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Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1475 (ore 19,10).
(Illustrazione delle proposte emendative - Articolo unico - A.C. 1475)
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'illustrazione delle proposte emendative presentate.
Ha chiesto di parlare il deputato Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a nome mio e del gruppo che rappresento, ossia il Movimento per l'Autonomia, per esprimere il nostro giudizio sicuramente negativo su questo decreto-legge e sulla questione di fiducia che è stata posta. Il giudizio è negativo per diverse ragioni.
In primo luogo, non ci è stata data la possibilità di spiegare meglio le ragioni di un emendamento presentato dal mio gruppo che, nel caso di approvazione, avrebbe modificato l'articolo 5 del decreto-legge in esame, concernente interventi urgenti nel campo della distribuzione dei farmaci. Il nostro era un intervento mirato: rispondeva alla domanda posta questa mattina dal ministro Bersani, poiché a parlare non era il deputato Rao, ma anche il professionista, il farmacista. Considerato che il ministro Bersani ha detto di dare la parola ai farmacisti, gli avrei chiesto, se fosse stato in aula, a quali farmacisti si rivolgeva: a quelli rappresentati da Federfarma, ossia ai titolari delle farmacie, oppure agli altri farmacisti, ossia alla stragrande maggioranza.
Sicuramente, avevamo qualcosa da dire, considerato che il ministro Bersani si è risentito quando abbiamo parlato di «timido» intervento del Governo in tema di liberalizzazioni. Il ministro ha, altresì, detto: ci faremo più coraggio la prossima volta. Ebbene, noi replichiamo dicendo chiaramente che un Governo autorevole, il coraggio, o ce l'ha o non ce l'ha: certamente non se lo può inventare.
Quando noi parliamo di liberalizzazioni, le intendiamo nel loro significato, che è quello di scardinare il mercato protetto per aumentare l'efficienza del sistema economico. Per noi, liberalizzare significa dare la possibilità, agli oltre 33 mila farmacisti non titolari, di esercitare la propria professione liberamente. Diritto, questo, negato da una legge anacronistica che risale addirittura al 1934 e che, nella sostanza, privilegia una lobby, ingessa il mercato e soffoca il cittadino consumatore.
Se ciò non bastasse, a mortificare ulteriormente tutti i farmacisti non titolari e disoccupati, il decreto contiene una norma che affida loro la possibilità di vendere farmaci che non richiedono prescrizione medica; parliamo, naturalmente, dei farmaci di automedicazione che, per definizione stessa, non necessitano certo di una specifica assistenza per essere acquistati.
Desidero ricordare che se l'Unione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia a causa delle restrizioni su acquisizione, possesso delle farmacie e loro contingentamento, un motivo, certo, ci sarà.
Il Movimento per l'Autonomia ritiene inderogabile, ormai, promuovere non una semplice e parziale liberalizzazione, ma la liberalizzazione della società italiana, valorizzando l'autonomia, la creatività individuale e la professionalità, per avvicinare quanto più possibile l'Italia all'Europa.
PRESIDENTE. Nessuno altro chiedendo di parlare, sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione delle proposte emendative.
Il seguito dell'esame è rinviato alla seduta di domani.