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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 203 di mercoledì 12 settembre 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
La seduta comincia alle 12,35.
ANTONIO MAZZOCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 2 agosto 2007.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, gli onorevoli Azzolini, Bimbi, Bonelli, Brugger, Bruno, Buontempo, Castagnetti, Cordoni, De Simone, De Zulueta, Duilio, Galati, La Malfa, Migliore, Oliva, Piscitello, Reina, Scajola, Stucchi, Villetti e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella costituzione di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data 11 settembre 2007, ha reso noto che il deputato Teodoro Buontempo è stato nominato vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica La Destra.
Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
PRESIDENTE. Comunico che in data 25 luglio 2007 la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti ha proceduto alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente, l'onorevole Massimo Saverio Ennio Fundarò; vicepresidente, l'onorevole Salvatore Bonadonna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,40).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1558 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) (Approvato dal Senato) (A.C. 2931) e dell'abbinata proposta di legge Nicco ed altri (A.C. 2206) (ore 12,41).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003Pag. 2dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO); e dell'abbinata proposta di legge di iniziativa dei deputati Nicco ed altri.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il Governo hanno rinunciato alla replica.
(Esame degli articoli - A.C. 2931)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2931 sezione 1), al quale non sono stati presentati emendamenti.
Avverto che, non essendovi stata richiesta di voto nominale, si procederà per alzata di mano, naturalmente salvo che per il voto finale.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2931 sezione 2), al quale non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 3
(Vedi l'allegato A - A.C. 2931 sezione 3), al quale non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 2931 sezione 4), al quale non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2931)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicco. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor rappresentante del Governo, la componente delle Minoranze linguistiche del gruppo misto ha proposto, sin dall'inizio della legislatura, con proprie iniziative legislative, la ratifica ed esecuzione di diverse ed importanti convenzioni: dai protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, al Protocollo aggiuntivo della Convenzione quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera, fino, in ultimo, lo scorso 1o febbraio 2007, alla Convenzione oggi all'esame della Camera. Tali ratifiche ed esecuzioni richiedono troppo spesso tempi inspiegabilmente lunghi: anche questa Convenzione, adottata dall'UNESCO nell'ottobre 2003, è stata ratificata già da oltre 70 Stati prima che il Governo italiano assumesse analoga iniziativa.
Nel merito, il relatore ed i colleghi intervenuti nella discussione generale sono già stati ampiamente esaustivi. Mi limito, perciò, a ribadire che consideriamo la diversità di lingue e di culture un fattore di ricchezza per l'umanità - pur nella consapevolezza che nulla vi è di cristallizzato ed immutabile e che non esistono recinti separati -, ricchezza tanto più preziosa e necessaria in un'epoca in cui forti e quasi inarrestabili sono le tendenze all'uniformazione ed all'omologazione.
È da ricordare che la nostra proposta di legge ha fatto seguito ad una risoluzione votata all'unanimità dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta nel quadro di iniziative volte a promuovere la salvaguardia e la valorizzazione di uno dei più significativi patrimoni culturali, quello delle popolazioni walser, insediatesi nellaPag. 3notte dei tempi, in particolare alle falde del Monte Rosa, i cui rappresentanti, già in occasione degli stati generali tenutisi il 4 maggio 2002 a Macugnaga, chiesero espressamente l'inserimento della cultura e dell'ambiente walser nel patrimonio dell'UNESCO, ottenendo in seguito anche importanti impegni da parte del Governo.
Per tali motivi, la componente delle Minoranze linguistiche del gruppo Misto è ben lieta di poter, infine, esprimere il proprio convinto voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo già espresso nella giornata di ieri la nostra approvazione su un argomento così importante, quello della ratifica della Convenzione adottata dall'UNESCO a Parigi il 17 ottobre 2003, che vincolando, per la prima volta in modo multilaterale, i Paesi aderenti all'impegno della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ne avvicina i confini, incrementando gli scambi e la comprensione reciproca.
Nel documento per «salvaguardia» si intendono le misure volte a garantire la vitalità del patrimonio culturale immateriale dei popoli, e ciò contribuisce notevolmente a creare maggiore consapevolezza, soprattutto tra le giovani generazioni, sull'importanza di tale patrimonio per la pace e la cooperazione tra i popoli, attraverso lo scambio di informazioni ed esperienze. Tale documento prevede la redazione di una lista rappresentativa del patrimonio e la costituzione di un fondo, attraverso i quali raggiungere gli obiettivi che la Convenzione si prefigge.
Riteniamo che questo atto contribuirà notevolmente al riavvicinamento delle nazioni e, in alcuni momenti critici, a superare anche eventuali contrasti che potrebbero crearsi tra i popoli, che a volte si sentono così lontani soltanto per localizzazione geografica, ma che spesso sono accomunati dal patrimonio culturale e dalle tradizioni senza nemmeno rendersene conto. Per tali ragioni, preannunzio, a nome del gruppo parlamentare Italia dei Valori, il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, desidero richiamare l'attenzione dell'Assemblea su un disegno di legge di ratifica di una Convenzione internazionale particolarmente importante. Il dibattito svoltosi ieri ha valutato, apprezzato e sottolineato gli aspetti importanti, culturalmente importanti, anche per un Paese avanzato e leader mondiale per la tutela culturale dei beni materiali, per riuscire a parlare dei beni immateriali, di quei beni non tangibili che passano, per esempio, attraverso la difesa della lingua, delle comunità locali, delle organizzazioni sociali che attorno al patrimonio immateriale si riconoscono e si identificano.
Richiamo all'attenzione, quindi, la differenza linguistica dei dialetti, delle lingue locali e regionali, ma anche, in questa fase, delle lingue nazionali, che sono messe in discussione da un processo di globalizzazione che favorisce per molti aspetti, fortunatamente, una maggiore interconnessione dei popoli e delle genti, ma che finisce per mettere in un angolo il patrimonio culturale sedimentato nei secoli.
Occorre dire che la Convenzione al nostro esame contiene, all'articolo 2, una disposizione di fondamentale importanza, in base alla quale «ai fini della presente Convenzione, si terrà conto unicamente del patrimonio culturale immateriale conforme agli esistenti strumenti internazionali in materia di diritti umani e alle esigenze di reciproco rispetto tra comunità, gruppi di individui, e di sviluppo sostenibile».
Voglio aggiungere anche il riferimento ad alcuni accenni svolti ieri da colleghi della maggioranza. Credo che la difesa del patrimonio dei diritti umani, che è parte basilare di questa Convenzione, debba esserePag. 4estesa, con un'interpretazione moderna ed evoluta, anche ai diritti ambientali e ai diritti degli animali. Ho sentito, con un certo allarme, rievocare per la Convenzione in esame un richiamo al palio di Siena. Per quanto mi riguarda i diritti degli animali, come i diritti dell'uomo, sono garantiti a livello internazionale e credo che non debbano far parte della difesa del patrimonio immateriale importanti manifestazioni che non tengono conto di una nuova sensibilità rispetto agli animali e di una nuova sensibilità rispetto ai diritti più estesi. Infatti, non si può pensare soltanto ad una difesa tout court di tradizioni che, in molti casi, devono essere superate o non rispecchiano i diritti internazionali comunemente riconosciuti e quelli che - mi auguro - in futuro andremo a riconoscere.
La Convenzione in esame è importante. Cominciamo dai pupi siciliani e dalla difesa del canto a tenores sardo: occorre riempire di contenuti e di iniziative la difesa del nostro patrimonio, cercando di selezionarlo attraverso la lista che ci è richiesta, mediante l'inventario che l'Italia dovrà compilare per la tutela delle migliori, più significative e più rappresentative iniziative culturali immateriali, ma con un occhio di riguardo rispetto ai diritti umani e anche ai diritti ambientali e degli animali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo dell'UDC sul provvedimento in esame, particolarmente apprezzabile nell'attuale congiuntura storica. Come ha sostenuto ieri il relatore, il presidente Ranieri, l'adozione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso, iniziato con la proposta della Bolivia di aggiungere uno specifico protocollo alla Convenzione universale sul diritto d'autore, finalizzato alla protezione delle tradizioni popolari.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, e credo che oggi la ratifica del provvedimento in esame possa rivelarsi, su un piano culturale e sociale, ancora più attuale, in un'epoca in cui in tanta parte della nostra popolazione e anche della nostra gioventù - pensiamo ai grandi vertici internazionali degli anni passati, a momenti di protesta e di forte polemica - si è sempre più avvertito, con l'avanzare delle globalizzazione, il rischio crescente di un'omologazione eccessiva delle culture e di una silenziosa sparizione di eredità preziose, che sono state tramandate dalle precedenti generazioni.
Pertanto auspico che oggi, nel clima di globalizzazione, la comunità internazionale si faccia carico, attraverso gli strumenti previsti dalla Convenzione, della necessità di adottare norme vincolanti, per i singoli Stati, di protezione del linguaggio, di tradizioni, di arti e di spettacoli, di antichi costumi, di consuetudini, di feste, di riti, di opere di artigianato tradizionale, affinché tali culture e capacità non vengano disperse ma siano raccolte e rese compatibili anche con le esigenze e le sfide delle nuove tecnologie e di un progresso che avanza. Penso che tutto ciò debba essere portato all'attenzione dei Parlamenti e dei Governi, costituendo una priorità per le nuove generazioni.
Per questo ritengo che i contenuti della Convenzione debbano essere particolarmente apprezzati e che il provvedimento debba essere approvato dal nostro Parlamento. Credo, inoltre, che la tutela di questi valori e di queste tradizioni possa favorire un maggiore avvicinamento delle diverse culture e delle diverse comunità e un reciproco apprezzamento, se così si può dire, delle diversità e possa concorrere a superare e scongiurare quei tendenziali attriti tra civiltà cui ci siamo trovati di fronte, anche drammaticamente, in alcuni momenti negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria. Ne ha facoltà.
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WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, desidero spiegare le motivazioni del voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sul disegno di legge di ratifica della Convenzione UNESCO per il patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi nell'ottobre 2003, per fare in modo che l'Italia non abbia solo il ruolo di osservatore, ma possa proporre il proprio (e ricco) patrimonio intangibile ad un apposito Comitato intergovernativo che esamina, decide e controlla le richieste di iscrizione da parte dei singoli Stati.
La ratifica in esame è strettamente connessa al principio della diversità culturale, già da noi approvato. Si tratta di arte legata al territorio nelle sue varie espressioni, dalla musica all'artigianato, di tradizioni popolari di sincretismo religioso-pagano, come la festa dei ceri di Gubbio o la candelora del santuario di Montevergine, dove il 2 febbraio i «femminielli», al suono della «tammorra», cantano ringraziamenti alla Madonna Schiavona, considerata protettrice di gay, lesbiche e trans credenti. Vi è il canto a tenores sardo, i cantori di Carpino sul Gargano, la «taranta» del Salento, ora tornata ad essere di nuovo considerata una tradizione di cui essere orgogliosi e non qualcosa di cui vergognarsi perché villana, non moderna e dialettale. Vi è l'intreccio teatro-artigianato-letteratura con il teatro dei pupi siciliano, dove gli eroi della Gerusalemme liberata e dell'Orlando furioso sono burattini che non hanno le gambe snodabili perché il vero eroe non si piega mai.
Vi sono i canti del lavoro, di tradizione operaia e contadina, che si cantavano insieme per alleviare la fatica o per denunciare lo sfruttamento da parte del sciur padrun da li beli braghi bianchi, i canti dei minatori, delle mondine, dei pastori e dei pescatori in lingua dialettale, come il canto della «filandera», mamma mia mi sun stufa, che cantava la schiavitù dal cottimo di chi doveva produrre quella quantità e qualità di filato e di lavoratori trattati come cani alla catena; cito: Tucc me disen che sun nera, e l'è el fumm de la caldera.
Sarà nostro compito non solo allargare la lista UNESCO dei patrimoni materiali visibili già inseriti, come piazza del Duomo di Pisa, o paesaggistici, come la costiera amalfitana, ma anche rendere più dinamica la lista dei beni etno-antropologici, non in nome di una difesa del nazionalismo - perché credo che invocare il nazionalismo faccia da rullo compressore sulle realtà locali, sulla diversità culturale non omologabile - né in nome di un'unica cultura nazionale globalizzante (anche questa), ma liberandoci da inutili campanilismi e regionalismi, perché studiando questo patrimonio si scoprirà l'apporto di altre culture non italiane, il prodotto dell'incontro di civiltà e la valorizzazione della diversità, che è sempre fonte di arricchimento (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 17 ottobre 2003 la Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha approvato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, di cui oggi ci apprestiamo ad approvare il disegno di legge di ratifica. Si tratta di una Convenzione importantissima, in quanto dà, finalmente, pieno riconoscimento alla tutela di un patrimonio culturale immenso, quello immateriale per l'appunto, la cui intangibilità, tuttavia, costituisce un elemento di estrema fragilità rendendone particolarmente delicata la tutela.
In realtà, la tutela del patrimonio culturale immateriale era già da diversi anni all'attenzione dell'UNESCO e, precisamente, dal 1973, quando la Bolivia propose di aggiungere uno specifico protocollo alla Convenzione universale sul dirittoPag. 6d'autore, finalizzato alla protezione delle tradizioni popolari.
Ci sono, però, voluti trent'anni perché si arrivasse all'approvazione di una specifica Convenzione che riconoscesse un valore autonomo a tale patrimonio, la cui delicatezza e complessità appare del tutto evidente dalla lettura di ciò che, ai sensi della Convenzione stessa, lo costituisce, ossia le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, le abilità, come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali agli stessi associati, che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono parte del loro patrimonio culturale.
In particolare, oggetto di tutela dovranno essere il linguaggio (in quanto veicolo di tradizioni ed espressione orali), la musica, la danza ed il teatro tradizionali, le consuetudini sociali, le feste, i riti, le conoscenze e le pratiche riguardanti la natura e l'universo, l'artigianato tradizionale.
Non si tratta, quindi, di un patrimonio statico ed immutabile, ma - al contrario - di beni estremamente dinamici e vitali, non a caso definiti anche come patrimonio vivente, trasmessi di generazione in generazione e costantemente ricreati dalle comunità e dai gruppi in funzione del loro ambiente e della loro interazione con la natura e la loro storia. Quindi, la protezione del patrimonio culturale immateriale contribuisce - ed è anzi di fondamentale importanza - ai fini del rispetto delle diversità culturali e della creatività umana, promuovendo altresì la consapevolezza, tanto a livello locale che nazionale ed internazionale, della loro importanza e fornendo al riguardo cooperazione e assistenza internazionale per la realizzazione di programmi e progetti.
Si tratta, quindi, di un progetto specifico del più generale concetto di difesa della diversità culturale dai rischi crescenti di omologazione e di silenziosa scomparsa dell'importante eredità che le generazioni precedenti ci hanno lasciato.
Tali rischi sono cresciuti enormemente con il processo di globalizzazione attualmente in atto. Purtroppo, l'Italia è in forte ritardo sulla ratifica di questa Convenzione e ciò ha già comportato l'esclusione del nostro Paese dalla prima riunione di Parigi per la creazione dell'Assemblea generale e dell'incontro istitutivo del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ad Algeri.
Un ulteriore ritardo comporterà inevitabilmente l'esclusione dell'Italia dagli organi della Convenzione, fatto certamente deprecabile, in quanto costituirebbe un grave danno per il nostro Paese, le nostre regioni, le nostre comunità locali, estremamente ricche di tradizioni ed espressioni orali, riti, feste e abilità tra le più varie, la cui tutela dobbiamo impegnarci a promuovere e garantire non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elpidio, la invito a concludere.
DANTE D'ELPIDIO. Ai fini di tale tutela, la Convenzione prevede che ciascuno Stato parte si impegni a compilare uno o più inventari di beni culturali immateriali presenti sul proprio territorio (e ad aggiornarli costantemente), nonché all'istituzione della lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità, in cui verranno inclusi i beni proclamati capolavori del patrimonio culturale orale ed immateriale dell'umanità prima dell'entrata in vigore della Convenzione, in relazione ai quali l'Italia può vantare già due riconoscimenti: quello dei pupi siciliani e quello del canto a tenore sardo.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elpidio, la prego di concludere.
DANTE D'ELPIDIO. Concludo il mio intervento auspicando, a nome di tutto il mio gruppo, i Popolari-Udeur, una celere approvazione del disegno di legge di ratifica della Convenzione al nostro esame, considerato anche il sostegno bipartisan manifestato in proposito da tutte le parti politiche in Commissione Affari esteri.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elpidio, deve concludere veramente...
Pag. 7DANTE D'ELPIDIO. Ho concluso, signor Presidente. La celere ratifica della Convenzione è, infatti, indispensabile, affinché i rappresentanti del nostro Paese possano partecipare attivamente alle prossime iniziative in agenda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per rivolgere un ringraziamento, perché l'iter di questo disegno di legge di ratifica è stato lungo ed accidentato. Esso è iniziato - lo voglio ricordare - con il sottosegretario Bono, nel precedente Governo, che ha seguito con grande serietà, attenzione e sensibilità questa materia e a seguito di un'iniziativa della città di Gubbio, la città che ospita la «Corsa dei Ceri». Si è poi realizzata una grande alleanza sociale, culturale e politica, grazie all'impegno delle Commissioni, del nuovo Ministro per i beni e le attività culturali e del sottosegretario Mazzonis. Mi pare corretto ricordare questo percorso che è stato condiviso.
Non si tratta di una ratifica come tutte le altre, perché può aprire un percorso di rilevante importanza per il futuro, in particolare per un Paese come l'Italia che è ricchissimo di giacimenti culturali, materiali e immateriali.
Desidero chiarire ai colleghi che si tratta di un elenco delle grandi feste di tradizione, non di un elenco inventato. Riguarderà quei grandi momenti della cultura popolare che possono consistere in una festa, in una cerimonia, come ad esempio la regata storica del Canal Grande, il Palio di Siena, le manifestazioni dei pupari o le grandi tradizioni della Sardegna o di altre regioni italiane. Esso ha il compito di selezionare le feste che hanno una storia e che tutelano in modo serio l'identità di una comunità.
Si tratta, inoltre, di una ratifica che vuole mettere in collegamento le identità, nazionali e locali, con quelle degli altri Paesi. È tutt'altro che la fiera della difesa di se stessi. Al contrario: è l'idea della tutela e dell'orgoglio della comunità nazionale che dialoga con le altre comunità internazionali. Rappresenta la capacità di scambiare linguaggi e culture, di usare l'identità come un grande elemento di apertura, di usare l'identità locale per metterla in collegamento con le altre culture, nazionali e internazionali. Si tratta di uno dei momenti più alti della ricerca storica e politica degli ultimi anni che apre una frontiera diversa.
Ecco perché ci crediamo fino in fondo e riteniamo importante questo voto unanime. Tuttavia, ci permettiamo di dire al Governo che adesso è necessario battersi in sede internazionale e nazionale perché questa Convenzione sia applicata con serietà. Guai se ciascuno di noi portasse la festa dei propri amici o del proprio paese! Deve essere un elenco delle grandi feste storiche che possano essere inserite in un circuito internazionale, perché entrare in quella lista significherà partecipare ad un circuito di promozione internazionale, portare la propria esperienza negli altri Paesi del mondo, consentire l'organizzazione di incontri e di scambi, far parte di una grande filiera del turismo culturale, inteso nel senso più alto.
Ecco perché credo che spetti a noi stabilire con serietà criteri rigorosi, di chiederlo anche agli altri Paesi europei, facendo in modo che siano tutelate davvero le feste che hanno radici, storia e tradizioni, e non invenzioni clientelari dell'ultimo momento.
È con questo spirito che noi esprimeremo un voto favorevole sul disegno di legge di ratifica in esame, e ci auguriamo che il Governo, quanto prima, voglia chiarire alle Commissioni quali siano questi criteri più seri e trasparenti affinché ciascuna comunità locale li possa conoscere ed eventualmente partecipare con pienezza di titoli, senza bisogno di padrini o di sponsor, palesi o occulti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannuncio ilPag. 8voto favorevole del gruppo dei Verdi sul disegno di legge di ratifica della Convenzione dell'UNESCO sui beni immateriali. Mi rifaccio anche a quanto esposto dalla mia collega Tana De Zulueta in sede di discussione sulle linee generali.
Questa ratifica sicuramente rappresenta un passo in avanti importante per la tutela delle tradizioni, per la tutela delle culture popolari che hanno anche una relazione diretta con la tutela dei nostri ecosistemi.
D'altra parte, voglio ricordare che il nostro Paese, proprio in termini culturali e di tradizioni popolari, ha sicuramente un patrimonio significativo e importante. Era, quindi, fondamentale che oggi, in questa Assemblea, si arrivasse all'approvazione di questo disegno di legge di ratifica.
Vorrei anche ricordare che proprio oggi si apre a Roma la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici. La ratifica di questa Convenzione rappresenta un atto decisamente significativo per la tutela dei beni immateriali che hanno anche una notevole rilevanza sulla tutela del nostro ecosistema.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2931)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2931, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(S. 1558 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) (Approvato dal Senato) (2931).
(Presenti e votanti 381
Maggioranza 191
Hanno votato sì 381).
Prendo atto che i deputati Bellillo, De Cristofaro, Castellani e Stradella hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Boato ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 2206.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità - OMS - per la lotta al tabagismo, fatta a Ginevra il 21 maggio 2003 (A.C. 2540-A) (ore 13,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità - OMS - per la lotta al tabagismo, fatta a Ginevra il 21 maggio 2003.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il Governo hanno rinunciato alla replica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 1), distribuito in fotocopia.
(Esame degli articoli - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica nel testo della Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 2), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 9
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 384
Astenuti 3
Maggioranza 193
Hanno votato sì 384).
Prendo atto che la deputata Castellani ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato sì 388).
Prendo atto che la deputata Castellani non è riuscita a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3
(Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 4), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 390
Maggioranza 196
Hanno votato sì 390).
Prendo atto che i deputati Castellani e Viola hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 5), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 382
Votanti 381
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato sì 381).
Prendo atto che i deputati Minardo, Incostante, Lenzi, Fitto, Castellani e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2540 sezione 6).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
VITTORIO CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo venga riformulato sostituendo le parole «impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte a introdurre» con le seguenti: «impegna il Governo a verificare le possibilità di introdurre».
Pag. 10
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Siniscalchi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2540/1 proposta dal Governo e non insiste per la votazione dello stesso.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, già nella seduta di ieri, per un altro provvedimento, abbiamo avuto modo di esprimere una nostra valutazione, per l'Italia e l'umanità, sull'approvazione del disegno di legge di ratifica della Convenzione quadro contro il tabagismo, già approvata il 21 maggio 2003 dalla Organizzazione mondiale della sanità.
Tale Convenzione rappresenta per noi un evento storico di particolare importanza: per la prima volta, infatti, si prende atto che questo male è la prima causa di morte evitabile nel mondo e si prende coscienza che solo attraverso una cooperazione tra tutti i Paesi e attraverso un'informazione tecnica, scientifica, organizzativa e legislativa, si può arrivare a vietare - o perlomeno, ci auguriamo, a ridurre considerevolmente - l'uso del tabacco.
Abbiamo il dovere di ratificare tale Convenzione. Ricordo che il migliore stato di salute possibile è, per ogni essere umano, un diritto fondamentale, al di là della razza, della religione, delle opinioni politiche e delle condizioni socio-economiche. È vero che l'Italia, insieme alla Repubblica Ceca e alla Polonia, non ha ancora ratificato la Convenzione in esame. D'altra parte, però, dobbiamo prendere atto che l'Italia è ormai in uno stato avanzato in questa lotta, attraverso fitte attività di informazione, prevenzione e divieto già poste in essere.
Tuttavia, la ratifica di tale Convenzione potrà portare al nostro Paese - ma anche agli altri Paesi, soprattutto a quelli in via di sviluppo e in difficili condizioni economiche e sociali - un supporto notevole.
L'istituzione della Conferenza delle parti e del Segretariato è indice che vi sarà una costante attenzione a livello mondiale. Siamo convinti, quindi, che oggi porremo un tassello importante per la risoluzione di tale problema, soprattutto per le generazioni future. Pertanto, preannuncio il voto favorevole da parte del mio gruppo sul disegno di legge di ratifica in esame.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Poretti, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.
ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito di ieri ha sottolineato come la Convenzione quadro sul controllo del tabacco, adottata il 21 maggio del 2003, costituisca il primo strumento internazionale vincolante sulla salute, negoziato sotto gli auspici dell'Organizzazione mondiale della sanità. Essa è entrata in vigore il 27 febbraio 2005 e ha fornito agli Stati partecipanti gli strumenti base per attuare una corretta politica di controllo del tabacco.
La ratifica, da parte del nostro Paese, della Convenzione quadro è doverosa e permetterà finalmente all'Italia di recuperare il forte ritardo accumulato, essendo tra gli ultimi Paesi (ormai in Europa è rimasta solo la Repubblica Ceca) a non aver ancora provveduto alla ratifica della Convenzione. Tra l'altro, ciò è in palese contraddizione con la normativa vigente nel Paese, che è considerata all'avanguardia a livello internazionale.
Quindi, è giunto il momento di sanare tale situazione e il Parlamento può lanciare al Paese un segnale importante di unità, approvando unanimemente il disegno di legge presentato dal Governo, a dimostrazione che il bene comune prevale su ogni logica di schieramento.
Infatti, il tabacco uccide; esso uccide 5,4 milioni di persone ogni anno, ovveroPag. 11un adulto su dieci. Lo abbiamo visto ieri in sede di discussione sulle linee generali: una morte ogni 6 secondi nel 2005, come informa l'Organizzazione mondiale della sanità, a causa di patologie correlate al fumo di tabacco. Quel che è più grave, poi, è che si calcola che nel 2030 le vittime saranno 8,3 milioni, se non si adotteranno politiche volte a invertire l'attuale tendenza.
I Paesi in via di sviluppo saranno i più colpiti e non possiamo più rimanere immobili di fronte a tale flagello: occorre anche sviluppare importanti politiche di cooperazione in questo delicato settore.
Abbiamo visto come anche i dati che riguardano il nostro Paese siano allarmanti, registrando ben 80 mila vittime ogni anno. Dunque, per noi che abbiamo una responsabilità politica e siamo chiamati ad intervenire la ratifica della Convenzione è un atto importante per la tutela e la promozione della salute dei cittadini.
Il gruppo dell'Ulivo ritiene che la normativa in vigore nel nostro Paese sia efficace, soprattutto nella riduzione dei danni derivanti dal fumo passivo, ma necessiti oggi di un aggiornamento che ne garantisca un'applicazione più incisiva, a partire dal mondo della scuola: abbiamo visto come siano aumentati, purtroppo, i minori che iniziano a fumare addirittura prima dei quattordici anni; tale fattore deve indurre la politica a mettere in atto maggiori iniziative di contrasto e di prevenzione.
Siamo convinti che il proibizionismo non serva e non risolva i problemi, come ci dimostra la storia. Ma se è vero che fumare è una libera scelta, occorre fornire a tutti i cittadini strumenti affinché possano essere informati, nel modo più corretto possibile, sui rischi e sui danni che il fumo di sigaretta comporta; occorre fare in modo che vi possa essere piena consapevolezza.
Sicuramente, per un minore il caso è diverso e condividiamo pienamente la linea del Governo, anche per quanto riguarda il divieto di fumo ai minori.
Lavorare in tale direzione - nella direzione della prevenzione e non solo della repressione, quindi prevenzione e contrasto - sarà il nuovo corso della politica del Paese per quanto riguarda questa rilevante materia.
È importante e necessario recuperare il ritardo accumulato. Per questo motivo e in considerazione del fatto che la lotta al tabagismo potrà liberare anche importanti risorse a carico del Servizio sanitario nazionale, annuncio il voto favorevole del gruppo de L'Ulivo (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2540-A, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (vedi votazioni).
(Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità - OMS - per la lotta al tabagismo, fatta a Ginevra il 21 maggio 2003 (2540-A):
Presenti 401
Votanti 399
Pag. 12
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato sì 399).
Prendo atto che i deputati Bonelli, Oliva e Rao, hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole e che i deputati Balducci e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Seguito della discussione della proposta di legge Sereni ed altri: Contributo straordinario in favore dello Staff College delle Nazioni Unite, con sede in Torino (A.C. 2605) (ore 13,18).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge di iniziativa dei deputati Sereni ed altri: Contributo straordinario in favore dello Staff College delle Nazioni Unite, con sede in Torino.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il Governo hanno rinunciato alla replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2605)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico delle proposte di legge (Vedi l'allegato A - A.C. 2605 sezione 1) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Avverto che, consistendo la proposta di legge in un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2605)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buglio. Ne ha facoltà.
SALVATORE BUGLIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo del mio intervento.
PRESIDENTE. Onorevole Buglio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, colgo l'occasione, essendo stata la prima firmataria della proposta di legge in esame, per ringraziare tutti i colleghi e la Commissione per il voto unanime che ha accompagnato questo provvedimento. Soltanto pochi anni fa ci dividevamo tra chi considerava l'ONU inefficace e incapace di parlare della sicurezza del mondo, mentre oggi votiamo un atto che, anche se piccolo e simbolico, dimostra l'impegno dell'Italia per le Nazione Unite e l'importanza dell'ONU per il mondo, oltre che per il nostro Paese. Per tali motivi ringrazio tutti i colleghi.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2605)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2605, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(«Contributo straordinario in favore dello Staff College delle Nazioni Unite, con sede in Torino» (2605)
Presenti 403
Votanti 402
Pag. 13
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato sì 402).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che l'esame del disegno di legge n. 2597 non è stato concluso dalla Commissione; pertanto, essendo iscritto all'ordine del giorno subordinatamente al verificarsi di tale condizione, lo stesso non verrà esaminato dall'Assemblea.
Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2691, 2706 e 2929, ove conclusi dalla Commissione.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per l'esame dei disegni di legge di ratifica, di cui al punto 4 dell'ordine del giorno, è pubblicato in calce al resoconto della seduta di ieri.
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Cipro, con Annesso, fatto a Nicosia il 6 giugno 2005, e Scambio di Note verbali fatto a Roma il 23 ottobre 2006 e il 3 novembre 2006 (A.C. 2691) (ore 13,20).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Cipro, con Annesso, fatto a Nicosia il 6 giugno 2005, e Scambio di Note verbali fatto a Roma il 23 ottobre 2006 e il 3 novembre 2006.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2691)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il presidente della Commissione affari esteri, onorevole Ranieri, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione della relatrice, onorevole Cioffi.
UMBERTO RANIERI. Presidente della III Commissione. Signor Presidente, il provvedimento al nostro esame è un'importante e rilevante ratifica di un Accordo tra l'Italia e la Repubblica di Cipro sul piano della collaborazione culturale, scientifica e tecnologica e nel campo dell'istruzione; per tale motivo, così com'è accaduto in Commissione, auspico una convergenza dell'intera Camera dei Deputati sulla sua approvazione.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della relazione.
PRESIDENTE. Onorevole Ranieri, la Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.
Constato l'assenza dell'onorevole Narducci, che era iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Non essendovi ulteriori iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali avvertendo che pertanto non avranno luogo le repliche del relatore e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2691)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2691 sezione 1), al quale non sono state presentate proposte emendative.Pag. 14
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 396
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato sì 396).
Prendo atto che i deputati Rao e Oliva hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2691 sezione 2), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 404
Hanno votato no 1).
Passiamo all'esame dell'articolo 3
(Vedi l'allegato A - A.C. 2691 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 1).
Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 2691 sezione 4), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 409
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Mura e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2691)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2691, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Cipro, con Annesso, fatto a Nicosia il 6 giugno 2005, Pag. 15 e Scambio di Note verbali fatto a Roma il 23 ottobre 2006 e il 3 novembre 2006) (2691):
(Presenti 411
Votanti 410
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato sì 410).
Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e Governo del Regno del Bahrain sulla promozione e la protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto a Manama il 29 ottobre 2006 (2706) (13,24).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrain sulla promozione e la protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto a Manama il 29 ottobre 2006.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2706)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Mancini, ha facoltà di svolgere la relazione.
GIACOMO MANCINI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'accordo sulla promozione e protezione degli investimenti tra la Repubblica italiana ed il Regno del Bahrain assicura libertà nel trasferimento di capitali e prevede sistemi di risoluzione delle controversie e di risarcimento per perdite dovute ad eventi eccezionali. L'Accordo si compone di 14 articoli e insieme ad esso è stato firmato il Protocollo di cinque articoli per esplicitare e meglio palesare la portata delle disposizioni contenute nell'Accordo.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione, che meglio specifica sia i contenuti dell'Accordo, sia quelli successivi del Protocollo. Tengo comunque a riferire all'Assemblea che sul provvedimento la Commissione affari esteri ha espresso e trovato un ampio consenso che - ne sono certo - sarà confermato dall'esame dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Onorevole Mancini, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
VITTORIO CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo si associa alla parole del relatore, sottolineando che l'Accordo con il Bahrain si iscrive più in generale in un patto di cooperazione che abbiamo con i Paesi del Golfo Arabico, fatto che consideriamo molto importante.
GIUSEPPE COSSIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, intendo solo ricordare al sottosegretario che si tratta del Golfo Persico, perché il Golfo Arabico si trova da un'altra parte.
PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario se intende replicare.
VITTORIO CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, si è verificato un «bisticcio» tra Paesi arabi e Golfo Arabo. Ringrazio l'onorevole Cossiga per la sua solerte precisazione. In ogni modo la geografia è il nostro forte.
PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 16
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che, pertanto, non avranno luogo le repliche del relatore e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2706)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2706 sezione 1), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 401
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato sì 401).
Prendo atto che il deputato Latteri ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2706 sezione 2) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato sì 408).
Prendo atto che i deputati Oliva e Rao hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3
(Vedi l'allegato A - A.C 2706 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato sì 408).
Prendo atto che il deputato Pagliarini ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2706)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2706, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrain sulla promozione e la protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto a Manama il 29 ottobre 2006) (2706):
(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato sì 401).
Prendo atto che i deputati Pagliarini, Romele e Marinello hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Laratta ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Discussione del disegno di legge: S. 1473 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese relativa al traforo stradale del Monte Bianco, fatta a Lucca il 24 novembre 2006 (Approvato dal Senato) (A.C. 2929) (ore 13,27).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese relativa al traforo stradale del Monte Bianco, fatta a Lucca il 24 novembre 2006.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2929)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Farina, ha facoltà di svolgere la relazione.
GIANNI FARINA, Relatore. Il presente disegno di legge del Governo tratta della Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese relativa al traforo del Monte Bianco. La Convenzione è stata sottoscritta dai due Governi nel summit annuale tra Italia e Francia, che si è svolto a Lucca il 24 novembre 2006.
La realizzazione del traforo del Monte Bianco è stata decisa dai Governi italiano e francese all'inizio degli anni Cinquanta, con un'apposita Convenzione firmata a Parigi il 14 marzo del 1953. Non esisteva ancora la Comunità economica europea né una normativa che consentisse una gestione unitaria comune del traforo medesimo. Il tragico incidente verificatosi il 24 marzo 1999 nel traforo del Monte Bianco ha richiesto una profonda revisione di tutta la normativa, sia a livello dei singoli Paesi, sia a livello europeo, tanto per la costruzione di simili opere quanto per la loro gestione.
La presente nuova Convenzione concernente il traforo del Monte Bianco consente, anche attraverso la costituzione di un apposito gruppo europeo di interesse economico tra le due società concessionarie, di provvedere ad una gestione unitaria del traforo sotto ogni profilo: riscossione e suddivisione dei pedaggi, manutenzione e miglioramento delle infrastrutture, gestione del traffico e così via.
I lavori di adeguamento tecnologico sono stati realizzati al traforo del Monte Bianco a seguito dell'incidente del 1999. Gli adeguamenti normativi hanno consentito di compiere grandi passi avanti, anche a livello europeo, nel settore della costruzione e della gestione dei suddetti trafori.
La Convenzione per il nuovo traforo del Colle di Tenda si è ispirata anch'essa a questa nuova normativa riguardante il traforo del Monte Bianco: è importante quindi che l'Assemblea approvi oggi la Convenzione firmata a suo tempo dai Capi di Stato di Italia e Francia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
VITTORIO CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Questa Convenzione è particolarmente importante. Si tratta del Monte Bianco, credo che sia quello che si trova alla frontiera tra l'Italia e la Francia, ma dopo lo chiederemo all'onorevole Cossiga!
L'intesa si inserisce naturalmente in un contesto molto delicato, all'indomani dell'incidente che evidenziò l'urgenza di adeguare le condizioni di gestione del traforo, in particolare sotto il profilo della sicurezza. Questa intesa si inserisce in un contesto di più ampia e intensa collaborazionePag. 18bilaterale tra l'Italia e la Francia, tesa al miglioramento dei collegamenti transalpini, che si svolge nell'ambito di quattro importanti conferenze, che voglio citare e che riguardano oltre al Monte Bianco, il traforo del Frejus e il collegamento tra Torino e Lione sulle Alpi del sud.
Non si ravvisano in questa Convenzione ulteriori oneri a carico dello Stato.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che, pertanto, non avranno luogo le repliche del relatore e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2929)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2929 sezione 1), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato sì 393
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Fasolino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2929 sezione 2), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 382
Astenuti 5
Maggioranza 192
Hanno votato sì 382).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3
(Vedi l'allegato A - A.C. 2929 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 391
Astenuti 5
Maggioranza 196
Hanno votato sì 390
Hanno votato no 1).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2929)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, preannuncio l'astensione del gruppo dell'UDC sul disegno di legge di ratifica in esame, perché non abbiamo ben presenti i termini della Convenzione stessa e del rapporto che si è instaurato tra la Francia e l'Italia. Ho ascoltato con molta attenzionePag. 19sia il relatore sia il rappresentante del Governo e vorrei invitare quest'ultimo a fornirci qualche elemento e qualche chiarimento in più.
È stato ricordato che il rapporto tra la Francia e l'Italia si è instaurato dopo la tragica vicenda del 1999. Vorremmo conoscere anche le procedure e gli elementi che riguardano la sicurezza e le quote dei veicoli, per quanto riguarda il traforo del Monte Bianco.
La Commissione trasporti, signor Presidente, non ha avuto tempo per valutare, in sede consultiva (quindi in sede di parere) il disegno di legge di ratifica in esame e si sta svolgendo in termini molto affrettati la discussione dell'Assemblea come, credo, è avvenuto per le discussioni in Commissione di merito e in Commissione trasporti.
Per tale motivo noi ci asteniamo attendendo - come affermavo poc'anzi - qualche valutazione, qualche commento e indicazione in più da parte del Governo, per evitare che il rapporto tra il disegno di legge in esame con la costituzione del gruppo europeo di interesse economico e, ancora, con la Commissione intergovernativa italo-francese scada in termini soltanto formali e non sostanziali, quando questo Parlamento è impegnato fortemente sul terreno e sul campo della sicurezza stradale.
Ritengo - ripeto ancora una volta - che qualche elemento in più dovrebbe essere fornito al Parlamento e all'Assemblea di Montecitorio.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2929)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2929, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(S. 1473 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese relativa al traforo stradale del Monte Bianco, fatta a Lucca il 24 novembre 2006) (Approvato dal Senato) (2929):
(Presenti 405
Votanti 361
Astenuti 44
Maggioranza 181
Hanno votato sì 359
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Guadagno detto Vladimir Luxuria ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 13,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione di documenti in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Ricordo che a ciascun gruppo, per l'esame del documento, è assegnato un tempo di cinque minuti. A questo tempo si aggiungono cinque minuti per il relatore, cinque minuti per richiami al Regolamento e dieci minuti per interventi a titolo personale.
(Esame - Doc. IV-ter, n. 5-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione,Pag. 20nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi, onorevole nella XIV legislatura (Doc. IV-ter, n. 5-A).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dall'onorevole Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Buemi.
ENRICO BUEMI, Relatore. Signor Presidente, i fatti si riferiscono ad un articolo riportato sul quotidiano Il Giornale in data 26 novembre 2002, all'interno del quale l'ex collega Sgarbi assumeva una posizione di forte critica nei confronti della magistratura, in riferimento alle vicende riguardanti il senatore Iannuzzi. Il suo intervento si svolgeva all'interno della critica che il collega spesso rivolgeva alla magistratura italiana sui comportamenti che la stessa aveva assunto in varie vicende processuali.
La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 3 maggio 2007 e ha ritenuto, in osservanza ad un criterio da sempre adottato nel valutare le posizioni dei parlamentari, che le affermazioni del collega Sgarbi erano attinenti ad un'attività di critica politica nei confronti di un organo sia pure autorevolissimo ed essenziale; tra l'altro, non era possibile individuare, in maniera puntuale e precisa, i soggetti destinatari della critica quindi in qualche misura si ritiene un po' eccessiva la chiamata di responsabilità da parte delle dottoresse Elvira Castelluzzo e Angelica Di Giovanni. Per tale ragione la Giunta, all'unanimità, propone a quest'Assemblea di deliberare a favore dell'insindacabilità delle posizioni espresse dal collega Sgarbi in quanto attinenti alla sua attività di parlamentare.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, vorrei intervenire su questo caso collegandomi, però, all'ultima seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati svoltasi prima della sospensione estiva, quando abbiamo approvato, con spirito veramente molto «veloce», alcune richieste della Giunta per le autorizzazioni nei confronti di alcuni colleghi; ciò è stato fatto, a mio parere, in modo troppo veloce e senza un'accurata analisi dei documenti che la Giunta aveva proposto all'Assemblea.
Sono andato a rivedere i documenti, in particolare rispetto al caso dell'avvocato Taormina, il quale aveva utilizzato uno strumento parlamentare proprio per innescare una polemica rispetto ad un caso che stava seguendo come avvocato: ritengo che, forse, avremmo potuto compiere una riflessione maggiore, almeno per capire qual è il metodo con cui procediamo.
Ovviamente, l'ex-collega Sgarbi ci fornisce molte occasioni per discutere su casi di insindacabilità; sono già intervenuto in quest'Assemblea il 7 febbraio 2007 su un altro caso per il quale, invece, la Giunta aveva proposto - e l'Assemblea ha poi approvato - la non concedibilità della copertura dell'insindacabilità per alcune dichiarazioni pronunciate da Sgarbi su un architetto, in una fase in cui Sgarbi era anche sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Ebbene, ritengo che dobbiamo darci un metodo ed un criterio generale. All'epoca - il 7 febbraio - la Giunta e l'Assemblea deliberarono che le dichiarazioni di Sgarbi non erano copribili da insindacabilità in quanto egli, citando per nome un architetto, non aveva compiuto, precedentemente o successivamente, un atto parlamentare tipico.
Sono convinto che, anche in questo caso, Sgarbi abbia espresso un'opinione politica chiara, ma ha coinvolto direttamente degli avvocati con nome e cognome; pertanto, a questo punto, forse abbiamo sbagliato il 7 febbraio o stiamo sbagliando adesso.Pag. 21
Certamente, ritengo che, rispetto alle questioni di insindacabilità, dobbiamo trovare un metodo chiaro - l'Assemblea dev'esserne consapevole - perché si tratta di uno strumento tipico che costituisce un privilegio della Camera, che può tutelare i propri membri con la garanzia dell'insindacabilità, quindi, interrompere un procedimento giudiziario nei confronti di un deputato; tale potere deve però rimanere nell'ambito di una responsabilità che dobbiamo certo avvertire, anche nei confronti dell'opinione pubblica, nel rispetto preciso e puntuale della legge.
Ritengo che il caso Sgarbi in questione sia da ricondurre all'insindacabilità; tuttavia, dobbiamo fare attenzione a non contraddirci e ad essere chiari nel metodo. Bisogna accertare se vi sia un atto di sindacato o un atto tipico parlamentare e sicuramente Sgarbi, anche nei dibattiti in Assemblea, durante i suoi mandati parlamentari, ha più volte parlato ed espresso critiche durissime rispetto alla magistratura, pertanto ha potuto farlo legittimamente anche al di fuori, con gli strumenti di comunicazione a lui disponibili. Certamente dobbiamo fare attenzione - lo ribadisco a non dare l'impressione o, in alcuni casi, a non coprire un collega con questa garanzia tipica della prerogativa parlamentare, usata come un privilegio.
In sostanza, sono stato un po' confuso, tuttavia ritengo che in questo caso occorra accogliere la proposta della Giunta. Sottolineo però una contraddizione rispetto a quanto è stato deciso il 7 febbraio 2007 (allora ero intervenuto, ma evidentemente non ero stato convincente), quando allo stesso ex deputato Sgarbi è stato invece negato il riconoscimento della insindacabilità su un caso che era, a mio giudizio, assolutamente simile a questo ora in discussione.
(Votazione - Doc. IV-ter, n. 5-A)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n.5-A, concernono opinioni espresse dall'onorevole Sgarbi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione - Commenti).
LUCA VOLONTÈ. Il sistema non si è aperto!
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione per cause tecniche inerenti il sistema di votazione.
Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n.5-A, concernono opinioni espresse dall'onorevole Sgarbi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 377
Hanno votato no 7).
Prendo atto che i deputati Longhi e Pelino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Esame - Doc. IV-ter, n. 6-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione,Pag. 22nell'ambito di un procedimento civile nei confronti dell'onorevole Giovanardi (Doc. IV-ter n.6-A).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dall'onorevole Giovanardi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Mantini.
PIERLUIGI MANTINI, Relatore. Signor Presidente, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità presentata alla Camera dei Deputati dal Tribunale di Modena, nell'ambito di un procedimento civile avviato con atto di citazione degli avvocati Enrico Barilli e Giuseppina Borella a carico del deputato Carlo Giovanardi.
Gli attori sono tra i firmatari della richiesta di referendum abrogativo della legge 19 febbraio 2004, n. 40 in materia di procreazione assistita. Essi si dolgono dell'affissione di manifesti dell'Unione Democratici Italiani e Democratici di Centro (UDC) di Modena nelle città di Modena e Senigallia, in cui un'immagine di Hitler era accompagnata dalla scritta: «Anche loro avrebbero firmato».
Di tali manifesti gli attori avrebbero avuto notizia dai quotidiani Il Giornale e Il Corriere della Sera del 6 settembre 2004. Essi lamentano, altresì, che in un articolo apparso sul quotidiano Il Giornale del 9 settembre 2004 il deputato Carlo Giovanardi avrebbe, fra l'altro, affermato: «Ho detto e lo ribadisco, alla luce della legislazione voluta dal III Reich e in particolare della legge del 1933 sulla prevenzione delle nascite di persone affette da malattie ereditarie, quella del 1935 per la salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco e della direttiva di Hitler del 1o settembre 1939, che autorizzava a dare la morte per grazia ai malati incurabili per arrivare alla pura razza ariana, che certamente i nazisti sarebbero stati d'accordo nell'eliminare ogni norma di ordine giuridico e morale per perseguire i loro fini».
Vi sono, in breve, tre ragioni che hanno indotto la Giunta per le autorizzazioni a concludere per la insindacabilità con voto unanime. La prima riguarda una certa estraneità del deputato Giovanardi, il quale all'epoca dei fatti non era responsabile né della scelta né dell'affissione dei manifesti; neppure era responsabile politico o amministrativo del partito, sicché gli stessi manifesti difficilmente possono essere a lui ricondotti.
La seconda ragione rilevante è che tali affermazioni non possono dirsi direttamente lesive di soggetti determinati. Si tratta di frasi molto aspre, nel merito discutibili e lo stesso relatore non le condivide. Tuttavia, rimane il fatto che è difficile individuare un soggetto giuridico leso. Pertanto, anche l'azione proposta sarebbe priva di legittimazione processuale come, peraltro, ha dichiarato il Tribunale di Roma nel 2006, in un procedimento analogo.
Inoltre, ed è la terza ragione e forse quella più rilevante, il deputato Giovanardi si è espresso ripetutamente sulla stessa materia nel corso della XIII e della XIV legislatura. Per brevità rinvio alla relazione, ma abbiamo riferimenti testuali e puntuali sia a proposte di legge, sia a interventi specifici dell'onorevole Giovanardi il quale si è sempre espresso su un uso disinvolto delle tecniche di fecondazione assistita e di altre utilizzazioni della fecondazione artificiale con termini e concetti come «possibili mostruosità», «utilizzo selvaggio di metodiche», «sperimentazione sull'embrione umano per finalità eugenetica o selettiva». Insomma in più interventi ha espresso la propria opinione nell'esercizio della funzione parlamentare.
Per tale motivo, la Giunta all'unanimità ritiene che tali espressioni siano insindacabili proprio perché connesse all'esercizio della funzione parlamentare.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Pag. 23(Votazione - Doc. IV-ter, n. 6-A)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n. 6-A, concernono opinioni espresse dal deputato Giovanardi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 367
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato sì 366
Hanno votato no 1).
Discussione di una domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Ferrigno (Doc. IV, n. 7-A) (ore 13,50).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame del seguente documento:
Domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Ferrigno (Doc. IV, n. 7-A).
Ricordo che a ciascun gruppo è assegnato un tempo di cinque minuti. A questo tempo si aggiungono cinque minuti per il relatore, cinque minuti per richiami al Regolamento e dieci minuti per interventi a titolo personale.
Avverto che la Giunta per le autorizzazioni propone di concedere l'autorizzazione.
(Esame - Doc. IV, n. 7-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare, in sostituzione del relatore, il vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni, onorevole Tenaglia.
LANFRANCO TENAGLIA, Vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni. Signor Presidente, si tratta di una richiesta di autorizzazione all'utilizzazione processuale a fini probatori di tabulati telefonici in un procedimento penale per reato di minaccia in cui il deputato, l'onorevole Ferrigno, è parte offesa. Poiché l'onorevole Ferrigno ebbe a denunciare che sulla sua utenza telefonica assegnatagli dalla Camera dei deputati aveva ricevuto delle minacce da parte di un anonimo, si tratta appunto della acquisizione dei tabulati che dimostrano tali chiamate. I precedenti sono tutti unanimi nel senso di concedere l'autorizzazione e quindi anche in questo caso la Giunta ha concluso all'unanimità per l'autorizzazione all'utilizzazione a fini probatori nel processo in cui il deputato è parte offesa.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
(Votazione - Doc. IV, n. 7-A)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione la proposta della Giunta di concedere l'autorizzazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 373
Votanti 372
Astenuti 1
Maggioranza 187
Hanno votato sì 372).
Prendo atto che il deputato D'Agrò ha segnalato che non è riuscito a votare.
Pag. 24Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta all'atto di sindacato ispettivo a mia firma n. 2-00674.
PRESIDENTE. Sarà cura della Presidenza sollecitare il Governo.
Sull'ordine dei lavori (ore 13,53).
ANTONIO RUSCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, anche a nome dei colleghi parlamentari di Lecco, l'onorevole Bodega e l'onorevole Codurelli, mi rivolgo a lei per segnalare un fatto che credo, purtroppo, sia noto: nel pomeriggio di lunedì 10 settembre, un incidente nella galleria «San Martino» di Lecco ha provocato due morti e 128 intossicati, con un blocco della circolazione per numerose ore. La tragedia sarebbe stata ancora più grande e drammatica in un'ora di più intenso traffico. Nonostante le assicurazioni dell'ANAS, i sensori non hanno funzionato e le ventole sembrano essere partite mezz'ora dopo l'incendio. A tal proposito, sono state aperte tre inchieste.
A nome dei deputati proponenti, chiedo al Governo e al Ministro di intervenire e di attivarsi con l'ANAS, per chiarire in maniera urgente, anche al Parlamento e ai parlamentari, quanto è avvenuto, con riferimento alle attuali condizioni di sicurezza della galleria e agli interventi previsti dall'ANAS nelle altre gallerie della provincia.
PRESIDENTE. Sarà cura della Presidenza riferirne al Governo.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, fin dal mese di giugno mi ero premurato di fare una richiesta in Assemblea perché lo straordinario Ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa venisse a riferire sull'andamento dei conti pubblici nel nostro Paese: cosa che, sia nel mese di giugno sia in quello di luglio, il Ministro si è ben guardato dal fare, rimandando tutto ad una fantomatica relazione sul DPEF che poi è risultata assolutamente infondata.
Ebbene, apprendo che nelle ultime settimane, nel corso dell'incontro internazionale che si è tenuto sulle ridenti sponde del lago di Como - lei, signor Presidente, ne è stato uno dei protagonisti -, il Governo, in più giornate, ha dato più interpretazioni sulla situazione economica del Paese. Ho dunque premura di rivolgere al Ministro dell'economia una richiesta che spero lei possa rivolgere anche a nome della Camera: che cioè egli venga a riferirci qualche dato certo che ritiene di dover comunicare al Parlamento, così da evitare che, ogni giorno, le interpretazioni sue, dei suoi colleghi ministri, dei Fondi internazionali e del Commissario europeo, siano ciascuna completamente in contrasto con l'altra.
Ciò provoca infatti sconcerto nei cittadini, e rende insignificante l'apporto che il Parlamento può dare in vista della discussione dei temi economici della legge finanziaria.
PRESIDENTE. Credo che avrà occasione di ripetere quanto ha detto anche nel corso della prossima riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo; inPag. 25ogni caso, la Presidenza riferirà nuovamente al Governo quanto da lei segnalato.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, con lettera in data 12 settembre 2007, ha presentato alla Presidenza, a norma dell'articolo 77 della Costituzione, il seguente disegno di legge, già presentato al Senato il 4 agosto 2007 e trasferito dal Governo alla Camera, che è assegnato ai sensi l'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):
- «Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 118, recante disposizioni urgenti in materia di ammortamento di immobili strumentali» (3031) - Parere delle Commissioni I e V.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dall'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta fino alle 15.
La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo ed il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali.
(Realizzazione da parte della Fondazione Mirror di un impianto sperimentale per lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali - n. 3-01189)
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01189, concernente la realizzazione da parte della Fondazione Mirror di un impianto sperimentale per lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, Signor Ministro, premesso che sul territorio del comune di Avezzano, in provincia de L'Aquila, è insediata la Micron technology Italia; che il 22 maggio scorso lei, signor Ministro, in una conferenza stampa con il presidente della Giunta della regione Abruzzo, Del Turco, ha annunciato la firma di un accordo di programma per il raddoppio dello stabilimento Micron con un contributo pubblico di 500 milioni di euro da parte del Ministero dello sviluppo economico; che, infine, la Micron, attraverso la Fondazione Mirror, ha elaborato un progetto per la depurazione delle acque, vorremmo sapere se risponda al vero che, nell'ambito dell'accordo sopraindicato, sia previsto un inceneritore sperimentale capace di smaltire 250 mila tonnellate di rifiuti tossici speciali e nocivi, snaturando così la piana del Fucino e trasformando in un ricettacolo di rifiuti speciali gran parte delle regioni italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, laPag. 26prima cosa da dire è che l'accordo di programma, cui si fa riferimento, non è ancora attuativo, perché è subordinato alla formale autorizzazione del CIPE ed anche all'autorizzazione comunitaria. In quell'atto non è prevista la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti industriali con le caratteristiche che sono state qui illustrate, ma quell'atto riguarda tre iniziative: un nuovo stabilimento per sensori di immagine a tecnologia avanzata, e due iniziative di attività di ricerca e sviluppo relative al tema dei semiconduttori.
In data 9 luglio, la Micron ha richiesto l'ammissione di ulteriori investimenti, inviando una documentazione integrativa alla prima domanda di accesso, con la breve descrizione di un progetto che riguarda, appunto, un sistema integrato di servizi ecocompatibili elaborato dalla Fondazione Mirror. In questa proposta si prevede la realizzazione di un impianto di depurazione e di recupero dell'acqua (impianto che sarebbe in seguito suscettibile di trattare rifiuti speciali di origine industriale).
Naturalmente, appena ci arriveranno le autorizzazioni comunitarie sull'accordo di programma di base, valuteremo i requisiti di ammissibilità di questa ulteriore proposta, anche in riferimento alla compatibilità ambientale dell'iniziativa.
Voglio dire, a questo proposito, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato che, con un confronto con le competenti autorità centrali e locali, predisporrebbe, nel caso, un approfondimento ispettivo per verificare la conformità di tale ulteriore progetto in relazione alla normativa vigente in campo ambientale.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare.
GIAMPIERO CATONE. Signor Ministro, la Democrazia Cristiana per le Autonomie sin da giugno ha voluto vederci chiaro su questo progetto. Ricordo che il preventivo di spesa per l'investimento di 3 miliardi di euro è, per la gran parte, destinato all'inceneritore (sulla base dei quali si calcolano i 500 milioni di euro).
Comunque, pur essendo favorevoli al raddoppio della Micron, abbiamo approfondito ciò che si nasconde dietro la denominazione di sistema «per la fornitura di servizi ecocompatibili alle attività produttive» che portano, ripeto, a 3 miliardi di euro l'investimento, ossia un impianto sperimentale di 400 mila metri quadrati (grande come sessantasette campi di calcio) per lo smaltimento di 240 mila tonnellate all'anno di rifiuti industriali pericolosi, tossici e nocivi nella piana del Fucino, la quale - ricordo - è considerata «l'orto d'Europa» e da qualche giorno ha ottenuto il marchio IGP, indicazione geografica protetta, per la carota (e credo che sia ancora da proteggere).
Credo che il nostro non sia un «no» pregiudiziale ma razionale e, dopo avere avuto modo di studiare gli effetti di tale tipo di inceneritore, studio che gli amministratori locali di sinistra avrebbero dovuto effettuare, siamo contrari alla realizzazione di un inceneritore sperimentale dimensionato per smaltire cento volte più del fabbisogno della Micron, con un sistema - torcia al plasma - che produce nanopolveri che sono la causa di tumori e di gravi altre patologie.
Signor Ministro, ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per scongiurare un pericolo grave per la salute dei cittadini abruzzesi, per il loro ambiente e soprattutto per le loro attività agricole e per la vita dei loro figli.
(Vicende relative alla crisi aziendale della Palmera - n. 3-01190)
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01190, concernente le vicende relative alla crisi aziendale della Palmera (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, signor Ministro, già il 4 ottobre dell'anno scorso abbiamo discusso in Parlamento del problema della Palmera e il Ministro Bersani ricordava quali fossero i temi in quelPag. 27momento. Oggi siamo all'epilogo, signor Ministro. La Palmera annuncia ormai la sua cessazione, vende l'azienda, lascia oltre 200 dipendenti sul lastrico, senza nessun futuro a partire, forse, dal prossimo 18 settembre, quindi martedì prossimo. In campo ci sarebbe già una trattativa con la Bolton, una multinazionale che è proprietaria anche del marchio Rio Mare, che è il simbolo del tonno in scatola. Chiediamo: la Bolton è disposta soltanto ad acquistare i marchi o a mantenere in piedi anche l'attività ad Olbia e l'occupazione dei lavoratori?
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONIO SATTA. Ho finito ed è importante, signor Presidente.
È in campo un'altra proposta operativa da parte di una società di Genova che opera nel settore del tonno, al secondo posto, che chiede l'acquisizione della società della Palmera e il mantenimento degli occupati e la lavorazione del tonno ad Olbia.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Satta. Come egli sa, il Ministero dello sviluppo economico è da tempo a conoscenza della crisi che la società Palmera sta affrontando e anche dell'importanza che tale società riveste nella trasformazione del comparto agroalimentare, più di recente nella produzione di alimenti per animali con il marchio Petreet, la cui distribuzione sul territorio è localizzata nei depositi di Olbia e Napoli.
Le vicende dell'azienda, l'ho già riferito in risposta ad una sua analoga interrogazione, sono state trattate in questo periodo direttamente dalla regione Sardegna e dal comune di Olbia, che si sono impegnati ad attivare un tavolo congiunto fra le parti per cercare soluzioni alternative, di rilancio e di sviluppo della società. Dalle notizie fornite al Ministero del lavoro risulta effettivamente che la società, in data 1o agosto 2007 ha richiesto, tramite l'associazione industriali del nord Sardegna, l'avvio delle procedure per la concessione di cassa integrazione e crisi e cioè per cessazione.
Il mio Ministero, che ha continuato a seguire le vicende di tale società e le iniziative che nel corso del tempo gli enti locali hanno posto in essere, assicura all'interpellante l'apertura di un tavolo istituzionale che possa interessare tutte le parti coinvolte, nel quale potranno essere valutate proposte alternative, eventualmente anche quella che l'interpellante ha voluto segnalare e di cui, oggi, non abbiamo formalmente comunicazione se non appunto nell'interpellanza in esame, della quale la ringrazio.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
ANTONIO SATTA. Signor Ministro, la ringrazio per la sua chiarezza e per l'onestà dell'informazione. I lavoratori che sono oggi in sciopero generale ci ascoltano, al pari delle forze sindacali e degli amministratori di Olbia. La Palmera è stata un'azienda leader nel settore della trasformazione alimentare e nel tonno, non solo in Sardegna ma nel nostro Paese.
Si tratta di una fine che la Sardegna non merita e neanche il Paese. E allora, se davvero vi è in campo anche la proposta della Società generale conserve di Genova, che è la seconda azienda nel settore della lavorazione del tonno in Italia, di acquistare l'azienda, quindi il marchio, mantenendo in piedi sia la lavorazione ad Olbia sia il mantenimento dei livelli occupazionali, credo che il Governo debba fare ogni possibile sforzo per arrivare a tale determinazione, a meno che la stessa Bolton non intenda fare la stessa cosa.
Però, signor Ministro, lei ha assunto un forte impegno nei confronti del Mezzogiorno e non può permettere, per nessun motivo, che questa azienda chiuda con risultati così nefasti.
Speriamo che il tavolo istituzionale venga convocato quanto prima e porti a risultati certi.
(Misure per prevenire i rischi di un repentino aumento dei prezzi di prodotti di largo consumo - n. 3-01191)
PRESIDENTE. Il deputato Burchiellaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sereni n. 3-01191, concernente misure per prevenire i rischi di un repentino aumento dei prezzi di prodotti di largo consumo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3) di cui è cofirmatario.
GIANFRANCO BURCHIELLARO. Signor Presidente, signor Ministro, secondo alcune segnalazioni dell'associazione dei consumatori si profilerebbe una lunga serie di rincari, spesso ingiustificati, di prodotti di largo consumo che si andrebbero ad aggiungere a quelli già registrati in diversi servizi, come i trasporti (treni dei pendolari, benzina, bollo auto, tariffe bus e metro) o nella scuola (per l'acquisto dei libri e dei corredi scolastici).
L'eventualità di tali aumenti, in concomitanza con il caro mutui, che si sta producendo a seguito della crisi finanziaria internazionale per l'insolvenza dei cosiddetti mutui sub prime statunitensi, rischia di compromettere i bilanci familiari di tanti lavoratori e di tanti pensionati.
PRESIDENTE. Deputato Burchiellaro, concluda.
GIANFRANCO BURCHIELLARO. Le misure sin qui adottate in materia di liberalizzazione e di apertura dei mercati hanno attutito questi processi. Si chiede, quindi, quali altre iniziative intenda assumere il Governo per prevenire i paventati rischi richiamati.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, noi seguiamo con attenzione gli effetti delle misure di liberalizzazione che, in alcuni casi, hanno già determinato un processo di competizione fra gli operatori (telefonia mobile, tariffe aeree, servizi bancari, farmaci da banco) e, in altri casi, le misure devono ancora dispiegare compiutamente i propri effetti, ma segnaliamo subito, come abbiamo già dichiarato, che, dall'impatto di sole cinque fra le oltre trenta misure che abbiamo adottato, vi è stata una diretta incidenza sull'inflazione pari allo 0,23 per cento (che vuol dire, per le famiglie, tra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro).
Questo contributo (sia all'inflazione, sia alla crescita) delle misure di liberalizzazione ieri è stato riconosciuto e certificato dalla Commissione europea.
Sui generi di largo consumo, nell'ultimo periodo, ci sono tensioni internazionali relative ad alcune materie prime, in particolare i cereali, che stanno coinvolgendo le fasi a valle della filiera.
Noi, in via generale, abbiamo richiamato tutti quanti ad un'informazione e una denuncia che abbiano misura e correttezza per non determinare alibi a generali interventi dei prezzi secondo lo schema «se tutto cresce aumento anch'io».
Abbiamo, in realtà, situazioni nelle quali una diminuzione dei prezzi delle materie prime, anche in campo agroalimentare, non si è ancora tradotta in una diminuzione dei prezzi al consumo. Quindi ci sono settori nei quali la tensione esiste, altri settori nei quali la tensione non c'è, ma non si scarica ancora positivamente sui prezzi al consumo.
Noi lavoriamo, intanto, per la cosiddetta moral suasion che non si può dire non sia efficace, come si è visto, questa estate, per la benzina. Noi abbiamo dimezzato, con meccanismi di moral suasion, lo scarto tra il nostro Paese e il prezzo medio europeo e in questo settore agroalimentare avremo, il 20 settembre, un incontro di filiera. Oggi stesso, dopo lo svolgimento del question time, andrò dal Ministro De Castro per un incontro con i consumatori e la grande distribuzione.
Abbiamo chiamato le associazioni rappresentative del commercio e le camere di commercio ad incontri per verificare le criticità e devo anche dire che, in questiPag. 29giorni, ho sottoscritto con la Guardia di finanza un accordo per rendere più funzionali i controlli ispettivi su eventuali tentativi di tipo speculativo.
Ricordo, infine, che vi è un terzo pacchetto di liberalizzazioni (una terza «lenzuolata») oggi all'esame del Senato. Si tratta di 55 articoli che contengono moltissime misure...
PRESIDENTE. Ministro Bersani, concluda.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico... che vanno in direzione dei consumatori e mi auguro che prima della approvazione della finanziaria il Parlamento possa approvarlo.
PRESIDENTE. Il deputato Ruggeri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, noi siamo soddisfatti della risposta del Governo anche perché, facendo il «quadretto», l'Unione europea, proprio in questi giorni, ha affermato che l'anno scorso, nel 2006, l'inflazione era al 2,2 e oggi è all'1,9.
Tale abbassamento del livello generale dei prezzi ha una causa: l'attività del Governo in carica, su questo non ci piove. Solo avendo eliminato il canone sulle tessere dei telefoni, i prezzi delle telecomunicazioni sono scesi del 14 per cento. Quindi, questo è un Governo amico delle famiglie, dei redditi più bassi, dei pensionati.
Ricordo che, oltre a quanto ha detto il Ministro Bersani, anche il Ministro De Castro, il 20 settembre, aprirà un tavolo di concertazione con i soggetti dell'agricoltura, che hanno promosso lo sciopero e la manifestazione. C'è anche il protocollo del welfare, firmato il 23 giugno, siglato al fine di aumentare il potere d'acquisto soprattutto dei nostri pensionati e delle nostre famiglie.
Pertanto, penso che il Governo sia attento a tali problemi che non sono da sottovalutare, perché se ieri la gente non riusciva ad arrivare alla quarta settimana, adesso qualcuno ci arriva. Tuttavia, abbiamo i «furbetti dei supermercatini» e, in tale ambito, il Governo è attento, com'è stato attento alle banche, ai telefoni e alle varie caste che compongono il nostro Paese.
(Riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 - n. 3-01192)
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01192, concernente la riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor Ministro, il decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge n. 248 del 2006, in qualche modo aveva la finalità di ridurre i componenti degli organi collegiali dei vari dicasteri per tesaurizzare il risparmio. Purtroppo, lei signor Ministro, nel ricomporre la Commissione centrale delle cooperative, di fatto ha stravolto la cosiddetta «norma Basevi», che fu il fondatore del moderno sistema cooperativo, un antesignano dello sviluppo della cooperazione nel nostro Paese. Pertanto, secondo noi, è stato tradito il termine della legge che voleva puntare a risparmiare...
PRESIDENTE. Deputato D'Ulizia, la prego di concludere.
LUCIANO D'ULIZIA... anziché stravolgere una norma che ha dato degli ottimi risultati.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. La riduzione del numeroPag. 30dei componenti di tale Commissione (erano 37, mentre adesso sono 11) è stata necessariamente adottata seguendo dei criteri, ovvero il superamento della pariteticità della rappresentanza delle associazioni, per arrivare ad un principio di rappresentatività, riferita alla consistenza associativa. È stato seguito un principio generale che vale per il CNEL, per le camere di commercio, per tutti gli organi di emanazione sindacale, superando quindi un'eccezione, ed entrando nel sistema che presiede a tale tipo di nomine e di organizzazioni. Anche la presenza dei ministeri è stata ridotta da 9 a 5.
La circostanza segnalata dall'interrogante, per cui è stata nominata la Commissione centrale con procedure iniziate quando era ancora vigente quella precedente, è stata dovuta solo a ragioni tecniche, per garantire la continuità dell'attività e, naturalmente, con garanzia che la Commissione precedente potesse lavorare fino alla naturale scadenza.
A chi sostiene che in realtà non si sia realizzato un risparmio e che tale norma è stata inserita a titolo di risparmio di spesa, ricordo che, benché in questo caso non ci siano pagamenti di gettoni od altro, tuttavia le connesse spese di struttura e di segreteria sono sempre ritenute correlate al numero dei componenti e, quindi, riducendo questi apparati, abbiamo potuto e dovuto collegare tale norma anche al tema generale - affrontato nella recente legislazione - di una riduzione del carico di spese e del numero dei componenti dell'insieme di queste Commissioni. Aggiungo, per completezza di informazione, che la nuova Commissione centrale per le cooperative è stata ricostituita con decreto del 5 settembre 2007.
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di replicare.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta, pur tuttavia mi devo dichiarare assolutamente insoddisfatto.
Ministro Bersani, evidentemente noi intendiamo in diverso modo la cooperazione. Di fatto noi non lamentiamo che lei abbia intaccato anche la pariteticità della rappresentanza del movimento cooperativo, ma che il presidente della commissione centrale è stato sempre un esponente del movimento cooperativo e che lei, invece, con quel decreto ha passato la mano al Ministro dello sviluppo economico: in tal modo il presidente non sarà più un cooperatore, ma un rappresentante dal Governo.
Non si tratta di una questione tecnica o di numeri, ma di impostazione politica! Che cosa si è voluto realizzare? Si è voluto che il movimento cooperativo perdesse in qualche modo la propria autonomia. Noi non accettiamo questo discorso, lo contestiamo! Il movimento cooperativo deve mantenere la sua autonomia! Vedremo poi, quando ci sarà da valutare la questione che riguarda, purtroppo, i nostri amici Fassino e D'Alema, come ce la sbroglieremo in questa situazione.
Mi dichiaro, lo ripeto, insoddisfatto perché, anche se lei qui, signor Ministro, lo ha negato, ma c'è stato un taglio politico. Si vuole sottomettere la cooperazione ad un governo estraneo alle proprie logiche e alla propria cultura. Noi denunciamo questo in Parlamento: la cooperazione non può essere sottomessa ad una logica diversa, che non sia quella della propria missione, dei propri soci, del ruolo che essa svolge in questa società e in Europa.
(Iniziative normative in materia di conferimento a magistrati di incarichi ulteriori rispetto allo svolgimento delle funzioni giurisdizionali - n. 3-01193)
PRESIDENTE. Il deputato Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01193, concernente iniziative normative in materia di conferimento a magistrati di incarichi ulteriori rispetto allo svolgimento delle funzioni giurisdizionali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Ministro, il TAR del Lazio haPag. 31accolto la richiesta delle aziende concessionarie dell'opera ferroviaria TAV, bloccando l'attuazione del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7. Al presidente del Tribunale amministrativo regionale del Lazio è stato attribuito anche l'incarico di arbitro designato da società, che fanno parte dei consorzi ricorrenti contro l'attuazione del decreto-legge citato che revoca le concessioni e prevede nuove gare pubbliche per realizzare la tratta ferroviaria.
Le domande che rivolgo al Governo sono le seguenti: com'è possibile che al magistrato siano conferiti ulteriori incarichi rispetto alle funzioni che gli competono? Qual è, inoltre, il compenso da questi ricevuto, quale arbitro, dalle società ricorrenti contro l'articolo 12 del decreto-legge n. 7 del 2007?
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. I criteri per l'autorizzazione allo svolgimento di ogni incarico da parte dei magistrati, compresi quelli relativi alla presidenza dei collegi arbitrali e anche l'eventuale rilascio di tali autorizzazioni, sono affidati dalla legge alla competenza, per ciascuna magistratura, dei rispettivi organi di autogoverno.
L'organo di autogoverno della giustizia amministrativa è il relativo Consiglio di presidenza di cui fanno parte, tra gli altri, quattro membri non magistrati eletti dal Parlamento. Tale organo ha completato il quadro normativo che disciplina la materia. In particolare si prevedono, oltre a un limite numerico individuale di incarichi arbitrali autorizzabili, specifici tetti retributivi, parimenti annuali, oltre i quali nessun incarico è più autorizzabile.
Specifiche indagini preventive sono inoltre svolte al fine di verificare l'insussistenza di condizioni di incompatibilità rispetto alle parti del singolo provvedimento, mentre - voglio sottolineare alla sua attenzione questo punto - per il periodo successivo al rilascio dell'autorizzazione è il singolo magistrato a dover valutare l'eventuale ricorrenza delle condizioni per l'applicazione degli istituti dell'astensione obbligatoria e facoltativa, di cui al primo e secondo comma dell'articolo 51 del codice di procedura civile, ferma la possibilità per le parti di avvalersi dell'istituto della ricusazione.
La vigilanza sulla correttezza della condotta dei magistrati spetta al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Sarà dunque l'organo di autogoverno, nell'ambito della sua autonomia, a procedere alle eventuali verifiche circa il rispetto, nel caso specifico, dei suddetti criteri e limiti in materia di incarichi extragiudiziali. Analoghe regole sono previste per la giurisdizione contabile e per l'Avvocatura dello Stato.
Per quanto si riferisce ai compensi percepiti dai magistrati amministrativi, l'articolo 8 della legge n. 137 del 2002 ha istituito un fondo perequativo nel quale viene versata la metà del compenso corrisposto al magistrato, che ne trattiene la restante metà, al netto degli oneri fiscali. In ogni caso, il Governo non solo è disponibile, ma intende approfondire il tema sollevato dall'onorevole interrogante riguardante le possibili sovrapposizioni di incarichi dei magistrati, anche con iniziative di carattere normativo.
Per effetto del sistema sopra descritto, si è riscontrato che il compenso netto percepito dal presidente De Lise per la presidenza del collegio arbitrale Cepav contro ANAS, specificamente autorizzato, è stato pari a 41 mila 550 euro. Viceversa, non è ancora noto il compenso definitivo relativo alla presidenza del collegio arbitrale riguardante la questione Ircav, parimenti autorizzata, in quanto il relativo ammontare non risulta ancora determinato, mentre sono stati erogati acconti...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. ... salvo conguaglio negativo o positivo. Il compenso definitivo, secondo lePag. 32regole generali, sarà oggetto di pubblicità. Infine, in merito all'ordinanza di rimessione alla Corte di giustizia delle Comunità europee, il Governo ha proposto appello al Consiglio di Stato contro tale ordinanza.
PRESIDENTE. Il deputato Zipponi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Ministro, le risposte intervengono parzialmente sul quesito posto. Pertanto, mi permetto solo di dire che il Governo aveva finalmente trovato una soluzione all'annosa vicenda in base alla quale l'Italia, finora, è stato l'unico Paese europeo a realizzare la più grande opera pubblica - l'alta velocità ferroviaria - senza gara pubblica e spendendo molto più degli altri Paesi.
L'ordinanza sottoscritta dal presidente del TAR del Lazio, che appunto svolse l'incarico di arbitro relativamente a vicende che riguardano le aziende ricorrenti, si pone ai limiti di quanto consentito dall'ordinamento con riferimento ad un provvedimento giurisdizionale e probabilmente li oltrepassa. Infatti, l'ordinanza sospende l'operatività di un atto di urgenza avente forza e valore di legge già convertito dal Parlamento, quindi tende ed invadere anche la sfera del potere legislativo. Occorre, dunque, valutare quali siano le azioni che il Governo può intraprendere e se esistano gli estremi per sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Sul punto lei ha già risposto. In ogni caso, la questione impone un deciso intervento in tempi brevi al fine di tutelare il buon andamento e la trasparenza nella realizzazione di un'opera pubblica da 12 miliardi di euro, nonché al fine di prevenire ed eliminare situazioni ed episodi che possono far dubitare i cittadini dell'imparzialità del magistrato, tanto più gravi e insidiosi quando coinvolgono le massime cariche della giustizia amministrativa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURIZIO ZIPPONI. Con le nuove gare sarà possibile costruire anche un positivo rapporto con le popolazioni, cercando soluzioni alternative ...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO ZIPPONI. ... e compatibili con l'ambiente e il territorio in cui si vogliono realizzare tali opere (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar - n. 3-01194)
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01194, concernente misure di livello comunitario e internazionale per la difesa dei diritti umani e sindacali in Myanmar (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, la situazione politica e sindacale dei diritti umani nell'ex Birmania, oggi denominata Myanmar, è sempre più grave e drammatica. Tutti conoscono la vera e propria persecuzione contro Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da diciassette anni agli arresti domiciliari. Sempre più pesante è, in generale, la feroce repressione contro i dissidenti e gli oppositori politici.
I diritti politici e civili sono ogni giorno calpestati, le risoluzioni dell'ONU e del Parlamento europeo vengono ignorate e nell'ex Birmania si pratica sistematicamente il lavoro forzato. Pochi giorni fa sei giovani sindacalisti sono stati condannati a scontare dai venti ai ventotto anni di carcere per un seminario sui diritti del lavoratore. È quindi necessario che tutta la comunità internazionale, e il Governo italiano in particolare, intervengano in ogni modo in tutte le sedi per garantire il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e per il ripristino della democrazia nell'ex Birmania.
PRESIDENTE. Il Ministro per rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Boato, il Governo condivide il suo richiamo all'attenzione e alla preoccupazione. L'Italia sta seguendo con grande attenzione ed apprensione gli sviluppi della vicenda, anche alla luce dei disordine delle ultime settimane e degli arresti di numerosi esponenti dell'opposizione, da lei ricordati.
La Presidenza dell'Unione europea ha diramato, a nome nostro e di tutti i partners europei, un comunicato di condanna che sollecita il rilascio degli attivisti e l'avvio di un dialogo con tutte le componenti della società civile.
Abbiamo anche effettuato, come Governo italiano, proprio in questi giorni, un passo presso l'ambasciata del Myanmar a Roma per esprimere questa preoccupazione e il disappunto per il fallimento della Convenzione nazionale che era stata convocata in agosto. Le attese della comunità internazionale sulla questione birmana sono, in questa fase, legate al mandato del consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari. L'Italia sostiene il mandato di Gambari, di cui condivide l'approccio complessivo che abbraccia tutti gli aspetti della problematica, inclusi i temi dell'aiuto umanitario, dei bambini, dei conflitti armati, della lotta alla droga, dell'educazione, del lavoro forzato e della sanità. La missione di Gambari, del resto, si ispira agli stessi presupposti dell'iniziativa italiana Friends of the Bangkok Process improntata al dialogo critico con la Birmania.
Riteniamo, infatti, che formule come «dialogo critico» possano costituire lo strumento più efficace per tentare di sollecitare la promozione di sviluppi democratici in Myanmar. L'Italia, inoltre, si è costantemente adoperata nell'ambito dell'Unione europea e nelle altre sedi internazionali per la liberazione della signora Aung San Suu Kyi alla vigilia del rinnovo degli arresti domiciliari del marzo scorso e, all'indomani della proroga, l'Unione europea ha espresso la sua condanna invitando il Governo birmano a rilasciare la leader della Lega nazionale per la democrazia e gli altri prigionieri politici.
Nell'ambito delle Nazioni Unite, lo scorso anno, l'Italia ha attivamente concorso alla presentazione da parte dell'Unione europea di una risoluzione su Myanmar, nella quale era stato ottenuto l'inserimento di un esplicito richiamo al lavoro forzato. Come lei credo sappia, purtroppo, il veto di Russia e Cina nel Consiglio di sicurezza impedirono a questa mozione l'effettiva attuazione.
Nel dialogo, infine, con le agenzie internazionali registriamo il confortante esito delle missioni compiute nei mesi scorsi da alti funzionari ONU competenti in materia di bambini soldato e aiuto umanitario, nonché gli sviluppi relativi alla cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro e, in particolare, la firma, il 27 febbraio scorso, del protocollo di intesa istitutivo di un meccanismo di denuncia, che auspichiamo possa costituire un valido strumento nella lotta al lavoro forzato.
Siamo d'accordo con lei perché l'Italia e l'Unione europea vogliono aumentare gli sforzi per lenire le sofferenze del popolo birmano, quindi è unanime l'obiettivo di intensificare l'aiuto rivolto alla popolazione. Le assicuro che il Governo continuerà ad impegnarsi per la ricerca di soluzioni che inneschino una dinamica positiva nella questione birmana e favoriscano l'avvio di un autentico processo democratico.
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, noi del gruppo dei Verdi ringraziamo il Ministro Chiti, che rappresenta in questa sede il Ministero degli esteri, per le valutazioni che ci ha prospettato e per la ricognizione che ha potuto svolgere anche più estesamente riguardo a tutti i drammatici problemiPag. 34di carattere politico e istituzionale relativi ai lavoratori, al lavoro forzato, alla situazione dei bambini, agli oppositori politici, ai sindacalisti che io stesso sinteticamente avevo ricordato.
Mi permetta solo, signor Ministro, di farle osservare che, a mio parere, l'espressione «dialogo critico» da lei usata - forse per comprensibili ragioni diplomatiche - è tuttavia, da un punto di vista politico, inadeguata. Devo tuttavia riconoscere che i contenuti di quanto lei ha dichiarato sono sicuramente molto forti e condivisibili. Del resto essi riprendono, giustamente, temi già posti da varie organizzazioni. Già dal 2000, con una serie di risoluzioni, l'Organizzazione internazionale del lavoro ha posto con assoluta forza tali questioni, poste anche dal Parlamento europeo con le quattordici risoluzioni che si sono succedute in questi anni (l'ultima del 21 giugno 2007). Mi riferisco anche alle denunce gravissime che il Comitato internazionale della Croce rossa, attraverso il suo Presidente Jacob Kellenberger, ha presentato ancora recentemente, il 19 luglio 2007, nonché a quelle che sono contenute, da ultimo, nel rapporto internazionale per il 2007 dell'organizzazione Amnesty International, che ha segnalato l'intensificarsi della repressione messa in atto in Myanmar, ex Birmania. Credo, inoltre, che vadano anche ricordate le iniziative non solo politiche e governative, ma anche della società civile assunte in Italia; iniziative che, dal maggio 2007, stanno portando avanti CISL, Legambiente, WWF e Greenpeace lanciando una vera e propria campagna per la Birmania. Da ultimo, è intervenuta al riguardo anche la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro su Raitre.
PRESIDENTE. Deputato Boato, concluda.
MARCO BOATO. Concludo, Presidente. Ho voluto citare anche queste iniziative politiche, sociali e culturali perché l'impegno politico e umano deve essere assunto a tutti i livelli, al fine di ripristinare la democrazia in Myanmar (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno).
(Interventi a sostegno delle attività di ricerca nel settore oncologico - n. 3-01195)
PRESIDENTE. La deputata Moroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01195, concernente interventi a sostegno delle attività di ricerca nel settore oncologico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmataria.
CHIARA MORONI. Signor Ministro, la legge finanziaria per il 2005 ha disposto l'istituzione presso la Cassa depositi e prestiti di un apposito Fondo rotativo, denominato «Fondo rotativo per il sostegno delle imprese e gli investimenti in ricerca», con una dotazione iniziale di sei miliardi di euro. La legge finanziaria per il 2006, «al fine di garantire un adeguato sostegno al potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo industriali nel settore oncologico svolte da strutture di eccellenza specializzate nel settore», ha destinato un importo pari a 50 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo rotativo. Il CIPE, in data 22 marzo 2006, ha previsto, dopo aver dato corso alla prima assegnazione di 1.100 milioni di euro, un ulteriore riparto del Fondo rotativo, assegnando al Ministero dell'università e della ricerca circa 700 milioni di euro. Nel febbraio 2007 il Ministero dell'università e della ricerca ha evidenziato la priorità per l'utilizzo della seconda tranche e ha destinato 50 milioni di euro a sostegno del riorientamento e del potenziamento dei centri di ricerca industriale nel settore farmaceutico-oncologico.
PRESIDENTE. Deputata Moroni, concluda.
CHIARA MORONI. Concludo, Presidente. Ciò premesso, vorrei sapere se il Governo ritenga di intervenire in tempi rapidi per l'assegnazione di questi fondi e garantire l'avvio del bando, che è già stato predisposto dal Ministero dell'universitàPag. 35e della ricerca, nel quale si prevede l'assegnazione di fondi per 50 milioni di euro.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzonali. Signor Presidente, come l'onorevole Moroni ricordava, il 31 agosto 2006 il Ministro dell'università e della ricerca ha emanato una direttiva contenente gli indirizzi per la destinazione della quota di 690 milioni di euro, ricompresa nell'ambito del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca istituito presso la Cassa depositi e prestiti dalla legge finanziaria per il 2005. Tali risorse sono state destinate, tra l'altro, al lancio di un programma di ricerca nel settore dell'oncologia (50 milioni di euro), così come disposto dal comma 581 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2006. Successivamente, il CIPE, nella seduta del 16 marzo 2007, ha indicato un'ulteriore priorità nell'utilizzo di queste risorse, destinandole, in una misura pari almeno a 50 milioni di euro, al sostegno di iniziative a favore del riorientamento e del rilancio dei centri di ricerca che operano nel settore farmaceutico-oncologico. In considerazione di ciò, il 18 maggio scorso il Ministro dell'università e della ricerca ha provveduto ad adeguare la direttiva del 31 agosto 2006, recependo totalmente le indicazioni provenienti dal CIPE. Pertanto, a valere sulle risorse del Fondo della Cassa depositi e prestiti, sono destinate ad interventi nel settore dell'oncologia risorse per complessivi 100 milioni di euro, da utilizzare nel modo seguente: cinquanta milioni di euro per l'attivazione di un bando ai sensi delle disposizioni del decreto legislativo n. 297 del 1999 (il bando è pronto e, nei prossimi giorni, sarà sottoposto alla preventiva e necessaria registrazione della Corte dei conti); cinquanta milioni di euro per il sostegno del riorientamento dei centri di ricerca industriale che operano nel settore dell'oncologia. Tali progetti sono di recente pervenuti al Ministero e sono in fase di valutazione. Tutto ciò non è solo auspicabile, ma sicuramente sarà adottato al più presto un provvedimento a tale riguardo.
PRESIDENTE. La deputata Moroni, ha facoltà di replicare.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta dettagliata fornita alla mia interrogazione.
Naturalmente non posso ritenermi soddisfatta, poiché la risposta fornita riguarda fatti che già conosciamo: i fondi non sono stati ancora distribuiti, nonostante siano stati stanziati da molto tempo. Ci sono cento milioni di euro che devono essere assegnati a progetti di ricerca in un settore estremamente delicato ed importante, come è quello della ricerca industriale nel settore farmaceutico e oncologico. Il bando, inoltre, dovrebbe essere stato predisposto dagli uffici del Ministero dell'università e della ricerca da molto tempo, ma ancora non è stato approvato e non è stata ancora definita la commissione che dovrà vagliare le domande che saranno presentate.
Ci sono 50 milioni di euro da assegnare ex articolo 10 del decreto ministeriale n. 593 del 2000 e ci pare assolutamente inaccettabile che i fondi stanziati dalle leggi finanziarie per il 2005 e per il 2006 - peraltro, nell'accordo di programma era stato individuato lo strumento migliore per assegnarli - siano ancora fermi presso il Ministero dell'università e della ricerca e non possano essere utilizzati in un settore strategico come quello della ricerca oncologica, già altamente sottofinanziata in questo Paese.
Ci auguriamo che il Governo intenda veramente provvedere, nel più breve tempo possibile, assegnando questi fondi agli enti e alle strutture specializzate nella ricerca in questo settore.
(Iniziative in materia di politiche di risparmio idrico - n. 3-01196)
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01196, concernente iniziative in materia di politiche di risparmio idrico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, nessun programma di Governo, neanche nei nostri Paesi occidentalizzati ed evoluti, può fare a meno di affrontare la questione dell'acqua e del risparmio idrico. In particolare, molti sono consapevoli ormai che l'acqua rappresenta la questione del futuro, anche per i nostri Paesi occidentali.
In Italia, a fronte di una diminuzione di acqua utilizzabile del 25 per cento, secondo le previsioni più aggiornate, vi sono comparti, come quello agricolo, che continuano a consumare il 65 per cento delle risorse. Nelle regioni del nord si arriva all'80 per cento delle risorse idriche utilizzate in coltivazioni intensive.
Pochi sanno che secondo i dati ufficiali, anche quelli delle organizzazioni che si occupano dell'acqua, i prelievi autorizzati, per esempio, nel bacino del Po sono più del doppio della sua normale portata d'acqua. Chiedo al Governo come intenda continuare la sua azione sul risparmio idrico.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, si apre giusto oggi la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici e quello dell'acqua è uno dei temi centrali.
Siamo reduci da un'estate che si era aperta all'insegna della grande preoccupazione sul versante della siccità, che metteva da subito l'uno contro l'altro i diversi usi, al punto che si pensava che forse avremmo avuto problemi sul versante energetico per mancanza di acqua negli invasi. Vi era un'evidente concorrenza fra gli usi.
Il Governo sta valutando iniziative per uscire da una logica troppo settorializzata nella gestione dell'acqua, fermi restando alcuni paletti che la legge ci pone, cioè la priorità degli usi civili e del mantenimento di un minimo di flusso vitale dell'acqua nei corpi idrici.
Si tratta di lavorare anche per superare una frammentazione amministrativa, che vede responsabilità diffuse fra ministeri, regioni, enti locali, autorità di bacino, consorzi di bonifica e quant'altro. C'è un gruppo di lavoro presso il mio ministero che coinvolge i Ministeri dell'ambiente, delle infrastrutture, dello sviluppo economico e degli affari regionali per cercare di coordinare questo lavoro. È indubbio che ci dobbiamo interrogare sulle alternative e contemporaneamente rafforzare il lavoro che stiamo facendo per il risparmio dell'acqua.
Nello specifico, per quanto riguarda l'agricoltura, credo che, al di là della questione amministrativa delle concessioni, il vero discorso sia quello di collegare in maniera più chiara concessioni idriche e uso della risorsa alla politica agricola comunitaria e aggiornare, di conseguenza, su questo versante il fronte della domanda irrigua.
Rimane evidente che una risorsa che diventa sempre più scarsa va tutelata con tutti i mezzi, non ultima una politica tariffaria che renda più chiare le alternative di uso e la concorrenza tra gli usi possibili, dando priorità - lo ripeto - a una gestione dell'acqua per gli usi civili e potabili che, ovviamente, sono essenziali per le nostre famiglie.
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di replicare.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta, che mi soddisfa. Il ruolo del Ministro per l'attuazione del programma di Governo èPag. 37fondamentale in questo caso, proprio perché tiene conto di varie esigenze e di settori diversi che, sulla questione dell'acqua, in molti casi, si trovano in conflitto o con interessi contrastanti.
Il programma del centrosinistra, a pagina 151, prevede una parte specifica sulla questione dell'acqua, con un riferimento specifico e puntuale alla graduazione delle tariffe (penalizzando progressivamente i consumi elevati) e una parte che propone di rivedere ed aggiornare i canoni di concessione del prelievo idrico.
Le questioni che stiamo vivendo, grazie al segnale d'allarme dell'emergenza idrica e della siccità, ci devono portare ad affrontare il tema, che è epocale, e a valutare anche misure straordinarie ed eccezionali. Occorre premere per cambiamenti culturali e per politiche agricole innovative, occorre saper conquistare, nel mondo agricolo, anche il mondo agricolo del nord di questo Paese, che si è basato su una presenza d'acqua tradizionalmente ricca e costante e che ormai, invece, deve fare i conti con esigenze idriche non corrispondenti alla portata delle acque presenti. Altrimenti, la risposta più facile e, secondo noi, più inadeguata sarà quella di costruire grandi infrastrutture molto impattanti sul territorio che non daranno risultati, perché la carenza idrica è segnalata proprio alla fonte: mancano le piogge nei momenti più necessari per la produzione agricola.
Come radicali della Rosa nel Pugno...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BRUNO MELLANO. ... anche con l'aiuto dell'associazione radicale Aglietta di Torino, da anni ci occupiamo della questione; abbiamo scritto anche un decalogo, che diffonderemo a mezzo stampa, per aiutare questo nostro Governo ad essere attivo e puntuale nelle misure che si possono adottare, che sono concrete e che possono essere attuate - in parte, già lo sono state - con il piano irriguo nazionale.
(Intendimenti del Governo in merito al piano industriale 2008-2010 di Alitalia - n. 3-01197)
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01197, concernente intendimenti del Governo in merito al piano industriale 2008-2010 di Alitalia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, il Governo, che si è annunciato in questo anno di legislatura come un Governo di risanamento, oggi compie una scelta, legata al nuovo piano industriale di Alitalia, di suicidio politico e, in termini generali, di suicidio economico.
Studi approfonditi, infatti, prevedono che con lo spostamento da Malpensa a Fiumicino della flotta aerea il Paese (non solo Alitalia) subirà un danno da 1,2 a 1,5 miliardi di euro per la perdita di sette milioni di passeggeri.
Signor Ministro, ci deve dire quali sono le scelte industriali...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA GIBELLI. ... che permettono a questo Governo di sostenere un piano industriale incompatibile con l'economia occidentale del Paese e, soprattutto, del nord d'Italia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la società Alitalia ha preso atto, alla fine dello scorso mese di luglio, della conclusione senza esito della procedura competitiva per la vendita di una quota non inferiore al 39,9 per cento, avviata dal Ministero dell'economia nel dicembre 2006. Tenuto conto della conferma da parte del Ministero dell'intenzione di cedere il controllo della società,Pag. 38essa ha predisposto un piano industriale triennale 2008-2010 denominato «di sopravvivenza e transizione», finalizzato a perseguire condizioni di sostenibilità e di continuità aziendale in breve e medio termine, nell'attesa di decisioni definitive in merito al futuro assetto proprietario della società.
L'insostenibilità dell'attuale trend di perdite, che si andranno ad aggiungere a quelle fino ad oggi registrate, infatti, ha reso necessaria un'immediata elaborazione di un piano industriale la cui finalità principale è da rilevare nell'esigenza prioritaria di contenere rapidamente le perdite e l'erosione di mezzi propri, ricorrendo a iniziative di forte discontinuità rispetto al passato, sia in termini di network (modifica dell'assetto del business di Alitalia, in modo da renderlo economicamente più sostenibile), sia di contenimento dei costi.
Le iniziative previste nel piano sono, quindi, finalizzate a preservare il brand Alitalia anche attraverso la realizzazione di un posizionamento industriale in grado di favorire, in tempi ragionevolmente brevi, l'ingresso di terzi con competenze e risorse finanziarie per lo sviluppo della società. Solo in un quadro di rilancio di Alitalia potrà trovare soluzione il tema di un uso ottimale delle principali strutture aeroportuali nazionali, a partire da una razionalizzazione del sistema degli aeroporti del nord.
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di replicare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, mi spiace che il Ministro Santagata, sostituendo con un pezzo di carta il Ministro Bianchi, si sia assunto la responsabilità del Governo con delle argomentazioni che, francamente, lasciano semplicemente sbigottiti, in quanto le affermazioni che gli hanno suggerito nel testo scritto sono false! Il semplice fatto che egli abbia dichiarato in aula, oggi, che il piano di Alitalia sia volto a salvare la compagnia, facendone pagare il prezzo industriale ed economico all'aeroporto di Malpensa, che è il centro dell'economia del Paese, è un fatto così drammatico e inaudito sul piano politico che non ha alcun tipo di giustificazione.
La prospettata riduzione del network di Alitalia avrà solo la conseguenza di regalare una compagnia aerea vincolata ad un piano industriale che la mortifica; essa verrà semplicemente inglobata in un grande network - probabilmente transalpino - che la utilizzerà come compagnia regionale, mortificando gli investimenti fatti dal Paese su Malpensa, in funzione di una competitività e di un libero mercato che sono nelle «lenzuolate» di Bersani, che, di fatto, diventano dei semplici fogli di carta per piangere dopo aver gettato dalla finestra miliardi di euro.
È ingiustificato a livello industriale l'avallo...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANDREA GIBELLI. ... che il Ministro dell'economia e delle finanze darà rispetto a un piano industriale che, per il Paese, costituirà una perdita di un asset strategico che non ha alcun tipo di giustificazione e che, ancora una volta, farete pagare al nord per salvare il centralismo romano e Fiumicino (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
(Impatto dell'indulto sulla crescita della criminalità - n. 3-01198)
PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01198, concernente l'impatto dell'indulto sulla crescita della criminalità (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), che ha testé sottoscritto.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, è statisticamente dimostrato che l'indulto approvato dal Parlamento e fortemente voluto dal Governo e dalla maggioranza ha provocato un drastico aumento dei reati; per alcuni reati più gravi,Pag. 39come le rapine in banca, i furti e, talvolta, anche gli omicidi, tale indice è addirittura raddoppiato!
Il Governo deve farci capire concretamente cosa intende fare, al di là delle dichiarazioni propagandistiche. Peraltro, l'indulto ha provocato un aumento dei costi: infatti, sebbene sia stimato che circa 70 mila euro per ogni beneficiario dell'indulto, poiché non è più in galera, costituiscono un risparmio, i reati commessi dalla persona uscita di galera per via dell'indulto costano alla società circa 150 mila euro.
Inoltre, esso non è servito neanche al carcere: prima dell'indulto, infatti, le persone in carcere erano 60 mila e in un solo anno vi sono stati circa 43 mila nuovi rientri.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
EDMONDO CIRIELLI. Vorremmo, quindi, sapere quali provvedimenti intenda adottare il Governo per risolvere questo problema che, certamente, non è stato affrontato in maniera seria e, soprattutto, corretta da parte del Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, devo ancora una volta iniziare il mio intervento ricordando che la legge sull'indulto fu approvata da oltre due terzi dei componenti le Camere a seguito di un'iniziativa parlamentare e non del Governo.
Il Governo ha continuato a monitorare la situazione e, secondo gli ultimi dati del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la percentuale dei detenuti arrestati in flagranza di reato o destinatari di provvedimenti cautelari, dopo essere stati scarcerati per aver beneficiato dell'indulto, è pari al 22 per cento.
I problemi della criminalità organizzata e della microcriminalità, evidentemente, hanno radici più lontane e profonde rispetto a quelle dell'indulto e siamo convinti sia necessario contrastare il crimine e tutelare i cittadini con assoluto rigore. La sicurezza della collettività costituisce uno degli obiettivi primari del Governo e - lo posso affermare - di tutte le forze politiche presenti in Parlamento.
Il Governo sta costruendo un significativo pacchetto di misure sulla sicurezza con particolare riferimento alle città e a forme di coordinamento delle forze dell'ordine e tra i vari livelli istituzionali, impegnando in questa importante azione anche le città, i comuni e i sindaci.
Il Ministero della giustizia, per quel che lo riguarda, è attualmente impegnato nello studio di numerose modifiche normative per apportare all'ordinamento tutti i correttivi necessari per rendere più efficienti i sistemi cautelare, sanzionatorio e di prevenzione, garantendo la certezza dell'esecuzione dei provvedimenti ed assicurando tempi più celeri per arrivare alla pronuncia di merito.
Più in dettaglio, in primo luogo si prevede l'estensione ai reati di maggiore allarme sociale della disciplina già prevista dall'articolo 275 del codice di procedura penale per i reati di criminalità organizzata. In altri termini, anche in questo caso, in presenza di indizi di colpevolezza, la misura cautelare della custodia in carcere viene applicata automaticamente.
È allo studio la valorizzazione del ricorso al giudizio immediato nei confronti di quei soggetti che siano indagati per reati già loro contestati nell'applicazione di una misura coercitiva, così come l'estensione ad altri reati di particolare allarme sociale del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena detentiva in modo che alla condanna definitiva segua sempre ed immediatamente l'esecuzione della pena.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Nel concludere, vorrei far presente che, fra le altre attività, si sta lavorando per migliorare il sistema informativo del casellario giudiziario e per fornire altri strumentiPag. 40alla magistratura per l'azione di accertamento delle situazioni patrimoniali.
PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, in primo luogo non mi dichiaro soddisfatto in quanto il Governo elude le responsabilità politiche e non risponde completamente alla domanda.
Il Governo elude le responsabilità politiche perché sa bene, come tutti gli italiani, che subito dopo le elezioni il Ministro della giustizia, onorevole Mastella - per la verità accompagnato da tutti i presidenti di gruppo di maggioranza, che hanno voluto fosse posto all'ordine del giorno il provvedimento, il quale infatti è stato approvato a giugno 2006 - hanno voluto fortemente e politicamente tale provvedimento che, peraltro, quando era al Governo il centrodestra, non è stato approvato, in quanto se ne è solo discusso.
È vero che alcune forze politiche dell'opposizione hanno votato a favore dell'indulto, hanno sbagliato e oggi si dichiarano pentite. Tuttavia, il partito di Alleanza Nazionale, che rappresento - e io stesso personalmente: lo dimostrano gli atti parlamentari - è stato nettamente contrario a tale scellerato provvedimento.
Inoltre, il Governo elude la risposta perché non dice concretamente ciò che intende fare, se non le dichiarazioni generiche che il Ministro Amato ha fornito anche alla stampa, facendo propaganda, in quanto successivamente è stato smentito da una parte del Governo. Anzi, mi meraviglio del fatto che il Ministro Amato non venga a riferire in aula ciò che intende fare, ma preferisca farlo sui giornali.
Di fatto il Governo - esiste un provvedimento firmato anche dal Ministro Amato, oltre che dal Ministro della Giustizia - da un lato, ha proposto l'abolizione della riforma sulla recidiva, che era stata l'unica risposta seria contro i soggetti maggiormente delinquenti, adottata dal centrodestra, in maniera particolare dal gruppo di Alleanza Nazionale; dall'altro lato, mediante una circolare ha snaturato la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, provocando un'immigrazione incontrastata che quest'anno è aumentata...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EDMONDO CIRIELLI. ... e ne vediamo gli effetti.
Il Governo svolga meno propaganda sui giornali e venga concretamente di più in Parlamento per presentare provvedimenti non a favore dei delinquenti, bensì a tutela delle vittime e della società!
(Misure per affrontare l'attuale congiuntura economica - n. 3-01199)
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01199, concernente misure per affrontare l'attuale congiuntura economica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, credo che il Governo debba ringraziare Almunia per la sua generosità: nel confermare la previsione di crescita per l'Italia non si è voluto infierire.
Se farà rifare i conti ai suoi esperti potrà tuttavia accertare che un tasso di crescita dello 0,4 o dello 0,3 per cento per i prossimi due trimestri non è compatibile con un tasso di crescita annuo dell'1,9, bensì con uno dell'1,8 per cento, come del resto è previsto dai principali organismi internazionali: questioni di dettaglio di qualche decimale!
Il problema più serio è invece il rallentamento di una crescita che sembra ormai aver esaurito la sua corsa. Quel tasso di sviluppo, sia esso del 1,8 o dell'1,9 per cento, è frutto del passato e non del presente. Quest'anno il trascinamento sarà pari all'1,2 per cento e ciò significa pertanto che la crescita effettiva, e non quella statistica, sarà intorno allo 0,6 - 0,7 per cento. È un lascito del passato e della precedente legislatura quello di cui si gode oggi, un lascito economico e finanziario,Pag. 41considerato il forte incremento delle entrate dovute in larga misura all'ultima legge finanziaria del Governo Berlusconi.
PRESIDENTE. Deputato Nucara, deve concludere.
FRANCESCO NUCARA. Concludo, Presidente. So bene che lei, signor Ministro, non è d'accordo con questa interpretazione, che attribuisce il successo alla lotta contro l'evasione. Ma il tempo è galantuomo e vedremo se...
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO NUCARA.... soprattutto il prossimo il Governo potrà vantare analogo successo.
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO NUCARA. Per quanto ci riguarda, ho finito, l'invito è alla...
PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro deve rispondere...
FRANCESCO NUCARA. ... ha previsto per il 2008 un tasso di crescita dell'1,9 per cento. Vediamo come ha risposto il signor Ministro.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, non per fare polemica con l'onorevole Nucara, ma al di là di quanto ci stiamo trascinando dalla scorsa legislatura, resta il fatto che nel 2006 e nel 2007 il prodotto interno lordo del nostro Paese è cresciuto a tassi vicini al 2 per cento e che la sola crescita di questo periodo supera di gran lunga la somma della crescita della scorsa legislatura.
È pur vero che ci troviamo in un momento difficile nella congiuntura internazionale, tutti sono cauti nel valutare le conseguenze della crisi finanziaria che ha investito gli Stati Uniti e quindi anch'io mi associo a tale cautela e non mi permetto di dare previsioni del Governo anche se devo constatare che la Commissione europea - che credo la più deputata, in questo momento, a stimare cifre - ha valutato un calo dello 0,1 per cento nella crescita dell'area euro e ha lasciato invariato all'1,9 per cento il tasso di crescita del nostro Paese.
È altrettanto vero che ci siamo trovati e ci troviamo in questo momento con alcuni strumenti anticiclici che iniziano la loro azione proprio in questi mesi. Mi riferisco al cuneo fiscale alle imprese, attivo da luglio e che evidentemente viene come il cacio sui maccheroni in un momento di ipotesi di frenata della domanda internazionale; 3 milioni di assegni che nel mese di ottobre saranno recapitati ai nostri pensionati più poveri e che non potranno che fare bene alla domanda interna che - segnalo - è quella che, in questo momento, ha tenuto più di altri alto il nostro prodotto lordo.
Siamo in grado di confermare pienamente le previsioni di andamento del nostro rapporto deficit-PIL, sia per il 2007 sia per il 2008, anche se la serietà vuole che il Governo segua con grande attenzione, con preoccupazione, ma anche con la serenità di chi sa di avere i conti in ordine, l'andamento dell'economia internazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di replicare.
FRANCESCO NUCARA. Grazie, signor Ministro. Dall'inizio dell'anno la congiuntura italiana ha subito una svolta, è ancora presto per dire se si tratta di una vera e propria inversione di tendenza. Dal secondo trimestre del 2005 il trend di sviluppo è risultato in crescita, l'economia italiana ha subito una battuta d'arresto con una crescita del PIL pari solo allo 0,3 per cento nel primo trimestre ed allo 0,1 nel secondo. Se a ciò aggiungiamo il forte aumento del prezzo del petrolio, che ha anch'esso subito un'inversione ciclica rispetto all'anno precedente, il quadro siPag. 42complica notevolmente come del resto annunciato proprio ieri dal management dell'ENEL.
La conclusione del mio ragionamento è che quello provvisorio di crescita dell'1,9 per cento nel 2008 è quanto mai irrealistico, è bene quindi che il Governo faccia attentamente i suoi calcoli in vista della legge finanziaria. Non dimentichiamo che ogni punto in meno di crescita significa uno 0,5 per cento di PIL di minore entrata che andrà quindi coperta con maggiori ed ulteriori tagli di spese, obiettivo che già oggi sembra essere difficile da realizzare.
Mi auguravo che lei potesse dare al Parlamento risposte adeguate, così non è stato, non precisando quali siano le più recenti valutazioni del Governo in termini di tasso di sviluppo, ma soprattutto quali siano le azioni che il Governo intende svolgere per contrastare gli andamenti negativi di una congiuntura che tutti speriamo migliore. Se, però, così non dovesse essere, sarebbe bene prepararsi al peggio.
Abbiamo sempre apprezzato le dichiarazioni del Ministro Padoa Schioppa. Purtroppo non possiamo apprezzare con altrettanto coraggio i risultati dell'opera di Padoa Schioppa, perché è evidente che la maggioranza che sostiene questo Governo non consente a Padoa Schioppa di realizzare quello che dice.
Noi condividiamo quello che dice Padoa Schioppa e avremmo pure il coraggio di sostenerlo, se Padoa Schioppa fosse sostenuto nel Governo e in Parlamento dalla maggioranza che sostiene questo Governo. Così purtroppo non è, come anche le esperienze più recenti ci testimoniano (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e questione dei «costi della politica» - n. 3-01200)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01200, concernente società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e la questione dei «costi della politica» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali Lanzillotta, intervengo, anche in vista di una trasparenza migliore, che lei ha sempre annunciato e che sappiamo essere al centro del suo interesse, per avere tale principio di trasparenza applicato anche nei confronti dell'opinione pubblica in un clima - diciamo così - di dileggio e di populismo, per sapere quanti siano i consigli di amministrazione e i componenti dei consigli di amministrazione di tutti gli enti locali, suddivisi provincia per provincia e anche per tipologia di settore, considerato che il 25 giugno 2007 è uscita una serie di articoli da cui si poteva dedurre che c'erano 3.211 società sottoposte a controllo pubblico e che esse erano aumentate del 119 per cento negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Volontè investe un tema, quello dei costi della politica, nella particolare prospettiva dell'entità numerica degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali, società sulle quali il Governo è già intervenuto in modo incisivo sul piano legislativo e su quello amministrativo, in particolare con alcune norme della legge finanziaria che hanno limitato sia il numero dei componenti sia la misura dei compensi relativi.
Infatti, l'articolo 1, comma 729, della legge finanziaria per il 2007 ha disposto che il numero complessivo dei componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate totalmente dagli enti locali, anche in via indiretta, non può essere superiore a tre, salvo che per le societàPag. 43con capitali pari o superiori ad un importo determinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per le quali il predetto numero è elevato a cinque. Per le società miste la medesima norma della finanziaria ha fissato a cinque il numero massimo dei componenti dei consigli di amministrazione designati dai soci pubblici locali, compresi quelli eventualmente designati dalle regioni.
Il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato emanato il 26 giugno su mia proposta, di concerto con i Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze, a seguito di un'istruttoria tecnica e dopo avere acquisito il parere della Conferenza Stato-città, ed è stato pubblicato il 7 agosto scorso. Successivamente, in data 27 luglio, è stata emanata una circolare a ulteriore chiarimento della portata di queste norme. In tale circolare è stato precisato che la limitazione del numero massimo degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali è da considerarsi immediatamente operante una volta adottato il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di determinazione della soglia di capitale, che è stata fissata a 2 milioni di euro, e decorsi i tre mesi previsti dalla stessa norma della finanziaria per l'adeguamento degli statuti e dei patti parasociali da parte delle società interessate. A tale riguardo, nella circolare è stato evidenziato che se il potere di nomina degli amministratori si consuma nel momento dell'adozione della relativa determinazione da parte dell'organo assembleare e rimane soggetto al principio del tempus regit actum, diversamente gli effetti della nomina, dando luogo a un rapporto di durata, si prestano ad essere incisi dalla normativa sopravvenuta; la norma, quindi, si applica anche ai consigli in carica. Deve ritenersi, di conseguenza, che, trascorsi i tre mesi dalla data di pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il numero degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali non potrà essere superiore a quello previsto dalle norme.
Tutto ciò costituisce la risposta concreta e già molto risolutiva che il Governo ha voluto adottare nei confronti dell'espansione numerica degli organi di amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, congiuntamente agli interventi concernenti la limitazione dei compensi.
I dati sulla consistenza delle società non sono noti ad alcuno: né al Governo, che non ha il potere di acquisirli direttamente, né ad organizzazioni di categoria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. È quindi intenzione del Governo attivare, su base convenzionale con le regioni e gli enti locali, una banca dati con cui si garantisca trasparenza sia sui numeri sia sui risultati economici di tali società.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Ministro, comprendo la difficoltà che si incontra nel preparare una risposta in pochi giorni rispetto ai dati e al principio di trasparenza. Invito però lei, a nome di tutto il Governo (è da poco andato via il suo collega Santagata), ad acquisire tali dati, magari anche attraverso un passaggio in sede di Conferenza Stato-regioni o di Conferenza Stato-città-autonomie locali. È infatti fondamentale che i cittadini sappiano - al di là di quanto si legge su taluni quotidiani - quali siano l'esatta composizione e l'esatto numero dei consigli di amministrazione in ogni ente locale. Mi è stato riferito infatti che, in talune amministrazioni provinciali (anche nel caso di province non molto popolose), fra amministrazione provinciale e comunale vi sono fino ad un massimo di sessantuno società collegate: è chiaro che la maggioranza ivi presente risulta favorita alle prossime elezioni (e non voglio parlare di «colori» per evitare polemiche politiche)!
Si tratta di uno scandalo: ad oggi, dal momento che non è ancora entrata inPag. 44vigore la norma proposta ed approvata con la legge finanziaria, dobbiamo prendere atto che vi sono almeno 19.200 consiglieri di amministrazione, i quali vivono e percepiscono gettoni di presenza (signor Ministro, vedremo fra due mesi se la situazione cambierà) come se fossero amministratori di un consiglio di amministrazione che vive in competizione con altre società. Ma sappiamo benissimo che non è così, poiché in taluni servizi pubblici locali i suddetti amministratori amministrano patrimoni in condizione di sostanziale monopolio. Dobbiamo dunque uscire da una simile situazione.
Lo abbiamo detto pubblicamente e lo ripetiamo oggi: in questa battaglia siamo al suo fianco. Non al fianco del Governo, ma al suo fianco: poiché sappiamo benissimo che, su talune sue idee, non vi è una particolare sintonia nella maggioranza. Al contempo, però, la invitiamo ad essere più determinata e a fornire al più presto al Parlamento i dati precisi su questo, che è il vero scandalo della situazione amministrativa e politica del nostro Paese.
(Iniziative per l'attuazione della legge 23 dicembre 2000 n. 388 in materia di compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali - n. 3-01201)
PRESIDENTE. Il deputato Maderloni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Salvo n. 3-01201, concernente iniziative per l'attuazione della legge 23 dicembre 2000 n. 388 in materia di compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
CLAUDIO MADERLONI. Signor Presidente, il gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo europeo desidera conoscere la ragione per la quale, da circa sei anni, sedici comuni italiani sedi di impianti di lavorazione di petrolio attendono che venga data attuazione alla norma di cui all'articolo 113 della legge finanziaria per l'anno 2001. Per i prodotti energetici di tali impianti, che coprono il 50 per cento del fabbisogno italiano, lo Stato riscuote annualmente un consistente gettito dalle accise: di detto gettito nulla è mai stato riconosciuto ai comuni interessati. Un solo dato: l'API di Falconara ha versato allo Stato 775 milioni di euro e 81 milioni per il Fondo alle regioni per il solo anno 2005; nessuna parte di questo ammontare è stata riservata al comune di Falconara.
In data 18 novembre, in quest'aula, il Governo ha accolto un ordine del giorno, mio e di molti altri colleghi, con il quale si impegnava ad adottare ogni utile iniziativa per dare attuazione alla citata disposizione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLAUDIO MADERLONI. Concludo, Presidente. Nel frattempo, Taranto ha chiesto il dissesto, Falconara è in procinto di farlo...
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, la previsione dell'articolo 113 della legge n. 388 del 2000, cui fa riferimento l'interrogazione, è rimasta effettivamente inattuata per tutta la scorsa legislatura. Ciò sostanzialmente a causa delle difficoltà tecniche di applicazione, sia di interpretazione normativa, sia di attuazione amministrativa, sia di carattere finanziario, anche connesse all'identificazione dei tributi interessati e quindi alla definizione delle compartecipazioni cui la ricordata norma fa riferimento.
Nondimeno, anche recependo le sollecitazioni pervenute legittimamente nel corso di questa legislatura da parte di alcuni degli enti territoriali interessati, ho ritenuto di segnalare la questione all'attenzione dei Ministri competenti, in particolare a quelli dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, conPag. 45l'obiettivo di rendere operativa la disposizione della legge n. 388 del 2000, ben conoscendo le esigenze finanziarie dei comuni interessati. Ovviamente, l'attuazione della norma dovrà risultare coerente con i principi dell'articolo 119 della Costituzione e con le indicazioni dell'Unione europea a favore di uno sviluppo produttivo che sia sempre il più equo, sostenibile e rispettoso dell'ambiente.
Tuttavia, al momento non posso che confermare l'attenzione del Governo su questo punto e l'augurio che esso possa trovare una definizione al più presto e, qualora ciò non risultasse possibile, identificare nell'ambito della prossima legge finanziaria l'eventuale ulteriore intervento legislativo a chiarimento delle norme. In ogni caso, voglio sottolineare che il Governo si ritiene impegnato a identificare le misure idonee a compensare i disagi dei territori che ospitano impianti di produzione e di stoccaggio dei prodotti assoggettati a tributi di carattere ambientale.
PRESIDENTE. Il deputato Maderloni ha facoltà di replicare.
CLAUDIO MADERLONI. Signor Ministro, la ringrazio per la sua sensibilità e per il lavoro che sta facendo nel sollecitare altri Ministeri, però le voglio ricordare che l'articolo 113 richiamato, al comma 1 recita: «Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge» - ricordo che il provvedimento in questione è stato varato nel 2000 - «il Governo definisce, di intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997, le compartecipazioni ai tributi (...)». Non sono passati centottanta giorni, ma sei anni: capisco che il Governo di centrodestra non ha voluto dare attuazione a questa legge, ma è passato un anno e non vorrei che continuassimo a discutere su tale questione.
Non c'è necessità di approvare una nuova norma di legge da inserire nella finanziaria, ma è sufficiente, a nostro avviso, un decreto, nel quadro di un rapporto con le autonomie locali, per arrivare alla definizione della percentuale: solo di questo si tratta, infatti, e non di approvare una nuova legge. Noi avevamo molta fiducia. Sottopongo alla sua attenzione un dato: un versamento in mare di una piccola quantità di petrolio nel comune di Falconara (giustamente i giornali riportano il danno ambientale) significa che il comune di Falconara, i cittadini e le attività produttive di tale comune vanno incontro ad enormi sacrifici per quel poco che viene versato.
Quindi, la sollecito - e la ringrazio di nuovo per il suo impegno - affinché si possa dare attuazione, in tempi rapidi, ad un decreto e non ad una nuova legge.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 17-30 settembre 2007 e conseguente aggiornamento del programma.
PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stata predisposta la seguente organizzazione dei lavori per il periodo 17-30 settembre 2007:
Lunedì 17 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali della relazione dell'VIII Commissione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici (Doc. XVI, n. 1).
Discussione sulle linee generali della mozione Maroni ed altri n. 1-00216 sui contenuti e sulle conseguenze economiche complessive del nuovo piano industriale dell'Alitalia, con particolare riferimento al ruolo dell'aeroporto di Malpensa.
Martedì 18 settembre (antimeridiana):
Seguito della discussione congiunta sulle linee generali del conto consuntivoPag. 46(Doc. VIII, n. 3) e del progetto di bilancio interno della Camera dei deputati (Doc. VIII, n. 4).
Martedì 18 settembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Votazione di eventuali risoluzioni concernenti la relazione dell'VIII Commissione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici (Doc. XVI, n. 1).
Seguito dell'esame della mozione Maroni ed altri n. 1-00216 sui contenuti e sulle conseguenze economiche complessive del nuovo piano industriale dell'Alitalia, con particolare riferimento al ruolo dell'aeroporto di Malpensa.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2161 ed abbinate - Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese.
Mercoledì 19 e giovedì 20 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 settembre) (con votazioni):
Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo (Doc. VIII, n. 3) e del progetto di bilancio interno della Camera dei deputati (Doc. VIII, n. 4).
Seguito dell'esame degli argomenti previsti per la seduta pomeridiana di martedì 18 settembre e non conclusi.
Lunedì 24 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3025 - Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (da inviare al Senato - scadenza: 6 novembre 2007);
proposta di legge n. 71 ed abbinate - Modifica all'articolo 42 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di prepensionamento dei genitori di portatori di handicap in condizioni di gravità;
proposta di legge n. 2303 - Agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno del settore cinematografico e dell'audiovisivo.
Martedì 25 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3025 - Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (da inviare al Senato - scadenza: 6 novembre 2007).
Al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 3 ottobre 2007).
Mercoledì 26 e giovedì 27 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 settembre) (con votazioni):
Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 3025 - Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008Pag. 47ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (da inviare al Senato - scadenza: 6 novembre 2007);
S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 3 ottobre 2007).
Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche dei deputati Cicu, D'Alema e Fassino nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di terzi (Doc. IV, n. 9) (la Giunta prevede di concluderne l'esame nella settimana 17-21 settembre).
Seguito dell'esame delle proposte di legge:
n. 71 ed abbinate - Modifica all'articolo 42 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di prepensionamento dei genitori di portatori di handicap in condizioni di gravità;
n. 2303 - Agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno del settore cinematografico e dell'audiovisivo;
n. 1318 - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali.
Venerdì 28 settembre (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 24 ed abbinati - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni e dalla Giunta delle elezioni.
Si riserva altresì di inserire l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle 15).
Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti potrà essere inserito secondo l'andamento dei lavori dell'Assemblea.
Il Presidente si riserva di convocare, d'intesa con il Senato, il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice costituzionale.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 13 settembre 2007, alle 9:
Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 16,20.
DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO SALVATORE BUGLIO SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2605
SALVATORE BUGLIO. La proposta di legge in esame autorizza la concessione di un contributo finanziario pari a euro 500 mila annui per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 in favore dello Staff College,Pag. 48organismo internazionale, con sede a Torino, finalizzato a sostenere le attività di formazione e aggiornamento professionale del personale delle Nazioni Unite.
Lo Staff College nasce nel 1996, inizialmente con la veste di programma ONU di durata quinquennale, affidato alla cura del Centro internazionale per la formazione dell'OIL, anch'esso con sede a Torino. Come precisato nella relazione introduttiva alla proposta di legge, il progetto nasceva con l'obiettivo, dibattuto sin dagli anni Settanta, di unificare in un'unica struttura le diverse entità del sistema ONU che si occupano di formazione del personale, anche nell'ottica di ridurre i costi, standardizzare i moduli formativi e migliorare la qualità dell'offerta didattica.
Richiama l'istituzione dello Staff College avvenuta con la risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU n. 55/207 del 20 dicembre 2000; a partire dal 1o gennaio 2002, a seguito della successiva risoluzione dell'Assemblea generale n. 55/278 del 12 luglio 2001, lo Staff College di Torino diviene un organismo autonomo del sistema ONU, dotato di un proprio statuto che ne regola il funzionamento. Il mandato dell'organismo, sulla base delle determinazioni assunte dall'Assemblea generale, riguarda in particolare i settori dello sviluppo economico e sociale, della pace e della sicurezza e della gestione interna del sistema delle Nazioni Unite. Di recente è stata sviluppata l'attività di formazione di operatori nel campo del rispetto dei diritti umani fondamentali.
Lo Statuto dello Staff College chiarisce come obiettivo dell'Istituto sia quello di promuovere l'apprendimento, ed in particolare una cultura di tipo manageriale, nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite, svolgendo un'attività di formazione dei funzionari internazionali. Attraverso lo Staff College si intende rafforzare la collaborazione all'interno dell'ONU nelle aree di comune responsabilità organizzativa e aumentare l'efficacia delle diverse attività, nonché sviluppare la cooperazione con gli Stati membri e gli osservatori delle Nazioni Unite, le agenzie specializzate, le organizzazioni regionali, le organizzazioni non governative e la società civile. L'istituto svolge inoltre la sua attività sulla base delle esigenze espresse dalle agenzie specializzate delle Nazioni Unite ed in stretta cooperazione con gli altri organismi operanti nell'ambito dell'ONU.
Dal punto di vista finanziario, venuto meno il legame funzionale con l'OIL, lo Staff College ha dovuto provvedere autonomamente al reperimento delle risorse finanziarie necessarie allo svolgimento delle sue attività istituzionali. Ricordo che, al fine di consentire un ordinato avvio delle attività del Centro, l'Italia ha già erogato in passato un contributo finanziario di carattere straordinario di 500 mila euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006 (legge 30 dicembre 2004, n. 317); aggiungo che, come specificato nella relazione introduttiva della proposta di legge, lo Staff College prevede di raggiungere l'autosufficienza finanziaria dal 2009, in particolare grazie ai corrispettivi ricevuti dalle agenzie e dai diversi organismi dell'ONU per l'organizzazione di nuovi corsi di formazione.
Per consentire al Centro di continuare a svolgere le proprie attività in attesa del raggiungimento della piena autonomia finanziaria, l'articolo unico della proposta di legge in esame autorizza, al comma 1, la concessione di un contributo annuo volontario a favore dello Staff College, pari a 500 mila euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il comma 2 reca la clausola di copertura finanziaria, rinvenendo tali somme mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nella unità previsionale di base - «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento di pertinenza del Ministero degli affari esteri.
Ritenendo che non vi siano profili problematici in relazione alle parti di competenza, annuncio a nome del gruppo La Rosa nel Pugno voto favorevole.
TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA III COMMISSIONE UMBERTO RANIERI, IN SOSTITUZIONE DEL RELATORE, IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2691
UMBERTO RANIERI, Presidente della III Commissione. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, viene sottoposto oggi all'Assemblea il disegno di legge di ratifica dell'Accordo di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione tra l'Italia e Cipro, che è da inquadrare nel nuovo livello di rapporti bilaterali conseguente all'ingresso di Cipro nell'Unione europea, avvenuto nel 2004. Infatti l'Accordo in esame sostituisce il precedente accordo italo-cipriota di cooperazione culturale, firmato a Nicosia il 29 giugno 1973.
L'obiettivo principale dell'Accordo è favorire una conoscenza più approfondita fra i due Paesi attraverso lo scambio di esperienze, soprattutto a livello scientifico e tecnologico, fornendo in particolare una valida risposta alla notevole richiesta di lingua e cultura italiana a Cipro (a Cipro l'italiano è la seconda lingua più studiata). L'intensità delle relazioni fra i due Paesi nel settore ha reso necessario il nuovo Accordo, che, oltre a prevedere iniziative, scambi e collaborazioni in ambito scientifico e tecnologico mediante le cooperazioni universitarie, i convegni e le borse di studio, agevolerà la cooperazione nella conservazione, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio artistico ed archeologico, impedendo i trasferimenti illeciti di beni culturali ed assicurando la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.
L'Accordo prevede una cooperazione anche nei settori dell'istruzione scolastica, secondaria ed universitaria, al fine di scambiare informazioni sulle metodiche, sui materiali didattici e sui programmi in uso, nonché docenti ed esperti. Un particolare riferimento è dato alla realizzazione dello Spazio Euromediterraneo dell'istruzione superiore. Inoltre, sono previsti rapporti di collaborazione tra archivi, biblioteche e musei, istituzione di borse di studio per studenti e laureati dei due Paesi e scambi di programmi culturali e cinematografici.
L'Annesso all'Accordo riguarda poi i diritti di proprietà intellettuale e prevede che ciascun contributo scientifico di una delle Parti rimarrà di sua esclusiva proprietà, mentre per quanto concerne i risultati ottenuti congiuntamente il diritto di proprietà intellettuale apparterrà ad entrambe le Parti che potranno utilizzarlo senza corrispondere alcuna royalty.
Nel corso dei lavori in Commissione il Governo ha segnalato l'urgenza di provvedere alla ratifica dell'Accordo in quanto esso è da considerare propedeutico all'istituzione di una commissione mista, che sarà riunita nel prossimo semestre, per la riqualificazione e l'irrobustimento delle relazioni dei rapporti tra l'Italia e Cipro. È stato altresì fatto presente (da parte dell'opposizione) il rammarico per il fatto che l'Accordo necessariamente non riguarda la parte nord dell'isola, nella quale sono presenti numerosi siti di rilievo per la cultura cipriota.
TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO GIACOMO MANCINI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2706
GIACOMO MANCINI, Relatore. Onorevoli colleghi, l'Accordo sulla promozione e protezione degli investimenti tra la Repubblica italiana e il Regno del Bahrain assicura libertà nel trasferimento di capitali e prevede sistemi di risoluzione delle controversie e di risarcimento per perdite dovute ad eventi eccezionali.
Primo obiettivo dell'Accordo, destinato ad avere un impatto positivo sugli investitori - persone fisiche o giuridiche - delle due parti contraenti, è la creazione di un quadro di maggiore certezza giuridica in tutti i settori che sono stati o saranno oggetto in futuro di investimenti italiani nel Regno del Bahrain e viceversa. Tale tipo di accordo è avallato dalle istituzioniPag. 50internazionali finanziarie (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale) e rientra a pieno titolo nella tipologia degli Accordi sull'argomento, firmati negli ultimi anni, dall'Italia e da altri Paesi dell'Unione europea, con vari Paesi dell'area mediorientale.
L'accordo si compone di 14 articoli.
L'articolo 1 fornisce una definizione «allargata» del termine «investimento». Esso comprende anche i diritti di proprietà su beni mobili e immobili, azioni, obbligazioni, quote di partecipazione, crediti finanziari, diritti di proprietà intellettuale e, più in generale, diritti attribuiti per legge, per contratto, o in virtù di licenze e concessioni rilasciate in base alla legislazione per l'esercizio di attività economiche.
L'articolo 2 stabilisce che ciascuna parte contraente promuoverà nel suo territorio gli investimenti effettuati dagli investitori dell'altra parte contraente, garantendo un trattamento giusto ed equo a tali investimenti, in conformità con i principi del diritto internazionale. Inoltre, nessuna parte contraente pregiudicherà in alcun modo, attraverso misure arbitrarie o discriminatorie, la gestione degli investimenti effettuati nel proprio territorio da investitori dell'altra parte contraente.
L'articolo 3 introduce la clausola della nazione più favorita (in base alla quale nessuna delle parti contraenti riserverà agli investitori dell'altra parte un trattamento meno favorevole di quello accordato ai propri investitori o agli investitori di Stati terzi).
L'articolo 4 prevede meccanismi d'indennizzo per risarcire le perdite dovute a conflitti armati o stati di emergenza e meccanismi di tutela per il libero trasferimento dei proventi degli investimenti.
L'articolo 5 prevede che in caso di provvedimenti di confisca o di esproprio per fini di pubblica utilità debba essere corrisposto, senza indebito ritardo, un appropriato risarcimento comprensivo degli interessi calcolati sulla base dei parametri EURIBOR.
L'Accordo inoltre concerne: il libero rimpatrio di capitali, profitti ed utili (articolo 6); i casi in cui ciascuna parte può far valere il diritto di surroga relativo ad un investimento realizzato nel territorio dell'altra parte contraente (articolo 7); i tempi entro cui i trasferimenti previsti dai precedenti articoli debbano essere effettuati.
Si prevede inoltre che, qualora obblighi previsti dal diritto internazionale o introdotti successivamente al presente Accordo nella legislazione di una delle parti contraenti, contengano disposizioni più favorevoli per la tutela degli investimenti effettuati dall'altra parte contraente, tali norme prevarranno sul presente Accordo. Gli articoli 10 e 11 disciplinano il ricorso all'arbitrato per controversie legate agli investimenti e il ricorso a tribunali arbitrali ad hoc su richiesta di una delle parti. In sede di composizione dei meccanismi arbitrali potranno essere applicate le norme della Commissione delle Nazioni unite sul diritto commerciale internazionale (UNCITRAL). L'articolo 12 precisa, tra l'altro, che le disposizioni del presente Accordo non limiteranno l'applicazione di disposizioni nazionali volte a prevenire l'evasione fiscale e che queste si applicheranno indipendentemente dall'esistenza o meno di relazioni diplomatiche tra le parti contraenti (articolo 13). Infine l'articolo 14 stabilisce durata e scadenza dell'Accordo (che avrà validità per un periodo iniziale di 10 anni e resterà in vigore ulteriori 10 anni, a meno che non venga denunciato per iscritto, un anno prima della sua scadenza da una delle parti contraenti).
Insieme all'Accordo è stato firmato il Protocollo (di cinque articoli) per esplicitare e meglio palesare la portata delle disposizioni contenute nell'Accordo. Senza scendere nel dettaglio, è bene evidenziare che l'articolo 1 prevede che gli utili reinvestiti godranno della stessa protezione accordata all'investimento; l'articolo 2 stabilisce che nessuna delle parti contraenti porrà condizioni per il proseguimento dell'investimento con il fine di porre limiti alla vendita della produzione sui mercati interni e internazionali. Inoltre è permesso agli investitori di assumere personale direttivo, indipendentemente dalla cittadinanzaPag. 51posseduta. L'articolo 3 specifica la nozione di «attività connesse ad un investimento» contenuta nell'articolo 3 dell'Accordo. Con tale locuzione si intende fare riferimento, tra l'altro alla ricezione di registrazioni, licenze e permessi necessari per l'attività commerciale, nonché l'accesso al mercato finanziario.
L'Accordo consente la realizzazione di un quadro di maggiore certezza giuridica che potrebbe agevolare ulteriori iniziative italiane nel Regno del Bahrain, come pure iniziative bahrainite in Italia, in numerosi settori economici. La promozione di un maggiore volume di investimenti è in grado di favorire il potenziamento delle relazioni economiche e lo sviluppo dell'interscambio commerciale. Le imprese bahrainite beneficeranno del trasferimento dall'Italia di know-how tecnico e manageriale; d'altra parte il quadro di maggiore certezza giuridica favorirà, come accennato, i nostri investimenti in uno Stato, quale il Bahrain, coinvolto nel processo di integrazione economica in atto tra gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar). Quindi alle imprese italiane, insediatesi nel Bahrain, sarà fornita la possibilità di raggiungere anche il mercato subregionale della Penisola Arabica.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO
Doc. XVI, n. 1 - Relazione dell'VIII Commissione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici
Tempo complessivo, escluse le dichiarazioni di voto: 7 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 57 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 41 minuti |
Alleanza Nazionale | 27 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 20 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 20 minuti |
Lega Nord Padania | 16 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 16 minuti |
Italia dei Valori | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 15 minuti |
Comunisti Italiani | 15 minuti |
Verdi | 15 minuti |
Popolari-Udeur | 14 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 12 minuti |
Misto | 16 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Per le dichiarazioni di voto sono attribuiti a ciascun gruppo 10 minuti e al gruppo misto 14 minuti.
Pag. 53Mozione n. 1-00216 sull'Alitalia
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore e 15 minuti (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 51 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 14 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 11 minuti |
Misto | 16 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti La Destra: 3 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Pag. 54
Doc. VIII, n. 3 - Conto Consuntivo e Doc. VIII, n. 4 - Bilancio della Camera
Esame congiunto
Tempo complessivo: 19 ore, di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti *;
- seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Deputati questori | 1 ora e 30 minuti | 40 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 23 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 23 (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 27 minuti | 6 ore e 2 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti | 1 ora e 10 minuti |
Forza Italia | 34 minuti | 51 minuti |
Alleanza Nazionale | 30 minuti | 30 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 31 minuti | 25 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 31 minuti | 24 minuti |
Lega Nord Padania | 31 minuti | 19 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 31 minuti | 19 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 18 minuti |
La Rosa nel Pugno | 31 minuti | 18 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 18 minuti |
Verdi | 31 minuti | 18 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 17 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 30 minuti | 15 minuti |
Misto | 38 minuti (Minoranze linguistiche: 12 minuti; Movimento per l'Autonomia: 12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti; La Destra: 7 minuti) |
20 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 4 minuti; La Destra: 4 minuti) |
* I tempi sono stati parzialmente utilizzati nella seduta del 16 luglio 2007
Pag. 55Ddl n. 2161 e abb. - Modernizzazione delle amministrazioni pubbliche
Seguito esame: 12 ore e 30 minuti.
Relatore | 30 minuti |
Governo | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 57 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 23 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 23 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 24 minuti |
Alleanza Nazionale | 51 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 29 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 41 minuti |
Lega Nord Padania | 34 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 22 minuti |
Italia dei Valori | 22 minuti |
La Rosa nel Pugno | 22 minuti |
Comunisti Italiani | 21 minuti |
Verdi | 21 minuti |
Popolari-Udeur | 20 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 27 minuti |
Misto | 26 minuti (Minoranze linguistiche: 8 minuti; Movimento per l'Autonomia: 8 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
Pdl n. 71 e abb. - prepensionamento dei genitori di portatori di handicap in condizioni di gravità
Tempo complessivo: 18 ore di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 50 minuti | 5 ore e 12 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 57 minuti |
Forza Italia | 41 minuti | 43 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 28 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 21 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 21 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 17 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 17 minuti |
Italia dei Valori | 32 minuti | 16 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 16 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 16 minuti |
Verdi | 31 minuti | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 15 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 30 minuti | 13 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 9 minuti; Movimento per l'Autonomia: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 6 minuti; La Destra: 6 minuti) |
16 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia:5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori:3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Pdl n. 2303 - Contributi settore cinematografico e audiovisivo
Tempo complessivo: 18 ore e 30 minuti, di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 50 minuti | 5 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 1 ora e 4 minuti |
Forza Italia | 41 minuti | 47 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 30 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 23 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 22 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 18 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 18 minuti |
Italia dei Valori | 32 minuti | 17 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 17 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 17 minuti |
Verdi | 31 minuti | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 16 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 30 minuti | 14 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 9 minuti; Movimento per l'Autonomia: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 6 minuti; La Destra: 6 minuti) |
16 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia:5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori:3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Doc. IV, n. 9 - Utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche
(Deputati Cicu, D'Alema e Fassino)
Tempo complessivo: 6 ore (*).
Relatore | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 20 minuti |
L'Ulivo | 50 minuti |
Forza Italia | 37 minuti |
Alleanza Nazionale | 24 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 17 minuti |
Lega Nord Padania | 14 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 13 minuti |
Italia dei Valori | 13 minuti |
La Rosa nel Pugno | 13 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 12 minuti |
Popolari-Udeur | 12 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 10 minuti |
Misto | 14 minuti (Minoranze linguistiche: 4 minuti; Movimento per l'Autonomia: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti al gruppo di appartenenza per ciascuno dei deputati interessati.
Pdl n. 1318 - Conflitti di interessi
Seguito esame: 30 ore*.
Relatore | 30 minuti |
Governo | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 2 ore e 30 minuti |
Interventi a titolo personale | 5 ore (con il limite massimo di 21 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 21 ore e 15 minuti |
L'Ulivo | 4 ore e 12 minuti |
Forza Italia | 3 ore e 30 minuti |
Alleanza Nazionale | 2 ore |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 1 ora e 29 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 1 ora e 26 minuti |
Lega Nord Padania | 1 ora e 4 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 1 ora e 8 minuti |
Italia dei Valori | 1 ora |
La Rosa nel Pugno | 1 ora |
Comunisti Italiani | 56 minuti |
Verdi | 56 minuti |
Popolari-Udeur | 53 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 43 minuti |
Misto | 58 minuti (Minoranze linguistiche: 18 minuti; Movimento per l'Autonomia: 18 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 11 minuti; La Destra: 11 minuti) |
* I tempi sono stati parzialmente utilizzati nella seduta dell'11 luglio 2007
Pdl n. 24 e ddl 1607 e abb. - Nuove norme sulla cittadinanza
Discussione generale: 11 ore e 30 minuti.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 2 ore e 5 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 45 minuti |
L'Ulivo | 34 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 20 minuti |
Alleanza Nazionale | 56 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 31 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti |
Verdi | 30 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 9 minuti; Movimento per l'Autonomia: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 6 minuti; La Destra: 6 minuti) |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2931 - voto finale | 381 | 381 | 191 | 381 | 73 | Appr. | ||
2 | Nom. | ddl 2540 - articolo 1 | 387 | 384 | 3 | 193 | 384 | 72 | Appr. | |
3 | Nom. | articolo 2 | 388 | 388 | 195 | 388 | 72 | Appr. | ||
4 | Nom. | articolo 3 | 390 | 390 | 196 | 390 | 71 | Appr. | ||
5 | Nom. | articolo 4 | 382 | 381 | 1 | 191 | 381 | 71 | Appr. | |
6 | Nom. | ddl 2540 - voto finale | 401 | 399 | 2 | 200 | 399 | 71 | Appr. | |
7 | Nom. | ddl 2605 - voto finale | 403 | 402 | 1 | 202 | 402 | 71 | Appr. | |
8 | Nom. | ddl 2691 - articolo 1 | 398 | 396 | 2 | 199 | 396 | 71 | Appr. | |
9 | Nom. | articolo 2 | 405 | 405 | 203 | 404 | 1 | 71 | Appr. | |
10 | Nom. | articolo 3 | 398 | 398 | 200 | 397 | 1 | 71 | Appr. | |
11 | Nom. | articolo 4 | 410 | 410 | 206 | 409 | 1 | 71 | Appr. | |
12 | Nom. | ddl 2691 - voto finale | 411 | 410 | 1 | 206 | 410 | 71 | Appr. | |
13 | Nom. | ddl 2706 - articolo 1 | 403 | 401 | 2 | 201 | 401 | 71 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 23 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 2 | 408 | 408 | 205 | 408 | 71 | Appr. | ||
15 | Nom. | articolo 3 | 408 | 408 | 205 | 408 | 71 | Appr. | ||
16 | Nom. | ddl 2706 - voto finale | 402 | 401 | 1 | 201 | 401 | 71 | Appr. | |
17 | Nom. | ddl 2929 - articolo 1 | 396 | 394 | 2 | 198 | 393 | 1 | 71 | Appr. |
18 | Nom. | articolo 2 | 387 | 382 | 5 | 192 | 382 | 71 | Appr. | |
19 | Nom. | articolo 3 | 396 | 391 | 5 | 196 | 390 | 1 | 71 | Appr. |
20 | Nom. | ddl 2929 - voto finale | 405 | 361 | 44 | 181 | 359 | 2 | 71 | Appr. |
21 | Nom. | Doc. IV-ter, n. 5-A | 386 | 384 | 2 | 193 | 377 | 7 | 71 | Appr. |
22 | Nom. | Doc. IV-ter, n. 6-A | 370 | 367 | 3 | 184 | 366 | 1 | 71 | Appr. |
23 | Nom. | Doc. IV, n. 7-A | 373 | 372 | 1 | 187 | 372 | 71 | Appr. |