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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Posizione espressa dal ministro della solidarietà sociale sull'ipotesi di sperimentare l'efficacia delle «stanze del buco» - n. 3-00041)
PRESIDENTE. L'onorevole Rocco Pignataro ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Cioffi n. 3-00041 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, signor ministro, come Popolari-Udeur abbiamo presentato questa interrogazione a risposta immediata perché, pur facendo parte della maggioranza, siamo rimasti sconcertati e fortemente contrariati da questa «uscita» del ministro Ferrero. Di essa, peraltro, non vi è traccia nel programma dell'Unione e di questa maggioranza. Diversamente, infatti, non lo avremmo sottoscritto. Perciò, vorremmo sapere se corrisponda ad una reale volontà del Governo quella espressa dal ministro Paolo Ferrero di verificare l'efficacia, senza preconcetti, delle cosiddette shooting room, ovvero luoghi pubblici nei quali andare a consumare eroina, avendo assistenza e libertà garantite; quindi, shooting room come strumento efficace nelle politiche di riduzione del danno derivante dall'uso della droga.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, riguardo all'interrogazione proposta ho già precitato a mezzo stampa che non si tratta di una decisione assunta dal Governo, o di una linea del Governo, ma di una mia opinione personale, che ho espresso nel corso di un programma radiofonico, e che tale rimane.
Colgo l'occasione, perché mi pare corretto, per ribadire come, per quanto riguarda la mia attività di ministro, il programma che abbiamo stabilito come Unione rappresenti la bussola alla quale attenersi. Mi pare utile richiamare gli elementi che in esso sono presenti riguardo alla questione delle droghe. Il problema è trattato in due parti. Relativamente al carcere, nel programma si afferma che occorre favorire la cura delle tossicodipendenze al di fuori delle strutture detentive e che occorre abolire le Pag. 23sanzioni amministrative per chi detiene sostanze stupefacenti per uso personale. In un altro capitolo - quello che si intitola «educare, prevenire e curare, non incarcerare» - il nostro programma sostiene che per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i ricoveri coatti; alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia dell'accoglienza sociale per le persone e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione delle condotte legate al consumo, anche per fini terapeutici, e, quindi, dal superamento della normativa in vigore dal 1990. Occorrono un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero verso i trafficanti. È necessario rilanciare il ruolo dei SERT e dei servizi territoriali che, in questi cinque anni, sono stati sistematicamente penalizzati dai tagli alla spesa sociale. Senza imporre un unico modello e salvaguardando il pluralismo delle comunità terapeutiche, queste dovranno essere messe in rete come un servizio pubblico a cui spetta la diagnosi della dipendenza. Devono essere sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti, da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati, e perciò efficaci, di prevenzione, cura e riabilitazione, considerando le strategie di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi.
Il decreto-legge sulle tossicodipendenze adottato dal precedente Governo deve essere abrogato (Commenti dei deputati Giovanardi e Gasparri).
Per quanto riguarda l'azione di Governo, questo è l'impegno che abbiamo sottoscritto e questo è ciò che vale per il ministro della solidarietà sociale.
PRESIDENTE. L'onorevole Fabris, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Innanzitutto ringrazio il ministro e i suoi colleghi, in quanto erano cinque anni che non ci capitava di vedere così tanti ministri presenti per rispondere alle interrogazioni a risposta immediata!
ROBERTO MENIA. Sono talmente tanti, che non c'è problema. Non sanno dove andare!
MAURO FABRIS. Prima esisteva una figura tentacolare che, come un portiere con mille braccia, tentava di parare le palle, ma una presenza così cospicua non si era mai registrata. Mi dispiace per l'ex ministro, ma la storia è proprio questa!
Signor ministro, la ringrazio per la sua presenza in questa sede e, soprattutto, per aver chiarito che la sua affermazione - che per noi resta improvvida e dannosa - consiste esclusivamente in una sua idea personale, della quale non vi è alcuna traccia né nel programma dell'Unione né nel programma presentato dal Governo, sul quale il Presidente Prodi si era già espresso.
Signor ministro, con la franchezza che sin dal 1998 caratterizza il nostro rapporto all'interno del centrosinistra, mi consenta di dirle che, sia al Senato sia alla Camera, siamo impegnati tutti i giorni - e non è certamente una passeggiata - a sostenere il Governo di cui lei fa parte e, ancor prima, durante la campagna elettorale, ci siamo impegnati a chiedere i voti per il centrosinistra; tutto ciò al fine di realizzare il programma dell'Unione.
Si tratta di un programma che è stato elaborato con grande attenzione con l'apporto di alleati che hanno culture e storie differenti e che si sono trovati concordi proprio sugli impegni scritti contenuti nello stesso programma. Evidentemente, non siamo e non saremo mai d'accordo su ciò che non risulta scritto che, finché faremo parte di questa maggioranza, non sarà realizzato!
È un programma che ci è costato fatica, in quanto è stato il frutto anche di mediazioni - come tutti i veri programmi - e che non è costituito (come quello del centrodestra) da dieci paginette ricche di buoni propositi, che dicono tutto e nulla. Dunque, se in quel programma non vi è una riga sulle cosiddette «stanze del buco», ci sarà un motivo, signor ministro! E, francamente, poco ci importa che Aznar, in Spagna, le abbia introdotte o che Pag. 24l'ex ministro Veronesi oggi, addirittura, sostenga che l'eroina di Stato fa diminuire i drogati.
Certo, non è con la repressione e con la criminalizzazione che si affronta il problema; non a caso, anche molti colleghi dell'ex maggioranza oggi si dicono d'accordo a rivedere quelle disposizioni che hanno varato all'interno di un decreto-legge sulle Olimpiadi...
PRESIDENTE. Onorevole Fabris, la prego di concludere.
MAURO FABRIS. Quindi, siamo d'accordo a rivedere quelle disposizioni, sulle quali siamo contrari; tuttavia, signor ministro, raccomandiamo a lei e ai suoi colleghi di attenersi agli aspetti sui quali ci siamo accordati.