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Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 550-A ed abbinate (ore 11,13).
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 550-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, nell'intervenire sul complesso degli emendamenti, vorrei sottolineare che in quest'Aula, a mio parere, si sta trattando un argomento importante ed interessante, perché quando si parla di centri storici si parla di tutela della nostra storia e delle nostre tradizioni anche regionali. Pertanto, è importante che l'argomento venga affrontato con determinazione.
Vorrei semplicemente ricordare che la materia legislativa che riguarda i centri storici ha preso avvio tanti anni or sono, a partire dagli anni Settanta e dagli strumenti di pianificazione urbanistica, i quali hanno individuato nella zona A una zona omogenea costituente il centro storico, a volte erroneamente compiendo delle scelte urbanistiche che hanno comunque consentito di tutelare solo in minima parte il patrimonio storico e artistico delle nostre città e, in particolare, dei piccoli centri e dei nostri paesi. Quindi, ben venga una disciplina che entra nel merito della questione.
Tuttavia, se compiamo un excursus negli anni e decenni trascorsi e andiamo a verificare quanto è successo nelle nostre città e nei nostri paesi, se guardiamo alle programmazioni urbanistiche realizzate - dapprima mediante i piani di fabbricazione, successivamente mediante i piani regolatori e i piani di recupero per i centri storici - se torniamo indietro nel tempoPag. 7ed esaminiamo i progetti urbanistici che si sono succeduti e confrontiamo tali programmazioni e progetti con il risultato di oggi, ebbene, possiamo constatare che quello che oggi è stato realizzato è completamente l'esatto opposto di quanto era stato programmato a suo tempo.
In sostanza, le programmazioni non sono state rispettate perché sono subentrati gli abusi edilizi, vi sono stati gli anni della speculazione edilizia e, successivamente, sono state approvate le leggi sul condono edilizio che hanno sanato tali situazioni, stravolgendo quello che originariamente avrebbe potuto essere un bel progetto.
Un'altra considerazione che mi sento di svolgere è la seguente: chi ha avuto modo di procedere alla ristrutturazione edilizia di un immobile in una zona tutelata e salvaguardata, si è reso conto di quante complicazioni vi siano, a partire dal rapporto con l'ente più vicino, ossia il comune.
Oggi intervenire in un centro storico, in una zona tutelata, è a dir poco un'impresa veramente difficile e, soprattutto, costosa.
Pertanto auspico che, all'interno della provvedimento e dei decreti attuativi, si possano trovare formule in grado di semplificare le procedure di intervento. Infatti, se mettiamo in croce anche i piccoli proprietari che, intervenendo sul piano edilizio, incontrano delle difficoltà e, addirittura, non ricevono risposte esaurienti e corrette dalla pubblica amministrazione, è chiaro ed evidente che tutto sarà sempre più difficile. Continueremo ad assistere al degrado urbano del centro storico ed all'occupazione abusiva di questi vecchi nuclei che scarseggiano sotto il profilo igienico, e per quanto concerne i rapporti igienico-sanitari ed aeroilluminanti, e mancano di quelle aree standard da destinare al verde piuttosto che al parcheggio.
Saluto, pertanto, con favore questo testo unificato e mi auguro che, nel momento in cui gli si darà attuazione, si semplifichino tutte quelle procedure utili a tutelare i singoli cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi chiedo e vi chiedo se non trovate che ci sia un po' troppo rumore in aula.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Quanti minuti ho a disposizione?
PRESIDENTE. Tre minuti.
TEODORO BUONTEMPO. Non mi pare possibile, signor Presidente, che sul complesso degli emendamenti io abbia a disposizione solamente tre minuti ! State dando i numeri? Riflettete prima di parlare!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, il suo gruppo ha a disposizione tre minuti. Se poi vuole aggiungere anche il tempo per un intervento sull'ordine dei lavori faccia un po' lei.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, impiegherò anche meno tempo.
La Destra voterà a favore di questo provvedimento, pur ritenendolo assolutamente insufficiente per un intervento vero e concreto volto al risanamento dei comuni.
Quando si parla dei borghi più belli d'Italia consiglierei di consultare l'elenco esistente: ci si renderà conto che spesso è stato utilizzato con estrema superficialità.
Vi sono, infatti, comuni con meno di cinquemila abitanti che sono dei monumenti alla bellezza, all'armonia ed al rispetto della antichità e non sono inseriti all'interno dei cento borghi più belli d'Italia. Qualcosa di analogo è accaduto anche per le comunità montane: ve ne sono annoverate alcune che si trovano a soli 30 metri dal livello del mare, mentre magari altri comuni di montagna non ci sono.
Certo gli interventi previsti forniscono un buon indirizzo alle amministrazioni locali, ma una delle prime raccomandazioni da rivolgere alle regioni è quella di non rendere macchinose le procedure, perché altrimenti solo i soliti furbi potranno utilizzare il denaro pubblico perPag. 8risanare i borghi. Il cittadino comune, infatti, nel momento in cui dovrà allegare decine e decine di pratiche e di perizie, rinuncerà anche alla possibilità di avere un contributo da parte dello Stato.
Infine, signor Presidente, credo che qualunque intervento si voglia prevedere sui comuni, se non è accompagnato da un rigido controllo sui piani regolatori, si risolva solamente in una propaganda lontana dalla realtà.
La realtà è che i comuni che non hanno un piano regolatore dovrebbero essere sciolti e, comunque, sono i piani regolatori che deturpano i più bei borghi d'Italia.
La raccomandazione da rivolgere, anche alle regioni, è quella di stare molto attenti, dal punto di vista ambientale e urbanistico, a quanto prevedono i piani regolatori, altrimenti questi soldi saranno destinati al finanziamento indiretto dei furbi del paesino, anziché ad aiutare i borghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori esprime un giudizio complessivamente positivo su questo testo, che è emerso da un confronto tra maggioranza e opposizione; anzi, ritiene questo confronto di per sé un valore, perché vi è stata una collaborazione stretta tra maggioranza e opposizione su argomenti di carattere generale.
Non può, però, non rilevare alcune difficoltà, alcune anomalie del provvedimento. Tra queste, vi è il fatto fondamentale che una parte consistente del fondo dovrebbe essere riservata ai comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti, che comprendono insediamenti con il marchio «borghi antichi d'Italia»; tuttavia, una quota pari almeno al 50 per cento delle risorse di tale fondo, si estende anche ai comuni che vanno dai cinquemila ai quindicimila abitanti, con ciò riducendo l'efficacia del provvedimento. Infatti, la riserva di fondi sarà spalmata su un numero incredibilmente più alto di comuni, con un risultato estremamente mediocre, minimo rispetto alla situazione reale dei piccoli comuni, quelli con meno di cinquemila abitanti, che andavano invece sostenuti poiché sono per la maggior parte dei comuni disagiati.
In questo modo, a mio avviso, non si fa altro che finanziare chi già sta bene, chi si trova in una situazione migliore, e quindi si tradisce un po' lo scopo fondamentale dello stesso provvedimento.
Devo svolgere anche un'altra osservazione, che certamente non ci impedisce di valutare le proposte emendative secondo il loro contenuto. Si tratta di un'osservazione di carattere generale: credo che i borghi e i centri storici rappresentino un grande valore e una grande ricchezza per l'Italia, però dobbiamo prestare attenzione anche al recupero delle periferie di questi centri storici.
Dobbiamo stare sempre attenti, perché negli ultimi decenni, proprio intorno ai centri storici, che hanno un valore, si sono purtroppo formate delle zone che scoraggiano il turista, il visitatore dal raggiungere gli stessi centri storici.
Detto questo, riteniamo importante il tentativo che stiamo portando avanti e che speriamo possa essere corretto e migliorato, semmai, al Senato, proprio per le argomentazioni riportate nella prima parte del mio intervento. Infatti, è sempre un dato estremamente positivo voler migliorare la situazione dei tesori che abbiamo in tutte le regioni italiane, in particolare nel centro Italia, dove la tradizione dei comuni è molto antica.
Pertanto, esprimiamo un giudizio positivo sul provvedimento in esame mentre ci regoleremo di volta in volta sulle proposte emendative, in base ai contenuti.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Adenti 1.22 è stato ritirato dal presentatore.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANPIERO BOCCI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento BonoPag. 91.10, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cirino Pomicino 1.11, Adenti 1.23 e Bono 1.12.
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sugli emendamenti Bono 1.13 e Perugia 1.14, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Bono 1.15 ed Adenti 1.24. Il parere è favorevole sugli emendamenti Bonelli 1.21, limitatamente al comma 3-bis, e Bono 1.16.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Dussin 1.17 e 1.18, e sull'emendamento Perugia 1.19. Il parere è, invece, favorevole sull'emendamento Dussin 1.20.
PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere, altresì, il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi.
GIANPIERO BOCCI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Evangelisti 1.010 e 1.011.
PRESIDENTE. Il Governo?
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Bono 1.10, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cirino Pomicino 1.11, Adenti 1.23 e Bono 1.12.
Il Governo esprime, altresì, parere favorevole sugli emendamenti Bono 1.13 e Perugia 1.14, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Bono 1.15 ed Adenti 1.24.
Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore sull'emendamento Bonelli 1.21, ossia favorevole sul comma 3-bis e contrario sul comma 3-ter, ed è favorevole sull'emendamento Bono 1.16.
Il Governo formula un invito al ritiro sugli emendamenti Dussin 1.17 e 1.18, e sull'emendamento Perugia 1.19. Il parere è, invece, favorevole sull'emendamento Dussin 1.20.
Il Governo formula, infine, un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Evangelisti 1.010 e 1.011.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Adenti 1.22 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bono 1.10.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.10, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 422).
Prendo atto che i deputati Mura, Evangelisti, Goisis, Brigandì, Balducci, Nicchi, Grillini, Calgaro, Fincato, Uggé e Lucchese hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Prendo altresì atto che i deputati Delfino e Incostante hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Cirino Pomicino 1.11.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, sicuramente al relatore Bocci e al rappresentante del Governo è sfuggito che ad avere una popolazione fino a 200 mila abitanti è il 99,8 per cento dei comuni: rimangono esclusi da tale previsione, cioè, quattordici comuni. Dal provvedimento che ci accingiamo ad approvare rimangono esclusi solamente quattordici comuni d'Italia, mentre all'incirca 8.100 di essi ne sarebbero interessati. Che senso ha approvarePag. 10una misura del genere? Prevediamola, allora, per tutti i comuni d'Italia! Invito il relatore ed il Governo a leggere la statistica del Ministero dell'interno, secondo la quale con l'approvazione del provvedimento al nostro esame lasceremmo fuori solamente poco più di dieci comuni, e niente più!
Non diciamo allora che intendiamo valorizzare i centri storici dei piccoli comuni: riconosciamo, piuttosto, che stiamo approvando un provvedimento che interessa tutta l'Italia e tutti i comuni italiani! I comuni con una popolazione fino a 200 mila abitanti sono 8.104, per una popolazione di 49 milioni di abitanti: ossia tutta l'Italia! Mi chiedo a cosa serva il provvedimento che stiamo discutendo se manteniamo il limite previsto fino a 200 mila abitanti.
Con l'emendamento in esame chiediamo molto sommessamente di ridurre il numero a quindicimila abitanti e vi dico, fin d'ora, che il 91 per cento dei comuni risponde a questa caratteristica. Solo stabilendo la previsione di quindicimila abitanti comprendiamo il 91 per cento dei comuni. Ovviamente, i comuni con più di quindicimila abitanti hanno altre risorse, entrate, aspettative, peculiarità, e sicuramente riusciranno ad autogestire la materia ricompresa nell'articolo 1 relativamente alla valorizzazione dei centri storici e rappresentano una consistente popolazione di riferimento, perché, nei comuni fino a quindicimila abitanti, risulterebbero circa 25 milioni di abitanti.
Per tali ragioni invito i colleghi a riflettere su ciò che andiamo a stabilire, perché altrimenti diventiamo ridicoli. Infatti adotteremmo una legge dove lasciamo fuori solo 14 comuni.
PRESIDENTE. Deduco dalle sue parole che non accetta l'invito al ritiro.
MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, abbiamo appena votato, ma ho appena visto una decina di parlamentari segnalare il proprio voto. Pregherei la Presidenza di verificare il funzionamento dell'apparecchiatura di voto, perché per un solo parlamentare può avvenire un'anomalia, ma il fatto che dieci persone non riescono a votare è un fatto alquanto strano.
PRESIDENTE. La ringrazio per la segnalazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento in esame in quanto le considerazioni testé svolte mi trovano perfettamente d'accordo. Soprattutto si dimostra di conoscere poco la realtà del nostro Paese, dove effettivamente i piccoli comuni, che sono la stragrande maggioranza, devono trovare un minimo di corsia preferenziale rispetto ai già pochi finanziamenti esistenti, come in questo caso. Pertanto, a mio avviso, auspico che il Governo recepisca tali suggerimenti e comunque voterò a favore, sottoscrivendo l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cirino Pomicino 1.11 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirino Pomicino 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 259
Astenuti 193
Maggioranza 130
Hanno votato sì 57
Hanno votato no 202).Pag. 11
Prendo atto che i deputati Tuccillo, Ponzo e Boato hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Prendo altresì atto che il deputato Buontempo ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Adenti 1.23.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Bono 1.12.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. Signor Presidente, si tratta di un emendamento che conferma lo spirito della norma, così come proposta dalla Commissione, ma l'avrebbe riscritta in una forma che, a mio avviso, sarebbe stata più snella e lineare. Tuttavia, considerando la buona volontà della Commissione che ha accolto molti degli emendamenti che ho presentato, non ho alcuna difficoltà ad aderire all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Bono 1.12 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.13, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 462).
Prendo atto che il deputato Boato ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Borghesi e Mura hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Perugia 1.14, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 357
Astenuti 115
Maggioranza 179
Hanno votato sì 348
Hanno votato no 9).
Prendo atto che il deputato Boato ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Bono 1.15.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. Signor Presidente, insisto per la votazione dell'emendamento in esame e di invitare la Commissione ad una valutazione, se possibile, diversa rispetto al parere già espresso. Stiamo parlando di interventi che riguardano i centri storici. L'esigenza, espressa da tutti coloro che sono intervenuti, è di guardare al centro storico non solo sotto l'aspetto del carattere urbanistico, ma in maniera più puntuale - dovrebbe essere così - come un fondamentale valore culturale che contraddistingue l'identità delle nostre città.
L'identità non è soltanto un valore in sé, ma un veicolo per le ricadute economiche e per una reimpostazione dell'economia di tante nostre città piccole, medie e grandi che hanno bisogno di recuperare se stesse e di evitare ulteriori ferite inferte all'assetto architettonico dei centri storici.
Negli anni Sessanta e agli inizi degli anni Settanta una serie di norme hanno deturpato le nostre città e sventrato molti centri storici, prevedendo la possibilità di inserire, attraverso una pseudo-cultura di falso modernismo, elementi ultronei rispetto all'armonia originaria delle realtà, che sono così state duramente colpite.Pag. 12
Il provvedimento in esame muove nella corretta direzione di recuperare i centri storici. L'emendamento che ho proposto prevede che gli interventi debbano essere compatibili e armonizzati con il contesto storico ed urbanistico in cui sono localizzati e non mi sembra, pertanto, una norma di poco conto. Con esso si riafferma il principio che qualunque intervento può essere fatto, anche in stile moderno, ma non può non essere armonizzato con il contesto in cui viene inserito, perché si rischia, altrimenti, di determinare la rottura dell'armonia che caratterizza i nostri centri.
Riteniamo che si tratti di una norma saggia che ha lo scopo di evitare ulteriori elementi di pesante rottura con il passato e che valorizza quanto di più prezioso abbiamo, ossia quelle realtà che sono la stratificazione di centinaia di anni di attività edilizie che, nel tempo, si sono sovrapposte e che presentano una loro dignità che deve essere assolutamente salvaguardata.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Bono, purtroppo a causa di un ritardo le comunico solo ora che il suo emendamento 1.15 è precluso dall'approvazione del precedente emendamento Perugia 1.14, perché il suo emendamento interviene nella parte già sostituita dall'emendamento appena approvato. Mi dispiace per il ritardo nella comunicazione, ma l'emendamento Bono 1.15 è precluso.
Passiamo all'emendamento Adenti 1.24.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Bonelli 1.21.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore nel senso di eliminare il comma 3-ter e mantenere unicamente il comma 3-bis.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Signor Presidente, desidero apporre la mia firma all'emendamento Bonelli 1.21, nel testo riformulato.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor Presidente, anch'io desidero apporre la mia firma all'emendamento Bonelli 1.21, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonelli 1.21, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 463
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.16, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 470
Hanno votato no 1).
Passiamo all'emendamento Dussin 1.17.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo sui miei emendamenti 1.17 e 1.18, perché sono simili. Non riesco a capire la motivazione dell'invito al ritiro. Avrei piacere che il relatore la spiegasse.
GIANPIERO BOCCI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO BOCCI, Relatore. Signor Presidente, l'argomento è già stato oggetto di discussione in Commissione e non mi resta che ribadire che l'ANCI è rappresentativo di tutte le realtà dei comuni. Pertanto, non si ravvede la necessità della proposta emendativa del collega Dussin.
PRESIDENTE. Onorevole Dussin, accede dunque all'invito al ritiro?
GUIDO DUSSIN. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, l'ANCI è rappresentativo dei comuni che vi aderiscono. È un sindacato che rappresenta quei comuni. Non vedo perché ad altri, come quelli del Nord, amministrati prevalentemente dalla Lega Nord oppure a quelli che vogliano aderire ad un altro sindacato, non è permesso (mi riferisco a Co.Nord e anche ad altre forme di rappresentanza sindacale). Credo che sia giusto che il sindacato dei comuni sia presente, così come avviene in tutte le forme lavorative e di tutela del lavoro. È una questione di democrazia e di correttezza. Per tale motivo, chiediamo che venga messa in votazione la presente proposta emendativa e penso che tutti i colleghi dovrebbero essere d'accordo su tale forma di democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Intervengo per apporre la mia firma agli emendamenti Dussin 1.17 e 1.18, condividendo le considerazioni svolte dal collega. Ciò non riguarda solo coloro che hanno un'associazione che fa riferimento alla Lega Nord. I comuni, infatti, sono un'unica entità, l'ossatura del nostro Paese e c'è anche l'associazione dei piccoli comuni. Vi possono essere mille situazioni per le quali un comune non aderisce all'ANCI, nonostante questo sia rappresentativo della stragrande maggioranza. Pertanto, ritengo che le due proposte emendative al nostro esame siano di buonsenso e, soprattutto, di rispetto per l'istituzione «comune». In questo caso, ancora una volta ci riempiamo di parole, ma quando si tratta di fare riferimento agli enti locali, che sono la stragrande maggioranza della presenza istituzionale del nostro Paese, poi facciamo solo ed esclusivamente riferimento all'ANCI, che, seppur meritevole di tante cose, sappiamo non essere rappresentativa di tutti.
Pertanto, credo - e mi auguro - che anche in questo caso, diversamente da quello di prima, il Governo e la maggioranza rivedano la loro posizione. Altrimenti, dopo aver apposto la mia firma, voterò a favore delle due proposte emendative al nostro esame.
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, con le stesse argomentazioni del collega Compagnon, vorrei apporre la mia firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, sono talmente convinto della bontà dell'emendamento Dussin.1.17, che chiedo di poterlo sottoscrivere. Infatti, già ieri si è tenuta un'imponente manifestazione di sindaci di comunità montane e dei comuni montani nella città di Roma. Tale manifestazione era promossa da associazioniPag. 14delle autonomie locali non riconducibili all'ANCI. Questa è una linea che sosteniamo da sempre e, quindi, credo che sia molto opportuno, non solo sottoscrivere l'emendamento Dussin 1.17, ma anche votarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per ribadire un concetto che deve essere chiaro. Poiché la Costituzione afferma che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, limitare all'ANCI questa possibilità è discriminatorio per milioni di cittadini. L'ANCI, infatti, è un sodalizio non obbligatorio. Perché i miei 6.000 concittadini, faccio l'esempio del mio comune che non è iscritto all'ANCI, debbono essere discriminati rispetto agli altri? Non si possono approvare proposte di legge così. È chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere i due emendamenti Dussin 1.17 e 1.18 che stiamo esaminando. Tuttavia, chiedo anche al rappresentante del Governo, considerato che al Senato la maggioranza è andata sotto ed è stata messa in minoranza sulla questione dello stretto di Messina e che il Ministro Di Pietro ha poc'anzi dichiarato testualmente... (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, il suo intervento non attiene alla discussione.
TEODORO BUONTEMPO. Anche con riferimento all'esame dell'emendamento, dicevo che il Governo va in minoranza al Senato. Due Ministri sostengono che se cade il Governo vi sarà un Esecutivo tecnico. Anche nell'andamento dei lavori bisogna tenere conto che vi è una crisi politica in atto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva - (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e La Rosa nel Pugno).
(Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 426
Astenuti 44
Maggioranza 214
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 185).
Prendo atto che il deputato Cassola ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che il deputato Rao ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Chiedo alla Commissione un parere sul successivo emendamento Dussin 1.18 che fa riferimento ad una specifica associazione; in particolare se lo considera assorbito dal precedente.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, ritengo che il voto precedente abbia posto una questione che è sul tappeto. Penso che avesse una sua legittimità. Si tratta di valutare come rappresentare quei comuniPag. 15che non aderiscono all'ANCI. Il senso del giudizio negativo espresso dal relatore era legato al fatto...
PRESIDENTE. Scusate colleghi, consentite al presidente di parlare tranquillamente e ai colleghi di ascoltarlo.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Il senso del giudizio negativo espresso dal relatore era legato al fatto che stiamo parlando di un processo legislativo. Attualmente nella Conferenza Stato-regioni-enti locali è rappresentato l'ANCI e non altri soggetti. È chiaro che l'emendamento precedente andrà valutato non in relazione a questo provvedimento, ma in relazione a come si articola oggi la rappresentanza dei comuni.
Chiedo ai colleghi di ritirare l'emendamento Dussin 1.18, che è in parte in contraddizione con quello appena votato, perché fa riferimento ad una specifica organizzazione di enti locali, mentre il tema è molto più esteso, come sapete; esistono organizzazioni di enti locali legate ai piccoli comuni, altre legate tradizionalmente alla storia della sinistra. Mi pare che lo spirito sia riassunto nell'emendamento precedente, mentre questo appare contraddittorio con la filosofia che è stata espressa da chi ha votato precedentemente a favore.
GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, la nostra volontà è di ritirarlo, ma non per le motivazioni espresse dal presidente Realacci, al quale mi rivolgo con affetto particolare, perché si pone sempre in modo molto educato. Egli, tuttavia, sa benissimo che tale questione è fondamentale.
Con riferimento all'emendamento 1.18, non siamo contraddittori, nel senso che esso non fa altro che ribadire quanto ha espresso l'emendamento 1.17, vale a dire che i comuni possono essere rappresentati in ogni caso in Italia, non soltanto da un'unica organizzazione. I punti di vista, molto probabilmente, sono diversi e la democrazia ha bisogno di punti di vista diversi. Quindi, la rappresentanza sindacale deve dare voce a tutte le espressioni territoriali.
Sappiamo benissimo che nei comuni vi sono posizioni molto diverse da quelle espresse dalla ANCI in questo periodo, soprattutto perché l'ANCI sta tutelando e difendendo i grandi comuni e non i piccoli. In particolar modo su questo provvedimento sono venute a galla le contraddizioni dell'ANCI che ha difeso per anni i grandi comuni e, oggi che si parla di borghi antichi, le contraddizioni emergono.
Ritiriamo l'emendamento 1.18 con le motivazioni espresse. Il risultato lo abbiamo già ottenuto con l'emendamento Dussin 1.17; la nostra istanza è passata. Nel prosieguo dei successivi provvedimenti di legge e nel corso delle discussioni nelle Commissioni, vogliamo che vengano invitate tutte le rappresentanze sindacali dei vari comuni.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Perugia 1.19 se accedono all'invito al ritiro.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Sì, Presidente, come avevo preannunciato in sede di Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.20, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 465
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato...
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Prego, onorevole Buontempo, ha facoltà di svolgere la dichiarazione di voto.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nell'esprimere il voto favorevole a nome de La Destra sull'articolo 1 ritengo comunque indispensabile che, mentre procedono i nostri lavori, si apra anche un dibattito politico sulla crisi che, ormai, è in atto, dal punto di vista politico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 483
Hanno votato no 2).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Evangelisti 1.010.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
FABIO EVANGELISTI. Accedo all'invito al ritiro, Presidente.
Tuttavia, voglio far presente che, nel momento in cui si pone il problema della riqualificazione urbana, dei centri storici e quant'altro, è difficile prescindere dalla necessità di liberare i centri storici dal traffico e, in particolare modo, dal traffico pesante.
Concludo con un esempio. Il collega Barani è sindaco di un comune della Lunigiana, Villafranca, dove si trova Filetto, un borgo stupendo. È perfettamente inutile pensare ad interventi di riqualificazione se non si elimina il traffico che, ancora oggi, seppure a senso unico, lo attraversa.
PRESIDENTE. L'onorevole Cordoni aveva chiesto di parlare sull'articolo aggiuntivo che però è stato testé ritirato dal presentatore. Vedo ora che intende intervenire; a che titolo, onorevole?
ELENA EMMA CORDONI. Signor Presidente, comprendo il problema. Avevo chiesto la parola, non ricordo bene se tempestivamente, perché volevo annunciare la sottoscrizione dell'articolo aggiuntivo Evangelisti 1.010; poi, certo, è intervenuta la decisione successiva. Vorrei sottoscrivere anche l'articolo aggiuntivo Evangelisti 1.011, in quanto il tema proposto è importante e significativo. Anche se si deciderà di ritirarlo per le ragioni illustrate, però vorrei esprimere la mia posizione al riguardo.
PRESIDENTE. Onorevole, la Presidenza, appunto, era a conoscenza della sua richiesta di intervento; aveva tuttavia anzitutto il dovere di chiedere al presentatore se intendeva accedere all'invito al ritiro della sua proposta emendativa. Comunque, prendo atto dell'apposizione della sua firma ai due articoli aggiuntivi, anche se l'articolo aggiuntivo Evangelisti 1.011 non è stato segnalato e, quindi, non verrà posto in votazione.
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