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Discussione della mozione Gibelli ed altri n. 1-00024 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione (ore 15,06).
(Intervento del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione, Maria Letizia De Torre.
MARIA LETIZIA DE TORRE, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. Signor Presidente, sono molto soddisfatta di questo momento di confronto che si è creato in Assemblea.
Alcuni mesi fa avevo proposto alla Commissione cultura di confrontarci sul problema degli alunni di origine non italiana. Ciò non è stato ancora possibile ma credo che l'attuale discussione sulle linee generali delle mozioni abbia risposto molto bene all'esigenza che il Governo ha - e io in particolare - di confrontarci per operare le scelte migliori.
Ci sarebbe molto da dire ma cercherò di impiegare pochi minuti per rispondere alle esigenze che avete espresso. Ritengo ciò un inizio per poi continuare su questa strada.
Quando abbiamo iniziato il lavoro, ormai un anno fa, abbiamo trovato un importantissimo documento del precedente Governo, datato 1o marzo 2006, le linee guida per l'integrazione degli alunni stranieri, che rimane, ancora oggi, il testo su cui ci rapportiamo per il nostro lavoro.
Insieme a ciò ci siamo resi conto che, come qualcuno di voi ha sottolineato, essendo ormai la presenza di alunni di origine non italiana strutturale nella scuola, non erano sufficienti (lo ha precisato l'onorevole Capitanio Santolini) le buone esperienze maturate nella scuola dell'autonomia. Occorreva che vi fosse un lavoro globale, occorreva che il Ministero svolgesse il suo compito strutturale di accompagnamento.
Questo è stato il lavoro a cui ci siamo dedicati nel corso di quest'anno. Lo abbiamo svolto istituendo immediatamente un osservatorio che ha un triplice compito: quello di avere un supporto scientifico con le migliori risorse del Paese; quello di avere un confronto con tutte le realtà che operano nel Paese; quello di mettere il Ministero e i ministeri in condizione di lavorare in rete.
I punti delle mozioni che voi avete illustrato sono, come è stato già precisato dall'onorevole Tranfaglia, per molti versi molto simili e anche questo mi sembra un aspetto positivo. Ho cercato di comporli in un quadro sinottico e ho trovato elementi simili. Quindi, brevemente, rispondendo alle vostre esigenze, cercherò di illustrare per titoli quello che stiamo facendo.Pag. 78
Tutte le mozioni, o quasi tutte, parlano di accoglienza, come di accoglienza si parla a fondo anche nelle linee guida del precedente Governo. Ritengo che questa sia una delle azioni più importanti, in quanto comporta che la presenza degli alunni stranieri nelle classi si realizzi in modo efficace.
Non credo che dobbiamo temere di aver espresso tale concetto in maniera diversa, perché raccontandovi l'esperienza di un comune italiano, precisamente Firenze, dimostrerò come, anche quanto espresso dalla Lega Nord sia utile. Il comune di Firenze ha, per le scuole dell'obbligo, cinque centri in città in cui confluiscono tutte le scuole dove i ragazzi imparano l'italiano quando arrivano, soprattutto quando arrivano in corso d'anno, sono adolescenti, e non conoscono la nostra lingua. Ovviamente essi vengono destinati alla loro classe, nel quartiere in cui abitano, nella loro scuola e poi, per un tempo che è definito dai test di ingresso linguistici, sono accompagnati in tali centri dove per un mese, due mesi, sei mesi (il periodo può essere anche prorogato), imparano la lingua italiana. Ritengo che ciò sia un elemento importante.
Analogamente, avete parlato dell'accoglienza delle famiglie: proprio alle famiglie il Ministro stesso ha dedicato gran parte del lavoro dei centri territoriali che adesso si stanno ristrutturando e che si impegneranno in modo particolare nell'apprendimento dell'italiano per i genitori o anche nell'apprendimento di cultura generale.
Qualcuno di voi, penso l'esponente di Forza Italia, ha parlato anche dell'importanza di recarsi nelle famiglie. Ebbene, anche questa iniziativa è avviata: il comune di Pordenone, ad esempio, attraverso personale pagato di un'associazione, di una cooperativa, accoglie gli alunni e manda nelle famiglie gli operatori, che fanno da mediatori non solo con la scuola, ma anche con la squadra di calcio, con le attività libere, con il quartiere. Anche questo è importante. Penso, quindi, che possano essere accolte tutte le osservazioni che sono state espresse in Assemblea riguardo all'importanza di un'accoglienza corretta e dell'apprendimento della lingua italiana.
Sicuramente occorrono risorse aggiuntive, come è stato detto in tutti i vostri interventi. Devo dire che, negli anni passati, sono stati formati, per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua, oltre 700 docenti, più di 300 dei quali hanno conseguito il titolo del corso, che si è svolto insieme alle università di Venezia, di Pisa e di Urbino. Gli altri docenti devono terminare il percorso per il conseguimento del titolo. Sarebbe importante, come ha detto l'onorevole Froner, che questi docenti potessero essere distaccati, per una parte o per la totalità del loro orario, per servire non solo la propria scuola, ma anche la rete delle scuole che afferisce all'istituto dove essi insegnano.
È assolutamente importante - e io lo prendo come un impegno dell'intero arco delle forze politiche per la prossima legge finanziaria - destinare una quota delle risorse al fine di svolgere sempre meglio il compito dell'insegnamento della lingua, perché, come ha detto l'onorevole Capitanio Santolini, occorre superare i livelli linguistici, che sono l'unica barriera che si frappone tra questi ragazzi ed i ragazzi nati in Italia. Certamente ci sono anche barriere della cultura di origine che ciascuno si porta dietro, ma ciò avviene anche nel nostro Paese. Penso, dunque, che ci dobbiamo dedicare in modo particolare a tale obiettivo.
In qualche mozione si chiede di accrescere il fondo per l'inclusione sociale: colgo l'occasione per dire che, come Ministero della pubblica istruzione, stiamo lavorando insieme al Ministero della solidarietà sociale ed abbiamo lavorato, proprio negli ultimi tempi, per dare un orientamento alla destinazione dei fondi che si attribuiscono agli enti locali.
Sono proprio gli enti locali che mettono a disposizione delle scuole i mediatori culturali. È vero quello che è stato detto: la scuola, oltre ad essere un'esperienza, deve pensare a trasmettere dei saperi, e Pag. 79quindi si farà carico dei mediatori linguistici, cioè del compito di oltrepassare la barriera linguistica.
Con riferimento all'aggiornamento del personale, concordo assolutamente con la sottolineatura dell'importanza dell'aggiornamento dei dirigenti scolastici. Il 17, il 18 e il 19 maggio è stato tenuto un corso di aggiornamento di tre giorni per i dirigenti scolastici che hanno alunni stranieri in misura superiore al 30 per cento. Avere molti alunni stranieri non è, di per sé, una difficoltà: molti dirigenti ci hanno detto che non incontrano particolari problemi, perché gli alunni sono figli di stranieri nati in Italia, che dunque conoscono benissimo la lingua. Ma una scuola multiculturale, come quella di oggi, richiede certamente nuove competenze, in modo particolare nei dirigenti, ma anche in tutti i docenti.
È stato da voi sottolineato, inoltre, che è bene coordinarsi con gli enti locali: sono assolutamente d'accordo e stiamo cercando di farlo. Per il prossimo autunno, è in cantiere un seminario - che terremo insieme con l'ANCI e con l'aiuto dell'Istituto degli innocenti di Firenze - sugli alunni stranieri, per vedere come scuole ed enti locali possano collaborare.
Si è molto parlato, poi, del modello ed è certamente importante che l'Italia, oltre ad aver scelto l'interculturalità, trovi un suo modello. In ottobre, si terrà un seminario a livello nazionale, ma di valenza europea, che metterà a confronto il nostro modello, che stiamo elaborando con l'aiuto del comitato scientifico, con quello degli altri Paesi europei. Ci sono stati, però, diversi convegni a Padova, a Rimini, a Milano, a Ragusa, che hanno già confrontato la nostra esperienza con quella francese, anzi con le esperienze francofone anche del Canada oltre che della Francia, con le esperienze inglesi e dell'Europa centrale. I risultati di questo lavoro verranno esposti nel seminario previsto per il prossimo autunno.
Sicuramente, affrontiamo problemi per la presenza di alunni che non conoscono l'italiano o appartengono da un'altra cultura. Da qualche tempo, arrivano in Italia anche ragazzi completamente analfabeti. Abbiamo, inoltre, il problema del riconoscimento dei titoli di studio, del ricongiungimento, come avete affermato, dei contenuti. Immaginate, ad esempio, i libri di geografia che non contengono i Paesi da cui questi ragazzi provengono. Il cantiere che si è messo in piedi, però, credo che ci dia speranze e la sicurezza di poter vincere questa sfida.
Vorrei chiudere dicendo che siamo convinti di due cose. La prima convinzione è che, anche se non vi fossero alunni stranieri nelle nostre scuole, anche se non vi fossero alunni immigrati, la scuola italiana sarebbe ugualmente, ed è, una scuola inserita in un mondo multiculturale. Inoltre, il compito della scuola italiana di trasformarsi e di saper formare ragazzi che sappiano «leggere» il mondo globalizzato di oggi e cogliere gli aspetti positivi del mondo globalizzato e interculturale, sarebbe ugualmente, ed è, un nostro compito.
L'altra convinzione viene anche dalle buone prassi, dagli studi che vengono condotti, da ultimo quello guidato dall'università cattolica di Milano, che attestano che non necessariamente una classe con alunni stranieri fa più fatica nell'apprendimento. E ciò vale anche per i ragazzi italiani. Occorrono, certamente, le condizioni, le buone prassi che voi avete indicato, ma diverse ricerche provano che la presenza di alunni stranieri, laddove ci sono buone prassi, è uno stimolo e che anche i ragazzi italiani apprendono meglio.
Siamo convinti, dunque, che l'occasione per la scuola italiana di passare dall'essere omogenea ad una scuola multiculturale sarà un'occasione per migliorare la nostra scuola, per tutti i ragazzi, anche per quelli italiani in Italia da sempre. Grazie, quindi, e spero che questo confronto possa continuare.
PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato a dopo l'esame del disegno di legge in materia di liberalizzazione. Sospendo brevemente la seduta, che riprenderà con l'esame del disegno di legge in materia di liberalizzazione.
Pag. 80La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17,20.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI