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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per risanare la spesa sanitaria della regione Campania e per garantire il contenimento della spesa di tutte le regioni - n. 3-00372)
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00372 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
MARCELLO TAGLIALATELA. La Campania vive una situazione veramente strana, in quanto ha maturato nel 2005 il deficit più elevato (oltre un miliardo e mezzo di euro, che corrispondono a più del 30 per cento di tutto il deficit della sanità pubblica in Italia) e, contemporaneamente, non riesce a spendere, dal lontano 2000, per un accordo di programma, circa mille miliardi di euro, quindi 2 mila miliardi delle vecchie lire, per i fondi nazionali per l'edilizia ospedaliera (ex articolo 20). È come se avesse soldi per ristrutturare e mettere a norma le proprie strutture pubbliche, ma decidesse di continuare a spendere soldi per capitoli non compresi nei bilanci di prevenzione. Tenendo conto che si tratta di una responsabilità dell'attuale assessore Montemarano, che è stato direttore dell'azienda sanitaria locale Napoli 1, la quale ha prodotto, nel corso di quegli anni, il maggior deficit possibile...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCELLO TAGLIALATELA. ...le chiedo, signor Vicepresidente, quali sono i provvedimenti che il Governo intende assumere per porre fine a questa situazione veramente incresciosa e pericolosa per la sanità dei cittadini in Campania.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Lei sa che questa è una materia di intera responsabilità gestionale delle regioni. Tuttavia, già il precedente Governo è intervenuto con un criterio rigido, con il decreto del ministro della salute del 12 maggio 2006, che individua meccanismi estremamente stringenti, resi ulteriormente stringenti dal nostro Governo.
Per quanto riguarda la regione Campania, cui va riconosciuto un quadro delle risorse non commisurato, per ciò che concerne la popolazione, ai trasferimenti - ciò deve essere riconosciuto perché in termini di cifre di partenza è un elemento importante da considerare -, il nostro Governo ha già disposto la revoca degli interventi per i quali non sono pervenute le istanze di finanziamento entro i termini prescritti. Si tratta di 705 milioni di euro ed oltre. La regione ha chiesto la limitazione della revoca; ha avanzato le sue proposte; il ministro della salute ha fatto le sue controdeduzioni.
In questo momento, nell'ambito del protocollo firmato dal ministro dell'economia e delle finanze, dal ministro della salute e dalle regioni e province autonome, si sta negoziando un obiettivo per migliorare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, riconducendo la dinamica della spesa entro i vincoli della finanza pubblica. Il ministro della salute è impegnato a fare tale verifica con la regione Campania e con le altre regioni che hanno formulato piani di rientro, secondo le previsioni delle norme in vigore, e non vi è dubbio che se ciò si traducesse in un mancato rispetto degli obiettivi intermedi, la regione interessata potrebbe proporre misure che dovranno essere sottoposte all'attenzione dei ministri competenti.
Non ci nascondiamo che la situazione è difficile, onorevole Taglialatela. SappiamoPag. 30che ciò lo si deve alla serie storica dei bilanci della sanità in alcune regioni e, in particolare, in Campania. Colgo una piena consapevolezza del fatto che bisogna rendere il servizio ancora migliore e far tornare i conti pubblici. Decisione del Governo è che in questa legislatura ciò debba avvenire.
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare.
MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Vicepresidente del Consiglio Rutelli, purtroppo la situazione in Campania è ancora peggiore di quella che le è stata, evidentemente, illustrata. Ci troviamo di fronte ad un già proclamato sciopero, per i giorni 27, 28 e 29 di questo mese, di tutte le strutture convenzionate, perché, a prescindere dai debiti pregressi, nell'anno 2006 nessuna struttura convenzionata ha ancora ricevuto un euro rispetto alle prestazioni rese e ciò dimostra come il problema non sia stato ancora affrontato. Infatti, parliamo di bilancio corrente.
È vero che questo è un problema che riguarda le regioni, ma quando è messa in discussione la possibilità delle prestazioni sanitarie a favore dei cittadini vi è un problema di carattere complessivo generale e penso che il Governo se ne debba fare carico, tenendo altresì conto che la regione Campania ha ulteriori elementi di negatività: è l'unica regione ad avere avuto una ASL sciolta per infiltrazioni camorristiche; è l'unica regione ad avere un'altra ASL (anch'essa della provincia di Napoli) messa sotto monitoraggio dal Ministero, sempre per infiltrazioni camorristiche; ed è anche una regione che ha elaborato un programma di pagamento dei debiti attraverso la creazione di una società che è ancora al vaglio, per quanto io sappia, della legittimità sia del Ministero dell'economia e delle finanze sia del Ministero della salute. Infatti, si tratta di un ulteriore indebitamento e non di un programma di risanamento.
Il problema è che fin quando non verrà approvato il piano di rientro non vi sono da parte di nessuno, nemmeno del Governo, certezze. Mi auguro che si possa stabilire, con un termine preciso, il momento in cui il piano di rientro, firmato dal Governo e dalla regione, imponga alla regione stessa le misure di monitoraggio e di controllo che evidentemente sono mancate. Altrimenti, non si riuscirebbe infatti a spiegare come mai nel 2004 un miliardo e 300 milioni di euro e nel 2005 un miliardo e 500 milioni di euro siano stati il frutto di una attività dissennata della finanza della sanità in Campania da parte di chi oggi ne ha la responsabilità.