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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,45).
(Gestione del Centro di permanenza temporanea e prima accoglienza di Gradisca di Isonzo - n. 2-00841)
PRESIDENTE. La deputata Siniscalchi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Migliore n. 2-00841, concernente gestione del Centro di permanenza temporanea e prima accoglienza di Gradisca di Isonzo (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3), di cui è cofirmataria.
SABINA SINISCALCHI. Signor Presidente, questa interpellanza riguarda il Centro di permanenza temporanea di Gradisca di Isonzo. Immagino che mi risponda la sottosegretaria Lucidi, che suppongo conosca questa struttura, che è stata ricavata dall'ex caserma Polonio ed è stata concepita come un carcere di massima sicurezza.
Quando l'ho visitata la prima volta, nel luglio 2006, esisteva ancora la struttura originaria, mentre oggi alcune gabbie sono state rimosse. L'ho trovata veramente inquietante, minacciosa e lugubre, nonostante la cooperativa Minerva - l'unica realtà cooperativa offertasi di occuparsi della gestione - avesse ridipinto le pareti del primo corridoio con i colori dell'arcobaleno. Parlo di unica offerta da parte della cooperativa Minerva, perché il Centro di permanenza temporanea di Gradisca, che è stato - voglio sottolinearlo - ideato, progettato e realizzato dal precedente Governo, ha da subito incontrato la ferma opposizione delle amministrazioni territoriali, regionali, provinciali e comunali, e di tutte le realtà associative, sia laiche che cattoliche, che si occupano di immigrazione nel Friuli-Venezia Giulia.
Ciò che mi aveva colpito durante la prima visita era stata proprio la mancanza non di un albero, ma persino di un filo d'erba. Gli ospiti erano pochi: c'erano signore che provenivano dall'est europeo, che svolgevano il compito di badanti nelle famiglie del territorio, prive del permesso di soggiorno o con il permesso scaduto. Il posto, però, era pulito e gli ospiti eranoPag. 96tranquilli. Era sicuramente un posto triste, ma non vi erano né tensione né violenza.
Quando ci sono tornata il mese scorso, questa tensione era palpabile, perché negli ultimi mesi si è verificato un aumento del numero delle persone, fino ad arrivare al massimo della capienza, pari a 252 posti, con volumi consistenti di persone extracomunitarie, approdate nel sud del nostro Paese.
Questo sovraffollamento ha provocato momenti di tensione, che si sono ripetuti negli ultimi mesi, con sommosse, tentativi di fuga e il ferimento di alcuni ospiti. Vi sono state colluttazioni e anche il caso di una bambina di pochi mesi rimasta intossicata dai gas lacrimogeni.
Gli interventi delle forze dell'ordine sono stati giudicati eccessivi sia dall'ente gestore, sia dal viceprefetto, il dottor Scarabino, presente durante la mia visita. A mio giudizio, a fronte dell'aumento esponenziale del numero degli ospiti, l'ente gestore è inadeguato e non attrezzato per affrontare la situazione, che dura ormai da vari mesi.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che viene avvertito con pochissimo preavviso dell'arrivo dei nuovi ospiti: hanno parlato addirittura di mezza giornata.
Il numero degli operatori, a quanto mi risulta, è rimasto invariato rispetto ad un anno fa, e ciò provoca necessariamente un superlavoro degli operatori stessi, situazione non auspicabile in una struttura di tale genere.
Come dicevo, gli immigrati provengono soprattutto dal centro di Lampedusa, che non è in grado di accoglierli; quindi, sono persone che arrivano nella costa meridionale della Sicilia.
Ciò ha comportato, di fatto, una conversione della struttura da CPT in CPT più CPA (centro di accoglienza) e questo provoca una promiscuità, una situazione di oggettiva confusione e assimila il centro di accoglienza al CPT.
Oggi si stanno effettuando lavori di ampliamento della struttura per destinarla ai richiedenti asilo, fino a centocinquanta ospiti.
Molti spazi rimangono comuni, con un'inaccettabile sovrapposizione tra lo spazio destinato ad accogliere e quello destinato a trattenere: ad esempio, sono comuni l'area di ingresso e di controllo dell'entrata e dell'uscita e, cosa forse più grave, sono in comune alcuni servizi, come il servizio sanitario, gli uffici e la direzione dei due centri. Voglio sottolineare che tali servizi vengono utilizzati da donne, magari con bambini, da richiedenti asilo e anche da ex detenuti, con i rischi che possiamo immaginare.
Ho parlato dell'inadeguatezza dell'ente gestore: a mio parere tale inadeguatezza è evidente per quanto riguarda l'assistenza sanitaria. Quando ho visitato il CPT l'interprete, una signora egiziana, mi ha segnalato il caso di un giovane egiziano, arrivato in Italia perché voleva curare un distacco di retina, un problema grave alla vista. Ho segnalato la situazione al medico responsabile del servizio sanitario, ma ho saputo che, dopo alcuni giorni, l'ospite non è stato portato in ospedale, non ha ricevuto una visita oculistica ed è stato rimpatriato.
Molti ospiti lamentano di non aver ricevuto un'adeguata assistenza legale, di non aver incontrato gli avvocati e, quindi, di non essere informati dei diritti che la legislazione italiana riconosce loro.
Alla luce di tutti questi fatti, la nostra interpellanza urgente mira a sollecitare il Governo su alcuni punti specifici. Innanzitutto, chiediamo se non si ritenga necessario chiudere tale struttura, tanto più che con l'ingresso della Slovenia nell'area Schengen cesserà la sua funzione frontaliera, o se si intende, al contrario, continuare a prevedere una variazione nella destinazione d'uso, in maniera un po' surrettizia.
Ci chiediamo se il Governo non intenda procedere ad una valutazione della relazione con l'ente gestore, anche perché è prossima la scadenza della convenzione che regola tale rapporto, e se ritenga proporzionale l'investimento rispetto alla qualità del servizio. Chiediamo se non intenda coinvolgere in tale valutazione sulle condizioni di vita all'interno del CPTPag. 97gli enti locali e le realtà della società civile; se non ritenga necessario, dopo il rapporto della commissione De Mistura, stabilire un'indagine supplementare, al fine di verificare le modalità di trattenimento ma anche di accoglienza e, soprattutto, la garanzia dei diritti fondamentali. Infine, chiediamo se non ritenga necessario assicurare la possibilità di consentire la visita del centro a soggetti quali consiglieri regionali e provinciali e rappresentanti delle associazioni più attive nel campo dell'immigrazione, che quindi potrebbero essere utili a migliorare le condizioni di vita all'interno del centro.
Voglio sottolineare che oggi la stampa ha accesso al centro, mentre fino a un anno fa, in base alle disposizioni precedenti, ciò non era consentito.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facoltà di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, nell'illustrazione dell'interpellanza urgente in esame ho colto un punto sul quale voglio subito soffermarmi e che riguarda l'eventualità che, rispetto all'attività svolta dalla commissione De Mistura, si possa pensare da parte del Ministero dell'interno a svolgere indagini supplementari.
L'interpellante ovviamente fa riferimento al Centro di permanenza temporanea e prima accoglienza di Gradisca d'Isonzo, ma la richiesta per quanto ci riguarda può interessare tutti i Centri esistenti nel nostro territorio. Rispetto a tale tema voglio affermare che l'attenzione del Ministero verso tali Centri è costante. Nel periodo iniziale, di avvio, abbiamo affidato alla commissione De Mistura la valutazione della situazione affinché ci proponesse, come poi è avvenuto, in un apposita relazione alcuna proposte. Al termine di quel lavoro la nostra azione conseguente è stata quella di tener conto delle indicazioni fornite dalla stessa commissione sia per i profili normativi sia per quelli amministrativi e, al tempo stesso, siamo stati attenti in particolare alle sollecitazioni che ci giungevano da ogni singola esperienza.
Posso dirle anche che all'incirca dieci giorni fa con il Ministro dell'interno abbiamo incontrato presso il Ministero tutti i rappresentanti degli enti di gestione dei Centri nonché i prefetti e i questori dei territori in cui si trovano i Centri proprio per sviluppare una necessaria collegialità nella valutazione delle dinamiche e delle strutture. Si sono valutate, infatti, le dinamiche che si verificano nei Centri proprio per lavorare nella direzione di una omogeneità sempre maggiore delle attività di gestione dei Centri stessi.
Per quanto riguarda specificamente Gradisca d'Isonzo lei ricordava che questo Centro istituito nel 2000 è affidato alla cooperativa Minerva di Savogna d'Isonzo attraverso una convenzione stipulata con la prefettura di Gorizia e valida fino al 15 dicembre 2007. I servizi che vengono assicurati agli ospiti consistono fondamentalmente in attività di assistenza che comprendono il servizio generico della persona, l'assistenza sanitaria, l'assistenza psico-sociale, la mediazione linguistico-culturale, la fornitura di effetti personali, la ristorazione, la pulizia e l'igiene ambientale. L'assistenza sanitaria viene garantita attraverso un presidio medico attivo nell'arco delle ventiquattro ore che prevede l'impiego di otto infermieri, otto medici e la disponibilità di un'ambulanza. La mediazione socio-culturale è assicurata per 108 ore alla settimana, l'interpretariato per 144 ore e l'assistenza sociale per 72 ore. L'ente gestore offre anche l'assistenza legale insieme al Centro italiani rifugiati, che mette a disposizione il proprio qualificato personale. Gli ospiti, inoltre, possono scegliere di farsi assistere sia da avvocati di propria fiducia che da quelli iscritti all'albo professionale dell'ordine forense di Gorizia.
Sulla regolarità della gestione e sul rispetto degli standard di qualità, economicità ed efficienza vengono svolte frequenti ispezioni da parte dell'apposita commissione di vigilanza istituita dal prefetto, dall'azienda sanitaria locale e dalla direzione provinciale del lavoro. UlterioriPag. 98verifiche vengono settimanalmente eseguite dal funzionario della struttura, nominato secondo quanto disposto con circolare del 22 dicembre 2002 dal Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Controlli sulla diretta gestione del Centro vengono anche svolti dalla direzione provinciale del lavoro e dall'azienda per i servizi sanitari.
L'attività gestionale della cooperativa risulta essere rispondente alle «Linee guida per la gestione dei Centri», approvate in data 8 gennaio 2003 con direttiva del Ministro dell'interno, ed è conforme ai principi sanciti dalla cosiddetta «direttiva Bianco».
Per quanto riguarda il Centro di identificazione, con una capienza di 150 posti, segnalo, per un verso, che i lavori saranno ultimati alla fine di gennaio 2008, per altro verso, ricordo anche l'adozione da parte del Consiglio dei ministri di due decreti legislativi, presentati alle Camere per il rispettivo parere; in particolare, il decreto legislativo sulle procedure, che, quando entrerà in vigore, produrrà un sostanziale cambiamento nell'organizzazione e nella gestione dei Centri destinati ad ospitare i richiedenti asilo, che diverranno Centri di accoglienza, con modifica anche del target delle persone che potranno essere ospitate e accolte all'interno di queste strutture. Si tratta di un dato molto importante per capire anche qual è l'evoluzione che, rispetto alle strutture di cui disponiamo, stiamo compiendo.
In linea con le direttive impartite dal Ministro dell'interno in data 24 aprile 2007, nel corso degli ultimi mesi sono stati effettuati numerosi interventi di riqualificazione ambientale della struttura, proprio per eliminare quell'immagine davvero pesante che l'interpellante ricordava. Questi interventi sono terminati nello scorso mese di luglio ed hanno migliorato le condizioni di vivibilità all'interno del Centro.
Ricordo, inoltre, che in relazione agli ingenti flussi di stranieri extracomunitari irregolari che negli scorsi mesi estivi hanno raggiunto il nostro Paese - si tratta ormai di un dato costante nella statistica degli sbarchi - dal 26 luglio il Centro di permanenza temporanea e assistenza viene utilizzato anche quale centro di accoglienza. È un fatto che ha ricordato anche l'interpellante.
A tal riguardo sono state fornite precise indicazioni affinché le due tipologie di ospiti siano tenute separate. Poiché credo - come l'interpellante mi ha riferito - che vi possano ancora essere delle promiscuità nell'offerta dei servizi, mi premurerò, anche all'esito di questo scambio, che l'interpellanza ha consentito, di ribadire questa necessità. La prefettura di Gorizia, sentito il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha dedicato un'area specifica all'accoglienza riservando 112 posti per gli immigrati, di cui 44 per donne e nuclei familiari e 68 per gli uomini.
Ad oggi la struttura, che ha una capienza massima di 248 posti, ospita complessivamente 157 immigrati extracomunitari, di cui 108 sono nell'area riservata al Centro di accoglienza, 49 nel Centro di permanenza temporanea e di assistenza.
Inoltre, con riferimento a questo, vorrei dire che quello di Lampedusa è oggi un centro in grado di ricevere gli immigrati che sbarcano sulla nostra penisola. Quindi, osservo che non è una struttura che non sia in grado di ricevere. Però, è una struttura che ha continuamente necessità di essere liberata per consentire l'intervento umanitario verso persone che si trovassero a sbarcare sulle nostre coste. Tale ragione ha comportato la necessità di potenziare davvero il servizio di accoglienza umanitaria su tutta la penisola. Vi sono stati Centri che erano Centri di permanenza temporanea e che sono stati chiusi - penso a Crotone e a Brindisi - e sono stati trasformati in vere e proprie strutture di accoglienza umanitaria per gli immigrati.
Per quanto riguarda la richiesta di chiudere il Centro di permanenza temporanea di Gorizia e l'annesso realizzando Centro per richiedenti asilo, voglio evidenziare che il complesso è collocato in una posizione geograficamente strategica per tutto il settore nord-est del Paese, in cui laPag. 99pressione migratoria dei cittadini non comunitari, alle frontiere terrestri, è sempre molto forte.
Va anche evidenziato che la struttura di Gradisca d'Isonzo consente, inoltre, in caso di ingenti afflussi di immigrati regolari sulle coste italiane, di aumentare la ricettività di tutto il sistema dei centri, con indubbio beneficio per le condizioni di vivibilità e di sicurezza degli immigrati.
Per quanto riguarda l'asserita insufficienza di trasparenza amministrativa sulla gestione del Centro, la locale prefettura ha autorizzato, in ossequio alla direttiva del Ministro dell'interno del 24 aprile 2007, n. 1305, tutte le richieste di accesso provenienti dai soggetti legittimati ai sensi della richiamata normativa, tra cui i consiglieri regionali se delegati dai presidenti dei consigli regionali.
Ad oggi hanno visitato il centro di Gradisca d'Isonzo trenta persone, tra parlamentari, consiglieri, assessori regionali ed amministratori locali; diciannove esponenti degli organi di informazione e i rappresentanti di sette associazioni di volontariato laiche e religiose. Per quanto riguarda il rinnovo della convenzione con la quale verrà affidata la gestione del Centro, in vista della scadenza del mandato - non rinnovabile - conferito alla cooperativa Minerva, la prefettura di Gorizia ha avviato la procedura concorsuale il 19 ottobre ultimo scorso, sulla scorta di un nuovo capitolato approvato dal Ministero dell'interno, chiedendo alla regione Friuli Venezia Giulia, alla Camera di commercio, alla provincia, ai comuni di Gorizia, Montefalcone, Gradisca d'Isonzo e all'Assindustria, l'indicazione di società, ditte, associazioni, consorzi, preferibilmente locali, che abbiano maturato esperienza nel settore, nell'ambito di servizi di gestione dei Centri di permanenza temporanea e dei Centri di accoglienza.
Sulla base delle indicazioni pervenute la prefettura sta individuando i soggetti in possesso dei requisiti richiesti dal capitolato, per diramare gli inviti a partecipare alla procedura ristretta, secondo quanto previsto dall'articolo 27 del decreto legislativo n. 163 del 2006.
PRESIDENTE. L'onorevole Siniscalchi ha facoltà di replicare.
SABINA SINISCALCHI. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente insoddisfatta non, tuttavia, per il fatto che non riconosca, in particolare al sottosegretario Lucidi, un'autentica sensibilità e una sincera attenzione verso il problema in generale dell'immigrazione e soprattutto dell'accoglienza che viene offerta ai cittadini extracomunitari nei CPT e nei Centri di accoglienza.
Devo dire che dai dati che ci sono stati forniti, il CPT di Gradisca d'Isonzo sembrerebbe quasi un Centro modello. In realtà, come peraltro afferma la relazione della commissione De Mistura, i CPT sono luoghi inadatti a garantire accoglienza umanitaria. In particolare, quello di Gradisca d'Isonzo, a mio parere, è inadatto proprio perché vi è il rischio di promiscuità.
Pertanto, mi fa piacere sapere che si arriverà ad una modifica della normativa - il sottosegretario parlava appunto di un decreto-legge che porterà ad una più chiara identificazione della tipologia di ospiti - perché non si possono tenere, ripeto, donne con bambini o signore di mezza età, insieme ad ex detenuti.
Mi auguro che l'interpellanza urgente Migliore ed altri n. 2-00841 - che, peraltro, ho voluto presentare su sollecitazione delle amministrazioni territoriali e delle associazioni - serva a tenere alta la tensione anche verso la realtà di Gradisca d'Isonzo, perché, al di là del fatto che è una realtà che ha degli standard certamente superiori ad altri Centri, a mio parere, rimane una realtà a rischio.
Ringrazio il sottosegretario anche per il rilievo che ha fatto sulla mia definizione del CPT di Lampedusa: è vero, è necessario garantire un turnover per poter accogliere nuove persone, le quali fuggono, appunto, da situazioni di conflitto, povertà e violazione dei diritti umani.
Ritengo che sia valido quello che dice la relazione De Mistura, sostanzialmente, ossia che se procedessimo ad un progressivo svuotamento dei CPT, potremmo liberarePag. 100risorse - anche ingenti - da destinare ad un'accoglienza vera, reale e a nuove misure, diverse dell'espulsione. Sono certa che il Governo continuerà su questa strada, tuttavia la mia preoccupazione su Gradisca d'Isonzo rimane alta.