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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 960 - Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università (Approvato dal Senato) (A.C. 1961); e delle abbinate proposte di legge Angela Napoli; Aprea ed altri (A.C. 1399-1614).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1961 ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1961 ed abbinate sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO RUSCONI, Relatore. Signor Presidente, per le motivazioni già espresse in riferimento all'articolo 1, la Commissione formula un invito al ritiro - altrimenti il parere è contrario - su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore: invito al ritiro di tutte le proposte emendative, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sta bene. Ove, quindi, i presentatori non accedano all'invito al ritiro, si intende che insistano per la votazione delle rispettive proposte emendative.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbieri 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, credo che non sfugga a nessuno - lo dico soprattutto ai colleghi della maggioranza, in questo caso, e non al Governo -, un fatto: l'emendamento dell'UDC non va contro ciò che è scritto all'articolo 2, ma si limita a cancellare la delega al Governo sulla base di un ragionamento che mi pare elementare.
A parte il fatto che non riesco a capire per quale motivo ci si debba far prendere dal sacro furore quando si conferiscono deleghe al Governo da parte del Parlamento; noi, con il mio emendamento 2.1, consentiamo di mettere per iscritto, nella legge, quello che, invece, nel provvedimento trasmesso dal Senato viene sottoposto a delega del Governo.
Poiché nel merito siamo d'accordo, non capisco per quale motivo il Governo desideri una delega, alla quale potrebbe proficuamente rinunciare e trovare invece una larga convergenza parlamentare in quest'aula.
È un altro dei motivi misteriosi, per nulla chiariti, di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbieri 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 259).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aprea 2.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, ministro, siamo passati all'esame del qualificante articolo 2, poiché tratta del raccordo scuola-università.
Bisogna comprendere come limitare la «mortalità» universitaria poiché, oltre ai problemi della scuola, dati dalla dispersione scolastica e formativa, registriamo anche una dispersione universitaria; quindi, è giusto preoccuparsi di questo raccordo.Pag. 68
Chiedo, comunque, un intervento del ministro poiché credo che il quinto anno dei percorsi d'istruzione secondaria superiore debba sicuramente avere le prioritarie finalità del completamento del percorso disciplinare scelto, dell'approfondimento delle competenze e delle abilità caratterizzanti il profilo culturale e professionale del corso di studi. In ogni caso, se vogliamo rafforzare l'orientamento alla prosecuzione degli studi o all'eventuale inserimento nel mondo del lavoro, non possiamo affidarci a corsi aggiuntivi o a presenze estemporanee - o temporanee - di universitari, docenti universitari nella scuola o a professori di licei che vanno con gli studenti nelle università; abbiamo già verificato tutto questo, non siamo all'anno zero rispetto a queste forme di orientamento e di raccordo che non funzionano.
Tra l'altro, attraverso i test delle università non si riescono a canalizzare né le intelligenze migliori verso le facoltà prescelte, né gli studenti con particolari attitudini verso alcuni percorsi universitari; sono ancora troppi gli studenti che non riescono ad accedere ai percorsi universitari prescelti, pur in presenza di conoscenze adeguate ed attitudini specifiche.
Soprattutto - desidererei per un attimo l'attenzione dell'Assemblea -, gli alunni che frequentano l'ultimo anno delle superiori, come sapete, sono, di fatto, maggiorenni, hanno già compiuto i diciotto anni, quindi sono in grado di scegliere sia il proprio progetto formativo sia quello professionale; siamo una delle poche scuole europee e del mondo che mantiene ancora i ragazzi tra i diciotto e i diciannove anni.
Desidererei tanto che il Governo comprendesse queste ragioni di buon senso - che appartengono alla pedagogia, agli studi e alle statistiche più recenti - e, nel quadro delle iniziative che favoriscono questo raccordo, che potesse autorizzare, per il quinto anno degli istituti secondari superiori, forme di flessibilità curricolari che consentano agli studenti, nell'ambito dell'autonomia scolastica, di approfondire discipline coerenti con il percorso di studi universitario o di alta formazione che intendono scegliere dopo gli esami di Stato, i cui esiti potrebbero essere quantificati e riconosciuti come credito per l'accesso all'università e ai percorsi formativi, previ naturalmente specifici accordi tra le istituzioni scolastiche, le università e gli istituti per l'alta formazione tecnica e professionale.
Bisogna responsabilizzare di più gli studenti rispetto al proprio futuro, responsabilizzare le scuole e creare un vero link, un collegamento tra scuola ed università, basato sui curricola, sui crediti e sulle competenze, e non su progetti che poi, alla fine, non incidono realmente sul percorso degli studi personali degli studenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, l'emendamento in esame avvicina la scuola all'università e - come affermato dall'onorevole Aprea - riteniamo che l'ultimo anno sia determinante, in quanto gli studenti hanno già l'opportunità di avere un orientamento sui loro studi futuri. Conseguentemente, evitando selezioni che spesso non danno il polso della situazione relativamente alla preparazione degli studenti, credo che una flessibilità curricolare più armonica, che accompagni lo studente durante l'ultimo anno, possa essere rilevante per la preparazione universitaria, ma anche per la successiva introduzione nel mondo del lavoro.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, approfitto di questo emendamento e degli interventi svolti sullo stesso per evidenziare che con il presente provvedimento si compie un significativo passo in avanti per far sì che, dal punto di vista sia dell'orientamento - completandolo anche con gli aspetti che riguardano l'alta formazionePag. 69tecnica e professionale - sia dell'università, si possa consentire ai nostri ragazzi un orientamento non solo sulle qualità - prevalentemente ricettive e di indirizzo - di ciò che sceglieranno, ma anche in ordine alle aspettative, alle competenze e ai saperi cui tendono, verificandoli contestualmente all'espletamento dell'ultimo anno.
Ritengo che, nel complesso, l'articolo 2 sia quello che più di ogni altro dia nuovamente serietà e dignità ai nostri ragazzi.
Un percorso di scuola media superiore che, ai fini dell'ingresso nelle università a numero chiuso, non è riconosciuto né nel voto di maturità, né nel curriculum degli ultimi tre anni, né nei voti di base delle materie fondanti dei percorsi universitari a numero chiuso che vengono scelti, né nell'individuazione dei quiz sulla base dei programmi svolti nelle scuole medie superiori, costituisce una situazione insostenibile.
Attraverso il provvedimento in esame assicuriamo ai nostri ragazzi non solo un esame più serio, ma anche la possibilità che questo, così come il curriculum scolastico, le materie fondanti e i programmi, costituiscano l'elemento che genera la certezza che il merito sia tale anche per accedere all'università.
Un paese nel quale le università per prime non riconoscono la validità dei percorsi svolti precedentemente non solo non è un paese normale, ma non è un paese serio. Dunque, rendiamo prima serio il nostro esame e poi, con l'università, rendiamo seria anche la valutazione degli sforzi compiuti dai nostri ragazzi.
D'altronde, è difficile chiedere ai ragazzi di accettare un cambiamento degli esami di maturità in corso d'opera - come accade con il testo in esame -, se non legandolo ad una prospettiva non solo di serietà, ma anche di indubbio riconoscimento del lavoro e degli sforzi compiuti. Si tratta di un modo per dar vita ad un esame serio, ma anche per riconoscere ai nostri ragazzi un premio per la loro serietà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento in esame, anche dopo l'intervento del ministro, in quanto non mi pare che la presente proposta emendativa - che prevede, appunto, la possibilità di approfondire nell'ultimo anno discipline coerenti con il percorso di studi universitario prescelto - sia in contrasto con le finalità che l'onorevole ministro ha indicato quali elementi basilari di questo provvedimento.
Mi pare, invece, che tale flessibilità sia estremamente interessante ed utile proprio se si vuole creare un ponte di passaggio più forte tra l'istruzione - sia essa quella scolastica di grado secondario (come nel caso di specie) ovvero quella universitaria - e l'immissione poi nel mondo del lavoro. È un percorso che va facilitato, anche consentendo agli studenti di godere di tale flessibilità nei curricula, in quanto è certamente utile a tale fine.
Quindi, anche dopo avere ascoltato l'intervento del ministro, desidero sottoscrivere l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo perché la risposta del ministro mi ha lasciato sconcertato essendo un esempio di doroteismo fine a se stesso; il ministro, infatti, prospetta elementi in sé contraddittori pur vantando la bontà dell'esame. Se vi è una tendenza di questo Governo che mi preoccupa è tale sostanziale schizofrenia che lo porta per certi aspetti ad imprimere una direttrice di marcia estremamente centralista - per cui lo Stato si riappropria di determinate competenze negando all'autonomia scolastica la possibilità di decollare - e per altri, invece, a non intervenire quando dovrebbe farlo, soprattutto per una vera applicazione della legge. Per certi aspetti,Pag. 70è in corso, di fatto, una controriforma della legislazione scolastica; come si fa ad ignorare la bontà e l'urgenza di approvare un emendamento come questo, illustrato dalle colleghe Aprea e Frassinetti? Un emendamento che, per così dire, pone il dito sulla piaga ovvero sull'insufficiente formazione degli iscritti all'università, soprattutto alle facoltà scientifiche, nonché sulla necessità di diversificare l'approccio all'università facilitando per gli studenti la possibilità di seguire percorsi scolastici che favoriscano la conoscenza di determinate discipline.
PRESIDENTE. Deve concludere...
FABIO GARAGNANI. L'emendamento si fa carico di tale esigenza; non a caso il ministro Mussi dichiara che l'università registra una pericolosa carenza di iscritti alle facoltà scientifiche; l'abbandono scolastico...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole!
FABIO GARAGNANI. Concludo per ribadire la bontà di questo emendamento e per sollecitare il Governo a dare una risposta più precisa in merito.
VALENTINA APREA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Con riferimento all'intervento del ministro Fioroni, ritengo di avere compreso - però vorrei una conferma, ministro - che ritirando l'emendamento e trasfondendone il contenuto in un ordine del giorno...
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Se lei lo ritira, il Governo accoglierà l'ordine del giorno.
VALENTINA APREA. Quindi, se sarà accolto un ordine del giorno su tale ipotesi di sperimentazione di raccordi attraverso una flessibilità curricolare, ritirerei l'emendamento, se il ministro è d'accordo.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. D'accordo.
VALENTINA APREA. Dunque, ritiro il mio emendamento 2.3.
PRESIDENTE. Sta bene.
Naturalmente, le ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto non avranno seguito essendo stato testé ritirato l'emendamento.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Goisis 2.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, la disposizione concerne il tema della valorizzazione dei risultati conseguiti; noi abbiamo presentato questo emendamento perché chiediamo che non venga considerata per l'ammissione ai corsi universitari solo una quota dei risultati validamente raggiunti. Vogliamo piuttosto che tutti i risultati scolastici eccellenti, anche relativi agli ultimi due anni del corso di studi delle superiori, vengano per l'appunto valorizzati «ai fini dell'accesso ai benefici connessi al diritto allo studio» per quanto riguarda l'università. Vogliamo infatti «rompere» con le lobby di potere che purtroppo continuano ad esistere, in modo particolare nelle università del nord; si tratta di lobby ormai cristallizzate, lobby di notai, di dentisti, di avvocati che provengono da altre regioni e vengono al nord vantando altre conoscenze, amicizie o paternità sicché i nostri studenti sono penalizzati.
Quindi, questo emendamento è teso proprio alla valorizzazione degli studenti del nord in modo che possano accedere alle università senza scontare il fatto di essere del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, intervengo brevemente su questo emendamento. Mi ero iscritto a parlare su quelloPag. 71precedente, ma questo al nostro esame consente di svolgere analoghe considerazioni. Si è scelto di lavorare in una zona di confine, come l'esame di Stato tra la scuola superiore e l'università e l'articolo 2 del provvedimento sconfina nella dimensione universitaria. Il ministro ha fatto un ragionamento che, secondo me, aggrava ancora la posizione del Governo e della maggioranza con riferimento a questo provvedimento legislativo, quando ha affermato che gli studenti si convinceranno della bontà di questo provvedimento, in quanto il risultato ottenuto varrà anche ai fini della quotazione nella dimensione universitaria. Allora, questo è ancora più grave, perché il punteggio ottenuto in questo esame, (la «prova del fuoco», di cui parlavo), soltanto con valutazioni dei commissari esterni all'esame di Stato, varrà anche dopo; si dice esattamente (ma l'onorevole Goisis propone di cassarlo): «valorizzare la qualità dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea universitari di cui alla legge 2 agosto 1999, n. 264». Ecco perché, a mio giudizio, le dichiarazioni del ministro e questo articolo 2 rendono ancora più importante quella valutazione dell'esame, inteso come «prova del fuoco» con i commissari esterni, contro la quale, personalmente, mi sono battuto e continuo a battermi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 264).
Prendo atto che gli onorevoli Viola e Dato non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garagnani 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, il mio emendamento fa riferimento a quanto detto da alcuni colleghi della minoranza in relazione all'eccesso di deleghe che il Governo ha assunto e, soprattutto, sul ruolo, direi, di presa d'atto della Commissione e del Parlamento. Questo è, purtroppo, un atteggiamento che caratterizza vari momenti della vita del Parlamento e del Governo, ovvero quando l'Esecutivo tende ad agire, a prescindere e disinvoltamente, da quelle che sono le competenze delle Assemblee legislative e delle Commissioni, che ne sono parte integrante.
Allora, stante l'importanza dell'argomento e la validità di quello che la maggioranza dice, ovvero che la nostra è una democrazia rappresentativa, ritengo opportuno, facendo riferimento anche ad un'esigenza espressa da tanti colleghi, ribadire che gli schemi di decreti legislativi di cui al comma 1 devono essere trasmessi alle Camere, ai fini dell'espressione del prescritto parere, non oltre il decimo mese dall'entrata in vigore della presente legge; questo per evitare arbitri, per consentire alle Camere di esprimere le proprie valutazioni determinanti e per consentire di influire, in un certo qual modo, se possibile e se è ancora concepita, da parte di questo Governo e di questa maggioranza, con la logica del confronto, su quelle che sono le determinazioni finali in ordine a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garagnani 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 265).
Prendo atto che l'onorevole Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 213).
Prendo atto che l'onorevole Forlani non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto altresì che l'onorevole Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.