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Si riprende la discussione congiunta.
(Ripresa discussione congiunta sulle linee generali - A.C. 1746-bis-B e A.C. 1747-B)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor ministro, noi vorremmo ringraziarla per aver assunto, in un momento particolare della vita economica e finanziaria del nostro paese, la guida di questo dicastero. In un momento difficile, dicevo. La vorremmo ringraziare perché lei è stato colui che ha riconfermato con questa finanziaria ciò che ci aveva detto nel documento di programmazione economico-finanziaria.
Lei, signor ministro, aveva indicato tre pilastri importanti per lo sviluppo e per il rilancio del paese a livello europeo e internazionale: la competitività, il rientro del debito e l'equità. Noi stiamo seguendo quella strada, lei sta seguendo quella strada. Abbiamo in questa finanziaria interventi che vanno nella direzione del recupero della competitività del nostro paese: non per niente vi è la riduzione del cuneo fiscale, non per niente vi sono interventi che riguardano appunto il credito di imposta, la ricerca, le problematiche che investivano anche il nostro paese per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Una competitività che cresce, chePag. 47deve crescere ancora di più. Si tratta di un problema che lei ha affrontato con grande determinazione e grande convinzione, al di là poi delle considerazioni che il presidente di Confindustria esprime in questo periodo.
Io credo che quello stesso presidente avrebbe dovuto ringraziare lei e il Governo per tutti gli interventi che sono a favore dell'impresa italiana, e certamente il presidente di Confindustria avrebbe dovuto guardare più all'interno della sua organizzazione per capire perché il mondo industriale non riesce a sfondare sui mercati internazionali. Egli quindi avrebbe dovuto fare autocritica per come non vi è innovazione, per come non vi sono momenti importanti dei cicli di rinnovamento all'interno delle aziende.
Probabilmente questa industria negli anni passati ha usufruito semplicemente dei finanziamenti dello Stato e non è intervenuta nel sistema globale in cui oggi viviamo.
Signor ministro, lei ci aveva detto che saremmo rientrati dal debito e così è; infatti, questa finanziaria di fatto ci farà ritornare sotto il tetto del 3 per cento del rapporto deficit-PIL. Si tratta dello stesso impegno che aveva assunto il precedente Governo con l'Unione europea e che, comunque, non si sarebbe verificato nell'anno 2007 se lei non avesse affrontato con determinazione questa manovra finanziaria. Una manovra finanziaria che viene definita eccessiva - 35 miliardi di euro -, dimenticando probabilmente con grande superficialità che la scorsa finanziaria, cioè l'ultima finanziaria del Governo Berlusconi, è stata di circa 27 miliardi di euro e che doveva determinare quegli elementi di crescita e di equità; quindi, doveva fare in modo che il paese rientrasse dal debito. Questo, però, non si è verificato perché gli indicatori che avevamo in questo anno riportavano appunto elementi estremamente preoccupanti per la vita economica del nostro paese.
Come lei ha giustamente sostenuto in più audizioni, occorre equità, ma si sta dicendo da più parti che questa equità è stata determinata da interventi, da condizionamenti da parte della cosiddetta sinistra radicale; invece, io vorrei ricordare con chiarezza in quest'aula che probabilmente questa equità esiste in virtù anche delle norme costituzionali di cui non si sono curati i precedenti Governi che facevano comunque pagare meno tasse ai più ricchi.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 13)
LELLO DI GIOIA. Si contesta la riforma del cosiddetto secondo modulo di Tremonti, affermando che questo Governo ha imposto più tasse, facendo riferimento a quello che è accaduto col precedente Governo; a tal proposito è necessario ricordare che il vecchio Governo, oltre alla rideterminazione delle aliquote d'imposta, ha introdotto imposte indirette pari a circa 6 miliardi di euro che toccavano direttamente i ceti più deboli della nostra società, equiparandoli a quelli più ricchi. Noi siamo intervenuti con determinazione sull'equità, abbiamo rilanciato quello che era stato tolto dal Governo precedente, cioè gli interventi nel sociale.
Ricordiamo che erano stati espunti 500 milioni di euro dagli interventi della cosiddetta legge n. 328 del 2000, mentre oggi interveniamo sugli anziani, sull'infanzia e su quei settori che avevano determinato uno squilibrio sociale nel nostro paese; quindi, operiamo per un riequilibrio complessivo del paese perché, comunque, riteniamo che l'Italia abbia bisogno di più equità e di più giustizia.
Signor ministro, membri del Governo, si è sostenuto da più parti - soprattutto da autorevoli personaggi del centrodestra - che questa manovra poteva essere molto più leggera, cioè di 15 miliardi di euro. Porrei una domanda con molta tranquillità, direi sommessamente: se siamo intervenuti sulla competitività, riducendo il cuneo fiscale di circa 6 miliardi di euro, se siamo intervenuti restituendo respiro alle Ferrovie dello Stato e per rilanciare il sistema di trasporto su rotaie, che per il vecchio Governo non è stato certamentePag. 48un tema determinante (infatti, nella vecchia legge finanziaria sono stati tolti fondi per le ferrovie), se siamo intervenuti sull'ANAS, stanziando ulteriori risorse, nonché sui porti e sui settori nevralgici per rilanciare l'economia di questo paese, come si poteva rientrare dal debito con 15 miliardi di euro?
Lei ha fatto bene a presentare questo disegno di legge finanziaria con determinazione. E noi della Rosa nel Pugno la invitiamo a continuare con tale determinazione, per affrontare i nodi strutturali, ossia le pensioni, la pubblica amministrazione, le liberalizzazioni e le privatizzazioni: ciò che il vecchio Governo non è stato in grado di fare. Noi della Rosa nel Pugno saremo accanto a lei, convinti di dare risposte al paese, convinti che usciremo dalla crisi in cui ci siamo trovati, convinti che l'Europa - come oggi sta facendo - restituirà credibilità al nostro paese.
Signor Presidente, signor ministro, membri del Governo, da più giorni, anche in quest'aula, si sta parlando dello scempio di quella norma che spazzerebbe via quei «reati», tra virgolette, riguardanti la pubblica amministrazione nei confronti della Corte dei conti. Ebbene, noi la elimineremo con un provvedimento e faremo in modo che non vi sia nemmeno questo elemento. Ma svolgo una considerazione: è più negativa tale questione o le tante leggi ad personam a favore del corruttore e dei corrotti? Poniamoci questo problema, colleghi del centrodestra, e probabilmente non saremo più tanto espliciti e tanto critici su quello che involontariamente è stato inserito!
In conclusione, come ho detto, La Rosa nel Pugno sostiene questo disegno di legge finanziaria. La Rosa nel Pugno esprimerà un voto favorevole sul disegno di legge finanziaria, perché siamo convinti che con tale provvedimento e con ciò che accadrà nel prossimo futuro saremo in grado di dare risposte ai bisogni del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, signor ministro, signori sottosegretari, signor relatore, credo che questo disegno di legge finanziaria abbia deluso gli italiani per tanti motivi. Il primo motivo è che avevate dato l'impressione o, meglio, l'illusione che finalmente sarebbero arrivate al Governo persone preparate e tecnici competenti.
Nella stesura del disegno di legge finanziaria, in realtà, credo che non si sia mai giunti tanto in basso come quest'anno, innanzitutto, sui numeri della manovra (30, 35, 33 miliardi di euro).
Poi, nel merito, avendo avuto tutta l'estate per preparare la revisione dell'IRPEF, avete dovuto modificarla. Sulla tassa di successione siete andati avanti e indietro e per quanto concerne il bollo e le automobili avete cambiato idea quattro o cinque volte.
Sul TFR - doveva essere un intervento cardine della manovra finanziaria - avete dovuto cambiare idea, introducendo, apro una parentesi, signor ministro, una soglia, quella dei 50 dipendenti, che è l'ennesima stupida soglia, per quanto riguarda le aziende italiane, che pagheremo tutti e, soprattutto, i dipendenti!
Avete fatto marcia indietro su troppe cose! Credo che abbiate commesso un errore di impostazione: avete cercato di spiegare a tutti che il vostro obiettivo era quello di salvare il rapporto deficit/PIL, forse, però, dimenticandovi, signor ministro, che un rapporto si migliora agendo sul numeratore e sul denominatore. Voi avete agito male sul numeratore (pochi tagli e molte tasse) e malissimo sul denominatore.
Le previsioni non provengono solo dall'ufficio studi di Confindustria, ma anche dalle altre primarie agenzie di previsione, italiane e straniere: si prevede per il 2007 una diminuzione della crescita del PIL e, pertanto, un deterioramento del rapporto deficit-PIL che tanto vi stava a cuore.
Vi sono due ragioni principali della delusione degli italiani. La prima, probabilmentePag. 49la principale, è il peso insostenibile che la tassazione ha raggiunto e che, grazie alla vostra finanziaria, si è aggravato.
Da una analisi microeconomica su ciò che accade veramente alle famiglie italiane, considerando la pressione fiscale, con la contabilizzazione, come si dovrebbe fare, dei contributi previdenziali, risulta che un operaio che guadagna 25 mila euro all'anno e ha moglie e due figli a carico paga imposte per il 59,34 per cento di quanto l'azienda mette a sua disposizione, considerando naturalmente le imposte indirette ed altro.
Un impiegato che guadagna 60 mila euro lordi all'anno paga imposte per il 67 per cento del reddito che l'azienda mette a sua disposizione; un dirigente che guadagna 100 mila euro all'anno, che ha moglie e due figli a carico, considerando i dati di consumo medio dell'ISTAT, paga imposte per il 69,41 per cento del reddito che l'aziende mette a sua disposizione.
A fronte di questa situazione insostenibile avete fatto passare il messaggio che questo livello di tassazione doveva aumentare!
Vorrei svolgere solo alcune puntualizzazioni: una riguarda i vostri interventi sull'IRPEF. Voi avete voluto scegliere la via delle detrazioni anziché delle deduzioni. Qualcuno ha fatto i conti. Attraverso questo meccanismo, avete aumentato la base imponibile per le addizionali IRPEF regionali e comunali, con il semplice effetto che la diminuzione del carico IRPEF verrà completamente annullata, a partire da un reddito di 25-30 mila euro, dal fatto che le addizionali comunali e regionali si calcoleranno su una base imponibile maggiore.
Vi è un'altra questione. Avete lodato la misura sul cuneo fiscale. Credo sia una misura sbagliata in sé, ma per cinque regioni (Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Sicilia), per le quali è previsto un aumento dell'1 per cento dell'IRAP, a seguito dei dissesti del sistema sanitario, il vantaggio del cuneo fiscale verrà completamente mangiato dal finanziamento...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Della Vedova.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...del dissesto sanitario.
Concludo, Presidente...
PRESIDENTE. Deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. La vostra finanziaria è tutta un «tassa e spendi» e vi preparate a fare un altro salasso agli italiani, quello sul risparmio. Dite che volete adeguarvi ai livelli europei...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Della Vedova.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta sulle linee generali delle modifiche introdotte dal Senato.