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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2007, n. 180, recante differimento di termini in materia di autorizzazione integrata ambientale e norme transitorie (A.C. 3199-A) (ore 19,03).
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3199-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il presidente della VIII Commissione, onorevole Realacci.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, la mia non sarà una replica, ma solo una battuta: l'onorevole Tortoli ha utilizzato l'occasione, come è legittimo, per svolgere alcune legittime considerazioni sul funzionamento del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Penso che abbiamo il dovere, in Parlamento, di guardare più agli interessi del Paese e al funzionamento generale dello Stato.Pag. 98
Dei primi anni di questo secolo, determinanti per l'applicazione della normativa europea in esame, cinque sono stati caratterizzati da un Governo di centrodestra e due da un Governo di centrosinistra: è chiaro che la responsabilità per la mancata applicazione di tali normative è di tutti; è un ritardo dell'Italia e della nostra macchina pubblica, che spesso finisce col rispondere con una ridondanza di normative all'incapacità di far applicare le normative esistenti. Dobbiamo cambiare rotta.
Credo che adesso l'impegno più importante da assumere, dopo l'approvazione, spero sollecita, del provvedimento in esame, sia quello di evitare che il termine del 31 marzo sia vanificato.
Perciò, per quanto concerne la nostra Commissione, presteremo attenzione e lavoreremo col Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e col Ministero dello sviluppo economico, affinché effettivamente gli impegni che sono stati aggiunti anche nel provvedimento in esame vengano rispettati e mantenuti.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio i colleghi che sono intervenuti, anche attraverso critiche non esplicitate in modo preciso. Non mancherò ovviamente, vista l'importanza della questione del recepimento della direttive comunitarie, di rappresentare tali rilievi sia al Ministro sia all'insieme del Governo.
Voglio far notare che sono stati necessari dieci anni per recepire la direttiva, vi sono stati Governi diversi, vi sono stati dei ritardi anche delle Camere. Non voglio sminuire il rilievo del problema giustamente indicato dagli intervenuti. Credo però che come ci indicano alcune statistiche generali riguardanti il recepimento delle direttive europee la questione presenti una dimensione più ampia. Nei prossimi giorni anche all'interno della Commissione testimonierò che come Ministero dell'ambiente siamo impegnati a ridurre queste infrazioni.
Trovo contraddittorio a tale proposito quanto affermato dall'onorevole Tortoli, perché se vi è proprio un esempio di iniziativa attiva del Ministero per non incorrere in nuove infrazioni questa riguarda la revisione del decreto legislativo 3 aprile 2007, n.152, che venne bocciato da tutti (dalle regioni, dalle imprese, non consultate, e dal mondo ambientalista). Si tratta di un provvedimento che è stato forzatamente approvato a fine legislatura, che contravviene ad alcune direttive e che ci pone, ad esempio sulla questione dei rifiuti, in contrasto con disposizioni europee.
Ritengo, come osservato dall'onorevole Margiotta, che occorra ritornare sulla questione del rapporto tra centralismo e decentramento, dato che i limiti riguardano entrambi. Non si può affermare che non abbia funzionato la sola istituzione centrale: vi sono nostri limiti, ma anche limiti delle regioni. Il presidente della Commissione ricordava come alcune regioni non hanno, infatti, neanche avviato la commissione per affrontare questi temi, mentre altre, oberate da un numero elevatissimo di domande, hanno sollecitato una proroga al Ministero.
Sono convinto, come l'onorevole Cacciari, che l'AIA sia uno strumento importante. Ricordiamo che l'autorizzazione integrata ambientale supera le autorizzazioni settoriali, e quindi è più incisiva e più coordinata rispetto ai problemi ambientali del territorio e della salute, e ricordiamo altresì che la stessa obbliga a usare le migliori tecnologie possibili. Si tratta di 8.500 impianti che affrontano compiutamente le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale e che ritengo - con l'onorevole Cacciari, con il presidente dell'VIII Commissione e con tutti quelli che l'hanno sottolineato - uno strumento formidabile di aiuto ai temi ambientali e della salute. Tuttavia, ritengo anche che non vadano caricate tutte le responsabilità sull'autorizzazione integrata ambientale perché, come sappiamo, vi sono ben altri limiti.
Prima si faceva riferimento ai Piani dell'area. Quante sono le regioni che hanno presentato i Piani dell'area? CertamentePag. 99pochissime. La qualità di questi Piani è assolutamente disomogenea ed essi sono privi di strumenti di controllo e di obiettivi ravvicinati. Lo stesso vale per quanto riguarda i Piani energetici, e, non casualmente, la Commissione ambiente ha suggerito, a più riprese, anche al Ministero dello sviluppo economico, di organizzare rapidamente una conferenza sul tema energia e ambiente. Proprio per questa ragione, per elevare anche la cultura complessiva delle istituzioni su questi obiettivi, abbiamo svolto la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, e da lì credo che dobbiamo partire. Quindi, in queste difficoltà si evidenzia anche un deficit di cultura politica ed ambientale, che in qualche modo dobbiamo superare rapidamente.
Credo che il decreto-legge n. 180 del 2007, nel testo che modifica anche alcune disposizioni del Codice dell'ambiente, debba essere gestito. Dobbiamo fare modo che in questi mesi vi sia un lavoro intenso da parte del Ministero dell'ambiente, ma vi sia anche la capacità del Ministero stesso di fungere da punto di coordinamento per l'azione delle regioni, al fine di recuperare ritardi e presentarci nei giorni precedenti la scadenza con la maggior parte del lavoro compiuta. Le correzioni che sono state apportate al provvedimento in esame sono stimolo ad operare in questo senso, e il Ministero intende assumersi questo impegno.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,05.