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Si riprende la discussione.
(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1475)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a nome del Governo, il ministro Chiti. Ne ha facoltà.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, vorrei cercare di svolgere un intervento pacato, spero non stanco come diceva prima l'onorevole Vito, per un motivo molto semplice: penso che ovunque - per carattere io sono così - e prima di tutto nelle aule parlamentari sia decisivo il confronto e, anche quando c'è uno scontro aspro e una diversa valutazione con una contrapposizione, vi debba essere almeno la capacità dell'ascolto.Pag. 69
Prima di tutto voglio rispondere alla questione che ha posto a titolo personale il Presidente Violante. Ha detto bene il Presidente della Camera quando ha rilevato che si tratta di una questione di merito. Esiste un parere della Commissione affari costituzionali, quindi non credo che si possano confondere due momenti.
Già al Senato vi è stato un ordine del giorno che coglieva in parte le questioni poste ora dall'onorevole Violante. Il Governo ha intenzione di prestare attenzione al problema posto e, in ogni caso, di verificare (Commenti)...
ELIO VITO. Come? Quando?
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. C'è attenzione al problema posto e disponibilità a verificare ciò che si pone all'interno di un provvedimento, che è comunque generale (Commenti)... Se vi sarà un ordine del giorno specifico, il Governo lo accoglierà; in ogni caso, presterà attenzione ed impegno su questo tema.
La scelta che devo ora presentare a nome del Governo, cioè porre la questione di fiducia su questo provvedimento (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di opposizione)...
PRESIDENTE. Non era così imprevista, vi prego...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Non credevo di trovarmi allo stadio...
Io avrei voluto evitarla (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e della Lega Nord Padania) e anzi posso dire che ho esplorato tutte le strade possibili e praticabili per cercare di evitarla. Ci siamo dovuti arrendere e non consola certo su questo richiamare il detto latino: ad impossibilia nemo tenetur (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e della Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Prego l'Assemblea di consentire al rappresentante del Governo di svolgere le sue argomentazioni.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. In realtà, la necessità di porre su questo provvedimento la questione di fiducia appare, con tutta evidenza, una conseguenza dei rapporti che continuano a risentire delle asprezze di un confronto che non sembra mai lasciare il passo ad una normale dialettica tra maggioranza e opposizione (Commenti) (Numerosi deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania escono dall'aula).
ELIO VITO. Buffone!
PRESIDENTE. Vi prego, per cortesia! Naturalmente, i colleghi deputati possono uscire dall'aula, ma vi prego di farlo in maniera rispettosa per chi parla.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Facciamoli uscire e poi continuo...
SANDRO BONDI. Viva il Parlamento! Viva il Parlamento!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Te ne se ricordato tardi, Bondi!
PRESIDENTE. Invito l'Assemblea ad un atteggiamento rispettoso. Il rappresentante del Governo ha diritto di parlare (Dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale si scandisce: «Dimissioni!»)!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Le dimissioni le provocano il voto, non le vostre gazzarre! E per ora ilPag. 70voto alle amministrative e al referendum ha bocciato voi! Ha bocciato voi tre volte (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Verdi e dei Popolari-Udeur - Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e della Lega Nord Padania) Tre volte! Tre volte (Dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale si scandisce: «Buffone!»)!
PRESIDENTE. Vi prego, non è ammesso l'insulto! Assolutamente...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. La fiducia, ancora una volta, come sempre è stato in questi due mesi, tranne che al Senato sul disegno di legge relativo alle missioni militari all'estero, diviene lo strumento a disposizione - l'unico, purtroppo - o per superare ingorghi di provvedimenti presenti in Parlamento, alcuni oggettivi dovuti anche a circostanze alle nostre spalle, alle recenti elezioni politiche, amministrative e al referendum, o per superare legittimi ma incomprensibili - e, a mio avviso, sbagliati - atteggiamenti ostruzionistici dell'opposizione (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e della Lega Nord Padania).
Mi auguro che in futuro, lavorandoci...
FRANCESCO MARIA GIRO. Buffone!
GUGLIELMO ROSITANI. Tempo!
PRESIDENTE. Mi scusi, ministro. Intendiamoci, si può contestare ed è un diritto, ma non si può impedire di parlare in quest'Assemblea! Ha la parola il ministro, che parla a nome del Governo e l'Assemblea ha il dovere di ascoltarlo. Questo è un principio democratico (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Verdi e dei Popolari-Udeur)!
Prego, ministro.
FRANCESCO MARIA GIRO. Ministro delle maleparole!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Dicevo, mi auguro che in futuro, cominciando a lavorarci oggi per metterle almeno a disposizione della prossima legislatura, i Governi abbiano corsie preferenziali per i provvedimenti urgenti da loro definiti prioritari, naturalmente con regole che assicurino controllo e spazi definiti al Parlamento e alle stesse opposizioni.
Da parte delle opposizioni si intende sostenere che il decreto del Governo è stato blindato e che dunque è immodificabile. Non è così (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale), in quanto vi sono state 98 modifiche al testo, in parte introdotte dal Governo dopo il confronto con le parti sociali, in buona parte introdotte al Senato dalla maggioranza e una ventina proposte dalle opposizioni e accolte al Senato.
Queste ultime non sono proprio banali e riguardano, ad esempio, la modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, il rispetto della normativa sulla riservatezza nel trattamento dei dati personali, la gestione del servizio idrico integrato, la quantificazione dei costi delle aree di fabbricazione, la normativa in materia di trasferimenti di immobili in piani urbanistici particolareggiati.
Queste modifiche, per quanto riguarda la mia esperienza di deputato di opposizione nei cinque anni precedenti, non mi è stato mai consentito di farle in nessuna legge finanziaria presentata in quei cinque anni in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Verdi e dei Popolari-Udeur)!
Al Senato ed alla Camera, con il collega Bersani ed altri colleghi del Governo incaricatiPag. 71di seguire questo provvedimento, esaminando nel merito gli emendamenti presentati, abbiamo verificato che non esistono, a nostro giudizio politico, condizioni per accogliere altre impostazioni, non perché il Senato è in vacanza, ma perché le altre impostazioni non sono compatibili e coerenti con la logica e con le finalità di questo provvedimento.
Questo provvedimento si può naturalmente contrastare, ma non si può chiedere al Governo ed alla maggioranza di accogliere - per dare una prova, ma di che cosa? una prova d'amore? - proposte emendative che sono in contraddizione con la logica, l'impostazione e le finalità che ci proponiamo di realizzare e di portare avanti.
Mi sarei aspettato, dico la verità, come all'inizio aveva detto l'onorevole Tabacci, che avessimo un'opposizione al Senato ed alla Camera che sapeva incalzarci, chiedendoci, magari, un di più sul progetto delle liberalizzazioni. Sarebbe stato un confronto molto alto! Ma non è di questo che si è trattato! Non sono queste le proposte che sono state avanzate né alla Camera né al Senato (Applausi dei deputati dei gruppi de l'Ulivo e dei Popolari-Udeur)!
Ieri - come ha detto l'onorevole Vito - abbiamo avanzato alle opposizioni la proposta di scegliere 10, 15, 20 emendamenti, ma non per accoglierli, perché non ci può essere chiesto - che prova di volontà sarebbe tutto ciò? -, ma per svolgere una discussione seria, approfondita, ampia e poi procedere alla loro votazione e, quindi, a quella finale. Era un artificio, una levata di ingegno? Colleghi, al Parlamento inglese si discute in questo modo della legge finanziaria; chi si trova all'opposizione e presenta i propri emendamenti alla legge finanziaria li discute e non chiede, come condizione, il loro accoglimento, altrimenti abbandona l'aula. La condizione che viene chiesta è di procedere alla loro discussione, perché, in quel caso, l'opposizione vuole fare vedere quali sono le sue proposte alternative che si tradurrebbero in azioni di Governo se governasse.
Così noi avevamo proposto di fare, ma ci è stato detto di «no»! Ci è stato proposto che uno, due, tre o quattro vostri emendamenti, che non ci convincono, fossero accolti ad ogni costo per rendere agevole la strada parlamentare del provvedimento. Ma che logica politica è questa? Cosa ci viene chiesto?
Quanto alla realtà della situazione che ci troviamo ad affrontare, è vero ciò che ha affermato l'onorevole Vito. Mi dispiace sinceramente e personalmente dover porre la questione di fiducia su tale provvedimento, ma vogliamo stare alle cifre, altro che ferragosto!
Sono stati presentati in Commissioni 1.200 emendamenti; sono stati ammessi in aula 518 e lasciamo stare la discussione sulle linee generali! Il collega Volontè ha ricordato che era stato assunto un impegno, ma che poi si è andati oltre. Almeno si dia atto degli impegni che vengono assunti, anche perché i rapporti personali continuano!
L'onorevole Leone mi ha detto che, non essendomi recato una volta in questi due mesi in Conferenza dei presidenti di gruppo, il sottosegretario Naccarato mi avrebbe informato male e, pertanto, l'impegno, che ha ricordato anche l'onorevole Volontà, non c'era.
Ebbene, secondo il regolamento della Camera dei deputati, questi 518 emendamenti possono significare 1.036 ore di dibattito, ossia, senza interruzione, 43 giorni - non di ferragosto! -, 43 giorni di discussione! Poi ci sono, naturalmente, gli ordini del giorno, le illustrazioni degli stessi, le dichiarazioni di voto ed il voto finale. Se vogliamo rivoluzionare il vocabolario della politica, non chiamiamolo ostruzionismo, chiamiamolo come volete voi, florilegio, non lo so, ciò che volete, ma questa è la sostanza: 43 giorni, senza considerare le dichiarazioni di voto, la presentazione degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
Noi abbiamo - e di ciò ci assumiamo la responsabilità non solo di fronte al Parlamento, ma di fronte al paese, questo sì - assunto un impegno: che questo provvedimento diventi legge prima della sospensione dei lavori per la pausa estiva.Pag. 72Questa è effettivamente la nostra testardaggine e la nostra pervicacia. Su ciò insistiamo. Su ciò intendiamo impegnarci.
Infine, è stato richiamato in quest'aula un problema di rapporti tra Camera e Senato. Esiste certamente una maggioranza più esigua - due senatori sono un margine più esiguo - al Senato rispetto alla maggioranza di cui il centrosinistra dispone alla Camera, tuttavia esiste una maggioranza di centrosinistra sia alla Camera sia al Senato. Se alcuni provvedimenti hanno preso avvio al Senato anziché alla Camera in gran parte è stato dovuto alla contingenza di questi mesi ed è comunque chiaro che provvedimenti importanti inizieranno il loro iter dalla Camera dei deputati. È già così perché il disegno di legge sui diritti sportivi radiotelevisivi è stato presentato alla Camera ed altri disegni di legge seguiranno.
Onorevoli colleghi - lo dico anche ora con pacatezza -, è stato detto di questo provvedimento da parte di chi si opponeva - non da tutte le opposizioni perché su un certo argomento vi è la trasversalità - al Senato, quando si è discusso dell'indulto e si è affermato che non si sarebbe potuto cambiare una virgola del provvedimento, altrimenti lo stesso sarebbe tornato alla Camera: ma la Camera ci impone...! Quando si è discusso delle missioni militari all'estero, in particolare in Afghanistan, altri hanno detto: ma perché non si può cambiare questo punto che sarebbe importante? Non si poteva perché il provvedimento era alla Camera. Allora, quando si è alla fine di due mesi intensi perché, di fatto, abbiamo lavorato alacremente per due mesi su molti provvedimenti, anche di ciò dobbiamo tener conto.
Ringrazio il gruppo dell'UDC che è rimasto in aula ed ascolta (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani e dei Popolari-Udeur), perché credo che ciò abbia un significato trasparente di correttezza di vita parlamentare, e non altro.
LUCIO BARANI. Ci siamo anche noi!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme istituzionali. Ringrazio anche il gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista: scusatemi non mi sono ancora abituato alla posizione in aula dei gruppi (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani e dei Popolari-Udeur).
Spero davvero che la strategia dell'opposizione non sia innalzare - o aiutare chi, anche della maggioranza, vorrebbe innalzare - i livelli della contrapposizione. Non è giusto innalzare tali livelli, anche quando ciò aiuta a tenersi più uniti e più coesi; aiutano, invece, il confronto, l'approfondimento ed anche le sfide, ma le sfide alte. Noi è questo che vogliamo fare, a partire dai prossimi mesi, dalla dimostrazione - che vi sarà - che la maggioranza sarà coesa sulla legge finanziaria e sulla costruzione su di essa di un rapporto con le parti sociali, con gli enti locali e con i gruppi presenti in Parlamento.
Fatte queste considerazioni, signor Presidente, colleghi deputati, a nome del Governo, a ciò autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 223 del 2006, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani e dei Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Secondo una diffusa consuetudine, darò ora la parola, per cinque minuti, ad un rappresentante per ciascun gruppo che lo richieda.
Ha chiesto di parlare il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, anche in qualità di ex ministro per i rapporti con il Parlamento è un mio dovere intervenire.Pag. 73
Parlavo, stamattina, con l'onorevole Tranfaglia, illustre storico, a proposito del fatto che ci può essere divergenza sulla interpretazione di fatti accaduti secoli fa. Tuttavia, riguardo a ciò che è accaduto nella precedente legislatura, è sufficiente consultare gli atti parlamentari per scoprire che quanto affermato dal mio collega Chiti non corrisponde affatto alla verità; non è la verità. Quanto sta accadendo in questi due mesi, infatti, non è mai accaduto in passato. Volendo effettuare un confronto numerico, ricordo che nei primi due mesi di attività del Governo Berlusconi è stata posta una questione di fiducia. In questa legislatura, è stata posta la questione di fiducia su tutto ciò che ha impegnato il Parlamento nei primi mesi di attività, e - state attenti - non su questioni economiche di necessità e di urgenza ma su questioni ordinamentali che, nella scorsa legislatura, hanno impegnato per mesi, o per anni, il Parlamento.
L'onorevole Chiti ha chiesto la testimonianza dell'onorevole Tabacci, che è intervenuto in Assemblea sulla materia dell'immigrazione quando discutemmo della legge Bossi-Fini, che fu emendata in base a proposte dell'opposizione e della maggioranza di allora, anche con contrasti interni a quella maggioranza. Giustamente, l'onorevole Tabacci ha affermato che, essendo stato chiamato in causa, avrebbe avuto qualcosa da dire anche su questo provvedimento, se avesse potuto dirla e se fosse stato possibile sottoporre a votazione gli emendamenti che abbiamo presentato.
La stessa cosa è accaduta per la legge che riguardava le professioni, in merito alla quale si svolse un'ampia discussione parlamentare, e per quella sulla concorrenza. Onorevole Bersani, perché il problema della concorrenza non è stato risolto con un decreto-legge da parte del Governo? Qualcuno potrebbe dire che, forse, non avrebbe superato il vaglio del Quirinale. Forse, la lettura più corretta è che la maggioranza di allora riteneva che un problema così serio dovesse passare attraverso un approfondito dibattito sia in sede di Commissione sia, successivamente, in Assemblea.
Stessa considerazione per l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: non abbiamo emanato un decreto-legge, ponendo le categorie, in 60 giorni, davanti alla necessità di prendere o lasciare. Si è aperta, invece, una grandissima discussione nel paese.
La legge sulle tossicodipendenze, attualmente sotto tiro, è stata sottoposta all'esame, in Commissione, al Senato, per due anni e mezzo; sono state svolte decine di audizioni conoscitive e decine di interventi. Quel provvedimento, dagli originari 120 articoli è diventato di 30 articoli, poi è stato sottoposto alla conferenza nazionale di Palermo.
Allora, che cosa state dicendo? Non possiamo permettere che si avalli una grottesca rappresentazione di quanto è accaduto nella scorsa legislatura, durante la quale il dibattito si è svolto e il Governo e la maggioranza di allora lo hanno accettato. State attenti perché - questa è una denuncia precedente che sento di dover fare - si sta creando un corto circuito democratico! Dove sono la necessità e l'urgenza, per il paese, di modificare le tariffe minime degli avvocati o di discutere principi che riguardano le professioni? Tutto questo, entro 30 giorni e non 60, visto che siamo in agosto, senza che l'Assemblea possa entrare nel merito. In tal modo, si pongono intere categorie di cittadini e di lavoratori davanti al fatto compiuto. Voi state trasferendo il Parlamento in piazza (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! Le categorie e le associazioni, d'ora in poi, sapranno che non si tratta più di difendere i propri interessi attraverso i canali democratici: vince chi, in un mese, riesce a mobilitare la piazza con maggiore violenza! Chi più riesce a mobilitarla più ascolto trova nel Governo! Allora la democrazia è bypassata, è bypassato il principio secondo il quale, se hai ragione, trovi qualcuno che, in Parlamento, difende le tue ragioni, sia nella maggioranza sia nell'opposizione!Pag. 74Si deve mobilitare la piazza in modo da paralizzare il paese nella maniera più cruenta possibile e, allora, si può avere ascolto. Altrimenti, le categorie sapranno che, con il sistema dei decreti-legge a raffica e le questioni di fiducia a raffica, il Parlamento è totalmente svuotato delle proprie funzioni. Altro che riforma costituzionale! La riforma costituzionale la state facendo svuotando il ruolo del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale) e impedendo ai cittadini di essere rappresentati! Questo sta accadendo, onorevole Chiti, nei primi due mesi di vita dell'attuale Governo.
Lasciatemi svolgere, infine, un'ultima considerazione. Forse, apparterrò ad una cultura diversa da quella, un po' pedagogica, utilizzata dall'onorevole Chiti. Tuttavia, quando ponevo la questione di fiducia, sapevo che, comunque, si trattava di qualcosa di estremamente importante e capivo e legittimavo le proteste dell'opposizione. Venire a porre la fiducia e fare anche la morale, spiegando a coloro i cui diritti sono conculcati che devono essere anche contenti, mi sembra davvero eccessivo (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Siamo rimasti in aula ad ascoltare le parole del ministro Chiti per rispetto verso il Governo, ma ritengo che il ministro Chiti debba avere innanzitutto rispetto per la verità e, quando egli sostiene che ha posto la questione di fiducia malvolentieri, che avrebbe preferito un dibattito parlamentare su 10-15 proposte emendative, egli sa benissimo che non è così. Il Governo era in condizione di sopportare un dibattito su 10, 15 o 20 proposte emendative, ma non era in condizione di accettare neppure un emendamento che proponesse una virgola di differenza rispetto al testo approvato al Senato, perché non era in condizioni di tornare al Senato, che è una specie di forca caudina per questo Governo, perché ogni volta che propone un provvedimento in quella sede è obbligato a porre la questione di fiducia, ed ogni volta che lo fa, come sul DPEF, deve sperare nella mancanza di alcuni senatori dell'opposizione, come recentemente è avvenuto, per poter far passare un provvedimento. Un Governo che è senza una maggioranza reale in una delle due Camere del Parlamento italiano e che ha profonde divisioni al suo interno riguardo al merito del singolo provvedimento in discussione, tanto che ieri sera - ho ascoltato larga parte degli interventi svolti in quest'aula - ho notato, da parte di molti esponenti dell'estrema sinistra, obiezioni non soltanto formali, ma sul merito del provvedimento di Bersani e Visco. Quindi, ad una maggioranza assolutamente risicata, che spesso non è tale in una delle due Camere, si aggiunge una difficoltà reale a mediare tra posizioni diverse all'interno della compagine governativa.
Chiedo ai deputati dell'attuale maggioranza di mettersi un attimo nei panni di un parlamentare dell'opposizione (molti di voi li conosco, con molti sono anche amico, e molti sono stati con me in quest'aula molti anni fa; e vi ho visti come vi comportavate quando eravate in minoranza) che viene chiamato a discutere - generalmente - dei provvedimenti come se questa fosse non già una sede di deliberazione ma una sede convegnistica, dove ognuno di noi può esporre dei ragionamenti, fare proposte, sapendo già dall'inizio che nessuna di queste proposte può essere accettata dalla maggioranza. Ma in che condizioni si trova in questo momento un parlamentare, che non ha pregiudizi nei confronti della maggioranza e che può e vuole intervenire sul merito dei provvedimenti, se dall'inizio sa, come premessa, che i ragionamenti possono soltanto essere svolti, come se quest'aula fosse soltanto la sede di un convegno - come ha giustamente affermato ieri sera l'onorevole DellaPag. 75Vedova, facendo questo paragone - e non già una sede di discussione nel merito dei singoli provvedimenti?
La maggioranza si chiude a riccio, perché non può che fare così. Non può che svolgere una funzione di maggioranza chiusa e poi dire, nel contempo, che vuole il dialogo con l'opposizione, o con alcune parti dell'opposizione, perché da sola non ce la fa, come ha detto recentemente il segretario dei Democratici di sinistra, Fassino, e che vuole allargarsi. Questo mi sembra il punto politico che ci sta di fronte e che questa fiducia mette ulteriormente in chiaro, perché viviamo una situazione straordinaria della vita del Parlamento della Repubblica. Una situazione straordinaria dovuta al fatto che il Governo, in una delle due Camere, non ha una maggioranza chiara. Ciò si ripercuote nella vita parlamentare con richieste di voti di fiducia, sia al Senato sia alla Camera, perché oltre a non avere una maggioranza chiara, questa è anche divisa sul merito dei provvedimenti; e così la vita parlamentare diventa una vita problematica per il singolo parlamentare, anche per quei gruppi e per quei parlamentari che hanno un atteggiamento costruttivo e che vogliono entrare nel merito dei singoli problemi, con proposte che possano migliorare i singoli provvedimenti.
Questa è la vita in questo momento del Parlamento della Repubblica e credo che l'emergenza nella quale ci troviamo debba al più presto essere superata (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, il ministro Chiti, nel porre la questione di fiducia, ha esordito dicendo che è fondamentale il confronto prima di arrivare alle determinazioni e al voto. Mi chiedo quale confronto si voglia instaurare in questa fase, operando in questo modo.
Siamo rimasti in aula e ci duole che spesso si abbia riguardo soltanto ad una contrapposizione bipolare in un Parlamento che comunque è figlio di una legge proporzionale e nel quale siedono parlamentari che non sono sempre, ipso facto, ascrivibili all'uno o all'altro schieramento. Ci piacerebbe che, oltre che dell'insieme dei gruppi e delle dinamiche di contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, da parte della Presidenza della Camera, ma anche da parte del Governo, si tenesse conto della volontà di partecipazione di ciascun parlamentare, determinando con questa partecipazione la possibilità di scrivere provvedimenti migliori.
La questione sollevata dal presidente Violante - diceva il Presidente della Camera nella replica di poc'anzi - è una questione che attiene al merito e che non poteva essere valutata durante la fase di discussione delle pregiudiziali di costituzionalità, cioè durante la fase nella quale bisognava decidere se passare all'esame del merito del provvedimento. Sta di fatto che, certamente essendo così, la mancanza di copertura relativamente ad una scelta che prevede una spesa fa mancare un requisito di costituzionalità, che non preclude certamente il passaggio al merito, se nell'esame del merito stesso si corregge questo vizio di costituzionalità del provvedimento.
La questione di fiducia viene posta sul provvedimento così com'è, esattamente con questo vulnus costituzionale che consiste nella mancanza di copertura di una spesa prevista. Nel momento in cui il Governo risponde che affronterà il tema sulla base di un ordine del giorno - svilupperemo questa discussione nel corso del dibattito sulla questione di fiducia -, mi domando se con un ordine del giorno sia possibile rimuovere un difetto di copertura di spese recate da un provvedimento di legge. Qui davvero stiamo facendo a stracci la nostra Costituzione! Qui davvero si pretende che noi si reciti anche a soggetto e che in questo Parlamento non si possa più discutere realmente dei provvedimenti che interessano il paese. Credo, signor Presidente della Camera, che questa fiducia, così posta, sia comunque in qualche modo lesiva dell'onorabilità di quest'Assemblea (Applausi dei deputati deiPag. 76gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente nella biblioteca del Presidente per definire l'organizzazione del seguito del dibattito.
Sospendo quindi la seduta, che riprenderà subito dopo la conclusione di tale riunione.
La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 19,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI