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Si riprende la discussione (ore 15,32).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1608)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1608 sezione 6).
Avverto che è stato presentato - tra gli altri - anche l'ordine del giorno Realacci n. 9/1608/6, volto a chiedere l'adozione di un'azione ufficiale del Governo tesa a verificare le motivazioni della sentenza della magistratura tedesca relativa alla strage di soldati italiani a Cefalonia.
La Presidenza, pur sottolineando l'importanza della questione e riconoscendo la necessità di un chiarimento al riguardo, non può che rilevare l'estraneità del contenuto di tale ordine del giorno rispetto al decreto-legge in esame e ritenere, pertanto, inammissibile lo strumento presentato, ai sensi degli articoli 88 e 89 del regolamento.
Avverto, inoltre, che è in distribuzione la nuova formulazione dell'ordine del giorno Pinotti n. 9/1608/2.
Ha chiesto di parlare il deputato Nardi per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1608/1. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, a mio avviso l'ordine del giorno in esame dovrebbe ottenere la sostanziale adesione del Parlamento e del Governo.Pag. 47
Si tratta di un ordine del giorno che, fondamentalmente, si prefigge due finalità. In primo luogo, quella di determinare un continuo e costante monitoraggio della situazione che si sviluppa in zona di guerra, cioè in Libano, che potrebbe degenerare nell'ipotesi in cui la missione prendesse una piega che, a mio giudizio, potrebbe essere anche probabile. Quindi, in questo caso, occorre che vi sia un continuo monitoraggio da parte nostra e delle forze ONU per un eventuale ripensamento del nostro impegno nella missione. Ovviamente, vi sarà chi riterrà che il nostro impegno debba essere più determinato nei confronti di Hezbollah e chi, viceversa, immaginerà un nostro disimpegno rispetto alla situazione divenuta più pericolosa. In entrambi i casi, ritengo che un monitoraggio continuo e costante di quanto accade in quel contesto sia quantomeno doveroso.
La seconda finalità evidenziata nel mio ordine del giorno è quella di intervenire fin da subito nei confronti di quei paesi che possono avere interesse a creare condizioni di instabilità in quel panorama, in primo luogo l'Iran.
Ritengo che un intervento preventivo in sede diplomatica, al fine di pressare questi paesi precisando il grado di rischio che potrebbe comportare un loro atteggiamento negativo, possa essere funzionale a ridurre il pericolo. Mi auguro, pertanto, che questo ordine del giorno possa essere accettato dal Parlamento e dal Governo.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
MASSIMO D'ALEMA, Ministro degli affari esteri. Il Governo esprime parere favorevole, in particolare sul dispositivo, nel senso che l'Esecutivo assume l'impegno a informare con tempestività e continuità il Parlamento e a sviluppare le iniziative diplomatiche richieste nell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Invito il Governo ad esprimere il parere su tutti gli ordini del giorno presentati.
MASSIMO D'ALEMA, Ministro degli affari esteri. Il Governo accetta gli ordini del giorno Nardi n. 9/1608/1, Pinotti n. 9/1608/2
(Nuova formulazione) e Mariani n. 9/1608/3, mentre non accetta gli ordini del giorno Pottino n. 9/1608/4, Bricolo n. 9/1608/5 e Cossiga n. 9/1608/7.
Il Governo accetta inoltre l'ordine del giorno Papini n. 9/1608/8; non accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/1608/9 e accetta l'ordine del giorno Fini n. 9/1608/10.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Nardi n. 9/1608/1, Pinotti n. 9/1608/2
(Nuova formulazione) e Mariani n. 9/1608/3, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Chiedo all'onorevole Pottino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1608/4, non accettato dal Governo.
MARCO POTTINO. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO POTTINO. Il mio ordine del giorno n. 4 recita: «Ricordando come il legittimo Governo del Libano abbia chiesto ai diversi paesi un impegno a contribuire alla ricostruzione ed alla modernizzazione dell'esercito regolare libanese, che avrebbe immediatamente bisogno di una ventina di elicotteri, centinaia di camion, blindati, armi leggere, munizioni ed apparecchiature individuali come i visori notturni, per un importo non inferiore ai 500 milioni di dollari; a questo scopo, il Governo di Beirut abbia fatto pervenire una dettagliata richiesta a tutte le ambasciate dei paesi membri dell'Unione europea presenti in Libano; di eventuali forniture italiane al Libano si sia parlato anche in occasione dell'incontro del 12 settembre scorso tra il ministro della difesa italiano ed il suo omologo libanese, Elias Murr; evidenziando altresì come la normativa adottata dall'Italia in materia di trasferimenti all'estero di materiali di armamento - tanto come transito che come esportazione - siaPag. 48improntata al principio di non fornire armi e sistemi d'arma a Stati che si trovino in situazione di belligeranza o non diano adeguate garanzie dal punto di vista dell'affidabilità del loro comportamento nella sfera politica internazionale; che agli stessi principi ora richiamati si ispiri anche il codice di condotta adottato nell'ambito dell'Unione europea; rilevando che il Libano, pur in transizione verso un nuovo assetto politico, è tuttora caratterizzato da una situazione nella quale il Governo centrale non ha il pieno controllo del territorio nazionale, tollera la presenza di fazioni armate come Hezbollah ed identifica da qualche tempo in Israele, piuttosto che nella Siria, la principale minaccia della sicurezza del paese dei cedri; che nulla garantisce che le armi eventualmente trasferite al Governo del Libano non cadano nelle mani degli Hezbollah; che, conseguentemente, un contributo al riarmo dell'esercito libanese è suscettibile di essere considerato in Israele come un atto offensivo nei confronti di Tel Aviv; invita il Governo a negare all'esecutivo del Libano qualsiasi fornitura di materiali d'armamento, inclusi gli equipaggiamenti individuali che non possono essere considerati immediatamente offensivi ma contribuiscono comunque ad elevare le capacità di combattimento, come i visori notturni».
Signor Presidente, abbiamo ascoltato con attenzione poco fa l'intervento del ministro degli esteri, onorevole Massimo D'Alema, che ha definito la missione in Libano una missione difficile, importante e rischiosa. Voglio soffermarmi soltanto sull'ultimo aggettivo: missione rischiosa. Dovremmo dire con forza che, al di là di ogni ipocrisia, che si può sentire anche all'interno di quest'aula, la missione è certamente rischiosa perché il Libano è comunque un teatro di guerra. È una missione rischiosa perché non si conoscono le regole di ingaggio, come ha detto prima l'onorevole Bricolo, e non abbiamo ancora capito bene chi dovrà andare a disarmare Hezbollah. È una missione rischiosa perché i nostri uomini e le nostre donne in missione saranno costantemente esposti al pericolo di attentati ispirati dagli hezbollah. A tale proposito basterebbe ricordare le numerose vittime americane e francesi nel 1983 nella missione a Beirut.
L'invito della Lega si rivolge soprattutto alla parte della maggioranza che ha sempre parlato di dialogo e di cooperazione. Vi invito a votare questo ordine del giorno e ad impedire che il Governo possa armare l'esercito del Libano. Invito gli esponenti dei Comunisti Italiani, di Rifondazione Comunista e dei Verdi a far sentire la propria voce: da loro ho sempre sentito parlare di aiuti umanitari, quindi sarebbe importante votare questo ordine del giorno e cassare, in questo modo, l'operato del Governo e del ministro D'Alema (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pottino n. 9/1608/4, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 300
Astenuti 202
Maggioranza 151
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 278).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bricolo n. 9/1608/5, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bricolo n. 9/1608/5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 508
Votanti 494
Astenuti 14
Maggioranza 248
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 277).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cossiga n. 9/1608/7.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente il Governo non ha spiegato per quale ragione ha espresso un parere contrario su questo ordine del giorno, il cui dispositivo impegna l'Esecutivo ad assicurare la continuità della politica estera del nostro paese per la pace e contro il terrorismo, a riaffermare l'impegno a non ritirare il contingente militare italiano in Afghanistan e ad adoperarsi, nelle sedi opportune, per il buon risultato della risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza dell'ONU. È molto difficile comprendere le ragioni per le quali il Governo dica «no». Se il Governo avesse la cortesia di spiegare le ragioni di tale diniego, forse si potrebbe capire cosa rende impossibile, quale sia la mancanza, cosa è scritto in questo ordine del giorno che il Governo non sente di approvare: il mantenimento della nostra presenza in Afghanistan o l'esecuzione della risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza dell'ONU? Saremmo molto grati di saperlo. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cossiga n. 9/1608/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il dispositivo di voto del deputato Galletti non ha funzionato.
Prendo atto altresì che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Papini n. 9/1608/8.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/1608/8, non accettato dal Governo.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, intervengo anche per fare un po' di chiarezza su ciò che sta succedendo. In precedenza, il centrosinistra ha votato contro l'ordine del giorno Pottino n. 9/1608/4, devo dire in modo vergognoso. Infatti, per anni, in aula, siete intervenuti dicendo che le missioni di pace nel mondo devono servire alla cooperazione ed agli aiuti umanitari. Noi, con il menzionato ordine del giorno, dicevamo le stesse cose, anzi chiedevamo a questo Governo di non partecipare al riarmo - riarmo vuol dire inviare armi, munizioni, cannoni ed elicotteri - del Governo libanese. Voi, votando contro tale ordine del giorno, di fatto, alla faccia dei pacifisti che voi dite di rappresentare in Parlamento, avete votato a favore di un riarmo di un paese al cui interno vi sono anche fazioni vicine al terrorismo islamico. Noi ciò lo abbiamo detto in aula, lo abbiamo denunciato.
Voglio vedere con che coraggio tornerete nelle piazze ad alzare la bandieraPag. 50arcobaleno e ad attaccare le missioni di pace varate dal precedente Governo. Lo dico ai tanti pseudo-pacifisti presenti in quest'aula. Lo dico anche a Caruso, che ha votato contro. In campagna elettorale, in televisione, facevi tanto il pacifista, facevi le barricate (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania: Bravo!), ma qui, in Parlamento, non ti abbiamo sentito ancora parlare, signor Caruso (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale)! Dì qualcosa di sinistra!
Invece di dirlo a D'Alema siamo costretti a dirlo a voi, che oggi dovevate intervenire contro un'azione militare che vuole fare questo Governo, sostenendo il riarmo di un paese, in questo momento non certo stabile, e voi siete rimasti zitti. Evidentemente, vi hanno detto, cari pacifisti, di stare «a cuccia», di stare zitti, di non intervenire. Vi hanno messo la museruola. Sono mesi che siamo in Parlamento che votiamo missioni di pace e nessuno parla, tutti zitti e coperti!
FRANCESCO GIORDANO. Da quando in qua sei pacifista?
FEDERICO BRICOLO. Volevo anche evidenziare le contraddizioni del Governo, non solo degli pseudo-pacifisti presenti in quest'aula. Il Governo ha accettato l'ordine del giorno Gianfranco Fini n. 9/1608/10, sottoscritto da vari esponenti della Casa delle libertà - anche della Lega - in cui si dice, praticamente, che le missioni di pace - tutte le missioni di pace - hanno uno spirito umanitario e sono conformi all'articolo 11 della Costituzione. Noi della Lega Nord abbiamo presentato un'ordine del giorno con lo stesso contenuto, che tuttavia qualifica le missioni di pace. Abbiamo detto che sono tali anche quelle in Iraq e in Afghanistan. È chiaro che tra tutte le missioni di pace cui partecipa il nostro paese vi sono anche queste ultime e il ministro D'Alema, evidentemente, in questo caso rinnega che queste missioni, che sono tuttora operative, sia in Iraq, sia in Afghanistan e che voi supportate, sono missioni di pace conformi all'articolo 11 della Costituzione è ciò è vergognoso, perché l'italiano lo sappiamo leggere tutti!
Vi siete contraddetti con le vostre stesse dichiarazioni; cercate di sostenere una posizione politica indifendibile: le cose vanno dette con chiarezza. Il titolo del decreto fa riferimento alla «cooperazione allo sviluppo in Libano», ma noi abbiamo mandato uomini, navi da guerra, carri armati, bombardieri: i nostri militari sono sul posto armati con i fucili. Dunque, è una missione di cooperazione, che però è anche una missione militare: non possiamo negare l'evidenza. L'ipocrisia di questa Assemblea, evidentemente, la spinge a nascondere la testa sotto la sabbia e a credere che vi siano missioni di pace differenti. Ecco, si verifica una situazione che non credevo possibile e che, invece, oggi siamo costretti a constatare; anche quanti all'epoca si sono dimessi dal Parlamento, ricordo Paolo Cacciari, che si è dimesso durante l'ultima votazione...
PAOLO CACCIARI. Rivolgiti al Presidente, non certamente a me!
FEDERICO BRICOLO. Scusami, sto parlando; se vuoi intervenire, fanne richiesta alla Presidenza!
Ricordo che l'ultima volta che si è votato sull'Afghanistan ti sei dimesso e che, tra pochi mesi, voteremo nuovamente su tale missione: ti devi dimettere un'altra volta, capisci (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)? Perché, qui, ci vogliono rimanere in Afghanistan!
Detto ciò, Presidente, noi invitiamo tutto il Parlamento ad approvare questo ordine del giorno, che semplicemente conferma quanto il Governo, accettando il successivo ordine del giorno firmato da tutti i componenti della Casa delle libertà, ha sostenuto (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine delPag. 51giorno Maroni n. 9/1608/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 518
Votanti 517
Astenuti 1
Maggioranza 259
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 277).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fini n. 9/1608/10, accettato dal Governo, che quindi lo fa proprio.
GIANFRANCO FINI. Signor Presidente, chiedo l'attenzione dei colleghi soltanto per qualche minuto perché, come è stato correttamente testé ricordato dal Presidente Bertinotti, il Governo, nella persona del Vicepresidente del Consiglio, nonché ministro degli affari esteri, onorevole D'Alema, ha annunciato all'Assemblea la volontà di sottoscrivere, di fare proprio, l'ordine del giorno che reca, oltre alla mia firma, quella di colleghi della Casa delle libertà.
Si tratta di un ordine del giorno doveroso in termini morali, soprattutto in una giornata quale quella odierna, caratterizzata dal lutto che ancora una volta ha colpito le nostre Forze armate. Un ordine del giorno che pone fine ad una stagione di polemiche, di disinformazione e - lo dichiaro assumendone la responsabilità - di bugie. È un ordine del giorno che dice precisamente che la Camera impegna il Governo a sostenere le nostre Forze armate, che in tutte le missioni internazionali hanno operato nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione.
Chi parla, ne era cosciente; credo che gli italiani ne fossero convinti; saluto con personale soddisfazione, credo a nome di tutta la Casa delle libertà, il fatto che oggi il Governo dichiari, nell'autorevolezza del ministro degli affari esteri e Vicepresidente del Consiglio - autorevolezza della carica e della persona -, che esse hanno operato e operano nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione. Invito coloro che dai loro banchi - e anche dai banchi del Governo - sostenevano che il Governo di centrodestra violava la Costituzione perché irrispettoso dell'articolo 11 a prendere atto che, come ha dichiarato l'onorevole D'Alema, si sbagliavano. Eravamo nel pieno rispetto della nostra Carta costituzionale [Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Padania, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Il deputato Fini si è avvalso della facoltà di motivare le ragioni, per cui non ha insistito nel chiedere la votazione sul suo ordine del giorno accettato dal Governo.
I deputati Mantovani e Franceschini hanno chiesto di parlare. Come loro sanno, non vi sono dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno e vorrei sapere dall'uno e dall'altro con quale motivazione chiedono di parlare.
RAMON MANTOVANI. Probabilmente, in sede di dichiarazione di voto finale saranno ripresi gli argomenti sulla materia in esame. Chiedo, ora, sia al Governo sia alla Presidenza di dare un'interpretazione autentica su quale sia il dispositivo [Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Scusate, ma ciò è inammissibile! Chiedo che lo stesso rispetto usato anche ascoltando lungamente gli applausi sia rivolto agli altri, a tutti. Siamo in un momento delicato ed invito tutte le parlamentari ed i parlamentari a rispettare gli interventi (Commenti)! Prosegua pure.
RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, ritiro persino questa richiesta. SonoPag. 52in grado io di dire che un ordine del giorno, nella parte del suo dispositivo impegna effettivamente il Governo, mentre nelle premesse non impegna né l'Assemblea né il Parlamento, perché si tratta di considerazioni svolte in apertura della questione affrontata nel dispositivo. Per me il dispositivo è: impegna il Governo a sostenere l'operato delle Forze armate.
PRESIDENTE. Deputato Franceschini, mi dica anche lei la ragione per cui chiede di parlare.
DARIO FRANCESCHINI. Non è prevista la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno ma, rispetto ad un atto di accoglimento da parte del Governo, le parole dell'onorevole Fini possono richiedere una precisazione per non...
PIER FERDINANDO CASINI. Ma qual è la ragione?
DARIO FRANCESCHINI. ...dare l'impressione al paese e all'Assemblea che le cose che lui ha detto [Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
IGNAZIO LA RUSSA. Che dibattito è?
DARIO FRANCESCHINI. ...siano condivise nella loro interezza. Sappiamo il valore - lo ha ricordato il ministro D'Alema - che avrebbe un voto largamente condiviso dal Parlamento in quest'occasione. Abbiamo lavorato per questo nelle Commissioni e, probabilmente, ciò avverrà tra poco (Commenti).
PIER FERDINANDO CASINI. Non è possibile!
DARIO FRANCESCHINI. Reputo doveroso sottolineare che condividiamo l'accoglimento da parte del Governo dell'ordine del giorno Fini n. 9/1608/10, perché esso prende in considerazione il comportamento dei soldati italiani. Non vi è alcuna modifica, da parte nostra, delle valutazioni politiche circa la natura e la scelta della missione in Iraq. Siamo pronti a sottoscrivere un ordine del giorno che valuta positivamente il comportamento dei nostri soldati, che è sempre avvenuto secondo spirito umanitario e di pace, al di là delle decisioni politiche che i soldati sono stati chiamati ad applicare [Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici cristiani e dei Democratici di Centro) - Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e de La Rosa nel Pugno].
PRESIDENTE. Scusate, come avete visto, la Presidenza, come sempre, si è attenuta ad una norma di comportamento tesa a rendere molto trasparente le decisioni prese in quest'aula...
MAURO PILI. Di parte!
PRESIDENTE. ...e così ha consentito al deputato Fini di motivare, giustamente, le ragioni per cui non chiedeva di procedere al voto e, ad altri, di formulare delle precisazioni.
I deputati Bonelli e Casini hanno chiesto di intervenire. Chiederei loro di non insistere su tale richiesta, dato che nella fase delle dichiarazioni di voto finale il tema potrà essere ampiamente ripreso [Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Allora, darò la parola ai deputati Bonelli e Casini e poi passeremo alle dichiarazioni di voto finale.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, non intendo parlare nel merito (a parte il fatto che lo condivido) di quanto ha detto Fini, per la semplice ragione che non possiamo intervenire, per cui la richiamo al rispetto del regolamento.Pag. 53Non poteva parlare Mantovani, né Franceschini; non può parlare Bonelli né lo posso fare io. Le regole vanno rispettate, Presidente [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Mi scusi se glielo dico! Il deputato Fini aveva diritto di parlare per la semplice ragione che a lui spettava la scelta se insistere o meno per la votazione del suo ordine del giorno. Poiché ha scelto di non insistere per la votazione, la questione era chiusa. La invito a rispettare il regolamento [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Grazie, il suo invito sarà accolto! Faccio soltanto notare che, naturalmente, un conto è una dichiarazione di rinuncia al voto, di rinuncia a procedere, altro è l'espressione di una motivazione. In ogni caso, ci atterremo a regole più rigorose.
Prima di passare alle dichiarazioni di voto finale, saluto i ragazzi del liceo scientifico Enrico Fermi di Sulmona presenti in tribuna, che ringrazio (Applausi).