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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 91 di giovedì 28 dicembre 2006
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
La seduta comincia alle 16.
ANTONIO MAZZOCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 novembre 2006.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Bersani, Boco, Bonino, Damiano, Di Pietro, Folena, Leoluca Orlando, Pollastrini, Rutelli e Visco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono undici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sono certo, cari colleghi, di interpretare anche i vostri sentimenti nel rivolgere al Presidente della Camera, onorevole Bertinotti, i più caldi auguri di pronta guarigione per l'intervento che ha subìto.
Annunzio della presentazione di disegni di legge di conversione e loro assegnazione a Commissioni in sede referente.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 27 dicembre 2006, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del regolamento, in sede referente, alla VI Commissione permanente (Finanze):
«Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2006, n. 297, recante disposizioni urgenti per il recepimento delle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE e per l'adeguamento a decisioni in ambito comunitario relative all'assistenza a terra negli aeroporti, all'Agenzia nazionale per i giovani e al prelievo venatorio» (2112) - Parere delle Commissioni I, V, IX, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettere in data 28 dicembre 2006, i seguenti disegni di legge, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del regolamento, in sede referente, alla I Commissione permanente (Affari costituzionali):
«Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2006, n. 299, concernente abrogazione del comma 1343 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni in materia di decorrenza del termine di prescrizione per la responsabilità amministrativa» (2113) - Parere della II Commissione;
«Conversione in legge del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (2114) - Parere delle Commissioni II, III, V, VI (ex articolo 73, commaPag. 21-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali
I suddetti disegni di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, sono altresì assegnati al Comitato per la legislazione.
Sull'ordine dei lavori (ore 16,08).
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, sia pure nell'ambito di una seduta di routine - in quanto si tratta di comunicazioni relative a disegni di legge presentati dal Governo - la comunicazione di oggi comprende, tra gli altri, un disegno di legge di conversione di un decreto-legge che, forse, sarebbe opportuno discutere da subito perché, al di là del contenuto, mira a cancellare una norma su cui il Governo ha posto la questione di fiducia in quest'aula e in quella del Senato, nei giorni scorsi, all'interno della legge finanziaria.
Si tratta di una norma che, prevedendo una serie di immunità per reati contro la pubblica amministrazione, è stata, giustamente, ritenuta inopportuna, tesa a salvaguardare posizioni di corruzione o di sperpero di pubbliche risorse.
Su questo decreto-legge, ritengo che si aprirà - che si debba aprire - una discussione anche di carattere politico perché, ancora oggi, il Presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa rituale di fine anno (quindi, in un momento importante, perché si tratta di una delle scadenze ufficiali del Governo), ha ribadito di ignorare le modalità con cui la norma, che il decreto-legge oggi annunciato tende a cancellare, sia finita nella legge finanziaria.
Eppure, basta rileggere gli atti del Senato, in particolare, le proposte emendative pubblicate l'11 dicembre 2006 - la n. 18.2032 e un'altra di cui dirò successivamente - con le quali si è formulata una versione, forse, addirittura più edulcorata della norma inserita nella legge finanziaria.
È bene che resti traccia della proposta emendativa avanzata dai senatori Fuda, Sinisi, Bruno, Lusi, Ladu e Villecco Calipari. Rattrista vedere il cognome di Calipari, una personalità che tutti ricordiamo con dolore; si tratta, infatti, di un martire della legalità internazionale, la cui consorte siede al Senato ed ha firmato un emendamento salva-ladri! Non credo che la sua presenza nel Parlamento dovesse servire a coprire operazioni «alla Fuda»! Ricordo ancora, tra i firmatari, i senatori Iovene e Formisano, tutti appartenenti allo schieramento dell'attuale maggioranza.
Vi è un'ulteriore proposta emendativa, la 18.03, a firma di Fuda, Zanda, Sinisi, Bruno, Antonio Boccia, Ladu e Iovene, dove è chiaro il pactum sceleris. Fuda, eletto in un partito «fai da te» che fa capo al presidente della giunta regionale della Calabria, Agazio Loiero, che è indagato, ha evidentemente subordinato il voto - che poteva essere decisivo, poiché tutti conosciamo i numeri del Senato - alla possibilità di inserire questa norma all'interno del disegno di legge finanziaria.
Alla iniziale volontà di respingere tale proposta emendativa ha fatto seguito l'inserimento di una norma ancora più «ampia» di quella proposta da Fuda per tutelare coloro che abbiano commesso reati contro la pubblica amministrazione. Ce ne sono in Calabria, anche all'interno della giunta regionale presieduta da Loiero, e di cui lo stesso Fuda ha fatto parte, ma ce ne sono anche altrove!
Sorprende la presenza di Zanda, molto vicino al Vicepresidente del Consiglio Rutelli, già in passato al centro di vicende legate a sperperi del comune di Roma, con consulenze più o meno contestate dallaPag. 3Corte dei conti. Non so se Zanda sia stato spinto da queste reminiscenze a firmare la proposta emendativa in questione, ma il pactum sceleris è evidente! Nell'acquisizione di voti al Senato, non si è guardato in faccia a nulla: se Fuda condiziona il voto, una norma del genere viene inserita all'interno del provvedimento. E non si venga a dire che il Governo non sapeva!
Chi parla ha fatto parte, più volte, del Governo della Repubblica e sa, per esperienza personale, come il cosiddetto maxiemendamento, criticato recentemente dal Presidente della Repubblica - devo dire che si tratta di una prassi non esclusiva dell'attuale Governo -, venga «sfornato» dagli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze. Gli stessi ministri vengono tenuti all'oscuro fino all'ultimo del suo testo finale, per evitare che le comprensibili rivendicazioni di questa o di quella amministrazione dello Stato portino all'inserimento di norme che finanzino una determinata voce o un'altra. È una vera gara di resistenza, e talvolta anche di riservatezza, quella che gli uffici del ministro dell'economia e delle finanze devono affrontare per salvaguardare il maxiemendamento dalle pressioni esercitate non solo, legittimamente, dal Parlamento ma, comprensibilmente, anche dagli stessi ministri.
Quindi, il maxiemendamento non nasce per caso, attraverso il «taglia e cuci» realizzato con i computer nei corridoi del Senato: si tratta di una scelta del Governo. Dunque, sono questi i responsabili di tale «emendamento-vergogna», di cui l'Esecutivo si vergogna al punto tale da varare un decreto-legge; vedremo, poi, se non nasceranno contenziosi giuridici in ordine al fatto che la norma in favor rei era contenuta nella legge finanziaria ed il decreto-legge in questione la cancella...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MAURIZIO GASPARRI. Ci sarà materia - e concludo, Presidente - per gli avvocati!
I responsabili, quindi, sono i proponenti Fuda, Sinisi, Bruno, Lusi, Ladu, Villecco - ahimè! - Calipari, Iovene, Formisano ed altri, ed i consenzienti sono il ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa ed il Presidente del Consiglio Prodi. Egli non può ostentare meraviglia, perché le procedure di presentazione degli emendamenti, le «cabine di regia» e tutti gli altri atti fanno risalire ad una chiara responsabilità. La si assuma, dunque, sulle proprie spalle...
PRESIDENTE. Deve concludere...!
MAURIZIO GASPARRI. ...da parte di chi se la deve assumere, ma non si venga a dire che è accaduto per caso. Ciò perché un Governo che non è in grado di gestire questi processi sarebbe un pericolo, ma un Esecutivo che scientemente li ha portati avanti rappresenta un pericolo ancora maggiore.
Questi sono i nomi: tutto per un voto al Senato! È roba...
PRESIDENTE. Grazie!
MAURIZIO GASPARRI. ...da codice penale, caro Presidente!
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle considerazioni svolte dal collega Gasparri in ordine al decreto-legge soppressivo del comma 1343 dell'articolo unico della legge finanziaria.
È evidente che, a differenza di alcune versioni che vengono proposte dalla maggioranza di Governo, si è trattato non di un errore materiale, di una svista o, semplicemente, di una distrazione, ma - anche in base alle ricostruzioni fatte dal senatore Fuda ed alla ricostruzione che, inPag. 4parte, ha rappresentato qui in Assemblea, alla presenza del sottosegretario di Stato D'Andrea (che rappresenta il Governo), il collega Gasparri - di una norma che è stata contrattata, signor Presidente, tra la maggioranza ed il presentatore della proposta emendativa in questione, vale a dire il senatore Fuda.
È evidente che, come risulta dal resoconto che lo stesso senatore Fuda fa di questa vicenda, sull'articolato di quattro articoli, che dovevano tradursi in quattro commi, di cui è rimasto uno solo (e ciò non va bene), vi è stato un accordo politico tra la maggioranza, il Governo ed il presentatore di questa norma.
Quindi, è evidente che ci si trova di fronte ad una situazione di crisi politica: la maggioranza è stata colta con le mani nella marmellata; si è trovata in una situazione di difficoltà ed è stata costretta, dopo aver posto la questione di fiducia - situazione davvero paradossale -, a ricorrere ad un decreto-legge (che, come tutti sappiamo, deve presentare i presupposti di necessità ed urgenza secondo i dettami costituzionali) per correggere una norma sulla quale - lo ripeto - la maggioranza stessa pochi giorni prima, aveva posto la questione di fiducia.
Vi è, quindi, una contraddizione interna alla maggioranza che, di fronte al paese, all'opinione pubblica ed a quest'Assemblea, nel corso della discussione e del voto del decreto-legge, deve essere stigmatizzata.
Ricordiamo che un intervento correttivo per decreto, nel 1994, non fu permesso dall'allora Capo dello Stato Scàlfaro nei confronti della manovra finanziaria varata dal Governo Berlusconi. Siamo di fronte, quindi, ad un precedente del tutto nuovo. Abbiamo sotto gli occhi ancora le urla, le polemiche e gli screzi che sono intercorsi tra il ministro Di Pietro e la maggioranza non soltanto sull'indulto, ma anche su questa norma «colpo di spugna»! Crediamo che la maggioranza dovrebbe vergognarsi di questo, ma prendiamo atto del fatto che questa maggioranza è senza vergogna e che anche il Presidente del Consiglio, che dovrebbe far finta di guidarla, è senza vergogna! Egli, infatti, oggi, durante la conferenza stampa di fine anno, ha «glissato» sui principali problemi del paese, sulle scadenze politiche che aspettano al varco la maggioranza all'inizio del nuovo anno, sui temi relativi alla riforma delle pensioni, al mondo del lavoro: figuriamoci se poteva non «glissare» su quelli della giustizia!
Sappiamo, quindi, che vi è la brutta abitudine non solo di soffocare e chiudere la bocca al Parlamento, ma di cercare di far finta che i problemi non esistano.
Pertanto, signor Presidente, credo che il modo con cui il Presidente del Consiglio ha concluso la sua conferenza di fine anno (augurandosi cinque anni di lavoro intenso, che saranno, forse, sufficienti), sia una battuta che, probabilmente, non tutti hanno capito, ma che, credibilmente, nel Consiglio dei ministri di ieri ha provocato una grandissima ilarità.
Credo che il Governo venga in quest'aula come un cane bastonato, presentando un decreto-legge che fa vergogna per natura e per origine.
Ci auguriamo che il Governo prenda atto di questa situazione politica. I banchi vuoti della maggioranza non sono soltanto il segnale di un momento in cui è difficile partecipare ai lavori di Assemblea; sappiamo che quando non viene posta la questione di fiducia, quando non vi è il ricatto, la minaccia e la forza, all'interno della maggioranza vi sono forze endogene che spingono in direzioni opposte. Lo riscontriamo e lo riscontreremo su questo tema e, purtroppo, continuerà a riscontrarlo il paese, speriamo per pochissimo tempo ancora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
RICCARDO MILANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO MILANA. Signor Presidente, intervengo con riferimento al decreto-legge n. 299 del 27 dicembre 2006.
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Ho ascoltato alcune considerazioni in quest'aula quanto meno sorprendenti. È anche vero che l'ex ministro Gasparri ed il collega che mi ha preceduto hanno approfittato di quest'aula semideserta, e mi riferisco soprattutto ai loro banchi, per sollevare una questione morale, per parlare di indagati...
MAURIZIO GASPARRI. Lo faremo quando l'aula sarà piena!
RICCARDO MILANA. Probabilmente, se fossero stati presenti tanti loro colleghi, avrebbero tenuto un altro atteggiamento. Se qualche collega romano avesse letto oggi la cronaca di Roma, probabilmente avrebbe usato toni diversi!
MAURIZIO GASPARRI. Lo faremo ancora di più!
RICCARDO MILANA. Signor Presidente, credo che il Governo abbia fatto bene, oggi, a correggere questo errore, questa formulazione vergognosa di un comma della legge finanziaria.
In qualche modo, si è corso il rischio di inficiare il lavoro fatto dal centrosinistra in tanti anni di opposizione, quando sono state promulgate diverse «leggi-vergogna», senza che nessuno abbia avuto il pudore di venire in quest'aula a contestarle o senza che nessuno, nei banchi del Governo, abbia avuto nulla da ridire, anzi. Credo che ne abbiamo viste di tutti i colori, tra leggi ad personam e 26 o 27 condoni di tutti i tipi!
Quindi, do atto al Governo di essere venuto in quest'aula con un decreto-legge che corregge questa norma e che, di fatto, la rende inoffensiva, mettendo il Parlamento e la maggioranza nelle condizioni di andare avanti. Mi voglio augurare un cammino celere e sereno di questa norma, onde evitare che i soliti ostruzionismi, ai quali siamo stati abituati in questi mesi, rallentino l'iter di questa norma, che riteniamo sia molto importante.
Signor Presidente, mi avvio a concludere il mio intervento, poiché avremo modo e tempo per discutere, esprimendo una speranza: che nei prossimi mesi si lavori anche per l'abrogazione di tante «leggi-vergogna» e che il Governo, come ha affermato oggi il Presidente del Consiglio Prodi, abbia una lunga e serena durata, per cinque anni, al fine di risolvere i problemi che il paese ha avuto anche per colpa dei Governi che hanno preceduto quello attuale.
Colgo l'occasione per rivolgere al Presidente Bertinotti gli auguri di una pronta guarigione e per un anno sereno (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, mi associo anch'io agli auguri di una pronta guarigione che sono stati rivolti al Presidente della Camera.
Come conferma il dibattito odierno, purtroppo, sulla questione morale non ci sono primogeniture, anzi, mi pare si assista ad un pericoloso peggioramento della qualità della spesa pubblica, gestita dalle pubbliche amministrazioni. Con la giustificazione di una malintesa autonomia, si sono ridotti o annullati i controlli: dalla cancellazione dei comitati regionali di controllo sugli enti locali, al solo controllo di legittimità e costituzionalità sulla legislazione regionale.
Penso che indebolire il ruolo della Corte dei conti o intervenire ulteriormente sulla prescrizione dei reati amministrativi sia molto grave, anche solo averlo escogitato. Sul regime della responsabilità amministrativa, inoltre, si deve intervenire solo con procedura parlamentare. E poi, va ricordato che la normativa sulla legge di bilancio, la legge n. 468 del 1978, non consente l'inserimento di norme di carattere ordinamentale, e questa di cui si parla è per eccellenza una norma di carattere ordinamentale. Un Governo serio non avrebbe dovuto, né potuto, inserire una simile norma.Pag. 6
La Presidenza della Camera coinvolta - in quel caso si trattava del Senato - non avrebbe dovuto consentirlo, perché, com'è noto, attraverso i propri uffici, effettua un controllo di ammissibilità dei singoli emendamenti. Non credo sia il caso di dare la colpa ai tecnici. È bene che gli organi politici si assumano fino in fondo le loro responsabilità. Quando accadono queste cose, non accadono mai per caso, ma c'è sempre una logica.
Credo che ad essere sul banco degli accusati sia il modo di legiferare senza assumere responsabilità, nonché la procedura con cui siamo andati via via plasmando il nostro procedimento legislativo. Sarebbe bene che «manine» o «manone» superfurbe fossero isolate, ma, per farlo, dovrebbero essere isolate nella coscienza di tutti. Credo che sia proprio questo il problema. E, mentre si rinfacciano le comuni responsabilità, facendo rilevare ciò che l'altro ha fatto o non ha fatto precedentemente, in realtà vi è un degrado della vita pubblica collettiva e della qualità della spesa pubblica che coinvolge tutti (tant'è che cambiano le maggioranze, ma non cambia la qualità della spesa, che anzi continua a degradare).
È vero che quelle di oggi sono solo dichiarazioni a futura memoria, nel senso che servono solo per il processo verbale, ma trovandomi qui, quasi casualmente, ho ritenuto comunque di intervenire, perché a volte serve che qualcuno dica queste cose senza l'intento di volerle rivolgere all'altro, atteggiamento che mi sembra di cattivo gusto.
PRESIDENTE. Non essendovi altri colleghi che chiedono di parlare su questo argomento, mi limito a ricordare che già a partire dal mese di gennaio la Commissione affari costituzionali inizierà l'esame di questo provvedimento.
IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVANO STRIZZOLO. Presidente, anch'io voglio innanzitutto associarmi agli auguri che sono stati rivolti al Presidente Bertinotti per una pronta guarigione.
Mi permetto di sollecitare lei, che in questo momento presiede la seduta, a portare avanti nelle sedi opportune tutte le iniziative utili affinché questa istituzione, nel rispetto ovviamente dell'autonoma attività che sta svolgendo la magistratura, intervenga per fare piena luce sulla vicenda Scaramella-Mitrokhin, che sta ingenerando ulteriori elementi di sfiducia e di scarsa credibilità nei rapporti tra questa istituzione ed il paese.
Signor Presidente, mi consenta un'altra segnalazione. Ieri, è venuto a mancare il cavaliere Antonio Bolzan, un nome sconosciuto alla grande platea, amministratore locale, già sindaco del comune di San Giorgio di Nogaro, comune della realtà friulana, una persona che per più di vent'anni ha sofferto di una grave malattia. Egli è deceduto dopo aver dimostrato una grande tenacia per sopravvivere. Rispetto alle polemiche e alle strumentalizzazioni di questi giorni sul caso di Piergiorgio Welby, che ha la massima comprensione per il suo dramma umano, penso sia utile ricordare che in questo paese ci sono anche persone che sanno soffrire in silenzio guardando alla speranza e alla vita, e non alla morte.
PRESIDENTE. La Presidenza prende atto delle sue segnalazioni, onorevole Strizzolo.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Presidente, a nome del mio gruppo, vorrei rivolgere auguri di pronta guarigione al Presidente Bertinotti e augurare buon anno ai colleghi e agli uffici della Camera.
PRESIDENTE. Rivolgo, anche a nome dei colleghi, gli auguri di buon anno ai deputati presenti, ai funzionari e agli uffici della Camera dei deputati.
Pag. 7Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Martedì 16 gennaio 2007, alle 16:
Discussione del disegno di legge:
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1042-B).
La seduta termina alle 16.30.