole semplicemente fare «cortesie» a qualcuno. Invece, essa finisce col fare «scortesie» al popolo italiano, tant'è che rispetto a questa prima e ultima significativa mancanza...
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Campa.
CESARE CAMPA. ... non vi è alcun riferimento ai principi dell'articolo 111 della Costituzione. L'ordine del giorno a mia firma, pertanto, impegna il Governo ad adottare ulteriori iniziative, e concludo, perché siano garantiti al popolo italiano i principi del giusto processo.
PRESIDENTE. Il deputato Marinello ha facoltà di illustrare, per un minuto, il suo ordine del giorno n. 9/2900/51.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2900/51 a mia prima firma, che pone una questione estremamente importante, quella dei tribunali cosiddetti minori, che, cioè, non hanno sede nei capoluoghi di provincia.
Rispetto alle dichiarazioni programmatiche del giugno-luglio dell'anno scorso e ad altri momenti pubblici, le dichiarazioni del Ministro Mastella e dei suoi collaboratori non hanno per niente tranquillizzato i territori interessati. Successivamente, il Ministro ha percorso, quasi peregrinato, l'intera Italia, sostenendo che l'intenzione del Governo era quella di mantenere inalterate le circoscrizioni giudiziarie e, quindi, la situazione attuale.
Noi riteniamo che i tribunali rappresentino un presidio di legalità, specie nelle regioni interessate dalla criminalità organizzata.
Con tale ordine del giorno solleviamo la questione e chiediamo al Governo un impegno e una risposta precisa.
PRESIDENTE. La deputata Santelli ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17, di cui è cofirmataria.
Pag. 138JOLE SANTELLI. Signor Presidente, tale ordine del giorno - sono, peraltro, consapevole che, purtroppo, non sarà approvato - è stato presentato, perché, con il provvedimento in esame, si cristallizza la situazione che ci siamo trovati a gestire e noi ad osservare, sotto il ricatto, utilizzando il termine corretto, della magistratura associata e ... signor Presidente è un po' difficile parlare in queste condizioni.
PRESIDENTE. Ha totalmente ragione. Anche qui siamo colpevoli perché stiamo cercando di ordinare i lavori.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Il Governo è un bivacco.
PRESIDENTE. Lei non urli. Per il momento presiede un'altra persona, poi quando presiederà lei ...
Invito a sciogliere i raggruppamenti nell'emiciclo. Per favore, vi prego di riprendere i propri posti. Non si può proseguire così! Se vogliamo perdere un po' di tempo, facciamolo pure, ma in queste condizioni non si consente all'Assemblea di lavorare. Mi rivolgo anche ai banchi del Governo. Invito i deputati che si trovano nell'emiciclo a rientrare nei loro banchi, per favore!
Prego la deputata Santelli di proseguire il suo intervento.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, con l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17 di cui sono cofirmataria chiedo al Governo di verificare gli effetti della disastrosa normativa che purtroppo questa sera diventerà legge. Credo non vi sarà il tempo, ma ove possibile, mi rivolgo alla maggioranza per immaginare insieme una nuova strada.
Il Parlamento non può legiferare sotto ricatto di una corporazione fortissima, ma soprattutto, sottosegretario Scotti e Ministro Mastella, conosciamo troppo bene i gravi difetti della nostra giustizia e della nostra magistratura. Forse, non tutto del provvedimento Castelli era perfetto e qualcosa si poteva migliorare, come tutte le leggi. Certo, il provvedimento in esame rappresenta il passo del gambero, perché torniamo indietro e diamo una vittoria politica a chi, per dieci anni, ha tenuto sotto scacco il Parlamento.
PRESIDENTE. Il deputato Tassone ha facoltà di illustrare, per un minuto, il suo ordine del giorno n. 9/2900/9.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho fatto ampiamente riferimento al significato che con tale provvedimento la scuola superiore di magistratura, anzi, le scuole superiori magistratura assumono.
Voglio ricordare al Ministro Mastella che, durante il precedente Governo, era stato firmato un provvedimento da parte del Ministro dell'economia e finanze e da parte del Ministro della giustizia che individuava tre sedi per quanto riguarda le scuole superiori della magistratura. Una di queste era stata individuata a Catanzaro. Con l'attuale provvedimento Catanzaro non c'è più, ma vi è Benevento. Non voglio entrare nel merito della scelta di Benevento, ma certamente Catanzaro ha subito uno scippo. Con l'ordine del giorno di cui sono firmatario invito il Governo a monitorare la situazione, anche perché Benevento non presenta le condizioni e sono anche disponibile ad ascoltare le motivazioni ...
PRESIDENTE. Deve concludere!
MARIO TASSONE. E soprattutto le conclusione da parte del Ministro. Signor Presidente, lei segue gli interventi? Stavo concludendo con un invito rivolto al Governo. Evidentemente, lei non segue - e mi dispiace dirlo - le argomentazioni che vengono svolte, perché un deputato si deve anche lasciare libero nella conclusione anche con il punto esclamativo.
PRESIDENTE. Il deputato è anche tenuto a programmare il suo intervento in modo da rimanere nei tempi.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
Pag. 139
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Scusate, così è impossibile proseguire i lavori. Invito ancora l'Assemblea ad adottare una modalità che consenta di svolgere gli interventi anche per il rispetto di chi parla, me compreso.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, mi ha tolto le parole di bocca. Siamo nella più completa confusione.
Se lei avesse la amabilità, dopo aver ascoltato i comodi della maggioranza a cui lei si adeguerà sicuramente, di farci sapere che cosa succederà d'ora in avanti, considerato che sono le 20, siamo nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno, dovremmo avere - forse, considerando anche che è dalle 15 che siamo in quest'aula - alcuni momenti di pausa e dovrebbe essere svolta anche l'informativa del Governo. Il sottosegretario Rosato è stato trattenuto ai banchi del Governo da oggi pomeriggio, ma ci dovrebbe rendere un'informativa sui gravissimi fatti avvenuti nel Gargano.
Se dobbiamo passare alle dichiarazioni di voto - stasera, domani mattina, domenica - le saremmo grati, signor Presidente se lei, dopo aver fatto gli accordi con la maggioranza, ce lo facesse sapere.
PRESIDENTE. Penso che noi, malgrado le difficoltà, stiamo proseguendo nel tentativo di corrispondere ai diritti ed anche un po' alle aspettative dei diversi gruppi. Naturalmente, ci sono incidenti ed io personalmente chiedo scusa al deputato Tassone per aver effettuato una interruzione, forse troppo automatica, ma comunque, essendo esperto di problemi d'Assemblea, sa che non si possono regolare i lavori se non dal banco della Presidenza e quindi l'ascolto ad esponenti della maggioranza e dell'opposizione è dovuto; del resto, il deputato Leone mi è testimone di un ascolto anche nei suoi confronti.
Sulla base di una richiesta che è prevenuta da forze dell'opposizione abbiamo lavorato, e stiamo lavorando, per poter conseguire la diretta televisiva, come ci era stato richiesto.
Penso che dopo lo svolgimento di uno o due interventi saremo in grado di avanzare all'Assemblea una proposta definitiva per il prosieguo dei nostri lavori che tenga conto sia della richiesta dell'opposizione di avere un'informativa del Governo sugli incendi verificatisi, che mi sembrava essere giustamente perorata e non credo che ora diventi meno importante solo perché si è mosso di qualche ora il nostro orologio, sia del fatto di poter avere la diretta televisiva. La Presidenza opera perché entrambe queste richieste possano essere esaudite. Saremo in grado dopo lo svolgimento di uno o due interventi di avanzare una proposta conclusiva in tal senso.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, ci sono diversi colleghi che non hanno trovato ancora il fascicolo degli ordini del giorno. Vorrei, pertanto, capire quali ordini del giorno erano stati considerati inammissibili e quali devono essere invece inseriti in un fascicolo che o è in distribuzione in questo momento o sarà distribuito a breve, anche per organizzare gli interventi, signor Presidente, e dare la possibilità ai colleghi di leggere il testo degli ordini del giorno sul fascicolo, aiutandone notevolmente l'illustrazione.
PRESIDENTE. Il fascicolo degli ordini del giorno verrà ora distribuito, ma quando siamo passati all'esame degli ordini del giorno ho avvertito l'Assemblea che due soli ordini del giorno non erano ritenuti ammissibili e cioè gli ordini del giorno Li Causi n. 9/2900/3 e Galli n. 9/2900/47. Tutti gli altri sono stati ammessi, sono in distribuzione e sarà possibile leggerli anche nel loro ordine.
Il deputato La Loggia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/34.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, approfitto del minuto a mia disposizione anche per dire, se mi può ascoltare brevemente, che, certamente, aver avuto laPag. 140possibilità di leggere gli ordini del giorno nel loro complesso avrebbe dato anche la possibilità di un maggiore coordinamento delle nostre valutazioni. Tuttavia, forse il breve intervallo che certamente ci sarà ad un certo punto dei nostri lavori avrebbe potuto aver luogo tra la fine dell'esame degli articoli e degli emendamenti e l'inizio dell'illustrazione degli ordini del giorno.
Ad ogni buon conto, come si suol dire, l'ordine del giorno si illustra da sé. Esso è sostanzialmente coerente con le valutazioni svolte dal collega Villetti prima; certamente, sarebbe più opportuno se vi fosse una pausa di riflessione prima di far entrare in vigore la riforma in discussione. L'ordine del giorno, da me e da altri presentato, impegna il Governo a soprassedere all'entrata in vigore di questa riforma.
PRESIDENTE. Ricordo all'Assemblea che i tempi sono esauriti, compresi quelli aggiuntivi, a titolo personale e i tempi ad essi aggiuntivi. Gli interventi che loro stanno svolgendo avvengono al di fuori dei tempi contingentati; quindi, trovo che le rimostranze, da questo punto di vista, siano del tutto gratuite. Anzi, considerato che l'elenco di coloro che intendono illustrare gli ordini del giorno si allunga, vorrei invitare l'Assemblea a ridurre a trenta secondi i tempi dei loro interventi.
Comunico che, esaurito l'esame degli ordini del giorno, effettueremo una breve sospensione, al termine della quale si svolgerà l'informativa urgente del Governo sugli incendi boschivi. Le dichiarazioni di voto, in diretta televisiva, avranno inizio alle ore 23,35, alle quali seguirà il voto finale.
Il deputato Fasolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/33.
Scusate, vorrei, senza che io sia costretto a dire i nomi, che gli assistenti parlamentari invitassero i deputati a sciogliere i capannelli. Non capisco come loro possano pensare che si svolgano così i lavori, eppure sono esperti! Deputato Fasolino, prego, può intervenire.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, sono stato a lungo combattuto se presentare o meno l'ordine del giorno con il quale si propone che vengano applicati ai futuri magistrati i criteri già in uso per altri servitori dello Stato, come Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza. Incombe il rischio di essere fraintesi; in realtà nutro un grande rispetto per la magistratura....
PRESIDENTE. La invito a rispettare il tempo, per favore.
GAETANO FASOLINO. Nel mio animo conservo sempre vivo il ricordo del sacrificio di Giacumbi, Chinnici, Borsellino...
PRESIDENTE. Deputato Fasolino, deve concludere.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, ma lei mi ha tolto il tempo rivolgendosi all'Assemblea!
PRESIDENTE. Ma l'ho conteggiato.
GAETANO FASOLINO. Se lei mi concede quei venti secondi che mi ha tolto...
PRESIDENTE. Li prenda.
GAETANO FASOLINO. ... Falcone, Bachelet e tanti altri. Vi è sempre il pericolo che un ufficio delicato quanto altri mai possa essere offuscato da comportamenti impropri. Purtroppo, è spesso accaduto. È dovere, quindi, del legislatore predisporre le misure affinché ciò non possa accadere mai.
PRESIDENTE. Il deputato Beltrandi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/56.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, l'ordine del giorno ha ad oggetto gli incarichi extragiudiziari. Più volte è intervenuto il CSM a limitarli; qualche riforma è stata adottata anche in ambito legislativo, ma sono ancora tanti e troppi. Ebbene, soprattutto quelli che riguardano i distacchi presso il Ministero della giustiziaPag. 141costituiscono un'ulteriore piaga perché, evidentemente, hanno a che vedere con altri...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO BELTRANDI. Noi proponiamo...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
MARCO BELTRANDI. ...semplicemente che il Governo si impegni a rivedere la legislazione in materia (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Deputato Beltrandi, ha terminato il tempo a sua disposizione. Chiedo collaborazione ai colleghi a rimanere nei tempi previsti. Ribadisco, ancora una volta, all'Assemblea che come tempi siamo già andati oltre.
La deputata Armosino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/69.
MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno si chiede, riguardo all'articolo 6, di monitorare l'efficienza dell'attività dei magistrati in sede amministrativa, civile e penale e ciò al fine di decidere successivamente come distribuire incarichi e come regolamentare l'attività.
Non vorrei, in sostanza, che ancora una volta, con il provvedimento in esame, dessimo al Paese non tanto quello che ci chiede, ovvero la soluzione dei problemi della giustizia, quanto un aggiustamento di casta.
ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, vorrei soltanto ricordare che noi non abbiamo esaurito i nostri tempi. Il gruppo della Rosa nel Pugno non credo che abbia esaurito i tempi a sua disposizione.
PRESIDENTE. Gli uffici mi dicono che sono esauriti i tempi.
ENRICO BUEMI. Anche i nostri tempi?
PRESIDENTE. Così mi dicono. Se vuole, venga a verificare, la prego.
La deputata Balducci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2900/11.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, per chiarezza: credo di avere il diritto a cinque minuti di tempo. Comunque, brevissimamente, illustrerò anche gli ordini del giorno Pellegrino n. 9/2900/10, Zanella n. 9/2900/12 e Boato n. 9/2900/13, di cui sono cofirmataria.
Inizio dall'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2900/10, relativo alla valutazione della professionalità e all'accesso alle funzioni di legittimità. Il testo prevede che i magistrati debbano essere sottoposti ogni quadriennio alla valutazione delle professionalità, fino al superamento della settima valutazione. Quando si parla di capacità, laboriosità e diligenza del magistrato è chiaro che entrano in gioco stime che possono variare e oscillare da soggetto a soggetto. Bisogna, quindi, che le metodologie di valutazione siano agganciate a parametri certi, al fine di evitare ogni possibile discriminazione tra magistrati valutati. E ciò, in particolare, per quanto riguarda i magistrati di legittimità per i quali la legge prevede una deroga a tale regola, limitatamente al 10 per cento dei posti vacanti.
In merito al mio ordine del giorno n. 9/2900/11 che riguarda i consigli giudiziari, noi vorremmo - e ciò è già stato sostenuto dai colleghi dell'opposizione - sottolineare l'esigenza di assicurare un apporto più incisivo degli avvocati nel sistema di valutazione delle professionalità dei magistrati. Credo, infatti, che non si possa negare la conoscenza diretta dei problemi ambientali, negli uffici giudiziari, da parte degli avvocati sulla scorta della loro esperienza sul campo. Ritengo, quindi, che, avendo l'avvocato una funzione il cui alto lignaggio è riconosciutoPag. 142dalla Costituzione negli articoli 24 e 111, sia necessario e opportuno - questo è l'invito - che il Governo si impegni ad assumere tutte le iniziative volte a consentire apporti più significativi e diretti degli avvocati nel sistema di valutazione delle professionalità dei magistrati.
L'ultimo ordine del giorno, Boato n. 9/2900/13, riguarda gli incarichi extragiudiziali. Con tale ordine del giorno - è già stato detto da alcuni colleghi - vorrei richiamare l'attenzione della Camera sul tema degli incarichi extragiudiziali dei magistrati. È opportuno, infatti, monitorare con dovuta attenzione tale fenomeno. Con l'ordine del giorno chiediamo che il Governo si impegni a riferire periodicamente alla Camera sugli incarichi extragiudiziari affidati ai magistrati in modo da evidenziare il numero dei magistrati occupati, la natura degli incarichi e il tipo di impegno che hanno comportato.
PRESIDENTE. Il deputato Forgione ha facoltà di illustrare per trenta secondi il suo ordine del giorno n. 9/2900/6.
FRANCESCO FORGIONE. Signor Presidente, segnalo al Governo due ordini del giorno. L'ordine del giorno Giachetti n. 9/2900/8 riguarda i magistrati che hanno ricoperto incarichi, direttivi e semidirettivi, per più di otto anni. Si tratta di un'esigenza avvertita soprattutto negli uffici, laddove non deve andare dispersa la memoria accumulata nella lotta contro la mafia. Con questo ordine del giorno, segnaliamo al Governo l'esigenza di programmare la loro sostituzione, affinché non vi sia in modo tranchante una sospensione di questa memoria e di questa capacità di informazioni e di lavoro accumulata nel corso degli anni.
Il mio ordine del giorno, invece, impegna il Governo a destinare una parte delle risorse confiscate alle organizzazioni criminali alla Direzione nazionale antimafia ed alle relative direzioni distrettuali.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/2900/1, mentre accetta l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/2900/2. L'ordine del giorno Li Causi n. 9/2900/3 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accetta gli ordini del giorno Zaccaria n. 9/2900/4, Maran n. 9/2900/5, Forgione n. 9/2900/6, Suppa n. 9/2900/7 e Giachetti n. 9/2900/8. Per l'ordine del giorno Tassone n. 9/2900/9 cedo la parola al Ministro della giustizia Mastella.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Tassone, ho chiesto di intervenire per eliminare alcuni elementi che, un po' «a ruggine», si sono calati rispetto a quella che è apparsa una mia indebita decisione, ovverossia la scelta delle province dove ubicare la scuola superiore della magistratura. Si parla di Benevento, ma nessuno dice che, in realtà, sono cambiate due province su tre. Comunque, per quanto riguarda, accetto anche questo.
Quando sono diventato, grazie al Presidente Prodi, per sua scelta, Ministro della giustizia, mi sono ritrovato sul mio tavolo una decisione non mia, ma dell'agenzia del demanio della Calabria, in cui si sosteneva che non sussistevano le condizioni logistiche per la localizzazione e la realizzazione della scuola di formazione dei magistrati in quel di Catanzaro.
È evidente che, da questo punto di vista, non essendovi le condizioni, e potendo io decidere, l'ho fatto. Pertanto, rispetto alle province di Bergamo, Latina e Catanzaro, potendo io assumere una decisione a carattere amministrativo, ho preferito scegliere Bergamo, Firenze e Benevento.
Con molta pacatezza le propongo di ritirare il suo ordine del giorno. Mi rendo conto che, con l'incalzare di esigenze di natura territoriale, c'è una sorta di forzatura di cui i parlamentari sono oggetto. Allora, vediamo come è possibile trovare motivi di compensazione tra il Governo, la regione, i parlamentari dell'opposizione, ma lasciando quello che c'è.Pag. 143
In conclusione, onorevole Tassone, a suo parere io avrei compiuto una scelta che lei ritiene non in regola, sebbene non comprendo di quale regola parli. Ma voi dell'opposizione dovete spiegarmi in quale regola stava scritto che le sedi della scuola dovessero essere ubicate nelle province di Catanzaro, Latina e Bergamo. Non comprendo nemmeno sulla base di quale valutazione avevate fatto quella scelta! Oggi a me parrebbe più opportuno e giusto procedere con il metodo di utilizzare un criterio compensativo anche per la provincia di Catanzaro. Questa è la mia proposta: le chiedo pertanto, onorevole Tassone, di ritirare il suo ordine del giorno (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
LUCA VOLONTÈ. Splendido!
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sui successivi ordini del giorno presentati.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2900/10, se riformulato nel modo seguente: sostituire le ultime due righe del secondo capoverso della premessa con le seguenti parole: «comporta intrinseci aspetti di discrezionalità».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Balducci n. 9/2900/11 e Zanella n. 9/2900/12.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Boato n. 9/2900/13, vi è sul sito del Consiglio superiore della magistratura la possibilità di leggere qualunque incarico. Comunque, il Governo non ha alcuna difficoltà ad accoglierlo come raccomandazione.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Laurini n. 9/2900/14 e Crisci n. 9/2900/15.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Consolo n. 9/2900/16.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «premesso che è stato esaminato un testo molto articolato e complesso, su una tematica così importante come l'ordinamento giudiziario, impegna il Governo a valutarne gli effetti applicativi e a riferire periodicamente al Parlamento ai fini di eventuali ed opportune iniziative».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Paroli n. 9/2900/18 e Costa n. 9/2900/19.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Leone n. 9/2900/20 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nella premessa sopprimere da: «La riforma approvata dal Parlamento» fino a: «legalità»; sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a valutare gli effetti del nuovo testo in tema di ordinamento giudiziario sull'efficienza della giustizia e a riferirne periodicamente al Parlamento».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Vitali n. 9/2900/21 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: la premessa è uguale a quella dell'ordine del giorno Leone n. 9/2900/20; il dispositivo è sostituto con il seguente: «a valutare, anche in sede di presentazione della relazione al Parlamento, prevista dall'ordinamento giudiziario, le conseguenze applicative del provvedimento».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Gelmini n. 9/2900/22, Mormino n. 9/2900/23, Bertolini n. 9/2900/24, Santelli n. 9/2900/25, Bruno n. 9/2900/26, Verdini n. 9/2900/27 e Boscetto n. 9/2900/28.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2900/29 a condizione che sia accolta la stessa riformulazione proposta per l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Carfagna n. 9/2900/30, Mario Pepe n. 9/2900/31 ed Elio Vito n. 9/2900/32.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/2900/33 a condizione che sia accolta la stessa riformulazione proposta per l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno La Loggia n. 9/2900/34 e Campa n. 9/2900/35.Pag. 144
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Cagno Abbrescia n. 9/2900/36 a condizione che sia accolta la stessa riformulazione proposta per l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2900/17, in quanto di contenuto analogo.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Lussana n. 9/2900/37, in quanto il diritto industriale è già compreso nel diritto commerciale. Il Governo accetta l'ordine del giorno Goisis n. 9/2900/38. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Dussin n. 9/2900/39 e Filippi n. 9/2900/40. Il Governo accetta l'ordine del giorno Dozzo n. 9/2900/41.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Allasia n. 9/2900/42 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo, poiché s'invita il Governo ad adottare iniziative per rendere più sollecita la giustizia, dopo le parole: «ulteriori iniziative normative» sono inserite le seguenti parole: «, oltre quelle già realizzate dal Ministro della giustizia in materia di processo civile, processo penale e ufficio per il processo,». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2900/43.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fugatti n. 9/2900/44.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fava n. 9/2900/45.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Montani n. 9/2900/46.
L'ordine del giorno Galli n. 9/2900/47 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Pecorella n. 9/2900/48 e Garagnani n. 9/2900/49.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Iannarilli n. 9/ 2900/50.
Il Governo accoglie, altresì, come raccomandazione l'ordine del giorno Marinello n. 9/2900/51, a condizione che il primo capoverso del dispositivo venga riformulato nei termini seguenti: «impegna il Governo ad adottare le opportune misure affinché nella eventuale revisione delle circoscrizioni giudiziarie si tenga particolare conto di tribunali che, seppure di minore entità, insistono in territori dove è più radicata la criminalità organizzata». Se i proponenti accettano la riformulazione proposta, il Governo è favorevole.
Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2900/52 per ulteriori approfondimenti, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Buemi n. 9/2900/53, perché bisogna implementare le nostre banche dati immettendo anche richieste di incriminazioni e rinvii a giudizio che non sono già inseriti nelle stesse banche.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Angelo Piazza n. 9/2900/54, a condizione che venga riformulato sostituendo le parole «sino ad oggi» (che farebbero riferimento ad un arco temporale che va dal 1941 in poi) con le parole «negli ultimi cinque anni».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mellano n. 9/2990/55, nonché l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/2900/56, a condizione che il dispositivo venga riformulato nei seguenti termini: «impegna il Governo a limitare questi incarichi a legislazione vigente per i casi in cui sia obbligatoria la presenza di un magistrato».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Milanato n. 9/2900/57, a condizione che il dispositivo venga riformulato nei seguenti termini: «impegna il Governo a monitorare gli effetti del provvedimento in esame, valutando la possibilità e l'opportunità di adottare ulteriori iniziative rivolte a curare la qualificazione professionale dei magistrati con particolare riferimento alle problematiche della concorrenza, del contrasto della contraffazione delle merci e della tutela dei diritti dei consumatori».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Nan n. 9/2900/58 a condizione che il dispositivo venga riformulato nei seguenti termini: «impegna il Governo a monitorare gli effetti del provvedimento e ad adottare ulteriori iniziative rivolte a curare la qualificazione professionale dei magistrati con particolare riguardo alle tecniche dell'investigazione e in rapporto alle specifiche funzioni esercitate».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Bernardo n. 9/2900/59, Paniz n. 9/2900/60, Casero n. 9/2900/61 e RavettoPag. 145n. 9/2900/62, che comunque è assorbito dall'ordine del giorno Beltrandi n. 9/2900/56, così come riformulato, perché identico nel contenuto.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2900/63, nel testo redatto, ma lo stesso può essere assorbito dall'ordine del giorno Beltrandi n. 9/2900/56, nella riformulazione proposta.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fedele n. 9/2900/64, ma può essere assorbito dall'ordine del giorno Buemi n. 9/2900/53 nella riformulazione proposta, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/2900/65.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Jannone n. 9/2900/66, il Governo non accetta l'eliminazione del «di norma» perché tale espressione conferisce maggiore elasticità al testo ai fini della cadenza dei concorsi, in considerazione sia dell'esigenza di coprire i posti vacanti sia soprattutto del risparmio dei costi, per non bandire concorsi con pochi posti a disposizione.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Fabbri n. 9/2900/67 e Biancofiore n. 9/2900/68.
Il Governo non accetta, altresì, l'ordine del giorno Armosino n. 9/2900/69 e, comunque, esso è assorbito da altri ordini del giorno per i quali è stata proposta la riformulazione.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/2900/70, mentre non accetta gli ordini del giorno Aprea n. 9/2900/71 e Crosetto n. 9/2900/72.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Prendo atto che l'onorevole Barani insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/1, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barani n. 9/2900/1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 291).
Ricordo che gli ordini del giorno Tenaglia n. 9/2900/2, Zaccaria n. 9/2900/4, Maran n. 9/2900/5, Forgione n. 9/2900/6, Suppa n. 9/2900/7, Giachetti n. 9/2900/8 sono stati accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Tassone se accetta l'invito al ritiro, formulato dal Governo, del suo ordine del giorno n. 9/2900/9.
MARIO TASSONE. No, signor Presidente, insisto per la votazione. Prendo atto delle dichiarazioni del Ministro. Ovviamente potremmo discutere a lungo sulla vicenda che ha interessato le città di Benevento e di Catanzaro.
Pur prendendo atto dell'invito al ritiro, non posso accedervi, perché è in corso un giudizio presso la giustizia amministrativa. Peraltro, il mio ordine del giorno fa esplicito riferimento ad una valutazione sull'opportunità di procedere ad una nuova individuazione delle sedi della Scuola superiore della magistratura, lasciando ovviamente al Governo una valutazione così ampia, che può anche comprendere le motivazioni portate alla nostra attenzione.
PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che l'onorevole Tassone insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/ 2900/9, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/2900/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 393
Astenuti 8
Maggioranza 197
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 291).
Onorevole Pellegrino, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/10?
TOMMASO PELLEGRINO. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Balducci n. 9/2900/11, Zanella n. 9/2900/12, Boato n. 9/2900/13, accolti come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Laurini n. 9/2900/14 e Crisci n. 9/2900/15 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Consolo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/16, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Consolo n. 9/2900/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 301).
Prendo atto che l'onorevole Baldelli accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/17.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paroli n. 9/2900/18.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paroli n. 9/2900/18, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato sì 113
Hanno votato no 293).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Costa n. 9/2900/19, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costa n. 9/2900/19, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 296).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dei rispettivi ordini del giorno Leone n. 9/2900/20 e Vitali n. 9/2900/21 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gelmini n. 9/2900/22, non accettato dal Governo.Pag. 147
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gelmini n. 9/2900/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mormino n. 9/2900/23, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mormino n. 9/2900/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bertolini n. 9/2900/24, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/2900/24, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 111
Hanno votato no 293).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/2900/25, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/2900/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 119
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bruno n. 9/2900/26, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno n. 9/2900/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 296).
Prendo atto che il deputato Piro ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Verdini n. 9/2900/27.
Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verdini n. 9/2900/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 294).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Boscetto 9/2900/28 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/2900/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 414
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 297).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fontana n. 9/2900/29.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carfagna n. 9/2900/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 411
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/2900/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 295).
Prendo atto che il deputato Fasolino accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/33 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/2900/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 149
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato sì 119
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno, che erroneamente non era stato posto in votazione, Mario Pepe n. 9/2900/31, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa n. 9/2900/35, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Di Cagno Abbrescia n. 9/2900/36 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che la deputata Lussana insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/37.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lussana n. 9/2900/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 290).
Ricordo che l'ordine del giorno Goisis n. 9/2900/38 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Dussin n. 9/2900/39 e Filippi 9/2900/40, accolti come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Dozzo n. 9/2900/41 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Allasia accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/42 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Grimoldi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/43, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fugatti n. 9/2900/44.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/2900/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 293).
Prendo atto che il deputato Piro ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che il deputato Fava non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2900/45, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/2900/46, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 298).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pecorella n. 9/2900/48, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/2900/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 292).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/2900/50, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al deputato Marinello se accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/51.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente accetto la riformulazione proposta dal Governo; tuttavia, poiché essa di fatto modifica sostanzialmente, alleggerisce e edulcora il contenuto del mio ordine del giorno, chiedo se il sottosegretario sia disponibile ad accettarlo, ma non come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario Scotti, qual è il parere del Governo al riguardo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/2900/51, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo alla deputata D'Ippolito Vitale se accede all'invito al ritiro formulato dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/52.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno a mia firma n. 9/2900/52, ponendo soprattutto l'accento e l'attenzione alla motivazione, che anticipa una volontà di approfondimento sulla richiesta avanzata nel dispositivo dello stesso ordine del giorno. D'altra parte, le dichiarazioni rese dal ministro in quest'aula, con riferimento all'ordine del giorno Tassone n. 9/2900/9...
Pag. 151PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Solo due precisazioni veloci. Dicevo, che tali dichiarazioni rafforzano l'opportunità di una scelta in questa direzione. Infatti...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Mi faccia esporre il concetto fondamentale...
PRESIDENTE. No, non può.
IDA D'IPPOLITO VITALE. ...pur contenendo le sottolineature dell'ordine del giorno Tassone n. 9/2900/9, il mio va oltre: introduce e richiama l'attenzione del Governo sull'opportunità di ulteriori...
PRESIDENTE. Deputata D'Ippolito Vitale, deve concludere.
IDA D'IPPOLITO VITALE. ...provvedimenti e scelte, che possano dare ristoro al sacrificio subito dalla città di Catanzaro.
PRESIDENTE. Prendo, quindi, atto che la deputata D'Ippolito Vitale accede all'invito al ritiro formulato dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2900/52.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Buemi n. 9/2900/53, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Angelo Piazza n. 9/2900/54.
Ricordo che l'ordine del giorno Mellano n. 9/2900/55 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo degli ordini del giorno Beltrandi n. 9/2900/56, Milanato n. 9/2900/57 e Nan n. 9/2900/58.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardo n. 9/2900/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 408
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paniz n. 9/2900/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Casero n. 9/2900/61, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 298).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ravetto n. 9/2900/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 383
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato sì 106
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2900/63, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedele n. 9/2900/64, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 298).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/2900/65, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/2900/66, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri n. 9/2900/67, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Biancofiore n. 9/2900/68, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 419Pag. 153
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 295).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/2900/69, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 292).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/2900/70, accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/2900/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 416
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 295).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crosetto n. 9/2900/72, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione)
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 294).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
In morte di Giovanni Pesce (ore 20,45).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, solo un minuto per informare la Camera della scomparsa avvenuta oggi a Milano, alle ore 12,30, di Giovanni Pesce, figura leggendaria e medaglia d'oro della Resistenza e della lotta di liberazione (Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo - Prolungati applausi), uno di quegli uomini, al coraggio e alla passione democratica dei quali il nostro Paese deve la conquista della democrazia repubblicana. Migrante minatore in Francia, nel 1935 aveva aderito al Partito comunista, e a 17 anni, dopo avere ascoltato Dolores Ibarruri, entrò nelle Brigate internazionali durante la guerra civile spagnola. Successivamente, sperimentò il duro confino fascista a Ventotene e nel 1943 fu tra gli organizzatori dei GAP, prima a Torino e poi a Milano, dove fu tra i protagonisti della Liberazione. Fu sempre, senza tregua, per tutta la sua vita, testimone acuto dell'antifascismo.
Ritengo giusto e sono certo di farmi interprete non solo dei sentimenti del gruppo di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, ma anche di tutti i colleghi parlamentari presenti in quest'aula, che la Camera dedichi al comandante GiovanniPag. 154Pesce, al comandante Visone un ricordo commosso e grato e rivolgo ai suoi familiari, alla signora Nori, anch'ella luminosa figura della lotta partigiana, e alla figlia Tiziana, un affettuoso saluto in segno di cordoglio (Prolungati applausi, cui si associano i membri del Governo).
PRESIDENTE. In segno di lutto, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea e i membri del Governo osservano un minuto di silenzio - Generali Applausi).
Sull'ordine dei lavori (ore 20,49).
PRESIDENTE. Come annunciato, sospendiamo l'esame del provvedimento, per riprenderlo alle 23,35 con le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta.
Alle 21,45, dopo la sospensione della seduta, avrà luogo l'informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi.
Sospendo pertanto la seduta fino alle 21,45.
La seduta, sospesa alle 20,50, è ripresa alle 21,45.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boco, Bonelli, Chiti, Cordoni, Damiano, D'Antoni, De Castro, Del Mese, De Piccoli, Donadi, Duilio, Fabris, Fioroni, Folena, Forgione, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giovanardi, Levi, Lucà, Maroni, Migliore, Morrone, Mussi, Leoluca Orlando, Parisi, Piscitello, Pisicchio, Pollastrini, Prodi, Ranieri, Santagata e Sgobio sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi (ore 21,48).
PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, avranno luogo gli interventi dei rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Sottosegretario di Stato per l'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno Ettore Rosato.
ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sono particolarmente contento di essere oggi in quest'aula per relazionare la Camera sulla situazione verificatasi in questi giorni, iniziando col fare un quadro di quanto accaduto oggi e della situazione attuale, che - anche se è difficile usare questa parola in queste circostanze - va verso una normalizzazione. È difficile usare questa parola perché comunque oggi ci sono stati più di 300 incendi nella penisola, ma non siamo nella situazione dei giorni passati, anzi possiamo dire che essa è sotto controllo anche se oggi abbiamo vissuto alcuni momenti particolarmente complessi e difficili ad Ascoli Piceno, in provincia di Roma, in Calabria - sia a Cosenza sia a Catanzaro - a Salerno e ad Avellino. In provincia di Roma è stata anche interrotta la A1, in località Valmontone, c'è stato anche qualche altro episodio in Abruzzo e in Sardegna e a Bologna c'è stato anche un intervento sulla linea ferroviaria.
Abbiamo continuato nel rafforzamento dei dispositivi di sicurezza in collaborazione con tutte le regioni. Abbiamo inviatoPag. 155altri trenta vigili del fuoco in Abruzzo come supporto, in Calabria è stato conservato il dispositivo di ulteriori cento vigili del fuoco; la forestale e i vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni, insomma le regioni hanno mobilitato in maniera massiccia tutto il sistema di volontariato e devo dire che anche molte amministrazioni comunali hanno compiuto un grande sforzo per mettere in campo tutte le risorse del volontariato e del personale a loro disposizione per dare un segnale di grande attenzione rispetto a questa emergenza particolarmente grave che ha colpito il nostro Paese.
È una situazione straordinaria quella che si è venuta a creare, derivata essenzialmente da due fattori, uno di carattere climatico dovuto ad un mix tra le temperature molto alte - che tutti abbiamo percepito - e il vento che le ha accompagnate e una situazione di siccità diffusa sul territorio. L'altro elemento è stato quello criminale, che sicuramente ha contribuito in maniera rilevantissima ed ha accompagnato e trovato terreno fertile nella situazione climatica.
Non sono certo in quest'aula per fare il profilo dei piromani perché ci hanno provato in molti, dico però che esistono tante tipologie umane deviate, persone che ci guadagnano, che ci godono, che hanno un grande senso di incoscienza e probabilmente le indagini sono indirizzate anche in questo senso, ma in qualche località c'è anche la mano della criminalità organizzata. Quello che senz'altro va rimarcato è che gli incendi sono per la stragrande maggioranza di natura dolosa e questo è un problema su cui dobbiamo avere la capacità di confrontarci con grande attenzione. In questi giorni ci sono stati almeno dieci arresti - secondo le ultime notizie che ci sono giunte - ma ci sono state anche moltissime segnalazioni all'autorità giudiziaria, che ci auguriamo possano portare, nel caso in cui le persone segnalate siano effettivamente ritenute colpevoli, al loro arresto.
Il culmine dell'emergenza si è registrato il 24 luglio, lo ricordiamo tutti. Quel giorno, solo per fornire qualche elemento utile a quantificare la drammaticità della situazione, sono pervenute solo ai centralini dei vigili del fuoco 40 mila chiamate, con 2 mila interventi da parte degli stessi vigili.
A ciò si aggiungano le chiamate al centralino del 1515 del Corpo forestale, gli interventi del Corpo forestale, quando non erano coordinati con quelli dei vigili del fuoco. Cento sono state le richieste al C.O.A.U., la sala operativa nazionale del coordinamento della protezione civile, dei mezzi e della flotta aerea, con il doppio dei picchi massimi registrati nel 2003, l'anno più caldo negli ultimi cinquant'anni (questo per dare un segnale della situazione che si è determinata).
Affermo ciò, con la consapevolezza che il Paese si era preparato a fronteggiare una situazione, così come ogni anno, perché non è che gli incendi estivi rappresentino una novità. La straordinarietà degli incendi dell'estate in corso è data da questi picchi, che si sono concentrati in queste giornate e che si sono estesi su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, il Presidente del Consiglio ha dettato gli indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione 2007 fin dal 1o giugno 2007, inviando una nota a tutte le regioni ed a tutti i ministeri coinvolti ai fini della predisposizione, nel rispetto delle competenze attribuite dalla legge n. 353 del 2000, delle misure necessarie a fronteggiare questa emergenza.
In tale nota si rimarcava, in particolare, il nocciolo e l'essenza del lavoro da portare avanti: mi riferisco al lavoro congiunto che consente di costruire una forte sinergia nello svolgimento di questa attività, nella quale si registrano una parcellizzazione di competenze - dobbiamo dircelo - soprattutto operative e l'intervento di diversi soggetti: dal volontariato alle amministrazioni regionali con la protezione civile regionale. Vi sono poi le competenze dei vigili del fuoco, della forestale, del dipartimento nazionale di protezione civile, nelle sue funzioni, in particolare, di controllo e di governo della flotta aerea.Pag. 156
Tutto questo deve funzionare con un forte spirito di collaborazione istituzionale e affermo che questo spirito si è riscontrato in maniera importante. Si sono registrate certo, come sempre, alcune difficoltà operative, ma ogni anno si cerca di fare in proposito dei passi avanti. Credo che anche quest'anno qualche passo avanti importante si sia compiuto.
L'attività di prevenzione e quella di spegnimento - lo prevede la legge - compete alle regioni. In questi anni tutte le regioni - lo dico con riferimento a quelle governate dal centrosinistra e dal centrodestra, prima o dopo, perché poi questa non è un'attività che ha di per sé un colore politico - si stanno impegnando su questo fronte.
È importante rimarcare sempre che si tratta di un'attività, nella quale gli investimenti che si sono effettuati spesso vedono il loro frutto quando gli incendi si riescono a governare, non quando non ci si riesce, naturalmente. Quindi, investire in questo ambito significa fare in modo che vi siano dei frutti, che il territorio venga preservato e non «mangiato», come è successo in questo caso in maniera così evidente.
Tuttavia, questa è stata - e lo è ancora - un'estate particolarmente calda. Non vorrei entrare in tutti i dettagli che riguardano i fatti accaduti nelle diverse località, ma credo sia importante fornire alcuni elementi; mi riferisco, in particolare a quelli più gravi che hanno riguardato la Puglia.
Quando parlo della Puglia mi riferisco, in particolare, al Gargano, alle situazioni più critiche della zona di Vieste e Peschici, ma anche dei comuni di Vico, Lesina e Mattinata, di tutta l'area del Subappennino Dauno, in cui, purtroppo, le vittime sono passate da due a tre, come sicuramente avete tutti saputo, con la morte di Domenico De Nittis, ustionato grave, che non ha superato la fase critica.
Naturalmente, si sono sollevate - ahimè - nel nostro Paese non mancano mai - polemiche sui soccorsi. In merito a tale aspetto, credo di dovervi fornire alcuni elementi conoscitivi: ve lo dico con grande serenità; mi sono recato anche sul posto e vi assicuro che ho riscontrato un grande impegno da parte di tutte le istituzioni, a cominciare da quello profuso nel comune di Peschici (in particolare, nella stanza del sindaco, erano presenti, oltre il sottoscritto, Bertolaso, il comandante dei carabinieri, il rappresentante della prefettura ed il comandante provinciale dei vigili del fuoco). L'intento era quello di far funzionare il sistema per quanto riguarda l'attività di spegnimento e di arginamento dell'incendio e, soprattutto in quel caso, perché la fase era quella avanzata di soccorso, di assistenza a tutti coloro (oltre tremilacinquecento persone tra i comuni di Peschici e di Vieste) che cercavano di trovare una sistemazione.
La prima parola che voglio spendere, al di là del lavoro dei soccorritori su cui mi soffermerò successivamente, è rivolta a tutti quei cittadini, a tutti quei pescatori, a tutti quei capitani di barca che, in quel giorno, con grandissima generosità, senza ricevere disposizioni o ordini da nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi), sono intervenuti con una solerzia, una generosità veramente incredibili.
Consentitemi di raccontare, in trenta secondi, la storia (l'ho vissuta di persona, non l'ho letta quindi da nessuna parte) di un bagnino che sopraggiunge in comune, indossando il costume da bagno e il suo zaino. Era tesissimo, perché era riuscito a scappare dall'incendio in maniera fortunosa, ma, dopo aver sfogato il suo nervosismo e la sua tensione anche con noi, si accorge che una signora, che parla tedesco, sta richiedendo assistenza in quella lingua. Poiché, però, nessuno conosce il tedesco, il bagnino le si avvicina e l'assiste nella telefonata ai suoi parenti. Credo che vi sono segnali di tante persone generose che hanno collaborato in prima persona, fornendo aiuto.
Poi naturalmente vi è stato l'intervento dei soccorsi, degli uomini del Corpo dei vigili del fuoco e della forestale. Quel giorno, solo sul Gargano, sono intervenute oltre 500 persone, dai carabinieri allaPag. 157capitaneria di porto, oltre che naturalmente i corpi già richiamati, con molti mezzi, con sei elicotteri.
Quando il COR regionale ha chiamato la sala operativa nazionale erano le 11,19 (credo sia opportuno segnalare questo dato): dopo quaranta minuti il primo elicottero già operava sull'area. Quindi, in una giornata così intensa, dove tutti i mezzi aerei del servizio di protezione civile erano operativi su tutto il territorio nazionale, è stata garantita la prontezza di intervento. Poiché, comunque, dobbiamo sempre migliorare il lavoro che svolgiamo, senza difendere ciò che accade, ma capendo dove è possibile apportare miglioramenti, si avverte assolutamente la necessità di qualche mezzo in più e di dislocarlo anche in maniera più periferica. Non tutti i mezzi sono equivalenti: la scelta del dipartimento di protezione civile di intervenire con gli elicotteri era dovuta al fatto che si interveniva in prossimità delle case e, quindi, l'elicottero, l'Ericsson in particolare, che ha la rilevante capacità di scaricare fino a 9 tonnellate di acqua, è più efficace del Canadair, che prevede una tipologia di intervento diversa.
In merito a tale aspetto, i nostri operatori stanno riflettendo, in particolare sotto il profilo tecnico e credo che anche questa esperienza sia stata utile. Dico che nel caso di cui si discute la situazione è stata particolare. Ho visto personalmente qualche centinaio di macchine bruciate nei campeggi: ciò dà il senso della difficoltà vissuta da quelle persone, della paura, del terrore che hanno provato, ma il fatto che siamo riusciti a limitare in questo modo il numero delle vittime vuol dire che le operazioni sono state gestite ponendo attenzione alla salvaguardia della vita umana.
Considerate che quei paesi non sono metanizzati: vi erano depositi GPL in ogni casa. I vigili del fuoco si sono dunque impegnati soprattutto su quei fronti, per evitare scoppi che avrebbero potuto rendere la situazione ancora più pericolosa.
Le condizioni climatiche erano poi assai difficili anche per i piloti e per l'operatività degli stessi elicotteri: l'elicottero del 118 della regione, ad un certo punto, non è stato più operativo poiché a tremila piedi vi erano oltre 40 gradi. La difficoltà di lavorare era dunque accresciuta dal fatto che, arrivate ad una certa temperatura, le macchine si surriscaldano. Vi è stato dunque davvero un intenso lavoro da parte di tutti i soccorritori.
Il secondo aspetto ha riguardato il soccorso alle persone coinvolte nel drammatico evento: si è data assistenza a 3.500 persone, anche grazie alla collaborazione, talora anche assai spinta, con gli albergatori. A San Giovanni Rotondo e nei comuni limitrofi sono state sistemate oltre 1.300 persone: in parte, esse sono poi tornate alle loro abitazioni; moltissime però sono volute restare nei luoghi di villeggiatura e sono tornate nei loro alberghi e nei loro campeggi entro il 26. Dunque, nel giro di due giorni, tutte le persone hanno trovato una sistemazione.
Credo che, per la valutazione di quel che è accaduto nel seguito sia utile considerare il dato delle strutture agibili: nel comune di Vieste, vi è ancora una struttura ricettiva non agibile; nel comune di Peschici, ve ne sono tre; le altre strutture sono state dichiarate agibili alla luce dei sopralluoghi dei vigili del fuoco, anche se talune presentano aree in cui l'operatività non è ancora consentita e vi è ancora una difficoltà nell'allaccio telefonico e nella fornitura dell'acqua. Comunque, va detto che da parte degli albergatori e delle istituzioni locali vi è stato un grande sforzo per ripartire immediatamente, e credo che questo vada ricordato come un dato assolutamente positivo.
Naturalmente, la crisi non ha riguardato solo la Puglia. Come ho affermato all'inizio, si sono registrate situazioni gravi in tutta Italia: nelle Marche, in Abruzzo, in Calabria. Catanzaro è stata aggredita dal fuoco su più fronti ed in più fasi (lo dico per chi non è di Catanzaro o non ha avuto l'occasione di riscontrarlo, ma il fuoco è arrivato a ridosso di tutte le case). Ciò è accaduto anche in Sardegna: a Nuoro, in particolare, vi è stata una situazione assai difficile. In alcune di queste regioni, poi, le autorità hanno dovuto sgomberare interePag. 158frazioni o case isolate: naturalmente vi è stata grande attenzione da parte dei vigili del fuoco e degli operatori in genere sulla messa in sicurezza delle case, così da salvaguardare anche il patrimonio, dopo essersi occupati della vita umana. Sono poi stati colpiti il Molise (Campomarino, ma non solo), la Basilicata, la Campania, il Lazio.
Già il 24 mattina, il Governo ha reso una dichiarazione di eccezionale rischio per la compromissione degli interessi primari del Paese, nominando Guido Bertolaso Commissario straordinario a questo fine. Oggi, poi, come tutti già sapete, vi è stata la dichiarazione dello stato di emergenza dal 1o giugno al 31 ottobre per la situazione degli incendi boschivi. A questa dichiarazione seguiranno i provvedimenti, da concertare con le regioni e con le autonomie locali, per il ristorno dei danni: ai danneggiati saranno garantiti il risarcimento dello Stato e la collaborazione delle regioni e degli enti locali. Si tratta di provvedimenti che vanno elaborati, raccogliendo tutti gli elementi e lavorando insieme alle autorità locali e alle regioni, che sono i primi attori e, per quanto ci riguarda, i primi con cui collaborare per contribuire a risolvere le questioni che dobbiamo affrontare.
Vorrei, inoltre, aggiungere alcune considerazioni e non solo sul quadro normativo. Sono convinto che sia necessario riflettere, prospettare una revisione, un'ipotesi di lavoro sul quadro normativo in ordine a certe competenze che, forse, devono funzionare meglio (a tale riguardo, le Commissioni della Camera e del Senato stanno iniziando a discutere della problematica in questione, attraverso la fase delle audizioni e prospettando alcune idee che devono, naturalmente, maturare).
Ma credo che vi sia una compartecipazione ed un lavoro comune che tutte le istituzioni debbono mettere in atto, anche sul piano operativo, che non riguardano solo le istituzioni (vale a dire regioni, comuni, province e Stato), ma anche i privati.
Vale, infatti, la pena ricordare che, in particolare in prossimità delle città, gli incendi boschivi hanno trovato grande facilità grazie alla presenza di aree non pulite e degradate: quando il ciglio di una strada non viene pulito mai, è naturalmente molto più facile che esso prenda fuoco, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quindi, anche il richiamo al privato a fare ciò che deve nella pulizia delle aree di sua competenza non costituisce semplicemente un fatto di buon vicinato o di richiamo ad un senso civico, ma una competenza di cui ciascuno è responsabile.
Dobbiamo intensificare sicuramente il lavoro di prevenzione, anche sotto il profilo della sorveglianza delle aree boscate e degli avvistamenti.
Se il fuoco viene avvistato rapidamente e, di conseguenza, si spegne con rapidità, si evita l'estensione dei danni che si possono determinare in maniera molto più ampia anche rispetto a quanto abbiamo riscontrato in questi giorni: la sorveglianza e l'avvistamento sono stati due punti critici.
Alcune regioni, in questo campo, insieme allo Stato debbono ancora compiere passi in avanti. Ugualmente l'attività di repressione, come ho ricordato prima, sta dando dei frutti, ma va detto che riuscire a prendere i piromani è una attività difficile, perché le tecniche utilizzate per accendere i fuochi sono le più diverse: il nucleo specializzato della forestale sta trovando numerosi inneschi, caratterizzati da grande fantasia nella loro ideazione, e ciò naturalmente deve comportare, anche da parte nostra analisi ed indagini sempre più raffinate.
Credo che dobbiamo dare, tutti insieme, il messaggio che la lotta contro i piromani sarà senza tregua, così come ho visto con favore che alcuni enti locali ed alcuni privati si costituiscono parte civile nei processi contro i piromani (naturalmente credo che ciò sia assolutamente giusto).
Parimenti dobbiamo lavorare di più con le forze in campo, rafforzando la rete sul territorio e coordinandola meglio tra tutte le amministrazioni coinvolte.Pag. 159
Io spendo sempre una parola perché credo che il numero unico europeo per l'emergenza sia un obiettivo che deve essere finalizzato all'ottimizzazione delle nostre risorse, anche in un rapporto più chiaro con i cittadini. Dicevo in un'altra occasione che non si può camminare con la guida del telefono per sapere a chi telefonare in caso di emergenza, e questo vale anche per gli incendi boschivi.
Così come abbiamo bisogno di rafforzare il rapporto con le regioni: ieri abbiamo sottoscritto, come Ministero dell'interno, la convenzione con la Sicilia, nei giorni passati lo abbiamo fatto con la Campania, la Sardegna ed il Lazio e la prossima settimana lo faremo con il Veneto, le Marche ed il Piemonte.
Un rapporto di questo tipo mette insieme le energie nelle sale operative. Le sale operative non sono funzionanti quando si moltiplicano, ma quando si semplificano: meno sale operative ci sono, più funzionanti esse sono, perché le sale operative devono racchiudere al loro interno tutti gli elementi e tutti i soggetti che debbono intervenire. Quindi, fare questo lavoro per mettere insieme le nostre energie rappresenta un elemento fondamentale (lo stiamo realizzando attraverso i rapporti di convenzione con le regioni).
Credo di poter anche dare una buona notizia, almeno io la considero tale. Oggi, il Ministro Amato ha firmato il decreto, frutto dell'intesa con le organizzazioni sindacali per l'inizio del procedimento per la stabilizzazione dei precari nei vigili del fuoco; ciò consentirà di collocare all'interno del Corpo in tutte le regioni italiane un po' di risorse nuove e importanti, in modo da creare, anche sotto questo profilo operativo, una struttura più solida a quella che è la spina dorsale del sistema di protezione civile. A ciò si deve aggiungere anche le risorse che sono state destinate a questo scopo con l'ultimo provvedimento di natura finanziaria. A quest'ultimo riguardo, desidero ringraziare chi ha lavorato in questa sede per giungere a questo risultato.
Credo si tratti di un segnale importante, che spinge nella direzione dell'intensificazione delle risorse da destinare al comparto della sicurezza. Una risposta che i cittadini si attendono da qualsiasi Governo, sia di centrosinistra sia di centrodestra; la collaborazione che si riesce ad instaurare su tali tematiche fa onore alle forze politiche e alle istituzioni.
Ritengo di aver dato un quadro di una situazione che è in continua evoluzione.
In conclusione, in apertura del mio intervento ho detto che si va verso una normalizzazione della situazione; affermo ciò, però, con grande prudenza e con la consapevolezza che quando si parla di tali problematiche, in un contesto ambientale così mutevole, non dobbiamo rilassarci ma aumentare le attenzioni, anche perché negli incendi boschivi le braci possono riaccendersi anche dopo quarantotto ore e con molta più energia, vigore e violenza distruttiva. Dobbiamo, quindi, prestare veramente grande attenzione sul territorio.
Desidero rivolgere un sentito ringraziamento a tutti gli uomini che lavorano all'interno del comparto della protezione civile e della sicurezza; dicendo ciò credo di rappresentare anche il vostro pensiero, così come quello di tutti.
Oggi si è svolto, con la partecipazione della famiglia, la commemorazione a Ciampino del pilota del Canadair deceduto l'altro giorno in Abruzzo, mentre l'altro pilota è ancora ricoverato in ospedale in coma farmaceutico e proprio domani i medici proveranno - e noi ci auguriamo che sia proprio così - a risvegliarlo. Questi uomini rischiano seriamente la vita; il loro lavoro è sicuramente pericoloso e lo svolgono al servizio di tutti quanti noi. Il momento del ricordo, svolto in più occasioni, per queste persone, che impegnano le loro risorse e le loro energie per la salvaguardia di tutti noi, rappresenta un momento importante a cui le istituzioni devono far seguire atti concreti in termini di risorse da porre a loro disposizione in modo che essi possano lavorare con la massima sicurezza e serenità.
Sperando di aver dato le informazioni che il Parlamento si attendeva, vi ringrazio per l'attenzione.
(Interventi)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO. Signor Presidente, desidero ringraziare il sottosegretario Rosato per la puntualità e la completezza delle informazioni che ha reso in questo ramo del Parlamento e lo voglio fare, a maggior ragione, perché quale rappresentante del Governo è stato uno dei primi a giungere sul Gargano, durante le ore drammatiche dell'incendio scoppiato qualche giorno fa.
I danni provocati dagli incendi che hanno colpito le regioni del Mezzogiorno, in modo particolare il territorio del Gargano e del subappennino dauno, sono ingenti. Lo ricordava il sottosegretario e lo sappiamo tutti.
Parliamo di tre vittime nel Gargano e due nel subappennino Dauno per via di incidenti stradali causati dalla presenza dell'incendio, di centinaia di feriti, di decine di alberghi e di strutture ricettive che sono state evacuate, di migliaia di sfollati tra turisti e residenti.
Si tratta di danni ingenti. Evidentemente, ci sono e ci saranno delle responsabilità, non lo so. La magistratura sta effettuando gli accertamenti necessari, tuttavia, mi attengo ai numeri, che nei giorni scorsi subito dopo gli incendi sono stati resi noti dalla protezione civile e dalla regione Puglia. Credo di poter affermare che, almeno da parte delle autorità, della prefettura, del Governo, non c'è stata una sottovalutazione del fenomeno.
Forse c'è stata una sottovalutazione degli eventi da parte di qualche comunità locale, ma tuttavia non voglio far polemiche anche se devo dire che, nei giorni successivi all'incendio, mi ha colpito una dichiarazione, apparsa sul Corriere della Sera, rilasciata da parte del presidente del Parco del Gargano il quale imputava la responsabilità dell'incendio al fatto che erano state richieste più risorse e più guardie forestali, ma queste non erano arrivate. Ciò è strano poiché lo stesso presidente l'anno precedente si vantava del fatto che ormai nel Gargano non si verificavano più incendi e che ciò era sicuramente addebitabile ai risultati che quell'ente stava raggiungendo su questo fronte. Penso che di fronte a situazioni di questo genere non si debba giocare a scaricare le responsabilità sempre sugli altri e che ciascuno debba fare la propria parte assumendosi fino in fondo le responsabilità per la funzione e le prerogative che gli sono riconosciute.
Ritengo che, per il futuro, dobbiamo assumere un grande impegno innanzitutto, per esempio, a non depenalizzare più i reati ambientali, tendenza che, invece, stava prendendo piede - lo voglio ricordare - con il passato Governo, se si guarda a tutti i condoni, che non possiamo in nessun modo più ripetere perché essi sono innanzitutto reati contro le persone, come ha dichiarato il presidente della regione Puglia nei giorni scorsi.
Credo, altresì, che dobbiamo assumere un po' di impegni, oltre a quelli che il Governo si è già assunto con le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario poc'anzi. Il Governo ha già riconosciuto lo stato di calamità. Dobbiamo compiere uno sforzo per attivare anche strumenti di solidarietà fiscale, come abbiamo fatto in occasione del terremoto che colpì le regioni del Molise e della Puglia qualche anno fa.
Credo, inoltre, che dovremmo fare ogni sforzo, come Governo, per attivare ogni procedura utile alla richiesta di aiuti da parte del Fondo di solidarietà dell'Unione Europea, finalizzati alla ricostruzione del patrimonio naturalistico che, purtroppo, è andato distrutto o seriamente danneggiato. Dobbiamo compiere anche ogni sforzo per sollecitare, come alcuni parlamentari pugliesi e non solo affermano in una mozione che abbiamo presentato in questi giorni, tutti gli enti preposti...
PRESIDENTE. Deputato Bordo, concluda.
MICHELE BORDO. ...ad adottare - concludo, Presidente - il divieto assolutoPag. 161di appiccare le fiamme per ripulire i campi, dopo quello che è accaduto; così come credo che bisogna produrre uno sforzo, per esempio, d'accordo con regioni, province e comuni, per verificare la possibilità di sostituzioni con commissari ad acta, nei comuni e nelle province, qualora non dovessero esserci i piani delle aree bruciate...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MICHELE BORDO. Se già ora si producesse uno sforzo di questo genere, credo che simili eventi non si verificherebbero più (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la simpatia e la disponibilità del sottosegretario Rosato non possono rendermi soddisfatto delle non informazioni che ha fornito stasera all'Assemblea.
Non lo dico polemicamente, come ha fatto il collega che mi ha preceduto riferendosi ad un'altra autorità, quella del Parco del Gargano, perché il collega in questione forse non è a conoscenza della polemica in corso tra il sindaco di Foggia, di centrosinistra, e il Ministro Pecoraro Scanio, che come al solito scarica la responsabilità sui comuni e per questo viene attaccato dal sindaco che lo ha accusato di fare lo scaricabarile nei confronti dei sindaci.
Se dobbiamo attaccarci alle polemiche di piccolo cabotaggio facciamolo pure, ma non è questo lo scopo dell'informativa che, tra l'altro, abbiamo richiesto noi e, per la verità, era un po' meno ampia. Lei, sottosegretario Rosati, l'ha ampliata a tutto il territorio nazionale - e bene ha fatto - ma è sotto gli occhi di tutti che i fatti più gravi sono avvenuti in quel del Gargano, che si è trasformato in un inferno vero e proprio.
Volevamo comprendere le motivazioni di alcune dichiarazioni, come quella del capo della protezione civile Bertolaso, il quale ha affermato che il sindaco di Peschici ha accusato la lentezza degli aiuti, senza dare colpe a chicchessia. Egli - forse sarebbe il caso di dire excusatio non petita... - dichiara che la colpa è dei comuni. Da questo è derivato l'innesto di quelle polemiche a cui lei alludeva, ma sulle quali non ha dato alcuna risposta, perché non ha detto che l'allarme è scattato alle 10,12 e che gli aiuti sono arrivati dopo quattro ore! Questo lei lo deve dire, non perché se ne deve assumere la responsabilità (il Governo non c'entra nulla), ma deve prendere atto che evidentemente qualcosa non funziona. Non si può arrivare al punto di vedere bruciata una terra e poi iniziare a scaricare le colpe tra i comuni, Bertolaso, il sindaco di Foggia, quello di Peschici e il presidente della regione.
Questo non paga, ciò che paga è accertare le responsabilità, né tanto meno è di Bertolaso o di Nichi Vendola la possibilità di dire che gli incendi sono dolosi. Se la magistratura non accerta come sono avvenute le cose, non si può diffondere sui giornali la notizia che gli incendi sono stati dolosi, perché si rischia di criminalizzare una popolazione quando poi alla fine si scopre che il dolo non c'entra. Infatti, se lei ci ha riferito che per la maggior parte degli incendi, che si sono sviluppati nello stesso giorno e nelle stesse ore, non vi è stato alcun disegno criminoso comune, evidentemente può darsi anche che i roghi - mi riferisco a quelli del Gargano - possano essere avvenuti per altre ragioni, non legate ad una mano che li ha prodotti. Del resto, lei stesso, sottosegretario, ha ammesso che i fattori climatici in quella giornata si prestavano molto a provocare incendi. Perciò, come si fa a dire agli organi di stampa che vi sono stati atti criminali? Vi risparmio tutti i vari titoli dei giornali apparsi con frasi di questo genere, messe in bocca ai vari protagonisti di ciò che è accaduto.
Pertanto, il Governo ci deve dire quali sono le sue intenzioni in termini di interventi. Ben venga lo stato di calamità, ma considerato ciò che è accaduto, mi sembra il minimo! Deve mettere mani, come dicevaPag. 162il collega prima, anche alla solidarietà fiscale e a interventi di natura urgente, non lasciare alla regione Puglia e magari ai comuni quegli interventi da 100 mila euro, così com'è stato fatto. Occorre che il Governo metta la testa su ciò che è accaduto nel Gargano, che non è da addebitare necessariamente alle popolazioni, alle quali, perciò, non si può dire di provvedere da sole alla ricostruzione.
Era ciò che volevamo sentirci dire dal sottosegretario, che ringrazio - lo ribadisco - per la disponibilità. Sottosegretario, lei è stato sul posto e ha visto ciò che è avvenuto. Evidentemente vi è stato qualcosa che non ha funzionato e lei dovrebbe proseguire nell'indagine di competenza del suo Ministero, per comprendere che cosa non ha funzionato e a chi siano da addebitare le colpe del mancato funzionamento. La magistratura e la politica faranno il loro corso...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANTONIO LEONE. Forse lei ha omesso di dare anche qualche altra bella notizia arrivata dalle agenzie di stampa. Una riguarda l'assessore alla solidarietà sociale, Elena Gentile, che si è recata...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
ANTONIO LEONE. Concludo, Presidente. L'assessore si è recata in alcuni paesi del luogo e dopo aver dichiarato la solidarietà alle popolazioni del posto ha dichiarato che trascorrerà le vacanze nel Gargano, così come il Vicepresidente del consiglio Rutelli, il quale è andato a Vieste, ha incontrato i turisti e li ha invitati a godersi il Gargano. Queste sono le belle notizie!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, voglio iniziare il mio breve intervento innanzitutto esprimendo, a nome mio e del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, il sincero cordoglio alle famiglie delle vittime degli incendi che hanno devastato una parte del territorio nazionale in questi giorni e, in particolare, delle vittime dei roghi nella terra del Gargano nella giornata di martedì scorso, che per molto tempo sarà ricordata dai pugliesi - ma non solo - come il martedì di fuoco.
Voglio anche esprimere la solidarietà a tutte le popolazioni così duramente colpite e plaudire al loro coraggio, ma soprattutto alla loro capacità di reagire immediatamente e di far scattare la catena della solidarietà. I residenti di quei luoghi hanno aperto le porte delle loro case ai turisti e si sono attivati nell'opera di spegnimento e di contenimento degli incendi con grande generosità, a fianco dei vigili del fuoco e degli operatori della protezione civile: uomini e donne, volontarie e volontari, cittadini semplici che hanno reagito e hanno portato il loro aiuto.
Negli ultimi giorni interi territori del nostro Paese - è stato ricordato dal sottosegretario - tra i più belli, non solo in Puglia, ma anche in Abruzzo, in Sicilia, in Calabria e nelle regioni che sono già state ricordate, sono stati devastati dagli incendi. Tali territori hanno subito danni incalcolabili, ferite gravissime al patrimonio culturale e naturale. Inoltre, intere popolazioni e migliaia di persone, turisti e residenti, sono state vittime delle barbarie, ovvero di azioni che spesso sono vere e proprie azioni criminali. Sappiamo tutti che, spesso, dietro ai roghi appiccati - come è successo nel Gargano quasi con precisione geometrica - vi sono gli interessi degli speculatori in aree di interesse turistico. I parchi e i boschi sono martoriati a causa della loro bellezza - come è accaduto nel Gargano e nel Parco nazionale dell'Abruzzo - che alcuni vorrebbero depredare e sfruttare sino ad ucciderla e ad arrivare ad uccidere.
Credo e crediamo che queste mani criminali, laddove vengano individuate, debbano essere perseguite e punite. I danni di tali azioni sono enormi; infatti si calcola, da prime stime, che ammontino addirittura, per ciò che riguarda il GarganoPag. 163e la Puglia, intorno agli 80 milioni di euro. La ricrescita del bosco andato distrutto richiederà circa vent'anni. Si tratta, quindi, di una ferita gravissima che merita da parte tutte le istituzioni, a partire da quelle locali e dal Governo nazionale, interventi straordinari a sostegno della rinascita del territorio colpito da una tale catastrofe; apprendiamo con soddisfazione che è stato decretato lo stato di calamità.
Tuttavia, non sempre le istituzioni, purtroppo, fanno tutto quello che è nelle loro competenze. Voglio citare il rapporto «Ecosistema Incendi 2007», redatto da Legambiente e dal Dipartimento protezione civile, in cui si afferma che solo il 6 per cento dei comuni italiani ha dato piena applicazione alla legge-quadro n. 353 del 2000 contro gli incendi boschivi, la quale pone argine, per almeno dieci anni, alla speculazione edilizia sui terreni devastati dal fuoco. Il catasto delle aree percorse dal fuoco impedisce la cementificazione delle zone colpite dagli incendi ed è stato realizzato da un comune su quattro.
È evidente che la legge n. 353 del 2000 deve essere completata con una norma che preveda il commissariamento dei comuni inadempienti, come sostenuto anche dal Ministro Pecoraro Scanio. Sollecitiamo, quindi, il Governo affinché questa norma sia prevista e attuata. Voglio ricordare, in questo momento così tragico per queste popolazioni, che dobbiamo assolutamente invertire una tendenza del Governo precedente, che non aveva al centro dell'agenda politica la tutela dell'ambiente, della costa, dei boschi e la lotta all'inquinamento delle acque. Quindi, voglio ricordare che dobbiamo invertire tale tendenza, soprattutto in questo periodo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DONATELLA DURANTI. ... in questa fase in cui incombono i cambiamenti climatici.
Concludo, Presidente, ricordando un'esperienza forse non molto conosciuta, che ha visto come protagonista Tonino Perna, presidente del Parco nazionale dell'Aspromonte, che durante il suo mandato, tra il 2000 e il 2005, ha condotto un'esperienza di prevenzione degli incendi, che ha avuto particolare efficacia...
PRESIDENTE. Deputata Duranti, concluda.
DONATELLA DURANTI. ...coinvolgendo i residenti nel territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte con contratti di responsabilità. Le popolazioni residenti tutelavano e presidiavano il loro territorio e ne avevano cura. Credo che questo possa essere uno degli esempi dei quali dobbiamo tener conto nella nostra azione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho seguito con molta attenzione l'esposizione del sottosegretario Rosato, al quale, ovviamente, devo anche rivolgere un apprezzamento per la sua generosità ed il suo impegno. C'è poco da dire, in fondo, perché vorrei evitare che queste occasioni si risolvessero in un rituale, in cui il rappresentante del Governo raccoglie e fornisce all'Assemblea notizie che sono, in parte, in suo possesso: quello che manca è, a mio avviso, un passo in avanti per comprendere quale sia il percorso per evitare queste congiunture negative e queste situazioni deflagranti e devastanti, non soltanto per il territorio, ma anche per l'uomo.
Esprimo il mio cordoglio, pertanto, ai familiari delle vittime, ma soprattutto rivolgo la mia solidarietà alle popolazioni interessate e coinvolte da questi drammi e queste tragedie.
Non v'è dubbio, onorevole sottosegretario, su quello che si debba fare. Abbiamo parlato più volte, in quest'aula, di incendi boschivi: ci siamo trovati a parlare anche di queste vicende, di questi drammi, di Paesi coinvolti e di popolazioni in fuga.Pag. 164
Non c'è dubbio che dobbiamo capire se hanno funzionato la legge quadro sulla protezione civile - della quale quest'Assemblea si è occupata più volte - ed il coinvolgimento delle regioni e dei comuni: qualcosa non ha funzionato, come ad esempio la legge sulla protezione civile, la prevenzione, il monitoraggio e, ovviamente, una strumentazione di sensori che non c'è mai stata.
Vi sono problemi che possono essere risolti con la presa di coscienza che tali drammi non sono un'eventualità, ma sono dati che fanno parte del vivere civile, del nostro mondo, della nostra esistenza: sono drammi e tragedie che si ripetono puntualmente ogni anno.
Signor sottosegretario, credo che il dibattito sugli incendi non si debba concludere in quest'aula, ma debba continuare. Non voglio strumentalizzare la situazione e dare la responsabilità a nessuno. Posso parlare della mia regione e dare atto del loro lavoro ai prefetti, ad esempio al prefetto Montanari di Catanzaro, con il quale mi sono tenuto in contatto fino a notte alta, per seguire le vicende riguardanti alcune popolazioni nel catanzarese e nella città di Catanzaro.
Non vi è dubbio, però, che vi è una lunga linea criminosa che va dal nord al sud. Tutti ne parliamo, ovviamente, quando si consumano queste vicende. Vi è un disegno criminoso: sarebbe importante sapere, quindi, cosa avviene in alcuni territori calabresi dopo gli incendi, come essi sono utilizzati, cosa si fa nei territori stessi, chi aveva interesse a provocare gli incendi ed a far scomparire boschi e vegetazioni. Si tratta di indagini che si possono e si devono fare. Per questo motivo è importante l'impegno della magistratura e l'appello ad essa e, certamente, alle forze dell'ordine. Esiste un disegno criminoso, un collegamento con la criminalità organizzata? È un quesito che pongo al sottosegretario per l'interno.
Nel mio ruolo di vicepresidente della Commissione antimafia cercherò anche di far monitorare questo aspetto, che a mio avviso è importante e significativo.
Signor Presidente, ho concluso, senza attendere il suo squillo, che costituisce per me un complesso molto forte, che mi blocca e mi condiziona anche nella mia attività di parlamentare. Vedo che lei è preoccupato, ma si tratta di un'ossessione generale che coinvolge tutti quanti (ovviamente non come un incendio, ma molto meno)!
Signor Presidente, signor sottosegretario, vediamo un po' cosa possiamo fare insieme: ci sono degli obiettivi da perseguire, non possiamo rinunziarvi, e non ci possiamo salvare l'anima con le dichiarazioni dello stato di emergenza. Il problema non concerne soltanto le risorse che stanziamo (rispetto alle quali vi è anche un'attività speculativa), ma il modo di essere, di far funzionare le norme e di modificarle quando non funzionano (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio per avermi evitato di invitarla a concludere!
Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la sua la relazione. È un'ottima relazione tecnica sui vigili del fuoco, uno spot propagandistico sul numero di pronto intervento 1515 e un atto dovuto al servizio stesso.
Vorrei, però, portare l'attenzione non tanto sulla situazione attuale dei disastri che stanno avvenendo in Italia, che è sotto gli occhi di tutti. Al riguardo, mi dispiace che lei abbia fatto un'infelice affermazione, dicendo che gli incendi che stanno avvenendo sono un'esperienza utile. È un'affermazione abbastanza incosciente: si spera sempre che certi avvenimenti non si verifichino mai, perché vi è la possibilità di trovare una soluzione anche senza arrivare a tali disastri.
Ciò che vogliamo portare all'attenzione più che altro, come gruppo della Lega Nord, è l'inchiesta - condotta anche da noi come Lega Nord - apparsa recentemente su Il Sole 24 ORE, che rappresentaPag. 165uno squarcio nel velo del Corpo forestale dello Stato, poiché ha rilevato una straordinaria e ingiustificabile disomogeneità tra il numero degli addetti in servizio nelle regioni del Mezzogiorno e quelli nelle regioni del settentrione. Brevemente, porto il caso della Sicilia, dove attualmente operano oltre 30 mila addetti su 68 mila operanti in tutto lo Stato italiano, il caso della Calabria, che ha 11 mila addetti, della Basilicata, che ne ha 7 mila, della Sardegna, che ne ha 66 mila, della Campania, che ne ha 5 mila e così via, per un totale di oltre 60 mila addetti nelle cinque regioni del sud su 68 mila forestali italiani.
Questa disparità è inaccettabile per noi, come partito della Lega Nord, e continueremo a portare a conoscenza tale dato. Risolvere questa disparità è un atto dovuto al Paese intero, ma non facendo assumere altri 60 mila addetti al nord, anche perché fortunatamente non ve ne è la necessità. Peraltro, tale esigenza non sussiste non perché non avvengano incendi, ma perché forse abbiamo più senso civico, e non mi riferisco alle istituzioni, bensì alla popolazione. Lei indubbiamente ha dimenticato di elogiare la Protezione civile e l'antincendio boschivo, che tuttora operano su tutto il territorio.
Quello che dovrebbe fare un Governo, soprattutto questo Governo e lei come sottosegretario per l'interno, è portare più risorse ai volontari. Infatti, sicuramente il Corpo forestale dello Stato e i vigili del fuoco hanno grossi problemi di precariato e di mezzi, ma la Protezione civile e, indubbiamente, l'antincendio boschivo, per quel che conosco nella provincia di Torino e in Piemonte, hanno enormi necessità.
È vero che si tratta di una materia di competenza della regione, però lo Stato dovrebbe metter mano al portafoglio e alle proprie tasche per finanziare i volontari, perché sono loro che riescono ad arrivare più velocemente dei mezzi di soccorso e a risolvere autonomamente i piccoli focolai. Spegnendo velocemente i piccoli focolai, si riuscirebbe sicuramente ad evitare i grandi disastri che stanno avvenendo in questi giorni nella penisola.
Non vorremmo più vedere i volontari della Protezione civile nel torinese viaggiare sulla Uno 55 con le scarpe da ginnastica. È una denuncia che rivolgo formalmente a lei, sottosegretario, per evitare che sia in provincia di Torino sia in tutta Italia si verifichino questi scempi di volontari, che dimostrano un senso civico veramente fuori dalla norma per risolvere i problemi che qualcun altro provoca.
Quanto affermato prima dal collega, secondo cui il Governo precedente ha depenalizzato i reati ambientali, può anche essere sacrosanta e vera, ma noi ricordiamo che l'attuale Governo ha proposto e ottenuto un indulto da parte del Parlamento e ha fatto scarcerare anche quei piromani che erano stati rinchiusi in carcere.
PRESIDENTE. Deve concludere.
STEFANO ALLASIA. Concludo velocemente ricordando che il gruppo della Lega Nord Padania ha presentato una proposta di legge, il cui primo firmatario è l'onorevole Gianluca Pini della cui amicizia mi onoro, concernente il conferimento di un riconoscimento al valore civile, seppur postumo, al pilota romagnolo Andrea Golfera, morto tragicamente vicino ad Acciano in Abruzzo, alla guida del suo Canadair durante il servizio antincendio. Si tratta di una richiesta formale che speriamo venga accolta velocemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche il gruppo della Sinistra democratica Per il Socialismo europeo si associa al cordoglio per le vittime di questi tragici fatti ed in particolare a quello della famiglia del pilota del Canadair, Andrea Golfera, caduto nell'adempimento del dovere.
Ho molto apprezzato il tono e gli argomenti della relazione del sottosegretario Rosato e, quindi, mi sarà permessoPag. 166di dire che i rilievi che formulerò sono tesi ad aiutare e non a disconoscere la validità del suo intervento.
In primo luogo, tutti quelli che si occupano di questi problemi sanno che l'autocombustione non esiste; possono esistere incendi accidentali in misura molto ridotta, ma in gran parte gli incendi sono dolosi.
Allora, pongo una prima domanda: in previsione di una estate così torrida è stato riunito il Comitato per la sicurezza e l'ordine democratico del Ministero dell'interno per attrezzarsi nei confronti delle iniziative delinquenziali in questo campo?
Se così non fosse consiglierei vivamente di farlo riunire perché è proprio attivando le forze dell'ordine in un'azione di prevenzione nei confronti degli ambienti che possono essere suscettibili di iniziative di questo genere che nel passato sono stati ottenuti dei risultati positivi.
In secondo luogo, il sottosegretario Rosato ha denunciato in termini, per così dire, molto soft - e va a suo onore - il problema del coordinamento; invece, io lo farò con più forza, considerato che non ho responsabilità istituzionali.
Non dobbiamo cadere in un malinteso federalismo, nel senso di aspettare che si muova qualcuno che non si muove quando in qualche modo bisogna muoversi. Vi è una specie di circo a tre piste per quanto riguarda la protezione civile: a terra vi sono i vigili del fuoco, ma possono intervenire solo se è in pericolo una persona, altrimenti la competenza spetta alle regioni e alla forestale; nei cieli vi è la Protezione civile con la sua flotta aerea, e vi sarebbero anche le flottiglie delle regioni, ma non giocano insieme.
Non sarebbe il caso di dar vita a un comitato centrale per la lotta agli incendi boschivi, in cui tutte queste amministrazioni fossero rappresentate e fossero mobilitate in modo permanente?
Faccio il seguente esempio: se noi sommassimo uno sull'altro le varie flottiglie aeree delle regioni otterremmo un corpo veramente consistente, che in certi casi di calamità dovrebbe essere utilizzato unitariamente. Lei lo ha già detto, signor sottosegretario, ma credo che proprio la tragicità degli ultimi fatti debba indurci veramente ad entrare in campo.
Secondo aspetto: dobbiamo evitare in tutti i modi che si crei un business dell'incendio, ovvero che vi sia qualcuno che ne approfitti.
Un aspetto è stato già messo in evidenza dai colleghi: quello importantissimo concernente il profilo urbanistico, per cui non vi deve essere alcuna possibilità di avvantaggiarsi dell'incendio in termini di speculazione edilizia, di cambiamento di destinazione e quant'altro. Lo dico anche perché ho avuto l'onore come Ministro dell'ambiente del Governo Ciampi di costituire il Parco del Gargano.
Ricordo - ed anche Grazia Francescato, qui presente, può ricordarlo - che per un giorno nella sede del Ministero dell'ambiente fui circondato da manifestanti «anti-parco», che addirittura volevano costringermi a non inserire nel Parco la riserva del lago di Lesina, oggi purtroppo distrutta. Allora, dobbiamo evitare assolutamente che vi possa essere chi se ne avvantaggia.
Intendo affermare un altro concetto, anche se non è popolare: non si possono avere delle economie di operai forestali che lavorano se scoppia un incendio, mentre non lavorano se lo stesso non si verifica, perché purtroppo - senza voler criminalizzare nessuno - alle volte diventa molto facile cadere in tentazione.
Dunque, bisogna tener presente che i danni - oltre alle vittime umane alle quali, ovviamente, siamo più sensibili - sono veramente di rilevante entità. Vogliamo affermare nel Mezzogiorno un'economia sana contro l'economia della criminalità, che cerca non a caso di scacciare l'economia buona, e il turismo dei parchi è un'economia sana.
I danni sono gravi e molto rilevanti. Riconosco il suo impegno, quello dei vigili del fuoco - che vorrei salutare, perché per sei anni, abbiamo lavorato insieme - e l'impegno di tutte le componenti della Protezione civile.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Spini.
VALDO SPINI. L'informativa non deve concludersi qui e, pertanto, se lei, sottosegretario, verrà in una successiva seduta con provvedimenti predisposti nel senso che abbiamo auspicato, potrà contare su tutto l'appoggio e tutto il sostegno del nostro gruppo parlamentare della Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, anche il gruppo dell'Italia dei Valori ringrazia il sottosegretario Rosato per la relazione puntuale che ha svolto in questa sede e per la tempestività della stessa. Purtroppo, anche oggi gli incendi si sono verificati. Quindi, già durante la calamità veniamo informati ad horas: questo è un riconoscimento che va al Governo e al suo rappresentante in quest'aula.
Mi unisco a quanti hanno espresso condoglianze per le vittime degli incendi. Sono dell'avviso che ci sono diversi fattori - il caldo, il vento, la siccità - che aumentano certamente l'intensità dell'incendio e la sua pericolosità; vi è, poi, l'altro fattore, la criminalità. Purtroppo, sono varie le cause, ma l'incendio, in effetti, non può autodeterminarsi, non esiste l'autocombustione come qualcuno afferma. Infatti, una pagliuzza anche secca si incendia se si raggiunge la temperatura di cento gradi circa: prima non può incendiarsi, ma la temperatura non arriva a cento gradi in nessun luogo. Quindi, è evidente che c'è sempre qualcuno che incendia un bosco: sarà un depresso, un piromane malato, oppure un piromane che agisce su commessa o su ordinazione oppure per scopi di lucro diretto.
È evidente che c'è bisogno di inasprire il contrasto a tali azioni e di definire bene il delitto che viene commesso. Qualcuno parlava di delitto ambientale e stiamo lavorando proprio su questo punto: il Parlamento si deve mobilitare per inasprire le pene nei casi in cui il piromane sia individuato dalla magistratura.
Poi, vi è l'altro problema menzionato dal collega che mi ha preceduto, l'onorevole Spini: l'unificazione di coloro che intervengono nella calamità. Non mi riferisco solo al coordinamento; auspicherei qualcosa di più. Poiché tali fatti avvengono sempre ogni anno, con maggiore o minore intensità, è necessario attrezzarsi ordinariamente e non pensare che si tratti di eventi straordinari, al verificarsi dei quali viene dichiarato lo stato di calamità. Bisogna che ogni anno ci attrezziamo: dobbiamo essere preparati perché c'è un periodo, circa due mesi, in cui questi incendi si verificano in tutte le regioni, e non solo in alcune. In talune regioni il fenomeno è più frequente proprio per il caldo, il vento, la siccità, o per altri motivi. Ma si tratta di motivi aggiuntivi, perché gli incendi si verificano un po' dappertutto.
È evidente la necessità di unificare coloro che intervengono, puntando moltissimo sugli esperti, ma anche sul volontariato - che ritengo sia necessario accrescere - perché la popolazione è fondamentale. Se si viene avvisati in anticipo, si interviene e si riduce immediatamente l'effetto dell'incendio. È necessario, quindi, avere le spie sul territorio e la popolazione che si mobilita e che difende la propria casa, il proprio terreno, la propria attività, i propri animali e tutto quello che è necessario per vivere. Ritengo, pertanto, giusto tale coinvolgimento, ma prevedere l'unificazione di coloro che operano sul territorio, come i vigili del fuoco, non rappresenta un fatto straordinario. La Protezione civile è importante, ma ci deve essere la prevenzione, che deve essere guidata da un ente, che non può che essere il Governo.
Sono d'accordo con l'onorevole Spini, non è necessario il decentramento, che significa anche avere la possibilità di intervento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
Pag. 168AURELIO SALVATORE MISITI. È vero, vi sono gli aerei, ma è vero altresì che, se vi è un coordinamento a livello nazionale, le cose vanno meglio. Ringrazio il Governo, ringrazio il Presidente, che ci ha offerto l'opportunità di intervenire e auguro che questi incendi, da domani, da trecento diventino sempre meno, fino ad azzerarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, vorrei ringraziare la gente del Gargano, per la grande solidarietà che ha manifestato nei momenti di difficoltà, che quell'area ha vissuto nei giorni scorsi. Vorrei ringraziare, altresì, i numerosi sindaci e, in modo particolare, il sindaco di San Giovanni Rotondo che, con un grande gesto di solidarietà, ha aperto un conto corrente dove far affluire risorse per le aree che sono state colpite da questo gravissimo evento. Nello stesso tempo, porgo, ovviamente, ai familiari delle vittime solidarietà e profonde condoglianze.
Il problema si pone con chiarezza e con grande determinazione. Signor sottosegretario, noi apprezziamo le sue parole e, in modo particolare io le apprezzo, dal momento che ho avuto la possibilità di lavorare insieme a lei, conoscendone le capacità, le sensibilità e anche l'impegno. Il dato vero, tuttavia, è che, questa sera - se mi consente - ci ha fornito pochissime informazioni. Vorremmo sapere, per esempio, da dove partono sia i Canadair sia gli elicotteri. In un passaggio del suo intervento, lei ha sottolineato che l'elicottero ha raggiunto il luogo interessato nell'arco di quaranta minuti. Il Canadair, invece, ha raggiunto quel luogo in tempi estremamente più lunghi. Il problema è che tutti questi mezzi partono da un aeroporto che è quello di Pisa. E allora perché non rideterminare, ad esempio, una condizione in cui vi è la possibilità di riorganizzare un sistema, anche di intervento, in una realtà - quella del Mezzogiorno d'Italia - in cui vi sono anche aeroporti abilitati per poter intervenire rapidamente nelle situazioni di emergenza? Mi riferisco, ad esempio, all'aeroporto Amendola di Foggia. Ritengo che sia necessario intervenire su ciò, come atto di coordinamento, e anche su alcuni aspetti, che sono all'attenzione di tutti.
Nella realtà foggiana, ad esempio, vi è un deficit per quanto riguarda la sua struttura, cioè la struttura di cui lei ha la delega e mi riferisco ai vigili del fuoco. Vi è una caserma che, ormai, è fatiscente; da moltissimo tempo vi è un progetto all'attenzione del Ministero dell'interno e mi pare che tale progetto abbia avuto l'assenso, da un punto di vista tecnico, da parte degli organismi competenti, ma ancora oggi non vi sono i finanziamenti per poterlo realizzare. Lo stesso Corpo dei vigili del fuoco ha un numero di personale estremamente esiguo e, nella realtà della provincia di Foggia, in modo particolare per ciò che riguarda la realtà garganica, non mi sembra che vi siano presidi estremamente significativi in grado di intervenire con rapidità e celerità. Se a ciò, poi, aggiungiamo anche una grande difficoltà per quanto riguarda il sistema della prevenzione, dovuta anche agli interventi del Corpo forestale dello Stato (che anche in questo caso, mi pare, sia un po' deficitario), si capisce bene anche quali siano state le difficoltà oggettive per poter intervenire...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LELLO DI GIOIA. ...per poter rapidamente raggiungere livelli di salvaguardia. Vorrei semplicemente aggiungere un'altra cosa...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore, non può aggiungere altro.
LELLO DI GIOIA. Concludo rapidamente...
PRESIDENTE. No, subito, grazie.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, questa mattina ho letto che vi è la possibilità -Pag. 169lo diceva uno scienziato del centro di ricerca di Potenza - di individuare gli incendi, attraverso il satellite, con circa mezz'ora di anticipo. Credo che ciò sia possibile...
PRESIDENTE. Deve concludere, le assicuro.
LELLO DI GIOIA. Credo che vi sia la possibilità di realizzarlo, ma vi è la necessità che il Governo... (Applausi dei depuati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Grazie..
Ha chiesto di parlare la deputata Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, prima di tutto vorrei ringraziare il sottosegretario Rosato per le informazioni che ci ha fornito e che confermano la volontà del Governo di fare sul serio nella lotta agli incendi e di dichiarare la tolleranza zero. Infatti è così che dev'essere, anche perché l'escalation del cambiamento climatico determinerà, e sta già determinando, l'intensificarsi dei cosiddetti eventi climatici estremi: periodi di siccità prolungata - favorevoli, quindi, al propagarsi degli incendi - che si alternano a periodi di pioggia devastanti. Dato che questo sarà il futuro, non ci possiamo certo esimere dall'affrontare il problema con l'attenzione e il rigore che la questione impone. Le cifre parlano chiaro: i boschi, in Italia, ricoprono oltre 8 milioni e 759 mila ettari di territorio, il 29,1 per cento della superficie nazionale. Ben 1 milione e 100 mila ettari sono stati distrutti dal fuoco negli ultimi vent'anni: un'estensione pari all'intera regione Abruzzo. E non sono soltanto gli alberi e la flora a soffrire; cadono vittime del fuoco anche gli animali.
Secondo una stima della LIPU, in ogni ettaro di macchia mediterranea che brucia, muoiono, in media, 400 animali; se si calcola che quest'estate sono andati in fumo ben 9 mila ettari di aree protette (e su questo accanimento sospetto sulle aree protette tornerò), si arriva a circa 3 milioni di animali sacrificati. E non dimentichiamo, naturalmente - più grave di ogni disastro - la perdita di vite umane.
Anche noi vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la vicinanza alle famiglie, e la solidarietà alle popolazioni colpite; lasciatemi dire che, davvero, i cittadini di Peschici meriterebbero una menzione d'onore e una medaglia per il coraggio che hanno dimostrato salvando migliaia di vite umane.
A combattere questo esercito in crescita di incendiari e piromani troviamo in prima linea la Protezione civile che, in questi anni, ha compiuto grandi passi avanti nel coordinamento e il Corpo forestale dello Stato. Quest'ultimo ha effettuato, negli ultimi quattro anni, ben 131.308 controlli; ha compiuto indagini su 28.327 persone, anche se, purtroppo, soltanto 63 sono state colte in flagranza di reato, perché capite bene che è ben difficile individuare il responsabile.
Inoltre, anche quando viene trascinato in dibattimento, vi è spesso un atteggiamento, per così dire, lassista nei confronti del reo perché dare fuoco continua ad essere considerato un reato di serie B. Bene ha fatto, tra parentesi, il Ministro dell'ambiente ad annunciare l'intenzione di indagare se siano stati adeguatamente puniti i pochi piromani colti sul fatto. A proposito, ricordo che il decreto-legge 4 agosto 2000 n. 220, promosso proprio da Pecoraro Scanio, prevede pene severe, dai quattro ai dieci anni. Queste leggi devono essere applicate con serietà, rigore e continuità. Così facendo, i buoni risultati non mancano. Prendiamo, ad esempio, la legge 21 novembre 2000 n. 353: funziona e come, se si garantisce la condizione fondamentale per farla funzionare, ovvero la redazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, il quale stabilisce che quei terreni, per 15 anni, non possono avere una destinazione diversa da quella precedente, scoraggiando così tutti quei criminali che appiccano le fiamme per trarne un vantaggio economico. Purtroppo, in Italia solo il 24 per cento dei comuni ha provveduto a realizzare tale catasto. In testa alla hit parade dei comuni virtuosiPag. 170troviamo la Liguria, con il 61 per cento, dove non a caso si è passati da 801 roghi nel 2003 a 379 nel 2006. La maglia nera spetta invece alla Sicilia che, non a caso, ha il record di ettari andati in fumo, 13.470 e nemmeno un municipio, si può dire zero, che abbia fatto il proprio dovere.
Dunque, poiché la norma è efficace, facciamola funzionare. È per questo motivo che noi Verdi chiediamo con forza - la proposta è stata reiterata dal Ministro dell'ambiente - che i comuni siano costretti a mettersi in regola e che laddove necessario siano ovviamente aiutati a farlo, sanzionando gli inadempienti, fino a commissariare i comuni che non compiano il loro dovere.
Ma rendere più efficaci le leggi non basta, bisogna rafforzare e coordinare meglio le forze in campo, raccordandole con le amministrazioni locali, il territorio e il volontariato, garantendo anche i fondi adeguati.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GRAZIA FRANCESCATO. A tale proposito, vorrei far presente che lo scorso Governo ha ridotto in modo vergognoso le risorse destinate alle aree protette, che non a caso quest'anno sono state il bersaglio preferito di incendiari e piromani. Quindi, dobbiamo difendere le suddette aree e fare in modo che la prevenzione sia il fulcro della battaglia contro gli incendi. Se le forze in campo non bastano, concludo signor Presidente, chiediamo al Ministro della difesa di prendere esempio da quei paesi europei dove la protezione civile si coordina con le forze militari che vengono allertate e addestrate per gli interventi immediati. La prevenzione deve essere la nostra parola d'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Vorrei in primo luogo ringraziare il sottosegretario di Stato per l'interno Rosato, per la puntuale ricostruzione degli eventi e per la tempestività con cui è giunto in quest'aula.
In questi giorni abbiamo assistito ai tragici fatti che si sono verificati in Puglia e in particolare nella bellissima Peschici, dove un terribile incendio, di natura forse dolosa, ha provocato fino ad ora tre morti e diversi feriti, per non parlare delle persone rimaste terrorizzate ed intossicate, e per non parlare del panico che tale evento ha generato nei numerosi turisti che frequentano il Gargano. A tutti loro, come a tutte le altre vittime degli incendi delle altre regioni, va la nostra personale solidarietà e vicinanza. Tutti questi eventi non potranno che avere inevitabili ripercussioni negative sull'ambiente, ma anche e soprattutto sul turismo e sull'economia locale. Come è noto, infatti, il grave problema degli incendi estivi non investe soltanto la Puglia, ma anche molte regioni italiane soprattutto nel centro-sud: la Calabria, la Campania, la Sicilia, la Sardegna, la Toscana e le Marche. Certamente le condizioni climatiche non sono favorevoli, ma molto spesso è la mano dell'uomo a trovarsi dietro la stragrande maggioranza di tali incendi.
È una mano che troppo spesso colpisce in modo doloso, a volte addirittura per trarre un'utilità economica, magari connessa ad interessi della criminalità organizzata.
Il Governo ha giustamente dichiarato lo stato di calamità per consentire alle istituzioni coinvolte di affrontare quest'emergenza con tutti gli strumenti disponibili, con la prontezza e l'efficacia che essa richiede. Si tratta, però, di un problema ciclico che si ripresenta puntualmente ogni anno con cifre spaventose: migliaia di ettari di bosco ogni anno vanno letteralmente in fumo, con enormi danni in termini sia ambientali sia economici, per non parlare dei rischi per la salute e per la stessa vita umana che tutto ciò comporta. La Protezione civile, a cui siamo grati, affronta ogni estate con estrema professionalità ed efficienza, seppur con mezzi limitati, situazioni a dir poco drammatiche,Pag. 171ma quello della Protezione civile non può essere un intervento in grado di risolvere in via definitiva ciò che ogni anno si ripresenta sotto forma di una vera e propria emergenza. Occorre che tutti facciano la propria parte: lo Stato, le regioni, gli enti locali, le forze dell'ordine e i cittadini tutti, che devono vigilare a tutela del territorio in cui vivono.
È sul fronte della prevenzione dunque che ci si deve muovere. La collega Francescato giustamente ha ricordato - e lo faccio anch'io - che il Parlamento ha già cercato di dare una risposta a questa periodica situazione emergenziale, approvando nel 2000 la legge quadro sugli incendi boschivi: la legge n. 353. Si tratta di una legge che prevede tra l'altro la costituzione, da parte degli enti locali, di un catasto delle aree bruciate - su cui ovviamente non si può ricostruire - onde consentire l'effettiva applicazione dei vincoli legati a tale status. Tuttavia, per quanto mi risulta, in numerosi comuni tale norma è rimasta praticamente lettera morta, impedendo ai vincoli stessi di poter essere applicati e quindi alla legge di esplicare la propria efficacia.
Al Governo, in conclusione, esprimiamo, come gruppo dei Popolari-Udeur, il nostro apprezzamento per l'operato svolto finora, ma chiediamo altresì che si attivi con urgenza per garantire che tutti i comuni si dotino del piano del catasto delle aree bruciate. Chiediamo ancora agli enti locali preposti che si dotino di piani appositi di emergenza, piani che evitino ritardi ingiustificati nei soccorsi, in modo da poter salvare vite umane ed evitare danni all'ambiente ed alle strutture abitative.
Non sappiamo se i soccorsi siano stati tempestivi o meno, lo stabilirà l'autorità preposta, però ci aspettiamo dal Governo una più forte politica di prevenzione e dalle forze dell'ordine ogni misura utile a contrastare e reprimere il fenomeno degli incendi dolosi, nonché ogni forma di speculazione ad esso connessa (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 23,35 per le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge n. 2900.
La seduta, sospesa alle 23,15, è ripresa alle 23,35.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2900.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario.
Ricordo che prima della sospensione si è svolto l'esame degli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Avverto che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'esprimere la mia soddisfazione per il fatto di vedermi riconosciuto, almeno in questa fase, tranquillamente e senza polemiche, il diritto di intervenire, esprimerò - spero in maniera chiara - le ragioni per le quali voteremo contro questo provvedimento.
Si tratta, sostanzialmente, di un provvedimento di controriforma, che non migliora né la prospettiva di organizzazione che si era prefigurata all'indomani della riforma dell'ordinamento giudiziario approvata nella precedente legislatura, né la condizione complessiva dell'organizzazione giudiziaria rebus sic stantibus, cioè con la normativa previgente ancora in vigore, atteso che la normativa oggetto della cosiddetta riforma Castelli sarebbe entrata in vigore alla fine di questo mese.Pag. 172Il tour de force, cui siamo stati sottoposti, è teso proprio ad evitare che quella riforma, frutto di scelte quantomeno armoniche, entri in vigore.
La condivisibilità nel merito è chiaramente prerogativa di ciascuno e ciascuno è quindi libero di assentire o dissentire circa la bontà di quella riforma, ma così è.
Quali sono i principi ispiratori di questo controriforma? Lo dico con serenità e voglio - non sembri paradossale - esprimere apprezzamento per l'improbo lavoro cui è stato costretto il Ministro della giustizia, cui mi lega un rapporto antico di stima e di simpatia, al di là delle opinioni politiche, e al quale va il mio apprezzamento per avere tentato quella che potremmo definire, con classica espressione paradossale, la quadratura del cerchio.
Il Ministro si è reso conto che una riforma dell'ordinamento giudiziario era indispensabile e tuttavia, costretto dalle sollecitazioni di una maggioranza variegata e variopinta, succube di sollecitazioni esterne provenienti da ordini diversi da quello politico, ha dovuto fare di necessità virtù e quindi ha tentato di conciliare l'inconciliabile, cercando di realizzare la mitica quadratura del cerchio. È un tentativo che è venuto male, perché nasceva male.
Perché era necessaria la riforma dell'ordinamento giudiziario? Perché la nostra organizzazione giudiziaria non riesce a produrre giustizia accettabile in tempi civili; perché si era creata una discrasia insanabile tra l'ordine giudiziario e il potere politico; perché, sostanzialmente, il principio classico della divisione dei poteri, almeno a partire dagli anni 1992, 1993 e 1994 in poi, nel nostro Paese era andata a pallino; perché ciascun cittadino, prima di andare in un'aula di giustizia, o perché interessato come parte offesa o come imputato in un processo penale, o prima di affrontare un giudizio civile, sempre più spesso è stato portato ad informarsi di che orientamento politico era il giudice o il tribunale che avrebbe dovuto giudicarlo.
La riforma dell'ordinamento giudiziario è stato il primo serio tentativo di prendere atto di una malattia grave che affligge il nostro sistema, che non riesce a produrre giustizia e che produce, invece, mostruosità continue: credo anche che in questi giorni se ne stia rendendo conto l'attuale maggioranza, che gioiva inopinatamente quando queste avventure toccavano altri.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. Mi avvio a concludere, signor Presidente. Sono trascorsi cinque minuti?
PRESIDENTE. Le mancano 20 secondi.
SEBASTIANO NERI. Bene, concludo immediatamente. La riforma si rendeva necessaria per ripristinare in questo Paese la prospettiva concreta di avere giustizia da una magistratura terza e indipendente. Non avere innovato ci mantiene lontani dall'Europa e dai Paesi di democrazia avanzata e non aver preso atto che bisognava armonizzare il nostro ordinamento giudiziario a quello dell'Europa ci costringerà ad ulteriori ritardi. Questa controriforma rappresenta un fallimento della politica che poteva ripristinare le condizioni di agibilità politica e giudiziaria del Paese. Non è un provvedimento soddisfacente e, pertanto, preannunzio l'espressione del voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Avviso che segnalerò a tutti gli intervenuti con uno squillo di campanello quando mancheranno 30 secondi dalla conclusione del loro intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nardi. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor Ministro, Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, per noi della DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, è veramente penoso venire dietro alle contorsioni legislative della maggioranza di centrosinistra; contorsioni che, avendo molto spesso un unico scopo, cioè cancellare tutto quelloPag. 173che ha compiuto il Governo precedente, portano ad inventarsi tutti i metodi e le forzature che servono per raggiungere il proprio obiettivo. Adesso, dopo questo disegno di legge, dovremo addirittura ridisegnare la mappa costituzionale. Con questo disegno di legge, infatti, avete aggiunto una nuova fonte del diritto: dopo la legge, lenta nel suo iter parlamentare, e il decreto-legge, provvedimento la cui emanazione è immediata e il cui iter parlamentare ha una certa velocità, dovendosi esaurire in 60 giorni, avete inventato un nuovo strumento legislativo, un disegno di legge - come chiamarlo? - «missilistico».
Ma si rende conto la maggioranza di centrosinistra che l'iter del disegno di legge è stato più rapido di quello accelerato del decreto-legge? L'esame e l'approvazione in Assemblea al Senato, in Commissione alla Camera ed in Assemblea alla Camera è stato compiuto, per un testo di 55 pagine, in appena 24 giorni, domeniche incluse, dal 4 al 27 luglio. Le sembra normale? Perché accade tutto ciò? Forse, perché i tempi della politica tanto intensi non vi hanno consentito di comporre un quadro dei lavori parlamentari idoneo a raggiungere lo scopo di approvare questo disegno di legge? No, il motivo non è questo. C'era tanto tempo, voi lo sapete e noi lo sappiamo.
E allora quali sono i motivi di tanta fretta? I motivi sono sostanzialmente due, e noi che siamo qui in Parlamento lo sappiamo e vogliamo dirlo agli italiani, con buona pace sua, signor Presidente Prodi.
La prima motivazione deriva dal fatto che diventa difficile organizzare i lavori quando un Ministro si chiama Mastella, e ce n'è un altro «ombra», in verità non tanto «ombra», che si chiama Di Pietro. Allora bisogna sbrigarsi, perché, altrimenti, chissà che succede alla sua maggioranza, signor Presidente. Il secondo motivo fondamentale per terminare in fretta l'iter del disegno di legge ed approvarlo, è dovuto al fatto che - noi lo sappiamo e vogliamo dirlo apertamente - sta per scadere il termine di sospensione dell'efficacia dei decreti attuativi della precedente riforma. L'efficacia di tali decreti legislativi, infatti, è stata sospesa l'anno scorso con una vostra legge, la n. 269 del 24 ottobre 2006. Poi avete dormito, per mesi e mesi. E improvvisamente vi siete svegliati: non tanto per una vera e propria volontà di fare presto, perché, a mio giudizio, più di qualcuno, nella maggioranza, sa che la riforma Castelli non era affatto d