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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria (A.C. 3324-A) (ore 14,05).
(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 3324-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la I Commissione, onorevole Angelo Piazza.
ANGELO PIAZZA, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, svolgo una brevissima replica agli interventi di molti colleghi, i quali hanno lamentato, in particolare in riferimento alla proroga dei termini, il delicato problema della sua compatibilità con le esigenze di funzionalità della pubblica amministrazione. Nel merito siamo tutti d'accordo e comprendiamo che provvedimenti quali quello in esame dovrebbero rappresentare l'eccezione rispetto alla regola del fisiologico funzionamento nei rapporti tra il Governo e il Parlamento. Il provvedimento rappresenta anche un'eccezione, in molti casi, al principio secondo cui se si fissano termini per la pubblica amministrazione, questi dovrebbero essere in linea di massima rispettati, così come vale per i cittadini. Tuttavia, in molti casi - e a nostro avviso in tutti i casi in esame - la proroga dei termini si è resa necessaria proprio per assicurare che una serie di adempimenti indispensabili, ma resisi impossibili per una serie di circostanze (tra cui spesso un dato normativo non chiaro o da migliorare), siano resi concretamente possibili proprio attraverso tipi di provvedimenti quale quello in esame.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la V Commissione, onorevole Piro.
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FRANCESCO PIRO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, innanzitutto sottolineo che i deputati intervenuti nel corso del dibattito, pur partendo dal rispettivo punto di vista, hanno sostanzialmente confermato, anzi rafforzato gli elementi di giudizio e le valutazioni contenute nelle relazioni. A me pare sia emerso soprattutto un giudizio positivo sul metodo costruttivo con cui si è lavorato sul testo del decreto-legge giunto in Aula con numerose modifiche. È emersa, inoltre, la volontà di trovare punti condivisi su aspetti ancora aperti e sicuramente tra questi vi sono quello di Malpensa e quello relativo alla cosiddetta norma «Visco sud». Sono piovuti accenti anche fortemente critici - mi è parso senza una sostanziale distinzione tra maggioranza e opposizione - sulla natura dello strumento cosiddetto mille proroghe, sulla qualità della legislazione e sulla capacità della pubblica amministrazione di attuare le leggi nei tempi previsti.
L'onorevole Misiani ha ricordato - devo farvi riferimento anch'io - che nel nostro Paese, purtroppo, la prerogativa negativa del ritardo nell'attuazione delle leggi non appartiene soltanto alla pubblica amministrazione, ma anche ai soggetti privati e al sistema delle imprese. È stata ricordata, ad esempio, la proroga per l'adeguamento alle normative antincendio delle grandi strutture alberghiere; ricordo, altresì, la norma che, dopo anni di possibile attuazione, proroga il termine per l'adeguamento degli impianti alle emissioni in atmosfera. Si tratta di due questioni importantissime. La prima riguarda la sicurezza per milioni di persone che frequentano gli alberghi nel nostro Paese. La seconda concerne il rispetto dei limiti quantitativi alle emissioni previste dal Protocollo di Kyoto e, ancora di più, i limiti ancor più elevati assunti recentemente dall'Unione europea. Sul rispetto di tali limiti il nostro Paese non solo è molto indietro, ma è anche gravemente inadempiente. Nel decreto-legge in esame si è sicuramente scelto di non mettere in crisi settori importanti della nostra economia. Mi permetto di aggiungere, però, che non è difendendo l'arretratezza rispetto alla normativa europea approvata soprattutto in materia di sicurezza e di salute che si difende l'economia, né tanto meno il Paese.
Per quanto riguarda i ritardi della pubblica amministrazione, ritengo complessivamente giuste molte critiche che sono state avanzate. Ricordo, però, che vi è anche un problema relativo alla misurazione dell'impatto amministrativo dei provvedimenti, nel momento in cui gli stessi sono predisposti, discussi e approvati. Tale misurazione dell'impatto amministrativo è ancora estremamente carente, quando non del tutto assente. Per quanto riguarda, infine, alcuni aspetti finanziari ai quali si è fatto riferimento, l'abrogazione dell'obbligo dell'anticipo previsto per i concessionari della riscossione ha prodotto sicuramente un effetto di peggioramento dell'indebitamento netto nel 2007, peraltro assorbito all'interno del saldo stesso.
In merito alla questione, sollevata dall'onorevole Gianfranco Conte, relativa agli aggiustamenti negli stanziamenti derivanti dal comma 507 dell'articolo 1 della legge finanziaria del 2006, richiamo il fatto che il comma 507 citato, per sua natura, ha un carattere elastico. Ricordo perfettamente la discussione svoltasi in merito, all'epoca dell'approvazione del comma medesimo: allora emerse con grande chiarezza che l'accantonamento delle risorse - piuttosto che il taglio lineare degli stanziamenti - era stato pensato e voluto proprio al fine di consentire una valutazione sulla congruità degli stanziamenti e la necessità della spesa proprio in corso di esercizio. Tutto ciò, peraltro, in relazione alla rivisitazione di fondo della spesa storica - la spending review - che, come ha riferito il Ministro Padoa Schioppa, sta proseguendo. Se l'obiettivo della riduzione della spesa pubblica è necessario e condiviso, mi sembra che la strada da percorrere sia questa: passare dai tagli percentuali all'allocazione mirata delle risorse. In conclusione, si può affermare che anche dal dibattito sono emersi elementi complessivamente positivi, che potranno consentire Pag. 34una discussione approfondita e la conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi limiterò a poche considerazioni, considerata anche la pacatezza del dibattito, in cui gli onorevoli deputati hanno svolto alcune osservazioni puntuali ed altre di carattere generale - in gran parte condivisibili -, in merito alla legge finanziaria e alla natura del decreto «mille proroghe». Nessuno scandalo, comunque, considerato che il decreto-legge in esame è diventato «maggiorenne»: sono passati diciotto anni dal momento della sua emanazione.
Probabilmente, ciò che gli onorevoli deputati hanno affermato circa questo decreto-legge lo abbiamo sostenuto anche noi nella passata legislatura, con maggiore o minore efficacia. Un dato è certo: vi è comunque un malessere. Quando si giunge a prorogare una serie di termini, vuol dire che una certa inadeguatezza della pubblica amministrazione oggettivamente esiste. Il Governo sta compiendo uno sforzo di razionalizzazione degli uffici e di riorganizzazione. Si sta procedendo. Sapete meglio di me che sono già stati presentati alle Commissioni alcuni regolamenti e che altri sono in via di definizione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17)
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Condivido, in particolare, le relazioni svolta dai due relatori, per la loro onestà intellettuale. In Commissione vi sono stati un confronto vero e una collaborazione attiva anche con i colleghi dell'opposizione. Molti emendamenti suggeriti dall'opposizione su argomenti interessanti sono stati recepiti. Mi è sembrato un po' ingeneroso quanto è stato affermato da parte dell'onorevole Giudice nella sua funzione di presidente del Comitato per la legislazione, perché, se vi è stato un caso nel quale il Governo e la Commissione hanno recepito le indicazioni del Comitato per la legislazione, esso si è verificato proprio in occasione di questo decreto-legge. Tutto è migliorabile, ma siamo partiti dalla volontà di recepire i suggerimenti del Comitato per la legislazione, perché ci rendiamo conto che il modo di legiferare nel nostro Paese è a dir poco farraginoso, ma questa è storia antica, non affrontabile sicuramente in questa sede.
Il decreto-legge in questione è importante per il suo contenuto. Sono state segnalate alcune disposizioni, come quelle relative alla proroga della spesa per le missioni all'estero e alla costituzione della banca dati per la conservazione dei cordoni ombelicali, per favorire la ricerca e l'utilizzazione delle cellule staminali. In Commissione su due punti, in particolare, si è verificato un dissenso con il Governo, ma mi auguro che si possa trovare la soluzione più idonea per la copertura della norma relativa alla rottamazione, che era garantita dalla norma sulla riscossione. Ciò ha creato alcuni problemi e il Governo sta valutando le soluzioni per trovare la migliore e più puntuale copertura, perché altrimenti la norma relativa alla rottamazione sarebbe priva di effetti.
Gli uffici della Ragioneria generale dello Stato stanno lavorando e nel corso dell'esame del provvedimento discuteremo sulla adeguatezza o meno delle risorse. Un dato è certo: avrei gradito che il comma 4 dell'articolo 81 della Costituzione fosse stato rispettato dai membri della Commissione, quando sono stati soppressi i commi 3 e 4 dell'articolo relativo alla riscossione. L'ho rilevato, ma evidentemente la volontà del Parlamento è comunque sovrana e ne prendiamo atto. Per quanto riguarda le considerazioni circa il contenimento della spesa e gli impegni sulla riduzione della tassazione sui redditi e sui salari più bassi, cui ha fatto riferimento l'onorevole Gianfranco Conte, che ha avuto la bontà di citare le mie parole per alcune affermazioni, vorrei ricordare che vi sono molti Pag. 35problemi, ma non di conti pubblici, che per fortuna cominciano a essere in ordine. Vorrei ricordare che nei primi nove mesi del 2007 il rapporto deficit-PIL è sceso all'1,3 per cento e che chiudiamo quest'anno intorno al 2 per cento, mentre l'avanzo primario ha raggiunto più o meno il 3 per cento.
Questo è un fatto molto importante, e significa che le poche risorse di cui si disporrà questa volta devono essere ridistribuite a favore dei redditi più bassi, a partire dai salari e dalle pensioni. Avremo modo di approfondire meglio, nel corso del dibattito, le altre questioni che sono state oggetto di considerazione da parte degli onorevoli deputati.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.