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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Questioni connesse al progetto sulla creazione di un'area archeologica centrale nel comune di Roma - n. 3-00035)
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00035 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1). Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor ministro, vorrei sapere se lei è a conoscenza di quanto viene denunciato sui giornali, cioè dell'esistenza di un progetto del comune di Roma che richiederebbe l'affidamento in gestione dei siti archeologici del Colosseo, delle terme di Caracalla, del Palatino e di altri, da passare poi ad una società privata denominata Zetema.
Vorrei anche sapere, signor ministro, quale sarà l'atteggiamento del Governo rispetto ad ipotesi di privatizzazione più o meno diretta e quale atteggiamento avrà il Ministero rispetto alla funzione di controllo e di partecipazione sui beni culturali.
Un'ultima domanda, signor ministro: quale garanzia si sente di dare il Governo a quei lavoratori che hanno garantito fino ad oggi il servizio nei siti in questione e che si vedrebbero estromessi improvvisamente?
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere. Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, devo dire all'onorevole Nardi, anche sulla base di una istruttoria che è stata compiuta dal Ministero per i beni e le attività culturali, che non risulta sia stato avanzato da alcun esponente politico o tecnico dell'amministrazione comunale di Roma alcun progetto teso a trasferire in tutto o in parte al comune di Roma la gestione dell'area demaniale statale del centro di Roma, a cui lei faceva riferimento.
In secondo luogo, sulla base di questa premessa, è da escludersi ogni ipotesi di mobilità per i lavoratori dipendenti dalla sovraintendenza archeologica di Roma.
In terzo luogo, forme di collaborazione con il comune e con altre realtà istituzionali, per la valorizzazione del patrimonio culturale, per le quali il Ministero dei beni e delle attività culturali ha già sviluppato positive esperienze da diversi anni a questa parte - quindi, non solo il Governo che da poco si è insediato -, non potrebbero che essere attuate nelle forme previste dagli articoli 112 e seguenti del codice, nel testo riformulato per effetto del decreto integrativo n. 156 del 2006.
In base a questa disposizione normativa, lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono stipulare accordi per definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione per l'elaborazione dei conseguenti piani strategici di sviluppo culturale. La fase attuativa di queste eventuali intese avverrebbe comunque nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di impiego alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, in osservanza dei relativi contratti di lavoro sia nazionali che a livello di ministero.
Colgo l'occasione, in conclusione, per chiarire che è impegno di questo Governo salvaguardare e rafforzare le funzioni istituzionali del Ministero per i beni e le attività culturali, anche nell'ambito di eventuali intese, sopra richiamate, con comuni o con realtà territoriali, in ordine alle attività di tutela, conservazione, fruizione pubblica e incentivazione che riguardino il patrimonio archeologico di Roma.
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, dichiaro la mia assoluta insoddisfazione per la risposta fornita dal ministro, innanzitutto perché le notizie riguardanti l'area archeologica ormai sono di dominio pubblico e circolano sui giornali (se ne parla tra i lavoratori e tra i sindacati). Mi dichiaro altresì assolutamente insoddisfatto anche perché ho la sensazione che rispetto alle tematiche poste ci sia una sostanziale volontà di eludere i quesiti, che nasconde in realtà la volontà di una sorta di privatizzazione parziale o totale di alcuni beni culturali.
Mi dichiaro assolutamente insoddisfatto perché, rispetto alle problematiche concernenti il personale, stabile e precario, ho la sensazione nettissima che vi sia la volontà, da parte del ministro, e comunque del ministero in questione, di far passare, in seguito, l'affidamento e la gestione del predetto personale a società private.
Mi dichiaro, infine, insoddisfatto, signor ministro, perché credo che i beni culturali ed il patrimonio archeologico siano assolutamente da salvaguardare e occorra evitare che essi risentano di indicazioni e sollecitazioni provenienti da questo o da quel sindaco, volte, di fatto, a smembrarlo.
Il patrimonio culturale ed archeologico è di tutti: lo vogliono gli italiani; lo vogliono i sindacati e la gente; lo vogliamo anche noi. Per quanto ci riguarda, come Democrazia cristiana, faremo quanto è in nostro potere per vigilare sul vostro atteggiamento.