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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Stato dei lavori per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso - n. 2-00505)
PRESIDENTE. Il deputato Crisci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00505 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, con l'interpellanza urgente da me presentata e sottoscritta da altri trentasette colleghi, si chiede al Governo di dare risposte il più possibile chiare e puntuali sui lavori eseguiti e su eventuali opere da realizzare per la definitiva messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, a seguito della grave situazione di emergenza socio-ambientale verificatasi il 16 agosto 2002 per la fuoriuscita dai laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare di una sostanza chimica che inquinò le acque del torrente Mavone.
Questa vicenda è stata seguita con particolare interesse dai cittadini della provincia di Teramo e in generale dell'Abruzzo, perché rientra nell'ambito di una lotta portata avanti per oltre un decennio contro l'ipotesi di costruzione, all'interno del Gran Sasso d'Italia, di una terza galleria e di ulteriori laboratori in cui far operare l'Istituto nazionale di fisica nucleare. Un'opera per molti versi preoccupante, perché l'interferenza tra gli attuali laboratori utilizzati dall'Istituto nazionale di fisica nucleare e le falde acquifere ha determinato preoccupazione e anche pericoli di inquinamento. Tant'è che, proprio a partire dall'incidente verificatosi il 16 agosto 2002, le popolazioni protestarono fortemente, e insieme ad esse anche gli enti locali e la stessa provincia di Teramo. La magistratura intervenì nominando un consulente tecnico d'ufficio, che nell'aprile 2003 concluse le sue verifiche evidenziando una situazione di rischio per la popolazione e per gli stessi addetti ai laboratori, per il pericolo di un possibile inquinamento delle preziose falde acquifere del Gran Sasso.
Si è giunti così, nel 2003, alla determinazione di intervenire con assoluta urgenza per far fronte a tale grave situazione. Con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri del 18 luglio 2003 fu nominato il commissario delegato, nella persona del dottor Balducci, al fine di intervenire con mezzi straordinari per far fronte a tale situazione di emergenza.
Successivamente, fu rilevata la complessità dell'intervento e l'ordinanza, che aveva un carattere limitato nel tempo, fu prorogata fino al 31 dicembre 2005.
Le risorse messe a disposizione, originariamente limitate, furono successivamente integrate con un apposito provvedimento. Tale provvedimento trasferì le somme che la legge n. 366 del 1990 aveva stanziato per la realizzazione del terzo tunnel del Gran Sasso, pari a 110 miliardi di lire, alla disponibilità del commissario delegato per il completamento delle opere necessarie e per la definitiva messa in sicurezza dell'area interessata. Si fece inoltre ricorso alla legge n. 109 del 1994, che prevede misure speciali di sicurezza e di segretezza, nonché il conferimento di poteri speciali al citato commissario.
Sono intervenuto più volte sulla materia, poiché quella del Gran Sasso è un'area particolarmente importante, non soltanto sul piano ambientale, ma anche perché contiene una risorsa, l'acqua, che serve 800 mila cittadini in Abruzzo. Ho chiesto, dunque, ripetutamente che si facesse il più possibile chiarezza sulla natura degli interventi effettuati e, soprattutto, sulla quantità delle risorse utilizzate per mettere definitivamente in sicurezza il Gran Sasso, così da evitare il possibile inquinamento delle falde acquifere. Le risposte (anche ad un'interpellanza svolta poco più di un anno fa) sono sempre state piuttosto generiche, lacunose e poco trasparenti. Mi risulta, inoltre, poco veritiero il fatto che gli enti locali interessati siano stati informati: infatti, tanto la provincia di Teramo quanto l'ambito territoriale ottimale non hanno avuto in questi ultimi tempi alcuna significativa notizia né sulla quantità dei lavori effettuati, né su quelli che sono ancora necessari per completare l'opera e per mettere definitivamente in sicurezza il sistema Gran Sasso.Pag. 24
Credo, dunque, che - così come è stato rilevato anche da parte della Corte dei conti nella relazione sui lavori effettuati all'interno dei laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare - sia necessaria una parola di chiarezza sulla natura e sulla quantità dei lavori svolti, sulle somme spese, nonché sugli scostamenti fra il cronoprogramma e le opere effettivamente eseguite. Ciò anche perché, nonostante la citata legge n. 109 preveda la segretezza degli interventi, essa prevede anche che, entro il 30 giugno di ogni anno, il commissario delegato debba trasmettere al Parlamento un'apposita relazione annuale. Ecco perché chiedo che si faccia il più possibile chiarezza.
Chiedo, inoltre, che il Governo prenda una posizione definitiva rispetto alla vicenda in esame, che ha interessato i cittadini della provincia di Teramo e di Pescara, in particolare, e l'intero Abruzzo, soprattutto in ordine al pericolo di veder realizzata un'opera che considero, come molti altri, inutile e dannosa, ossia il terzo tunnel del Gran Sasso. Si tratta, infatti, di una legge ancora vigente, anche se svuotata sul piano finanziario. Gradirei che il Governo, in questa occasione, oltre a riferire sulla quantità e sulla natura dei lavori effettuati e sulle eventuali opere ancora da realizzare, chiarisca in modo definitivo che il terzo tunnel del Gran Sasso non si farà e che la battaglia portata avanti dai cittadini teramani ed abruzzesi, dalle associazioni ambientaliste e dagli enti locali trovi una risposta definitiva nell'impegno a non rifinanziare l'opera prevista dalla citata legge n. 366, che per molti versi è inutile e dannosa.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il 16 agosto 2002, all'interno dei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, nel corso dell'esperimento denominato «Borexino», riguardante la misurazione dei neutrini solari e durante la fase di test di un impianto di filtrazione e di purificazione della sostanza chimica pseudocumene, si è verificato un incidente che ha causato il versamento, nel pozzetto di drenaggio, di circa cinquanta litri della predetta sostanza.
Ciò ha determinato una situazione d'emergenza che ha richiesto un intervento straordinario di protezione civile, poiché è stata rilevata la presenza di una sostanza del tipo diisopropilnaftalene nelle acque destinate al consumo umano. Inoltre, l'area interessata è stata oggetto di studio in quanto sussisteva un collegamento idraulico ed idrogeologico tra tutte le sorgenti e gli sbarramenti.
Pertanto, oltre al sequestro preventivo dei laboratori del Gran Sasso da parte della competente autorità giudiziaria, è stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi della legge n. 225 del 1992, deliberato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 giugno 2003. Sempre nel 2003 è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3303 e, successivamente, lo stato di emergenza è stato prorogato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 luglio 2004, sino al 31 dicembre 2005.
Alla scadenza dello stato di emergenza, sono state emanate le ordinanze di protezione civile n. 3525 e n. 3536 del 2006 ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge n. 225 del 1992 (provvedimenti normativi non derogatori), con cui disciplinare le attività necessarie a garantire il definitivo rientro nell'ordinario.
Sempre sulla base di dette ordinanze, il commissario delegato ha effettuato gli interventi necessari per il superamento delle emergenze, anche attraverso studi e progettazioni eseguiti in ambito commissariale con la condivisione e la partecipazione degli enti territoriali, della regione Abruzzo, delle amministrazioni provinciali e comunali e, per gli aspetti specifici, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Quindi, si è ottenuto il dissequestro da parte dell'autorità giudiziaria e la ripresaPag. 25delle attività di ricerca scientifica nell'ottica della sicurezza sotto il profilo idrogeologico e dei relativi approvvigionamenti idrici, nonché salvaguardando la sicurezza del livello autostradale e, in maniera specifica, all'interno della galleria dell'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Attualmente sono in corso le verifiche e i collaudi tecnico-amministrativi, il cui compimento è previsto entro la fine del 2007. Il completamento degli interventi inerenti il sistema antincendio, invece, è previsto per il mese di aprile 2008, mentre il relativo collaudo, ultimo atto dell'intervento, sarà espletato entro il mese di ottobre 2008.
Per quanto riguarda l'attività svolta dal commissario delegato, ingegner Balducci, si fa presente che quest'ultimo, oltre a provvedere all'individuazione e all'esecuzione di opere urgenti e indifferibili direttamente correlate al superamento dell'emergenza socio-ambientale, ha provveduto a far redigere studi interdisciplinari, da mettere a disposizione degli enti territoriali competenti, al fine di permettere interventi sul complesso sistema Gran Sasso - Monti della Laga, nell'ambito del definitivo rientro alla normalità.
In relazione ai tempi di esecuzione delle opere, i cronoprogrammi, cioè i tempi di attuazione delle attività effettuate dal commissario delegato, sono stati articolati in ragione delle diverse esigenze connaturate alla peculiarità del sito e i corrispondenti finanziamenti sono stati suddivisi nel tempo.
In particolare, i suddetti cronoprogrammi sono stati aggiornati di volta in volta, sulla base delle situazioni che si sono presentate in corso d'opera. Gli interventi sono stati eseguiti in ambiente ad elevata concentrazione di impianti e di attrezzature destinate alla ricerca scientifica, con scenari che non potevano essere preventivamente noti.
Tutti gli interventi sono terminati coerentemente con i pertinenti provvedimenti autorizzativi, ad eccezione di quelli relativi al sistema antincendio, come ricordato.
Tale eccezione deriva dal fatto che, a causa di un quadro normativo specifico rispetto alle peculiarità del Laboratorio nazionale Gran Sasso - Istituto nazionale di fisica nucleare, i suddetti interventi sono stati definiti con l'attivo contributo delle competenze dei vigili del fuoco, grazie al quale, allo stato, sono stati in buona parte già eseguiti.
Inizialmente sono stati stanziati 110 miliardi di lire e, ad essi, si sono aggiunte ulteriori risorse messe a disposizione da altri enti, in particolare dall'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Tutto questo in rapporto alle specifiche esigenze che si sono palesate in corso d'opera.
Poiché la complessità del sistema Gran Sasso richiede, in ogni caso, interventi a più ampio raggio, questi dovranno essere programmati, ulteriormente finanziati e affrontati dagli enti interessati (quali la regione, la provincia, l'ANAS, ecc.), anche sulla base degli studi messi a disposizione dall'ufficio del commissario.
Gli interventi effettuati dal commissario delegato non sono riconducibili alla fattispecie della normativa nazionale in materia di sicurezza e di segretezza, bensì al quadro legislativo concernente il sistema nazionale di protezione civile e, in particolare, a quanto disposto dalla legge n. 225 del 1992, articolo 5, recante «Stato di emergenza e potere di ordinanza» e, pertanto, non sono soggetti agli adempimenti previsti dall'articolo 33 della legge n. 109 del 1994, menzionato dall'onorevole interpellante.
Inoltre il commissario, in rapporto a quanto previsto dall'articolo 5 della predetta ordinanza n. 3303 del 2003, ha provveduto a redigere periodici rapporti fornendo indicazioni sullo stato di attuazione dei programmi al Comitato tecnico scientifico, istituito ai sensi della medesima ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri.
A completamento degli interventi, comunque, sarà prodotta la relazione finale, che sarà senz'altro messa a disposizione di tutte le istituzioni.
Per quanto riguarda, infine, la realizzazione del terzo traforo del Gran Sasso, come sollecitava l'onorevole interpellantePag. 26- spero di essere chiaro su questo punto e all'altezza delle attese - previsto dalla legge n. 366 del 1990, si sottolinea come, non rientrando tale opera nel quadro emergenziale di competenza del commissario delegato, essa non possa essere inclusa tra le problematiche affrontate in sede commissariale. Infatti, ogni aspetto relativo agli interventi dell'intero complesso del sistema Gran Sasso-Monti della Laga attiene unicamente a programmi infrastrutturali di competenza regionale e nazionale e ad essi si farà riferimento.
PRESIDENTE. Il deputato Crisci ha facoltà di replicare.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, la ringrazio per la puntuale ricostruzione storica di una vicenda complessa e per molti versi allarmante, che ha preoccupato moltissimo i cittadini di Teramo, di Pescara e dell'Abruzzo in generale.
Ritengo che tale ricostruzione sia stata puntuale e che, con riferimento a questo aspetto, la risposta fornita non può che soddisfare le aspettative dell'interpellante. Ritengo, tuttavia, che alcuni problemi sollevati debbano trovare una ulteriore precisazione da parte del Governo.
È del tutto evidente, infatti, che il commissario ha operato sulla base di poteri speciali, in deroga alle regole ordinarie che prevedono, ad esempio, l'aggiudicazione dei lavori, ma mi sembra anche evidente che, in ogni caso, si renda necessaria una rendicontazione periodica, sia amministrativa, sia contabile.
È buona prassi, infatti, che si conoscano non soltanto la natura delle opere svolte, ma anche il loro costo, anche perché la stessa Corte dei conti, a cui ho fatto riferimento durante l'illustrazione dell'interpellanza, evidenzia o, quanto meno, osserva l'opportunità che al soggetto che conferisce al commissario l'incarico di intervenire venga rendicontata periodicamente la gestione dell'opera.
Gradirei che su tale problema vi fosse una maggiore informazione ed anche una maggiore partecipazione da parte degli enti locali. Ancora una volta si è detto che l'opera è stata programmata attraverso la partecipazione e la condivisione della regione Abruzzo, della provincia di Teramo, dell'ATO e degli enti locali.
Dalle mie indagini sulla quantità e sulla natura delle informazioni, mi risulta che vi sia soltanto una lettera inviata dal commissario delegato al direttore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e, per conoscenza, anche alla provincia di Teramo.
Concludendo, a me preme che tutti possano operare in regime di sicurezza: non solo i cittadini, che possono veder tutelata una risorsa importante come l'acqua; non soltanto il sistema del Gran Sasso che, inoltre, pretende e attende risposte positive rispetto al suo equilibrio naturale; non soltanto l'Istituto nazionale di fisica naturale, che rappresenta sicuramente una preziosa istituzione al servizio della scienza, in cui si svolgono sperimentazioni di livello mondiale e che ospita scienziati di sicura fama.
Credo, infatti, che al primo posto debba essere posta la sicurezza dell'intera area e dei cittadini. Si tratta di un territorio particolarmente importante, inserito nel Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, compreso nel sistema delle aree verdi d'Abruzzo e che indica il percorso di sviluppo della nostra regione. Pertanto, gli interventi che si pongono in essere all'interno del massiccio del Gran Sasso, credo che debbano essere il più conosciuti e condivisi possibile. A tutt'oggi ciò non si è verificato. Spero che sul punto il Governo aumenti il tasso di informazione, di partecipazione e di conoscenza.
Con riferimento all'ultimo aspetto, proprio perché si tratta di un'area di particolare importanza anche sul piano dello sviluppo economico della nostra regione, credo che la risposta, per quanto mi riguarda, non possa essere soddisfacente. È, infatti, del tutto evidente che la costruzione del terzo tunnel non rientra tra le competenze specifiche del commissario delegato, il quale deve far fronte esclusivamente ad una situazione di emergenza.Pag. 27Ho chiesto al Governo se abbia intenzione o meno di rifinanziare la legge n. 366 del 1990, che ha previsto la realizzazione di quest'opera, pensata negli anni Ottanta e programmata negli anni Novanta. Tale legge - lo ripeto - è stata svuotata nella sua copertura finanziaria, essendo già stati utilizzati i 110 miliardi delle vecchie lire previsti, senza che neanche fossero sufficienti a realizzare l'intervento in emergenza.
Alla luce di tutto ciò, mi attendevo una risposta definitiva - che spero comunque ci sia in futuro - su un tema che raccoglie un particolare interesse e una particolare preoccupazione nei cittadini della provincia di Teramo, degli enti locali e delle associazioni ambientaliste. Sarebbe auspicabile che il Governo annunciasse che quest'opera non verrà eseguita. Non vorremmo, infatti, correre più il rischio che si ripetesse quanto accaduto nel 2001, quando un ministro, a distanza di dieci anni, ha ripreso la pratica, ha riaperto i fascicoli sostenendo che fosse un'opera utile, ha riattivato le procedure e, addirittura, con una buona dose di protervia, ha dichiarato che le proteste dei cittadini abruzzesi, in particolare della provincia di Teramo, erano inutili e che sarebbero rimaste inascoltate.
Proprio per queste esperienze e per la paura che qualcuno in futuro possa riprendere la procedura di costruzione del terzo tunnel, chiedo ancora al Governo di concludere la vicenda, annunciando che non verrà ulteriormente manomessa la montagna del Gran Sasso, che già ospita laboratori importantissimi per la ricerca e che è già stata ferita con la costruzione di un'importante arteria quale l'autostrada.