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Si riprende la discussione
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1750)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Il gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato pochi ordini del giorno, precisamente sei, così come pochi erano gli emendamenti da noi presentati al decreto-legge, che avremmo sperato di discutere. In realtà, le divisioni della maggioranza hanno impedito questa discussione. Questi ordini del giorno non hanno avuto molta fortuna, perché, tranne quello del collega Buontempo, che prevede la vendita degli alloggi degli enti di previdenza agli inquilini senza titolo (ciò che consente tra l'altro allo Stato di ridurre le spese), gli altri o non sono stati accettati o sono stati accolti solo come raccomandazione.
Quello che più ci preoccupa è l'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/1750/49. Un accoglimento come raccomandazione di un ordine del giorno sul problema dell'articolo 12, che riguarda le concessioni autostradali, significa la benedizione su un de profundis. Come tutti sappiamo, il disposto dell'articolo 12 bloccherà le concessioni autostradali e metterà a carico dello Stato oneri davvero consistenti (basta pensare a tutti quegli oneri che si determineranno in conseguenza del contenzioso amministrativo che i concessionari metteranno in moto per le richieste di rimborso dei danni); senza contare poi quell'ultima norma, priva di copertura, che prevede, in caso di contestazione, l'acquisizione della concessione da parte dell'ANAS, con l'assunzione di tutti gli oneri occupazionali di concessione conseguenti. In realtà, il ministro delle infrastrutture ha motivato l'articolo 12 con la necessità di trovare una copertura per tutta una serie di opere deliberate dal precedente Governo. Il ministro doveva intervenire per trovare questa copertura, ma, in realtà, tutto si dimostra essere una «grida manzoniana». Se lo Stato non ha i soldi e mette in moto un meccanismo di contestazione con i concessionari privati e, in parte, anche pubblici (sappiamo, infatti, che alcune di queste concessioni sono in mano ad enti locali), mettendoli peraltro in mora, questi soldi e questi investimenti non ci saranno mai! Lo Stato, quindi, avrà in manoPag. 24queste concessioni, ma non avrà i soldi per completare i progetti o per realizzare le autostrade programmate. Questo è un primo punto che rende estremamente problematico l'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno n. 9/1750/49 a prima firma Contento.
Non si può non parlare poi dell'ordine del giorno Bono n. 9/1750/42, sulle disponibilità finanziarie che avrebbero dovuto essere destinate al ponte sullo stretto di Messina, ma che finiscono nel grande calderone del Ministero dell'economia e delle finanze: chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato! Non sapremo se quelle risorse verranno effettivamente destinate ad investimenti infrastrutturali a favore della Sicilia o della Calabria.
Questo ordine del giorno, purtroppo, come, del resto, tutta la discussione sugli emendamenti, lasciano il tempo che trovano. Il Governo non è in grado di dare una risposta concreta alle nostre richieste. Non possiamo che continuare a contestare questo decreto-legge contro la cui conversione ci accingiamo a votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Vorrei chiedere al Governo un chiarimento riguardo al parere favorevole espresso sull'ordine del giorno Violante n. 9/1750/39 e a quello contrario espresso sul mio ordine del giorno n. 9/1750/51, che è dello stesso tenore del primo. Peraltro, accingendoci alla votazione, chiederei anche al collega Violante di chiarire a cosa fa riferimento quando cita la piattaforma logistica intermodale con annesso scalo portuale, che, nella città di Messina, non esiste; ricordo che vi è infatti solo l'approdo, realizzato con ordinanza del Ministero dell'interno del dicembre 2001. Vorrei capire, quindi, se questo ordine del giorno fa riferimento alla stessa circostanza o meno - cosa non da poco sul piano formale e sostanziale - e quale sia il senso della proposta in esso contenuta.
PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Di Virgilio, che ha chiesto di intervenire su uno specifico ordine del giorno, ricordandogli comunque che siamo nella fase delle dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, interverrò quando si procederà alla votazione di quell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno si svolgono in questa fase e non quando si passa alla loro votazione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Tutti i deputati del gruppo di Forza Italia intendono parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno. Signor Presidente, se lei dice che bisogna intervenire per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno in questo momento, e non singolarmente per ognuno degli ordini del giorno presentati, allora le chiedo di iscrivere a parlare tutti i deputati del gruppo di Forza Italia per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Leone, desidero precisare che le dichiarazioni di voto si svolgono sul complesso degli ordini del giorno, così come prescritto dall'articolo 88, comma 1, del regolamento e come anticipato ieri sera dal Presidente della Camera in una comunicazione che non è stata contestata da alcuno. Si procede, quindi, con le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Ho preso atto, con rammarico, perché non me lo aspettavo, del parere contrario del Governo sull'ordine del giorno a mia firma n. 9/1750/42, che pone un problema di evidenza rispetto alle vere intenzioni che il Governo ha circaPag. 25l'utilizzo delle risorse sottratte alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina e da utilizzare per la realizzazione di infrastrutture e di interventi per la difesa dell'ambiente e del suolo in Sicilia e in Calabria. L'evidenza dell'intenzione vera del Governo è rappresentata dal fatto che ci troviamo davanti alla volontà di interpretare queste risorse sottratte al ponte sullo stretto quali risorse sostitutive e non aggiuntive rispetto alle normali risorse statali destinate alle infrastrutture di Sicilia e Calabria. Prendiamo quindi atto della volontà di non condivisione espressa dal Governo su questo punto.
Così come riteniamo falsa l'impostazione di tanti esponenti del Governo di sinistra, secondo i quali il ponte si può realizzare anche ricorrendo a risorse private. Infatti, anche sulla parte dell'ordine del giorno in cui si individuavano come prioritarie le infrastrutture da realizzare eventualmente al servizio del ponte, il Governo ha espresso un parere contrario.
Ma l'atteggiamento del Governo ci sembra davvero inaccettabile con riferimento alla parte dell'ordine del giorno in cui si dice che i programmi concordati con la Sicilia e la Calabria, in ordine alla realizzazione delle infrastrutture, dovrebbero essere sottoposti alla valutazione del Parlamento.
Queste tre motivazioni, contenute nel mio ordine del giorno n. 9/1750/42 e non accettate dal Governo, evidenziano come la volontà dell'Esecutivo sia stata quella di penalizzare la Sicilia, di sottrarre i fondi per la realizzazione del ponte e di non prevederli quali risorse aggiuntive, ma solo come risorse sostitutive di quelle che, comunque, sarebbero state elargite. Pertanto, ribadiamo la nostra posizione contraria a questa impostazione del Governo.
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Adornato, Amendola e Gioacchino Alfano che avevano chiesto di parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Prendo atto altresì che l'onorevole Albonetti rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Angelino Alfano. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che questo decreto costituisca la prova provata di come sia sbagliata la politica fiscale di questo Governo.
Si tratta di una politica fiscale classista che fornisce la misura piena di come questo Governo non abbia saputo resistere alla tentazione di indulgere ad una deriva punitiva nei confronti dei ceti produttivi di questo paese. Avete fatto una scelta che, sotto la spinta di una malintesa redistribuzione, ha portato il Governo a dar vita ad un paradosso, vale a dire a far pagare tanto a coloro i quali sono chiamati da questo decreto a pagare il conto della politica fiscale, facendo ricevere troppo poco a coloro che dovrebbero beneficiare di tale politica. E, siccome la politica si nutre anche di simboli, abbiamo guardato con indignazione un manifesto che recava la scritta: «Anche i ricchi piangano». Quel manifesto, Presidente, ritraeva una barca che costa 70 milioni di euro e che a poppa reca la bandiera di Georgetown, la capitale delle Cayman Island! Quello è un paradiso fiscale, credo proprio che abbiate sbagliato barca! Avete sbagliato la missione e l'obiettivo di questa politica fiscale, perché farete pagare di più a chi ha meno e lo farete in una logica perversa che tassa la casa, che punisce il ceto medio e i ceti produttivi di questo paese, dunque coloro che, a vostro avviso, vi sono stati ostili. Tuttavia, siete andati oltre misura e il popolo italiano credo se ne sia già accorto, come dimostrato dal fatto che decine di migliaia di liberi professionisti hanno manifestato a Roma per rispondere con l'indignazione ad un atto di strabismo politico.
Siamo qui per dire «no» alla politica fiscale del Governo e ad alcune scelte che ci appaiono vere e proprie soverchierie ideologiche. Perché tassare in questo modo la casa o i SUV? Ciò ha solo il senso punitivo che porta a tassare la Panda «4 x 4» e a salvare la Aston Martin! Questo è il paradosso di una politica fiscale improntataPag. 26ideologicamente troppo a sinistra.
Inoltre, da siciliani, diciamo «no» a questa clamorosa presa in giro per cui si tolgono le risorse per il ponte sullo stretto di Messina e si destinano alle aree del Mezzogiorno, alla Sicilia e alla Calabria. Noi non ci crediamo, noi non ci fidiamo! Riteniamo che il ponte sullo stretto non abbia alcun equipollente in altre infrastrutture, trattandosi di un'opera unica da realizzare nella logica dello sviluppo non solo del Mezzogiorno, ma di un paese che non può immaginare di realizzare in Europa il corridoio Berlino-Palermo prevedendo che ci si debba tuffare in acqua a Reggio Calabria per raggiungere la Sicilia!
Com'è possibile collocarsi nel piano delle reti infrastrutturali europee non avendo a monte la capacità di programmare, senza i veti ideologici dei Verdi, le opere pubbliche del nostro paese? Com'è possibile accettare che, nella campagna per le elezioni politiche del 2001, il candidato Premier della sinistra, Francesco Rutelli, venga in Sicilia ad annunciare che il 12 giugno del 2011 vi sarebbe stata l'inaugurazione del ponte e che poi, alle elezioni immediatamente successive, lo stesso soggetto venga a dire che il ponte non è più una priorità?
Questa è la barzelletta che in Sicilia e in Calabria non fa ridere nessuno e che invece fa piangere coloro che, a seguito di tale politica, si trovano nell'impossibilità di emanciparsi rispetto alla condizione storica di alcune aree del nostro paese.
Il Governo abbia la forza e la capacità di porre uno stop a questa strada sbagliata che ha imboccato; una strada sbagliata fatta di alcuni simboli negativi. Che senso ha riproporre la tassa di successione, per di più in modo burlesco? La notte del 30 settembre avete detto che la tassa di successione non era stata inserita e poi vi siete contraddetti affermando che forse si trattava di un incremento della tassa di registro e che comunque non poteva definirsi tassa di successione, mentre oggi essa è prevista per i grandi capitali, anche se poi litigate sull'aggettivo «grande».
Inoltre, ci è stato detto che le aliquote non sarebbero state toccate, ma successivamente avete affermato che al di sopra di 150 mila euro si sarebbe applicato il 45 per cento di aliquota, salvo precisare che si trattava di un emendamento parlamentare.
Ritengo che tutto ciò dia la misura del fatto che le campagne elettorali servono per comunicare il proprio programma e per avvisare i cittadini italiani degli errori contenuti nel programma altrui. Noi abbiamo svolto questa campagna elettorale tentando di spiegare al paese il rischio sotteso alla...
PRESIDENTE. Onorevole Angelino Alfano, ha abbondantemente superato il tempo a sua disposizione.
ANGELINO ALFANO. Concludo, Presidente. Ho approfittato del lavoro che stava svolgendo per continuare a parlare.
PRESIDENTE. Adesso, però, lei deve terminare il suo intervento. Grazie, onorevole Alfano.
MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, lei poc'anzi ha citato l'articolo 88 del regolamento in relazione alle dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno. La norma in questione recita testualmente: «Ciascun deputato può dichiarare il proprio voto sugli ordini del giorno con un unico intervento sul loro complesso per non più di cinque minuti o con non più di due interventi distinti per una durata complessivamente non superiore».
È evidente, Presidente, che i due interventi distinti non si possono riferire alla discussione generale, perché sarebbe illogico che uno intervenisse per due minuti sul complesso degli ordini del giorno e poi chiedesse di parlare di nuovo nella stessa fase per tre minuti. Ritengo che l'interpretazionePag. 27che è stata data della norma regolamentare sia sbagliata e, per quanto concerne i deputati di Alleanza nazionale, quando verrà messo in votazione un nostro ordine del giorno, chiederemo la parola, allorché riterremo opportuno intervenire per dichiarazione di voto.
Le faccio altresì presente per ragioni di opportunità che, se fosse vera la sua tesi, allora noi dovremmo prima chiedere anche ai vari proponenti di dichiarare se aderiscano all'invito del Governo - ad esempio se un ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione, si suppone che il proponente possa chiedere, contrariamente, che venga messo ai voti -; quindi, ritengo che dovrebbero essere interpellati i vari proponenti, per ragioni di economia, quando si arrivi all'ordine del giorno in questione, consentendo così al deputato che lo desiderasse di fare la sua dichiarazione in merito alla possibilità che il suo ordine del giorno venga posto o meno in votazione.
Non so, e concludo, se vi siano accordi diversi della Conferenza dei presidenti di gruppo o se esistano prassi parlamentari, ma per certo né un accordo tra i capigruppo può violare le facoltà concesse dal regolamento al deputato, né una prassi può superare la norma regolamentare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole Contento, l'articolo 88, comma 1, stabilisce, con riferimento all'esame degli ordini del giorno, che è possibile distinguere in astratto quattro momenti: l'illustrazione degli ordini del giorno; il parere del Governo; le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno, nell'ambito dei quali ciascun deputato può intervenire una sola volta, per cinque minuti al massimo, o due nell'ambito dello stesso tempo; la votazione degli ordini del giorno, che è l'ultima fase.
Quella a cui lei si riferisce è una prassi a cui la Presidenza può ricorrere secondo le circostanze - è accaduto anche nella seduta del 26 gennaio del 2005 - nel senso di una semplificazione di questo procedimento, per consentire che le dichiarazioni di voto siano distribuite con riferimento a ciascuno degli ordini del giorno, fermo restando il principio secondo cui non si può intervenire per più di due volte per complessivi cinque minuti.
Ma la regola è quella che le ho indicato, come chiarito in più occasioni dalla Presidenza e conformemente a numerosi precedenti applicativi e a tutti i precedenti applicati nell'ultima legislatura. In tutti i precedenti dell'ultima legislatura ci si è comportati in questo modo.
È possibile prevedere anche due interventi, ma nell'ambito della stessa fase delle dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno. Questo è stabilito dall'articolo 88: in quella sede è possibile anche intervenire due volte, per non più di cinque minuti.
Questa è la lettera del regolamento ed anche la prassi applicativa - ripeto - adottata in tutte le occasioni della precedente legislatura.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno il deputato Piro.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, signori deputati, il decreto-legge in conversione rappresenta un momento importante, una articolazione del complesso della manovra che il Governo ha intrapreso, che mira al rilancio del paese, alla ripresa della sua crescita economica e, contemporaneamente, anche ad incidere sui fattori strutturali che hanno provocato la crisi evidente del nostro paese, della sua capacità produttiva e del suo sviluppo sociale. Una manovra che si articolerà anche con la legge finanziaria e con i provvedimenti collegati che sono stati annunciati con la nota di variazione al DPEF, che più specificatamente saranno dedicati a temi di riforma importante, come quello sulle pensioni, sul federalismo fiscale, sul nuovo ordinamento degli enti locali.
Questo decreto-legge ha avuto nel dibattito importante che vi è stato, soprattutto nelle Commissioni riunite bilancio e finanze, una considerazione estremamentePag. 28attenta e puntuale. Il dibattito parlamentare, anche con l'apporto dell'opposizione, è servito e ha portato a modifiche, consistenti a volte, dello stesso impianto del decreto-legge.
Non solo, il decreto-legge contiene anche misure significative tra cui quelle relative alla costruzione del ponte sullo stretto, che hanno formato oggetto di numerosi ordini del giorno presentati e sui quali si sono registrati numerosi interventi.
Ora, credo che valga la pena soffermarsi su questo, perché nel decreto-legge vi è un punto importante, che riguarda la questione del ponte. Il Governo ha presentato un articolo - in sintonia peraltro con l'approvazione della mozione presentata dai gruppi di maggioranza, discussa agli inizi del mese in quest'aula -, con il quale, partendo dal presupposto che l'opera non è considerata tra le priorità, si destinano, con una scelta opportuna e saggia, le risorse inizialmente destinate al ponte sullo stretto alla realizzazione di altrettante opere infrastrutturali in Calabria e in Sicilia; opere, peraltro, assolutamente propedeutiche, senza le quali anche la stessa prospettiva dell'opera dello stretto di Messina sarebbe assolutamente vana ed inutile. Durante il dibattito, però, questa previsione del Governo ha subito - ritengo - una importante, significativa ed utile modificazione. È stato previsto che il 70 per cento delle risorse siano destinate alla Sicilia e il 30 per cento alla Calabria; non solo, è stato previsto che il 90 per cento delle risorse siano destinate ad opere strutturali e il 10 per cento ad interventi nel settore ambientale. È stato scritto e affermato il principio che queste risorse devono pervenire alle regioni interessate, nel rispetto del principio di addizionalità; questo significa, credo senza tema di equivoci, che tali risorse devono essere considerate aggiuntive alle risorse ordinarie. Viene anche detto che in relazione a tali risorse vi sarà una concertazione tra Governo e regioni (la regione siciliana e la regione Calabria).
Credo dunque che sia stato fatto un intervento importante, che dà risposte positive, persino nell'ottica di chi ritiene assolutamente indispensabile la costruzione del ponte sullo stretto. Credo quindi che non ci sia motivo di preoccupazione e che gli ordini del giorno che sono stati presentati possano essere assolutamente considerati superflui (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Ida D'Ippolito. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, intervengo intanto per esprimere la mia perplessità e il dissenso sui pareri manifestati sul complesso degli ordini del giorno presentati dall'opposizione.
Si trattava di richiamare all'attenzione questioni fondanti, che il dibattito parlamentare e la scelta del Governo di porre la questione di fiducia avevano sottratto ad un adeguato approfondimento in sede di dibattito parlamentare. In particolare, voglio recuperare l'intervento del collega che mi ha preceduto in ordine al parere espresso sul mio ordine del giorno n. 9/1750/65 per esprimere con forza la mia contrarietà al parere negativo espresso dal Governo, traendo forza proprio dalle ragioni, che ho ascoltato nell'intervento che mi ha preceduto.
Se è vero che il principio di addizionalità è stato richiamato e che si tratta di risorse aggiuntive a quelle comunque da destinare ad interventi ormai non più differibili, urgenti e necessari nel sud, ebbene, non capisco perché il Governo non abbia accolto un ordine del giorno in cui si chiedeva proprio di impegnarsi rispetto a provvedimenti comunque compensativi per una regione che oggettivamente, nella distribuzione delle risorse, appare sacrificata. Certo, la Calabria è ormai convenzionalmente e quasi istituzionalmente la Cenerentola dell'Italia e la Cenerentola del sud. Tuttavia, mi pare ben strano che un Governo che afferma il principio dell'equa distribuzione e dell'equità sociale trascuri nella ripartizionePag. 29delle risorse la terra che è il buco nero del sud. Credo ci sia una contraddizione evidente che bisogna denunciare e contrastare.
Non si tratta di fare la guerra tra le regioni del sud: ben vengano le risorse alla Sicilia, alla Campania, alla Puglia ed a quante regioni ne abbiano bisogno. Tuttavia, secondo criteri di equità sociale e morale, si dia priorità a quella che rappresenta oggi, a mio giudizio, un'emergenza nazionale. Il ritardo nella rete infrastrutturale complessiva di una regione che ogni giorno, purtroppo, è all'attenzione del paese per le questioni della legalità violata e della criminalità organizzata avanzante, credo non possa essere colmato con generiche risorse aggiuntive sottratte, peraltro, alla realizzazione di una grande opera - il ponte sullo stretto - che avrebbe meritato ben altra attenzione e ben altro approfondimento.
Non abbiamo bisogno di vedere distratte le risorse già investite da un'opera ad un'altra. Abbiamo bisogno, una volta per tutte, di interventi strutturali veramente indirizzati alla lotta alla criminalità attraverso una strategia precisa, determinata e chiara di sviluppo di occupazione e di economia sana, che richiede interventi concreti e non generici impegni di principio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, chiedo l'attenzione del sottosegretario Cento, perché si tratta di una questione che lo riguarda. Signor sottosegretario, l'onorevole D'Alia ha posto un problema relativamente ad un ordine del giorno: si tratta dell'opportunità che l'espressione usata nel suo ordine del giorno n. 9/1750/51 in merito all'approdo presso il villaggio Tremestieri venga inserita nel nostro. Noi siamo d'accordo su questo punto. Quindi, se lei non ha obiezioni, riformulilamo l'ordine del giorno n. 9/1750/39 nel senso di aggiungere dopo le parole «completamento piattaforma logistica intermodale con annesso scalo portuale e relativi assi viari» le seguenti: «ivi compreso l'approdo esistente presso il villaggio Tremestieri;» secondo la precisazione del collega D'Alia. Se lei è d'accordo, l'ordine del giorno sarebbe così modificato.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole D'Alia di esprimersi sulla proposta dell'onorevole Violante.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, ringrazio il collega Violante perché la precisazione non è di poco conto, dato che specifica un intervento riguardante la città di Messina che, altrimenti, poteva prestarsi ad equivoci. Considerato ciò, ritiro il mio ordine del giorno n. 9/1750/51 e preannuncio che esprimeremo voto favorevole sull'ordine del giorno Violante n. 9/1750/39, se sarà possibile metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Mi pare che il Governo, almeno dai cenni fatti dal sottosegretario Cento, accetti l'ordine del giorno Violante n. 9/1750/39 nel testo riformulato.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi pare che l'intervento del presidente Violante spinga tutti noi a considerare come un'interpretazione di buon senso e, comunque, più opportuna nell'esame degli ordini del giorno la possibilità di intervenire man mano che gli ordini del giorno vengono posti in votazione. In tal modo, consentiremmo ai presentatori dell'ordine del giorno di dichiarare in quel momento se insistano o meno per la votazione, in base anche al parere espresso dal Governo, e potremmo quindi procedere con le votazioni. Altrimenti, saremmo costretti a svolgere una discussione confusa come questa, nella quale non si sa a quale ordine del giorno si riferisca chi interviene e poi,Pag. 30quando magari arriveremo all'ordine del giorno che riguarda la sicurezza, altri colleghi vorranno intervenire.
Mi permetterei quindi di suggerirle di dare un'interpretazione di buon senso del regolamento e di fare in modo che i colleghi che hanno presentato un ordine del giorno, nel momento in cui esso sta per essere messo in votazione, possano dichiarare se insistano o meno per la sua votazione.
PRESIDENTE. Le assicuro che la Presidenza si fa ispirare sempre dal buon senso e continuerà in tale direzione. Ciò premesso, lei sa che la Presidenza è tenuta a rispettare il regolamento. Se nel rapporto tra i gruppi si crea un clima tale da consentire uno svolgimento più rapido delle nostre discussioni, e quindi delle votazioni, ferma restando la necessità di rispettare le prerogative del Parlamento, la Presidenza farà tutto il possibile per agevolare tali condizioni. Tuttavia, sono i gruppi che devono attivarsi per promuovere un'iniziativa di questo genere.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, in relazione a quanto esposto da lei e dal collega Vito, vorrei rappresentare a lei ed all'Assemblea che, qualora fosse possibile individuare come metodo quello secondo cui in relazione ai parerei espressi dal Governo, coloro che intendono avere chiarimenti chiedono di parlare per dichiarazione di voto, potremmo rapidamente intervenire esclusivamente nei casi in cui ciò è necessario ed arrivare nei tempi dovuti al voto. Questo sicuramente è frutto di un'intesa rispetto alla quale il gruppo de L'Ulivo è disponibile e lo è stato fin dall'inizio.
Accogliamo quindi con totale accordo la sua proposta ragionevole di individuare gli ordini del giorno e le questioni su cui concentrare le dichiarazioni di voto per avere un'idea di come procedere nei nostri lavori (Commenti del deputato Angela Napoli).
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non ho colto con precisione il senso della sua proposta. Fermo restando che le dichiarazioni di voto devono avvenire sul complesso degli ordini del giorno presentati e che è possibile anche dichiarare il voto su un solo ordine del giorno, lei cosa propone?
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, stavo semplicemente dicendo che ciascuno di noi, ovviamente, può intervenire sul complesso degli ordini del giorno per dichiarazione di voto. Se l'esigenza di esprimere tale dichiarazione, venendo incontro a quanto diceva il collega Vito, fosse contenuta e fosse possibile saperlo prima, potremmo essere in grado di conoscere il numero degli interventi sul complesso degli ordini del giorno. Diversamente, se oltre all'intervento sul complesso degli ordini del giorno ritenessimo necessario un tempo aggiuntivo per avere ulteriori chiarimenti, ciò non sarebbe realizzabile.
ANTONIO LEONE. Ma chi l'ha detto?
ROBERTO GIACHETTI. Dicevo semplicemente che nell'ambito delle intese, salvaguardando tutti i principi, poiché credo siano molti gli iscritti a parlare per dichiarazione di voto, qualora dovessimo riscontrare che un certo numero di deputati ha effettivamente interesse a svolgere una dichiarazione di voto per chiedere anche un chiarimento, sarebbe facile programmare i nostri lavori.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che lei auspichi un'intesa su alcuni punti che possano essere oggetto di dichiarazioni specifiche. Mi associo a tale auspicio, ma la Presidenza non può andare oltre l'auspicio: o interviene un'intesa tra i gruppi nella direzione da lei proposta, o mi vedrò costretto a procedere come abbiamo già definito e come ci obbliga il regolamento.Pag. 31
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, sono rimasto sorpreso dal sottosegretario Grandi perché, con grande superficialità, ha espresso un parere contrario sull'ordine del giorno Lenna n. 9/1750/67: evidentemente, signor sottosegretario, lei non ne ha afferrato il senso. La scorsa notte ho cercato di spiegarlo ma, evidentemente, vista l'ora tarda, il rappresentante del Governo sonnecchiava, per cui mi permetta di ritornare su questo ordine del giorno, che ha una grande valenza sociale.
Quasi ogni giorno sentiamo il ministro della salute Turco, ricordando le vecchie gride manzoniane, gridare ripetutamente alla prevenzione, ma, quando viene avanzata la proposta concreta di andare incontro alle famiglie che mandano i propri figli in palestra, viene formulato un parere contrario.
Ripeto, secondo l'OCSE i nostri bambini sono i più obesi d'Europa e l'obesità porta, attraverso certi meccanismi che non è il caso di esaminare, a patologie che costano moltissimo in termini di morbilità, mortalità ed anche dal punto di vista economico, mentre si possono prevenire con un'attività fisica.
Con questo ordine del giorno chiediamo che il Governo mostri almeno l'inizio di una buona intenzione nel predisporre e prevedere delle detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i loro giovani in palestra - questo dovrebbe avvenire anche nelle scuole, ma non si verifica - non per curare l'estetica o ridurre la pancetta, ma per evitare che scorretti stili di vita, in questo caso caratterizzati da inattività, possano condurre a patologie. Quindi, le chiedo un ripensamento sull'ordine del giorno di cui sono cofirmatario perché va in direzione del sociale, del benessere dei cittadini ed anche delle finanze dello Stato, che sarebbe chiamato a spendere meno per le patologie se oggi guardasse con lungimiranza alla prevenzione.
Questi sono gli argomenti che ho cercato di far comprendere ieri sera e che sottopongo all'attenzione del sottosegretario Grandi affinché riconsideri il suo parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Sul complesso della manovra finanziaria, da luglio ad oggi, credo che, senza toni polemici, sia corretto evidenziare ciò che viene dichiarato in quest'aula dal centrodestra. Ieri ho ascoltato con attenzione l'onorevole Tremonti che pubblicizzava la sua politica dei condoni come una politica necessaria per pagare la sanità e la previdenza, perché lo Stato era in grave difficoltà. Quindi, è chiaro che il tema dei conti pubblici è stato affrontato sia dal centrodestra sia dal centrosinistra. Tuttavia, vorrei ricordare quel condono perché in alcuni cittadini ha suscitato la tentazione e la giustificazione di comportamenti elusivi e scorretti nei confronti del fisco. Ricordo esattamente che nelle assemblee i lavoratori autonomi ci chiedevano perché dovessero pagare 300 euro l'anno per ogni dichiarazione dal 1998-1999 fino al 2003, e, se non avessero pagato, il fisco avrebbe potuto accertare gli ultimi sette anni delle loro dichiarazioni.
In quel periodo, quindi, anche i lavoratori autonomi sentivano che il fisco non ragionava delle loro condizioni di lavoro e di vita. Infatti, 300 euro per annualità per non avere da parte del fisco accertamenti sugli ultimi sette anni - chi non pagava il condono veniva sottoposto ad accertamento dal fisco per sette anni, mentre lo statuto del contribuente prevede cinque anni - sono quasi una «pistola alla tempia» nei confronti del lavoro autonomo. Se riportiamo la verifica degli studi di settore ai 4 milioni di cittadini, saranno 100-110 euro ad azienda, molto meno dei 3 mila euro relativi al condono di 300 euro l'anno, costringendo il lavoro autonomo a presentarli anche se coerenti con gli studi di settore.Pag. 32
Pertanto, se discutiamo delle difficoltà, non possiamo accettare lezioni perché, quando sussiste una necessità di risanamento per il bilancio dello Stato, le manovre di luglio, il decreto fiscale e il disegno di legge finanziaria tengono conto di tutto ciò. Pensare di dover fare solo un'operazione di risanamento è un errore perché, se nel decreto di luglio non vi fossero stati i 3,2 miliardi per rifinanziare l'ANAS e le Ferrovie, si sarebbero bloccati i lavori e i cantieri in diversi posti d'Italia. Inoltre, nel decreto fiscale che portiamo all'approvazione in questa sede si è prevista la lotta all'evasione fiscale per 4,7 miliardi sul complesso dei 6,5 miliardi in ingresso.
Ad esempio, quando si dice che «tocchiamo» la casa, quale casa viene interessata? Forse viene operata la rivalutazione catastale solo per le ville in zone agricole perché nel decreto c'è solo questo. Si tratta quindi di una discussione generica, affrontata senza il tema del risanamento, dell'equità e della crescita.
Si dice che si grava più sull'impresa, ma nel centro-nord il cuneo fiscale, l'elemento di riduzione del costo del lavoro, è di 2 punti da marzo 2007, e a regime sarà il 3,2 per ogni addetto nel settore industriale e produttivo purché sia a tempo indeterminato: quindi, anche la scelta sul lavoro a tempo indeterminato è coerente nei confronti dei bisogni del paese.
Per quanto riguarda l'avvio delle pensioni integrative per la generazione che oggi ha quarant'anni, da dodici anni si discute dell'utilizzo del TFR, perché questa generazione non avrà più il sistema retributivo ma solo quello contributivo, per ciò che paga: non è un errore, ma un cambiamento serio nei confronti del paese. Credo che l'accordo delle parti sociali su tale argomento sia necessario. Quindi, occorre discutere con attenzione i temi dell'economia del paese, non legando tutto come se la legge finanziaria facesse vivere o meno un Governo, perché sussistono i bisogni del paese che nessuno deve omettere nella sua riflessione. Fra l'altro, non si possono avere lezioni da chi ha aumentato il debito pubblico, da chi non ha tagliato la spesa e non ha fatto alcuna scelta negli anni passati, ma ha avuto solo la furbizia di chiedere i soldi alle categorie in un altro modo.
PRESIDENTE. Avverto che i deputati del gruppo di Forza Italia che avevano preannunziato di volere intervenire per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno vi hanno rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il nostro gruppo non ha presentato moltissimi ordini del giorno, ma il Governo ha espresso parere contrario. Posso capirne il motivo; mi riferisco anche al mio ordine del giorno n. 9/1750/52, che riguarda un impegno particolare per l'area di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Credo di aver colto il senso e il significato dell'atteggiamento del Governo, che non ha una politica per le infrastrutture. Ieri sera, l'onorevole Franceschini si è speso moltissimo nel fare l'elenco degli impegni in favore delle infrastrutture nel nostro paese, ma non capiamo che fine faranno i fondi destinati alla Fintecna. Infatti, nel momento in cui viene vanificato l'impegno per l'attraversamento stabile dello stretto di Messina, si evidenzia semplicemente un'indicazione generica. Ovviamente, parlavamo di Messina, di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni, perché sussiste una situazione di emergenza.
È stato accolto poi l'ordine del giorno Violante-D'Alia (avendo voluto Violante «arricchire» l'ordine del giorno D'Alia). Ritengo che vi sia una situazione di grande confusione, anche perché salta la politica del corridoio Berlino-Palermo; in questo decreto-legge non si fa cenno nemmeno al corridoio 8 Adriatico-Ionio; vi è una vanificazione - e lo abbiamo letto tutti sulla stampa - della Lione-Torino, che sta vedendo un processo di dissolvimento. Non comprendiamo nemmeno che fine faranno gli impegni per quanto riguarda la strada ionica 106, essendo in corso d'appalto tre maxi-lotti, mentre è stato proseguito l'impegnoPag. 33del Governo precedente con riferimento alla Salerno-Reggio Calabria. Abbiamo certamente dei segnali deludenti, visto e considerato che l'aeroporto di Lamezia Terme avrebbe dovuto avere la gestione totale, mentre questo processo viene inspiegabilmente bloccato, in quanto il protocollo avrebbe dovuto essere sottoscritto tre giorni fa.
Al di là delle buone intenzioni consumate in questi giorni, si assiste alla conversione e ad un'involuzione per quanto riguarda la politica infrastrutturale del nostro paese. Inoltre, come abbiamo visto in Commissione trasporti pochi giorni fa, l'amministratore delegato della holding delle ferrovie ha dichiarato che di sicuro non vi sono grandi dispiegamenti di forze, di energie e di risorse per ciò che riguarda la politica del trasporto su ferro nel nostro paese.
Vorrei pregare il sottosegretario Cento - se mi consente di usare da laico la battuta del termine «pregare» - di rivedere il giudizio su questo ordine del giorno, anche perché forse ha una pecca: è firmato da un rappresentante dell'attuale opposizione. Se fosse stato firmato da un rappresentante della maggioranza, forse (e abbiamo visto la vicenda dell'onorevole Violante) - Paolo Cento non affermi il contrario -, avrebbe avuto una diversa accoglienza ed attenzione. Almeno, ai miei tempi, rispetto ad un intervento per un'area a rischio di grande difficoltà, come quella che ho indicato, si valutava la possibilità di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione. Il «no» all'accoglimento è la conseguenza di una linea di tendenza di carattere culturale, per la quale l'attuale Governo ha superato tranquillamente la politica delle infrastrutture e, soprattutto, la politica dello sviluppo e, ciò che è più drammatico, la politica del Mezzogiorno. Con riferimento a quest'ultima, manca, com'è evidente, una visione complessiva, di raccordo e di collegamento con l'Europa centrale, attraverso il Mezzogiorno, con il Mediterraneo. Questo certamente è un fatto grave che non ci tranquillizza, ma soprattutto ci preoccupa assai (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, sono francamente sorpreso del modo in cui si è ritenuto di affrontare sia da parte del Governo, sia da parte di molti deputati dell'attuale maggioranza, il tema che abbiamo posto con l'ordine del giorno Oliva n. 9/1750/44. Vi è una dimensione della questione che riguarda il ponte sullo stretto di Messina e che sta al di sopra dei ragionamenti svolti in quest'aula. Essa investe i temi della politica dello sviluppo e della intermodalità italiana ed europea. Su questa dimensione sono sempre stati d'accordo tutti, ivi compreso, per primo, il Presidente del Consiglio dei ministri che - come ho ricordato più volte la scorsa notte -, attraverso precise dichiarazioni rese e trascritte sui più autorevoli quotidiani italiani, si è reso conto, anche nella prima fase del suo precedente Governo, dell'importanza del fatto.
La Sicilia è per sua natura una piattaforma logistica e quando finirà - perché dovrà finire - la spinta propulsiva dell'economia indiana e soprattutto cinese, sarà all'interno del proprio mercato che questa spinta verrà rivolta. Sarà allora proprio nel continente africano che si aprirà la nuova partita. I paesi che si trovano all'interno del continente africano si troveranno naturalmente ad esporsi nell'area europea, non più utilizzando il corridoio italiano, ma privilegiando ancor più ciò che già esiste, ovvero i due maggiori punti di accesso all'Europa, la Francia e la Spagna.
Nel momento in cui noi rinunciamo a realizzare il ponte sullo stretto abbiamo distrutto la nostra intermodalità, che in Italia per chi non lo sa - e sono in molti a non saperlo - si ferma in buona sostanza a Bologna e a Verona, al quadrante Europa. L'intermodalità è una cosa complessa!Pag. 34Ho sentito parlare nell'ordine del giorno del collega onorevole Violante dell'intermodalità siciliana a Messina. Ma sapete esattamente che cosa significa la realizzazione di un interporto e in che modo esso interagisce sul piano dello sviluppo economico? Qual è il rapporto tra ferro, gomma, acqua e aria? Allora, non diciamo sciocchezze in libertà, se non siamo in grado di approfondire tecnicamente le questioni. Il ponte sullo stretto è anzitutto una necessità nazionale! Solo in un successivo momento, e lo dico soprattutto ai parlamentari siciliani per i quali provo vergogna...
PIETRO ARMANI. Anche i calabresi!
GIUSEPPE MARIA REINA. Solo poi, si presenta anche quel problema annoso e storico per noi siciliani e se volete anche per i calabresi (Commenti - Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)! Solo dopo si presenta la nostra storica aspirazione! Sono gli interessi del paese che vanno salvaguardati e non è possibile che soltanto per una ripicca ideologica obbediate agli organi di partito! Vergognatevi! Vergognatevi (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 12,14)
GIUSEPPE MARIA REINA. Questa è la storia! Informatevi prima di parlare, non dite «paparate»! Informatevi sull'intermodalità del paese e su ciò che vuol dire interporto. Il ponte sullo stretto, vi piaccia o no, è il nodo dello sviluppo del paese e non solo della Sicilia o della Calabria (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
Ed è per questo che noi continueremo la battaglia. Non illudetevi! Voi avete una maggioranza numerica surrettizia in quest'aula, ma avete già perso nel paese, come nel meridione, e perderete ancora di più, perché siete fuori dal consenso e dalle aspirazioni vere della gente (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno il deputato Fundarò. Ne ha facoltà.
MASSIMO SAVERIO ENNIO FUNDARÒ. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma sull'ordine del giorno Violante-D'Alia n. 9/1750/39, perché ne condivido le ragioni; tuttavia secondo me è utile chiarire che facciamo riferimento all'ordinanza della protezione civile per la realizzazione dell'approdo di Tremestieri. Crediamo che questa sia un'opera necessaria per far sì che il centro di Messina e la città tutta siano liberati dai TIR e dalle automobili, beneficiando di un grosso sollievo dal punto di vista del traffico e dello smog.
È chiaro che bisognerà specificare che l'opera rientra in quel 90 per cento delle somme destinate alla Sicilia e alla Calabria. Infatti, è bene chiarire che non riguarda il 10 per cento destinato al recupero del suolo ambientale per dissesto, percentuale prevista con un altro stanziamento.
Per quanto concerne l'intervento del mio collega siciliano, vorrei fare semplicemente una battuta perché è chiaro che non si può ogni volta riprendere il discorso sul ponte. Infatti, abbiamo già stabilito con una mozione parlamentare che non è un'opera prioritaria per il sistema delle opere pubbliche italiane.Pag. 35
Chiedo soltanto se mi trova un solo imprenditore siciliano, di quelli veri, che abbia interesse a costruire il ponte, perché gli imprenditori siciliani hanno interesse a fare i porti, a potenziare gli aeroporti, per la necessità di portare in dodici ore i nostri prodotti ai mercati di Francoforte e di Londra, con gli aerei, le navi e attraverso l'autostrada del mare. Sono queste le opere che servono alla Sicilia!
Tutto questo interesse avrebbe dovuto essere dimostrato nei cinque anni di Governo Berlusconi, interesse a realizzare acquedotti, depuratori e tutto quello che non hanno fatto: sono le opere infrastrutturali che servono veramente alla Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, colleghi parlamentari, sono rimasto estremamente colpito dal fatto che il Governo abbia accolto come raccomandazione l'ordine del giorno Zanella n. 9/1750/14, che porta anche la mia firma, oltre a quella di tutti i parlamentari di Venezia.
Quando eravamo maggioranza e l'onorevole Zanella era all'opposizione, quest'ultima sosteneva che accogliere un ordine del giorno come raccomandazione non serve assolutamente a nulla. E allora, collega Zanella, collega Cacciari, per quale motivo, rispetto ad un ordine del giorno così importante, che offre la possibilità al comune di Venezia di continuare quel programma di interventi per il risanamento igienico ed edilizio previsto dalla legge n. 798 del 1984, che impegna il Governo ad adottare ogni atto necessario affinché una quota di finanziamenti, già presenti e già destinati a Venezia, possa essere dirottata in tale direzione, l'ordine del giorno Zanella n. 9/1750/14 non viene accettato, invece di accoglierlo soltanto come raccomandazione?
La verità è una sola, e cioè che su Venezia finalmente il Governo, questo Governo di sinistra, ha gettato la maschera. Siamo in presenza di una situazione drammatica: per la salvaguardia, nella legge finanziaria sono previsti soltanto 15 milioni di euro; per la legge speciale su Roma capitale, 150 milioni di euro, e, grazie a Bertinotti, forse abbiamo tolto a questa voce 71 milioni di euro che non competevano. Vi è una sperequazione: 15 milioni di euro per la salvaguardia di Venezia quando ne servirebbero almeno 60 o 70! Se paragoniamo questo con le politiche a favore di Venezia del precedente Governo Berlusconi, da voi tanto criticato per insufficienza di fondi, la differenza è abissale.
Signor Presidente, colleghi, perché - ripeto - accogliere l'ordine del giorno soltanto come raccomandazione, quando la raccomandazione è come l'acqua che scorre tranquillamente nei fiumi, mentre invece a Venezia l'acqua potrebbe danneggiare in maniera irrecuperabile la nostra città? Vorrei ricordare in questa sede che, rispetto ai Governi precedenti che hanno parlato tutti di salvaguardia di Venezia, se vi è stato un merito del Governo Berlusconi è stato quello di essere l'unico che per questa finalità ha stanziato i quattrini, «gli sghei», come si dice a Venezia.
Allora, collega Fabris, i tuoi stessi colleghi della maggioranza ti attaccano, e non solamente a Venezia, perché assieme a Di Pietro volete continuare, giustamente, un'opera a salvaguardia della nostra città. L'ordine del giorno in oggetto impegna il Governo ad avere un'attenzione diversa e doverosa nei confronti di Venezia, a riequilibrare, anche per non essere considerati bugiardi.
Il Vicepresidente del Consiglio Rutelli è venuto a Venezia e ha detto che l'unica mostra del cinema deve essere quella di Venezia, e anzi che avrebbe aiutato il comune di Venezia nella realizzazione della nuova sede per la mostra, il Palazzo del cinema di Venezia. Nel disegno di legge finanziaria è previsto uno stanziamento di «zero lire» per Venezia, mentre per il Palazzo e la mostra del cinema a Roma sono previsti 20 milioni di euro.
Onorevole Rutelli, bisognerebbe essere molto più concreti e sinceri, non dire lePag. 36bugie, non promettere a Venezia quello che non si vuole dare, visto che con questo Governo si intende affossare sempre di più la nostra realtà, tanto è vero che lo stesso sindaco Cacciari, il vostro sindaco, si ribella e domenica sarà in piazza, con i rappresentanti delle categorie economiche, a protestare contro questa legge finanziaria e contro questo decreto-legge fiscale che nemmeno lui vuole.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CESARE CAMPA. Credo che sia sotto gli occhi di tutti noi l'incapacità di dare una risposta coerente ad un ordine del giorno che è in sintonia con i precedenti atti di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono altri colleghi che chiedono di intervenire per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno, passiamo ai voti.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Lovelli n. 9/1750/1 e Catanoso n. 9/1750/3, accolti dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno Iacomino n. 9/1750/4, Andrea Ricci n. 9/1750/5 e Pegolo n. 9/1750/7, accettati dal Governo, non insistono per la votazione, così come non insistono per la votazione i presentatori dell'ordine del giorno Mungo n. 9/1750/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
Onorevole Goisis, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/9, non accettato dal Governo?
PAOLA GOISIS. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/1750/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 265).
Prendo atto che l'onorevole Boato non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Onorevole Garavaglia, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/10, non accettato dal Governo?
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1750/10, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto inoltre che il deputato Strizzolo non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/12, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto altresì che i presentatori dell'ordine del giorno D'Elpidio n. 9/1750/13 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto inoltre che i presentatori degli ordini del giorno Zanella n. 9/1750/14,Pag. 37accolto dal Governo come raccomandazione, e Buontempo n. 9/1750/15, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto infine che i presentatori degli ordini del giorno Alessandri n. 9/1750/16 e Allasia n. 9/1750/17, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alessandri n. 9/1750/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1750/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato Bodega presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1750/18, accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che il deputato Brico insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/19, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bricolo n. 9/1750/19, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 246).
Prendo atto che il deputato Satta non è riuscito a votare.
Prendo atto inoltre che il deputato Brigandì non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/20, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto altresì che il deputato Cota non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/21, accolto dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Dozzo n. 9/1750/22 e Dussin n. 9/1750/23, accolti dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Prendo atto inoltre che i presentatori degli ordini del giorno Fava n. 9/1750/24 e Filippi n. 9/1750/25 accettano la riformulazione proposta, rispettivamente dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto infine che il deputato Fugatti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/26, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/1750/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 38
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 267).
Prendo atto che il deputato Gibelli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/27, accolto dal Governo come raccomandazione, e che il deputato Giancarlo Giorgetti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/28 e non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno Grimoldi n. 9/1750/29 e Lussana n. 9/1750/30, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1750/29, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lussana n. 9/1750/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 235).
Prendo atto che l'onorevole Maroni non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/31, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno da Montani n. 9/1750/32 a Stucchi n. 9/1750/35, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/1750/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pini n. 9/1750/33, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pottino n. 9/1750/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/1750/35, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 264).
Prendo atto che l'onorevole Crisafulli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/36, accettato dal Governo.
PIER PAOLO CENTO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Lomaglio n. 9/1750/37, il Governo modifica il precedente avviso accettando l'ordine del giorno se viene accolta la seguente nuova formulazione: nella premessa, al terzo capoverso, laddove si dice «con la legge finanziaria per il 2006 i fondi INAIL, che avrebbero dovuto consentire la realizzazione dei piani di investimento deliberati dall'istituto nell'agosto del 2005», le parole «sono stati altrimenti utilizzati dal Governo» sono sostituite dalle seguenti: «non sono stati resi disponibili a tale fine».
Di conseguenza, laddove si impegna il Governo «ad adottare tutte le opportune iniziative volte ad autorizzare», si riformula il periodo inserendo le parole: «nel rispetto delle norme vigenti» prima delle parole «(...) l'INAIL a procedere alla definizione». Se viene accettata questa riformulazione, il Governo accetta l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Lomaglio accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/37.
Prendo atto che il deputato D'Ulizia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/38, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto altresì che il deputato Violante non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/39, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo a leggere la riformulazione dell'ordine del giorno Violante n. 9/1750/39; insieme ad altri colleghi, vorrei sottoscriverlo. Nel contempo, confermo il ritiro del mio ordine del giorno n. 9/1750/51.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: dopo le parole «completamento piattaforma logistica intermodale con annesso scalo portuale e relativi assi viari» sono inserite le seguenti: ivi compreso l'approdo esistente presso il villaggio Tremestieri;».
Pag. 40BASILIO GERMANÀ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare di voler aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/1750/39. Mi auguro però che si agisca concretamente nel senso indicato, così come ha fatto il Governo Berlusconi, che in tre anni ha realizzato gli approdi.
PIER PAOLO CENTO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Così come avevo anticipato, ovviamente il parere sull'ordine del giorno nella nuova formulazione è favorevole, condividendo il Governo le precisazioni che l'onorevole Fundarò ha fatto nel suo intervento specifico nel momento in cui ha dichiarato di aggiungere la sua firma al medesimo ordine del giorno.
GIUSEPPE FALLICA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Violante n. 9/1750/39.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Tolotti accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/40.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno Filipponio Tatarella n. 41 e Bono n. 42, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filipponio Tatarella n. 9/1750/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bono n. 9/1750/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 467
Astenuti 15
Maggioranza 234
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 269).
Prendo atto che l'onorevole Adenti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/43 e non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oliva n. 9/1750/44, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliva n. 9/1750/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 41
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 460
Astenuti 20
Maggioranza 231
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Del Mese non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/45, accettato dal Governo, e che il deputato Mario Ricci accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/46.
Prendo atto altresì che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Adolfo n. 9/1750/47, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adolfo n. 9/1750/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 267).
Prendo atto che l'onorevole Peretti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/48, accettato dal Governo.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno Contento n. 9/1750/49, accolto dal Governo come raccomandazione, e da Barbieri n. 9/1750/50 a Delfino n. 9/1750/54, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Contento n. 9/1750/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbieri n. 9/1750/50, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 474
Astenuti 5
Maggioranza 238
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/1750/52, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 464
Astenuti 16
Maggioranza 233
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscito a votare.
Pag. 42Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ronconi n. 9/1750/53, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 477
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Delfino n. 9/1750/54, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 263).
Onorevole Formisano, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/55, accolto dal Governo come raccomandazione?
ANNA TERESA FORMISANO. No, signor Presidente. Mi auguro, però, che il Governo faccia seguire all'accoglimento dell'ordine del giorno come raccomandazione atti concreti perché, altrimenti, le famiglie non godranno del beneficio che auspichiamo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Galletti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/56.
Prendo atto altresì che il deputato D'Agrò insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/57, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Agrò n. 9/1750/57, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Quartiani accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/58 e che il deputato Angelo Piazza non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9 /1750/59, accettato dal Governo.
Prendo atto altresì che il deputato Verro insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/60, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verro n. 9/1750/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 270).Pag. 43
DANTE D'ELPIDIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente vorrei chiedere di apporre la nostra firma - la mia e quella dei colleghi del gruppo Popolari-Udeur - all'ordine del giorno Angelo Piazza n. 9/1750/59.
PRESIDENTE. Sta bene.
Onorevole Fallica, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/62?
GIUSEPPE FALLICA. Presidente, speravo veramente che, finalmente, questo problema per le isole minori potesse (Commenti)...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fallica, siamo in una fase...
GIUSEPPE FALLICA. È una vergogna, signor Presidente!
PRESIDENTE. Mi scusi, ma non possiamo riaprire la discussione.
Prendo atto che il deputato Fallica insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1750/62, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fallica n. 9/1750/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Satta non è riuscito a votare.
Chiedo al deputato Biancofiore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9 /1750/63, accolto dal Governo come raccomandazione.
MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, non insisto. Vorrei solo associarmi all'auspicio formulato dal collega intervenuto precedentemente, cioè che a questo ordine del giorno, accolto come raccomandazione, seguano atti concreti, perché ci sono delle minoranze territoriali all'interno dell'Alto Adige che vanno tutelate (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bruno n. 9/1750/64, D'Ippolito n. 9/1750/65 e Lenna n. 9/1750/67, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno n. 9/1750/64, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ippolito n. 9/1750/65, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 44
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 483
Votanti 465
Astenuti 18
Maggioranza 233
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenna n. 9/1750/67, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
DOMENICO DI VIRGILIO. Presidente! Chiedo di parlare!
PRESIDENTE. Onorevole Di Virgilio, le darò la parola sul successivo ordine del giorno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 223).
Prendo atto che i deputati Satta e Dioguardi non sono riusciti a votare.
DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo al Governo un ripensamento, in considerazione della particolare valenza dell'ordine del giorno n. 9/1750/67. Faccio appello alla sensibilità di tutti i colleghi e sottolineo che con questo ordine del giorno si va incontro alle famiglie che mandano i loro figli ad esercitare una attività fisica per prevenire l'obesità e altre patologie. Mi sembra una richiesta sacrosanta e per questo ho chiesto al sottosegretario Grandi di rivedere il parere contrario espresso dal Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato gli interventi succedutisi nella fase dell'illustrazione degli emendamenti (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Vorrei precisare che la ragione per la quale è stato espresso un parere contrario sull'ordine del giorno Lenna n. 9/1750/67 risiede nel fatto che nella finanziaria è contenuta una norma che riguarda la stessa materia. Per congruenza, sarebbe più opportuno esaminare questo ordine del giorno nell'ambito della discussione sulla legge finanziaria. Se, in questo momento, il proponente insiste per ricevere una sorta di «prenotazione» rispetto alla legge finanziaria, possiamo accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma, evidentemente, c'è stata un po' di confusione, perché l'ordine del giorno è già stato respinto dall'Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Si tratta dell'ordine del giorno Lenna n. 9/1750/67, rispetto al quale ho annunciato il parere contrario del Governo, cui ha fatto seguito la votazione. Non possiamo...
DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Presidente, mi scusi per l'insistenza. Prima di porre in votazione l'ordine del giorno, lei aveva il dovere di sentire il Governo, dal momento che avevo chiesto una riconsiderazione del parere. Quindi, non doveva porre in votazione l'ordine del giorno, tanto è vero che io non ho neanche fatto in tempo a votare. Il Governo ha svolto delle considerazioniPag. 45sulle quali desidero intervenire; ritengo comunque che lei dovrebbe annullare la votazione.
PRESIDENTE. No, non si può annullare la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
DOMENICO DI VIRGILIO. Questo modo di procedere non mi sembra corretto!
PRESIDENTE. Vorrei chiarire che abbiamo svolto una lunga e approfondita discussione in fase di illustrazione degli ordini del giorno, che si presume il Governo abbia ascoltato. Il Governo, al termine di quella discussione, ha espresso il suo parere e, alla fine, dopo che lo stesso è stato comunicato all'Assemblea, si è passati alle votazioni, precedute da una fase di dichiarazioni di voto.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la confusione che si è determinata non è certo dovuta al nostro atteggiamento, perché noi siamo addivenuti all'idea di non intervenire sul complesso degli ordini del giorno, anche perché, come lei sa meglio di me, visto che lei presiede ed io no, nel momento in cui c'è arrivato persino Giachetti a dirlo prima (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). .. Dico «persino», nel senso che lo ha detto dopo. Qualche chiarimento sull'ordine del giorno andava fornito. Non si può precludere al deputato di intervenire sul proprio ordine del giorno.
Tra l'altro, quando il collega Di Virgilio ha chiesto la parola, lei - non ho capito perché - aveva appena aperto la votazione e gli ha detto che gli avrebbe dato la parola sul successivo ordine del giorno. Non ho capito cosa avrebbe conseguito l'onorevole Di Virgilio parlando sul successivo...
Inoltre, nel momento in cui è intervenuto il sottosegretario Grandi, ha comunque aperto una discussione su quell'argomento, che può tranquillamente portare la Presidenza a considerare in non cale ciò che è accaduto, annullando quella votazione. Ci sarà il balletto degli interventi del collega di Virgilio e del Governo e poi la votazione...
Non c'è intenzione, da parte nostra, di non andare avanti, come peraltro, state vedendo. Ma che, addirittura, non ci si permetta neanche di intervenire su problemi importanti come quelli posti dal collega Di Virgilio, mi sembra un po' troppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, vorrei dare un suggerimento, se è possibile. Il collega Di Virgilio aveva chiesto effettivamente di intervenire: l'ho visto anche io. Purtroppo, c'è stato un fraintendimento e non ha parlato.
Lei si trova davanti a una situazione delicata, perché, avendo l'Assemblea già proceduto alla votazione, capisco, mettendomi nei suoi panni, che lei faccia fatica a stabilire un precedente annullando la votazione.
Pertanto, formulo una proposta, che, se ove vi fosse l'intesa di tutti, potrebbe essere realizzabile. In particolare, ritengo che si possa ovviare alla situazione imbarazzante che si è creata procedendo ad una riformulazione dell'ordine del giorno da parte dell'onorevole Di Virgilio, che, a questo punto, andrebbe in coda agli altri ordini del giorno e consentirebbe all'onorevole Di Virgilio stesso e al Governo di esprimersi nella fase finale.
In questo modo, non si creerebbe un precedente che la metterebbe in imbarazzo e si verrebbe incontro alle esigenze prospettate dall'onorevole Di Virgilio (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici di Sinistra e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, la proposta del presidente Casini è utile per sbloccare la situazione, ma, visto l'intervento del Governo che ha modificato il parere e considerato che vi è stata una certa mancanza di chiarezza con riferimento a questo ordine del giorno, la Presidenza può annullare la votazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici di Sinistra e dei Democratici di Centro)) e disporre l'eventuale ripetizione.
DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, non insisto per la votazione dell'ordine del giorno Lenna n. 9/1750/67, che è stato accolto dal Governo come raccomandazione ed accetto il suggerimento di affrontare nuovamente questo argomento nel corso dell'esame della finanziaria. Comunque, già la sensibilità dimostrata dal Governo in questo senso mi soddisfa parzialmente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici di Sinistra e dei Democratici di Centro)).
PIER FERDINANDO CASINI. Bravo!
PRESIDENTE. Dunque, passiamo ai voti.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Brancher n. 9/1750/68, accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brancher n. 9/1750/68.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 270).
Prendo atto che il deputato Grassi non è riuscito a votare.
Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno da Carlucci n. 9/1750/69 a Gregorio Fontana n. 9/1750/77, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carlucci n. 9/1750/69, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Grassi non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berruti n. 9/1750/70, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 268).Pag. 47
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vitali n. 9/1750/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cicu n. 9/1750/72, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/1750/73, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1750/74, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1750/75, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marras n. 9/1750/76, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 272).Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1750/77, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 274).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Mario Pepe n. 9/1750/78, accolto dal Governo come raccomandazione, Laudini n. 9/1750/79 e Mormino n. 9/1750/80, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/1750/78, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laurini n. 9/1750/79, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mormino n. 9/1750/80, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 272).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Paniz n. 9/1750/81 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che i presentatori dell'ordine del giorno Costa n. 9/1750/82, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costa n. 9/1750/82, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cesaro n. 9/1750/83, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione. Prendo atto altresì che i presentatori dell'ordinePag. 49del giorno Pelino n. 9/1750/84, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pelino n. 9/1750/84, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/1750/85, accettato dal Governo, non insistono per la votazione. Prendo atto altresì che i presentatori degli ordini del giorno da Cicchitto n. 9/1750/86 a Verdini n. 9/1750/90, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cicchitto n. 9/1750/86, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/1750/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 483
Votanti 481
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carfagna n. 9/1750/88, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 483
Astenuti 6
Maggioranza 242
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ponzo n. 9/1750/89, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verdini n. 9/1750/90, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 272).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fitto n. 9/1750/91, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori degli ordini del giorno da Moroni n. 9/1750/92 a Leone n. 9/1750/106, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moroni n. 9/1750/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele n. 9/1750/93, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1750/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1750/95, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1750/96, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Grassi non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Minardo n. 9/1750/97, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1750/98, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misuraca n. 9/1750/99, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/1750/100, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/1750/101, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Casero n. 9/1750/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 272).Pag. 52
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crosetto n. 9/1750/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/1750/104, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giudice n. 9/1750/105, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 270).
Prendo atto che il deputato Grassi non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/1750/106, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 278).
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Boscetto n. 9/1750/107.
GABRIELE BOSCETTO. Sì, signor Presidente, e non insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Beltrandi n. 9/1750/108, accolto dal Governo come raccomandazione, e Turco n. 9/1750/109 e Villetti n. 9/1750/110, accettati dal Governo.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Nan n. 9/1750/111, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/1750/111, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 274).Pag. 53
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1750/112, accolto dal Governo come raccomandazione.
GIUSEPPE FINI. No, signor Presidente, non insisto, ma vorrei che il Governo, sul problema degli estimi catastali, assumesse maggiori impegni.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Zorzato n. 9/1750/113 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Milanato n. 9/1750/116, Franzoso n. 9/1750/117 e Rosso n. 9/1750/119, non accettato dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Milanato n. 9/1750/116, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franzoso n. 9/1750/117, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosso n. 9/1750/119 non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 271).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/1750/120, accettato dal Governo.
Prendo atto, altresì, che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Alfredo Vito n. 9/1750/121, Ravetto n. 9/1750/123 e Aracu n. 9/1750/125.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alfredo Vito n. 9/1750/121, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ravetto n. 9/1750/123, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aracu n. 9/1750/125, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 272).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Romagnoli n. 9/1750/126 accolto come raccomandazione dal Governo.
MASSIMO ROMAGNOLI. No, signor Presidente, non insistiamo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Pili n. 9/1750/127, Fedele n. 9/1750/129 e Migliori 9/1750/130.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/1750/127, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedele n. 9/1750/129, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 274).
Prendo atto che il deputato Dato non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Migliori n. 9/1750/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 274).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei sapere in che modo la Presidenza intenda organizzare i lavori, vale a dire le fasi delle dichiarazioni di voto finale e del voto finale. In altri termini, vorrei sapere se intenda effettuare o meno una sospensione della seduta, per poi riprenderePag. 55successivamente i lavori. Le dichiarazioni di voto finale possono essere una per ogni gruppo parlamentare oppure 132 per ogni gruppo. Insomma, regoliamoci...
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Leone, che interviene per la seconda volta, che capisco l'esigenza, viste le autorevoli presenze, di fare prove muscolari. Tuttavia, noi siamo consapevoli del fatto che le dichiarazioni di voto possono essere una come 130. Ciascuno di noi è consapevole di come debbano procedere i lavori dell'Assemblea e noi saremo ligi e pronti ad esprimere il voto finale, quando sarà possibile.