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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 200 di giovedì 2 agosto 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
La seduta comincia alle 9,10.
MARCO BOATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Castagnetti, Damiano, Di Salvo, Folena, Forgione, Landolfi, Leoni, Lion, Lusetti, Mattarella, Migliore, Pinotti, Rigoni, Sgobio, Villetti ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 1o agosto 2007, l'onorevole Cinzia Dato, già iscritta al gruppo parlamentare L'Ulivo, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare La Rosa nel Pugno.
La presidenza di tale gruppo ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Discussione della mozione Campa ed altri n. 1-00187 sull'individuazione nell'entroterra di Venezia della sede per l'assemblaggio del Superjet 100 (ore 9,18).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Campa ed altri n. 1-00187 sull'individuazione nell'entroterra di Venezia della sede per l'assemblaggio del Superjet 100 (Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1)
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al resoconto della seduta di ieri.
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
Sono interessato e incuriosito dal tema.
È iscritto a parlare l'onorevole Campa, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00187. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, noi parlamentari veneti e non solo veneti - vorrei ricordare, oltre alla mia, le firme dei colleghi Fistarol, Zanella, Martella, Brancher, Bellotti, Donadi, Dussin e molti altri - abbiamo assunto tale iniziativa parlamentare per impegnare il Governo ad adottare azioni concrete volte a far scegliere alla Finmeccanica l'entroterra veneziano quale sede per lo stabilimento destinato all'assemblaggio dell'aereo di linea regionale che la Alenia e la società russa Sukhoi si apprestano a lanciare sul mercato mondiale.Pag. 2
Non vi è dubbio che la realizzazione di un polo di produzione di un aereo di linea rappresenta un'occasione straordinariamente importante per le possibilità di prestigiose sinergie e di occasioni di lavoro qualificato. Questa è la ragione della nostra iniziativa politica, alla quale - voglio ricordare - hanno aderito tutti i parlamentari veneti e non solo.
L'occasione è maturata dal fatto che la Finmeccanica e la Sukhoi aviation holding e le rispettive società controllate, Alenia aeronautica e Sukhoi civil aircraft company, hanno firmato a Mosca l'accordo finale per la costituzione di una partnership strategica per il progetto Superjet 100, il più importante programma industriale russo nell'aeronautica civile, con un'enorme valenza strategica anche per l'industria italiana, grazie alla previsione di produrre 1.200 velivoli (ma c'è già chi parla di 1.800) da 80-100 posti nei prossimi venti anni.
Alenia aeronautica contribuirà allo sviluppo del programma attraverso le proprie competenze tecniche e inoltre produrrà parti e componenti utilizzando materiali compositi avanzati e curerà gli aspetti relativi alla certificazione europea del velivolo.
Tra i centri che già svolgono un'attività industriale nel campo aeronautico, quindi idonei alla realizzazione dell'aeromobile, vi è lo stabilimento Alenia di Venezia, che sembra avere tutte le caratteristiche tecnologiche per l'alta valenza produttiva che da decenni svolge. Tale scelta creerebbe, con la prospettiva produttiva e tecnologica pienamente compatibile con l'ambiente, un benefico equilibrio con gli indirizzi produttivi di Porto Marghera, area che oggi presenta gravi problemi di rilancio occupazionale.
La nostra iniziativa parlamentare vuole facilitare la scelta dell'entroterra veneziano come sede del nucleo di assemblaggio del velivolo. Con la mozione in discussione noi parlamentari veneti vogliamo raccomandare di tener conto anche dell'altissimo livello tecnologico del centro Alenia di Tessera, che da anni non solo esegue la complessa catena di revisione di grandi velivoli, anche per gli aeroplani NATO, ma trasforma i superjet passeggeri in maxicargo.
Questa lunga attività ha permesso di formare una numerosa schiera di maestranze superspecializzate, oggi in grado di affrontare nel migliore dei modi le esigenze per la realizzazione del Superjet 100. La provincia di Venezia, inoltre, offre idonei collegamenti infrastrutturali, larghe competenze tecniche e spazi adeguati, oltre a una maggiore vicinanza dei mercati.
Per tutti questi motivi, crediamo che la nostra iniziativa debba sfociare in un positivo accoglimento e, quindi, nella scelta di Venezia quale sede per il progetto. Peraltro, vorrei ricordare che Finmeccanica, fra le grandi aziende italiane, è la più prestigiosa dal punto di vista tecnologico e che, quindi, la sua presenza nel territorio veneziano, attraverso la Alenia aeronavali rappresenta un vanto per tutto il settore produttivo e occupazionale della nostra regione.
Vorrei ricordare l'importanza di questa azienda, che è diventata, attraverso la Agusta, leader nel mondo per la costruzione di elicotteri, tanto da vincere il concorso per la fornitura del nuovo elicottero destinato al Presidente degli Stati Uniti. Grazie ad una saggia e proficua politica di nicchia, la Finmeccanica attraverso le consociate ha creato importanti poli aeronautici anche a Napoli e nelle Puglie.
Questa strategia ha permesso di eseguire operazioni di ingegneria aerospaziale di notevole complessità, come peraltro è accaduto nello stabilimento Alenia di Venezia, dove si trasformano - come prima affermavo - questi grandi jet.
Siamo orgogliosi, come italiani, di avere aziende come la Alenia aeronavali, che ha fatto dell'Italia un Paese leader nel campo aeronautico mondiale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare, a nome delPag. 3gruppo dei Popolari-Udeur, di condividere la mozione presentata dal collega Campa, che vede tra i suoi cofirmatari anche il nostro capogruppo alla Camera, onorevole Mauro Fabris.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 9,20)
PAOLO AFFRONTI. Auspichiamo, quindi, che la Camera, dopo l'approvazione della mozione in esame, intraprenda tutte le iniziative possibili affinché il centro Alenia di Venezia possa essere interessato al programma della realizzazione del Superjet 100, che è estremamente importante e che coinvolge in maniera autorevole anche la Finmeccanica, firmataria dell'accordo che segna un grande passo per l'aeronautica civile russa (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, siamo in quest'aula a discutere di un argomento di grande interesse per l'industria italiana, in particolare per il polo di Tessera-Porto Marghera, che è importante per quanto riguarda la produzione e che potrebbe essere rafforzato dall'accordo sottoscritto nel novembre del 2006 tra la Finmeccanica e la Sukhoi russa per la costruzione di questo nuovo superjet.
Si chiede oggi, attraverso la mozione il cui primo firmatario è il collega Campa, un impegno del Governo. Posso capire che vi siano anche spinte da parte di altri poli produttivi italiani per quanto riguarda questa prossima possibile produzione di nuovi aerei in esame.
Ritengo, comunque, che Tessera e, in maniera particolare, le Officine aeronavali, che rappresentano un polo di produzione e di trasformazione aerea da più di dieci anni, costituiscano il luogo migliore per la produzione di detti aerei.
Sappiamo, innanzitutto, che in questi ultimi anni Venezia ha subito dei tracolli per quanto riguarda la produzione, con conseguenti problemi occupazionali.
Quindi, tale iniziativa industriale potrebbe rappresentare un rilancio per quell'area, soprattutto attraverso una tecnologia pulita. Sappiamo benissimo che da molti anni la tecnologia produttiva del polo industriale di Venezia è stata molto inquinante. Quindi, potrebbe essere una sorta di ricompensa per quell'area e un segnale importante di inversione di rotta verso tecnologie produttive a basso impatto ambientale.
È per tali ragioni che la mozione è stata sottoscritta da molti parlamentari veneti, affinché il Governo possa intraprendere la strada dei negoziati bilaterali per addivenire alla costruzione dei velivoli presso le Officine aeronavali del gruppo Alenia di Tessera.
Vede, signor Presidente, mi aspetto dall'Assemblea un voto unanime. So che ci sono altri poli produttivi di Alenia in Italia, ma questa sarebbe anche l'occasione per dare inizio ad una sorta di soluzione ad un'altra questione, quella settentrionale, la questione del nord. Spesso e volentieri da questi banchi, da quest'aula, si è posto il problema del rilancio produttivo delle aree del nord. Questa vicenda può rappresentare un inizio e spero che il sottosegretario Gianni, qui presente, esprima un parere favorevole a nome del Governo.
Da parte della Lega Nord Padania, siamo consapevoli che il progetto in questione possa essere un buon inizio. Quindi, voteremo in modo convinto la mozione, visto che molti nostri parlamentari l'hanno già firmata.
La ringrazio per l'attenzione, signor Presidente: credo che oggi questa Assemblea esprimerà un voto positivo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, la mozione in esame mette in risalto alcuni aspetti della vita produttiva e di sistemaPag. 4del nostro Paese. Innanzitutto, essa rivela il fatto che il nostro Paese presenta delle produzioni di eccellenza. L'accordo tra la Federazione russa e il Governo italiano è il più importante che sia mai stato realizzato negli ultimi anni in un settore così delicato e tecnologicamente avanzato come quello aeronautico.
Quindi, talvolta siamo un Paese che si deprime oltremisura, afferma di non avere settori di eccellenza e, poi, li scopre. Ne consegue che, per altri versi, bisognerebbe tener conto dei settori di eccellenza laddove c'è un traino straordinario dell'economia.
Il Veneto negli ultimi anni ha ripreso a correre, rispetto a un'Italia che cammina: è tornato ad essere la locomotiva del sistema economico del nostro Paese, pur con tutte le contraddizioni, i pesi e le misure che anche quell'economia, che è stata straordinariamente capace di una grande evoluzione, passando da un sistema tipicamente agricolo a quello industriale in breve tempo, porta con sé. Per tale motivo, vi sono anche delle ombre attorno al sistema Veneto.
La Camera dei deputati, nell'ambito della Commissione attività produttive, ha avuto più volte modo di analizzare il settore della chimica industriale. Si sa cosa significasse, ad esempio, il polo di Porto Marghera in termini di capacità occupazionali negli anni Cinquanta e come è ridotto attualmente.
Sappiamo, altresì, che ultimamente, a causa di una ristrutturazione che è avvenuta in quel polo - mi riferisco alla Dow americana -, molti dipendenti di quell'area hanno subito il taglio occupazionale. Di fatto, l'intera area veneziana soffre in questo momento di un particolare esubero di lavoratori, anche con qualità professionali estremamente alte.
Non si tratta solo di un'opportunità - mi si consenta anche da un altro punto di vista - per sopperire alla carenza di lavoro per alcune aree e per alcuni settori, ma anche per effettuare un'operazione importante per riposizionare il tessuto produttivo veneto verso l'eccellenza, verso quella parte che, molte volte, viene contestata alla stessa realtà veneta. Essa viene sempre dipinta come una realtà policentristica, con piccole e medie aziende, che, il più delle volte, sono anche accusate di comportamenti negativi, come, per esempio, l'evasione fiscale.
Ritengo che concentrare una struttura come quella di Alenia a Venezia, che ha una capacità e una potenzialità enormi, da un punto di vista professionale, e l'assemblaggio del Superjet 100 rappresentino una risposta a due problemi: il problema occupazionale - come ho affermato in precedenza - di un'area che soffre e ha difficoltà ad assorbire la ristrutturazione della chimica di Porto Marghera e quello della riconversione - è un brutto termine, ma, a mio parere, rende l'idea - del sistema economico veneto verso quelle aree di eccellenza che merita.
Non dobbiamo sempre considerare che sia necessario portare lavoro esclusivamente dove non c'è, con il rischio di non avere una professionalità adeguata. Portiamo il lavoro dove c'è eccellenza, che fa fare una bella figura al nostro sistema Paese. Siamo convinti che l'affidamento al gruppo Alenia di Venezia dell'assemblaggio del Superjet 100 potrebbe far fare bellissima figura al nostro Paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Viola. Ne ha facoltà.
RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, la mozione presentata riveste un'importanza strategica per il territorio dell'intera provincia di Venezia e, proprio per tale motivo - come ha ricordato il primo firmatario, l'onorevole Campa -, è stata sottoscritta da rappresentanti di tutti i gruppi della maggioranza e dell'opposizione.
È evidente che tale accordo, sottoscritto nello scorso novembre, permette (e ha permesso) di sviluppare tecnologie importanti nel campo dell'aviazione civile e, soprattutto, nei territori dove verranno individuate le sedi di sviluppo di questo accordo, consente di dare ulteriore impulso ad iniziative molto importanti dal punto di vista tecnologico.Pag. 5
Riteniamo che l'individuazione, finalmente, di forme nuove e intelligenti di sviluppo economico di determinate aree del nostro Paese rappresenti il vero motivo per cui ci sentiamo di aderire convintamente alla mozione in discussione. In particolar modo, siamo sensibili a tale iniziativa, per il semplice fatto che va a collocarsi in un territorio particolarmente provato da lunghi decenni di sviluppo industriale, che, se hanno determinato lo sviluppo economico e sociale nelle nostre zone, tuttavia hanno anche provocato gravissime ricadute dal punto di vista ambientale.
L'evoluzione di tali aree, inoltre - faccio riferimento, in particolar modo, all'area di Porto Marghera - è stata accompagnata, in questi ultimi anni, da un costante calo dell'occupazione legato al cambio delle tipologie di investimento, soprattutto se pensiamo alla questione della chimica in quel delicato settore.
Ebbene, questa iniziativa potrebbe finalmente determinare un'inversione di tendenza dal punto di vista occupazionale ma, soprattutto, un uso nuovo e intelligente di aree importanti vocate allo sviluppo industriale. Ritengo che questa sia la valenza più importante: lo sviluppo sostenibile - come da sempre sosteniamo - in un'area particolarmente delicata. Ci troviamo alle porte di Venezia e, da questo punto di vista, Alenia già da tempo ha individuato uno dei settori strategici per interventi di manutenzione e sviluppo delle proprie infrastrutture.
Pertanto, riteniamo che, ai sensi dell'accordo che è stato stipulato nello scorso novembre, si possano sviluppare tutte le iniziative utili a fare in modo che il Superjet 100 abbia - lo dico anche con un minimo di orgoglio - una valenza veneta e, in particolar modo, della provincia di Venezia.
Come diceva prima il deputato Dozzo, sono convinto anch'io che non stiamo facendo una battaglia di campanile; ritengo che dobbiamo collocare le giuste iniziative nei giusti territori, senza per questo negare, ad altri, possibilità di ulteriori sviluppi. Alenia è presente in Campania e in Puglia, ma riteniamo che lo stabilimento di Venezia - assieme alle nanotecnologie sviluppate, soprattutto, su Porto Marghera - sia il posto ideale per dare compiutezza all'accordo.
Per tale motivo, inviamo il Governo ad assumere tutte le iniziative utili a fare in modo che si dia compiutezza all'accordo del novembre scorso, attraverso le modalità che riterrà più opportune, soprattutto per valorizzare i siti che sono presenti nella provincia di Venezia (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Zipponi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, anche noi riteniamo che il Governo italiano debba chiarire bene la sua politica industriale in settori delicati e debba dare valore alle grandi aziende che, oggi, sono sul mercato internazionale con prodotti importanti. Riteniamo, inoltre, che il Governo italiano - mentre discutiamo di Alenia e Finmeccanica - debba evitare di collocare in Borsa, senza un piano industriale condiviso, una grande azienda come Fincantieri, la quale, tra l'altro, ha realtà importanti anche nel nord del Paese, oltre che nel resto d'Italia. Riteniamo, quindi, che il tema sollevato ponga un problema, appunto, di politica industriale.
Altrettanto, condividiamo il fatto che in quell'area - in particolare a Venezia - esiste una grande capacità professionale di competenza tecnica di quei lavoratori; siamo contenti che tutti i deputati veneti, oggi, diano grande valore a quei lavoratori e speriamo che lo diano anche quando questi entrano in lotta e in sciopero per difendere la propria attività.
Altrettanto, consideriamo importante l'accordo tra Finmeccanica e Sukhoi per il programma industriale russo dell'aeronautica civile; tale accordo ha un'enorme valenza e rappresenta una grande occasione anche per il nostro Paese.
Il motivo che ci porterà ad esprimere un voto di astensione sulla mozione Campa n. 1-00187, è il fatto che chi l'ha sottoscritta, o è in arretrato di qualchePag. 6lettura di giornale, o non sa che è stato già deciso che l'assemblaggio del Superjet 100 non verrà realizzato né a Venezia, né a Napoli, ma in Russia.
Dunque, non capisco se tale mozione serva per pura propaganda all'interno di quella regione oppure se, al contrario, seriamente, si pensi che l'accordo con la Russia - così come gli importantissimi accordi che Alenia ha stipulato con gli Stati Uniti - presupponga anche piani industriali che accompagnano tale accordo; ebbene, nel piano industriale è scritto che l'assemblaggio si fa in Russia, così come gli americani vogliono che i loro aerei vengano assemblati negli Stati Uniti.
Pertanto, il punto da chiarire è cosa ci guadagna il nostro Paese e, in particolare, come impiegare al meglio un patrimonio professionale e tecnico come quello del centro Alenia di Tessera; in quel caso, mi sembra di capire che l'occasione è di usare al meglio tali competenze, per fare di quella zona e di quella azienda il luogo delle grandi revisioni, della grande manutenzione, del service e del commerciale, per consentire altresì che quella realtà sviluppi al meglio le proprie capacità.
Pertanto, se discutiamo di piani industriali, di valorizzazione delle risorse presenti sul territorio, siamo assolutamente d'accordo. Il valore del lavoro per noi rappresenta la bussola in base alla quale scegliere anche i progetti industriali. Vorremmo evitare che argomenti così seri diventassero pura propaganda e che la lotta dei lavoratori venisse trasformata in un manifesto per chi propone mozioni come quella in discussione, anziché per i lavoratori.
Per questa ragione intendiamo astenerci: riteniamo che l'intero Parlamento e il Governo debbano impegnarsi in merito a Venezia, affinché quei lavoratori abbiano un futuro e perché all'interno dell'accordo con la Sukhoi Aviation Holding siano contenute missioni precise, competenze valorizzate, piani industriali e di investimento sull'aria veneta.
Porsi un obiettivo che non esiste, ripeto, serve solo per svolgere propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bimbi. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI. Signor Presidente, vorrei solo aggiungere la mia firma alla mozione Campa ed altri n. 1-00187.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, esprimerò un parere motivato e preannuncio, se non altro per richiamare l'attenzione dei colleghi che, nei limiti delle mie possibilità, vorrei suggerire agli estensori della mozione una modifica del dispositivo finale, quale condizione di accoglimento della mozione da parte del Governo. Altrimenti, seppure con rammarico, non potrò che dichiararmi contrario al testo attuale.
Onorevoli colleghi, bisogna tener presente che l'accordo di partenariato tra Alenia aeronautica e Sukhoi Civil Aircraft Company si limita a regolare il quadro di collaborazione tra questi due soggetti industriali. In particolare, tale accordo prende atto di una deroga, disposta dal Parlamento della Federazione russa, in merito al superamento della soglia di sicurezza nazionale nel possesso da parte dei soggetti stranieri - nel caso specifico Alenia aeronautica - di quote azionarie di aziende strategiche per la sicurezza russa.
Per quanto riguarda il potenziale mercato del Superjet 100, premesso che gliPag. 7accordi della World Trade Organization fanno esplicito divieto di orientare in qualunque modo gli utenti nazionali ad acquisire specifici aeromobili civili, si fa osservare che il Governo della Federazione russa difficilmente consente ad aziende straniere, che non siano collegate in qualsiasi forma di accordo o partenariato ad aziende locali, di accedere al proprio mercato.
Ciò premesso, risulta che il mercato interno della Federazione russa prevede la sostituzione di un numero variabile di macchine per il trasporto regionale o comunque a media distanza, da 500 a 700 unità.
Tuttavia, appare abbastanza ovvio prevedere che, per motivi economici, l'operazione non potrà avvenire con la sostituzione di un aeromobile nuovo per ogni aeromobile precedentemente usato. Il contributo tecnico di Alenia aeronautica alla realizzazione del programma, che sarà definito negli accordi di dettaglio, si impernierà essenzialmente sulla cosiddetta occidentalizzazione dell'aereo, che rientra nel segmento degli aerei da trasporto regionali a 100 posti, con propulsore a getto. In particolare, Alenia aeronautica contribuirà allo sviluppo e all'installazione di tutte le modifiche o impiego di sistemi di componenti necessari ad ottenere l'aereonavigabilità della macchina, in conformità alle joint aeronautical regulation europee e alle federal aviation regulation statunitensi.
La definizione di accordi specifici consentirà di disporre della documentazione necessaria per la preventiva autorizzazione comunitaria di eventuali finanziamenti pubblici italiani alla quota Alenia, da prevedere nella legge finanziaria per il 2008.
Quanto all'impegno del Governo, fermo restando il pieno rispetto delle autonome scelte imprenditoriali, si evidenzia che la struttura di Venezia Tessera ha dimostrato negli anni passati - come i colleghi hanno sottolineato - particolari capacità tecnologiche.
Si ritiene pertanto che, in linea con gli accordi internazionali sottoscritti, la occidentalizzazione del Superjet 100 potrebbe trovare, nella sede di Venezia, un centro per la commercializzazione, la «customizzazione» - consentitemi il termine - e la consegna di velivoli occidentali e per il supporto all'intera flotta del Superjet.
Pertanto - non so se sono stato chiaro - come affermato correttamente anche dall'onorevole Zipponi non è pensabile, né nel quadro territoriale di Venezia, né in alcuna altra parte d'Italia, un'opera di assemblaggio dell'aeromobile derivante dall'accordo tra Alenia e Sukhoi: ciò avverrà in territorio russo.
Quello che, invece, noi auspichiamo e che il Governo ritiene di poter suggerire agli onorevoli firmatari della mozione è la modifica del dispositivo finale. Per essere chiaro, il parere è favorevole purché si riformuli il dispositivo sostituendo le parole «per l'assemblaggio del Superjet 100» con le seguenti: «per la commercializzazione, customizzazione e consegna di velivoli occidentali e per il supporto all'intera flotta del Superjet».
Qualora si accolga tale modifica o altre analoghe che escludono l'assemblaggio, ma limitano l'attività dell'Alenia di Venezia alla commercializzazione, all'occidentalizzazione e all'armonizzazione della macchina alle norme di volo occidentali e a un'opera di service e di assistenza - il che però non è poco dal punto di vista del lavoro - il Governo è d'accordo. Diversamente non potremmo essere favorevoli, perché non possiamo contraddire il contenuto degli accordi firmati, il che significherebbe evidentemente imbrogliare noi stessi, ed almeno ciò questo Governo non intende farlo.
Grazie signor Presidente, spero di essere stato chiaro sulle richieste del Governo.
PRESIDENTE. È stato chiarissimo signor sottosegretario. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente faccio riferimento alla constatazione che, mi sembra, si stia dePag. 8terminando un orientamento comune sulla votazione che lei si accinge ad indire sulla mozione al nostro esame. Ritengo che vi sia un orientamento comune dei presentatori e del Governo attorno a una proposta che ci consentirà di licenziare rapidamente la mozione, presumo, con un voto favorevole da parte della Camera.
A tale riguardo vorrei chiedere alla Presidenza che si proceda alla sconvocazione di una serie di Commissioni e di Giunte poiché tra poco si procederà alle votazioni, anche in osservanza degli articoli 46, 48 e 48-bis del Regolamento.
Faccio presente che stanno lavorando la I Commissione - convocata alle 8,45 e alle 9 in sede referente - e la III Commissione, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva; stanno, poi, procedendo i lavori della V Commissione - convocata in sede consultiva alle 9 - e della VII Commissione che credo stia procedendo, insieme alla IX, alla valutazione di un importante provvedimento.
Nonostante l'importante provvedimento, credo sia giusto sollecitare i presidenti delle Commissioni affinché consentano ai deputati di raggiungere l'aula per votare, considerando che occorrono cinque minuti perché i deputati possano raggiungere l'aula ed esercitare il loro diritto di voto.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Quartiani, ma non capisco la ragione di questa istanza, visto che, oltre a essere gli ultimi giorni, le Commissioni sono chiamate agli impegni del loro lavoro. Non essendo richiesto il voto nominale, non si capisce perché debba essere sospeso il lavoro delle Commissioni, che altre volte, infatti, hanno continuato a lavorare in assenza di richiesta di voto nominale.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, anche altre volte ho sollecitato questo punto, perché, come ella potrà constatare, l'articolo 48-bis, comma 1, del Regolamento recita testualmente: «È dovere dei deputati partecipare ai lavori della Camera». Ora, essendo i lavori della Camera convocati e dovendo l'Assemblea procedere ad una votazione, si deve procedere alla sconvocazione delle Commissioni.
PRESIDENTE. Mi permetto di insistere. Naturalmente, di fronte alla reiterazione della richiesta, essa verrà accolta. Tuttavia, secondo prassi, non essendo richiesto il voto nominale, potremmo procedere per alzata di mano senza alcun problema.
Ripeto, a meno che venga reiterata la richiesta formalmente: in questo caso, vi accederò.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa, al quale chiedo se accetti la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il Governo ha portato a conoscenza del Parlamento che nel protocollo di intesa tra la Alenia e la Sukhoi è previsto l'assemblaggio in Russia che quindi non potrà essere realizzato in nessuna parte d'Italia, né tantomeno a Venezia. Mi sembra, quindi, che la riformulazione sia opportuna, perché l'iniziativa dei parlamentari veneti, e non solo veneti, tendeva a far scegliere Venezia quale sede ideale per la realizzazione di quella parte dell'accordo tra Alenia e la società russa Sukhoi. Quindi, la formulazione che il sottosegretario ha testé letto va nella direzione e nello spirito della mozione, che mi sembra sia condivisa dall'intera Assemblea.
Accetto, quindi, la riformulazione e ringrazio tutti coloro che hanno voluto porre l'attenzione su questo tema molto importante, che, come dicevo, certamente diventerà il fiore all'occhiello per le nostre aziende aeronavali, Finmeccanica e quant'altro, ma sarà anche un'occasione di ulteriore sviluppo per quell'area di Venezia che, come qualcuno ha ricordato, in questo momento attraversa una fase di sofferenza, pur in presenza di grandi professionalità.Pag. 9
Esprimo, quindi, parere favorevole e ringrazio per la riformulazione che ci è stata suggerita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo rapidamente per annunciare il voto favorevole di Alleanza Nazionale sulla mozione e per riprendere le questioni già poste in discussione generale fondamentalmente su tre concetti: il primo è l'importanza di quelle che sono oggi le attività in campo internazionale delle nostre aziende di alta tecnologia, che sono diventate, grazie all'innovazione che hanno saputo esprimere in questi anni, un punto di riferimento a livello internazionale su tecnologie di rilievo, quali quelle dell'aeronautica, in particolar modo Alenia. Siamo in presenza di un'Italia che, attraverso il sostegno a queste aziende, riesce ad allargare la capacità di stare sui mercati.
Ci saremmo aspettati qualcosa in più - lo dico pur annunciando il voto favorevole e l'apprezzamento per l'espressione di un voto in tal senso da parte tutta l'Assemblea - a livello di impegno da parte del Governo: ci piacerebbe vedere una determinazione maggiore nel presidio dei mercati internazionali, nel rispetto, giustamente, delle regole, ma anche in qualche modo una capacità di sostenere le nostre aziende per attività che si conquistano quotidianamente spazio sul campo, ma che hanno bisogno di avere anche un Governo a fianco che veicoli la loro penetrazione nei vari mercati, anche in quello russo.
L'importanza di questo accordo sicuramente costituisce un investimento significativo per il futuro, in termini di accreditamento per la nostra azienda, di possibilità occupazionali, di qualità del lavoro, così come posto dalla mozione dell'onorevole Campa. E quindi la possibilità per un territorio, che ha dimostrato grandi livelli di eccellenza, sicuramente di competere a livello estero, ma forse anche una sfida per quanto riguarda un'azienda che a livello nazionale possa trovare nel nordest, in particolare a Venezia, un'ulteriore stimolo per essere inserita sui mercati internazionali.
Fino ad oggi a Tessera si sono svolte attività sicuramente importanti e significative: è altrettanto vero che è mancato un progetto organico su un impegno internazionale degno di questo nome. Non si tratta di fare una rivendicazione territoriale: si tratta di dire con chiarezza che ci sono specificità nel territorio che possono avere una giusta valorizzazione in un sistema più ampio.
Se è vero che questo accordo-quadro consentirà ad Alenia di svolgere un'attività di partenariato significativo con la Sukhoi, è altrettanto vero che bisogna cercare, poi, di ripartire giustamente sul territorio alcune attività specifiche legate a tale accordo. Mi auguro che il Governo possa conquistare elementi in più per poter sviluppare l'attività in territorio nazionale; ciò significa ovviamente maggiore occupazione, maggiore possibilità di sviluppare tecnologie, uno stimolo in più per l'azienda per crescere e un migliore utilizzo di risorse pubbliche nel sostegno a tali realtà, che stanno diventando fiore all'occhiello nazionale, e una spinta, così com'è avvenuto in molti altri Paesi occidentali e non solo, legata a tecnologie che poi si riverberano anche in altri settori, oltre a quello dell'aviazione civile, a partire dall'aviazione militare.
Un impegno, da questo punto di vista, credo quindi che sia importante. È importante anche che il Governo abbia definito quella che potrebbe essere l'attività su Venezia, e voglio quindi ribadire il voto positivo di Alleanza Nazionale, ma anche il nostro sostegno a un impegno che deve essere però, signor sottosegretario, più forte, per valorizzare la nostra attività legata al settore aerospaziale; attività che, più in generale quindi, veda Alenia e Finmeccanica come punto d'eccellenza, insieme ad altri programmi che comunque credo debbano essere sostenuti, non direttamente in questa sede ma più in generale, per un'Italia che riesce a crescere sviluppando tecnologie e occupazionePag. 10nel mondo del lavoro e per il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, il gruppo Lega Nord Padania voterà in maniera convinta la mozione in esame. Il Governo ha voluto rivedere l'impegno, e penso che ciò si possa accettare, come l'ha accettato l'onorevole Campa. Pensiamo che da tale impegno si possa intraprendere una strada, quella del rilancio di un settore, quale quello dell'aeronautica civile italiana, in maniera particolare il rilancio di un'azienda che comunque ha operato in questi ultimi decenni in maniera veramente egregia, rappresentando, per quanto riguarda l'aspetto tecnologico, un alto valore raggiunto.
Dicevo in precedenza, nel mio intervento, che questi accordi, queste partnership, per quanto riguarda la Finmeccanica e la Sukhoi, possano essere un ulteriore motore e dare un'ulteriore spinta per quanto riguarda un territorio, quale quello del veneziano, che in questi ultimi anni ha subito una vera e propria trasformazione.
Non dimentichiamoci anche cosa ha rappresentato Marghera per Venezia da un punto di vista ambientale. Credo che questa nuova implementazione territoriale di una tecnologia che ritengo a basso impatto ambientale possa essere estremamente positiva. È per queste ragioni, signor Presidente, che la Lega Nord Padania voterà a favore della mozione al nostro esame.
In conclusione, devo ringraziare i colleghi che hanno sottoscritto la mozione. Credo infatti sia la prima volta che, in quest'aula, si riesce a stipulare una sorta di patto non scritto affinché si dia la possibilità a un determinato territorio, in questo caso un territorio della Padania, di avere un simile ulteriore sviluppo tecnologico ed industriale. Ribadisco dunque che il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, provengo ora dalla Giunta per le autorizzazioni, nella quale si sta effettuando una particolare, seria e rigorosa discussione su questioni che riguardano colleghi parlamentari: la richiesta del giudice per le indagini preliminari di Milano. Il presidente della Giunta ci ha riferito che da parte della Presidenza si è affermato che non vi è incompatibilità fra l'attività della Giunta stessa e quella dell'Assemblea poiché quest'ultima si accinge ad una votazione per alzata di mano. Se questo è vero, signor Presidente, la prego di voler verificare tale interpretazione: è infatti inaccettabile che i parlamentari che svolgono seriamente la loro funzione in sede di Giunta per le autorizzazioni non possano esercitare il loro legittimo diritto al voto - sia pure per una votazione per alzata di mano - in quest'aula, poiché lei consente la sovrapposizione delle due attività. Credo che questa sia una limitazione dell'attività parlamentare e dunque, se ciò risponde al vero, la prego di voler riconsiderare tale interpretazione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. È naturalmente possibile intraprendere battaglie intransigenti su qualunque questione: mi ero però rapportato ad una logica di svolgimento dei lavori dell'Assemblea secondo quel senso comune che è largamente presente in questa sede. Avevo dunque fatto notare al deputato Quartiani che la prassi usuale va nel senso per cui, in assenza di votazioni nominali, si prosegue nel lavoro delle Commissioni. Ho specificato tuttavia - e vorrei che ciò fosse registrato - che, nel caso la richiesta fosse reiterata e dunque la mia attività di persuasione venisse a cessare, il diritto da lei così fortemente invocato sarebbe garantito attraverso la sconvocazione delle Commissioni per ilPag. 11periodo della votazione: ciò, lo ripeto, qualora la richiesta venisse reiterata in queste condizioni.
Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, non ripeterò le argomentazioni...
PRESIDENTE. Le domando scusa: credevo intendesse intervenire anche lei per un richiamo al Regolamento.
Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il deputato D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, faccio riferimento alle sue parole: lei ci chiede se reiteriamo la richiesta di sconvocazione delle Commissioni o delle Giunte per consentire ai deputati di partecipare alla votazione cui ci accingiamo. Ebbene, noi reiteriamo tale richiesta: la preghiamo dunque di rivolgersi ai presidenti di Giunte e Commissioni perché esse siano immediatamente sconvocate, in modo che si possa procedere ad un voto con la massima partecipazione dei deputati.
PRESIDENTE. Come avevo già detto, di fronte ad una domanda reiterata chiederemo ai presidenti delle Commissioni e delle Giunte di procedere alla loro sconvocazione durante le votazioni in Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tuccillo. Ne ha facoltà.
DOMENICO TUCCILLO. Signor Presidente, intervengo per esprimere un voto contrario sulla mozione al nostro esame, perché, molto in sintesi, quando si tratta di questioni nelle quali, come dice il testo - per quanto modificato nella formulazione del Governo -, il Parlamento impegna il Governo ad assumere iniziative affinché l'entroterra di Venezia sia scelto quale sede ideale per l'assemblaggio del Superjet 100, si entra in un ordine di valutazioni che non dovrebbero proprio essere oggetto di valutazione da parte del Parlamento.
Ritengo che, nel momento in cui si compie un'operazione di questo tipo, si crea un precedente sbagliato ed anche pericoloso all'interno di questa Assemblea, che diventa l'occasione poi, a seguire, per una serie di contrapposizioni territoriali che non hanno - e non dovrebbero avere - in alcun modo ragion d'essere all'interno di questa Assemblea. Si tratta, infatti, di scelte che competono alle strategie di un'azienda, di una grande azienda pubblica del nostro Paese che noi abbiamo il dovere di sostenere e di mettere in condizioni di svolgere un'azione sempre più efficace e forte dal punto di vista industriale (come, di fatto, l'Alenia sta svolgendo). Uscire fuori da tale binario di condotta per portare il discorso sul fatto che un investimento o una specifica realizzazione debbano essere collocati - non per una strategia aziendale, ma per una scelta ed una indicazione del Parlamento - a Venezia piuttosto che a Napoli, o in Puglia piuttosto che in Liguria, a me pare veramente un'aberrazione alla quale il Parlamento dovrebbe sottrarsi in questa occasione.
Per dirla chiaramente, due sono infatti i casi. Da un lato, questa scelta è già nella strategia dell'azienda e, se tale è la scelta, nulla quaestio: francamente, però, il Parlamento diventa, a questo punto, soltanto un organo di propaganda politica e non si capirebbe il senso di una mozione parlamentare rispetto ad una scelta aziendale che è già orientata nella predetta direzione (ammesso che vi sia) e che comunque pertiene, appunto, all'azienda. Dall'altro lato, e diversamente, ciò costituirebbe un'intromissione paradossale, assurda ed aberrante della politica, che interviene a stabilire se un tipo di intervento, un'operazione di investimento e di realizzazione industriale debba andare al nord piuttosto che al sud, al centro o nelle isole.
Se approvassimo la mozione al nostro esame, creeremmo un precedente in questa direzione che sarebbe molto pericoloso e darebbe la stura ad una nuova fase diPag. 12contrapposizione dei territori rispetto a strategie di ordine nazionale che, nel modo più assoluto, non possono vedere il Parlamento come protagonista di tali conflitti territoriali. Quindi, nell'un caso o nell'altro, si tratti di una pura propaganda politica o di una intromissione indebita nelle scelte e nelle strategie aziendali, siamo di fronte, comunque, ad una scelta aberrante, ed io penso che il Parlamento - ed il Governo - dovrebbero sottrarsi e non dare agio, né assecondare queste motivazioni e questo tipo di operazioni.
Comunque, il Parlamento farebbe cosa saggia e giusta, in questa occasione, a recuperare più saggezza e consapevolezza e ad impedire che venga fatta una scelta in questa direzione, che certamente non sarebbe foriera di buoni risultati e di buone indicazioni a nessun livello (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, durante la discussione sulle linee generali avevo preannunciato la nostra adesione a questa mozione. Naturalmente, accolgo quanto il Governo ha proposto nel dispositivo, poiché avevo auspicato che fosse interessato - avevo detto - anche il centro Alenia di Tessera, vicino Venezia, perché evidentemente fa parte di un progetto generale che presenta molte sedi e centri interessati in Europa. Riteniamo che tale circostanza sia positiva per l'area interessata, così come per le altre aree che hanno centri specializzati in Italia, così come potrebbe essere anche il centro di Napoli. È evidente che l'azione del Governo dovrà mirare ad interessare il maggior numero di centri di alto livello in Italia alla realizzazione di questo progetto europeo di grande portata.
PRESIDENTE. Vorrei effettuare una sottolineatura. Mi guardo bene, naturalmente, dal chiudere, restringere o strozzare i lavori dell'Assemblea. Vorrei, tuttavia, ricordare che anche ieri, nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata molto pressante la sollecitazione affinché si possa concludere rapidamente anche l'esame del disegno di legge in materia di attività libero-professionale intramuraria. Pertanto, chiederei non di pregiudicare la libertà di espressione, ma di renderla compatibile con tale obiettivo e perciò di velocizzare i lavori dell'Assemblea. Si tratta di una sollecitazione che faccio, credo, sulla base di un mandato generale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cacciari. Ne ha facoltà.
PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, come avrete notato, noi deputati di Rifondazione Comunista di Venezia e del Veneto non abbiamo firmato la proposta perché eravamo stati facili indovini del tipo di dibattito - campanilistico - che si sarebbe aperto in Parlamento e sicuramente saremmo stati felici di evitarlo. L'intervento del collega Zipponi e i suggerimenti che il medesimo ha presentato a proposito della riformulazione della mozione, facendo rientrare il problema in un corretto ambito di programmazione aziendale ed economica, suggerimenti che sono stati accolti dal Governo, ci inducono ad assumere un atteggiamento positivo su tale mozione. Capisco che oggi alcuni deputati non abbiano seguito il dibattito sin dall'inizio, ma ci sembra che l'evoluzione subita da questa mozione abbia tolto qualsiasi margine di cattiva interpretazione che la stessa poteva avere nel senso di ingenerare una guerra tra poveri. Nella mozione in esame semplicemente si chiede alla società Alenia, riguardo alle ex Officine aeronavali di Tessera, località del tutto estranea rispetto a Marghera, considerata la loro tradizione di costituire un polo di eccellenza nella manutenzione, di adoperarsi per mantenere tali vocazioni ed evitare che gli indubbi contraccolpi negativi sul piano occupazionale possano avere esiti non gestibili socialmente. Onestamente, mi sembra che la riformulazione proposta dal Governo sia del tutto accettabile. Abbiamo rivolto molte richieste diPag. 13attenzione al Governo, nell'ambito delle politiche economiche, ed alla società Finmeccanica, nell'ambito delle sue programmazioni aziendali, di tener conto anche delle ripercussioni che tale accordo può avere per le Officine aeronavali di Venezia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viola. Ne ha facoltà.
RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, l'intervento del sottosegretario Gianni ha chiarito bene i termini della questione collocandola, come osservava poco fa il deputato Cacciari, all'interno di una corretta programmazione della tipologia di investimenti, che auspichiamo Finmeccanica possa effettuare su quel territorio.
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che non possiamo permetterci che il presente dibattito assuma i contorni di un contrasto tra aree diverse del Paese.
Riteniamo che le nuove opportunità di lavoro profilatesi in base all'accordo del novembre scorso potrebbe essere meglio indirizzata verso un'area che ha già una particolare vocazione - avendo già sviluppato competenze e tecnologie atte ad affrontare questa nuova sfida - anziché verso altre, che hanno competenze e capacità di sviluppo autonome ed avviate nel tempo.
Non si tratta che di una nuova forma di investimento, che auspichiamo possa avvenire in quel territorio; non ci sembra un compito che questo Parlamento non possa svolgere in un contesto di normale dialettica.
Ringrazio il sottosegretario Gianni perché mi pare che la nuova formulazione da lui proposta chiarisca meglio i contorni della questione e ci permetta di esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, cercherò di impegnare il minor tempo possibile accogliendo il suo invito; tuttavia, vorrei anzitutto rivolgere un ringraziamento al Governo, che ha suggerito il nuovo dispositivo della mozione in esame. Vorrei, inoltre, ringraziare anche il collega Campa e gli altri colleghi, che hanno contribuito all'elaborazione del testo della mozione per sottoporre un problema vero all'attenzione dell'Assemblea.
Mi è molto dispiaciuto quanto osservato dal collega Tuccillo perché è lungi da noi il proposito di agire con un intento campanilistico. Non fa certo parte né della nostra pratica, né della nostra impostazione politica.
Mi sembra anche molto offensivo verso i rappresentanti del territorio della terraferma veneziana, che sono - finalmente, visto che non accade soventemente - uniti in modo trasversale per rappresentare un problema vero: il rilancio di un territorio che ha molto sofferto.
Si parla di Tessera, ma dovremmo riferirci, in generale, al territorio veneziano, attraversato da una profonda trasformazione produttiva anche a causa del non corretto sviluppo degli anni passati. Lo Stato deve impegnarsi, insieme agli enti locali, in un programma straordinario e costosissimo di bonifiche.
Abbiamo anche il problema di un turismo che ci stravolge, di un aeroporto che si è sviluppato oltre modo negli ultimi anni. Ebbene, siamo eredi di una grande professionalità di maestranze ed anche di investimenti pubblici effettuati sul nostro territorio, che non vanno assolutamente sprecati.
In questo senso la proposta del Governo è tutt'altro che partigiana, ma prefigura, tra l'altro, una possibilità concreta - che deve anche poter essere attualizzata - di fare in modo che nell'area di Tessera ci sia un centro di eccellenza per la commercializzazione, la cosiddetta «customizzazione» e la consegna di veicoli occidentali per il supporto dell'intera flotta del Superjet.
Quindi, mi sembra molto equilibrata, corretta (anche dal punto di vista della prassi parlamentare), in linea con altre mozioni votate in Assemblea ed altri attiPag. 14approvati in passato dalla Camera dei deputati. Ringrazio, quindi, il collega rappresentante del Governo e tutti i colleghi che esprimeranno un voto favorevole sulla nostra mozione (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. La nostra dichiarazione di voto, in relazione anche alla modifica proposta dal Governo al dispositivo della mozione, è favorevole all'approvazione. Ha fatto bene il Governo a precisare gli aspetti dell'accordo intervenuto con l'azienda sovietica per la produzione del Superjet 100. Rimando alle argomentazioni già sviluppate in sede di discussione sulle linee generali. Svolgo solo una considerazione: non mi pare si tratti di spartire i pani ed i pesci tra aree del nord del sud. Vi è un passaggio che vale la pena ricordare al collega Tuccillo. In questo caso, non si chiede che ci sia un occhio di riguardo, ma che venga tenuta in considerazione un'area, che per alcuni aspetti già esposti dai colleghi intervenuti, è stata provata anche sul piano occupazionale per vicende riguardanti la ristrutturazione del polo del petrolchimico di Porto Marghera.
A mio avviso, si pone anche l'esigenza di tenere in piedi e valorizzare le aree di eccellenza, che nel Veneto e nel nord in larga misura esistono; altrimenti, sussisterà sempre la preoccupazione che le aree di eccellenza del Paese debbano essere mortificate a favore di altre con interventi che, anche se in aree pubbliche di eccellenza - e L'Alenia, infatti, è sotto tale profilo un'area di eccellenza - sarebbero diretti esclusivamente a fronteggiare problemi occupazionali. Dobbiamo invece indirizzare interventi anche in aree di eccellenza ben funzionanti e che hanno attività importanti. In ogni caso, noi esprimeremo il nostro voto favorevole sulla mozione in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ringrazio i colleghi, anche di centrosinistra, e l'onorevole Campa per l'onestà intellettuale mostrata con riferimento allo spirito della mozione in esame. Vorrei, tuttavia, lasciare brevemente agli atti del Parlamento la memoria delle dichiarazioni del collega Tuccillo rese in relazione alla mozione che aveva presentato nella passata legislatura, mirante a destinare parte dei fondi delle fondazioni bancarie del nord alle regioni meridionali, per mera strumentalizzazione politica. Dare lezioni oggi esattamente nella direzione opposta dimostra l'ipocrisia del suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Il timore che noi avvertiamo come Sinistra Democratica è che, nel nostro dibattito, si corra il rischio che sia prevalente l'assunzione di un profilo campanilistico, rispetto a temi di fondamentale importanza, di cui le istituzioni pubbliche debbono necessariamente interessarsi, quali le opzioni programmatiche e strategiche di politica industriale.
All'interno di tale quadro, ovviamente un settore fondamentale e strategico per l'industria del nostro Paese come l'eurospazio deve entrare. Tuttavia, pur comprendendo lo sforzo del Governo, non possiamo ritenere condivisibile l'idea che comunque, anche attraverso una riformulazione che depotenzi il senso della mozione, si dia una priorità ad un territorio. È l'atto in sé che non convince, perché rischia di determinare un precedente pericoloso e di mettere in concorrenza territori, competenze ed esperienze, che pure sono patrimonio di tutto il Paese.Pag. 15
Per tali ragioni, ancora oggi ritengo che meglio svolgeremmo il nostro «mestiere» - noi parlamentari e quanti fanno politica - se evitassimo forzature e lasciassimo, ovviamente attraverso atti di indirizzo e di programmazione che non possono ridursi esclusivamente ad una mozione parlamentare, alla gestione del management le scelte su come destinare la commercializzazione di Alenia. Aggiungo, inoltre, che si corre il rischio di svolgere un dibattito piuttosto monco rispetto a un dato che è oggettivo, e concludo.
Rischia di sfuggire, infatti, che, comunque, gli accordi industriali prevedono che il velivolo sia assemblato in Russia, a Komsomolsk, e prodotto a Novosibirsk, mentre per le versioni successive del programma, con l'introduzione della fabbricazione delle ali di materiali compositi, è prevista, in Russia, la creazione di un nuovo impianto produttivo.
Per tali ragioni crediamo che questa mozione debba essere respinta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore della mozione in esame, però non senza aver svolto alcune considerazioni e non senza provare ad immaginare qualche modifica al dispositivo. Non si tratta soltanto di una questione di bieco campanilismo, anzi voglio ringraziare i presentatori perché, personalmente, non conoscevo le potenzialità di Tessera da questo punto di vista e, quindi, voglio considerare ciò come un contributo al quale non si può rispondere con un campanilismo di senso opposto.
Tuttavia, i dubbi, nonostante il documento sia stato sostenuto dal capogruppo dell'Italia dei Valori e dal sottoscritto, riguardano proprio alcune espressioni. Richiamo l'attenzione del Presidente, del Governo e dell'Assemblea in quanto mi sembra un po' bizzarro scrivere in un documento che si impegna il Governo affinché una sede venga definitiva come ideale per l'assemblaggio. Ritengo, infatti, che si possa fare a meno di un aggettivo di tale portata. Così come non riesco francamente a capire, nella riformulazione proposta dal Governo, il senso dell'aggettivo relativo alla consegna di velivoli, definiti «occidentali». Mi chiedo, infatti, chi stabilisca cosa si debba intendere per occidente, in questo caso.
Ciò che, soprattutto, ci interessa sottolineare è l'aspetto per cui, stante la delicatezza, le contraddizioni, il valore patrimoniale e artistico del territorio, l'emergenza architettonica dell'area e la delicatezza del tessuto economico, produttivo e sociale, avrei preferito (e invito, quindi, l'onorevole Campa e il rappresentante del Governo a prendere in considerazione)... Signor Presidente...
PRESIDENTE. Il deputato che sta intervenendo fa notare, giustamente, che è difficile parlare in tali condizioni in Assemblea. Prego, quindi, tutti i deputati - e insisto nell'invito - di consentire al deputato di svolgere il suo intervento e di essere ascoltato.
FABIO EVANGELISTI. Quello che mi interessa è che, soprattutto, vengano ascoltate queste brevi considerazioni. Preferirei che il dispositivo, anziché impegnare il Governo «ad assumere tutte le iniziative (...)», impegnasse il Governo ad assumere ogni valutazione e ogni ipotesi di fattibilità e compatibilità, affinché, nell'entroterra di Venezia, possa essere individuata la sede per l'assemblaggio o anche per la commercializzazione, la customizzazione e la consegna dei velivoli del Superjet 100. Infatti, ponendoci in maniera critica ci sembra un po' forte che si parli di «sede ideale» e di «assumere tutte le iniziative».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, voglio esprimere una rapida considerazione,Pag. 16anche a nome di alcuni colleghi del gruppo dell'Ulivo, con i quali mi sono confrontato. Quando mi è capitato, in più occasioni, in questa o nella passata legislatura, di parlare e di interessarmi della materia delle infrastrutture, ho sempre ritenuto di dover difendere a trecentosessanta gradi opere come la Salerno-Reggio Calabria, così come il passante di Mestre, la Brebemi e la variante di valico, per un necessario respiro nazionale.
Proprio per questo devo dire, con grande franchezza - come ha già sostenuto, con argomenti motivati, il collega Tuccillo - che siamo di fronte ad un atto parlamentare inappropriato e inadeguato, perché le scelte di politica aziendale e le strategie del gruppo Alenia vanno rimesse all'autonomia delle valutazioni imprenditoriali, economiche e manageriali; l'atto parlamentare in discussione, invece, pretendendo di valorizzare, in maniera arbitraria e apodittica, determinati territori o zone, realizza un'indebita interferenza ed intromissione della politica - e, quindi, del Parlamento - su una materia che va rimessa alla valutazione esclusiva ed autonoma delle strategie e delle politiche aziendali. Da questo punto di vista, confermiamo ed esprimiamo tutta la nostra contrarietà, documentata e motivata dal collega Tuccillo, a questo inappropriato atto parlamentare di indirizzo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, annunzio il mio voto contrario, per le motivazioni espresse da altri colleghi del gruppo dell'Ulivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Suppa. Ne ha facoltà.
ROSA SUPPA. Signor Presidente, annunzio anch'io il mio voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, i presentatori della mozione in esame compirebbero un atto di saggezza se la ritirassero: mi sembra piuttosto singolare che campioni della cultura del mercato e della competizione si rivolgano al Governo per fornire un indirizzo con un chiaro carattere dirigistico, invece di affidarsi a scelte che devono essere collegate ad una concezione capace di trovare le condizioni migliori. Immaginare che il Governo debba creare queste condizioni per favorire una determinata scelta è la dimostrazione di come, molte volte, i principi generali vengano contraddetti dalle esigenze di tipo territoriale. Chiederei a questi campioni del mercato di essere coerenti con le loro posizioni e di ritirare la mozione, che è inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellanova. Ne ha facoltà.
TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, la mozione in discussione sembra davvero inadeguata e inappropriata: essa, infatti, determina, di fatto, una contrapposizione tra emergenze territoriali; ritengo che non si possa passare da un'idea propria dei cultori del libero mercato ad una secondo la quale il Parlamento si sostituisce ai management aziendali. Nelle premesse dell'atto di indirizzo in esame si legge che gli interventi dovrebbero essere effettuati in un determinato territorio per la maggiore vicinanza al mercato: ciò mi porta a concludere che con questa teoria, qualora il Parlamento fosse intimamente convinto di tale affermazione, il Mezzogiorno e il Capo di Leuca dovrebbero rassegnarsi a non avere uno sviluppo industriale e a praticare solo un po' di turismo. Per queste ragioni, annunzio il mio voto contrario (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villari. Ne ha facoltà.
RICCARDO VILLARI. Signor Presidente, intervengo per annunziare il mioPag. 17voto contrario. Non ho argomenti ulteriori rispetto a quelli sviluppati, in maniera molto esauriente, dai miei colleghi. La mozione in esame non doveva proprio essere presentata, in quanto non vi è alcuna competenza né adeguatezza in quello che richiede e prevede: essa rischia soltanto - come si sta evidenziando - di contrapporre interessi territoriali e questa è l'ultima cosa che un Parlamento della Repubblica dovrebbe mettere in pratica.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione la mozione Campa ed altri n. 1-00187, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
(È approvata - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Discussione del disegno di legge: S. 1598 - Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria (Approvato dalla XII Commissione permanente del Senato) (A.C. 2937) (ore 10,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla XII Commissione permanente del Senato: Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 1o agosto 2007.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, deputato Grassi, ha facoltà di svolgere la relazione.
GERO GRASSI, Relatore. Signor Presidente, vorrei anzitutto ringraziare (Commenti)...
PRESIDENTE. Mi scusi. Siccome siamo all'ultimo punto all'ordine del giorno, invito per favore l'Assemblea a consentire di svolgere ordinatamente questa fase conclusiva.
GERO GRASSI, Relatore. Vorrei ringraziare la Presidenza della Camera e la Conferenza dei presidenti di gruppo per aver voluto, seppure in coda alla giornata odierna, inserire all'ordine del giorno questo argomento, la cui attesa sociale è notevole.
Ricordo che il disegno di legge in discussione andava approvato entro il 31 luglio, ma seppure oggi sia il 2 agosto, invito l'Assemblea, così come già avvenuto in Commissione alla Camera e al Senato, ad approvare all'unanimità questo provvedimento, che consente un notevole passo avanti sulla strada del riformismo. Il provvedimento in questione, infatti, regolamenta un settore molto delicato dell'attività sanitaria.
Passo, quindi, alla relazione. Il disegno di legge è stato approvato dalla Commissione igiene e sanità del Senato in sede deliberante (Commenti). ..
PRESIDENTE. Mi scusi. Così non si può lavorare. Per favore, prego le deputate e i deputati di prendere posto e consentire l'intervento del relatore, al fine di evitare di dilatare i tempi dei nostri lavori.
GERO GRASSI, Relatore. Il disegno di legge è stato approvato dalla Commissione igiene e sanità del Senato in sede deliberante nella seduta del 19 luglio 2007. IlPag. 18testo originario del disegno di legge riportava specifiche norme, successivamente stralciate nel corso dell'iter legislativo presso l'altro ramo del Parlamento, in materia di sicurezza delle cure, di responsabilità civile delle strutture e del personale sanitario e di definizione stragiudiziale delle controversie aventi ad oggetto danni derivanti da operatori del Servizio sanitario nazionale.
Sottolineo che il provvedimento è stato approvato all'unanimità.
L'articolo 1, costituito da quattordici commi, detta disposizioni concernenti l'attività libero-professionale intramuraria. Secondo la relazione di accompagnamento al disegno di legge, il provvedimento è diretto ad intervenire sul sistema dell'attività libero-professionale intramuraria della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale in vista dell'imminente scadenza del 31 luglio - termine, come detto prima, già superato - entro il quale è consentita la possibilità di utilizzare gli studi professionali privati in attesa del completamento degli interventi strutturali da parte delle aziende sanitarie di appartenenza.
Il comma 1 statuisce che, al fine di garantire lo svolgimento dell'attività professionale intramuraria, le regioni e le province autonome assumono le iniziative idonee ad assicurare che presso le strutture del Servizio sanitario nazionale siano realizzati gli interventi di ristrutturazione edilizia necessari a rendere disponibili i locali destinati alle predette attività.
Il comma 2 dell'articolo 1 prevede che l'adozione delle citate iniziative debba essere portata a termine entro diciotto mesi a decorrere dalla data del 31 luglio. Diciotto mesi ci sembrano un tempo giusto affinché tutte le aziende sanitarie nazionali possano e debbano intervenire per il reperimento di tali spazi. In tale periodo le regioni e le province autonome individuano ed attuano le misure finalizzate a garantire, in accordo con le organizzazioni sindacali delle categorie interessate, il definitivo passaggio al regime ordinario dell'attività libero-professionale intramuraria.
Il comma 3 stabilisce che la risoluzione degli accordi di programma prevista dall'articolo 1 della legge finanziaria per il 2006 si applica anche agli accordi di programma che concernono gli interventi di ristrutturazione edilizia finalizzati a garantire l'attività libero-professionale intramuraria, per i quali non sia stato effettuato il collaudo entro il termine del 31 gennaio del 2009.
Ai sensi del comma 4, le misure per il definitivo passaggio al regime ordinario dell'attività libero-professionale intramuraria possono contemplare l'acquisizione di spazi ambulatoriali esterni aziendali e pluridisciplinari per l'esercizio sia di attività istituzionali, sia di attività in regime di libera professione intramuraria. Tali spazi, che devono corrispondere a criteri di congruità e di idoneità per l'esercizio delle citate attività, possono essere acquisiti mediante l'acquisto, la locazione o la stipula di convenzioni, previo parere vincolante da parte del collegio di direzione o, dove non costituito, di una commissione paritetica di sanitari che esercitano l'attività libero-professionale intramuraria istituita a livello aziendale.
Le regioni e le province autonome devono comunque garantire che le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere, le aziende ospedaliere universitarie, i policlinici a gestione diretta e gli istituti di ricovero a carattere scientifico di diritto pubblico gestiscano, con integrale responsabilità propria, l'attività libero-professionale intramuraria assicurandone il corretto esercizio nel rispetto delle seguenti modalità: affidamento, senza oneri aggiuntivi, a personale aziendale del servizio di prenotazione delle prestazioni da eseguire in sede e con tempi diversi - per ovvi motivi - rispetto a quelli istituzionali, al fine di consentire il controllo dei volumi complessivi delle medesime prestazioni, che non devono superare quelli eseguiti nell'orario di lavoro (per tali ragioni, giustamente quello che andiamo a disciplinare è un servizio aggiuntivo, e non sostitutivo, di quello preesistente); riscossione degli onorari relativi alle prestazioni erogate non sotto la responsabilità delPag. 19medico ma sotto quella delle aziende, dei policlinici e degli istituti interessati; determinazione, in accordo con i professionisti, di un tariffario idoneo ad assicurare l'integrale e totale copertura dei costi correlati alla gestione dell'attività libero-professionale, ivi compresi quelli connessi alle attività di prenotazione e riscossione degli onorari, al fine di non fare incidere sulla ASL il costo dell'operazione; monitoraggio aziendale dei tempi di attesa delle prestazioni erogate nell'ambito dell'attività istituzionale, al fine di assicurare il rispetto dei tempi medi fissati dalla normativa vigente, nonché attivazione di meccanismi di riduzione di tali tempi ed erogazione, entro 72 ore dalla richiesta, delle prestazioni dichiarate urgenti e non differibili; prevenzione delle situazioni che possono determinare conflitto di interesse o forme di concorrenza sleale e determinazione delle sanzioni disciplinari e dei rimedi per le violazioni, anche con riferimento alla responsabilità dei direttori generali per omessa vigilanza; adeguamento dei provvedimenti adottati al fine di assicurare che l'attività libero-professionale intramuraria sia esercitata nel rispetto delle prescrizioni sopra riportate relative alla prenotazione delle prestazioni, alla riscossione degli onorari e alla definizione del tariffario, anche nel periodo di operatività transitoria delle convenzioni finalizzate all'acquisizione degli spazi e fermo restando il termine del 31 luglio 2009; allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell'ambito dell'attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramuraria (tale previsione è finalizzata a garantire che il ricorso alle prestazioni intra moenia sia determinato dalla libera scelta dell'utenza e non dalle carenze organizzative dell'attività istituzionale: a tale riguardo il Ministero della salute è tenuto annualmente a presentare una relazione al Parlamento).
Le disposizioni di cui al comma 4 esplicitano anche alcune modalità, ricavabili dal complesso della disciplina vigente in materia.
La relazione, inoltre, precisa che tali disposizioni sono neutrali dal punto di vista finanziario, anche in considerazione dell'espressa previsione secondo cui il relativo tariffario, da determinare in accordo e in concertazione con i professionisti, deve essere idoneo a superare e a coprire l'intero costo dell'operazione.
Il comma 5 stabilisce che le aziende sanitarie ed ospedaliere, i policlinici e gli altri istituti interessati predispongono un piano aziendale relativo ai volumi di attività istituzionale e di attività libero-professionale intramuraria. Le stesse strutture ed istituti assicurano adeguata pubblicità e informazione relativamente ai suddetti piani, provvedendo, in particolare, alla loro esposizione nelle strutture ospedaliere e all'informazione nei confronti delle associazioni degli utenti, sentito il parere del collegio di direzione o, ove non costituito, della commissione paritetica.
L'informazione al pubblico deve riguardare, tra l'altro, le condizioni di esercizio dell'attività istituzionale e di quella libero-professionale intramuraria, nonché i criteri che regolano l'erogazione delle prestazioni e le priorità di accesso.
Il comma 6 disciplina gli adempimenti procedurali per l'approvazione dei citati piani aziendali.
Il comma 7 prevede, invece, che le regioni assicurino il rispetto delle disposizioni contenute nell'articolo 1, anche mediante l'esercizio di poteri sostitutivi e la destituzione, nell'ipotesi di grave inadempienza, dei direttori generali delle aziende, dei policlinici e degli istituti interessati. Intendo sottolineare l'ultimo punto, perché deve essere chiaro che l'omissione da parte dei direttori generali non può comportare un ulteriore slittamento dei termini.
Il comma 8 stabilisce l'obbligo, a carico di ciascuna regione, di trasmettere al Ministro della salute una relazione sull'attuazione delle disposizioni contenute nei commi 1, 2, 4, 5, 6 e 7.
Il comma 9 reca una peculiare previsione per le attività clinica e diagnostica ambulatoriale: esclusivamente per tali prestazioni gli spazi e le attrezzature dedicate all'attività istituzionale possono essere utilizzati anche per l'attività libero-professionalePag. 20intramuraria nel rispetto del principio di separazione delle attività in termini di orari, prenotazioni e modalità di riscossione dei pagamenti.
Il comma 10 precisa che le convenzioni per l'acquisizione degli spazi destinati all'attività libero-professionale sono autorizzate dalla regione per il periodo necessario al completamento da parte delle aziende degli interventi strutturali necessari e, comunque, non oltre il 31 gennaio 2009.
L'articolo 2, composto di due commi, detta norme in materia di dirigenti del Ministero della salute rientranti nei profili professionali sanitari. Il comma 1 prevede l'inquadramento in distinta sezione del ruolo di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2004, n. 108, per i dirigenti del Ministero della salute rientranti nei profili professionali sanitari individuati dall'articolo 2. L'inquadramento in questione avrà effetto a decorrere dalla data in cui sarà istituito presso il Ministero della salute il suddetto ruolo dirigenziale.
Sottolineo la valenza del comma 2, che reca la clausola di invarianza degli oneri, prevedendo che, dall'attuazione delle disposizioni sopra riportate, non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Grassi.
GERO GRASSI, Relatore. L'articolo 3 si compone di tre commi e reca disposizioni in materia di applicazione dell'istituto del tempo parziale alla dirigenza sanitaria. In particolare, si prevede una deroga alla disciplina del lavoro a tempo parziale per i dirigenti sanitari. Il comma 2 stabilisce limiti per il ricorso all'istituto del rapporto a tempo parziale e il comma 3 parla di contrattazione collettiva e individua i motivi familiari o sociali che consentono il ricorso all'istituto del lavoro a tempo parziale.
L'articolo 4 concerne il differimento del termine per le prestazioni aggiuntive da parte degli infermieri e dei tecnici sanitari di radiologia medica. Il comma 1 è diretto a consentire la continuità delle prestazioni aggiuntive rese dagli infermieri e dai tecnici sanitari nel rispetto dei provvedimenti in materia di contenimento delle spese per il personale. L'articolo in esame prevede inoltre che la definizione da parte del contratto collettivo nazionale di comparto delle prestazioni aggiuntive non debba comportare maggiori oneri sul livello di finanziamento del contratto collettivo nazionale del comparto medesimo. La norma dispone, infine, che sono fatti salvi i contratti per le prestazioni aggiuntive di cui al comma 1, eventualmente conclusi per il periodo dal 1o giugno 2007 alla data di entrata in vigore del disegno di legge.
Signor Presidente, nel terminare la relazione, ribadisco l'invito all'Assemblea ad approvare all'unanimità - così come avvenuto al Senato in Commissione - il provvedimento, che avrà un impatto sociale importantissimo al fine di ricollocare la persona umana al centro della sanità.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,55).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2937.
(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Ringrazio sentitamente il presidente della Commissione, il relatore e tutti i gruppiPag. 21parlamentari, e lei, signor Presidente, per aver capito l'importanza del provvedimento e per averne colto l'urgenza.
Credo che oggi l'approvazione di tale provvedimento, così come è avvenuto al Senato, con il concorso e il voto favorevole da parte di tutti i gruppi, sia un segnale importante ai nostri cittadini, perché rappresenta il rafforzamento del servizio sanitario pubblico e di due principi posti alla sua base: la tutela del cittadino, il cittadino al centro del sistema e la valorizzazione della professione del medico. Infatti, riconoscere l'esercizio della libera professione e consentirlo all'interno di regole, così come è disciplinato nel disegno di legge, è un modo per valorizzare la professionalità del medico. Il disegno di legge in esame contempla proprio la conciliazione di questi due importati valori: la salute del cittadino e la professionalità del medico.
Quindi, ringrazio i parlamentari per l'attenzione e per il senso di responsabilità nei confronti del nostro Paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, egregi colleghi, è indubbio che l'iter del disegno di legge in discussione sia stato difficoltoso e anche a rischio di approvazione, con il pericolo di creare caos nel Paese; tra i cittadini medi vi è sfiducia non solo verso il Governo, ma anche verso il Parlamento. È necessario essere chiari e non mentire: con questo disegno di legge, il Governo è stato superficiale - e cercherò di dimostrarlo - intempestivo e anche pasticcione. Basti ripercorrere rapidamente l'iter del provvedimento.
In Commissione, signor Ministro, le ricordo che il sottoscritto, a nome di Forza Italia, le chiese, già in tempi non sospetti, avvicinandosi la data del 31 luglio, di provvedere adeguatamente con una proroga. Lei rispose che non era intenzionata a concedere nessuna proroga.
In seguito, presentò un disegno di legge al Consiglio dei Ministri, che fu assegnato alla Commissione igiene e sanità del Senato, dove è rimasto per circa tre settimane e ne è uscito stravolto dalla stessa maggioranza, che ha eliminato l'articolo che riguardava il risk management e l'esclusività di rapporto. Pertanto, il 20 luglio, ci è pervenuto un testo, con aggiunta di articoli pasticciati, quasi pretendendo, da noi dell'opposizione, di licenziare un disegno di legge come se dovessimo mettere un timbro, senza ricordare che ci troviamo in un sistema bicamerale e che, quindi, abbiamo il dovere, verso i cittadini, di dare il nostro contributo e non di chiudere gli occhi e approvare un disegno di legge che non condividiamo in molte sue parti.
Il testo, a nostro parere, è affidabile soltanto nella parte dell'articolo 1 in cui si parla di proroghe di diciotto mesi, durante le quali le regioni dovrebbero applicare totalmente - dico dovrebbero, perché sono scettico che ci riusciranno (vi saranno le risorse necessarie?) - quanto previsto per la libera professione dei medici, come esposto dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229.
Il testo è inapplicabile e farraginoso e non tutela completamente - come lei ha affermato, signor Ministro - il diritto dei cittadini alla libera scelta. Il cittadino è libero di scegliere da chi e dove farsi curare, nel rispetto delle regole. Con il disegno di legge in discussione, ad esempio, viene calpestata la privacy e neppure i medici sono soddisfatti, visti i paletti che sono stati posti. Leggo, ad esempio, un comunicato dell'Anaao, che non è certamente un sindacato vicino al centrodestra: «Il Governo è stato costretto a cedere non solo alle richieste dell'opposizione, ma anche a quelle poste dalla sua maggioranza, che ha voluto inserire rigidi paletti, che limitano l'esercizio dell'attività, a prescindere dai contesti organizzativi in cui si trova ad operare». Tra gli altri sindacati, la CIMO usa dei termini, che qui non vorrei ripetere: «Il disegno di legge sull'intra moenia fa schifo»; mi dispiace ripetere questo termine ma non è il mio. La CISL medici afferma: «L'intra moenia ciPag. 22piace a metà», e così via. Ancora la CIMO, l'altro ieri, ha affermato: «Questo Governo ha violato diritti contrattuali garantiti da oltre sessant'anni». Molte di queste regole, infatti, vanno recepite nei contratti collettivi di lavoro e non con un disegno di legge.
Noi di Forza Italia, quando il provvedimento è arrivato in Commissione, abbiamo voluto e chiesto fortemente - e, alla fine, abbiamo ottenuto - di audire di nuovo le maggiori sigle dei sindacati medici, che, nella stragrande maggioranza, si sono dichiarati insoddisfatti nel contenuto, pur chiedendo che venisse approvato, proprio evitare il caos della data del 31 luglio.
Abbiamo fatto nostre tali forti perplessità e, come tutti i partiti dell'opposizione, ma anche l'Italia dei Valori, non abbiamo acconsentito all'assegnazione del provvedimento in sede legislativa. Proprio in questa fase, il Governo ha mostrato un po' di presunzione - anzi, molta presunzione - sperando, forse, in un nostro ripensamento su un'eventuale sede legislativa.
Siamo arrivati, così, a giovedì 26 luglio, con tre sedute di esame della nostra Commissione, contro le tre settimane del Senato. Il 27 luglio si è riunita la Conferenza dei presidenti di gruppo - lo ricordate tutti - e ci domandiamo: perché in quella sede non è stata chiesta la calendarizzazione in Assemblea del provvedimento?
Perché la Commissione cultura ha espresso il suo parere soltanto martedì 31? Perché la Commissione bilancio ha espresso molte perplessità (come sentiremo dal nostro collega Giudice, che era presente)? Perché, infine, il Governo non ha annunciato, per tranquillizzare, un decreto-legge? Signori, fuori tempo massimo, siamo riusciti a calendarizzare oggi questo provvedimento; tutti avete ricevuto e-mail e avete letto comunicati dei sindacati, fortemente perplessi e critici verso il Governo.
Oggi, con grande senso di responsabilità, discutiamo questo disegno di legge, di cui approviamo soltanto la parte dell'articolo 1 - ripeto - in cui si parla di proroga; altri parleranno degli altri articoli. Sappiamo ascoltare ciò che viene dal Paese reale, le esigenze dei cittadini e quelle dei medici, che devono essere garantiti in una libera professione - veramente libera - pur nel rispetto delle regole. Siamo consapevoli della necessità di non cadere nel caos e di creare un vuoto legislativo di cui, tuttavia, è responsabile esclusivamente il Governo.
Anche per tale motivo, ci troviamo qui, oggi - 2 agosto - a dare il nostro contributo con chiarezza, senza infingimenti e senza inciuci! Annunciamo che, in questo periodo di proroga, ci impegneremo a migliorare un testo che non condividiamo e che non soddisfa nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, anch'io intervengo per esprimere la mia opinione personale e quella del gruppo Forza Italia sul provvedimento che, come ha detto il Ministro, tutti i medici attendevano e che riveste una grande importanza per quel rapporto fiduciario che dev'esserci sempre tra la salute dei cittadini, i medici e anche l'attività di questi ultimi, sia quella istituzionale, dentro gli ospedali, sia, evidentemente, quella privata al di fuori degli ospedali, per consentire anche la libertà di scelta dei pazienti stessi.
Tuttavia, vorrei dire al Ministro che il provvedimento è arrivato a noi - certo, dopo un lungo lavoro al Senato che lo ha modificato - neanche due settimane fa; abbiamo avuto a stento il tempo, come sa il presidente Lucà, di esaminarlo, in tempi abbastanza stretti; evidentemente, alcuni punti, che al Senato, probabilmente, erano sfuggiti, sono stati messi in evidenza da noi, senza nessun motivo di osteggiare il provvedimento che tutti quanti riteniamo importante.
D'altronde - come ha già detto l'onorevole Di Virgilio - quando l'iter in Commissione ha avuto esito e il provvedimento è stato trasmesso, per il parere, alle CommissioniPag. 23competenti, la stessa Commissione bilancio ha espresso parere contrario rispetto al famoso articolo 2 (sul quale, più avanti, magari, spenderò due parole); si tratta di un articolo che, nell'ambito dell'economia del provvedimento, interviene ben poco, perché è un articolo estraneo all'attività libero-professionale intra moenia dei medici. L'articolo 2, infatti, prevede il passaggio a tempo indeterminato di circa 300 dipendenti del Ministero della salute - sicuramente persone validissime - che vengono «istituzionalizzate».
Sicuramente ciò - al di là di quanto possa dire il Governo - comporterà, per il Ministero della salute, oneri che, secondo dati non ufficiali, sono stati quantificati in circa 60 milioni di euro. Sia chiaro, non ho niente contro queste persone che, sicuramente, saranno validissime; tuttavia, in linea di principio, sono sempre contrario a tutti i passaggi cosiddetti ope legis. Infatti, se ora inquadriamo nel ruolo dirigenziale circa 300 persone nel Ministero della salute, evidentemente, per qualche anno, il Ministero stesso non potrà più nominare altri dirigenti e chiunque si occuperà, in futuro, di tale Ministero, si troverà con le mani legate. Ripeto, non ho nulla contro queste persone; tuttavia, effettivamente, la questione è abbastanza strana.
Inoltre, volevo sottolineare un ulteriore aspetto: per quanto riguarda l'attività intra moenia, secondo un articolo pubblicato su Il Sole-24 Ore di qualche giorno fa, circa il 70 per cento - nello specifico il 67,5 per cento - dei medici svolge, soprattutto al sud, attività di libera professione cosiddetta allargata, in quanto, soprattutto al sud, non vi sono ancora strutture disponibili per consentire a tali medici di svolgere l'attività intra moenia, vale a dire dentro l'istituzione.
Il provvedimento prevede, pertanto, una proroga di diciotto mesi, affinché tali strutture vengano attivate e i medici possano svolgere la loro attività libero-professionale all'interno della struttura ospedaliera stessa.
Secondo noi diciotto mesi non sono abbastanza in quanto sicuramente in questo periodo di tempo le cose non cambieranno molto, soprattutto nelle regioni del meridione. Pertanto, il provvedimento in discussione non fa altro che prolungare il problema, lasciandolo ancora una volta irrisolto.
Come ho già detto nel corso della discussione in Commissione, per far svolgere l'attività libero-professionale ai medici, basterebbe applicare solamente il comma 5 dell'articolo 1 ed istituzionalizzare la previsione di stabilire in ogni struttura e unità operativa, come voi stessi affermate, i volumi di attività istituzionale. Signor Ministro e signor sottosegretario, ormai si conoscono, per ogni struttura e per ogni medico, i volumi di attività istituzionale che un medico deve svolgere, perché l'azienda non «ne perda», ma addirittura ne guadagni. Basterebbe rendere ciò obbligatorio, comunicando ad ogni unità operativa qual è il volume di attività istituzionale che deve svolgere - anche il 90 per cento - in maniera tale che l'azienda ne tragga un guadagno.
Al di là di ciò, ogni medico, oltre l'orario di lavoro stabilito e delle ore giornaliere da svolgere all'interno della struttura, potrebbe liberamente svolgere la propria attività libero-professionale dentro o fuori l'ospedale, senza alcun problema. In tal modo all'ospedale e all'ASL sarebbe garantito lo svolgimento dell'attività istituzionale interna e ai medici la libera attività. Ogni medico pagherebbe le tasse e sarebbe poi soggetto ai controlli finanziari. Eventuali omissioni, il mancato pagamento delle fatture o le dichiarazioni inesatte, sarebbero di competenza, evidentemente, della Guardia di finanza.
Invece, così facendo e con i vincoli da voi inseriti nell'ambito del provvedimento in discussione, a mio avviso difficili da attuare, relativi alle prenotazioni e ai pagamenti che devono essere fatte nelle ASL proprio per evitare eventuali evasioni fiscali, si creerà un caos - lo affermo con cognizione di causa - soprattutto nelle regioni del sud e non faremo altro che aumentare l'evasione fiscale da parte diPag. 24molti medici, i quali effettueranno molte visite e controlli come libera attività professionale, fatturando meno di prima. Costituirà un problema della Guardia di finanza accertarlo.
Spero che non si tratti di una profezia catastrofica. Tuttavia ho molti dubbi, anche perché non vi sono attualmente le strutture e il personale necessario per prendere gli appuntamenti nelle strutture sanitarie locali. Molte persone telefonano, ma nessuno risponde. Può anche accadere che vengano fissati appuntamenti molto lontani. Si tratta di qualcosa di impossibile da attuare.
Infine, vorrei far presente che l'ultimo parere giunto in Commissione è stato quello della Commissione cultura della Camera, che ha posto alcune condizioni che ritengo sicuramente giuste. Infatti, nell'ambito del provvedimento in discussione manca completamente la previsione di un rapporto, che invece deve essere costante e continuo, di collaborazione tra la facoltà di medicina dell'università e il Servizio sanitario nazionale.
Infatti, le condizioni della Commissione cultura relativi all'articolo 1 richiedono che «(...) sia definito secondo parametri stabiliti in appositi schemi tipo di convenzione tra regioni e università concordati con il Ministero dell'università e della ricerca» - così deve essere - e poi conseguentemente con i rettori. È importante che ciò venga aggiunto.
In secondo luogo, al comma 7, oltre alle regioni, all'assessorato regionale e al Ministero della salute, in questi accordi e in questo protocollo devono essere considerati anche i protocolli di intesa che ogni università conclude con la propria regione, in cui vengono stabiliti anche i rapporti della libera attività intra moenia e come quest'ultima debba essere svolta.
Pertanto, carissimo Ministro, la ringrazio per le sue parole di collaborazione. Non si è mai trattato di un ostruzionismo fine a se stesso, né di non voler approvare il disegno di legge in discussione, ma solamente di chiarire alcuni punti, che riteniamo importanti, del provvedimento che oggi verrà sicuramente approvato.
Vorrei far rilevare un elemento importante ossia che speriamo che anche la maggioranza, oltre all'opposizione così presente, contribuisca a non far venire meno il numero legale perché è importante che il provvedimento al nostro esame venga alla fine approvato da tutti.
Ci è stato rimproverato di voler fare ostruzionismo e di non voler approvare il disegno di legge in oggetto. Non lo abbiamo mai detto, abbiamo voluto solo dei chiarimenti su alcuni dubbi che ancora riteniamo importanti.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, il deputato Grassi.
GERO GRASSI, Relatore. Signor Presidente penso che si possa procedere sulla base della relazione considerando che la risposta alle osservazioni fatte dal collega Palumbo è nella necessità di approvare il provvedimento al nostro esame, senza il quale l'intero sistema sanitario sarebbe sconvolto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio nuovamente ribadendo che ci sarà motivo di ulteriori chiarimenti in Commissione. Tuttavia in questo momento mi sembra importante - come dicevo prima - nei confronti del sistema sanitario, dei nostri cittadini, del Paese e dei medici, approvare il provvedimento in esame.
(Esame degli articoli - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.Pag. 25
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezioni 1 e 2).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 3).
Ha chiesto di parlare il deputato Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, oggi approveremo questo provvedimento fuori tempo massimo e ciò perché il Governo aveva chiesto di assegnarlo alla Commissione in sede legislativa, come è avvenuto al Senato.
Vedete, onorevoli colleghi, il nostro Paese ha una Costituzione che prevede un sistema di bicameralismo perfetto, invece da un certo periodo a questa parte è entrato nella convinzione generale del Parlamento il fatto che, se uno dei due rami del Parlamento approva un provvedimento - e ciò accade spesso in Senato - esso debba essere automaticamente approvato anche dall'altro ramo.
Ciò è sbagliato, è anticostituzionale; queste sono le ragioni per le quali non eravamo d'accordo. Signor Sottosegretario, lei sa benissimo che io personalmente le avevo detto che tale provvedimento è vergognoso: lo ribadisco e le dirò le motivazioni.
Proprio riferendosi all'articolo 1, il Ministro ha affermato che il provvedimento è utile per i cittadini e per il medico e su ciò non ho dubbi: il cittadino deve potersi rivolgere al medico in cui ripone fiducia per la cura della sua persona, però allo stesso tempo il medico ha il diritto, costituzionalmente parlando, di potere esercitare la sua professione.
Signor Ministro, signor sottosegretario, non ho nulla contro l'attività intra moenia, anzi plaudo ad essa e sono perfettamente d'accordo, però mi sarei immaginato che il Governo potesse elaborare un sistema di intra moenia stricto sensu, non come è strutturata oggi o come l'avete organizzata.
Il medico ha il diritto di svolgere la propria attività professionale e l'azienda il dovere di fornirgli le strutture. E perché, dal momento che le aziende sono inadempienti, il medico deve sobbarcarsi le spese delle strutture al posto dell'azienda?
Perché considerate valido un principio di questo genere? Ecco dov'è l'opportunismo di un provvedimento, che è veramente da bocciare, non da approvare completamente.
In secondo luogo, avete incluso, all'articolo 2, una previsione che crea lo scompiglio in seno al Ministero della salute, favorendo alcuni funzionari rispetto ad altri. Su questo aspetto la Commissione bilancio, in un primo tempo, si era giustamente ribellata e aveva fatto le sue rimostranze, ma poi avete cercato di cambiare le carte, di convincerla e avete ottenuto il parere favorevole.
Per quanto riguarda la VII Commissione, che ha mosso rilievi fondamentali, signori miei, signor sottosegretario, signor Ministro, voi ve ne siete fregati! Lo ha già detto l'onorevole Palumbo e lo ribadisco, perché è un aspetto fondamentale: nel punto b) del proprio parere la Commissione cultura afferma: «Si preveda espressamente, per il personale universitario, che l'attività di assistenza collegata alla ricerca e alla didattica - si tratta di preparare i nuovi medici, i nuovi specializzandi - non sia in alcun modo penalizzante dall'esercizio dell'attività privata». Ma voi di ciò ve ne fregate, signori miei! Avete preso dei provvedimenti, che sono contro il medico e vi spiego subito le ragioni. Non avete preso in considerazione il fatto che oggi il medico esercita l'attività intra moenia e le aziende non si preoccupano di stipulare le assicurazioni nei riguardi del personale sanitario, dei medici, degli infermieri, dei tecnici di radiologia e altro. Di ciò ve ne fregate e permettete che le assicurazioni facciano gli strozzini nei riguardi dei medici. È vergognoso, signori miei! Vi dovete vergognare!Pag. 26
Di recente abbiamo approvato un provvedimento che riguarda la giustizia. Ebbene, da questo punto di vista ho riscontrato la sensibilità da parte del Governo e del Parlamento di prevedere che ai magistrati non sia applicata alcuna responsabilità, né civile né penale: perché la stessa sensibilità non l'avete, signori miei, nei riguardi dei medici, del personale sanitario che lavora nelle strutture per il cittadino, senza avere un riconoscimento da parte di questo Governo? Signori, il medico ha una responsabilità civile non indifferente e deve pagare di persona, anche pecuniariamente, nell'eventualità che venga condannato.
L'aspetto grave è che non c'è soltanto la responsabilità civile: il nostro è l'unico Paese che prevede anche la responsabilità penale per i medici! Questo è grave, signori miei! Il medico viene da voi sacrificato in tutti i sensi e in tutte le maniere, viene vessato e di ciò - lo ripeto - vi dovete vergognare, signor Ministro! Preciso anche che, a titolo personale, voterò contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore....
GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare...
PRESIDENTE. Non mi era stato segnalato.
GIANNI MANCUSO. L'ho segnalato al banco della Presidenza, prima che iniziasse la discussione.
PRESIDENTE. Non mi è arrivata la segnalazione. Le chiedo scusa. Prego, deputato Mancuso, ha facoltà di parlare.
GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti e non interverrò più sui singoli emendamenti.
Un quotidiano economico ha titolato: «Intra moenia e caos scadenze». Un altro quotidiano ha titolato: «Intra moenia appesa ad un filo». Martedì scorso, in Commissione, abbiamo tutti - intendo i colleghi della XII - vissuto in diretta l'imbarazzo del presidente che, suo malgrado, tentava di trovare, col buonsenso che caratterizza la sua attività, un ordine ai nostri lavori. Così come si comprende l'imbarazzo che ha caratterizzato in questi giorni la maggioranza e il Governo, perché dopo l'approvazione a tempo di record (Commenti)...
PRESIDENTE. Scusate. Rinnovo l'invito all'Assemblea a un comportamento che ci consenta di ascoltare. Grazie.
GIANNI MANCUSO. Stavo dicendo che dopo l'approvazione a tempo di record del Senato, da parte della Commissione sanità in sede deliberante, il provvedimento arriva alla Camera in fretta e furia, con la spada di Damocle dell'approvazione entro il 31 luglio. Oggi è il 2 agosto e la brutta figura rimane: se andrà bene, sarà pubblicato ed entrerà in vigore il 4 o il 5 agosto.
Dopo l'assurda scadenza del 31 luglio proposta appunto dal decreto-legge Bersani, aziende sanitarie e regioni dovranno organizzare strutture e gestioni delle attività, a pena di commissariamento dei direttori generali e sospensione dei finanziamenti. La rapida approvazione al Senato è figlia di furbizie dell'ultima ora: sono state stralciate le norme sul rischio clinico e soprattutto quelle che riguardano l'obbligatorietà dell'esclusività dell'attività professionale. La principale novità introdotta dal disegno di legge in questione è la proroga di 18 mesi per la cosiddetta intra moenia allargata negli studi privati ed in assoluto per l'attuale regime della libera professione. Secondariamente, si prevede la possibilità di ottenere il part time, un inasprimento delle pene per le aziende e regioni che non rispettino le regole, l'obbligo di trattare in 72 ore le urgenze differibili, cioè quelle patologie subacute che possano attendere da uno a tre giorni.
Nei giorni scorsi si sono svolte le audizioni dei sindacati medici, che hanno tutti sottolineato l'urgenza della proroga diPag. 2718 mesi, ma hanno anche mosso numerose critiche al testo del Senato. Infatti ANAAO, CIMO, ANPO e CISL-Medici, con sottolineature diverse, hanno espresso la rispettiva insoddisfazione: parlano di appesantimento rispetto al testo licenziato dal Consiglio dei Ministri, di paletti troppo rigidi, che limitano l'attività indipendentemente dai contesti organizzativi; denunciano come gli strumenti per regolare l'attività intra moenia siano materia contrattuale e di competenza regionale. Solo sul punto della proroga di 18 mesi c'è un sostanziale accordo e, in qualche caso, compiacimento.
Il problema vero è sempre quello delle risorse necessarie a organizzare le aree da destinare alla libera professione. Le regioni più avanzate, dal punto di vista delle risposte sanitarie, hanno da tempo avviato progetti di riqualificazione delle grandi strutture e dopo aver superato le emergenze, che cambiano ovviamente da struttura a struttura, potranno dedicarsi al reperimento di spazi, per dare risposte alle esigenze dell'attività intramuraria. Occorreranno anni e la ulteriore proroga di 18 mesi potrebbe - potrà - quasi certamente risultare insufficiente. Non possiamo dimenticare che i direttori generali delle aziende sanitarie sono impegnati tutti giorni a combattere con problemi molto seri legati all'erogazione di servizi sanitari ai cittadini italiani, che esprimono una forte domanda di salute. Prima di pensare alla possibilità di estendere l'attività intra moenia, si dibattono in gravi, talvolta gravissime difficoltà legate alla carenza di personale, causato dal blocco delle assunzioni, che ormai data da tre leggi finanziarie, e dalla gestione delle ferie, molto più banalmente o, ancora, devono combattere con problemi seri come la sicurezza per i pazienti. Un'ulteriore difficoltà è rappresentata dalla necessità di avviare la centralizzazione delle prenotazioni e del servizio di incasso degli onorari previsti per le prestazioni di intra moenia, nell'ottica di coordinare e controllare le attività ed evitare una concorrenza sleale nei confronti dell'azienda.
In conclusione, desidero evidenziare come il testo approvato dal Consiglio dei ministri nel maggio scorso sia stato stravolto: il Governo è stato infatti costretto a cedere da un lato ad alcune istanze proposte dalla minoranza, dall'altro a richieste ideologiche provenienti sempre dalla maggioranza, che ha voluto inserire rigidi paletti per limitare l'esercizio dell'attività libero-professionale. Nel corso della XIII legislatura la materia fu trattata dal Governo di allora, in particolare dal Ministro Bindi, in maniera ideologica: si voleva infatti mettere tutti i medici sotto la «cappella» della pubblica amministrazione, nonostante l'assenza di strutture adeguate e violentando, di fatto, la libera professione medica. I cittadini non capivano allora - e continuano a non capire oggi - come sia possibile ottenere la medesima prestazione con un'attesa di tre mesi pagando il ticket e mettendosi in lista, o il giorno stesso che ci si presenta in ospedale, con lo stesso medico e nella stessa struttura, in regime di libera professione intra moenia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, signor Ministro, la tutela della salute dei cittadini e la valorizzazione della professionalità dei medici sta naturalmente a cuore anche a noi: grazie, signor Ministro, per avercelo ricordato. È con questo spirito che affrontiamo la discussione e l'approvazione del provvedimento. Esso ci trova concordi per quel che riguarda i commi 1, 2 e 3 dell'articolo 1, che stabiliscono principi giusti, mentre non ci trovano d'accordo le altre misure previste dai successivi commi dell'articolo 1 (dal 4 in poi): su questi ultimi abbiamo anzi molte perplessità, così come le hanno avute i sindacati che abbiamo ascoltato in Commissione. Devo anzi dire che i sindacati non hanno condiviso né queste misure, né il modo secondo cui esse sono state portate avanti in questo provvedimento. Desideriamo dunque che rimanga agli atti l'insoddisfazione, nostra e di tuttaPag. 28la classe medica, su queste misure non condivise; ci auguriamo anzi che in futuro vi sia la possibilità di riconsiderarle. Il nostro atteggiamento va perciò in questa direzione, poiché non siamo soddisfatti di queste norme e vogliamo che esse siano riviste così come lo vuole la classe medica, sempre nell'interesse dei cittadini e per la valorizzazione della professionalità medica. Per queste ragioni abbiamo presentato emendamenti per sopprimere i ricordati commi dell'articolo 1.
Passo agli altri articoli. Sull'articolo 2, che stabilisce l'inquadramento dei dirigenti del Ministero della salute, abbiamo manifestato alcune perplessità: vogliamo chiarire infatti - come abbiamo già fatto in Commissione - che non abbiamo nulla in contrario e anzi siamo d'accordo sul fatto che tali professionisti siano inquadrati come dirigenti. Il relatore ha però affermato che ciò avviene nell'invarianza degli oneri; non capisco cosa ciò significhi: se i ricordati professionisti sono inquadrati nel ruolo dei dirigenti, ovviamente essi hanno diritto anche all'inquadramento economico conseguente. Che sia dunque chiaro e che rimanga agli atti che così è - e non è diversamente - poiché attraverso una parola - invarianza - si vuole coprire il problema: è un modo ambiguo e ipocrita di affrontare le questioni.
Ci troviamo invece d'accordo sia sull'articolo 3, attinente il tempo parziale alla dirigenza sanitaria, sia sull'articolo 4, concernente il differimento del termine per le prestazioni aggiuntive da parte degli infermieri e dei tecnici sanitari di radiologia medica. Nel complesso, dunque, preannuncio la nostra astensione su questo provvedimento, poiché abbiamo a cuore questi problemi, ma desideriamo sia chiaro che il testo non ci soddisfa completamente e che vogliamo che la salute dei cittadini e la professionalità dei medici siano davvero tutelati. Siamo disponibili a discutere, come facciamo oggi in questa sede, in «zona Cesarini», questo testo che il Governo ha presentato con così gran ritardo.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
GERO GRASSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 294
Astenuti 159
Maggioranza 148
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 254).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Fiano ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Virgilio 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 261).
Prendo atto che il deputato Fiano ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario e che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Montani 1.16. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Montani. Ne ha facoltà.
ENRICO MONTANI. Signor Presidente, l'emendamento 1.16 che ho presentato tende a stabilire che «in caso di mancato completamento degli interventi di ristrutturazione edilizia entro il termine indicato al comma 2, la regione inadempiente è sanzionata con la revoca delle risorse (...)». Considerato che solo alcune regioni del Nord hanno finora approvato un programma regionale di interventi di edilizia sanitaria, la misura proposta dall'emendamento in esame sembra di buonsenso e su di esso chiediamo un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lisi. Ne ha facoltà.
UGO LISI. Signor Presidente, desidero sottolineare, anche a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, ciò che il collega Montani ha voluto esplicitare ed esternare attraverso la presentazione del suo emendamento 1.16. Ci troviamo di fronte a questo impianto, mentre già su Il Sole 24 ore del 31 luglio si può leggere che alcune regioni marceranno con un regime verso strutture edilizie nuove e prima del 2010, con la chiusura dei cantieri, ad esempio in Lombardia, gli spazi in casa per l'intra moenia spunteranno solo subito dopo il 2010.
Quindi, al di là del provvedimento che ci apprestiamo ad approvare oggi, abbiamo già alcune regioni che sono avanti (e può essere anche il caso della «virtuosa» Toscana, mi si passi il termine), mentre in Lombardia che, grazie alla Casa delle libertà ed al suo Governo è altrettanto virtuosa, ci troviamo di fronte ad una situazione per la quale gli stessi amministratori ammettono che, se non si chiuderanno i cantieri non sarà possibile applicare le misure previste dal provvedimento al nostro esame dopo il 2010. Per tali ragioni, condivido ciò che ha detto il collega Montani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 257).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.4 e Lucchese 1.27, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 258).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Virgilio 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 258).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che l'emendamento Montani 1.17 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 258).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Virgilio 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.2 e Lucchese 1.28, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 262).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.1 e Lucchese 1.29, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.3 e Lucchese 1.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.6 e Lucchese 1.31, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.7, Montani 1.23 e Lucchese 1.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.8, Montani 1.24 e Lucchese 1.33, non accettati dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.9 e Lucchese 1.34, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.10 e Lucchese 1.35, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.11 e Lucchese 1.36, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 1.12 e Lucchese 1.26, non accettati dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 270
Astenuti 203
Maggioranza 136
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 12).
Prendo atto che i deputati Pegolo e Lumia hanno segnalato che hanno erroneamente espresso un voto contrario e che avrebbero voluto votare a favore.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 4).
Ha chiesto di parlare il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, vi pregherei di prestare un attimo di attenzione perché i componenti della CommissionePag. 34bilancio e i componenti della Commissione di merito hanno predisposto un emendamento soppressivo dell'articolo 2. È importante, colleghi, che dica in premessa che tale emendamento soppressivo non riguarda assolutamente il merito del provvedimento - che in alcuni punti può anche essere condivisibile - ma ne rigetta, nella maniera più assoluta, il metodo. Infatti, l'articolo 2 presenta un contenuto chiaramente oneroso e quantificabile in un importo di spesa non inferiore ai 60 milioni di euro.
È inutile che il relatore, all'inizio dell'esame durante la discussione sulle linee generali, si sia nascosto dietro il rispetto di una clausola di invarianza finanziaria assolutamente inesistente. Colleghi, il dramma di questo metodo - e ribadisco che non si tratta del merito - risiede nella seguente considerazione. Se il provvedimento in esame fosse pervenuto in prima lettura in questo ramo del Parlamento, le ipotesi sarebbero state due, signor Ministro: o il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe indicato un'adeguata copertura della norma o la Commissione avrebbe raccomandato, nel rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, la soppressione dell'articolo.
Tuttavia, poiché il provvedimento in esame è giunto alla seconda lettura e non può tornare al Senato, questo ramo del Parlamento oggi si appresta ad approvare un provvedimento che, pur essendo condivisibile, è assolutamente privo di copertura finanziaria, come evidenzia il nulla osta sul testo del provvedimento espresso questa mattina in Commissione bilancio che non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti.
Infatti, nel parere rilasciato questa mattina dalla Commissione bilancio si contiene - fatto mai avvenuto in quella Commissione - un «nulla osta nel presupposto che, al fine di garantire l'effettività della clausola di invarianza di cui al comma 2 dell'articolo 2, l'inserimento dei dirigenti delle professionalità sanitarie in apposita sezione del ruolo dirigenziale del Ministero della salute sia realizzato sulla base di specifico provvedimento dell'amministrazione interessata, tenuto conto delle corrispondenti vacanze in organico dei dirigenti di seconda fascia dello stesso Ministero e nel rispetto dei vincoli in materia di assunzione di personale e dell'invarianza del trattamento economico».
Si tratta, cioè, di un presupposto indicato per aggirare il fatto che il provvedimento è scoperto e per aggirare la clausola voluta dal comma 4 dell'articolo 81 della Costituzione. Quindi, oggi, alla Camera si sta ponendo un presupposto assolutamente pericoloso, signor Presidente, e grave per la necessità dettata dalla norma Costituzionale.
Invito il Governo e il Ministro - che pare non essere interessato alla questione che stiamo trattando - a considerare con grande attenzione la vicenda legata all'articolo 2 e alla sua copertura finanziaria e invito i commissari della Commissione bilancio, anche dell'opposizione, per coerenza con il mandato che esercitano in quella Commissione, a votare per la soppressione dell'articolo 2, il che darebbe coerenza e dignità alla loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché le considerazioni che sono state svolte dall'onorevole Giudice sono particolarmente rilevanti e fanno riferimento all'iter del provvedimento nella nostra Commissione, che è deputata, come tutti i colleghi sanno, a verificare che esistano alcuni presupposti per la formulazione di un parere positivo.
Vorrei, dunque, fornire brevemente alcuni chiarimenti in ordine alla questione sollevata dall'onorevole Giudice circa il parere espresso dalla Commissione bilancio.
Considerata la delicatezza della questione nei termini posti dall'onorevole Giudice, che mette in discussione la garanziaPag. 35della funzione affidata dalle norme regolamentari alla Commissione bilancio a tutela della finanza pubblica, ritengo di fornire alcune precisazioni considerando doveroso precisare che, a mio giudizio, non è stata effettuata alcuna forzatura da parte della Commissione.
Vorrei ricordare che sull'articolo 2 del provvedimento in esame si è svolta, come succede regolarmente in Commissione, un'accurata istruttoria che ha tratto spunto dagli elementi di documentazione predisposti dagli uffici.
In sostanza, si è evidenziato il rischio che le disposizioni del comma 1 dell'articolo 2 possano dar luogo, in sede di attuazione, a nuovi o maggiori oneri non adeguatamente quantificati né coperti.
Si è nel contempo osservato che la clausola di invarianza inserita al Senato al comma 2 del medesimo articolo poteva prestarsi ad essere intesa come meramente formale e non sufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria delle disposizione di cui al comma 1.
La Commissione bilancio ha quindi deciso, non avendo ottenuto sufficienti elementi di chiarimento da parte del Governo in questa prima fase di trattazione della materia, di sospendere l'espressione del parere per sottoporre la questione medesima alla Commissione di merito, affinché valutasse l'eventualità di apportare al testo una modifica volta a scongiurare il rischio che si determinassero nuovi o maggiori oneri.
Il presidente della Commissione affari sociali mi ha inviato una lettera di risposta, nella quale si dà conto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Ministero di settore presso la medesima Commissione. Tali chiarimenti precisano che le disposizioni del comma 1 debbono interpretarsi nel senso che l'attuazione del comma 2 non può dare luogo, per il personale di cui al comma 1 del medesimo articolo, alla revisione del relativo trattamento giuridico ed economico, che resta quello previsto per il medesimo personale dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro dell'area 1 della dirigenza.
La Commissione bilancio si è, quindi, nuovamente convocata, prendendo atto di tale chiarimento e delle ulteriori precisazioni fornite dal rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze, secondo cui l'inserimento in apposita sezione del ruolo dirigenziale del Ministero della salute può avere ulteriore seguito nel presupposto che il conferimento della titolarità degli incarichi di funzione dirigenziale sia regolato con specifico provvedimento dell'amministrazione, tenuto conto delle corrispondenti vacanze nell'organico dei dirigenti di seconda fascia del Ministero della salute, nel rispetto dei vincoli in materia di assunzione di personale e della invarianza di trattamento economico, così come previsto dal comma 2 dello stesso articolo. La Commissione ha, quindi, espresso parere di nulla osta, nel presupposto che le disposizioni dell'articolo 2 siano interpretate nel senso dei chiarimenti acquisiti.
In sostanza, per terminare, il parere espresso dalla Commissione bilancio risulta suffragato dalle precise indicazioni fornite sia dal Ministero di settore, che dal Ministero dell'economia e delle finanze, tali da consentire di sostanziare la clausola di invarianza di cui al comma 2. I chiarimenti forniti debbono intendersi alla stregua di una interpretazione autentica della volontà del legislatore, idonei ad evitare qualunque incertezza sul piano attuativo.
Ricordo, da ultimo, che si era anche ipotizzato di accompagnare il parere espresso dalla Commissione bilancio con un ordine del giorno, che ci si appresta a presentare in Assemblea, che impegnasse il Governo a dare attuazione alle disposizioni dell'articolo 2, nel senso di assumere i chiarimenti acquisiti.
Tutto ciò premesso, signor Presidente, onorevoli colleghi - scusandomi per essermi soffermato a lungo sui dettagli di tale questione che ritengo particolarmente rilevante, perché attiene, come ho già detto, al ruolo di presidio della Commissione bilancio della Camera - penso di poter affermare, con assoluta serenità e in coscienza, che non vi è stata alcuna forzatura,Pag. 36né sottovalutazione da parte della Commissione bilancio della problematicità delle disposizioni recate dall'articolo 2. Inoltre, la soluzione cui si è pervenuti - per quel che riguarda l'interpretazione da attribuire al medesimo articolo in relazione all'esigenza di garantire l'effettività della clausola d'invarianza ivi contenuta - ritengo si possa considerare soddisfacente e tale da scongiurare il rischio che si determinino nuovi o maggiori oneri privi di adeguata quantificazione e copertura. Con ciò penso di avere interpretato evidentemente le preoccupazioni non solo dei colleghi di maggioranza, ma anche dei colleghi di opposizione, che sono state rappresentate dall'onorevole Giudice e confido che con tale spiegazione non sorga alcun dubbio circa la correttezza dell'operato della Commissione bilancio della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ricordo che la discussione verte sul complesso degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, volevo riprendere, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, il tema posto dal collega Giudice, anche alla luce delle considerazioni del presidente Duilio, che ha ricostruito con puntualità i passaggi seguiti all'interno della Commissione. Mi permetto però di osservare immediatamente, presidente Duilio, che lei ha esposto l'iter del confronto che si è avuto sul merito della scelta legata alla copertura finanziaria, ma la realtà è che, dal punto di vista concreto, non abbiamo risolto il problema.
Noto con piacere come in questa Assemblea venga portato tale esempio per indicare quello che dovrebbe essere il metodo di valutazione legato alla copertura finanziaria di provvedimenti delicati - quale quello relativo al tema della sanità che stiamo affrontando - ; più in generale, ciò dimostra la linea di azione della maggioranza e del Governo sul versante del controllo della spesa pubblica, che è assolutamente debole.
Purtroppo, presidente Duilio e Presidente Bertinotti, in questa prima parte di legislatura più volte, su vari provvedimenti, ci siamo trovati di fronte a logiche di copertura assolutamente discutibili, dovendo rinviare alla fase successiva della discussione in Assemblea degli ordini del giorno la tutela delle esigenze di copertura che radicano, invece, la competenza della Commissione bilancio in ordine alla puntuale verifica dell'esatta applicazione delle norme del Regolamento attuative dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Anche questa volta, per logiche di natura politica, abbiamo di fatto rinunciato - e vi ha rinunciato la maggioranza per prima, nell'obiettivo di non modificare il provvedimento in esame per preservare le logiche già ponderate al Senato - a porre la clausola fondamentale volta a fornire elementi di garanzia sulla tenuta dei conti pubblici. Vorrei, al riguardo, richiamare il documento posto alla nostra attenzione dalla Corte dei conti, in merito alle coperture adottate nel periodo tra settembre e dicembre 2006. Si tratta di un periodo abbastanza limitato, ma si evince dalla valutazione della Corte dei conti come, da parte del Parlamento e della maggioranza - la quale, in particolar modo, è deputata a indicare un percorso normativo di sereno confronto con l'opposizione (e comunque, in tal senso, la responsabilità è soprattutto della maggioranza) -, vi sia stata una sottovalutazione dei profili di copertura delle norme approvate. Quindi, vi è una spesa che cresce, e cresce in particolar modo con riferimento a tale settore, Presidente Bertinotti. Abbiamo appena affrontato, nel DPEF, una discussione molto approfondita sugli scenari ovvero sulla riduzione della pressione fiscale, sull'aumento del gettito, sulla riduzione della spesa; è chiaro, però, che con questi provvedimenti - come ha affermato correttamente l'onorevole Giudice - rischiamo concretamente di contribuire alla crescita della spesa pubblica senza un controllo diretto.
Non ci accontentiamo, francamente, delle rassicurazioni che sarebbero fornitePag. 37da un impegno ministeriale di settore - mi riferisco al Ministero della salute - circa il fatto di poter intervenire su diritti riconosciuti con legge irreggimentandoli in qualche modo con una norma di fonte di rango secondario ovvero con decreto del Ministero della salute. Un decreto che dovrà, comunque, tener conto degli aspetti normativi, la cui debolezza è dimostrata, presidente Duilio, solo che si consideri la presentazione di un ordine del giorno rafforzativo.
Quindi, Presidente, in conclusione riteniamo che tale norma sia scoperta e gli stessi uffici hanno individuato, nell'emendamento Zorzato 2.50, una proposta in grado di fornire garanzie al riguardo, in maniera molto asettica, mancando un richiamo alla puntuale applicazione, da parte della Commissione di riferimento, dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Pertanto, come gruppo di Alleanza Nazionale, invitiamo a esprimere un voto favorevole alla soppressione dell'articolo 2, per inviare un segnale chiaro sul tema del controllo della spesa pubblica, al di là del merito della scelta, e, quindi, ovviamente degli impegni che assumiamo nei confronti del popolo italiano per garantire maggiore certezza ai servizi che attiveremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, trovo piuttosto singolare che si proceda in quest'aula in via assolutamente interpretativa su questioni, che hanno anche un rilievo di natura politica, oltre che giuridica.
La questione dell'articolo 2 è relativa alla messa in ruolo di questi dirigenti di seconda fascia (che sono circa duecento, anche alcuni sostengono che sono molti di più), medici del Ministero della salute: sembra difficile che, soltanto attraverso un carteggio, per quanto intellettualmente onesto, tra presidenti di commissione e ministero, si eviti che, una volta attribuita loro la posizione, si riesca a lasciarli lì senza dare loro l'incarico e la retribuzione di risultato, che aggiunge il 30 per cento della retribuzione al loro stipendio. È difficile che tutto ciò, quindi, avvenga senza oneri.
È altrettanto difficile, signor Presidente, riuscire a far entrare in ruolo questi dirigenti e conferire loro incarichi, coprendo progressivamente le vacanze a seguito di pensionamenti di altri dirigenti della stessa fascia: per far andare in pensione duecento dirigenti di seconda fascia - anche nell'ipotesi in cui fossero in tale numero - ci vorrebbero decenni.
Invito, pertanto, ad una riflessione e pongo una domanda retorica: non era preferibile prevedere una copertura per questo articolo? Sembra un modo di procedere assai singolare anche il brutto andazzo di andare avanti, nel presupposto che si tratti di comportamenti anomali rispetto alla prassi vigente e alle leggi in vigore, non potendo comportare nuovi oneri perché la copertura non è stata prevista.
Non ci resta che sottolineare, pertanto, tale aspetto - al netto del nostro consenso politico al significato dell'articolo 2 - dando rilievo al fatto che non è stata prevista una copertura finanziaria adeguata: ciò si ripercuoterà necessariamente in termini di contenzioso e di aspettative - che verranno deluse - di questi medici del Ministero della salute che entreranno in ruolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vorrei interpellare il Ministro presente in aula, perché gli interventi del collega Giudice, del collega Giorgetti e del presidente della Commissione bilancio hanno lasciato aperto in tutti noi un dubbio che, leggendo l'articolo in esame, non può essere risolto con un ordine del giorno o con un'interpretazione data a voce in aula.
La sintesi è la seguente: siamo di fronte a un articolo che fa una «marchetta» - l'Assemblea mi scusi per il termine - da trecento posti di lavoro, regalando la dirigenza di seconda fascia senza alcun tipoPag. 38di concorso pubblico o di concorso interno: conseguenza di ciò, come affermano gli stessi atti del Governo - che cito - saranno «le ripercussioni che tale operazione determinerebbe in relazione al conferimento della titolarità degli uffici dirigenziali con riflessi negativi sulla funzionalità dell'amministrazione». È lo stesso Governo ad affermarlo, commentando la norma che ci propone.
Signor Ministro, ci troviamo di fronte a trecento persone alle quali sarà regalata la seconda fascia. Ci può stare: la legge lo consente. Tuttavia, il fatto di regalare la seconda fascia a trecento persone, senza prevedere la copertura dei costi, non può certamente essere tollerato dalla Camera, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione!
Quello fornito dal presidente Duilio e dai colleghi che mi hanno preceduto non è solo un parere tecnico, così come sembra; si tratta di un obbligo che costituzionalmente la Camera ha: verificare che le norme che approviamo abbiano un'adeguata copertura finanziaria. Questa norma può valere 60 o 70 milioni di euro (poca cosa - lei dirà - rispetto al buco che ci prepariamo ad avere nel 2008!), ma essa, comunque, è palesemente scoperta.
La giustificazione che l'ottimo presidente della Commissione bilancio adduce, arrampicandosi sui vetri, non è una giustificazione che l'Assemblea può accettare: questa non può sentirsi dire che la norma determinerà questi costi, ma che si farà in modo di non determinarli!
Il provvedimento in esame determina dei costi, i costi ci sono e il Governo deve coprirli, oppure, qualora non vi sia la copertura, si può votare l'emendamento soppressivo della norma in esame, riportando queste trecento persone all'interno delle regole che valgono per le altre decine di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione, eliminando un percorso privilegiato che va contro gli altri e privilegia soltanto alcuni eletti, e non preparando un ulteriore buco sulla sanità per il prossimo anno.
Lei sa bene, signor Ministro, che i conti del 2006 che stanno per chiudersi prevedono per la sanità un buco di 7 milioni di euro, che nel 2007 ammonterà probabilmente a circa 13 milioni, per un totale di 20 milioni.
Sono poca cosa 60 milioni di euro; ma, mentre su quei 20 milioni come Parlamento non abbiamo alcuna possibilità di incidere, perché si tratta di una spesa regionale, su questi 60-70 milioni di buco ulteriore possiamo incidere in modo molto semplice: esercitando un nostro diritto e sopprimendo, con un emendamento ad hoc, su cui poi interverremo nuovamente, questa norma, che è assurda - lo ripeto - dal punto di vista finanziario e dal punto di vista della giustizia nei confronti di tutti i dipendenti pubblici. Non ha senso privilegiarne trecento, per motivi che non si conoscono!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, la vicenda sottoposta al suo esame, a mio giudizio, la chiama direttamente in causa, perché riguarda anche una questione relativa al Regolamento e all'applicazione delle disposizioni legislative relative alla copertura dei provvedimenti legislativi.
Credo, signor Presidente, che il fatto di trovarsi abitualmente di fronte a clausole formali, come quella di cui ci stiamo occupando in questo momento, imponga - ed è questa la richiesta che le rivolgo - di sottoporre la questione alla Giunta per il Regolamento.
In altre parole questo caso è emblematico di una situazione abbastanza strana, in forza della quale da un lato si sostiene che la clausola di invarianza garantisce il rispetto della prescrizione dell'articolo 81 della Carta costituzionale, dall'altro viene rimessa al Ministero competente l'interpretazione delle modalità con le quali l'invarianza della spesa debba essere garantita.
Ho una forte perplessità sul fatto che tale interpretazione possa essere demandata, da parte della Commissione bilancio, al Ministero competente. Infatti, se cosìPag. 39fosse, non vi sarebbe più quel ruolo di verifica e di controllo che la Commissione bilancio assicura al Parlamento, in quanto tale controllo sarebbe paradossalmente rinviato alle argomentazioni di merito, per quanto tecniche, fornite dal Ministero, mentre è esattamente questo - ripeto - l'aspetto che dovrebbe essere sottoposto al controllo della Commissione bilancio.
Questo è un aspetto su cui, signor Presidente, non possiamo rimanere indifferenti. Guardiamo il caso emblematico che è emerso in quest'aula: si sostiene che il Ministero - mi perdonerà il Presidente se fornisco una mia interpretazione - abbia garantito sostanzialmente una sorta - perdonatemi - di inquadramento di serie B, che non comporterebbe, sotto questo profilo, alcun onere finanziario.
Ora, a prescindere dalla singolarità di questa interpretazione, che viene offerta dal Ministero, mi permetto di fornire due ipotesi di lettura. In base alla prima, se questa affermazione fosse corretta, qualcuno dovrebbe spiegare perché il Ministero competente, nella formulazione normativa, non ha indicato espressamente che quell'inquadramento avviene ferme restando le situazioni giuridiche ed economiche del personale che viene inquadrato.
In tal caso, la Commissione bilancio non avrebbe avuto alcuna difficoltà a ritenere che, sotto il profilo normativo, l'inquadramento non avrebbe comportato alcun aumento di spesa.
Per la seconda interpretazione, signor Presidente, non è così! La clausola formale è aggirata, perché molto probabilmente a tale inquadramento di serie B seguirà una contrattazione a livello negoziale tra i sindacati e il Ministero, che comporterà oneri conseguenti.
Allora, signor Presidente, mi rivolgo a lei: non chiedo che venga risolto questo problema, considerato - mi perdoni - che siamo ormai in fase di saldi di fine stagione, quindi, figuriamoci se blocchiamo i lavori del Parlamento; tuttavia, non ritiene che non si possano più accettare queste prassi e questi metodi che eludono la garanzia che il Parlamento deve fornire?
Bene ha fatto il mio amico Giorgetti a richiamare le considerazioni della Corte dei conti in relazione alla salvaguardia e al rispetto dell'articolo 81 della Carta costituzionale.
Le affido, quindi, questo problema come gruppo Alleanza Nazionale chiediamo che venga affrontato definitivamente. Chiediamo, inoltre, che lo stesso venga chiarito in termini precisi ogni volta che sia prevista una clausola di salvaguardia quanto meno di dubbia interpretazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Come lei ha avuto modo di apprezzare, il presidente della Commissione bilancio è intervenuto in questa sede, offrendo le sue argomentazioni e le conclusioni a cui è pervenuta la Commissione.
Naturalmente ogni elemento può essere oggetto di approfondimento. In questo senso si può raccogliere la sua sollecitazione, ma vorrei evitare di sovrapporre questioni di merito a quelle di metodo e, dal punto di vista del metodo, in questo momento ci sono tutte le condizioni affinché proceduralmente si possa procedere, avendo avuto il nulla osta dal presidente della medesima Commissione bilancio.
Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, sarei voluto intervenire sull'argomento, ma lei mi ha preceduto tirando le conclusioni sull'intervento del presidente della Commissione bilancio, ma proprio lo stesso intervento del presidente della Commissione bilancio avrebbe dovuto far riflettere non solo noi, ma anche lei, signor Presidente, nel momento in cui - la fretta di andare via non ci deve esimere dal chiarire, in maniera molto sintetica, alcune questioni legate all'approvazione di questa norma - stiamo discutendo di una norma, che costa 60 milioni di euro - non ci piove, lo afferma lo stesso Ministero della salute - e che, al di là delle interpretazioni e dell'arrampicarsi sugli specchi dell'intervento non molto degno di un presidentePag. 40della Commissione bilancio, non possiede la copertura finanziaria.
È sotto gli occhi di tutti che stiamo avallando un'operazione di abdicazione della Commissione bilancio nei confronti del Ministero della sanità e che tutto ciò sia vero, signor Presidente, lo ammette lo stesso presidente della Commissione bilancio. Come si può venire a proporre all'Assemblea un ordine del giorno solo per mettersi a posto con la coscienza? È un'ammissione di colpa e dell'abdicazione del ruolo della Commissione bilancio perché la norma è voluta dal Governo e dal Ministero della sanità. Che vi sia la copertura finanziaria o non vi sia, questa « marchetta» - scusatemi - qualcuno l'ha pagata e quindi facciamola pure! Non ci stiamo e gli interventi puntuali dei colleghi sulla questione mirano evidentemente a far conoscere all'Assemblea il contenuto della norma che stiamo votando.
Arrivati a un tale punto, vorrei sollecitare oltre ad un suo intervento, signor Presidente, anche quello del Ministro seduto nei banchi sottostanti la Presidenza per capire che cosa pensi su tutto quello che stiamo sostenendo e se si debba compiere un tale «regalo», senza provvedere alla copertura finanziaria. Vogliamo chiedere al Ministro della salute che cosa ne pensi e vogliamo chiedere a lei, signor Presidente - perché sostanzialmente è anche presidente della Commissione bilancio - se un ordine del giorno possa superare tutte le obiezioni che abbiamo rilevato: io ritengo di no, ma vogliamo sentire in proposito le sue argomentazioni e quelle del Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Non immaginando che anche lei sarebbe intervenuto sullo stesso argomento, ho già risposto sulla stessa questione che mi era stata rivolta direttamente dal deputato Contento.
Lei mi scuserà pertanto se la rinvio alla risposta precedentemente fornita, insistendo sull'elemento di un possibile approfondimento, tuttavia sottolineando la diversa interpretazione che il presidente della Commissione bilancio ha dato rispetto al suo intervento.
ANTONIO LEONE. E il Ministro?
PRESIDENTE. Il Ministro della sanità è qui presente e ascolta i vostri interventi.
ANTONIO LEONE. Ma è come se non ci fosse!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GERO GRASSI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zorzato 2.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
LIVIA TURCO. Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, essendo stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 2, verrà posto in votazione il mantenimento dell'articolo stesso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palumbo. Ne ha facoltà
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, non ripercorro tutto l'iter dal punto di vista finanziario ricordato dai colleghi, però intendo far rilevare, sia alla maggioranza sia alla minoranza, l'importanza della votazione dell'emendamento soppressivo che abbiamo presentato.
Il nocciolo della questione certamente importante - l'ho affermato durante la discussione generale sull'immissione in ruolo di circa trecento dirigenti (persone bravissime e degnissime, nessuno lo mette in dubbio), che occuperanno posti che negli anni successivi non saranno più disponibili al Ministero della salute - che mi preme affermare anche in questa fase riguarda il fatto che, se è vero (credo che sia vero, non ho problemi ad affermarePag. 41quanto detto dai colleghi della Commissione bilancio e da altri) che l'articolo in esame manca di copertura, allora - badi bene, signor Ministro - rischiamo che in sede di promulgazione non venga apposta la firma del Presidente della Repubblica sul disegno di legge in esame.
Quindi, dopo tutte le belle parole pronunciate in questa sede durante la mattina anche da lei, signor Ministro, di far successivamente decadere il disegno di legge, per cui si sposterebbero ulteriormente i tempi, creando del caos negli ospedali e per le attività libero-professionale intra moenia e - lo ripeto - corriamo davvero il rischio - come è accaduto in altre circostanze - che il Presidente della Repubblica rinvii il provvedimento alle Camere.
Pertanto, badiamo bene a quanto stiamo realizzando; oltretutto abbiamo già superato il problema della scadenza del 31 luglio 2007, per cui, al limite, se il provvedimento dovesse essere rinviato al Senato per una sola votazione, non succederebbe niente, perché quel ramo del Parlamento sicuramente lo approverebbe in sede legislativa, come ha già fatto nella precedente occasione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vorrei soltanto cercare di capire se il quarto comma dell'articolo 81 della Costituzione sia una norma che quest'Assemblea debba rispettare o meno e quale sarà il punto e il provvedimento da cui inizieremo a rispettarla.
Infatti, vi è un problema, signor Presidente: noi abbiamo discusso negli ultimi giorni dei costi dell'Assemblea, del Parlamento, di quanto guadagna ognuno di noi, mentre in un secondo votiamo un articolo che crea un buco di 60 milioni di euro, dando luogo ad una votazione che non rispetta la Costituzione, per cui bisognerebbe appellarsi al Presidente della Repubblica, garante supremo della stessa. Ripeto: sappiamo che creeremo un buco di 60 milioni di euro, con una votazione fatta in secondo, mentre da mesi discutiamo sui costi della politica e dello Stato.
Vi sarà un momento in cui quest'Assemblea dichiarerà di non poter realizzare qualcosa che crea un costo non coperto. Infatti vi è il problema che in quest'aula nessuno di noi risponderà mai di un voto rispetto al quale siamo tutti consapevoli - il Governo e la maggioranza di noi dopo che lo abbiamo ribadito in dieci - che tale votazione creerà un buco finanziario. Se fossimo in una qualunque società privata, il nostro atto avrebbe delle conseguenze, perché qualunque azionista potrebbe avviare un'azione di responsabilità contro gli amministratori.
Siamo il Parlamento e sappiamo perfettamente che, facendo un'ingiustizia nei confronti di migliaia di dipendenti, tra l'altro, creeremmo un buco, ma lo facciamo con tranquillità.
Ritengo che non possiamo accettare - vale sia per il centrosinistra, sia per il centrodestra - il fatto che l'Assemblea non si ponga il problema reale della copertura finanziaria delle leggi che approviamo.
Lo ripeto e voglio che rimanga agli atti. Penso che su tale aspetto chiederemo l'intervento del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione, perché l'articolo in esame non la rispetta; anche il presidente Duilio ha affermato chiaramente - pur auspicando che non vi saranno tali costi - che la disposizione in esame determinerà nuovi costi e tuttavia si vuole approvarla.
L'articolo in esame equivale per quest'anno, per i prossimi 30 anni, a più di dieci volte tutte le riduzioni di stipendi parlamentari, indennità o altro: in altre parole, vale quanto lo stipendio complessivo di questo ramo del Parlamento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GUIDO CROSETTO. ... eppure, incapaci di affrontare il problema reale dei costi dello Stato, lo votiamo in un secondo.
Pag. 42PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor presidente, torno ad esprimere il nostro parere sull'articolo 2 e sul relativo emendamento. L'ho già affermato in Commissione e intendo ripeterlo in questa sede.
È stata ampiamente discussa in quest'aula l'ambiguità della norma in esame e l'ipocrisia relativa al ballottamento di responsabilità tra il Governo e la Commissione bilancio.
Attraverso la parola «invarianza» si vuole coprire la verità, per cui vi è una spesa che il Governo deve affrontare per l'inquadramento dei soggetti citati.
Siamo a favore dei dipendenti e del fatto che i dirigenti del Ministero abbiano il loro inquadramento. Ovviamente comporterà una spesa e, quindi, non si verificherà l'invarianza ma sarà necessaria una copertura: questo lo vedrà il Governo. Se poi si dovrà seguire il criterio stabilito dal presidente della Commissione bilancio, lo deciderà il Ministero; ma non credo. Si aprirà un contenzioso...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lucchese.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Avevamo già detto che ci saremmo astenuti sull'articolo 2. Quindi, dichiaro l'astensione, perché non vogliamo entrare nel merito della vicenda a copertura e a garanzia dei dipendenti del Ministero.
PRESIDENTE. Vorrei invitare l'Assemblea a consentirci di svolgere i lavori ordinatamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e non torno sulla questione specifica del bilancio e della credibilità dei lavori della Commissione bilancio, su cui già sono intervenuti altri colleghi. Intervengo, invece, per sottolineare che, nel caso dell'ordine del giorno annunciato dal presidente della Commissione bilancio, così come è accaduto anche nella seduta di ieri, si sta consolidando una prassi. In base ad essa, in alternativa all'approvazione degli emendamenti, quando per ragioni di ordine temporale, di ordine politico o per qualsiasi altro genere di calamità, politica o naturale che sia, non si arrivi alla possibilità di emendare effettivamente un testo in Assemblea per l'impossibilità di rimandarlo al Senato, dove è stato già approvato e «blindato», gli ordini del giorno diventano emendamenti di «serie B».
Invito, ancora una volta, la Presidenza a una riflessione seria su tale prassi, perché altrimenti ci abitueremo a non poter modificare mai più un provvedimento, ad accontentarci di poterlo discutere, ad intervenire - come ha fatto il presidente Duilio, con competenza ma lasciandoci insoddisfatti dal punto di vista concreto della copertura finanziaria - in via assolutamente interpretativa sul significato di alcune norme, alcune delle quali, magari, scritte male, o con problemi di natura prettamente tecnica o di copertura.
Domandiamoci, signor Presidente, qual è il ruolo di questa Camera, nel senso detto. Non approviamo gli emendamenti e non apportiamo modifiche ai testi, semplicemente perché la maggioranza in alcuni casi è spaccata, in altri ha la possibilità di contare su un solo senatore a vita al Senato o su pochissimi senatori di maggioranza.
Inviterei l'Assemblea e la Presidenza, Presidente Bertinotti, ad una riflessione sul senso degli ordini del giorno, che, a questo punto (lo ripeto) diventano emendamenti di «serie B». Mi domando se un atteggiamento del genere abbia dignità e con quale dignità ci accingiamo a votare questo genere di ordini del giorno ed emendamenti che sappiamo che non approveremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
Pag. 43
ROBERTO COTA. Siamo a favore dell'emendamento Zorzato 2.50, soppressivo dell'articolo 2, perché riteniamo scandaloso quello che sta per accadere: è uno dei tanti esempi della peggiore prima Repubblica. Non so se lei, signor Presidente, ha avuto occasione di leggere con attenzione il testo dell'articolo e non so neanche cosa ne pensi lei, come Presidente della Camera, a fronte di un Parlamento che, magari per disattenzione - non so, ma a pensar male si trova sempre la via giusta -, compie un tale atto.
L'articolo 2 stabilisce che i dirigenti del Ministero della salute - quindi neanche funzionari o medici che lavorano sul territorio, ma funzionari ministeriali - ottengano una promozione automatica: è il primo aspetto assolutamente scandaloso.
Il secondo aspetto scandaloso consiste nel fatto che nell'articolo in discussione voi affermate una cosa falsa, signor Ministro e signor sottosegretario, perché affermate che dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Se taluni dirigenti vengono inquadrati in una qualifica diversa, ovviamente, ciò comporta una variazione di stipendio. Vi sono, quindi, soldi in più che vengono erogati - secondo noi, che vengono regalati - ingiustamente, perché per essere promossi è necessario avere dei meriti o superare dei concorsi! Non si può passare di grado o ottenere una qualifica superiore perché si è amici degli amici e perché si è inseriti all'interno di un ministero. Voi sostenete che non derivano maggiori oneri, ma è evidente che essi vi saranno....
PRESIDENTE. Colleghi per favore...
ROBERTO COTA. ...perché qualcuno dovrà pagare tali aumenti di stipendio regalati!
Per tale motivo, pertanto, voteremo per la soppressione dell'articolo 2. Dal nostro punto di vista, se questa norma dovesse essere approvata - così come voi volete fare - mancherebbe la copertura finanziaria in palese violazione dell'articolo 81 della Costituzione.
Voi speravate che, in quest'aula, noi avremmo fatto un'«opposizione balneare», perché molti sono distratti dalle imminenti vacanze. Noi non stiamo facendo un'«opposizione balneare»! Siamo in grado di vedere le «schifezze» che vengono presentate al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, in verità, il presidente Duilio si è esibito in un'interessante illustrazione, che aveva anche una certa efficacia dialettica, ma che rappresentava una contorsione giuridica, perché, alla fine, ha fornito un'interpretazione, secondo cui la copertura vi sarebbe nella misura in cui il Governo applicherà la norma rimanendo dentro il tetto previsto.
Nulla ci dice sull'effettiva copertura di una previsione che, in ogni caso, è una previsione di spesa, rispetto alla quale non sono indicate le risorse corrispondenti. Ciò creerebbe un precedente pericoloso, perché se consentiamo che la Commissione bilancio dica che sul provvedimento la copertura vi è...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. ...nella misura in cui il Ministero interessato la applicherà rispettandola, ritengo che si certificherebbe l'inutilità della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Rispetto ciò che l'onorevole Lucchese ha affermato e, dal momento che tecnicamente stiamo per votare il mantenimento dell'articolo 2, su di esso voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà, per un minuto.
Pag. 44
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo per dare un contributo e cercare di andare avanti e superare l'ostacolo. Vedo, qui presente, il Ministro Turco. Signor Ministro, già lei nel suo dicastero si è contraddistinta per una serie di spese improprie: ad esempio, una serie di revoche e di nomine, regolarmente decadute di fronte ai tribunali della giustizia amministrativa, che hanno visto soccombere l'amministrazione dello Stato, con aggravio di spese e, quindi, con maggiori costi. Tale argomento è stato anche oggetto di interrogazioni e di altri strumenti presentati in Assemblea.
Tralasciando questo aspetto - che, comunque, tratteremo nelle sedi e nei momenti appropriati - se lei prendesse la parola e ci dicesse...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ...quale sia il suo punto di vista in merito, ritengo che potrebbe essere utile per l'economia dei lavori e potremmo andare avanti su tale questione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 444
Astenuti 16
Maggioranza 223
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 200).
Nell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980 (ore 12,27).
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Signore e signori deputati, ricorre oggi il ventisettesimo anniversario della strage della stazione di Bologna. Il 2 agosto 1980 è una data dura e drammatica nella storia della Repubblica, nata dalla Resistenza e fondata sulla Costituzione repubblicana. È il giorno di una strage terribile, in cui hanno perso la vita cittadini inermi, una strage che ha colpito, con la città di Bologna, l'intero Paese.
La strage è stata un attentato alla più importante missione della nostra Repubblica: quella della democrazia, a cui la chiama la sua Costituzione. Nel ricordo di una pagina tanto dolorosa della nostra storia, istituzioni, società civile e ogni singolo cittadino debbono ritrovare le ragioni per opporre, ad ogni forma di violenza, il valore del dialogo, della politica, della partecipazione libera e democratica nel segno dei grandi principi di civiltà della nostra Costituzione.
La Camera dei deputati rinnova i sentimenti della più intensa solidarietà e vicinanza ai familiari di coloro che hanno perso la vita a Bologna in quel mattino del 2 agosto 1980. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi).
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2937 (ore 12,28).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GERO GRASSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Virgilio 3.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 45LIVIA TURCO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Virgilio 3.50 lo ritirano.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 282
Astenuti 173
Maggioranza 142
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 12).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 6), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 297
Astenuti 158
Maggioranza 149
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5
(Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 265
Astenuti 192
Maggioranza 133
Hanno votato sì 265).
Sull'ordine dei lavori (ore 12,31).
ANDREA RONCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA RONCHI. Signor Presidente, la ringrazio molto per la sua sensibilità. Ieri mattina, all'apertura dei lavori, avevamo chiesto al Governo di «battere un colpo» - se ne è capace - e di venire immediatamente in Assemblea a riferire in merito alla vicenda di Alitalia, visto il cambio (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)... è inutile che voi, cari colleghi...
PRESIDENTE. Scusate, prego l'Assemblea di lasciar concludere l'intervento.
ANDREA RONCHI. So di toccare un nervo scoperto, ma la decenza richiede di ascoltare (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. La prego.
Pag. 46
ANDREA RONCHI. Ieri mattina abbiamo chiesto al Governo di venire in Assemblea immediatamente, per riferire quanto sta accadendo in merito alla vicenda di Alitalia (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani). Ieri la Borsa ha fatto registrare un grande tonfo; oggi la situazione è ancora peggiore. Il Governo non ha avuto neanche la decenza di venire in Assemblea e non ha risposto.
Capisco le difficoltà economiche del Governo. Tuttavia, signor Presidente, a nome dei parlamentari di Alleanza Nazionale le chiedo di intervenire presso il Governo affinché per telefono, per iscritto, per e-mail, per fax, per SMS, per via aerea, o come preferisce, ci informi su cosa stia accadendo in relazione ad Alitalia, poiché essa rappresenta un bene dell'Italia e un tesoro di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Come ricorderà, ieri avevamo sollecitato il Governo e, insieme, preso atto delle difficoltà di questi giorni. In ogni caso, solleciterò il Governo affinché, per iscritto o a voce, lei possa ricevere un'informazione in questa giornata.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2937 (ore 12,32).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 8).
Il deputato Folena ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2937/8.
PIETRO FOLENA. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/2937/8, e così quelli presentati dai colleghi Ghizzoni n. 9/2937/4, Li Causi n. 9/2937/5, Benzoni n. 9/2937/6 e Sasso n. 9/2937/7, riportano il parere che la VII Commissione cultura ha espresso, a maggioranza, sul disegno di legge in discussione.
Poiché conosciamo bene le ragioni della necessità e della urgenza di concludere definitivamente l'esame di tale provvedimento, così importante e atteso, non abbiamo insistito in Commissione di merito affinché le condizioni poste venissero tramutate in emendamenti e venissero esaminate. Tuttavia, ritengo che, nell'ambito di una corretta procedura di rapporti fra le Commissioni di merito, quando si richiedono i pareri, sia opportuno conoscere e lasciare almeno agli atti dell'Assemblea le ragioni di merito, se vi sono - oltre a quelle legate alla tempistica dei nostri lavori parlamentari -, per le quali non vengono prese in considerazione le condizioni proposte dalle Commissioni, che sono tenute a farlo in base al Regolamento della Camera.
Per tali ragioni, abbiamo trasfuso il parere della VII Commissione in una serie di ordini del giorno, tra i quali quello a mia firma è uno dei principali.
Vorrei anticipare, al fine di abbreviare i tempi, che sappiamo che il rappresentante del Governo, sottosegretario Zucchelli, intende proporre una riformulazione dell'ordine del giorno in discussione, che intendiamo accettare. La ratio di questo come dei precedenti ordini del giorno, è volta a far sì che l'attività privata intra moenia, per quanto riguarda i professori e i policlinici universitari, non contrasti e, in qualche modo, non deprima il necessario impegno che deve essere profuso per le attività di didattica e ricerca, all'interno di quelle che rappresentano anche importanti istituzioni universitarie.
Quindi, è estremamente importante un più ampio coinvolgimento dei rettori, del sistema dell'autonomia dell'università e del Ministero dell'università e della ricerca, proprio per realizzare gli obiettivi giusti, che personalmente condivido pienamente e che il provvedimento in discussione intende perseguire.
Questa è la ragione per cui sostengo l'ordine del giorno in discussione, seppure nella riformulazione che tra poco verrà proposta formalmente dal Governo e sottolineo la necessità che il mondo dell'universitàPag. 47sia attivamente partecipe nell'ambito di questo importante processo di riforma.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 12,35).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Il Governo accetta l'ordine del giorno Palumbo n. 9/2937/1, mentre non accetta l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/2937/2.
Il Governo accetta, altresì gli ordini del giorno Bianco n. 9/2937/3, Ghizzoni n. 9/2937/4, Li Causi n. 9/2937/5, Benzoni n. 9/2937/6.
Inoltre, il Governo accetta, purché riformulati, gli ordini del giorno Sasso n. 9/2937/7 e Folena n. 9/2937/8.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Duilio n. 9/2937/9. Ringrazio molto il presidente Duilio per questo ordine del giorno e voglio rassicurare, anzi informare la Camera e il Governo che il Ministero della salute, proprio in attuazione dell'articolo 2 del disegno di legge in oggetto e accogliendo questo ordine del giorno, formulerà un decreto di conferimento degli incarichi (quindi, l'articolo 2 non entrerà immediatamente in vigore perché sarà necessario un decreto di conferimento degli incarichi) che sarà formulato secondo i criteri contenuti in questo ordine del giorno e non comporterà un aumento di spesa.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/2937/2, non accettato dal Governo.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, il Governo si è limitato a formulare un parere sugli ordini del giorno riferendosi esclusivamente alla loro numerazione senza accennare al presentatore; desidero una specificazione in proposito.
PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'ordine del giorno Di Virgilio ed altri n. 9/2937/2, non accettato dal Governo. Mi pare che sia quello presentato da lei. Insiste per la votazione?
DOMENICO DI VIRGILIO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, tutto ciò non mi meraviglia, anzi dimostra come questo Governo abbia un'insensibilità totale. Chiedo soltanto che il Governo si dia da fare al fine di semplificare le procedure di ricorso da parte dei cittadini alle prestazioni offerte dalla libera professione intramuraria, così da corrispondere in modo più efficace alle loro richieste di cura.
Il disegno di legge in esame è farraginoso e constaterete, infatti, che sarà inapplicabile. Per poter essere visitato il cittadino dovrà prenotarsi presso la ASL. Benissimo, mi domando perché per pagare una visita presso uno studio autorizzato a un'intra moenia allargata il cittadino dovrà andare alla ASL: insomma, è veramente difficile! Chiedo al Governo un regolamento, un'iniziativa per semplificare tale aspetto. Rimango pertanto sconcertato a nome dei cittadini italiani e chiedo che questo mio ordine del giorno venga posto in votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente vorrei sottoscrivere, a titolo personale, l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/2937/2.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Pini.
Passiamo ai voti.Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/2937/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 431
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 254).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo degli ordini del giorno Sasso n. 9/2937/7 e Folena n.9/2937/8.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poretti. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Poretti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montani. Ne ha facoltà.
ENRICO MONTANI. Signor Presidente, annunciando il voto contrario del nostro gruppo, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Montani, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mancuso. Ne ha facoltà.
GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto di astensione del gruppo di Alleanza Nazionale e, nel contempo, per sottolineare la sciatteria politica con cui è stato trattato un argomento di tale importanza all'ultima ora dell'ultimo giorno dell'attività dell'Assemblea prima della sospensione estiva dei lavori, con una maggioranza che oggi non è mai stata tale: il numero legale di 247 deputati non è mai stato raggiunto dai colleghi della maggioranza, ma è soltanto grazie alla presenza ed al senso di responsabilità dell'opposizione che si è potuta tenere la seduta odierna ed arrivare al voto finale su questo disegno di legge.
Voglio inoltre sottolineare anche le ombre lasciate sul campo dal terribile - dal punto di vista normativo - articolo 2.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, intervengo solo per preannunziare l'astensione del gruppo dell'UDC sul disegno di legge al nostro esame e per evidenziare che siamo all'ultimo atto di una vicenda che vede sempre le leggi approvate dal Senato e poi trasmesse, «per presa d'atto», «per conoscenza», alla Camera.
Questo non è più consentito e non dovrebbe essere più consentito, perché siamo disponibili a lavorare, abbiamo lavorato e abbiamo dato, con senso di responsabilità, il nostro apporto a tutto il lavoro. In ogni caso, annuncio di nuovo l'astensione del gruppo dell'UDC (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, capisco e cercherò di essere breve, ma non posso rinunciare ad esprimere l'opinione del gruppo di Forza Italia su un provvedimento rispetto al quale solo il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli operatori della sanità, che sarebbero gettati nel caos, ci spinge ad esprimere un voto di astensione. Apprezziamo i ringraziamenti del Ministro Turco, ma ribadiamo che il senso di responsabilità non è nei confronti del Governo, che su questo provvedimento arriva fuori tempo massimo, e non solo perché il tempo della proroga è già scaduto: arriva fuori tempo massimo dal punto di vista della storia e della necessità di un'evoluzione e di una modernizzazione dei sistemi dell'erogazione delle prestazioni sanitarie.
Siamo sconcertati rispetto alla difesa arroccata e antistorica di un provvedimento - quello dell'intra moenia - che è entrato in vigore quindici anni fa e che non è mai stato applicato perché allora era inapplicabile; quindici anni di inapplicabilità dovrebbero suggerire che, forse, bisogna andare in una direzione diversa, che non è quella della statalizzazione del Servizio sanitario nazionale e della burocratizzazione del ruolo del medico, ma è quella di garantire l'omogeneità e la qualità delle prestazioni sanitarie.
Siamo altrettanto sconcertati da quello che risponde il Ministro Turco rispetto alle obiezioni sulla compatibilità finanziaria dell'articolo 2, perché se è vero che il Governo deve fare un decreto in cui dirà dove reperire i fondi necessari per l'aumento dei costi derivante dall'articolo 2, allora noi ci auguriamo che il Presidente della Repubblica aspetti a firmare questa legge fino a quando il Governo non farà un decreto per dire dove reperirà i fondi e gli stanziamenti per coprire gli aumenti della spesa pubblica rispetto al ruolo dirigenziale. Credo che non sia il momento per dilungarsi e mi auguro che questa proroga di diciotto mesi suggerisca al Governo che la strategia non può essere quella della difesa di un provvedimento di quindici anni fa, ma quella dell'elaborazione di nuove proposte che vadano nel senso della modernizzazione del sistema sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Credo che l'Assemblea concordi sulla premessa al suo ultimo punto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, desidero brevemente esprimere poche considerazioni, a nome dei gruppi dell'Unione, con riferimento ad un provvedimento che per noi non è una semplice proroga. È vero, viene consentita la prosecuzione dell'attività libero-professionale intramuraria per ulteriori diciotto mesi fuori dalle strutture aziendali, in attesa di interventi strutturali necessari per far superare gli attuali limiti organizzativi. Questa ulteriore deroga, però, avviene con una norma già approvata - lo vorrei sottolineare - all'unanimità al Senato, che attiva controlli, promuove nuove modalità di applicazione e, soprattutto, incalza talune regioni e aziende sanitarie che finora non hanno assicurato i necessari interventi strutturali per fare andare a regime una legge equa ed ispirata ad una cultura della solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo). Chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Informo i colleghi che l'Assemblea sarà chiamata ad un'ulteriore votazione nominale dopo il voto finale su questo provvedimento.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2937, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Vedi votazioni).
(S. 1598 - Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria) (Approvato dalla XII Commissione permanente del Senato) (2937):
(Presenti 444
Votanti 278
Astenuti 166
Maggioranza 140
Hanno votato sì 264
Hanno votato no 14).
Prendo atto che la deputata Ceccacci Rubino ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.
Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea di documenti in materia di insindacabilità (ore 12,45).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, prendo la parola per proporre, ai sensi dell'articolo 27 del Regolamento della Camera, l'inserimento all'ordine del giorno della discussione di due documenti in materia di insindacabilità che la stessa Giunta ha chiesto di trattare perché ormai discusse da diverso tempo.
PRESIDENTE. Ricordo che, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, per deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno è necessaria una votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione di nomi e la maggioranza dei tre quarti dei votanti.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla proposta avanzata dal deputato Leone di inserire all'ordine del giorno l'esame dei seguenti documenti in materia di insindacabilità, Documento IV-quater, n.18 e Documento IV-quater, nn.19-20.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza dei tre quarti dei votanti 315
Hanno votato sì 419
Hanno votato no 3).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 12,47).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Esame - Doc. IV-quater, n. 18)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazionePag. 51in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Borghesi (Doc. IV-quater, n. 18).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Borghesi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni, deputato Mormino, in sostituzione del relatore.
NINO MORMINO, Vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni. Signor Presidente, mi richiamo alla relazione scritta. La deliberazione della Giunta, in ordine all'insindacabilità del collega Borghesi è stata raggiunta all'unanimità ed è motivata nella relazione che è stata in proposito redatta dal relatore, onorevole Giovanardi.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
(Votazione - Doc. IV-quater, n. 18)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione la proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 18, concernono opinioni espresse dal deputato Borghesi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(È approvata).
(Esame - Doc. IV-quater, nn. 19 e 20)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di due procedimenti penali nei confronti di Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, nn. 19 e 20).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali sono in corso i due procedimenti concernono opinioni espresse da Carlo Taormina nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Antonio Pepe.
ANTONIO PEPE, Relatore. Signor Presidente, anch'io mi richiamo, per economia di tempo, interamente alla relazione scritta, ricordando che la Giunta si è pronunziata per l'insindacabilità senza alcun voto contrario, ma soltanto con alcune astensioni.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Acerbo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, ritengo scandaloso che, su una materia così delicata - e lo è proprio perché attiene alla garanzia delle prerogative dei parlamentari - ci si confronti, grazie alla proposta del collega Leone, in questo clima di disordine: un clima che conferma i giudizi purtroppo spesso negativi sull'andamento dei nostri lavori.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 12,50)
MAURIZIO ACERBO. Credo che dobbiamo difendere, specie quando si tratta dell'espressione di opinioni, i diritti e le prerogative costituzionali: e ciò non può essere fatto in una gazzarra di questo tipo.
Pregherei dunque che si evitasse nel futuro - lo dico al collega Leone, che tanto tiene a questi temi - che similiPag. 52discussioni si svolgano in questa maniera: tanto più che non vi è alcuna fretta e vi è anzi l'esigenza di svolgere discussioni serie, senza pregiudizi di schieramento. Non ho infatti nulla contro l'avvocato Taormina - che non mi è simpatico per le sue opinioni politiche, così come io non sarò simpatico a lui - ma, prima di esprimere un voto su qualsiasi tema, come parlamentare della Repubblica, gradirei riuscire a capire di cosa si discute.
Credo sia davvero scandaloso che, prima di andare in vacanza, si liquidi in questo disordine una questione di tal genere (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Italia dei Valori e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Invito i deputati a prendere posto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, credo che il collega di Rifondazione Comunista abbia posto correttamente la questione. Anzi, vorrei sottolineare, a lui e ai colleghi, che il gruppo della Rosa nel Pugno è interamente schierato nei banchi dell'aula, senza assumere atteggiamenti di rapido avvio verso la fase estiva: riteniamo, infatti, di dover svolgere fino alla fine il nostro compito.
È per queste ragioni che ricordo all'Assemblea ed al collega che è intervenuto le ragioni per le quali noi, in questi giorni, ci siamo opposti a valutazioni frettolose riguardanti altri casi di colleghi in sede di Giunta per le autorizzazioni. Credo infatti che, da questo punto di vista, il metro non debba essere flessibile (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sottolineo che il disordine deve essere evitato anche nelle fasi conclusive: l'argomento, come avete visto, è stato inserito all'ordine del giorno secondo le procedure e con le maggioranze previste dal Regolamento. Naturalmente - insisto - vi è la necessità che alla questione sia prestata l'attenzione che essa merita: il che può essere determinato solo dalla presenza, dalla compostezza e dalla concentrazione dell'Assemblea.
(Votazioni - Doc. IV-quater, nn. 19 e 20)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che l'Assemblea procederà a due distinte votazioni, con riferimento a ciascuno dei due procedimenti in corso.
Pongo in votazione la proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento n. 90/06 RGNR, di cui al documento al nostro esame, concernono opinioni espresse da Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68...
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo che si proceda alla votazione mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Dal momento che il gruppo del deputato Evangelisti ha 19 iscritti, domando se vi siano deputati che si associano alla richiesta.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, mi associo alla richiesta di votazione mediante procedimento elettronico.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, mi associo anch'io.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, mi associo anch'io alla richiesta.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione...
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 53EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, considerata la confusione generale, non vorrei sbagliarmi. Può cortesemente informarci su cosa ci accingiamo a votare?
PRESIDENTE. Naturalmente. Passiamo ora alla votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento n. 90/06 RGNR, di cui al documento al nostro al nostro esame, concernono opinioni espresse da Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Vorrei precisare che i procedimenti in corso sono due: il procedimento n. 90/06 e il procedimento n. 25606/06. Si tratta di due procedimenti distinti, per i quali la proposta della Giunta è di dichiarare che essi concernono le opinioni espresse da Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Quindi, si tratta di due procedimenti entrambi attribuiti a Carlo Taormina, in quel momento parlamentare. La Giunta propone di dichiararli conseguenti all'esercizio delle sue funzioni e, dunque, insindacabili. La portata della votazione riguarda la determinazione della Giunta di dichiarare quelle opinioni espresse nell'esercizio delle sue funzioni.
Al fine di evitare complicazioni, siccome l'inserimento dei nomi dei richiedenti la votazione nominale immediatamente necessita di maggiore tempo, se il gruppo La Rosa nel Pugno, come tale, aderisce alla proposta avanzata dal deputato Evangelisti, in rappresentanza del gruppo Italia dei Valori, possiamo procedere al voto.
SERGIO D'ELIA. A nome del gruppo La Rosa nel Pugno, mi associo alla richiesta di votazione nominale.
PRESIDENTE. Sta bene. Due gruppi hanno avanzato la richiesta di votazione nominale ed è quindi sicuramente raggiunto il numero prescritto di venti deputati. La votazione riguarda, come abbiamo già ricordato, due procedimenti distinti relativi al deputato Taormina.
Avverto pertanto che l'Assemblea procederà a due distinte votazioni, con riferimento a ciascuno dei due procedimenti in corso.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 19 concernono opinioni espresse da Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 365
Votanti 312
Astenuti 53
Maggioranza 157
Hanno votato sì 310
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 20 concernono opinioni espresse da Carlo Taormina, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 367
Votanti 306
Astenuti 61
Maggioranza 154
Hanno votato sì 302
Hanno votato no 4).Pag. 54
I nostri lavori sono terminati, seppure con qualche turbolenza. Vi ringrazio della vostra collaborazione, porgo a voi e ai vostri conoscenti e familiari gli auguri di buone vacanze e di una bella estate (Applausi).
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13).
PAOLO AFFRONTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, vorrei segnalare, chiedendo un suo intervento, una situazione veramente singolare che riguarda la mancata risposta, dopo cinque mesi, del Ministro dell'ambiente a due mie interpellanze: in particolare, si tratta dell'interrogazione a risposta scritta n. 4-02765 - riguardante il comune di Lomello ed un insediamento produttivo per la lavorazione dei fanghi derivanti dai depuratori - e dell'interrogazione a risposta orale n. 3-00710 riguardante il comune di Broni in provincia di Pavia circa l'iter di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinanti da amianto (i fondi risultano bloccati perché anche il Ministero tarda a sottoscrivere l'accordo di programma).
Signor Presidente, chiedo un suo intervento affinché le risposte arrivino puntuali, anche perché la popolazione ha delle attese in proposito.
PRESIDENTE. Deputato Affronti, la Presidenza si farà carico di sollecitare la risposta del Governo agli strumenti di sindacato ispettivo da lei richiamati.
Sull'ordine dei lavori (ore 13,03).
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse, nella settimana di ripresa dei lavori parlamentari, dal 10 al 14 settembre, oltre agli argomenti già previsti in calendario saranno inseriti anche i seguenti: disegno di legge n. 2540 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la lotta al tabagismo fatta a Ginevra il 21 maggio 2003 e proposta di legge n. 2605 - Contributo straordinario in favore dello Staff College delle Nazioni Unite con sede a Torino.
Le discussioni sulle linee generali avranno luogo nella giornata di martedì 11 e il seguito dell'esame a partire da mercoledì 12 settembre 2007.
L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di ratifica n. 2540 e delle proposte di legge n. 2605 sarà pubblicata in calce al resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 10 settembre 2007, alle 16:
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
La seduta termina alle 13,05.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI DONATELLA PORETTI, ENRICO MONTANI E GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2937
DONATELLA PORETTI. Ben strano il Paese in cui il privato si avvale del pubblico per poter operare e non viceversa, secondo quanto consiglierebbe il condiviso - a parole - principio di sussidiarietà!
Ben strano il Paese in cui la sanità pubblica per poter vantare tra le sue file professionisti di valore, invece di garantire loro remunerazioni dignitose, è costretta ad offrire la possibilità di esercitare la loro libera professione in spazi messi a disposizione dal sistema sanitario nazionale!
Ben strano il Paese in cui nonostante tutto ciò sia stato individuato come soluzionePag. 55teoricamente e in linea di principio sbagliata, ma praticamente giusta, non riesca a renderla agibile e praticabile, tanto che ancora oggi siamo costretti a votare una proroga di diciotto mesi per consentire in particolare alle strutture pubbliche che non si siano attrezzate di farlo!
Nulla di nuovo in un Paese in cui il privato e la libera iniziativa sono tali solo se in qualche modo sussidiate dal pubblico. E la sanità ne è un esempio eclatante: quante cliniche e quanti laboratori privati esistono e sopravvivono grazie alle commesse dello Stato?
Il provvedimento in esame, del resto, mischia a tal punto le carte da arrivare a stabilire che saranno le ASL ad affittare e ad acquistare i locali per l'esercizio della libera professione dei propri dipendenti; e per di più faranno un servizio di segreteria: prenderanno le prenotazioni, stabiliranno un tariffario, riscuoteranno le parcelle ed emetteranno anche fattura.
Nonostante tutto, un dubbio deve avere assalito gli estensori della norma - in particolare, il riferimento è ai senatori che ci hanno inviato il testo «in zona Cesarini» rispetto alla scadenza dei termini -: l'istituzionalizzazione e la statalizzazione della libera professione non arrecherà danno ad un servizio pubblico già in cattive condizioni? Non accadrà che il medico, per cui si deve aspettare mesi, se non anni, per fare una visita nel pubblico, sarà reperibile nel giro di pochi giorni a pagamento? Sarà allora il caso di predisporre disposizioni relative al monitoraggio dei tempi di attesa, alla prevenzione dei conflitti di interesse, alla riduzione dei tempi di erogazione delle prestazioni rese nell'ambito dell'attività istituzionale. Si prevede, altresì, la presentazione di una relazione annuale al Parlamento da parte del Ministro della salute, che potrà essere una sorta di libro da consultare per capire se la direzione intrapresa è quella giusta.
In conclusione, se questi pochi cenni alla scelta dell'intramoenia non ci soddisfano, non fa parte della nostra cultura politica la prassi del «tanto peggio, tanto meglio» e, consci che oggi la proroga dei termini è l'unica opzione possibile a fronte del caos sanitario che scaturirebbe nel caso non venisse prevista, voteremo a favore del disegno di legge recante «Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria».
ENRICO MONTANI. Ancora una volta l'Assemblea è chiamata a pronunciarsi sull'annoso problema delle modalità di esercizio della libera professione intramuraria.
Le reiterate proroghe che, ormai da quasi dieci anni, si sono rese necessarie al fine di consentire l'esercizio dell'attività intramoenia anche in quelle realtà aziendali che non hanno realizzato i necessari interventi di ristrutturazione edilizia sono la chiara testimonianza dello spaccato esistente tra nord e sud del paese.
La cosiddetta «intramoenia allargata», introdotta dall'articolo 3 del decreto legislativo 28 luglio 2000, n. 254 ed originariamente prevista come misura transitoria fino al 31 luglio 2003, è stata, infatti, reiteratamente prorogata al fine di far fronte alla carenza di strutture destinate all'intramoenia, particolarmente diffusa nelle regioni del sud.
Può essere significativo, al riguardo, richiamare le conclusioni delle due indagini conoscitive sulla libera professione intramuraria svoltesi presso la XII Commissione nella passata e nell'attuale legislatura, che hanno evidenziato un sostanziale divario tra nord e sud del paese in merito al ricorso all'intramoenia allargata come estremo rimedio per ovviare ai ritardi nell'adeguamento degli spazi aziendali. In particolare, il numero di medici che praticano l'intramoenia allargata è circa il doppio nelle regioni nel sud rispetto alle regioni del nord (65,12 per cento contro il 37,89 per cento), mentre - in corrispondenza - anche il numero di posti letto dedicati alla libera professione si dimezza (dal 4 per cento al 2 per cento) nel passaggio dal nord al sud del paese.
Nella consapevolezza dei problemi strutturali che, a distanza di anni, continuano a condizionare l'esercizio della liberaPag. 56professione in molte realtà aziendali del sud del paese, possiamo ammettere di aver accolto con una certa sorpresa le originarie dichiarazioni di intenti del Ministro Turco di fissare irrevocabilmente al 31 luglio 2007 il termine ultimo per l'esercizio dell'intramoenia allargata. Soprattutto, ci aveva in qualche misura sorpresi l'intensità di toni con cui il Ministro, in sede di presentazione dell'emendamento sull'intramoenia all'articolo 22-bis del decreto Bersani (decreto-legge n. 223 del 2006), aveva preallertato regioni ed aziende a completare gli interventi edilizi necessari per la libera professione entro l'estate di quest'anno.
L'ulteriore proroga di 18 mesi prevista dal provvedimento in esame conferma ancora una volta che quelle del Ministro rappresentavano belle dichiarazioni di intenti di per sé destinate a cadere nel vuoto. Nel merito, si può anche comprendere l'ulteriore proroga concessa dal Ministro; ciò che non si ammette è la reiterazione di un atteggiamento di favore nei confronti di quelle regioni che persistono nell'inerzia o nell'inefficienza gestionale ed operativa.
L'originario disegno di legge governativo, come approvato dal Consiglio dei Ministri, non conteneva, infatti, alcuna disposizione sanzionatoria o a carattere sostitutivo atta a rendere improrogabile per le regioni inadempienti la realizzazione o il completamento dei dovuti interventi edilizi.
Se, nel corso della discussione del provvedimento al Senato, alcuni correttivi al riguardo sono stati introdotti, il merito va in larga misura ascritto ad emendamenti della Lega Nord. In particolare, segnaliamo le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 3, che estende le disposizioni sanzionatorie coincidenti con la risoluzione degli accordi di programma di edilizia sanitaria già introdotte dalla legge finanziaria 2006 anche alla parte degli accordi di programma relativi all'attività intramoenia per i quali la regione non abbia conseguito il collaudo entro lo scadere dell'ulteriore proroga.
Analogamente, si esprime sostanziale soddisfazione per la disposizione di cui all'articolo 1, comma 7, che impone alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano di assicurare il rispetto delle disposizioni sull'intramoenia anche mediante l'esercizio di poteri sostitutivi e la destituzione, nell'ipotesi di grave inadempienza, dei direttori generali delle aziende, policlinici ed IRCCS.
È importante richiamare l'attenzione su tali misure a carattere sanzionatorio, perché, nel condividere l'esigenza di porre definitivamente termine alle proroghe dell'intramoenia allargata, sosteniamo altresì la necessità prioritaria di un'effettiva responsabilizzazione delle regioni su un tema destinato ad incidere in maniera sostanziale sulla trasparenza dell'operato dei medici e sulla stessa efficienza dell'attività aziendale.
Non è al riguardo superfluo ricordare che proprio il settore dell'edilizia sanitaria conferma che il problema delle inefficienze e delle inadempienze di molte regioni del sud non è legato alla carenza di risorse: il programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico introdotto dall'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, come integrato e rifinanziato nel corso degli anni, vede infatti in larga misura inutilizzate le risorse ad esso destinate.
Da un lato, solo poche regioni - per lo più del nord, come la regione Lombardia - sono riuscite ad approvare un programma regionale di interventi di edilizia sanitaria atto ad assorbire tutte le risorse messe a disposizione dallo Stato e a giungere all'approvazione dei relativi accordi di programma con i Ministeri della salute e dell'economia e delle finanze.
Lo stesso rifinanziamento dell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, che ha destinato addirittura 1.800 miliardi di lire alle strutture per l'intramoenia (decreto legislativo n. 254 del 2000 e decreto del Ministero della salute dell'8 giugno 2001), non ha fornito apprezzabili risultati, considerato che, nel febbraio del 2003, risultavano finanziati solo 35 interventi, per unPag. 57importo complessivo pari a solo 1'11 per cento dello stanziamento. Anche al riguardo, non si può evitare di segnalare che alcune regioni (la Campania e la Sicilia) non hanno di fatto mai presentato specifiche richieste di finanziamento.
Dall'altro lato, è noto come nelle regioni del sud si perpetuino ingenti giacenze di cassa nell'utilizzo di quelle risorse legate all'edilizia sanitaria relative agli accordi di programma già stipulati con lo Stato; tali giacenze di cassa sono un'evidente testimonianza dell'incapacità di alcune regioni ed aziende di portare a termine i previsti interventi di ristrutturazione ed ammodernamento, da cui l'esigenza di intervenire, con la manovra finanziaria 2006, prevedendo a titolo sanzionatorio quella risoluzione degli accordi di programma cui si faceva poc'anzi riferimento.
Proprio l'esigenza di un'effettiva responsabilizzazione delle regioni nella realizzazione di tali fondamentali interventi di adeguamento strutturale ci ha spinti, in sede emendativa, a proporre, in caso di mancato completamento degli interventi edilizi allo scadere dell'ulteriore termine della proroga, la revoca integrale delle risorse per l'edilizia sanitaria già assegnate alla regione, nonché più radicali misure sanzionatorie nei confronti dei direttori generali.
Quanto alle misure che, seppure in via transitoria, la proposta di legge in esame ammette quale soluzione al problema dell'esercizio della libera professione intramuraria nelle realtà aziendali che non sono riuscite a completare i dovuti interventi edilizi, si esprime netta contrarietà per la soluzione proposta dall'articolo 1, comma 4, del disegno di legge in titolo: se, infatti, l'intento perseguito è quello di garantire il definitivo passaggio al «regime ordinario del sistema dell'attività libero-professionale intramuraria», si ritiene inaccettabile la proposta volta a consentire l'esercizio della libera professione anche in spazi ambulatoriali esterni all'azienda, legati a quest'ultima da un regime di tipo convenzionale. È evidente, infatti, che in tali circostanze si verrebbero facilmente a creare situazioni di conflitto di interessi di per sé difficilmente rimovibili e controllabili; la stessa possibilità per l'azienda di monitorare l'attività svolta dai propri dirigenti in tali spazi esterni risulterebbe fortemente compromessa, considerando che comunque l'attività libero-professionale intramuraria verrebbe ad essere esercitata in un contesto organizzativo estraneo alle logiche aziendali.
Se, in molti casi, come confermato dalle relazioni conclusive delle citate indagini conoscitive svoltesi presso la XII Commissione, i proventi derivanti dall'intramoenia non consentono nemmeno il recupero dei costi sostenuti dall'azienda per tutte quelle attività e servizi strumentali all'esercizio della libera professione, ci si domanda come l'equilibrio tra costi e ricavi possa essere perseguito in caso di convenzioni con ambulatori esterni. Secondo i dati forniti dall'ASSR nel corso di tali indagini, a fronte di un costo di 3 miliardi di lire per indennità di esclusività, il ricavo conseguito con le tariffe intramoenia corrisposte dai cittadini sarebbe di 1.375 miliardi di lire. Di questo ricavo, 1'87 per cento è andato ai medici e il 13 per cento alle aziende per i costi sostenuti. Detraendo l'importo dovuto ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP con aliquota pari all'8,5 per cento) sono residuati alle aziende 180 miliardi di lire. Basteranno tali risorse anche a coprire i costi delle convenzioni, degli acquisti e delle locazioni di spazi esterni? Sotto il profilo prettamente economico, è infatti evidente che l'utilizzo di tali spazi esterni è destinato a comportare per l'azienda costi ben maggiori di quelli sostenuti nell'ordinario e tipico svolgimento della libera professione all'interno delle mura aziendali.
In conclusione, pur comprendendo le ragioni di questa proroga, riteniamo che altre e ben più rigorose misure avrebbero dovuto essere presenti nel provvedimento in esame, al fine di vincolare le regioni inerti nel completamento dei dovuti interventi di ristrutturazione ad un atteggiamento di maggiore responsabilità sia nei confronti dei propri dirigenti medici che nei confronti dei propri pazienti.Pag. 58
È evidente, infatti, da un lato che la libera professione all'interno ed all'esterno delle mura ospedaliera rappresenta un diritto intrinseco alla stessa natura della professione medica, sicché non potrebbe essere legittimamente riversato sui medici il costo delle eventuali inerzie delle regioni ed aziende di appartenenza. Dall'altro lato, tuttavia, le prestazioni rese in regime intramurario continuano ad essere erogate per conto del SSN, seppure non con oneri a carico di quest'ultimo, per cui devono essere offerte al paziente tutte quelle garanzie di sicurezza, trasparenza ed affidabilità proprie del nostro sistema di assistenza pubblico.
È quindi in nome di tali fondamentali esigenze di tutela delle legittime aspettative sia dei medici che dei pazienti che, a nome del gruppo della Lega Nord, preannuncio il voto contrario sul provvedimento in titolo, pur nell'apprezzamento per alcune delle disposizioni - prima fra tutte quella sul tempo parziale dei dirigenti medici - che per nostra iniziativa sono state introdotte al Senato.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Esprimo il voto favorevole dei gruppi dell'Unione ad un provvedimento che non è una semplice proroga.
Sì, è vero, viene consentita la prosecuzione dell'attività libero-professionale intramuraria, per ulteriori diciotto mesi fuori dalle strutture aziendali, in attesa di interventi strutturali necessari per far superare gli attuali limiti organizzativi. Questa ulteriore deroga avviene però, lo vorrei sottolineare, con una norma già approvata all'unanimità al Senato, che attiva controlli, promuove nuove modalità di applicazione, e, soprattutto, incalza talune regioni e ASL che finora non hanno assicurato i necessari interventi strutturali per fare andare a regime la legge.
Le risposte sono state inadeguate e insufficienti, probabilmente ancorate alla mancanza di una reale volontà politica a garantire strutture ambulatoriali per effettuare in aree pubbliche la libera professione, per coloro che hanno optato per l'attività intramuraria.
Le ragioni vere di questi palesi limiti vanno fatti risalire alla natura ed alla applicazione della legge sulla libera professione intramuraria, alle resistenze che sono state messe in campo, fin dall'approvazione, nel tentativo di vanificare e ridimensionare la portata rigorosa della norma.
Noi rimaniamo dell'idea originale che, nell'applicare la legge, si debba cercare di coniugare i principi di libertà nell'espletamento della professione medica con quelli di equità e giustizia, fondamentali per il diritto alla salute dei cittadini.
Le modalità di esercizio della libera professione intramuraria, dunque, debbono interagire con la necessità di assicurare efficaci risposte ai bisogni dei pazienti, penalizzati da liste d'attesa eccessivamente lunghe. E, soprattutto, debbono avvenire in modo tale da garantire che l'attività intramuraria a pagamento non sia favorita rispetto all'attività svolta nelle aziende sanitarie e ospedaliere.
Per affrontare queste criticità il provvedimento punta al miglioramento di tali settori dell'organizzazione delle ASL e ad ampliare la dotazione strutturale, con la previsione di risorse per affitti ed acquisizioni di spazi esterni alle aziende, pur di fare effettuare l'attività intramuraria con un profilo di correttezza, con l'auspicio di superare la precarietà.
A tal fine concorrono le nome che prevedono il monitoraggio delle risorse pubbliche già stanziate e l'efficacia della spesa, nonché il controllo dei volumi di attività dei professionisti attraverso la gestione diretta dei servizi di prenotazione e riscossione, nonché della definizione delle tariffe.
Sono queste le motivazioni che ci portano ad esprimere, come gruppi dell'Unione, un voto favorevole ad un provvedimento che non si ferma ad una mera proroga e confida nell'impegno serio del ministro, ma vuole contribuire, soprattutto, a rafforzare nella nostra comunità servizi sanitari caratterizzati dal rigore organizzativo e dalla cultura della solidarietà.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE
DI RATIFICA N. 2540 E DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2605
Ddl di ratifica n. 2540 - Convenzione quadro dell'Organizzazione mondialedella sanità - OMS - per la lotta al tabagismo
Tempo complessivo: 2 ore.
Relatore | 5 minuti |
Governo | 5 minuti |
Richiami al regolamento | 5 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 13 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 1 ora 27 minuti |
L'Ulivo | 12 minuti |
Forza Italia | 14 minuti |
Alleanza Nazionale | 9 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 5 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 7 minuti |
Lega Nord Padania | 6 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 4 minuti |
Italia dei Valori | 4 minuti |
La Rosa nel Pugno | 4 minuti |
Comunisti Italiani | 4 minuti |
Verdi | 4 minuti |
Popolari-Udeur | 4 minuti |
DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 4 minuti |
Misto | 6 minuti (Minoranze linguistiche: 2 minuti; Movimento per l'Autonomia: 2 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti) |
Pdl n. 2605- Contributo straordinario in favore dello Staff College delle Nazioni Unite
Tempo complessivo: 17 ore, di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 49 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 51 minuti | 4 ore e 26 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 50 minuti |
Forza Italia | 41minuti | 37 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 24 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 14 minuti |
Italia dei Valori | 32 minuti | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 14 minuti |
Verdi | 31 minuti | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 13 minuti |
DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista - Nuovo PSI | 30 minuti | 11 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche: 12 minuti; Movimento per l'Autonomia: 12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
11 minuti (Minoranze linguistiche: 4 minuti; Movimento per l'Autonomia: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2937 - em. 1.15 | 453 | 294 | 159 | 148 | 40 | 254 | 72 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.50 | 465 | 462 | 3 | 232 | 201 | 261 | 69 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.16 | 465 | 464 | 1 | 233 | 207 | 257 | 69 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.4, 1.27 | 467 | 466 | 1 | 234 | 206 | 260 | 69 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.18 | 467 | 466 | 1 | 234 | 208 | 258 | 69 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.13 | 470 | 469 | 1 | 235 | 209 | 260 | 69 | Resp. |
7 | Nom. | em. 1.19 | 466 | 465 | 1 | 233 | 207 | 258 | 69 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.21 | 469 | 468 | 1 | 235 | 210 | 258 | 69 | Resp. |
9 | Nom. | em. 1.20 | 469 | 468 | 1 | 235 | 208 | 260 | 69 | Resp. |
10 | Nom. | em. 1.14 | 470 | 470 | 236 | 209 | 261 | 69 | Resp. | |
11 | Nom. | em. 1.2, 1.28 | 472 | 471 | 1 | 236 | 209 | 262 | 69 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.1, 1.29 | 470 | 469 | 1 | 235 | 209 | 260 | 69 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.3, 1.30 | 470 | 468 | 2 | 235 | 207 | 261 | 68 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.22 | 468 | 465 | 3 | 233 | 205 | 260 | 68 | Resp. |
15 | Nom. | em. 1.6, 1.31 | 466 | 465 | 1 | 233 | 204 | 261 | 68 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.7, 1.23, 1.32 | 468 | 467 | 1 | 234 | 205 | 262 | 68 | Resp. |
17 | Nom. | em. 1.8, 1.24, 1.33 | 474 | 471 | 3 | 236 | 206 | 265 | 68 | Resp. |
18 | Nom. | em. 1.25 | 473 | 471 | 2 | 236 | 208 | 263 | 68 | Resp. |
19 | Nom. | em. 1.9, 1.34 | 474 | 472 | 2 | 237 | 211 | 261 | 68 | Resp. |
20 | Nom. | em. 1.10, 1.35 | 471 | 470 | 1 | 236 | 207 | 263 | 68 | Resp. |
21 | Nom. | em. 1.11, 1.36 | 469 | 468 | 1 | 235 | 207 | 261 | 68 | Resp. |
22 | Nom. | em. 1.12, 1.26 | 470 | 469 | 1 | 235 | 208 | 261 | 68 | Resp. |
23 | Nom. | articolo 1 | 473 | 270 | 203 | 136 | 258 | 12 | 68 | Appr. |
24 | Nom. | mantenimento articolo 2 | 460 | 444 | 16 | 223 | 244 | 200 | 66 | Appr. |
25 | Nom. | articolo 3 | 455 | 282 | 173 | 142 | 270 | 12 | 66 | Appr. |
26 | Nom. | articolo 4 | 455 | 297 | 158 | 149 | 293 | 4 | 66 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | articolo 5 | 457 | 265 | 192 | 133 | 265 | 66 | Appr. | |
28 | Nom. | odg 9/2937/2 | 435 | 431 | 4 | 216 | 177 | 254 | 66 | Resp. |
29 | Nom. | ddl 2937 - voto finale | 444 | 278 | 166 | 140 | 264 | 14 | 66 | Appr. |
30 | Nom. | inserimento all'odg | 424 | 422 | 2 | 315 | 419 | 3 | 65 | Appr. |
31 | Nom. | Doc. IV-quater n. 19 | 365 | 312 | 53 | 157 | 310 | 2 | 66 | Appr. |
32 | Nom. | Doc. IV-quater n. 20 | 367 | 306 | 61 | 154 | 302 | 4 | 66 | Appr. |