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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative concernenti le tariffe dei canoni delle concessioni demaniali - n. 3-00036)
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00036 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, in Italia, le concessioni demaniali marittime, che hanno ad oggetto le spiagge di cui i cittadini italiani usufruiscono durante l'estate, vengono «affittate» (lo dico tra virgolette), a causa di un decreto del 1998, al canone di 0,72 euro l'anno per metro quadrato. Ciò vuol dire che uno stabilimento balneare di circa 5 mila metri quadrati paga circa 600 euro al mese. Ebbene, non sfuggirà ai colleghi ed ai rappresentanti del Governo (ovviamente, il Governo in carica non ha alcuna responsabilità al riguardo) che un cittadino italiano paga per l'affitto della propria abitazione una somma maggiore rispetto a quella sborsata da un'attività imprenditoriale a così elevata redditività.
Inoltre, nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito ad un intenso processo di privatizzazione dei nostri arenili che ha occultato la visibilità del mare, un bene paesaggistico comune, e che ha introdotto l'abitudine, un po' malsana, di imporre il pagamento di un «biglietto di ingresso» ai cittadini che vogliano soltanto recarsi al mare.
Noi chiediamo al Governo quali iniziative intenda adottare per riportare giustizia...
PRESIDENTE. Grazie...
ANGELO BONELLI. ... nelle tariffe e per garantire ai cittadini l'accesso al mare.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, la questione affrontata dall'onorevole Bonelli nella sua interrogazione è già all'attenzione del Governo.
Innanzitutto, voglio ricordare al collega che le funzioni amministrative riguardanti la fruibilità degli arenili sono state trasferite alle regioni dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. La precisazione coglie Pag. 14un punto specifico e molto importante dell'interrogazione: prima di tutto, spetta alle regioni garantire sul loro territorio il rispetto della normativa, che esiste e che garantisce ai cittadini il libero accesso agli arenili (il problema è effettivo e serio).
In secondo luogo, la legge n. 494 del 1993 ha attribuito alle regioni il compito di procedere ad una classificazione delle aree del litorale, in base alla quale sarebbero stati definiti i canoni delle concessioni. In assenza di tale classificazione - questo è un punto serio, perché molte regioni non hanno ancora proceduto -, sulle aree demaniali dei litorali vengono applicati i canoni relativi alla categoria più bassa (la questione è quella posta dall'interrogante).
Il precedente Governo, il Governo Berlusconi, con decreto interministeriale previsto dall'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003, aveva predisposto un intervento in virtù del quale i canoni demaniali avrebbero subito un incremento generalizzato del 300 per cento.
Com'è noto, e come viene affermato anche nell'interrogazione, lungo lo sviluppo costiero del nostro paese si riscontrano situazioni estremamente diversificate: vi sono spiagge dotate di stabilimenti balneari costosi, di lusso, ed altre che ospitano piccoli o modesti insediamenti. Pertanto, l'incremento indiscriminato del 300 per cento avrebbe rischiato di creare pesanti sperequazioni di trattamento.
Per questo motivo, l'attuale Governo ha deciso, con decreto-legge del 7 giugno 2006, non ancora convertito, una sospensione degli effetti del menzionato provvedimento, anche per garantire gli utenti, i quali, in molte situazioni, hanno già subito un forte aumento sulla base della precedente norma. Non abbiamo deciso soltanto la predetta sospensione: nel contempo, abbiamo avviato lo studio di una riforma organica dei criteri di determinazione dei canoni di concessione, con l'obiettivo di individuare parametri che siano idonei a commisurare i pagamenti sia alle esigenze di fruizione collettiva dei beni demaniali sia alla diversa redditività commerciale degli arenili (che varia a seconda delle concrete caratteristiche).
Insomma, il nostro obiettivo è eliminare l'indiscriminata perequazione tabellare per introdurre meccanismi che tengano conto della specificità del sistema costiero e garantire, insieme, un adeguato introito per lo Stato, rispettando criteri di equità e razionalità, assicurando altresì, naturalmente, l'accesso dei cittadini a tali beni ed il loro godimento.
Ciò perché - ed ho concluso, signor Presidente - è certamente opportuno che le risorse demaniali potenzialmente redditizie producano un giusto reddito per l'erario, ma è altresì necessario che tale reddito sia commisurato all'effettivo utilizzo di queste risorse, evitando penalizzazioni indiscriminate sugli operatori e, in ultima analisi, anche sulla generalità dei cittadini.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANGELO BONELLI. Ringrazio innanzitutto il ministro Chiti. Devo riconoscere che la notizia che ha dato è importante, poiché preannuncia una riforma organica del settore, con riferimento alla tariffazione delle concessioni demaniali marittime.
È un decisione importante, poiché si tratta di una riforma attesa da tempo. Se mi permette, ministro Chiti, vorrei suggerirle, a nome dei deputati del gruppo dei Verdi, di inserire nell'ambito di tale riforma un attore che, in questi anni, è stato assente: mi riferisco ai cittadini italiani, i quali ogni anno fruiscono del mare ed hanno il diritto di farlo liberamente.
Signor ministro, la questione della fruizione del mare rappresenta un problema sociale: infatti, da quando abbiamo assistito ad una progressiva privatizzazione e cementificazione delle nostre coste, vi sono, in particolar modo nelle aree urbane, anziani che non sono e non possono essere messi nelle condizioni di pagare decine di euro per poter fruire di una risorsa.Pag. 15
Ebbene, a nome del gruppo dei Verdi, le chiedo di inserire, nell'ambito di tale riforma, norme che garantiscano l'accesso alla risorsa in questione, nonché di procedere ad una parallela modifica del codice della navigazione, al fine di garantire il libero accesso al mare ai cittadini che vogliono semplicemente farsi un bagno e non intendono pagare alcunché.
Nel ringraziarla, signor ministro, vorrei dirle che, tra l'altro, condividiamo l'esigenza di articolare e modulare le tariffe a seconda della redditività di uno stabilimento. Auspichiamo, dunque, che il Governo vari rapidamente tale riforma (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi - Congratulazioni).