Il “Patto territoriale”, quale espressione del partenariato sociale, consiste nell'accordo tra più soggetti (enti locali, soggetti pubblici operanti a livello locale, rappresentanze locali delle categorie imprenditoriali, soggetti privati) per l'attuazione di un programma di interventi nei settori dell'industria, agroindustria, agricoltura, pesca e acquacoltura[1], produzione di energia termica o elettrica da biomasse, servizi, turismo ed in quello dell'apparato infrastrutturale, tra loro integrati[2].
Il patto territoriale deve essere caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambito subregionale compatibili con uno sviluppo ecosostenibile.
I patti territoriali possono essere attivati su tutto il territorio nazionale, fermo restando che le specifiche risorse destinate dal CIPE sono riservate esclusivamente ai patti attivabili nelle aree depresse.
L’istituto del patto territoriale è stato originariamente introdotto nel nostro ordinamento dall’articolo 8 del D.L. 23 giugno 1995, n. 244 (legge 8 agosto 1995, n. 341) recante “Misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse”, e regolamentato con le deliberazioni del CIPE 10 maggio 1995, 20 novembre 1995 e 12 luglio 1996.
Quest’ultima ha dettato i criteri e le procedure per la definizione dei patti territoriali, prevedendone l'approvazione da parte del CIPE.
Con tale procedura sono stati approvati dal CIPE i primi 12 patti territoriali (cosiddetti patti di prima generazione) delle province di Enna e Siracusa (CIPE 18 dicembre 1996), di Vibo Valentia, Nuoro, Madonie, Lecce, Caserta, Benevento e Brindisi (CIPE 23 aprile 1997), del Miglio d’Oro (comuni di San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano e Torre del Greco), Palermo e Caltanissetta (deliberazioni CIPE 26 giugno 1997).
L’istituto del patto territoriale è stato successivamente ridefinito dall’articolo 2, comma 203, lettera d), della legge n. 662/1996 (provvedimento collegato alla finanziaria 1997) e ridisciplinato con la deliberazione CIPE 21 marzo 1997 (“Disciplina della programmazione negoziata”), con la quale è stata adottata, per l’istituto dei patti territoriali, una disciplina unitaria sostitutiva di tutte le precedenti disposizioni.
La nuova disciplina assegnava al Ministero del tesoro (e non più al CIPE) la competenza all’approvazione dei patti stessi. La Cassa depositi e prestiti provvedeva alle erogazioni dei finanziamenti.
Nel 1998, con la delibera n. 70/1998, il CIPE ha previsto un significativo snellimento delle procedure di approvazione dei patti, attraverso la predisposizione di un apposito bando, cui partecipavano i patti che avevano positivamente concluso la fase istruttoria entro una determinata scadenza.
Rispetto ai patti territoriali di prima generazione (1996-1997) - che sono stati approvati singolarmente dal CIPE e la cui istruttoria era stata affidata al Ministero del bilancio - la nuova procedura prevede una selezione dei patti attraverso la formazione di una graduatoria che premia, tra i patti che partecipano ai singoli bandi, quelli che prevedono le iniziative produttive più efficaci nella creazione di nuova occupazione, più efficienti e caratterizzate dalla massima integrazione con le reti infrastrutturali esistenti.
L’accertamento istruttorio è effettuato dagli istituti bancari convenzionati, secondo i criteri e le modalità previsti per la concessione delle agevolazioni alle attività produttive di cui alla legge n. 488/1992, e dei criteri e delle modalità previsti dai POR/PSR per i programmi riguardanti le attività agricole.
I patti inseriti nella graduatoria vengono, quindi, approvati dal Ministero dell’economia.
La nuova procedura ha notevolmente snellito i tempi di selezione dei patti (da parte del Ministero) e di istruzione delle pratiche (da parte delle banche), consentendo, quindi, un più rapido avvio delle iniziative.
Per quanto riguarda le procedure finanziarie, in attuazione di quanto disposto dall’art. 43, comma 2, della legge n. 144/1999, che ha modificato l'art. 2, comma 207, della legge n. 662/1996, è stato emanato il D.M. Tesoro n. 320/2000 il quale, al fine di garantire lo snellimento e la semplificazione delle procedure finanziarie relativamente ai patti territoriali e ai contratti d’area, ha modificato le procedure di erogazione delle risorse ai soggetti beneficiari affidandole al soggetto responsabile del patto territoriale (o responsabile unico del contratto d’area), che viene a sostituire, in questa funzione, la Cassa depositi e prestiti[3].
In seguito al passaggio di competenze dal MEF al MAP, con decreto del Ministro delle attività produttive 4 aprile 2002, n. 115374 è stato approvato il “Disciplinare concernente i compiti gestionali e le responsabilità del responsabile unico del contratto d’area e del soggetto responsabile del patto territoriale”, predisposto ai sensi dell’articolo 2 del citato D.M. n. 320/2000.
La concessione delle agevolazioni avviene, a favore delle imprese beneficiarie o dei soggetti attuatori che abbiano superato positivamente l’accertamento istruttorio, nel limite delle specifiche risorse destinate complessivamente dal CIPE per le iniziative imprenditoriali e gli interventi infrastrutturali del Patto.
Al fine di consentire le erogazioni, il soggetto responsabile trasmette all’istituto convenzionato (attualmente la Cassa Depositi e Prestiti) l’elenco delle iniziative e degli interventi ammessi alle agevolazioni con l’indicazione delle risorse pubbliche assegnate per ciascuno di essi a valere sulle specifiche risorse destinate dal CIPE.
Per le iniziative imprenditoriali l’importo dell’agevolazione è reso disponibile dall’istituto convenzionato in 2, 3 o 4 quote annuali di pari importo correlate ai tempi previsti di realizzazione degli investimenti[4].
In sostanza, da strumento negoziale su base concertativa, il Patto territoriale è divenuto sempre più uno strumento di incentivazione alle imprese su base valutativa e concorsuale.
Con il trasferimento delle competenze al Ministero delle attività produttive, lo strumento è stato definitivamente ricondotto al ruolo di modulo convenzionale per l’erogazione delle agevolazioni alle imprese, in prevalenza PMI, su base territoriale e/o settoriale.
Nel 2003, a seguito dell'accordo raggiunto, il 15 aprile, in sede di Conferenza unificata tra i Ministeri dell'economia e delle finanze e delle attività produttive, le regioni, l'ANCI, l'UPI e l'UNCEM per il coordinamento della regionalizzazione degli strumenti di sviluppo locale, il CIPE, con la delibera n. 26/2003 ha definito le principali modalità di regionalizzazione del patto territoriale, al fine di assicurare l'efficiente ed efficace utilizzo delle risorse finanziarie per le aree sottoutilizzate investite nei patti territoriali.
L’accordo, oltre a modificare le procedure di attuazione del contratto di programma, la cui competenza è mantenuta in capo allo Stato, sancisce le modalità operative del trasferimento dei patti territoriali alle regioni, le quali possono assumerne in proprio la gestione ovvero delegarla al Ministero delle attività produttive, sottoscrivendo, in entrambi i casi, un apposito protocollo di intesa.
La delibera ha, tra l’altro, introdotto, in linea con la tendenza comunitaria e nazionale, un meccanismo premiale riferito all’efficienza nella gestione, a cui viene correlata la possibilità di riprogrammare, nell’ambito dello stesso patto, le risorse derivanti da rinunce e revoche.
Tale facoltà è garantita ai patti che, a due anni dal momento in cui si sia concluso l’iter procedurale che consente di avviare l’erogazione dei finanziamenti, abbiano fatto registrare un livello di attivazione delle iniziative pari ad almeno il 50% del totale o un livello di erogazione delle risorse di almeno il 25%. In caso di mancato rispetto di tali condizioni, le risorse provenienti dal definanziamento possono essere utilizzate, nell’ambito dello stesso territorio regionale, a favore di altre iniziative di sviluppo locale. Parte di tali risorse potranno essere impiegate, su decisione della Regione, per il finanziamento di altri strumenti regionali di sviluppo locale equivalenti o di azioni di sistema a vantaggio degli altri patti.
Il Ministero delle attività produttive potrà stabilire, d’intesa con la Regione, di destinare la parte restante al finanziamento di altri strumenti di programmazione negoziata.
Va infine ricordato che nel corso della XIV legislatura si è proceduto alla ridefinizione dei criteri,
delle condizioni e delle modalità di
concessione delle agevolazioni di cui alla programmazione negoziata (patti territoriali, contratti di
programma e contratti di area) (v. capitolo La programmazione negoziata).
In attuazione delle nuova normativa, che prevede l’utilizzo delle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca istituito presso la Cassa depositi e prestiti S.p.a., il CIPE ha stabilito la quota per gli interventi agevolativi alle imprese, nell’ambito della quale 240 milioni di euro sono stati destinati ai patti territoriali e contratti di area.
Sulla base delle delibere CIPE di ripartizione delle risorse per le aree sottoutilizzate destinate alla programmazione negoziata, nel periodo 1998-2007 allo strumento del patto territoriale risultano assegnate le seguenti risorse:
(milioni di euro)
Assegnazioni Cipe |
1998- |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006
(3) |
2007 |
1998- |
Risorse complessive
program. negoziata, |
3.739,3 |
1.327,9 |
1.442,5 |
1.178,2 |
852,6 |
638,7 |
563,1 |
129,7 |
9.871,9 |
- Patti territoriali 1 |
2.049,0 |
534,1 |
885,7 |
877,6 |
532,4 |
396,6 |
115,0 |
0,0 |
5.390,5 |
(1) L’assegnazione della delibera CIPE n. 16/2003, riguardante il
triennio 2003-2005, è stata effettuata a favore degli strumenti di sviluppo
locale concertato, fra cui rientrano i patti territoriali.
Fonte: Ministero dell’economia e delle finanze,
Rapporto annuale 2005 del Dipartimento per le politiche di sviluppo sugli
interventi nelle aree
sottoutilizzate.
Complessivamente, dal 1996 ad oggi, sono stati approvati 220 patti territoriali, di cui 213 attivi e 7 non ancora attivi[5].
Ai primi 12 patti c.d. di prima generazione (approvati nel 1996-1997) se ne sono aggiunti altri 91 patti specializzati nei settori dell’agricoltura e della pesca, approvati nel corso del 2000, ed ulteriori 117 patti c.d. generalisti di seconda generazione, approvati tra il 1998 e il 2003.
Secondo i dati forniti dal Ministero dell’economia e delle finanze nel Rapporto annuale 2005 del Dipartimento per le politiche di sviluppo sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, ai complessivi 220 patti finora sottoscritti è legato un investimento complessivo di 11.319 milioni di euro, un onere pubblico di 5.544 milioni di euro e una nuova occupazione prevista, per le sole iniziative imprenditoriali, di 75.788 unità.
Patti territoriali
nazionali: attivi (1) e non attivi
Stato di attuazione al 31 dicembre 2005
Tipologia patti |
N.ro |
Investimento |
Onere complessivo (migliaia di
euro) |
Totale erogato (migliaia di
euro) |
Occupazione aggiuntiva
iniziative imprenditoriali |
I
generazione (generalisti) |
|
|
|
|
|
Attivi |
12 |
513.507 |
371.178 |
288.374 |
6.984 |
Totale I
generazione |
12 |
513.507 |
371.178 |
288.374 |
6.984 |
II generazione
(generalisti) |
|
|
|
|
|
Attivi |
110 |
8.110.992 |
3.532.814 |
1.619.504 |
48.944 |
Non attivi |
7 |
472.589 |
254.209 |
- |
- |
Totale II generazione |
117 |
8.583.581 |
3.787.023 |
1.619.504 |
48.944 |
Specializzati
nei settori agricoltura e pesca |
|
|
|
|
|
Attivi |
91 |
2.221.820 |
1.385.765 |
643.976 |
19.860 |
Totale Specializzati nei settori agricoltura e pesca |
91 |
2.221.820 |
1.385.765 |
643.976 |
19.860 |
Totale
attivi Totale non attivi Totale
patti |
213 |
10.846.319 |
5.289.758 |
2.551.854 |
75.788 |
7 |
472.589 |
254.209 |
- |
- |
|
220 |
11.318.908 |
5.543.967 |
2.551.854 |
75.788 |
¹ Si definiscono attivi i patti che abbiano ottenuto almeno una erogazione del contributo
pubblico.
² Gli investimenti complessivi includono sia
quelli imprenditoriali che quelli infrastrutturali.
Fonte: Elaborazioni del DPS su dati
del Ministero delle Attività Produttive
Per i 12 patti di “prima generazione”, approvati con la vecchia procedura, attivati fra il 1998 e il 1999, cui era legata la previsione di attivazione di investimenti per 513 milioni di euro a fronte di un onere pubblico pari a 371 milioni di euro, il Rapporto indica, al 31 dicembre 2005 erogazioni per 288 milioni di euro, pari al 77,6% dell’onere complessivo (70,6% nel 2004, 65% a fine 2003, 53% a fine 2002, 40% a fine 2001).
I 91 patti agricoli, tutti attivi, prevedono la realizzazione di 2.222 milioni di euro di investimento complessivo, cui corrisponde un onere pubblico di 1.386 milioni e una nuova occupazione, per le iniziative imprenditoriali, di 19.860 unità. Le erogazioni effettuate, al 31 dicembre 2005, ammontano a 644 milioni di euro, pari al 46% dell’onere complessivo.
I patti agricoli hanno fatto registrare il picco di attivazioni nel 2002 (passando dai 9 attivati nel 2001 ai 79 attivati nel 2002); i restanti 11 patti sono stati attivati nel 2003.
Dei 208 patti di seconda generazione, approvati con le nuove procedure, di cui 117 cd. patti generalisti, che coinvolgono progetti riguardanti varie filiere produttive, e 91 patti agricoli che, invece, includono iniziative specializzate nei settori dell’agricoltura e della pesca, ne risultano attivi 201 (definendosi come tali i patti che abbiano ottenuto almeno una erogazione del contributo statale).
Secondo i dati forniti nel Rapporto annuale 2005 del DPS, dei 117 patti generalisti di seconda generazione, cui corrispondono investimenti complessivi per 8.584 milioni di euro, un onere, su risorse pubbliche, pari a 3.787 milioni ed un numero di nuovi addetti previsti, per le sole iniziative imprenditoriali, pari a 48.944, ne risultano attivi 110.
Le erogazioni effettuate riferite ai 110 patti attivi, al 31 dicembre 2005, ammontano a 1.620 milioni di euro, pari al 45,8% dell’onere complessivo (3.533 milioni di euro).
Per quanto concerne lo stato di attivazione dei patti territoriali, si rileva che la maggior parte dei patti di seconda generazione sono stati attivati entro il 2003 (106 patti sui 117 stipulati).
Nel 2004 non è stato attivato nessun patto e nel 2005 è intervenuta l’attivazione solo di un ristretto numero tra quelli ancora inattivi.
Come indicato nel Rapporto annuale 2005 del Dipartimento per le politiche di sviluppo sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, nel 2005 ha assunto un rilievo preponderante il rifinanziamento dei patti già attivi, attraverso la rimodulazione, il recupero e il reimpiego delle risorse liberate per effetto di economie, rinunce e revoche, di altre agevolazioni[6].
Per quanto concerne la ripartizione regionale dei patti territoriali, sul complesso dei 213 patti attivi, 67 patti risultano sottoscritti in zone del Centro-Nord (31%) e 146 nel Mezzogiorno (69%).
In termini di ammontare di investimenti, la ripartizione è di 4.899 milioni di euro nel Centro-Nord, pari al 45% del totale degli investimenti complessivi, contro 5.947 milioni di euro nel Mezzogiorno, che rappresentano all’incirca il 55%.
Le relative erogazioni si attestano, al 31 dicembre 2005, a 557 milioni di euro per il Centro-Nord (22% del totale) e a 1.994 milioni per il Mezzogiorno (78%).
Ai patti territoriali (generalisti e agricoli) sottoscritti secondo le disposizioni previste dalla legislazione nazionale, si affiancano inoltre i “Patti territoriali per l’occupazione” (c.d. patti comunitari) indicati dalla Commissione europea come uno degli strumenti destinati a rafforzare l'efficacia dei Fondi strutturali in materia di occupazione ai livelli regionale e locale.
L’obiettivo di tali patti è quello di stimolare la creazione di ampi partenariati regionali e locali onde consentire l'elaborazione di programmi innovativi in materia di creazione di posti di lavoro.
Lo strumento del “patto territoriale per l’occupazione” non è previsto in alcuna direttiva o regolamento comunitario, ma si è sviluppato gradualmente nei vari documenti predisposti in sede comunitaria.
Per quanto riguarda l’Italia, i patti territoriali comunitari sono 10: Sangro Aventino, Agro Nocerino Sarnese, Area Nord Est Napoli, Appennino centrale, Matese, Nord Barese Ofantino, Oristano, Alto Belice Corleonese, Calatino Sud Simeto, Catania Zona Sud[7].
I 10 patti comunitari hanno previsto la realizzazione di investimenti per un complesso di 894 milioni di euro a fronte di agevolazioni per 515 milioni di euro.
Per quanto concerne lo stato di attuazione dei patti territoriali per l’occupazione, al 31 dicembre 2005 risultano erogati, sul complesso dei 10 patti e dell’attività da essi svolta, circa 441 milioni di euro.
Patti territoriali di prima e di seconda generazione
PATTI TERRITORIALI
LOCALIZZATI NEL MEZZOGIORNO |
|||||||
Regioni |
Patti I
generazione |
Patti di II generazione |
Patti agricoli |
Patti comunitari |
|||
I bando |
II bando |
III bando |
IV bando |
||||
ABRUZZO |
|
|
· Teramo |
· Marsica · C.M. Peligna · Trigno
Sinello |
|
|
· Sangro Aventino |
MOLISE |
|
|
|
|
|
· Isernia · Del Matese |
· Matese |
BASILICATA |
|
· Area Sud Basilicata · Matera |
|
· della Corsetteria · Basilicata
nord-occident. |
|
· Sapori Lucani della
Provincia di Potenza |
|
CALABRIA |
· Vibo Valentia |
· Alto Tirreno Cosentino · Cosentino · Lametino · Locride |
· Catanzaro |
· Tirreno Cosentino e
dell’Esaro · Versante
Jonico- Serre e Soveratese · Vibo valentia |
· Area
boschiva Serre Calabre · dell’area dello Stretto · Silano |
· Provincia
di Vibo · Protekos
Eusibarys · Agro Lamentino |
|
CAMPANIA |
· Benevento · Caserta · Miglio D’Oro
|
· Avellino · Sele Tanagro |
· Baronia |
· Bussento – Vallo di Diano · Costa d’Amalfi – Agerola –
Cava dei Tirreni · Sele Picentino |
· Alto
Clanio · Appia
Antica · Baronia
(prot. ag.) · Baronia
turismo · Cilento · Fortore
Sannita · Partenio · Penisola
Sorrentina · Sviluppo
2000 valle del Sabato · Taburno · Valle
del Calore · Valle
dell’Irno e dei Piacentini |
· Monti
Lattari · Baronia · Sele
Picentino · Esperia
Felix · Agro
Nocerino-Sarnese · Provincia
di Benevento · Prov.
di Caserta · Vallo di
Diano · Comuni
Vesuviani · Monti
Picentini e Valli limitrofe · Sele-Tanagro · Del
Cilento · Prov.
di Napoli · Agroirpinia · Antiche
terre del Bussento · Alburni
Calore Salernitano |
· Agro Nocerino Sarnese · Napoli Nord Est |
PUGLIA |
· Brindisi · Lecce |
· Bari · Castellaneta
– Crispiano–Ginosa – Martina Franca · Sistema
Murgiano · Taranto |
· Foggia · Conca Barese · Polis |
· Ascoli S.Candela · Area metropolit. di Bari · Polis trulli grotte · Sistema Murgiano (bis) |
· del Fortore · Prospettiva Subappennino |
· Prov.
di Lecce · Prov.
di Foggia (agric.) · Prov.
di Foggia (pesca) · Prov.
di Brindisi · Conca
Barese · Sud-est
Polis · Area
metropolit. di Bari · Sistema
Murgiano · Fascia
murgiana Prov. di Taranto · Nord
barese-ofantino · Fascia
orientale Prov. di Taranto |
· Nord Barese Ofantino |
SARDEGNA |
· Nuoro |
|
|
· Cagliari · Marmilla-Trexenta-Medio Campidano · Bassa Gallura · Guspinese-Arburese-Villacidrese · Sarrabus-Gerrei |
|
· Delle
Baronie · Medio
Campidano · Tharros
2000 · Riviera
di Gallura · Basso
Sulcis · Area
dell’Iglesiente · Anglona
verde · Area
del Goceano e Monteacuto · Sarcidano
verde |
· Oristano |
SICILIA |
· Caltanissetta · Madonie · Enna · Palermo · Siracusa |
· Messina |
· Simeto Etna |
· Sicilia Centro Meridionale · Terre Sicane · Empedocle · Trapani Nord · Ragusa · Valle del Torto e dei feudi · Pantelleria
e isole del Mediterraneo · Trapani Sud |
· Golfo di Castellammare · Magazzolo
Platani · Area del Golfo · Comprensorio di Bagheria · Tirreno · Alcantara · delle Aci · Isole Eolie · Jonico Etneo · Valle del Belice |
· Provincia di Palermo · Simeto-Etna · Valle del Belice · Provincia di Agrigento · Calatino-Sud Simeto · Provincia di Caltanissetta · Eloro-Vendicari · Terre Sciane · Provincia di Trapani · Sette Terre · Delle Aci · Magazzolo Platani · Provincia di Enna · Delle Madonie · Dell’Alcantara e della
riviera Jonica · Messina verde mare · Leontino-Megara · Jonico Etneo · Vittoria · Terre della Contea · Tindari Nebrodi · Val d’Anapo · Nebrodi orientali · Alto Belice Corleonese,
Valle del Torto e dei Feudi, fascia costiera · Isole Eolie |
· Alto Belice Corleonese · Calatino Sud Simeto · Catania sud |
TOTALE |
12 |
13 |
7 |
28 |
27 |
67 |
9 |
PATTI TERRITORIALI
LOCALIZZATI NEL CENTRO-NORD |
|||||||
Regioni |
Patti I generazione |
Patti di II generazione |
Patti agricoli |
Patti comunitari |
|||
I bando |
II bando |
III bando |
IV bando |
||||
PIEMONTE |
|
· Alessandria
· Cuneese |
· Alta
Langa – Valle Bormida · Canavese |
|
· Alpi
del mare · Area
Torino Sud · Pinerolese · Sangone · Stura · Verbano
Cusio Ossola · Zona
Torino Ovest |
· Alpi
del Mare · Valle
Bormida Alta Langa · Sud-est
Alessandrino · Canavese · Valle
di Susa · Zona
ovest Torino |
|
LOMBARDIA |
|
|
|
|
·
Ogma |
|
|
VENETO |
|
· Rovigo
|
|
|
· Bassa
Padovana · Montagna
veronese · Agno-Chiampo · Cadore
centrale · Chioggia,
Cavarzere Cona · Comprensorio
Feltrino |
· Bassa
Padovana · Rovigo · Area centro-sud Provincia · Basso
Veronese e Colognese · Montagna
veronese |
|
FRIULI V.G. |
|
|
|
|
· Bassa
Friulana |
|
|
EMILIA ROMAGNA |
|
· Ferrara
|
|
|
· Appennino
Modenese · Appennino
Parmense |
· Appennino
modenese |
· Appennino
centrale (parziale) |
LAZIO |
|
· Frosinone · Rieti |
· Pomezia |
|
· Area
Nord Pontina · Area
Sud Pontina |
|
|
LIGURIA |
|
|
· Tigullio
- Fontanabuona |
|
· dell’Imperiese · Genova
e valli Genovesato · Savona |
· La Spezia · Imperia |
|
MARCHE
|
|
|
· Ascoli
Piceno |
|
· Macerata |
· Ascoli
Piceno · Prov. di Ancona |
· Appennino
centrale (parziale) |
TOSCANA |
|
· Livorno
· Maremma
Grossetana · Massa
Carrara · Piombino-Val
di Cornia |
· Pisa |
|
· Lucca |
· Prov.
di Grosseto · Siena
verde · Valle
del Pescia · Prov.
di Lucca · Appennino
Centrale · Vato
verde |
· Appennino
centrale (parziale) |
TOSCANA-UMBRIA |
|
· Valdichiana
– Amiata – Trasimeno – Orvietano |
|
|
|
|
|
UMBRIA
|
|
|
|
|
|
· Media
valle Tevere · Ternano-Narnese-Amerino |
· Appennino
centrale (parziale) |
TOTALE |
- |
11 |
6 |
- |
24 |
24 |
1 |
[1] L’ambito di applicazione dell’istituto del patto territoriale è stato esteso ai settori dell’agricoltura e della pesca con la deliberazione CIPE 11 novembre 1998, n. 127, emanata in attuazione del D.Lgs. n. 173/1998.
[2] Compresi la movimentazione ed il magazzinaggio dei terminals e dei containers, nonché il confezionamento, l'imballaggio, il reimballaggio, la pesatura e la campionatura delle merci, alimentari e non.
[3] In particolare, l'art. 43, comma 2, della legge 17 maggio 1999, n. 144 ha previsto che le somme riservate dal CIPE ai contratti d'area e ai patti territoriali siano trasferite, rispettivamente, al responsabile unico del contratto d'area e al soggetto responsabile del patto territoriale affinché questi provvedano ad effettuare i relativi pagamenti in favore dei soggetti beneficiari delle agevolazioni, anche avvalendosi, per la gestione di dette risorse, di istituti bancari allo scopo convenzionati.
[4] Per gli interventi infrastrutturali l’importo dell’agevolazione prevista è reso disponibile:
- a titolo di anticipazione, per un importo pari al 10% dell’importo;
- in più quote successive fino al 90% dell’importo, da erogare in relazione all’effettiva realizzazione della corrispondente parte degli investimenti;
- a saldo, per l’importo residuo.
[5] Si definiscono attivi i patti che abbiano ottenuto almeno una erogazione del contributo pubblico.
[6] Si ricorda, infatti che il D.L. 12 luglio 2004, n. 168, recante interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica (legge n. 191/2004), all’articolo 1, comma 2, permette l’utilizzo delle economie derivanti dalle revoche delle agevolazioni, disposte nel 2003 e 2004, alle attività produttive concesse ai sensi della legge n. 488/1992 e dei finanziamenti relativi agli strumenti della programmazione negoziata, per il pagamento delle agevolazioni relative a bandi già in corso e, qualora residuino ulteriori risorse, per il finanziamento di nuovi bandi, nonché per il finanziamento delle iniziative in corso relative alla programmazione negoziata.
[7] Dei 10 patti territoriali per l’occupazione sopra elencati, per i
quali la Commissione Europea ha garantito l’assistenza tecnica, ben 9 patti
sono stati inseriti all’interno di un Programma Operativo Multiregionale
denominato “Sviluppo locale”, presentato nell’ambito del QCS 1994-1999 per le
regioni dell’Obiettivo 1.
Per quanto riguarda invece il
patto per l’occupazione “Appennino Centrale” relativo alle zone Obiettivo 5b, che interessa le regioni Emilia-Romagna, Toscana,
Umbria, Marche, non è stato inserito nel citato Programma Operativo
Multiregionale “Sviluppo locale”, in quanto la riprogrammazione riguardava il
solo Quadro Comunitario di Sostegno per le regioni dell’Obiettivo 1.