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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Dichiarazioni del sottosegretario Luigi Manconi sulla pratica dell'eutanasia negli ospedali italiani - n. 3-00368)
PRESIDENTE. Il deputato Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00368 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, il 27 settembre, nel corso della trasmissione Omnibus, in mia presenza, un autorevole membro di questo Governo, il sottosegretario Luigi Manconi, ha affermato che nelle cliniche e negli ospedali italiani è diffusa la pratica dell'eutanasia: si tratterebbe - secondo Manconi - di una pratica largamente applicata.
Mi dispiace che sia trascorso più di un mese, ma il Governo è sempre stato indisponibile a fornire una risposta in proposito nel corso del question time. Chiediamo dunque come, quando e dove risultino al Governo ospedali e cliniche italiane, pubbliche o private, dove medici e infermieri pongono fine volontariamente alla vita dei loro pazienti sopprimendoli, così come pubblicamente dichiarato dal sottosegretario Manconi.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, potrei rispondere leggendo la nota trasmessami dal Ministero della salute. Secondo tale nota, nell'ambito delle funzioni istituzionali del Ministero, non sono mai emersi né stanno emergendo notizie o elementi riconducibili all'esistenza della pratica dell'eutanasia da parte di medici e infermieri di ospedali e cliniche del Servizio sanitario nazionale.
Ciò detto, mi fermo in quanto è chiaro che il collega Giovanardi mi chiede una risposta sostanziale, oltre che una rassicurazione formale.
La posizione del Governo è scritta con chiarezza nel programma dell'Unione delPag. 24centrosinistra, che si rifà alla posizione unanime assunta dal Comitato nazionale di bioetica, riguardante le cosiddette dichiarazioni anticipate di trattamento. Questa è la posizione a cui noi siamo favorevoli e per la quale siamo impegnati a perseguire uno strumento legislativo, di intesa con il Parlamento, in questa legislatura. Non si tratta e non si tratterà in alcun caso, quali che siano le posizioni espresse da singoli - in entrambi gli schieramenti politici si evidenziano sensibilità diverse su questa materia -, di aprire la strada all'eutanasia, perché siamo contrari. Voglio ricordare che l'eutanasia è l'azione o l'omissione che porta anticipatamente alla morte allo scopo di alleviare le sofferenze. Non dobbiamo confondere questa pratica - cui il Governo è contrario e per cui non si presterà ad alcuna interpretazione né legislativa né applicativa - con la rinuncia all'accanimento terapeutico, ossia a tutti quegli interventi sproporzionati e inutili rispetto alla possibilità di arrestare il processo della morte del paziente nel tentativo di prolungare la vita ad ogni costo, che procura un'insistenza sproporzionata e futile rispetto al raggiungimento di ogni obiettivo terapeutico: dunque, non è una pratica terapeutica.
Questo è il punto di differenza: combattere l'accanimento terapeutico e contrastare qualunque idea secondo cui l'uomo ha il diritto di togliere la vita ad una persona che abbia ancora una speranza di conservarla.
PRESIDENTE. Il deputato Giovanardi ha facoltà di replicare.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, avrei sperato che il Vicepresidente del Consiglio avesse trovato anche il tempo per censurare queste dichiarazioni rese da un esponente del Governo. Tutti conosciamo il metodo di diffusione delle notizie che, a quanto pare, sono false e infondate. Il ragionamento fatto non da un parlamentare, ma da un membro del Governo è che in Italia si uccidono già i pazienti negli ospedali pubblici e privati, l'eutanasia è una realtà di fatto e, quindi, tanto vale legalizzarla: questo è ciò che sconcerta. Un Governo che manda in piazza i sottosegretari a contestare l'azione del Governo stesso e il ministro del lavoro in manifestazioni di piazza non è un precedente che abbiamo già visto; ma in questo caso siamo in una materia ancora più delicata perché un autorevole membro del Governo ha diffuso una convinzione, propedeutica ad arrivare al risultato parlamentare della legalizzazione dell'eutanasia.
Mi sarei quindi aspettato una censura di queste avventate dichiarazioni ed anche un invito a non ripeterle più. Poi, concordo sull'esigenza di trovare una misura sull'accanimento terapeutico, che vogliamo contrastare, ma senza arrivare in maniera surrettizia a legalizzare la pratica dell'eutanasia, che vuol dire togliere volontariamente la vita ad una persona malata, cosa che noi contrastiamo decisamente. Contrastiamo altresì l'attività di alcuni membri del Governo che, scorrettamente, diffondono notizie false e tendenziose, offendendo anche il lavoro degli operatori sanitari, degli infermieri e dei medici negli ospedali e nelle cliniche private o pubbliche italiane. Ho piacere che il Vicepresidente del Consiglio abbia detto che, comunque, al Ministero della salute non risulta in Italia alcun caso concreto di applicazione dell'eutanasia.