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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure a favore degli esuli dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia - n. 3-00597)
PRESIDENTE. L'onorevole Violante ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fassino n. 3-00597 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, signor ministro, il 10 febbraio si celebra la Giornata del ricordo: sono passati 70 anni dall'esodo di migliaia, migliaia e migliaia di italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. C'è una poesia di un poeta armeno, Hrand Nazariantz, in cui si dice che il dolore è la paga degli innocenti. Pensavo a questa frase ricordando e ripercorrendo con la memoria la tragedia di questi italiani. Chiedo che il Governo decida in merito alla costituzione di un tavolo aperto alle associazioni e alla Conferenza Stato-regioni, per affrontare le questioni principali che riguardano ancora questi italiani; francamente, avrebbero bisogno, se non di un risarcimento - che non è possibile perché troppi sono i lutti che hanno subito - certamente di una riparazione.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, la rinnovata attenzione dell'Italia per ricercare una soluzione equa alla questione degli esuli istriani, come veniva sollevato dagli interroganti, ha consentito per la prima volta l'apertura di uno specifico tavolo negoziale con la Croazia. Il negoziato si propone l'approfondimento delle legittime aspettative di quanti hanno lasciato i territori della ex Jugoslavia - con quei sentimenti che ora l'onorevole Violante ricordava -, a causa degli eventi bellici, alla luce delle recenti disposizioni innovative della legge croata sulla denazionalizzazione e delle risultanze dei lavori della commissione di esperti giuridici istituita dal Governo italiano nel dicembre del 2001.
Il primo incontro del gruppo di lavoro si è svolto a Roma il 14 ottobre 2002. La posizione del Governo italiano sul negoziato è chiara e poggia su due linee di fondo. La prima: la necessità della piena applicazione da parte croata del principio europeo di non discriminazione sulla base della nazionalità, con riferimento alle sole parziali aperture introdotte in Croazia Pag. 36riguardo alla denazionalizzazione dei beni. La seconda: l'esistenza di categorie di potenziali beneficiari tra gli esuli, mai contemplata in accordi internazionali pregressi. Scopo dichiarato congiuntamente rimane l'approfondimento delle legittime aspettative di quanti hanno lasciato i territori della ex Jugoslavia a causa degli eventi bellici.
La seconda sessione di lavoro si è svolta il 24 aprile 2003 a Zagabria. La prossima sarà a Roma. Accanto alla riaffermazione del principio pacta sunt servanda, si sono però registrati da parte croata soltanto limitati spiragli, relativi sia alla rivalutazione delle somme sia all'individuazione delle categorie non coperte da trattati oggetto di questo negoziato. Va segnalata comunque la recente approvazione parlamentare, per quanto ci riguarda, del rinnovo della legge n. 193 del 2004, con interventi a tutela del patrimonio storico e culturale della comunità degli esuli italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.
Infine, sulla questione che veniva posta, il Governo attribuisce alla soluzione dei problemi ancora irrisolti dei profughi un'importanza centrale. Per questo la Presidenza del Consiglio dei ministri, riprendendo un'iniziativa che era già stata assunta nel 1999 dal Governo D'Alema, ha deciso la riapertura del tavolo di concertazione già istituito, appunto per individuare e risolvere le questioni ancora aperte. A questo tavolo saranno chiamati a partecipare rappresentanti degli esuli, delle loro associazioni, le amministrazioni regionali e locali interessate.
Colgo anche questa occasione, onorevole Violante, per dire che la direzione generale del Dipartimento del tesoro sta provvedendo alla liquidazione agli esuli degli indennizzi previsti dalla legge n. 137 del 2001. Ad oggi, sono state liquidate 9.800 pratiche, delle 11.608 presentate, per cui rimangono da evadere 1.800 pratiche.
PRESIDENTE. L'onorevole Violante ha facoltà di replicare.
LUCIANO VIOLANTE. Signor ministro, la ringrazio molto. Lei ha colto perfettamente la questione che avevamo posto, cioè l'esigenza che si apra un tavolo con le associazioni e la Conferenza Stato-regioni, per affrontare le questioni prioritarie ancora da risolvere. Intendo aggiungere a questo punto un'altra questione, che interessa però il ministro dell'interno e che è del tutto nuova.
Coloro che sono nati tra 1920 ed il 1947 in quelle terre, figurano, oggi, come nati all'estero (tra l'altro, figurano come nati in Croazia o in Slovenia, Stati che, all'epoca, non esistevano; addirittura in Iugoslavia), quando vanno in ospedale o quando devono svolgere una pratica pubblica e così via.
Esiste una legge del 1954 che non è stata attuata. Mi chiedo se non sia caso (a questo proposito, mi sono permesso di sensibilizzare anche il ministro dell'interno) di emanare una circolare perché quella legge venga rispettata. Tra l'altro, lei comprende, ministro, che questi italiani sono andati via da quei territori e sono venuti qui per il rapporto che hanno con questa nazione, con questa patria. Dopo aver preso tale decisione, sentirsi identificati sui loro certificati come nati all'estero è qualcosa che, francamente, dal punto di vista morale, crea una contraddizione che per alcuni di loro, a volte, le assicuro, è lacerante.
Quindi, vorrei chiedere se sia possibile, anche nell'ambito delle sue competenze, affrontare, insieme al ministro dell'interno, anche questo problema, apparentemente piccolo, ma dal punto di vista morale e pratico non di modesta entità.
La ringrazio, in ogni caso, per l'apertura del tavolo con le associazioni.